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1 COMUNE DI BRESCIA SERVIZIO PROGETTAZIONE AREA SERVIZI TECNICI SETTORE EDIFICI PUBBLICI E MONUMENTALI RISTRUTTURAZIONE E RIQUALIFICAZIONE FUNZIONALE DEL PALAZZETTO EIB PROGETTO PRELIMINARE REV-01 FASCICOLO DOCUMENTI GENERALI A DOCUMENTO CAPITOLATO PRESTAZIONALE 06 SCALA ---- DATA Marzo 2014 Rev.1_Maggio 2014 PROGETTO ARCHITETTONICO Progettista Collaboratori Arch. SERGIO BARONCHELLI Geom. SARA BEFFA Geom. AMADIO FERRARI Geom. GIANNI LODETTI Arch. DANIELA MACCAGNOLI Geom. ALDO MICHELI Geom. MARCO ZAPPA PROGETTO STRUTTURALE PROGETTO IMPIANTISTICO Ing. GIANNI PELLEGRINELLI Ing. ROBERTO GRINGIANI Responsabile del Servizio Responsabile del Settore Responsabile del Procedimento Arch. ANNA BEGNI Arch. MARCO PONZONI Arch. MARCO PONZONI

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COMUNE DI BRESCIA

SERVIZIO PROGETTAZIONE

AREA SERVIZI TECNICI SETTORE EDIFICI PUBBLICI E MONUMENTALI

RISTRUTTURAZIONE E RIQUALIFICAZIONE FUNZIONALE DEL PALAZZETTO EIB

PROGETTO PRELIMINARE

REV-01 FASCICOLO DOCUMENTI GENERALI A DOCUMENTO CAPITOLATO PRESTAZIONALE 06 SCALA ----

DATA Marzo 2014

Rev.1_Maggio 2014

PROGETTO ARCHITETTONICO Progettista Collaboratori

Arch. SERGIO BARONCHELLI

Geom. SARA BEFFA Geom. AMADIO FERRARI

Geom. GIANNI LODETTI

Arch. DANIELA MACCAGNOLI Geom. ALDO MICHELI Geom. MARCO ZAPPA

PROGETTO STRUTTURALE PROGETTO IMPIANTISTICO

Ing. GIANNI PELLEGRINELLI Ing. ROBERTO GRINGIANI

Responsabile del Servizio

Responsabile del Settore

Responsabile del Procedimento

Arch. ANNA BEGNI

Arch. MARCO PONZONI Arch. MARCO PONZONI

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INDICE

PARTE PRIMA

1. CAPITOLATO PRESTAZIONALE: PRESCRIZIONI GENERALI pag. 03

1.1. PRESTAZIONI TECNICHE GENERALI DELL’EDIFICIO pag. 03 1.2. POSSIBILI VARIANTI AL PROGETTO PRELIMINARE pag. 08 1.3. VARIANTI MIGLIORATIVE: CRITERI DI VALUTAZIONE DELL’OFFERTA pag. 11 1.4. NOTA FINALE pag. 13

2. CAPITOLATO PRESTAZIONALE ELEMENTI TECNICI OPERE ARCHITETTONICHE pag. 14

1.01 PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI OPERE EDILI ED AFFINI pag. 14

PARTE SECONDA

PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI: OPERE STRUTTU RALI pag. 21

PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI: OPERE IMPIANT I ELETTRICI E SPECIALI pag. 22

PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI: OPERE IMPIANT I MECCANICI pag. 71

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PARTE PRIMA

1. CAPITOLATO PRESTAZIONALE: PRESCRIZIONI GENERALI

1.1. PRESTAZIONI TECNICHE GENERALI DELL’EDIFICIO Le prestazioni di seguito descritte riguardano le caratteristiche minime dell’edificio ed invarianti rispetto

al progetto preliminare.

1.1.1. Prestazioni strutturali antisismiche

Normativa di riferimento • Legge n. 1086 del 5 novembre 1971 e successive modificazioni;

• D.M. Infrastrutture del 14 gennaio 2008 – Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008) -; • Circolare del 2 febbraio 2009 n. 617 Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; • Analisi e verifiche preliminari eseguite con l'ausilio di Codici di Calcolo secondo NTC 2008;

Azioni sulle costruzioni • Carico di neve di 120 daN/m2 uniforme in assenza di vento;

• Spinta del vento di 70 daN/m2 sopravento e di 40 daN/m2sottovento; • Azione della temperatura su elemento monodimensionale con componente uniforme di ± 15°C; • Carico d'esercizio categoria C3 su orizzontamenti e tribune libere di 500 daN/m2 statici

uniformemente distribuiti; • Incidenza carichi per impianti tecnologici equivalenti a 25 daN/m2 statici uniformemente

distribuiti;

• G2 permanente non strutturale sui solai di calpestio di 2 KN/m2 statici uniformemente distribuiti (minimo);

• G2 permanente per il manto di copertura 30 daN/m2 (minimo)

• Pesi dell'unità di volume dei materiali strutturali come da Tab. 3.1.1 delle NTC 2008; Parametri sismici

• Longitudine 10°,2206 Latitudine 45°,5408 • Tipo di terreno categoria C • Coefficiente d'amplificazione topografica ST = 1 • Vita nominale della costruzione VN = 50 anni • Classe d'uso III° CU = 1,5 • Fattore di regolarità della struttura in pianta ed in altezza KR = 1

• Tipo d'intervento classificato d'adeguamento ; Materiali di nuovo utilizzo*

• Calcestruzzo a prestazione C30/37, con slump S5, inerte ømax< 25 mm, classe esposizione XC1; • Acciaio d'armatura strutture in cca B450C; • Acciaio per carpenteria metallica S355 • *Per eventuali altri materiali strutturali utilizza ti (in aggiunta o in alternativa) l’offerente

dovrà dichiararne le caratteristiche ai fini delle prestazioni strutturali antisismiche ai sensi delle NTC 2008.

1.1.2. Prestazioni energetiche

Normativa di riferimento • D. Lgsl. 192/2005 e s.m.i.

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• Decreto Ministero della sviluppo economico 26 gennaio 2010 - Aggiornamento del decreto 11 marzo 2008 in materia di riqualificazione energetica degli edifici.

• Deliberazione Giunta Regione Lombardia VIII_8745_2008 Parametri di riferimento

Il fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale dell’edificio dovrà rientrare nella classificazione categoria “B” in zona climatica E, quindi con un valore inferiore al limite di 11 KWh/mc anno (espressi in chilowattora per metro cubodi volume lordo per anno).

Dovranno essere in ogni caso rispettati i valori limite della trasmittanza termica U delle strutture opache verticali, delle strutture opache orizzontali o inclinate di copertura, delle strutture opache orizzontali di pavimento, delle chiusure trasparenti comprensive degli infissi, dei vetri, espressi in W/mqK, come da legislazione vigente nazionale e regionale.

1.1.3. Prestazioni acustiche

Normativa di riferimento • D.P.C.M. 14.11.1997 – Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore • D.P.C.M. 05.12.1997– Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici • D.P.C.M. 16.04.1999 n. 215 – Regolamento recante norme per la determinazione dei requisiti

acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di pubblico spettacolo • Norma UNI 11367 – Luglio 2010 – Classificazione acustica delle unità immobiliari (in particolare:

Appendice C – Indicazioni per la valutazione delle caratteristiche acustiche interne degli ambienti adibiti ad attività sportiva).

• Norma UNI EN 12354-4 / UNI ISO 9613-2.

Parametri di riferimento I requisiti acustici dovranno riguardare le specifiche prescrizioni di cui alla normativa di riferimento. Dovrà essere considerata la dovuta e particolare attenzione per: • valutazione delle caratteristiche acustiche interne degli edifici adibiti ad attività sportiva; • valutazione del rumore generato dagli impianti tecnologici dell’edificio; • valutazione del rumore generabile da attività di spettacolo (concerti) svolte all’interno dell’edificio

(propagazione sonora verso l’esterno o verso edifici circostanti). Per gli aspetti sopra evidenziati, dovranno essere progettate opportune soluzioni descritte in

apposita relazione dedicata e gli oneri di realizzazione dovranno essere compresi nei costi di realizzazione dell’intervento.

1.1.4. Prestazioni protezione antincendio

Normativa di riferimento • Decreto Ministeriale del 18 marzo 1996 -Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli

impianti sportivi. Coordinato con le modifiche e le integrazioni introdotte dal Decreto ministeriale 6 giugno 2005.

• Decreto Ministeriale del 19 agosto 1996 –Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo e successive modifiche e/o integrazioni.

• Decreto Ministeriale del 06 marzo 2001 – Modifiche ed integrazioni al D.M. 19/8/1996 relativamente agli spettacoli e trattenimenti a carattere occasionale svolti all’interno di impianti sportivi, nonché all’affollamento delle sale da ballo e discoteche.

• Decreto Ministeriale del 16 febbraio 2007 – Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione.

• Decreto Ministeriale del 9 marzo 2007 – Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo dei Vigili del fuoco.

• Norme di prevenzione incendi per le specifiche attività soggette rilevabili nell’ambito dell’intervento.

• Norme UNI e CEI in materia specifica. • Vedi anche Relazione tecnica strutturale.

Parametri di riferimento Il progetto dovrà dare atto del rispetto della normativa prevista dalle vigenti disposizioni di legge in

materia. In sede di progetto definitivo è richiesta apposita e dovuta relazione circa il rispetto della normativa

antincendio, relativamente a carico d’incendio, vie d’esodo, classificazione materiali previsti, necessità di compartimentazione, evacuazione fumo e calore, dotazione di impianti fissi e mobili

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Il progetto definitivo vincitore dovrà ottenere il positivo parere preventivo dal parte del Comando dei Vigili del Fuoco di Brescia. Il progetto esecutivo dovrà tener conto delle eventuali prescrizioni fornite dal Comando in sede di rilascio di parere, senza alcun onere aggiuntivo per l’Ente appaltante.

1.1.5. Prestazioni riferite all’impatto ambientale

Normativa di riferimento • Ordinanza sindacale attualmente in vigore 1 aprile 2014 – 30 giugno 2014, riguardante il sito

Brescia Caffaro, allegati 1 e 3 (l’edificio in oggetto NON è rientrante nel sito di interesse nazionale delimitato nell’allegato 2).

Parametri di riferimento Il sito oggetto di intervento rientra nella perimetrazione dell’area di cui all’allegato 1 dell’Ordinanza

Sindacale sopra evidenziata, che impone alcuni limiti all’utilizzo del territorio comunale nella zona sud-ovest della città, tra i quali il divieto di asportazione e scavo di terreno, salvo richiesta di deroga ove possibile.

Vista la natura dell’intervento in oggetto e la probabile necessità, ancorché limitata, di prevedere degli scavi, con riferimento ed in base al progetto definitivo vincitore dovrà essere nel caso presentata “richiesta di deroga al divieto di effettuare scavi e movimenti di terre” al Settore Ambiente, verde e protezione civile del Comune di Brescia.

Una volta ottenuta la deroga, dovranno essere rispettate le prescrizioni ARPA Lombardia – Dipartimento di Brescia – del 29.07.2005, oltre le eventuali prescrizioni aggiuntive del suddetto Settore. Il progetto dovrà dare atto del rispetto della normativa prevista dalle vigenti disposizioni di legge in materia.

L’impatto ambientale verrà considerato minore quanto più il progetto riuscirà a limitare i movimenti di terra, ferme restando le necessità di cui al punto 1.1.2.

1.1.6. Prestazioni riferite all’accessibilità dell’ impianto e alla sicurezza sui luoghi di lavoro

Normativa di riferimento • LEGGE REGIONALE 20 febbraio 1989, n. 6 e s.m.i.-Norme sull'eliminazione delle barriere

architettoniche e prescrizioni tecniche di attuazione (Regione Lombardia) • DPR 24.07.1996 n. 503 Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere

architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici. • D.Lgsl. 12.04.2006 n. 163 e s.m.i. – Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi, forniture • D.P.R. 05.10.2010 n. 207 e s.m.i. – Regolamento di esecuzione ed attuazione del Codice • D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. • Regolamento edilizio del Comune di Brescia e Regolamento d’igiene tipo.

Parametri di riferimento Gli elaborati progettuali del progetto definitivo dovranno contenere in dettaglio tutte le soluzioni

adottate per il rispetto della normativa, facendo riferimento ai termini, alle definizioni generali ed alle simbologie di cui al D.M. 27.7.1996 n. 503, nonché alla normativa specifica sportiva in merito all’accessibilità degli impianti sportivi di cui al successivo punto 1.1.7. Il progetto preliminare dà conto, oltre al rispetto della normativa in materia, delle dotazioni di accessibilità minime di cui dotare l’impianto.

Il progetto definitivo dovrà inoltre tener conto delle caratteristiche in merito alla sicurezza nei luoghi di lavoro, pur non essendo definita la futura organizzazione gestionale, nell’ottica di una minima previsione organizzativa di un impianto sportivo di tali dimensioni, secondo quanto suggerito dalle normative specifiche di riferimento (“addetti all’impianto”).

1.1.7. Prestazioni riferite alle dotazioni funziona li sportive

Normativa di riferimento • Regolamento relativo all’impiantistica sportiva per il gioco della pallacanestro – FIP (e relative

norme UNI contenute) • Regolamento interno FIBA (Fédération Internationale de Basketball) ove sia richiamato per le

dotazioni all’interno del Regolamento FIP • FIBA television manual • UNI 9316 - Illuminazione di Impianti Sportivi con Riprese Televisive a Colori • Norme CONI per l’impiantistica sportiva

Parametri di riferimento Il Regolamento relativo all’impiantistica sportiva per il gioco della pallacanestro suddivide gli impianti

sportivi agonistici al coperto in tre livelli (Base, Silver, Gold); alla differenzazione dei livelli corrispondono le diverse caratteristiche delle dotazioni dell’impianto.

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Nel caso specifico, il progetto preliminare dell’impianto in oggetto prevede di predisporre, per quanto possibile all’interno dell’intervento, le caratteristiche del livello Gold, considerando che le attrezzature richieste in tal caso sono “fortemente raccomandate” per le competizioni di medio livello (livello 2 FIBA) quali si ritengono possano essere quelle che avranno luogo nell’impianto sportivo in oggetto (competizioni di alto livello delle Federazioni Nazionali). Di fatto, vi sono alcuni elementi per cui la conformazione del sito e del fabbricato, nonché le disponibilità economiche dell’intervento, non permettono il completo rispetto delle caratteristiche di livello Gold, la cui mancanza, però, non impedisce lo svolgimento di competizioni sportive di pallacanestro a livello nazionale, fra le quali: - campo secondario di dimensioni regolamentari (come da paragrafo “Definizioni” del regolamento

FIP); - impianto televisivo a circuito chiuso con le caratteristiche richieste da Regolamento FIP (mentre

vanno rispettate le caratteristiche in merito al rispetto delle esigenze di sicurezza da D.M. 18.3. 1996 e s.m.i.);

- n. postazioni giornalisti: invece che 50 come richiesto per il livello GOLD, si dovrà rispettare almeno il livello SILVER che prevede un minimo di 20 postazioni, per le quali si deve prevedere la necessaria predisposizione impiantistica; il progetto preliminare ne prevede 34.

- E’inoltre inderogabile il requisito di realizzare tribune per il pubblico in grado di ospitare 5000 (cinquemila) persone in caso di eventi sportivi o di spettacolo.

1.1.8. Prestazioni riferite alle dotazioni funziona li aggiuntive (non riferibili agli eventi sportivi richiesti di cui al punto precedente 1.1.7)

Considerato che gli spazi a disposizione consentono la progettazione a livello distributivo di locali non necessariamente obbligatori per le funzioni previste nell’impianto, il progetto definitivo dovrà illustrare le funzionalità aggiuntive proposte, fermo restando che tutti gli spazi a disposizione dovranno essere completamente dedicabili all’uso pubblico e di conseguenza detenere tutte le caratteristiche necessarie a tali destinazioni.

Il progetto preliminare rappresenta, nella definizione dei suddetti spazi, le dotazioni e le destinazioni preferenziali da assegnare.

1.1.9. Prestazioni generali necessarie alla definiz ione progettuale del primo stralcio funzionale Nel caso in cui si decida la realizzazione dell’opera attraverso la messa in gara della realizzazione di un primo stralcio funzionale, e prevedendo il completamento dell’impianto in una fase successiva, dovranno essere stralciate dal progetto complessivo alcune lavorazioni in modo da assicurare comunque le seguenti prestazioni: :

1. prestazioni di cui al punto 1.1.1 – Prestazioni strutturali antisismiche – mantenute in tutta la loro globalità (come da intervento complessivo);

2. prestazioni di cui al punto 1.1.2 – Prestazioni energetiche: riqualificazione, dal punto di vista del risparmio energetico, della struttura prevedendo tutte le predisposizioni necessarie affinché le successive implementazioni per il completamento dell’impianto (per la realizzazione del completamento dell’intervento come da progetto definitivo complessivo proposto, non comportino alcun rifacimento o spesa aggiuntiva, assicurando infine, come minimo, l’attestazione dell’edificio in classe B come da richiesta in sede di realizzazione complessiva;

3. prestazioni di cui al punto 1.1.3 – Prestazioni acustiche: mantenute in tutta la loro globalità (come da intervento complessivo)

4. prestazioni di cui al punto 1.1.4 – Prestazioni protezione antincendio: mantenimento della possibilità di ospitare 5000 persone in caso di eventi sportivi, con accesso a tutte le tribune, con le dotazioni di servizi igienici e di sicurezza secondo le norme dettate dal Decreto Ministeriale del 18 marzo 1996 Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi - Coordinato con le modifiche e le integrazioni introdotte dal Decreto ministeriale 6 giugno 2005 nonché dal Decreto Ministeriale del 19 agosto 1996 –Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo e successive modifiche e/o integrazioni; tuttavia le scelte devono avvenire in modo che le successive implementazioni per il completamento dell’impianto (per la realizzazione del completamento dell’intervento) come da progetto definitivo complessivo proposto, non comportino alcun rifacimento o spesa aggiuntiva;

5. prestazioni di cui al punto 1.1.5 – Prestazioni riferite all’impatto ambientale: mantenute in tutta la loro globalità (come da intervento complessivo)

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6. prestazioni di cui al punto 1.1.6 - Prestazioni riferite all’accessibilità dell’impianto e alla sicurezza sui luoghi di lavoro: mantenute in tutta la loro globalità, eventualmente ridotte con riferimento ovviamente allo stralcio funzionale realizzato; ad esempio, ad esempio, nel progetto preliminare su tre impianti elevatori previsti in sede di progetto complessivo, il primo stralcio prevede l’installazione di un solo impianto in via transitoria;

7. prestazioni di cui al punto 1.1.7 – Prestazioni funzionali sportive: dotazioni sportive secondo le norme previste dalla Federazione sportiva Italiana Pallacanestro con caratteristiche minime di classificazione dell’impianto come livello Base, con le seguenti eccezioni, da intendersi come obbligo di previsione all’interno della progettazione definitiva del lotto primo stralcio pur essendo superiori al livello base:

o campo di gioco come da livello Gold o distanza minima di 500 cm fra seduta spettatori-linea perimetrale campo da gioco o settore ospiti o comunicazione accesso carrabile attività sportiva-accesso deposito o passaggio carrabile dall’esterno allo spazio di attività sportiva o caratteristiche dei due spogliatoi atleti e dei due spogliatoi arbitri con dotazioni secondo

livello GOLD (dimensioni spazi, sanitari, altezza porte, ecc.) o illuminazione artificiale dello spazio attività sportiva come da livello Gold.

Il progetto definitivo dovrà individuare le zone non fondamentali per un primo stralcio funzionale di utilizzo sportivo/eventi di spettacolo dell’impianto, salvaguardando il rispetto di tutte le normative legislative e regolamentari, secondo le tavole grafiche dedicate prodotte; dovranno essere specificate le lavorazioni non realizzate in sede di primo stralcio nelle zone di cui sopra individuate, che dovranno essere delimitate da pareti.

In generale, nelle suddette zone dovranno essere previste tutte le predisposizioni impiantistiche (UTA, adduzioni, collettori, quadri, scarichi, ecc.), affinché possano essere successivamente completate tutte le lavorazioni nell’ambito del funzionale completamento dell’intervento, senza che venga modificato quanto già realizzato, né che si rendano necessarie spese aggiuntive. Può essere sospesa l’installazione di macchine non necessarie per il funzionamento del lotto primo stralcio, ma devono essere comunque realizzate tutte le linee dedicate ai collegamenti, ove interessino zone che invece andranno realizzate finite nell’ambito del primo stralcio.

Tutto l’involucro dell’edificio (copertura, paramenti e serramenti esterni, vespai areati di base) dovrà essere completato nell’ambito del primo lotto stralcio funzionale.

Il primo stralcio funzionale dovrà essere progettat o e realizzato considerandone la funzionalità, l’agibilità e l’omologazione finale d a acquisirsi per un effettivo utilizzo specifico, n el caso il completamento dell’opera non possa essere e ffettuato in continuità con il primo stralcio.

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1.2. POSSIBILI VARIANTI AL PROGETTO PRELIMINARE

Ai sensi dell’art. 76 del D.Lgs. 163/2006 gli offerenti saranno autorizzati a presentare progettuali proposte migliorative rispetto al progetto preliminare posto a base di gara nel rispetto degli elementi invarianti sopra identificati. Fermo restando quanto sopra, dovrà in ogni caso e in qualsiasi proposta migliorativa essere verificata la rispondenza a tutta la legislazione e alle prescrizioni regolamentari, nonché rispettati i requisiti minimi degli elementi tecnici come specificati nel presente capitolato prestazionale. Si ammettono varianti migliorative riguardanti le modalità esecutive dell’opera; risulta essenziale che la proposta tecnica migliorativa, rispetto al progetto base preliminare, sia giustificata dall’offerente rispetto alle ragioni delle varianti proposte e che siano garantiti l’efficienza del progetto proposto e il soddisfacimento delle esigenze sottese alle prescrizioni di base indicate dal progetto preliminare. Le varianti migliorative dovranno essere guidate dalla considerazione del tema riferito al recupero e riqualificazione della risorsa esistente, quale viene considerato il palazzetto EIB, in tutti gli aspetti riferiti al rapporto costi-benefici: valorizzazione della preesistenza a fronte delle necessità di fornire un edificio efficiente e rispondente a tutte le normative ed esigenze dell’attualità. Sulla base di tali presupposti le varianti ammesse al progetto preliminare potranno riguardare proprio gli aspetti che impattano sul grado di riutilizzo dell’esistente e sul livello di efficienza dell’edificio. Nel dettaglio le varianti ammesse potranno riguardare: • la soluzione strutturale da adottarsi al fine di adeguare l’esistente alla normativa vigente.

Fermi restando i requisiti prestazionali minimi relativi alla vita nominale dell’edificio e alla sua classe d’uso è possibile proporre varianti al progetto preliminare tali che consentano di preservare maggiormente l’edificio esistente. A tale scopo saranno ammesse le proposte che ridurranno l’impatto delle nuove strutture ovvero che saranno in grado di ridurre significativamente gli ingombri strutturali a terra e di minimizzare le interazioni tra nuova struttura ed esistente. A tale fine non si esclude il recupero parziale o integrale della struttura esistente. Inoltre, è possibile proporre varianti al progetto preliminare che consentano di migliorare le prestazioni antisismiche dell’edificio, anche utilizzando materiali e tecnologie strutturali diverse da quelle previste dal progetto preliminare.

• la soluzione tecnologica adottata per i tamponamenti opachi perimetrali. Fermi restando i parametri di legge per il raggiungimento della minima prestazione riferita alla classificazione energetica in classe B, è possibile apportare varianti alle chiusure opache verticali rivolte verso l’esterno al fine di migliorare la prestazione energetica dell’edificio, ovvero la prestazione acustica, la durevolezza delle facciate oppure al fine di ridurre i costi di manutenzione. La soluzione in variante verrà valutata anche dal punto di vista estetico (pregio architettonico e pregio del materiale di finitura).

• le soluzioni impiantistiche elettriche e meccaniche. Sono ammesse varianti ai sistemi impiantistici finalizzate al risparmio energetico in senso lato ovvero al miglioramento della prestazione energetica, all’aumento della durabilità degli impianti e/o delle singole loro componenti, alla riduzione dei costi di manutenzione. Tali varianti non dovranno impattare sulla caratterizzazione estetica interna dell’edificio ma, se possibile, migliorarla. A tale scopo verrà valutato anche il livello di integrazione architettonica degli impianti.

• il lay out distributivo interno e delle tribune. Fermi restando i requisiti di capienza dell’edificio, la dotazione degli spazi e tutte le caratteristiche minime come definito dalle prestazioni tecniche generali dell’edificio, è possibile apportare limitate varianti alla distribuzione degli spazi interni se necessarie in relazione alla soluzione strutturale e/o ai sistemi impiantistici proposti in variante. Tali varianti dovranno comunque comportare, alternativamente, almeno: un miglioramento distributivo degli spazi, con particolare riguardo ai percorsi di esodo in caso di emergenza, un miglioramento della visibilità per gli spettatori, la possibilità di utilizzare il campo da gioco anche per altre discipline sportive oltre a quelle già previste del basket e della pallavolo.

Visti gli elementi tecnico-progettuali che potranno costituire variante, rispetto al progetto preliminare, la proposta progettuale offerta - progettazione definitiva – verrà valutata secondo criteri di valutazione predeterminati. L’ufficio di progettazione architettonica propone che i progetti preliminari presentati siano valutati secondo i seguenti cinque criteri:

1. pregio tecnico 2. pregio architettonico 3. pregio funzionale manutentivo

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4. pregio impiantistico 5. organizzazione del cantiere prevista. Si illustrano di seguito i sub-criteri che vengono proposti quali elementi considerati nella valutazione.

1. Pregio tecnico I miglioramenti considerati di questo aspetto saranno i seguenti:

01. miglioramento delle prestazioni strutturali antisismiche: sistema generale strutturale e materiali impiegati nella proposta strutturale che apportino effettive migliorie dal punto di vista prestazionale antisismico (incremento vita nominale rispetto al minimo previsto, incremento della classe d’uso);

02. miglioramento delle prestazioni energetiche: incremento della classe energetica prevista, miglioramento prestazionale dei singoli elementi previsti rispetto alle prestazioni previste dal progetto preliminare;

03. proposte in merito all’ottenimento dei requisiti acustici attivi e passivi: proposte tecniche di sistemi o materiali di pregio per l’ottenimento delle prestazioni acustiche e miglioramento delle prestazioni stesse rispetto ai minimi previsti da normativa;

04. minimizzazione dell’impatto ambientale: caratteristiche dell’intervento che minimizzino i movimenti di terra, ovvero utilizzo di sistemi e/o materiali che certifichino il riutilizzo ed il riciclo sia dei rifiuti derivanti dalle demolizioni sia il futuro smaltimento dei materiali impiegati nella realizzazione.

2. Pregio architettonico I miglioramenti considerati di questo aspetto saranno i seguenti:

01. pregio architettonico della soluzione progettuale del volume dell’arena centrale e piastra di gioco: - la soluzione del layout delle tribune potrà essere migliorabile sia attraverso la sostituzione delle tecnologie e dei materiali costruttivi impiegati per la realizzazione delle stesse, sia attraverso un miglior disegno in pianta ed in alzato con la finalità di: � migliorare la distribuzione del pubblico ed i flussi di accesso/esodo � migliorare la comodità delle sedute e la visibilità degli spettatori � migliorare e implementare la piastra di gioco consentendone l’utilizzo di ulteriori discipline sportive rispetto a quelle previste; - verrà considerata la soluzione architettonica che attesti un miglioramento dell’impatto scenografico generale dell’arena centrale, anche in funzione della previsione di utilizzo della struttura per spettacoli non di carattere sportivo; - verrà valutata la soluzione dell’integrazione tecnica ed estetica fra struttura e le canalizzazioni impiantistiche;

02. miglioramento delle tecnologie e dei materiali costruttivi utilizzati per caratterizzare l’involucro edilizio: - verranno valutate le proposte alternative alla prevista finitura esterna delle facciate – parte bassa – prevista ad intonaco, che prevedano miglioramenti in termini di pregio del materiale, durevolezza e facilità manutentiva; - verranno valutate le proposte alternative alla prevista finitura esterna delle facciate – parte alta – prevista in lamiera preverniciata dogata, che prevedano miglioramenti in termini di pregio del materiale, durevolezza e facilità manutentiva;

3. Pregio funzionale manutentivo I miglioramenti considerati di questo aspetto saranno i seguenti:

01. miglioramento delle prestazioni funzionali sportive: soluzioni progettuali che consentano la pratica di discipline aggiuntive rispetto a quelle rese possibili nel progetto preliminare (es. previsione pallamano – calcetto)

02. proposte di miglioramento manutentivo generale: verranno valutate: - le soluzioni tecniche adottate per il miglioramento delle manutenzioni in quota sia all’interno che all’esterno - le eventuali proposte progettuali relative al sistema di protezione del pavimento sportivo - gli approntamenti e/o soluzioni progettuali specifici previsti quale miglioria per eventi di spettacolo; - soluzioni progettuali specifiche per la facilitazione manutentiva impiantistica: ispezionabilità dei tracciati, smaltimento acque meteoriche e reflue, ecc.

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4. Pregio impiantistico I miglioramenti considerati di questo aspetto saranno i seguenti:

01. proposte di miglioramento degli impianti elettrici e speciali: miglioramenti proposti come da “Prescrizioni generali migliorative” riportate nella Relazione tecnica del progetto impianti elettrici e speciali

02. proposte di miglioramento degli impianti meccanici: miglioramenti proposti come da “Prescrizioni generali migliorative” riportate nella Relazione tecnica del progetto impianti meccanici

5. Organizzazione del cantiere I miglioramenti considerati di questo aspetto saranno i seguenti:

01. tecniche e tecnologie che si intendono utilizzare per mitigare e minimizzare i rischi in merito alla sicurezza durante la realizzazione dell'intervento, con particolare riferimento alle lavorazioni di carattere strutturale che possono comportare i maggiori rischi (ed esempio scavi e lavori in quota).

Eventuali ipotesi, nei progetti offerti in sede di gara, di riproposizione della struttura di copertura con schemi strutturali simili all’esistente ovvero di recupero dell’esistente saranno ammessi alla stregua di una copertura nuova e considerandone i pregi secondo i canoni specifici di miglioramento come sopra evidenziati e come da criteri per la valutazione dell’offerta tecnica.

Dal punto di vista dell’involucro architettonico vanno rispettati sia l’area del sedime sia il volume

esistente (fatta salva la maggiorazione derivante dal rifacimento della copertura): sono consentite modeste variazioni rispetto alla sagoma esistente, derivanti da specifiche esigenze tecniche, tecnologiche e funzionali, motivate da significativi miglioramenti di carattere architettonico o strutturale. Suddette variazioni dovranno comunque garantire, oltre a tutti i criteri sopra esposti, l’accessibilità carraia, in particolare da parte dei mezzi di soccorso, dell’area esterna lungo tutto il perimetro del fabbricato.

L’Ente appaltante, Immobiliare Fiera S.p.A., defini rà comunque, nel disciplinare di gara, criteri,

sub-criteri e punteggi secondo le valutazioni che p iù considererà opportune, fermo restando l’obiettivo di ottenere un prodotto edilizio con le prestazioni minime richieste dal progetto preliminare.

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1.3. VARIANTI MIGLIORATIVE: CRITERI DI VALUTAZIONE DELL’OFFERTA

L’aggiudicazione avverrà con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, a seguito dell’esame di un’offerta tecnica e di un offerta economica, secondo i pesi indicati nel disciplinare di gara elaborato dall’ente appaltante.

Si consiglia di assegnare all’offerta tecnica un peso complessivo non inferiore a 70. L’offerta tecnica sarà valutata secondo criteri di preferenza, a loro volta suddivisi in sub criteri. Il progetto architettonico propone i criteri e sub-criteri di valutazione secondo la tabella seguente.

N. DESCRIZIONE PESO

OFFERTA TECNICA - CARATTERISTICHE MIGLIORATIVE DEL PROGETTO A BASE DI GARA

La progettazione definitiva elaborata in sede di offerta potrà prevedere elementi migliorativi del progetto preliminare a base di gara L'offerente potrà esporre proposte migliorative del progetto preliminare concentrandosi sui seguenti argomenti di intervento relativamente alle opere da realizzare. Gli elementi migliorativi potranno riguardare i seguenti cinque elementi, suddivisi in sub elementi e sub pesi che verrano indicati in sede di disciplinare di gara.

1 PREGIO TECNICO N. DESCRIZIONE SUB-ELEMENTO SUB-PESO

1.01

Miglioramento delle prestazioni strutturali antisis miche : - incremento della vita nominale della struttura superiore a 50 anni - incremento della classe d’uso (da III a IV)

1.02

Miglioramento delle prestazioni energetiche : - incremento della classe energetica rispetto alla B prevista - soluzioni tecnologiche migliorative puntuali sui singoli elementi costruttivi volte all’ottimizzazione dell’efficienza energetica (impianti, serramenti, stratigrafie verticali ed orizzontali)

1.03

Proposte in merito all’ottenimento dei requisiti ac ustici attivi e passivi: - tecniche - estetiche.

1.04

Minimizzazione dell’impatto ambientale: - limitazione dei movimenti di terra - sistemi di riutilizzo e riciclo dei materiali derivanti dalle demolizioni e del futuro riciclo dei materiali impiegati nella costruzione

2 PREGIO ARCHITETTONICO N. DESCRIZIONE SUB-ELEMENTO SUB-PESO

2.01

Pregio architettonico della soluzione progettuale d el volume dell’arena centrale e piastra di gioco : - soluzione migliorativa layout tribune - impatto scenografico ,dell’arena centrale - integrazione tecnica ed estetica fra struttura di copertura e canalizzazioni impiantistiche

2.02

Miglioramento delle tecnologie e i materiali costru ttivi utilizzati per caratterizzare l’involucro edilizio : - proposte alternative alla finitura esterna delle facciate , parte bassa, in intonaco, che prevedano miglioramenti in termini di pregio del materiale, durevolezza e facilità manutentiva; - proposte di miglioramento qualitativo del materiale di rivestimento metallico dogato della parte alta della facciata prevista in lamiera, che prevedano miglioramenti in termini di pregio del materiale, durevolezza e facilità manutentiva;-

3 PREGIO FUNZIONALE - MANUTENTIVO N. DESCRIZIONE SUB-ELEMENTO SUB-PESO

3.01

Miglioramento prestazioni funzionali sportive: - soluzioni progettuali che consentono la pratica di discipline aggiuntive rispetto a quelle previste di base dal progetto preliminare

3.02

Proposte di miglioramento manutentivo generale : - soluzioni tecniche per il miglioramento delle manutenzioni interne ed esterne in quota - proposte di protezioni del pavimento sportivo - approntamenti specifici aggiuntivi per eventi di spettacolo - proposte per la facilitazione manutentiva impiantistica: ispezionabilità dei tracciati, soluzioni di smaltimento facilitato delle acque meteoriche e reflue

12

4 PREGIO IMPIANTISTICO N. DESCRIZIONE SUB-ELEMENTO SUB-PESO

4.01

Proposte di miglioramento degli impianti elettrici e speciali: - continuità di servizio e selettività tra interruttori nei q.e. - utilizzo corpi illuminanti ad alta efficienza energetica - distribuzione secondaria FM e illuminazione: maggior numero di punti prese di servizio - distribuzione secondaria FM e illuminazione: gestione intelligente dell’illuminazione che possa

portare ad un maggior risparmio energetico (es. rilevatori di presenza) - trasmissione dati: maggior numero di prese TD - miglioramento qualità e distribuzione uniforme segnale wireless - diffusione sonora: miglioramento qualità, uniformità e potenza dell’effetto sonoro

4.02

Proposte di miglioramento degli impianti meccanici: - UTA: sistemi di miglioramento della percentuale di recupero sia estivo che invernale rispetto al

valore limite prefissato (es. scambio adiabatico) - UTA: Implementazione con inverter e motori ad alta resa per i due ventilatori di mandata e ripresa - UTA:Interventi per abbassare la pressione sonora - Canali aria: proposte migliorative in tema di valutazioni estetiche, minor ingombro, confort di

funzionamento, facilità di manutenzione e pulizia - Pompe impianto di riscaldamento e di raffreddamento: utilizzo di pompe regolate elettronicamente

ad alto rendimento che consentano un risparmio energetico grazie all’adattamento elettronico delle prestazioni (alta efficienza)

- Recuperatori statici: miglioramento del sistema di filtrazione - Recuperatori statici: recupero energetico sia invernale che estivo - Recuperatori statici: inverter motori ad alta resa per i due ventilatori di mandata e ripresa - Recuperatori statici: interventi per abbassare la pressione sonora

4.03

Proposte di miglioramento degli impianti ascensore: - miglioramento delle caratteristiche tecniche ed estetiche degli impianti in merito a facilità manutentiva e durabilità dei materiali utilizzati e delle apparecchiature previsti nell’allestimento della cabina ascensore

5 ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE N. DESCRIZIONE SUB-ELEMENTO SUB-PESO

5.01

Relazione tecnico illustrativa specifica (oltre al dovuto documento riguardante la sicurezza in fase di progetto definitivo) in merito alle tecniche ed alle tecnologie che si intendono utilizzare per mitigare e minimizzare i rischi in merito alla sicurezza durante la realizzazione dell'intervento, con particolare riferimento alle lavorazioni di carattere strutturale che possono comportare i maggiori rischi (ed esempio scavi e lavori in quota).

L’Ente appaltante, Immobiliare Fiera S.p.A., defini rà comunque, nel disciplinare di gara, criteri, sub-criteri e punteggi secondo le valutazioni che p iù considererà opportune, fermo restando l’obiettivo di ottenere un prodotto edilizio con le prestazioni minime richieste dal progetto preliminare. A ciascun singolo sub-elemento che compone l’elemento di valutazione sarà attribuito, dall’Ente appaltante in sede di disciplinare di gara, un coefficiente, compreso tra 0 (zero) e 1 (uno) da parte di ciascun commissario, secondo la seguente scala di valori (con possibilità di attribuzione di coefficienti intermedi, anche in frazione decimale se del caso, in caso di giudizi intermedi) : Giudizio Coefficiente

Eccellente 1,0

Ottimo 0,8

Buono 0,6

Discreto 0,4

Modesto 0,2

Assente o irrilevante 0,0

L’offerta economica dovrà essere espressa sia sull’importo dei lavori (esclusi gli oneri per la sicurezza) sia sull’importo dei corrispettivi professionali.

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1.4. NOTA FINALE Le prescrizioni del presente capitolato prestazionale vanno eventualmente aggiornate considerando i

riferimenti legislativi e normativi (sia nazionali che regionali) in vigore al momento dell’inizio della progettazione esecutiva, nella versione di carattere più restrittivo.

I livelli di progettazione successivi al preliminare dovranno essere elaborati secondo quanto previsto dal

“Codice appalti” D. Lgs. 12.04.2006 n. 163 e successive modifiche e integrazioni, nonché dal Regolamento di attuazione D.P.R. 5.10.2012 n. 207 e s.m. e i. e da tutta la legislazione e la normativa ad essi correlate.

Tutte le quote e le misure indicate sugli elaborati grafici del progetto preliminare vanno verificate

in sito. Per l’elaborazione del progetto esecutivo è obbligo da parte dell’Appaltatore effettuare i controlli

dei rilievi forniti in sede di gara. Una volta conclusi i lavori da parte dell’Ente Appaltante, l’eventuale consegna all’Amministrazione

Comunale dell’immobile ristrutturato sarà subordinata alla produzione di tutta la documentazione necessaria all’immediata messa in attività dell’immobile per lo svolgimento di competizioni sportive (pallacanestro) e di eventi di pubblico spettacolo, anche nel caso che l’intervento realizzato riguardi il solo primo stralcio funzionale, nonché per la presa in carico manutentiva.

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2. CAPITOLATO PRESTAZIONALE ELEMENTI TECNICI: OPERE ARCHITETTONICHE 2.1. PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI OPERE EDI LI ED AFFINI Le richieste relative ai materiali ed al componenti sono quelle indicate dal “Regolamento relativo

all’impiantistica sportiva in cui si pratica il gioco della pallacanestro” della Federazione Italiana della Pallacanestro, e quelle indicate dal presente paragrafo..

Dove non diversamente specificato, le caratteristiche minime prestazionali dei materiali e componenti del progetto sono quelle relative alle descrizioni indicate nelle voci del documento “Calcolo sommario della spesa”.

Si riportano di seguito a livello indicativo le descrizioni e le richieste prestazionali relativi agli elementi principali di carattere edile e di finitura, considerando come riferimento di base gli elementi previsti nel progetto preliminare.

2.1.1. Pareti perimetrali e pareti interne Pareti perimetrali Le pareti perimetrali dovranno soddisfare i requisiti della sicurezza (resistenza ai carichi e agli urti,

comportamento in caso di incendio, ecc.), del valore estetico (assenza di difetti, omogeneità di colore, ecc.), e quelli riferiti alle condizioni climatiche ed ambientali: impermeabilità all'aria, tenuta all'acqua, isolamento acustico, isolamento termico, controllo delle condensazioni superficiali, dell' inerzia termica e delle condensazioni interstiziali., nel rispetto di quanto già indicato al paragrafo 1.1.2.

Esse, con l'efficacia del loro isolamento termico concorrono in maniera notevole al contenimento dell'energia dispersa per trasmissione attraverso l'involucro edilizio, che, nella maggior parte dei casi, costituisce il termine più importante dei consumi complessivi; in relazione alle soluzioni costruttive adottate, la verifica termoigrometrica delle pareti (diagramma della pressione parziale del vapore pv e della pressione parziale del vapore in condizioni di saturazione ps) deve escludere la formazione di condensa all'interno delle tamponature, nonché la formazione di ponti termici.

Le pareti perimetrali del progetto preliminare a base di gara sono realizzate come segue: - nei due livelli della corona esterna, con murature in laterizio porizzato o alveolato o con altro tipo di

muratura entro le specchiature del telaio strutturale, intonacate esternamente, completate da contropareti interne ad orditura metallica e rivestimento con doppio strato di lastre in gesso rivestito, e necessaria coibentazione;

- nel perimetro esterno del corpo centrale più alto, con muratura e cappotto esterno, con rivestimento in lastre metalliche dogate con dispositivi di ancoraggio e supporto invisibili dall’esterno.

Le soluzioni adottate in sede di progetto definitivo dovranno fornire come minimo le prestazioni del pacchetto di tamponamento suddetto; potranno essere sostituite da soluzioni tecnologiche migliorative sia dal punto di vista prestazionale (per climatizzazione invernale ed estiva) che estetico (con previsioni di rivestimenti e/o pareti ventilate) nonché della futura manutenzione.

Pareti interne Le pareti interne, con gli infissi interni costituiscono l'unità tecnologica “partizione interna verticale”,

che divide, conforma e controlla la comunicazione tra gli spazi interni dell'organismo edilizio. Per gli aspetti essenziali valgono le seguenti indicazioni schematiche: - il requisito dell'attrezzabilità per le installazioni impiantistiche comporta un'adeguata resistenza

meccanica e una sufficiente compattezza del materiale; - le sollecitazioni permanenti (dovute al peso proprio, all'elasticità delle strutture ed ai sovraccarichi),

nonché quelle prodotte da urti accidentali di persone o cose o dalla sospensione e/o fissaggio di contenitori ed attrezzature di uso normale devono essere sopportate dalle pareti senza subire deformazioni o alterazioni significative;

- l'attenuazione acustica fornita dalle pareti deve essere tale da assicurare livelli sonori compatibili con lo svolgimento delle attività previste con riferimento alle norme di legge;

- la resistenza al fuoco delle pareti impiegate per la compartimentazione antincendio e per la delimitazione dei locali a maggior rischio di incendio deve essere compatibile con i valori fissati dalle norme di legge.

Dovrà essere previsto l’utilizzo di tecnologie che ne consentano la realizzazione e/o il completamento anche in tempi successivi sopra pavimento già realizzato (per completamento 2° lotto funzionale).

Le pareti interne del progetto preliminare a base di gara sono costituite da pareti divisorie interne realizzate con doppia lastra su ambo i lati dello spessore min di 12,5 mm. e orditura metallica, con inserimento all’interno di materassino di lana di roccia.

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Le soluzioni adottate in sede di progetto definitivo dovranno fornire come minimo le prestazioni delle pareti suddette; potranno essere sostituite da soluzioni tecnologiche migliorative sia dal punto di vista prestazionale che della futura manutenzione.

2.1.2. Strati di impermeabilizzazione e coibentazio ne Nei sistemi di copertura delle pareti perimetrali lo strato di schermo o barriera al vapore svolge la

funzione di impedire (schermo) o di ridurre (barriera) il passaggio di vapore d'acqua, consentendo il controllo dei fenomeni di condensa.

Lo strato impermeabilizzante realizza la tenuta all'acqua. Lo strato coibente svolge la funzione di portare ai valori richiesti la resistenza termica e l'isolamento acustico dei sistemi suddetti.

Per l'accettazione e controllo di qualità valgono in generale le seguenti indicazioni schematiche: - nelle coperture con manti impermeabilizzanti posti al di sopra dello strato isolante, che

impediscono la diffusione del vapore all'esterno, il controllo della formazione di condensa negli elementi sensibili all'umidità (in particolare l'isolante) avviene con un semplice schermo al vapore che permette di ridurre il passaggio del vapore d'acqua;

- analoga funzione svolge nelle pareti perimetrali l'impiego di pannelli coibenti aventi la faccia rivolta verso l'ambiente 'caldo' resinata o schermata al vapore;

- i materiali prescelti per la coibentazione dovranno essere di origine naturale o provenienti da riciclo e ne dovrà comunque essere garantita l'atossicità, la traspirabilità e la riciclabilità;

- la tenuta all'acqua delle coperture, dello spiccato delle pareti perimetrali e del supporto di pavimentazione al suolo è garantita dalle caratteristiche intrinseche dei materiali costituenti e dei necessari accorgimenti di posa (incastri, risvolti sulle pareti, ecc.).

La tenuta all'acqua delle pareti perimetrali è assicurata dal grado di impermeabilità e dal comportamento degli strati esterni.

Lo strato termoisolante, posizionato nelle coperture al di sotto dell'elemento di tenuta. è dimensionato in relazione alla sua conducibilità termica, sia per garantire alla copertura i valori stabiliti di resistenza termica globale sia per assicurare il controllo dei fenomeni di condensazione superficiale (per prestazioni come da paragrafo 1.1.2.

Il progetto preliminare a base di gara ha previsto dei pacchetti isolanti simili sia per la copertura centrale che per la copertura del corpo ad anello più basso. Unica differenza è costituita dalla presenza di lamiera grecata quale sede di appoggio per quanto riguarda la copertura centrale.

Il pacchetto isolante ipotizzato è il medesimo sia in caso di mantenimento (previo smontaggio e smaltimento del manto esistente) che di rifacimento della copertura.

Il manto di copertura del progetto preliminare é costituito da un pacchetto così composto: - elemento di appoggio alla struttura sottostante costituito da lamiera grecata in acciaio

zincato preverniciato sulla faccia inferiore; - membrana con funzione di freno vapore; - strato termoisolante posizionato al di sotto dell’elemento di tenuta, dimensionato in relazione

alla sua conducibilità termica, sia per garantire alla copertura i valori stabiliti di resistenza termica globale sia per assicurare il controllo dei fenomeni di condensazione superficiale;

- manto di tenuta vero e proprio, costituito da doppia membrana bituminosa, come da descrizione del calcolo sommario della spesa., con bocchettoni di areazione del pacchetto isolante e accorgimenti adeguati per risvolti.

La copertura piana dell’anello perimetrale ha le medesime caratteristiche, salvo che per l’assenza della lamiera, dato che il supporto è costituito dal solaio esistente.

Le soluzioni adottate in sede di progetto definitivo dovranno fornire come minimo le prestazioni delle

stratificazioni isolanti suddette; potranno essere sostituite da soluzioni tecnologiche migliorative sia dal punto di vista prestazionale che della futura manutenzione.

2.1.3. Strati del supporto per pavimentazioni Al piano terra tutte le pavimentazioni dovranno essere realizzate sopra un vespaio costituito da un

sistema solaio aerato con manufatto di altezza adeguata e calcolato per i carichi previsti per la destinazione d’uso dell’edificio.

Lo strato di compensazione, che svolge la funzione di compensare quote, pendenze, errori di planarità e spesso anche la funzione di strato di collegamento, deve essere convenientemente stagionato, perfettamente livellato, privo di fessurazioni, perfettamente asciutto, compatto e dimensionalmente stabile

Lo strato ripartitore, oltre le necessarie esigenze di continuità e spessore, deve assicurare la corretta realizzazione dei giunti, dei bordi e dei punti di interferenza con elementi verticali o con passaggi di elementi impiantistici in modo da evitare azioni meccaniche Iocalizzate o incompatibilità chimico – fisiche.

Si devono evitare rigonfiamenti e distacchi del rivestimento del supporto.

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I giunti strutturali devono attraversare tutti gli strati funzionali della pavimentazione, compreso il supporto:

- i giunti di isolamento devono essere eseguiti in modo da separare il supporto dalle parti fisse della costruzione (colonne, pareti, ecc.). consentendo i movimenti differenziali tra i due sistemi e migliorando l'isolamento acustico;

- i giunti di dilatazione in caso di solidarietà tra lo strato di calpestio e gli altri strati funzionali devono consentire le dilatazioni termiche e/o igroscopiche differenziali.

2.1.4. Pavimenti Ai fini dell'accettazione e del controllo di qualità valgono in generale le seguenti indicazioni

schematiche. Lle proprietà chimico-fisiche, risultanti da prove di laboratorio devono presentare, in relazione alla

destinazione d'uso, adeguate garanzie di resistenza all’usura meccanica (abrasioni. incisioni, ecc.), basso assorbimento di acqua, elevato grado antipolvere, coefficiente di attrito idoneo per superfici antisdrucciolo.

La superficie finale deve risultare perfettamente piana con tolleranze che variano secondo il tipo di rivestimento.

Le pavimentazioni scelte per spogliatoi e servizi igienici devono consentire, con la tecnica di realizzazione più idonea, di soddisfare al meglio i requisiti suddetti ed avere le seguenti caratteristiche:

- coefficiente di attrito medio> di 0,40 secondo il metodo BCR; - indice di rischio di scivolamento R9 secondo DIN 51130; - assorbenza non superiore a 0,05%. In generale, il materiale utilizzato deve essere privo di emissioni dannose per la salute e proveniente

da lavorazioni a basso impatto ambientale e riciclabili. Le colle eventualmente utilizzate per la posa in opera devono essere a bassa emissione di VOC (composti organici volatili).

I pavimenti previsti dal progetto preliminari sono i seguenti. Zona campo da gioco e minima fascia perimetrale (200 cm): pavimento speciale sportivo, a norma

FIBA di 1° livello EN 13501 (reazione al fuoco), EN 14904 (superfici aree sportive), in legno prefabbricato elasticizzato su massetto radiante, completo di segnature dei campi da gioco di pallavolo e pallacanestro, di colorazione del pavimento a norma FIBA, di ancoraggi dell’impianto di pallavolo a palo unico e relative ghiere di copertura.

Zone locali igienici e spogliatoi: pavimentazione in gomma spessore minimo 2 mm, in piastre o teli

del peso min. 3,2 Kg/mq. e caratteristica antisdrucciolo minimo R9 secondo DIN 51130, completa di gusce perimetrali per risvolto pavimentazioni su tutti i lati dei locali.

Zone di distribuzione e percorsi: pavimento tipo industriale, in calcestruzzo preconfezionato con

classe di resistenza C25/30 e Rck min > 30N/mmq, classe di consistenza minimo S5, armato con rete elettrosaldata, corazzatura superficiale con miscela di cemento –quarzo, corindone o similari e trattamento epossidico trasparente o colorato finale, completo di zoccolini in PVC espanso lungo tutte le pareti.

Scale e gradinate tribune: in calcestruzzo levigato, con rivestimento antiusura in resina epossidica

colorata. Le soluzioni adottate in sede di progetto definitivo dovranno fornire come minimo le prestazioni delle

pavimentazioni suddette; potranno essere sostituite da soluzioni tecnologiche migliorative dal punto di vista prestazionale, estetico e di futura manutenzione.

2.1.5. Finiture con sistemi rigidi: rivestimenti e plafonature Per l'accettazione e controllo di qualità valgono in generale le seguenti indicazioni schematiche per i

rivestimenti. Il collegamento del rivestimento al supporto, sia mediante adesione continua (ad es. collante per i

rivestimenti plastico-vinilici) sia mediante ancoraggio discontinuo a mezzo di viti, chiavi, staffe sia sui lavorati in profilati metallici o listelli (battiscopa) deve garantire la perfetta planarità, riportando le irregolarità superficiali nei limiti di accettazione ed assicurando, con una adeguata funzione di irrigidimento, l'assenza di qualsiasi cedevolezza.

Gli eventuali scostamenti dei battiscopa dall'appoggio sui pavimenti e sulle pareti devono essere corretti con adeguati elementi di sigillatura.

Il rivestimento al piede (o zoccolino battiscopa), essendo interfacciato con lo strato di calpestio del pavimento, deve avere adeguate caratteristiche di resistenza ad azioni di tipo meccanico (urti, abrasioni, ecc,) e idrico (lavaggio) provocate dagli stessi agenti che interessano la pavimentazione ed essere facilmente pulibile.

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I rivestimenti ed i controsoffitti previsti dal progetto preliminari sono i seguenti. Rivestimenti in gomma come la pavimentazione, in tutti i locali igienici (bagni ed antibagni) fino ad

una altezza minima di cm 230, e rivestimento mediante verniciatura con smalto all’acqua per interni, lucido o satinato,dato a più mani in tutti i locali spogliatoi ed in tutti i percorsi di distribuzione a i vari piani.

Controsoffitti interni, in tutti gli spazi e locali, ispezionabili, ignifughi, termoisolanti, fonoassorbenti con certificazione antifuoco Euroclass "A1".

Le soluzioni adottate in sede di progetto definitivo dovranno fornire come minimo le prestazioni delle

finiture suddette; potranno essere sostituite da soluzioni tecnologiche migliorative dal punto di vista prestazionale, estetico e di futura manutenzione.

2.1.6. Intonaci Ai fini dell'accettazione e del controllo di qualità valgono in generale le seguenti indicazioni

schematiche. - i materiali dovranno essere traspiranti e atossici; - la realizzazione deve avvenire nelle stagioni intermedie per evitare i danni provocati dal gelo e

dall'eccessivo caldo, ovvero prevedere adeguate precauzioni in caso di esecuzione in stagioni diverse; - prima della stesura dell’intonaco devono essere effettuati tutti i controlli per accertare l'esistenza di

eventuali danneggiamenti corticali delle strutture e dei supporti; - i tratti più soggetti a urti di qualsiasi natura vanno rinforzati con l'introduzione nello spessore di reti

di armatura, i punti più delicati, ad es. spigoli vivi, vanno protetti con profili metallici annegati a filo intonaco; - prima di eseguire l'applicazione dell'intonaco va accertato che il supporto abbia terminato il proprio

assestamento, che risulti pressoché indeformabile e sia privo di qualsiasi fenomeno di umidità ascendente o discendente;

- la superficie del supporto deve essere omogeneamente ruvida per permettere un'efficace aderenza dell'intonaco.

2.1.7. Serramenti esterni – Serramenti interni – Ve tri Serramenti esterni: caratteristiche e requisiti ess enziali Le prestazioni dei serramenti esterni vetrati che maggiormente incidono sulle proprietà termiche

dell'involucro edilizio sono riferite a: - permeabilità all'aria: - trasmittanza solare totale del vetro; - abbattimento del rumore proveniente dall'esterno. I criteri di associazione tra le prestazioni di resistenza all'azione del vento, di tenuta all'acqua e

tenuta all'aria in funzione del contesto climatico, dell'intensità dei venti, delle caratteristiche fisico morfologiche del sito e della altezza dell'edificio portano a richiedere i serramenti esterni con i seguenti livelli di prestazione:

- classe di permeabilità all'aria. A3, - classe di tenuta all'acqua. A4: - classe di resistenza al vento: V3. Per serramenti con parti apribili e parti fisse, il diagramma di permeabilità - pressione è riferito alla

superficie apribile in essi presente o alla lunghezza dei giunti apribili presenti. In caso di discendenza fra il diagramma permeabilità - pressione riferito alla lunghezza dei giunti

apribili e quello riferito alla superficie apribile vale il criterio più restrittivo. Per quanto riguarda la trasmittanza solare totale del vetro, il valore fornito dal costruttore va

confrontato con quello di riferimento adottato nella verifica ex L. 10/91. Ai fini dell'isolamento acustico ai rumori aerei i criteri di scelta di un serramento esterno tengono

conto principalmente dei livelli sonori di normale tollerabilità in funzione del tipo di ambiente e dei livelli di rumore sollecitante esterno in funzione della zona di rumore.

Per quanto attiene le altre caratteristiche e requisiti essenziali ai fini dell'accettazione e controllo di qualità valgono le seguenti indicazioni schematiche:

- oltre alle giunzioni fra parti mobili del serramento, la tenuta all'aria coinvolge tutte le giunzioni tra elementi disomogenei, in particolare quelle tra infisso e parete (elo davanzale elo soglia);

- anche per la tenuta all'acqua il punto critico è costituito dai giunti; questi devono essere correttamente eseguiti anche per non pregiudicare le prestazioni di isolamento termoacustico, provvedendo ad occupare l'interstizio con elementi (guarnizioni e sigillanti) elastici, insensibili alle variazioni termiche e resistenti all'invecchiamento, capaci di adattarsi alla rigidità e garantire la sigillatura;

- gli elementi orizzontali del telaio ed il davanzale delle finestre devono favorire mediante la loro conformazione geometrica (gocciolatoi, inclinazione del davanzale) il deflusso dell' acqua;

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- l'eventuale acqua di condensa é allontanata da adeguati canali di raccolta e smaltimento; - la classe di resistenza al vento deve essere adeguata in funzione della zona di vento,

dell'esposizione e dell’ altezza dell’edificio; l'azione del vento deve essere sopportata senza generare sbattimenti, vibrazioni e rumorosità;

- i dispositivi di apertura, chiusura o bloccaggio delle ante devono presentare requisiti di manovrabilità corretti ed ergonomicamente facili, oltre a fornire adeguata resistenza alle sollecitazioni di false manovre.

Il progetto preliminare ha previsto: serramenti esterni ad elementi singoli ed abbinati per finestre, vetrate e porte realizzati in alluminio,

con profilati estrusi, anodizzati o verniciati RAL ( in lega primaria d’alluminio 6060 secondo le norme UNI EN 3569 bonificata), a taglio termico comprensivi di fermavetro a scatto, controtelaio in ferro zincato premurato, guarnizioni EPDM o neoprene, con le seguenti caratteristiche minime: permeabilità all’aria classe A3, tenuta all’acqua classe A4, resistenza al vento classe V3, UW=1,45, spessore del telaio 75 mm., spessore anta 85 mm., con volumi vetrati basso emissivi con vetrocamera stratificato temperato trasparente minimo 4+4 mm, 1A+15 mm argon+4 mm basso emissivo esterno con valore U= 1,1 W/mqK. Completi di cerniere, maniglie, maniglioni antipanico per tutte le uscite esterne di sicurezza, motorini elettrici per l’apertura automatizzata di tutte le finestre, cornici interne, esterne e imbotti copribanchina in alluminio. La trasmittanza termica media del serramento completo di ogni sua parte (alluminio + vetro) ha un coefficiente inferiore a Uw = < 1.8 W/MQ K (trasmittanza termica media).

Il livello di isolamento acustico del serramento dovrà essere rapportato alla destinazione d’uso del locale nel quale è inserito in accordo con quanto previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5/12/97. Il serramento previsto ha un indice di valutazione del potere fono isolante Rw di 42 dB determinato sperimentalmente in laboratorio secondo la UNI EN ISO 140 e valutato in accordo con la norma UNI EN ISO 717

Porte interne: caratteristiche e requisiti essenzia li Il tipo di apertura. le dimensioni, i materiali, gli accessori delle porte interne devono presentare le

caratteristiche più idonee in relazione alle condizioni di uso e di sollecitazione previste, oltre a rispondere a esigenze di aspetto e di immagine adeguate al decoro dell'insieme.

In base alle norme di prevenzione incendi, una delle loro funzioni prevalenti è quella antipanico, dovendo agevolare al massimo il transito verso gli spazi sicuri.

Con l'accettazione ed il controllo di qualità valgono inoltre le seguenti indicazioni schematiche: - la manovrabilità è caratterizzata dalla limitazione sia dello sforzo necessario allo spostamento delle

ante e sia di quello necessario al comando dei dispositivi dei apertura - chiusura; - per le uscite di sicurezza i due sforzi sono coordinati e agevolati nella direzione di uscita attraverso

l'uso di appositi maniglioni; - la resistenza deve essere specificatamente commisurata sia agli urti accidentali delle ante sugli

stipiti, ad es. per azione delle correnti d’aria, sia alle false manovre (sforzi impropri) dovute ad azioni involontarie dell'utenza, sia agli effetti di usura;

- il requisito della transitabilità, ossia del passaggio agevole in funzione della dimensione di apertura effettivamente libera dall'ingombro dell'anta ed in funzione degli spostamenti dell' anta necessari all'apertura, è particolarmente indirizzato al portatori di capacità motorie ridotte o impedite;

- l'uso frequente e diretto delle porte da parte dell'utenza deve comportare l'assenza o la limitazione di conformazioni spigolose con materiali duri per evitare ferite e schiacciamenti in relazione sia alla manovra dell'anta sia all'uso o alla presenza di ogni tipo di accessorio.

I serramenti interni previsti dal progetto preliminare sono realizzati con telaio in alluminio e anta in acciaio plastificato, con telai e imbotti costituiti da telaio del tipo telescopico, con forme arrotondate e prive di spigoli vivi, complete di ferramenta, serrature, maniglie e maniglioni.

Altezza porte zona spogliatoi: 230 cm. Vetri: caratteristiche e requisiti essenziali Il tamponamento vetrato esercita, oltre la trasmissione della luce, un'influenza notevole sulla

prestazione globale di isolamento termo acustico fornita dall'infisso, dal momento che ne rappresenta la parte dimensionalmente più considerevole.

L'uso di vetri doppi con interposto strato d'aria disidratata, cui é demandata la funzione isolante, aumenta la resistenza termica.

Il loro punto debole é costituito dalla sigillatura tra le due lastre. Pertanto: - il giunto deve assicurare la completa sigillatura fra le due lastre al fine di prevenire fenomeni di

condensa o di deposito di polvere nell'intercapedine; - la perfetta esecuzione del giunto deve garantire nel tempo il mantenimento delle prestazioni di

trasparenza e di isolamento; - le lastre devono avere spessore differente ai fini della riduzione del rumore;

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-i vetri dovranno essere del tipo antinfortunistico. I vetri previsti nel progetto preliminare sono del tipo basso emissivi con vetrocamera stratificato

temperato trasparente minimo 4+4 mm, 1A+15 mm argon+4 mm basso emissivo esterno con valore U= 1,1 W/mqK.

Le soluzioni adottate in sede di progetto definitivo dovranno fornire come minimo le prestazioni delle

finiture suddette; potranno essere sostituite da soluzioni tecnologiche migliorative dal punto di vista prestazionale, estetico e di futura manutenzione.

2.1.8. Parapetti Ai fini dell'accettazione e del controllo di qualità valgono in generale le seguenti indicazioni

schematiche. Tutti i parapetti, metallici, vetrati o altro, di tribune, scale e percorsi a sbalzo, dovranno permettere

una facile visibilità al campo da gioco e dovranno essere conformi alla normativa D.M. del 14/01/2008 prevedendo una resistenza alla spinta di 300 Kg/m.

1.2.9. Ascensori Gli impianti di sollevamento devono garantire la completa accessibilità ai diversi livelli della struttura,

compreso il livello della zona giornalisti. Per quanto attiene le caratteristiche e requisiti essenziali ai fini dell'accettazione e controllo di qualità

valgono le seguenti indicazioni schematiche: - impianti ad argano con macchinario posto nel vano corsa, senza locale macchine, conforme alla

norma tecnica europea armonizzata UNI EN 81-1:2010, Legge 13, con armadiatura di controllo in adiacenza della spalletta della porta dell’ultimo piano;

- portata kg 1150, persone n. 15, velocità m/s 1,00, porte di piano cm 100; -rivestimento spalle, porte di piano ed interno cabina in lamiera di acciaio lavorato antigraffio; - certificazione di efficienza energetica in classe A. Il progetto preliminare ha previsto: -n° 2 ascensori destinati agli spettatori con n. 2 fermate ciascuno; -n° 1 ascensore destinato al settore giornalisti con n. 3 fermate. Le soluzioni adottate in sede di progetto definitivo dovranno fornire come minimo numero e

prestazioni degli ascensori previsti dal preliminare; potranno essere sostituite da soluzioni tecnologiche migliorative dal punto di vista prestazionale, estetico e di futura manutenzione.

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PARTE SECONDA

PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI OPERE STRUTTU RALI

PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI OPERE IMPIANT I ELETTRICI E SPECIALI

PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI OPERE IMPIANT I MECCANICI

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PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI OPERE STRUTTU RALI Per quanto riguarda le specifiche tecniche riguardo le opere strutturali, si fa riferimento alla relazione tecnica dedicata ed alle prescrizioni prestazionali generali di cui al punto 1 del presente capitolato.

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PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI OPERE IMPIANT I ELETTRICI E SPECIALI

INDICE Art. 1 Oggetto..................................................................................................................................................23 Art. 2 Generalità ............................................................................................................................................23 Art. 3 Riferimenti a norme e leggi ...............................................................................................................23 Art. 4 Definizioni ..............................................................................................................................................24 Art. 5 Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per i componenti escluse le conduttore ..26 Art. 6 Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per le conduttore ........................................26 Art. 7 Tipi di condutture ammessi ...............................................................................................................27 Art. 8 Protezioni delle conduttore elettriche...............................................................................................28 Art. 9 Requisiti delle condutture per evitare la propagazione dell’incendio ..........................................28 Art. 10 Prescrizioni aggiuntive per gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per la presenza di materiale infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito......................29 Art. 11 Prescrizioni aggiuntive per gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per l’elevata densità di affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio o per l’elevato danno ad animali e cose.......................................................................................................................................................29 Art. 12 Prescrizioni aggiuntive per locali di pubblico spettacolo e di intrattenimento ............................30 Art. 13 Prescrizioni particolari per locali contenenti bagni o docce ..........................................................34 Art. 14 Prescrizioni particolari Bar.....................................................................................................................36 Art. 15 Prescrizioni particolari Cucina...............................................................................................................36 Art. 16 Protezione contro i contatti diretti ..........................................................................................................37 Art. 17 Protezione contro i contatti indiretti .......................................................................................................37 Art. 18 Grado di protezione minimo ..................................................................................................................38 Art. 19 Scelta dei materiali e degli apparecchi..................................................................................................38 Art. 20 Sezionamento e comando.....................................................................................................................38 Art. 21 Protezione contro i contatti diretti ..........................................................................................................39 Art. 22 Protezione contro i contatti indiretti .......................................................................................................39 Art. 23 Protezione contro le sovracorrenti ........................................................................................................39 Art. 24 Prescrizioni sulla scelta dei cavi e dei conduttori ..................................................................................40 Art. 25 Protezione contro gli effetti termici ........................................................................................................41 Art. 26 Linee in cavo interrato ...........................................................................................................................41 Art. 27 Esempi di cavi utilizzabili per esterno ...................................................................................................42 Art. 28 Modalità di posa tubazioni.....................................................................................................................42 Art. 29 Cassette e scatole di derivazione .........................................................................................................43 Art. 30 Connessioni...........................................................................................................................................44 Art. 31 Prese a spina ........................................................................................................................................44 Art. 32 Tipologia e normativa di riferimento del quadro elettrico .....................................................................45 Art. 33 Rifasamento impianti elettrici ................................................................................................................45 Art. 34 Apparecchi di illuminazione...................................................................................................................46 Art. 35 Impianto di messa a terra e sistemi di protezione contro i contatti indiretti ..........................................46 Art. 36 Impianto di rivelazione incendi ..............................................................................................................47 Art. 37 Impianto di allarme evacuazione...........................................................................................................54 Art. 38 Impianto di diffusione sonora ................................................................................................................56 Art. 39 Impianto di controllo degli spettatori TV-CC..........................................................................................58 Art. 40 Impianto di trasmissione dati.................................................................................................................58 Art. 41 Standard di qualità ................................................................................................................................58 Art. 42 Dichiarazione di conformità...................................................................................................................59 Art. 43 Specifiche tecniche ...............................................................................................................................59

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Art. 1. Oggetto

Il presente documento è parte integrante del progetto preliminare degli impianti elettrici e speciali che si realizzeranno per la ristrutturazione del palazzetto dello sport EIB Brescia. All’interno del palazzetto si svolgeranno attività e/o manifestazioni sportive regolate dal C.O.N.I. e dalle Federazioni Sportive Nazionali riconosciute dal C.O.N.I. e potranno essere presenti un numero superiore a 5000 persone. Il palazzetto sarà classificato come Livello GOLD per la F.I.P. e come livello 2 per la FIBA. Le opere previste sono state decise dopo i contatti avuti con il committente, i responsabili della progettazione architettonica e i sopralluoghi effettuati con la visione e i rilievi dello stato di fatto. Il progetto è composto da:

• Relazione tecnica generale • Capitolato prestazionale • Elaborati grafici schematici • Quadro economico dei lavori

Art. 2. Generalità

L’impianto elettrico sarà eseguito nel rispetto delle regole dell’arte secondo quanto previsto dalla norma CEI 64-8 e dalle regole di buona tecnica e sarà corredato, a fine lavori, da dichiarazione di conformità, come richiesto dal DM 22 gennaio 2008 n. 37, completo di tutte le sue parti. Le caratteristiche degli impianti stessi, nonchè dei loro componenti, devono corrispondere alle norme di legge e di regolamento vigenti alla data di presentazione del progetto-offerta ed in particolare essere conformi: • alle prescrizioni di Autorità Locali, comprese quelle dei VV.FF.; • alle prescrizioni e indicazioni dell'ENEL o dell'Azienda Distributrice dell'energia elettrica; • alle prescrizioni e indicazioni della Telecom; • alle Norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).

Art. 3. Riferimenti a norme e leggi Gli impianti descritti nella presente relazione tecnica, devono essere realizzati secondo i più recenti criteri della tecnica degli impianti e con la scrupolosa osservanza alle leggi e norme vigenti in materia: Principali disposizioni legislative

• Decreto 22 Gennaio 2008, n.37 "Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11, comma 13, lettera a) della legge n.248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici";

Norme di riferimento

• Norma CEI 64-8 VII edizione 07-2012: "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua";

• Norma CEI 64-8 VII edizione 07-2012 : sezione 751 e sezione 752 • Norma UNI EN 12193:2001 Luce e illuminazione di installazioni sportive

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• Guida CEI 64-50 “Edilizia residenziale. Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati. Criteri generali”

• Guida CEI 64-54 Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici

• Criteri particolari per locali di pubblico spettacolo • Guida CEI 64-56 Edilizia ad uso residenziale e terziario - Guida per l'integrazione degli impianti elettrici

utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici • Norma UNI EN 10819 "Impianti di illuminazione esterna - Requisiti per la limitazione della dispersione

verso l'alto del flusso luminoso" • Norma UNI EN 12464 "Illuminazione di interni con luce artificiale" • Norma UNI EN 1838 Illuminazione di emergenza ; • Norma CEI 17-13/1 : apparecchiature assiepate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri

BT) – Parte 1: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature non di serie parzialmente soggette a prove di tipo (ANS);

• Norma It. CEI 0-2 - Classif. CEI 0-2 - CT 0 - Anno 2002 - Fascicolo 6578 Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici

• Norma It. CEI 23-51 - Classif. CEI 23-51 - CT 23 - Anno 1996 - Fascicolo 2731 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare

• Norma It. CEI 23-51;V1 - Classif. CEI 23-51;V1 - CT 23 - Anno 1998 - Fascicolo 4306 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare

• Norma It. CEI 23-51;V3 - Classif. CEI 23-51;V3 - CT 23 - Anno 2001 - Fascicolo 6330 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare

• Norma It. CEI 23-51;V4 - Classif. CEI 23-51;V4 - CT 23 - Anno 2003 - Fascicolo 6937 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare

• Norma CEI EN 62305 -1 – Protezione contro i fulmini- Principi generali. • Norma CEI EN 62305 -2 – Protezione contro i fulmini- Valutazione del rischio • Norma CEI EN 62305 -1 – Protezione contro i fulmini- Danno materiale alle strutture e pericolo per le

persone • Norma CEI EN 62305 -1 – Protezione contro i fulmini- Impianti elettrici ed elettronici interni alle strutture. • Norma UNI 97-95 : sistemi fissi atutomatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio.

Progettazione, installazione ed esercizio. Si raccomanda inoltre l'osservanza di tutte le altre norme e le prescrizioni del C.O.N.I. e delle Federazioni Sportive Nazionali riconosciute dal C.O.N.I., anche se non menzionate, inerenti l'esecuzione degli impianti elettrici e l'ottemperanza a nuove norme e/o varianti entrate in vigore prima dell'ultimazione e della consegna degli impianti. La rispondenza degli impianti alle NORME è da intendere nel senso più restrittivo e anche ogni singolo elemento dell'impianto dovrà esserne rispondente. Tutti gli impianti dovranno avere i requisiti alle finalità richieste e sicuri nelle condizioni di esercizio.

Art. 4. Definizioni Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio (Norm a CEI 64-8/7 Sez.751) Sono definiti a maggior rischio in caso d’incendio tutti quegli ambienti che, a differenza di quelli ordinari, presentano, nei confronti dell'incendio, un rischio maggiore . Il compito di individuare i luoghi a maggior rischio in caso d'incendio spetta al datore di lavoro

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nell'ambito delle fasi operative di valutazione dei rischi. Il progettista riceve il risultato di queste valutazioni come dato d'ingresso per la stesura del progetto. Il rischio può essere inteso come il prodotto della probabilità che si verifichi l’incendio per la presunta entità del danno a cose persone o animali. Individuare gli ambienti a maggior rischio in caso d’incendio non è più compito del progettista dell'impianto elettrico, ma del proprietario dell'impianto che nei casi più complessi può avvalersi di esperti (anche lo stesso progettista) e del parere dei Vigili del Fuoco. Indicativamente si possono considerare i seguenti elementi :

• densità di affollamento ; • massimo affollamento ipotizzabile ; • capacità di deflusso o di sfollamento ; • entità del danno per animali e/o cose ; • comportamento al fuoco delle strutture dell’edificio ; • presenza di materiali combustibili ; • tipo di utilizzazione dell’ambiente ; • situazione organizzativa per quanto riguarda la protezione antincendio (adeguati mezzi di segnalazione

ed estinzione incendi, piano di emergenza e sfollamento, addestramento del personale, distanza dal più vicino distaccamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, esistenza di Vigili del fuoco aziendali ecc...).

Carico d’incendio - Potenziale termico della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, ivi compresi i rivestimenti dei muri, delle pareti provvisorie, dei pavimenti e dei soffitti. Convenzionalmente è espresso in chilogrammi di legna equivalente ( potere calorifico 18442 kJ/kg o 4400 kcal/kg) Carico d’incendio specifico - Carico d’incendio riferito all’unità di superficie lorda. Classe del compartimento antincendio - Numero indicativo che esprime in minuti primi la durata minima di resistenza al fuoco da richiedere alla struttura del compartimento in esame. Sono previste sette classi : 15, 30, 45, 60, 90, 120, 180. Più alta è la classe più pericoloso è il compartimento e quindi le misure di protezione devono essere più restrittive. Luogo sicuro - Spazio coperto ovvero compartimento antincendio, separato da altri compartimenti mediante spazio coperto o filtri a prova di fumo, avente caratteristiche idonee a ricevere e contenere un predeterminato numero di persone (luogo sicuro statico), ovvero a consentirne il movimento (luogo sicuro dinamico). Materiale combustibile - Il componente o i componenti variamente associati che può/possono partecipare alla combustione in dipendenza della propria natura chimica e delle effettive condizioni di messa in opera per l’utilizzazione. Si considerano combustibili i materiali non appartenenti alla Classe 0 in relazione al fuoco. Sistema di vie d’uscita - Percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro. La lunghezza massima del sistema di vie d’uscita è stabilita da apposite Norme. Compartimento antincendio - Parte di edificio delimitata da elementi di resistenza al fuoco predeterminata ed organizzata per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi. Capacità di deflusso o di sfollamento - Numero massimo di persone che, in un sistema di vie di uscita, si assume possano defluire attraverso l’uscita di “modulo uno”. Tale dato, stabilito dalla Norma, tiene conto del tempo occorrente per lo sfollamento ordinato di un compartimento. Volume del materiale combustibile - Volume occupato dal materiale combustibile presente e da quello la cui presenza è prevista, tenendo conto dell’utilizzazione dell’ambiente, delle reali delimitazioni di deposito e di quelle di spandimento sia allo stato liquido sia allo stato solido non compatto (per es. fibre o trucioli) provocate dalle lavorazioni, dal convogliamento e dalle manipolazioni od anche da guasti e rotture del sistema di contenimento dovute ad eventi non catastrofici.

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Art. 5. Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per i componenti escluse le conduttore

Ai fini della protezione contro l'incendio, gli impianti elettrici devono essere conformi alle prescrizioni integrative che seguono: a) i componenti elettrici sono limitati a quelli necessari per l'uso degli ambienti stessi, fatta eccezione per le condutture, le quali possono anche transitare; b) nel sistema di vie d'uscita non saranno installati componenti elettrici contenenti fluidi infiammabili. I condensatori ausiliari incorporati in apparecchi non sono soggetti a questa prescrizione; c) negli ambienti nei quali è consentito l’accesso e la presenza del pubblico, i dispositivi di manovra, controllo e protezione, fatta eccezione per quelli destinati a facilitare l’evacuazione, devono essere posti a disposizione del personale addetto o posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo; d) tutti i componenti elettrici rispettano le prescrizioni contenute nella Sezione 422 della norma CEI 64-8/4 sia in funzionamento ordinario dell'impianto sia in situazione di guasto dell'impianto stesso, tenuto conto dei dispositivi di protezione. Questo può essere ottenuto mediante un’adeguata costruzione dei componenti dell’impianto o mediante misure di protezione addizionali da prendere durante l’installazione Inoltre i componenti elettrici applicati in vista (a parete o a soffitto) per i quali non esistono le Norme relative sono di materiale resistente alle prove previste nella tabella riportata nel Commento della Sezione 422 della norma CEI 64-8/4, assumendo per la prova al filo incandescente 650 °C anziché 550 °C; e) gli apparecchi di illuminazione devono inoltre essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminanti, se, ed in particolare per i questi sono combustibili faretti e i piccoli proiettori tale distanza deve essere: Fino a 100 W: 0,5 m Da 100 a 300 W: 0,8 m Da 300 a 500 W: 1 m Le lampade e altre parti componenti degli apparecchi di illuminazione devono essere protette contro le prevedibili sollecitazioni meccaniche. Tali mezzi di protezione non devono essere fissati sui portalampade a meno che essi non siano parte integrante dell'apparecchio di illuminazione. I dispositivi di limitazione della temperatura devono essere provvisti di ripristino solo manuale. Gli involucri di apparecchi elettrotermici, quali riscaldatori, resistori, ecc., non devono raggiungere temperature più elevate di quelle relative agli apparecchi di illuminazione. Questi apparecchi devono essere per costruzione o installazione realizzati in modo da impedire qualsiasi accumulo di materiale che possa influenzare negativamente la dissipazione del calore.

Art. 6. Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per le conduttore Generalmente i fattori che causano incendi nelle condutture elettriche sono: cortocircuiti, riscaldamenti, contatti elettrici e coinvolgimento delle condutture stesse in incendi; pertanto, esse devono essere realizzate in modo da non essere né causa d'innesco né causa di propagazione di incendi indipendentemente dai fattori elettrici e/o fisici che li hanno causati. Per il raggiungimento degli scopi sopra prefissati, le condutture devono essere realizzate e protette come indicato nei punti seguenti.

a) le condutture che attraversano questi luoghi, ma che non sono destinate all’alimentazione elettrica al loro interno, non devono avere connessioni lungo il percorso all’interno di questi luoghi a meno che le connessioni siano poste in involucri che soddisfino la prova contro il fuoco (come definita nelle

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relative norme di prodotto), per esempio soddisfino le prescrizioni per scatole da parete in accordo con la Norma IEC 60670

b) è vietato l'uso dei conduttori PEN (schema TN-C); la prescrizione non è valida per le condutture che

transitano soltanto; c) le condutture elettriche che attraversano le vie d'uscita di sicurezza non devono costituire ostacolo al

deflusso delle persone e preferibilmente non essere a portata di mano; comunque, se a portata di mano, devono essere poste entro involucri o dietro barriere che non creino intralci al deflusso e che costituiscano una buona protezione contro i danneggiamenti meccanici prevedibili durante l'evacuazione;

d) i conduttori dei circuiti in c.a. devono essere disposti in modo da evitare pericolosi riscaldamenti

delle parti metalliche adiacenti per effetto induttivo, particolarmente quando si usano cavi unipolari;

Art. 7. Tipi di condutture ammessi Le condutture (comprese quelle che transitano soltanto) devono essere realizzate in uno dei modi indicati qui di seguito: a)

• condutture di qualsiasi tipo incassate in strutture non combustibili; • condutture realizzate mediante cavi in tubi protettivi e canali metallici, con grado di protezione

almeno IP4X; • condutture realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua

senza saldatura con funzione di conduttore di protezione sprovvisti all'esterno di guaina non metallica (Norma CEI 20-39);

b)

• condutture realizzate con cavi multipolari muniti di conduttore di protezione concentrico, o di una guaina metallica, o di un’armatura, aventi caratteristiche tali da poter svolgere la funzione di protezione;

• condutture realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione provvisti all'esterno di guaina non metallica (Norma CEI 20-39)

• condutture realizzate con cavi aventi schermi sulle singole anime o sull’insieme delle anime con caratteristiche da poter svolgere la funzione di conduttore di protezione;

c) • condutture diverse da quelle in a) e in b) realizzate con cavi multipolari provvisti di conduttore di

protezione; • condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione,

contenuti in tubi protettivi metallici o involucri metallici, senza particolare grado di protezione; in questo caso la funzione di conduttore di protezione può essere svolta dai tubi o involucri stessi o da un conduttore (nudo o isolato) contenuto in ciascuna di esse;

• condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione, contenuti in tubi protettivi o involucri, entrambi:

1. costituiti con materiali isolanti 2. insallati in vista (non incassati) 3. con grado di protezione almeno IP4X 4. binari elettrificati e condotti sbarre con grado di protezione almeno IP4X.

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Qualora i suddetti involucri siano installati in vista e non esistano le relative Norme CEI di prodotto, si devono applicare i criteri di prova indicati nella Tabella riportata nel commento della Sezione 422 della norma CEI 64-8/4, assumendo per la prova al filo incandescente 850°C anziché 650°C; binari elettrificati e condotti sbarre;

Art. 8. Protezioni delle conduttore elettriche I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere installati all’origine dei circuiti; sia di quelli che attraversano i luoghi in esame, sia quelli che si originano nei luoghi stessi (anche per alimentare apparecchi utilizzatori contenuti nel luogo a maggior rischio in caso di incendio). Per le condutture di cui al punto c) del precedente paragrafo, i circuiti devono essere protetti, oltre che con le protezioni generali in uno dei modi seguenti:

a) Nei sistemi TT e TN con dispositivo a corrente differenziale avente corrente nominale d'intervento non superiore a 300 mA anche ad intervento ritardato. Quando i guasti resistivi possano innescare un incendio, per esempio per riscaldamento a soffitto con elementi a pellicola riscaldante, la corrente differenziale nominale deve essere Idn <=30 mA;

b) Nei sistemi IT con dispositivo che rileva con continuità le correnti di dispersione verso terra e provoca l'apertura automatica del circuito quando si manifesta un decadimento d'isolamento; tuttavia, quando ciò non sia possibile, per es. per necessità di continuità di servizio, il dispositivo di cui sopra può azionare un allarme ottico ed acustico invece di provocare l'apertura del circuito; adeguate istruzioni devono essere date affinché, in caso di primo guasto, sia effettuata l'apertura manuale il più presto possibile.

Sono escluse dalle prescrizioni a) e b) le condutture:

• Facenti parte di circuiti di sicurezza • Racchiuse in involucri con grado di protezione almeno IP4X, ad eccezione del tratto finale uscente

dall’involucro per il necessario collegamento all’apparecchio utilizzatore.

Art. 9. Requisiti delle condutture per evitare la p ropagazione dell’incendio Per le condutture di cui ai punti b) e c) la propagazione dell’incendio lungo le stesse deve essere evitata in uno dei modi indicati nei seguenti punti:

a) utilizzando cavi "non propaganti la fiamma" in conformità con la Norma CEI 20-35 quando: • sono installati individualmente o sono distanziati tra loro non meno di 250 mm nei tratti in cui

seguono lo stesso percorso; oppure • i cavi sono installati individualmente in tubi protettivi o canali con grado di protezione almeno IP4X;

b) utilizzando cavi “non propaganti l’incendio” installati in fascio in conformità con la Norma CEI EN

50266 (CEI 20-22 cat. II e/o cat. III); peraltro, qualora essi siano installati in quantità tale da superare il volume unitario di materiale non metallico stabilito dalla Norma CEI EN 50266 per le prove, devono essere adottati provvedimenti integrativi analoghi a quelli indicati in c);

c) adottando sbarramenti, barriere e/o altri provvedimenti come indicato nella Norma CEI 11-17.

Inoltre, devono essere previste barriere tagliafiamma in tutti gli attraversamenti di solai o pareti che delimitano il compartimento antincendio. Le barriere tagliafiamma devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno pari a quelle richieste per gli elementi costruttivi del solaio o parete in cui sono installate (art. 527.2).

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Art. 10. Prescrizioni aggiuntive per gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per la presenza di materiale infiammabile o combustibile i n lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito.

Le prescrizioni aggiuntive per gli impianti in oggetto sono le seguenti: a) tutti i componenti dell’impianto, ad esclusione delle condutture, e inoltre gli apparecchi di illuminazione ed i motori, devono essere posti entro involucri aventi grado di protezione non inferiore a IP4X e comunque conformi a 512.2 della Norma CEI 64-8. Il grado di protezione IP 4X non si riferisce alla prese a spina per uso domestico e similare, ad interruttori luce e similari, interruttori automatici magnetotermici fino a 16 A potere di interruzione Icn 3000A Note: 1 In conformità alle Norme CEI relative agli apparecchi di illuminazione, il grado di protezione IP non si applica nei confronti delle lampade. 2 Per i motori il grado di protezione IP4X è riferito alle custodie delle morsettiere e dei collettori; il grado di protezione per le altre parti attive deve essere non inferiore a IP2X. b) i componenti elettrici devono essere ubicati o protetti in modo da non essere soggetti allo stillicidio di eventuali combustibili liquidi. c) quando si prevede che polvere, sufficiente a causare un rischio di incendio, si possa accumulare sugli involucri di componenti dell’impianto, devono essere presi adeguati provvedimenti per impedire che questi involucri raggiungano temperature eccessive. d) i motori che sono comandati automaticamente o a distanza o che non sono sotto continua sorveglianza, devono essere protetti contro le temperature eccessive mediante un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi con ripristino manuale o mediante un equivalente dispositivo di protezione contro i sovraccarichi. I motori con avviamento stella-triangolo non provvisti di cambio automatico dalla connessione a stella alla connessione a triangolo devono essere protetti contro le temperature eccessive anche nella connessione a stella. e) Nei luoghi nei quali possono esserci rischi di incendio dovuti a polvere e/o a fibre, gli apparecchi di illuminazione devono essere costruiti in modo che, in caso di guasto, sulla loro superficie si presenti solo una temperatura limitata e che polvere e/o fibre non possano accumularvisi in quantità pericolose. f) Gli apparecchi di accumulo del calore devono essere del tipo che impedisca l’accensione, da parte del nucleo riscaldante, della polvere combustibile e/o delle fibre combustibili. Le prescrizioni del presente articolo si applicano generalmente a tutto l’ambiente considerato; tuttavia, nei casi particolari nei quali il volume del materiale combustibile sia ben definito, prevedibile e controllato, la zona entro la quale gli impianti elettrici ed i relativi componenti devono avere i requisiti prescritti nel presente articolo può essere delimitata dalla distanza dal volume del materiale combustibile oltre la quale le temperature superficiali, gli archi e le scintille, che possono prodursi nel funzionamento ordinario e in situazione di guasto, non possono più innescare l’accensione del materiale combustibile stesso. In mancanza di elementi di valutazione delle caratteristiche del materiale infiammabile o combustibile e del comportamento in caso di guasto dei componenti elettrici, si devono assumere distanze non inferiori a: 1,5 m in orizzontale, in tutte le direzioni e comunque non oltre le pareti che delimitano il locale e relative aperture provviste di serramenti; 1,5 m in verticale, verso il basso e comunque non al di sotto del pavimento; 3 m in verticale, verso l’alto e comunque non al di sopra del soffitto.

Art. 11. Prescrizioni aggiuntive per gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per l’elevata densità di affollamento o per l’elevato t empo di sfollamento in caso di incendio o per l’elevato danno ad animali e cose

Per i cavi delle condutture di b) e c) si deve valutare il rischio nei riguardi dei fumi, gas tossici e corrosivi in relazione alla particolarità del tipo di installazione e dell’entità del danno probabile nei confronti di persone e/o cose, al fine di adottare opportuni provvedimenti.

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A tal fine sono considerati adatti i cavi senza alogeni (LSOH) rispondenti alle Norme CEI EN 50266 (CEI 20-22), CEI EN 50267 e CEI EN 50268 (CEI 20-37) per quanto riguarda le prove. Le tipologie di cavo sopra riportate sono conformi alle Norme CEI 20-13, CEI 20-38 e alla Norma CEI 20-20/15.

Art. 12. Prescrizioni aggiuntive per locali di pubblico spet tacolo e di intrattenimento Quadro generale di manovra o di controllo L’impianto elettrico nel luogo di pubblico spettacolo deve essere collegato a un quadro generale disposto in un ambiente non accessibile al pubblico nel quale vanno montate le apparecchiature di manovra, di protezione e di misura di tutte le linee ad esso collegate. Le sbarre di bassa tensione e i conduttori nudi di connessione devono essere distanziati e ancorati in modo da evitare un adescamento d’arco fra le fasi anche nel caso di violente azioni elettrodinamiche conseguenti a un cortocircuito. Il montaggio deve essere predisposto in modo da rendere facile il controllo, la manutenzione, la riparazione e la sostituzione di tutti gli elementi. Sul fronte dei pannelli e sul retroquadro devono essere disposti cartelli o targhette che diano una chiara indicazione della funzione dei diversi elementi e delle posizioni di aperto e chiuso degli interruttori. Le indicazioni sul retroquadro possono essere costituite da lettere o cifre o simboli riportati sugli schemi elettrici di assieme e di montaggio (752.60.2).

Quadri secondari di distribuzione I quadri secondari devono essere chiusi in modo da evitare la possibilità di penetrazioni di corpi estranei, disposti in modo che la loro manovra sia facile e possibilmente ubicati in ambienti non accessibili al pubblico. Opportune protezioni devono impedire che possano essere manovrati da persone estranee al personale autorizzato. I quadri secondari devono essere muniti di indicazioni come prescritto in 752.3.4

1) Continuità del servizio

I dispositivi di protezione e la suddivisione dei circuiti devono essere tali da prevenire l’insorgere di panico, in particolare in caso di mancanza di illuminazione. Ripartizione delle lampade Negli ambienti di superficie superiore a 100 m2 accessibili al pubblico, le lampade devono messere distribuite almeno su due circuiti.

2) Servizi di sicurezza

Scopo L’impianto di sicurezza, che comprende la sorgente, i circuiti e gli apparecchi di illuminazione deve assicurare, quando viene a mancare l’alimentazione principale di energia, almeno l’illuminamento minimo come stabilito in 752.56.5, in modo da mettere in evidenza le uscite e il percorso per raggiungerle. Esso può anche alimentare eventuali altri apparecchi installati a scopo di sicurezza come, per es., il comando del sipario di sicurezza.

Ambienti per i quali è prescritta l’illuminazione d i sicurezza L’illuminazione di sicurezza è prescritta per tutti gli ambienti ai quali può accedere il pubblico, per le sale, per il palcoscenico e per i locali annessi, per le cabine di proiezione e per i locali tecnici.

3) Funzionamento del servizio L’illuminazione di sicurezza può funzionare contemporaneamente o alternativamente col servizio di illuminazione principale. Nel caso di funzionamento in alternativa, l’entrata in funzione dell’illuminazione di sicurezza deve avvenire automaticamente entro un tempo breve (≤ 0,5 s) e contemporaneamente al mancare dell’alimentazione principale, indipendentemente dalla presenza del personale addetto al servizio; al ritorno dell’alimentazione principale l’illuminazione di sicurezza si deve disinserire automaticamente. L’impianto di sicurezza deve essere

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sempre inserito; deve tuttavia poter essere escluso, ad eccezione degli apparecchi d’illuminazione autonoma, solo tramite comando a mano dal posto di guardia dei Vigili del Fuoco o da altro luogo raggiungibile dal personale addetto.

Prescrizioni per la sicurezza Sezionamento e comando Consegna dell’energia elettrica a bassa tensione La linea di alimentazione deve far capo ad un ambiente non accessibile al pubblico o ad un armadio chiuso a chiave. Deve essere previsto un dispositivo di comando di emergenza posto in un ambiente facilmente raggiungibile dall’esterno. Inaccessibilità dei comandi e delle protezioni I comandi generali e parziali degli impianti elettrici e le relative protezioni devono essere posti e conformati in modo che il pubblico non possa agire su di essi. È fatta eccezione per i comandi e le protezioni dei servizi non essenziali, purché siano derivati da circuiti provvisti di protezioni selettive e distinte da quelle che alimentano i servizi essenziali.

4) Comando di emergenza Deve essere previsto un comando di emergenza atto a porre fuori tensione l’intero impianto elettrico con l’eccezione dei servizi di sicurezza, posto in un ambiente facilmente raggiungibile dall’esterno in caso di emergenza. Applicazione delle prescrizioni per la sicurezza Misure di protezione contro i contatti diretti e in diretti La protezione contro i contatti indiretti con interruzione automatica del circuito, negli impianti alimentati con sistema TT, deve essere effettuata mediante interruttori differenziali. Misure di protezione contro le sovracorrenti I dispositivi di protezione devono essere posti in quadri installati in posizione facilmente accessibile e protetti contro manomissioni da parte del pubblico e devono avere cartelli indicatori dei circuiti interessati.

Scelta ed installazione dei componenti dell’impiant o elettrico Scelta e messa in opera delle condutture (elettriche) Scelta ed installazione dei cavi Nella scelta e nella installazione dei cavi si deve tener presente quanto segue:

• per i circuiti a tensione nominale non superiore a 230/400 V i cavi devono avere tensione nominale non inferiore a 450/750 V;

• per i circuiti delle lampade a scarica a catodo freddo vedere 752.55.4; • per i circuiti di segnalazione e di comando è ammesso l’impiego di cavi con tensione

nominale non inferiore a 300/500 V. Le condutture devono essere realizzate in modo da ridurre al minimo la probabilità di innesco e di propagazione d’incendio nelle condizioni di posa. Per soddisfare questi requisiti le condutture devono rispondere alle prescrizioni della Sezione 751. Inoltre le condutture dell’impianto di alimentazione di sicurezza devono essere previste per funzionare durante un incendio che possa svilupparsi lungo il loro percorso e pertanto devono per costruzione o per installazione essere resistenti al fuoco e ai danneggiamenti meccanici, in relazione al tempo di funzionamento previsto. I cavi devono essere protetti contro la possibilità di danneggiamenti meccanici fino ad un’altezza di 2,5 m dal pavimento. Conduttori dei cavi I conduttori dei cavi devono essere di rame.

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Collegamento di apparecchi alimentati tramite cavo flessibile I cavi di collegamento con apparecchi mobili e trasportabili devono avere la minima lunghezza possibile; a tale scopo le prese fisse devono essere installate il più vicino possibile alla posizione in cui sarà utilizzato l’apparecchio mobile o trasportabile. La lunghezza del cavo, in generale, deve essere sufficiente per la connessione diretta agli apparecchi mobili. È consentito l’impiego di cordone prolungatore purché provvisto di presa con dispositivo di blocco (interblocco) per correnti superiori a 16 A; per correnti fino a 16 A la presa a spina mobile deve essere fornita di un dispositivo di ritenuta che ne impedisca il distacco involontario. I cavi devono essere flessibili e devono essere installati in modo da non sottoporre a sforzi di trazione le connessioni dei conduttori ai morsetti terminali. I cavi devono essere del tipo non propagante la fiamma (Norma CEI EN 50265 – CEI 20-35) ed avere guaina con funzioni antiabrasive. Derivazioni Le derivazioni devono essere realizzate con apposite cassette di derivazione. Dispositivi di protezione, di sezionamento e di com ando Apparecchi di comando e di segnalazione Gli apparecchi di comando e di segnalazione a disposizione del pubblico devono essere facilmente manovrabili ed individuabili da parte di minorati anche in caso di mancanza di illuminazione. Il campanello elettrico posto in vicinanza della tazza WC deve essere del tipo a cordone e la suoneria deve essere ubicata in luogo appropriato al fine di consentire l’immediata percezione dell’eventuale richiesta di assistenza.

Prese a spina fisse Nei luoghi ai quali può accedere il pubblico le prese a spina fisse a portata di mano devono essere del tipo con coperchio o dotate di schermi di protezione degli alveoli attivi e avereprotezione singola contro le sovracorrenti. Negli altri luoghi possono essere raggruppate più prese sotto la stessa protezione, ma comunque in numero non superiore a 5. Le prese a spina con portata superiore a 16 A devono essere del tipo con interblocco. Le prese a spina devono essere scelte e installate in modo da prevenire i danneggiamenti che possano presumibilmente derivare dalle condizioni d’ambiente e d’uso. Per le prese fisse per uso domestico e similare la direzione di inserzione delle relative spine deve risultare orizzontale (o prossima all’orizzontale) con l’eccezione prevista nelle Note. L’asse della direzione di inserzione deve inoltre risultare distanziato dal piano di calpestio di almeno:

• 175 mm se a parete (con montaggio incassato o sporgente); • 70 mm se da canalizzazioni (o zoccoli); • 40 mm se da torrette o calotte (sporgenti dal pavimento).

Nel caso di torrette o calotte (sporgenti dal pavimento) e di scatole (affioranti dal pavimento), il fissaggio al pavimento deve assicurare almeno il grado di protezione IP52. NOTA 1 In mancanza di Norme specifiche il costruttore deve fornire le indicazioni di montaggio necessarie a garantire il grado di protezione IP previsto. NOTA 2 Il grado minimo di protezione di cui sopra non si riferisce all’applicazione particolare su pavimenti sopraelevati o riportati (a pannelli accostati) per la cui pulitura non si prevedono spargimenti di liquidi. Nel caso di tali pavimenti si intende che le scatole affioranti atte a contenere le prese a spina assicurino, mediante chiusura spontanea e stabile del coperchio:

• grado di protezione IP4X sul contorno del coperchio, fatta eccezione per l’entrata dei cavi per la quale è ammesso il grado di protezione IP2X, qualora le prese in esse contenute siano installate con direzione di inserzione delle spine orizzontale (o prossima all’orizzontale);

• grado di protezione IP5X sul contorno del coperchio, inclusa l’entrata dei cavi, qualora le prese in esse contenute siano installate con direzione di inserzione della spina verticale (o prossima alla verticale).

I gradi di protezione sopra indicati si intendono con spine sia inserite che disinserite.

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NOTA 3 L’eventuale applicazione, nelle condizioni di cui sopra, di prese per comunicazione (telefoni, TV, trasmissione dei dati) si intende soggetta alle regole specifiche di installazione dei Comitati competenti.

Protezione delle lampade Le lampade non devono essere a portata di mano del pubblico. Inoltre negli ambienti di passaggio devono essere collocate e protette in modo che non possano essere danneggiate da urti o da altre azioni meccaniche a meno che esse non siano adeguatamente protette. Apparecchi di illuminazione Gli apparecchi di illuminazione devono essere resistenti alla fiamma ed all’accensione (Norma CEI 34-21 art. 13.3) e quelli sospesi devono essere montati in modo che il loro movimento non possa danneggiare i cavi di alimentazione. I cavi di alimentazione non devono essere sottoposti a sollecitazioni meccaniche. Qualora esistano pericoli derivanti da urto, devono essere installati apparecchi di illuminazione dotati di protezione specifica. Nel caso in cui questa protezione non sia di costruzione essa può essere realizzata sul posto a condizione che non venga alterato l’equilibrio termico dell’apparecchio. Impianto elettrico per lampade a scarica a catodo f reddo ad alta tensione Gli impianti elettrici per lampade a scarica a catodo freddo ad alta tensione devono rispettare le prescrizioni della Norma CEI EN 50107-1 (CEI 34-86). Ciascun alimentatore deve essere autoprotetto o protetto con singolo dispositivo di protezione contro le sovracorrenti.

Caratteristiche della sorgente di energia Batterie di accumulatori o altri tipi di generatori autonomi di energia possono essere usati come sorgente di energia per l’impianto di sicurezza. La sorgente di energia deve essere disposta in un ambiente apposito di costruzione antincendio e sottratto, per quanto possibile, all’azione immediata di un eventuale incendio, con areazione naturale verso l’esterno. Tale ambiente deve essere accessibile direttamente o, almeno, senza attraversare gli ambienti accessibili al pubblico. La batteria di accumulatori deve avere capacità sufficiente per alimentare per almeno 1 h l’intero impianto di sicurezza e deve essere provvista di gruppo di carica capace della carica completa nell’intervallo giornaliero di chiusura del locale. Quando la sorgente di energia non è costituita da batterie di accumulatori, il generatore deve avere potenza uguale almeno a 1,25 volte quella dell’impianto di sicurezza e deve essere previsto per funzionare per tutto il tempo di permanenza del pubblico nel locale.

5) Illuminazione con apparecchi autonomi

Il servizio di illuminazione di sicurezza può essere affidato anche a singole lampade, ad accumulatori o ad altri apparecchi di illuminazione autonomi purché assicurino il funzionamento per almeno 1 h. Nei luoghi con capienza prevista superiore a 1000 persone si consiglia di rendere ridondante il sistema di illuminazione di sicurezza, ad es. mediante impianto centralizzato ed apparecchi di illuminazione autonomi. Segnalazioni di intervento L’intervento dell’impianto di sicurezza centralizzato deve essere segnalato automaticamente mediante segnalazione ottica e possibilmente acustica, sul quadro generale, nell’ambiente del personale di servizio e nell’eventuale posto di guardia dei Vigili del Fuoco. Suddivisione dei circuiti Negli ambienti nei quali il pubblico permane a lungo (sala, atrio e ingresso), l’impianto di sicurezza deve essere suddiviso su almeno 2 circuiti. Illuminamento L’illuminamento minimo non deve risultare, su un piano orizzontale ad 1 m di altezza dal piano di calpestio, inferiore a 5 lx in corrispondenza delle scale e delle porte e a 2 lx in ogni altro ambiente al quale abbia accesso il pubblico. Non è necessario alimentare i segnagradini con il circuito di alimentazione di sicurezza. Apparecchi di illuminazione

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Qualora esistano pericoli derivanti da urto, gli apparecchi di illuminazione devono essere protetti per costruzione contro danneggiamenti meccanici e manomissioni. Nel caso in cui questa protezione non sia di costruzione essa può essere realizzata sul posto a condizione che non venga alterato l’equilibrio termico dell’apparecchio. Interruttori di protezione I singoli circuiti devono avere protezione contro i cortocircuiti con segnalazione ottica ed acustica di intervento.

Art. 13. Prescrizioni particolari per locali contenenti bagn i o docce Le prescrizioni si applicano alle vasche da bagno, ai piatti doccia ed alle loro Zone circostanti dove il rischio relativo ai contatti elettrici è aumentato dalla riduzione della resistenza del corpo e dal contatto del corpo con il potenziale di terra. 13.01 Caratteristiche generali

(a) Classificazione delle zone Le prescrizioni sono basate sulle dimensioni di quattro zone:

• Zona 0: volume interno al piatto doccia;

• Zona 1: volume delimitato dalla superficie verticale al piatto doccia o, in assenza del piatto doccia, dalla superficie verticale posta a 0,6 m dal soffione della doccia; dal pavimento; e dal piano orizzontale situato a 2,25 m al di sopra del pavimento; se, tuttavia, il fondo della vasca da bagno o del piatto doccia si trova a più di 0,15 m al di sopra del pavimento, il piano orizzontale viene situato a 2,25 m al di sopra di questo fondo;

• Zona 2: volume delimitato dalla superficie verticale della Zona 1; dalla superficie verticale situata a 0,60

m dalla superficie precedente e parallela ad essa; dal pavimento; e dal piano situato a 2,25 m sopra il pavimento;

• Zona 3: volume delimitato dalla superficie verticale esterna della Zona 2 dalla superficie verticale situata

a 2,40 m dalla superficie precedente e parallela ad essa; dal pavimento; e dal piano situato a 2,25 m sopra il pavimento.

Le dimensioni sono misurate tenendo conto della presenza di pareti e di ripari fissi 13.02 Prescrizioni per la sicurezza Dove si utilizzano circuiti SELV, qualunque sia la tensione nominale, si deve prevedere la protezione contro i contatti diretti a mezzo di:

• barriere od involucri che presentino almeno il grado di protezione IPXXB, oppure • un isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500 V per 1 min.

(a) Collegamento equipotenziale supplementare

Per evitare tensioni pericolose provenienti dall’esterno del locale da bagno (ad esempio da una tubazione che vada in contatto con un conduttore non protetto da interruttore differenziale), è richiesto un conduttore equipotenziale che colleghi fra di loro tutte le masse estranee delle zone 1-2-3 con il conduttore di protezione; in particolare per le tubazioni metalliche è sufficiente che le stesse siano collegate con il conduttore di protezione all’ingresso dei locali da bagno. Le giunzioni devono essere realizzate conformemente a quanto prescritto dalle norme CEI 64-8; in particolare devono essere protette contro eventuali allentamenti o corrosioni. Devono essere

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impiegate fascette che stringono il metallo vivo. Il collegamento non va eseguito su tubazioni di scarico in PVC o in grès. Il collegamento equipotenziale deve raggiungere il più vicino conduttore di protezione, ad esempio nella scatola dove è installata la presa a spina protetta dall’interruttore differenziale ad alta sensibilità. E’ vietata l’inserzione di interruttori o fusibili sui conduttori di protezione. Per i conduttori si devono rispettare le seguenti sezioni minime:

• 2,5 mm² (rame) per collegamenti protetti meccanicamente, cioè posati entro tubi o sotto intonaco; • 4 mm² (rame) per collegamenti non protetti meccanicamente e fissati direttamente a parete.

(b) Applicazione delle misure di protezione contro i contatti diretti ed indiretti Le misure di protezione contro i contatti diretti mediante ostacoli (art. 412.3 Norma CEI 64-8 ) e mediante distanziamento (art. 412.4) non sono permesse. Le misure di protezione contro i contatti indiretti per mezzo di locali non conduttori (art. 413.3 Norma CEI 64-8 ) e per mezzo di collegamenti equipotenziali non connessi a terra (art. 413.4 Norma CEI 64-8) non sono permesse. 13.03 Scelta ed installazione dei componenti

(a) Regole comuni I componenti elettrici devono avere almeno i seguenti gradi di protezione:

• nella Zona 1: IPX4 o, nei casi in cui, nei bagni pubblici o destinati a comunità, per la pulizia sia previsto l’uso di getti d’acqua: IPX5;

• nella Zona 2: IPX4 o, nei casi in cui, nei bagni pubblici o destinati a comunità, per la pulizia sia previsto l’uso di getti d’acqua: IPX5;

• nella Zona 3: IPX1 o, nei casi in cui, nei bagni pubblici o destinati a comunità, per la pulizia sia previsto l’uso di getti d’acqua: IPX5.

(b) Condutture (elettriche) Le prescrizioni che seguono si applicano alle condutture montate in vista ed alle condutture incassate nelle pareti ad una profondità non superiore a 5 cm. Le condutture devono avere un isolamento che soddisfi le prescrizioni dell’art. 413.2 Norma CEI 64-8 e non devono avere alcun rivestimento metallico. Nota Queste condutture possono venire realizzate per es. con cavi unipolari entro tubi protettivi isolanti o con cavi multipolari provvisti di guaina non metallica. Nella Zona 0 non sono ammesse condutture e nelle Zone 1 e 2 le condutture devono essere limitate a quelle necessarie per l’alimentazione degli apparecchi utilizzatori situati in tali Zone. Non sono ammesse cassette di derivazione o di giunzione nelle Zone 0, 1 e 2.

(c) Dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando Nella Zona 0 non devono essere installati dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando. Nella Zona 1 non devono essere installati dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando, con l’eccezione di interruttori di circuiti SELV alimentati a tensione non superiore a 12 V in c.a. od a 30 V in c.c., e con la sorgente di sicurezza installata al di fuori delle Zone 0, 1 e 2. Nella Zona 2 non devono essere installati dispositivi di protezione, di sezionamento e di comando, con l’eccezione di:

• interruttori di circuiti SELV alimentati a tensione non superiore a 12 V in c.a. od a 30 V in c.c. e con la sorgente di sicurezza installata al di fuori delle Zone 0, 1 e 2; e di

• prese a spina, alimentate da trasformatori di isolamento di Classe II di bassa potenza incorporati nelle stesse prese a spina, previste per alimentare rasoi elettrici.

Nella Zona 3 prese a spina, interruttori ed altri apparecchi di comando sono permessi solo se la protezione è

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ottenuta mediante: • separazione elettrica (art. 413.5), individualmente, o • SELV (art. 411.1); o • interruzione automatica dell’alimentazione, usando un interruttore differenziale avente corrente

differenziale nominale non superiore a 30 mA. Nota Nelle Zone 1, 2 e 3 sono ammessi tiranti isolanti per azionare interruttori, e pulsanti, del tipo con azionamento a mezzo di tiranti, a condizione che tali interruttori soddisfino le prescrizioni della Norma CEI 23-9.

(d) Altri componenti elettrici Nella Zona 0 non si possono installare apparecchi utilizzatori. Le prescrizioni che seguono non si applicano agli apparecchi utilizzatori alimentati con SELV in accordo con le condizioni dell’art. 411.1 e di 701.411.3.7. Norma CEI 64-8 Nella Zona 1 si possono installare solo scaldacqua. Nella Zona 2 si possono installare solo:

• scaldacqua; • apparecchi di illuminazione di Classe I, apparecchi di riscaldamento di Classe

I ed unità di Classe I per vasche da bagno per idromassaggi che soddisfino le relative Norme, previste per generare per es. aria compressa per vasche da bagno per idromassaggi, a condizione che i loro circuiti di alimentazione siano protetti per mezzo di interruzione automatica dell’alimentazione usando un interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA;

• apparecchi di illuminazione di Classe II, apparecchi di riscaldamento di Classe II ed unità di Classe II per vasche da bagno per idromassaggi che soddisfino le relative Norme, previste per generare per es. aria compressa per vasche da bagno per idromassaggi.

Unità per vasche da bagno per idromassaggi che soddisfino le relative Norme, previste per generare per es. aria compressa per vasche da bagno per idromassaggi, possono tuttavia venire installate nella parte della Zona 1 che si trova sotto la vasca da bagno, a condizione che siano soddisfatte le prescrizioni di 701.413.1.6 Norma CEI 64-8 e che tale Zona situata al di sotto della vasca da bagno sia accessibile solo con l’aiuto di un attrezzo. Nelle Zone 1, 2, 3 possono essere installati elementi riscaldanti annegati nel pavimento e previsti per riscaldare il locale, purché siano ricoperti da una griglia metallica messa a terra o da uno schermo metallico messo a terra e collegato al collegamento equipotenziale supplementare specificato in 701.413.1.6. Norma CEI 64-8

Art. 14. Prescrizioni particolari Bar

• Le prese a spina e gli interruttori del banco di mescita non devono essere installati sul piano di lavoro, né essere posti in zone tali da poter essere investiti da liquidi o altre sostanze, a meno che non vengano installate in involucri che presentino un grado di protezione non inferiore a IP44.

• Se parti dell’impianto devono essere installate direttamente sui mobili del banco di mescita la Norma di riferimento è la CEI 64-11 “Impianti elettrici nei mobili”. Ogni apparecchio utilizzatore alimentato tramite presa a spina deve essere collegato per mezzo di una propria presa a spina fissa.

• Ai vari componenti dell’impianto, in particolare alle prese a spina, è bene sia impedito l’accesso da parte del pubblico.

• Si raccomanda di prevedere un numero di prese fisse adeguato al numero di apparecchi utilizzatori che si prevede di utilizzare, in modo da evitare l’alimentazione di più apparecchi utilizzatori da un’unica presa.

Art. 15. Prescrizioni particolari Cucina

• È opportuno che prese a spina e interruttori siano installate in involucri che abbiano grado di protezione

non inferiore a IP4X e non siano collocati sui piani di lavoro in orizzontale.

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• Si raccomanda di prevedere un numero di prese fisse adeguato al numero di apparecchi utilizzatori che si prevede di utilizzare, in modo da evitare l’alimentazione di più apparecchi utilizzatori da un’unica presa.

• Si raccomanda che gli apparecchi di illuminazione abbiano un grado di protezione non inferiore a IPX4 ed essere costruiti in modo da consentire una facile pulizia degli stessi.

• Si raccomanda di installare i componenti elettrici il più lontano possibile dagli apparecchi a gas e dagli altri componenti dell’impianto termico anche per permettere la regolare manutenzione di tutti gli impianti

• Ai fini dell’equipotenzialità effettuare il collegamento all’ingresso delle tubazioni nel locale.

• Eventuali impianti di allarme e segnalazione devono avere la segnalazione acustica in un luogo udibile.

• I punti luce (con comando presso la porta di ingresso) vanno installati a soffitto o a parete, alla maggiore altezza consentita dalle condizioni dell’ambiente.

• Limitare al minimo le connessioni e nel caso effettuarle all’interno di custodie Ex n, in modo da limitare l’effetto di eventuali scintille.

• E’ consigliabile disporre i componenti dell’impianto ad un’altezza di almeno 1,2 m rispetto al pavimento;

• In ogni caso, anche se la cucina viene classificata come locale ordinario, seguire le indicazioni della sezione 422 della norma CEI 64-8 “Protezione contro gli incendi” di cui si riporta un sunto:

• I componenti elettrici non devono costituire pericolo di innesco o di propagazione di incendio per i materiali adiacenti.

• I componenti elettrici che possono raggiungere temperature superficiali tali da poter innescare l’incendio dei materiali adiacenti, devono essere installati in uno dei seguenti modi:

• su od entro elementi costituiti da materiali che resistano a tali temperature e che abbiano una bassa conducibilità termica;

• dietro schermi termicamente isolanti che resistano a tali temperature e che abbiano una bassa conducibilità termica;

• ad una distanza sufficiente a permettere un’adeguata dissipazione del calore per evitare che tali temperature possano avere effetti termici dannosi sui materiali la cui conservazione potrebbe venire compromessa da tali temperature, utilizzando supporti di bassa conducibilità termica.

• Quando i componenti elettrici installati nello stesso locale contengono liquido infiammabile in quantità significativa, si devono prendere precauzioni per evitare che il liquido in fiamme ed i prodotti di combustione del liquido stesso (fiamme, fumo, gas tossici) si propaghino alle altre parti dell’edificio.

Art. 16. Protezione contro i contatti diretti

• Isolamento delle parti attive • Involucri o barriere con grado di protezione minimo IP2X o IPXXB. Per le superfici orizzontali superiori a

portata di mano il grado di protezione non deve essere inferiore a IPXXD. • Protezione addizionale mediante interruttori differenziali con Idn

non superiore a 30 mA;

Art. 17. Protezione contro i contatti indiretti

Si applicano i sistemi di protezione previsti dalla norma generale di impianti:

• la tensione limite di contatto UL deve essere minore o uguale a 50 V; • Deve essere verificata la relazione Re x Idn <= UL dove: RE = resistenza di terra, Idn = corrente

nominale del dispositivo differenziale tipo AC in generale oppure A o B se si prevedono correnti di dispersione di tipo unidirezionale;

• sistema SELV E PELV la tensione nominale non deve essere superiore a 50 V a.c. (valore efficace) e a 120 V d.c. (non ondulata).

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Le masse dell'impianto utilizzatore devono essere collegate all'impianto di terra locale a mezzo di apposito conduttore di protezione (PE). Le masse estranee devono anch'esse essere collegate all'impianto di terra mediante conduttori equipotenziali principali (EQP).

Art. 18. Grado di protezione minimo

• Generalmente IP4X è il grado minimo richiesto agli ambienti esclusi gli ambienti particolari soggetti a norma specifica.

• Negli ambienti soggetti a probabile presenza di acqua occorre prevedere un grado di protezione delle apparecchiature almeno IP55

• Le prese a spina e gli interruttori del banco di mescita non devono essere installati sul piano di lavoro, né essere posti in zone tali da poter essere investiti da liquidi o altre sostanze, a meno che non vengano installate in involucri che presentino un grado di protezione non inferiore a IP44.

• Nella cucina per quanto riguarda gli apparecchi d’illuminazione è sufficiente un grado di protezione IPX4

• Nella cucina è opportuno che prese a spina e interruttori siano installate in involucri che abbiano grado di protezione non inferiore a IP4X e non siano collocati sui piani di lavoro in orizzontale

Art. 19. Scelta dei materiali e degli apparecchi

I materiali e gli apparecchi installati dovranno avere adeguata resistenza meccanica alle sollecitazioni cui saranno sottoposti nelle normali condizioni di lavoro. Dovranno essere rispondenti alle norme CEI e alle tabelle d'unificazione UNI (ove queste esistano) La rispondenza dei materiali e degli apparecchi alle norme suddette è attestata, per i prodotti ammessi, dalla presenza del contrassegno del marchio italiano di qualità IMQ. In ogni caso i materiali e gli apparecchi dovranno essere scelti fra quanto di meglio il mercato sia in grado di fornire, tenendo in ogni caso conto della continuità di servizio e della facilità di manutenzione.

Art. 20. Sezionamento e comando Il sezionamento sarà attuato dove necessario a mettere fuori tensione un impianto o parte di esso in modo da garantire la sicurezza delle persone che operano sulle parti attive o nelle immediate vicinanze. Il conduttore PEN non deve mai essere interrotto. Nei quadri alimentati da due o più sorgenti deve essere prevista, ad esempio, una scritta o un cartello ammonitore per avvertire della necessità di sezionare tutte le parti in tensione quando, per ragioni di manutenzione, si debba accedere alle parti attive. Si devono prevedere dispositivi per assicurare la scarica dell'energia accumulata (ad esempio nei condensatori). Quando il dispositivo di sezionamento non è sotto il diretto controllo dell'operatore si deve ottemperare ad una delle seguenti prescrizioni:

• blocco meccanico sul dispositivo sezionatore; • collocazione del dispositivo in involucro o locale chiusi a chiave; • scritta o altra opportuna segnaletica.

Anche nel caso di manutenzioni non elettriche si dovrà prevedere dispositivi di interruzione dell'alimentazione onde evitare che apparecchiature meccaniche vengano riattivate accidentalmente. Il comando funzionale è un dispositivo destinato alla chiusura, apertura, variazione dell'alimentazione elettrica negli impianti nel funzionamento ordinario.

i. Sezionamento impianto utente dalla rete A2A Il sezionamento dell'impianto dell'utente dalla rete è assicurato dai seguenti dispositivi:

• Interruttore di media tensione dell'ente erogatore;

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• Interruttore di media tensione in cabina di consegna ii. iii. Comando funzionale

Il comando funzionale sarà attuato in genere con interruttori non automatici, contattori, apparecchi elettronici, con interruzione unipolare e multipolare. I dispositivi unipolari interrompono sempre il conduttore di fase.

Art. 21. Protezione contro i contatti diretti

• Isolamento delle parti attive • Involucri o barriere con grado di protezione minimo IP2X o IPXXB. Per le superfici orizzontali superiori a

portata di mano il grado di protezione non deve essere inferiore a IPXXD. • Protezione addizionale mediante interruttori differenziali con Idn

non superiore a 30 mA;

Art. 22. Protezione contro i contatti indiretti

Si applicano i sistemi di protezione previsti dalla norma generale di impianti:

• la tensione limite di contatto UL deve essere minore o uguale a 50 V; • Deve essere verificata la relazione Re x Idn <= UL dove: RE = resistenza di terra, Idn = corrente

nominale del dispositivo differenziale tipo AC in generale oppure A o B se si prevedono correnti di dispersione di tipo unidirezionale;

• sistema SELV E PELV la tensione nominale non deve essere superiore a 50 V a.c. (valore efficace) e a 120 V d.c. (non ondulata).

Le masse dell'impianto utilizzatore devono essere collegate all'impianto di terra locale a mezzo di apposito conduttore di protezione (PE). Le masse estranee devono anch'esse essere collegate all'impianto di terra mediante conduttori equipotenziali principali (EQP).

Art. 23. Protezione contro le sovracorrenti Gli impianti elettrici saranno adeguatamente protetti contro i sovraccarichi ed i corto circuiti. II coordinamento tra dispositivi di protezione e conduttori è calcolato in modo che siano interrotte le sovracorrenti prima che possano danneggiare con effetti termici e meccanici i componenti dell'impianto e le relative connessioni. La condizione di protezione da sovraccarico e da corto circuito minimo è verificata con le relazioni: Ib < = In < = Iz e If < = 1.45 Iz dove: If = corrente di funzionamento del dispositivo di protezione nel tempo convenzionale; In = corrente nominale del dispositivo di protezione; Iz = portata in regime delle condutture; Ib = corrente di impiego del circuito. La condizione di protezione da corto circuito massimo è verificata con la relazione:

1) I² t < = K² S² dove: I² t = integrale di joule, cioè l'energia lasciata passare dal dispositivo di protezione per la durata del corto circuito; S = sezione del conduttore; K = coefficiente che varia col variare del tipo di cavo.

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115 per cavi in rame isolati in pvc 135 per cavi in rame isolati in gomma naturale o butilica 143 per cavi in rame isolati in gomma etilpropilenica e polietilene reticolato

Art. 24. Prescrizioni sulla scelta dei cavi e dei c onduttori

(i) ISOLAMENTO DEI CAVI I cavi utilizzati devono essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale (Uo/U) non inferiori a 450/750V, simbolo di designazione 07. Quelli utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando devono essere adatti a tensioni nominali non inferiori a 300/500V, simbolo di designazione 05. Questi ultimi, se posati nello stesso tubo, condotto o canale con cavi previsti con tensioni nominali superiori, devono essere adatti alla tensione nominale maggiore. Propagazione del fuoco lungo i cavi - I cavi in aria installati individualmente, cioè distanziati tra loro di almeno 250 mm., devono rispondere alla prova di non propagazione della Norma CEI 20-35. Quando i cavi sono raggruppati in ambiente chiuso in cui sia da contenere il pericolo di propagazione di un eventuale incendio, essi devono avere i requisiti di non propagazione dell'incendio in conformità alla Norma CEI 20-22. Provvedimenti contro il fumo - si deve ricorrere all'impiego di cavi a bassa emissione di fumo secondo le Norme CEI 20-37 e 20-38. Problemi connessi allo sviluppo di gas tossici e corrosivi - Qualora cavi in quantità rilevanti siano installati in ambienti chiusi frequentati dal pubblico, oppure si trovino a coesistere in ambiente chiuso, con apparecchiature particolarmente vulnerabili da agenti corrosivi, deve essere tenuto presente il pericolo che i cavi stessi bruciando sviluppino gas tossici o corrosivi. Ove tale pericolo sussista occorre fare ricorso all'impiego di cavi aventi la caratteristica di non sviluppare gas tossici e corrosivi ad alte temperature (Norma CEI 20-37, 20-38). COLORI DISTINTIVI DEI CAVI I conduttori impiegati nella esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL 00722 e 00712. In particolare i conduttori di neutro e protezione devono essere contraddistinti rispettivamente ed esclusivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. Per quanto riguarda i conduttori di fase, devono essere contraddistinti in modo univoco per tutto l'impianto dai colori: FM nero, grigio (cenere) e marrone, LUCE nero, grigio e marrone (ritorno) bianco

(ii) SEZIONI MINIME E CADUTE DI TENSIONE MASSIME AMMESSE Le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e dalla lunghezza dei circuiti (affinché la caduta di tensione non superi il valore del 4 % della tensione a vuoto) devono essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di corrente ammesse, per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle CEI-UNEL. Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime dei conduttori in rame ammesse sono: 1.0 mmq per ogni singola derivazione di segnale acustico funzionante a bassissima tensione 12V; 1.5 mmq per ogni singola derivazione per presa a spina da 10 A; 1.5 mmq per ogni singola derivazione per punto luce; 2.5 mmq per ogni singola derivazione per presa a spina da 16 A; 2.5 mmq per dorsali prese da 10 A; 2.5 mmq per dorsali di illuminazione; 4.0 mmq per dorsali prese da 16 A;

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(iii) SEZIONE MINIMA DEI CONDUTTORI NEUTRI La sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm2, la sezione dei conduttori neutri può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, col minimo tuttavia di 16 mm2 (per conduttori in rame) purché siano soddisfatte le condizioni della Norma CEI 64-8.

(iv) SEZIONE DEI CONDUTTORI DI TERRA E PROTEZIONE La sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto di terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere inferiore a quella indicata dalla Norma CEI 64-8:

(v) SEZIONI MINIME DEI CONDUTTORI EQUIPOTENZIALI Conduttori equipotenziali principali. I conduttori equipotenziali principali devono avere una sezione non inferiore a metà di quella del conduttore di protezione principale dell'impianto, con un minimo di 6 mm2. Non è richiesto comunque che la sezione superi 25 mm2 se il conduttore equipotenziale è in rame, o una sezione di conduttanza equivalente se il conduttore è in materiale diverso. Conduttori equipotenziali supplementari Un conduttore equipotenziale supplementare che connette due masse deve avere sezione non inferiore a quella del conduttore di protezione di sezione minore. Un conduttore equipotenziale supplementare che connette una massa a masse estranee deve avere sezione non inferiore a metà della sezione del corrispondente conduttore di protezione. Un conduttore equipotenziale che connette fra di loro due masse estranee, o che connette una massa estranea all'impianto di terra, deve avere sezione non inferiore a 2.5 mm2 se è prevista una protezione meccanica, 4 mm2 se non è prevista una protezione meccanica.

(vi) RESISTENZA DI ISOLAMENTO Per tutte le parti d'impianto comprese fra due fusibili o interruttori automatici successivi o poste a valle dell'ultimo fusibile o interruttore automatico, la resistenza d'isolamento verso terra o fra conduttori appartenenti a fasi o polarità diverse non deve essere inferiore a: 500.000 ohm per i sistemi a tensione nominale verso terra superiore a 50 V. 250.000 ohm per i sistemi con tensione nominale verso terra inferiore a 50 V.

Art. 25. Protezione contro gli effetti termici L'impianto elettrico sarà realizzato in modo da non creare pericoli dovuti al calore sviluppato dai suoi componenti, specialmente pericoli di ustione ed incendio. Particolare attenzione sarà prestata alla chiusura dei canali portacavi ed al montaggio di componenti elettrici su parti combustibili ( legno ecc. ). I passaggi di condutture attraverso pareti di compartimentazione classificate REI saranno richiusi con adatti prodotti intumescenti.

Art. 26. Linee in cavo interrato Queste ultime rispondono alle norme CEI 11-17 e CEI 23-46 che indicano in 0,5 m la minima profondità di interramento. I cavi direttamente interrati o posati entro tubazioni isolanti, devono avere una protezione meccanica supplementare costituita ad esempio da lastre in laterizio poste al di sopra. Se i cavi sono posti all'interno di una polifora, o all'interno di una tubazione metallica, o comunque in un tubo protettivo che resista alle sollecitazioni dei carichi statici, del traffico veicolare e degli attrezzi manuali di scavo, non esiste una profondità minima di posa. Poiché in genere un tubo isolante in PVC non ha queste caratteristiche di resistenza meccanica, un cavo posato al suo interno deve rispettare la profondità di 0,5 m. Se non c'è sufficiente protezione meccanica, le condutture devono essere interrate fuori dalle aree di parcheggio e dai luoghi dove possano essere piantati picchetti per tende o altri ancoraggi al suolo;

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Le modalità specifiche previste dalla norma CEI 11-17 per quanto riguarda la posa interrata dei cavi in bassa tensione (categoria zero e 1) sono le seguenti: I cavi interrati devono essere muniti di guaina protettiva; I cavi muniti di armatura metallica conforme alla relativa norma di prodotto, ovvero i cavi muniti di uno o più elementi idonei alla funzione di protezione meccanica in grado di superare le prove prescritte a tale scopo nella relativa norma di prodotto, possono essere interrati senza protezione meccanica supplementare (modalità di posa L); I cavi non muniti di armatura metallica o di altra protezione meccanica equivalente, devono essere posati con una protezione meccanica supplementare (modalità di posa M, N, O, P, Q); I cavi destinati a sistemi di categoria zero e 1 possono essere interrati senza protezione meccanica supplementare (modalità di posa L) quando siano muniti di rivestimento metallico adatto come protezione contro i contatti diretti; La minima profondità di posa tra il piano di appoggio del cavo e la superficie del suolo per le modalità di posa L e M salvo quanto indicato nei punti precedenti per cavi appartenenti a sistemi di categoria zero e 1 deve essere di 0,5 m. Nei tratti in cui si attraversino terreni rocciosi o in altre circostanze eccezionali in cui non possa essere rispettata la profondità minima sopra indicata, devono essere predisposte adeguate protezioni meccaniche (per es. quelle adottate nelle modalità di posa N, O, P, Q o nella modalità di posa M, quest’ultima solo con i cavi provvisti di rivestimento metallico e limitatamente ai casi in cui la superficie del suolo non sia sottoposta, in alcun punto, a traffico veicolare, e sia da escludere la possibilità di impiego di mezzi meccanici di scavo, quali escavatrici, martelli pneumatici ecc.); Nessuna profondità minima è prescritta per le modalità di posa N, O, P, Q purché abbiano una protezione meccanica supplementare e per i cavi appartenenti a sistemi a bassissima tensione di sicurezza; È consigliabile che i percorsi interrati dei cavi siano segnalati in modo tale da rendere evidente la loro presenza in caso di ulteriori scavi. Rispondono a tale scopo: le protezioni meccaniche supplementari; i nastri monitori posati nel terreno a non meno di 0,2 m al si sopra dei cavi;

Art. 27. Esempi di cavi utilizzabili per esterno Linee in cavo interrato: utilizzare cavi con tensione nominale U0/U = 0,6/1 kV e isolamento in gomma G5 o G7 (es. FG7OR) , oppure isolante in PVC (es. N1VV-K); Linee in cavo non interrato (posa fissa): anche in questo caso, recentemente, vengono richiesti cavi per ambienti esterni anche bagnati e quindi occorrono cavi per esempio adatti per la posa interrata quali FG7OR o N1VV-K; Linee in cavo non interrato (posa mobile): utilizzare cavi di grande flessibilità e alta resistenza alle intemperie ed alle sollecitazioni meccaniche quali i cavi H07RN-F; Linee aeree esterne: utilizzare cavi per esterno con isolamento in PVC pesante o gomma;

Art. 28. Modalità di posa tubazioni Negli impianti in oggetto, potranno essere previste, a secondo dei casi che si prospettano di volta in volta, le seguenti pose dei cavi e conduttori isolati: Posa entro tubazioni interrate: questo sistema di posa verrà impiegato nei piazzali e negli attraversamenti di tratti pavimentati; i tubi dovranno essere in grès, in cemento o in PVC del tipo pesante. In questo tipo di posa dovranno essere impiegati solo ed esclusivamente cavi isolati in PVC o gomma, con guaina in PVC o in policloroprene e equivalenti. Posa entro passerelle metalliche portacavi: in questo caso i cavi posati dovranno essere fissati a questi mediante delle legature atte a sostenere il peso dei cavi stessi; non dovranno intersecarsi e dovranno essere distanziati tra loro in modo che ne sia assicurata in ogni caso la perfetta ventilazione. In questo tipo di posa dovranno essere impiegati solo ed esclusivamente cavi isolati in PVC o gomma, con guaina in PVC o in policloroprene e equivalenti.

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Posa entro canali metallici portacavi aventi grado di protezione minima IP40 posati in orizzontale o verticale tramite le apposite staffe di sostegno. In questo caso i cavi posati dovranno essere fissati a questi mediante delle legature atte a sostenere il peso dei cavi stessi; non dovranno intersecarsi e dovranno essere distanziati tra loro in modo che ne sia assicurata in ogni caso la perfetta ventilazione. In questo tipo di posa potranno essere utilizzati sia cavi multipolari isolati in PVC o gomma, con guaina in PVC o in policloroprene e equivalenti, che unipolari senza guaina isolati in PVC o gomma. Posa entro canali plastici a tre scomparti distinti, aventi grado di protezione minima IP40 posati a vista e fissati alle pareti in orizzontale e/o verticale tramite appositi tasselli ad espansione. In questo tipo di posa potranno essere utilizzati sia cavi multipolari che unipolari senza guaina (cordine) isolati in PVC o gomma. In questo caso i conduttori dovranno essere alloggiati negli appositi scomparti a seconda del servizio effettuato. Posa entro tubazioni in acciaio zincato tipo Taz po sate a vista: in questo tipo di posa potranno essere utilizzati sia cavi multipolari che unipolari senza guaina (cordine) isolati in PVC o gomma. In questo tipo di posa le dimensioni interne delle tubazioni dovranno essere tali da assicurare un comodo infilaggio e si dovrà avere particolare cura affinché la posa non danneggi l'isolante. Posa entro tubazioni in PVC serie pesante posate a vista: in questo tipo di posa potranno essere utilizzati in linea di massima esclusivamente cavi unipolari senza guaina (cordine) isolati in PVC. In questo tipo di posa le dimensioni interne delle tubazioni dovranno essere tali da assicurare un comodo infilaggio e si dovrà avere particolare cura affinché la posa non danneggi l'isolante. Posa entro tubazioni in PVC serie pesante e leggera incassate: in questo tipo di posa dovranno essere utilizzati solo ed esclusivamente cavi unipolari senza guaina (cordine) isolati in PVC. In questo tipo di posa le dimensioni interne delle tubazioni dovranno essere tali da assicurare un comodo infilaggio e si dovrà avere particolare cura affinché la posa non danneggi l'isolante. Tutte le curve, dovranno essere eseguite con largo raggio in relazione anche alla flessibilità dei cavi contenuti; fra una cassetta di derivazione ed un'altra non si dovranno mai avere più di tre curve (per un totale massimo di 270 gradi). Dovranno essere verificati all'atto dell'installazione i seguenti elementi: Un agevole infilaggio e sfilaggio dei conduttori. Un diametro nominale interno del tubo maggiore almeno di 1.4 volte il diametro del fascio di cavi che in esso dovranno essere posati. Il diametro minimo ammesso sarà di 16 mm per derivazioni luce e 20 mm per derivazioni forza motrice.

Art. 29. Cassette e scatole di derivazione

i. Cassette e scatole da incasso Le cassette e scatole da incasso dovranno essere del tipo in resina termoplastica autoestinguente e con buone proprietà meccaniche (resistenza agli urti). Le dimensioni delle scatole di derivazione dovranno essere dimensionate in funzione della quantità di conduttori contenuti, della sezione dei conduttori e del tipo di morsettiera per le derivazioni. I coperchi delle cassette e scatole, dovranno essere fissati in modo sicuro mediante viti e quindi apribili solo mediante attrezzo.

ii. Cassette e scatole per impianti a vista Le cassette e scatole per impianti a vista dovranno essere del tipo in materiale isolante termoindurente (resina poliestere rinforzata con fibre di vetro) di colore grigio, con grado di protezione adatto al luogo d'installazione, resistenti alla fiamma ed al calore e con elevate caratteristiche meccaniche, (resistenza agli urti), dove

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necessario. Qualora si rendano necessarie scatole o cassette in metallo, queste dovranno avere grado di protezione adatto al luogo d'installazione, viteria d'acciaio INOX e verniciatura con trattamento contro la corrosione

Art. 30. Connessioni Le connessioni dovranno essere eseguite solo all'interno dei quadri elettrici o scatole di derivazione, per i conduttori aventi sezione superiore a 4 mmq le connessioni devono essere fatte mediante morsettiere del tipo fisso, per conduttori aventi sezione fino a 4 mmq sono ammessi morsetti volanti rivestiti in materiale isolante. Sia le morsettiere fisse sia i morsetti volanti, dovranno avere caratteristiche isolanti adeguate al sistema elettrico cui appartengono e dovranno avere le parti in tensione protette contro i contatti diretti, IPXXB. Il serraggio dei conduttori dovrà essere sicuro e non soggetto ad allentamenti dovuti ad eventuali vibrazioni. Dovrà essere evitata ogni giunzione diretta sui cavi i quali dovranno essere tagliati nella lunghezza adatta ad ogni singola applicazione. E' vietato l'uso di nastri isolanti e giunzioni a torsione di filo. In ogni caso, i cavi posati nei modi sopracitati dovranno raggiungere a lavori ultimati un pregevole aspetto estetico soprattutto per i cavi posati in guaine a vista. L'ingresso e/o l'uscita dei cavi dalle cassette di transito o dalle canaline portacavi dovranno essere sempre eseguiti a mezzo di appositi raccordi pressacavo a tenuta.

Art. 31. Prese a spina Le prese a spina devono essere installate in modo da rispettare le condizioni d'impiego per le quali sono state costruite. La corrente nominale delle prese se superiore a 10A non deve essere superiore a quella del circuito nel quale esse sono inserite. Le operazioni di posa e le manovre ripetute alle quali le prese a spina possono essere sottoposte durante l'esercizio, non devono alterarne il fissaggio‚ sollecitare i cavi e i morsetti di collegamento. E’ vietato installare sulle pareti prese ad altezza (misurata a partire dalla mezzeria della presa) inferiore a 175 mm dal piano del pavimento. Negli edifici, o parti di edifici, a destinazione specializzata, l'installazione di scatole per le prese di utilizzazione o per le analoghe custodie per derivazione a presa (placche, torrette, calotte ecc.), deve essere effettuata in modo che l'asse della presa risulti distanziata dal pavimento finito di 75 mm nel caso di applicazione a parete (zoccolo attrezzato) e di 40 mm nel caso di applicazione a pavimento (torretta attrezzata o simili). Nel caso di torrette o calotte (sporgenti dal pavimento) e di cassette (affioranti sul pavimento) le loro parti, ad esclusione delle singole prese incorporate, devono assicurare almeno il grado di protezione IP52 per l'accoppiamento meccanico sul piano del pavimento. Nel caso di realizzazioni che comportino l'innesto delle spine in verticale, deve inoltre essere assicurata la tenuta stagna alla polvere ed agli spruzzi d'acqua, degli organi di presa quando la connessione è inattiva, e dall'accoppiamento completo (prese e spina) quando la connessione è attivata. Le prese a spina destinate all'alimentazione di apparecchi che per potenza o particolari caratteristiche possono dare luogo a pericoli durante l'inserimento e il disinserimento della spina e comunque le prese a spina di corrente nominale superiore a 16A, devono essere provviste, a monte della presa, di organi d'interruzione atti a consentire le suddette operazioni a circuito aperto. In particolare si deve installare un organo d'interruzione immediatamente a monte delle prese a spina destinate ad alimentare apparecchi utilizzatori fissi o trasportabili (quali scaldaacqua, lavatrici, cucine elettriche, condizionatori, duplicatori, ecc.) di potenza nominale superiore a 2,2 KW. Al contatto di protezione delle prese a spina deve essere sempre collegato il conduttore di protezione. Per quanto riguarda altre prescrizioni si rimanda a quelle riportate nella Norma CEI 64-8. Le prese a spina che alimentano apparecchi TV, elettrodomestici con componenti elettronici, Hi-Fi, centraline d'allarme ecc., devono essere alimentate previo collegamento di un dispositivo limitatore di sovratensione. Detto dispositivo deve essere componibile con le prese ed essere montato a scatto su le normali scatole. Per la protezione delle apparecchiature di radiotrasmissione, radioricezione e dispositivi elettronici a memoria programmabile dai disturbi generati all'interno degli impianti e da quelli captati via etere, è necessario installare un filtro di opportune caratteristiche il più vicino possibile alla presa a spina da cui sono alimentati. Questi filtri

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devono essere componibili con le prese a spina ed essere montabili a scatto sulla stessa armatura e poter essere installati nelle normali scatole da incasso. Le caratteristiche di attenuazione devono essere almeno comprese tra 35 dB a 100 kHz e 40 dB a 30 MHz.

Art. 32. Tipologia e normativa di riferimento del quadro elettrico Il quadro può essere del tipo ad uso domestico e similare, rispondente alla norma CEI 23-51, se la corrente nominale in entrata Inq non è superiore ai 125 A, la tensione nominale non è superiore ai 440 V e la corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione non supera i 10 kA oppure i 15 kA quando il quadro è protetto mediante dispositivo limitatore. Se le condizioni precedenti non sono verificate occorre realizzare un quadro rispondente alla norma CEI 17-13/1 La realizzazione dei quadri di distribuzione, la sezione tipo di cavo da utilizzare per i collegamenti fra le varie utenze, la realizzazione o il completamento dell'impianto di messa a terra, devono essere eseguiti come da elaborati grafici allegati alle specifiche tecniche. L'impresa dovrà eseguire i quadri ed i relativi montaggi con la massima cura. E' ammesso il montaggio diretto sugli sportelli apribili, degli strumenti indicatori, dei pulsanti e dei segnalatori luminosi. Questi apparecchi dovranno essere connessi alle morsettiere della parte fissa del quadro a mezzo di conduttori di tipo flessibilissimo. La disposizione delle apparecchiature dovrà essere fatta in modo che il tutto risulti ordinato e sia immediato il riferimento dei vari comandi. La disposizione delle apparecchiature e degli strumenti dovrà inoltre tenere conto della necessità dell'esercizio della manutenzione. Dovrà pertanto essere assicurato un comodo e facile accesso a tutte le apparecchiature e agli strumenti montati all'interno dei quadri. Particolare cura dovrà essere posta alla accessibilità delle parti più frequentemente ispezionabili come fusibili e relè. L'accesso alle apparecchiature interne dei quadri dovrà tenere conto della sicurezza delle persone e della possibilità di venire accidentalmente in contatto con le parti in tensione. Dovranno pertanto essere presi gli opportuni accorgimenti affinchè non sia possibile accedere alle parti sotto tensione ed agli interruttori generali aperti. A questo scopo dovranno essere impiegate manovre degli interruttori tali da impedire l'apertura del pannello frontale ad interruttore chiuso, oppure microinterruttori con azione di sgancio sull'interruttore generale. Le sbarre generali dei quadri dovranno essere eseguite con rame elettrolitico di sezione utile largamente dimensionata rispetto alla corrente convogliata.Esse saranno ancorate a rigidi sostegni meccanici isolati, di robustezza tale da sopportare le sollecitazioni meccaniche conseguenti alle più elevate correnti di corto circuito verificabili.Le connessioni dovranno essere stagnate e i bulloni di connessione dotati di dispositivo contro l'allentamento. Tutte le derivazioni dovranno essere eseguite con conduttori isolati flessibilissimi, di sezione largamente dimensionata rispetto alle correnti transitanti. La sezione minima utilizzabile non dovrà comunque essere inferiore a 1,5 mmq per i circuiti ausiliari e 2,5 mmq per quelli di potenza. Tutti i circuiti sia di potenza che ausiliari in entrata e in uscita dai quadri dovranno fare capo ad apposite morsettiere di tipo componibile di sezione adeguata ai conduttori che vi faranno capo. Le morsettiere dovranno inoltre portare le indicazioni necessarie per contraddistinguere il circuito ed il servizio a cui ciascun conduttore appartiene. Dovrà essere prevista una apposita piattina di rame, fissata alla struttura, per il collegamento alla rete generale di terra. Le terre dovranno essere collegate singolarmente alla barra collettrice dell'impianto di messa a terra. Tutti i conduttori dovranno essere contraddistinti con il numero o la sigla indicata sullo schema elettrico. Tutte le apparecchiature dovranno essere marcate in modo indelebile incise o punzonate e fissate.

Art. 33. Rifasamento impianti elettrici

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Per ovviare al basso fattore di potenza (cosfi) dell’impianto, si deve procedere ad un adeguato rifasamento automatico. Il calcolo della potenza in Kvar delle batterie di condensatori necessari deve essere effettuato tenendo presente:

• La potenza assorbita; • Il fattore di potenza (cosfi) contrattuale di 0,9; • Il fattore di contemporaneità dei carichi;

Art. 34. Apparecchi di illuminazione

Sono previsti apparecchi con lampade ad alta efficienza scegliendo fra i sistemi più idonei, di cui, a titolo esemplificativo e non esaustivo, si citano i seguenti: • a fluorescenza; • a LED; • a vapori di sodio; • ad alogenuri metallici. Gli apparecchi di illuminazione saranno dotati di schermi o protezioni a sicurezza di eventuali cadute della lampada o di contatti diretti accidentali. Il grado di protezione sarà idoneo al luogo di installazione con i seguenti requisiti minimi: • IP20 per apparecchi in locali interni asciutti; • IP44 per apparecchi in vista all’esterno o in locali interni umidi o vani tecnici. Gli apparecchi di illuminazione ordinaria, saranno previsti di tipo adeguato in relazione al tipo di installazione (parete, soffitto, controsoffitto, ecc.) e con il grado di protezione IP adeguato all’ambiente di installazione (interno, esterno, asciutto, umido, ecc.) con flusso luminoso generalmente diretto per un migliore sfruttamento della luce emessa dalle lampade; per installazioni particolari, si prevede l’utilizzo di apparecchi a flusso luminoso diretto-indietro o totalmente indiretto o di tipo asimmetrico per privilegiare l’illuminamento di particolari costruttivi od altro.

Art. 35. Impianto di messa a terra e sistemi di pro tezione contro i contatti indiretti

(i) A) ELEMENTI DI UN IMPIANTO DI TERRA

Per ogni edificio contenente impianti elettrici deve essere opportunamente previsto, in sede di costruzione, un proprio impianto di messa a terra (impianto di terra locale) che deve soddisfare le prescrizioni della vigente Norma CEI 64-8. Tale impianto deve essere realizzato in modo da poter effettuare le verifiche periodiche di efficienza e comprende: a) - Il dispersore (o i dispersori) di terra, costituito da uno o più elementi metallici posti in intimo contatto con il terreno e che realizza il collegamento elettrico con la terra; b) - Il conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno destinato a collegare i dispersori fra di loro e al collettore (o nodo) principale di terra. I conduttori parzialmente interrati e non isolati dal terreno, debbono essere considerati, a tutti gli effetti, dispersori per la parte interrata e conduttori di terra per la parte non interrata (o comunque isolata dal terreno); c) - Il conduttore di protezione parte dal collettore di terra, arriva in ogni alloggio e deve essere collegato a tutte le prese a spina (destinate ad alimentare utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro i contatti in diretti mediante messa a terra) o direttamente alle masse di tutti gli apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi d'illuminazione con parti metalliche comunque accessibili. E' vietato l'impiego di conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione inferiore a 4 mm2. d) - Il collettore (o nodo) principale di terra nel quale confluiscono i conduttori di terra, di protezione, di equipotenzialità; e) - Il conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l'equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee (parti conduttrici, non facenti parte dell'impianto elettrico, suscettibili d'introdurre il potenziale di terra).

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(ii) (iii) B) PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (iv)

Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione (masse).

Art. 36. Impianto di rivelazione incendi Il funzionamento del sistema di allarme deve essere garantito anche in assenza di alimentazione elettrica principale, per un tempo non inferiore a 30 minuti, con tempo di interruzione breve (<0,5 sec). L’elenco delle norme sui sistemi di rivelazione è il seguente:

• Norma UNI 11224 Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi; • Norma UNI 9795 ottobre 2013 Sistemi fissi automatici di rivelazione , di segnalazione manuale e di

allarme incendio; • Norma UNI EN 54-1 “Introduzione”; • Norma UNI EN 54-2 “Centrale di controllo e segnalazione”; • Norma UNI EN 54-23 “Dispositivi ottici di allarme incendio”; • Norma UNI EN 54-3 “Dispositivi sonori di allarme incendio”; • Norma UNI EN 54-4 “Apparecchiatura di alimentazione”; • Norma UNI EN 54-5 “Rivelatori di calore – Rivelatori puntiformi”; • Norma UNI EN 54-7 “Rivelatori di fumo – Rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio della

diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione”; • Norma UNI EN 54-10 “Rivelatori di fiamma – Rivelatori puntiformi“; • Norma UNI EN 54-11 “Punti di allarme manuale“; • Norma UNI EN 54-12 “Rivelatori di fumo – Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso“; • Norma UNI EN 54-20 Rivelatori di fumo ad aspirazione • Norma UNI EN 54-25 “Componenti che utilizzano collegamenti via radio • • Norma CEI EN 50200 Metodo di prova per la resistenza al fuoco di piccoli cavi non protetti per l’uso in

circuiti di emergenza;

i) Termini e definizioni

• Altezza di un locale : Distanza tra il pavimento ed il punto più alto dell’intradosso del soffitto o della copertura, quando questa costituisce il soffitto;

• Area specifica sorvegliata : Superficie a pavimento sorvegliata da un rivelatore automatico d’incendio; • Compartimento : Parte di edificio delimitata da elementi costruttivi di resistenza al fuoco predeterminata

e organizzata per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi; • Punto : Componente connesso al circuito di rivelazione, in grado di trasmettere o ricevere informazioni

relative alla rivelazione d’incendio (comprende i rivelatori automatici e i pulsanti manuali); • Sorveglianza di ambiente : Sorveglianza estesa ad un intero locale od ambiente; • Sorveglianza di oggetto : Sorveglianza limitata ad un macchinario, impianto od oggetto; • Zona : Suddivisione geografica dei locali o degli ambienti sorvegliati, in cui sono installati uno o più punti

e per la quale è prevista una propria segnalazione di zona comune ai diversi punti; • Area : Una o più zone protette dal sistema; • Rivelatore d’incendio : Componente del sistema che contiene almeno un sensore che costantemente o

ad intervalli frequenti sorveglia almeno un fenomeno fisico e/o chimico associato all’incendio e che

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fornisce almeno un corrispondente segnale alla centrale di controllo e segnalazione. Se l’impianto è un sistema fisso di segnalazione manuale, i rivelatori automatici sono ovviamente assenti.

• Rivelatore di calore : Rivelatore sensibile all’innalzamento della temperatura; • Rivelatore di fumo : Rivelatore sensibile alle particelle dei prodotti della combustione e/o pirolisi sospesi

nell’atmosfera (comunemente chiamati aerosol); • Rivelatore autonomo di fumo : Apparecchio contenente gli organi di rivelazione di fumo, la sorgente di

alimentazione ed i dispositivi di allarme, destinato a dare un allarme incendio in locali ad uso domestico; • Rivelatore di fiamma : Rivelatore sensibile alla radiazione emessa dalle fiamme di un incendio • Rivelatore multicriterio : Rivelatore sensibile a più di un fenomeno causato dall’incendio; • Rivelatore statico : Rivelatore che provoca l’allarme quando l’entità del fenomeno misurato supera un

certo valore per un periodo di tempo determinato; • Rivelatore differenziale : Rivelatore che provoca l’allarme quando la differenza tra i livelli del fenomeno

misurato supera un certo valore per un periodo di tempo determinato; • Rivelatore velocimetrico : Rivelatore che provoca l’allarme quando la la velocità di variazione nel

tempo del fenomeno misurato supera un certo valore per un periodo di tempo determinato; • Rivelatore puntiforme : Rivelatore che risponde al fenomeno sorvegliato in prossimità di un punto fisso; • Rivelatore lineare : Rivelatore che risponde al fenomeno sorvegliato in prossimità di una linea continua; • Rivelatore a due stati : Rivelatore che indica uno dei due stati di uscita relativi alle condizioni di

normalità o di allarme incendio; • Rivelatore multistato : Rivelatore che fornisce un limitato numero (>2) di stati di uscita relativi alle

condizioni di normalità o di allarme incendio, o di altre condizioni anomale; • Centrale di controllo e segnalazione : è il componente (anch’esso dettagliato maggiormente nel

seguito della guida) del sistema che, oltre a permettere l’alimentazione di altri componenti, svolge le seguenti funzioni:

• Riceve i segnali dai rivelatori ad essa collegati e determina se tali segnali corrispondono alla condizione di allarme incendio. Se esiste la condizione di allarme incendio, la indica con mezzi ottici e acustici. La centrale deve poi poter localizzare (per alcuni tipi di impianti) la zona di pericolo. E’ bene che la centrale di controllo abbia anche la possibilità di registrare tutte le informazioni in modo da poter ricostruire gli eventi in caso di incendio.

• Sorveglia il funzionamento corretto del sistema e segnala con mezzi ottici e acustici eventuali anomalie, quali corto circuiti, interruzioni, guasti nell’alimentazione.

• Dispositivo di allarme incendio : è il componente utilizzato per fornire un allarme incendio, per esempio sirene, segnali luminosi, campane, pannelli ottico-acustici, etc. Sono i dispositivi installati all’esterno della centrale di controllo e servono per allertare le persone in pericolo (anche la centrale deve comunque avere dei segnalatori di allarme);

• Punto di segnalazione manuale : è il componente utilizzato per l’inoltro manuale dell’allarme. L’azionamento del punto di segnalazione richiede la rottura o lo spostamento di un elemento frangibile, facente parte della superficie frontale. I punti di segnalazione manuale possono essere di tipo A ad azionamento diretto (l’allarme è automatico quando si rompe o si sposta l’elemento frangibile) o di tipo B ad azionamento indiretto (l’allarme richiede un azionamento manuale dopo aver rotto o spostato l’elemento frangibile);

• Dispositivo di trasmissione dell’allarme incendio : è l’apparecchiatura intermedia (ad esempio combinatore telefonico o modem) che trasmette il segnale di allarme dalla centrale di controllo e segnalazione ad una stazione di ricevimento dell’allarme stesso;

• Stazione di ricevimento dell’allarme incendio : è un centro (ad esempio il Comando dei Vigili del Fuoco) dal quale possono essere avviate in qualsiasi momento le necessarie misure di protezione o di lotta all’incendio.

• Dispositivo di trasmissione del segnale di guasto : è l’apparecchiatura intermedia che trasmette un segnale di guasto dalla centrale di controllo e segnalazione ad una stazione di ricevimento del segnale di guasto;

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• Stazione di ricevimento del segnale di guasto : è la stazione dalla quale possono essere prese le necessarie misure correttive;

• Comando del sistema automatico antincendio : è il dispositivo automatico utilizzato per attivare il sistema automatico di lotta contro l’incendio, dopo il ricevimento di un segnale emesso dalla centrale di controllo e segnalazione;

• Sistema automatico antincendio : è costituito dall’apparecchiatura di lotta e protezione contro l’incendio (per esempio un impianto fisso di spegnimento, i fermi elettromagnetici delle porte e delle serrande tagliafuoco, attivare i sistemi di estrazione del fumo e del calore, disattivazione degli impianti tecnici, riportare gli ascensori a piano terra, azionare l’illuminazione di emergenza, etc.);

• Apparecchiatura di alimentazione : è il componente che fornisce la potenza di alimentazione per la centrale di controllo e segnalazione e per i componenti da essa alimentati. Vista l’importanza dell’argomento, ad essa sarà dedicata una sezione apposita

Tutte le apparecchiature saranno ubicati in conformità alle prescrizioni della UNI 9795. IL sistema sarà del tipo analogico/intelligente, auto indirizzante, al fine di garantire: • Identificazione puntuale del rivelatore, senza l’ausilio di elementi di indirizzamento manuale; • Segnale di manutenzione sensore; • Autoadattamento ambientale; • Continuità di servizio anche in caso di taglio o cortocircuito della linea, tramite loop ad anello chiuso con isolatori di cortocircuito; La distribuzione delle connessioni e alimentazioni verrà effettuata con cavi resistenti al fuoco rispondenti alla norma UNI 50200, posati in canali metalliche e/o in tubazioni rigide in PVC a vista. Suddivisione dell’area in zone L’area sorvegliata deve essere suddivisa in zone, in modo che, quando un rilevatore interviene, sia possibile individuarne facilmente la zona di appartenenza. Le zone devono essere delimitate in modo che sia possibile localizzarne rapidamente e senza incertezze il focolaio d’incendio. La superficie a pavimento di ciascuna zona non deve essere maggiore di 1600 mq. Più locali non possono appartenere alla stessa zona, salvo quando siano contigui e se:

• Il loro numero non è maggiore di 10, la loro superficie complessiva non è maggiore di 600mq e gli accessi danno sul medesimo disimpegno;

oppure

• Il loro numero non è maggiore di 20, la loro superficie complessiva non è maggiore di 1000 mq e in prossimità degli accessi sono installati segnalatori di allarme chiaramente visibili, che consentono l’immediata individuazione del locale dal quale proviene l’allarme;

Caratteristiche conduttori Le linee di interconnessione (energia e/o segnale) tra i componenti fanno riferimento alla norma generale per gli impianti elettrici. Per le linee di alimentazione elettrica verranno utilizzati conduttori resistenti at fuoco per almeno 30min secondo CEI EN 50200 GRADO 4, LSZH a bassa emissione di fumo e zero alogeni o comunque protetti per tale periodo. Per le connessioni di segnale (loop) verranno utilizzati conduttori resistenti at fuoco per almeno 30min secondo CEI EN 50200, LSZH a bassa emissione di fumo e zero alogeni o comunque protetti per tale periodo a 2 conduttori twistati e schermati. II sistema di connessione sarà ad anello chiuso (loop), il percorso dei cavi sarà realizzato per quanto possibile in modo tale che possa essere danneggiato un solo ramo dell'anello; pertanto per uno stesso anello il percorso

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cavi in uscita dalla centrale risulterà essere differenziato rispetto al percorso di ritorno, in modo tale che il danneggiamento di uno dei rami non coinvolga l'altro. E' estremamente importante ai fini della protezione dalle interferenze, che ci sia continuità nella schermatura, collegando la stessa sullo zoccolo di ogni rilevatore all’apposito morsetto di appoggio. La schermatura dovrà essere collegata in centrale solo ad una estremità. La sezione minima del conduttori di alimentazione del componenti prevista dalla norma risulta essere di 0,5 mmq. I cavi, se posati insieme ad altri conduttori non facenti parte del sistema, dovranno essere riconoscibili almeno in corrispondenza del punti ispezionabili con appositi etichette identificatrici. Dove necessario dovranno essere adottate particolari protezioni nel caso in cui le interconnessioni si trovino in ambienti umidi od in presenza di vapori o gas infiammabili od esplosivi. Le linee di interconnessioni, per quanto possibile, dovranno transitare all'interno di ambienti sorvegliati da sistemi di rivelazione di incendio. Esse dovranno essere installate e protette in modo da ridurre al minimo il loro danneggiamento in caso di incendio. Non dovranno essere presenti linee volanti o provvisorie. La sezione delle condutture è state scelta in funzione della lunghezza della linea, secondo le indicazioni del costruttore della centrale e del componenti. Caratteristiche alimentazione elettrica centrale di rivelazione

II sistema di rivelazione dovrà essere dotato di due sorgenti di alimentazione elettrica in conformità alla UNI EN 54-4. L'alimentazione primaria verrà effettuata tramite una linea esclusiva, dotata di propri organi di sezionamento e protezione, derivata a valle dell'interruttore generate dell'impianto. La sorgente di sicurezza per quanto riguarda le segnalazioni ottiche-sonore sarà costituita da una batteria di accumulatori ; in mancanza di rete l'alimentazione di riserva viene inserita automaticamente in un tempo non superiore a 15s e garantisce un funzionamento del sistema per almeno 72h; tale autonomia viene ridotta fino a 24h purchè: - gli allarmi siano trasmessi ad una o più stazioni ricevitrici - esista un contratto di assistenza e manutenzione ed esista una organizzazione interna adeguata. In ogni caso tutti i segnalatori di allarme dovranno essere in grado funzionare contemporaneamente per almeno 30 minuti. Linea di Alimentazione delle Targhe di Allarme La linea di alimentazione 24 Vcc delle targhe ottico/acustiche di allarme dovrà partire dalla centrale antincendio e alimentare tutte le targhe con cavo resistente al fuoco CEI EN50200.

ii) Rivelatori lineari di fumo I rivelatori lineari di fumo devono essere conformi alla UNI EN 54-12. I rivelatori lineari analogici (barriere) sono disponibili con portata fino a 50 metri e fino a 100 metri Entrambi i rivelatori sono compatibili con la gamma di sistemi di rivelazione incendio analogici Questi rivelatori lineari risultano estremamente semplici da installare, si collegano direttamente al loop e non richiedono quindi un’alimentazione separata, operano sul principio della riflessione e dispongono di una semplice modalità di impostazione così da consentire un facile e rapido allineamento durante l’installazione. Queste unità sono progettate per sostituire i singoli rivelatori puntuali in grandi aree aperte quali i magazzini, centri commerciali, ecc. Le condizioni di incendio e di guasto vengono segnalate alla centrale utilizzando un collegamento standard al loop senza bisogno di interconnessioni aggiuntive.

iii) Rivelatori puntiformi di fumo I rivelatori di fumo devono essere conformi alla UNI EN 54-7 Nella scelta dei rivelatori devono essere presi in considerazione i seguenti elementi basilari:

• Le condizioni ambientali (moti dell’aria, umidità, temperatura, vibrazioni, presenza di sostanze corrosive, presenza di sostanze infiammabili che possono determinare rischi di esplosione, ecc) e la natura

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dell’incendio nella sua fase iniziale, mettendole in relazione con le caratteristiche di funzionamento dei rivelatori, dichiarate dal fabbricante e attestate dalle prove;

• La configurazione geometrica dell’ambiente in cui i rivelatori operano, tenendo presente i limiti specificati nella norma UNI 9795.

• Le funzioni particolari richieste al sistema ( per esempio: azionamento di una installazione di estinzione d’incendio, esodo di persone)

I rivelatori devono essere installati in modo che possano individuare ogni tipo d’incendio prevedibile nell’area sorvegliata, fin dal suo stadio iniziale e in modo da evitare falsi allarmi. L’altezza dei rivelatori puntiformi di fumo rispetto al pavimento non deve essere maggiore di 12m. Nella protezione dei locali, allo scopo di evitare ostacoli al passaggio del fumo, nessuna parte di macchinario e/o impianto e l’eventuale merce in deposito deve trovarsi a meno di 0,5m a fianco o al di sotto di ogni rivelatore. I rivelatori ottici di fumo dovranno essere del tipo a microprocessore analogico ad auto indirizzamento e saranno collegati con due fili al loop della centrale. I rivelatori useranno l’effetto Tyndall per misurare la densità di fumo e su commando della centrale invieranno alla medesima i dati rappresentanti il livello analogico della densità di fumo. La distanza tra i rivelatori e le pareti del locale sorvegliato non deve essere minore di 0,5m, a meno che siano installati in corridoi, cunicoli, condotti tecnici o comunque ambienti aventi larghezza minore di 1m. Il tipo di montaggio per i rivelatori sarà a soffitto. Dovrà essere possibile eseguire il test sui sensori. Durante quest’ultimo, sarà simulata una condizione di allarme tramite appositi comandi inviati sul loop. Conseguente la centrale analizzerà i dati riuscendo a constatare in breve tempo se il sensore è in perfette condizioni di funzionamento. La condizione di test dei sensori può anche essere attivata tramite prove con fumo reale. I rivelatori avranno due LED, d’allarme e di funzionamento. Dovrà inoltre essere presente un uscita per un eventuale collegamento di un LED esterno. I rivelatori avranno i circuiti isolatori integrati.

iv) Base per rivelatori analogici

Le basi saranno comune per tutti i rivelatori analogici. Le basi avranno

� Doppi morsetti per ogni terminale (IN/OUT) � Perno di blocco rimozione del rivelatore � Un ampio passaggio cavi

v) Camera d’analisi per condotti di ventilazione e condizionamento

Camera di analisi per condotti di ventilazione e condizionamento dell’aria, equipaggiata con rivelatore di fumo completo di base. Il sistema di rivelazione così composto permette di realizzare l’effetto Venturi e ridurre la velocità dell’aria nella camera di campionamento adeguandola alle specifiche caratteristiche del rivelatore. Corpo contenitore in policarbonato - dimensioni 220 x 170 x 105 completo di raccordi stagni – tubo di prelievo dell’aria e di ritorno in condotta in PVC: diametro esterno 20mm / lunghezza 540mm - temperatura ambiente 0° - 50° C - velocità dell’aria 3 - 30m/s – equipaggiato di rivelatore ottico di fumo a luce diffusa NB358DSL compreso di base - Caratteristiche tecniche del rivelatore: Diametro: 103mm - Altezza (con base): 44mm - Peso (senza base): 99.4g - tensione nominale di alimentazione 24Vcc - tensione di esercizio 17-28Vcc - corrente assorbita a riposo 340µA - led di segnalazione allarme: assorbimento 4mA- uscita per segnalazione remota - temperatura ambientale ammessa - 20°C+60°C - umidità relativa momentanea non condensante 95% rel. h. - grado di protezione IP43- Conforme EN54-7

vi) Fermo elettromagnetico

Fermo elettromagnetico con pulsante di sgancio.

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Realizzato per mantenere in apertura le porte tagliafuoco e rilasciarle automaticamente in caso d’incendio. Forza di tenuta 100Kg selezionabile tramite collegamento elettrico; assorbimento rispettivamente alla forza di tenuta: 60mA; corpo in acciaio nichelato con base in termoplastico; Tensione di alimentazione 24Vcc nominali; connessione a morsettiera 3 poli in funzione del collegamento rispetto alla forza di tenuta richiesta.

vii) Pulsanti di segnalazione manuale indirizzabili I sistemi fissi automatici di rivelazione d’incendio devono essere completati con un sistema di segnalazione manuale costituito da pulsanti manuali di segnalazione. In ogni zona devono essere installati almeno 2 pulsanti. In ciascuna zona deve essere installato un numero di pulsanti di segnalazione manuale tale che almeno uno di essi possa essere raggiunto da ogni parte della zona stessa con un percorso non maggiore di 30m. Alcuni dei punti di segnalazione manuale previsti devono essere installati lungo le vie d’esodo e in prossimità di tutte le uscite di sicurezza. I punti di segnalazione manuale devono essere conformi alla UNI EN 54-11, installati in posizione chiaramente visibile e facilmente accessibile, a un’altezza compresa fra 1m e 1,6m, protetti contro l’azionamento accidentale, i danni meccanici e la corrosione e indicati con apposito cartello. I pulsanti di segnalazione manuale dovranno essere del tipo ad auto indirizzamento e saranno collegati con due fili al loop. Dovranno avere la possibilità di essere montati sia a muro che in scatola da incasso. Dovranno avere la possibilità di segnalare la condizione di allarme tramite la rottura di un elemento frangibile. Dovrà essere possibile eseguire il test sui pulsanti. Durante quest’ultimo, sarà simulata una condizione di allarme tramite appositi comandi inviati sul loop. Conseguente la centrale analizzerà i dati riuscendo a constatare in breve tempo se il pulsante è in perfette condizioni di funzionamento. La condizione di test dei pulsanti può anche essere attivata tramite una speciale chiave in plastica. I pulsanti avranno due LED, d’allarme e di funzionamento. I pulsanti avranno i circuiti isolatori integrati.

viii) Pannelli Ottici Acustici

I pannelli ottici acustici devono essere conformi alla UNI EN 54-2, UNI EN 54-23 e UNI EN 54-3 Per la tipologia degli ambienti è necessario integrare il dispositivo acustico previsto nella centrale di controllo e segnalazione con segnalazioni acustiche e luminose (pannelli ottici/acustici) che devono essere chiaramente riconoscibili come tali e non confuse con altre:

• Il livello acustico percepibile deve essere maggiore di 5dB(A) al di sopra del rumore ambientale; • La percezione acustica da parte degli occupanti dei locali deve essere compresa fra 65 dB(A) e 120

dB(A); • Negli ambienti dove è previsto che gli occupanti dormano, la percezione alla testata del letto deve

essere di 75 dB(A) I pannelli ottici acustici saranno utilizzato per ripetere l’allarme incendio in campo. E’ costituita da una custodia in ABS e da un frontalino di protezione colore rosso, recante la scritta ‘Allarme Incendio’. In caso di allarme fornirà una segnalazione ottica lampeggiante ed acustica di allarme.

ix) Grado di protezione minimo

• Generalmente IP4X è il grado minimo richiesto agli ambienti esclusi gli ambienti particolari soggetti a norma specifica.

• Negli ambienti soggetti a probabile presenza di acqua occorre prevedere un grado di protezione delle apparecchiature almeno IP55

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x) Modalità e verifiche di collaudo

• Di verifiche degli impianti di protezione antincendio (e quindi anche degli impianti di rivelazione) si occupa, non solo la norma UNI 9795, ma addirittura un disposto legislativo, il Decreto del Ministero dell’Interno 10/03/98 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro”.

xi) Indicazioni della norma UNI 9795

La norma UNI 9795 si occupa anche di verifiche e manutenzione, affermando che la verifica comprende: • l’accertamento della rispondenza del sistema al progetto esecutivo; • il controllo che i componenti siano conformi alla relativa parte della UNI EN 54; • il controllo che la posa in opera sia stata eseguita in conformità alla norma UNI 9795; • l’esecuzione di prove di funzionamento (tra le quali anche quella sulla centrale di controllo), di allarme

incendio, di avaria e di segnalazione di fuori servizio;

La norma UNI 9795 indica dettagliatamente quali siano queste prove di funzionamento da effettuare sul campo, sui vari tipi di rivelatori. A verifica avvenuta deve essere rilasciata un’appos ita dichiarazione secondo la UNI 11224. Per quanto riguarda l’esercizio dei sistemi il mantenimento delle condizioni di efficienza dei sistemi è di competenza dell’utente che deve provvedere: • alla continua sorveglianza dei sistemi; • alla loro manutenzione , richiedendo, dove necessario, le opportune istruzioni al fornitore; • a fare eseguire come minimo due ispezioni di controllo all’anno ;

A cura dell’utente deve essere tenuto un apposito registro (da mettere a disposizione dell’autorità competente), firmato dai responsabili e costantemente aggiornato su cui devono essere annotati: • i lavori svolti sui sistemi o nell’area sorvegliata (per esempio: ristrutturazione, variazioni di attività,

modifiche strutturali, etc.), qualora essi possano influire sull’efficienza dei sistemi stessi; • le prove eseguite; • i guasti, le relative cause e gli eventuali provvedimenti attuati per evitarne il ripetersi; • gli interventi in caso di incendio precisando: cause, modalità ed estensione del sinistro, numero di

rivelatori entrati in funzione, punti di segnalazione manuale utilizzati ed ogni altra informazione utile per valutare l’efficienza dei sistemi;

• Le operazioni di controllo e manutenzione periodiche evidenziando, in particolare le eventuali variazioni riscontrate sia nel sistema sia nell’area sorvegliata, rispetto alla situazione dell’ultima verifica precedente e le eventuali carenze riscontrate; La nuova edizione della norma UNI 9795 dice che “ogni sistema in esercizio deve essere sottoposto ad almeno due visite di controllo e manutenzione all’a nno, con intervallo fra le due non minore di 5 mesi ”. I risultati delle operazioni di controllo devono risultare, oltre che nell’apposito registro, anche nel certificato di ispezione. Un’ultima indicazione, la norma la offre riguardo alle operazioni da effettuare occasionalmente dopo che si è verificato o un guasto sull’impianto o un intervento dell’impianto a seguito di un incendio:

• provvedere alla sostituzione tempestiva degli eventuali componenti danneggiati; • fare eseguire, in caso d’incendio, un accurato controllo dell’intera installazione al fornitore incaricandolo,

nel contempo, di ripristinare la situazione originale, qualora fosse stata alterata; • ripristinare i mezzi di estinzione utilizzati;

La norma indica la periodicità semestrale degli interventi di controllo, ma non specifica nel dettaglio cosa fare. Vediamo dunque quelli che potrebbero essere gli esami visivi e le prove di funzionamento da effettuare. Sorveglianza (esami visivi)

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• Esame visivo dei rivelatori controllando lo stato del LED di malfunzionamento; • Esame visivo dei dispositivi di allarme ottico-acustico; • Esame visivo della centrale di controllo per verificare la correttezza di funzionamento dei componenti

collegati; • Esame visivo dei punti di segnalazione manuale per verificare che siano integri e ben visibili; • Ispezione del locale nel quale è contenuta la centrale di controllo per verificare che sia sgombro da

materiali e che funzioni l’illuminazione di sicurezza; • Controllo dello stato di carica delle eventuali batterie; • Verifica che i rivelatori distino almeno 50 cm dai materiali presenti nell’area sorvegliata;

Controlli periodici (prove di funzionamento)

• Esame generale di tutto l’impianto per verificare la rispondenza al progetto e la compatibilità dei

rivelatori per la zona sorvegliata; • Efficienza dell’alimentazione principale e di quella di riserva; • Prove di funzionamento dei pulsanti manuali; • Prove di funzionamento dei rivelatori di incendio; • Prove di funzionamento dei dispositivi di allarme ottico-acustico; • Prove di funzionamento dei sistemi automatici antincendio (impianto di spegnimento incendio, fermi

elettromagnetici delle porte e delle serrande tagliafuoco, sistemi di estrazione del fumo e del calore, disattivazione degli impianti tecnici, etc.);

• Simulazione di guasti e di fuori servizio; • Pulizia (se prevista) dei rivelatori in base alle istruzioni del costruttore;

Se durante l’esecuzione delle prove viene a meno la funzionalità e quindi l’efficacia dell’impianto di rivelazione incendi, occorre mettere in atto delle misure alternative come l’istituzione di un servizio di vigilanza manuale.

L’impianto dovrà essere completo di ogni accessorio e quant'altro necessario per il perfetto funzionamento per una installazione a regola d'arte, collaudo e dichiarazione di conformità con schemi esecutivi.

Art. 37. Impianto di allarme evacuazione Gli impianti al chiuso devono essere muniti di un impianto di allarme acustico in grado di avvertire i presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio. I dispositivi sonori devono avere caratteristiche e sistemazione tali da poter segnalare il pericolo a tutti gli occupanti dell'impianto sportivo o delle parti di esso coinvolte dall'incendio; il comando del funzionamento simultaneo dei dispositivi sonori deve essere posto in ambiente presidiato, può inoltre essere previsto un secondo comando centralizzato ubicato in un locale distinto dal precedente che non presenti particolari rischi di incendio. La potenza dell’impianto deve tener conto del rumore di fondo del pubblico. Il funzionamento del sistema di allarme deve essere garantito anche in assenza di alimentazione elettrica principale, per un tempo non inferiore a 30 minuti, con tempo di interruzione breve (<0,5 sec). E’ pertanto previsto un sistema di emergenza digitale per Audio Allarme (conforme e omologato EN-54/16 e EN-60849). L’unità centrale, che si basa su una piattaforma digitale, sviluppata con tecniche e tecnologie allo stato dell’arte: consente una riproduzione audio di alta qualità, per ottimizzare l’intelligibilità dei messaggi e garantendo la massima sicurezza e robustezza per funzioni di emergenza (evacuazione audio guidata). Il sistema è estremamente compatto, l’unità centrale è di tipo all-in-one, ed integra tutti i dispositivi per: • Gestione, Programmazione e Controllo mediante processore dedicato e integrato nell’unità; • Registratore riproduttore digitale per: messaggi di emergenza previsti dalla norma (protetti e isolati da eventuali interventi esterni), 6 messaggi generici/commerciali – 4 toni di attenzione;

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• Amplificazione: l’unità è provvista di amplificatore integrato (secondo necessità), • Selezione zone: un selettore monitorato per linee altoparlanti, sarà integrato nell’apparecchio. Nello specifico il sistema fornisce la gestione di 16 zone, (8 linee in modalità A+B) quindi, in fase successiva sarà possibile dare una precisa suddivisione delle reali zone necessarie. GENERALITÀ Il sistema sarà totalmente integrato, con gestione dei segnali, controlli e diagnostica completamente digitale, di ultimissima generazione, sia per la tecnologia adottata per i componenti, sia per essere progettato e costruito in conformità alla norma EN 54-16 (oltre che alla normativa EN/IEC 60849). Possibilità di poter diffondere l’annuncio vocale in 16 zone singole (espandibile) e possibilità di inserire un pin per accedere alle zone limitate al solo accesso da parte dell’operatore, la distanza della base alla centrale deve essere possibile fino a 1500 mt. Predisposizione del sistema in caso di necessità di poter diffondere nelle zone evac anche il contributo audio generato dal sistema p.a. La base Microfonica deve essere di tipo digitale con display touch screen e con possibilità di gestire fino a 96 zone. Data la lunga distanza di interconnessione dalla centrale alla base di poterla controllare, non sono ammesse basi microfoniche analogiche. Centrale audio evac interfacciata con centrale antincendio locale Tutti i diffusori acustici evac devono essere certificati EN54 cosi come i cavi di interfacciamento dell’intero sistema. Certificazione da parte di tecnico competente in acustica ambientale autorizzato iscritto all’albo mediante apparecchiatura certificata attestante il livello di pressione sonora richiesto. Le principali finalità e funzionalità che il sistema eroga, sono: FUNZIONE PER EVACUAZIONE DI EMERGENZA: per l’importanza intrinseca riposta nelle tecnologia per emergenza, il sistema, realizzato secondo i canoni più avanzati, in particolare rispettare i seguenti requisiti e caratteristiche: • omologazione: conformità alla norma EN 54-16 (oltre che alla EN/IEC 60849) e, come imposto dalla norma stessa, l’omologazione del sistema deve essere rilasciata da un ente terzo, riconosciuto a livello internazionale; • integrazione: sistema integrato provvisto (con l’eccezione di espansioni funzionali alla dimensionamento dell’applicazione) di tutti i componenti e dispositivi previsti per la conformità alla norma: pertanto, con l’esclusione dei dispositivi di backup, al dispositivo, all in one, non fabbisogna di alcun’altra aggiunta per definirne e garantirne la funzionalità di emergenza, essendo questa la sua prerogativa originaria; • stazioni di chiamata Vigili del Fuoco: il sistema è provvisto frontalmente di un microfono completamente controllato (capsula compresa) ad uso del responsabile dei VVFF, in caso di emergenza. E’ altresì possibile l’installazione di una stazione microfonica per VVFF remota, in alternativa a quella sopra (secondo programmazione), provvista di tasti per la selezione delle zone e il richiamo di tutte le funzioni riportate sul frontale dell’unità di controllo: naturalmente, data la funzione cui è destinata, anche per quest’unità dovrà sottostare alla monitoria di tutte le componenti della catena funzionale (capsula microfonica, elettronica, alimentazione, rete di comunicazione); • programmazione e gestione: il sistema offre la propria programmazione, gestione e controllo sia mediante display e comandi ubicati sul frontale della centrale, sia utilizzando un PC esterno in cui installare il software specificamente sviluppato per la centrale e fornito in dotazione con la stessa; • amplificazione: nella centrale sono integrati amplificatori di alta qualità connessi con dispositivi per la selezione delle linee altoparlanti, ogni linea in uscita viene controllata dalla diagnostica e dispone; a. un pulsante per selezionare o escludere una specifica zona servita; b. un attenuatore per la regolazione del livello sonoro nella specifica zona. Sia le selezioni che le regolazioni di volume relative alle zone ed attuate manualmente dal pannello frontale, in caso di emergenza vengono riportate automaticamente nelle condizioni programmate per la massima efficienza per l’evacuazione o la segnalazione di pericolo

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• connettività: la centrale è provvista di una serie di input/output facilmente accessibili e programmabili mediante le quali si possono effettuare: a. connessioni digitali con altri dispositivi o PC b. connessioni audio per dispositivi e sorgenti esterne c. connessioni telefoniche, mediante le quali ottimizzare la funzionalità utilizzando servizi provenienti da intercom e/o centrali telefoniche d. connessioni per l’ampliamento e il dimensionamento del sistema complessivo • scalabilità: è possibile effettuare implementazioni per adeguare il sistema a eventuali successivi ampliamenti; allo stesso modo il sistema consente il dialogo, e quindi la connessione e l’ampliamento con sistemi per applicazione di larga scala “Full Digital EN 54-16” con struttura in rete ridondata IMPLEMENTAZIONI E BACKUP: L’impianto, successivamente alla prima installazione, può consentire ampliamenti sia per potenza complessiva sia per numero di aree da servire e selezionare. Amplificatori, finali di potenza provvisti di selettore.L’apparecchio contiene tutte le prerogative e caratteristiche dell’unità centrale con l’eccezione della parte di controllo e programmazione: tali funzioni sono esclusivamente a carico dell’unità centrale stessa, unico controllore e gestore del sistema. Tutto quanto di interesse dell’unità ausiliaria, da e per l’unità centrale (fonia, controlli, dati, diagnostica, …) transita tramite una connessione effettuata con cavo CAT6. Relativamente al Backup, tutti i servizi fondamentali del sistema sono protetti e ridondati per garantire la regolare funzionalità del sistema stesso anche in caso di guasti (secondo i requisiti imposti dalla norma EN 54-16). • Amplificatori di scorta: in caso di guasto ad uno degli amplificatori principali, il sistema provvederà automaticamente e in tempo reale a sostituirlo con un’unità di scorta che sarà, come minimo, della stessa potenza (amplificatore di backup). • Alimentazione secondaria (controllo e batterie): l’alimentazione primaria, quella di rete, viene costantemente controllata e monitorata da un apposito dispositivo; in caso di disservizi di rete (black out) il dispositivo provvederà, in tempo reale e senza soluzione di continuità della funzionalità, ad alimentare tutti gli apparecchi costituenti il sistema con un gruppo di batterie (backup di alimentazione). La capacità delle batterie impiegate è adeguato a consentire il funzionamento di tutto il sistema, comprese le implementazioni per emergenza, per almeno trenta minuti alla massima potenza. Lo stesso dispositivo preposto al controllo dell’alimentazione primaria provvede al monitoraggio del gruppo batterie ed è dimensionato per mantenere costante lo stato di carica dello stesso. RIDONDANZA LINEE ALTOPARLANTI Il sistema consente la realizzazione di in’infrastruttura per gli altoparlanti tale per cui ogni zona sia raggiunta da due linee altoparlanti indipendenti A + B . In tal modo a fronte di qualsiasi disservizio o manipolazione ad una delle linee, l’area interessata continuerebbe ad essere servita con una minima riduzione prestazionale. Per ottimizzare la funzionalità le due sottolinee destinate ad una zona devono essere disposte in modo da seguire la geografia dell’area in oggetto ovvero: a quinconce per grandi superfici, alternando i diffusori nel caso di corridoi). La ridondanza delle linee potrà essere realizzata in uno dei seguenti modi: • Programmazione linee altoparlanti: in tal caso sarà possibile programmare le linee del selettore altoparlanti (sia dell’unità centrale, sia delle unità di estensione) in modo chedue uscite siano programmate a servire la stessa area; quindi ciascuna delle uscite gestirà il 50% degli altoparlanti destinati all’area di propria competenza • Doppio amplificatore: in questo caso ogni area sarà servita da due amplificatori, ciascuno con la funzione di amplificare il 50% dell’area; L’impianto dovrà essere completo di ogni accessorio e quant'altro necessario per il perfetto funzionamento per una installazione a regola d'arte, collaudo e dichiarazione di conformità con schemi esecutivi.

Art. 38. Impianto di diffusione sonora Sarà installato un impianto di diffusione sonora PA in grado di diffondere musica ad alta qualità per tutta la zona spettatori e dell’area di servizio annessa all’impianto con postazioni microfoniche wireless.

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La potenza dell’impianto deve tener conto del rumore di fondo del pubblico. Specifiche tecniche: Possibilità di poter suddividere le due zone di amplificazione dei due anelli rispetto alla presenza degli spettatori in maniera tale da avere il minimo riverbero in presenza di pochi spettatori. mediante dei preset audio richiamati da controller digitale connesso al sistema di amplificazione ubicato nelle vicinanze della superficie di gioco, il diffusore acustico impiegato per il primo anello deve avere le seguenti caratteristiche : dispersione 60° h x 60° v ed una risposta in frequenza da 85hz a 16khz garantendo una pressione sonora di 126db spl nominali e 133db spl di picco ad un metro dal diffusore. Il diffusore acustico impiegato nel secondo anello deve avere le seguenti caratteristiche : dispersione 90° h x 40° v ed una risposta in frequenza da 100hz a 16khz garantendo una pressione sonora di 120db spl nominali e 127db spl di picco ad un metro dal diffusore. - L’Amplificazione del campo di gioco deve essere effettuata dalla struttura portante centrale al centro dello scoreboard ( diffusore a 360° ).Il diffusore acustico impiegato nel campo da gioco deve avere le seguenti caratteristiche : dispersione 90° h x 90° v ed una risposta in frequenza da 85hz a 16khz garantendo una pressione sonora di 124db spl nominali e 131db spl di picco ad un metro dal diffusore. - Possibilità di connettere a bordo campo mediante pannello input audio delle sorgenti sonore e poterne controllare i livelli mediante controller digitale ubicato nelle vicinanze della superficie di gioco ( dj, lettore cd, microfono a filo, ecc ). - Possibilità di invio musica di sottofondo mediante player multimediale direttamente dalla regia. - Possibilità di utilizzare due radiomicrofoni ad impugnatura senza fili completi di antenne direzionali esterne all’interno della superficie di gioco. - Installazione monitor audio in regia per monitorare i contributi audio emessi. - Connessione tramite Protocollo ethernet cobranet pannello input audio bordo campo a mixer digitale automatico - Pressione sonora richieste su tutte le aree di pertinenza: Nel caso del diffusore del primo anello:

2 metri -6 dB SPL 126 - 6 = 120 dB SPL 5 metri -14 dB SPL 126 - 14 = 112 dB SPL 10 metri -20 dB SPL 126 - 20 = 106 dB SPL 20 metri -26 dB SPL 126 - 26 = 100 dB SPL

Nel caso del diffusore del campo da gioco:

2 metri -6 dB SPL 124 - 6 = 118 dB SPL 5 metri -14 dB SPL 124 - 14 = 110 dB SPL 10 metri -20 dB SPL 124 - 20 = 104 dB SPL 20 metri -26 dB SPL 124 - 26 = 98 dB SPL

Nel caso del diffusore del secondo anello:

2 metri -6 dB SPL 120 - 6 = 114 dB SPL 5 metri -14 dB SPL 120 - 14 = 106 dB SPL 10 metri -20 dB SPL 120 - 20 = 100 dB SPL 20 metri -26 dB SPL 120 - 26 = 92 dB SPL

Questi valori di spl sono in grado di superare il rumore di fondo generato dai tifosi. - Certificazione da parte di tecnico competente in acustica ambientale autorizzato iscritto all’albo mediante apparecchiatura certificata attestante il livello di pressione sonora richiesto. - Possibilità di poter integrare in futuro tutti gli altri ambienti tipo: palestre, sale conferenze, sale stampa mediante rete ethernet cobranet e sue apparecchiature annesse al sistema p.a del palazzetto per poter

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diffondere all’interno degli stessi un contributo audio locale oppure lo stesso contributo audio diffuso nel palazzetto. - Installazione di tutte le apparecchiature in regia all’interno di rack metallico con porta. - Installazione di apparecchiatura per consentire il monitoraggio delle alimentazioni e delle tensioni che sono connesse alle apparecchiature installate all’interno del rack. L’impianto dovrà essere completo di ogni accessorio e quant'altro necessario per il perfetto funzionamento per una installazione a regola d'arte, collaudo e dichiarazione di conformità con schemi esecutivi.

Art. 39. Impianto di controllo degli spettatori TV- CC Sarà installato un impianto televisivo a circuito chiuso che consenta, da un locale appositamente predisposto e presidiato, l’osservazione della zona spettatori e dell’area di servizio annessa all’impianto e dei relativi accessi, con registrazione delle relative immagini. Detto locale deve essere posizionato in una zona dell’impianto sportivo da cui sia possibile avere una visione complessiva, totale e diretta della zona di attività sportiva e della zona spettatori. Sarà presente un sistema di gestione comprensivo di un monitor a colori di visualizzazione da 29”, n.8 telecamere a colori 5MPX, n.22 telecamere a colori 2 MPX low light, armadi di contenimento e quant’altro necessario per il corretto funzionamento. All’impianto TV-CC dovrà essere collegato un impianto di allarme antintrusione che sfrutti la rilevazione di presenza con le telecamere previste. L’impianto di antintrusione sarà dotato di allarme acustico e di combinatote telefonico. L’impianto dovrà essere completo di ogni accessorio e quant'altro necessario per il perfetto funzionamento per una installazione a regola d'arte, collaudo e dichiarazione di conformità con schemi esecutivi.

Art. 40. Impianto di trasmissione dati L’impianto di trasmissione dati sarà costituito da prese RJ45 con cavi in categoria 6 distribuiti in tutto il palazzetto a seconda delle postazioni di lavoro previste, oltre a un segnale Wireless che dovrà coprire l’intero palazzetto in tutti i suoi locali. (esclusi depositi, ripostigli, spogliatoi e servizi igienici). I collegamenti dorsali tra i vari armadi RACK verranno realizzati con cavi in fibra ottica. Gli armadi rack saranno corredati di moduli switch, patch panel, multi presa, gruppo di ventilazione e ogni accessorio e quant'altro necessario per il perfetto funzionamento per una installazione a regola d'arte, collaudo e dichiarazione di conformità con schemi esecutivi.

Art. 41. Standard di qualità I materiali da impiegare per la realizzazione degli impianti dovranno essere conformi agli standard di qualità seguenti: - Strutture per quadri in lamiera ABB – Bticino – Schneider - Strutture per quadri in PVC ABB – Bticino – Schneider Gewiss - Interruttori automatici modulari ABB – Bticino - Schneider - Relè differenziali Dossena – Tytronic - ABB - Strumenti di misura Dossena – Freber – ABB - Bticino - Contattori e relè termici Siemens – Telemecanique – ABB - Bticino - Cavi e conduttori Ceat - Pirelli - Cavis - Canaline metalliche portacavi Gammapi - Lume – Sati - Naxso - Apparecchi citofonici LT Terraneo – Bticino – BPT - Sostel - Apparecchi ad incasso (prese, interruttori luce) Bticino Light – Vimar Plana - Cassette di derivazione ad incasso Gewiss - Dielectrix - Cassette di derivazione a vista Gewiss - Sarel - Legrand

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- Prese CEE Palazzoli - Gewiss - Tubazioni in PVC Sarel - Dielectrix - Corpi illuminanti Disano - Philips – Siemens – Guzzini – Thorn - SBP - Armature stagne Disano - Philips – Gewiss – G.E. - Materiali per rete di terra Carpaneto - Sati - Lampade di emergenza Beghelli – Cooper Menvier - Cella media tensione ABB – Schneider - UPS Socomec – Metasystem - Gruppo elettrogeno Margen – Tessari - Trasmissione dati Panduit - Rivelazione incendi Cooper Fire – STS – Notifier - Diffusione sonora/ EVAC Community – MC2 – Biamp – Penton -Ateis - Tutondo - TV-CC HIK Vision - Bullet

Art. 42. Dichiarazione di conformità A fine lavori la ditta installatrice dovrà consegnare al committente 5 copie cartacee più file in formato dwg/word dei disegni costruttivi AS BUILT e schemi funzionali di tutti gli impianti installati, dichiarazione di conformità attestante l'installazione a regola d'arte di tutti i componenti dell'impianto elettrico e impianti speciali; dichiarerà che l'impianto realizzato e i materiali utilizzati sono conformi alle prescrizioni del progetto. In allegato alla dichiarazione di conformità dovranno essere rilasciati:

• Copia requisiti tecnico professionali; • Relazione con tipologie materiali utilizzati; • Rapporto di verifica dell'impianto. • Disegni AS BUILT

Art. 43. Specifiche tecniche Oggetto All’interno del palazzetto si svolgeranno attività e/o manifestazioni sportive regolate dal C.O.N.I. e dalle Federazioni Sportive Nazionali riconosciute dal C.O.N.I. e potranno essere presenti un numero superiore a 5000 persone. Il palazzetto sarà classificato come Livello GOLD per la F.I.P. e come livello 2 per la FIBA. Le opere previste sono state decise dopo i contatti avuti con il committente, i responsabili della progettazione architettonica e i sopralluoghi effettuati con la visione e i rilievi dello stato di fatto. Sono esclusi dal progetto gli impianti a monte del punto di consegna in Media Tensione e gli apparecchi utilizzatori collegati all’impianto mediante prese a spina (apparecchi trasportabili e portatili) e/o fissi (centralini automatismi, quadri e impianti bordo macchina, ecc.). I locali interessati sono al piano terra ( palazzetto, tribune e locali annessi ), piano primo ( tribune e locali annessi ) e piano secondo ( tribune ) . La superficie complessiva in pianta interessata è pari circa 4400 mq ( palazzetto zona campo e pubblico ) +4.600 mq ( locali annessi adiacenti ) distribuiti al piano terra e primo come da planimetrie allegate. Il volume lordo complessivo dell’intero complesso è pari a circa 90.000 mc . L’altezza media della zona destinata al gioco con presenza di pubblico è pari a circa 12 m utili sotto il reticolo portante della copertura. I locali accessori, in generale, sono dotati di controsoffitto. L’altezza media di tali

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ambienti è pari a circa 2,7 m. Altri ambienti senza controsoffitto hanno una altezza media di 4 – 4,9 m ( locali tecnici, palestre ed altri ) . Questa relazione determina in linea di massima i lavori da realizzare. Il progetto è composto da:

• Relazione tecnica generale • Elaborati grafici schematici • Quadro economico dei lavori • Specifiche tecniche

Dati fornitura Il palazzetto dello sport avrà un proprio punto di consegna in Media Tensione dedicato con le seguenti caratteristiche: Tensione nominale 15 kV Sistema di distribuzione IIa categoria Tipologia TN-S Potenza disponibile 800 kVA L’ impianto di terra essendo con tensione nominale > a 1000 V sarà stato dimensionato in modo che, con la corrente convenzionale di guasto If, non si verifichino in nessun punto, sia all'interno che all'esterno dell'impianto utilizzatore, tensioni di passo e contatto superiori ai valori indicati nella tabella come prescritto dalla norma CEI 11-1

Tempo di eliminazione del guasto

Tensione (V)

10 2 1

0,8 0,7 0,6 0,5

80 85 103 120 130 155 220

In base ai dati forniti dall'A2A è stato calcolato il valore massimo ammissibile della resistenza di terra con la formula:

UE =RE x I f<=UTp

dove:

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UE Tensione totale di terra. RE - Resistenza totale di terra. UTp Tensione di contatto o di passo massima ammessa secondo quanto tabella di cui sopra. IF - Corrente di guasto convenzionale verso terra (dato fornito da A2A).

Classificazione dei locali Gli ambienti in oggetto in funzione dei carichi di incendio dichiarati e in funzione della quantità di persone presenti all’interno dei locali, sono classificati come Locali di pubblico spettacolo e di intrattenimento e Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio per l ’elevata densità di affollamento o per l’elevato te mpo di sfollamento in caso di incendio o per l’elevato danno ad animali e cose. Gli impianti realizzati dovranno quindi rispettare le prescrizioni della Norma CEI 64.8 – 2012 sezione 751 e 752. La classificazione degli ambienti è stata realizzata con i dati forniti dal Committente che si impegna a controfirmarli per accettazione. Alimentazione utenza La fornitura di energia elettrica al locale è effettuata in media tensione e più precisamente a 15.000V . La cella di media tensione di consegna QMT1sarà installata in un locale di proprietà del centro fiera Immobiliare e sarà comprensiva di protezione CEI 0-16 con protezioni 50, 51, 51N, 50N, 67N e di UPS come da normativa. Dalla cella QMT1 sarà derivata una terna di cavi in Media tensione che verrà posata in cavidotto interrato esistente (vedi dichiarazione allegata della società A2A) fino alla cabina di arrivo di media tensione posizionata all’interno del palazzetto in oggetto. Nella cabina di arrivo sarà installata la cella QMT2 costituita da sezionatore di manovra. Questa cella è esistente, dovrà essere spostata dalla posizione attuale alla nuova cabina di arrivo. Nella cabina di arrivo verrà installato il trasformatore con isolamento in resina, potenza nominale 800 kVA, esistente che verrà smontato e recuperato dall’impianto del Padiglione centro fiera, in cui invece verrà installato il trasformatore esistente che ad oggi alimenta il vecchio palazzetto EIB che dovrà essere smontato e rimontato provvedendo alle relative regolazioni degli interruttori di protezione. Verrà installato all’esterno dei locali in posizione segnalata e accessibile, un pulsante di sgancio sottovetro per l’apertura dell’interruttore generale di media tensione QMT1 in caso di emergenza. Quadri elettrici A fianco alla cabina di arrivo, nel locale quadri verrà installato quadro generale QGEN. Nel quadro generale saranno contenuti gli apparecchi di comando e protezione delle linee Forza motrice e illuminazione oltre all’alimentazione dei sottoquadri di zona come da schema a blocchi allegato. (Tav.E-03). Gruppo elettrogeno Verrà installato un gruppo elettrogeno da esterno con potenza nominale funzionamento in emergenza 416 kVA, comprensivo di quadro per avviamento automatico, cofano di insonorizzazione e pulsante di sgancio. Motore completo dei vari filtri e di pompa manuale per estrazione olio motore, batterie, raffreddamento ad acqua, serbatoio 120 litri, tubazione scarico gas. Il gruppo elettrogeno alimenterà in caso di emergenza tutto l’impianto elettrico del palazzetto ad esclusione dei 3 gruppi frigo e di 2 delle 4 ventilanti.

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Gruppo di continuità Verrà installato un gruppo di continuità UPS da 20 KVA 400V/400V autonomia 20 minuti per alimentazione privilegiata di alcuni quadri elettrici. Vedere schema a blocchi allegato (Tav.E-03). Rifasamento Per ovviare al basso fattore di potenza (cosfi) dell’impianto, si deve procedere ad un adeguato rifasamento automatico. Il calcolo della potenza in Kvar delle batterie di condensatori necessari deve essere effettuato tenendo presente:

• La potenza assorbita; • Il fattore di potenza (cosfi) contrattuale di 0,9; • Il fattore di contemporaneità dei carichi;

Verrà installato un rifasamento automatico con potenza nominale 240 kVAR a 400V ( 320 kVAR a 460V) con 10 gradini di intervento. Distribuzione principale e secondaria Le distribuzioni dorsali saranno realizzate con cavi doppio isolamento tipo FG7(O)M1 posati in canaline metalliche installate a parete. Verranno previste canaline dedicate per impianti forza motrice/illuminazione e per gli impianti speciali come indicato nella planimetrie allegate (Tav. E-03 E-04 E-05) La distribuzione interna ai locali, sarà realizzata con cavi doppio isolamento tipo FG7(O)M1 posati in tubazioni rigide in PVC a vista e/o con cavi semplice isolamento N07V-K posati in tubazioni corrugate in PVC sottotraccia. Dove verranno attraversate pareti REI di compartimentazione dovranno essere previste barriere tagliafiamma che ripristino il grado di compartimentazione della pareti attraversate. Cavi FG7(O)M1: tensione nominale 0.6/1 kV, tensione di prova 4kV, isolamento in gomma HEPR ad alto modulo con guaina in PVC speciale in qualità M1, conduttore flessibile, non propagante la fiamma e l’incendio, bassissima emissione di fumi opachi e gas tossici e assenza di gas corrosivi in caso di incendio, mescola isolante con elevate caratteristiche elettriche, meccaniche e termiche, il tutto secondo norme CEI 20-22, CEI 20-35, CEI 20-38, CEI 20-37. Cavi N07V-K: tensione nominale 450/750 V, tensione di prova 2,5 kV, isolamento in PVC di qualità R2, conduttore flessibile, non propagante la fiamma e l’incendio, contenuta emissione di gas corrosivi in caso di incendio, isolamento a doppio strato con caratteristiche di grande scorrevolezza, elevata resistenza all’abrasione e facile spellabilità, il tutto secondo norme CEI 20-22, CEI 20-35, CEI 20-37, CEI 20-20, muniti di marchio di qualità. Impianto di forza motrice L’impianto di forza motrice sarà costituito da:

• prese modulari bipasso e universali 10/16 A installate sottotraccia distribuiti in tutti i locali del palazzetto a seconda delle postazioni e servizi previsti; in particolare per ogni presa di trasmissione dati prevedere n.2 prese di forza motrice;

• prese industriali CEE interbloccate 4x32A +4x16A + 2x16A; • ogni postazione giornalista e/o operatore media deve essere attrezzato con presa per trasmissione dati,

predisposizione illuminazione, 2 prese forza motrice; • pozzetti a scomparsa e/o postazioni a muro con quadri prese CEE interbloccate industriali in ogni punto

dove sia necessario l’approvvigionamento di forza motrice; i pozzetti a scomparsa dovranno essere

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posizionati al di fuori della fascia di rispetto adeguata, collegati funzionalmente tra di loro ed avere una finitura superficiale identica alla superficie circostante. Non saranno permessi cavi posati a bordo campo durante lo svolgimento di gare ufficiali.

• alimentazione gruppi frigo; • alimentazione n. 4 UTA; • alimentazioni e collegamenti ausiliari per impianti meccanici in centrale termica; • alimentazione ventilconvettori; • alimentazione boiler e asciugamani nei servizi igienici; • impianto di chiamata per portatori di handicap nei wc dedicati; • alimentazione n.3 ascensori; • alimentazione impianti speciali; • alimentazioni e collegamenti impianti speciali per biglietteria prevista all’esterno; • impianto videocitofonico con una postazione esterna e 2 postazioni interne; • predisposizione tubazioni vuote per passaggi esterni a disposizione delle postazioni televisive; • predisposzione tubazioni vuote per passaggi cavi tabelloni pubblicitari, tabelloni segnapunti, schermi;

Impianto di trasmissione dati

L’impianto di trasmissione dati sarà costituito da prese RJ45 con cavi in categoria 6 distribuiti in tutto il palazzetto a seconda delle postazioni di lavoro previste, oltre a un segnale Wireless che dovrà coprire l’intero palazzetto in tutti i suoi locali. (esclusi depositi, ripostigli, spogliatoi e servizi igienici). L’impianto sarà costituito da un armadio RACK installato in un locale regia da cui verranno derivati almeno n. 3armadi RACK distribuiti in posizioni strategiche nei vari piani. Sono previste almeno n.140 prese dati. Sono previsti n. 4 acces point esterni. E’ prevista un’antenna omnidirezionale installata al centro del campo di gioco fissata alla struttura I collegamenti dorsali tra i vari armadi RACK verranno realizzati con cavi in fibra ottica. Impianto di rivelazione incendi Sarà installato un impianto di rivelazione e segnalazione incendi a norma UNI 9795 in grado di rivelare e segnalare a distanza un principio di incendio all’interno della attività. La segnalazione proveniente da uno qualsiasi dei rilevatori installati o da uno dei pulsanti manuali, determinerà un segnale ottico ed acustico di allarme incendio nella centrale di controllo e segnalazione e udibile in tutti i locali del palazzetto. L’impianto di rilevazione fumi consentirà in caso di allarme di azionare l’apertura degli evacuatori di fumo e calore (EFC) previsti e l’arresto delle UTA. L’impianto sarà costituito da rivelatori puntiformi di fumo all’interno dei singoli ambienti e nei controsoffitti o zone nascoste, rivelatori all’interno dei canali trattamento aria, mentre, per la protezione della zona dedicata al campo da gioco e tribune, verranno installate a 2 altezze differenti dei rivelatori ottici lineari di fumo. Scopo del sistema è di: • Favorire un tempestivo esodo delle persone, degli animali nonché lo sgombero dei beni; • Attivare i piani di intervento; • Attivare i sistemi di protezione contro l’incendio ed eventuali altre misure di sicurezza. Il funzionamento del sistema di allarme deve essere garantito anche in assenza di alimentazione elettrica principale, per un tempo non inferiore a 30 minuti, con tempo di interruzione breve (<0,5 sec).

Caratteristiche generali impianto

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Descrizione impianto Tutte le apparecchiature faranno capo ad una centrale di controllo e segnalazione analogica a 4 loop installata in un locale presidiato. In mancanza di alimentazione la centrale ne rileva l'anomalia generando una segnalazione di guasto tale da informare l'utente in modo che lo stesso attivi le procedure d'intervento tecnico per il ripristino del normale funzionamento. Il locale in cui è installata la centrale di rivelazione incendi dovrà essere permanentemente e facilmente accessibile, protetto, per quanto possibile, dal pericolo di incendio diretto, da danneggiamenti meccanici e manomissioni. Il locale dovrà essere sorvegliato da appositi rilevatori di fumo e dotato di illuminazione di emergenza ad intervento immediato e automatico in caso di assenza di energia elettrica. L'area sorvegliata sarà suddivisa in più zone suddivise in 4 loop, in modo che quando un rivelatore interviene, sia possibile individuare la zona di appartenenza e quindi la possibilità di localizzare rapidamente e senza incertezze il focolaio d'incendio. I rivelatori saranno previsti in tutti i locali, esclusi i servizi igienici in cui non è presente carico d’incendio, negli spazi nascosti come controsoffitti e nei canali di ventilazione. I rivelatori installati nei controsoffitti e/o nei canali di ventilazione saranno collegati a spie di segnalazione installate in posizione visibile. La rivelazione manuale sarà costituita da pulsanti manuali distribuiti come indicato nel paragrafo dedicato. L’allarme ottico/acustico sarà dato da appositi pannelli posizionati all’interno delle aree in oggetto e da una sirena installata all’esterno in prossimità dell’ingresso, in maniera che il pericolo sia segnalato a tutti gli occupanti delle zone sorvegliate. Eventuali serrande tagliafuoco installate nei canali di ventilazione verranno comandate dalla centrale antincendio in caso di allarme incendio. Tutte le apparecchiature saranno ubicati in conformità alle prescrizioni della UNI 9795. IL sistema sarà del tipo analogico/intelligente, auto indirizzante, al fine di garantire: • Identificazione puntuale del rivelatore, senza l’ausilio di elementi di indirizzamento manuale; • Segnale di manutenzione sensore; • Autoadattamento ambientale; • Continuità di servizio anche in caso di taglio o cortocircuito della linea, tramite loop ad anello chiuso con isolatori di cortocircuito; Suddivisione dell’area in zone L’area sorvegliata deve essere suddivisa in zone, in modo che, quando un rilevatore interviene, sia possibile individuarne facilmente la zona di appartenenza. Le zone devono essere delimitate in modo che sia possibile localizzarne rapidamente e senza incertezze il focolaio d’incendio. La superficie a pavimento di ciascuna zona non deve essere maggiore di 1600 mq. Più locali non possono appartenere alla stessa zona, salvo quando siano contigui e se:

• Il loro numero non è maggiore di 10, la loro superficie complessiva non è maggiore di 600mq e gli accessi danno sul medesimo disimpegno;

oppure

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• Il loro numero non è maggiore di 20, la loro superficie complessiva non è maggiore di 1000 mq e in

prossimità degli accessi sono installati segnalatori di allarme chiaramente visibili, che consentono l’immediata individuazione del locale dal quale proviene l’allarme;

Caratteristiche conduttori Le linee di interconnessione (energia e/o segnale) tra i componenti fanno riferimento alla norma generale per gli impianti elettrici. Per le linee di alimentazione elettrica verranno utilizzati conduttori resistenti at fuoco per almeno 30min secondo CEI EN 50200 GRADO 4, LSZH a bassa emissione di fumo e zero alogeni o comunque protetti per tale periodo. Per le connessioni di segnale (loop) verranno utilizzati conduttori resistenti at fuoco per almeno 30min secondo CEI EN 50200, LSZH a bassa emissione di fumo e zero alogeni o comunque protetti per tale periodo a 2 conduttori twistati e schermati. II sistema di connessione sarà ad anello chiuso (loop), il percorso dei cavi sarà realizzato per quanto possibile in modo tale che possa essere danneggiato un solo ramo dell'anello; pertanto per uno stesso anello il percorso cavi in uscita dalla centrale risulterà essere differenziato rispetto al percorso di ritorno, in modo tale che il danneggiamento di uno dei rami non coinvolga l'altro. E' estremamente importante ai fini della protezione dalle interferenze, che ci sia continuità nella schermatura, collegando la stessa sullo zoccolo di ogni rilevatore all’apposito morsetto di appoggio. La schermatura dovrà essere collegata in centrale solo ad una estremità. La sezione minima del conduttori di alimentazione del componenti prevista dalla norma risulta essere di 0,5 mmq. I cavi, se posati insieme ad altri conduttori non facenti parte del sistema, dovranno essere riconoscibili almeno in corrispondenza del punti ispezionabili con appositi etichette identificatrici. Dove necessario dovranno essere adottate particolari protezioni nel caso in cui le interconnessioni si trovino in ambienti umidi od in presenza di vapori o gas infiammabili od esplosivi. Le linee di interconnessioni, per quanto possibile, dovranno transitare all'interno di ambienti sorvegliati da sistemi di rivelazione di incendio. Esse dovranno essere installate e protette in modo da ridurre al minimo il loro danneggiamento in caso di incendio. Non dovranno essere presenti linee volanti o provvisorie. La sezione delle condutture è state scelta in funzione della lunghezza della linea, secondo le indicazioni del costruttore della centrale e del componenti. Caratteristiche alimentazione elettrica centrale di rivelazione

II sistema di rivelazione dovrà essere dotato di due sorgenti di alimentazione elettrica in conformità alla UNI EN 54-4. L'alimentazione primaria verrà effettuata tramite una linea esclusiva, dotata di propri organi di sezionamento e protezione, derivata a valle dell'interruttore generate dell'impianto. La sorgente di sicurezza per quanto riguarda le segnalazioni ottiche-sonore sarà costituita da una batteria di accumulatori ; in mancanza di rete l'alimentazione di riserva viene inserita automaticamente in un tempo non superiore a 15s e garantisce un funzionamento del sistema per almeno 72h; tale autonomia viene ridotta fino a 24h purchè: - gli allarmi siano trasmessi ad una o più stazioni ricevitrici - esista un contratto di assistenza e manutenzione ed esista una organizzazione interna adeguata. In ogni caso tutti i segnalatori di allarme dovranno essere in grado funzionare contemporaneamente per almeno 30 minuti. Linea di Alimentazione delle Targhe di Allarme La linea di alimentazione 24 Vcc delle targhe ottico/acustiche di allarme dovrà partire dalla centrale antincendio e alimentare tutte le targhe con cavo resistente al fuoco CEI EN50200. Impianto di allarme evacuazione

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Gli impianti al chiuso devono essere muniti di un impianto di allarme acustico in grado di avvertire i presenti delle condizioni di pericolo in caso di incendio. I dispositivi sonori devono avere caratteristiche e sistemazione tali da poter segnalare il pericolo a tutti gli occupanti dell'impianto sportivo o delle parti di esso coinvolte dall'incendio; il comando del funzionamento simultaneo dei dispositivi sonori deve essere posto in ambiente pre-sidiato, può inoltre essere previsto un secondo comando centralizzato ubicato in un locale distinto dal precedente che non presenti particolari rischi di incendio. La potenza dell’impianto deve tener conto del rumore di fondo del pubblico. Il funzionamento del sistema di allarme deve essere garantito anche in assenza di alimentazione elettrica principale, per un tempo non inferiore a 30 minuti, con tempo di interruzione breve (<0,5 sec). Impianto di controllo degli spettatori TV-CC Sarà installato un impianto televisivo a circuito chiuso che consenta, da un locale appositamente predisposto e presidiato, l’osservazione della zona spettatori e dell’area di servizio annessa all’impianto e dei relativi accessi, con registrazione delle relative immagini. Detto locale deve essere posizionato in una zona dell’impianto sportivo da cui sia possibile avere una visione complessiva, totale e diretta della zona di attività sportiva e della zona spettatori. Sarà presente un sistema di gestione comprensivo di un monitor a colori di visualizzazione da 29”, n.8 telecamere a colori 5MPX, n.22 telecamere a colori 2 MPX low light, n.10 armadi di contenimento e quant’altro necessario per il corretto funzionamento. All’impianto TV-CC dovrà essere collegato un impianto di allarme antintrusione che sfrutti la rilevazione di presenza con le telecamere previste. L’impianto di antintrusione sarà dotato di allarme acustico e di combinatote telefonico. Impianto di TV terrestre e satellitare Sarà installato un impianto di TV terrestre e satellitare con installazione di un numero di prese terminali coerente con i locali previsti. (almeno 12 postazioni TV/SAT). Illuminazione interna Il campo da gioco dovrà essere illuminato uniformemente ed adeguatamente. Le luci devono essere posizionate in modo da non ostacolare la visuale dei giocatori e degli arbitri, ridurre gli abbagliamenti, i riflessi e le ombre. Per ottenere questo i proiettori non dovranno essere montati direttamente sopra il campo di gioco ma perimetralmente mantenendo una distanza di almeno 10 m. Verranno utilizzati proiettori specifici per grandi altezze, con lampade a scarica ad alogenuri metallici in grado di assicurare il necessario grado di illuminamento generale pur mantenendo un limitato numero di apparecchi, in grado di garantire standard rispondenti alle prescrizioni delle federazioni sportive per l’uso anche durante eventi con riprese televisive. Corpo e telaio in alluminio, con vetro temprato termicamente, e portalampada con possibilità di più regolazioni di puntamento (almeno 4). Tutti i corpi illuminanti devono obbligatoriamente essere dotati di sistema di aggancio di sicurezza in grado di impedire la caduta del corpo illuminante in caso di sgancio dai supporti dovuto ad urto accidentale e di grata antiurto. Durante l’evento dovranno essere garantiti i seguenti valori di illuminazione (Regolamento tecnico ufficiale della pallacanestro FIBA): • quantità di luce in direzione di una telecamera, a punti griglia 1,5 m al di sopra del campo di gioco:

- media: >1400 lux - Ug: uniformità gradiente; differenza percentuale di illuminamento tra i punti adiacenti %/2m < 10

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- Uniformità U1 (Emin/Emax) > 0,6 - Uniformità U2 (Emin/E med) > 0,7 - Temperatura colore: da 5500 a 6000 - Resa colore: >=90

• illuminamento orizzontale, quantità della luce in punti della griglia sul campo di gioco:

- media: > da 1050 a 2100 lux (considerare valore intermedio 1500 lux) - Ug: uniformità gradiente; differenza percentuale di illuminamento tra i punti adiacenti %/2m < 10 - Uniformità U1 (Emin/Emax) > 0,7 - Uniformità U2 (Emin/E med) > 0,8 - Temperatura colore: da 5500 a 6000 - Resa colore: >=90

L’illuminazione media verso la telecamera principale per le prime 12 file di posti deve essere tra il 10% e il 25% dell’illuminazione media del campo di gioco verso la telecamera principale. Al di sopra delle prime 12 file, il livello di luce sarà uniformemente ridotto. E’ prevista una piattaforma posizionata nella tribuna centrale per telecamera principale, collocata in posizione centrale e ad un’altezza che garantisca una visione ottimale del campo di gioco. La telecamera principale deve essere posizionata dallo stesso lato delle postazioni dei telecronisti. In caso di mancanza di energia elettrica l’intero impianto di illuminazione verrà alimentato dal gruppo elettrogeno. La zona tribune verrà illuminata con corpi illuminanti con tubazioni fluorescenti ad alta efficienza energetica o lampade a led in modo da garantire un confort visivo e accensione/spegnimento istantaneo. Nei locali del palazzetto e zone di accesso perimetrali verranno installati corpi illuminanti da incasso in controsoffitto con lampade fluorescenti ad alta efficienza o lampade a led. Nei locali tecnici verranno installate plafoniere stagne IP65 con tubazioni fluorescenti ad alta efficienza energetica. L’illuminamento medio non deve scendere al di sotto dei valori indicati dalla norma UNI EN 12464 indipendentemente dagli anni e dalle condizioni di installazione:

• Ingresso: Em=100 lx; UGRL=22 Ra=80 • Servizi igienici: Em=200 lx; UGRL=25 Ra=80 • Spogliatoi: Em=200 lx; UGRL=25 Ra=80 • Loc. Doping,consultazione medica: Em=500 lx; UGRL=16 Ra=90 • Pronto soccorso: Em=500 lx; UGRL=19 Ra=80 • Palestra: Em=300 lx; UGRL=22 Ra=80 • Reception: Em=300 lx; UGRL=22 Ra=80 • Ripostigli, depositi: Em=100 lx; UGRL=25 Ra=60 (Em 200 lx se occupato

di continuo) • Locali tecnici: Em=200 lx; UGRL=25 Ra=60 • Merchandising: Em=300 lx; UGRL=22 Ra=80 • Spazio infopoint: Em=300 lx; UGRL=22 Ra=80 • Loc. controllo: Em=500 lx; UGRL=19 Ra=80 • Sosta pubblico/tribune: Em=250 lx; UGRL=22 Ra=80 • Sala riunione: Em=500 lx; UGRL=19 Ra=80 • Aula didattica: Em=500 lx; UGRL=19 Ra=80

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• Tribune giornalisti: Em=500 lx; UGRL=19 Ra=80 • Zone di circolazione, corridoi: Em=100 lx; UGRL=28 Ra=40 • Scale: Em=150 lx; UGRL=25 Ra=80 • Uffici archiviazione, copiatura: Em=300 lx; UGRL=19 Ra=80 • Uffici scrittura, battitura,

lettura trattamento dati: Em=500 lx; UGRL=19 Ra=80 • Uffici stazione lavoro cad: Em=500 lx; UGRL=19 Ra=80 • Biglietteria: Em=300 lx; UGRL=22 Ra=80 • Ristorante sala pranzo: Em=200 lx; UGRL=22 Ra=80 • Cucina: Em=500 lx; UGRL=22 Ra=80 • Banco di mescita Bar: Em=300 lx; UGRL=22 Ra=80

La natura delle sorgenti luminose dovrà essere scelta tra i sistemi più idonei privilegiando quelli a rendimento maggiore (minor consumo a parità di flusso emesso). Il fattore di potenza dovrà essere mantenuto superiore a 0.9 mediante rifasamento, se necessario, d'ogni punto luce. In presenza di videoterminali dovranno essere previsti corpi illuminanti con ottiche Dark-Light a bassa luminanza. L’illuminazione del campo da gioco, delle tribune, degli ingressi e dei servizi igienici a servizio del pubblico verrà gestito da pulsantiere installate in locali strategici. L’illuminazione degli spogliatoi e servizi igienici a servizio degli atleti, degli arbitri, giornalisti, operatori sarà gestita con rilevatori di presenza persone. L’illuminazione dei singoli locali e corridoi non accessibili al pubblico, sarà gestita localmente con interruttori e/o pulsanti. Illuminazione esterna L’illuminazione esterna dovrà essere realizzata tenendo conto della Norma UNI 10819 contro l’inquinamento luminoso e in particolare della Legge Regionale Lombardia n.17 del 27/03/2000 e successivi aggiornamenti. Verrà prevista l’illuminazione esterna dell’anello perimetrale esterno adibito a porticato, con corpi illuminanti da incasso e/o a plafone con lampade fluorescenti ad alta efficienza o lampade a led. Per quanto riguarda l’illuminazione esterna della zona circostante il palazzetto è prevista l’installazione di corpi illuminanti direttamente sulla struttura, sul perimetro del palazzetto ad altezza 8m, con lampade ad alta efficienza energetica ai vapori di sodio. Dovrà essere garantito sull’area dedicata a parcheggi un illuminamento orizzontale medio di 10 lux e un illuminamento orizzontale minimo di 3 lux. Illuminazione di sicurezza Tutto il palazzetto dovrà essere provvisto di illuminazione di sicurezza centralizzato in grado di garantire un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1m di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita ed un illuminazione antipanico non inferiore a 2 lux ad 1m di altezza dal piano di calpestio in tutti i locali in cui è prevista la presenza di pubblico, atleti, arbitri, operatori, in caso di mancanza di rete. In prossimità delle vie di fuga e delle uscite di sicurezza saranno previste lampade sempre Accese con pittogramma di segnalazione alimentate dal sistema centralizzato con visibilità 30m.

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Nelle vie di esodo più lunghe di 20m occorrono almeno due circuiti di sicurezza con apparecchi di emergenza disposti in modo alternato sui 2 circuiti. Per l’illuminazione di sicurezza del campo da gioco e delle tribune potranno essere utilizzate corpi illuminanti ordinari con tubazioni fluorescenti, alimentati dal sistema di sicurezza centralizzato; questi dovranno avere reattori elettronici compatibili con il sistema di alimentazione. Il sistema centralizzato di sicurezza sarà in grado di controllare il buono stato delle linee di alimentazione e dei corpi illuminanti collegati, e di gestire le varie zone in maniera autonoma, tramite moduli con bus RS485 installati in tutti i sottoquadri di illuminazione per intervento illuminazione di sicurezza localizzato. Dopo la scarica completa il caricabatteria deve essere in grado di caricare in 12 h la batteria, fino all’80% dell’autonomia dichiarata. Il quadro di alimentazione con all’interno le batterie deve essere installato a posa fissa, in un luogo appropriato e accessibile solo a persone addestrate, in un ambiente apposito di costruzione antincendio con areazione naturale verso l’esterno. Inoltre il soccorritore non deve essere influenzato negativamente dai guasti all’alimentazione ordinaria, cioè un evento (come un incendio, un allagamento) non deve mettere contemporaneamente fuori servizio sia l’alimentazione ordinaria, sia il soccorritore. Essendo presente un gruppo elettrogeno che alimenterà tutto l’impianto di illuminazione ordinario, il sistema centralizzato di sicurezza dovrà avere un’autonomia tale da permettere l’avviamento e la presa in carico del gruppo elettrogeno stesso. Le condutture per l’alimentazione dei corpi illuminanti per illuminazione di sicurezza dovranno essere resistente al fuoco per almeno 1 ora per costruzione o per installazione resistenti al fuoco e ai danneggiamenti meccanici (cavi resistenti al fuoco FTG10(O)M1 o cavi interrati, o protetti da un muro o schermo di idonea resistenza all’incendio). A servizio dei Vigili del Fuoco verrà installato in posizione segnalata e accessibile, un pulsante di sgancio sottovetro per mettere fuori tensione l’intero impianto di illuminazione di sicurezza centralizzato , allorchè i VVF ne ravvisino la necessità e una volta appurato che non serve più (le persone presenti sono già state evacuate). Impianto di protezione contro le scariche atmosferi che La verifica secondo la norma CEI 81.10 per quanto riguarda le scariche atmosferiche dovrà essere effettuata dalla ditta in fase di progettazione esecutiva. Verrà comunque installato un sistema di limitatori di sovratensioni classe I+II da 50 kA in ingresso alla struttura nel quadro generale QGEN e un sistema di limitatori di sovratensioni classe II da 40 kA in tutti i sottoquadri di distribuzione. Impianto di terra L’impianto di terra è esistente e verrà mantenuto in funzione. Lo stesso verrà collegato al nuovo collettore in cabina elettrica di arrivo tramite corda in treccia di rame di sezione pari a 35 mmq. In cabina dovrà essere eseguito apposito impianto di equipotenzializzazione. Smantellamenti E’ previsto lo smantellamento con trasposto in discarica di tutti gli impianti esistenti

Prescrizioni generali migliorative

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Alla fine della valutazione del progetto si elencano alcuni accorgimenti migliorativi al fine di una decisione finale. Quadri elettrici Sarà considerato in modo positivo:

• Continuità di servizio e selettività tra interruttori;

Apparecchi illuminanti Sarà considerato in modo positivo:

• Utilizzo di corpi illuminanti ad alta efficienza energetica; • Valutazioni estetiche; • Uniformità d’illuminamento;

Distribuzione secondaria FM e illuminazione Sarà considerato in modo positivo:

• Maggior numero di punti prese di servizio; • Gestione intelligente dell’illuminazione che possa portare ad un maggior risparmio energetico;

Trasmissione dati Sarà considerato in modo positivo:

• Maggior numero di punti prese TD; • Qualità e distribuzione uniforme segnale Wireless;

Diffusione sonora Sarà considerato in modo positivo:

• Qualità, uniformità e potenza dell’effetto sonoro;

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PRESTAZIONI SPECIFICHE DEI MATERIALI OPERE IMPIANT I TECNOLOGICI MECCANICI 1. Oggetto delle specifiche tecniche Le presenti Specifiche Tecniche sono finalizzate alla definizione delle caratteristiche costruttive della componentistica e delle prescrizioni per l'esecuzione dei montaggi e dei collaudi degli impianti idrotermosanitari per l'ampliamento e ristrutturazione del complesso EIB di Brescia. Oltre alla realizzazione vera e propria degli impianti, l'appalto comprende il collaudo e l'assistenza alla messa in esercizio degli impianti stessi ed in genere tutte le somministrazioni necessarie alla costruzione di quanto sopra descritto. PRESCRIZIONI DI CARATTERE GENERALE 1.1 Norme per la realizzazione degli impianti Le normative da rispettare per la realizzazione degli impianti sono riportate successivamente. 1.2 Prove funzionali L'Appaltatore è tenuto a mettere a disposizione tutta la strumentazione necessaria per la verifica della funzionalità dell'impianto e della rispondenza ai parametri garantiti. 1.3 Elaborati progettuali

Al termine dei lavori di realizzazione degli impianti oggetto del presente progetto, sarà compito dell'Appaltatore di predisporre i disegni "as built" degli impianti realizzati. Tali disegni verranno predisposti in n. 5 copie, più un originale riproducibile su supporto magnetico (files dwg). Inoltre, l'Appaltatore dovrà predisporre e consegnare in 3 copie un dettagliato manuale di uso, gestione e manutenzione dell'impianto, contenente, a titolo indicativo e non limitativo: • dati di targa delle principali apparecchiature; • modalità di gestione (programmazione orari di funzionamento, regolazione set-point, commutazioni estate/inverno, ecc.); • programma di manutenzione ordinaria e straordinaria dell'impianto. Infine, l'Appaltatore si farà carico di predisporre e consegnare agli Enti di competenza tutte le pratiche e le certificazioni previste dalla normativa vigente (certificazioni D.M. 37/08 ,ex lege 46/90, pratica INAIL- ISPESL ex D.M.1.12.1975, ecc.).

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1 DEMOLIZIONI e spostamenti di servizi Per la realizzazione degli impianti al servizio del nuovo complesso sono previste varie demolizioni di apparecchiature ed impianti termoidraulici esistenti, nonché lo spostamento di servizi esistenti. La descrizione dettagliata degli impianti e delle apparecchiature esistenti da demolire e dei servizi da spostare è riportata nella Relazione Tecnica allegata. L'Appaltatore dovrà provvedere al trasporto del materiale rimosso alla discarica facendosi carico anche degli oneri di discarica, fatto salvo comunque il diritto della Committente al recupero di parte della componentistica o del materiale stesso, a seguito di decisioni che potranno essere prese in fase di esecuzione dei lavori e di disposizioni che saranno impartite all'Appaltatore da parte della Direzione Lavori. In tale ultimo caso, il materiale di recupero dovrà essere trasportato e immagazzinato nel magazzino o deposito della Committente, che verrà indicato all’Appaltatore. 2 MATERIALI E APPARECCHIATURE 2.1 Generalità

Tutti i materiali usati per la fornitura dovranno essere di prima qualità, scevri da difetti e lavorati secondo le migliori regole dell'arte. Essi saranno forniti a totale cura e spese del Contrattista, che potrà reperirli ove meglio gli aggradi, purchè vengano sempre rispettate le condizioni di contratto e la qualità della specie. Per quanto riguarda i componenti principali, qualora il Contrattista scelga una Ditta costruttrice non compresa fra quelle inserite nella "Lista dei Fornitori Qualificati", allegata al presente Capitolato, dovrà richiedere preventiva autorizzazione alla Direzione dei Lavori, fornendo le caratteristiche tecniche del materiale proposto. La Direzione dei Lavori, dopo un esame delle caratteristiche dei materiali stessi, si riserva l'accettazione o meno di quanto proposto dal Contrattista. Il Committente ha la facoltà di far eseguire prove per campionatura per l'accettazione dei materiali forniti. Le prove sono a cura e spese del Contrattista, che dovrà attenersi, in caso di esito sfavorevole, a tutte le disposizioni che gli verranno fornite dalla Direzione Lavori e dall'Appaltante. In particolare, dovrà allontanare immediatamente dal cantiere i materiali rifiutati e provvedere, nel più breve tempo possibile, alla fornitura di altro materiale idoneo o, al limite, di maggior pregio senza oneri per il Committente. Nel caso che l'Appaltatore non esegua quanto prescritto dal Committente, lo stesso potrà provvedere, trattenendo le spese incontrate per la necessità sui successivi stati di avanzamento lavori. 2.2 Impianto di riscaldamento e condizionamento

2.2.1 Scambiatore di calore a piastre ispezionabili

Lo scambiatore di calore previsto sarà del tipo a piastre ispezionabili con guarnizione in gomma che assicurano una perfetta tenuta idraulica. Pacco piastre in acciaio INOX 304 . - attacchi flangiati DN 50 PN 16 UNI 2268 per ingresso e uscita acqua calda - basamento in profilati di ferro - scarico di fondo con valvola a sfera - accessori d’uso.

2.2.2 Strumentazione per la centrale termica

Poichè la centrale termica nel suo complesso dovrà essere conforme alle norme di cui al D.M. 01.12.75 ed alla raccolta R dell'ISPESL, l'Appaltatore dovrà rispettare le citate normative, fornire i componenti rispondenti alle normative stesse e realizzare l'impianto come descritto nel presente progetto (con particolare riferimento a: potenzialità, contenuto d'acqua, pressione massima d'esercizio del generatore di calore).

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La strumentazione a corredo di ogni generatore di calore in accordo alla raccolta R dell'INAIL-ISPESL, è la seguente: • n. 1 termometro ad immersione con fondo scala 120°C; • n. 1 pozzetto per il controllo della temperatura da parte dell'ISPESL; • n. 1 termostato di regolazione; • n. 2 termostati di blocco a riarmo manuale; • n. 1 manometro con fondo scala 100 m c.a. ed attacco per il controllo della pressione da parte dell'ISPESL; • n. 1 pressostato di blocco a riarmo manuale; • n.1 flussostato; • n. 2 valvole di sicurezza qualificate INAIL-ISPESL, taratura 4,5 bar, sovrapressione 10 %, potenza termica di scarico unitaria non inferiore a 750.000 kcal/h . Tutta la strumentazione che opera in base a condizioni di temperatura dovrà essere installata sulla tubazione di uscita del generatore entro 0,5 m dall'uscita del generatore stesso (lunghezza misurata lungo la tubazione); la strumentazione che invece opera in base a condizioni di pressione sarà ubicata entro 1 m dal generatore. Le valvole di sicurezza dovranno essere di tipo qualificato ed il relativo certificato di collaudo dovrà essere consegnato dall'Appaltatore all'Ente Appaltante. Lo scarico delle valvole di sicurezza dovrà avvenire a vista in apposito recipiente, in modo tale che si possa constatare l'avvenuto scarico. I termostati dovranno operare con grado di precisione tale da consentire una tolleranza nel funzionamento non superiore a +/- 1 °C. I termostati dovranno essere indipendenti negli organi di comando e controllo.

2.2.3 Pompe di circolazione

I gruppi di pompe di circolazione previste saranno costituiti da pompe singole, secondo le specificazioni contenute nella Relazione Tecnica e sui disegni di progetto. Per le pompe con portata superiore a 5.000 l /h, saranno adottati giunti antivibranti per il contenimento della rumorosità e delle vibrazioni trasmesse alle strutture ed alle tubazioni. Sulla mandata di ogni gruppo di pompe sarà installata una valvola di ritegno e ogni gruppo pompe sarà intercettabile a mezzo di valvole. Le pompe dovranno essere dimensionate per una pressione nominale PN 10 e per una temperatura massima di esercizio di 95°C per il servizio di acqua calda e per una temperatura minima di esercizio di 6°C per il servizio di acqua gelida. Tutte le pompe dovranno essere fornite ed installate complete di motore elettrico e dovranno avere le prestazioni (prevalenza e portata) specificate nella Relazione Tecnica. Saranno preferibili pompe di tipo elettroniche a portata variabile.

2.2.4 Vasi d'espansione

L'impianto sarà dotato di vasi di espansione del tipo chiuso a membrana, con le seguenti caratteristiche: • collaudati INAIL-ISPESL (il certificato di collaudo dovrà essere prodotto dall'Appaltatore e consegnato all'Ente Appaltante); • pressione massima di esercizio: non inferiore a 5 bar (6 bar per i vasi di capacità pari o superiore a 250 litri); • pressione di precarica: 2,5 bar; • fluido per precarica: azoto; • tubo di collegamento ai vasi: con diametro come dai disegni di progetto, protetto contro il gelo (coibentato), realizzato in modo da non creare punti di incrostazione o depositi e con curve aventi raggio di curvatura maggiore o uguale a 1,5 volte il diametro interno del tubo; • membrana: in gomma sintetica avente caratteristiche fisiche-meccaniche secondo DIN 4807; • coefficiente di dilatazione acqua di calcolo: 0,035.

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È stato previsto un vaso d'espansione per ogni circuito, in quanto, in tal modo, con l'intercettazione di un circuito, si ha automaticamente la riduzione del volume libero di espansione corrispondente.

2.2.5 Tubazioni e coibentazioni per i circuiti di distribuzione

I tubi dei circuiti di distribuzione di acqua calda e acqua gelida dovranno essere in acciaio senza saldatura, tipo Mannesmann o equivalenti, secondo UNI 4992. Dovranno essere realizzati tutti i circuiti indicati nei disegni di progetto e dovranno esserne rispettati tracciati e diametri. Le tubazioni per il trasporto di acqua gelida devono essere coibentate con materiale tipo armaflex o neoprene, con rivestimento anticondensa, con spessore di mm 13 fino al diametro DN 32 compreso e con spessore di mm 19 per diametri superiori. Le tubazioni costituenti i circuiti destinati al trasporto di sola acqua calda dovranno essere coibentate con lana di roccia con spessori secondo le prescrizioni del DPR 26.8.1993, n. 412. Le tubazioni coibentate in vista saranno rivestite con lamierino di alluminio.

2.2.6 Valvole motorizzate

Le tubazioni di alimentazione dell'acqua calda/gelida alle unità di trattamento aria saranno munite di valvole motorizzate a tre vie in corrispondenza delle unità stesse. Il posizionamento della valvola sarà comandato da termostati o umidostati di regolazione, secondo la filosofia descritta nella Relazione Tecnica. Analogamente, è richiesta una valvola a tre vie motorizzata per il controllo del flusso di acqua calda in corrispondenza di ogni cassetta di postriscaldamento. Le valvole motorizzate a tre vie sono richieste in esecuzione PN 10. Sulla terza via delle valvole motorizzate a tre vie per l’alimentazione di acqua calda/gelida alle unità di trattamento aria e di acqua calda alle cassette di postriscaldamento, è richiesta l’installazione di una valvola di taratura.

2.2.7 Organi di intercettazione

Per il circuito ad acqua calda e per il circuito acqua gelida, si dovranno utilizzare valvole a sfera per DN inferiore o uguale a DN 100 e saracinesche in ghisa per DN 150 o superiore. Le caratteristiche di tali valvole a sfera saranno le seguenti: • PN 10; • corpo in ghisa grigia GG45; • sfera in ottone; • guarnizioni in PTFE; • temperatura max ammissibile: 100°C; • attacchi flangiati UNI/DIN. Le caratteristiche delle saracinesche saranno le seguenti: • PN 10; • tipo a corpo piatto rinforzato; • corpo in ghisa grigia GG25 meehanite; • attacchi flangiati UNI/DIN; • temperatura max ammissibile: 100°C. Le valvole da 1/2", che saranno utilizzate per lo scarico e lo sfiato del circuito, dovranno avere gli attacchi a manicotti filettati gas UNI 338.

2.2.8 Compensatori di dilatazione

I compensatori di dilatazione dovranno essere del tipo a soffietto con estremità tubolari per saldatura alle tubazioni dell'impianto a guaina tubolare con dispositivo di taratura della pretensione. Dovranno essere installati in modo tale che il movimento avvenga esclusivamente in modo assiale e pertanto saranno posizionati in tratti di tubazioni rettilinee opportunamente guidate dagli appoggi.

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Sul compensatore non dovrà gravare il peso della tubazione, che, in prossimità dello stesso, dovrà essere convenientemente supportata. La tubazione portante il compensatore, che ne dovrà assorbire la dilatazione, dovrà alle estremità essere ancorata con idonei punti fissi.

2.2.9 Gruppi frigoriferi

Ogni gruppo, di tipo a compressione, è raffreddato ad aria e dovrà essere installato all'aperto o in copertura su un apposito basamento. Le caratteristiche dei gruppi sono definite nella relazione tecnica e specifiche tecniche .

2.2.10 Unità di trattamento aria

Le caratteristiche dei gruppi sono definite nella relazione tecnica e specifiche tecniche .

2.2.11 Recuperatori di calore

Le caratteristiche dei gruppi sono definite nella relazione tecnica e specifiche tecniche.

2.2.12 Canali dell'aria. Canali flessibili. Canali in poliestere.

I canali dell’aria dovranno essere realizzati in acciaio zincato. Lo spessore dei canali sarà di 0,8 mm per dimensione del lato maggiore fino a 800 mm, di 1 mm per lato maggiore maggiore di 800 mm e fino a 1.300 mm e 1,2 mm per dimensioni superiori. Per i canali di mandata in lamiera zincata, è previsto il rivestimento esterno isolante in neoprene di spessore non inferiore a mm 12. I canali di ripresa non saranno coibentati. I canali dovranno essere di forma rettangolare o quadrata, rispettando, per le sezioni interne libere, i valori indicati nei disegni di progetto. Tutte le curve e le diramazioni dovranno essere realizzate con opportuni raggi di raccordo, al fine di diminuire le perdite di carico. Deflettori, al fine di diminuire le turbolenze e quindi la rumorosità, dovranno essere previsti nelle curve e dopo i punti di discontinuità. Le condotte dovranno essere a perfetta tenuta lungo tutto il percorso. Eventuali guarnizioni dovranno essere assolutamente incombustibili. I collegamenti fra i canali principali e le bocchette o anemostati saranno effettuati tramite condotti flessibili formati da doppia guaina in PVC, con spirale continua di acciaio armonico plastificata, con interposto materassino isolante in fibra di vetro da 25 mm, classe M1 ininfiammabile, per quelli destinati ai diffusori, e senza isolamento per quelli destinati alle bocchette di ripresa. I canali dovranno avere almeno una classe 1 di resistenza al fuoco. Canali flessibili. Tubazioni a doppia parete in alluminio rinforzato con film in poliestere, rivestimento termoisolante in lana di vetro, tessuto esterno antivapore in alluminio e poliestere . Certificato Classe 1. In alternativa condotti costituiti da spirale in acciaio con rivestimento di materassino isolante protetto esternamente con manicotto . Classe 1 di resistenza al fuoco. Isolamento esterno con materassino in lana di vetro spessore 25 mm . Canali in poliestere . Canali in poliestere preforati ( del tipo diffusore circolare Jet – in ) con resistenza al fuoco certificato classe 1.

2.2.13 Portelle di ispezione

Devono essere previste idonee portelle di ispezione sui canali di mandata per consentire l’attività di sanificazione dei vari tronchi.

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Inoltre, nei canali di aspirazione e di mandata dell’aria collegati alle unità di trattamento aria e nei canali di ripresa collegati ai recuperatori di calore, devono essere inseriti fori di diametro 100 mm, con idoneo portello di chiusura rimovibile e guarnizione in teflon, idonei per l’inserimento della strumentazione per la misurazione della temperatura e della portata dell’aria. Le posizioni dei fori devono essere il più possibile lontane da discontinuità, in modo che l’aria presenti un moto il più possibile uniforme all’interno della sezione.

2.2.14 Diffusori d’aria nei locali accessori

Diffusori di tipo normale • Bocchette di mandata Saranno del tipo a duplice filare di alette contrapposte, regolabili singolarmente per la deflessione dell'aria sui piani verticali ed orizzontali. Saranno complete di serranda di taratura e, ove necessario, di captatori. Le bocchette dovranno essere scelte in modo da limitare il più possibile la caduta di pressione nella serranda di taratura della portata, al fine di contenere la rumorosità. Potranno essere costruite in lamiera d'acciaio finemente verniciata o in alluminio. Diffusori anemostatici I diffusori anemostatici dovranno essere di forma circolare del tipo ad alto potere d'induzione e a coni regolabili. Saranno costruiti in alluminio e dovranno essere dotati di serranda di regolazione e di dispositivo di equalizzazione dei filetti fluidi. Anche gli anemostati dovranno essere scelti in modo da limitare il più possibile la caduta di pressione nella serranda di taratura della portata, al fine di contenere la rumorosità e potranno essere costruiti in lamiera d'acciaio finemente verniciata o in alluminio.

2.2.15 Griglie di estrazione dell’aria

Griglie di tipo normale Tutte le griglie dovranno essere d'alluminio, verniciate a forno in colori che saranno indicati dalla Direzione Lavori, e dovranno essere installate con le alette inclinate nel verso in cui dovrà fluire l'aria ( dai locali verso i punti d'aspirazione). Il collegamento fra le griglie ed i canali d'aspirazione dovrà essere realizzato a perfetta tenuta d'aria, in modo da evitare fughe con relativa diffusione di odori. Sono previste aspirazioni a soffitto, a pavimento e a parete, a seconda di quanto specificato nei disegni di progetto. La velocità dell'aria nelle griglie di ripresa dovrà essere inferiore a 1,5 m/s. Griglie di transito Le griglie di transito dovranno essere installate sulle porte ove indicato nei disegni di progetto e avranno alette a profilo a prova di luce. Per ogni punto di installazione, saranno doppie, una su un lato della porta (o parete) e una sull’altro lato, complete di controtelaio e costruite in alluminio. La velocità dell'aria nelle griglie di transito dovrà essere inferiore a 1,5 m/s.

2.2.16 Serrande di regolazione

Serrande di taratura saranno installate prima di ogni torrino di estrazione, per la regolazione della portata complessiva. Le serrande saranno in acciaio zincato, con alette a movimento contrapposto o parallelo, passo 100 mm.

2.2.17 Bocche di aspirazione di aria esterna

La bocca di presa aria esterna per le unità di trattamento aria dovrà essere difesa da schermi a telaio con rete metallica robusta e resistente alla corrosione, con maglia di lato non superiore a 5 mm. Il telaio dovrà essere smontabile per le periodiche operazioni di pulizia. La bocca dovrà essere installata ad una altezza minima da terra di 3 m.

2.2.18 Torrini estrattori

I torrini estrattori da installare saranno del tipo a flusso verticale ed avranno le seguenti caratteristiche costruttive: • corpo in resina poliestere rinforzata con fibra di vetro;

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• girante centrifuga a pale rovesce in alluminio, equilibrata staticamente e dinamicamente; • motore elettrico a induzione a gabbia di scoiattolo, dimensionato secondo le norme IEC per il funzionamento continuo senza manutenzione, con cuscinetti a sfera di tipo prelubrificato e le seguenti caratteristiche: - alimentazione: 380 V, 50 Hz, trifase - isolamento: classe B - protezione: IP 44; • zoccolo di montaggio in resina poliestere rinforzata con fibra di vetro e rivestito internamente con materiale fonoassorbente, spessore minimo 10 mm; e dovranno essere dotati di: − serranda di sovrapressione, con perdita di carico non superiore a 2 mm c.a.; − rete di protezione; − silenziatore, con corpo in lamiera zincata e rivestimento interno con materassini fonoassorbenti, con perdita di carico non superiore a 2 mm c.a.. Le portate sono riportate nella relativa tabella della Relazione Tecnica.

2.2.19 Ventilatori di ripresa

Le caratteristiche sono definite nella relazione tecnica .

2.2.20 Filtri sui canali di aspirazione

Le caratteristiche sono definite nella relazione tecnica .

2.2.21 Ventilconvettori

I ventilconvettori dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche costruttive: • installazione a parete o a soffitto; • mobile in lamiera di acciaio fosfatato e verniciato con vernice epossidica essiccata in forno a 170°C, costituito da: - fianchi e lato superiore in unico pezzo con griglia stampata e sportelli laterali; - pannello frontale asportabile fissato con ganci a molla; • sostegni dei ventilatori e delle batterie in lamiera zincata; • doppia batteria, di cui una per riscaldamento ed una per refrigerazione, in tubi di rame ed alette in alluminio a pacco fissate ai tubi con mandrinatura e dotate di collari distanziatori, per alimentazione da un sistema di distribuzione a quattro tubi; • ventilatori centrifughi a doppia aspirazione con giranti in alluminio equilibrati statisticamente o dinamica-mente ed accoppiati a motore monofase a 3 velocità; • commutatore a 4 posizioni; • filtro in fibra sintetica rigenerabile con telaio metallico; • bacinella di raccolta condensa; • tubazione di scarico condensa; • piedini di sostegno per apparecchi da installare a parete o zanche di sostegno per apparecchi da installare a soffitto. • Conformi alle norme UNI 7940 Le potenzialità dei ventilconvettori dovranno essere garantite in corrispondenza di temperature di mandata e di ritorno dell'acqua gelida di 7°C e 12°C e in corrispondenza di temperature di mandata e di ritorno dell'acqua calda di 70°C e di 55°C. La posizione finale dei ventilconvettori potrà subire modesti spostamenti rispetto a quanto previsto nelle tavole di progetto, in funzione di eventuali esigenze che dovessero sorgere in fase di realizzazione dell'opera e in funzione di istruzioni che saranno fornite dalla DD.LL.

2.2.22 Radiatori

Radiatori in ghisa ad elementi componibili a più colonne. Resa corpi scaldanti secondo UNI EN 442. • Corpi scaldanti ancorati al muro con 4 mensole

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• Completo di valvola termostatica , detentore in bronzo, sfogo aria

2.2.23 Impianto di trattamento dell’acqua fredda

2.2.23.1 Impianto di addolcimento

L’addolcitore, del tipo a doppia colonna, fornirà le seguenti prestazioni: • portata media: 5.000 litri/h • portata massima: 5.400 litri/h • pressione minima richiesta: 2 kg/cmq • pressione massima ammissibile: 4 kg/cmq • capacità di scambio: 250 mc °F • resa ciclica tra due rigenerazioni: 20 mc • volume di resina: 100 litri • residuo di durezza dell’acqua trattata: < 0,5 °F La rigenerazione sarà automatica con inizio del ciclo rigenerativo a mezzo di contaimpulsi. La fornitura dell’addolcitore comprenderà anche un serbatoio di preparazione automatica della salamoia completo di accessori. La fornitura dell’addolcitore sarà costituita da: • involucro in materiale sintetico (resina vinilestere o liner polietilene) rinforzato con fibra di vetro; • sistema di filtri superiori ed inferiori in materiale sintetico chimicamente inerte che garantiscono da ogni pericolo di perdita della resina; • carica di resina cationica forte ad alta capacità di scambio, capace di adsorbire e diluire piccole quantità di sostanze organiche, resistente agli shocks termici ed all’essiccamento; • valvola monoblocco automatica a comando pneumatico/idraulico, con corpo in materiale resistente agli acidi, per l’esecuzione automatica delle operazioni di controlavaggio, rigenerazione, lavaggio e rimessa in ciclo dell’addolcitore; • centralina di comando costituita da programmatore elettronico e distributore pilota per il comando della valvola pneumatica durante le fasi di rigenerazione, da pulsanti e relative spie. L’avvio del ciclo rigenerativo sarà comandato dal segnale proveniente dal contaimpulsi; • iniettore, in materiale plastico, per l’immissione della soluzione rigenerante; • manometro • contatore d’acqua a mulinello e sensore emettitore di impulsi; • rubinetto di prelievo campioni; • kit di analisi per la determinazione della durezza dell’acqua. 2.3 Impianto idrico sanitario

2.3.1 Scambiatori di calore sanitario

La produzione di acqua calda sarà eseguita tramite uno scambiatore di calore a piastre con le seguenti caratteristiche : • materiali per le piastre: acciaio inox AISI 316 • piastre sottoposte a trattamento termico per eliminare tensioni residue, che potrebbero innescare una "stress corrosion" • guarnizioni e collanti: esenti da cloruri • materiali per il telaio: acciaio al carbonio, sottoposto a procedimento di verniciatura con una mano di antiruggine e due mani di vernice. La strumentazione a corredo dello scambiatore di calore sarà in accordo alla raccolta R dell'INAIL-ISPESL (anche se in realtà la stazione di scambio termico non è soggetta al D.M.1.12.1975, essendo la temperatura sul lato primario inferiore a 100°C) e consisterà in quanto evidenziato nei disegni di progetto. Tutta la strumentazione che opera in base a condizioni di temperatura dovrà essere installata sulla tubazione di uscita del generatore entro 0,5 m dall'uscita del generatore stesso (lunghezza misurata lungo la tubazione); la strumentazione che invece opera in base a condizioni di pressione sarà ubicata entro 1 m dal generatore.

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Lo scarico delle valvole di sicurezza dovrà avvenire a vista in apposito recipiente, in modo tale che si possa constatare l'avvenuto scarico. Le valvole di sicurezza dovranno essere di tipo qualificato ed il relativo certificato di collaudo dovrà essere consegnato dall'Appaltatore all'Ente Appaltante.

2.3.2 Apparecchi sanitari e rubinetterie

I requisiti cui devono soddisfare i nuovi apparecchi sono quelli dell'igienicità, della durata, della robustezza, della forma e dell'aspetto gradevoli. Il materiale da usarsi sarà la porcellana vetrificata (vitreous-china). I rubinetti dovranno avere passaggi interni tali da permettere il regolare deflusso dell'acqua senza rumori (fischi) e senza proiezione dell'acqua al di fuori dello spazio definito dal tronco di cono avente le generatrici passanti per i bordi dell'orifizio ed inclinate di 15° rispetto all'asse del getto. Le superficie esterne dovranno essere arrotondate, prive di spigoli taglienti e cromate. Gli spessori a fondo filetto non dovranno essere inferiori a 1,2 volte il passo per i pezzi maschio e 2 volte il passo per quelli femmina. Il tipo di rubinetteria da installare sarà del tipo pesante con spessori di cromatura atti a garantirne la resistenza nel tempo e campionato prima dell'installazione, per approvazione, dal Committente. I lavabi, le docce e i lavelli saranno dotati sia di acqua calda sia di acqua fredda. I WC saranno dotati di sistema di lavaggio a cassetta. Le docce, i lavabi ed i lavelli saranno dotati di miscelatori. Tutti i lavabi ed i WC saranno del tipo sospeso a parete.

2.3.3 Erogazioni

I diametri minimi delle rubinetterie saranno i seguenti: • vaso con cassetta 1/2"; • lavabo / lavello 1/2"; • doccia /vasca 1/2".

2.3.4 Sifoni

Ogni apparecchio sanitario sarà munito di apposito sifone, dello stesso diametro della piletta con la quale è collegato. Il diametro delle pilette e dei sifoni dovrà avere al minimo le seguenti dimensioni: • vaso all'inglese 90 mm; • lavabo /lavello 30 mm; • doccia /vasca 50 mm. Ogni sifone, ad eccezione di quelli dei vasi, dovrà avere un tappo d'ispezione ed essere facilmente smontabile per la pulizia. La chiusura degli scarichi dei lavabi sarà a salterello.

2.3.5 Intercettazioni

Ogni gruppo di servizi (cioè ogni locale bagno) dovrà essere munito di un rubinetto di intercettazione a sfera in corrispondenza delle alimentazioni. Tutte le intercettazioni saranno ben visibili e facilmente accessibili e manovrabili.

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2.3.6 Tubazioni .

Tubazioni in acciaio nero . Tubazioni senza saldatura UNI 8863 Protezione con due mani di antiruggine e isolante per i collegamenti in C.T. Tubazioni multistrato . Tubazioni costituite da n. 3 strati polietilene- alluminio -PEHD . Adoperate per acqua calda , fredda e ricircolo. Montaggio mediante pressature . Tubazioni in acciaio zincato . Tubazioni senza saldatura UNI 10255 . Adoperate per acqua calda sanitaria e acqua fredda. 2.4 Impianto scarico acque nere

Le tubazioni di scarico delle acque nere saranno realizzate in geberit-PEAD (polietilene ad alta densità) per gli scarichi sotto traccia orizzontali a pavimento ed in ghisa per le tubazioni di scarico nei cavedi verticali od in vista (come ad esempio al piano impianti). Inoltre, si useranno tubazioni in acciaio nero per gli scarichi di acque potenzialmente calde in centrale termica e di acciaio zincato per lo scarico condensa dai ventilconvettori. Le caratteristiche delle tubazioni in PEAD saranno le seguenti: • densità 0,955 g/cmc; • resistenza alla trazione 16 kg/cmq • tensione limite della flessione 315 kg/cmq. Le tubazioni avranno PN 10, saranno in accordo a UNI 7611/7615 e risponderanno ai seguenti dati dimensionali: DN diametro est. spessore peso tubazione (mm) (mm) (mm) (kg/m) 40 40 3,7 0,421 50 50 4,6 0,654 63 63 5,8 1,040 75 75 6,9 1,473 90 90 8,2 2,102 110 110 10,0 3,134 125 125 11,4 4,059 140 140 12,8 5,103 160 160 14,6 6,653 180 180 16,4 8,409 200 200 18,2 10,370 Per la posa, si useranno la tecnica della saldatura di testa delle tubazioni per diametri di 110 mm e oltre e la tecnica che prevede l'impiego di manicotti per le giunzioni per diametri inferiori o uguali a 90 mm. Le tubazioni di polietilene dovranno essere dotate del marchio di qualità UNI 312 - I.I.P. (Istituto Italiano dei Plastici). Le dimensioni minime ammesse per le tubazioni degli scarichi sono le seguenti: • WC mm 90; • lavabi e lavelli mm 50; • docce, vasche mm 63; • pilette antibagni e locali tecnologici mm 63. Le tubazioni di scarico dei WC dovranno essere munite di canale di ventilazione DN 110 in geberit con sbocco in copertura con apposita mitria. Le caratteristiche dei tubi di scarico in ghisa saranno le seguenti: • pressione massima di esercizio: 4 bar; • rivestimento interno dei tubi: vernice epossidica di spessore 150 micron;

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• rivestimento esterno dei tubi: vernice antiruggine rossa; • collegamento dei tubi: giunzione da realizzare mediante guarnizione elastomerica antinvecchiamento EPDM (etilene – propilene – diene - monomero) e fascetta in acciaio inossidabile classe 8-18 con viti e piastrine galvanizzati; • certificazione REI 120 del materiale. I dati dimensionali sono i seguenti: DN (mm) diametro est. (mm) spessore (mm) 50 57 3,5 75 83 4,0 100 109 4,5 125 135 5,0 150 161 5,5 200 210 5,5 Sono inoltre previste tubazioni in acciaio nero per lo scarico delle acque degli impianti termici in centrale termica. Le tubazioni di scarico in acciaio zincato per evacuare la condensa dai ventilconvettori saranno in tutto analoghe a quelle già descritte per l'impianto idrico. 2.5 Idranti

Idranti . Norme UNI 10779 Gli idranti a muro devono essere conformi alla UNI 671-2 e le attrezzature permanentemente devono essere collegate alla valvola di intercettazione. Le caratteristiche di portata sono definite della relazione tecnica. 2.6 Sistema di evacuazione di fumo e calore

Gli evacuatori di fumo e calore, oltre al sistema di apertura autonomo saranno dotati di un secondo sistema di apertura automatico, per mezzo di apposita centralina. I componenti costituenti tale sistema avranno le seguenti caratteristiche: • centralina elettronica: sarà idonea per ricevere i segnali provenienti dai rivelatori di fumo e per comandare, mediante segnali elettrici in uscita, l'apertura degli evacuatori di fumo e calore separatamente per ogni zona; sarà dotata di batteria tampone in grado di garantirne il funzionamento per almeno due ore, in caso di mancanza di energia elettrica; • pulsante manuale di emergenza: la centralina sarà collegata ad un pulsante manuale di emergenza, il cui azionamento comanderà, tramite la centralina, l'apertura di tutti gli evacuatori di fumo e calore facenti capo alla centralina stessa. • 2.6.1 Collegamenti elettrici Per i collegamenti elettrici tra i sensori di fumo e la centralina e tra questa e gli evacuatori, è richiesta nel presente progetto la fornitura e posa in opera di tutti i cavi di collegamento necessari, nonchè della quota parte di vie cavo necessarie per i collegamenti in derivazione dalle vie cavo principali realizzate a cura dell'Appaltatore degli impianti elettrici. 2.7 Accettazione ed impiego dei materiali

I materiali potranno essere messi in opera solamente dopo l'accettazione del Direttore dei Lavori, che potrà rifiutare, in qualunque momento, quelli che risultassero danneggiati anche dopo l'introduzione in cantiere e che, comunque, risultino difformi da quanto previsto in Capitolato. L’Appaltatore è obbligato a sua cura e spese, alla rimozione immediata ed alla sua sostituzione con materiale idoneo. Nel caso non si provveda, potrà effettuare la rimozione il Committente, che si rivarrà, per gli oneri sostenuti, sull’Appaltatore.

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La Direzione Lavori dovrà disporre, in ogni momento, tutte le prove che ritenga necessarie per stabilire l'idoneità dei materiali, imputando la spesa all’Appaltatore. 3 ESECUZIONE DEI LAVORI 3.1 Scarico dei materiali Saranno adottate tutte le precauzioni perché, durante lo scarico, stoccaggio dei tubi, dei canali, delle valvole e degli altri materiali, questi non subiscano danni. Per dette operazioni saranno seguite le prescrizioni del fabbricante. In particolare i tubi saranno sostenuti con larghe bande di tela gommata ed imbottita. I tubi saranno sollevati e trasportati sul luogo di impiego con cura per evitare danni al materiale. Lo scarico dei macchinari avverrà, se necessario, tramite l'impiego della gru ed usando adeguate attrezzature in modo che non avvengano danni di sorta. 3.2 Immagazzinamento di tubazioni e di macchine

Tutto il materiale dovrà essere preparato in maniera idonea per poter essere eventualmente conservato in cantiere prima del montaggio in opera. Durante l'accatastamento saranno effettuati i necessari controlli, disponendo in catasta separata i tubi eventualmente danneggiati durante il trasporto.

Realizzazione delle linee di tubazioni

I collegamenti fra le apparecchiature saranno realizzati tenendo conto di tutte le prescrizioni e normative previste per questo tipo di opere e degli accorgimenti derivanti dall'esperienza impiantistica dell'Appaltatore. Le tubazioni avranno per quanto possibile, un percorso parallelo alle strutture, solette o pareti. I tratti di tubazioni in vista saranno sostenute da supporti ad intervalli tali da evitare la flessione (distanza fra i supporti uguale od inferiore a quella indicata dalle norme ANSI). I collegamenti delle tubazioni saranno realizzati mediante saldatura, con l'eccezione delle tubazioni in acciaio zincato per l'impianto idrico, che saranno collegate mediante giunzioni filettate. 3.3 Norme per la saldatura

Le giunzioni saldate saranno di norma eseguite all'arco elettrico con adatto materiale d'apporto; i procedimenti di saldatura manuale all'arco elettrico saranno conformi a quanto prescritto dalle norme ANSI B.31.1 e ASME Sez. VIII. Per tubazioni aventi diametro minore od uguale a 2" la saldatura sarà del tipo a tasca (S.W.), mentre per le tubazioni di diametro 2"1/2 e superiore sarà del tipo di testa (B.W.), mediante saldatura elettrica con un minimo di due passate. Una particolare attenzione dovrà essere posta per garantire il perfetto allineamento e la coassialità delle tubazioni che saranno poste in cunicolo o a vista. Gli staffaggi, i supporti e gli ancoraggi dovranno essere adatti a permettere la libera dilatazione e contrazione della tubazione, nonché essere idonei a sopportare le più elevate sollecitazioni dovute alle prove di collaudo od a colpi di ariete che accidentalmente possano essere generati dal funzionamento anomalo degli impianti. 3.4 Preparazione delle estremità dei tubi da saldare

Le tubazioni per saldatura di testa saranno preparate alle estremità con lavorazioni realizzate secondo le norme ANSI B.16.25. figg. 9 e 10. Tutte le smussature eseguite in prefabbricazione, la cui saldatura non sia eseguita immediatamente, saranno protette da nastro adesivo e il tubo sarà adeguatamente tappato. In fase di saldatura dovranno essere riprese a mezzo molatura le smussature che presentino tracce di ossidazione.

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3.5 Accoppiamenti flangiati

A meno di specifica indicazione in contrario, i fori delle flange dovranno essere sfalsati rispetto ai piani principali di simmetria. Le facce delle flange dovranno essere pulite con benzina od acetone prima dell'accoppiamento al fine di rimuovere polvere, ossido o grasso. Le superfici di contatto dovranno essere controllate. Nessun accoppiamento dovrà avvenire tra flange senza interposizione di guarnizioni. Ove esista il pericolo di disallineamento per effetto del ritiro della saldatura, le flange dovranno essere accoppiate con interposizione di una guarnizione provvisoria e quindi saldate. Tutti i tiranti ed i bulloni dovranno essere trattati con olio grafitato prima di essere installati. Tutte le tasche dei bulloni dovranno essere montate dalla stessa parte; i tiranti dovranno sporgere in egual misura dai dadi. Sui giunti flangiati, dove è prevista l'inserzione di dischi ciechi per l'esecuzione dei collaudi idrostatici, dovranno essere montate guarnizioni provvisorie in luogo delle guarnizioni definitive prescritte. 3.6 Giunti filettati

Tutte le superfici dei giunti filettati dovranno essere pulite con benzina od acetone prima dell'accoppiamento al fine di rimuovere polvere, ossido o grasso. Le superfici di contatto dovranno essere controllate. Dovrà essere prevista la protezione della filettatura dei nippli nonchè manicotti con dischi e tappi di legno. Dovrà essere eseguita la rimaschiatura dei manicotti danneggiati per incuria dell'Appaltatore. Qualora indicato nei disegni od in conformità con le richieste della Direzione Lavori, dovranno essere rinforzati tutti i nippli mediante piattina di rinforzo saldata in opera. Tutti i giunti filettati, dove non è prevista la saldatura di tenuta, saranno guarniti con teflon. 3.7 Montaggio macchinario ed apparecchiature

3.7.1 Generalità

La Ditta Appaltatrice dovrà eseguire tutte quelle operazioni necessarie per un corretto montaggio e funzionamento del macchinario, delle apparecchiature, valvolame e quant'altro è ad essi collegato. In particolare sarà cura di tale Ditta provvedere all'installazione del macchinario con mezzi di sollevamento idonei (gru semoventi, paranchi, martinetti idraulici, ecc.). Essa dovrà inoltre: • effettuare la pulizia di eventuali cassette dove alloggeranno i bulloni di fondazione e mantenerle pulite fino a che non verrà effettuato il getto di II fase; • provvedere alla fornitura e posa di piastrame e spessori di livellamento fino a 5 mm; • effettuare l'allineamento ed il livellamento secondo quanto previsto da disegni e specifiche di montaggio; • effettuare il montaggio delle valvole mediante accoppiamento di flange, con inserimento di relative guarnizioni, o mediante saldatura diretta; • effettuare il serraggio di tutti i bulloni o tiranti secondo tabelle o specifiche e, dove richiesto, con l'impiego di chiavi dinamometriche; • fornire e montare in opera eventuali tronchetti provvisori nei tratti di tubazione dove al momento del montaggio risultassero mancanti valvole, misuratori di portata e/o altre apparecchiature, provvedendo alla sostituzione, una volta avuta la disponibilità del materiale mancante. Le valvole saranno orientate in modo da rendere agevole la loro manovra. Le valvole a saracinesca ed a disco su linee orizzontali dovranno essere montate con lo stelo orientato nel seguente modo, in ordine di preferenza: • verticale verso l'alto • orizzontale (per comando a catena) • verso l'alto a 45° Le seguenti orientazioni saranno invece da evitare se non richieste esplicitamente:

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• verso il basso a 45° • verticale verso il basso. È pure carico della Ditta Appaltatrice la fornitura di qualsiasi attrezzatura provvisoria che si rendesse necessaria durante il montaggio (simulacri, cavalletti, staffe porta comparatori, collari sostegni provvisori tubazioni anche per la prova idraulica, ecc.). Ultimato il montaggio dei macchinari e delle apparecchiature, si dovrà provvedere alla loro protezione sia dagli agenti atmosferici, sia dagli urti per la strumentazione montata a bordo della macchina, ed in particolare modo si dovrà provvedere alla protezione dei bocchelli di pompe ed altre apparecchiature mediante opportuni tappi. Si dovranno eseguire tutte le operazioni per permettere l'inghisaggio e bloccaggio dei macchinari e serbatoi dopo livellamento ed allineamento degli stessi secondo le tolleranze prescritte dalle norme indicate sui disegni e/o specifiche di montaggio.

3.7.2 Montaggio macchinari con parti mobili

Per il montaggio di macchinari con parti mobili (pompe, ecc.) si prevede quanto segue: • movimentazione dei macchinari da magazzino e/o area stoccaggio alla zona di montaggio; • montaggio previo controllo delle fondazioni e delle posizioni dei bulloni di ancoraggio o dei fori di collegamento ed eventuale adattamento ed aggiustaggio dei bulloni e/o dei fori di accoppiamento; • livellamento, allineamento, spessoramento con materiale compreso in fornitura e relativo fissaggio; • accoppiamento con i motori nel caso di arrivo in cantiere del macchinario disaccoppiato; • assiemaggio delle parti costituenti i macchinari; • allineamento a freddo con le tubazioni scollegate e verifica successiva con le tubature collegate; • primo riempimento con lubrificanti e fluidi di lavoro; • protezione dei macchinari durante il periodo di immagazzinaggio e sino a lavoro ultimato di tutte le attività meccaniche. 3.8 Lavori in ferro

Tutti i lavori in ferro dovranno essere eseguiti con le buone regole d'arte, seguendo esattamente i disegni, le modalità e le prescrizioni impartite dalla Direzione Lavori. 3.9 Verniciature

3.9.1 Generalità

Tutte le superfici metalliche da proteggere mediante verniciatura da applicare sul posto od in officina, saranno preventivamente sottoposte ad un trattamento di sabbiatura, atto a rimuovere completamente calamina, ossidi, scorie residue dei cordoni di saldatura, incrostazioni di natura varia. Qualora non fosse possibile l'impiego di mezzi meccanici, la preparazione delle superfici in metallo dovrà essere eseguita per via chimica. A pulitura avvenuta, le superfici dovranno comunque essere idonee a fornire un buon ancoraggio per le vernici che verranno successivamente applicate.

3.9.2 Applicazione

Verranno utilizzate vernici di prima qualità e di tipo largamente sperimentato e prodotte da fabbricante conosciuto. Non si procederà all'applicazione di alcuna vernice o pittura in presenza di pioggia, nebbia, rugiada o con superfici umide. La verniciatura verrà eseguita con mani di colore diverso, onde permettere l'effettivo controllo del numero delle passate effettuate. Tutte le vernici impiegate saranno applicate seguendo le istruzioni del fabbricante stesso. La scelta finale dei colori sarà fatta dal Committente. I cicli di verniciatura saranno i seguenti: • costruzioni in metallo poste sia all'interno che all'esterno: applicazione di due mani di vernice di sottofondo di antiruggine e di due mani di vernice di finitura; • superfici esposte ad alte temperature: applicazione di due mani di vernice a base di polvere di alluminio in veicolo sintetico ad alta resistenza alle temperature elevate o vernici al silicone;

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• fasce distintive delle tubazioni: verranno applicate sopra la vernice di fondo delle tubazioni stesse, con stesura di due mani di vernice; • superfici interne di recipienti contenenti olio: tali superfici saranno verniciate con tre mani di vernice a base di resina vinilica; • superfici interne di quadri elettrici: due mani di vernice anticondensa costituita da sughero polverizzato in adatto veicolo.

3.9.3 Spessori degli strati applicati

Gli spessori totali degli strati di vernice applicata non saranno inferiori ai seguenti valori: • per i cicli di verniciatura con quattro mani di applicazione: 80 micron; • per i cicli di verniciatura con due mani di applicazione: 50 micron. Tali spessori minimi saranno rispettati anche in corrispondenza degli spigoli vivi. 3.10 Coibentazioni

3.10.1 Tubazioni

Tutte le tubazioni destinate al trasporto di vapore, condensa e acqua calda saranno coibentate con lana di roccia o di vetro secondo le prescrizioni di cui al D.P.R.26.08.93, n.412. Limitatamente alle tubazioni destinate al vettoriamento di acqua calda (temperatura inferiore a 100 °C), la coibentazione con lana di roccia o vetro potrà essere sostituita da una guaina o da coppelle di neoprene o materiale similare, con spessori sempre rispondenti ai requisiti della normativa sopra citata. Le tubazioni destinate al trasporto di acqua gelida saranno coibentate con coppelle di neoprene o materiale similare; anche in questo caso, gli spessori saranno conformi alle prescrizioni di cui al D.P.R. 26.08.93, n.412. Le tubazioni destinate al trasporto di acqua fredda saranno pure coibentate con coppelle di neoprene con funzione anticondensa. Per le tubazioni in vista la protezione sarà in lamierino di alluminio.

3.10.2 Pompe e valvole

Tutte le pompe, tutti gli organi di intercettazione e le valvole motorizzate previste sui circuiti acqua calda e acqua gelida dovranno essere coibentati con scatole in alluminio contenente materiale isolante tipo neoprene od armaflex, prevedendo una barriera al vapore.

3.10.3 Canali aria

I canali di mandata aria saranno coibentati con neoprene o armaflex e, ove sia richiesta una protezione esterna, rivestimento esterno in lamierino di alluminio. I canali di ripresa aria non saranno coibentati. 3.11 Assistenza alla messa in servizio

Il Contrattista dovrà provvedere a sua cura e spese a tutte le operazioni necessarie alla prima messa in servizio degli impianti. Prima di eseguire qualsiasi operazione inerente al funzionmento dell'impianto, tutte le apparecchiature saranno predisposte conformemente alle raccomandazioni ed alle prescrizioni imposte dai relativi costruttori. In particolare sarà verificato con cura quanto segue: • che tutte le valvole si manovrino senza eccessivo sforzo; • che tutti gli alberi delle macchine elettromeccaniche possano girare con il solo sforzo manuale; • il perfetto allineamento tra motore e macchina utilizzatrice; • che tutti gli automatismi delle parti rotanti in bagno d'olio siano stati adeguatamente lavati (con olio) e riempiti con la prima carica di lubrificante.

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Inoltre potrà essere richiesta la verifica di particolari attività di montaggio in maniera da comprovare che il lavoro sia stato eseguito a regola d'arte. Prima di effettuare qualsiasi operazione inerente alla messa in marcia sarà inoltre cura dell'Impresa provvedere ad effettuare la pulizia finale di tutti i circuiti dell'impianto (sia di processo che degli ausiliari). Tale pulizia sarà eseguita in modo da assicurare che nessun componente estraneo rimanga nelle tubazioni od apparecchiature. L’Appaltatore dovrà inoltre mantenere a disposizione del Committente un tecnico e due operai per i tre giorni successivi a quello della messa in servizio degli impianti. 4.0 COLLAUDI

4.1 Preparazione ai collaudi per le tubazioni Per ridurre al minimo le operazioni di pressurizzazione, potranno essere studiati dei sistemi di collaudo comprendenti tubazioni e apparecchi. Tale modalità dovrà essere sottoposta alla approvazione della Direzione Lavori prima dell'inizio del collaudo.

4.2 Estensione del collaudo per i sistemi di tubazioni Le seguenti apparecchiature non saranno collegate alle linee soggette a collaudo a pressione e qualora già collegate dovranno essere rimosse: • macchine rotative come pompe e compressori; • filtri ed elementi filtranti; • valvole di sicurezza, dischi di rottura e valvole di regolazione; • tutte le apparecchiature che hanno una precisata pressione di collaudo inferiore a quella richiesta per la tubazione; • tutti i componenti delle tubazioni che possono ostacolare od essere danneggiati nelle operazioni di collaudo o di lavaggio dovranno essere rimossi prima di tali operazioni e successivamente reinstallati. Per componenti si intendono dischi calibrati, limitatori di portata, misuratori di pressione differenziale, contatori a turbina e magnetici, rotametri, indicatori di flusso, venturimetri e tutte le altre apparecchiature montate in linea. Non saranno pressurizzate le linee che normalmente siano aperte all'atmosfera e quindi non siano sottoposte a pressione come drenaggi e sfiati. Le prese per la strumentazione saranno collaudate assieme con l'apparecchiatura o con la linea alla quale sono connesse.

4.3 Procedura generale per i sistemi di tubazioni

Il collaudo delle tubazioni sarà duplice: • a freddo: consisterà in una prova di tenuta delle condotte; • alle temperature di esercizio: consisterà nella verifica del regolare funzionamento di tutta la componentistica e del corretto comportamento delle linee nelle condizioni di temperatura di esercizio (specificatamente per le tubazioni di distribuzione di vapore, condensa, acqua calda e acqua gelida). La pressione di collaudo a freddo di ciascuna linea sarà non inferiore a 1,5 volte la pressione massima di esercizio. La pressione di collaudo sarà mantenuta per almeno due ore ed in ogni modo per un tempo sufficientemente lungo per permettere la completa ispezione del sistema sotto collaudo. Nessuna perdita sarà ammessa. Ogni perdita dovrà essere riparata ed il collaudo ripetuto. Gli strumenti di misura per il collaudo saranno installati il più vicino possibile al punto più basso del sistema di tubazioni oggetto di prova. Tutti gli sfiati e le altre connessioni che possano servire da sfiato saranno lasciate aperte durante il riempimento in modo da permettere l'evacuazione dell'aria. I collaudi idraulici delle tubazioni non dovranno aver luogo a temperatura di metallo inferiore ai 2°C. Se il collaudo deve essere eseguito a temperatura inferiore a 2°C si deve aggiungere all'acqua di riempimento un additivo antigelo nella proporzione necessaria ed il metallo delle tubazioni deve appartenere a quelli con minori possibilità di rotture per fragilità come gli acciai austenitici, ferritici provati a resilienza ed i metalli non ferrosi.

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Nessuna saldatura sarà eseguita su tubazioni o parti metalliche ad esse collegate in presenza di acqua di collaudo o lavaggio. Dopo il collaudo idrostatico, tutte le linee ed apparecchiature dovranno essere drenate. Il collaudo idrostatico sarà eseguito con acqua a temperatura ambiente. L'acqua per i collaudi di tubazioni metalliche che non siano in acciaio inossidabile non dovrà contenere sali in misura superiore a 3000 ppm. In presenza di parti in acciaio inossidabile (austenitico, martensitico, ferritico) si dovrà fare uso di acqua potabile avente un contenuto in cloruri inferiore a 200 ppm. In tal caso le linee dovranno essere drenate appena ultimato il collaudo e quindi lavate con acqua potabile ed asciugate mediante soffiaggio di aria.

4.4 Ulteriori verifiche e collaudi

Oltre ai collaudi sopra citati, saranno eseguite anche le seguenti verifiche: • prove di prestazioni per le apparecchiature (caldaie, pompe, gruppi frigoriferi, etc.) • verifiche di corretta esecuzione per:

- strutture (tracciamenti, allineamenti, squadri, ecc.) - tubazioni (controlli dimensionali, allineamenti, tolleranze, ecc.) - supporti e sospensioni - macchinario (allineamenti, livellamento e centraggio).

4.5 Accettazione degli impianti e garanzia

In caso di esito favorevole del collaudo, verrà redatto il verbale di collaudo. Al termine del periodo di garanzia di 12 mesi sarà rilasciato il certificato di accettazione definitiva. Durante il periodo di garanzia, l'Appaltatore si impegna a rifare a proprie spese e cura i lavori, in tutto od in parte, qualora si riscontrassero difetti od avarie imputabili a cattiva esecuzione del montaggio od a deficienza dei materiali impiegati. Così pure si impegna a riparare le eventuali avarie a parti di impianto causate da errato montaggio. La garanzia per le parti riparate ripartirà e decorrerà dalla data della loro rimessa in esercizio. 5.0 ELENCO FORNITORI QUALIFICATI

• Scambiatori di calore a piastre : Pacetti, Alfa Laval, Jucker ; • Canali poliestere : Klimagiel; Tecnoventil; • Canali induttivi lamiera : Tecnoventil ; Klimagiel ; • Canalizzazioni flessibili : Tecnoventil; FCR; • Recuperatori statici: Tecnoventil; FCR; • Serbatoio di accumulo: Pacetti, Riello; • Pompe: Wilo, Grundfoss, KSB, Majmar; • Vasi espansione chiusi a membrana: Zilmet, Caleffi, Cazzaniga ; • Valvole di sicurezza: Caleffi ,Cazzaniga ; • Strumentazione locale per la sottocentrale termica: Caleffi, Cazzaniga, Siemens, Landis & Gyr, Controlli; • Sistema di supervisione e controllo: Honeywell ; Siemens; • Valvole motorizzate: Siemens ,Honeywell, Landis & Gyr, Controlli; • Termoregolazioni: Honeywell, Landis & Gyr, Controlli; • Valvole a sfera: Caleffi, Cazzaniga. • Bocchette ed anemostati: Flakt, Tecnoventil; • Gruppi frigoriferi: Rhoss, Clima Veneta, Carrier, RC , Aermec, Daykin; • Unità di trattamento aria : Aermec, Loran, Rhoss, Daykin; • Recuperatori di calore : Aermec, Tecnoventil, C FR; • Torrini estrattori / ventilatori: Woods, Elicent, Mistral; • Ventilconvettori: Aermec, Rhoss,Jucker, Carrier; • Filtri: Tecnoventil,Camfil o similare; • Apparecchi sanitari: Ideal Standard, Cesame ; • Addolcitore: Cillichemie, Bono, Culligan;

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6.0 PRESCRIZIONI TECNICHE E AMMINISTRATIVE Premesso che nell'esecuzione dei lavori l'impresa dovrà osservare , oltre a quanto prescritto nel contratto, tutte le norme e regolamenti vigenti si elencano alcuni adempimenti non esaustivi da osservare in particolare. - Norme UNI 10339 Impianti aeraulici ai fini di benessere ; - Regolamento di igiene tipo della Regione Lombardia ; - Regolamento relativo all’impiantistica sportiva in cui si pratica il gioco della pallacanestro; - Norme CONI per l’impiantistica sportiva approvate con deliberazione del CN del CONI n. 1379 del 25.6.2008 ; - Deliberazione Giunta regionale 22 dicembre 2008 n. 8 /8745 Determinazioni in merito alle disposizioni per l’efficienza energetica in edilizia e per la certificazione energetica degli edifici ; - Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi D.M. 18 marzo 1996 ; - Dlgs n. 81 / 2008 : Testo unico della salute e sicurezza sul lavoro; - D.M. 1.12.75 : Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione ; - Decreto n. 37 / 08: Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attivita' di installazione degli impianti all'interno degli edifici. ; - Prescrizioni degli enti di erogazione locale (acqua potabile, elettricità, gas, teleriscaldamento ecc.) - Prescrizioni dell'INAIL e ASL - Prescrizioni dell' Ispettorato del Lavoro - Norme CEI, UNI, UNICIG , ISO ; - Legge 10 del 09.01.91 (contenimento dei consumi energetici) - DPR del 26.08.93 n. 412 (regolamento per la progettazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici) - DPR 1/08/2011 n. 151 ( semplificazione disciplina prevenzione incendi ) . Il rispetto delle norme sopra indicate è inteso nel senso più restrittivo, cioè non solo la realizzazione dell'impianto sarà rispondente alle norme, ma altresì ogni singolo componente dell' impianto stesso. Qualora fossero emanate leggi o disposizioni modificative o sostitutive di quanto alle norme sopra richiamate, anche nel corso di esecuzione dell'Appalto, l'impresa Appaltatrice è obbligata ad uniformarsi nei tempi e modalità prescritte alle disposizioni stesse. Sarà cura dell'impresa Appaltatrice assumere in loco , sotto la sua completa ed esclusiva responsabilità, le necessarie informazioni presso le sede locali ed i competenti uffici dei sopraelencati Enti e di prendere con essi ogni necessario accordo inerente alla realizzazione ed al collaudo delle opere assunte. Sarà inoltre onere dell'impresa Appaltatrice la predisposizione del piano di sicurezza cosi come previsto dal D.L. 81/2008 " Attuazione delle direttive CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sui luogo di lavoro " Lo stesso dovrà essere redatto ed approvato prima dell'inizio di qualsiasi lavorazione, e scrupolosamente osservato in corso d'opera.

7.0 SPECIFICHE TECNICHE 7.1 Requisiti energetici del complesso. Teleriscal damento. Impianti esistenti, smantellamenti e

predisposizioni.

7.1.1 Generalità. La presente relazione tecnica è parte integrante del progetto preliminare complessivo impianti tecnologici meccanici relativi alla ristrutturazione del palazzetto EIB indicato in oggetto. Le opere previste sono state decise dopo i contatti avuti con il committente, i responsabili della progettazione architettonica e i sopralluoghi effettuati con la visione e i rilievi dello stato di fatto. I lavori di ampliamento e ristrutturazione relativi agli impianti tecnologici comprendono: impianto di riscaldamento invernale e raffrescamento estivo nel palazzetto, impianti di climatizzazione per i locali accessori, impianti idrosanitari con distribuzione acqua calda sanitaria, acqua fredda e ricambi aria primaria per gli ambienti privi di aperture di aerazione. Gli impianti esistenti di riscaldamento, composto da n. 3 UTA, verranno smantellati e sostituiti con unità più efficienti anche allo scopo di conseguire un risparmio energetico e la possibilità di sfruttare tutte le agevolazioni fiscali previste dalle leggi vigenti. I locali interessati sono al piano terra (palazzetto, tribune e locali annessi), piano primo ( tribune e locali annessi ) e piano secondo ( tribune ) .

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La superficie complessiva in pianta interessata è pari circa 4400 mq ( palazzetto zona campo e pubblico ) +4.600 mq ( locali annessi adiacenti ) distribuiti al piano terra e primo come da planimetrie allegate. Il volume lordo complessivo dell’intero complesso è pari a circa 90.000 mc . L’altezza media della zona destinata al gioco con presenza di pubblico è pari a circa 12 m utili sotto il reticolo portante della copertura. I locali accessori, in generale, sono dotati di controsoffitto. L’altezza media di tali ambienti è pari a circa 2,7 m. Altri ambienti senza controsoffitto hanno una altezza media di 4 – 4,9 m ( locali tecnici, palestre ed altri ) .

7.1.2 Requisiti energetici. Secondo la richiesta del committente i requisiti energetici del complesso dovranno certamente rispettare il DPR 22 dicembre 2008 n. 8/8745 della Regione Lombardia e i miglioramenti legislativi successivi. In particolare l’indice di prestazione energetica EPh espresso i n Kwh/mc anno ( vedi tabella A.1.2 relativa alla zona climatica di appartenenza e tabella A.4.1 relativa alla classe energetica dell’allegato “A “ del DPR sopra citato ) a lavori ultimati dovrà corrispondere alla “ classe B “ ( EPh compreso tra 6 e 11 Kwh/mc anno ). Per avere un confronto con lo stato attuale del complesso il valore di tale indice è, considerando l’anno di costruzione e lo stato di fatto, certamente superiore a 65 kwh/mc anno, “classe G “ ( 5- 6 volte superiore). Si aggiunge, inoltre, che la struttura è prevista, a opere terminate, polifunzionale e attiva durante tutto l’anno e di conseguenza anche gli impianti saranno progettati e dimensionati allo scopo garantendo tutta la flessibilità necessaria.

7.1.3 Teleriscaldamento. Il complesso è collegato alla rete teleriscaldamento A2A di Brescia con una potenza installata P = 2.000 kW. La sottostazione di teleriscaldamento attuale rimane nello stesso locale che sarà ampliato con installazione di apparecchiature nuove ( accumulo per acqua calda sanitaria, scambiatore sanitario, nuovi collettori A/R riscaldamento, gruppi di pompaggio, gruppo di addolcimento e sanificazione, regolazioni, etc ).

7.1.4 Impianti esistenti. Smantellamenti e predis posizioni. Attualmente sono installate n. 3 U.T.A. adoperate per il solo impianto di riscaldamento. Le unità sono dislocate in tre locali distinti ( nella planimetria a pianta circolare del complesso sono posizionate a 120° in modo da coprire uniformemente tutta l’area interessata ) e sono servite dalla sottostazione del teleriscaldamento con alimentazione di acqua calda alle batterie. Le tre unità sono collegate alle canalizzazioni di mandata e ripresa, alla presa aria esterna, al canale di espulsione e sono senza recuperatore. L’aria è inviata negli ambienti con delle griglie di mandata a parete in alto ( distribuzione sub orizzontale ). La ripresa dell’aria ( parte ricircolata e parte espulsa ) è realizzata direttamente sulle pareti del locale macchina con delle griglie a parete in basso che alimentano il canale di ripresa. Tutti gli impianti sopra descritti dovranno essere smantellati perché non adatti alle nuove esigenze. Il nuovo progetto, infatti, non prevede l’utilizzazione degli impianti esistenti

7.1.5 Nuova distribuzione. Saranno realizzati nuovi locali destinati alle U.T.A. in progetto ( n. 4) sempre al piano terra in 2 vani tecnici distinti e adiacenti sul lato NE e SE. Oltre al riscaldamento si prevede anche il raffrescamento estivo con le stesse modalità. La mandata dell’aria avviene dall’alto con canalizzazioni orizzontali. La ripresa dell’aria, parte ricircolata e parte espulsa, avviene dal basso. Le predisposizioni dei locali per le UTA sono funzionali a tale scelta. 7.2 Potenza termica e frigorifera complessiva. Cent rale termica con produzione di acqua calda

sanitaria. Centrale frigorifera.

7.2.1 Potenza termica complessiva per il funzionam ento invernale Come indicato al punto precedente la potenza termica installata ( 2.000 kW ) risulta sufficiente a soddisfare l’intero fabbisogno energetico richiesto anche per quanto riguarda il maggior fabbisogno necessario per le opere di ampliamento previste ( affollamento di 5.000 persone del palazzetto e nuovi locali dell’impianto polifunzionale e accessori di servizio ).

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Ciò è reso possibile dalla maggiore efficienza che avrà il sistema edificio/impianto della ristrutturazione in progetto. Infatti si prevedono interventi di isolamento termico sull’involucro, sostituzione di tutti serramenti esistenti con adeguati sistemi di schermatura per la protezione solare estiva e installazione di nuovi impianti con maggiore efficienza. I calcoli di massima della potenza necessaria per soddisfare il fabbisogno termico sono stati effettuati ipotizzando un volume complessivo lordo pari a circa 90.000 mc, una superficie lorda disperdente pari a 18.000 mq con un rapporto S / V = 0,2 conseguente e con i gradi giorni della località ( Brescia ) pari a : 2410 GG . Per la stima della potenza termica complessiva si ipotizza di raggiungere, a scopo prudenziale, a opere finite per l’edificio in esame la “ classe C “ inferiore a quella richiesta dal committente “classe B “. Avremo un EPh ( indice di prestazione energetica espresso in Kwh/mc anno) massimo pari a 27 kwh/mc anno come da tabella A.4.1 del DPR della Regione Lombardia sopra citato. In queste condizioni di progetto con un volume lordo di circa 90.000 mc dovremmo avere un fabbisogno energetico stagionale per il solo riscaldamento dell’involucro ( espresso kwh / mc anno ) pari a : Q = 27 x 90.000 = 2.430.000 Kwh/anno Il coefficiente globale di dispersione ( W / mc ° K ) considerando i GG ( gradi giorno ) e il numero di ore di funzionamento su base annua ( comprende sia le perdite per trasmissione che il fabbisogno necessario per il ricambio di aria ) è pari a : C g = 0,46 W / mc ° K ( comprende sia la quota parte per trasmissione che la quota parte per la ventilazione ). Con questi dati di partenza è possibile fare una stima di massima della potenza necessaria che dovrà essere disponibile in Centrale termica. In ogni caso la potenza termica dispersa dall’interno dell’edificio verso l’esterno, dovuta al salto termico esistente, dovrebbe essere esattamente compensata da una equivalente potenza termica entrante. In queste condizioni la potenza media necessaria alla C.T. per soddisfare il fabbisogno complessivo richiesto ( per le perdite di trasmissione e ventilazione ) durante il periodo del riscaldamento considerando il volume lordo e la località ( gradi giorno GG = 2410 ) non supera il valore di P = 1.118 Kw. Il valore della potenza è da considerarsi già al netto della percentuale di recupero termico realizzabile dai nuovi impianti e degli apporti gratuiti certamente presenti ( presenza di persone, irraggiamento solare, corpi illuminanti, apparecchiature elettriche, etc. ); per i recuperatori di calore della UTA si rimanda alla descrizione in seguito nella presente relazione. Il vantaggio della presenza o meno dei recuperatori si ripercuote in maniera sensibile nella “ classe energetica “ nella stesura dell’APE dell’edificio a opere ultimate ( attestato di prestazione energetica ). In sostanza la potenza totale necessaria senza sistemi di recupero potrebbe essere notevolmente superiore a quella indicata. Considerando, a scopo precauzionale, una maggiorazione anche del 50 % del valore sopra esposto per la potenza termica complessiva al netto del recupero e apporti gratuiti e valutando la potenza necessaria per la produzione dell’acqua calda sanitaria pari a 100 Kw ( scambiatore di calore per acqua calda sanitaria ) avremo Ptot = 1.118 x1,5+100 = 1.777 Kw < 2000 Kw ( potenza installata attuale ). Rimane ancora un margine di sicurezza per la potenzialità installata in C.T. Riteniamo , pertanto, sufficiente al fabbisogno la potenza termica già installata. Il fabbisogno termico verrà fornito tramite la stazione di teleriscaldamento presente con due scambiatori: scambiatore per il riscaldamento già esistente e scambiatore sanitario di nuova installazione. Le caratteristiche della Centrale termica saranno descritte in seguito nella presente relazione.

7.2.1.1 Aria primaria. Recuperatori di calore . Cl asse energetica. a) Zona pubblico – atleti. L’aria primaria di ricambio calcolata per il numero massimo di affollamento previsto ( 5.000 persone ) per la zona pubblico è pari a 20 mc/h / persona e per la zona atleti è pari a 30 mc/h / persone. ( vedi norme CONI per l’impiantistica sportiva, punto 7.10 Ventilazione , Tabella “ C “ ).

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Avremo pertanto per l’aria primaria complessiva necessaria una portata in volume : V = 5000x20 + 30x30 = 100.900 mc/h L’aria primaria sarà prelevata direttamente dall’esterno e immessa nell’ambiente dopo l’attraversamento dei recuperatori di calore ( n. 4 recuperatori previsti uno per ogni UTA ) che verranno di seguito descritti nella presente relazione. Si prevede un recupero massimo realizzabile pari a : Recupero invernale : 120 x 4 = 480 Kw . Efficienza in temperatura secondo EN 308 std (% 59,28 % ) Rendimento in temperatura ( ASHRAE method ) : 59,28 %. Recupero estivo : 60 x 4 = 240 Kw ( valore stimato ) . Sarà considerato in modo positivo valori superiori utilizzando sistemi migliorativi nella UTA (scambio adiabatico ) b) Locali accessori al palazzetto. Anche per le zone annesse si prevede, per l’aria primaria, l’utilizzo di recuperatori statici (n.10) per una portata di aria indicata nell’allegato 1. I recuperatori sono installati nelle zone indicate nell’allegato. Tutti gli apparecchi saranno completi di canalizzazioni di mandata e ripresa dagli ambienti, canalizzazioni di espulsione e presa aria esterna, diffusori e griglie per l’immissione e l’estrazione dell’aria dagli ambienti. Alcuni apparecchi, allo scopo di ridurre il numero, sono stati dimensionati per gruppi di locali adiacenti. La portata di aria complessiva è pari a circa 12.000 mc / h. ( allegato 1 ) Efficienza dei recuperatori di calore: 60 %, valore minimo. Sarà considerato in modo positivo valori superiori utilizzando sistemi ad alta efficienza ( fino al 90% ) La presenza dei recuperatori pur essendo previsto dall’allegato “ C “ del DPR n. 412 del 26/8/91 , legge 10 /91 è necessaria, per il nostro caso specifico per aumentare le prestazioni energetiche degli impianti allo scopo di contribuire al raggiungimento della classe energetica richiesta dal committente ( classe “ B “ ) .

7.2.1.2 Riepilogo fabbisogni termici totali suddiv isi per trasmissione e ventilazione : Considerando per l’aria primaria i valori sopra descritti avremo un fabbisogno per la sola ventilazione pari a circa : Q vent = 1.100 Kw ; e un valore per la trasmissione pari a circa ( considerando i valori di progetto della trasmittanza delle strutture e serramenti muniti di schermature adatte notevolmente inferiori a quelli limite ) : Q trasm = 550 Kw. Valore complessivo Q tot = 1.650 Kw.

7.2.1.3 Potenza frigorifera totale. Recuperi previ sti per compensare parte del carico interno. Accumulo acqua refrigerata .

La potenza complessiva necessaria è suddivisa in tre refrigeratori di acqua installati all’esterno. Il primo gruppo ( costituito da n. 2 unità ) è utilizzato per il trattamento dell’aria del palazzetto con presenza di tribune e campo atleti e il secondo gruppo (unico) per il trattamento aria per le zone accessorie. Il primo gruppo frigo avrà una potenza frigorifera di circa 1.121 kWt ( al netto dei risparmi conseguibili con il recuperatore previsto nelle UTA ) . Il secondo gruppo a servizio delle zone accessorie ha una potenza pari a 155 kWt Il calcolo di tale potenza è stato effettuato in base alle condizioni estive di progetto ( appendice D norma UNI 10339, valore di X pari 0,001 *14,4 Kg / kg ) . Avremo pertanto : la potenza frigorifera per ventilazione sia per il palazzetto che le zone accessorie ( volume di aria in base al numero delle persone presenti pari a 5000 nel palazzetto e ricambi pari 12000 mc/h per le zone accessorie come da allegato 1 ): P1 = 1250 Kw ; la potenza frigorifera per soddisfare i carichi interni quali corpi illuminati, trasmissione e radiazione solare con serramenti protetti da schermi ( con esclusione del calore sensibile e latente delle persone già conteggiate sopra nella voce per ventilazione ) è stata stimata pari a : P2 = 65 Kw ( lampade) + 85 (trasmissione) = 150 Kw. Potenza frigorifera complessiva stimata : 1250+150 = 1400 Kw.

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Si prevede di installare una potenza frigorifera complessiva pari a 1.121+155=1.276Kw. La parte eccedente di circa 124 kw si compensa con i recuperatori previsti ( compensano parte del carico interno : 120 kw circa per le 4 UTA valore prudenziale sul totale di 240 e 10 Kw valore prudenziale su 20 sugli altri recuperatori ) . Avremo pertanto : Potenza frigorifera installata per il palazzetto ( n. 2 refrigeratori ) : P = 1.121 Kw ; Potenza frigorifera per le zone comuni ( n. 1 refrigeratore ) : 155 Kw . Potenza totale : 1.121+155 = 1.276 Kwt.

7.2.1.4 Riepilogo dei fabbisogni termo- frigoriferi totali Potenza frigorifera totale (W) per tutto il complesso ( carichi interni e ventilazione ): P = 1.276Kw

7.2.1.5 Accumulo acqua refrigerata . Il volume di accumulo previsto è stato stimato pari a circa 4 lt/kwt . Il volume calcolato è al netto della parte di accumulo ( litri di acqua ) considerata nella rete frigorifera per i due circuiti. Si prevede un accumulo pari a : - per il gruppo da 1.121 Kw accumulo di 1400 lt separato , installato all’interno - per il gruppo da 155 Kw un accumulo da 300 lt già incorporato nel refrigeratore. 7.3 Centrale termica. Produzione acqua calda sanita ria - copertura del 50 % fabbisogno annuo con

energie rinnovabili. Sistemi di accumulo acqua sani taria.

7.3.1 Centrale termica. Sottostazioni piano terra: S1NW – S1SW - S2NE - S2SE. Commutazione estiva/ invernale . Distribuzione acqua calda sanit aria.

Il locale centrale termica esistente verrà ampliato. La centrale è allacciata alla rete A2A del teleriscaldamento con una potenza installata pari a 2.000 Kw. Non si prevede alcuna modifica alla potenza installata. Si prevede di utilizzare lo scambiatore esistente. Pertanto le nuove apparecchiature in aggiunta allo scambiatore esistenti sono le seguenti :

- Scambiatore del tipo a piastre della potenza di 100 Kw per la produzione di acqua calda sanitaria. La produzione di acqua calda sanitaria rispetta le indicazioni e le disposizioni inerenti l’efficienza energetica in edilizia della Regione Lombardia. In particolare al punto 4.12 del DR VIII/5773 del 31/10/2007 la copertura del 50 % del fabbisogno annuo di energia primaria per la produzione di acqua calda sanitaria è garantita dalla presenza della rete del teleriscaldamento, non si prevedono quindi impianti solari termici per lo scopo.

- Sistema di accumulo di acqua calda sanitaria completo del gruppo del controllo temperatura e disinfezione termica ( antilegionella ) ;

- Miscelatore termostatico e sistema di ricircolo per acqua calda sanitaria ; - Strumentazione di sicurezza e controllo ( INAIL ex ISPESL ) per i due circuiti riscaldamento e sanitario ; - Collettori di andata e ritorno per alimentazione U.T.A. ( n. 4 ) e zone distanti per i locali accessori al

piano terra e primo ( sottostazioni lati S1NW, S1SW e S2NE, S2SE); - Alimentazione pannelli radianti a pavimento per la zona campo ed un area di rispetto di 2 mt ; - Vasi di espansione per tutti i circuiti - Sistemi di regolazioni e controllo per le UTA - Gruppo di addolcimento automatico per C.T. con rigenerazione a comando temporizzato, portata minima

10 mc / h. Dovrà essere applicato il decreto n. 59 del 2 aprile 2009e DPR n. 74 del 16-04-2013 che prevedono, per impianti >101 kW per l’acqua calda sanitaria filtrazione, addolcimento e dosaggio e sul circuito di riscaldamento filtrazione, addolcimento su acqua alimento e condizionamento chimico su circuito.

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Le centrale frigorifera è installata all’esterno ( vedi planimetria allegata ) . Essa prevede l’utilizzo di 3 refrigeratori ( 2+1) . Il gruppo da 1.121 Kw circa per l’alimentazione delle 4 UTA. Il gruppo da 150 Kw per alimentare tutte le zone servite con i mobiletti fan coil per il raffrescamento estivo di zone adiacenti. ( vedi schema fluidico funzionale, vedi allegato 1 e planimetria per le sottostazioni ) . Sottostazioni di riscaldamento ( mobiletti e radia tori ) . Commutazione E / I . Nelle sottostazioni in progetto ( vedi schema funzionale ) è prevista la commutazione manuale estiva / invernale per l’alimentazione mobiletti fan – coil. La commutazione sarà effettuata solo per le linee di alimentazione mobiletti per gli ambienti dotati di raffrescamento estivo ( alimentazione con refrigeratore da 155 Kw ) . Nello tabella seguente si indicano le zone servite dalle sottostazioni ( n. 4 ) e i locali con raffrescamento estivo. Il condizionamento è effettuato con mobiletti fan coil e aria primaria ( con recuperatore statico ) . Sottostazione S1NW

Sottostazione S1SW

Sottostazione S2NE

Sottostazione S2SE

Note Locali con cond. estivo

Piano terra Zona ristoro nord Servizi pubblico M / F )

Piano Terra Pronto soccorso pubbl. Locale consultazione medica Spogliatoi atleti con servizi ( n. 4 ) Locale antidoping Spogliatoi arbitri ( n. 3 ) Pronto soccorso atleti Palestra riscaldamento fisioterapia Merchandising

Piano Terra Piano Terra Servizi personale Merchandising Accoglienza VIP Servizi pubblico Zona ristoro sud

Accoglienza VIP Pronto soccorso pubb Palestra fisioterapia Pronto soccorso atleti Ristoro 1 e 2 Antidoping Merchandising 1 e 2

Piano Primo Aula 1 + ufficio Aula 2 + ufficio Sala riunioni

Piano Primo Servizi pubblico ( n. 2 ) Uffici Servizi uffici Saletta riunioni ( n.2) Sala stampa +servizi

Piano Primo Servizi pubblico Palestra 2 Servizi ospiti

Piano Primo Servizi ospiti Spogliatoi palestre Servizi pubblico Palestra 1

Aule 1,2 Sala riunioni Uffici Saletta riunioni 1 e 2 Sala stampa Palestra 1 e 2

Distribuzione acqua calda sanitaria. Impianto idric o- sanitario. In centrale termica è prevista una pompa di ricircolo per l’acqua calda sanitaria . Visto le notevoli distanze tra la C.T. e i servizi vari del complesso la linea non alimenta tutti i servizi ma solo gli ambienti dove sono ubicate le docce. Per soddisfare tutte le utenze richieste si prevede una portata di ricircolo di 3.000 lit / h . Per gli altri servizi con utilizzo di acqua calda per i lavabi si prevede l’utilizzo di boyler elettrico con accumulo di 50 lt.

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7.3.2 Centrale frigorifera . La centrale frigorifera installata all’esterno comprende n. tre gruppi frigo per un totale di potenza installata pari a P = 1271 kW. N. 2 refrigeratori ( 510 kW +611kW ) sono a servizio del palazzetto vero e proprio, n.1 refrigeratore è a servizio delle zone accessorie (al piano terra e primo ) . La scelta di due gruppi frigo per il palazzetto permette di garantire comunque il funzionamento estivo anche in caso di guasto di un gruppo e nello stesso tempo un miglior utilizzo ai carichi parziali. Le caratteristiche verranno descritte di seguito. 7.4 Impianti di climatizzazione. Tipologie per i v ari ambienti. Gli impianti in generale dovranno assicurare le condizioni ambientali previste dal regolamento di igiene tipo della Regione Lombardia, in particolare : - una immissione di aria esterna pari o maggiore ai valori minimi per ciascun tipo di destinazione d’uso , riferito al numero delle persone presenti , alla superficie in pianta o al volume ; - una filtrazione minima ( esterna e ricircolata ) tramite l’impiego di filtri di classe adeguata per i locali ; - una movimentazione dell’aria compresa entro limiti stabiliti dalle norme ( velocità dell’aria nelle zone occupate dalle persone non deve essere maggiore di 0,20 m/s ) . Requisiti minimi impiantistici in generale . -temperatura interna estiva e invernale e comunque una differenza di temperatura tra l’aria interna ed esterna non superiore a 7 ° C in estate;

25/27°C est. - 18-20 °C inv

- umidità relativa estiva ed invernale 40-60% est - 40%-60% inv - ricambi aria/ora ambienti (aria esterna senza ricircolo ) 1-4vol / h o 20 mc /h persona - ricambi aria/ora per bagni senza serramenti 5-8 vol / h - filtraggio aria in conformità alle normative vigenti UNI 10339 ( classi ed effic. ) Ricambi aria previsti nei vari locali accessori previsti nel progetto . -ristoro,antidoping,accoglienza VIP , merchandising 1,5 volumi /h sala stampa,uffici,tribuna giornalisti,tribuna VIP

- palestra fisioterapia,palestra,sala riunioni,aule 2 volumi / h uffici allenatore,aule didattiche

- spogliatoi servizi palestre,spogliatoi servizi arbitri 5 volumi / h spogliatoi servizi atleti, spogliatoi servizi personale - servizi igienici ( pubblico, giornalisti, ospiti ) 5-8 volumi / h

7.4.1 Tipologia di impianti. Apparecchiature utili zzate e terminali. Si distinguono diversi tipi di impianti per i seguenti ambienti : a ) – Zona pubblico con tribune ( 5.000 posti ) e campo per gli atleti – Controllo CO2 . Riscaldamento mediante canalizzazioni di aria e pannelli radianti ( solo campo atleti e area di rispetto, 600 mq circa ) . La superficie complessiva in pianta è pari a 4.400 mq , il volume lordo interessato è di circa 55.000 mc . L’impianto previsto sia per il riscaldamento invernale che per il raffrescamento estivo è a tutt’aria ( parte aria ricircolata e parte aria primaria prelevata direttamente dall’esterno ). Il volume complessivo di aria di mandata è pari a circa 300.000 mc / h ( 100.900 aria primaria ). Il volume di aria primaria di ricambio in rapporto al volume è pari a circa 1,80 vol/h. Considerando il volume dell’aria di mandata rispetto al volume riscaldato avremo, invece, un rapporto pari a 5,5 vol/ ora. L’impianto a pannelli radianti avrà una sua alimentazione dalla C.T. con un sistema di regolazione centralizzato. Il funzionamento è solo per riscaldamento invernale.

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Sono previste n. 4 U.T.A da 75.000 mc/h con recuperatore di calore statico; la portata parziale pari a 2 / 3 è aria ricircolata pari a 50.000 mc / h mentre la portata di 1/3 pari a 25.000 mc /h è espulsa). L’aria primaria ricambiata complessiva è pari a 100.900 mc / h . Si prevedono n. 8 canali di mandata ( due per ogni UTA ) ad una altezza media di 10- 12 m e n. 4 canali di ripresa a pavimento ( uno per ogni UTA ) . Sono previste due diramazioni per le zone tribune al piano secondo. Mandata aria e ripresa per l’intera zona a partire dai canali montanti provenienti dalle UTA n. 1 e n4 ( vedi tavole allegate ) . Nei due locali previsti per le UTA ci sono i canali di presa aria esterna ( 25.000 mc / h ) e i canali di espulsione ( 25.000 mc / h ). L’espulsione è realizzata attraverso griglie a parete al piano primo dell’edificio. La griglia di presa aria esterna devono esseere sistemate di norma sulla copertura e comunque ad una altezza di almeno m 6 dal suolo essendo su spazi pubblici. E’ previsto un sistema di regolazione e controllo con termostato ambiente e centralizzato. Controllo CO2 per parzializzare l’impianto in base alla presenza di pubblico . Come specificato sopra, il rinnovo dell’aria sarà garantito dalle unità di climatizzazione. Il rinnovo dell’aria potrà essere regolato da sensori di CO2 che gestirà la percentuale di aria esterna di rinnovo, riducendo l’onere del ricambio d’aria alla effettiva esigenza richiesta e diminuendo così i consumi energetici. Le unità sono collegate alla stazione del teleriscaldamento e al gruppo frigo esterno ( vedi schema funzionale ) e sono previste installate all’interno indicate in planimetria posizionate al piano terra. Caratteristiche generali UTA di progetto. Centrale trattamento aria deve essere certificata Eurovent secondo EN1886 e EN13053. Pannello : Lato esterno in acciaio preverniciato sp 6/10 Lato interno in acciaio zincato sp 6/10 Spessore 60 [mm] Profilo : Profilo in alluminio anodizzato Coibente : in poliuretano iniettato densità 40 kg/m³ o lana minerale. Lunghezza mm 8500 Profondità mm 4000 Altezza mm 3600 Peso Kg 5500 Potenza sonora db(A) Aspirazione (aria di ripresa): 94 – mandata (aria di ripresa) 82 - Aspirazione (aria di mandata): 72 – mandata (aria di mandata) 91 – irradiata 75 Filtri Classi di filtri ed efficienza di filtrazione: secondo UNI Prospetto VI Ventilatore di ripresa con inverter Ventilatore a Pale rovesce Portata aria 75000 m³/h, Press. Statica utile 350 Pa, Rendimento 66,7% Press. Dinamica 101 Pa, Press. Totale 780 Pa, Potenza meccanica richiesta 24.38 kW Velocità aria su bocca ventilatore 12.5 m/s Dimensioni bocca 1266 x 1266 mm MOTORE IE2 30 KW 4 Poli 400/3/50 V/ph/Hz Standard Microinterruttore di sicurezza + rete antinfortunistica Ammortizzatori in gomma Dimensionato per condizioni umide Recuperatore Statico Aria Espulsa Temperatura aria espulsione in 20 °C Umidità relativa espulsione in 50 % Temperatura aria espulsione out 8 °C Umidità relativa espulsione out 90 % Portata aria di espulsione 25000 m³/h Aria rinnovo Temperatura aria esterna in -7 °C Umidità relativa esterna in 80 %

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Temperatura aria esterna out 9° C Umidità relativa esterna out 26 % Portata aria esterna 25000 m³/h Potenzialità di recupero 120 kW Rendimento 58 % Pacco scambiatore in lamiere di alluminio Con telaio in acciaio zincato Bacinella in acciaio zincato Serranda di ricircolo Serranda di presa aria esterna Serranda di espulsione Batteria di riscaldamento Materiale Rame x 0.4 mm e Alluminio 0.12 mm - Telaio in ferro zincato mm 1.50 Portata aria 75000 [m³/h], Velocità aria 2.7 [m/s], Tipo fluido:Acqua Fluido entrante: 70.0 [°C], Fluido uscente: 60.0 [°C] Resa totale: 700.0 [kW] Batteria di raffreddamento. Materiale Rame x 0.4 mm - Alluminio 0.12 mm - Telaio in ferro zincato mm 1.50 Portata aria 75000 [m³/h], Velocità aria 2.7 [m/s], Tipo fluido:Acqua Fluido entrante: 7.0 [°C], Fluido uscente: 12.0 [°C] Potenza totale: 600.0 [kW] Potenza sensibile: 400.0 [kW] Bacinella in acciaio zincato Ventilatore di mandata con inverter ventilatore Pale rovesce Portata aria 75000 m³/h, Press. Statica utile 350 Pa, Press. Rendimento 80.00% Press. Dinamica 101 Pa, Press. Totale 1246 Pa, Potenza meccanica richiesta 31 kW Velocità aria su bocca ventilatore 12.5 m/s Dimensioni bocca 1266 x 1266 mm MOTORE IE2 37 KW 4 Poli 400/3/50 V/ph/Hz Rendimento 93 % Standard Microinterruttore di sicurezza + rete antinfortunistica Ammortizzatori in gomma Dimensionato per condizioni umide. Gruppo frigo esterno di progetto . Refrigeratore di acqua condensato ad aria . Il progetto prevede un refrigeratore di acqua monoblocco con condensazione ad aria e ventilatori assiali in allestimento silenziato, compressore a vite, unità per installazione all'esterno. Raffreddamento.Refrigeratore 1 Potenzialità frigorifera nominale kW 510,3 Potenza assorbita kW 164,3 Corrente assorbita A 376 E.E.R. W/W 3,06 ESEER W/W 4,08 Temperatura dell'aria in ingresso a bulbo secco °C 35,00 Temperatura dell'acqua in ingresso °C 12,00 Salto termico °C 5,00 Temperatura dell'acqua in uscita °C 7,00

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Dati di progetto secondo UNI EN 14511:2011

Gas refrigerante R134a Compressore /gradini 2/6 Circuiti 2 Alimentazione elettrica 400V/3N/50Hz

Dati sonori

Potenza sonora (EN ISO 9614-2) dB(A) 98 Pressione sonora a 10 metri (EN ISO 3744) dB(A) 63 Dati dimensionali Altezza mm 2430 Larghezza mm 2260 Profondità mm 5830

Raffreddamento.Refrigeratore 2 Potenzialità frigorifera nominale kW 611 Potenza assorbita kW 194,7 Corrente assorbita A 327 E.E.R. W/W 3,14 E.S.E.E.R. W/W 4,07 Temperatura dell'aria in ingresso a bulbo secco °C 35,00 Temperatura dell'acqua in ingresso °C 12,00 Salto termico °C 5,00 Temperatura dell'acqua in uscita °C 7,00 Dati di progetto secondo UNI EN 14511:2011

Gas refrigerante R134a Compressore /gradini 2/6 Circuiti 2 Alimentazione elettrica 400V/3N/50Hz

Dati sonori

Potenza sonora (EN ISO 9614-2) dB(A) 98 Pressione sonora a 10 metri (EN ISO 3744) dB(A) 66

Dati dimensionali Altezza mm 2430 Larghezza mm 2260 Profondità mm 5830

Regolazione . Sistema completo di regolazione per n . 4 UTA e frigo. Sistema di termoregolazione per n°04 unità di trattamento aria Regolazione della temperatura dell’ aria ambiente con controllo di limite della temperatura di mandata con azione modulante sulle valvole a tre vie a servizio delle batteria di scambio termico. Protezione antigelo delle batteria di scambio termico con segnalazione visiva e storicizzazione in caso di intervento; Controllo stato intasamento filtri con segnalazione visiva e storicizzazione dell’ evento; Controllo stato funzionamento ventilatori con segnalazione visiva in caso di anomalia e storicizzazione dell’evento; Controllo stato inverter con segnalazione visiva in caso di anomalia e storicizzazione dell’evento; Regolazione automatica della portata di aria esterna di ricambio in funzione della qualità dell’aria ambiente; Regolazione con inverter dei ventilatori con controllo della rampa di accelerazione e decelerazione e del funzionamento a regime.

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Supervisione del sistema di regolazione con controllo da PC locale con grafica personalizzata (con possibilità di gestione da remoto vie web). La supervisione potrà essere realizzata da un qualsiasi PC dell’ utenza, collegato in rete. b ) – ambienti accessori di servizio con mobiletti fan-co il ( riscaldamento, raffrescamento) Tutti gli ambienti ( vedi allegato 1 ) saranno dotati di radiatori o mobiletti fan coil . Per determinati locali è previsto anche immissione di aria primaria con recuperatore statico . Si prevede l’utilizzo n. 10 recuperatori statici installati come da tabella. La tipologia degli apparecchi di ventilazione a recupero statico è composta da un recuperatore, completo di filtri ( Classi di filtri ed efficienza di filtrazione: secondo UNI Prospetto VI ), gruppo di ventilazione e n. 4 vie ( 2 in ingresso, 2 in uscita ) presa aria esterna di rinnovo, aria espulsa all’esterno, aria di rinnovo immessa in ambiente, aria inquinata ripresa dall’ambiente . Comando remoto in ambiente. La regolazione prevista è di zona con regolatore ( valvola miscelatrice , sonda di mandata e sonda ambiente ) c ) – ambienti accessori di servizio con radiatori ( ri scaldamento ) Dalla tabella allegata ( allegato 1 ) si notano tutti gli ambienti riscaldati con regolazione di zona o tramite valvola termostatica ( spogliatoi, servizi ) . d ) – locali destinati a bagni senza aperture : estrazione aria con valvola di ventilazione collegata al canale di estrazione ( portata min : 6-8 ric / h solo della parte relativa all’area occupata dal servizio ). Riscaldamento: radiatori. Regolazione con valvola termostatica . Refrigeratore zone accessorie Raffreddamento.Refrigeratore 3 Potenzialità frigorifera nominale kW 155 Potenza assorbita kW 59,4 Corrente assorbita A 103 E.E.R.( 3° gradino 100 % ) E.E.R.(2° gradino )

W/W W/W

2,61 3,26

E.S.E.E.R. W/W 3,87 Temperatura dell'aria in ingresso a bulbo secco °C 35,00 Temperatura dell'acqua in ingresso °C 12,00 Salto termico °C 5,00 Temperatura dell'acqua in uscita °C 7,00 Dati di progetto secondo UNI EN 14511:2011

Gas refrigerante R134a Compressore /gradini 2/3 Circuiti 2/2 Alimentazione elettrica 400V/3N/50Hz

Dati sonori

Potenza sonora (EN ISO 9614-2) dB(A) 88 Pressione sonora a 10 metri (EN ISO 3744) dB(A) 69

Dati dimensionali

Altezza mm 1730 Larghezza mm 1210 Profondità mm 3450

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7.5 Recuperatori di calore . I recuperatori per le quattro UTA a servizio del palazzetto sono descritti al punto precedente. Per le zone accessorie gli apparecchi sono del tipo a flusso incrociato con temperature massime di utilizzo di 40 ° C. Ogni recuperatore è collegato : - con le condotte di mandata aria agli ambienti, diffusori aria ; - condotte di ripresa ambiente con griglie ; - canale di espulsione all’esterno ; - canale di presa aria esterna . La portata e l'ubicazione sono indicati nell'allegato 1 alla presente relazione 7.6 Canalizzazioni .Velocità dell'aria . Si prevedono i seguenti sistemi di canalizzazioni.

7.6.1 Zona tribuna e campo atleti – Canalizzazioni induttive. L’effetto induttivo generato da tali diffusori previene fenomeni di condensa sulla superficie del canale evitando i costi dell’isolamento termico. La mandata dell’aria è realizzata con canali a vista dall’alto. I canali potranno essere in lamiera zincata o poliestere; in ogni caso è preferibile il tipo “ jet-in “. Le condotte di mandata e ripresa aria dovranno essere, ai fini antincendio, almeno di “ classe 1”. I canali montanti ( alimentazione canali di mandata ), di presa aria esterna ed espulsione saranno in lamiera zincata e isolati . Al piano secondo per le tribune sono previste due diramazioni canalizzazioni di mandata e diffusori per il riscaldamento della zona. Le canalizzazioni di ripresa dell'aria sono realizzate con griglie in quattro punti indicati nella planimetria ( n. 4 griglie di ripresa dall'ambiente, una per ogni UTA ). Le canalizzazioni di ripresa non sono a vista .

7.6.2 Zone accessorie. Recuperatori statici Le canalizzazioni dell'aria nelle zone accessorie sono previste in controsoffitto. Le stesse potranno essere di lamiera zincata isolate oppure in alternativa del tipo flessibile doppia parete in alluminio rinforzato con film di poliestere, rivestimento termoisolante in lana di vetro, tessuto esterno antivapore in alluminio e poliestere, certificato classe 1,0.

7.6.3 Velocità dell'aria . Per il calcolo dei canali si prescrive la velocità dell'aria seguente all'interno degli stessi : - prese aria esterna: 6 m/ sec ; - attraversamento filtri : 3,5 m / sec ; - bocche di uscita dei ventilatori : 7,5 – 11 m/ s ; - condotte principali: 5 - 6 m/ sec; - condotte principali ad induzione : 10 – 11 m/ sec; - diramazioni : 4- 5 m/ sec ; - montanti verticali : 4 – 4,5 m/ sec - velocità aria in ambiente con presenza di persone : 0,2 m/ sec . La velocità dell'aria ( m/ s) nel volume convenzionale occupato sia per il riscaldamento che per il raffrescamento sarà comunque conforme al prospetto X appendice “ C “ della norma UNI10339. 7.7 Impianto idrico sanitario . Il progetto prevede l’alimentazione degli apparecchi sanitari ( piano primo e piano terra ) , dei servizi igienici e in tutti i locali indicati in planimetrie con utenze. Le linee di alimentazione saranno in tubazioni multistrato coibentate. Si prevedono le seguenti linee :

- Linea alimentazione acqua fredda ( a monte del gruppo di addolcimento previsto in Centrale termica). La distribuzione sarà effettuate per tutte le utenze, piano terra e primo.

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- Linea distribuzione acqua calda con tubazione di ricircolo ( a partire dal bollitore sanitario in Centrale termica da 2.000 lt ) per le zone docce .

La produzione di acqua calda sanitaria per i locali distanti dalla C.T. sarà realizzata con boyler elettrici . Il punto di consegna dell’acquedotto è ubicato nella zona est indicato nelle tavole. 7.8 Rete idrica antincendio. . Per la protezione antincendio è previsto una rete idrica che parte dalla vasca di accumulo con gruppo di pompaggio già presente presso l’ingresso carraio del parcheggio del centro fiera. La rete idrica antincendio già attualmente alimenta gli idranti esistenti ed è ubicato nella zona nord del palazzotto. Nelle opere di ristrutturazione si prevede la modifica della distribuzione interna in funzione del progetto VVF che dovrà essere approvato dal comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Brescia. Le prescrizioni minime saranno comunque secondo quanto prescritto dal DM 19 agosto 1996 e successivi aggiornamenti. L’impianto idraulico all’interno dovrà essere dimensionato in relazione al contemporaneo funzionamento di 4 idranti UNI 45 considerando una pressione residua al bocchello di 2 bar ed una portata di 120 lt/1. All’esterno dovrà essere installato un idrante DN70, da utilizzare per il rifornimento dei mezzi VVF e sarà presente un impianto idranti UNI 70 che garantiranno una portata di 300 lt/min con pressione di 3 bar al bocchello ed un funzionamento contemporaneo di 4 bocche per almeno 60 minuti. La riserva idrica attuale è di 108 mc sufficiente quindi a garantire l’autonomia necessaria. 7.9 Dichiarazione di conformità. A fine lavori la ditta installatrice dovrà consegnare al committente 5 copie cartacee più file in formato dwg/word dei disegni costruttivi AS BUILT e schemi funzionali di tutti gli impianti installati, dichiarazione di conformità attestante l'installazione a regola d'arte di tutti i componenti degli impianti realizzati; dichiarerà che l'impianto realizzato e i materiali utilizzati sono conformi alle prescrizioni del progetto. In allegato alla dichiarazione di conformità dovranno essere rilasciati:

• Copia requisiti tecnico professionali; • Relazione con tipologie materiali utilizzati; • Rapporti di verifica dell'impianto. • Disegni AS BUILT

7.10 Prescrizioni generali migliorative. .

Ai fini della valutazione del progetto si elencano alcuni accorgimenti migliorativi al fine di una decisione finale.

UTA Sarà considerato in modo positivo: • la percentuale di recupero sia estivo che invernale rispetto al valore limite prefissato utilizzando sistemi

migliorativi nella UTA ( ad es. scambio adiabatico ) • Inverter e motori ad alta resa per i 2 ventilatori di mandata e ripresa. • Interventi per abbassare la pressione sonora. • Interventi e costi di manutenzione

CANALI ARIA. Sarà considerato in modo positivo:

• Ingombro canali • Valutazioni estetiche • Confort di funzionamento. • Facilità di manutenzione e pulizia

GRUPPO FRIGO

Sarà considerato in modo positivo: • Il valore di EER.

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• Il valore di ESEER. • La flessibilità al variare del carico • La corrente di spunto • Recupero termico estivo.

POMPE IMPIANTO DI RISCALDAMENTO E DI RAFFREDDAMENTO

Sarà considerato in modo positivo: • L’utilizzo di pompe regolate elettronicamente ad alto rendimento che consentono un notevole

risparmio energetico grazie all’adattamento elettronico delle prestazioni. ( alta efficienza ).

RECUPERATORI STATICI

Sarà considerato in modo positivo: • Recupero energetico sia invernale che estivo. • Inverter e motori ad alta resa per i 2 ventilatori di mandata e ripresa. • Interventi per abbassare la pressione sonora. • Sistema di filtrazione