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28 giugno 2012
3 luglio 2012
9 luglio 2012
20 luglio 2012
INDICE
Emilia in recessione, produzione a meno 3.5%Corriere di Bologna Unioncamere - Camere di Commercio 3
Industria: fatturati in calo, frena l’exportGazzetta di Modena Unioncamere - Camere di Commercio 4
Emilia, giù fatturato e ordini. L'export tieneGazzetta di Parma Unioncamere - Camere di Commercio 5
Industria di nuovo in recessione: produzione a -3,5%Il Resto del Carlino 7
Il credito è calato del 2,1% in un annoIl Resto del Carlino Cesena Unioncamere - Camere di Commercio 8
Credito alle imprese in crescita solo a Ravenna in tutta la regioneIl Resto del Carlino Ravenna Unioncamere - Camere di Commercio 9
Fatturato, produzione e ordini in caloLa Nuova Prima Pagina di Modena Unioncamere - Camere di Commercio 10
Fatturato, produzione e ordini in caloLa Nuova Prima Pagina di Reggio Emilia Unioncamere - Camere di Commercio 12
L’economia regionale è di nuovo in recessioneLa Voce di Romagna Ravenna Unioncamere - Camere di Commercio 13
L’economia regionale è di nuovo in recessioneLa Voce di Romagna forlì Unioncamere - Camere di Commercio 14
Piacenza,meno prestiti alle impreseLibertà 15
La ricetta di Maestri (Intesa San Paolo): «Le banche intervengano anche sull’equity»Modena Qui Unioncamere - Camere di Commercio 16
Il credit crunch c’è. E’ nei numeriModena Qui Unioncamere - Camere di Commercio 17
Banche, il credito viaggia sempre più col contagocceNuovo Quotidiano di Rimini Unioncamere - Camere di Commercio 19
Fatturato, produzione e ordini in calo. Neanche l'export salva l'economia emilianaPolis Unioncamere - Camere di Commercio 20
Unioncamere ER: fatturato, produzione e ordini in caloReggio:24h Unioncamere - Camere di Commercio 21
Unioncamere ER: fatturato, produzione e ordini in caloReggio:24h Unioncamere - Camere di Commercio 22
Crisi, a pagare di più sono i piccoliIl Giornale di Reggio Emilia Unioncamere - Camere di Commercio 23
Emilia Romagna: recessione atto secondoIl Mese Magazine Parma Unioncamere - Camere di Commercio 25
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press unE 28/06/2012 CORRIERE DI BOLOGNA
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Industria: fa ati in calo, frena l'export Dati negativi in Emilia Romagna per il primo trimestre. Credito alle imprese v a Modena 4,1%
L'industria dell'Emilia-Roma-gna è entrata in un nuovo ciclo recessivo, anche se per ora me-no drammatico rispetto alla pesante caduta del 2009.
E quanto emerge dall'inda-gine congiunturale relativa al primo trimestre 2012 sull'indu-stria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unionca-inere Emilia-Romagna, Con-findustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo. La produzio-ne dell'industria in senso stret-to deltErnilia-Romagna è di-minuita del 3,5% rispetto all'analogo periodo del 2011, dopo il -0,4% del trimestre pre-
cedente. Il fatturato a valori correnti ha subito una flessio-ne tendenziale prossima al 3%. Non è rimasta estranea la domanda che ha accusato una flessione dei 3,6%. Le esporta-zioni hanno rappresentato l'unica nota positiva con un in-cremento dell'1,7%, rispetto al-lo stesso periodo del 2011, no-nostante un lieve rallentamen-to nei confronti del trimestre precedente. «Ci aspettano an-cora mesi difficili - dichiara il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Carlo Alber-to Roncarati una crisi acuita dagli eventi sismici: nei Comu-
ni maggiormente interessati dal terremoto si concentra ol-tre 1'11% del Pil regionale e il 13,4% dell'export emiliano ro magnolo proviene da questi territori». Anche nei prestiti al-le imprese, a marzo, in tutte le province la variazione annua ha mostrato un segno negati-vo. A Modena il dato segna un -1,1%; tuttavia meno significa-tivo rispetto alle altre provin-ce. Nel dettaglio si osserva co-me i prestiti alle imprese di Ri-mim un -3,3%; a segui-re Piacenza (-2,4%), For1E Cese-na (-2,1%). Più leggera la con-trazione di Reggio Emilia a
-1%; si è accentuata la debolez-za di Parma, che a marzo 2012 ha visto un calo dei prestiti alle imprese del 6%; bene solo a Ravenna con una crescita
stabili Ferrara e fogna, dove i prestiti gin im-prese sono risultati essenzial-mente fermi (-0,1% e -0,2% ri-spettivamente). «I fattori deter-minanti allo sviluppo degli im-pieghi - dichiara Adriano Mae-stri, direttore regionale di Inte-sa Sanpaolo - registrano tutti segni negativi. Da questa im-passe se ne può uscire attraver-so una pira stretta collaborazio-ne tra banche e imprese».
L'interno di uno stabilimento
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press unE 28/06/2012 GAllETTA DI MODENA
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CM:MURA UNIONCAMERE, CONFINDUSTRIA E INTESA SANPAOLO
Erigila, giù fatturato e ordini. L'export tiene BOUXIR.A.
Marchesini: «H sisma ha reso ancora più difficile H percorso di ripresa»
«La ripresa si allontana. In più, i recenti eventi sismici han-no colpito un'area ad altissima vocazione manifatturiera. e cm-ciale per lo sviluppo industriale del Paese, rendendo se possibile ancora più impegnativo il per-corso di ripresa». Lo ha detto il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Maurizio .Marchesini, commentando l'in-dagine sul primo trimestre 2012 dell'industria manifatturiera realizzato da Un ioncame re,
Confindustria e Intesa Sanpa.o-lo. Dati che parlano di una pro-duzione diminuita del 3,5% ri-spetto all'analogo periodo 2011, fatturato in flessione del 3%. In calo anche la domanda (-3,6%). Unica nota positiva le esporta-zioni con un +1,7%, rispetto allo stesso periodo 2011, ma anche queste in rallentamento nei con-fronti del trimestre precedente,
«Le politiche di bilancio im-prontate al solo rigore, invece di stabilizzare il ciclo, stanno fa-cendo avvitare su se stessa l'in-tera economia europea - ha ag-giunto Marchesini. Per il presi-dente di Unioncamere Emi-lia-Romagna, Carlo Alberto Roncarati «ci aspettano ancora mesi difficili. Una crisi di origine internazionale acuita dagli
eventi sismici che hanno dura-mente colpito la struttura pro-duttiva dell'Emilia: nei comuni maggiormente interessati dal terremoto si concentra oltre 111% del Pii regionale e il 13,4% dell'export emiliano-romagnolo proviene da questi territori».
Le maggiori difficoltà hanno interessato le industrie del legno e del mobile (-8,6 per cento), che risente della crisi dell'edilizia, e della moda (-5,0 per cento), che sconta la riduzione dei consumi. Il sistema metalmeccanico ha mostrato una relativa tenuta, grazie al maggiore grado di a.per-tura all'expod. Le industrie mec-caniche, elettriche e mezzi di tra-sporto hanno limitato il calo del-la produzione a -1,5% è stato in-vece del 2,4% per le industrie dei
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Romagna: tassi di crescila ala dei prestiti a famiglie e ese per prov:ncia a :13arZO 2012 ()
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Il fatturato avalori correnti ha sublio una flessione tendenziale prossima al 3%. Tutti negativi gli
andamenti settoriali. Più lievi per l'industria alimentare e per quella della meccanica-elettrici-tà e mezzi di trasporto, con di-minuzioni rispettivamente pari all'l,4 e 1,5%. Più ampiala caduta per il sistema della moda (-3,5%) e per l'industria del legno e del mobile (-8,5%). Note negative so-no giunte anche dall'industria
dei metalli (-2,8%) dall'eteroge-neo gruppo delle "altre indu-strie" (-4,5%).
Al calo di produzione e fattu-rato, non è rimasta estranea la domanda che ha accusato una flessione del 3,6%, consolidando il trend negativo degli ultimi tre mesi del 2011. Negative anche le prospettive per i settori legno-mobile (-8,7%) e moda (-5,6%). Pesante il quadro per l'industria dei metalli (-3,2%), mentre mec-canica-elettricità e dei mezzi di trasporto hanno visto scendere gli ordini del 2,3%. L'industria ali-mentare ha evidenziato una re-lativa maggiore tenuta (-1,7%).
Le esportazioni hanno rap-presentato l'unica nota positiva con un incremento dell'1,7%, ri-spetto allo stesso periodo del 2011, nonostante un lieve rallen-tamento nei confronti del trime-stre precedente. Il successo sui mercati esteri è stato forte per la moda (+5,4%) e buono per l'in-sieme delle altre manifatture. Le industrie della meccanica-elet-tricità e dei mezzi di trasporto hanno fatto segnare una crescita delle esportazioni dell'1,9%. Uni-ca eccezione l'industriadel legno e del mobile (-7%). 4>
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Industria di nuovo in recessione:
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NELLA NOSTRA PROVINCIA
11 credito è calato del 2,1% in un anno NEL PRIMO trimestre 2012 si sono accentuati i segnali negativi emersi alla fine dell'anno passato. Fatturato, produzione e ordini sono risultati in deciso calo. Rallentano, ma riescono ancora a crescere, le esportazioni e gli ordini esteri. La tendenza negativa interessa tutti i settori, in particolare l'industria del legno e del mobile e quella della moda. Le piccole imprese, meno orientate al commercio estero, subiscono i contraccolpi pila duri. L'industria in senso stretto dell'Emilia-Romagna è entrata in un nuovo ciclo recessivo, anche se per ora meno drammatico rispetto alla pesante caduta del 2009, quando la produzione accusò una flessione del 14,1 per cento rispetto all'anno precedente. Sono le imprese di minore dimensione a pagare il prezzo più elevalo alla crisi. Sono queste alcune indicazioni che emergono dall'indagine congiunturale relativa al primo trimestre 2012 sull'industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncaniere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo. In particolare nei prestiti alle imprese nel mese di marzo in tutte le province la variazione annua ha mostrato un segno negativo, con l'eccezione di Ravenna, che ha riportato una crescita A Ferrara e Bologna i prestiti alle imprese sono risultati essenzialmente fermi (-0,1% e -0,2% rispettivamente). Segno negativo si è registrato per Rimini (-3,3%), Piacenza (-2,4%), Forlì Cesena (-2,1%) e, più leggermente, per Reggio Emilia (-1,0%) e Modena (-1,1%). Si è accentuata la debolezza di Parma, che a marzo 2012 ha visto un calo dei prestiti alle imprese del 6% rispetto a un anno prima.
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a Resto del Carlino
RAVENNA
Credito atte imprese in crescita solo a Ravenna in tutta La regione
QUELLA di Ravenna è l'unica provincia in regione, dove il credito alle imprese è cresciuto (+11). A segnalarlo e' [analisi della congiuntura economica in Emilia-Ro
imo trimestre 2012, ad opera di nioncamere, Confindustria e Intesa S
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press unE 28/06/2012
PRIMA PAGINA
Modena e Provincia
T: REGWW L: Dalla fine dello scorso anno (ser lpre con il segno r eno) al primo trimestre del 2012
Fatturato, produzione e ordini in calo congiuntura negativa in 5milia Romania, frena anche l'export
a crisi c'è ancora, e si fa sentire molto bene. Nel
primo trimestre 2012 si sono infatti accentuati i segnali negativi emersi alla fine dell'anno passato. Fatturato, produzione e ordini sono ri-sultati in deciso calo. Rallen-tano, ma riescono ancora a crescere, le esportazioni e gli ordini esteri.
La tendenza negativa inte-ressa tutti i settori, in parti-colare l'industria dei legno e del mobile e quella della mo-da. Le piccole imprese, meno orientate al commercio este-ro, subiscono i contraccolpi più duri.
L'analisi L'industria in senso stretto
dell'Emilia-Romagna è en-trata in un nuovo ciclo recessivo, anche se per ora meno drammatico rispetto alla pesante ca-duta del 2009, quando la produzione accusò una fles-sione del 14,1% rispetto all'anno precedente. Sono le imprese di minore dimensio-ne a pagare il prezzo più dle-
vaco alla crisi. Sono queste alcune indica-
zioni che emergono dall'in-dagine congiunturale relati-va al primo trimestre 2012 sull'industria manifatturie-ra, realizzata in collabora-zione tra Unioncamere Emi-lia-Romagna, Conti nd u stria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
Flessiane La produzione dell'indu-
stria in senso stretto dell'E- milia-Romagna è diminuita dei 3,5% rispetto all'analogo periodo del 2011, dopo il
-0,4% dei tri- mestre pre- cedente. Le maggiori dif- ficoltà han- no interessa- to le indu- strie dei le- gno e del mo- bile (-8,6)%),
che risente della crisi dell'e- dilizia, e della moda (-5%), che sconta. la riduzione dei consumi. Il sistema metal- meccanico ha mostrato una
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PRIMA PAGINA press unE 28/06/2012 Modena e Provincia
relativa tenuta, grazie al maggiore grado di apertura all'export. Le industrie mec-caniche, elettriche e mezzi di trasporto hanno limitato il calo della produzione a. -1,5%. è stato invece del 2,4% per le industrie dei metalli, che comprendono larghi strati della subfornitura meccanica. Anche la produ-zione dell'industria alimen-tare (-2,9%) ha risenti io della diminuzione dei consumi, nonostante il suo carattere a-
cicli ce. Il fatturato a valori corren-
ti ha subito una flessione ten-denziale prossima a13%.
settorl Tutti negativi gli anda-
menti settoriali. Più lievi per l'industria alimentare e per quella della meccanica-elet-tricità e mezzi di trasporto, con diminuzioni rispettiva-mente pari all'1,4 e 1,5%. Più. ampia la caduta per il siste-ma della moda (-3,5%) e per
l'industria del legno e del mobile (-8,5%). Note negati-ve sono giunte anche dall'in-dustria dei metalli. (-2,8%) dall'eterogeneo gruppo delle "altre industrie" (-4,5%).
Al calo di produzione e fat-turato, non è rimasta estra-nea la domanda che ha accu-sato una flessione del 3,6%, consolidando il trend negati-vo degli ultimi tre mesi del 2011.
Negative anche le prospet-tive per i settori legno- mobi-le (-8,7%) e moda (-5.5%). Pe-sante il quadro per l'indu-stria dei metalli (-3,2%), mentre meccanica-elettrici-tà e dei mezzi di trasporto hanno visto scendere gli or -dini del 2,3% . L'industria ali-mentare ha evidenziato ima
relativa maggiore tenuta (-1,7%).
Nel mondo Le esportazioni hanno rap-
presentato l'unica nota posi-tiva con un incremento dell'1,7%, rispetto allo stesso periodo del 201:t, nonostante un lieve rallentamento nei confronti del trimestre pre-cedente. Il. successo sui mer-cati esteri è stato forte per la moda (+5,4%) e buono per l'insieme delle altre manifat-ture. Le industrie della mec-canica-elettricità e dei mezzi di trasporto hanno fatto se-gnare una crescita delle e-sportazioni dell'1,9%, men-tre sono apparsi più deboli i risultati conseguiti dalle in-dustrie dei metalli (+0,3%). Unica eccezione in questo quadro la caduta dell'export dell'industria del legno e del mobile (-7%).
Gli ordini esteri crescono dell'l.,5%. Bene le industrie alimentari (+3,7%) e mecca-niche, elettriche e dei mezzi di trasporto i cui ordini sono aumentati più delle rispetti-ve vendite all'estero (+2,7%). L'andamento è stato debole invece per i terzisti. dell'in-dustria dei metalli (+0,7%). Segni negativi hanno riguar-dato le industrie della moda (-1,5%), ma, soprattutto, le-gno e del. mobile (-8,8%).
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PRIMA PAGINA Reggio Emilia e Provincia
press unE 28/06/2012
3EGIOW L: Dalla fine dello scorso anno (sempre con il segno meno) al primo trimestre del 2012
Fatturato, produzione e ordini in calo Congiuntura negativa in Emilia Romagna, freno anche l'export
a crisi c'è ancora, e si fa A-.s sentire molto bene. Nel primo trimestre 2012 si sono infatti accentuati i segnali negativi emersi alla fine dell'anno passato. Fatturato, produzione e ordini sono ri-sultati in deciso calo. Rallen-tano, ma riescono ancora a crescere, le esportazioni e gli ordini esteri.
La tendenza negativa inte-ressa tutti i settori, in parti-colare l'industria dei legno e del mobile e quella della mo-da. Le piccole imprese, meno orientate al commercio este-ro, subiscono i contraccolpi pii) duri.
L'analisi L'industria in senso stretto
dell'Emilia-Romagna è en-trata in un nuovo ciclo recessivo, anche se per ora meno drammatico rispetto alla pesante ca-duta dei 2009, quando la produzione accusò una fles-sione del 14,1% rispetto all'anno precedente. Sono le imprese di minore dimensio-ne a pagare il prezzo più die-
nato alla crisi. Sono queste alcune indica-
zioni che emergono dall'in-dagine congiunturale relati-va al primo trimestre 2012 sull'industria manifatturie-ra, realizzata in collabora-zione tra Unioncamere Emi-lia-Romagna, Conti nd u stria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
Flessione La produzione dell'indu-
stria in senso stretto dell'E- milia-Romagna è diminuita dei 3,5% rispetto all'analogo periodo del 2011, dopo il
-0,4% dei tri- mestre pre- cedente. Le maggiori dif- ficoltà han- no interessa- to le indu- strie dei le- gno e del mo- bile (-8,6)%),
che risente della crisi dell'e- dilizia, e della moda (-5%), che sconta. la riduzione dei consumi. Il sistema metal- meccanico ha mostrato una
relativa tenuta, grazie al maggiore grado di apertura all'export. Le industrie mec-caniche, elettriche e mezzi di trasporto hanno limitato il calo della produzione a. -1,5%. è stato invece del 2,4% per le industrie dei metalli, che comprendono larghi strati della subfornitura meccanica. Anche la produ-zione dell'industria alimen-tare (-2,9%) ha risentito della diminuzione dei consumi, nonostante il suo carattere a- cicli ce.
Il fatturato a valori corren-ti ha subito una flessione ten-d.enziale prossima a.13%.
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menti settoriali. Più lievi per l'industria alimentare e per quella della meccanica-elet-tricità e mezzi di trasporto, con diminuzioni rispettiva-mente pari all'1,4 e 1,5%. Più. ampia la caduta per il siste-ma della moda (-3,5%) e per
l'industria del legno e del mobile (-8,5%). Note negati-ve sono giunte anche dall'in-dustria dei metalli. (-2,8%) dall'eterogeneo gruppo delle "altre industrie" (-4,5%).
Al calo di produzione e fat-turato, non è rimasta estra-nea la domanda che ha accu-sato una flessione del 3,6%, consolidando trend negati-vo degli ultimi tre mesi del 2011.
Negative anche le prospet-tive per i settori legno- mobi-le (-8,7%) e mod.a (-5,6%). Pe- sante il quadro per l'indu-stria dei metalli (-3,2%), mentre meccanica-elettrici-tà e dei mezzi di trasporto hanno visto scendere gli or-dini del 2,3% . L'industria ali-mentare ha evidenziato ima
relativa maggiore tenuta (-11,7%).
Nel mondo Le esportazioni hanno rap-
presentato l'unica nota posi-tiva con un incremento dell'1,7%, rispetto allo stesso periodo del 201:t, nonostante un lieve rallentamento nei confronti del trimestre pre-cedente. ll. successo sui mer-cati esteri è stato forte per la moda (+5,4%) e buono per l'insieme delle altre manifat-ture. Le industrie della mec-canica-elettricità e dei mezzi di trasporto hanno fatto se-gnare una crescita delle e-sportazioni dell'1,9%, men-tre sono apparsi più deboli i risultati conseguiti dalle in-dustrie dei metalli (+0,3%). Unica eccezione in questo quadro la caduta dell'export dell'industria del legno e del mobile (-7%).
Gli ordini esteri crescono dell'1,5%. Bene le industrie alimentari (+3,7%) e mecca-niche, elettriche e dei mezzi di trasporto i cui ordini sono aumentati più delle rispetti-ve vendite all'estero (+2,7%). L'andamento è stato debole invece per i terzisti. dell'in-dustria dei metalli (+6,7%). Segni negativi hanno riguar-dato le industrie della moda (-1,5%), ma, soprattutto, le-gno e del. mobile (-8,8%).
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press unE LAVOCE.,.' 28/06/2012
Ravenna
L'ANALISI CONGIUNTURALE Produzione industriale calata del 3,5% Al difficile momento si somma la mancanza di credito dalle banche
L'economia regionale è di nuovo in recessione
L 'industria emiliano-ro-magnola nel 2012 è precipitata di nuovo nel tunnel della recessione.
La caduta non è grave come quella del 2009, quando la fles-sione in termini di produzione toccò il 14%. Ma di certo la ba-tosta è dura. Secondo l'analisi della congiuntura economica in Emilia-Romagna fatta Unionca-mere, Confindustria e Intesa Sanpaolo, nel primo trimestre di quest'anno la produzione in-dustriale è scesa del 3,5% rispet-to allo stesso periodo del 2011, dopo un calo dello 0,4% già re-gistrato nei tre mesi precedenti. A pagare il prezzo più alto è il settore del legno e del mobile, con una caduta dell'8,6%, se-guito dall'industria della moda (-5%). In calo anche tutto il mondo metalmeccanico: le in-dustrie dei metalli fanno regi-strare una flessione del 2,4%, mentre il segmento meccanico-elettrico e dei mezzi di trasporto scende dell'1,5%. Chiude il qua-dro l'industria alimentare, la cui produzione diminuisce del
2,9%. Allo stesso modo della produzione precipita anche il fatturato, di circa il 3%. La cadu-ta più pesante riguarda sempre l'industria del legno e del mo-bile (-8,5%) e quella della moda (-3,5%). Scende il fatturato an-che nell'alimentare (-1,4%), nel-la meccanica (-1,5%) e nell'in-dustria dei metalli (-2,8%). E' i-nevitabile che, in questa situa-zione, sia diminuita anche la domanda, con una riduzione del 3,6% nel primo trimestre 2012, e il settore del legno è sempre quello più esposto (-8,7%) insieme alla moda (-5,6%). Cala la domanda anche nella meccanica e nei metalli (tra il 2 e il 3%), un po' meno nell'alimentare (-1,7%). Le e-sportazioni sono l'unica nota positiva per l'industria emilia-no-romagnola in questo inizio 2012, con un incremento dell'1,7%.
E al difficile momento econo-mico si aggiunge anche quello finanziario. Le banche tornano a chiudere i cordoni della borsa e diminuiscono l'erogazione di
prestiti a famiglie e imprese. In linea con la tendenza nazionale, "il credito in Emilia-Romagna -segnala l'analisi congiunturale - ha continuato a indebolirsi nei primi mesi dell'anno. Il com-plesso dei prestiti, dopo essere cresciuto del 4,8% in media nel 2011, nel primo trimestre 2012 è risultato invariato rispetto allo stesso periodo dell'anno prima". Nel dettaglio, il credito alle im-prese è calato dell'1,5% a inizio anno, ma "dopo 20 mesi di cre-scita". I prestiti alle famiglie han-no "confermato un rallenta-mento più moderato e gradua-le", ma comunque a marzo 2012 hanno fatto segnare "un mini-mo del tasso di crescita, dell'1,9% rispetto al 3,4% di fine 2011 e al 6,3% di dodici mesi prima". Guardando alle singole province, il credito alle imprese vede l'unico segno positivo a Ravenna (+1,1%). In caduta li-bera, invece, i prestiti alle im-prese a Rimini (-3,3%), Forlì-Ce-sena (-2,1%). Per quel che ri-guarda i prestiti alle famiglie in crescita a Rimini (+2,6%).
Pagina 3
ROMAGNA
Provincia Unica Si del 71% dei romagnoli
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Provincia Unica Si del 71% I T dei romagnoli • --
L'ANALISI CONGIUNTURALE Produzione industriale calata del 3,5% Al difficile momento si somma la mancanza di credito dalle banche
L'economia regionale è di nuovo in recessione L 'industria emiliano-ro-
magnola nel 2012 è precipitata di nuovo nel tunnel della recessione.
La caduta non è grave come quella del 2009, quando la fles-sione in termini di produzione toccò il 14%. Ma di certo la ba-tosta è dura. Secondo l'analisi della congiuntura economica in Emilia-Romagna fatta Unionca-mere, Confindustria e Intesa Sanpaolo, nel primo trimestre di quest'anno la produzione in-dustriale è scesa del 3,5% rispet-to allo stesso periodo del 2011, dopo un calo dello 0,4% già re-gistrato nei tre mesi precedenti. A pagare il prezzo più alto è il settore del legno e del mobile, con una caduta dell'8,6%, se-guito dall'industria della moda (-5%). In calo anche tutto il mondo metalmeccanico: le in-dustrie dei metalli fanno regi-strare una flessione del 2,4%, mentre il segmento meccanico-elettrico e dei mezzi di trasporto scende dell'1,5%. Chiude il qua-dro l'industria alimentare, la cui produzione diminuisce del
2,9%. Allo stesso modo della produzione precipita anche il fatturato, di circa il 3%. La cadu-ta più pesante riguarda sempre l'industria del legno e del mo-bile (-8,5%) e quella della moda (-3,5%). Scende il fatturato an-che nell'alimentare (-1,4%), nel-la meccanica (-1,5%) e nell'in-dustria dei metalli (-2,8%). E' i-nevitabile che, in questa situa-zione, sia diminuita anche la domanda, con una riduzione del 3,6% nel primo trimestre 2012, e il settore del legno è sempre quello più esposto (-8,7%) insieme alla moda (-5,6%). Cala la domanda anche nella meccanica e nei metalli (tra il 2 e il 3%), un po' meno nell'alimentare (-1,7%). Le e-sportazioni sono l'unica nota positiva per l'industria emilia-no-romagnola in questo inizio 2012, con un incremento dell'1,7%.
E al difficile momento econo-mico si aggiunge anche quello finanziario. Le banche tornano a chiudere i cordoni della borsa e diminuiscono l'erogazione di
prestiti a famiglie e imprese. In linea con la tendenza nazionale, "il credito in Emilia-Romagna -segnala l'analisi congiunturale - ha continuato a indebolirsi nei primi mesi dell'anno. Il com-plesso dei prestiti, dopo essere cresciuto del 4,8% in media nel 2011, nel primo trimestre 2012 è risultato invariato rispetto allo stesso periodo dell'anno prima". Nel dettaglio, il credito alle im-prese è calato dell'1,5% a inizio anno, ma "dopo 20 mesi di cre-scita". I prestiti alle famiglie han-no "confermato un rallenta-mento più moderato e gradua-le", ma comunque a marzo 2012 hanno fatto segnare "un mini-mo del tasso di crescita, dell'1,9% rispetto al 3,4% di fine 2011 e al 6,3% di dodici mesi prima". Guardando alle singole province, il credito alle imprese vede l'unico segno positivo a Ravenna (+1,1%). In caduta li-bera, invece, i prestiti alle im-prese a Rimini (-3,3%), Forlì-Ce-sena (-2,1%). Per quel che ri-guarda i prestiti alle famiglie in crescita a Rimini (+2,6%).
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ROMAGNA 21%
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LIBERTÀ
Piacenza, meno prestiti alle imprese Tengono quelli alle famiglie. Industria, per l'Emilia-Romagna difficile situazione PlACENZA- Calano del 2,4% i presti-ti bancari alle imprese piacentine mentre tengono, con un +2,5% quelli alle famiglie. Complessiva-mente, però, a Piacenza il tasso di. crescita dei prestiti (a imprese e fa- miglie) resta. negativo a -0,8%.
E° quanto risulta da un'analisi del Servizio studi di Intesa San-paolo, secondo cui il credito ha continuato a indebolirsi nei primi mesi del 2012, in linea con la ten-denza nazionale. A livello regiona-le il complesso dei prestiti, dopo essere cresciuto del 4,8% in media nel 2011, nel primo trimestre 2012 è risultato invariato rispetto allo stesso periodo di un anno prima.
Come già osservato nell'ultima
parte del 2011, nel primo trimestre 2012 è proseguito il deciso inde-bolimento dei prestiti alle imprese che a marzo hanno segnato una leggera contrazione (-1,5% in linea col dato medio nazionale di -1,1%), dopo 20 mesi di crescita. I prestiti alle famiglie hanno confer- n. iato un rallentamento più mode-rato e graduale, ma hanno segna-to a marzo 2012 un minimo del tasso di crescita, dell'1,9% aia ri-spetto al 3,4% di fine 2011 e al 6,3% di dodici mesi prima.
I prestiti alle famiglie dell'Emi-lia-Romagna sono cresciuti leg-germente meno della media na-zionale (+2,4% nel primo trime-stre 2012 rispetto a +3,1% del dato
nazionale); quelli alle imprese so-no allineati (-0,2% medio trime-strale per l'Emilia-Romagna, -0,3% il dato nazionale).
Nei prestiti alle imprese, a mar-zo in tutte le province la variazio- ne annua ha. mostrato un segno negativo, con l'eccezione di Ra-venna, che ha riportato una cre-scita dell'1,1c,%. A Ferrara e Bolo-gna i. prestiti alle imprese sono ri-sultati essenzialmente fermi (- 0,1% e -0,2% rispettivamente). Se-gno negativo si è registrato per Ri-mini (-3,3%), Piacenza (-2,4%), Forlì Cesena (-2,1%) e, più legger-mente, per Reggio Emilia (-1,0%) e Modena (-1,1%). Si è accentuata la debolezza di. Parma, che a marzo
2012 ha visto un calo dei prestiti alle imprese del 6%.
A questi numeri, che danno la misura dell'impatto della reces-sione e della crisi del debito sovra-no sul credito all'economia della regione prima dei disastrosi even-ti sismici, si aggiunge la continua emersione delle sofferenze. Il tas-so di decadimento dei prestiti è stabilmente sopra il 2% dalla fine del 2009 (2,2% a fine 2011 per l'in-sieme del settore non finanziario dell'Emilia-Romagna).
Lo studio sui prestiti bancari è compreso in un rapporto più am-pio sulla "Congiuntura industrale dell'Emilia-Romagna" diffuso ieri mattina da Unioncamere e Con-
findustria regionali e Intesa San-paolo. Rapporto che evidenzia che nel primo . trimestre 2012 si sono accentuati i segnali negativi emer-si alla fine dell'anno passato. Fat-turato, produzione e ordini sono risultati in deciso calo. Rallentano, ma riescono ancora a crescere, le esportazioni e gli ordini esteri. La tendenza negativa interessa tutti i settori, in particolare l'industria del legno e del mobile e quella del-la moda. Le piccole imprese, me- no orientate a.al commercio estero, subiscono i contraccolpi più duri. L'industria in senso stretto dell'E-milia-Romagna è entrata in un nuovo ciclo recessivo, anche se per ora meno drammatico rispet-to alla pesante caduta del 2009, quando la produzione accusò u-na flessione del 14,1% rispetto al-l'anno precedente. Sono le impre-se di minore dimensione a pagare il prezzo più elevato alla crisi.
Pier Carlo Marcoccia
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La ricetta di Maestri (Intesa San Paolo): «Le banche intervengano anche sull'equity» «I fattori determinanti allo sviluppo degli impieghi, cioè la crescita dei fat-turati, gli investimenti e l'aumento degli stock di materie prime, registra-no tutti segni negativi, ampiamente superiori al pur negativo andamento del credito, segno evidente di un ulte-riore peggioramento della qualità de-gli impieghi delle banche». Si è espresso così, Adriano Maestri, nel commentare l'analisi redatta dal pro-prio istituto assieme a Unioncamere. Nella Banca dei territori di Intesa San Paolo, Maestri è responsabile dell'Emilia-Romagna e di tutta la dorsale adriatica sino al Molise. Secondo il manager, «sulla dinamica del credito pesa una pluralità di fatto-
ri: la debole domanda dovuta alla re-cessione e alle prospettive quanto mai incerte», ma anche il «livello ele-vato delle sofferenze che obbliga a una valutazione molto attenta del merito di credito». Ma pesano anche «le difficoltà di raccolta delle banche e i vincoli patrimoniali ad esse impo-sti, particolarmente stringenti in una fase di congiuntura economica nega-tiva». Da questo stallo, ha argomen-tato Maestri, si può uscire «attraver-so una più stretta collaborazione tra banche e imprese che non si limiti so-lo al credito, ma si estenda all'equity, per far crescere di dimensione le im-prese, farle internazionalizzare, farle investire in ricerca». Del resto, «è nei
momenti di difficoltà che si avviano fasi di forte cambiamento struttura-le. Ancor più in questa regione, le banche si impegnano ad accompa-gnare lo sforzo straordinario di rico-struzione dai danni dei terremoti». «Le politiche di bilancio improntate al solo rigore, invece di stabilizzare il ciclo, stanno facendo avvitare su se stessa l'intera economia europea», ha invece detto ieri il neo-presidente regionale di Confindustria, Umberto Marchesini. «E' indispensabile cam-biare strategia, mantenendo la barra dritta sul risanamento, con misure strutturali che agiscano nel tempo e nell'immediato cerchino di alimenta-re la domanda».
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Il credit crunch c'è. E' nei numeri In Emilia-Romagna un inizio di 2012 di passione: per Unioncamere i crediti alle aziende sono in stallo Il credit crunch? Ormai c'è davvero, almeno in Emilia-Romagna. C'è an-che nei numeri. Le banche tornano a chiudere i cordoni della borsa e dimi-nuiscono l'erogazione di prestiti a fa-miglie e imprese. Lo segnala la con-sueta analisi della congiuntura eco-nomica regionale curata da Unionca-mere in collaborazione con Confin-dustria e Intesa San Paolo, e in que-sto caso relativa al primo trimestre del 2012 (vedere grafico). In linea con
la tendenza nazionale, «il credito in Emilia-Romagna ha continuato a in-debolirsi nei primi mesi dell'anno. Il complesso dei prestiti, dopo essere cresciuto del 4,8% in media nel 2011, nel primo trimestre 2012 è risultato invariato rispetto allo stesso periodo dell'anno prima». Le banche non aumentano più gli im-pieghi, insomma; e, quando posso-no, chiedono di rientrare. Quando possono, appunto: perché alla stretta
creditizia si aggiunge la continua emersione delle sofferenze. Il tasso di decadimento dei prestiti, secondo Unioncamere, è stabilmente sopra il 2% dalla fine del 2009, arrivando al 2,2% alla fine dell'anno scorso. Nel dettaglio, il credito alle imprese dell'Emilia-Romagna è calato del-1'1,5% a inizio anno, anche se dopo venti mesi di ascesa. I prestiti alle fa-miglie hanno invece «confermato un rallentamento più moderato e gra-duale», ma comunque a marzo 2012 hanno fatto segnare «un minimo del tasso di crescita, dell'1,9% rispetto al 3,4% di fine 2011 e al 6,3% di dodici mesi prima». Guardando alle singole province, Modena è tra quelle in cui, nel primo trimestre, gli affidamenti alle impre-se sono andati in calo (-1). Certo, non è la situazione di Parma, dove, pià che un calo, gli impieghi alle aziende hanno sperimentato un tra-
collo (-6%), compensato in parte dal- l'aumento dei prestiti alle famiglia (+3%). Per le imprese, male anche Ri-
mini (-3,3%), Piacenza (-2,4%) o For-lì-Cesena (-2,1%), e si salva solo Ra-venna (+1,1%).
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Fatturato, proda:done e ordini in calo Neanche -1'e~ salva ree, »arnia emiliana
CONGIUNTURA I DATI DELL'INDAGINE UNIONCAMERE E CONFINDUSTRIA
Fatturato, produzione e ordini in calo Neanche l'export salva l'economia emiliana
Nel primo trimestre 2012 si sono accentuati i se-gnali negativi emersi alla
fine dell'anno passato per l'eco-nomia dell'Emilia Romagna. Fatturato, produzione e ordini sono risultati in deciso calo. Ral-lentano, ma riescono ancora a crescere, le esportazioni e gli or-dini esteri. La tendenza negativa interessa tutti i settori, in parti-colare l'industria del legno e del mobile e quella della moda. Le piccole imprese, meno orientate al commercio estero, subiscono i contraccolpi più duri. L'indu-stria in senso stretto dell'Emilia-Romagna è entrata in un nuo-vo ciclo recessivo, anche se per ora meno drammatico rispetto alla pesante caduta del 2009, quando la produzione accusò una flessione del 14,1 per cen-to rispetto all'anno precedente. Sono le imprese di minore di-mensione a pagare il prezzo più
elevato alla crisi. Sono queste alcune indica-
zioni che emergono dall'inda-gine congiunturale relativa al primo trimestre 2012 sull'indu-stria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unionca-mere Emilia-Romagna, Confin-dustria Emilia-Romagna e Inte-sa Sanpaolo.
La produzione dell'indu-stria in senso stretto dell'Emi-lia-Romagna è diminuita del 3,5 per cento rispetto all'ana-logo periodo del 2011, dopo il -0,4 per cento del trimestre precedente. Le maggiori diffi-coltà hanno interessato le indu-strie del legno e del mobile (-8,6 per cento), che risente della cri- si dell'edilizia, e della moda (- • 5,0 per cento), che sconta la ri-duzione dei consumi, ma nche la produzione dell'industria ali-mentare (-2,9 per cento) ha ri-sentito della diminuzione dei
consumi, nonostante il suo ca-rattere aciclico.
Il fatturato a valori corren-ti ha subìto una flessione ten-denziale prossima al 3 per cen-to. Tutti negativi gli andamenti settoriali. Più lievi per l'indu-stria alimentare e per quella del-la meccanica-elettricità e mezzi di trasporto, con diminuzioni ri-spettivamente pari all'1,4 e 1,5 per cento. Più ampia la cadu-ta per il sistema della moda (-3,5 per cento) e per l'industria del legno e del mobile (-8,5 per cento).
Al calo di produzione e fattu-rato, non è rimasta estranea la domanda che ha accusato una flessione del 3,6 per cento, con-solidando il trend negativo de-gli ultimi tre mesi del 2011. in questo caso l'industria alimen-tare ha evidenziato una relativa maggiore tenuta rispetto agli al-tri compatti (-1,7 per cento).
Le esportazioni hanno rap-presentato l'unica nota positiva con un incremento dell'1,7 per cento, rispetto allo stesso perio-do del 2011, nonostante un lie-ve rallentamento nei confronti del trimestre precedente. Uni-ca eccezione in questo quadro la caduta dell'export dell'indu-stria del legno e del mobile (-7,0 per cento).
Gli ordini esteri crescono dell'1,5 per cento. Bene le indu-strie alimentari (+3,7 per cento) e meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto i cui ordini sono aumentati più delle rispet-tive vendite all'estero (+2,7 per cento).
Nel primo trimestre 2012 è proseguito invece il deciso in-debolimento dei prestiti alle im-prese che a marzo hanno se-gnato una leggera contrazione (-1,5% a/a in linea col dato me-dio nazionale di -1,1%), dopo
20 mesi di crescita. I prestiti alle famiglie hanno confermato un rallentamento più moderato e graduale, ma hanno segnato a marzo 2012 un minimo del tas-so di crescita, dell'1,9% a/a ri-spetto al 3,4% di fine 2011 e al 6,3% di dodici mesi prima.
Nei prestiti alle imprese, a marzo in tutte le province la va-riazione annua ha mostrato un segno negativo, con l'eccezio-ne di Ravenna, che ha riportato una crescita dell'1,1%. A Ferra-ra e Bologna i prestiti alle impre-se sono risultati essenzialmente fermi (-0,1% e -0,2% rispettiva-mente). Segno negativo si è re-gistrato per Rimini (-3,3%), Piacenza (-2,4%), Forlì Cesena (-2,1%) e, più leggermente, per Reggio Emilia (-1,0%) e Mode-na (-1,1%). Si è accentuata la de-bolezza di Parma, che a marzo 2012 ha visto un calo dei presti-ti alle imprese del 6% a/a.
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Unioncamere ER: fatturato, produzione e ordini in calo
Nel primo trimestre 2012 si sono accentuati i segnali negativi emersi alla fine dell'anno passato. Fatturato, produzione e ordini sono risultati in deciso calo. Rallentano, ma riescono ancora a crescere, le esportazioni e gli ordini esteri. La tendenza negativa interessa tutti i settori, in particolare l'industria del legno e del mobile e quella della moda. Le piccole imprese, meno orientate al commercio estero, subiscono i contraccolpi più duri. L'industria in senso stretto dell'Emilia Romagna è entrata in un nuovo ciclo recessivo, anche se per ora meno drammatico rispetto alla pesante caduta del 2009, quando la produzione accusò una flessione del 14,1% rispetto all'anno precedente. Sono le imprese di minore dimensione a pagare il prezzo più elevato alla crisi.
Sono queste alcune indicazioni che emergono dall'indagine congiunturale relativa al primo trimestre 2012 sull'industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia Romagna, Confindustria Emilia Romagna e Intesa Sanpaolo.
La produzione dell'industria in senso stretto dell'Emilia Romagna è diminuita del 3,5% rispetto all'analogo periodo del 2011, dopo il -0,4% del trimestre precedente. Le maggiori difficoltà hanno interessato le industrie del legno e del mobile (-8,6%), che risente della crisi dell'edilizia, e della moda (-5%), che sconta la riduzione dei consumi. Il sistema metalmeccanico ha mostrato una relativa tenuta, grazie al maggiore grado di apertura all'export. Le industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto hanno limitato il calo della produzione a -1,5%. E' stato invece del 2,4% per le industrie dei metalli, che comprendono larghi strati della subfornitura meccanica. Anche la produzione dell'industria alimentare (-2,9%) ha risentito della diminuzione dei consumi, nonostante il suo carattere aciclico.
Il fatturato a valori correnti ha subito una flessione tendenziale prossima al 3%. Tutti negativi gli andamenti settoriali. Più lievi per l'industria alimentare e per quella della meccanica-elettricità e mezzi di trasporto, con diminuzioni rispettivamente pari all'1,4 e 1,5%. Più ampia la caduta per il sistema della moda (-3,5%) e per l'industria del legno e del mobile (-8,5%). Note negative sono giunte anche dall'industria dei metalli (-2,8%) dall'eterogeneo gruppo delle "altre industrie" (-4,5%). Al calo di produzione e fatturato, non è rimasta estranea la domanda che ha accusato una flessione del 3,6%, consolidando il trend negativo degli ultimi tre mesi del 2011.
Negative anche le prospettive per i settori legno-mobile (-8,7%) e moda (-5,6%). Pesante il quadro per l'industria dei metalli (-3,2%), mentre meccanica-elettricità e dei mezzi di trasporto hanno visto scendere gli ordini del 2,3%. L'industria alimentare ha evidenziato una relativa maggiore tenuta (-1,7%).
Le esportazioni hanno rappresentato l'unica nota positiva con un incremento dell'i ,7%, rispetto allo stesso periodo del 2011, nonostante un lieve rallentamento nei confronti del trimestre precedente. Il successo sui mercati esteri è stato forte per la moda (+5,4%) e buono per l'insieme delle altre manifatture. Le industrie della meccanica-elettricità e dei mezzi di trasporto hanno fatto segnare una crescita delle esportazioni dell'i ,9%, mentre sono apparsi più deboli i risultati conseguiti dalle industrie dei metalli (+0,3%). Unica eccezione in questo quadro la caduta dell'export dell'industria del legno e del mobile (-7%).
Gli ordini esteri crescono dell'i ,5%. Bene le industrie alimentari (+3,7%) e meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto i cui ordini sono aumentati più delle rispettive vendite all'estero (+2,7%). L'andamento è stato debole invece per i terzisti dell'industria dei metalli (+0,7%). Segni negativi hanno riguardato le industrie della moda (-1,5%), ma, soprattutto, legno e del mobile (-8,8%).
"I dati congiunturali mettono in luce l'impatto della crisi del debito sovrano in alcuni Paesi dell'eurozona anche nell'economia dell'Emilia Romagna — dichiara il presidente di Unioncamere Emilia Romagna Carlo Alberto Roncarati — e confermano la fase recessiva nella quale è entrata l'industria regionale. Ci aspettano ancora mesi difficili, una crisi di origine internazionale acuita dagli eventi sismici che hanno duramente colpito la struttura produttiva dell'Emilia. In questa situazione, è necessario ancora di più far fronte comune tra istituzioni (e le Camere di commercio sono impegnate in prima fila) e associazioni di rappresentanza per supportare le imprese in modo da garantire l'immediata ripresa delle attività produttive colpite dal sisma".
Il credito in Emilia-Romagna, secondo l'analisi del Servizio Studi di Intesa Sanpaolo, ha continuato a indebolirsi nei primi mesi del 2012, in linea con la tendenza nazionale. Il complesso dei prestiti, dopo essere cresciuto del 4,8% in media nel 2011, nel primo trimestre 2012 è risultato invariato rispetto allo stesso periodo di un anno prima. Come già osservato nell'ultima parte del 2011, nel primo trimestre 2012 è proseguito il deciso indebolimento dei prestiti alle imprese che a marzo hanno segnato una leggera contrazione (-1,5% a/a in linea col dato medio nazionale di -1,1%), dopo 20 mesi di crescita. I prestiti alle famiglie hanno confermato un rallentamento più moderato e graduale, ma hanno segnato a marzo 2012 un minimo del tasso di crescita, dell'i ,9% a/a rispetto al 3,4% di fine 2011 e al 6,3% di dodici mesi prima. I prestiti alle famiglie dell'Emilia-Romagna sono cresciuti leggermente meno della media nazionale (+2,4% a/a nel primo trimestre 2012 rispetto a +3,1% del dato nazionale); quelli alle imprese sono allineati (-0,2% medio trimestrale per l'Emilia Romagna, -0,3% il dato nazionale).
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press LIETE 03/07/2012
Unioncamere ER: fatturato, produzione e ordini in calo
Nel primo trimestre 2012 si sono accentuati i segnali negativi emersi alla fine
dell'anno passato. Fatturato, produzione e ordini sono risultati in deciso calo.
Rallentano, ma riescono ancora a crescere, le esportazioni e gli ordini esteri. La
tendenza negativa interessa tutti i settori, in particolare ['industria del legno e del
mobile e quella della moda. Le piccole imprese, meno orientate al commercio
estero, subiscono i contraccolpi più duri. L'industria in senso stretto dell'Emilia
Romagna è entrata in un nuovo ciclo recessivo, anche se per ora meno drammatico
rispetto alla pesante caduta del 2009, quando la produzione accusò una flessione del
rispetto all'anno precedente. Sono le imprese di minore dimensione a pagare
il prezzo più elevato alla crisi.
Sono queste alcune indicazioni che emergono dall'indagine congiunturale relativa al
primo trimestre 2012 sull'industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra
Unioncamere Emilia Romagna, Confindustria Emilia Romagna e Intesa Sanpaolo.
La produzione dell'industria in senso stretto dell'Emilia Romagna è diminuita del
3,5', rispetto all'analogo periodo del 2011, dopo il -0,4"', del trimestre precedente.
Le maggiori difficoltà hanno interessato le industrie del legno e del mobile
che risente della crisi dell'edilizia, e della moda (-5',), che sconta la riduzione dei
consumi. Il sistema metalmeccanico ha mostrato una relativa tenuta, grazie al
maggiore grado di apertura all'export. Le industrie meccaniche, elettriche e mezzi
di trasporto hanno limitato il calo della produzione a - L5',. E' stato invece del 2,4",
per le industrie dei metalli, che comprendono larghi strati della subfornitura
meccanica. Anche la produzione dell'industria alimentare (-2,9",) ha risentito della
diminuzione dei consumi, nonostante il suo carattere aciclico.
Il fatturato a valori correnti ha subito una flessione tendenziale prossima al 3",.
Tutti negativi gli andamenti settoriali. Più lievi per l'industria alimentare e per
quella della meccanica-elettricità e mezzi di trasporto, con diminuzioni
rispettivamente pari all'1,4 e 1,5'. Più ampia la caduta per il sistema della moda (-
3,5'1 e per l'industria del legno e del mobile (-8,5",). Note negative sono giunte
anche dall'industria dei metalli (-2,8',) dall'eterogeneo gruppo delle "altre
industrie" (-4,5",). Al calo di produzione e fatturato, non è rimasta estranea la
domanda che ha accusato una flessione del consolidando il trend negativo
degli ultimi tre mesi del 2011.
Le esportazioni hanno rappresentato l'unica nota positiva con un incremento
dell' I rispetto allo stesso periodo del 2011, nonostante un lieve rallentamento
nei confronti del trimestre precedente. Il successo sui mercati esteri è stato forte
per la moda ( ,5,4",) e buono per l'insieme delle altre manifatture. Le industrie
della meccanica-elettricità e dei mezzi di trasporto hanno fatto segnare una
crescita delle esportazioni dell' 1,9" - , mentre sono apparsi più deboli i risultati
conseguiti dalle industrie dei metalli (-0,•). Unica eccezione in questo quadro la
caduta dell'export dell'industria del legno e del mobile
Gli ordini esteri crescono Bene le industrie alimentari (±3,7sl , ) e
meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto i cui ordini sono aumentati più delle
rispettive vendite all'estero (+2,7",). L'andamento è stato debole invece per i
terzisti dell'industria dei metalli (-0,7). Segni negativi hanno riguardato le
industrie della moda (-1,5•), ma, soprattutto, legno e del mobile
"I dati congiunturali mettono in luce
l'impatto della crisi del debito sovrano in
alcuni Paesi dell'eurozona anche
nell'economia Romagna - dichiara
il presidente di Unioncamere Emilia
Romagna Carlo Alberto Roncarati - e
confermano la fase recessiva nella quale è
entrata l'industria regionale. Ci aspettano
ancora mesi difficili, una crisi di origine
internazionale acuita dagli eventi sismici che hanno duramente colpito la struttura
produttiva dell'Emilia. In questa situazione, è necessario ancora di più far fronte
comune tra istituzioni (e le Camere di commercio sono impegnate in prima fila) e
associazioni di rappresentanza per supportare le imprese in modo da garantire
l'immediata ripresa delle attività produttive colpite dat sisma".
Il credito in Emilia-Romagna, secondo l'analisi del Servizio Studi di Intesa Sanpaolo.
ha continuato a indebolirsi nei primi mesi del 2012. in linea con la tendenza
nazionale. Il complesso dei prestiti, dopo essere cresciuto del 4,85 in media nel
2011, nel primo trimestre 2012 è risultato invariato rispetto allo stesso periodo di
un anno prima. Come già osservato nell'ultima parte del 2011, nel primo trimestre
2012 è proseguito il deciso indebolimento dei prestiti alle imprese che a marzo
hanno segnato una leggera contrazione (-1,5, ar" a in linea col dato medio nazionale
di - I ,1",), dopo 20 mesi di crescita. I prestiti alle famiglie hanno confermato un
rallentamento più moderato e graduale, ma hanno segnato a marzo 2012 un
minimo del tasso di crescita, dell'1,9" a r' a rispetto al 3,4", di fine 2011 e al 6,3",- di
dodici mesi prima. I prestiti alle famiglie dell'Emilia-Romagna sono cresciuti
leggermente meno della media nazionale (-2,4", ara net primo trimestre 2012
rispetto a -s[3,17- , del dato nazionale); quelli alle imprese sono allineati (-0,27, medio
trimestrale per Romagna, dato nazionale).
Negative anche le prospettive per i
settori legno-mobile (-8,7",) e
moda (-5,6':). Pesante il quadro
per l'industria dei metalli (-3.2"),
mentre meccanica-elettricità e dei
mezzi di trasporto hanno visto
scendere gli ordini del 2,3",.
L'industria alimentare ha
evidenziato una relativa maggiore
tenuta (- 1 ,7",),
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L'indagine congiunturale relativa al primo trimestre 2012 realizzata da Unioneamere, Confindustria e Intesa Sanpaolo
Crisi, a pagare di più sono i piccoli Produzione in calo in tutti i settori, specie mobili e moda. Penalizzate le Pmi che non esportano
NEL primo trimestre 2012 si sono accentuati i segnali negati-vi emersi alla fine dell'anno passato. Fatturato, produzione e ordini sono risultati in deciso calo, Rallentano, ma riescono ancora a crescere, le esportazio-ni e gli ordini esteri.
La tendenza negativa inteivs-sa tutti i settori, in particolare l'industria dei legno e del mobi-le e quella della moda. Le pie-. cole imprese, meno orientate al commercio estero, subiscono i contraccolpi più duri. Uindu-stria in senso stretto dell'Erni-lia-Romagna è entrata in un nuovo ciclo recessivo, anche se per ora meno drammatico rispetto alla pesante caduta del 2009, quando la produzione accusò una flessione dei 14,1% rispetto all'anno precedente. Sono le imprese di minore dimensione a pagare il prezzo più elevato alla crisi.
Sono queste alcune indica-zioni che emergono dall'indagi-ne congiunturale relativa al primo trimestre 2012 sull'indu-stria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unionca-mere Emilia-Romagna, Confin-dustria Emilia-Romagna e Inte-sa Sanpaolo.
La produzione dell'industria in senso stretto dell'Emilia-Romagna è diminuita del 3,5% rispetto all'analogo periodo del 2011, dopo il -0,4% del trime-stre precedente,
Le maggiori difficoltà hanno interessato le industrie del legno e del mobile (-8,6%), che risente della crisi dell'edilizia, e
della moda (-5,0%), che sconta la riduzione dei consumi.
Il sistema metalmeccanico ha mostrato una relativa tenuta, grazie all'export. Le industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto hanno limitato calo della produzione a -1.5%; è stato invece del 2,4% per le :industrie dei metani, che com-prendono larghi strati della subfornitura meccanica.
11 fatturato a valori correnti ha subìto una flessione tenden-ziale prossima al 3%. Tutti negativi gli andamenti settoria-
Più lievi per l'industria ali-mentare e per quella della mec-canica-elettricità e mezzi di tra-sporto, con diminuzioni rispet-tivamente pari all"1,4 e 1,5%. Più ampia la caduta per il siste-ma della moda (-3,5%) e per l'industria dei legno e del mobi-le (--8,5%). Note negative sono
anche dall'industria dei metalli (-2,8%) dall'eterogeneo gruppo dette "altee iffilustrie" 4,5%).
Negative anche le prospettive per i settori legno-mobile (-8,7 per cento) e moda (-5,6 per cento). Pesante il quadro per l'industria dei metalli (-3,2 -ger cento), mentre meccanica-e:et-tricità e dei mezzi di trasporto hanno visto scendere gli ordini dei 2,3 per cento. L'industria alimentare ha evidenziato una relativa maggiore tenuta (-1,7 per cento). Le esportazioni hanno rappresentato l'unica nota positiva con un incremento dell'i ,7% rispetto allo stesso periodo del 2011.
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PIACENZA RAVENNA
REGGIO EMILIA RIMINI
3,8%
BOLOGNA FERRARA
FORLI/CESENA
2,1% 0,4%
2,0% 1,9% 3,0%
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press LITE 20/07/2012 il mese_
Emilia Romagna: recessione atto secondo
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reno a mano inserito ancora una
volta per l'economia emiliano
romagnola. Dopo gli striminziti
slanci in avanti dell'anno scorso, la brama-
ta ripresa è finita in un nulla di fatto. I cali
hanno ricominciato a farsi sentire sia su pro-
duzione, che su fatturato e ordini. E anche
l'export, caro vecchio baluardo del nostro
territorio, sembra essersi arenato. Aggiungi i
disastri provocati dal terremoto e il doloroso
quadro dell'industria regionale è tracciato. A
contraddire alcune autorevoli fonti giornali-
stiche che parlano di provincie capaci da sole
di viaggiare al ritmo della Germania, ci sono
i numeri che non mentono mai. Basti pensa-
re che anche l'alimentare con il suo carattere
anticlico, fiore all'occhiello dell'economia
parmigiana, ha pagato pegno riportando nel
primo trimestre di quest'anno un -2,9% in
produzione e un -1,4% in fatturato. Un film
già visto? Forse, se si pensa a quel tetro 2009,
quando l'industria ha raggiunto il -14,1% sul
2008. Al momento, non siamo scesi tanto in
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-3,5% LA PRO SUZIONE
basso, ma poco ci manca. Insomma, la reces-
sione che sembrava avesse girato i tacchi per
andarsene una volta per tutte, ci ha preso per
il naso. Ha fatto solo una piroetta su stessa ed
è tornata indietro più tosta di prima. E oggi
come allora, a salvarsi sono in pochi, qual-
che azienda e giusto alcuni settori. Ma per i
comparti più legati alla domanda interna e
ai consumi delle famiglie il sole non sorge
più da tempo. Le spese maggiori sono infatti
a carico dei soliti noti: piccole, piccolissime
imprese che non hanno la forza di fuggire
oltreconfine. E poi, c'è il deperimento gene-
rale delle industrie, del lavoro, dei consumi
e della politica: un tritacarne in cui dentro
ci finisce tutto. A testimoniarlo l'indagine
congiunturale realizzata da Unioncamere e
Confindustria Emilia Romagna insieme a
Intesa Sanpaolo che ha messo nero su bianco
una sfilza di meno incassati dal settore ma-
nifatturiero nel primo trimestre 2012 che
fanno girare la testa.
In casa nostra la produzione è diminuita del
3,5% rispetto allo stesso periodo del 2011, la-
sciandosi alle spalle con un netto distacco
quel -0,4% del trimestre precedente. Il prez-
zo più alto lo pagano le industrie del legno e
del mobile, -8,6%, messe con le spalle al muro
dalla crisi del mattone.
La moda non se la passa meglio, -5,0%, a se-
guito della drastica riduzione dei consumi.
Per non parlare dell'idustria dei metalli,
-2,4%. Il solo a tenere è il comparto metal-
meccanico grazie all'export: le industrie
meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto
Emilia Romagna: tassi di crescita a/a dei prestiti a famiglie e imprese per provincia a marzo 2012 (*)
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arginano infatti i danni con un calo della
produzione dell'1,5%. Poi, c è il fatturato che
va di pari passo: -3% su tutti i fronti. Un po-
chino meglio, meccanica elettricità e mezzi
di trasporto, con una diminuzione del -1,5%.
Scende inesorabilmente il sistema della
moda (-3,5%) e precipita l'industria del legno
e del mobile (-8,5% ). Note negative anche per
i metalli (-2,8%) e l'eterogeneo gruppo delle
"altre industrie" (-4,5%).
Con questi numeri alle spalle, nemmeno la
domanda si salva: -3,6%. Unica debole nota
positiva, le esportazioni, +1,7%, rispetto allo
stesso periodo del 2011, anche se in
rallentamento nei confronti del tri-
mestre precedente.
Il successo sui mercati esteri c'è per
il sistema moda (+5,4%) e per mecca-
nica elettricità e mezzi di trasporto
(+5,4%). Deboluccie le industrie dei
metalli (+0,3%) e in discesa libera
l'export per legno e mobili (-7,0%).
Gli ordini esteri crescono dell'1,5%.
Bene le industrie alimentari (+3,7%) e
meccaniche, elettriche e dei mezzi di
trasporto (+2,7%).
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Credito: -6% le imprese di Parma I credito in Emilia Romagna sfuma. Secondo il servizio studi Intesa Sanpa-olo, nei primi mesi del 2012, il complesso dei prestiti, dopo essere cresciu-
to nel 2011, +4,8%, non si è più mosso. Le imprese a marzo hanno segnato una contrazione, -1,5% a/a in linea con la media nazionale, -1,1%, ma dopo 20 mesi di crescita. Quelli alle famiglie hanno toccato un minimo del tasso di crescita, dell'1,9% a/a rispetto al 3,4% di fine 2011 e al 6,3% di dodici mesi prima. Nel dettaglio, i prestiti alle famiglie emiliano romagnole sono cresciu-tie leggermente meno che in Italia: +2,4% a/a rispetto al +3,1% nazionale. Le erogazione alle imprese sono ivece in linea: -0,2% medio trimestrale-contro con il-0,3% nazionale. I prestiti alle imprese a livello provinciale, a marzo hanno tutte segno negativo, con l'eccezione di Ravenna, (+1,1%). Ferrara e Bologna che sono ferme, rispettivamente -0,1% e -0,2%. Meno anche per Rimini (-3,3%), Piacenza (-2,4%), Forlì Cesena (-2,1%) e Reggio Emilia (-1,0%) e Modena (-1,1%). Si è accentuata la debolezza di Parma, che a marzo 2012 ha visto un calo dei prestiti alle imprese del 6% a/a.
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