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IL CONGIUNGIMENTO DELL'ACQUEDOTTO TBANENSE CON QUELLO] BIZANTINO PER DAR VITA ALLA FONTANA NEL .1582. LEGENDA, t C- I Respiraceli, B— dove si concentravano, A- da dove vi si scendeva, D- il pozzo-cisterna, E- il condotto di riserva, F- la Coppa di San Sabibo, O- il pozzo della riserva, M H- la Chiesa di San Sabino, I- il poszo di San Sabino, L- il condotto di discarica, M- la fontana, H- i pozzelli, O- il condotto dai pozzelli ai respiraceli, P- e quello dal pozzo-cisterna ai pozzelli. co &— i-ru&*r-rp

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IL CONGIUNGIMENTO DELL'ACQUEDOTTO TBANENSE CON QUELLO]

BIZANTINO PER DAR VITA ALLA FONTANA NEL .1582.

LEGENDA, t

C- I Respiraceli,B— dove si concentravano,A- da dove vi si scendeva,D- il pozzo-cisterna,E- il condotto di riserva,F- la Coppa di San Sabibo,O- il pozzo della riserva,

M

H- la Chiesa di San Sabino,I- il poszo di San Sabino,L- il condotto di discarica,

M- la fontana,H- i pozzelli,O- il condotto dai pozzelli ai respiraceli,P- e quello dal pozzo-cisterna ai pozzelli.

c o &— i-ru&*r-rp

Il " Pozzo-Cisterna 'di San Saltino consullo sfondo la o-raoninia Chiesa.

Il vecchio pozzo senza

fondo la cui riserva di

acqua comunicava con il

Pozzo-Cisterna di 3an

Sabino.

trovava in corri-

spondenza del rumerò ci-

vico 63 della Via oacco

ti in uno sta'oi-

le di proprietà del .'ii{v.

Attilio Soldano.

TORREMAGGIORE

Giacr To r r emagg io re sopra un colle, quat t ro m i g l i a discosto da San Severo,

verso l 'occaso, i l i j u a l e n e l l a sua sommità ha u n a larga p ianura che sarebbe ca-

pace di una gnni Ci t t à , e la t e r ra sta verso il meriggio di essa: è in forma p i u t -

tosto quad ra che ro tonda , chiusa di m u r a a l le q u a l i sono a l t a cca t c molte case; e

( i ene q u a t t r o porti:. I l a l u n g h e e comode strade e mollo larghe a l l a convenienza

de l l e ca^f basse, che vi sono in assai più n u m e r o de l l e .ilire. T i e n e i l Castello,

a b i t a z i o n e del Duca, verso s e l l e i i t r i o n e con suoi fossi i n t o r n o mura t i : è quadra to ,

e ad ogni an«olo [/m] la sua ione rotonda; nel cui UICF./O è u n ' a l t r a torre qua-

drata co' suoi mer l i di sopra, da cui prese la t e r ra il nome. Non è molto grande,

e della sua a n t i c h i t à non trovo scr i t tura; ma a mio g i u d i / i o è più tosto moderna,

e sebbene vi era i l Alo i i i s lc ro de' Cislcrccnsi, in cui s tava f o n d a l a la Rettoria,

era f u o r i de l i a f e r i a , e questo credo che diede occasione di e d i f i c a r v i la terra

vicina. Però io me uè r ime t to a chi forse ha più conte/za. La sua ar ia è di mc-

diocre bontà per partecipare assai più del sottile. IV d iv i sa la terra in due Pa-rocchic, mia sotto il nome di S. Nicola, e l 'altra sodo il t i to lo di S. Mar ia , eh'è

la Chiesa Mndr ice ; ambedue accomodate e ricche di Cappelle. Hanno il loro cam-

pan i l e con molte campane d'accordo, ed anche l'organo. Un solo Clero serve am-

biane, però divisamente, avendo ognuna il suo Arciprete e numero de' Preti dis t in-

t i ; ma l 'on t ra le si dividono egua lmen te fra di loro; ben è vero che hanno a l c u n e

en t r a l e d i v i s e una da l l ' a l t r a , che sono assegnate a cerio ninnerò di preti più an-

t i c h i . Vi si celebrano le loro feste, una a 'sei decembre, e l ' a l t r a a ' q u i n d i c i agosto,

Vi è la Chiesa di S. Giacomo Maggiore, ov'è l 'ospedale, in cui si fa la ca-

r i t à a' poveri i n f a m i pe l l egr in i e agli esposti, avell i lo comode en t ra le ; e vi ?i fa

la sua f e s t a a' v e n t i c i n q u e l ug l io . Tiene una campana.

Vi è la Chiesa di S. Anton io , d ivola a' compat r io t i , in cui vi sono due a l t a r i

t u t t i posi i in oro. r in mi di essi a inai i dr i t ta vi è la s ta tua del Santo con molto

a r l i f i z i o composta. IV gl 'ancia di S. Nicolo, e t iene la sua campana.

Fuori le mura vi è la Chiesa di S. Sabino Vescovo, Padrone e Prolettore

della Terra, di cui vi è la rel iquia che si conserva in una mezza statua di legno

del Santo, indora la , da' Pret i di S. Maria, di cui è Arancia . Si celebra la sua

festa a' 9 febbraio con gran divozione del Santo e gran concorso del popolo, non

solo de l l a P a t r i a , ma ez i and io de' convieni!*: la comuni tà del la terra vi fa correrer i c c h i pa l j .

Vi è mi ' a l l r a Chiesella s imi lmc i i t c fuo r i , con t i t o l o di S. Maria del Reto [diLoreto}, che la serve un Urcmi la .

Vi è il Convento de' PP. Cappuccini un migl io d i s t an te dalla Terra, il quale

è de' [ i n u l t i del la Provinc ia , accomodato con acque, g ia rd in i e un boschetto al-

«

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l ' in torno. Tiene una Chiesa, che non dispiace, ed ha la sua campana. I l luogo t

.posto sopra la cima di un colliccllo che r iguarda l 'oriente e tu t to il Molile S.

Angelo [(largano}, il quale fagli in prospettiva una vaghissima scena e domina

ogni lalo [di} t u t t a quella parte di Puglia Capi tanata che posta è fra esso Monte

con tutta la valle di Stigliano e le sue pendici sopì a Apriccua, sino a Foggia e

a Troj.i i/oltrc, clic è una larghissima campagna . Tiene il Monastero de' Frali

Carmel i t an i un migl io d i s i a n t e dul l ; i l ena verso ponente, il quale è di accomo-dale fabr ichc e comodo, con una v igna e g i a rd ino , e la Chiesa è visioni: vi è

un organetto, il curo che sta sopra a l la porla maggiore, e clivcise Cappelle. Nel

capo a l ia re vi e l ' immagine della V'cneralissima Vergine S. Maria sotto il t i t o lo

del Cannine, divot iss ima e uiaravigliosa, poiché si co m piace la Rema del Ciclo

dispensare in quel luogo molte grazie a b e n e f i c i o de' mo l l a l i . Vi si la In lesta a'

Ire maggio, dove vi concorre molto popolo della Terra e Ci t tà convicìnc. Vi si

(a anche il mercato piccolo, e vi si concorrono e lottano pai} di non poco valore

per ouor della festa . Tiene il suo campani le con campane.Il suo te r r i tor io è f e r t i l e , ed è alto a produrre grano, orzo, l egumi d 'ogni

sorta, olio, vino, e però vi sono belle possessioni, e specialmente il Duca vi t i ene

una bella e grande vigna con vago giardino, ove si vedono alberi di soavissimi

[rul l i di ogni sorta, il quale può slare a paragone di ogni a l t ro giardino

ameno che nel la felice etisia del Pausilìppo indnstrc mano ìn.iffia e col t iva , li'

abbondantissima di acque dolci, ed a lquanto discosto dalla Terra VLM-SO S. Severo

t iene una tonte di acqua viva e dolce con accomodate fabr iche fa t tev i dal Duca

D. Francesco dì sopra nominato padre del Pr incipe Paolo secondo di questo

nome, e vi si legge un e p i t a f f i o di questo tenore :

O lassi, revocale gradimi : Nani ninnine Su agri

l'obis et Atnsis sola nevata fino

A. D. MOLXXXll

[Sono aggregati a questa Terra i fendi di Costa iti] Borea, F io r en t i no i

Dragoitara, e ne cave il Duca da... [grandi rendite}.Fa. memoiia di Toi remaggiore il Pou lano al 2" lib. della sua Istoria del Regno,

duve narra che venu to Ferdiuando 1 a l l a - l e n a di Dragoniua per procurare di

aver a sua divozione Carlo di Sangro, sotto il cui dominio erano i propinqui

Castel l i , andò a Torrcmaggìore per abbracciarsi seco, \ma non} potendo rimuo-

verlo tornò addie t ro ; e Carlo be f fando il Re se ne andò a Carlo d'Angiò che era

dentro Ulcera. I: Fra Leandro A l b c i t i nella Pugl ia Danni» al Monte Oargano

della sua I ta l ia , avendo descritta Appeena, questo solamente dice di Torremaggiore:

* più a v a n t i camminando sei migl ia [verso l'occidente, s< scopre Torrernag-

giare castello quattro miglia} vicino al f i ume-For to re „.

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PAG.4- 16

Fortunato Gallo,Professore "manager iill

di Severino CarlucciTORREMAGGIORE. In un trafiletto

pubblicato a scopo di rettifica dalla "Gaz-zetta del Mezzogiorno" del 15 gennaio1990 si legge in fondo che il giornalistabarese Alfredo Giovine propone al sinda-co di Torremaggiorc di dedicare una viacittadina a Fortunato Gallò ed aggiungeche qualora al "manager" nostro concitta-dino fosse dedicata una lapide- ricordoegli avrebbe aperta la sottoscrizione ver-sando la somma di duecentomila lire. Al-fredo Giovine ha ottantasci anni e vive aBari; la Commissione "Toponomastica"del Comune di Torrcmaggiorc ha concre-tizzata la sua proposta intitolando a Fortu-nato Gallo la via che sulla strada per SanPaolo resta collaterale alla Chiesa di SanMatteo. Ma chi era Fortunato Gallo? In unsuo articolo pubblicato dalla"Ga7.7.etia delMezzogiorno"!! lOgcnnaio 1990AlfredoGiovine descrive il "nostro" come il "redel melodramma" descrivendone l'attivi-tà manageriale durata per mezzo secolonegli Stati Uniti, specialmente a NuovaYork e nelle città limitrofe, finalizzata afar conoscere ai nuovayorkesi la bellezzadell 'opcraliricaitaliana, prima con le ban-de musicali, poi con il teatro lirico edinfine con il cinematografo. FortunatoGallo nacque a Torrcmaggiore il 9 maggio1878. Tezo figlio di Tommaso Gallo, vis-se gli anni dell 'infanzia edell 'adolescenzanella bottega di ebanisteria paterna chedava su via Dc-Santis e nella corrispon-dente tabaccheria gestita dalla madre Zc-linda che si affacciava in piazza SantaMaria. Nel 1895 partì per gli Stati Uniti incerca di fortuna come facevano tanti con-cittadini e corregionali in quegli anni dicrisi agricole. Le notizie che di seguitoriportiamo s che riguardano questo nostroillustre concittadino le abbiamo attinte,nel corso degli anni, da mio nonno pater-no, da mio padre, dal prof. Severino Mu-scatclli, clan netto concertista, dal dr DarioGallo, pronipote del "nostro" e da alcunenotizie pubblicate ne "La Banda Bianca"di San Severo, di Raffaele Pctrerae DesioCristalli gentilmente messo a nostra di-sposizione dal sig. Aldo Irmici. Negli ul-timi anni dello scorso secolo dimoravanoin Fine Street a Camdcn (New Jersey)alcuni torremaggioresi ivi emigrati che adogni martedì successivo alla Pasqua por-lavanoin processione in quella via un qua-dro raffigurante la Madonna della Fon tanaed a loro si aggiungevano in quella occa-sione'aUri torremaggioresi residenti a Fi-ladelfia(Pe.risylvarùa) i quali, per raggi un-

gere Camden dovevano sol tanto oltrepas-sare il ponte sul fiume Dclaware, portava-no con loro alcuni degli strumenti musica-li imparati a suonare quando faccvanopar-te della banda del paese natale e dandofiato a questi strumenti al seguilo di quellaparticolare processione si ricordavanodella Patria lontana.

Fortunato Gallo assistette ad una diqueste manifestazioni e pensò con no-stalgia alle tante bande musicali pugliesiche nei giorni delle sagre paesane allie-tavano tulli con le loro note ed il loroaffiatamento. Negli Stati Unit i , a queitempi, non esisteva ancora una culturamusicale vera e propria se si esclude la"Country Music", George Gcrshwin,Louis Armslrong e Benny Goodman do-vevano apparire molto più lardi, e venneinvitalo il Maestro cecoslovacco Dvor-jak ad insegnare musica e che dopo aver-lo fatto per tre anni se ne ritornò in Eu-ropa componendo la sinfonia "Dal Nuo-vo Mondo" in ricordo della sua perma-nenza in America. Allora Fortunato Gal-lo invitò negli Stati Uniti, precisamentea Newark, NJ, molti solisti e strumentistidelle bande di San Severo, Luccra e Tor-remaggiore che sotto la direzione artisti-ca del Maestro Emilio Sorrentino, giàDirettore della Banda Rossa di San Se-vero che nel 1892 aveva vinto il primopremio nrl concorso bandistico indettodalla ciltà di Genova ed il nuovo com-plesso musicale -cosa insol i ta perle gen-ti americane- cnlusiasmò le folle con lesue esecuzioni di brani lirici e di pezzisinfonici, specialmente quell i di Autoriitaliani, le cui opere erano conosciutesoliamo da quei pochi eletti che poieva-no concedersi il lusso di ascollarle inteatro. Dopo tre anni, al M Sorrentinorientrato in Italia, subentrò il M EmilieRivela, già direttore della banda "LuigiRossi", di Torremaggiorc, che portò conse inlcrc famiglie di musicanti tra le qua-li quelle dei Bellantuoni (Giammollo),dei D'Amico e dei Palma uno dei quali,Silvio, divenne il primo timbanisla del-l 'orchestra del leatro Metropolitan diNuova York. Rientrato ad Acquavivadelle Fonti perche colpi lo da infarlo il MRivela la direzione della banda musicaleilalo- americana di Newark venne assun-la dal Primo flicorno tenore GiacintoCreatore, già irombone solista nella ban-da di Lucera diretta dal Maestro Manci-nic per tantissimi anni in maniera costan-te e duraiura. In seguilo, qucslo noslroconciltadino doppiamente fortunato, di

nome e di fatto, rilevò la compagnia tea-trale "Lombardi" e con i suoi resti creò la"San Carlo Grand'Opera Company" cheportò a conoscenza del vasto pubblicoamericano la bellezza del melodrammaitaliano. Enrico Caruso, Giovanni Marti-nclli , Ti lo Schipa o tanti altri cantanti liriciitaliani e stranieri ebbero la crescita dellaloro popolarità grazie appunto alla mana-gerialità di Fortunato Gallo basata sulprincipio di far assistere agli spettacoli dalui organizzati a tanti spettatori paganti unmodico prezzo per l'ingresso.

Ritornato in Italia per una breve va-canza poco dopo la fine della prima guer-ra mondiale venne insignito di alle ono-rificenze dal Re Vittorio Fìmanuclc III edal Papa. Recatosi a rendere visita dicortesia a mio nonno che per due anni loebbe vicino in America, convinse miopadre ad emigrare negli Stati Uniti impe-gnandosi di fargli conoscere il teatro Me-tropolitan, promessachc mantenne allor-quando presiedette il comitato per i fe-steggiamenti che gli italo- americani ri-servarono al maresciallo Armando Diazin visita negli USA. Con l'avvento delcinema sonoro il nostro "manager" orga-nizzò la produzione del film "I Pagliac-ci" impressionando nella pellicola la po-polare opera di Lconcavallo ricavandoneuno strepitoso successo popolare ed eco-nomico. Fu lui a prendere l'iniziativa diorganizzare la rappresentazione delleopere liriche all'aperto e la sua rappre-sentazione dell"Aida, non solo gli frullòil guadagno di 65 mila dollari, trenta deiquali devoluti in beneficenza a favore deibisognosi italiani e consegnati al nostroAmbasciatore ma fu grazie al la sua ini-ziativa che ancora oggi si rappresenta ilcapolavoro verdiano all'aperto, nell'A-rena di Verona e nelle Tcrme di Caracal-la a Roma. Fortunato Gallo morì a NuovaYork il 28 marzo 1970, a novantun'anni.Molti torremaggioresi che ebbero la for-tuna di conoscerlo ricordano quanto eglitenne in allo il pensiero per il Paese na-taJc e molli pugliesi lo hanno conosciutotramite l'articolo di Alfredo Giovine.Torrcmaggiore gli ha dedicata una dellesue più belle e nuove vie cittadine e semai gli verrà dedicata una lapide- ricor-do vorremmo che l'epigrafe riportasseun accostamento con quella dedicata al-l'altro conciltadino Luigi Rossi emigra-to in Francia tre secoli fa "... portò legenti americane alla conoscenza delleinignoralc bellezze del melodramma ita-liano...". •..

Un programma di inrisiici ed agrituristici -[montare complcs33.232.000.000 di lire-èso a punto dalla Provinelanata che ne chiederà :menlo con i fondi dellal'Intervento Slraordinar:zogiorno (64/86). 11 p;che rientra negli impcgnmatici enunciati dalla Cvincialc all'atto del sumento, prevede la realizcinque interventi, tuttinclleareeinternedelSube del Gargano. E' prcvistro, la rcalÌ7./a7.ione dei n

gi lurislici progettati daidrigolli quali strutture piinescarc una diffusa crcscca nella zona, che da tcrrvano nell'agenda della Pmini villaggi sorgerannoni di Biccari e in quelloValfortorc. Dalla lipologlarmente funzionale e sn<al fine di facilitarne laquesti impianti si inserisctipologia di offerta turisina essendo orienlali auna domanda di tipo c<culturale. Nel comune dvillaggio sorgerà in prosla sponda sud- est de! La;ra" a quoia 870 sul livellin una delle zone più supaesaggisiicamcnte rìlc',

IA GAZZETIA DEL MEZZOGIORNO-_ Mercoledì IO Gennaio 1990

Montaggio dell'originale

con aggiunta di-foto

Uno dei più prestigiosi rappresentanti del teatro musicale negli Usa

Da Torremaggiore al sogno americano, la storiadel celebre Fortunato Gallo, re del melodramma

Dno dei più prestigiosirappresentanti del teatromusicale negli Stati Uiiitid'America è stato indub-biamente Fortunato Gal-lo, nato il 8 maggio 1878 aTorremaggiore (Fg), a queltempo un piccolo pae^seagricolo. Molte braccia,poco lavoro, frequenti par-tenze per l'America, il con-tinente della speranza.

Si lasciavano moglie e fi-gli in lacrime e, con un fa-gotto di poche cose, si af-frontava un viaggio disa-stroso andando incontro aun incerto avvenire.

E ritorno al paese dei piùfortunati incoraggiava gliindecisi a non indugiare.

-Fra..a-partenti «pe tterre—.issai luntane» un giovaneimpaziente, FortunatoGallo, cui la madre, con lelacrime agli occhi, affidòun vecchio rosario bene-detto . con un abbracciosenza fine, mentre il padregli diede una bottigliettadi acqua benedetta, centolire d'oro accompagnateda tante raccomandazioni.Ad un dato momentoesclamò con apparente ri-solutezza: .Uaggliò. ca lamadonne de la f undàne t'accumbbàKpne. Parte, fig-gue, un», recòrdete: "Ritor-na vincitori".. E giovaneaveva sognato l'Americaad occhi aperti, terra di al-lettanti promesse. Un'A-menca scritta «a lettere d'oro.. E così la grande sta-tua di Ellis Island non rap-presentava la .libertà...ma !a «fortuna.. Con quelpoco denaro avuto, ma ric-co di volontà di afferrarela dea bendata per i capel-li, sbarcò a New York nel!'anno del Signore 1895. Hfrenetico impatto con lavita della Metropoli lo ine-briò e, dandosi subito dafare, fu assunto da unabanca con la paga di 3 dol-lari alla settimana. Duròpoco. Aveva capito qualipossibilità gli offriva ilnuovo mondo. S'immersenel regno delle bande mu-sicali, molto ir. voga a queltempo, per divenire il piùgrande manager d'Ameri-ca, del settore. E suo nomecominciava a correre consimpatia ne! mondo dellospettacolo per la passione,e serietà, con cui portava a

SAN CARLO

OPERA

COMPAÌVY

termine LI suo lavoro, i suoiimpegni. Quando Lombar-di lo chiamò al suo fianco,Gallo gli mise in sesto lacompagnia. Ma ad un datomomento, al vecchio im-presario piacque che l'ulti-mo arrivato, quel simpati-co italiano, incominciassea pensare a sé. Gallo nondimenticò mai il bel gestoe. con l'ex nucleo Lombar-di, diede vita alla «SanCarlo Grand'Opera Com-pany.. La nuova creaturadivenne rapidamente unagrandiosa organizzazione.E .piccolo impero dell'ope-ra., con sede direzionale al1097 di Broadway. avevaun'orchestra, cori, balletti,scenografi, scenari, vestia-ri e un teatro proprio. E'chiaro che dal 1910 al 1955passarono al vaglio di Gal-lo migliaia di artisti di buo-na o di notevole levaturadei quali avrebbe potutodire come Cornelia: «Que-sti sono i miei gioielli..

Per fare qualche nomeva citato Tito Schipa eFranco Tafuro. i baresiAndrea Mongelli. BrunaCastagna e Maria Casta-gna. Titta Ruffe. RamonVinay, Pasquale Amato,Lucrezia Bori. GiovanniMartinelH. Richard Tuc-ker, Grace Moore, MariaJeritza, Carmen Melis ,Stracciar! Battistini. Ca-ruso e tanti altri, ingaggia-

ti prevalentemente sullapiazza di Milano. Molti diessi cantarono nei piùgrandi teatri del mondo,non pochi divennero astridei Cinema, de! .musical.e di altri generi dello spet-tacolo. Instancabile, il.piccolo italiano, percorsein lungo e in largo granparte de! continente ame-ricano per portare il melo-dramma ad appassionati,a quanti sembrava una lie-ta scoperta e a quellagrande massa che ritene-va l'Opera uno spettacoloper signori e signore ingio-iellate. Una delle ragionide! suo crescente successostava nel «portare a domi-cilio dello spettatore • spet-tacoli di buon livello arti-stico con ur. biglietto mol-to contenuto. Egli facilita-va cosi l'afflusso de! pub-blico e la conseguentechiusura in attivo dellestagioni. E che gli permisedi tener fede al suo princi-pio nel non subire condi-zionamenti ricorrendo asovvenzioni di mecenati,come accadeva invece aisuoi concorrenti. Fu il pri-mo, inoltre, a dare l'operaall'aperto, cosa che sugge-rì a! tenore Zenatello diproporre ai suoi concitta-dia: veronesi l'uso dell'A-rena per simili spettacolidi forte richiamo. Per que-

sto rimase memorabileun'Aida all'aperte rappre-sentata a scopo oU benefi-cenza. Uno squillante «dodi petto, di Osilo. Fruttò65.000 dollari. E ricavatonetto di 30.000 fu conse-gnato all'ambasciata ita-liana a favore dei bisogno-si del nostro paese. (NewYork American del 17-VI-n-1919). Gesti generosi percui Li Gallo fu insignito tìialcune onorificenze italia-ne compresa quella dicommendatore. E Papavolle riceverlo e premiarloper la sua non comunebontà d'animo e la Poliziadi New York lo nominòmaggiore ad honorem, co-sa che a Caruso non andòoltre il grado di capitano.Ne! 1930 diede un altroacuto. Con il complessodella -San Carlo, realizzòil primo film sonoro delì'o-pera .Pagliacci., un suc-cesso che portò altro dena-ro nelle casse della compa-g n i a . A q u e s t o p u n t oavrebbe potuto concedersiun po' di riposo, ma Gallouna ne pensava e due ne

attuava. Organizzò così ilgiro della Duse. poi quellodella Paviova. di Fokir. e diMassàie. Non solo. Mentrela .San Carlo, proseguivala sua «navigazione. For-tunato varò ia -Gallo En-

glish Opera Company-,costituita su misura per lapiacevole produzione degliinglesi Giìbert e Sullivan edi altri autori del generecoltivato dai due noti uo-mini di teatro, dando, an-cora una volta, la dimo-strazione della perenne vi-talità. Fortunato Gallo perpiù di mezzo secolo, oltread inseguire il successopersonale , contr ibuì inmaniera determinante al-la popolarizzazione delmelodramma italiano interre lontane e dimostrò diessere sinceramente gene-roso quando aiutò un suoconcorrente in difficoltàeconomiche senza tramealcun profitto.

Come si è visto Fortuna-to Gallo non era soltantoun uomo magnanimo, maanche un trascinante ani-matore , organizzatoreoculato per fiuto ed espe-rienza e un realizzatoreeccezionale sempre perva-so di spirito di italianità.Quando gli chiedevano lesue impressioni sul melo-dramma della sua vita eglischerzosamente afferma-va di non essere FortunatoGallo ma... un «gallo fortu-nato.. Invece, da quantoappare dalla sua freneticaattività, sembra piuttosto• un'aquila- che un «gallo..Ma il 28 marzo 1970, comese egli fosse sul palcosceni-co del suo teatro di NewYork ad impartire ordini«l'inesorabile sipario, calòdefinitivamente su Fortu- |nato Gallo. Aveva novan-tun anni. Sembrò che dalloggione, dalla platea, daipalchi del teatro mani efazzoletti di milioni dispettatori si agitassero, co-me in ur. sogno, per dare 1'ultimo affettuoso saluto alloro .piccolo re del melo-dramma.. Un fiore lancia-to a Fortunato cadde sulpalcoscenico. Era un tene-ro messaggio della moglieSofia ai compagno: .Caro,possiamo r iprendere il"duetto" interrotto., men-tre nell'aria si spandevanodolcemente le note Mmcr^Adella .Lucia, di Doni Zecti.Tu che a Dio spiegasti l'a-li.....

Alfredo Giovine

.Si-•

ALLEGATO FUKERO CIlvQUE.

Lo Stemma, del Comune di Torremaggiore,posto al centro del Gonfalone Municipale,e co-

sti vai to c_a "ano scudo sornor.tato da una corona turrita e fiancheggiato da un re.:::0di ulivo e da uno di guercia tenuti assieme da un nastro azzurro ; al centro delloscudo campeggiano quattro Torri : una Maggiore sormontata da tre K.inori. La Maggio-

re simboleggia la " Trorris hai ori s " dell "Acquedotto fatto costruire dai ì'-lagistratiCittadini di Teanum Apulorum negli ultimi decenni della Repubblica Romana e le trehinori che la sormontano simboleggiano : Fiorentino,dove morì Fe.óerico 2° di Sveviu.

3ragonara,nei cui pressi,nell'anno 217 avanti Cristo,avvenne il " Fatto d'arme diGerione " combattuto tra i Cartaginesi di Annibale ed i Romani di Quinto Fabio Mas-

simo ed il 18 Giugno 1053 avvenne lo scontro tra i normanni di Roberto il Guiscardoe i Papaleschi di San Leone I-Tono,e Gattigliano ( l'antica Plantilleanuia ) edificata

dagli scampati dalla distruzione di Gerione da parte di Annibale.L'ella metà del XVI secolo gli abitanti dì Fiorentino,di Dragonara e di Cantiglia-no furono obbligati a trasmigrare nella cinta muraria ai Torremaggìore e parte dei

loro Territori vennero inglobati nel nostro Agro.

BIELICGRAFIA ESSENZIALE

Beverino Cari-acci. Profilo storico del Santuario di Maria Santissima della Fonta-na di Torremaggiore. ICS 9.

Severino Carlucci. La Terra Maggiore ( Konasterium Terrae Maioris ) 1995.Antonio Luechino. Memorie della Città di San Severo e suoi avvenimenti per quanto

si rileva negli anni prima del 1629.( Introduzione,trascrizionee note a cura di Kicola Michele Campanoszi. Miranda Editore )

Antonio Lucchino. Del terremoto che addì 30 Luglio 1627 ruinò la Città di Sanse-vero e 'l'erre convicine. ( A cura di Kicola Checchia ).

Pagina I„

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2436

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I N D I C E .... Premessa.... A Torino.... IP3E LIXIT.... La Processione.... Le celebrazioni del Cinquantenario della Repubblica Italiana,... l\ote ed allegati.

Un quadro ad olio dipinto su vetro raffigurante la Madonna della Fontana sul fi-

nire del secolo scorso conservato dalla Famiglia Quaranta-Pavento.