Fonti Rinnovabili di Energia A.A. 2012-2013
Introduzione al SOLARE TERMICO
ing. Simona Bartocci e-mail: [email protected]
COLLETTORI SOLARI: Aspetti introduttivi
Il collettore solare è un dispositivo in
grado di convertire la radiazione solare
in energia termica.
L’energia radiante assorbita dal
dispositivo e non dispersa nell’ambiente
esterno viene utilizzata per riscaldare un
fluido termovettore che scorre al suo
interno. Tale fluido viene in seguito
immagazzinato in un accumulatore
coibentato per essere utilizzato
dall’utenza o per riscaldare un altro
fluido.
COLLETTORI SOLARI: Aspetti normativi
DETRAZIONI FISCALI DEL 55%:
L’Italia è da anni uno dei Paesi europei in cui l’installazione di impianti solari termici è
maggiormente incentivata e favorita. Questo accade grazie alla detrazione fiscale dall’imposta
lorda (pari al 55%) delle spese di riqualificazione energetica (tra cui appunto l’installazione di
impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria) su un orizzonte di tempo di
cinque anni.
OBBLIGO DEL SOLARE TERMICO NEGLI EDIFICI:
Il Decreto Rinnovabili introduce anche degli obblighi in merito all’integrazione delle fonti
rinnovabili negli edifici di nuova costruzione e in quelli esistenti sottoposti a rilevanti
ristrutturazioni. Questi obblighi riguardano, oltre che gli impianti di produzione di energia
elettrica, anche quelli per la generazione di energia termica, che devono essere progettati e
realizzati in modo da garantire il contemporaneo rispetto della copertura del 50% dei consumi
previsti per l’acqua calda sanitaria e delle seguenti percentuali della somma dei consumi
previsti per l’acqua calda sanitaria, per il riscaldamento ed il raffrescamento:
il 20% nel periodo compreso tra il 31 Maggio 2012 ed il 31 Dicembre 2013;
il 35% tra il 1 Gennaio 2014 ed il 31 Dicembre 2016;
il 50% dopo il 1 Gennaio 2017.
COLLETTORI SOLARI: Aspetti normativi
CONTO TERMICO;
Con la pubblicazione del DM 28/12/12, il c.d. decreto “Conto Termico”, si dà attuazione al
regime di sostegno introdotto dal decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 per l’incentivazione
di interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la
produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
Gli interventi incentivabili si riferiscono sia all’efficientamento dell’involucro di edifici
esistenti (coibentazione pareti e coperture, sostituzione serramenti e installazione
schermature solari) sia alla sostituzione di impianti esistenti per la climatizzazione
invernale con impianti a più alta efficienza (caldaie a condensazione) sia alla sostituzione
o, in alcuni casi, alla nuova installazione di impianti alimentati a fonti rinnovabili (pompe
di calore, caldaie, stufe e camini a biomassa, impianti solari termici anche abbinati a
tecnologia solar cooling per la produzione di freddo).
L’incentivo è un contributo alle spese sostenute e sarà erogato in rate annuali per una durata
variabile (fra 2 e 5 anni) in funzione degli interventi realizzati
Il decreto stanzia fondi per una spesa annua cumulata massima di 200 mln di euro per gli
interventi realizzati o da realizzare dalle Amministrazioni pubbliche e una spesa annua
cumulata pari a 700 mln di euro per gli interventi realizzati da parte dei soggetti privati
CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI
La classificazione dei sistemi solari termici avviene in base:
A. alla temperatura del fluido scaldato (acqua, aria o altro);
B. alla tipologia d’impianto;
TEMPERATURA DEL FLUIDO SCALDATO
- Bassa temperatura (sono in grado di produrre acqua calda in un range compreso tra i
40°C ed i 120°C in funzione della tecnologia dei collettori solari e del tipo di impianto)
- Media temperatura (forni solari, 120 °C < Temp. < 300 °C);
- Alta temperatura (sistemi a concentrazione parabolici lineari o puntuali > 300 °C).
TIPOLOGIE DI IMPIANTO: impianti a bassa temperatura
IMPIANTI A CIRCOLAZIONE
NATURALE
Questi impianti sono economici e
possono essere integrati nelle
coperture come singola unità. Il
fluido termovettore presente nel
collettore, una volta riscaldatosi,
presenta una minore densità rispetto
al resto del circuito;
In base al tipo di circolazione del fluido termovettore, si possono distinguere le seguenti
tipologie di impianti, entrambe comprendenti a loro volta impianti a circuito chiuso o aperto:
- impianti a circolazione naturale;
- impianti a circolazione forzata.
la differenza di densità tra il fluido termovettore presente nei tubi di mandata e quello presente nei
tubi di ritorno del collettore innesca la circolazione del fluido (effetto termosifone). Si noti che in
questi impianti il serbatoio di accumulo deve necessariamente essere posizionato al di sopra del
collettore solare, perché il punto in cui il fluido è più caldo (il collettore) non deve coincidere con
il punto più alto del circuito, pena l'impossibilità della circolazione naturale.
Schema impianto a circolazione naturale e circuito chiuso
TIPOLOGIE DI IMPIANTO: impianti a bassa temperatura
Qualora non sia possibile posizionare l'accumulo sopra i pannelli, come richiesto per gli impianti a
circolazione naturale, si deve necessariamente ricorrere all'utilizzo di una pompa di circolazione,
così da non vincolare la posizione relativa tra serbatoio e pannelli.
IMPIANTI A CIRCOLAZIONE FORZATA
La presenza della pompa di circolazione
rende necessario l'utilizzo di un
termostato differenziale che provveda
ad avviarla quando la differenza di
temperatura tra fluido nel collettore e
fluido nel serbatoio è superiore 5-10°C.
Tale differenza di temperatura garantisce
l'instaurarsi delle condizioni di scambio
termico così che l'energia termica
accumulata dal fluido termovettore
venga ceduta al serbatoio di accumulo.
COLLETTORI SOLARI: Applicazioni
Riscaldamento di acqua per piscine;
Riscaldamento di acqua ad uso domestico;
Riscaldamento (o preriscaldamento) di acqua ad uso
industriale(allevamenti, concerie, sistemi di lavaggio,
serre, ecc..);
Riscaldamento di ambienti (diretto o tramite pompa
di calore, pannelli radianti a pavimento o a parete);
Produzione di energia elettrica (sperimentale)
Raffrescamento estivo
COMPONETI PRICIPALI DI UN IMPIANTO SOLARE TERMICO
I componenti principali di un impianto solare termico sono i seguenti:
Collettori solari;
Serbatoio di accumulo;
Circuito distributivo;
Centralina di accumulo e dispositivi di integrazione termica.
Il collettore solare è l’elemento base dell’impianto perché ad esso è demandata la conversione
dell’energia solare sotto forma di radiazione elettromagnetica in energia termica immagazzinata dal
fluido termovettore e successivamente distribuita alle utenze attraverso lo stesso fluido o un circuito
secondario. I collettori solari si basano sul principio dell’effetto serra che si produce attraverso un
elemento captatore in grado si assorbire la maggior quantità di energia solare ed una copertura
trasparente in grado di contenerne l’effetto di re-irraggiamento.
TIPOLOGIE DI COLLETTORI
COLLETTORI SOLARI TERMICI VETRATI
Sono senza dubbio i più utilizzati per applicazioni a bassa temperatura. Alle latitudini italiane sono caratterizzati da
prestazioni buone/ottime in estate e nelle stagioni miti e da prestazioni accettabili in inverno.
E’ COSTITUITO DA:
Copertura trasparente: una o più lastre di vetro o di
plastica poste al di sopra della piastra assorbente per ridurre
gli scambi termici convettivi e radiativi tra la piastra e
l’atmosfera. Il vetro consente il passaggio della sola
radiazione a bassa lunghezza d’onda (λ< 3 µm). La
radiazione che passa attraverso il vetro riscalda la piastra
assorbente. Questa riscaldandosi riemette a sua volta
energia termica nel campo dell’infrarosso. Rispetto a
queste λ il vetro si comporta come corpo opaco non
consentendo quindi alla radiazione di fluire verso l’esterno
Piastra nera captante ad elevata conducibilità: provvede ad assorbire la radiazione ed a trasferire l’energia
raccolta a un fluido termovettore.
Isolamento termico posteriore e laterale: per ridurre al minimo le perdite per conduzione della piastra
Involucro metallico con funzione di contenimento e di protezione da plovere, umidità ed agenti atmosferici
TIPOLOGIE DI COLLETTORI
COLLETTORI SOLARI TERMICI VETRATI
Vetro anteriore
• E’ a basso contenuto di ferro per dare la massima trasparenza (τ≥0,92)
• E’ temperato e ha uno spessore generalmente compreso tra 4 e 6 mm
Piastra assorbente
• E’ realizzata in rame, alluminio o acciaio inox
Lo scopo della piastra assorbente è assorbire al massimo la radiazione solare, emetterla al minimo
e permettere il trasferimento efficiente del calore al fluido di lavoro.
TIPOLOGIE DI COLLETTORI
COLLETTORI SOLARI TERMICI VETRATI
Piastra assorbente
La riduzione dell’emissività spettrale dell’assorbitore nell’intervallo di λ compresi tra
appena poco più di 2 e 20 µm , pur mantenendo elevati coefficienti di assorbimento
alle lunghezze d’onda della radiazione solare, può essere ottenuta:
1. Impiegando superfici selettive, ottenibili depositando sottilissimi strati di ossidi
metallici, ad esempio rame , su substrati metallici di o lucidanti. Gli strati selettivi
possono essere apportati con un trattamento galvanico vaporizzati sotto vuoto
oppure prodotti con il cosiddetto procedimento di sputter. Le più recenti
innovazioni si contraddistinguono soprattutto per il basso grado di emissione (in
parte anche inferiore al 10%).
2. lavorando con scanalature a V la superficie della lastra, in modo da accrescerne per via geometrica l’area
captante. Nel caso di applicazioni che richiedono alte temperature vengono utilizzate anche scanalature
rettangolari e triangolari
3. adottando superfici captanti con struttura a nido d’ape sul piano della lastra, oppure disseminando
micro pennelli di fibre captanti ortogonali al piano della lastra.
TIPOLOGIE DI COLLETTORI
COLLETTORI SOLARI TERMICI VETRATI
Piastra assorbente
TIPOLOGIE DI COLLETTORI
COLLETTORI SOLARI TERMICI VETRATI
Le canalizzazioni del fluido termovettore sono preferibilmente in rame. Possono essere:
• costituite da uno o più tubi saldati alla piastra assorbente
• ricavate dalla piastra assorbente
Lo sviluppo delle canalizzazioni nel collettore solare può essere del tipo:
• A SERPENTINA
• AD ARPA
BILANCIO TERMICO COLLETTORI PIANI
Illustrazione schematica della distribuzione dell’energia nei collettori
solari piani
Si può osservare che l’energia
utile raccolta (quella che viene
quindi trasformata in calore)
varia dal 15 al 40 % a seconda
delle condizioni operative. In
particolare si hanno percentuali
di raccolta (rendimenti di
raccolta) maggiori, a pari
condizioni esterne di temperatura
dell’aria e di velocità del vento,
quanto più è la radiazione solare
e quanto più bassa la temperatura
di ingresso del fluido nel
collettore.
TIPOLOGIE DI COLLETTORI
COLLETTORI SOLARI TERMICI NON VETRATI
La caratteristica tecnologica che differenzia questi dispositivi piani da quelli con vetri è l’assenza
dell’intercapedine isolante frontale. Nei collettori solari piani scoperti presentano i tubi, in cui scorre
il fluido, scoperti; essi sono meno costosi, ma forniscono prestazioni accettabili solo se utilizzati
durante la stagione estiva; infatti la mancanza del vetro, che svolge una funzione isolante e di
trattenuta del calore, fa sì che il rendimento cali rapidamente al cambiare delle condizioni esterne
ottimali. I tubi sono realizzati in materiale plastico (polipropilene, pvc e neoprene.) di colore scuro
al fine di garantire il massimo assorbimento e vengono percorsi direttamente dall’acqua da
riscaldare che può dunque essere utilizzata senza necessità di accumulo. Quella dei collettori piani
scoperti rappresenta pertanto la soluzione ideale per gli stabilimenti balneari, piscine scoperte e
campeggi e per tutti gli ambiti residenziali con fabbisogno di acqua calda sanitaria prevalentemente
estivo.
COLLETTORI A TUBI SOTTOVUOTO
I collettori sottovuoto sono realizzati in modo che l'intercapedine tra piastra assorbente e copertura
trasparente risulti priva d'aria. Questo accorgimento, di delicata realizzazione tecnica, permette di ottenere
ottime prestazioni energetiche, e allo stesso tempo, raggiungere temperature elevate. Ovviamente, il
prezzo di questi collettori è conforme alle loro prestazioni eccellenti in tutto l'arco dell'anno. Nei collettori
sottovuoto l'assorbitore è inserito all'interno del tubo sottovuoto per ridurre le dispersioni di calore. Tale
vuoto d'aria permette di ottenere ottime capacità di coibentazione e ridurre quasi completamente le
dispersioni per convezione.
TIPOLOGIE DI COLLETTORI
Nei collettori sottovuoto il trasferimento dell'energia
termica al fluido vettore avviene con modalità
differenti rispetto ai collettori piani; nei collettori
sottovuoto, infatti, esso può avvenire in due diversi
modi e dipende dal tipo di scambio che si realizza
tra il fluido che scorre lungo i tubicini all'interno
delle zone sottovuoto ed il fluido che trasporta il
calore verso l'utenza:
1. FLUSSO DIRETTO: il fluido termovettore scorre direttamente nell'assorbitore situato all'interno del tubo
sottovuoto. La piastra è sostituita da cilindri di metallo (ad esempio rame) eventualmente alettati, trattati
superficialmente con vernici nere e selettive; ciascuno di questi tubi è inserito in un tubo di vetro coassiale, a
sua volta, a un altro tubo esterno di vetro. Durante l'assemblaggio del collettore, viene aspirata l'aria tra i due
tubi di vetro per ottenere le condizioni di sottovuoto. I diversi tubi sono collegati tra loro come riportato nello
schema semplificato di figura 1 tubi a flusso diretto possono essere installati in qualsiasi posizione; questo
significa che le soluzioni possibili possono prevedere sia il posizionamento in facciata o sui parapetti dei
balconi (posizione verticale), sia il montaggio orizzontale su tetti piani;
TIPOLOGIE DI COLLETTORI
COLLETTORI A TUBI SOTTOVUOTO
TIPOLOGIE DI COLLETTORI
COLLETTORI A TUBI SOTTOVUOTO
2. TECNOLOGIA DEL TUBO DI CALORE (HEAT-PIPE): il trasferimento del calore dalla piastra al
fluido termovettore avviene grazie ad altro circuito. In questo caso, il fluido contenuto nelle sottili
tubazioni sottovuoto evapora lungo il suo tragitto assorbendo il calore che successivamente cede
condensando in un apposito scambiatore. Il fluido temovettore utilizzato è un liquido speciale che
evapora già a basse temperature. Questo tipo di scambio termico, a parità di superficie utile, risulta più
efficiente, ma tecnologicamente più complesso.
TIPOLOGIE DI COLLETTORI
COLLETTORI A TUBI SOTTOVUOTO
Tecnologia CPC
Al fine di migliorare le prestazioni del sistema dei collettori a tubi sottovuoto, è stata sviluppata la
tecnologia CPC (compound parabolic concentration). Essa prevede il montaggio, sotto ciascun
tubo, di un laminato di materiale riflettente, di forma parabolica in grado di catturare e
convogliare l’irradiazione riflessa, sull’elemento captante. L’utilizzo di collettori a vuoto CPC
permette quindi di sfruttare l’ulteriore quota di radiazione che nei collettori a tubi viene persa nello
spazio che si crea fra i tubi stessi del collettore. A parità di area lorda del collettore, si riesce quindi
ad aumentare l’area della superficie captante migliorando di conseguenza l’energia prodotta a parità
di superficie occupata.
RENDIMENTO DEI COLLETTORI
Efficienza del collettore:
η = energia resa / energia solare incidente
Il rendimento di un collettore viene in genere determinato sperimentalmente e assume la seguente
espressione:
La capacità dei collettori di trasformare la radiazione solare incidente in calore è tanto più efficace
quanto più è:
maggiore la radiazione solare incidente
maggiore la temperatura esterna ed elevato il coefficiente di assorbimento della piastra metallica
efficace lo scambio termico piastra-fluido
isolato termicamente dall’esterno il processo.
a1 e a2 : coefficienti determinati sperimentalmente
G : radiazione solare globale sul piano dei collettori (W/m2)
Tm : temperatura media del fluido all’interno del pannello (°C)
Ta : temperatura dell’aria esterna, (°C)
RENDIMENTO DEI COLLETTORI
Interessante per le scelte progettuali è il confronto, in termini di rendimento, delle tecnologie fin qui
esposte.
Il collettore senza vetro presenta un rendimento elevatissimo quando la temperatura esterna è molto
alta - temperatura esterna prossima alla temperatura media del modulo - per poi cadere rapidamente
all'abbassarsi della temperatura esterna. Di contro, qualora sia necessario produrre acqua calda anche in
inverno, con temperature esterne molto basse - quindi in tutti quei casi in cui si voglia riscaldare gli
ambienti con il sole - la scelta del collettore a tubi sotto vuoto è praticamente obbligata.
POSIZIONAMENTO DEI COLLETTORI
La quantità di radiazione solare intercettata dipende dal sito, dalle caratteristiche climatiche locali e
dal posizionamento spaziale delle superfici captanti, definito dal- l’orientamento e dall’angolo
d’inclinazione rispetto all’orizzontale.
L’orientamento dei pannelli solari ha un’importanza fondamentale nella resa complessiva
dell’impianto.
L’inclinazione (α) di un pannello solare è pari
all’angolo tra il piano orizzontale e il piano del
pannello stesso
L’azimut superficiale (γ) (orientamento) di
un pannello solare è pari all’angolo tra la
proiezione orizzontale della normale al pannello
con la direzione Sud
POSIZIONAMENTO DEI COLLETTORI
L’inclinazione dei pannelli solari è determinata dalla latitudine del luogo, in quanto l’altezza del
Sole nel cielo varia a seconda del grado di latitudine: ad esempio nell’emisfero boreale quanto più ci si
allontana dall’Equatore, tanto più il percorso del Sole si svolge più in basso sull’orizzonte.
Alle nostre latitudini, l’inclinazione ottimale per avere il massimo rendimento solare da un pannello
durante tutto l’arco dell’anno è di circa 30-35°, con orientamento Sud.
Le figure mostrano i fattori di correzione per le diverse condizioni di orientamento e inclinazione alle
latitudini italiane.
Percentuale di sfruttamento dell’insolazione incidente
in funzione dell’inclinazione dei piani, valido in
Europa
Fattori di correzione per inclinazione e orientamento
POSIZIONAMENTO DEI COLLETTORI
Più in generale, però, a seconda delle caratteristiche climatiche del luogo e delle esigenze dell’utenza
servita, si può ottimizzare la produttività dell’impianto optando per altre inclinazioni dei pannelli.
Infatti, se ad esempio si vuole massimizzare la captazione solare durante la stagione invernale, è
necessaria un’inclinazione maggiore rispetto alla condizione ottimale in regime estivo, in quanto il
Sole si presenta più basso sull’orizzonte. La tabella sottostante mostra i possibili posizionamenti dei
pannelli solari in funzione delle finalità e specificità del progetto, in particolare per sistemi fotovoltaici:
Considerazioni sul posizionamento dei moduli in funzione delle specificità di progetto
(Aste N., “Aspetti tecnologici e prestazionali dell’integrazione del fotovoltaico nelle strutture architettoniche”,
Rapporto del Politecnico di Milano, Dicembre 2005)
DIMENSIONAMENTO SUPERFICIE CAPTANTE
DIMENSIONAMENTO SUPERFICIE CAPTANTE
In realtà il dimensionamento risulta più laborioso in quanto intervengono nella progettazione molte
variabili:
in primo luogo l’energia solare incidente e le condizioni climatiche esterne non rimangono
costanti in tutti i mesi dell’anno;
il fabbisogno termico può anche lui non restare costante per tutti i mesi dell’anno (anche per
sistemi atti alla produzione di ACS) e deve essere quindi valutato attentamente;
la percentuale d'integrazione offerta dall’impianto solare vista in una proiezione annuale e non
mensile determina l’economicità dell’impianto;
esistono infine vari ostacoli tecnici che limitano la possibilità di installare la superficie captante
richiesta.
Da quanto sopra si evince che per ottenere la giusta superficie captante bisogna tener conto di
diversi parametri che si modificano secondo le circostanze contingenti.
DIMENSIONAMENTO SUPERFICIE CAPTANTE
E’ molto importante dimensionare correttamente la superficie captante necessaria, per sfruttare al
massimo l’energia solare senza incorrere in costi proibitivi.
Anzitutto, non è consigliabile pretendere di soddisfare il fabbisogno delle utenze al 100% tutto
l’anno: se volessimo raggiungere l’autosufficienza anche a dicembre, negli altri mesi avremo
un’energia esuberante, che resterebbe inutilizzata, ed un impianto costoso e di difficile
ammortamento. Conviene invece coprire con l’impianto solare la gran parte del fabbisogno,
lasciando ad una fonte integrativa il compito di coprire le punte di carico nei mesi invernali o nelle
giornate di cattivo tempo.
1. SCEGLIERE UN MESE PER IL QUALE SI DESIDERA:
Fabbisogno medio mensile di ACS [kWh/mese] = Energia captata media mensile [kWh/mese]
2. SUPERFICIE CAPTANTE:
S’ [m2]= Fabbisogno medio mensile di ACS [kWh/mese]/Energia unitaria captata media mensile
[kWh/(m2*mese)]
3. NUMERO COLLETTORI
N=S’/Scollettore
DIMENSIONAMENTO SUPERFICIE CAPTANTE
4. VERIFICARE:
• Superficie disponibile e Superficie occupata dall’impianto
• Indicatori (fattore di integrazione e fattore di utilizzo)
• Analisi economica (tempo di ritorno)
• Stabilire quindi il NUMERO DI COLLETTORI da istallare: Ncol
5. SUPERFICIE CAPTANTE da istallare
S= Ncol*Scollettore
ENERGIA MENSILE CAPTATA E UTILIZZATA
Qmc.u. = min(Qm,FACS,m) [kWh / mese]
FATTORE DI INTEGRAZIONE ANNUO
Fint = (Qmc.u. / FACS,m) [%]
FATTORE DI UTILIZZO
Fut = (Qmc.u /Qm.) [%]
Fabbisogni di energia per la produzione ACS
L'energia termica Qw richiesta per riscaldare una quantità di acqua alla temperatura desiderata è:
𝑸𝒘 = 𝝆 ∙ 𝒄 ∙ 𝑽𝒘 ∙ 𝑻𝒆𝒓 − 𝑻𝟎 ∙ 𝑮𝒊 (Wh)
ρ è la massa volumica dell’acqua (kg/m3)
c è il calore specifico dell’acqua pari a 1.162 Wh/kg°C
Vw è il volume dell’acqua richiesta durante il periodo di calcolo (m3/G)
Ter è la temperatura di erogazione (°C)
T0 è la temperatura di ingresso dell’acqua fredda sanitaria (°C)
G è il numero di giorni del periodo di calcolo (G)
VOLUMI D’ACQUA RICHIESTI
I volumi di acqua calda sanitaria sono riferiti convenzionalmente ad una temperatura di erogazione
di 40 °C e ad una temperatura di ingresso di 15 °C. Il salto termico di riferimento ai fini del calcolo
del fabbisogno di energia termica utile è, quindi, di 25 °C. Il volume è dato da:
Vw= a *Nu (l/G)
a è il fabbisogno giornaliero specifico
Nu è il parametro che dipende dalla destinazione d'uso dell'edificio
Fabbisogni di energia per la produzione ACS
VOLUMI D’ACQUA RICHIESTI
- Destinazione d’uso abitazione:
Nel caso di abitazioni il valore Nu è il valore della superficie utile Su dell'abitazione, espressa in
metri quadrati.
Nu = superficie utile dell’abitazione (m2)
Fabbisogni di energia per la produzione ACS
VOLUMI D’ACQUA RICHIESTI
- Destinazione d’uso abitazione:
Nu = f(superficie utile dell’abitazione)
la Superficie utile è intesa come la superficie netta calpestabile dei locali riscaldati al netto di
tramezzi e muri esterni e comprensiva delle soglie delle porte e degli spazi al di sotto dei terminali
di emissione, così come evidenziato in rosso nelle immagini che seguono;
Fabbisogni di energia per la produzione ACS
VOLUMI D’ACQUA RICHIESTI
- Altre destinazioni d’uso:
Fonti Rinnovabili di Energia A.A. 2011-2012
Introduzione al SOLARE TERMICO
ing. Simona Bartocci e-mail: [email protected]