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Comune di Pesaro Provincia di Pesaro e Urbino

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Comune di Pesaro

Provincia di Pesaro e Urbino

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AMBITO TERRITORIALE SOCIALE 1PESARO

COMUNE DI PESARO Assessorato Politiche Giovanili

In collaborazione con:Assessorato Politiche Sociali Provincia Pesaro e UrbinoDipartimento Dipendenze Patologiche Zona 1 Asur e gli studenti del Liceo Scientifico “G. Marconi”, I.P.S.I.A “G.Benelli”, I.T.C. “D. Bramante”, I.T.G. “G. Genga”, Liceo Classico “T. Mamiani” indirizzo Socio-Psico-Pedagogico, I.I.S. “A. Cecchi”, Liceo Artistico “F. Mengaroni”

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Premessa pag. 4

Descrizione del progetto pag. 6

I.I.S. “A. Cecchi” pag. 8

Liceo Scientifico Statale “G. Marconi” pag. 1�

IPSIA “G. Benelli” pag. 14

ITC “D. Bramante” pag. 16

ITG “G. Genga” pag. �0

Liceo Classico “T. Mamiani” pag. �4indirizzo Socio-psico-pedagogico

Liceo Artistico “F. Mengaroni” pag. �8

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Una pubblicazione proibizionista ? no, ci siamo inventati un modo per comunicare e fare partecipare e, perché no ?, aiutare a prevenire un disagio. Ascolto e dialogo, ecco la so-stanza che vogliamo dare alle “politiche giovanili” che sempre di più vogliamo orientate al “lavoro” CON i giovani. Ci teniamo a sottolineare questo aspetto di proposta, progetto, pratica condivisa di politiche, perché l’argomento (l’alcol e i giovani) è importante ma rischia di riportare alla visione di ragazzi e ragazzi come problema, rischio, non-risorsa. C’è già troppo allarmismo e diffusione di stereotipi negativi per aggiungerci anche noi al coro, noi vogliamo parlare di progetti, servizi, politiche per e con i giovani.Questa pubblicazione è frutto di un metodo di lavoro che condivido (e consiglio), carat-terizzato dal ripensare le politiche giovanili che non vogliamo separate dall’istituzione e tanto meno dalla comunità locale. La convivenza tra giovani e adulti (adulti non solo al-l’anagrafe ma per ruolo istituzionale e sociale…) è costantemente a rischio, prevalgono le diversità non sempre lette come risorsa ma spesso come criticità che divide. Vogliamo unire, fare rete ma non omologare, sostenere ma non fare assistenza, dialogare ma non perdere identità. Viviamo il confronto con i giovani cittadini del nostro territorio chiaren-do i presupposti e i valori cui noi (istituzione, Comune, Assessorato) facciamo riferimen-to ma anche riflettendo, criticamente, sul modo in cui operiamo. Da questa riflessione abbiamo aperto il “cantiere” delle politiche giovanili che ha un obiettivo: dare risposte significative e concrete utilizzando al meglio le (poche) risorse disponibili e gestire in forma partecipata, con ragazzi e ragazze interessate al lavoro di rete, buone politiche e buoni progetti. Un’ultima riflessione sulla “categoria giovani”, ecco, di fronte a questo mi trovo in imbarazzo e di qui proviene l’incertezza di molti (amministratori e tecnici) che fanno politiche giovanili. Ho deciso, abbiamo deciso (penso ai miei collaboratori) di sottoporre a critica questa “categoria”, come ? condividere (tra giovani e adulti, realtà informali e istituzioni) le domande “quale idea di giovani?”, “quale azione politica ?” e trovare insieme risposte organizzando tavoli di confronto, eventi culturali, musicali, artistici, seminari “seri” di dibattito e informazione e, come in questo caso, realizzare “libri” e documentazione per riflettere.

L’Assessore alle Politiche GiovaniliComune di Pesaro Ente Capofila ATS 1Antonello Delle Noci

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- Questa pubblicazione è stata fatta con i giovani ed è per i giovani e per chi lavora insie-me a loro. È la sintesi di un percorso compreso in un progetto più ampio che ha l’obiettivo di dedicare attenzione e dare risposte propositive alla realtà giovanile del nostro territorio: incontrare, ascoltare, conoscere e sostenere giovani e adolescenti, valorizzare le loro risor-se, promuovere integrazioni, comprendere il contesto, favorire partecipazione.- È stata già avviata una rete di relazioni significative che coinvolge ragazze e ragazzi nell’organizzazione delle cosiddette “politiche giovanili”, insieme agli adulti. Vogliamo mantenere e sviluppare questa rete, condividendo valori importanti come la partecipazio-ne, la solidarietà, il gusto delle differenze, la prevenzione, il valore e la risorsa dell’essere giovani, cittadini della nostra comunità.- L’Ambito Territoriale Sociale (ATS) serve per fare rete, è uno strumento di lavoro uti-lizzato da molte persone alcune delle quali hanno scelto di lavorare sul tema “politiche giovanili”. Abbiamo un obiettivo: favorire il dialogo, se possibile l’integrazione tra la “rete istituzionale” (Comuni, Provincia, Regione, Sanità locale, Scuole, Forze dell’Ordine…) con ragazze e ragazzi interessati a mettersi in gioco, coinvolgendo anche altri partner loca-li significativi (Sindacati, Centrali Cooperative, Associazioni di Volontariato, Associazioni datoriali, Chiesa Locale…).- Ci interessa conoscere i progetti, le idee, la creatività ma anche le problematiche e i bisogni dei giovani che vivono nel nostro territorio. Stiamo raccogliendo queste risorse, (è anche uno degli obiettivi di questa pubblicazione) cercando di organizzarle in un sistema funzionale alla progettazione e alla realizzazione di attività/servizi/eventi significativi. - Facciamo progetti per e con i giovani per promuovere il benessere e prevenire il disagio offrendo occasioni per incontrarci: partecipando ai nostri tavoli di lavoro che si riuniscono periodicamente. Ci piace anche lasciare spazio alla sperimentazione e all’innovazione, attività utile per rivedere quello che un territorio sa offrire ai cittadini più giovani e magari riorganizzare, rivedere, cambiare l’esistente.- In particolare ci interessa il mondo della scuola e il suo “esterno”, le aggregazioni informali; confrontarci cioè con quelle idee e progetti espressi dalla realtà giovanile che cresce nel contesto educativo, nella condivisione di regole e percorsi prestabiliti e con idee e progetti che nascono da esperienze poco avvezze al rapporto con le istituzioni. Il tutto con gli stessi obiettivi: promuovere un dialogo che porti nuovi valori, esperienze, idee e competenze alla comunità locale. - Intendiamo garantire, come fatto fino ad oggi, l’organizzazione di eventi condivisi per sviluppare sintonie e mettere in comune risorse. Uno dei nostri obiettivi infatti è anche quello di chiedere ai giovani di essere nostri collaboratori nel lavorare con altri giovani, sostenendo gruppi di lavoro, proponendo momenti formativi, “utilizzando” giovani nel lavoro di mediazione, ascolto, concertazione, progettazione e gestione partecipata.

Il Coordinatore dell’ATS 1 PesaroGiuliano Tacchi

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Nell’ambito della programmazione/progettazione dell’Ambito Territoriale Sociale n. 1 e dell’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Pesaro, si è conso-lidato il Progetto Alcol e Giovani. Tale progetto è il risultato di un lavoro di rete, attivo da diversi anni, tra più attori istituzionali: ATS n. 1, Comune, Provincia, ASUR Zona 1 Dipartimento Dipendenze Patologiche e Istituti Superiori del ter-ritorio pesarese, con l’obiettivo di attivare un percorso di sensibilizzazione per gli alunni delle classi seconde e terze dei suddetti Istituti, su problemi derivanti dall’abuso di sostanze alcoliche.

IL PROGETTO SI È ARTICOLATO SU 3 AZIONI:• incontri assembleari di informazione formazione tenuti in ogni Istituto dagli esperti Roberto Drago (CSPA Provincia) e dal Dr. Giovanni Feliziani (ASUR) in cui si toccano gli aspetti scientifico – medici del bere, l’aspetto giuridico (es. codice della strada e consumo di alcool) e l’aspetto sociale-educativo • un incontro di approfondimento, condotto dalle Psicologhe del Passaparola, dott.ssa Ilaria Monaldi e dott.ssa Angela Di Leo, rivolto ad una singola classe per Istituto, scelta fra quelle che hanno partecipato alle assemblee. Nel gruppo classe si è riflettuto sul tema dell’uso/abuso di alcol soprattutto dal punto di vista delle motivazioni individuali e di gruppo avendo come obiettivo l’aumento di consapevolezza e di presa di coscienza del proprio atteggiamento nei confronti della realtà del bere.• un “percorso laboratoriale” sull’argomento alcol scelto dai ragazzi per i ragazzi, che ha coinvolto il gruppo classe ed il docente di riferimento opportunamente individuato. ALCUNE RIFLESSIONI SUL METODO DI LAVORO:Lavorare con la scuola costituisce, per noi operatori un’occasione privilegiata e unica per promuovere percorsi culturali / educativi che valorizzino le capacità di riflessione degli studenti relative alle proprie condizioni di benessere. Le attività di prevenzione rappresentano opportunità strutturate di comunicazione per svi-

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luppare conoscenze e abilità personali per “prevenire rischi” e per “stare possi-bilmente meglio” sia a livello personale che di gruppo, con particolare attenzione alla classe come luogo di crescita e di confronto tra pari, accompagnati da figure educative adulte. Il mondo dei nostri adolescenti, oltre le normali difese di fronte ad adulti spesso per loro poco credibili, non è poi così privo di regole, di timori e di domande che, purtroppo, rimangono, inevase o peggio ancora, non poste. Il nostro percorso ha voluto modellarsi su questo orizzonte che gli studenti ci hanno permesso di osservare o almeno intuire. Sul bere un nodo cruciale che interessa e a volte preoccupa in modo particolare i giovani, è l’alterazione: sia rispetto al proprio organismo: cosa succede nel mio corpo quando bevo? sia sui propri com-portamenti: perché compio delle azioni che senza bere non farei mai? La perdita del controllo dopo aver bevuto attrae i ragazzi ma allo stesso tempo li preoccupa, perché prendere coscienza di parti di sé sconosciute, silenziose, nascoste non è una situazione facile da accettare, da gestire e da comunicare. La disibinizione, così ricercata per superare timidezze relazionali, affettive e sessuali, scopre però un versante oscuro che fa emergere un’inquietante domanda: ma io sono fatto ve-ramente così? I ragazzi avvertono che perdere il controllo è molto piacevole ma allo stesso tempo rischioso e non nel senso adulto (rischio di dipendenza, di incidenti auto, di sospensione patente …) ma pericolo di liberare tendenze ignote di sé che potrebbero non accettare, non gradire e che li mandano in confusione rispetto al-l’identità quotidianità del proprio sentirsi ed essere. I dubbi sull’identità (l’io reale e l’io ideale per esempio, o la propria identità sessuale, o il ruolo all’interno del gruppo dei pari) e sui cambiamenti del corpo – organismo sono la chiave di volta per aprire uno spiraglio di incontro tra adulti e giovani. Sia negli incontri assem-bleari che di classe si è sviluppato un linguaggio capace di entrare in relazione con gli studenti, per fare spazio e non per occupare uno spazio, cercando di attivare e accompagnare processi di reciproco movimento e riconoscimento. Tutto questo per potere lasciare un “terreno fertile” che i docenti coinvolti potranno riprendere e sostenere durante l’anno scolastico..Il percorso illustrato ha una propria visibilità attraverso questa pubblicazione ed un evento finale durante il quale saranno presentati gli elaborati degli studenti frutto dei laboratori (video, fotografie, plastici, progetti cartacei ecc…).

A cura della Dott.ssa Romina Tamburini (ATS1) referente organizzativa del ProgettoIl progetto è stato coordinato dall’Ufficio Politiche Giovanili Dott.ssa Annabella Balsamo e gestito dal Centro Di Ascolto Passaparola.

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I.I.S. “A. CECCHI”Villa Caprile – PesaroClasse Partecipante: IVD - Modulo Agroindustriale Insegnante Referente: Prof.ssa Chiara Fiorucci

Durante le ore di lezione con la nostra Professoressa abbiamo analizzato le Linee Guida per una Sana e Corretta Alimentazione Italiana, soffermandoci soprattutto sugli effetti delle bevande alcoliche sulla nostra salute. Durante l’incontro con la Psicologa del Centro Passaparola abbiamo analizzato so-prattutto le motivazioni e l’andamento del fenomeno “abuso di alcol “presso i giovani che iniziano a bere in età sempre più precoce. Abbiamo realizzato un cartellone e varie vignette che abbiamo appeso in classe e vi resteranno per aiutarci a ricordare e riflettere. E anche un video! Noi pensiamo che per molti bere e ubriacarsi non è più solo una tendenza o un modo per essere accettati dalla propria compagnia, ma è un modo per sfuggire dalla realtà, un modo per liberarsi da responsabilità e problemi. Ma per il resoconto completo e per vede-re lo spot che abbiamo girato presso il nostro Istituto, vai a: http://ospitiweb�.indire.it/ipertesti_lt/html/content/index.php?id_cs=�461

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Quando parliamo di “Alcol” intendiamo l’alcol etilico o etanolo, la cui formula bruta è CH�CH�OH, che è una sostanza tossica ed estranea all’organismo. Il cor-po umano può sopportare l’alcol senza evidenti danni, solo se si rimane entro i limiti di un “consumo moderato, vale a dire non più di � o � Unità Alcoliche (U.A.) al giorno per l’uomo, non più di 1 o � per la donna e non più di 1 per gli anziani. (1 U.A. corrisponde a circa 1� grammi di etanolo; è la quantità che si ha in in una lattina di birra o un bicchie-re piccolo di vino, o in una dose da bar di superalcolico). Un grammo di alcool fornisce 7 Kcal, ciò significa che pur non essendo un nu-triente, apporta una cospicua quantità di calorie che possono contribuire a farci ingrassare. Poiché l’alcool non ha un deposito nell’organismo, deve essere ra-pidamente metabolizzato e ciò avviene, ad opera di � enzimi specifici, ma la capacità degli enzimi del fegato di trasformare l’alcol è limitata: al massimo 0.5 U.A. per ogni ora! In alcuni individui, nelle donne e negli anziani, l’effi-cienza del sistema enzimatico è inoltre molto ridotta perciò sono più sensibili all’alcol. Comunque bere alcolici a stomaco pieno fa sì che l’alcol sia assorbito più lentamente e che diminuisca la quantità che entra nel circolo sanguigno, eser-citando i suoi effetti tanto più importanti quanto più ne viene assorbito. A seconda delle concentrazioni che l’alcol raggiunge nel sangue si hanno i ben noti effetti sul sistema nervoso e sull’organismo in generale. Già a valori di 0.� g/L (dati da 1 sola U.A. e sotto il limite di 0.5 g/L di sangue, sanzionabile nei paesi europei) si ha un comportamento più spavaldo, che porta a sottovalutare i pericoli e a sopravvalutare le proprie capacità. L’abuso di alcol provoca una

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serie di danni, squilibri nutritivi e seri rischi di malnutrizione che amplificano la sua tos-sicità sui vari sistemi. A carico del sistema nervoso centrale e periferico l’alcol provo-ca varie manifestazioni cliniche, che vanno dalla neuropatia periferica al tremore, fino a stati più gravi di allucinazioni, psicosi, demenza. A carico del sistema digerente l’alcol può provocare gastriti, emorragie, ulcere, cirrosi epatica e danni al pancreas; Nel sistema cardiovascolare, causa innalza-mento della pressione arteriosa, facilita la comparsa di cardiopatie; Infine è coinvolto nell’aumento del rischio di insorgenza di vari tipi di tumore in diversi organi (soprat-tutto mammella, cavo orale, faringe e sto-maco). Per non incorrere in tali danni, non deve essere superata le capacità del fegato di metabolizzare l’alcol, quindi: bere poco, non bere alcolici se si assumono farmaci, anche quelli da banco, non bere in modo ravvicinato o concentrato nel fine settimana (per permettere all’organismo di smaltire), evitare le bevande alcoliche ad alta grada-zione (grappa, whisky, vodka, ecc.) a stoma-co vuoto, se proprio non se ne vuole fare a meno, meglio un po’ di buon vino, che può avere anche effetti protettivi sul sistema cardiocircolatorio, durante i pasti. A cura della Classe IVD dell’I.I.S. “A. Cecchi”

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Liceo Scientifico Statale “G. Marconi” PesaroClasse Partecipante: III CInsegnante Referente: Prof.ssa Simonetta Cavaliere

Andrea in fase di montaggio Laura in fase di doppiaggio

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Cominci così, con un bicchiere.Un po’ per gioco, un po’ per sentirti più grande.Ma, bicchiere dopo bicchiere, non riesci più a distinguere la realtà dall’illusione. L’alcool diventa l’unico modo per divertirti. È questo il destino che vuoi?Non farti travolgere dall’alcool.È “facile” ai giorni nostri lasciarsi travolgere dal vortice dell’alcool. Il mercato crea prodotti colorati, invitanti, studiati appositamente per colpire il pubblico più giovane. La società ci propone l’alcool come un finto tabù, obbligatorio da affrontare. C’è chi lo viola, c’è chi lo evita. Ma la maggior parte di noi sceglie la prima strada. Perché è la più semplice. Perché spesso è difficile desistere. Tutti bevono, se non bevi sei considerato uno “sfigato”, se non bevi non ti diverti, solo così puoi provare emozioni forti.Quante volte ci siamo sentiti dire queste cose. Ed è per questo che abbiamo voluto realizzare uno spot che inviti a non lasciarsi travolgere dall’ alcool. Basta poco, come abbiamo scritto. Un bicchiere, perché lo fanno tutti, per non sentirti l’emarginato del gruppo, per acquistare più sicurezza in te stesso, per trovare una via d’uscita dalla quotidianità, liberi, senza inibizioni. Ed è lì, bicchiere dopo bicchiere, che non riesci più a distinguere l’illusione dalla realtà. Non riesci più a capire che la libertà che senti, la sicurezza che acquisti quando bevi, sono finte. Non sei veramente libero, diventi schiavo dell’alcool. Esso diventa l’unico modo per divertirsi, per stare bene insieme, per comunicare. La tentazione è forte, con l’alcool non pensi più ai tuoi problemi, non affronti la realtà, neanche quella di un semplice sabato sera in cui non sai cosa fare. Ma l’alcool è una scorciatoia, una via di fuga, per chi non riesce a confrontarsi con gli altri, per chi non è in grado di scegliere la strada più difficile, per chi non riesce ad evadere dallo stereotipo che per divertirsi bisogna togliere tutte le inibizioni, esagerare. Sta a noi scegliere se il sabato sera vogliamo ubriacarci, vedere noi o gli altri stare male e vivere nelle illusioni, oppure scegliere di agire diversamente, scegliere di passare una serata tra amici, a chiacchierare, stando bene perché si è insieme e non perché tutti sono sotto l’effetto della stessa “droga”. Il confine è sottile. Non lasciamoci travolgere dall’alcool!

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Istituto: Ipsia “ G.Benelli”Classe Partecipante: �^B (OMT)Insegnante Referente: Prof.ssa Rosa D’Ambrosio

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Dopo attenta riflessione, i ragazzi hanno realizzato un cartellone di immagini e frasi in cui si evincono due concetti fondamentali:

• Ci si può divertire anche senza alcool perché per scatenare l’adrenalina ci sono molti modi

• Se l’obiettivo è VIVERE c’è sempre la possibilità di scegliere.

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Istituto: ITC “ Bramante”Classe Partecipante: II DInsegnante Referente: Prof.ssa Marina Peruzzini

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La classe IID dell’ITC Bramante ha iniziato e concluso un percorso di analisi delle motivazioni e dei comportamenti degli adolescenti in relazione al consumo di alcol.

Gli alunni si sono mostrati particolarmente attivi; i primi momenti di brain-storming, un po’ goliardico e con punte liriche, hanno prodotto la poesia che abbiamo il coraggio di pubblicare

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Il testo, nella sua evidente spontaneità e ruvidezza, sintetizza in poche rime “baciate” situazioni che, dai racconti fatti, sono la realtà del sabato sera di molti adolescenti.

L’incontro con la psicologa ha permesso, grazie al contributo di tutti, un approfondimento che ha evidenziato le contraddizioni e i pericoli delle varie situazioni.

Il successivo tentativo di trasportare i pensieri in immagini, cartelloni ecc… non ha avuto il successo sperato ….: “ Prof ?!! Se sapevo disegnare non venivo a ragioneria …..”

Ma la fantasia non ci manca! Abbiamo creato il cocktail “DUEDI” senza utilizzare alcolici. Ci siamo organizzati: qualche richiamo di igiene nella manipolazione degli alimenti, di sicurezza della qualità degli ingredienti e, muniti di carta e penna per non perdere la composizione della “miscela perfetta”, … il gioco è fatto!

Ti sveliamo gli ingredienti: PROVACI!

La scuola lavora per piccoli passi: non abbiamo la presunzione di risolvere i grandi problemi affrontati, ma i ragazzi ne hanno parlato, ci hanno riflettuto, hanno imparato cose nuove, hanno collaborato per l’attuazione del progetto, è un buon seme ….. alcuni di loro, ad esempio, sono disponibili, per il prossimo anno scolastico, a continuare il progetto con le future classi prime , così da non disperdere il lavoro fatto.

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“DUEDI”550 ml di COCA COLA LIGHT�00 ml di GINGERINO (RECOARO)150 ml di SPRITE�00 ml di succo di ARANCE ROSSE (SANTAL)8 cubetti di ghiaccioil succo di MEZZO LIMONE4 fette d’ARANCIA� cucchiai di ZUCCHERO

Mescola i primi tre ingredienti, aspetta che finiscano di svilupparsi le bollicine, aggiungi il succo di arance, il ghiaccio, il limone.Dopo avere ben lavato un’arancia, tagliala a fette e aggiungila al resto. Agita bene e servi freddo.

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Istituto Tecnico Per Geometri “G.Genga”

Classe Partecipante: III E Insegnante Referente: Prof.ssa Ilaria BezziccheriTecnico audiovisivi: Silvana FurfariCollaborazione: Andrea Briscoli, Niccolò Amadori, Riccardo Andreani.

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Sulla provocazione/informa-zione degli esperti su giovani e alcol, ci siamo interrogati sulla differenza fra le frasi dei nostri genitori ed insegnanti sul per-ché non farlo ( Perché No!) e i nostri pensieri (Perché No?).Sembra una lieve differenza di punteggiatura (?/!), ma ci corre in mezzo un mondo: un mondo di voglia di provare, di sperimentarsi, di sentirsi più in forma, più amici nel nostro

gruppo, meno timidi e soprattutto voglia di “staccare la spina”. In fondo con l’alcol certe cose sembrano migliorare ….. ci sono solo dei piccoli problemi col-laterali… Per illustrare tutto questo abbiamo pensato ad una mostra fotografica che allestiremo all’entrata del nostro Istituto verso la fine dell’anno scolastico in occasione della nostra “Giornata della Creatività”.

BERE NON È LA RISPOSTA, MA BEVENDO TI DIMENTICHI LA DOMANDA

Dove vuoi trovare un paese più salubre per noialtri ragazzi? Lì non vi sono scuole: lì non vi sono maestri: lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai. Il giovedì non si fa scuola: e ogni settimana è composta di sei giove-dì e di una domenica. Figùrati che le vacanze dell’autunno cominciano col primo di gennaio e finiscono coll’ultimo di dicembre. Ecco un paese, come piace veramente a me! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi civili!Collodi “Pinocchio”dal cap.�0

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Ma come si passano le giornate nel Paese dei Baloc-chi?.... Pinocchio, Lucignolo e tutti gli altri ragazzi, che avevano fatto il viaggio coll’omino, appena ebbero messo il piede dentro la città, si ficcarono subito in mezzo alla gran baraonda, e in pochi minuti, come è facile immagi-narselo, diventarono gli amici di tutti. Chi più felice, chi più contento di loro?Collodi “Pinocchio”dal cap.�1

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“E mentre dicevano così, si piegarono tutt’e due carponi a terra e, camminando con le mani e coi piedi, comin-ciarono a girare e a correre per la stanza. E intanto che correvano, i loro bracci diventarono zampe, i loro visi si allungarono e diventarono musi e le loro schiene si copri-rono di un pelame grigiolino chiaro, brizzolato di nero” Collodi “Pinocchio”dal cap.��

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Liceo Classico “T. Mamiani”indirizzo Socio-Psico-Pedagogico

Classe Partecipante: II B Insegnante Referente: Prof.ssa Emanuela Borghi

Fin dall’inizio la classe ha dimostrato interessi diversi per l’organizzazione del laboratorio, quindi i lavori eseguiti sono due: una favola ideata, disegna-ta su cartoncino e rilegata in un “libro” ed una indagine statistica condotta su un campione di 105 ragazzi/e di età compresa fra i 1� ed i 18 anni.

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Rino insegue il suo destino

Vivevano in un cortile di una bella casettaun bruco, una coccinella ed una ranocchietta.Il cortiletto era nel paese delle mille bolle blu,dove tutti si divertivan sempre più.

Rino il bruchino fungeva da spazzinomangiando tutto ciò che trovava sul cammino.Antonella la coccinella era il capo supremoche tutti aiutava con impegno estremo.La girandolona del cortile era Bettaun’amichevole ma furba ranocchietta.

Un giorno d’estate, mentre tutti erano indaffarati in lavoretti,c’era chi mangiava, chi curava e chi faceva i soliti giretti,dal lontano Oriente arrivò Lellauna bianca e nera rondinella.

Aveva con sé un magico filtrinoche sciolto in acqua diventava vino.Era una sostanzadi magica importanza.

Lella raccontò i suoi viaggi avventurosiimpressionando estremamente i curiosi.

Per l’Europa, l’America e l’Australia andava volandoper la strada tante specie di animali incontrando.Mostrò la pozione a tutti gli animalettie spiegò i suoi magici effetti.

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Insieme la sciolsero nella fontanae per prima la provò la rana.Betta tutta contentaconvince il bruco che alla fine tenta.Presto farfalla lui doveva diventarema la trasformazione continuava a ritardare.

Allora Rino preoccupato per il suo destinosi recò da Antonella che abitava lì vicino.La coccinella lo visitòed una strana cosa notò:“Tu farfalla non diventerai,se di bere dalla fontana non smetterai”

Il bruchino si spaventòe correndo a perdifiato la rana cercò.La trovò nel letto ammalataad una bottiglia di vino abbracciata.

“Betta smetti di berese problemi non vuoi avere”Ma alla rana si chiusero gli occhiettilasciando per sempre i suoi amici animaletti.

La coccinella aveva ragionee Rino imparò la lezione.Nessuno bevve più dalla fontanaper quello che era successo alla rana.

Dal cortile Lella scacciaronoe di non tornare le raccomandarono.Dopo poco la trasformazione arrivò per Rinoche dall’inizio inseguiva il suo destino.

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34%

31%

35%Discoteca

Amici

Altro

22%

56%

22% Solo

In compagnia

Entrambe

Birra

Alcolici

Super alcolici

10%

40%

25%

25%Meno di 5

Da 5 a 10

Da 10 a 20

Più di 20

35%

40%

25%Si

No

Dicono di non

esagerare

Indagine statistica su un campione di 105 ragazzi/e di età compresa fra i 12 ed i 18 anni

1. Come ti diverti il sabato sera?

2. Ti piace bere? SI 87% NO 13%

3. Cosa bevi di solito?

4. In che occasioni bevi? Solo il sabato sera 74% A pranzo 10% Abitualmente 16%

5. Bevi solo o in compagnia?

6. A che età hai iniziato a bere? Prima dei 13 anni 10% Da 14 a 16 anni 59% Dopo i 16 anni 31%

7. Ti è mai successo che qualcuno ti abbia convinto a bere? SI 66% NO 34%

8. Riesci a stare con i tuoi amici divertendoti senza bere? SI 60% NO 40%

9. Quanto spendi negli alcolici ogni settimana?

10. Dove prendi i soldi per l’ alcool? Paghetta 22% Li sottraggo 24% Li chiedo in prestito 20% Li chiedo ai miei genitori mentendo 34%11. I tuoi genitori sanno che bevi? Se si, come la pensano al riguardo?

Hai mai pensato che la vita è una sola ed è breve? SI 35% NO 52% A volte 13%

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Liceo Artistico “F. Mengaroni”

Classe Partecipante: V m corso Michelangelo - GraficaInsegnante Referente: Prof. Giorgio Donini

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Il Laboratorio di grafica consiste nella sperimentazione dell’uso delle tecniche di rappresentazione e nello studio della progettazione di supporti per la comunicazione. Il Lavoro svolto dagli allievi della classe vuole rimarcare il rapporto tra l’abuso di alcol e la guida dell’automobile. L’immagine è stata realizzata con la tecnica della matita colorata

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Liceo Artistico “F. Mengaroni” V AM:Elisa Beretta, Martina Berti, Gloria Biondi, Danilo Brigidi, Leonardo Cecchini, Simone Cecchini, Alessandro Conti, Giulia Gallotta, Lisa Guidoni, Serena Giovanetti, Rosaria Illiano, Giulio Letizi, Luca Mengacci, Andrea Novello, Francesco Pasquini, Giada Poluzzi, Valeria Sant’Angeli, Jessica Stefanelli, Alessandra Testaguzza, Jessica Trebbi.

ITC “D. Bramante” classe II D: Andruccioli Matteo, Aureli Chiara, Bartolucci Simone, Battistini Giulia, Bellini Gaia, Cappella Marco, Crisci Rossella, D’Angeli Elena, D’Angelo Massimo, Ercoles Valentina, Famiglietti Luca, Ferri Ilaria, Focarini Sharon, Fraternali Giulia, Lorenzetti Francesco, Magi Alessandro, Micheletti Luca, Parri Noemi, Rengucci Emanuele, Sartori Ilaria, Tonelli Veronica, Toni Michael, Viscioli Jessica.

Istituto Tecnico Statale per Geometri “G. Genga” classe III E: Amatori Elisabeth, Barcelli Samanta, Bartoli Alberto, Biondi Elena, Bittoni Tommaso, Caccavo Matteo, Cardinali Andrea, Ceccolini Gianmarco, Corazzi Ivan, Del Mastro Luigi Raffaele, Del Pivo Daniele, Fausti Tommaso, Gambini Davide, Lungu Radu, Mari Giulia, Merli Marco, Montanari Davide, Nadalutti Michele, Nespeca Alessandro, Perico Simone, Rosetti Sara, Rovinelli Davide, Sanchini Silvia, Simonelli Irene Francesca, Stringati Lorenzo, Tommassini Lorenzo, Tomov Pavel.

Liceo Scientifico Statale “G. Marconi” classe III C: Benedetti Chiara, Bernardini Lorenzo, Cirino Luca, Del Bene Francesco, Del Vecchio Ludovico, Droghino Andrea, Duchi Martino, Foglietti Giorgia, Franca Chiara, Gennari Lorenzo, Giovannini Marta, Lattanzi Lorenzo, Lonoce Sara, Lonoce Silvia, Massagli Valentina, Mazzanti Giorgia, Patrignani Sara, Petrean Sabina, Ribuoli Enrico, Sanchioni Alessandra, Santinelli Alessandro, Tombari Laura, Ugolini Camilla, Vannini Alessandro.

I.P.S.I.A. “G. Benelli” classe II B (OMT): Ambrogiani Luca Arduini Davide, Badioli Marco, Bartoccini Diego, Bartolini Giacomo, Bartolino Mattia, Bartolucci Simone, Benites Rojas Pierluigi Alessandro, Berzani Riccardo, Cecchini Mattia, Cerreti Simone, Ciobanu Valeriu, Coli Andrea, D’Andrea Arturo, De Vincenzis Mauro, Della Chiara Luca, El Berni Issam, Esposito Fabrizio, Esposto Enrico, Fathallah Marwan, Nichelini Matteo, Renzi Andreas, Riolo Ivan Giuseppe, Rossi Valerio, Taini Cristian, Vanzini Andrea.

Istituto Di Istruzione Superiore “A. Cecchi” classe 4 D: Alessandrini Eleonora, Astuto Andrea, Barulli Valeria, Bertozzi Giada, Caselli Laura, Ciani Matteo, Galli Giorgia, Giunta Giacomo, Luchetti Alessandro, Magi Simone, Mozzanti Francesca, Monaldi Enrico, Palmas Vanni, Pasqualicchio Virginie, Primavera Alessio, Ponselè Aurora, Semprini Leonardo, Spennacchio Giuliano, Vanni Francesco.

Liceo Classico “T. Mamiani” indirizzo Socio – Psico – Pedagogico classe 2 B: Alessandrini Jessica, Bajami Cladia, Barletta Dalila, Bartolomeoli Giacomo, Bartolucci Luca, Bongermino Stefania, Calderola Noemi, Canu Chiara, Ceccaroli Cora, Conti Andrea, Linchi Virginia, Magrini Letizia, Manni Valentina, Minutin Alexey, Orazi Giorgia, Pantanelli Giorgia, Patti Federica, Pellegrini Beatrice, Rubino Maria Chiara, Seraghiti Simona, Sperindei Eleonora, Tosi Brandi Alice, Vitali Laura, Vitali Margherita.

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A volte la conoscenza non basta