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Avvenire 12/14/2012 Page : A01
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VENERDÌ14 DICEMBRE 201222
ROMA. Il direttoredell’Osservatore Romano,Giovanni Maria Vian, è statoinsignito mercoledì sera deltitolo di ufficiale della Legiond’onore nel corso di unacerimonia a Villa Bonaparte,sede dell’Ambasciata diFrancia presso la Santa Sede.L’alta onorificenza dellaRepubblica francese è stataconsegnatadall’ambasciatore BrunoJoubert. Nella motivazionedel riconoscimento sisottolinea che«profondamentetrasformato, l’OsservatoreRomano ha mantenuto ilsuo stile, che è quello diessere il giornale del Papa».
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ROMA. A prima vista parlanosolo del passato. In realtàcostituiscono una delle chiavi delfuturo. Anche in termini lavorativi,poiché sono sempre di più igiovani che trovano occupazionein questo ambito. Sono gli archivi ele biblioteche ecclesiastici, ieri alcentro di un incontro, promossodall’Ufficio nazionale per i beniculturali ecclesiastici della Cei etenutosi nella prestigiosa sededella Biblioteca nazionale di Roma.Un incontro organizzato perpresentare due volumisull’argomento – «Archivi ebiblioteche ecclesiastiche del terzomillennio. Dalla tradizioneconservativa all’innovazione deiservizi», a cura del medesimoUfficio (Roma, Gangemi 2012) e«Consegnare al futuro. Archivi e
biblioteche», a cura di Ugo Dovere(Noventa Padovana, Mediagraf2012) –, ma che è diventato quasinaturalmente anche una sorta dicheck up dello stato di salute delsettore, alla luce del fatto che dadiversi anni i vescovi dedicano aibeni culturali parte dei fondiprovenienti dall’8xmille. «La salutedi biblioteche e archivi ecclesiastici– ha detto monsignor StefanoRusso, direttore del competenteUfficio Cei – fa registrare segnalipositivi. In molte diocesi c’è ormaiun itinerario di qualificazione deglioperatori: specialmente gli istituticulturali più piccoli, infatti, devonofare i conti con difficoltàeconomiche e non sono in gradodi assicurare collaborazioniprofessionali stabili. Significativa, trai volontari e gli operatori, è la
presenza di giovani fortementemotivati: è un modo, questo, moltobello di dare il proprio contributoal "progetto culturale" sulterritorio». Il sacerdote ha anchemesso l’accento sul particolaretipo di servizio offerto da questestrutture. «Per prendersi curaadeguatamente di un patrimonioartistico come il nostro civogliono persone appassionate efortemente motivate – hasottolineato, infatti –. La Chiesa, daparte sua, coltiva da tempo questaattenzione. Se si girano le nostrediocesi, è facile constatare comenei musei e nelle chiese semprepiù vi siano giovani operatori evolontari che sanno "restituire" aivisitatori il senso della cura deibeni ecclesiastici come unpatrimonio vivo, che spesso
continua a essere utilizzato anchenelle nostre liturgie. C’è unimpegno crescente a far emergereche quello ecclesiastico è unpatrimonio storico-artistico la cuiidentità non può esserepienamente compresa se nonlegandola al vissuto della fede, cioèal contesto che lo ha generato:non solo la Chiesa del passato, maanche quella di oggi». E qui,effettivamente, passato presente efuturo appaiono legati da un unicofilo. Il senso dell’investimento,come scrive Ugo Dovere, uno deiconsulenti dell’Ufficio nazionalenella prefazione del secondovolume, sta nel fatto che «libri edocumenti non valgono nulla senon vengono impiegati e fattiutilizzare». (M.Mu.)
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(foto Siciliani)
Francia, Vianinsignito conla Legion d’onore
GULU. «Siate sempreuomini e donne di bontà,di riconciliazione, disantità della vita cristianae di pace». È l’invito che ilprefetto dellaCongregazione perl’evangelizzazione deipopoli, il cardinaleFernando Filoni, ha rivoltoieri ai fedeli laici dellaprefettura ecclesiastica diGulu, in Uganda.L’occasione - comeriferisce l’agenzia Fides - èstata data dall’Eucaristiapresieduta dal porporatonella Cattedrale di Aruaper il centenario dievangelizzazione delleregione.
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Uganda, l’invito diFiloni ai laici: santitàe riconciliazione
La presentazione di due libri occasione per riflettere suun settore che a livello localeregistra molti segnali positivi
Biblioteche e archivi ecclesiastici, un patrimonio vivo
Centri missionariUn Vademecumper «fare rete»Don Cesena: una sfida per tutte le diocesiDA ROMA STEFANIA CAREDDU
parsi sul territorio, sonochiamati oggi a ravvivare «ilfuoco della missione in contesti
di antica tradizione cristiana,bisognosi proprio per questo di unanuova evangelizzazione in grado diriaccendere la domanda su Dio».Monsignor Domenico Pompili,sottosegretario della Conferenzaepiscopale italiana e direttoredell’Ufficio nazionale per lecomunicazioni sociali, ha descrittocosì il ruolo dei centri missionaridiocesani, cioè quegli organismipastorali locali che si occupanodell’animazione, della formazione edella cooperazione missionaria.Intervenendo alla presentazione delVademecum, curato dallaFondazione Missio e dall’Ufficionazionale per la cooperazionemissionaria tra le Chiese, Pompili hasottolineato l’urgenza di lavorare per«rendere nuova l’umanità».Adottando un linguaggio«comprensibile, che non aumenti ladistanza tra Vangelo e cultura perchéincapace di mordere la realtà, ditoccare questioni vitali e di sollevare iproblemi concreti». Costruendo«spazi relazionali» per l’incontro e ilcoinvolgimento, sia attraverso lenuove tecnologie che possonorivelarsi «un’opportunità per ricreareun tessuto di legami reso fragile dallamobilità e dalla velocità» sia «con
Squelle forme di comunicazione dellafede, verbali e non, presenti nellatradizione cristiana» che, come isimboli, sanno stimolarel’immaginazione e l’emozione.L’opera dei centri missionaridiocesani ha dunque un respiroampio, che va oltre le attivitàcaritative e le raccolte fondi. «Occorrepassare da una diffusa e generosasensibilità missionaria, checostituisce certamente unpatrimonio, ad una pastoralemissionaria che sia una pratica diChiesa, un modo della Chiesa diessere se stessa, obbediente allaParola e capace di aprirsi al mondocon l’offerta del Vangelo», ha spiegatodon Gianni Cesena, direttore diMissio. Per la «galassia missionaria»,la scommessa è proprio quella dellarete: «la rete dei campi di calcio – haprecisato don Cesena – dove ogninodo, seppur periferico, èfondamentale e contribuisceall’equilibrio complessivo». Inquest’ottica, il Vademecum cheaccompagna il recente Schema diregolamento per i centri missionaridiocesani, fornisce indicazioni eriposte concrete sugli obiettivipastorali, sui metodi esull’organizzazione della missione. E,ha aggiunto don Cesena, puntal’attenzione «sulle azioni tipichedell’attività missionaria, che sonol’animazione, la cooperazione laformazione», evidenziando
l’importanza«dell’elaborazione diun progettomissionario diocesanoe dell’agire in équipe».Frutto di un camminodi condivisione econfronto tra le diverserealtà che compongonoil variegato mondomissionario, ilVademecumrappresenta «unospaccato di ciò che èstata ed è la missionein Italia», ma «aprenuove prospettiveperché nel concreto siriesca ad avere unaprogettualitàspecifica», ha osservatoda parte sua donAlberto Brignolidell’Ufficio Cei per lacooperazione missionaria tra leChiese che, insieme a FrancescoGrasselli, ha curato la stesura finaledel testo. «Con la consapevolezza diquanto fatto finora, i tempi sonomaturi per un colpo d’ala che porti icentri missionari a vivere a pieno illoro servizio perché la Chiesa siaevangelizzata ed evangelizzatrice»,ha detto Maria Chiara Pallanti,membro del Consiglio missionarionazionale. «Le difficoltà, quali la crisieconomica o le ingiustizie strutturali,non devono bloccare la nostra
capacità di progettare il futuro: ilVademecum – ha conclusoPallanti – è la nostra possibilitàdi concretizzare tanti futuripossibili, una mappa che indicala rotta perché i centrimissionari siano sempre di piùcoscienza critica e profetica sulterritorio».
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La conferenza stampa per la presentazione del Vademecum (foto Siciliani)
LA PREFAZIONE
IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CEI PER L’EVANGELIZZAZIONEDEI POPOLI E LA COOPERAZIONE MISSIONARIA, SPREAFICO:È UNO STRUMENTO PER APRIRE LE NOSTRE CHIESE AL MONDO
Non «una sorta di libro delle norme e dei precetti», ma «uno strumento che aiuta ariflettere e far crescere la passione per la comunicazione del Vangelo che apra le nostreChiese particolari al mondo intero con quella simpatia e umanità, di cui il Conciliorimane una bussola fondamentale». Questo è il Vademecum del centro missionariodiocesano per monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino epresidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e lacooperazione missionaria tra le Chiese, che firma la prefazione del volumetto editodalla Emi. Un testo agile e di immediata fruibilità - completato da una serie di schedeoperative - che nella prima parte si concentra sulle prospettive fondamentali dellapastorale missionaria e sui soggetti della missione in Italia oggi per poi approfondire ledeclinazioni sul piano concreto, dai suggerimenti per il progetto missionario diocesanofino agli elementi di gestione economica dei centri.
Stefania Careddu© RIPRODUZIONE RISERVATA
Vergine di Loreto, devozione in Togo
L’arcivescovo Tonucci in Togo
DA LORETO
a devozione alla Vergine diLoreto sbarca in Togo. Nel-le scorse settimane una de-
legazione lauretana, guidata dal-l’arcivescovo prelato GiovanniTonucci ha visitato il Paese afri-cano proprio con questo intento.Della delegazione faceva parteanche Paolo Giovanni Monfor-moso, zelatore della Santa Casa emoderatore generale di un’asso-ciazione ecclesiastica «Laborato-ranti nel sì». Durante il viaggio,che si è svolto con la collabora-zione della Chiesa locale e dellaConferenza episcopale del Togo,ha vissuto alcuni momenti signi-ficativi.
LTra questi ultimi vi è stata la po-sa della prima pietra per la co-struzione della prima «riprodu-zione» della Santa Casa in Togo.La celebrazione è avvenuta a K-palime durante il pellegrinaggiomariano annuale della diocesi diKpalime, retta dal vescovo BenoitAlowonou, che è anche presi-dente della Conferenza episco-pale togolese. Erano presenti ol-
tre 10mila fedeli assieme a ol-tre 40 sacerdoti, con il nun-zio apostolico l’arcivescovoMichael August Blume, il pre-sidente del Comitato per gliaiuti caritativi al Terzo Mon-do della Cei, monsignor Gio-vanni Battista Gandolfo e disuor Antonietta Papa, com-
ponente dello stesso comitato.Nella stesso viaggio è stata postaanche la prima pietra di una chie-sa a Goubi (diocesi di Sokode),che sarà dedicata alla Vergine diLoreto. Infine la delegazione hapartecipato alla benedizione deilocali del Centro di accoglienzaper malati di Aids, intitolato allaVergine di Loreto.
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Una delegazione lauretana,guidata dall’arcivescovoTonucci, ha partecipatoalla posa della prima pietradi una chiesa dedicata a Maria