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Consiglio Nazionale dei Geologi 21 febbraio 2017

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Consiglio Nazionale dei

Geologi

21 febbraio 2017

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21 Feb 2017

Che fine hanno fatto i primi bandi postCodice: annullate opere per 170 milioni,recuperate gare per 103Alessandro Lerbini

Annullati, ripubblicati oppure aggiudicati. I bandi promossi tra il 19 e il 20 aprile dello scorsoanno, data di entrata in vigore del nuovo codice appalti, hanno subito sorti differenti. Dopo unperiodo di disorientamento e grazie a una determina dell'Anac, i bandi promossi fino al 19 aprilefurono considerati "salvi" e poterono proseguire l'iter di gara in base alle vecchie regole. Perquelli usciti il 20 aprile (ma anche nei giorni a seuire), invece, si applicò subito il Dlgs 50/2016che vieta prezzo più basso e appalto integrato. Ecco un quadro riassuntivo di quelle procedure adistanza di 10 mesi, considerando la data di pubblicazione dei bandi in Gazzetta europea (ma inalcuni casi gli avvisi erano usciti sulla Gazzetta italiana e sul profilo del committente qualchegiorno prima). Complessivamente sono state annullate opere per 170 milioni, aggiudicate per 35 milionimentre sono ancora in corso procedure per 103 milioni.

Bandi pubblicati sulla Guce il 20 aprile

È stato annullato il 31 maggio 2016 e non ancora riproposto il bando di Italferr da 4 milioni perla progettazione esecutiva e la realizzazione delle modifiche per il potenziamento dell'attualeimpianto di Cagioni con l'aumento del modulo dei binari esistenti, la centralizzazione delsistema di comando e controllo e l'elettrificazione dello scalo, al fine di potenziare la capacità dicollegamento con il Molo Polisettoriale del Porto di Taranto.

Identica sorte per la gara da 5,3 milioni per la progettazione esecutiva e la realizzazionedell'intervento di ristrutturazione dei padiglioni del polo ospedaliero Udinese: risanamentoconservativo per l'adeguamento funzionale, strutturale ed impiantistico del padiglione n. 7Petracco, riqualificazione spazi destinati alla Soc Clinica ostetrica e ginecologica 1 e 2 lotto eripristino della funzionalità delle strutture danneggiate dall'incendio. Il bando è stato interrottocon avviso sulla Gazzetta europea il 12 maggio 2016.

Era stato immediatamente annullato il bando del Cociv per i lavori di realizzazione dellasovrastruttura ferroviaria da pk 0+333,00 a pk 52+890,00 e delle opere civili di linea e relativeopere connesse da pk 44+152,65 a pk 52+974,50 nell'ambito dei lavori di realizzazione della trattaAv/Ac Terzo Valico dei Giovi, sovrastruttura ferroviaria e lotto Tortona da 159 milioni.

Procedura sospesa il 7 maggio, ma poi ripubblicata il 24 novembre 2016 per il Consorzio Colledelle Gensole di Roma che assegna la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria — 1°lotto — relative al programma urbanistico Colle delle delle Gensole. Il valore del bando (che non

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comprende più la progettazione) è sceso da 7,2 milioni della prima versione a 6,2 milioni dellaseconda. Questo avviso è scaduto il 31 gennaio 2017.

Stesso andamento anche per un altro lavoro di urbanizzazione a Roma. Il ConsorzioCecchignola Ovest ha bloccato il 25 giugno scorso, corretto l'avviso in base ai nuovi riferimentidel Dlgs 50/2016 e mandato in gara nuovamente il 3 febbraio 2017 i lavori per la realizzazionedelle opere di urbanizzazione secondaria (Comparto S1 — asilo nido e scuola materna). Il valoreè sceso da 4,6 a 4,3 milioni. L'avviso rimane aperto fino al 24 marzo.

È stato appaltato alla Le.My società cooperativa di San Prisco (Caserta) l'avviso del'Università diFirenze pubblicato il 18 aprile 2016 sulla Gazzetta italiana e il 20 aprile su quella europea per ilavori di manutenzione ordinaria di pronto intervento, opere edili, infissi e affini per gli edificidell'Università degli studi di Firenze per la durata di 3 anni, eventualmente rinnovabile per altri2. Il bando da 2,2 milioni, assegnato telematicamente al massimo ribasso attraverso laprocedura Start, è stato aggiudicato con lo sconto del 64,5 per cento.

In Sicilia è stato appaltato al Consorzio stabile Fenix di Bologna il bando per il potenziamentodei collegamenti stradali fra la Ss 115 nel tratto Comiso-Vittoria, il nuovo aeroporto di Comiso ela Ss n.514 Ragusa-Catania, prima fase funzionale — primo stralcio — lotto n. 4. Alla procedurahanno partecipato 59 concorrenti. Il prezzo vincente è stato di 4,1 milioni.

La Regione Calabria — Stazione unica appaltante Sua - è andata avanti con il bando da 58,8milioni per l'impianto di valorizzazione e recupero spinto di Mps, da Rd e Ru residui, da avviarealla filiera del riciclaggio, con annessa piattaforma di valorizzazione della frazione organica(Forsu), da realizzare in località «Alli» nel Comune di Catanzaro. L'avviso, uscito sulla Gazzettaeuropea del 20 aprile 2016, era stato pubblicato sul sito dell'ente il 18 aprile. Viste le numeroserichieste di partecipazione, il termine di scadenza del bando era stato spostato dal 18 luglio al 5settembre dello scorso anno. Sulla gara pende ora un ricorso della Daneco Impianti con il TarCalabria che ha rinviato all'udienza del 10 maggio 2017 la discussione del merito.

Risulta appena aggiudicato, il bando di Ilspa da 29,7 milioni per la progettazione esecutiva e deilavori afferenti all'intervento «Nuovo ospedale dei bambini– realizzazione di un nuovo volumeospedaliero e interventi di adeguamento e accreditamento di alcune aree presso il P.O. Buzzi diMilano. L'opera è andata a Costruzioni Generali Gilardi per 20,7 milioni.

Cavagnis costruzioni si è aggiudicato il bando per il risanamento energetico-architettonico di106 alloggi con recupero di sottotetti ad abitazione e costruzione di 10 nuovi alloggi nel progettoSinfonia della Provincia di Bolzano. Il valore finale è di 7,9 milioni.

Bandi pubblicati il 22 aprile

È scaduta il 31 maggio dello scorso anno ma non è stata ancora assegnata la gara Sogin da 7,3milioni per la progettazione esecutiva e l'esecuzione dei lavori di impermeabilizzazione delsedime di centrale e modifica della rete drenaggi (aree A - C) presso la centrale di Latina.

Il Comune di Messina ha annullato il 21 maggio e ripubblicato il 16 luglio l'avviso da 16,4 milioniper i lavori di realizzazione della strada di collegamento tra il viale Gazzi e l'approdo Fs per viaDon Blasco. La procedura non è stata ancora assegnata.

Ancora in corso a Matera la procedura aperta per l'affidamento della progettazione definitiva edesecutiva, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, esecuzione dei lavori per la

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realizzazione delle opere civili, d'armamento e segnalamento del nuovo terminal intermodalepresso il deposito F.A.L. di Serra Rifusa. L'avviso da 5,7 milioni, uscito in Guce il 22 aprile, erastato pubblicato sul sito di Ferrovie Appulo-Lucane il 18 aprile.

Bandi pubblicati sulla Guce il 19 aprile

L'Università di Napoli sta portando a termine la procedura di appalto integrato per laprogettazione definitiva, esecutiva, coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione perlavori di restauro e risanamento conservativo delle parti dell'edificio principale sito nelComplesso del Frullone necessari per la realizzazione del polo integrato per la didattica, laricerca finalizzata e per le prestazioni di elevata complessità in materia di sicurezza alimentare esanità pubblica veterinaria. Il bando da 12,4 milioni era stato pubblicato sulla Gazzetta europeadel 19 aprile (quindi fuori tempo massimo) ma era uscito sul profilo del committente il 14 aprile. Il bando è in corso di aggiudicazione. La commissione di gara si è già riunita diverse volte peresaminare le proposte dei concorrenti: nell'ultima, avvenuta il 10 febbraio, sono stati analizzati idocumenti amministrativi.

In Sardegna è stato aggiudicato al Consorzio stabile progettisti costruttori (con il ribasso del49,8%) il bando di Abbanoa da 6,5 milioni per l'efficientamento delle reti di distribuzione idrica erifacimento allacci nel distretto 6.2 nei Comuni di Banari, Bonorva, Cargeghe, Chiaramonti,Codrongianos, Giave, Muros, Nulvi, Osilo, Ossi, Padria, Ploaghe, Pozzomaggiore, Thiesi, Tissi.

Sono state aperte il 9 gennaio scorso le offerte economiche per il bando da 14,7 milioni diLaziodisu - Ente per il diritto agli studi universitari - riguardante i lavori di realizzazione diresidenze e servizi correlati per gli studenti presso l'area dello Sdo di Pietralata. La gara è incorso di aggiudicazione.

A Capua è in corso di asssegnazione la progettazione esecutiva, il coordinamento della sicurezzain fase di progettazione e l'esecuzione dei lavori dell'impianto di prova Medium Scale VacuumChamber presso il Cira - Centro Italiano Ricerche Aerospaziali. L'avviso ha un valore di 994milaeuro.

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21 Feb 2017

Correttivo/ 1. Subappalto in mano alla Pa,anche sull'indicazione della terna si decideràgara per garaMauro Salerno

Vietato, a discrezione. È il nuovo modello di subappalto che emerge dal correttivo appaltiappena messo in consultazione dal governo. La bozza che sarà discussa forse già nella prossimariunione del Consiglio dei ministri allarga gli spazi di discrezionalità concessi alleamministrazioni dal nuovo codice degli appalti.

Per capire come sta cambiando la disciplina dei subaffidamenti bisogna fare un passo indietro.Con il vecchio il Dlgs 163/2006 il subappalto infatti era sempre ammesso fino al 30% dellacategoria di lavori prevalente. Il nuovo codice ha operato due grandi modifiche. La prima è stataquella di estendere il limite del 30% all'intero importo del contratto. Dunque non soltanto ailavori prevalenti, riducendo di fatto di moltissimo gli spazi di manovra delle imprese. Laseconda modifica ha riguardato invece la scelta di spostare in campo alla Pa la possibilità didecidere se ammettere o meno i subaffidamenti. Tanto che qualche amministrazione, comel'Anas, ha deciso in qualche caso di vietare questa possibilità precisandolo nel bando.

Più che i metodi di calcolo dei tetti per i subaffidamenti è proprio questo il punto su cui leimprese hanno mosso le maggiori obiezioni. Motivo? La decisione gara per gara - èl'argomentazione dei costruttori - rende impossibile definire una strategia di impresa. Meglioorganizzarsi per affidare le lavorazioni meno strategiche all'esterno o puntare a fare tutto incasa? Se decide di volta in volta la Pa, è la risposta, impossibile decidere una volta per tuttepuntando alla massima efficienza.

Ora gli spazi di discrezionalità concessi alle amministrazioni si ampliano. Alla possibilità diconcedere o meno il subappalto si aggiunge anche quella di decidere se chiedere o meno aicostruttori di indicare con l'offerta il nome di tre subappaltatori tra cui scegliere in corso diesecuzione. Al momento non c'è via di scampo. Per gli appalti soprasoglia il Dlgs 50/2016impone l'indicazione della «terna». Mentre lascia l'opzione alle Pa per gli appalti senza interessetransfrontaliero.

Il correttivo ha già cambiato le carte in tavola due volte. La primissima bozza, infatti,introduceva la terna facoltativa, estendendo però fino alla stipula del contratto, dunque in unafase più vicina all'apertura effettiva dei cantieri, la possibilità per le imprese di indicare il nomedei subappaltatori. La bozza messa in consultazione invece lascia in mano alla Pa la scelta dichiedere o meno l'indicazione della rosa di subaffidatari. Nel caso si opti per questa strada, però,si chiarisce che l'indicazione deve arrivare con l'offerta. Esattamente come previsto ora.

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21 Feb 2017

Correttivo/2. Genovesi (Fillea Cgil): bene lemisure a tutela del lavoro, no passi indietrosulla legalitàG.La.

Stop alle correzioni sul subappalto. Per Alessandro Genovesi, segretario generale della FilleaCgil, il correttivo al Codice va nella direzione giusta quando cerca di sbullonare qualche eccessodella riforma di aprile, per accelerare l'effettiva realizzazione delle opere: succede, ad esempio,sulle regole per le concessionarie autostradali. Non bisogna, però, eccedere e arretrare sul frontedel contrasto alla legalità. Quindi, oltre alla soglia del 30%, bisognerà proteggere anche le regolesul rating di impresa e sulla disciplina dell'Anac.

«Il decreto correttivo sul nuovo Codice appalti – spiega Genovesi - segna sicuramente diversipassi avanti in termini di tutela del lavoro». È, soprattutto, il caso degli interventi sulleconcessioni autostradali, che salvaguardano migliaia di posti di lavoro, andando incontro allerichieste delle imprese. Ma anche dei ritocchi sul Durc per congruità, dell'inserimento delleclausole sociali obbligatorie.

Eppure, prosegue il segretario generale, «vi sono anche elementi di arretramento sul tema deisubappalti e della legalità che ci preoccupano e che contraddicono proprio la volontà delGoverno di premiare le imprese più strutturate e più corrette». In particolare, non convince «laproposta di escludere ogni riferimento alla responsabilità dell'operatore economico chepartecipa a gare in presenza di subappaltatori condannati in via definitiva». Allo stesso modo, èsbagliata «l'abrogazione dell'intervento da parte di Anac di misure sanzionatorie nei casi diomessa o tardiva denuncia di richieste estorsive e corruttive da parte delle imprese». E, ancora,non piacciono le correzioni alla disciplina del rating di impresa.

Ma, soprattutto, è sui subappalti che sono stati commessi errori. «Dopo il positivo compromessoraggiunto sul 30% complessivo del contratto di lavoro, servizi, forniture da poter subappaltare,ora peggiora addirittura quanto previsto dal Dlgs 163/2006, escludendo migliaia e migliaia dilavoratori da ogni possibile forma di controllo e di applicazione della responsabilità in solido».

Insomma, se è positivo l'obiettivo di «semplificare aspetti ridondanti del Dlgs n. 50/2016 ed èinteresse di tutti accelerare l'effettiva realizzazione delle opere», questo non può produrre «unabbassamento della guardia, perché nel nostro settore, quando ciò è accaduto, ha prodotto solodanni, illegalità, corruzione scaricando le contraddizioni sui lavoratori più deboli all'internodella filiera delle costruzioni». Insieme alle altre sigle sindacali, Fillea chiederà a Parlamento eGoverno di tornare indietro su questi punti.

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21 Feb 2017

Istat: le costruzioni frenano la caduta echiudono il 2016 a -0,3%Alessandro Arona

Il dato Istat finale del 2016 sulla produzione nelle costruzioni (edilizia pubblica e privata,investimenti e manutenzione ordinaria), -0,3% rispetto al 2015, dopo sei anni consecutivi di calicompresi tra il -1,9 e il -13,4%, segnala la fine della caduta del settore delle costruzioni. Nel 2010 la produzione annua era scesa del 3,3%, nel 2011 del 4,4%, nel 2012 la produzione hasegnato -13,4%, nel 2013 -10,3%, nel 2014 -6,7%, nel 2015 -1,9%, nel 2016 (come detto) -0,3%.

Ma d'altra parte questo stop alla caduta non significa inizio della ripresa. Il -0,3% annuo è fruttodi mesi positivi e mesi negativi, e gli ultimi quattro mesi sono stati tutti negativi (sempre inconfronto tendenziale con lo stesso mese del 2015: settembre -1,4%, ottobre -2,2, novembre-2,3%, dicembre -0,2%).

Il dato complessivo dell'anno è sostanzialmente a "zero", o meglio poco sotto lo zero (-0,3%),frutto di mesi altalenanti, dove quelli positivi sono gennaio (+0,7%, e ancor prima novembre2015 +4,7% e dicembre 2015 +1,3%, primi mesi positivi dopo sette anni con tutti i mesi negativi),febbraio 2016 +1,0%, aprile +28,8%, e agosto +5,1%, interrotti dal -0,6% di marzo, -3,1% maggio,-1,0% di luglio. Poi da settembre è tornato stabilmente il segno meno, come si diceva: settembre-1,4%, ottobre -2,2, novembre -2,3%, dicembre -0,2%.

Insomma, le costruzioni hanno probabilmente toccato il fondo del barile della crisi, ma non èancora chiaro se questo sia l'inizio della ripresa oppure no.

A dicembre 2016, rispetto al mese precedente, l'indice destagionalizzato della produzione nellecostruzioni registra un aumento dell'1,0%, ma questo è come sempre il dato meno significativo. Rispetto allo stesso mese del 2015 - questo il dato più significativo - a dicembre 2016 si registraun calo dello 0,2% per l'indice della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti dicalendario e del 3,5% per quello grezzo (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di dicembre2015). Nella media del 2016 gli stessi indici diminuiscono, rispettivamente, dello 0,3% e dello0,9%.

A dicembre 2016 deboli segnali anche sul fronte dell'inflazione in edilizia, mentre come mediaannua 2016 in alcuni comparti i prezzi sono addirittura in discesa: in termini tendenziali, adicembre gli indici del costo di costruzione aumentano dello 0,3% per il fabbricato residenziale,dello 0,6% per il tronco stradale con tratto in galleria e dell'1,0% per quello senza tratto ingalleria. Su base annua l'indice del costo di costruzione per il 2016 aumenta dello 0,3% rispetto all'annoprecedente per il fabbricato residenziale, mentre diminuiscono dello 0,8% entrambi gli indici deitronchi stradali, con tratto in galleria e senza tratto in galleria.

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A dicembre 2016, il contributo maggiore all'aumento tendenziale del costo di costruzione delfabbricato residenziale è da attribuire all'incremento dei costi dei materiali (+0,3 puntipercentuali). Il contributo maggiore all'aumento tendenziale degli indici del costo di costruzionedei tronchi stradali deriva dall'incremento dei costi dei materiali sia per quello con tratto ingalleria (+0,5 punti percentuali) sia per quello senza tratto in galleria (+0,9 punti percentuali).

«L'Istat - crive Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato - ci consegnaancora una volta l'indicatore che segna il lungo periodo di crisi nel settore delle costruzioni.Nonostante la leggera ripresa in dicembre sul mese precedente, rimane fortemente contratto ilsettore che tradizionalmente ha avuto un assetto particolarmente trainante nell'economiaitaliana». «È significativo - sostiene Sacconi - il ritardo delle opere pubbliche dovuto non soloalla riduzione degli investimenti nella politica di bilancio ma anche all'ulteriore contrazione della capacità di realizzazione». «Il mercato immobiliare poi, nonostante il giusto azzeramento dell'Imu sulla prima casa edalcuni sintomi di ripresa - prosegue Sacconi - rimane sofferente per la tassazione smodata ad opera di amministrazioni comunali che scaricano le loro inefficienze sulla diffusa proprietàdelle famiglie e dei piccoli imprenditori. Avrebbe senso una sessione parlamentare dedicataproprio a questo settore in modo da creare una adeguata moral suasion nei confronti di tutte le istituzioni interessate».

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21 Feb 2017

La piastrella che produce energia e altreinnovazioni, ecco come cambia l'ediliziaMila Fiordalisi

Continuano a proliferare le start up innovative della categoria «edilizia e architettura». Tanto per restare alle notizie dell'ultim'ora ammontano a una cinquantina le startup che si sonocandidate alla prima edizione del Klimahouse Startup Award, il premio organizzato in occasionedel Klimahouse 2017 per dare visibilità alle crescenti iniziative imprenditoriali e contribuire allacreazione di un ecosistema in grado di far innovare il comparto delle costruzioni.

Il risparmio energetico è decisamente uno dei filoni principali dell'innovazione. Fra le dieci startup finaliste del Premio si è piazzata Veranu con la sua mattonella in grado di convertire l'energiacinetica, quella dei passi, in energia elettrica. La start up è riuscita a sviluppare un sistema che faleva sull'effetto piezoelettrico e che può erogare fino a 2 watt di potenza per ogni passo (bastano20 passi per accendere un lampione a luci Led). È un sistema domotico all-in-one, ideale ancheper i piccoli appartamenti, Domoki di Alamdom. La soluzione consente di integrare e controllareluci, termostati, prese, tapparelle ed elettrovalvole, consentendo – assicura l'azienda – unrisparmio energetico del 20 per cento.

Il sistema è in grado anche di inviare messaggi di alert nel caso di malfunzionamenti osituazioni anomale. Per realizzare - su richiesta - un vero e proprio "piano" di abbattimento deipropri consumi energetici domestici in pochi minuti la società Greenovation ha allestito unaapposita piattaforma. La start up ha dato vita a un portale online per la progettazioneautomatizzata della riqualificazione energetica dell'abitazione. Sulla base dei dati sull'immobile che vengono inseriti dall'utente, il sistema genera un progettodi riqualificazione energetica completo e personalizzato. Non solo: è possibile ottenere ancheuna lista di imprese e impiantisti per la realizzazione degli interventi. Rendere smart edifici energivori e inquinanti attraverso la messa in campo di sensori e attuatoriwireless, algoritmi automatici e applicazioni plug&play. È questa la mission della startupEnerbrain. Il cuore del sistema è costituito da EnergyCloud, una soluzione di energy retrofitbasata sull'Internet of things che si integra con gli impianti esistenti. Authometion ha messo a punto la lampadina Led a bassissimo consumo energetico Lyt Sonicche non si limita però alla funzione di illuminazione: riesce infatti - attraverso l'analisi delleonde subsoniche - a rilevare intrusioni all'interno degli ambienti domestici o di lavoro. La lampadina di nuovissima generazione che integra l'allarme è connessa a Internet e in caso diintrusione invia immediatamente una notifica via app al proprietario o agli istituti di vigilanza. Numerose le startup impegnate a sviluppare sistemi costruttivi innovativi e materiali dalleproprietà o funzionalità inedite.

È un sistema costruttivo multistrato, una sorta di "lego" componibile in maniera semplice eveloce quello messo a punto da Modom. Di fatto si tratta di una serie di pannelli da comporre

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secondo uno schema che consente di ottenere massimo isolamento e di integrare tutti gliimpianti: la cornice portante in legno racchiude i materiali isolanti e forma un cavedio per ilpassaggio degli impianti. I pannelli sono montati a secco, tramite incastri e giunzioni meccaniche. Ed è possibileaggiungere o rimuovere pannelli facilmente, anche in seguito. SBskin ha sviluppato e brevettatouna serie di configurazioni innovative del vetromattone, al fine di ottimizzarne le prestazionienergetiche. Fra queste il vetromattone fotovoltaico, integrato con celle solari di terzagenerazione (Dsc), per installazioni esterne ossia da applicare a livello di facciata ma anche dellecoperture.

Si installa sugli edifici privi di spazi esterni consentendo dunque di avere a disposizione unpiccolo spazio verde, il "giardino pensile" progettato da Green4All. Già realizzato il primoprototipo, il giardino si presenta come una sorta di balcone-serra e può essere applicato anchesugli edifici esistenti. A firma di Brebey il procedimento che consente di ottenere dalla lavorazione della lana untessuto-non-tessuto elastico e compatto, con prestazioni decisamente superiori rispetto ai"tradizionali" isolanti a base di fibre di lana. La speciale tecnica di lavorazione è stata sviluppatainsieme con l'Ateneo di Cagliari e la soluzione risulta particolarmente innovativa anche perchéfa leva sull'uso degli scarti della lavorazione della lana. Sul mercato già disponibile il pannello Tecnolana 4075 per l'isolamento termoacustico di edificiresidenziali e per i fabbricati. Gemanco Design è specializzata in sistemi di decorazione perparete iper-personalizzabili. Il fiore all'occhiello della collezione è costituito dai mosaici inresina personalizzabili.

L'idea consiste nel riprodurre sulla parete un'immagine di un quadro d'autore, un panorama, undisegno artistico o una foto ricordo in qualsiasi colore, forma e dimensione. Produce soluzionianti-rumore la start up Ntek, che nel giro di appena tre anni di attività è riuscita a posizionarsicome la terza azienda al mondo per la produzione di soluzioni di questo tipo. L'azienda ha deciso di investire nello sviluppo di apparecchiature in grado di misurare i livelli dirumore e di isolamento dello stesso per la verifica dell'agibilità delle strutture. Infine, per ottenere sconti sugli acquisti c'è il marketplace Edilmag.it creato da Officine CreativeMarchigiane con il contributo della Scuola edile di Pesaro Urbino. Si tratta di una app persmartphone che, collegata a una piattaforma web, è in grado di far condividere rimanenze dimagazzino, attrezzature, know-how, in modo da ammortizzare gli investimenti già effettuati eda consentire risparmi ai cantieri al via.

Fa leva sull'uso dei sensori "figli" dell'Internet of things il sistema messo a punto da Sysdev per ilmonitoraggio strutturale e ambientale di edifici e infrastrutture. La start up sta collaborandocon il Comune di Torino per mettere sotto osservazione una serie di edifici. Obiettivo è siaaumentare la sicurezza delle strutture sia migliorare la qualità degli ambienti indoor nonchéabbattere i consumi energetici. Mettere in sicurezza le porte delle abitazioni per evitare che siblocchino in caso di sisma e per contenere i cedimenti strutturali. Quake saver, il nome della soluzione di Lf System Italia, che si compone di una barra in acciaio edi una serie di cuscinetti che assorbono e dissipano l'energia in caso di sollecitazione evitando ilblocco delle porte in caso di evento sismico. Last but not least cominciano a farsi strada le soluzioni che fanno leva sulla virtual reality: lastart up inVRision realizza virtual room in cui si possono simulare contesti iperrealistici in cuitoccare con mano i parametri del progetto attraverso una vera e propria esperienza immersiva.Già creato il prototipo ResiZone, simulatore per il real estate e l'arredamento.

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21 Feb 2017

Roma, bocciato il progetto del Ponte deiCongressi: addio appalto da 145 milioniGiuseppe Latour

Bocciatura secca. Con la richiesta di rimettere mano a diverse questioni: collocazione dellastruttura, sistemazione degli impianti, aspetti geologici, urbanistici e di viabilità. Il Consigliosuperiore dei lavori pubblici, con un parere datato 20 gennaio 2017, rimanda al mittente ilprogetto del Ponte dei Congressi di Roma, il maxi intervento da 145 milioni di euro che dovràcollegare l'Eur al quartiere della Magliana, mettendo in connessione le due rive del Tevere.L'organo tecnico consultivo del ministero delle Infrastrutture, in un durissimo documento di 46pagine, fa segnare una clamorosa svolta (in negativo) per l'opera attesa da decenni a stappare ilnodo viario a Sud-Ovest della Capitale che, tra le altre cose, coinvolge indirettamente anche lostadio della Roma. E non ci sono solo questioni tecniche, ma anche procedurali: pensato comeun appalto integrato, il bando che arriverà non potrà più seguire quella strada. La gara, infatti,

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era tra quelle rimaste incagliate con l'entrata in vigore del Dlgs n. 50 del 2016, lo scorso 19 aprile.Il blitz della pubblicazione a ridosso della scadenza, all'epoca, non era riuscito. E adesso i tempipotrebbero allungarsi di molto

Partiamo dalla conclusione: il progetto definitivo relativo al primo stralcio della realizzazionedel Ponte dei congressi, per il Consiglio superiore, deve «essere rivisto, modificato e integrato inbase alle osservazioni, raccomandazioni e prescrizioni contenute nei considerato cheprecedono, nell'attuale fase di progettazione definitiva e comunque prima dell'attivazione delleprocedure di affidamento dei lavori». In pratica, una bocciatura che si compone di parecchiaspetti.

Si parte da quelli urbanistici. L'opera ha bisogno di una variante al Prg del 2008 ma, almomento, «non risulta in atti se sia stato emesso il provvedimento di conclusione delprocedimento di localizzazione». Ma non solo. Il parere solleva anche diversi dubbi sullequestioni progettuali. A partire dalla valutazione di possibili alternative: «Non è dato conoscerese la soluzione prescelta sia scaturita anche sulla base di una valutazione di costi iniziali e attesio di altre considerazioni legate a modalità costruttive, né quali motivi abbiano condotto allascelta della soluzione "ad arco" per il nuovo ponte». Ma il rilievo più pesante di tutto il parereriguarda le spalle del ponte: occuperanno l'argine del fiume o parti collocate immediatamente aridosso dell'argine. Una soluzione non consentita dalle Ntc 2008.

Mancano riferimenti agli aspetti impiantistici: «In merito l'assemblea è del parere che per gliaspetti impiantistici debba essere redatto, nella presente fase progettuale, un progettodefinitivo, completo di tutti gli elaborati previsti dalla normativa vigente in materia di lavoripubblici e che venga chiarito quali sono le parti del progetto impiantistico realizzate nel primostralcio e quelle eventualmente realizzate con altri appalti, nonché il coordinamento delle partistesse fra loro, anche ai fini della funzionalità dell'intervento».

Tra le opere collaterali, ci sarà un nuovo sistema di attraversamenti ciclabili e pedonali dei quali,però, non si trovano tracce negli elaborati progettuali. Per quanto attiene lo specifico aspetto delprogetto stradale, poi, «si segnala che negli elaborati trasmessi emergono talune incompletezzeaventi rilievo ai fini della fattibilità di parti dell'intervento». Poi, in merito alle barriere disicurezza indicate negli elaborati di progetto, «anche in questo caso il progetto non espone icriteri di scelta, le prestazioni da conseguire e le particolari accortezze da seguirenell'installazione, in rapporto ai livelli di traffico e alla composizione dello stesso, alle velocitàpraticate, alla tipologia stradale in trattazione».

Ancora, sul fronte dei rilievi geologici la relazione illustrativa del progetto spiega che «qualoravenissero riscontrate cavità ipogee dovranno essere predisposte soluzioni progettuali tali dagarantire la stabilità permanente delle opere stradali, in funzione delle dimensioni delle cavità,del loro sviluppo ipogeo e della profondità della volta rispetto al piano di campagna». Per ilConsiglio superiore si tratta di un'affermazione che «desta non poche perplessità», perché, «glieventuali dubbi relativi alla presenza di cavità» devono «essere risolti in modo definitivo primadi procedere alla redazione del progetto esecutivo e comunque prima dell'affidamento deilavori». Ancora, c'è la questione dei cantieri. Per il Consiglio superiore il tema dellacantierizzazione dell'intervento è stato «adeguatamente indagato». Andrebbe, però, «tenuto indebito conto l'impatto dei cantieri sulla viabilità esistente, e segnatamente le interferenze con lapossibile realizzazione prima, ed utilizzo poi, del nuovo stadio della Roma».

Infine, per completare il quadro, c'è un problema legato alla procedura: «Dalla documentazionein atti si rileva che l'appalto avrebbe dovuto avere ad oggetto la progettazione esecutiva el'esecuzione di lavori sulla base del progetto definitivo elaborato dall'amministrazioneaggiudicatrice». Quindi, un appalto integrato che, però, in base al nuovo Codice appalti «non èpiù utilizzabile», tranne che per gli affidamenti a contraente generale.

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21 Feb 2017

Sismabonus, ok alle classi sismiche:saranno 8. Più spazio ai piccoli interventiGiuseppe Latour

Qualche limatura sulle classi di rischio, che passeranno da sei a otto, con l'introduzione della"A+", presa di peso dal modello della certificazione energetica. E due soli schemi per effettuare lediagnosi (nella prima bozza erano tre) con una conferma importante delle indiscrezioni deigiorni scorsi: sarà dato più peso al sistema semplificato, che avrà una portata maggiore e, nelleintenzioni, dovrà essere utilizzato con più frequenza. Sono questi i ritocchi più importanti chel'assemblea plenaria del Consiglio superiore dei lavori pubblici ha portato, rispetto alle bozzecircolate nelle scorse settimane, alle linee guida per la classificazione sismica degli edifici. Nellamattinata di ieri, come previsto, l'organo tecnico consultivo del Governo ha, infatti, dato il suotimbro finale al documento che dovrà dare attuazione al nuovo sismabonus. Adesso il ministerodelle Infrastrutture dovrà completare la sua parte e licenziare, entro il 28 febbraio, il decreto chefarà definitivamente decollare lo sconto fiscale.

La plenaria di ieri, presieduta da Massimo Sessa, ha chiuso un lavoro che, nelle ultimesettimane, si era fatto parecchio intenso, dopo l'accelerazione sollecitata dal ministro delleInfrastrutture, Graziano Delrio. La commissione con il compito di redigere il documento finale siè scontrata su vari punti, ma alla fine ha prevalso la richiesta esplicitata proprio dal ministro:chiudere il testo per attivare il sismabonus nei tempi previsti dalla legge, senza periodi di buco.Così, il voto di ieri segna una svolta per il nuovo sgravio fiscale. Il pacchetto di attuazione,infatti, si compone delle linee guida e del decreto del Mit. Il pezzo più rilevante del sistema è,però, il primo.

Nel merito il sistema esce leggermente ritoccato rispetto alla prima versione. L'idea guida restala stessa: un tecnico effettuerà la diagnosi sull'immobile, incasellandolo in una delle nuove classidi rischio. Poi, progetterà gli interventi di messa in sicurezza e, dopo la loro esecuzione, andrà amisurare di nuovo il livello di pericolosità della struttura: saltando di una classe o di due siotterrà il bonus, fino a un massimo dell'85%. Concretamente, saranno analizzate la situazionedel sito di costruzione e la vulnerabilità dell'edificio. La classe dipenderà da una stimaeconomica: le linee guida consentono, infatti, di misurare il costo medio annuo da sostenere perriparare i danni e coprire le perdite causate da possibili eventi sismici.

Il primo cambiamento, rispetto alle bozze delle scorse settimane, arriva sulle classi che passanoda sei a otto: in più ci saranno la A+ e la G. Per effettuare la diagnosi, poi, vengono messi adisposizione degli operatori due metodi, al posto dei vecchi tre. Il primo, quello semplificato, èbasato su meccanismi rapidi, ispirati ai rilievi effettuati dalla Protezione civile negli scenari diemergenza, e può essere impiegato per le operazioni sugli edifici in muratura. Nelle intenzionidel Consiglio superiore, in sostanza, è quello che andrà impiegato con più frequenza. L'idea diquesto metodo è creare una procedura speciale, meno costosa, per stimolare i cittadini a metterein sicurezza i loro fabbricati con piccoli interventi di rammendo, come le catene utilizzate persostenere gli edifici in muratura o la ristrutturazione di un tetto di un piccolo immobile. Nella

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visione del ministro Graziano Delrio, un'operazione diffusa di piccoli investimenti di questo tipopotrebbe salvare molte vite in caso di sisma. Chiuso questo passaggio, comunque, ora resta daapprovare solo il decreto.

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Servizi di architettura e di ingegneria: Il balletto delle percentuali 21/02/2017

Nel corso dell’audizione del 16 febbraio scorso il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio (leggi news) ha dichiarato che, dopo l’entrata in vigore del Codice dei contratti, i servizi di architettura e di ingegneria hanno avuto un incremento del 50%. Questa affermazione fa seguito a quelle dell’osservatorio oice/informatel che parla di un 2016 in forte crescita con le gare per servizi di sola progettazione a +45,6% (leggi news)e del Consiglio nazionale degli ingegneri che dà, per il 2016, incrementi a doppia cifra.

Non sappiamo da dove vengono ricavate tali percentuali di segno positivo mentre siamo certi che il reddito professionale nel 2016 si è deteriorato rispetto a quello del 2015 e che il reddito professionale medio, negli ultimi anni, è sempre diminuito. Da dove provengono i dati esposti dal Ministro Delrio, dall’osservatorio Oice/informatel e dal CNI? Forse da basi parziali della situazione relativa ai servizi di architettura e di ingegneria in Italia?.

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Sul problema abbiamo voluto sentire il parere del deputato Claudia Mannino che è, anche, componente dell’VIII commissione (Ambiente, Territorio e Lavori pubblici) della Camera dei deputati che ha, tra l’altro ascoltato la dichiarazione del Ministro Delrio.

Claudia Mannino che tra l’altro è un architetto ci ha così risposto:

“Non conosco i dati in possesso del Ministro Delrio, dell’Osservatorio Oice/infomatel e del Consiglio nazionale architetti ma credo che per un’analisi seria della problematica sia opportuno agganciarsi agli unici dati che non possono essere opinabili che sono quelli relativi alla pubblicazione quadrimestrale dell'Autorità Nazionale Anticorruzione sulle procedure di affidamento perfezionate di importo superiore o uguale a € 40.000. La pubblicazione che ANAC diffonde si riferisce a dati aggregati per tutti i servizi ma ho ottenuto, tramite apposita e puntuale richiesta di accesso agli atti, dall’ANAC dati disaggregati per i soli Servizi attinenti all'architettura e all'ingegneria, anche integrata; servizi attinenti all'urbanistica e alla paesaggistica; servizi affini di consulenza scientifica e tecnica; servizi di sperimentazione tecnica e analisi (Codice CPV da 71000000-8 a 71900000-7 (escluso 71550000-8) e 79994000-8). I risultati ottenuti, esaminando i dato disaggregati che ho ricevuto dall’ANAC, danno risultati non in line con le dichiarazioni del Ministro Delrio e con i dati esposti da Oice/informatel e dal CNI ed, infatti, i risultati per il 2015 danno 2580 CIG rilasciati per un importo complessivo a base d’asta di Euro 2.876.526.708 mentre per il 2016 il risultato è di 1609 CIG rilasciati con un importo complessivo a base d’asta di Euro 747.469.361. Il risultato del 2016 rispetto al 2015, in termini percentuali è, dunque, di una contrazione dei CIG rilasciati, del 38% circa e di una contrazione dell’importo a base d’asta del 75%. Dati certamente negativi e certamente da ritenere corretti in quanto prelevati da una fonte ufficiale qual è l’ANAC. Concludo dicendo che probabilmente se anche l'Anac, che ogni anno pubblica dettagliate relazioni sullo stato della corruzione (con non pochi richiami alla scarsa digitalizzazione ed al facile accesso alle informazioni da parte del cittadino ai documenti della pa) pubblicasse tutti i dati in suo possesso in particolare per un settore così importante come il mondo degli appalti, manderebbe un segnale importante di cambiamento".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Speciale Codice Appalti

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Riqualificazione e sicurezza delle periferie: Modifiche ai Dpcm 25/05/2016 e 6/12/2016 21/02/2017

Sulla Gazzetta Ufficiale n.40 del 17 febbraio 2017, è pubblicato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 16 febbraio 2017, recante “Modifica dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri 25 maggio 2016 e 6 dicembre 2016 in materia di riqualificazione e sicurezza delle periferie”. Con il decreto in argomento sono introdotte le seguenti modifiche ai due citati decreti:

al DPCM 25 maggio 2016 relativo all’Approvazione del bando con il quale sono definiti le modalità e la procedura di presentazione dei progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane, dei comuni capoluogo di provincia e della città di Aosta vengono integralmente sostituiti i commi 3 e 4 dell’articolo 1

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al DPCM 6 dicembre 2016 relativo all’Approvazione della graduatoria del Programma straordinario di intervento per la riqualifi cazione urbana e la sicurezza delle periferie, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 maggio 2016 vengono integralmente sostituito i commi 3, 4 e 5 dell’articolo 5 oltre ad ulteriori modificazioni ai commi 4 e 5 dell’articolo 4.

Le modifiche si sono rese necessarie a causa di alcuni discrasie. In particolare le percentuali disposte dall'articolo 4, commi 3 e 4, del DPCM 25 maggio 2016 e successivamente ribadite dall'art. 5, commi 3, 4 e 5, del DPCM 6 dicembre 2016 non consentono l'allineamento tra l'avanzamento dei progetti e l'erogazione dei relativi finanziamenti, determinando l'anticipazione delle risorse necessarie da parte degli enti partecipanti al Programma straordinario ed è stato, quindi, ritenuto necessario adeguare le percentuali di erogazione del finanziamento alle percentuali di avanzamento degli stessi, al fine di far fronte tempestivamente alle esigenze finanziarie degli enti partecipanti al Programma straordinario.

Ecco i motivi per i quali si è reso necessario intervenire con alcune modifiche ai due decreti al fine di consentire l'allineamento tra l'avanzamento dei progetti e l'erogazione dei relativi finanziamenti.

In allegato il testo del DPCM 25 maggio 2016 coordinato e del DPCM 6 dicembre 2016 coordinato in cui sono state inserite le modifiche introdotte dal DPCM 16 febbraio 2017.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 16 febbraio 2016

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Nuovo Stadio di Roma: Il no dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e le possibili soluzioni 21/02/2017

“È stato un errore confondere lo stadio con i grattacieli e metterli insieme sulla riva del Tevere. La Valle del Tevere va tutelata: non ammette operazioni così invadenti. È stato un errore stravolgere il PRG invertendo il principio sacrosanto dell’uso pubblico della rendita che per i due terzi deve tornare alla città. Principio stabilito dal Piano Regolatore vigente dal 2008 e poi divenuto norma nazionale”: comincia così un documento della sezione Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, che sottolinea gli errori e le incongruenze dell’operazione stadio a Roma a Tor di Valle ed elenca le possibili soluzioni.

Il documento prosegue: “Questi errori li abbiamo denunciati più di due anni fa, in un documento pubblico. Sostenevamo già allora che lo Stadio nel luogo dove un tempo c’era un galoppatoio, potrebbe farsi, purché nel rispetto del Piano Regolatore, tutelando e valorizzando le qualità ambientali e paesaggistiche. Perciò occorre rivedere l’impianto e i

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costi delle infrastrutture di trasporto che sono alla base della pretesa di realizzare i grattacieli, una nuova “centralità”, anche questa in spregio al PRG. Le centralità infatti dovrebbero spostare attività e servizi di alto livello nelle periferie che ne sono prive, ma l’area di Tor di Valle è vuota, non è una periferia urbanizzata! Così, oltre ad essere sbagliata dal punto di vista ambientale, la pretesa centralità è soprattutto sbagliata dal punto di vista urbanistico perché propone solo pesi insediativi aggiuntivi nel posto sbagliato. In questa ottica occorre rivedere drasticamente l’impianto del progetto e i costi delle infrastrutture, guardando alla città e all’intero ambito urbano, più ancora che allo Stadio”.

Per quanto riguarda le infrastrutture, spiega il documento di Inu Lazio che “si vuole costruire un nuovo ponte carrabile sul fiume. Ma c’è già un nuovo ponte (il Ponte dei Congressi) un poco più a monte, con un progetto vincitore di un concorso internazionale indetto dal Comune di Roma che, insieme con l’esistente ponte della Magliana, risolverebbe l’innesto con la città dei due fasci infrastrutturali da un lato e dall’altro del Tevere. Il progetto definitivo ha passato il vaglio di tutte le conferenze dei servizi, è finanziato dallo Stato con 145 milioni di euro ed aspetta il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per indire la gara. Un lavoro di anni, che ha visto uniti il Comune, i due Municipi interessati e tutti i comitati e le associazioni sulle due sponde. Costruire, sull’onda di una proposta privata, un altro ponte sul Tevere che fa gonfiare le cubature del business park ed è privo di un quadro di viabilità per l’intero settore urbano, è inaccettabile”.

Inoltre è “ugualmente da rivedere il prolungamento della linea B della metropolitana al servizio dello Stadio. Anche in questo caso la priorità deve essere data non alla realizzazione del nuovo “tronchetto” bensì alla trasformazione in vera linea metropolitana della Roma – Lido che riguarda un bacino di oltre 200.000 persone, al collasso da tempo e il cui disservizio è nelle cronache di ogni giorno. La ristrutturazione della linea deve farsi con l’accordo di tutte le Amministrazioni interessate. In tal modo, considerando che gli eventi plenari dello Stadio si svolgono in orari e giornate non di punta, la linea ristrutturata offrirebbe un servizio importante allo Stadio e alla città. Occorre dunque rivedere il progetto in modo radicale”.

Inu Lazio lancia poi una proposta operativa: “Se poi si verificasse che la realizzazione dello Stadio e del parco tematico, senza le cosiddette torri e nella dimensione di circa 112.000 mq di superficie utile lorda ammessa dal PRG e nella conseguente applicazione del principio dell’uso pubblico della rendita (contributo straordinario), non fossero sufficienti a finanziare le infrastrutture di trasporto, e se il Comune e la sua Avvocatura dovessero riconoscere che la delibera votata nel dicembre 2014 configura diritti acquisiti da parte

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della Società privata (circostanza di cui è lecito dubitare) allora e solo allora la concessione della edificabilità per uffici necessaria a completare il finanziamento delle opere pubbliche potrebbe essere spostata in altre aree, previste dal PRG e servite dal trasporto pubblico su ferro. Nonostante tutto è ancora possibile evitare quello che sarebbe un disastro ambientale e urbanistico, purché si abbiano come guida una visione complessiva della città e gli strumenti di pianificazione che la rappresentano”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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ISTAT: A Dicembre Produzione costruzioni -0,2% rispetto ad novembre 21/02/2017

A dicembre 2016, rispetto al mese precedente, l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni registra un aumento dell’1,0%.

Nello stesso mese, gli indici di costo del settore aumentano dello 0,1% per il tronco stradale con tratto in galleria e dello 0,3% per quello senza tratto in galleria, mentre rimangono invariati per il fabbricato residenziale.

Nonostante gli incrementi di novembre e dicembre, nel quarto trimestre dell'anno l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è diminuito dello 0,7% rispetto al trimestre precedente.

Rispetto allo stesso mese del 2015, a dicembre 2016 si registra un calo dello 0,2% per l'indice della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti di calendario e del 3,5% per quello grezzo (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di dicembre 2015). Nella media del 2016 gli stessi indici diminuiscono, rispettivamente, dello 0,3% e dello 0,9%.

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In termini tendenziali, a dicembre gli indici del costo di costruzione aumentano dello 0,3% per il fabbricato residenziale, dello 0,6% per il tronco stradale con tratto in galleria e dell'1,0% per quello senza tratto in galleria. In media annua l'indice del costo di costruzione per il 2016 aumenta dello 0,3% rispetto all'anno precedente per il fabbricato residenziale, mentre diminuiscono dello 0,8% entrambi gli indici dei tronchi stradali, con tratto in galleria e senza tratto in galleria.

A dicembre 2016, il contributo maggiore all'aumento tendenziale del costo di costruzione del fabbricato residenziale è da attribuire all'incremento dei costi dei materiali (+0,3 punti percentuali). Il contributo maggiore all'aumento tendenziale degli indici del costo di costruzione dei tronchi stradali deriva dall'incremento dei costi dei materiali sia per quello con tratto in galleria (+0,5 punti percentuali) sia per quello senza tratto in galleria (+0,9 punti percentuali).

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Testo integrale e nota metodologica

Serie storiche

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Codice dei contratti: Correttivo nel labirinto delle approvazioni 20/02/2017

Seguiremo passo passo l’iter dell’approvazione del decreto correttivo che ha avuto inizio venerdì 17 (brutto giorno per i superstiziosi ma noi non lo siamo!) Febbraio con l’inizio dello svolgimento delle consultazioni, così come previsto all’articolo 1, comma 2 della legge delega 20 gennaio 2016, n. 11, delle principali categorie di soggetti pubblici e privati destinatari della nuova normativa. E’ presumibile che il DAGL(Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi) della Presidenza del Consiglio dei Ministri abbia già sentito, sul testo messo in consultazione, l’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione).

Il testo è in consultazione sino alla mezzanotte del 22 febbraio e, successivamente, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dopo aver esaminato eventuali osservazioni dei principali operatori del settore, predisporrà un testo definitivo corredato della relazione illustrativa che sarà approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri; visto che i Consigli dei ministri, da quando il premier è Paolo Gentiloni, si svolgono il venerdì e che il testo definitivo non potrà, presumibilmente, essere pronto prima del Consiglio dei Ministri di venerdì 24 febbraio prossimo è ipotizzabile che venga approvato

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nel consiglio dei Ministri del 3 marzo 2017, praticamente nella stessa data, a distanza di un anno da quando fu approvato in via preliminare lo schema del nuovo codice dei contratti (leggi news).

Resterebbero, quindi, alla scadenza del 19 aprile 2017, soltanto 47 giorni.

Vediamo, adesso, quali sono i passi successivi all’approvazione preliminare da parte del Consiglio dei Ministri. Come previsto all’articolo 1, comma 3 della legge delega n. 11/2016, il decreto legislativo correttivo, corredato della relazione tecnica che dia conto della neutralità finanziaria dei medesimi o di nuovi o maggiori oneri derivanti, è adottato, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sentiti i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della giustizia, dell'economia e delle finanze e della difesa successivamente ai pareri del Consiglio di Stato, della Conferenza unificata e delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari. Il Consiglio di Stato e la Conferenza delle Regioni devono pronunciarsi entro 20 giorni mentre le Commissioni parlamentari entro 30 giorni dalla trasmissione.

I 47 giorni utili prima della scadenza del 19 aprile 2017 dovranno, quindi, ridursi di qualche giorno (non meno di 4 giorni) per il concerto dei vari Ministeri e, quindi, il numero di giorni utili scenderebbe al di sotto dei 45 giorni.

Tutto potrebbe filare liscio se le Commissioni parlamentari dovessero utilizzare anche tutti i 30 giorni a propria disposizione senza rinviare il testo al Governo a causa del fatto che talune disposizioni non siano conformi ai principi e criteri direttivi di cui alla legge delega perché ove, invece, ciò non si verifichi e le commissioni dovessero rinviare il provvedimento al Governo (come previsto al citato comma 3 dell’articolo 1 della legge delega) le stesse avrebbero altri 15 giorni di tempo per esprimersi e sarebbe, in questo caso, possibile che venga superata la scadenza del 19 aprile 2017 senza che il Governo abbia più la possibilità di approvare il decreto correttivo a causa della scadenza della delega.

Tra l’altro mentre nel caso del decreto legislativo del Codice dei contratti la scadenza del 18 aprile 2016 non era inderogabile in quanto si trattava del termine per il recepimento delle direttive europee da cui è scaturito il codice; se si fosse andati oltre non sarebbe accaduto nulla perché non si è mai verificato l'avvio di una procedura di infrazione per lo sforamento di un termine europeo per qualche giorno mentre nel caso del decreto correttivi il termine è, invece, perentorio perentorio in quanto, successivamente, alla scadenza del 19 aprile 2017 scadrebbe la delega, il Governo non potrebbe più emanare il decreto legislativo ed il provvedimento potrebbe vedere la luce soltanto con u decreto-legge o ad una legge ordinaria che, in entrambi i casi, dovrebbero essere approvati dal Parlamento.

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Ma c’è di più perché, mentre nel caso del decreto legislativo 18 aprile 2016, le commissioni parlamentari scelsero la strada di un parere favorevole senza fare alcun appunto sulla non conformità ai principi e criteri direttivi di cui alla legge delega, oggi la situazione è diversa come abbiamo rilevato nel corso dell’audizione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio del 15 febbraio scorso (leggi news) quando alcuni componenti delle due commissioni parlamentari riunite hanno espresso il loro parere negativo sulla schema di correttivo del 9 febbraio 2017 che non si discosta poco da quello messo in consultazione; come è possibile riscrontrare dalla registrazione dell’audizione (leggi news) il senatore Stefano Esposito, relatore della legge delega n. 11/2016, nel proprio intervento non ha camuffato il “profondo imbarazzo” legato al fatto che “alcuni punti della bozza siano da considerare fuori delega” e tra questi le aperture sul divieto di appalto integrato, la revisione delle norme sul subappalto e l'allargamento del novero delle stazioni appaltanti che potrebbero evitare gli obblighi di qualificazione.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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Correttivo Codice dei contratti in consultazione

Testo a fronte d.lgs. n. 50/2016 3 colonne

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Consiglio LLPP approva Linee Guida Classificazione Sismica Edifici: 2 commenti sul testo del 20/02/2017

Oggi 20 febbraio 2017, l’Assemblea del Consiglio Superiore dei LLPP presieduta da Massimo Sessa ha approvato le “Linee Guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni”. Il documento è stato approvato, con voto unanime, nella versione proposta dalla commissione relatrice coadiuvata dal gruppo di lavoro, senza nessuna modifica o variazione. La redazione di INGENIO approfondirà il documento attraverso la pubblicazione di alcune interviste o commenti. Franco Braga, Presidente ANIDIS

Il documento approvato è un documento snello (12 pagine) che da un punto di vista tecnico non presenta sostanziali novità rispetto a quello che già i tecnici fanno nelle attività di valutazione e di progetto di interventi di miglioramento sismico. Sostanzialmente l’ingegnere incaricato dell’attività deve effettuare una valutazione di sicurezza per lo stato limite di danno (SLD) e per lo stato limite di salvaguardia della vita (SLV), sia nello stato di fatto sia nello stato di progetto, nel rispetto di quanto previsto dalle norme tecniche delle costruzioni.

Avremo quindi un documento sostanzialmente operativo, che richiede ai professionisti di determinare una classe di rischio in forza del costo dei danni che si accompagnano al superamento di ciascuno stato limite (è questa la vera novità) e dell’Indice di sicurezza ottenuto come rapporto tra la PGA di capacità allo SLV e la PGA di domanda prevista dalla norma sempre allo SLV. In funzione di questi 2 parametri si attribuirà la classe di rischio: sia nello stato di fatto sia nello stato di progetto. Occorre sottolineare che le linee guida sono riservate agli edifici di civile abitazione “non tutelati”. Non si applicano quindi ad edifici storici per i quali sarà necessario che il MIBACT si attivi per definire, di concerto con il Consiglio Superiore dei LL. PP., apposite Linee Guida. Per gli edifici “normali” il documento approvato oggi, che dovrà essere ora approvato dal Ministro, è molto utile. Consentirà di comprendere quali sono gli interventi e i costi per portare la struttura ad avere coefficienti di sicurezza più vicini a quelli previsti dalle norme e rischio sismico minore dell’attuale e in che misura tali interventi possano essere finanziati. Il proprietario avrà quindi gli strumenti per comprendere se e come intervenire, oppure abbattere e

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ricostruire. Nella predisposizione di questo documento non siamo partiti dal nulla; a livello internazionale esiste la ATC 71 che contiene alcuni concetti similari, ma lo sviluppo che ne ha dato il Consiglio Superiore è assolutamente innovativo. Va evidenziato che il documento non si lega a specifiche tecniche di rinforzo, ma alle prestazioni. Il professionista valuta lo stato di fatto, valuta quali interventi fare, assevera le sue decisioni. Non c’è nulla di prefigurato, il tecnico ha mano libera (nel rispetto ovvio delle norme tecniche) ed è lui che dovrà definire quale soluzione adottare per avere il migliore rapporto benefici/costo nel raggiungere il miglioramento sismico desiderato, mantenendo la sicurezza sopra i livelli minimi definiti. Al fine di conseguire la massima efficacia l’uscita di questo documento sarà accompagnata, su espressa volontà del presidente Sessa, da una campagna di formazione da svolgere sotto l’egida del Consiglio Superiore dei LL.PP. che riguarderà professionisti e tecnici delle istituzioni; vi sarà inoltre una commissione di monitoraggio, sempre costituita presso il Cons. Sup. dei LL.PP. al fine di valutare in modo permanente l’efficacia del documento. Infine vorrei evidenziare perchè si è intervenuti su un documento che, nel dibattito tecnico che c’è stato, molti ritenevano già concluso. Si è intervenuti perché il Consiglio Superiore ha sentito il bisogno di inserire all’interno delle Linee Guida, che erano interamente focalizzate sul rischio, anche il tema della sicurezza. Questa integrazione ha comportato la necessità di riscrivere alcune parti, e quindi di rendere la valutazione del rischio compatibile con la valutazione della sicurezza, il tutto tenendo conto dei limiti previsti dalle norme per il miglioramento. Infine, si è deciso di semplificare il testo per renderlo immediatamente applicabile da parte del professionista. Per la campagna di formazione e informazione si renderà disponibile, sempre a cura del Consiglio Superiore dei LL. PP., un documento che illustri estesamente le basi scientifiche del documento tecnico. La prima occasione vera per discutere i risultati di questa importante iniziativa e approfondire le sue basi scientifiche sarà il Congresso ANIDIS di settembre a Pistoia. Ci sarà infatti una sessione dedicata alla valutazione dei primi risultati e alle conseguenze valutabili di questa iniziativa.

Giovanni Cardinale, Vice Presidente CNI Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri è soddisfatto in quanto le Linee di Classificazione Sismica degli Edifici approvate oggi introducono elementi che fanno parte della cultura dei professionisti italiani e si inquadrano nel contesto normativo esistente (le NTC 2008) e di quello in fase di uscita (NTC 2017). Questo ne semplificherà l’applicazione. Gli Ordini faranno comunque il loro ruolo organizzando della formazione

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specifica. Queste Linee Guida sono quindi fin da subito “spendibili”, ma ovviamente la loro efficacia dovrà essere monitorata: in questo il CNI è pronto a fare la sua parte. Questo documento è importantissimo non solo perchè consentirà di gestire i finanziamenti per gli interventi di miglioramento sismico, ma avrà anche conseguenze culturali sulla professione, aprirà alla diagnostica specialistica, alla cultura della conoscenza, e sarà un volano anche per l’edilizia. Il CNI ha collaborato attivamente sia alla predisposizione delle Linee Guida, che del documento tecnico del decreto., in cui si stabiliscono le modalità di attuazione delle Linee Guida. Anche questo documento è pronto per essere inviato al Ministro. Voglio sottolineare che non si creerà un albo specifico dei valutatori, perchè è un’attività che si rivolge ad attori già presenti nel processo edile: il progettista, i DL, il collaudatore. Questo soddisfa la nostra categoria, abbiamo purtroppo già avuto modo di vedere che gli albi speciali non solo non funzionano, ma spesso generano delle sacche di non competenza. Le responsabilità le portiamo all’interno delle competenze e dei controlli dei nostri professionisti, iscritti a Ordini e quindi “sotto controllo” per legge. In tal senso vorrei evidenziare con una metafora cosa penso di questa decisione, di non generare un albo chiuso di professionisti abilitati, e al tempo stesso di come si sia arrivati a questo risultato finale, cioè di avere condiviso le predisposizione in modo ampio: io non sono innamorato della figura geometrica del cerchio perchè una figura chiusa, che delimita chi sta dentro e chi sta fuori. Ma ricordiamoci che la parte che sta fuori è sempre più grande, e per questo prima o poi prevarrà, sempre.

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fonte foto: DPC_sito web

Terremoto centro Italia: consegnate ieri ai

cittadini di Norcia le prime 18 casette Lunedi 20 Febbraio 2017, 11:22

E' avvenuta ieri a Norcia la consegna delle chiavi delle prime 18 SAE (Soluzioni abitative in emergenza),

situate nella frazione di San Pellegrino

Sono state consegnate ieri, domenica 19 febbraio, ai cittadini di Norcia, le chiavi delle prime 18 Sae -

Soluzioni abitative in emergenza. Realizzate nella frazione di San Pellegrino, sono le prime abitazioni

completate nelle aree colpite dal terremoto.

Si tratta di undici casette da 40 metri quadri e sette da 60, completamente arredate e realizzate nel

rispetto della normativa antisismica e del risparmio energetico. La Regione Umbria aveva attivato l’appalto

con l’ordinativo dei moduli il 30 settembre 2016. I lavori di urbanizzazione dell’area sono iniziati l’1 dicembre

mentre il montaggio dei moduli è partito l’8. Le casette sono state assegnate ai cittadini che ne avevano

fatto richiesta in seguito al terremoto del 24 agosto secondo criteri stabiliti dall’amministrazione comunale.

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La cerimonia di consegna è avvenuta alla presenza del Sindaco Nicola Alemanno, dell’Assessore della

Regione Umbria Fernanda Cecchini e del Vice Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo

Borrelli.

"Questo è il risultato dello sforzo di cinque mesi difficili, ma è anche la risposta migliore che lo Stato potesse

dare - ha dichiarato il sindaco Alemanno - Oggi possiamo dire che le istituzioni qui hanno lavorato come

meglio non si potesse, nonostante le tante difficoltà".

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Diminuisce l’ossigeno negli oceani, colpa del riscaldamento globale Geomar: «Questi cambiamenti possono avere conseguenze biologiche di vasta

portata»

[21 febbraio 2017]

Tre ricercatori del Geomar Helmholtz-Zentrum für Ozeanforschung di Kiel, Sunke Schmidtko, Lothar. Stramma e Martin Visbeck, hanno pubblicato su Nature “Decline in global oxygen content during the past five decades”, il primo studio approfondito, l’analisi più completa sulla perdita di ossigeno negli oceani del mondo e la loro causa fatta finora, e le notizie non sono per niente buone. Secondo gli oceanografi tedeschi, «Il cambiamento globale in atto fa sì che le temperature oceaniche aumentino e cambia la circolazione oceanica. Quindi meno ossigeno si scioglie nelle acque superficiali e meno ossigeno viene trasportato nell’oceano profondo. Questa riduzione di apporto di ossigeno oceanico ha importanti conseguenze per gli organismi nell’oceano».

Lo studio è stato sostenuto dal progetto Mittelfristige Klima Prognosen (Miklip, Modul 3), che è finanziato dal ministero dell’Istruzione e della Ricerca federale tedesco e dal Collaborative Research Center 754/Sonderforschungsbereich 754 (Sfb), finanziato dalla Deutsche Forschungsgemeinschaft dell’università di Kiel e da Geomar. Lo scopo dell’Sfb 754 è quello di comprendere meglio l’interazione tra clima e biogeochimica del mare tropicale.

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L’ossigeno è essenziale per la vita sulla terra e per quasi tutti gli organismi che vivono nell’oceano. «Tuttavia – sottolineano i tre scienziati del Geomar – l’apporto di ossigeno negli oceani è minacciato in due modi dal riscaldamento globale: le acque superficiali più calde assorbono meno ossigeno rispetto alle acque più fredde. Inoltre, l’acqua più calda stabilizza la stratificazione del mare. Questo indebolisce la circolazione che collega la superficie con l’oceano profondo e viene trasportato meno ossigeno nel mare profondo. Pertanto, molti modelli prevedono una diminuzione delle scorte globali oceaniche di ossigeno a causa del riscaldamento globale. La prima valutazione globale di milioni di misurazioni dell’ossigeno sembra confermare questo trend e i punti per primi impatti del cambiamento globale».

Schmidtko, il principale autore dello studio pubblicato su Nature, dice che «Questo dimostra che il contenuto di ossigeno degli oceani è minuito di oltre il 2% negli ultimi 50 anni. Dal momento che in particolare i grandi pesci evitano le aree a basso contenuto di ossigeno o non ci sopravvivono, questi cambiamenti possono avere conseguenze biologiche di vasta portata». Per realizzare il loro studio, i ricercatori tedeschi hanno utilizzato tutti i dati storici dell’ossigeno disponibili in tutto il mondo e li hanno integrati con le attuali misurazioni, affinando così procedure di interpolazione per ricostruire con maggiore precisione lo sviluppo del bilancio dell’ossigeno nel corso degli ultimi 50 anni. Ricerche precedenti avevano già mostrato una diminuzione dell’ossigeno in alcune aree. Schmidtko spiega ancora: «Tuttavia, quantificare le tendenze per l’intero oceano era più difficile, in quanto i dati sull’ossigeno nelle regioni remote e nell’oceano profondo sono scarsi. Per la prima volta, siamo stati in grado di documentare la distribuzione dell’ossigeno e le sue modifiche per tutto l’oceano».

Un altro degli autori dello studio, Stramma, sottolinea che «Queste cifre sono una condizione essenziale per migliorare le previsioni per l’oceano del futuro. Lo studio dimostra anche che, con l’eccezione di alcune regioni, il contenuto di ossigeno è diminuito in tutto il mare durante il periodo considerato. La più grande perdita è stata scoperta nel Pacifico settentrionale. Sebbene la lieve diminuzione di ossigeno nell’atmosfera sia attualmente considerato non critico, a causa della distribuzione non uniforme, le perdite di ossigeno nell’oceano possono avere conseguenze di vasta portata. Per la pesca e le economie costiere questo processo può avere conseguenze dannose».

L’atro autore della ricerca, Visbeck, aggiunge: «Tuttavia, con le sole misurazioni, non possiamo spiegare tutte le cause. I processi naturali, che avvengono su scale temporali di qualche decennio, possono aver contribuito alla diminuzione osservata. Tuttavia, i risultati della ricerca sono coerenti con la maggior parte dei modelli di calcolo che prevedono un’ulteriore diminuzione di ossigeno negli oceani a causa delle maggiori concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica e, di conseguenza, di più elevate temperature globali».

Stramma, che coordina le spedizioni scientifiche dell’Sfb, annuncia nuove ricerche: «Dall’inizio di marzo in poi, quattro spedizioni a bordo della nave da ricerca tedesca Meteor studieranno la tropical oxygen minimum zone nel Pacifico orientale, al largo del Perù. Speriamo di ottenere ulteriori dati sullo sviluppo regionale, che ci aiutino a capire meglio le tendenze globali»

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Stadio e grattacieli a Roma, il no dell’INU Lazio Istituto Nazionale di Urbanistica: ‘il progetto propone pesi insediativi aggiuntivi nel posto sbagliato’ 21/02/2017

Foto: stadiodellaroma.com

21/02/2017 - “È stato un errore confondere lo stadio con i grattacieli e metterli insieme sulla riva del Tevere. La Valle del Tevere va tutelata: non ammette operazioni così invadenti. È stato un errore stravolgere il PRG invertendo il principio sacrosanto dell’uso pubblico della rendita che per i due terzi deve tornare alla città. Principio stabilito dal Piano Regolatore vigente dal 2008 e poi divenuto norma nazionale”. Comincia così un documento della sezione Lazio dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), che sottolinea gli errori e le incongruenze dell’operazione stadio a Roma a Tor di Valle ed elenca le possibili soluzioni.

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“Questi errori li abbiamo denunciati più di due anni fa, in un documento pubblico - prosegue l’INU Lazio. Sostenevamo già allora che lo Stadio nel luogo dove un tempo c’era un galoppatoio, potrebbe farsi, purché nel rispetto del Piano Regolatore, tutelando e valorizzando le qualità ambientali e paesaggistiche. Perciò occorre rivedere l’impianto e i costi delle infrastrutture di trasporto che sono alla base della pretesa di realizzare i grattacieli, una nuova ‘centralità’, anche questa in spregio al PRG”. Le centralità - secondo gli urbanisti - “dovrebbero spostare attività e servizi di alto livello nelle periferie che ne sono prive, ma l’area di Tor di Valle è vuota, non è una periferia urbanizzata! Così, oltre ad essere sbagliata dal punto di vista ambientale, la pretesa centralità è soprattutto sbagliata dal punto di vista urbanistico perché propone solo pesi insediativi aggiuntivi nel posto sbagliato. In questa ottica occorre rivedere drasticamente l’impianto del progetto e i costi delle infrastrutture, guardando alla città e all’intero ambito urbano, più ancora che allo Stadio”. Per quanto riguarda le infrastrutture, il documento di Inu Lazio spiega che “si vuole costruire un nuovo ponte carrabile sul fiume. Ma c’è già un nuovo ponte (il Ponte dei Congressi) (che ha però ricevuto parere negativo dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici n.d.r.) un poco più a monte, con un progetto vincitore di un concorso internazionale indetto dal Comune di Roma che, insieme con l’esistente ponte della Magliana, risolverebbe l’innesto con la città dei due fasci infrastrutturali da un lato e dall’altro del Tevere”. “Il progetto definitivo - prosegue l’INU - ha passato il vaglio di tutte le conferenze dei servizi, è finanziato dallo Stato con 145 milioni di euro ed aspetta il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per indire la gara. Un lavoro di anni, che ha visto uniti il Comune, i due Municipi interessati e tutti i comitati e le associazioni sulle due sponde. Costruire, sull’onda di una proposta privata, un altro ponte sul Tevere che fa gonfiare le cubature del business park ed è privo di un quadro di viabilità per l’intero settore urbano, è inaccettabile”.

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Inoltre, è “ugualmente da rivedere il prolungamento della linea B della metropolitana al servizio dello Stadio. Anche in questo caso la priorità deve essere data non alla realizzazione del nuovo ‘tronchetto’ bensì alla trasformazione in vera linea metropolitana della Roma-Lido che riguarda un bacino di oltre 200.000 persone, al collasso da tempo e il cui disservizio è nelle cronache di ogni giorno. La ristrutturazione della linea deve farsi con l’accordo di tutte le Amministrazioni interessate. In tal modo, considerando che gli eventi plenari dello Stadio si svolgono in orari e giornate non di punta, la linea ristrutturata offrirebbe un servizio importante allo Stadio e alla città. Occorre dunque rivedere il progetto in modo radicale”. Inu Lazio lancia poi una proposta operativa: “Se poi si verificasse che la realizzazione dello Stadio e del parco tematico, senza le cosiddette torri e nella dimensione di circa 112.000 mq di superficie utile lorda ammessa dal PRG e nella conseguente applicazione del principio dell’uso pubblico della rendita (contributo straordinario), non fossero sufficienti a finanziare le infrastrutture di trasporto, e se il Comune e la sua Avvocatura dovessero riconoscere che la delibera votata nel dicembre 2014 configura diritti acquisiti da parte della Società privata (circostanza di cui è lecito dubitare), allora e solo allora la concessione della edificabilità per uffici necessaria a completare il finanziamento delle opere pubbliche potrebbe essere spostata in altre aree, previste dal PRG e servite dal trasporto pubblico su ferro. Nonostante tutto è ancora possibile evitare quello che sarebbe un disastro ambientale e urbanistico, purché si abbiano come guida una visione complessiva della città e gli strumenti di pianificazione che la rappresentano”. Fonte: INU Lazio

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Ricostruzione, Realacci: ‘devolvere l’8permille ai beni culturali’ di Paola Mammarella

Disegno di legge terremoto: proposta l’istituzione di zone franche urbane e zone economiche speciali 21/02/2017

21/02/2017 – Destinare per dieci anni l’8 per mille allo Stato per la ricostruzione

dei beni culturali e istituire Zone franche urbane nei territori colpiti dai terremoti

del centro Italia. Sono le proposte lanciate da Ermete Realacci, presidente della

Commissione Ambiente della Camera, per il “rafforzamento delle misure”

contenute nel disegno di legge per la conversione del decreto terremoto (DL

8/2017).

Il testo ha iniziato il suo iter proprio dalla Commissione Ambiente della Camera,

dove nei prossimi giorni saranno ascoltati in audizione anche i Presidenti delle

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Regioni coinvolte, il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e il Commissario

straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani.

Terremoto, 8 per mille ai beni culturali

Dopo l’illustrazione del disegno di legge da parte della relatrice, Chiara Braga,

Ermete Realacci ha focalizzato l’attenzione sulla ricostruzione dei beni culturali

che, ha affermato “hanno riportato danni gravi ed estesi”. Per dare un segnale

forte alle popolazioni colpite ha quindi proposto che lo Stato per dieci anni

devolva a questo obiettivo l’8permille incassato.

Nelle prossime sedute saranno molto probabilmente presentati degli

emendamenti sull’argomento.

Terremoto, Zone franche urbane e Zone economiche speciali

Realacci ha proposto anche l’istituzione delle Zone Franche Urbane (ZFU). Il

Governo si era mostrato favorevole a questa misura di sostegno, che però non ha

trovato spazio nel decreto legge.

Le ZFU sono aree infra-comunali in cui si attuano programmi di

defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese. Le

agevolazioni consistono in: esenzione dalle imposte sui redditi; esenzione

dall'IRAP; esenzione dall'imposta municipale propria (IMU); esonero dal

versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente.

L’on. Oreste pastorelli (Gruppo Misto) ha proposto anche la creazione di Zone

Economiche Speciali (ZES), cioè aree in cui, oltre alle misure di defiscalizzazione,

sono presenti misure di sostegno finanziario, infrastrutturale e logistico, ma

anche norme e procedure differenti da tutto il resto del Paese.

Norme correlate

Decreto Legge 09/02/2017 n.8 Nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017

Bozza non ancora in vigore 09/02/2017 Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017

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Terremoto: M5S chiede di interpellare i professionisti sul disegno di legge di Paola Mammarella Mannino: ‘contattare architetti, ingegneri e geometri che si assumono la responsabilità degli accertamenti’ 21/02/2017

Consiglia

21/02/2017 – Ascoltare architetti, ingegneri e geometri nel ciclo di audizioni sul disegno di legge di conversione del Decreto “Terremoto” (DL 8/2017). È la richiesta avanzata dalla Deputata M5S, Claudia Mannino, in Commissione Ambiente della Camera, dove la discussione sul ddl ha avuto il via. Terremoto, le audizioni in programma L’intenzione è quella di procedere con ritmi abbastanza serrati per consentire l’avvio immediato degli interventi di ricostruzione. Domani, mercoledì 22

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“Questi errori li abbiamo denunciati più di due anni fa, in un documento pubblico - prosegue l’INU Lazio. Sostenevamo già allora che lo Stadio nel luogo dove un tempo c’era un galoppatoio, potrebbe farsi, purché nel rispetto del Piano Regolatore, tutelando e valorizzando le qualità ambientali e paesaggistiche. Perciò occorre rivedere l’impianto e i costi delle infrastrutture di trasporto che sono alla base della pretesa di realizzare i grattacieli, una nuova ‘centralità’, anche questa in spregio al PRG”. Le centralità - secondo gli urbanisti - “dovrebbero spostare attività e servizi di alto livello nelle periferie che ne sono prive, ma l’area di Tor di Valle è vuota, non è una periferia urbanizzata! Così, oltre ad essere sbagliata dal punto di vista ambientale, la pretesa centralità è soprattutto sbagliata dal punto di vista urbanistico perché propone solo pesi insediativi aggiuntivi nel posto sbagliato. In questa ottica occorre rivedere drasticamente l’impianto del progetto e i costi delle infrastrutture, guardando alla città e all’intero ambito urbano, più ancora che allo Stadio”. Per quanto riguarda le infrastrutture, il documento di Inu Lazio spiega che “si vuole costruire un nuovo ponte carrabile sul fiume. Ma c’è già un nuovo ponte (il Ponte dei Congressi) (che ha però ricevuto parere negativo dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici n.d.r.) un poco più a monte, con un progetto vincitore di un concorso internazionale indetto dal Comune di Roma che, insieme con l’esistente ponte della Magliana, risolverebbe l’innesto con la città dei due fasci infrastrutturali da un lato e dall’altro del Tevere”. “Il progetto definitivo - prosegue l’INU - ha passato il vaglio di tutte le conferenze dei servizi, è finanziato dallo Stato con 145 milioni di euro ed aspetta il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per indire la gara. Un lavoro di anni, che ha visto uniti il Comune, i due Municipi interessati e tutti i comitati e le associazioni sulle due sponde. Costruire, sull’onda di una proposta privata, un altro ponte sul Tevere che fa gonfiare le cubature del business park ed è privo di un quadro di viabilità per l’intero settore urbano, è inaccettabile”.

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Inoltre, è “ugualmente da rivedere il prolungamento della linea B della metropolitana al servizio dello Stadio. Anche in questo caso la priorità deve essere data non alla realizzazione del nuovo ‘tronchetto’ bensì alla trasformazione in vera linea metropolitana della Roma-Lido che riguarda un bacino di oltre 200.000 persone, al collasso da tempo e il cui disservizio è nelle cronache di ogni giorno. La ristrutturazione della linea deve farsi con l’accordo di tutte le Amministrazioni interessate. In tal modo, considerando che gli eventi plenari dello Stadio si svolgono in orari e giornate non di punta, la linea ristrutturata offrirebbe un servizio importante allo Stadio e alla città. Occorre dunque rivedere il progetto in modo radicale”. Inu Lazio lancia poi una proposta operativa: “Se poi si verificasse che la realizzazione dello Stadio e del parco tematico, senza le cosiddette torri e nella dimensione di circa 112.000 mq di superficie utile lorda ammessa dal PRG e nella conseguente applicazione del principio dell’uso pubblico della rendita (contributo straordinario), non fossero sufficienti a finanziare le infrastrutture di trasporto, e se il Comune e la sua Avvocatura dovessero riconoscere che la delibera votata nel dicembre 2014 configura diritti acquisiti da parte della Società privata (circostanza di cui è lecito dubitare), allora e solo allora la concessione della edificabilità per uffici necessaria a completare il finanziamento delle opere pubbliche potrebbe essere spostata in altre aree, previste dal PRG e servite dal trasporto pubblico su ferro. Nonostante tutto è ancora possibile evitare quello che sarebbe un disastro ambientale e urbanistico, purché si abbiano come guida una visione complessiva della città e gli strumenti di pianificazione che la rappresentano”. Fonte: INU Lazio

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I segnali dei Campi Flegrei Redazione 20 Febbraio 2017

Un nuovo metodo per interpretare i segnali registrati dalle reti di monitoraggio vulcanico e comprendere i processi comuni a molti sistemi vulcanici, tra cui i Campi Flegrei. A svilupparlo

uno studio a firma INGV, pubblicato su Geophysical Research Letters

Conoscere il sistema vulcanico dei Campi Flegrei per valutarne la pericolosità, è l’obiettivo dello studio, dal titolo Signature of magmatic processes in strainmeter records at Campi Flegrei (Italy), condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) della Sezione di Pisa, recentemente pubblicato su Geophysical Research Letters.

Figure 1: la caldera dei Campi Flegrei, con indicati gli strumenti utilizzati per lo studio La caldera dei Campi Flegrei è da decenni in uno stato di unrest (instabilità), caratterizzato da sciami di lievi terremoti, deformazioni del suolo e una intensa attività fumarolica. Le cause di questi fenomeni, che indicano come il vulcano sia attivo pur se non in eruzione,

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sono ancora in fase di studio e non è chiaro se la loro origine coinvolga solo il sistema idrotermale o anche quello magmatico. “Questa ricerca”, spiega Chiara Montagna, ricercatrice INGV, “propone, per la prima volta, un metodo grazie al quale l’interazione tra magmi (mixing) – processo che avviene in profondità e che potrebbe essere considerato precursore di eruzioni – può essere individuato analizzando i movimenti del suolo vulcanico (segnali di deformazione)”.

Figura 2: la Bocca Grande, una delle fumarole della Solfatara che testimonia l’attività del vulcano Il processo di mixing è comune a molti sistemi vulcanici, tra cui i Campi Flegrei; avviene quando un magma tipicamente ricco in gas, proveniente da grandi profondità (8-15 km), raggiunge una camera magmatica più superficiale, degassata, dove si mescola con il magma già presente. Un processo che lascia tracce nei prodotti eruttati. E proprio dallo studio di questi ultimi, si comprende come spesso il mixing tra magmi preluda e sia causa di eruzioni.

Le dinamiche magmatiche, associate al mixing, sono state riprodotte da sofisticate simulazioni al computer, in grado di calcolare anche le deformazioni indotte sul terreno.

“Le deformazioni del suolo, osservate utilizzando strumenti particolarmente sensibili denominati strainmeters”, prosegue Chiara Montagna, “sono state confrontate con quelle calcolate al computer. Da tale confronto emergono forti similitudini, in determinati periodi di tempo, che permettono di ipotizzare l’arrivo di nuovo magma all’interno di serbatoi a bassa profondità (3-4 km). Minime oscillazioni del terreno, non percepibili dall’uomo e che avvengono in periodi lunghi, (dell’ordine di 100 – 1000 secondi), sono registrate dagli strumenti e rappresentano la manifestazione superficiale dei processi profondi. Questo fenomeno è stato osservato in particolare nei dati registrati a fine ottobre 2006, quando la caldera è stata scossa da uno sciame sismico. Da qui l’idea che quest’ultimo possa essere legato alla risalita di magma verso profondità minori”.

In questo modo, è possibile ricostruire quasi in tempo reale cosa sta succedendo all’interno del vulcano e, dunque, prevedere quale potrebbe essere l’evoluzione del sistema verso un’eruzione o meno.

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Lunedì 20 Febbraio 2017

INGV: i vertici della rete sismica nazionale lasciano i loro incarichiI finanziamenti sono diminuiti ed è aumentata la precarietà lavorativa. Il numero dei tecnici è insufficiente asopperire all'aumento del carico di lavoro per i sismi degli ultimi mesi

Il capo della rete sismica nazionale, Salvatore Mazza, e il responsabile della sezione ingegneristica della retesismica nazionale, Alberto Delladdio, si sono dimessi dai loro incarichi.

“Il Cnt (Centro nazionale terremoti) è sicuramente una grande sezione con persone straordinarie che riescono asopperire a molte delle deficienze dell'Ingv, ma purtroppo queste caratteristiche di resilienza mi pare siano statesfruttate un po' troppo in questi ultimi anni e in questa crisi in particolare”, ha spiegato Mazza in una lettera.

“Da dieci anni svolgo un incarico usurante, sulla breccia giorno e notte, domenica e Natale”, ha dichiaratoDelladdio. “In questi sei mesi siamo stati particolarmente provati dalla successione degli eventi: in un ente concentinaia di dipendenti la parte che si occupa del monitoraggio e della manutenzione delle stazioni sismicheconta solo una trentina di tecnici”.

A queste due dimissioni si sono aggiunte quelle di due responsabili di funzioni dell'Osservatorio catanesedell'Etna.

“Si intervenga immediatamente, di mezzo c'è la sicurezza nazionale del Paese”, ha detto ai giornalisti l'expresidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Enzo Boschi.

L'attuale presidente dell'INGV, Carlo Doglioni, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

In merito ad alcuni articoli usciti in questi giorni sugli organi di informazione e stampa, si rimarca che dal 24agosto 2016, inizio della sequenza sismica più importante e drammatica dal terremoto dell’Irpinia del 1980,l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha lavorato costantemente, assicurando alla Nazione unainformazione permanente, rapida e puntuale sul fenomeno in atto. In sei mesi sono stati localizzati oltre 55.000terremoti, numero che di solito si raggiunge in 5 anni.

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I vertici della rete sismica nazionale lasciano i loro incarichi

Page 51: Consiglio Nazionale dei Geologi · 2017. 2. 21. · impianto di Cagioni con l'aumento del modulo dei binari esistenti, la centralizzazione del sistema di comando e controllo e l'elettrificazione

Questo lavoro immane è stato svolto dal personale di ruolo e precario dell’Ente con un grande sforzo, senzarisorse aggiuntive e con vera abnegazione: a loro va il ringraziamento di tutto l’INGV.

Il Direttore del Centro Nazionale Terremoti (CNT), Salvatore Mazza, ha dato le proprie dimissioni agli organi divertice dell’Ente solo ed esclusivamente per sopraggiunti problemi familiari e rimarrà in carica finoall’espletamento della nuova procedura selettiva.

Nel frattempo l’Istituto ha continuato e continua, 24 ore su 24, a monitorare i nostri vulcani e i terremoti checolpiscono il territorio italiano.

L’Istituto rimane un Ente di ricerca solido ed è un attore fondamentale del Servizio Nazionale della ProtezioneCivile: con coesione svolge i suoi compiti istituzionali al massimo livello di professionalità. Nonostante lasofferenza finanziaria in cui versa, l'INGV seguiterà a operare con determinazione per raggiungere risultatiscientifici sempre più avanzati.

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