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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati 1 CAP. 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati 1. Turbine a gas I cicli delle turbine a gas hanno come riferimento concettuale il ciclo Brayton (o Joule), composto dalle seguenti trasformazioni di un gas: una compressione adiabatica (da 1 a 2), un riscaldamento a pressione costante (da 2 a 3), un’espansione adiabatica (da 3 a 4), una cessione di calore a pressione costante (da 4 a 1). Perché tale ciclo possa essere considerato ideale occorre che le trasformazioni adiabatiche siano anche isentropiche e che le isobare siano rigorosamente tali, ovvero il fluido non subisca perdite di pressione all’interno degli scambiatori che provvedono agli scambi termici con le sorgenti di calore tra cui opera il ciclo. Nelle macchine reali si abbandona l’ipotesi di ciclo chiuso e ci si riferisce a cicli aperti. Il ciclo aperto è caratterizzato dalle seguenti differenze rispetto al ciclo chiuso: il fluido di lavoro è l’aria, aspirata dal compressore alla pressione e alla temperatura ambiente; l’introduzione di calore nel ciclo avviene mediante un processo di combustione interna, per la quale l’aria, dopo la compressione, funge da comburente, oltre che da fluido di lavoro della prima parte del ciclo. I prodotti della combustione costituiscono il fluido di lavoro per la parte seguente del ciclo (l’espansione); la cessione di calore all’ambiente esterno avviene semplicemente disperdendo i gas combusti nell’atmosfera.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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CAP. 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

1. Turbine a gas

I cicli delle turbine a gas hanno come riferimento concettuale il ciclo Brayton (o Joule), compostodalle seguenti trasformazioni di un gas:• una compressione adiabatica (da 1 a 2),• un riscaldamento a pressione costante (da 2 a 3),• un’espansione adiabatica (da 3 a 4),• una cessione di calore a pressione costante (da 4 a 1).

Perché tale ciclo possa essere considerato ideale occorre che le trasformazioni adiabatiche sianoanche isentropiche e che le isobare siano rigorosamente tali, ovvero il fluido non subisca perdite dipressione all’interno degli scambiatori che provvedono agli scambi termici con le sorgenti di caloretra cui opera il ciclo.

Nelle macchine reali si abbandona l’ipotesi di ciclo chiuso e ci si riferisce a cicli aperti.Il ciclo aperto è caratterizzato dalle seguenti differenze rispetto al ciclo chiuso:• il fluido di lavoro è l’aria, aspirata dal compressore alla pressione e alla temperatura ambiente;• l’introduzione di calore nel ciclo avviene mediante un processo di combustione interna, per la

quale l’aria, dopo la compressione, funge da comburente, oltre che da fluido di lavoro dellaprima parte del ciclo. I prodotti della combustione costituiscono il fluido di lavoro per la parteseguente del ciclo (l’espansione);

• la cessione di calore all’ambiente esterno avviene semplicemente disperdendo i gas combustinell’atmosfera.

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Per aumentare il rendimento del ciclo è necessario innalzare le temperature T2 eT3, in modo dainnalzare la temperatura media di immissione del calore.Si può recuperare il calore sensibile dei gas di scarico riscaldando l’aria dopo la sua compressione.Per aumentare ulteriormente il rendimento, si cerca di avvicinare il ciclo reale a quello teorico diEricsson (due isoterme e due isobare) realizzando la compressione e l’espansione del fluidosecondo due isoterme anziché due adiabatiche.Ciò può essere ottenuto praticando la interrefrigerazione in fase di compressione el’interriscaldamento in fase di espansione.

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Negli anni recenti le turbine a gas hanno sempre più incrementato la propria efficienza:• Le unità turbogas della penultima generazione (fino agli anni ’90) presentavano potenze

elettriche di circa 120 MW, temperature dei gas all’ingresso in turbina di circa 1100°C,temperature dei fumi allo scarico di 530°C, rapporto di compressione 1:12 ÷ 1:14.Il consumo orario di gas naturale, al carico di base di 120 MW, era dell’ordine di 40.000Nm3/h, corrispondente ad un rendimento netto di circa il 32%. Il corrispondente consumounitario di combustibile, riferito al potere calorifico inferiore del gas naturale1, risultava dicirca 0,33 Nm3/kWh.

• Le attuali turbine a gas, di taglia raddoppiata (circa 250 MW), con rapporto di compressione1:16 ÷ 1:30, temperature di ingresso turbina pari a 1300÷1400°C, raggiungono valori direndimento prossimi al 38% (consumo unitario di combustibile ≅ 0,275 Nm3/kWh).Esse sono ormai esclusivamente impiegate negli impianti a ciclo combinato, che hannotrovato un notevole sviluppo grazie soprattutto agli eccellenti rendimenti globali raggiunti(56÷58%).

1 p.c.i. medio del gas naturale = 8250 kcal/Nm3

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• Le turbine a gas ultimamente offerte sul mercato hanno temperature dei gas combusti cheraggiungono i 1500°C e sono impiegate in cicli combinati con valori di efficienza pari al60%.

Temperature così elevate possono essere ammesse solo grazie all’adozione di complesse ed efficacitecniche di raffreddamento delle pale unitamente all’impiego di materiali speciali nei componentiche sono maggiormente sollecitati.Oltre alla resistenza alla sollecitazione meccanica, esistente soprattutto per le parti rotanti (sforzicentrifughi), è cruciale la resistenza a ossidazione e corrosione, principalmente dovute all’altareattività dell’ossigeno ad elevata temperatura e all’erosione causata dal passaggio dei gas ad altavelocità.Nelle condizioni di esercizio delle turbine a gas è il fenomeno dello scorrimento viscoso (creep) adeterminare lo stato di sollecitazione accettabile per un determinato materiale. Tale fenomeno, checomporta una deformazione progressiva del materiale con il tempo a pari stato di sforzo di trazionefino alla conseguente rottura, fa sì che la vita (espressa in ore di esercizio con un dato livello disollecitazione) e la temperatura di funzionamento siano tra loro correlati.I materiali ferrosi (ad esempio gli acciai al carbonio, gli acciai alto-legati e inossidabili) rivelanouna insufficiente resistenza a creep già nel campo 500-600°C. Risultati nettamente migliori siottengono con leghe a base di nichel o a base di cobalto: le prime sono usate prevalentemente nellepale rotoriche in virtù di migliori proprietà meccaniche, le seconde nelle pale statoriche.Rivestimenti superficiali di tipo innovativo proteggono la superficie dei componenti più critici: talirivestimenti consistono in strati metallici particolarmente resistenti, spessi 0,2÷0,3 mm, applicatiutilizzando tecnologie basate sulla spruzzatura a caldo di polveri sottovuoto (vacuum plasma spray)o con sistemi accelerati (high velocity oxy fuel).Un ulteriore incremento della temperatura dei gas all’ingresso di turbina, ferma restando latemperatura superficiale della superlega metallica, potrà essere ottenuto tramite l’impiego dibarriere termiche (thermal barrier coating): si tratta di rivestimenti superficiali a base ceramica,spessi 0,5 mm, che isolano termicamente il materiale base.Tenuto conto dei costi elevati di questi componenti (una paletta di turbina a gas può costare fino a10.000 € e una ruota di primo stadio può contare anche 100 palette), i materiali per turbine a gasnon possono prescindere dalle tecnologie di riparazione, in termini sia di re-coating sia diricostruzione del materiale base deteriorato.

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Negli impianti di produzione dell’energia elettrica le turbine a gas perseguono un compromesso tral’ottimizzazione del rendimento, che è funzione del rapporto di compressione, e la ricerca di unelevato lavoro specifico utile (definito come potenza utile riferita alla portata massica aspirata dalcompressore ed espresso in J/kg), ottenuto con l’allontanamento delle due trasformazioni dicompressione ed espansione: infatti più elevato è il lavoro specifico, minore è la portata massicautilizzata per sviluppare una certa potenza utile, minori saranno le dimensioni trasversali e quindi ilcosto delle macchine impiegate (turbina e compressore).

Il tipo di impianto con turbina a gas (turbogas) più semplice è ad una sola linea d’albero ed ècostituito da:

• un compressore multistadio,• una camera di combustione,• una turbina o espansore.

La potenza sviluppata nell’espansore viene in parte assorbita dal compressore e per la parte restanteè fornita al generatore elettrico coassiale.Una considerevole potenza termica è associata ai gas di scarico.

Il compressore di una turbina a gas è sempre trascinato direttamente dall’espansore mediante uncollegamento meccanico. Si tratta quasi sempre di un compressore assiale multistadio (le eccezionisono limitate a macchine di piccola potenza, fino a 1÷2 MW, che, per motivi di carattere puramenteeconomico, impiegano uno o due stadi di compressore centrifugo: in tal modo sviluppano rapportidi compressione maggiori ma hanno rendimenti inferiori e limitate capacità di elaborare grandiportate volumetriche).Trattandosi di macchine molto caricate aerodinamicamente, con molti stadi transonici, la curvacaratteristica portata-prevalenza è sempre praticamente verticale, cioè a portata volumetricacostante. E’ tuttavia molto diffusa l’adozione di palettature statoriche all’ingresso dotate dicalettamento angolare variabile (IGV), che permettono la variazione della portata dell’aria nelle fasidi avviamento.

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Il combustore ha il compito di innalzare la temperatura del ciclo (dal punto 2 al punto 3 deldiagramma) mediante il calore liberato dalle reazioni di ossidazione del combustibile.Essendo la temperatura del punto 3 limitata dalla resistenza dei materiali a valori oggi non superioria circa 1300-1400°C, la quantità di combustibile utilizzata è notevolmente inferiore a quellacorrispondente a una combustione stechiometrica dell’aria uscente dal compressore.Per esempio, supponendo l’aria in uscita dal compressore a 400°C e utilizzando come combustibileil metano, la combustione ideale stechiometrica porterebbe i gas combusti a una temperatura dicirca 2430°C, ben al di là dell’attuale tecnologia delle turbine a gas.Il raggiungimento di una temperatura di 1300°C richiede invece 45 kg di aria per 1 kg di metano,contro un rapporto stechiometrico di 17,235 kg di aria per kg di combustibile (14,735 Nm3 di fumiper kg di metano). Nelle turbine a gas infatti il rapporto di equivalenza λ (quantità di aria effettivarispetto a quella stechiometrica) risulta essere compreso tra 2,5 e 3,5 in relazione all’aumento ditemperatura richiesto nel combustore. Conseguentemente, il tenore di ossigeno presente nei gascombusti è ancora assai elevato (mediamente intorno al 15% in volume) e rende possibile utilizzaretali gas come comburente in ulteriori processi di combustione.Mantenere la combustione in presenza di elevati eccessi d’aria può di fatto risultare problematico,poiché esiste un limite inferiore di infiammabilità di una miscela aria/combustibile.Occorre quindi creare nella camera di combustione una zona, detta zona primaria, in cui affluiscesolo una parte dell’aria comburente, in modo da realizzarvi un rapporto aria/combustibilesottostechiometrico, per ridurre la formazione degli ossidi di azoto. La rimanente portata d’ariaverrà introdotta nella zona secondaria (dove completa l’ossidazione del combustibile a valle dellazona primaria) e quindi nella zona di diluizione, dove l’aria viene aggiunta per ottenere i gascombusti alla temperatura desiderata per l’ammissione in turbina.Tutto ciò è realizzato da un “liner”, ovvero un cilindro forato, che contiene dapprima la fiamma epermette poi il passaggio dell’aria di diluizione attraverso i suoi fori. Il liner è raffreddato dal flussodi aria di diluizione al suo esterno.

Il combustore attualmente preferito per le turbine industriali è quello multi-tubolare, che dispone dinumerosi combustori tubolari singoli (con camera di combustione sostanzialmente cilindrica)disposti circonferenzialmente intorno all’asse della macchina nell’anello di adduzione dei gas allaturbina. Il collegamento tra i singoli combustori e la turbina avviene tramite condotti di transizione(transition piece).

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Per quanto riguarda i combustibili impiegati, bisogna tener conto che le turbine a gas sono motori acombustione interna in cui i gas combusti partecipano direttamente al ciclo termodinamico.E’ pertanto necessario che i gas siano chimicamente e fisicamente non aggressivi. Tutto ciò imponedelle limitazioni relativamente severe ai combustibili impiegati.Il combustibile adottato tradizionalmente è il gas naturale.

L’espansore del turbogas può essere considerato l’elemento più peculiare e più critico, in relazionealle temperature estreme a cui è sottoposto in modo continuativo.La temperatura massima del ciclo ha un’influenza talmente spiccata sul rendimento e soprattutto sullavoro specifico del ciclo che il suo innalzamento giustifica enormi sforzi di ricerca e sviluppo.Le temperature, raggiunte all’uscita del combustore e quindi all’ingresso in turbina, sono bensuperiori alla temperatura massima sopportata dai materiali metallici.Si adottano quindi due tecnologie per ovviare a tale limitazione:

• raffreddamento (per convezione e a film) del corpo metallico della palettatura fissa e mobiledi turbina con aria spillata dal compressore. L’aria percorre canali interni alle palette,asportando calore per convezione, e fluisce anche, attraverso forellini, sulla superficieesterna creando un film di raffreddamento che agisce come barriera termica tra i gas caldi ela parete metallica delle palette;

• impiego di materiali non-metallici o rivestimenti ceramici.

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Le turbine sono del tipo a reazione a più stadi.Quelle di taglia maggiore (potenze superiori a 50 MW) sono direttamente accoppiate all’alternatoree ruotano alla velocità di 3000 giri/min. Per piccole unità, invece, le ridotte dimensioni impongonouna elevata velocità di rotazione per disporre di velocità periferiche e quindi salti entalpici adeguati.

L’intenso rumore del sistema compressore-combustore-turbina, che si propaga all’esterno attraversoi condotti di aspirazione dell’aria e di scarico dei fumi, viene contenuto applicando silenziatoriadeguati. Le macchine sono poi contenute in un cabinato insonorizzato.Sul condotto di aspirazione vanno anche installati dei filtri per trattenere il pulviscolo atmosferico,che è causa della formazione di depositi sulle palette del compressore con conseguentepeggioramento del rendimento.

L’avviamento di un turbogas deve essere effettuato con un motore di lancio. E’ infatti necessarioportare il compressore a una velocità di rotazione sufficiente a fornire un certo rapporto dicompressione, nel rispetto dei limiti di stallo dello stesso ossia con valvole antipompaggio aperte.Raggiunta tale velocità, viene accesa la fiamma, a regime minimo, in modo che la macchinaraggiunga la condizione di autosostentamento, ovvero che la turbina produca abbastanza potenza datrascinare il compressore. A questo punto, disinserendo il motore di lancio, si aumenta la portata dicombustibile fino a portare la macchina alla velocità di sincronismo, chiudendo nel contempo levalvole antipompaggio. La presa di carico avviene in tempi molto ridotti, senza superare i 20-30minuti per gli avviamenti da freddo dei grossi turbogas.La potenza del motore di lancio è pari al 5-10% della potenza della macchina.

Molto spesso l’avviamento della turbina a gas viene eseguito facendo funzionare l’alternatore damotore con un avviatore statico.2

2 L’avviatore statico fornisce corrente e tensione a frequenza variabile al generatore che quindi funziona da motoresincrono. Vi è anche un viratore che garantisce lo spunto della macchina e la rotazione lenta.All’avviamento le pompe olio cuscinetti mettono in pressione il circuito di lubrificazione, sollevando il rotore epermettendo così una minore coppia di spunto. Viene quindi avviato il viratore, che porta la velocità di rotazione a 5-7giri/min. Quando parte la sequenza di avviamento dell’avviatore statico, il rotore accelera e il viratore si stacca tramiteuna frizione a disinnesto automatico.Nelle prime fasi di avviamento, grazie all’avviatore statico, la turbina accelera fino a portarsi in 2 minuti alla velocità dilavaggio (700 giri/min, cioè il 23,3% dei giri nominali) della camera di combustione e del GVR. Il tempo di sosta aquesta velocità è funzione del volume d’aria da ricambiare. Al termine del lavaggio la macchina prima decelera e poiaccelera fino a portarsi alla velocità di circa 400 giri/min (13,3% dei giri nominali) a cui si può effettuare l’accensionedei combustori. La combustione avviene mediante la sola fiamma diffusiva. Successivamente il combustibile vieneridotto per consentire un riscaldamento della macchina della durata di circa 1 minuto. Durante queste fasi le IGVrimangono chiuse (28°) per evitare fenomeni di pompaggio degli stadi del compressore.A questo punto viene aperta gradualmente la valvola del gas naturale ai bruciatori e la macchina si porta in pochi minutia 3000 giri/min (a 2800 giri/min viene disattivato l’avviatore statico) nella situazione di full speed no load (FSNL), incui la macchina ha raggiunto i giri nominali, ma l’alternatore non eroga potenza. Durante l’aumento di velocità latemperatura dei fumi allo scarico aumenta rapidamente per poi attenuarsi quando la portata d’aria aumenta a causadell’apertura delle IGV fino a 58°, mentre, a 2850 giri al minuto, alla fiamma diffusiva si associa quella premiscelataprincipale. Si effettua quindi il parallelo con la rete. L’alternatore viene eccitato in modo da erogare la potenzanecessaria a sopperire alle perdite meccaniche della macchina. La turbina a gas viene portata a giri sufficienti per averearia compressa adeguata per accendere i combustori e permettere il funzionamento del turbogas in autosostentamento.A questo punto l’avviatore statico viene escluso e i giri di turbina vengono aumentati fino alla velocità nominale.

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Nel funzionamento in avviamento il parametro controllato è il valore di velocità della macchina.

Nel funzionamento a carico la potenza della macchina è strettamente legata al combustibileintrodotto in camera di combustione, che a sua volta influisce sulla temperatura dei gas di scarico ilcui valore ottimale è stato prefissato dal costruttore.La regolazione di portata del combustibile, attuata tramite la valvola GCV, è influenzata da:

• velocità della turbina (NHP),• pressione di mandata del compressore (PCD),• temperatura dei gas di scarico (TTXD).

La regolazione di pressione del combustibile, attuata tramite la valvola SRV, è influenzata da:• velocità della turbina,• pressione intervalvolare P1 tra SRV e GCV.

La figura seguente mostra uno schema generale del sistema di automazione.

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Un fenomeno, che può coinvolgere il compressore, è quello del cosiddetto pompaggio o stallo.Le cause che lo provocano possono essere le seguenti:

• insufficiente prevalenza di uno o più stadi durante il funzionamento a bassa velocità.Il fenomeno è più probabile negli stadi a bassa pressione, dove i volumi specifici sono piùelevati, maggiori sono le velocità di attraversamento e le conseguenti perdite di carico.

• aumento delle perdite di carico del circuito alimentato (ad esempio, contropressione neicombustori per eccesso di combustione) a carico e ai giri nominali.

In entrambi i casi la portata si annulla poiché il compressore non è più in grado di fornire all’aria laprevalenza necessaria al moto.Per evitare il pompaggio in avviamento occorre ridurre le perdite di carico degli stadi, riducendo laportata sino alla velocità in cui il compressore è in grado di lavorare in sicurezza.La limitazione si ottiene lanciando la macchina con le serrande sull’aspirazione (Inlet Guide Vanes)chiuse. Ciò offre anche il vantaggio di diminuire la potenza richiesta dal motore primo durante illancio.Un altro accorgimento adottato dai costruttori è quello di applicare la riduzione di portata indeterminate zone del compressore, in modo da ridurre la velocità dell’aria negli stadi a valle.Sono inseriti dei bypass del compressore degli stadi a più bassa pressione e l’aria è sfogata permezzo di valvole on-off, dette anche bleed valves.Prima del raggiungimento della velocità nominale le bleed valves vengono chiuse, mentre le IGVsono leggermente chiuse per evitare anche in questa fase ogni fenomeno di pompaggio.

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Per evitare il pompaggio a carico, mantenendo cioè le perdite di carico sempre inferiori allaprevalenza del compressore, viene fissato un limite massimo della pressione alla mandata delcompressore in funzione del carico generato, cioè del volume di fuoco e quindi delle perdite dicarico del sistema di combustione.Il tutto si traduce in un circuito che limita la domanda di combustibile: quando la misura dellapressione sulla mandata del compressore (PMC) supera il valore di un set point dinamico, elaboratoin funzione del carico, viene ridotta la richiesta di combustibile.

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1.1. Funzionamento delle turbine a gas

Il turbogas, per il suo funzionamento, aspira dall’ambiente una notevole quantità di aria,caratterizzata da una certa temperatura e pressione e quindi da un determinato volume specifico.La macchina che assolve tale compito è il compressore dell’aria.Attraversando il compressore, l’aria subisce una trasformazione che la porta ad avere pressione etemperatura più elevate ed un volume specifico inferiore di quello all’aspirazione.Poiché la trasformazione adiabatica di compressione avviene senza scambio di calore con l’esterno,tutto il lavoro introdotto nel sistema andrà ad incrementare l’energia interna del fluido: ciò simanifesterà con un forte aumento di temperatura.

Ogni trasformazione dello stato termodinamico di un fluido comporta una variazione di energia, ceduta oricevuta dal fluido.Un fluido ideale, avente pressione p1 e volume specifico v1, se sottoposto ad una compressione adiabatica evolvedal punto 1 al punto 2 secondo la legge:

=kpv cost (k=cp/cv)

Se invece il fluido è reale, l’evoluzione è una generica politropica (linea 1-2’):

=mpv cost (m>k)

La temperatura di fine compressione reale è maggiore che nel caso ideale, pur essendo uguale la pressione p2raggiunta. Ciò significa che h2’ è maggiore di h2, poiché una certa quantità di lavoro è stata spesa in più a causadegli attriti interni esistenti nel fluido.Si può quindi definire un rendimento termodinamico della trasformazione, dato dal rapporto tra il lavoro spesonel caso ideale e quello speso nel caso reale:

1'2

12

'21

21'hhhh

hh

term −−

==−

−η

Nella pratica questo significa che un compressore reale avrà bisogno di una maggiore potenza all’asse pereffettuare la stessa azione di compressione di un compressore ideale.

La reazione di combustione avviene all’interno di apposite camere (combustori) in seguito allamiscelazione, con opportuno innesco, dell’aria comburente e del combustibile.La temperatura che si sviluppa all’interno delle camere di combustione è molto elevata; sono quindirichiesti accorgimenti tecnici che garantiscano l’integrità meccanica dei materiali impiegati.

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I gas prodotti dalla combustione sono in seguito convogliati verso la turbina a gas, dove avverrà laloro espansione fino alla pressione atmosferica.Viste le alte temperature in gioco, la turbina a gas, come le camere di combustione, è dotata diparticolari accorgimenti (impiego di materiali speciali, raffreddamenti interni ed esterni delle pale,ecc.) al fine di garantirne l’integrità meccanica.Poiché la trasformazione adiabatica di espansione avviene senza scambio di calore con l’esterno,tutto il lavoro prodotto dal sistema va a diminuire l’energia interna del fluido, che si manifesta conun forte abbassamento di temperatura e una diminuzione della pressione.La macchina che sfrutta l’energia derivante dall’espansione dei gas di combustione è la turbina oespansore. L’energia termica dei gas è trasformata in energia cinetica alle giranti della turbina, cherendono disponibile all’asse del turbogas un’energia meccanica.

Analogamente a quanto visto per la compressione, si può analizzare un’espansione tra lo stato 3 e quello 4, nelcaso ideale, e tra lo stato 3 e 4’ nel caso reale.

Anche in questo caso si ha '4h > 4h e pertanto il lavoro ottenuto dall’espansione reale )( '43 hh − è minore di

quello ideale )( 43 hh − .Si può definire pertanto il rendimento termodinamico dell’espansione:

43

'43

43

'43''hhhh

hh

term −−

==−

−η

Si tenga inoltre presente che vale solo nel caso ideale la formula del lavoro specifico:

Nel caso reale si deve ricorrere alla relazione fondamentale '43 hhw −= determinando il salto di entalpia.

A questo punto i gas, che hanno ancora una temperatura relativamente alta, sono inviati al camino.Se a valle del TG è installato un generatore di vapore a recupero (GVR), la pressione di scarico saràleggermente più alta della pressione atmosferica al fine di vincere le perdite di carico che i gasincontrano nell’attraversare le superfici di scambio. Questa situazione porta ad una piccolariduzione del salto entalpico sfruttabile dalla turbina e quindi a una temperatura dei gas di scaricoun po’ più elevata.

∫ ⋅−=3

4

dpvw

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1.1.1. Cicli a gas ideali e reali

In una turbina a gas i punti del ciclo ideale nei piani (p,v) e (T,s) sono dunque:

1. aspirazione compressore: p1,v1 T1,s12. mandata compressore: p2>p1, v2<v1 T2>T1, s2=s13. ingresso turbina (uscita combustori): p3=p2, v3>v2 T3>T2, s3>s24. scarico turbina: p4=p1, v4>v1 T4>T1, s4=s3

Il gas, scaricato alla pressione p4=p1 e alla temperatura T4, è sostituito da una massa uguale di ariaprelevata dall’ambiente, alla stessa pressione p1 e alla temperatura T1.Da un punto di vista termodinamico questa sostituzione equivale ad un raffreddamento da T4 a T1.

Nel funzionamento reale bisogna tener conto che le trasformazioni nel compressore e in turbina nonsono isentropiche e che la combustione non avviene a pressione costante.

Per ogni valore della temperatura di ingresso turbina (TIT) esiste un valore del rapporto dicompressione che rende massimo il rendimento del ciclo.

Per definizione, il rendimento η è esprimibile come rapporto tra il lavoro utile LN (differenza tra illavoro prodotto dall’espansione dei gas nella turbina e il lavoro assorbito dal compressore) e ilcalore Q1 fornito nella combustione.Il lavoro utile è dato anche dalla differenza tra il calore Q1 fornito nella combustione e il calore Q2posseduto dai gas di scarico.

1

2

1

21

1

1QQ

QQQ

QLN −=

−==η

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Le temperature T1 e T3 devono considerarsi note: la prima è la temperatura dell’aria ambiente, laseconda permette un ampliamento del ciclo (vedi figura) ma non può essere innalzata oltre certilimiti perché vincolata alla resistenza dei materiali impiegati.

Le altre due temperature possono essere espresse in funzione delle prime attraverso le relazioni chelegano le variabili di stato tra i punti 1-2 e 3-4.

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• Rendimento e lavoro utile dei cicli a gas ideali

Un ciclo a gas è considerato ideale quando compressore e turbina hanno rendimento isoentropicounitario, la combustione è perfettamente isobara, il fluido è un gas perfetto, che non subiscetrasformazioni di stato e di composizione e ha un calore specifico costante indipendente dallatemperatura.

Il rendimento del ciclo ideale è il seguente:

( ) ( ) ( ) ( )( )

( ) ( )( )23

1243

23

1243

23

1243

11 TTTTTT

TTcTTcTTc

hhhhhh

QLL

QL

p

ppCTN

−−−−

=−

−−−=

−−−−

=−

==η

23

2

12

3

43 11

TTTTT

TTT

−⋅−

−⋅

Nelle trasformazioni adiabatiche (1-2) e (3-4) valgono le relazioni seguenti:

kk

pp

TT

1

3

4

3

4

=

kk

pp

TT

1

2

1

2

1

=

avendo indicato con k il rapporto tra il calore specifico a pressione costante cp e quello a volumecostante cv.

Se si pone:4

3

1

2

pp

pp

==βk

k 1−=ϕ

si ottiene:( ) ( ) ϕ

ϕϕ

βββ

η −−−

−=−

−⋅−−⋅= 1

11

23

23

TTTT

s

p1

1

2

3

4LC

Tp2

LT

Q1

Q2

Combustione

scarico gas all’atmosfera

CICLO APERTO

1

2 3

4

LC LT

Q1

Q2

LN = LT - LC

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

17

L’andamento del rendimento del ciclo ideale al variare del rapporto di compressione β è dunque ilseguente:

Poiché le temperature estreme del ciclorisultano fissate (la temperatura inferiorecoincide con la temperatura ambientementre la temperatura superiore è impostadalle caratteristiche di resistenza deimateriali impiegati) il rapporto dicompressione non può aumentare oltre uncerto limite poiché questo significherebbeavere temperatura massima del ciclo oltreil valore ammesso.

Si ha perciò un rapporto di compressione limite per una fissata T3 = Tmax.

Con il rapporto di compressione limite le dueisobare, per la piccolissima variazione dientropia, possono essere confuse con dueisoterme e il ciclo tende ad assumere la formadel ciclo di Carnot e ad averne il rendimento,che è quello massimo possibile tra duedeterminate temperature.D’altra parte il lavoro netto compiuto dalciclo tende a zero, in quanto tende adannullarsi il calore introdotto con lacombustione.

Dunque aumentare il rapporto di compressione fino al valore limite significa ottenere un ciclodegenere, avente massimo rendimento ma non in grado di compiere lavoro utile.

Analiticamente si ha che: ϕβ LIMamb T

TTT

=≅1

2max .

Passando poi al lavoro utile prodotto dal ciclo, osserviamo che gli impianti a gas hanno costi fissimolto dipendenti dalla portata d’aria aspirata.E’ perciò fondamentale che abbiano un lavoro specifico netto il più elevato possibile, onde ottenerela stessa potenza con portate inferiori.Il lavoro utile è per definizione dato dal prodotto del calore, fornito nella combustione, per ilrendimento del ciclo.Dunque otteniamo, riferendoci al peso unitario di fluido:

( ) ( ) ( ) ( )

−⋅−⋅⋅=

−⋅⋅⋅−=−⋅⋅−=⋅= −−− ϕϕϕϕ ββββη

min

maxmin

1

2

1

31231 111

TT

TcTT

TT

TcTTcQL pppN

1

η

β1

Si osserva la convenienza adavere rapporti di compressioneelevati.

Tmax

Tamb

23

4

T

s

p1

1

p2

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

18

Si hanno dunque i seguenti andamenti per il rendimento η e il lavoro utile LN:

Si può individuare un rapporto dicompressione βopt che massimizza illavoro utile. Tale valore non fornisce peròil massimo rendimento possibile.Si individua dunque un rapporto dicompressione di compromesso tra quellocon massimo lavoro utile e quello conmassimo rendimento. In questo modorisulteranno contenuti sia i costi dicostruzione (lavoro specifico elevato,dunque portate e sezioni di passaggiolimitate e turbogas più snello) che i costi diesercizio (rendimento buono, quindiconsumo specifico ridotto).

Si può dimostrare che il lavoro massimo si ha per una temperatura di uscita compressorecoincidente con la temperatura di scarico turbina.

Infatti, derivando la funzione LN rispetto a β, si ottiene un massimo per 1

31

TTk

k

== −−

ϕββ ,

condizione per cui 1342 TTTT ⋅== .

Mantenendo invece costante ilrapporto di compressione edaumentando la temperaturamassima del ciclo non cambiail rendimento del ciclo, chedipende unicamente da β.Aumenta invece il rendimentolimite e dunque i rendimentiraggiungibili variando β.Inoltre il lavoro utile, a paritàdi β, aumenta all’aumentaredella temperatura massima.

ββLIMβ’

η

LN

βopt

ηmax

ββLIM

η = η’

LN

ηmax

β’LIM

LN’

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

19

• Rendimento e lavoro utile dei cicli a gas reali

I cicli a gas reali sono caratterizzati da rendimenti isoentropici e politropici di compressione edespansione inferiori all’unità. Questo comporterà, a parità di temperature estreme, un lavoro reale dicompressione superiore a quello ideale e viceversa un lavoro reale di espansione inferiore a quelloideale. Dunque, a parità di pressioni e temperature estreme, si avrà un lavoro utile inferiore rispettoa quello ideale.

Si avrà inoltre un rapporto di compressione limite (rappresentato nel diagramma a destra) inferiorerispetto al caso ideale, poiché l’isobara p2 reale sarà inferiore a quella ideale a parità di temperatureT2 ≅ T3 = Tmax, essendo la trasformazione 1-2 non isoentropica.Riferendoci a una massa di fluido unitaria, il lavoro reale del compressore LC,R e quello dellaturbina LT,R, utilizzando le relazioni introdotte nel caso ideale, saranno i seguenti.

( ) ( )ISC

p

ISC

ISpp

ISC

ISRC

TcTTcTTc

hhhhL

,

1

,

1,212

,

1,212,

β

ηη

ϕ −⋅⋅=

−⋅=−⋅=

−=−=

( ) ( ) ( ) ( ) ISTpISTISppISTISRT TcTTcTTchhhhL ,3,,4343,,4343, 1 ηβηη ϕ ⋅−⋅⋅=⋅−⋅=−⋅=⋅−=−=

Imponendo l’uguaglianza tra i due valori, cioè imponendo che il lavoro netto reale sia nullo,otterremo il valore di β limite reale corrispondente ai valori di rendimento isoentropico assegnati.

Il rendimento reale del ciclo sarà ovviamente dato da:R

RCRTR Q

LL

,1

,, −=η .

Osserviamo che per β tendente al valore limite reale il lavoro prodotto dal ciclo è nullo ma non ènullo il calore introdotto: dunque si annulla il rendimento (a differenza del caso ideale, dove alvalore limite di β si annullava solo il lavoro utile).Infatti, per l’ipotesi di lavoro nullo, si può scrivere:

( ) ( )4312,,,0 TTcTTcLLL ppRCRTRN −⋅=−⋅⇒−==

Si osserva che T4,IS è superiore a T1 (poiché β è comunque inferiore al suo valore limite ideale, inquanto per ipotesi tende al valore limite reale e rende dunque l’isobara di inizio espansione piùspostata in basso e a destra) e che T4 è superiore a T4,IS (poiché il rendimento isoentropico di turbinaè inferiore all’unità). Dunque il salto termico sulla turbina è inferiore al salto termico tra le duetemperature estreme del ciclo. Ma per l’ultima relazione scritta, nel caso di gas perfetti aventi cpcostante, ciò significa che anche il salto termico sul compressore è inferiore al salto termicopresente tra gli estremi. D’altra parte uno degli estremi è proprio T1 ed è quindi dimostrato che T2 è

Tmax

Tamb

23

4

T

s

p11

p2

ciclo a lavorotendente a zero

Tmax

Tamb

2

3

4

T

s

p1

1

p2

4,IS

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

20

inferiore al valore massimo. Ciò significa che il calore introdotto è una quantità finita e dunqueeffettivamente il rendimento reale al valore limite reale di compressione è nullo.

Chiaramente l’aumento di temperatura massimadel ciclo risulta più efficace, ai fini delrendimento, se è accompagnato da un aumentodel rapporto di compressione. In tal caso, infatti,si riesce a contenere il salto entropico durante lafase di cessione del calore, con conseguentelimitazione al lavoro perso.Viene individuato un nuovo β limite reale,inferiore a quello determinato per il caso ideale eper il quale, oltre al lavoro netto, si annulla ancheil rendimento. Aumentando il rapporto dicompressione oltre tale limite, il lavoro sarebbenegativo ed il ciclo necessiterebbe di un apportoesterno, oltre a quello del combustibile, per poter

funzionare. Come conseguenza si ha la presenza di un valore di β ottimo anche per il rendimento.Tale valore risulta essere sempre maggiore rispetto al valore di β ottimo per il lavoro specifico.La scelta di β3 dovrà dunque tenere conto degli utilizzi a cui è destinata la turbina a gas.Al variare del rapporto di compressione si avrà un andamento di questo tipo:

Dunque si individua una zona nella quale siarendimento che lavoro utile sono accettabili e,fissato uno, l’altro è il massimo possibile.In questa zona andrà scelto il rapporto dicompressione più adatto alle esigenze.Se l’esigenza è quella di massimizzare ilrendimento (e dunque si dà maggiore rilevanza aicosti di esercizio) ci si sposterà verso il punto B,mentre se l’esigenza è quella di massimizzare illavoro utile (e dunque si dà maggiore rilevanza aicosti fissi, costruendo macchine più compatte edeconomiche) ci si sposterà verso il punto A (in talcaso i costi fissi diminuiranno anche perchédiminuendo il rapporto di compressionediminuirà il numero degli stadi).

Le macchine che ottimizzano il rendimento saranno impiegate per svolgere compiti di carico dibase, avendo costi fissi riferiti ad un grande numero di ore di funzionamento: in questo modoassumeranno maggior peso i costi di gestione, che dovranno essere minimizzati aumentando ilrendimento del turbogas.Viceversa le macchine che ottimizzano il lavoro utile saranno impiegate per svolgere compiti dicarico di punta con basso numero di ore di funzionamento, avendo minori costi fissi ma rendimentoinferiore: il loro ridotto funzionamento renderà impossibile la distribuzione dei costi fissi su di ungran numero di ore di funzionamento e dunque occorrerà limitare il più possibile soluzioniinizialmente costose, in quanto non verrebbero adeguatamente sfruttate. Il ridotto numero di ore di

3 La scelta operata a suo tempo dall’ENEL per i propri impianti prevedeva i seguenti valori di β:

• β≅12 per i TG da 120 MW• β≅16 per i TG da 250 MW)

ββ LIM,R

β LIM,ID

ηR

ηID

LN,R

LN,ID

Lmax

zonautile

B

β = 1

ηR

LR

ηmax

β = βLIM,R

β = βopt,L

β = βopt,η

A

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

21

funzionamento renderà poi poco incidente sul bilancio economico complessivo il fatto di avere unconsumo specifico di combustibile superiore ad altre macchine.

Poniamoci ora con un prefissato valore di β inferiore al limite reale. Aumentiamo la temperaturamassima del ciclo. L’aver tenuto costante β ci garantisce che la fase di compressione sarà rimastaimmutata. Viceversa sarà aumentato il lavoro prodotto dalla fase di espansione, in quanto taleespansione avverrà su uno stesso salto di pressione ma con maggiore volume specifico dovuto allamaggiore temperatura media.Dunque aumentare la temperatura massima del ciclo reale significa aumentare il lavoro specificonetto del ciclo (indipendentemente dal valore di β).Per quanto riguarda il rendimento possiamo osservare che un aumento di temperatura massima èrappresentabile attraverso l’introduzione di una nuova parte di ciclo:

La nuova parte del ciclo (4-3-3’-4’) hachiaramente rendimento superiore ad unqualsiasi ciclo reale avente la stessa curva diespansione ed operante attraversol’introduzione di calore in 3-3’, in quanto lacompressione ideale che lo compone harendimento superiore all’unità. Dunque la suaintroduzione renderà il ciclo complessivomigliore dal punto di vista del rendimento.In definitiva l’aumento della temperaturamassima del ciclo comporta, a parità dirapporto di compressione, un aumento dellavoro netto ed un aumento del rendimento.

Si dimostra che come effetto secondario si ha un aumento dei valori di β ottimo per lavoro erendimento, che tendono ad avvicinarsi al valore limite reale.Si dimostra inoltre che, aumentando la temperatura massima, aumentano il lavoro netto reale ed ilrendimento reale per ogni β inferiore al β limite reale; inoltre aumentano i rapporti di compressioneottimi per lavoro e per rendimento.

Chiaramente l’aumento di temperaturamassima del ciclo risulta più efficace, aifini del rendimento, se è accompagnato daun aumento del rapporto di compressione.In tal caso, infatti, si riesce a contenere ilsalto entropico durante la fase di cessionedel calore, con conseguente limitazionedel lavoro perso.Dunque, se si vuole amplificare l’effettobenefico dell’aumento della temperaturamassima, occorre aumentare il rapporto dicompressione in maniera adeguata.Ad ogni salto di temperatura sarà dunqueassociato un rapporto di compressioneottimo.

Tamb

T

s

p1

p’’2

p2

Tmax

T’max

T0 = Tamb

Tmax

Tamb

2

3’

4’

T

s

p1

1

p2

4,IS’

4,IS4

3

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

22

• Perdite delle turbine a gas

Considerando il fluido (con le relative trasformazioni) e la macchina turbogas come reali, durante ilfunzionamento si hanno varie perdite di energia:

Perdite termofluidodinamicheIl lavoro perduto per queste cause si converte in calore che generalmente rimane nel gasmodificando le linee di trasformazione da adiabatiche ad altre, verso stati di maggiore entropia aseguito della degradazione dell’energia.Di queste perdite tengono conto i rendimenti interni delle macchine, definiti dal confronto tralavori reali sulle palettature e lavori adiabatici reversibili a partire dalle stesse temperatureiniziali e fra gli stessi limiti di pressione delle operazioni reali.

Perdite di caloreSono dovute sia all’incompleta combustione, sia alla dispersione del calore attraverso le pareti.Per semplicità si supporrà che tutta la perdita di calore avvenga nel focolare e quindi possaessere rappresentata dal rendimento ηB del combustore, definito come rapporto tra il prodottodella portata di gas per l’aumento di entalpia ottenuto e il prodotto della quantità di combustibilebruciato per il suo potere calorifico inferiore.

Perdite di pressioneA causa delle perdite di pressione nel sistema di combustione, la curva di riscaldamento non èpiù rigorosamente isobara.Se le perdite sono situate nel combustore, rendono il rapporto di espansione minore del rapportodi compressione. Per tenere conto di queste perdite occorre moltiplicare la rispettiva pressione dientrata (o dividere quella di uscita) per un coefficiente di rendimento manometrico ηπ.

Perdite meccanicheSono le perdite meccaniche della turbina ηmt e del compressore ηmc (assorbimenti di potenza perventilazione delle parti rotanti,.per attriti nei cuscinetti, ecc.).

Perdite per consumo di aria compressaLa resistenza termica dei materiali delle parti calde è stata costantemente migliorata facendoricorso al raffreddamento dei distributori fissi e delle palette rotanti della turbina tramite ariacompressa spillata da vari stadi del compressore.Raffreddare le parti calde introduce dunque delle perdite per consumo di aria compressa spillatadal compressore e per sottrazione di calore nell’espansione dei gas (a causa della fuoruscita diaria compressa dai canali di ventilazione, che lambisce le superfici esterne delle palette creandoun raffreddamento a film e si miscela poi al gas della corrente principale diminuendone latemperatura).

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

23

1.1.2. Variazione delle prestazioni delle turbine a gas

Le prestazioni della macchina possono cambiare per effetto della variazione di alcuni parametriambientali ed operativi.Per poter confrontare le prestazioni di macchine differenti ed installate in luoghi diversi, si fariferimento a condizioni normalizzate ISO (15°C e 1013 mbar) come se tutte le macchineoperassero nelle stesse condizioni ambientali.

Una turbina a gas, funzionante a velocità costante e a una data temperatura dell’aria ambiente, è unamacchina attraversata in ciascuna sezione da una portata volumetrica costante.La sezione di ingresso compressore e la sezione di ingresso turbina sono attraversate da portate involume diverse tra loro ma costanti nel tempo al variare delle condizioni esterne della macchina.Ricordando la legge generale dei gas, si possono quindi scrivere le seguenti relazioni:

• per la portata volumetrica Fc all’ingresso del compressore:

1

11 p

TRGvGG

F cccc

cc ===

γ= cost

• per la portata volumetrica Ft all’ingresso in turbina:

3

33 p

TRGvG

GF ttt

t

tt ===

γ= cost

dove:Gc = portata massica dell’aria all’ingresso del compressore,Rc = costante caratteristica del gas (aria) che viene compresso,γc = peso specifico dell’aria all’ingresso del compressore,v1 = volume specifico dell’aria all’ingresso del compressore,T1 = temperatura dell’aria all’ingresso del compressore,p1 = pressione dell’aria all’ingresso del compressore,Gt = portata massica del gas all’ingresso in turbina,

(Gt = Gc se la portata del combustibile è trascurabile rispetto alla portata di aria)Rt = costante caratteristica del gas che si espande in turbina,γt = peso specifico del gas all’ingresso in turbina,v3 = volume specifico del gas all’ingresso in turbina,T3 = temperatura del gas all’ingresso in turbina,p3 = pressione del gas all’ingresso in turbina.

Esaminiamo quindi come variano le prestazioni del turbogas per:

1. Variazione della pressione atmosferica,2. Variazione della pressione allo scarico,3. Perdite di carico all’aspirazione,4. Variazione della temperatura dell’aria ambiente,5. Sporcamento del compressore.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

24

1) Variazione della pressione atmosferica

Se varia la pressione ambiente, ad esempio diminuisce, nell’equazione ccc FpTRG =

1

1 = cost si

avrà una diminuzione di Gc, poiché diminuisce p1 a parità di T1.Poiché Gc≅Gt (trascurando la portata del combustibile rispetto a quella dell’aria), nell’equazione

ttt FpT

RG =3

3 = cost la portata Gt diminuisce e quindi si riduce anche p3 con T3 costante.

In queste condizioni il rendimento rimane costante poiché sono costanti il rapporto dicompressione p3/p1=p7/p5 e la temperatura di ingresso turbina T3=T7, mentre la potenzadiminuisce proporzionalmente alla pressione ambiente poiché diminuisce la portata (infatti lapotenza utile è data dal prodotto della portata per la potenza utile specifica).

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

25

Se invece la pressione atmosferica aumenta, la potenza prodotta dalla turbina a gas aumenterà aseguito dell’aumento di densità e portata massica aspirata dal compressore.In figura è evidenziato il ciclo Brayton reale in condizioni ISO (curva rossa) e la sua traslazioneverso sinistra in seguito ad un incremento di pressione (curva nera).

Non si hanno invece effetti sensibili sul rendimento del ciclo, tant’é che la morfologia del ciclotermodinamico resta inalterata (poiché la pressione di mandata aumenta allo stesso modo dellapressione di aspirazione): nel piano T-s il ciclo risulta semplicemente traslato sulle nuove isobarema a pari temperature.

p2

p11

2

3

T

p2’

2’

s

p1’

4 4’

aT

3’

1’

3T

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

26

2) Variazione della pressione allo scarico

Le prestazioni della macchina variano pure al variare della pressione allo scarico.In caso di aumento di quest’ultima (per perdite di carico a valle della turbina), la portata di massarimane immutata ed il ciclo termico si altera poiché la temperatura di scarico cresce da T4 a T9 inaccordo con l’aumento della pressione di scarico da p4 a p9.Potenza e rendimento diminuiscono poiché la nuova potenza P è inferiore a quella di riferimentoPref, essendo h9>h4:

refctct PhhGhhGhhGhhGP =−−−<−−−= )()()()( 12431293

mentre il calore introdotto )( 23 TTcGQ pt −= rimane inalterato.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

27

3) Perdite di carico all’aspirazione

Anche la presenza di perdite di carico all’aspirazione porta ad un peggioramento delleprestazioni della turbina a gas. Infatti la caduta di pressione dovuta alle resistenze passive nelcondotto di aspirazione equivale ad una diminuzione di pressione ambiente combinata conun’apparente contropressione allo scarico.La linea (1-5) rappresenta la perdita di pressione nel condotto di aspirazione. La linea diespansione va da 7 a 10, poiché nel punto 10 (e non in 8) si trova la pressione atmosferica.Il rendimento del ciclo diminuisce poiché, a parità di potenza specifica richiesta per lacompressione (1-2) = (5-6), la potenza specifica ottenuta dall’espansione è minore ed il caloreintrodotto per unità di massa rimane invariato.

Nell’equazione ccc FpTRG =

1

1 = cost, la portata di massa Gc è diminuita essendo diminuita la

pressione p1. Quindi la potenza dell’intera macchina diminuisce per due effetti: la diminuzionedella potenza specifica e la diminuzione della portata di massa.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

28

4) Variazione della temperatura dell’aria

Rendimento e potenza variano al variare della temperatura ambiente e il ciclo (1,2,3,4) simodifica in (11, 12, 13, 14).

Supponiamo che nell’equazione ccc FpTRG =

1

1 = cost la temperatura T1 aumenti al valore T11.

Poiché per ipotesi p1 è costante, Gc diminuirà e nell’equazione ttt FpT

RG =3

3 = cost diminuirà Gt

in conseguenza della diminuzione di Gc. Anche p3 dovrà diminuire e, a parità di temperaturaall’ingresso turbina, l’espansione avverrà dalla stessa T3 (T3 = T13) ma da una nuova pressionep13<p3. Infine lo scarico sarà alla pressione atmosferica e ad una temperatura di scarico T14 > T4.In queste condizioni il rendimento e la potenza saranno inferiori ai valori di riferimento.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

29

Le variazioni della temperatura ambiente hanno effetti vistosi sulle prestazioni della turbina a gas.Ad esempio, passando da –5°C a +30°C (escursione stagionale del tutto normale per climitemperati) la variazione di volume specifico, quindi di portata e, in buona approssimazione, dipotenza è del 12% circa.Il rapporto di compressione, all’aumentare della temperatura ambiente, tende a diminuire per effettodella diminuita portata massica. A pari temperatura di ingresso turbina ciò giustifica un aumentodella temperatura allo scarico.L’aumento di temperatura ha l’effetto di avvicinare la temperatura media di compressione a quelladi espansione, con conseguente diminuzione del lavoro specifico e del rendimento.

In figura è rappresentato il ciclo Brayton reale in condizioni ISO (linea rossa continua) e sottopostoad un aumento della temperatura ambiente (linea tratteggiata).

p2

p 1 1’

2

3

4

T

3 T

' ' 1 a T T =

4’

3’ ' 3 T

T4 T4’

p 2 ’

2’ 2 T

a T T = 1

s

1

La T4 aumenta così come la T3, seppure in misura minore (se si considera costante il caloreintrodotto in camera di combustione).La potenza e il rendimento della turbina a gas diminuiscono.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

30

5) Sporcamento del compressore

La palettatura del compressore è soggetta a sporcamento a causa di depositi che si accumulanodurante l’esercizio della macchina, costituiti da contaminanti provenienti in parte dall’ambienteesterno e in parte dalla macchina stessa (vapori d’olio del cuscinetto del compressore4).

4 In relazione alle sfuggite di olio dal primo cuscinetto lato compressore (cuscinetto N° 1), occorre porre particolareattenzione ai sistemi di tenuta poiché i trafilamenti di olio lungo l’albero sono aspirati direttamente dal compressore.I vapori d’olio che si depositano sulle superfici, oltre a provocare direttamente lo sporcamento delle palette, sono ancheresponsabili del trattenimento delle particelle di polvere che entrano nella macchina.

Particolari del terminale d’albero lato aspirazione compressore

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

31

Le principali tipologie dei contaminanti che sono responsabili dello sporcamento delcompressore sono legate all’ambiente in cui la macchina opera e in funzione di questo possonoessere:

• particelle dure che causano sia erosione che sporcamento (polvere, sabbia, ceneri,ruggine, polverino di carbone),

• particelle leggere che causano sporcamento (fuliggine, vapori d’olio, pollini, spore,insetti),

• sali inorganici.Tali contaminanti, depositandosi sulla palettatura fissa e mobile del compressore, ne riduconol’efficienza aerodinamica e la portata d’aria aspirata5, determinando in definitiva undecremento delle prestazioni della turbina a gas, con particolare riferimento a potenza econsumo specifico.

5 Infatti i depositi sulle palettature fisse e mobili del compressore ne aumentano la rugosità, aumentando così lospessore dello strato limite e diminuendo la portata massica dell’aria. Inoltre l’aumento dello strato limite sulle paletteriduce la pressione di mandata del compressore e quindi il suo rapporto di compressione.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

32

Esistono ormai consolidate tecniche di lavaggio del compressore, eseguibili sia a macchinafuori parallelo in rotazione alla velocità di “crank” (lavaggio off-line) che a macchina inparallelo (lavaggio on-line), con cui l’esercente può intervenire per contrastare lo sporcamentodel compressore e ripristinare la normale efficienza della turbina a gas senza dover aprire lamacchina.Il lavaggio off-line, che avviene a macchina spenta e trascinata dal motore di lancio, dà luogo abasse velocità dell’aria e della soluzione di lavaggio e permette di raggiungere ottimi gradi dipulizia, talvolta fino al 100% dell’efficienza.Il lavaggio on-line, che avviene a macchina funzionante, non può mai essere così completocome il lavaggio off-line per 4 motivi:

1. con il rotore che gira a 3000 rpm le forze centrifughe spingeranno il liquido di lavaggioverso la periferia;

2. la velocità dell’aria è molto elevata e permette un tempo ridotto di permanenza delliquido nel compressore;

3. la turbolenza è molto alta e gran parte del liquido scorre sulle pareti del condottod’ingresso prima di entrare nel compressore;

4. la compressione dà luogo ad un aumento di temperatura, il che può causare l’iniziodella vaporizzazione del liquido a metà strada del compressore.

Infine c’è il rischio di danno da erosione per impatto delle gocce sulle palettature: ciò puòessere evitato riducendo il diametro delle gocce del liquido di lavaggio mediante l’aumentodella sua pressione di atomizzazione (circa 70 bar).Nei sistemi di lavaggio ad alta pressione gli ugelli sono installati vicino all’ingresso delcompressore e generano una nebulizzazione ad alta velocità: le goccioline hanno circa la stessavelocità dell’aria e hanno perciò maggior probabilità di penetrare fino in fondo al compressore.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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1.2. Caratteristiche costruttive delle turbine a gas

La turbina a gas si presenta come una macchina estremamente compatta, che può essere spedita inblocco dallo stabilimento al luogo di installazione.

L’insieme della linea d’asse (turbogas ed alternatore) è disposto come rappresentato nella figuraseguente.

L’edificio della turbina a gas e dell’alternatore è una struttura portante con profilati metallici,tamponatura pareti e tetto.

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L’edificio è provvisto di due grandi aperture: una per il condotto dell’aria aspirata dal compressore,l’altra per il condotto del gas scaricato dalla turbina.Sono previsti due carriponte, uno nella zona TG e l’altro nella zona alternatore, con vie di corsaintegrate nella struttura dell’edificio.La ventilazione dell’edificio deve smaltire il calore disperso e garantire una temperatura interna dialmeno 40°C.Il cabinato a pelle del TG è ubicato sotto l’edificio TG/alternatore ed è costituito da pannelliautoportanti imbullonati tra loro. Esso ha caratteristiche fonoassorbenti ed è provvisto di unimpianto antincendio.Il tetto è costituito da settori smontabili per accedere alla manutenzione del rotore del TG.

La linea d’assi è costituita dai seguenti macchinari (partendo dalla sinistra della figura seguente):• Sistema di viraggio e giunto autodisinnestante (se esistenti);• Alternatore;• Tronchetto di unione alternatore/TG;• Turbogas.

La linea d’assi è ancorata alle fondazioni e, per quanto riguarda il turbogas, è sorretta da supporti.

L’asse alternatore/TG è sostenuto da alcuni cuscinetti radiali ed è mantenuto in posizione da uncuscinetto reggispinta.Il sistema di aspirazione dell’aria comprende una camera filtri sopraelevata, che è composta daseparatore di gocce, prefiltro standard, filtro ad alta efficienza, silenziatore di aspirazione.

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Per ovviare alla perdita di potenza nei periodi di elevate temperature dell’aria ambiente è previstoun sistema di raffreddamento, mediante acqua nebulizzata o con refrigerante evaporativo, dell’ariaaspirata dal compressore.

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1.2.1. Compressore

Il compressore è quasi sempre di tipo assiale multistadio ed è trascinato direttamente dall’espansore.Solo per macchine di piccola potenza, per motivi di carattere puramente economico, il compressorepuò essere centrifugo6.I rapporti di compressione delle turbine a gas sono tali da richiedere un numero di stadi da 10 a 20 eoltre. E’ molto diffusa l’adozione di palettature statoriche d’ingresso (IGV) ad angolo dicalettamento variabile, in modo da consentire una certa variazione di portata d’aria a numero di giricostante ai fini della regolazione di potenza nel rispetto della problematica dello stallo.

La voluta di ingresso compressore, il corpo compressore, il corpo esterno combustore, il corpoturbina e il corpo del diffusore di scarico, sono imbullonati l’uno all’altro in piani verticali.Ciascun corpo è inoltre diviso in due parti, imbullonate tra loro, in corrispondenza del pianoorizzontale passante per l’asse della macchina, onde agevolare e semplificare il montaggio,l’ispezione e la manutenzione.Il compressore può distinguersi nelle seguenti parti principali:• voluta di aspirazione

La voluta di aspirazione ha il compito di collegare il collettore di aspirazione e la camera filtricon l’estremità lato aspirazione del compressore. Un giunto elastico tra la voluta di aspirazioneed il collettore di aspirazione assorbe eventuali spostamenti dovuti a dilatazioni termiche.

• corpo del compressoreIl corpo del compressore consta di tre parti essenziali:

1. La prima parte costituisce la voluta di ingresso, nella quale è ricavato il supporto delcuscinetto portante e del reggispinta e dove sono alloggiate le palette di entrata adassetto variabile (IGV). Esse possono essere ruotate di un certo angolo, permettendocosì una regolazione della portata di aria aspirata dal compressore.

2. La seconda parte include i raddrizzatori dei primi stadi, le zampe di supporto e le primecamere anulari di spillamento e di scarico aria all’avviamento (blow-off).

3. La terza parte include i raddrizzatori degli stadi successivi e la camera di spillamentodell’aria di raffreddamento turbina; include inoltre il diffusore di uscita delcompressore, le tenute dell’albero intermedio, i supporti dei tubi di fiamma e le tenutedel primo stadio turbina.

6 I compressori centrifughi hanno rendimento inferiore rispetto a quelli assiali e posseggono una limitata capacità dielaborare grandi portate volumetriche.

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Il compressore è diviso in sezioni che contengono gli stadi. Le sezioni sono distanziate in modo dalasciare spazi anulari, collegati a tubazioni di scarico (blow-off lines), che servono comeantipompaggio durante i transitori in cui i triangoli di velocità si discostano da quelli di progetto: inquesti casi le tubazioni di blow-off vengono aperte e scaricano aria direttamente nel diffusore discarico per evitare fenomeni di vibrazione e sollecitazioni a flessione nelle palettature. Gli spazianulari servono anche per spillare aria per il raffreddamento delle parti più termicamente sollecitatedella turbina.

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1.2.2. Sistema di combustione

Il turbogas è equipaggiato con numerosi combustori.Nella maggior parte delle attuali turbine a gas i combustori sono disposti circonferenzialmenteintorno all’asse della macchina e possono essere smontati per ispezione e manutenzione senza chesia necessaria l’apertura del casing della turbina.

L’accensione della macchina è ottenuta mediante le candele alloggiate in alcune camere dicombustione. Vi sono poi scanner per la rivelazione della fiamma.Ogni combustore è dotato di un iniettore pilota e di più iniettori principali del combustibile.

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L’iniettore pilota è costituito da ugelli combustibile di tipo tradizionale, con funzionamento afiamma diffusiva.La funzione dell’iniettore pilota è quella di garantire una regione di gas molto caldi che ricircolanonella zona primaria del combustore, migliorando l’accensione e la stabilità di combustione.Lo stabilirsi di questa zona di ricircolazione è promosso da un vorticatore di aria (impeller) situato amonte dell’iniettore pilota stesso. E’ inoltre presente, allo stesso scopo, un cono di stabilizzazionedella fiamma immediatamente a valle dell’iniettore.Gli iniettori principali sono in genere disposti intorno all’iniettore pilota.Ogni iniettore principale è dotato di un condotto di preparazione della miscela aria/combustibile, diun vorticatore aria e di un ugello per l’iniezione del combustibile.

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Poiché le emissioni di NOX dipendono essenzialmente dalla quantità di ossigeno disponibile per lacombustione e dalla temperatura di fiamma alla quale avviene la reazione di combinazione azoto-ossigeno (la reazione di formazione degli ossidi di azoto è sempre attiva ma aumenta la sua velocitàquando si superano i 1400-1600°C):1. è necessario bruciare il combustibile adottando accorgimenti che riducano la temperatura di

combustione;2. è necessario effettuare il premiscelamento del combustibile con l’aria comburente a monte della

fiamma in modo da rendere la temperatura di combustione il più uniforme possibile, evitando“punti caldi” con elevata produzione di ossidi di azoto.

L’esigenza di impoverire di aria la miscela alle condizioni di carico di base, avvicinando il punto difunzionamento della camera di combustione ai limiti di stabilità di fiamma, contrasta con l’esigenzadi garantire una combustione corretta e stabile, in particolare durante l’avviamento ed ai bassicarichi. E’ perciò necessario regolare accuratamente il combustore, modulando le portate d’aria e dicombustibile in modo da mantenere il rapporto di miscela sempre all’interno della zona di stabilitàdella fiamma.

Gli ossidi di azoto, prodotti durante la combustione, sono di tre tipi:• Fuel NOX : dovuti all’azoto contenuto nel combustibile;• Prompt NOX : derivanti dall’azoto atmosferico e prodotti “all’istante” della combustione;• Thermal NOX : derivanti dall’azoto atmosferico e dovuti alla temperatura di combustione.

Il parametro che stabilisce il valore degli ossidi emessi è il rapporto tra la portata del combustibile ela portata dell’aria. In particolare si usa il parametro λ.

Φ==Φ=

1λ aequivalenz di rapporto F/A][

F/A][

aria Portatalecombustibi PortataF/A][

ricostechiomet

reale

Il valore di λ ha un campo di variazione da un minimo (rappresentato dal limite di infiammabilitàdella miscela quando è povera di aria rispetto al valore stechiometrico) sino ad un massimo (quandola miscela è ricca di aria).I bruciatori normali lavorano nel campo vicino allo stechiometrico ed hanno valori di emissionisuperiori ai limiti imposti dalla legislazione. Per contenere le emissioni occorre ridurre latemperatura della fiamma.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Le tecniche usate per diminuire la formazione di NOX sono basate sui seguenti principi:• riduzione delle temperature con iniezione di acqua o vapore nel bruciatore. Tale metodo si

rivela oneroso sia per il costo dei fluidi aggiunti sia per la riduzione del rendimento del ciclo;• riduzione delle temperature di fiamma a secco con combustione, premiscelata o a stadi, basata

sulla riduzione di ossigeno (miscele ricche di combustibile a disposizione della combustionenella zona ad alta temperatura e successiva postcombustione, a temperature minori, dellemiscele formate nella prima zona).

I metodi di riduzione a secco usati sono dunque basati sulle fiamme premiscelate, con• arricchimento di combustibile nella prima zona di fiamma: ciò riduce la quantità di ossigeno

ed impedisce alla temperatura di superare la soglia dei 1500 ÷1600°C;• completamento della combustione in stadi successivi alla zona primaria: gli incombusti,

prodotti dalla combustione in difetto d’aria nella prima zona, sono bruciati immediatamente avalle con una combustione a bassa temperatura.

Nelle normali fiamme a diffusione le temperature raggiungono valori superiori a quella di soglia edil contenuto di ossidi di azoto è relativamente elevato, tanto da richiedere l’uso di iniezione di acquao di vapore per abbattere le temperature e rispettare i limiti imposti dalla legislazione. Nelbruciatore, infatti, combustibile e comburente si miscelano subito in una zona ad eccesso di ariarelativamente basso (λ<1); nel contempo aria secondaria viene immessa lateralmente e ciòcomporta ampie zone (con λ>1,6) di elevata temperatura ed alte concentrazioni di ossidi di azoto.Nei bruciatori a fiamme premiscelate la temperatura è ridotta in quanto la zona centrale dellafiamma è alimentata con una miscela aria-gas naturale che contiene minori quantità di ossigeno;conseguentemente non si raggiungono le temperature che si riscontrano nel tipo a diffusione. Lafiamma viene dunque diluita termicamente limitando l’eccesso di aria in modo da non superare lasoglia di temperatura dove la quantità di ossidi di azoto prodotta è rilevante. La combustione è poicompletata da combustibile e aria secondaria iniettati in zona a temperatura minore.Poiché il bruciatore deve garantire la sua funzionalità in tutto il campo di azione, dall’avviamento almassimo carico, la struttura del sistema di iniezione è modificata ripartendo il combustibile su piùugelli che sono alimentati in sequenza secondo il carico.

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I bruciatori funzionano a diffusione ai bassi carichi (poiché il funzionamento a premiscelamento ètroppo instabile fino a metà carico).Poi il funzionamento a diffusione viene escluso, perché responsabile di alte emissioni di NOx, e sipassa al funzionamento a premiscelazione.

La camera di combustione può anche essere sdoppiata in due sezioni, in modo da ottenere unprocesso di ricombustione che consiste in una espansione in turbina frazionata e intercalata da unsecondo processo di combustione.I gas combusti, prodotti dalla prima sezione di bruciatori, entrano nello stadio di alta pressione diturbina; dopo l’espansione, essi ricevono calore dalla seconda sezione di bruciatori che ne aumentanuovamente la temperatura;. si espandono quindi definitivamente in uno stadio di bassa pressione.Tale tecnologia di combustione è detta sequenziale.A parità di lavoro specifico, la temperatura all’ingresso turbina ottenuta con la combustionesequenziale è minore di quella con combustione convenzionale.

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1.2.3. Condotti di transizione

Il collegamento tra i combustori e la turbina avviene tramite condotti di transizione.

Un condotto di transizione (transition piece) comprende:• la flangia (inlet mouth) e il supporto (front support) per il collegamento al combustore,• la flangia per il collegamento con la tubazione della valvola di bypass (bypass mouth),• la flangia (outlet mouth) e il supporto (rear support) per il collegamento al settore ugelli,• la disposizione dei fori di raffreddamento del condotto.

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1.2.4. Turbina (espansore)

La conversione da energia termica a energia meccanica avviene attraverso gli stadi di espansionedel gas in turbina. Ogni stadio è composto da una fila circonferenziale di distributori fissi e da unafila di palette rotanti.

L’espansore delle turbine a gas può essere considerato l’elemento più peculiare e più critico di talimacchine, in relazione alle elevatissime temperature a cui è sottoposto in modo continuativo. Infattila temperatura massima del ciclo ha un’influenza talmente spiccata sul rendimento e soprattutto sullavoro specifico del ciclo che il suo innalzamento giustifica enormi sforzi di ricerca e sviluppo.Poiché le temperature di ammissione in turbina sono ben superiori alla temperatura massimasopportata dai materiali metallici, è necessario adottare efficienti e sofisticati sistemi diraffreddamento delle palettature fisse e mobili.Il raffreddamento delle pale può avvenire secondo diverse modalità di scambio termico. Talimodalità sono spesso usate congiuntamente nelle soluzioni più avanzate.I sistemi di raffreddamento principali sono il raffreddamento convettivo e il sistema diraffreddamento a film, che utilizzano aria spillata dal compressore.Raffreddamento convettivo

Il raffreddamento convettivo prevede lo scambio di calore tra il gas (all’esterno) e l’aria diraffreddamento (all’interno della pala) attraverso la parete metallica della pala.Tra la parete esterna della pala (a temperatura Tb) e il flusso principale del gas (a temperaturaTg) deve esistere un flusso termico ϕ:

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( )bgg TTk −⋅=ϕ

tale da ottenere maxbb TT < , dove Tbmax è la massima temperatura sopportabile dal materiale nellecondizioni di sforzo che si verificano in esercizio e kg è il coefficiente di scambio convettivo tragas e parete esterna della pala.I flussi termici scambiati sono ingenti. Appare quindi evidente come la portata di fluidorefrigerante in una moderna turbina a gas possa costituire una frazione considerevole del flussoprincipale e quindi abbia una notevole influenza sulla termodinamica del ciclo. Per limitare ilpiù possibile tale portata occorrerà:• limitare le superfici da raffreddare. Per fare ciò occorre dividere il salto entalpico della

turbina sul minor numero possibile di stadi, cioè realizzare un carico aerodinamicoelevatissimo sulle palettature;

• ottenere la massima efficacia di raffreddamento mediante circuiti molto sofisticati dal puntodi vista della capacità di scambio;

• ridurre lo spessore delle pale, compatibilmente con la resistenza meccanica e con i problemicostruttivi.

Raffreddamento a filmIl raffreddamento a film consiste nel creare un film di fluido a bassa temperatura che agiscacome barriera termica tra i gas caldi e la parete metallica della pala.Il film è generato dall’aria di raffreddamento fatta uscire a velocità opportuna da fessure (slot) eda piccoli fori sulla parete della pala. Tale aria lambisce la superficie della pala, creando su diessa una sorta di rivestimento fluido termicamente schermante.Il raffreddamento a film richiede una realizzazione della pala ancora più complessa dal punto divista costruttivo. E’ necessario realizzare numerosissimi fori di precisione sulla superficie dellapala. Inoltre è richiesta un’elevata pulizia dell’aria e del combustibile al fine di evitareocclusioni dei forellini. Questa tecnologia è intensamente utilizzata soprattutto sul distributoredel primo stadio.

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Le palette rotanti sono raffreddate internamente dall’aria di raffreddamento che le percorreradialmente dalla base alla cima del profilo. L’aria scorre attraverso una serie di fori diraffreddamento che percorrono le pale in lunghezza; fuoriesce dagli stessi fori all’estremitàsuperiore di ogni pala e si unisce al flusso principale del gas partecipando all’espansione residua.

Ogni pala turbina del primo e del secondo stadio contiene una serie di passaggi longitudinali; l’ariaè introdotta attraverso un passaggio alla base dell’incastro a pino rovesciato. In questi fori l’ariapassa a velocità altissima; in questo modo si hanno coefficienti di scambio termico molto elevati,dello stesso ordine di quelli che si hanno sulla superficie esterna, tra gas combusti e profilo dellapala.

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Poiché l’aria di raffeddamento che fuoriesce dai fori delle palette del primo distributore contribuiscea diminuire la temperatura del gas all’ingresso in turbina, diminuendone così il salto entalpico utile,sulle turbine di costruzione più recente si effettua un raffreddamento a vapore in ciclo chiusodell’ugello del primo stadio.Il vapore deriva dal generatore di vapore a recupero del ciclo combinato.Con tale sistema, adottato nelle turbine a gas G. E. della serie H, si riduce la caduta di temperaturadel gas da 155°C (raffreddamento ad aria) a 44°C (raffreddamento a vapore),

Per quanto riguarda i materiali da impiegarsi nella realizzazione delle palettature delle turbine a gas,la loro scelta è condizionata principalmente dalla resistenza ad alta temperatura di esercizio. Oltrealla resistenza alla sollecitazione meccanica normalmente esistente nelle turbomacchine, soprattuttoper le parti rotanti (sforzi centrifughi), è cruciale la resistenza a ossidazione e corrosione,principalmente dovute all’alta reattività dell’ossigeno ad elevata temperatura, e all’erosione causatadal passaggio dei gas ad alta velocità.Nelle condizioni di esercizio delle turbine a gas è il fenomeno dello scorrimento viscoso (creep) adeterminare lo stato di sollecitazione accettabile per un determinato materiale.Tale fenomeno, che comporta una deformazione progressiva del materiale con il tempo a pari statodi sforzo di trazione fino alla conseguente rottura, fa sì che la vita, espressa in ore di esercizio conun dato livello di sollecitazione, e la temperatura di funzionamento, per un certo materiale, siano traloro correlati.I materiali ferrosi rivelano una insufficiente resistenza a creep già nel campo 500-600°C, come èben noto dalla pratica delle macchine a vapore.Risultati nettamente migliori si ottengono con leghe a base di nichel o a base di cobalto, le primeusate prevalentemente nelle pale rotoriche (in virtù di migliori proprietà meccaniche) e le secondein pale statoriche.

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2. Centrali termoelettriche ripotenziate con turbine a gas

Il progetto di ripotenziamento (repowering) di alcune centrali termoelettriche italiane con turbine agas da 120 MW fu sviluppato negli anni ‘80-‘90 sulla base dei seguenti criteri:• aumentare la potenza installata degli impianti, migliorandone il rendimento;• minimizzare l’indisponibilità dei gruppi a vapore per l’effettuazione delle modifiche e dei

collegamenti necessari.Questo implicava che le modifiche da apportare all’impianto fossero ridotte il più possibile ecaratterizzate da un alto livello di prefabbricazione e di standardizzazione dei principalicomponenti.

• poter esercire i turbogas e i gruppi a vapore in modo indipendente al fine di mantenere elevateflessibilità e disponibilità di esercizio.Ciò richiedeva anche un sistema diretto di scarico in atmosfera dei gas provenienti dalla turbinaa gas.

• ridurre le emissioni specifiche di polveri, ossidi di zolfo e ossidi di azoto.

Il programma di repowering fu realizzato solo su alcune centrali7 e fu poi abbandonato per ilsopravvento dei cicli combinati e la decisione di trasformare molte centrali esistenti in impianti aciclo combinato.

La scelta dello schema ottimale di repowering fa riferimento a tre alternative principali:1. schema fully fired, in cui i gas scaricati dal turbogas sono inviati direttamente al generatore di

vapore sostituendo, in tutto o in parte, l’aria comburente;2. schema unfired con preriscaldamento dell’acqua di alimento, in cui si utilizza il calore dei gas

scaricati dal turbogas per il riscaldamento della linea di alimento della caldaia;3. schema unfired con produzione di vapore di media pressione, in cui il contenuto termico dei gas

di scarico del turbogas è utilizzato per generare vapore surriscaldato alle stesse condizioni diquello del risurriscaldamento del ciclo a vapore..

7 Centrali termoelettriche di Turbigo, Montalto di Castro, Rossano Calabro, Termini Imerese.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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2.1. Schema tipo “fully fired”

Tale schema prevede l’invio dei gas di scarico del turbogas direttamente nelle casse d’aria delgeneratore di vapore (GV), in sostituzione dell’aria comburente. Poiché la temperatura di tali gas èmolto elevata (maggiore di 500°C), possono essere eliminati i preriscaldatori rigenerativi dell’ariacomburente (Ljungström) per fare spazio ad un recuperatore del calore dei fumi all’uscita ECO, daporre in parallelo ai riscaldatori AP. La suddivisione della portata dell’alimento tra i riscaldatori APe il suddetto recuperatore viene controllata per mantenere la temperatura di ingresso ECO sempre alvalore massimo, anche ai carichi parziali, in modo tale da ottimizzare le prestazioni complessivedell’impianto ripotenziato.L’intervento di repowering fully fired comporta pertanto, oltre all’aggiunta dei nuovi componentifondamentali (gruppo turbogas e relativi ausiliari, condotti fumi tra TG e caldaia con relativeserrande di regolazione), la necessità di effettuare i seguenti interventi impiantistici principali:

• sostituzione delle casse d’aria con altre di materiale idoneo per l’impiego a temperaturesuperiori a 500°C e sostituzione dei bruciatori con altri adeguati alle nuove condizioni difunzionamento;

• inserimento di un recuperatore di calore in parallelo ai riscaldatori AP;• inserimento di un RAV per riscaldare l’aria comburente, in caso di funzionamento del solo

gruppo a vapore, e realizzazione di piccole modifiche riguardanti le interfacce con ilrecuperatore di calore e con il RAV.

Il bilancio termico dell’impianto così ripotenziato mostra come la potenza elettrica del gruppo avapore sia inferiore di circa 20 MW rispetto al valore nominale in assenza di repowering. Infattila potenza termica in caldaia risulta minore, essendo la portata del gas comburente limitata dallamassima velocità ammissibile in zona convettiva ed essendo il tenore di ossigeno di tale gasdell’ordine del 15%.

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2.2. Schema tipo “unfired”

Esso prevede il trasferimento del calore sensibile dei fumi scaricati dal turbogas al ciclo a vaporemediante un recuperatore di calore o un generatore di vapore a recupero.Si distinguono in particolare due configurazioni:

a) con preriscaldamento dell’acqua alimento in sostituzione dei riscaldatori Il recuperatore può essere inserito in parallelo a:• riscaldatori AP e ultimi due di BP,• riscaldatori AP e ultimo di BP,• riscaldatori AP.

In quest’ultimo caso, anche se il recupero termico è leggermente inferiore (ved. tabelleseguenti), si hanno maggiori semplificazioni impiantistiche.

Ciclo base Schema 1 Schema 2 Schema 3 Potenza lorda TV MW 320 320 320 320 Potenza netta TV MW 303,4 303,4 303,4 303,4 Potenza lorda TG MW 110 110 110 Potenza netta TG MW 109 109 109 Potenza lorda totale MW 320 430 430 430 Potenza netta totale MW 303,4 412,4 412,4 412,4 Rendimento netto % 39,97 42,12 41,89 41,53

Schema 1: Repowering AP + ultimi due BP Schema 2: Repowering AP + ultimo BP Schema 3: Repowering solo AP

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Mettendo a confronto il ciclo base e i tre tipi di repowering, abbiamo la seguente tabellacomparativa:

Ciclo base Schema 1 Schema 2 Schema 3

Potenza termica dai gas MW 183,1 168,7 143,7 Temperatura ingresso ECO °C 292 300 300 300 Temperatura fumi uscita TG °C 529 529 529 Temperatura fumi uscita recuperat. °C 110 156 214 Superficie scambio recuperatore* % 180 160 100 Portata alimento t/h 1022 828 831 844 Portata vapore al condensatore t/h 629 725 708 683 Variaz. potenza termica condensat. % 0 +17,5 +13,8 +9,5 Derating sì sì no

* Viene presa come riferimento la superficie di scambio del recuperatore dello schema 3, posta convenzionalmente uguale a 100.

La turbina opera con un sovraccarico della BP (inferiore al 10%) in conseguenza dell’annullarsidegli spillamenti di AP e con una diversa distribuzione di temperatura. Il condensatore, le pompe estrazione condensato e i riscaldatori BP risultano sovraccaricati, manon in modo tale da comprometterne il corretto funzionamento.

b) con produzione di vapore di media pressione

I fumi di scarico del turbogas sono convogliati in un GVR che viene alimentato, lato circuitoacqua-vapore, da una certa portata di acqua alimento.Il GVR ha il compito di produrre vapore surriscaldato per il corpo di media pressione dellaturbina: tale vapore va a miscelarsi, prima di entrare nella turbina MP, al vapore RH caldoproveniente dal risurriscaldatore.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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La fattibilità tecnica delle soluzioni di repowering considerate, ognuna delle quali è caratterizzatada una propria efficienza e da un certo grado di complessità impiantistica, deve essere verificataanche in termini economici.Infatti le prestazioni di un impianto sono verosimilmente legate alla complessità della tecnologiaadottata, che deve ritenersi in qualche modo proporzionale agli investimenti richiesti.L’analisi economica, pur non rappresentando l’unico strumento di valutazione delle alternativeconsiderate, permette di definire quantitativamente l’importanza delle principali differenze tecniche,fornendo un ulteriore supporto decisionale per la scelta della soluzione impiantistica ottimale.

Il parametro economico scelto per il confronto è il costo specifico dell’energia elettrica aggiuntivaprodotta.Nella tabella seguente sono riassunti i risultati di un’analisi effettuata a prezzi 1996.La soluzione più conveniente è quella fully fired, qualora però le modifiche vengano effettuate inconcomitanza con altri interventi di revamping richiesti dall’impianto base (tempo addizionale difermata nullo). Gli oneri per fermata della sezione termoelettrica portano questa soluzione ad uncosto vicino a quello delle due alternative unfired, con uno scarto di entità comunque modesta.

Costo specifico dell’energia e della potenza elettrica aggiuntiva (prezzi 1996)

FULLY FIRED(Tferm=0)

FULLY FIRED(ηsost=37%)

UNFIRED(prerisc. H2O alimento)

UNFIRED(produz. vapore MP)

Lire/kWh 76,447 78,726 79,908 79,636

Lire/kW 1.117.500 1.117.500 779.650 779.800

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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3. Centrali a ciclo combinato

3.1. Cicli termodinamici

In un impianto a ciclo combinato l’energia elettrica viene prodotta da alternatori mossi da turbine agas e da turbine a vapore, tra loro “combinate” per il fatto che i gas di scarico della turbina a gas,per mezzo di un generatore di vapore a recupero (GVR), generano il vapore necessario peralimentare la turbina a vapore.Questo tipo di impianto ha trovato recentemente un grande sviluppo per i suoi alti rendimenti.In effetti l’efficienza di un qualsiasi processo di trasformazione di energia termica in energiameccanica è tanto migliore quanto maggiore è la differenza delle temperature estreme fra cui operail processo stesso, cioè quanto più è alta la temperatura della fase in cui il calore è fornito al sistemae quanto più è bassa la temperatura della fase in cui il calore è ceduto dal sistema all’esterno.I cicli sfruttati industrialmente, quello a vapore (di Rankine) e quello a gas (di Brayton), possiedonoin realtà solo una delle proprietà richiamate e non riescono perciò a raggiungere, se presisingolarmente, dei rendimenti molto elevati. Infatti il ciclo a vapore opera con una temperaturamedia relativamente bassa durante la fase di apporto di calore (circa 420°C, per temperaturemassime di circa 550°C) e per converso presenta una temperatura bassa, assai vicina a quellaambientale, nella fase di cessione all’esterno del calore residuo. Ciò comporta da un lato rendimentimassimi che non superano normalmente il 40% (un po’ di più nei cicli ultrasupercritici con doppiorisurriscaldamento e un numero maggiore di spillamenti) e dall’altro il trasferimento all’ambienteesterno di una notevolissima quota di energia ad una temperatura così bassa da non consentirnepraticamente il recupero.Il ciclo della turbina a gas presenta invece una situazione inversa e complementare: la temperaturamedia durante la fase di apporto del calore è ben più alta che nel caso precedente, ma anche quelladi cessione del calore residuo è molto elevata. Nello stesso tempo, però, l’energia che viene cedutaall’esterno con i gas di scarico, pari a circa i due terzi di quella fornita con il combustibile, proprioper la sua elevata temperatura può essere riutilizzata per produrre vapore da far operare in un cicloRankine, realizzando così la “combinazione” fra i due cicli.

Il processo complessivo impiega dunque il calore alla temperatura elevata del turbogas e cede ilcalore alla temperatura bassa del condensatore della turbina a vapore, realizzando in definitiva lecondizioni ottimali per rendimenti eccellenti, nettamente superiori al 50%.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Il processo di produzione dell’impianto a ciclo combinato si basa perciò sull’accoppiamento incascata di due cicli termodinamici, per cui il calore scaricato dal primo ciclo costituisce il calored’ingresso del secondo ciclo.Nel primo ciclo termodinamico a gas (di Brayton), il calore viene fornito in camera di combustione(trasformazione 2-3) e i gas prodotti si espandono nella turbina (trasformazione 3-4) permettendo laconversione parziale del calore in energia meccanica.Nel secondo ciclo termodinamico a vapore (di Rankine), l’acqua subisce cambiamenti di stato daliquido (punto 6) a vapore surriscaldato (punto 9), a spese del calore posseduto dai gas di scaricodel turbogas; il vapore si espande in turbina da 9 a 10, fornendo energia meccanica, e vienesuccessivamente condensato (da 10 a 6) cedendo calore nel condensatore.Il primo ciclo è costituito da quello classico delle centrali turbogas, con i fumi che, prima di essereinviati al camino, vengono convogliati in un generatore di vapore a recupero (GVR).La turbina a gas converte in energia elettrica più di un terzo dell’energia termica prodotta nellacombustione; la restante energia termica è rilasciata come calore residuo nei gas di scarico.Nel GVR tale calore produce vapore che, operando in una turbina a condensazione, genera unaulteriore quantità di energia elettrica, pari a circa la metà di quella prodotta dal turbogas.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Il rendimento del ciclo combinato è dato da

TG

CVTG

TG

CVTGCC Q

PQ

PP

,1,1

+=+

= ηη

essendo:PTG potenza generata dal turbogas,PCV potenza generata dal ciclo a vapore,Q1,TG potenza termica assorbita dal turbogas nella camera di combustione,ηTG rendimento del turbogas.

D’altra parte si osserva che CVCVCV QP η⋅= ,1 essendo Q1,CV la potenza termica assorbita dal ciclo avapore e ηCV il suo rendimento.Consideriamo i gas come perfetti, caratterizzati da un calore specifico costante.Chiamiamo:

TOT temperatura allo scarico del turbogas,TCAM temperatura di uscita GVR e ingresso camino,T0 temperatura ambiente,mgas portata dei gas.

La potenza termica Q1,CV assorbita dal ciclo a vapore sarà pari a quella scambiata con i gas nelGVR, mentre la potenza termica Q2,TG ceduta dal turbogas sarà quella che ancora possedevano i gasall’ingresso nel GVR:

( )CAMOTpgasCV TTcmQ −⋅⋅=,1 ; ( ) TGTGOTpgasTG PQTTcmQ −=−⋅⋅= ,10,2

Il rapporto TG

CV

QQ

r,2

,1= indica la frazione di calore ceduto dal TG che alimenta il ciclo a vapore.

Dunque CVTGCVCVCV rQQP ηη ⋅⋅=⋅= ,2,1 ; da cui CVTG

TGTGCC r

QQ

ηηη ⋅⋅+=,1

,2

Riprendendo l’espressione di Q2,TG e la definizione del rendimento del turbogas, otteniamol’espressione del rendimento del ciclo combinato:

( ) CVTGTGCC r ηηηη ⋅⋅−+= 1

Se supponiamo fissato e ottimale il rendimento del turbogas, è evidente che per migliorare ilrendimento del ciclo combinato occorre agire sul prodotto r·ηCV, rendendolo il più grande possibile.L’obiettivo è quello di massimizzare il lavoro del ciclo a vapore alimentato dal ciclo a gas. Per fareciò occorre agire sul valore della pressione di evaporazione del ciclo a vapore.Nei semplici cicli a vapore, più si aumenta la pressione di evaporazione e più aumenta il rendimentodel ciclo in quanto aumenta la temperatura media equivalente a cui viene introdotto il calore.Nel ciclo combinato questo non è più vero ed occorre cercare il valore ottimo di temperatura mediaequivalente a cui introdurre il calore per avere il massimo rendimento complessivo. Noto tale valoresi ricaverà la pressione di evaporazione necessaria per ottenerlo.Mantenendo fissato il ciclo a gas, schematizziamo il ciclo a vapore con il suo equivalente ciclo diCarnot che ha come estremi di temperatura la temperatura media equivalente di ingresso del calorenel ciclo e la temperatura di condensazione del vapore scaricato dalla turbina.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Per ottimizzare il rendimento del ciclo combinato occorre che il ciclo a vapore fornisca la massimapotenza utile possibile, ricavabile recuperando il calore posseduto dai gas all’uscita del TG.Questo significa rendere massima la potenza del ciclo di Carnot equivalente.

( )

−⋅−⋅⋅=⋅=⋅=

sup

0sup,1,1 1

TT

TTcmQQP OTpgasCarnotCVCarnotCarnotCarnot ηη

essendo:

−=

sup

01TT

Carnotη ( )sup,1 TTcmQ OTpgasCarnot −⋅⋅=

e avendo indicato con Tsup la temperatura superiore del ciclo di Carnot equivalente.Fissati T0 e TOT (il turbogas non risente significativamente di ciò che avviene a valle) analizziamol’andamento di rendimento, potenza e calore introdotto nel ciclo di Carnot al variare dellatemperatura equivalente di introduzione del calore.Osserviamo che un aumento di Tsup è ottenuto attraverso un aumento di pev del ciclo a vapore.Dunque la variazione di ηCV e PCV con pev è simile alla variazione di ηCarnot e PCarnot con Tsup.Di conseguenza r, il cui prodotto con ηCV è indice del valore di PCV, diminuisce all’aumentare di pevcome Q1,Carnot all’aumentare di Tsup, per la definizione stessa di r.Determiniamo dunque la pressione di evaporazione ottima che massimizza il prodotto r·ηCV (ossiaPCV e quindi ηCC).

r

ηcv

pev,opt

pev

Pcv

s

4

3

2

1

Tp2

p1

T0

TOT

Tsup

Q1,Carnot

ηCarnot

T0 TsupTOT

PCarnot

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Siamo dunque in grado così di determinare la pressione ottima di evaporazione che consente dimassimizzare la potenza utile del ciclo a vapore e quindi il rendimento complessivo del ciclocombinato.Osserviamo che all’aumentare della temperatura di ingresso dei fumi nel GVR aumentano latemperatura e la pressione ottime di evaporazione.

Per aumentare ulteriormente il rendimentodel ciclo combinato si adottano più cicli avapore in serie rispetto al flusso gassoso,funzionanti a diversi livelli di pressione, inmodo da sfruttare nel modo più efficientepossibile il calore posseduto dai gas caldiscaricati dal turbogas. Si tratta in definitivadi “riempire” il più possibile l’areasottostante il ciclo a gas nel diagrammaentropico T-s, ad esempio con due cicli apressione di evaporazione differente. Ilciclo ad alta pressione e ad alta temperaturaassorbirà calore laddove i gas sono piùcaldi, mentre il ciclo a bassa pressione e a

temperatura più contenuta sfrutterà il calore posseduto dai gas ancora ricchi di energia termica.Ovviamente la disposizione interna dei vari banchi (economizzatori, evaporatori e surriscaldatori)nel GVR sarà dettata da motivi progettuali e potranno aversi banchi di bassa pressione posti in puntipiù caldi rispetto ad alcuni banchi di alta pressione, ma tendenzialmente il ciclo a pressioneinferiore assorbe calore dalla parte più fredda dei fumi (avendo temperatura di evaporazioneinferiore).

Il processo di miglioramento del rendimento del ciclo combinato prosegue con l’adozione di cicli avapore a tre livelli di pressione e oltre, tenendo sempre in debito conto la complicazioneimpiantistica e il costo di realizzazione.Il miglioramento è evidente se si pensa alla diminuzione delle irreversibilità nello scambio termicoe nella dispersione del gas nell’ambiente.Al tendere a infinito del numero di cicli in serie si tenderà asintoticamente al rendimento del cicloreversibile.

s

4

3

2

1

Tp2

p1

T0

TOT

Tsup,AP

Tsup,BP

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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3.2. Generatore di vapore a recupero (GVR)

Il GVR o, con acronimo anglosassone, HRSG (Heat Recovery Steam Generator) è sede deltraferimento di calore tra i gas uscenti dalla turbina a gas e il fluido (acqua-vapore) che percorre ilciclo Rankine.Facendo riferimento al ciclo più semplice, cioè a un ciclo a vapore monolivello (ma leconsiderazioni seguenti sono estendibili, senza alcuna variazione concettuale, a cicli a più livelli dipressione), il GVR deve provvedere a tre operazioni di scambio termico ben individuabili:

• il riscaldamento dell’acqua proveniente dal condensatore,• l’evaporazione dell’acqua (produzione di vapore saturo),• il surriscaldamento del vapore.

La situazione è delineata nella figura seguente, che evidenzia la separazione fisica dei banchi di tubiche provvedono alle tre diverse operazioni.

La disposizione in controcorrente è essenziale per poter surriscaldare il vapore a beneficio delrendimento del ciclo e per poter sfruttare la fase di preriscaldamento del liquido per recuperare unaquota ulteriore di calore dai gas (per questo motivo lo scambiatore relativo viene chiamatoeconomizzatore, in analogia con le caldaie a combustione).La possibilità di preriscaldare il liquido sfruttando il contenuto termico, altrimenti irrecuperabile,del gas uscente dalla sezione di evaporazione fa capire come la pratica degli spillamentirigenerativi, ampiamente utilizzata nei cicli a vapore convenzionali, sia solo controproducente neicicli a recupero: essa comporterebbe un’inutile dissipazione dei gas ancora caldi nell’ambiente,accompagnata da una perdita di potenza della turbina a vapore non recuperabile da un minorconsumo di combustibile.Lo scambio termico tra il gas e il vapore è caratterizzato da tre differenze di temperaturasignificative:

• il ∆T al pinch-point, che è il minimo ∆T nell’evaporazione (cioè tra il gas uscente daibanchi evaporatori e la temperatura di evaporazione),

• il ∆T all’approach point, che è il minimo ∆T nel surriscaldamento (cioè tra il gas entrantenel GVR e la massima temperatura del vapore),

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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• il ∆T di sottoraffreddamento (sub-cool), che è la differenza tra la temperatura dievaporazione e quella dell’acqua all’uscita dell’economizzatore.

I primi due ∆T stabiliscono le differenze di temperatura che stanno alla base del progetto termicodel GVR.Il ∆T di sottoraffreddamento è invece necessario per evitare il rischio di inizio di evaporazionenell’economizzatore, il che comporterebbe un blocco temporaneo di portata nei tubi a causa delvolume occupato dalla bolla di vapore e conseguenti oscillazioni di pressione.

Dal punto di vista costruttivo e morfologico una caldaia a recupero è profondamente diversa da unacaldaia a combustione. Il punto centrale, a cui sono riconducibili tutte le dissimilarità, è che nellacaldaia a recupero non sono mai presenti zone in cui i gas combusti si trovino a temperatureparticolarmente elevate. Infatti la temperatura massima è imposta dalle condizioni del gas uscentedalla turbina a gas (circa 600°C). Al contrario, in una caldaia a combustione la zona della fiamma èprossima ai 2000°C: in tali zone il meccanismo di scambio termico è principalmente controllatodall’irraggiamento, con flussi termici particolarmente alti. Pertanto, in una caldaia a combustionegrande attenzione deve essere posta a mantenere le tubazioni in condizioni termiche ben controllate(cioè a una temperatura molto più vicina a quella dell’acqua e del vapore che a quella del gascombusto), pena la rottura fisica dei tubi. Essendo questo problema di rilevanza molto minore inuna caldaia a recupero, diviene possibile:

• realizzare la disposizione in controcorrente e in particolare porre il surriscaldatore acontatto con i gas a temperatura più elevata,

• realizzare una zona dedicata all’evaporazione con semplici fasci tubieri in cui lo scambiotermico avviene per convezione (anziché con pareti membranate che circondano la zona difiamma),

• utilizzare, almeno per l’evaporatore e l’economizzatore, tubi alettati che rendono lacostruzione assai più compatta ed economica.

A quest’ultimo proposito si ricorda che la presenza dell’alettatura in un generico scambiatore dicalore permette di offrire una maggior superficie di scambio al fluido che presenta un minorcoefficiente di scambio convettivo.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Un GVR può avere disposizione orizzontale o verticale, a seconda della direzione principale deifumi.La scelta è determinata in base a puri criteri di convenienza costruttiva e di spazi disponibili, nonessendovi altra pregiudiziale di carattere funzionale. Una caldaia verticale avrà una minoreoccupazione del suolo, ma, soprattutto per grandi unità, porrà maggiori problemi strutturali, difondazioni, di accessibilità e di montaggio.Le funzioni di degasazione dell’acqua per l’eliminazione dei gas disciolti (in genere ariaproveniente dalle imperfette tenute della parte in depressione dell’impianto) sono svolte da undegasatore, associato al corpo cilindrico BP, che utilizza vapore prelevato dal GVR.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Un elemento distintivo nelle caldaie a recupero è il tipo di circolazione previsto nel banco dievaporazione. Esso può essere di tre tipi:

• ad attraversamento forzato (once through), in cui non è prevista distinzione fisica traeconomizzatore, evaporatore e surriscaldatore, ma l’acqua/vapore prosegue senza soluzionedi continuità dallo stato iniziale a quello finale.

• a circolazione naturale, in cui la circolazione tra i corpi cilindrici è garantita dalla diversadensità dell’acqua nel tubo di caduta (downcomer) e della miscela acqua-vapore nei tubibollitori.

• a circolazione assistita tramite una pompa che garantisce il controllo della portata nei tubibollitori.

Per quanto riguarda l’assetto dei cicli a recupero, essi sono caratterizzati da più fasi di evaporazione(due o tre) a diverse pressioni. Tale disposizione consente di limitare le dissipazioni del potenzialetermodinamico dei gas legate agli scambi termici tra gas e vapore: occorre produrre vapore ad altapressione (e quindi ad alta temperatura, in grado di sviluppare molto lavoro nella successivaespansione) laddove i gas sono caldi, e abbassare progressivamente il livello della produzionetermica (generando vapore a pressioni più contenute) man mano che i gas sono raffreddati. Tuttociò è la conseguenza del fondamentale concetto di limitare le irreversibilità nello scambio termicotra gas e vapore, perseguibile attraverso la riduzione dei ∆T sotto cui avviene la cessione di caloredalla sorgente al ciclo.Tale concetto va applicato non solo alle fasi di evaporazione, ma anche a quelle di preriscaldamentoe di surriscaldamento dei flussi di acqua e vapore alle diverse pressioni. Da ciò deriva ladisposizione generale dei vari banchi del GVR. La presenza, poi, di un banco di risurriscaldamentoè un’ulteriore opzione per migliorare il rendimento del ciclo.Lo schema a tre livelli di pressione, con l’aggiunta del banco RH, è quello attualmente adottatonegli impianti di grande potenza.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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La sequenza delle sezioni di scambio termico, nel verso di percorrenza dei gas di scarico della turbina a gas, è laseguente (le posizioni 11 e 12 sono in parallelo tra loro):

1. surriscaldatore di alta pressione e alta temperatura (SH APat);2. risurriscaldatore di alta temperatura (RH at);3. surriscaldatore di alta pressione e media temperatura (SH APmt);4. surriscaldatore di alta pressione e bassa temperatura (SH APbt);5. risurriscaldatore di bassa temperatura (RH bt);6. evaporatore di alta pressione (EVA AP);7. surriscaldatore di media pressione (SH MP);8. economizzatore di alta pressione e alta temperatura (ECO APat);9. evaporatore di media pressione (EVA MP);10. surriscaldatore di bassa pressione (SH BP);11. economizzatore di media pressione (ECO MP);12. economizzatore di alta pressione e bassa temperatura (ECO APbt);13. evaporatore di bassa pressione (EVA BP);14. preriscaldatore acqua alimento (ECO BP).

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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3.3. Configurazioni impiantistiche delle centrali a ciclo combinato

Per quanto riguarda le configurazioni impiantistiche, fermo restando che il numero dei generatori divapore a recupero è normalmente uguale a quello delle turbine a gas, un modulo a ciclo combinatopuò essere formato da una turbina a gas, una caldaia a recupero, una turbina a vapore, unalternatore: questa configurazione d’impianto è denominata “single-shaft”.La turbina a gas e la turbina a vapore sono accoppiate all’alternatore su un unico asse.A parità di potenza installata, i vantaggi della configurazione single-shaft comprendono:

• minori costi d’impianto,• unico alternatore e montante di macchina,• sistema di controllo e supervisione semplificato,• ridotte superfici occupate, con ottimizzazione degli spazi.

La configurazione single-shaft è particolarmente adatta per i moderni impianti a ciclo combinatocon risurriscaldamento. Ciò semplifica i sistemi di avviamento e bypass del vapore associati con piùGVR e un’unica turbina a vapore.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Le dimensioni di un modulo a ciclo combinato in configurazione single-shaft sono estremamenteridotte, soprattutto se paragonate alle dimensioni di una sezione termoelettrica tradizionale di paripotenza.

Dimensioni dei moduli G.E. da 400 MW

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Il GVR può essere costruito in versione modulare a circolazione naturale o a circolazione forzata.Nelle due figure seguenti sono rappresentati GVR per moduli a ciclo combinato G. E.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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La turbina a vapore è unicamente a reazione.La versione tipica presenta un corpo di alta-media pressione e uno di bassa pressione a doppioflusso.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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La supervisione dell’impianto nelle operazioni di avviamento, arresto e normale esercizio è affidataa un sistema di controllo integrato (ICS) che coordina il funzionamento della turbina a gas, dellaturbina a vapore, dell’alternatore, del GVR e degli ausiliari. Il controllo è effettuato dalla salamanovra o da un’area remota di dispacciamento.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Altre configurazioni presentano due o più turbine a gas accoppiate ad alternatori e generatori divapore a recupero che forniscono vapore, tramite un unico collettore, a una turbina a vaporeseparata e accoppiata al proprio alternatore.Le maccchine sono su più assi e pertanto tali configurazioni sono denominate “multi-shaft”.Esse permettono di installare l’impianto a ciclo combinato in fasi successive, tenendo conto, peresempio, delle disponibilità finanziarie, dei costi del combustibile, della domanda di carico.A parità di potenza installata rispetto alla configurazione single-shaft, in un impianto multi-shaft glialternatori sono più piccoli e la presenza di un’unica turbina a vapore la rende adatta anche perimpianti di cogenerazione e teleriscaldamento.I vantaggi delle configurazioni multi-shaft prevedono:

• installazione per fasi successive,• possibilità di operare con il solo ciclo a gas,• flessibilità progettuale.

Configurazione multi-shaft

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Per le centrali più recenti con configurazione multi-shaft sono previsti per ogni modulo dueturbogas da 250 MW, i cui GVR alimentano in parallelo una turbina a vapore da 260 MW.La potenza di un modulo risulta quindi pari a circa 760 MW.

Modulo multishaft da 760 MW: principali dati di funzionamento

Temperatura aria ingresso TG (condizione I.S.O.) 15 °CPortata gas di scarico di ciascun TG 649,1 kg/sTemperatura gas all’ingresso di ogni GVR 581,3 °CTemperatura gas all’uscita di ogni GVR 94,4 °CPortata totale vapore SH ingresso turbina AP 143,5 kg/sPressione vapore SH ingresso turbina AP 110 barTemperatura vapore SH ingresso turbina AP 537,0 °CTemperatura scarico turbina AP 348,4 °CPortata vapore RH ingr. turbina MP 168,7 kg/sPressione vapore RH ingr. turbina MP 27 barTemperatura vapore RH ingr. turbina MP 539,5 °CPortata totale vapore SH BP 24,8 kg/sPressione vapore SH BP 4,0 barTemperatura vapore SH BP 271,0 °CPortata vapore ingr. turbina BP 193,5 kg/sPressione vapore ingr. turbina BP 4,0 barTemperatura vapore ingr. turbina BP 277,1 °CPressione assoluta al condensatore 0,04 barPortata acqua ingresso economizzatore 96,7 kg/sTemperatura acqua ingresso economizzatore 28,4 °CPressione corpo cilindrico BP 4,2 barPressione corpo cilindrico MP 30,0 barPressione corpo cilindrico AP 121,9 bar

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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3.4. Confronto tra centrali termoelettriche tradizionali e centrali a ciclo combinato

Rispetto agli altri impianti di generazione le centrali a ciclo combinato presentano le caratteristicheprincipali seguenti:

• I costi di investimento risultano inferiori.Il costo di realizzazione di un impianto a ciclo combinato è infatti sensibilmente minorerispetto a quello di un corrispondente impianto a vapore.Con riferimento ad una taglia di circa 380 MW per modulo, si ha che il costo per kWinstallato di un ciclo combinato8 può scendere fino al 50% dell’analogo costo di un impiantopolicombustibile con desolforazione e a circa il 65% di quello di un impianto a vapore cheutilizza gas naturale.Inoltre il costo per variazione prezzi ed interessi intercalari è, a pari taglia, molto minore diquello relativo al ciclo a vapore convenzionale, poiché il tempo di costruzione è nettamenteinferiore e la potenza può essere avviata modularmente via via che si completa la centrale,autofinanziando parte dell’investimento in corso d’opera.

• I costi di produzione risultano competitivi.Il costo del kWh prodotto risulta inferiore per minori spese di personale di esercizio emanutenzione e per rendimento migliore.

• Il consumo specifico è più contenuto rispetto a quello degli impianti termoelettrici classici.

Prestazioni dei cicli combinati G.E. STAG 60Hz

8 A prezzi 2003:Costo nuovi moduli a ciclo combinato 550.000 €/MWCosto nuovi gruppi termoelettrici tradizionali 800.000 €/MWCosto trasformazione gruppi tradizionali in moduli a ciclo combinato 300.000 €/MW

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I prodotti di combustione possono essere rilasciati a temperature relativamente più basse,poiché il combustibile impiegato è il gas naturale.Gli sviluppi tecnologici attuali sembrano consentire rendimenti globali massimi fino al 60%.La tecnologia delle turbine a gas ha ottenuto grandi miglioramenti con l’impiego di materialiresistenti alle altissime temperature e con sofisticati sistemi di raffreddamento delle parti piùsollecitate termicamente.

• Le caratteristiche termodinamiche sono ottime anche nelle taglie minori.

• I tempi di avviamento sono molto ridotti.

Tipico avviamento da caldo di un impianto a ciclo combinato S 107H / S 109H

Tipico avviamento da freddo di un impianto a ciclo combinato S 107H / S 109H

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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La turbina a gas eroga già i 2/3 della potenza della centrale in circa 30 minuti. La restanteparte del ciclo raggiunge la piena potenza dopo tempi dell’ordine di un’ora o al massimo dialcune ore, a seconda che si tratti di avviamenti da caldo o da freddo.Le variazioni di carico possono essere eseguite con velocità di circa 4 volte superiori rispettoad un impianto termoelettrico convenzionale.Poiché inoltre gli impianti a ciclo combinato sono costituiti generalmente da più moduli, èagevole eseguire le variazioni di carico facendo entrare in funzione un numero diverso dimacchine con rendimento sempre vicino a quello nominale.

• Le prestazioni ambientali risultano eccellenti.Infatti gli impianti a ciclo combinato occupano superfici limitate (circa 450 m2/MW) e con unridotto sviluppo verticale.Il fabbisogno di raffreddamento è pari a circa la metà rispetto ai gruppi tradizionali di paripotenza: questo significa un carico termico dimezzato sull’acqua utilizzata per condensare ilvapore nel condensatore.Questi impianti sfruttano inoltre i vantaggi del gas naturale: i fumi sono virtualmente privi dipolvere e di composti solforati; gli ossidi di azoto, inevitabilmente prodotti, possono essereridotti a valori del tutto compatibili con le necessità di rispetto e di difesa dell’ambienteutilizzando idonee tecniche nelle camere di combustione delle turbine a gas.

• La centrale a ciclo combinato è un impianto relativamente semplice.Esso è costituito da componenti per la maggior parte standard.Ciò consente, grazie ad una ingegneria ormai normalizzata e al fatto che i sottosistemi piùimportanti vengono preassiemati in officina, termini di consegna estremamente ridotti.Oltre a ciò è possibile disporre della potenza della parte relativa alla turbina a gas in tempidell’ordine dei 24 mesi, mentre il completamento dell’intero impianto può avvenire entrocirca 30 mesi.

Questo è un vantaggio essenziale per un programma di realizzazione di centrali, perché essepossono essere costruite gradualmente in funzione delle effettive necessità prevedibili a brevetermine, anziché sulla base di previsioni a medio-lungo termine soggette ad un alto grado diincertezza.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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3.5. Trasformazione di centrali termoelettriche tradizionali in cicli combinati

I recenti sviluppi del mercato dell’energia (in termini di tariffe e liberalizzazione) hanno portato lesocietà di produzione ad accelerare i programmi di ammodernamento del parco termoelettrico,indirizzandoli in particolare verso un aumento dell’efficienza energetica. Ciò peraltro consente dipartecipare agli obiettivi nazionali di riduzione della CO2 in adempimento alla delibera CIPE perl’attuazione del protocollo di Kyoto.In questo contesto, allo stato attuale della tecnologia, gli impianti più competitivi sono quelli a ciclocombinato i quali, ad un costo specifico contenuto, fanno corrispondere rendimenti molto elevati.Tali impianti, infatti, in un mercato liberalizzato, tenuto conto del loro basso costo di produzionecompatibilmente con il costo del combustibile gassoso, saranno chiamati al funzionamento di base,con elevati fattori di utilizzazione.Con la configurazione in ciclo combinato, in luogo di un impianto tradizionale ad olio combustibile,si otterranno vantaggi tecnici, ambientali, economici e sociali, quali ad esempio:• utilizzazione di un sito esistente ed idoneo dal punto di vista delle caratteristiche territoriali

(orografia, aspetti idrologici, ecc.);• presenza di infrastrutture elettriche (stazioni, linee, ecc.) tali da non richiedere la realizzazione

di nuove linee di trasmissione;• riutilizzo di gran parte delle strutture e apparecchiature esistenti senza occupazione di nuovi

terreni;• consistente miglioramento dal punto di vista ambientale. Infatti il ricorso al gas naturale quale

combustibile dei turbogas annulla di fatto le emissione di SO2 e di particolato; l’incremento direndimento, unitamente all’adozione delle più avanzate tecnologie di combustione, consente diridurre significativamente le emissioni di NOx; il miglior rendimento e l’utilizzo del solometano consentono anche di ridurre le emissioni di CO2; si riduce la potenza termica smaltitadai condensatori; non si producono residui solidi di combustione; si ha una riduzione dei fanghiprodotti dal trattamento delle acque.

Vecchia centrale termoelettrica tradizionale Nuova centrale a ciclo combinato

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Prendiamo quindi in esame una centrale termoelettrica tradizionale composta da quattro sezioni da320 MW.La trasformazione di tali gruppi in cicli combinati può essere attuata partendo, ad esempio,dall’ipotesi di ridurre di circa il 10% la potenza termica totale della centrale e di lasciare nell’attualeassetto di esercizio una sezione tradizionale, che permetta così di effettuare le variazioni di caricorichieste dal Ripartitore e consenta inoltre una diversificazione dei combustibili impiegati.Si potranno quindi trasformare in cicli combinati tre delle sezioni termoelettriche esistenti,utilizzando per ognuna un turbogas della potenza di circa 250 MW, con relativo generatore divapore a recupero accoppiato alla turbina esistente9.Infatti lo sviluppo tecnologico che si è verificato nel campo delle turbine a gas, attraversoun’applicazione sempre più estesa delle tecnologie consolidate in campo aeronautico e trasferite nelcampo industriale, consente oggi di avere disponibili macchine di taglia unitaria notevole conrendimenti in ciclo combinato del 55÷58%.Con questo intervento, le caldaie esistenti dei gruppi oggetto di trasformazione non saranno piùutilizzate.Mediante i generatori di vapore a recupero (GVR), il calore posseduto dai gas di scarico deiturbogas produrrà vapore per l’azionamento delle turbine.

I dati caratteristici della centrale, nella situazione attuale e dopo la trasformazione in ciclocombinato di tre sezioni, può essere riassunta nella tabella seguente.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI SITUAZIONE ATTUALE SITUAZIONE DOPOTRASFORMAZIONE

Potenza termica sezioni 1, 2, 3 MWt 2.400 2.055Potenza termica totale MWt 3.200 2.855Potenza elettrica lorda sezioni 1, 2, 3 MWe 960 1.150Potenza elettrica lorda totale MWe 1.280 1.470Rendimento per ogni sezione % 40 56(*)

Consumo olio combustibile(**) t/h 280 70Consumo gas naturale(**) Nm3/h 320.000 225.000+80.000(*) solo per le sezioni trasformate(**) i consumi orari nominali, in funzionamento tradizionale, sono riportati considerando il funzionamento contemporaneo delle quattro sezioni conun solo tipo di combustibile

Il progetto per la trasformazione in ciclo combinato di ciascuna delle sezioni 1, 2 e 3 prevededunque di accoppiare ad ogni turbina a vapore esistente un gruppo turbogas e il relativo generatoredi vapore a recupero.

9 Il progetto di trasformazione in cicli combinati può anche riguardare tutte e quattro le sezioni poiché, pur in presenzadi un incremento della potenza elettrica di centrale, la potenza termica totale subisce una diminuzione a causadell’elevato rendimento raggiunto.

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I dati principali relativi al ciclo rappresentato nella figura precedente sono i seguenti:

Temperatura (°C) Pressione (bar) Portata (kg/s)Gas ingresso GVR 590 660Gas uscita GVR 97 660Vapore ingresso turbina AP 538 98 70,7Vapore scarico turbina AP 284 14,2 69,8Vapore ingresso turbina MP 538 12,8 87,7Vapore ingresso turbina BP 350 3,4 97,2Vapore scaricato al condensatore 29,4 0,041 97,2Vapore da SH MP 310 14 19,8Vapore da SH BP 247,4 3,6 7,2

Parte del vapore di bassa pressione viene utilizzato per degasare il condensato. Il degasatore èintegrato al corpo cilindrico di BP.Il vapore surriscaldato di alta pressione è inviato al corpo AP della turbina a vapore; il vapore discarico da questa torna al GVR dove, previa miscelazione con il vapore prodotto nel circuito dimedia pressione, viene risurriscaldato e successivamente rinviato al corpo MP della turbina.Il condensato è prelevato dal condensatore esistente ed inviato al corpo cilindrico di bassa pressionedel GVR; da questo, prelevato da pompe alimento di media e alta pressione, viene inviato airispettivi corpi cilindrici collettori.I riscaldatori AP e BP delle unità trasformate in ciclo combinato non verranno più utilizzati(mancano infatti gli spillamenti).I fumi prodotti da ogni gruppo turbogas, dopo aver attraversato il GVR, vengono convogliatimediante condotti metallici alla nuova ciminiera e da qui rilasciati in atmosfera.L’area designata per l’installazione dei gruppi turbogas/GVR è in genere quella occupata dallecaldaie e dagli elettrofiltri delle sezioni da trasformare.

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Le ciminiere e i condotti gas delle sezioni 1, 2 e 3 non serviranno più e potranno essere abbattuti.Una nuova ciminiera triflusso, più bassa, è collocata in posizione baricentrica ai tre GVR.I GVR sono collegati alle turbine a vapore, contenute in sala macchine, mediante nuove tubazioni.I castelli delle caldaie 1, 2 e 3 sono parzialmente utilizzati per alloggiare i turbogas 1, 2 e 3 e i loroausiliari.Le turbine a vapore esistenti devono essere adeguate alle nuove condizioni di progetto.In particolare sono modificati il sistema di regolazione e le valvole relative, in modo da renderlicompatibili alle nuove condizioni di portata.Infatti, in relazione alle mutate condizioni di funzionamento in assetto di ciclo combinato rispetto aquelle tipiche del funzionamento originario, le portate di vapore che fluiscono attraverso lamacchina sono molto inferiori a quelle corrispondenti alle condizioni di progetto con valvole tutteaperte: i valori sono dell’ordine del 25%, 35% e 40%, rispettivamente per le portate che interessanoi corpi AP, MP e BP.Questa ridistribuzione delle portate altera il regime delle pressioni nella macchina determinando, inparticolare, l’aumento del salto isoentropico elaborato dallo stadio ad azione (circa il doppio diquello di progetto) che opererebbe notevolmente parzializzato nonostante la prevista riduzione dellapressione all’ammissione. Quindi, in assenza di interventi, ne conseguirebbe una significativapenalizzazione delle prestazioni complessive della macchina.In realtà lo stadio ad azione non è più necessario perché la parzializzazione del vapore non vienepiù attuata.Pertanto sulla turbina a vapore sono previste le seguenti modifiche:• eliminazione dello stadio ad azione (inteso sia come parte fissa che come parte mobile);• riprogettazione completa della palettatura della sezione di alta pressione, con l’aggiunta di

ulteriori stadi a reazione;• taglio delle connessioni precedentemente utilizzate per il primo spillamento (a metà della

sezione di AP) e per il terzo spillamento (a metà della sezione di MP) e loro chiusura confondelli opportunamente drenati;

• reingresso in macchina del vapore, prodotto a più bassa pressione dal GVR, in corrispondenzadello scarico della sezione di media pressione dal bocchello precedentemente utilizzato per ilquarto spillamento;

• taglio delle connessioni precedentemente utilizzate per gli spillamenti posti sulla cassa internadi bassa pressione e loro chiusura con fondelli opportunamente drenati.

I nuovi gruppi turbogas sono idonei per un funzionamento di tipo continuo e sono dotati dicombustori a basse emissioni di NOx.Ogni turbina a gas è dotata di un sistema di filtrazione dell’aria all’aspirazione del compressore,dispone di condotti di aspirazione aria e scarico gas opportunamente silenziati, viene fornita diadeguati ausiliari di macchina.L’alternatore del turbogas è collegato ad un trasformatore elevatore e questo, mediante cavi in oliofluido, ai sistemi ad alta tensione della stazione elettrica.Il cabinato del turbogas contiene, oltre alla turbina a gas, anche i sistemi di lubrificazione ecomando nonché le valvole di regolazione del combustibile alla macchina.In un altro cabinato dedicato sono ubicati i sistemi di controllo e protezione.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Centrale Termoelettrica 4x320 MWProgetto di trasformazione di 3 sezioni termoelettriche

in 3 moduli a ciclo combinato da 380 MW cadauno

Vista laterale del nuovo complesso turbina a gas - GVR

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Nel funzionamento in assetto combinato, con il turbogas preso a riferimento, si evidenzianoindicativamente i seguenti dati:• potenza lorda della sezione a vapore ai morsetti dell’alternatore: circa 128 MW;• potenza lorda del turbogas ai morsetti dell’alternatore: circa 256 MW;• potenza lorda del modulo a ciclo combinato: circa 384 MW;• potenza netta del modulo a ciclo combinato: circa 380 MW;• rendimento complessivo netto: circa 56%.Tali dati sono riferiti ad una temperatura ambiente di 15°C, con pressione atmosferica di 1013 mbare umidità relativa dell’aria pari al 60%.

I turbogas utilizzano come unico combustibile il gas naturale. Il consumo orario nominale dicombustibile di ciascun turbogas è pari a circa 75.000 Nm3/h.

La trasformazione conduce ad un netto miglioramento delle performance ambientali.Le emissioni in atmosfera sono notevolmente ridotte a seguito di:• eliminazione delle emissioni di SO2;• riduzione della concentrazione delle emissioni di NOx;• eliminazione delle polveri;• eliminazione dei microinquinanti inorganici, conseguente all’utilizzo del gas naturale.

Nella tabella seguente è riportato un confronto tra la situazione ante e post trasformazione.

SITUAZIONEATTUALE

SITUAZIONE DOPOTRASFORMAZIONE

(3 sezioni a ciclo combinato) ∆%Potenza termica dissipata nell’acqua condensatrice (MW)(sezioni 1, 2 e 3)

1.200 720 -40

Potenza termica totale nell’acqua condensatrice (MW)(tutte le sezioni)

1.600 1.120 -30

SO2 (mg/Nm3)(sezioni 1, 2 e 3)

400(*) 0

SO2 (mg/Nm3)(sezione 4)

400(*) 400(*)

SO2 (t/h)(totale)

1,36 0,34 -75

NOx (mg/Nm3 come NO2)(sezioni 1, 2 e 3)

200(*) 50(**)

NOx (mg/Nm3 come NO2)(sezione 4)

200(*) 200(*)

NOx (t/h)(totale)

0,68 0,50 -26

Polveri (mg/Nm3)(sezioni 1, 2 e 3)

50(*) 0

Polveri (mg/Nm3)(sezione 4)

50(*) 50(*)

Polveri (t/h)(totale)

0,17 0,04 -75

Fanghi ITAR (t/anno) 850 750 -10

Acqua industriale (t/anno) 500.000 450.000 -10

(*) dato riferito a fumi secchi, normalizzati, riportati al 3% di ossigeno(**) dato riferito a fumi secchi, normalizzati, riportati al 15% di ossigeno

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4. Impianti IGCC (Integrated Gasification Combined Cycle)

Gli studi di fattibilità della gassificazione del carbone e dell’utilizzo del gas di sintesi così prodottoquale combustibile di una turbina a gas sono iniziati negli anni ’70 e il primo impianto pilota è statocommissionato a metà degli anni ’80. Solo alla fine degli anni ’90 gli impianti IGCC hannocominciato a diffondersi e dal 2000 tale tecnologia può essere ritenuta consolidata e costituisce unavalida alternativa agli impianti tradizionali a carbone.Gli impianti IGCC utilizzano, oltre il carbone, altri combustibili a basso costo: il coke di petrolio,l’orimulsion, le biomasse e i rifiuti urbani. Questi combustibili sono convertiti in un gas a bassopotere calorifico e ad alto tenore di idrogeno.Un impianto IGCC può essere visto anche come un processo di combustione a due stadi: prima ilcombustibile è parzialmente combusto nel reattore o gassificatore, poi la combustione vienecompletata nella turbina a gas.

Si possono distinguere 4 processi:1. Gassificazione (Gasification)

Il combustibile, solido o liquido, può essere gassificato in varimodi. La tecnica più comune ossida parzialmente ilcombustibile con ossigeno puro all’interno di un reattore.Il carbonio e l’idrogeno sono convertiti in una miscelacomposta soprattutto da idrogeno e monossido di carbonio.Tale miscela è comunemente chiamata gas di sintesi o syngas.La reazione tipica è la seguente:

22 22HyxCOOxHC yx +→+

L’ossidazione parziale è ottenuta additivando quantitàsubstechiometriche di ossigeno puro in presenza di vapore, atemperature da 500°C a 1600°C, e a pressioni variabili dallapressione atmosferica a 60-70 bar, a seconda del combustibileimpiegato e del processo tecnologico adottato.

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Capitolo 4 – Le turbine a gas e i cicli combinati

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Il syngas ha un potere calorifico variabile da 1100 a 3200 kcal/Nm3, cioè da 3 a 8 volteinferiore a quello del gas naturale.

2. Depurazione del syngas (Syngas cleanup)Il syngas che esce dal reattore deve essere depurato prima del suo utilizzo nella turbina agas. Tale processo prevede la rimozione dei composti solforati, ammoniaca, metalli, ceneri eparticolato.Per un ritorno economico si possono produrre sostanze commerciabili come gesso,metanolo, ammoniaca, fertilizzanti, ecc. Però tale processo spesso riduce ulteriormente ilcontenuto di idrogeno e quindi il potere calorifico del syngas.

3. Ciclo combinato con turbina a gasIl syngas così depurato è introdotto in camera di combustione della turbina a gas.

4. Separazione criogenica dell’ariaUn’unità di separazione criogenica dell’aria produce l’ossigeno necessario per il reattore digassificazione. Per tale processo è spesso utilizzato uno spillamento di aria compressa dalcompressore del turbogas.

Il costo (a prezzi 2003) di un impianto IGCC a carbone chiavi in mano è di circa 1250 $/kWinstallato.Il costo è così suddiviso: 30% per la gassificazione, 15% per il cleanup, 40% per il ciclo combinatovero e proprio, 15% per la separazione criogenica dell’aria.

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I vantaggi di un impianto IGCC sono così riassumibili:• incremento della potenza di uscita

Poiché il syngas ha un potere calorifico inferiore a quello del gas naturale, occorrerà unaportata di combustibile significativamente superiore. Con l’aumento della portata massica,la potenza della turbina a gas aumenterà considerevolmente.Ad esempio, una turbina a gas naturale da 256 MW passerà a 286 MW bruciando syngas e ilrelativo ciclo combinato passerà da 390 MW a 420 MW.

• riduzione delle emissioniLe emissioni di un impianto IGCC per quanto riguarda SOx, NOx e particolato sono inferioria quelle di un impianto convenzionale.

• affidabilità, disponibilità e manutenzioneSono comparabili con quelle di un impianto a ciclo combinato che utilizza gas naturale.

L’impianto della figura seguente è costruito da Mitsubishi.

Il syngas prodotto nel gassificatore parziale (partial gasifier) viene introdotto in un desolforatore asecco ad alta temperatura utilizzante calcare (limestone). Poi passa in uno scambiatore (syngascooler) dove viene raffreddato e, prima di essere inviato nel combustore della turbina a gas,attraversa un separatore a ciclone e un filtro ceramico (CTF) per la rimozione delle polveri.L’ossidatore (oxidizer), che procura gas ad alta temperatura al gassificatore parziale, provoca anchela combustione del carbonio incombusto (char) e l’ossidazione a gesso (CaSO4) del solfuro dicalcio (CaS) che si è formato nel desolforatore.L’efficienza netta di questo impianto è pari al 46%, a motivo dell’alta temperatura dei gasall’ingresso del turbogas e delle ottime condizioni del vapore all’ammissione in turbina (170 bar,593/593°C).