digitalic: rossella rasulo - intervista

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Ha esordito con un blog di grande successo e oggi Rossella Rasulo e’ al suo secondo ro manzo. Dopo Ti voglio vivere ha pubblicato Mi piace vederti felice. In questa intervista esclusiva racconta la sua storia e che cosa ama, davvero: scrivere.

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Page 1: Digitalic: Rossella Rasulo - Intervista
Page 2: Digitalic: Rossella Rasulo - Intervista

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BLOGURU

O

Il mestiere di

Occhi chiari, ma non azzurri, sgranati sul mondo.

Rossella Rasulo, scrittrice al secondo romanzo per Mondadori, ha uno sguardo che illumina ciò che osserva. Porta i capelli a caschetto e non perché sia di moda; dopo aver provato altre acconciature è tornata a quella di sempre, d’altra parte le sta bene e quindi perché cambiare per forza, aggiungere qualcos’altro? In fondo nella vita (quella molecolare che ha studiato per anni) c’è solo l’essenziale, nulla di più; eppure è perfetta. Così è lei e la sua scrittura: essenziale. Le emozioni che racconta nei suoi libri inondano le pagine e sono descritte con le parole necessarie, senza aggiunte, senza filtri, per questo sono così potenti. Forse la biologia le ha dato questo sguardo analitico verso il mondo e la vita. D’altronde è il suo sogno di bambina: voleva fare l’immunologa, affascinata dall’enciclopedia medica del papà.

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Nome: Rossella Rasulo

Età: 32

Difetto: sono testarda; ho imparato l’arte del compromesso, ma solo in caso di emergenza

Pregio: mi adatto al contesto in cui sono

Ultimo libro letto: Changing places di David Lodge

Film preferito: Il grande sonno, Il discorso del re e molti altri

Cosa non sopporti: l’incoerenza e l’ipocrisia

La passione di osservare, dissezionare, costruire l’ha portata anche a realizzare da sé il suo primo pc…Ero un maschiaccio da ragazzina, sono cresciuta in una compagnia di ragazzi e molti di loro studiavano in un istituto tecnico di informatica. Osservandoli e chiedendo consiglio mi sono costruita da sola il primo pc. Ho comprato tutti i componenti, dal disco fisso al processore, collegando cavi e montando schede.

Cosa voleva fare con il pc?Scrivere soprattutto. Le mie riflessioni personali. E poi erano i primi anni di Internet, volevo scoprire quel mondo.

Poco tempo dopo è diventata protagonista di quel mondo. Ha aperto un blog che ha avuto grande successo. Com’è avvenuto?Inizialmente mi sfogavo, scrivevo il mio diario in Word. Lo aprivo, scrivevo, lo chiudevo e mi sentivo una

persona migliore. Poi una mia amica mi ha segnalato un blog, da lì ne ho scoperti altri. In breve tempo sono diventati un appuntamento quotidiano. Facevo colazione, leggevo i blog, commentavo, poi andavo all’università. Molti mi dicevano che avrei dovuto crearne uno mio. Così ho provato, senza velleità letterarie, non volevo impressionare nessuno.

Scrivevo come mi veniva, senza curare troppo la forma.Ad un certo punto mi sono accorta di avere un pubblico molto più ampio di quello che mi aspettavo. Quando hai un pubblico hai anche una responsabilità, per cui ho cominciato ha curare di più la forma, la punteggiatura. Avevo un pubblico e dovevo intrattenerlo.

© foto Monica Silvawww.monicasilva.it

Rossella Rasulo in un momento dell’intervista nella redazione di Digitalic

© foto Barbara Silbe

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HA ESORDITO CON UN BLOG DI GRANDE SUCCESSO E OGGI ROSSELLA RASULO E’ AL SUO SECONDO ROMANZO. DOPO

TI VOGLIO VIVERE HA PUBBLICATO MI PIACE VEDERTI FELICE.

IN QUESTA INTERVISTA ESCLUSIVA RACCONTA LA SUA STORIA E CHE COSA

AMA, DAVVERO, SCRIVERE.

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BLOGURU

così mi hanno chiesto di scrivere un romanzo per ragazzi, appunto Ti voglio vivere.

Il blog si fa per non farlo? Cioè nel farlo si aspira a diventare altro?Molti lo aprono per farsi notare: è una finestra per mettersi in luce. La blogosfera è un microcosmo in cui oggi ci sono poche novità. Tutti scrivono allo stesso modo. Come tutte le piccole comunità anche il Web sa essere spietato con chi emerge. Vive degli stessi meccanismi di un grande ufficio, con invidie ed elementi che vanno avanti non per merito, ma per amicizie.

Il Web non è meritocratico? Non emerge chi merita? È esattamente come ogni altro ambiente. Qualcuno meritevole emerge grazie ai propri mezzi, ma nella maggior parte dei casi le collaborazioni più importanti arrivano per conoscenza. Chi fa strada grazie alle proprie capacità viene escluso dalla cricca.

Quindi è complicato essere una scrittrice sociale, che arriva dai blog?Sono stata la prima a esordire con un romanzo e non con una raccolta di post. Tutto il “giro” ha voluto dire la sua. Sono piovute molte critiche preconcette; molti penso non abbiano nemmeno letto il romanzo, si sono scagliati contro il genere “per ragazzi”, ma nessuna vera critica letteraria. Si impara a convivere con questi attacchi

e a concentrarsi sul romanzo successivo, che dovrebbe essere sempre il migliore. Bisogna scrivere per evolversi continuamente.

E che cosa vale la pena scrivere nel romanzo successivo?È dilemma più grande. Secondo me ogni libro deve avere un messaggio, deve lasciare qualcosa al lettore. Se c’è questo messaggio intorno si può costruire una storia che vale la pena essere raccontata, altrimenti il libro verrà presto dimenticato. È così anche nella vita: non si ricordano tutti i giorni, ma solo quelli che ci hanno lasciato qualcosa.La lettura, poi, è un’esperienza viva, attiva. Vieni portato, a volte trascinato, all’interno di storie, ricordi, emozioni. Esiste una grande responsabilità nello scrivere e per me vale la pena farlo se si sfida il lettore (almeno un po’), se gli si dà qualcosa su cui ragionare, se gli si offre la possibilità di crescere e di imparare leggendo.

C’è stato un momento in cui ha pensato: “Ce l’ho fatta”?Sono consapevole di aver avuto un percorso fortunato: sono venuti a cercarmi. Anche a livello familiare sono stata fortunata. Ma non ho mai pensato, e non penserò mai, di essere arrivata. C’è sempre un minimo di insoddisfazione in quello che realizzo, che poi è la spinta a migliorarsi continuamente, altrimenti, anche in un lavoro così creativo, si rischia di ricadere nella routine.

Dal blog al romanzo, ci vuole umiltà e coraggio per rimettersi in discussione?In effetti il blog e il romanzo sono due forme espressive completamente diverse. Sul Web bisogna esprimersi in 10, 20 righe al massimo. I blog vengono letti, anzi spiati, in ufficio. Il romanzo è un’altra cosa: ha una sua costruzione, deve avere un ritmo, deve essere coerente. Il talent scout che mi ha scoperto ha apprezzato la mia capacità di adattare lo stile di scrittura al mezzo utilizzato e all’argomento,

Il blog non è passato inosservato…Sono arrivate richieste per scrivere su altre piattaforme. Era il periodo in cui molte riviste aprivano i blog; con varie collaborazioni ho visto che potevo mettere insieme quasi uno stipendio. Poi è arrivata una mail: era la Mondadori che mi chiedeva se avessi voluto scrivere un libro per loro. Come si poteva dire no? Così è nato il primo romanzo Ti voglio vivere. Ho lasciato il lavoro d’ufficio e ho scelto di fare quello che mi piaceva.

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OLTRE ALLA SCRITTURA HA LA PASSIONE PER LA

FOTOGRAFIA. VANNO D’ACCORDO QUESTE

DUE ARTI?LA FOTOGRAFIA E’ UN ALTRO MODO DI RACCONTARE UNA STORIA. HA,

PER ME, LO STESSO SCOPO DI UN LIBRO, DI UN

ROMANZO. SOLO CHE NELLA

FOTOGRAFIA IL RACCONTO E’

SINTETIZZATO IN FOTOGRAMMA E NON IN MOLTE

PAROLE. CREDO CHE IN FONDO VADANO NELLA

STESSA DIREZIONE. IO FOTOGRAFO

PERCHE’ MI PIACE, MI RILASSA

E MI EMOZIONA.