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Avvenire 12/14/2012 Page : A01 Copyright © Avvenire January 22, 2013 8:30 am / Powered by TECNAVIA / HIT- Copy Reduced to 55% from original to fit letter page VENERDÌ 14 DICEMBRE 2012 22 ROMA. Il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, è stato insignito mercoledì sera del titolo di ufficiale della Legion d’onore nel corso di una cerimonia a Villa Bonaparte, sede dell’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede. L’alta onorificenza della Repubblica francese è stata consegnata dall’ambasciatore Bruno Joubert. Nella motivazione del riconoscimento si sottolinea che «profondamente trasformato, l’Osservatore Romano ha mantenuto il suo stile, che è quello di essere il giornale del Papa». © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA. A prima vista parlano solo del passato. In realtà costituiscono una delle chiavi del futuro. Anche in termini lavorativi, poiché sono sempre di più i giovani che trovano occupazione in questo ambito. Sono gli archivi e le biblioteche ecclesiastici, ieri al centro di un incontro, promosso dall’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Cei e tenutosi nella prestigiosa sede della Biblioteca nazionale di Roma. Un incontro organizzato per presentare due volumi sull’argomento – «Archivi e biblioteche ecclesiastiche del terzo millennio. Dalla tradizione conservativa all’innovazione dei servizi», a cura del medesimo Ufficio (Roma, Gangemi 2012) e «Consegnare al futuro. Archivi e biblioteche», a cura di Ugo Dovere (Noventa Padovana, Mediagraf 2012) –, ma che è diventato quasi naturalmente anche una sorta di check up dello stato di salute del settore, alla luce del fatto che da diversi anni i vescovi dedicano ai beni culturali parte dei fondi provenienti dall’8xmille. «La salute di biblioteche e archivi ecclesiastici – ha detto monsignor Stefano Russo, direttore del competente Ufficio Cei – fa registrare segnali positivi. In molte diocesi c’è ormai un itinerario di qualificazione degli operatori: specialmente gli istituti culturali più piccoli, infatti, devono fare i conti con difficoltà economiche e non sono in grado di assicurare collaborazioni professionali stabili. Significativa, tra i volontari e gli operatori, è la presenza di giovani fortemente motivati: è un modo, questo, molto bello di dare il proprio contributo al "progetto culturale" sul territorio». Il sacerdote ha anche messo l’accento sul particolare tipo di servizio offerto da queste strutture. «Per prendersi cura adeguatamente di un patrimonio artistico come il nostro ci vogliono persone appassionate e fortemente motivate – ha sottolineato, infatti –. La Chiesa, da parte sua, coltiva da tempo questa attenzione. Se si girano le nostre diocesi, è facile constatare come nei musei e nelle chiese sempre più vi siano giovani operatori e volontari che sanno "restituire" ai visitatori il senso della cura dei beni ecclesiastici come un patrimonio vivo, che spesso continua a essere utilizzato anche nelle nostre liturgie. C’è un impegno crescente a far emergere che quello ecclesiastico è un patrimonio storico-artistico la cui identità non può essere pienamente compresa se non legandola al vissuto della fede, cioè al contesto che lo ha generato: non solo la Chiesa del passato, ma anche quella di oggi». E qui, effettivamente, passato presente e futuro appaiono legati da un unico filo. Il senso dell’investimento, come scrive Ugo Dovere, uno dei consulenti dell’Ufficio nazionale nella prefazione del secondo volume, sta nel fatto che «libri e documenti non valgono nulla se non vengono impiegati e fatti utilizzare». (M.Mu.) © RIPRODUZIONE RISERVATA (foto Siciliani) Francia, Vian insignito con la Legion d’onore GULU. «Siate sempre uomini e donne di bontà, di riconciliazione, di santità della vita cristiana e di pace». È l’invito che il prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, il cardinale Fernando Filoni, ha rivolto ieri ai fedeli laici della prefettura ecclesiastica di Gulu, in Uganda. L’occasione - come riferisce l’agenzia Fides - è stata data dall’Eucaristia presieduta dal porporato nella Cattedrale di Arua per il centenario di evangelizzazione delle regione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Uganda,l’invito di Filoni ai laici:santità e riconciliazione La presentazione di due libri occasione per riflettere su un settore che a livello locale registra molti segnali positivi Biblioteche e archivi ecclesiastici, un patrimonio vivo Centri missionari Un Vademecum per «fare rete» Don Cesena: una sfida per tutte le diocesi DA ROMA STEFANIA CAREDDU parsi sul territorio, sono chiamati oggi a ravvivare «il fuoco della missione in contesti di antica tradizione cristiana, bisognosi proprio per questo di una nuova evangelizzazione in grado di riaccendere la domanda su Dio». Monsignor Domenico Pompili, sottosegretario della Conferenza episcopale italiana e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, ha descritto così il ruolo dei centri missionari diocesani, cioè quegli organismi pastorali locali che si occupano dell’animazione, della formazione e della cooperazione missionaria. Intervenendo alla presentazione del Vademecum, curato dalla Fondazione Missio e dall’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese, Pompili ha sottolineato l’urgenza di lavorare per «rendere nuova l’umanità». Adottando un linguaggio «comprensibile, che non aumenti la distanza tra Vangelo e cultura perché incapace di mordere la realtà, di toccare questioni vitali e di sollevare i problemi concreti». Costruendo «spazi relazionali» per l’incontro e il coinvolgimento, sia attraverso le nuove tecnologie che possono rivelarsi «un’opportunità per ricreare un tessuto di legami reso fragile dalla mobilità e dalla velocità» sia «con S quelle forme di comunicazione della fede, verbali e non, presenti nella tradizione cristiana» che, come i simboli, sanno stimolare l’immaginazione e l’emozione. L’opera dei centri missionari diocesani ha dunque un respiro ampio, che va oltre le attività caritative e le raccolte fondi. «Occorre passare da una diffusa e generosa sensibilità missionaria, che costituisce certamente un patrimonio, ad una pastorale missionaria che sia una pratica di Chiesa, un modo della Chiesa di essere se stessa, obbediente alla Parola e capace di aprirsi al mondo con l’offerta del Vangelo», ha spiegato don Gianni Cesena, direttore di Missio. Per la «galassia missionaria», la scommessa è proprio quella della rete: «la rete dei campi di calcio – ha precisato don Cesena – dove ogni nodo, seppur periferico, è fondamentale e contribuisce all’equilibrio complessivo». In quest’ottica, il Vademecum che accompagna il recente Schema di regolamento per i centri missionari diocesani, fornisce indicazioni e riposte concrete sugli obiettivi pastorali, sui metodi e sull’organizzazione della missione. E, ha aggiunto don Cesena, punta l’attenzione «sulle azioni tipiche dell’attività missionaria, che sono l’animazione, la cooperazione la formazione», evidenziando l’importanza «dell’elaborazione di un progetto missionario diocesano e dell’agire in équipe». Frutto di un cammino di condivisione e confronto tra le diverse realtà che compongono il variegato mondo missionario, il Vademecum rappresenta «uno spaccato di ciò che è stata ed è la missione in Italia», ma «apre nuove prospettive perché nel concreto si riesca ad avere una progettualità specifica», ha osservato da parte sua don Alberto Brignoli dell’Ufficio Cei per la cooperazione missionaria tra le Chiese che, insieme a Francesco Grasselli, ha curato la stesura finale del testo. «Con la consapevolezza di quanto fatto finora, i tempi sono maturi per un colpo d’ala che porti i centri missionari a vivere a pieno il loro servizio perché la Chiesa sia evangelizzata ed evangelizzatrice», ha detto Maria Chiara Pallanti, membro del Consiglio missionario nazionale. «Le difficoltà, quali la crisi economica o le ingiustizie strutturali, non devono bloccare la nostra capacità di progettare il futuro: il Vademecum – ha concluso Pallanti – è la nostra possibilità di concretizzare tanti futuri possibili, una mappa che indica la rotta perché i centri missionari siano sempre di più coscienza critica e profetica sul territorio». © RIPRODUZIONE RISERVATA La conferenza stampa per la presentazione del Vademecum (foto Siciliani) LA PREFAZIONE IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CEI PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI E LA COOPERAZIONE MISSIONARIA, SPREAFICO: È UNO STRUMENTO PER APRIRE LE NOSTRE CHIESE AL MONDO Non «una sorta di libro delle norme e dei precetti», ma «uno strumento che aiuta a riflettere e far crescere la passione per la comunicazione del Vangelo che apra le nostre Chiese particolari al mondo intero con quella simpatia e umanità, di cui il Concilio rimane una bussola fondamentale». Questo è il Vademecum del centro missionario diocesano per monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino e presidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione missionaria tra le Chiese, che firma la prefazione del volumetto edito dalla Emi. Un testo agile e di immediata fruibilità - completato da una serie di schede operative - che nella prima parte si concentra sulle prospettive fondamentali della pastorale missionaria e sui soggetti della missione in Italia oggi per poi approfondire le declinazioni sul piano concreto, dai suggerimenti per il progetto missionario diocesano fino agli elementi di gestione economica dei centri. Stefania Careddu © RIPRODUZIONE RISERVATA Vergine di Loreto, devozione in Togo DA LORETO a devozione alla Vergine di Loreto sbarca in Togo. Nel- le scorse settimane una de- legazione lauretana, guidata dal- l’arcivescovo prelato Giovanni Tonucci ha visitato il Paese afri- cano proprio con questo intento. Della delegazione faceva parte anche Paolo Giovanni Monfor- moso, zelatore della Santa Casa e moderatore generale di un’asso- L Tra questi ultimi vi è stata la po- sa della prima pietra per la co- struzione della prima «riprodu- zione» della Santa Casa in Togo. tre 10mila fedeli assieme a ol- tre 40 sacerdoti, con il nun- zio apostolico l’arcivescovo Michael August Blume, il pre- sidente del Comitato per gli aiuti caritativi al Terzo Mon- do della Cei, monsignor Gio- vanni Battista Gandolfo e di suor Antonietta Papa, com- ponente dello stesso comitato. Nella stesso viaggio è stata posta anche la prima pietra di una chie- sa a Goubi (diocesi di Sokode), Una delegazione lauretana, guidata dall’arcivescovo Tonucci, ha partecipato alla posa della prima pietra di una chiesa dedicata a Maria

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VENERDÌ14 DICEMBRE 201222

ROMA. Il direttoredell’Osservatore Romano,Giovanni Maria Vian, è statoinsignito mercoledì sera deltitolo di ufficiale della Legiond’onore nel corso di unacerimonia a Villa Bonaparte,sede dell’Ambasciata diFrancia presso la Santa Sede.L’alta onorificenza dellaRepubblica francese è stataconsegnatadall’ambasciatore BrunoJoubert. Nella motivazionedel riconoscimento sisottolinea che«profondamentetrasformato, l’OsservatoreRomano ha mantenuto ilsuo stile, che è quello diessere il giornale del Papa».

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ROMA. A prima vista parlanosolo del passato. In realtàcostituiscono una delle chiavi delfuturo. Anche in termini lavorativi,poiché sono sempre di più igiovani che trovano occupazionein questo ambito. Sono gli archivi ele biblioteche ecclesiastici, ieri alcentro di un incontro, promossodall’Ufficio nazionale per i beniculturali ecclesiastici della Cei etenutosi nella prestigiosa sededella Biblioteca nazionale di Roma.Un incontro organizzato perpresentare due volumisull’argomento – «Archivi ebiblioteche ecclesiastiche del terzomillennio. Dalla tradizioneconservativa all’innovazione deiservizi», a cura del medesimoUfficio (Roma, Gangemi 2012) e«Consegnare al futuro. Archivi e

biblioteche», a cura di Ugo Dovere(Noventa Padovana, Mediagraf2012) –, ma che è diventato quasinaturalmente anche una sorta dicheck up dello stato di salute delsettore, alla luce del fatto che dadiversi anni i vescovi dedicano aibeni culturali parte dei fondiprovenienti dall’8xmille. «La salutedi biblioteche e archivi ecclesiastici– ha detto monsignor StefanoRusso, direttore del competenteUfficio Cei – fa registrare segnalipositivi. In molte diocesi c’è ormaiun itinerario di qualificazione deglioperatori: specialmente gli istituticulturali più piccoli, infatti, devonofare i conti con difficoltàeconomiche e non sono in gradodi assicurare collaborazioniprofessionali stabili. Significativa, trai volontari e gli operatori, è la

presenza di giovani fortementemotivati: è un modo, questo, moltobello di dare il proprio contributoal "progetto culturale" sulterritorio». Il sacerdote ha anchemesso l’accento sul particolaretipo di servizio offerto da questestrutture. «Per prendersi curaadeguatamente di un patrimonioartistico come il nostro civogliono persone appassionate efortemente motivate – hasottolineato, infatti –. La Chiesa, daparte sua, coltiva da tempo questaattenzione. Se si girano le nostrediocesi, è facile constatare comenei musei e nelle chiese semprepiù vi siano giovani operatori evolontari che sanno "restituire" aivisitatori il senso della cura deibeni ecclesiastici come unpatrimonio vivo, che spesso

continua a essere utilizzato anchenelle nostre liturgie. C’è unimpegno crescente a far emergereche quello ecclesiastico è unpatrimonio storico-artistico la cuiidentità non può esserepienamente compresa se nonlegandola al vissuto della fede, cioèal contesto che lo ha generato:non solo la Chiesa del passato, maanche quella di oggi». E qui,effettivamente, passato presente efuturo appaiono legati da un unicofilo. Il senso dell’investimento,come scrive Ugo Dovere, uno deiconsulenti dell’Ufficio nazionalenella prefazione del secondovolume, sta nel fatto che «libri edocumenti non valgono nulla senon vengono impiegati e fattiutilizzare». (M.Mu.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

(foto Siciliani)

Francia, Vianinsignito conla Legion d’onore

GULU. «Siate sempreuomini e donne di bontà,di riconciliazione, disantità della vita cristianae di pace». È l’invito che ilprefetto dellaCongregazione perl’evangelizzazione deipopoli, il cardinaleFernando Filoni, ha rivoltoieri ai fedeli laici dellaprefettura ecclesiastica diGulu, in Uganda.L’occasione - comeriferisce l’agenzia Fides - èstata data dall’Eucaristiapresieduta dal porporatonella Cattedrale di Aruaper il centenario dievangelizzazione delleregione.

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Uganda, l’invito diFiloni ai laici: santitàe riconciliazione

La presentazione di due libri occasione per riflettere suun settore che a livello localeregistra molti segnali positivi

Biblioteche e archivi ecclesiastici, un patrimonio vivo

Centri missionariUn Vademecumper «fare rete»Don Cesena: una sfida per tutte le diocesiDA ROMA STEFANIA CAREDDU

parsi sul territorio, sonochiamati oggi a ravvivare «ilfuoco della missione in contesti

di antica tradizione cristiana,bisognosi proprio per questo di unanuova evangelizzazione in grado diriaccendere la domanda su Dio».Monsignor Domenico Pompili,sottosegretario della Conferenzaepiscopale italiana e direttoredell’Ufficio nazionale per lecomunicazioni sociali, ha descrittocosì il ruolo dei centri missionaridiocesani, cioè quegli organismipastorali locali che si occupanodell’animazione, della formazione edella cooperazione missionaria.Intervenendo alla presentazione delVademecum, curato dallaFondazione Missio e dall’Ufficionazionale per la cooperazionemissionaria tra le Chiese, Pompili hasottolineato l’urgenza di lavorare per«rendere nuova l’umanità».Adottando un linguaggio«comprensibile, che non aumenti ladistanza tra Vangelo e cultura perchéincapace di mordere la realtà, ditoccare questioni vitali e di sollevare iproblemi concreti». Costruendo«spazi relazionali» per l’incontro e ilcoinvolgimento, sia attraverso lenuove tecnologie che possonorivelarsi «un’opportunità per ricreareun tessuto di legami reso fragile dallamobilità e dalla velocità» sia «con

Squelle forme di comunicazione dellafede, verbali e non, presenti nellatradizione cristiana» che, come isimboli, sanno stimolarel’immaginazione e l’emozione.L’opera dei centri missionaridiocesani ha dunque un respiroampio, che va oltre le attivitàcaritative e le raccolte fondi. «Occorrepassare da una diffusa e generosasensibilità missionaria, checostituisce certamente unpatrimonio, ad una pastoralemissionaria che sia una pratica diChiesa, un modo della Chiesa diessere se stessa, obbediente allaParola e capace di aprirsi al mondocon l’offerta del Vangelo», ha spiegatodon Gianni Cesena, direttore diMissio. Per la «galassia missionaria»,la scommessa è proprio quella dellarete: «la rete dei campi di calcio – haprecisato don Cesena – dove ogninodo, seppur periferico, èfondamentale e contribuisceall’equilibrio complessivo». Inquest’ottica, il Vademecum cheaccompagna il recente Schema diregolamento per i centri missionaridiocesani, fornisce indicazioni eriposte concrete sugli obiettivipastorali, sui metodi esull’organizzazione della missione. E,ha aggiunto don Cesena, puntal’attenzione «sulle azioni tipichedell’attività missionaria, che sonol’animazione, la cooperazione laformazione», evidenziando

l’importanza«dell’elaborazione diun progettomissionario diocesanoe dell’agire in équipe».Frutto di un camminodi condivisione econfronto tra le diverserealtà che compongonoil variegato mondomissionario, ilVademecumrappresenta «unospaccato di ciò che èstata ed è la missionein Italia», ma «aprenuove prospettiveperché nel concreto siriesca ad avere unaprogettualitàspecifica», ha osservatoda parte sua donAlberto Brignolidell’Ufficio Cei per lacooperazione missionaria tra leChiese che, insieme a FrancescoGrasselli, ha curato la stesura finaledel testo. «Con la consapevolezza diquanto fatto finora, i tempi sonomaturi per un colpo d’ala che porti icentri missionari a vivere a pieno illoro servizio perché la Chiesa siaevangelizzata ed evangelizzatrice»,ha detto Maria Chiara Pallanti,membro del Consiglio missionarionazionale. «Le difficoltà, quali la crisieconomica o le ingiustizie strutturali,non devono bloccare la nostra

capacità di progettare il futuro: ilVademecum – ha conclusoPallanti – è la nostra possibilitàdi concretizzare tanti futuripossibili, una mappa che indicala rotta perché i centrimissionari siano sempre di piùcoscienza critica e profetica sulterritorio».

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La conferenza stampa per la presentazione del Vademecum (foto Siciliani)

LA PREFAZIONE

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CEI PER L’EVANGELIZZAZIONEDEI POPOLI E LA COOPERAZIONE MISSIONARIA, SPREAFICO:È UNO STRUMENTO PER APRIRE LE NOSTRE CHIESE AL MONDO

Non «una sorta di libro delle norme e dei precetti», ma «uno strumento che aiuta ariflettere e far crescere la passione per la comunicazione del Vangelo che apra le nostreChiese particolari al mondo intero con quella simpatia e umanità, di cui il Conciliorimane una bussola fondamentale». Questo è il Vademecum del centro missionariodiocesano per monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino epresidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e lacooperazione missionaria tra le Chiese, che firma la prefazione del volumetto editodalla Emi. Un testo agile e di immediata fruibilità - completato da una serie di schedeoperative - che nella prima parte si concentra sulle prospettive fondamentali dellapastorale missionaria e sui soggetti della missione in Italia oggi per poi approfondire ledeclinazioni sul piano concreto, dai suggerimenti per il progetto missionario diocesanofino agli elementi di gestione economica dei centri.

Stefania Careddu© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vergine di Loreto, devozione in Togo

L’arcivescovo Tonucci in Togo

DA LORETO

a devozione alla Vergine diLoreto sbarca in Togo. Nel-le scorse settimane una de-

legazione lauretana, guidata dal-l’arcivescovo prelato GiovanniTonucci ha visitato il Paese afri-cano proprio con questo intento.Della delegazione faceva parteanche Paolo Giovanni Monfor-moso, zelatore della Santa Casa emoderatore generale di un’asso-ciazione ecclesiastica «Laborato-ranti nel sì». Durante il viaggio,che si è svolto con la collabora-zione della Chiesa locale e dellaConferenza episcopale del Togo,ha vissuto alcuni momenti signi-ficativi.

LTra questi ultimi vi è stata la po-sa della prima pietra per la co-struzione della prima «riprodu-zione» della Santa Casa in Togo.La celebrazione è avvenuta a K-palime durante il pellegrinaggiomariano annuale della diocesi diKpalime, retta dal vescovo BenoitAlowonou, che è anche presi-dente della Conferenza episco-pale togolese. Erano presenti ol-

tre 10mila fedeli assieme a ol-tre 40 sacerdoti, con il nun-zio apostolico l’arcivescovoMichael August Blume, il pre-sidente del Comitato per gliaiuti caritativi al Terzo Mon-do della Cei, monsignor Gio-vanni Battista Gandolfo e disuor Antonietta Papa, com-

ponente dello stesso comitato.Nella stesso viaggio è stata postaanche la prima pietra di una chie-sa a Goubi (diocesi di Sokode),che sarà dedicata alla Vergine diLoreto. Infine la delegazione hapartecipato alla benedizione deilocali del Centro di accoglienzaper malati di Aids, intitolato allaVergine di Loreto.

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Una delegazione lauretana,guidata dall’arcivescovoTonucci, ha partecipatoalla posa della prima pietradi una chiesa dedicata a Maria