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Chimica Fisica – Dr. Fabio Mavelli Dipartimento di Chimica – Università degli Studi di Bari
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Dip
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di C
him
ica
F.Mavelli - Laboratorio Chimica Fisica I - a.a. 2011-2012
Misura
Metodi
1
Laboratorio di Chimica Fisica
a.a. 2013-2014
Univ
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D
ipart
imento
di Chim
ica
F.Mavelli
Teoria degli Errori
Stima dell’errore
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Stima errore assoluto
Vanno distinti i seguenti 4 casi:
Metodo Indiretto Legge di
propagazione dell’errore
Misure ripetute
Letture su scala graduata
Errore strumentale
Metodo diretto
Metodo strumentale
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Scala Graduata
Se il risultato della misura si ottiene tramite una lettura su di una scala graduata, l’errore che si commette può essere stimato facilmente come la semi-differenza fra due tacche successive, ossia come la più piccola quantità misurabile diviso due.
3.60 0.05 cm
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Errore strumentale In alcuni strumenti è dichiarato dal costruttore l’errore percentuale o relativo commesso sulla singola misura.
Negli strumenti analogici la lettura viene effettuata mediante un indice mobile su di una scala graduata l’errore sarà la metà fra due tacche successive
Negli strumenti digitali l’errore può essere stimato come l’incertezza sull’ultima cifra significativa riportata dal display
Errore percentuale
Strumenti Analogici
Strumenti Digitali
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Misure ripetute Nel caso di più misure ripetute abbiamo già visto come una stima della grandez-za può essere ottenuta facendo la media aritmetica delle singole misure ottenute:
xN
x
x
N
1i
i
m
ossia sommando i valori xi delle singole misure e dividendo per il numero totale N di misure fatte
simbolo media aritmetica x
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Misure ripetute
Si può dimostrare che in assenza di errori sistematici se xr è il valore reale della grandezza in esame allora:
rN
xN
x
lim
N
1i
i
ossia al tendere ad infinito del numero di singole misure il loro valor medio tende al valore reale della grandezza in esame.
rN
xxlim
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Misure ripetute Dato un insieme di N misure della grandezza xi vengono definite deviazioni dal valor medio le differenze di così espresse:
xxd ii
ossia le differenze (dette anche scarti o scostamenti) fra le singole misure ed il valor medio.
Le deviazioni possono assumere valori sia positivi che negativi proprio perché le singole misure possono assumere valori superiori o inferiori alla media a causa degli errori casuali
0dxx ii 0dxx ii
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Misure ripetute
1 2 3 4 5 6 7 8 9 100.97
0.98
0.99
1
1.01
1.02
1.03
x i
i
1.0074
1.0189
0.9816
0.9955
0.9880
0.9973
1.0239
0.9795
0.9804
1.0249
0.0077
0.0192
-0.0181
-0.0042
-0.0117
-0.0024
0.0242
-0.0202
-0.0193
0.0252
xi di
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
0.9997x
La media aritmetica degli scostamenti non può essere usata per stimare l’incertezza della misura poichè la sommatoria delle deviazione di è nulla.
0d i N
i
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Dimostriamo: 0d i N
i
N
i
N
i
N
i
N
i 11
i
1
i
1
i xxxxd
xNxN
x
x1
i1
i
N
i
N
i
dove:
mentre dalla definizione di valor medio:
xNxxxx
N volte
1
N
i
per cui sostituendosi ottiene:
0xN-xNxxd11
i
1
i
N
i
N
i
N
i
Ricordando la definizione di deviazione:
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Misure ripetute
1
xx
1
d1i
2
i
1i
2
i
x
NNs
NN
Per stimare l’incertezza sulla singola misura viene introdotta la deviazione standard (standard deviation):
definita come la radice quadrata della somma delle deviazioni al quadrato diviso per il numero di misure meno 1.
Elevare al quadrato le deviazioni evita che la loro sommatoria sia nulla.
Estrarre la radice quadrata rende le dimensioni di sx uguali a quelle del valor medio.
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Misure ripetute
1
xx1i
2
i
x
Ns
N
Il fatto che al denominatore ci sia il fattore (N-1) e non N, implica che nel caso di una sola misura non sia possibile stimare l’incertezza.
Deviazione standard
0
0
11
xx2
11x
sN=1
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Misure ripetute
xx s
In conclusione, nel caso delle misure ripetute il valore della grandezza in esame può essere stimato come il valor medio, mentre l’incertezza come la standard deviation:
una migliore stima dell’errore si ottiene introducendo la deviazione standard della media
N
sxx
La giustificazione dell’affermazione precedente è dovuta la teorema del limite centrale che verrà enunciato dopo l’introduzione della distribuzione gaussiana.
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Il metodo indiretto per la misura di una grandezza x permette di stimare il valore della grandezza in esame attraverso la misura di altre grandezze y,z,w,… ad essa correlate mediante una relazione matematica:
,...,, wzyfx
Propagazione dell’errore
per cui se ym,zm,wm,… rappresentano i valori misurati per le grandezze y,z,w,… una stima della grandezza x sarà data da:
,...,, mmmm wzyfx
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Il problema che ci poniamo adesso è se sia possibile stimare l’errore commesso nella valutazione della grandezza x, note le stime degli errori commessi sulle grandezze y,z,w,…
Propagazione dell’errore
dy, dz, dw,… dx
ym,zm,wm,… xm
ossia vogliamo capire come gli errori sulle grandezze misurate si propaghino sulla grandezza derivata in esame.
f
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Ricordiamo che: affermare che la misura della grandezza x è uguale a
Definizione Errore
xm ± dx
significa affermare che se un’altro sperimentatore eseguisse la stessa misura utilizzando la nostra procedura troverebbe un valore per la variabile x compreso nell’intervallo di valori:
xnew [xmin, xmax]
xmax = xm+dx
xmin = xm- dx
xm
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Propagazione dell’errore
ym,zm,wm,… xm f
Per studiare come l’errore si propaga dalle grandezze misurate (y,z,w,…) alla grandezza derivata (x), ricaveremo i valori di xmax e xmin a partire dai valori massimi e minimi delle grandezze y,z,w,… e stimeremo l’errrore dx come:
(ymin , ymax) (zmin, zmax) (wmin, wmax)
…
xmax f
xmin
2
minmax xxx
d
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Propagazione dell’errore
2
minmax xxx
d
L’errore viene quindi stimato come la differenza fra il valore massimo e minimo possibili per la x:
nell’ipotesi più pessimistica che gli errori dy, dz, dw,… commessi sulle grandezze misurate non si elidano mai, ma si sommino.
Le espressioni di xmin e xmax dipenderanno ovviamente dal tipo di relazione funzionale x=f(y,z,w…).
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Il caso più semplice che può essere analizzato è quello di una somma:
zyzyfx ,
mmmmm zyzyfx ,
la misura della grandezza x può quindi essere ottenuta attraverso la relazione f
come somma delle misure di y e z:
Somma : x = y + z
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Se gli errori sulle grandezze y e z sono rispettivamente dy, dz
zzyy mm dd
allora avremo rispettivamente:
yyy m dmax
yyy m dmin
zzz m dmax
zzz m dmin
Somma : x = y + z U
niv
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Somma : x = y + z
I valori xmin e xmax saranno dati da:
maxmaxmax zyx
minminmin zyx
zzyyzyx mm dd maxmaxmax
zzyyzyx mm dd minminmin
Si noti come in entrambi i casi la stima del valore massimo e minimo sia una stima pessimistica:
si è assunto che sia nella misura di y che di z si è commesso un errore per difetto (sottostima),
si è assunto che sia nella misura di y che di z si è commesso un errore per eccesso (sovrastima).
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Possiamo allora ricavare il valore xmax dalla somma dei valori massimi di y e z:
zyxzyzy
zzyyzyx
mmm
mm
dddd
dd
maxmaxmax
ed in maniera del tutto analoga possiamo ricavare il valore xmin:
zyxzyzy
zzyyzyx
mmm
mm
dddd
dd
minminmin
Somma : x = y + z U
niv
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Quindi l’intervallo entro cui stimiamo siano comprese le misure della variabile x diventa:
x [xmin, xmax]
xmin = xm-(dy+dz)
xmax = xm+(dy+dz)
dx
zyxx
x dd
d2
minmax
xmax- xmin = 2(dy+dz)
e quindi l’errore commesso sulla variabile x risulta:
Somma : x = y + z
xm
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Trattiamo adesso il caso della differenza:
zyzyfx ,
mmmmm zyzyfx ,
la misura della grandezza x può quindi essere ottenuta attraverso la relazione f
come differenza delle misure di y e z:
I valori xmin e xmax saranno dati da:
minmaxmax zyx
maxminmin zyx
Differenza : x = y - z U
niv
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Se gli errori sulle grandezze y e z sono rispettivamente dy, dz
zzyy mm dd
allora avremo rispettivamente:
yyy m dmax
yyy m dmin
zzz m dmax
zzz m dmin
Differenza : x = y - z
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Possiamo allora stimare il valore xmax co-me la somma del valore massimo di y meno il valore minimo di z:
zyxzyzy
zzyyzyx
mmm
mm
dddd
dd
minmaxmax
mentre il valore xmin: può essere ottenuto come la somma del valore minimo di y meno il valore massimo di z:
zyxzyzy
zzyyzyx
mmm
mm
dddd
dd
maxminmin
Differenza : x = y - z U
niv
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Anche nel caso di una differenza l’errore sulla variabile derivata può essere quindi stimato come la somma degli errori commessi sulle variabili misurate
Quindi l’intervallo entro cui stimiamo siano comprese le misure della variabile x diventa:
x [xmin, xmax]
xmax = xm+(dy+dz)
xmin = xm-(dy+dz)
xm
zyxx
x dd
d2
minmax
Differenza : x = y - z
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Nel caso più generale di una somma algebrica di più variabili:
M
M
i
i yyyyyx dddddd
....321
1
l’errore sulla variabile derivata può quindi essere stimato come la somma degli errori commessi sulle variabili misurate:
M
M
i
i yyyyyx
....321
1
Somma algebrica: U
niv
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Prodotto: x = y·z Consideriamo adesso il caso di una grandezza x ottenuta come prodotto di due grandezze y e z misurabili:
zyzyfx ,
mmmmm zyzyfx ,
la misura della grandezza x può quindi essere ottenuta attraverso la relazione f:
si consideri il lavoro di volume fatto a pressione costante da un sistema termodinamico.
ESEMPIO
W = -PDV
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Prodotto: x = y·z Se le incertezze sulle misure delle grandezze y e z sono espresse in termini di errori relativi:
d
d
m
m
m
mz
zz
y
yy 1 1
d
d
m
m
m
my
yyy
y
yyy 1 1 minmax
d
d
m
m
m
mz
zzz
z
zzz 1 1 minmax
allora risulterà:
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Due casi: xm>0 e xm<0
xm>0 allora i valori xmin e xmax saranno dati da:
maxmaxmax zyx
minminmin zyx 0mx
Per quel che segue occorre distinguere due casi diversi che si differenziano per l’espressioni di xmin e xmax:
xm<0 allora che xmin e xmax corrispondono a:
maxmaxmin zyx
minminmax zyx 0mx
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Prodotto: x = y·z > 0
dd
d
d
d
d
mmmm
mm
m
m
m
m
z
z
y
y
z
z
y
yzy
z
zz
y
yyzyx
1
11minminmin
Possiamo adesso calcolare xmin in funzione di dy e dz:
d
d
d
d
mm
m
mm
mmz
z
y
yx
z
z
y
yzyx 11 min
e trascurando i termini del second’ordine in dy e dz si ottiene:
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Prodotto: x = y·z > 0
dd
d
d
d
d
mmmm
mm
m
m
m
m
z
z
y
y
z
z
y
yzy
z
zz
y
yyzyx
1
11maxmaxmax
Analogamente xmax risulta:
d
d
d
d
mm
m
mm
mmz
z
y
yx
z
z
y
yzyx 11 max
e, trascurando i termini del second’ordine in dy e dz, si ottiene:
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Possiamo quindi stimare l’errore commesso su x:
Prodotto: x = y·z > 0
d
d
d
d
d
d
d
mm
m
mm
m
mm
m
z
z
y
yx
z
z
y
yx
z
z
y
yx
xxx
112
1
2
minmax
d
d
d
mmm z
z
y
y
x
x
0mx
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Prodotto: x = y·z < 0
Se xm < 0 ricordando che xmin e xmax corrispondono a:
maxmaxmin zyx
minminmax zyx 0mx
d
d
mm
mz
z
y
yxx 1 max
d
d
mm
mz
z
y
yxx 1 min
con un procedimento del tutto analogo al precedente si ottiene:
xm<0
0.0
xmin
xmax
-xm(ey+ez)
+xm(ey+ez)
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Prodotto: x = y·z < 0
d
d
d
mmm z
z
y
y
x
x
mmm xxx 0
d
d
d
d
d
d
d
mm
m
mm
m
mm
m
z
z
y
yx
z
z
y
yx
z
z
y
yx
xxx
112
1
2
minmax
Possiamo quindi stimare l’errore commesso su x:
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Esercizio
Durante una trasformazione un gas, contenuto in un cilindro graduato, subisce un’espansione isobara contro la pressione esterna.
Sapendo che Pext = 0.50 2%, che il volume passa da V1=0.050dm3 a V2=0.100dm3 e che le tacche di graduazione del cilindro sono distanziate di 1ml, calcolare il lavoro compiuto dal sistema p(V2-V1) e l’errore commesso.
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Quoziente: x = y/z Consideriamo adesso il caso di una grandezza x ottenuta come quoziente di due grandezze y e z misurabili:
,y
x f y zz
m
mmmm
z
yzyfx ,
la misura della grandezza x può quindi essere ottenuta attraverso la relazione f:
Argomento di approfondimento facoltativo (INIZIO)
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Quoziente: x = y/z Esprimendo le incertezze sulle misure delle grandezze y e z in termini di errori relativi:
d
d
m
m
m
mz
zz
y
yy 1 1
d
d
m
m
m
my
yyy
y
yyy 1 1 minmax
d
d
m
m
m
mz
zzz
z
zzz 1 1 minmax
risulta:
20
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Due casi: xm>0 e xm<0
xm>0 allora i valori xmin e xmax saranno dati da:
minmaxmax zyx
maxminmin zyx 0mx
Anche in questo caso occorre distinguere due casi diversi che si differenziano per l’espressioni di xmin e xmax:
xm<0 allora che xmin e xmax corrispondono a:
minmaxmin zyx
maxminmax zyx 0mx
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egli S
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Dip
art
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di C
him
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Quoziente: x = y/z > 0
d
d
d
d
m
m
m
m
m
m
m
m
z
z
y
y
z
y
z
zz
y
yy
z
yx
1
1
1
1
min
maxmax
Possiamo adesso calcolare xmin in funzione di dy e dz:
riscriviamo adesso il fattore al denomina-tore nel seguente mo-do:
b
z
z
m
d
1
1
1
1
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Serie di MacLaurin Una generica funzione f(x) definita e derivabile n volte in 0, può essere espansa in serie di Mac- Laurin, ossia in serie di Taylor di punto iniziale x0=0:
Serie di Taylor:
...!
...!2
00
2
0
2
0
2
00
0
n
xx
dx
xfdxx
dx
xfdxx
dx
xdfxfxf
n
n
n
Serie di Mac Laurin:
...!
0...
!2
000
2
2
2
n
x
dx
fdx
dx
fdx
dx
dffxf
n
n
n
Espandiamo in serie di Mac- Laurin la funzione f (b):
b
bf
1
1
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Serie di MacLaurin Calcoliamo le derivate prima e seconda della f (b)
rispetto a b:
221
11111
bbbdb
d
db
bdf
quindi esplicitiamo la serie di MacLaurin troncata al secondo termine
b
bf
1
1
332
2
2
121121
bbbdb
d
db
bfd
1
0
db
df
2
02
2
db
fd
22
1!2
211
1bb
bb
b
poiché b << 1 (l’errore relativo è dell’ordine di 10-2) possiamo trascu-rare i termini del second’ordine in b ed approssimare f (b):
bb
11
1
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Quoziente: x = y/z > 0
d
d
d
d
mm
m
mmm
m
z
z
y
yx
z
z
y
y
z
yx 111max
Quindi xmax risulta:
con un procedimento del tutto analogo si trova che:
bb
11
1
d
d
d
d
mm
m
mmm
m
z
z
y
yx
z
z
y
y
z
yx 111min
sfruttando in questo caso l’approssimazione:
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Quoziente: x = y/z > 0
max min
2m m
m m m m
x x y z y zx x x
y z y z
d d d dd
dx risulta quindi:
dove in base all’ipotesi x>0 si è sostituito |xm| a xm. Alla fine si ottiene il risultato cercato:
d
d
d
mmm z
z
y
y
x
x
l’errore relativo sulla variabile derivata può quindi essere stimato come la somma degli errori relativi commessi sulle variabili misurate.
nel caxo x<0 la dimostrazione è del tutto analoga e si lascia a cura del lettore.
Argomento di approfondimento facoltativo (FINE)
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Quoziente: Analogamente anche nel caso più generale del quoziente di più variabili:
M
M
P
PM
i j
jP
i i
i
z
z
z
z
y
y
y
y
z
z
y
y
x
x d
d
d
d
d
d
d
......1
1
1
1
11
l’errore relativo sulla variabile derivata può quindi essere stimato come la somma degli errori relativi commessi sulle variabili misurate:
M
P
M
j
j
P
i
i
zzzz
yyyy
z
y
x
....
....
321
321
1
1
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Formula Generale Nel caso di una generica relazione funzionale fra la grandezza derivata x e le grandezze misurate y,z,w,…:
,...,, wzyfx
l’errore commesso su xm può essere stimato mediante l’uso della formula per il differen-ziale totale della funzione f(y,z,w,…):
...,...,,
dw
w
fdz
z
fdy
y
fwzydf
che permette di calcolare una variazione infinitesima della funzione f dovuta a variazioni infinitesime delle
variabile y,z,w… indipendenti, note tutte le sue derivate parziali
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Formula Generale
...d
d
d
d w
w
fz
z
fy
y
fx
Poiché se la procedura di misura utilizzata è precisa l’errore risultate deve essere piccolo, allora si può stimare l’errore dx in in funzione degli errori dy,dz,dw… come:
I valori assoluti delle derivate parziali sono stati introdotti per assicurare che dx>0.
Va notato che aver preso il valore assoluto delle derivate parziali rende la stima dell’errore una stima pessimistica, ossia elimina qualsiasi possibilità di compensazione degli errori casuali.
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Formula Generale
...d
d
d
d w
w
fz
z
fy
y
fx
La formula generale permette di stimare l’errore quale che sia la relazione funzionale fra la grandezza x e le grandezza misurate y,z,w,….
Con tale formula è quindi possibile riottenere tutti i risultati precedentemente ottenuti per la somma algebrica ed il quoziente.
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Formula Generale Mostriamo come sia possibile ottenere con la formula generale il risultato ottenuto per la funzione quoziente:
,y
x f y zz
dzz
ydy
zdz
z
fdy
y
fzydf
2
1,
zz
yy
zx d
dd
2
1
zy
f 1
2z
y
z
f
Calcolo derivate parziali
Differ. totale
Stima Errore
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Formula Generale
Sfruttando le proprie-tà del valore assoluto:
d
d
d
d
ddd
dd
z
z
y
yx
z
z
y
y
z
y
zz
yy
zz
z
yy
zx
112
baab
d
d
d
z
z
y
y
x
x
aa
e quindi il risultato cercato:
si ottiene:
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Tavola riassuntiva I
ddM
i
iyx1
M
i
iyx1
d
d
d M
i j
jP
i i
i
z
z
y
y
x
x
11
M
j
j
P
i
i
z
y
x
1
1
Myyfx ,...1
d
d
M
i
i
i
yy
fx
1
Funzione generica
Quoziente
Somma Algebrica
Stima Errore Relazione funzionale
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Somme Quadratiche Nelle formula ottenute precedentemente per stimare l’errore si è comunque sempre considerato il caso più pessimi-stico di errori random sulle grandezze misurate che si sommano e non si elidono mai.
Ma gli errori random per definizione hanno il 50% di probabilità di avvenire per eccesso o per difetto.
1 2 3 4 5 6 7 8 9 100.97
0.98
0.99
1
1.01
1.02
1.03
x i
i
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Somme Quadratiche Per cui l’ipotesi pessimistica che gli errori random non si elidano mai, può essere rivista nel caso di misure completamente indipendenti.
Ad esempio nel caso della somma: zyx
se le grandezze y e z sono misurate indipendentemente l’una dall’altra (ad es.: una misura di spazio ed una di tempo) allora si dimostra che un stima migliore dell’errore è data dalla somma quadratica:
zyzyx ddddd22
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art
imento
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Somme Quadratiche La somme quadratiche sono sempre inferiori alle rispettive somme ordinarie:
222222 zyzyzyzy dddddddd
222zyzy dddd
222zyzy dddd
22zyzy dddd
considerando solo il primo e l’ultimo membro della precedente:
ed estraendo la radice quadrata da ambo i membri:
si ottiene il risultato cercato:
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Tavola riassuntiva II
M
i
iyx1
M
j
j
P
i
i
z
y
x
1
1
Myyfx ,...1
Funzione generica
Quoziente
Somma algebrica
dM
i
iy1
d
d
M
i j
jP
i i
i
z
z
y
y
11
d
M
i
i
i
yy
f
1
Stima errori dipendenti
Relazione funzionale
Stima errori indipendenti
ddM
i
iyx1
2
d
d
d M
i j
jP
i i
i
z
z
y
y
x
x
1
2
1
2
d
d
M
i
i
i
yy
fx
1
2
Somme quadratiche Somme ordinarie
Univ
ers
ità d
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Esercizio La costante di velocità di una reazione chimica in funzione della temperatura è data da:
RT
EAk aexp
calcolare il valore di k a 63.0 0.5 °C sapendo
che:
A = (1.4 0.1) x 109 s-1 Ea = 103 1 kJ mol-1
sono state stimate con misure indipendenti.
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Esercizio Stimiamo k:
39 7 1103 10
exp 1.4 10 exp 1.381 108.314 273.15 63.0
aEk A s
RT
RT
EATEAf a
a exp,,
RT
E
A
f aexp
RT
E
RT
A
E
f a
a
exp
2
expRT
E
RT
EA
T
f aa
Calcoliamo le derivate parziali
2
2
22
exp
d
d
d
d T
RT
kEE
RT
kA
RT
Ek a
aa
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Esercizio
8
28231129
105
5.01053.11011001.5101.087.9
dk
17105.04.1 sk