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Regione e Unioncamere in prima linea per sostenere le aggregazioni di imprese. Una grande opportunità per il nostro sistema economico e – allo stesso tempo – una strada obbligata per competere a livello globale Eccellenze in rete E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A Settori Celebrato a Ravenna il ritorno della chimica Imprese Mercato e legalità Questione di libertà Territori Un unico brand per le Terre di Romagna N° 10 2011 Opportunità Modena, il futuro parla hi-tech Focus Giovani e reti Esperienze a confronto

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Regione e Unioncamere in prima lineaper sostenere le aggregazioni di imprese.Una grande opportunitàper il nostro sistema economicoe – allo stesso tempo – una stradaobbligata per competere a livello globale

Eccellenzein rete

E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

SettoriCelebrato a Ravennail ritorno della chimica

ImpreseMercato e legalitàQuestione di libertà

TerritoriUn unico brand

per le Terredi Romagna

N° 102011

OpportunitàModena, il futuroparla hi-tech

FocusGiovani e reti

Esperienze a confronto

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Ècorretto parlare di tramontodel modello di sviluppo emilia-no-romagnolo che ha garanti-to un lungo percorso di cresci-

ta e benessere diffuso? Il terminemodello evoca l’immagine di unqualcosa di meccanico che, nel rispet-to di regole prefissate, si muove attra-verso automatismi. Poteva funziona-re in passato, quando i cambiamentiavvenivano gradualmente, quandoera sufficiente rivedere qualche rego-la per ripristinare l’equilibrio.Quello che è avvenuto – in Emilia-Romagna come nelle altre economieavanzate – è che gli automatismi sonodiventati le regole, si sono confusi gliobiettivi con i mezzi per raggiungerli.L’epicentro del cambiamento è la glo-balizzazione: da “intelligente”, checonsentiva il crescente, ordinatoscambio delle merci, si è trasformatain iperglobalizzazione, caratterizzatada una totale libertà di movimentodei capitali. L’esito è stato di propa-gare in molte economie mondialinon più investimenti e crescita, mapiuttosto instabilità, diseguaglianzae insicurezza.Se prima gli Stati nazionali avevanola capacità di incidere sulle traietto-rie dello sviluppo attraverso le pro-prie scelte, l’iperglobalizzazione hareso evidente la loro impotenza difronte alla natura globale dei merca-ti. È in questo contesto che va letta ladifficoltà. Sono saltati gli automati-smi, primo fra tutti il circolo virtuo-so tra rete economica e rete sociale.Da qui la polarizzazione. Da un lato,il consolidamento delle imprese lea-der e della rete di piccole imprese cheè riuscita a rimanere agganciata altraino delle aziende capo-filiera.Dall’altro, la maggioranza di esseche si è trovata spiazzata, senza lastruttura, e a volte senza le compe-tenze, per poter reagire ai cambia-menti. Imprese che in molti casi

scontano un eccesso di localismo, unrinserramento che le porta ad averepaura del non conosciuto e a percor-rere solamente strade già sperimen-tate, anche se senza via d’uscita.Sono in parte saltati i tanti equilibriche hanno fatto dell’Emilia-Roma-gna un’eccellenza europea. Nel pen-sare all’Emilia-Romagna che verrà, ilconcetto di equilibrio tra crescitaeconomica e coesione sociale variformulato su basi nuove, non piùcome uno status quo da mantenere oda ripristinare, ma da ricercare e darinnovare continuamente.Certo, in un’economia globale, pensa-re a un modello di sviluppo locale(regionale o provinciale) può sembrareanacronistico. Tuttavia, la globalizza-zione ci ha insegnatoche la competizione sigioca sempre di più trasistemi territoriali. Allo-ra, nonostante i marginidi manovra siano sem-pre più ridotti, siamotutti chiamati a concor-rere alla realizzazione diun territorio competiti-vo. Come farlo?Un recente lavoro del Centro studi diUnioncamere ha suddiviso le impresein funzione del loro andamento neltriennio 2007-2009, in particolare haindividuato un gruppo, circa il 14%del totale, che non solo ha “tenuto”,ma ha conseguito eccellenti risultatieconomici incrementando l’occupa-zione. Queste imprese basano le pro-prie scelte non su logiche dettate dallasemplice sopravvivenza ma, coerente-mente con una visione di medio-lungo periodo, prima di tutto investo-no nella struttura e nell’organizzazio-ne dell’azienda, con particolare atten-zione alla formazione e al benessere,inteso come soddisfazione, dei dipen-denti.In queste imprese virtuose il valore sirealizza restituendo significato atutto ciò che ruota attorno all’impre-sa: dall’azione dell’imprenditore aquella dei lavoratori, fino ai consu-matori finali. Questo modo di vede-re l’impresa evoca l’immagine diimpresa-comunità, fatta da personeche, attraverso il loro, lavoro assol-vono a una funzione e a una respon-sabilità sociale

GlobalizzazioneIstruzioni per l’uso

Equilibrio tra coesione e crescita, un traguardoda perseguire senza affidarsi agli “automatismi”

EDITORIALE

Molti “sopravvivono”.Ma altri riesconoa guardare oltre,e stanno ottenendorisultati eccellenti

diC

arlo

AlbertoRoncara

ti*

* PresidenteUnioncamere Emilia-Romagna

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SOMMARIO

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35 TURISMOTerminal Crociere,una scommessa vinta

36 INCHIESTATv, il businessva in onda

38 EVENTI“Next”, artigianinel terzo millennio

40 FORMAZIONELa sfida dell’impresaDifferenziarsi o “morire”

42 INNOVAZIONESimuLearn, formazioneper un’anestesia sicura

43 RICERCALa grande occasioneper due “fisici bestiali”

44 AMBIENTEUna nuova rivoluzione(eco)industriale

46 La “supersportiva”a impatto zero

48 OLTRE LA CRISILa rampante Turchiain soccorso di Fincuoghi

50 STORIEIma, da 50 annicolosso del packaging

52 AZIENDEStile da imperatorial Made Expo 2011

54 SPECIALEServizi per sostenerelavoro e business

59 FLASH EUROPA

1 EDITORIALEGlobalizzazioneIstruzioni per l’usoDI CARLO ALBERTO RONCARATI

4 IN BREVE

6 VANNO EVENGONO

8 PRIMO PIANOReti, “exit strategy”e volano di sviluppo

11 Contratti di reteper la competitività

14 FOCUSGiovani e retiEsperienze a confronto

16 OPPORTUNITÀPolitica di coesioneverso Europa 2020

18 Modena, il futuroparla hi-tech

22 In campo 45,5 milioniper gli “inventori”

24 IMPRESEMercato e legalitàQuestione di libertà

26 Fattura elettronicaRisparmi fino al 90%

28 SETTORICelebrato a Ravennail “ritorno” della chimica

QUADERNI&DOCUMENTIInnovazioneresponsabile

31 ENERGIAFotovoltaico? Meglioacquistarlo “in gruppo”

32 TERRITORIUn unico brandper le Terre di Romagna

34 Negli hotel romagnolispecialità “a km zero”

Anno XVII - n. 10 - 2011Fuori commercio

Direttore responsabileAndrea Zanlari

Coordinamento editorialeRoberto Franchini (vicedirettore)Ugo GirardiMorena Diazzi

Coordinamento redazionaleContesto Comunicazione srlBarbara GalzignaGiuseppe Sangiorgi

Segreteria di redazione

c/o Unioncamereviale Aldo Moro, 6240127 BolognaTel. 051-637.70.26Fax 051-637.70.50e.mail: [email protected]

Foto Voli società cooperativaVia Ciamician 4, 40127 Bologna

Progetto grafico e impaginazioneContesto Comunicazione S.r.l.via Zucconi, 9041100 ModenaTel. 059-34.63.18Fax 059-29.29.842e.mail: [email protected]

Concessionario per la pubblicitàFranco Pavoncellivia Rosaspina n. 540129 BolognaTel. 051-359933e-mail: [email protected]

StampaLabanti e NanniIndustrie graficheVia G. Di Vittorio, 5-7 -40056 Crespellano (Bologna)tel. 051-96.92.62 - fax 051-96.92.69e-mail: [email protected]

Autorizzazionedel Tribunale di Bolognan° 6285 del 27 aprile 1994

In copertinaFoto: Voli società cooperativa

Regione e Unioncamere in prima linea per sostenere le aggregazioni di imprese. Una grande opportunità per il nostro sistema economico e – allo stesso tempo – una strada obbligata per competere a livello globale

Eccellenze in rete

E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

SettoriCelebrato a Ravennail ritorno della chimica

ImpreseMercato e legalitàQuestione di libertà

TerritoriUn unico brand

per le Terre di Romagna

N° 102011

OpportunitàModena, il futuroparla hi-tech

FocusGiovani e reti

Esperienze a confronto

Mensile dell’Unione regionaledelle Camere di commerciodell’Emilia-Romagnae della Regione Emilia-Romagna

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Un partenariato bilateralerafforzato tra Emilia-Roma-

gna e Istria. I presidenti delle dueRegioni Vasco Errani e IvanJakovcic hanno firmato una“Dichiarazione di comunanza diintenti strategici sul tema dello svi-luppo territoriale sostenibile e inte-grato dell’area Adriatica”, con l’o-biettivo di creare le condizioni perintensificare la collaborazione inuna serie di settori: svilupposostenibile e socio-economico,

cultura e istruzione, trasporti elogistica, innovazione tecnologicae sviluppo integrato del turismosostenibile. La firma ha chiuso ilavori del seminario “Adriatic-Ionian Macroregion: a NewFramework for Cross-BorderCooperation”, incontro interna-zionale che la Regione Emilia-Romagna ha organizzato aBologna nell’ambito degli OpenDays 2011, voluti a Bruxelles dalComitato delle Regioni e dallaCommissione Ue. Partendo dallarelazione già avviata tra le dueRegioni e dal lavoro fatto all’inter-no del progetto dell’Euroregioneadriatica, il documento di comu-nanza di intenti favorirà lo scam-bio di informazioni e buone prati-che e permetterà a Emilia-Roma-gna e Istria di sperimentare formeinnovative di collaborazione enuovi modelli di governance percontribuire allo sviluppo sociale edeconomico dei rispettivi territori. Irisultati ottenuti potranno poiessere messi a disposizione deglialtri membri dell’Euroregione peruno sviluppo armonico dell’areadel bacino Adriatico.

4

TECNOLOGIAIL COLOSSO PUMASI AFFIDAA DATALOGIC

Il Gruppo bolognese Data-logic (lettori di codici abarre, mobile computer,sistemi a tecnologia Rfid evisione), attraverso la con-trollata Datalogic Mobile,ha concluso un accordocon Puma, la multinazio-nale dell’abbigliamentosportivo, per la fornitura dipalmari per la gestione delmagazzino di Salisburgo, inAustria, dove opera unafiliale dedicata a servire imercati dell’Europa dell’Est,

Africa e Medio Oriente.Puma ha deciso di utilizza-re i palmari Pda Datalogice in particolare l’Elf, pro-gettato per soddisfare irequisiti di tutte le applica-zioni tipiche della gestionedel magazzino. I Pda si col-legano oltre 100mila volteal giorno con tutte le sedidi Puma per segnalare imovimenti di merce e peraccedere al sistema infor-mativo.

LOGISTICACOESIAFA SHOPPINGIN SVEZIA

La bolognese Coesia, grup-po controllato da IsabellaSeragnoli, ha acquistato il100% della svedeseFlexLink Holding da AACCapital Partners. Assistitada Mediobanca, l’aziendaitaliana si è aggiudicata lasocietà che è attiva nellalogistica di fabbrica di altagamma, ha un fatturato2011 stimato in 175 milio-ni di euro ed è presente in26 Paesi, con oltre 800 col-laboratori

AGROALIMENTAREOSCAR GREENA CA’ LUMACOE CHIGI

Una sorta di “grande fra-tello” che entra nell’alleva-mento per seguire sulcomputer e sul telefonino,da qualsiasi parte delmondo, i maiali durante lacrescita, e produttori agri-coli che prendono in manotutta la filiera dei cereali,producendo la prima pastatutta da grano italiano.Sono due le aziendedell’Emilia-Romagna salitesul gradino più alto delpodio di due delle sette

sezioni dell’edizione 2011del concorso “OscarGreen”, il premio per l’in-novazione dei Giovani diColdiretti. L’azienda agri-cola Ca’ Lumaco di Ema-nuele Ferri di Montetorto-re di Zocca (Modena) havinto nella sezione “Stile e

Siglata l’intesa tra Emilia-Romagna e Istria

Errani e Jakovcic:“Interessi strategici comuni”

Nell’anno del centenario dell’illustre concittadino, ilComune di Forlimpopoli ha deciso di assegnare il Premio

Artusi a Oscar Farinetti, fondatore di Eataly. Il Premio Artusi èun omaggio a chi contribuisce, con il pensiero e l’azione, allariflessione sul cibo e dintorni, negli anni passati assegnato apersonaggi dello spessore di Wendell Berry (2008), SergeLatouche (2009), Don Luigi Ciotti (2010). A consegnare il rico-noscimento è stato Carlo Petrini, fondatore di Slow Food,mentre Farinetti, dal canto suo, ha annunciato l’apertura, nelpiù grande Eataly (16mila metri quadrati) che sorgerà a Romaa marzo, di un corner dedicato all’Artusi. Un angolo nel qualeci saranno le sue ricette, la sua storia, la sua cultura del cibo.

Il riconoscimento al fondatore di “Eataly”Premio Artusi a Farinetti

La kermesse bolognese dedi-cata al cioccolato artigianale

è entrata nei Guinness dei pri-mati con la tavoletta di cioccola-to più lunga del mondo: 15metri e 9 centimetri per 2 metrie 3 centimetri esposta in SalaBorsa. I protagonisti di questorecord realizzato grazie all’ap-porto di BF Servizi, organizzato-re del Cioccoshow, sono stati idue maestri cioccolatieri MircoDella Vecchia e GiuseppeSartoni. Il ricavato della venditadel cioccolato utilizzato per latavoletta è stato devoluto afavore delle popolazioni alluvio-nate della Liguria.

EventiCioccoshow,edizioneda Guinness

IN BREVE

Ivan Jakovcic e Vasco Errani

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MercatiRottaversol’estero

FormazioneIl “Viviani”agli studentipiù meritevoli

AFerrara Fiere si è svolta la 25aedizione dei Riconoscimenti

Francesco Viviani, indetti dallaCamera di commercio a ricordodell’insigne educatore scomparsonel 1945 a Buchenwald, dove erastato internato per le proprie idee.Sono stati premiati gli studentiche, nell’anno scolastico conclusoda pochi mesi, hanno conseguitola maturità con il massimo dei voti.In questa occasione sono stati 109i premiati: 65 ragazze e 44 ragaz-zi; 7 di loro hanno conseguito ildiploma in scuole fuori provincia,mentre l’Istituto con più alunnipremiati (24) è il stato il liceoscientifico Roiti di Ferrara.

cultura d’impresa” mentreil pastificio Ghigi di Mor-ciano di Romagna (Rimini)è stata selezionata per“Oltre la filiera”, dopoun’attenta selezione alivello nazionale.

CHIMICASOFTER SALVALA NYLCO E PUNTASUL MESSICO

Softer, leader nella produ-zione di leghe polimericheper l’industria, espande ilsuo raggio d’azione tantoin patria quanto all’estero.Attraverso Polymia srl,Softer ha infatti completatol’acquisizione della societàferrarese Nylco, storicaazienda italiana specializza-ta in resine poliestere ecopoliestere, da tempo indifficoltà. Una mossa stra-tegica per completare l’of-ferta ai mercati, garanten-

do al contempo i 24 addet-ti della Nylco, da tempo indifficoltà Per quantoriguarda l’estero, Softerguidata da Italo Carfagninibha iniziato i lavori diampliamento del suo stabi-limento aperto nel 2006 aSilao in Messico, cheattualmente serve il merca-to centro e nordamericanodella calzatura: un investi-mento da 5milioni di dolla-ri per allargare la gammadelle lavorazioni a un’ulte-

riore linea di tecnopolimerie accedere così a due nuovimercati in area Nafta, autoed elettrodomestico bian-co.

E-COMMERCESEDEPIACENTINAPER AMAZON

E’ stato inaugurato a CastelSan Giovanni, paese inprovincia di Piacenza aiconfini col pavese, il primoCentro di distribuzione ita-liano di Amazon, il colossodel commercio elettronicostatunitense di Seattle. Lasuperficie complessiva sarà

di circa 25mila metri qua-drati, pari a circa quattrocampi da calcio. Amazoncreerà centinaia di postilavoro full-time (sopratuttodestinati a donne) e altriimpieghi di natura stagio-nale. L’ apertura consentiràdi accorciare i tempi di spe-dizione in Italia. Il nuovoCentro di distribuzione ita-liano (uno dei 17 previstinel 2011 in tutto il mondo)va ad aggiungersi all’esi-stente network dei Centridi distribuzione presenti inRegno Unito, Francia eGermania, da cui i prodottivengono spediti in tutti iPaesi europei.

5

Con l’obiettivo di offrire alleimprese un supporto concreto e

personalizzato per lo sviluppo di unastrategia di internazionalizzazione, leCamere di commercio dell’Emilia-Romagna e Unioncamere regionalepromuovono la seconda edizione di“Temporary Export Manager”. Ilprogetto, della durata complessivadi sei mesi, mette a disposizionedelle aziende selezionate una risorsajunior/tirocinante inmarketing inter-nazionale, che opererà affiancatadal consulente senior “temporaryexport manager”, e dal funzionarioreferente per la Camera di commer-cio provinciale coinvolta. Il tempo-rary export manager metterà afuoco e realizzerà, in collaborazioneed accordo con il managementaziendale, il progetto di internazio-nalizzazione. Le modalità di parteci-pazione sarà presentata ad inizio2012 in due occasioni sempre alleore 16: martedì 17 gennaio allaCamera di commercio di Rimini, egiovedì 19 gennaio alla Camera dicommercio di Modena.dromo diMarzaglia.

Bruno Filetti, presidente della Camera di commercio diBologna e vicepresidente vicario di Unioncamere

Emilia-Romagna, ha ufficialmente consegnato a 30 impre-se bolognesi il diploma di iscrizione al Registro nazionaledelle imprese storiche, istituito per le celebrazioni dell’Unitàd’Italia (consultabile on line su www.unioncamere.gov.it)che costituisce una mappatura a livello nazionale delleimprese ultracentenarie, e un archivio vivo e aperto alleaziende che risulteranno avere le caratteristiche di impresastorica secondo i criteri di Unioncamere.Le trenta imprese bolognesi sono: Majani 1796 e Canetoli1850 (già premiate da Unioncamere nazionale tra le 150imprese storiche italiane), Libreria Nanni, FerramentaMoreschini, Ditta Antonio Parenti, Dott. Umberto Muggia,Ditta Giuseppe Menzani, Tappezzeria Marchesini, CoopCeramica Imola, Balestri Lorena, Nanni Aldo, Da Sandro alNavile, Marchioni Romano, Marchioni Elettrodomestici,Brighenti Ortopedia, Filatura Papi Fabio, Officine Garutti,Ferdinando Veronesi & Figli, Cooperativa Ortolani Cofri,Farmac Zabban, Giulio Veronesi, La Bottega del Macellaio,Farmacia Cooperativa, Benvenuti, Antica Locanda Alpina,Conti e Molinari, Fabbri 1905, F.G. Pasquini, RistoranteDonatello, Foto Ottica Pasquini.

Sul podio trenta aziendeinserite nel Registro nazionale

Bologna premia le sue impresestoriche a Palazzo Mercanzia

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ARTIGIANATO

CREDITO

Fabio Roversi Monaco, presidente della Fondazione Carisbo è entratonel board di Mediobanca.Luigi Odorici è stato nominato direttore generale della Banca Popolaredell’Emilia-Romagna, dove è coadiuvato da due vice, Eugenio Garavinie Fabrizio Togni già direttore generale della Banca Popolare di Ravenna.Adriano Maestri diventa da inizio 2012 responsabile della DirezioneRegionale Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Molise di IntesaSanpaolo in sostituzione di Giuseppe Feliziani che assume il ruolo diResponsabile della Direzione Crediti della Banca dei Territori. Cambiodella guardia per San Felice 1893 Banca Popolare: al presidenteGiuseppe Pivetti è succeduto il vice Pier Luigi Grana, in attesa dell’as-semblea dei soci nel 2012.

I camionisti si affidanoa Mengozzi

Marco Mengozzi, forlivese, èsubentrato alla guida della mag-giore associazione dell’autotra-sporto Cna-Fita Emilia Romagna,Cinzia Franchini eletta presidentenazionale di Cna-Fita.Tiziano Poggipollini è il nuovopresidente di ConfartigianatoAssimprese di Imola al posto diGian Carlo Calamelli che diventapresidente onorario. Marco Gen-nari, vicepresidente del Consar, èda qualche mese il nuovo coordi-natore del Comitato Unitariodell’autotrasporto della provinciadi Ravenna dove ha preso il postodi Egidio Cafaro.Il romagnolo Claudio Onofri èstato eletto presidente della sezio-ne Confezione del Sistema modaItalia.

Roversi Monaco nel board di Mediobanca. Bper sceglie Odorici

Marco Mengozzi

Cambi al vertice di ModenaFiereAlfonso Panzani, imprenditore del settore cerami-co, è stato eletto all'unanimità dall’assemblea deisoci alla presidenza di ModenaFiere dove è succe-duto a Luigi Verrini. Il nuovo cda è formato da cin-que membri: tre espressione di Bologna Fiere, che

detiene il 51% delle quote, e duedesignati dai soci del territorio(Comune di Modena, Camera diCommercio, Provincia e Promo).Si tratta di Vittorio Fini, GianluigiBaccolini e Paolo Fantuzzi (confer-mati), ed Ennio Cottafavi (nuovo).Il nuovo collegio sindacale è com-posto dal presidente DanieleVenturi e dai sindaci AlbertoMontanari e Giancarlo Banorri.

VANNO E VENGONO

Anci, dopo Chiamparinoil testimone va a DelrioL’Anci (l’associazione nazionale deiComuni d’Italia) ha eletto comenuovo presidente Graziano Delrio,sindaco di Reggio Emilia, succedutoa Sergio Chiamparino.Marcella Zappaterra, presidentedella Provincia di Ferrara, è statachiamata al vertice del Cal (Consigliodelle autonomie locali) della RegioneEmilia-Romagna. Succede a France-sco Giangrandi. L’ex assessore pro-vinciale Emanuela Giangrandi è statanominata presidente di Acer, Aziendacasa Emilia-Romagna per Ravenna.Team della Bassa Romagna si è tra-sformata da spa a srl con ammini-stratore unico Daniele Garelli. L’as-sociazione Collegio di Cina ha con-fermato presidente Roberto Grandi.

ENTI

Luigi Odorici

6

Tempo di nomineai vertici di Legacoop ERSu proposta del presidente PaoloCattabiani, la direzione di LegacoopEmilia-Romagna ha nominato quat-tro vicepresidenti con altrettante dele-ghe: Giancarlo Ciaroni vicario condelega per il Lavoro;Alberto Armuz-zi alla Legalità;Massimo Bongiovan-ni alla Ricerca, Università, Rapporticon il territorio;Mauro Lusetti all’or-ganizzazione dell’area Servizi allecooperative. Gianpietro Corbari è ilnuovo direttore generale di Granaro-lo. Cambio al vertice di CoopCostruzioni: ad Adriano Turrini, cheda giugno guida Coop Adriatica, èsucceduto come presidente LuigiPassuti. Riconfermato MarcoOrlandini, vicepresidente e direttorecon poteri di gestione operativa.

COOPERAZIONE

GrazianoDelrio

CAMERE

Unioncamere Emilia-RomagnaFiletti vicepresidente vicario

Bruno Filetti, presidente dellaCamera di commercio di Bologna,è stato nominato vicepresidentevicario dell’ Unione regionale delleCamere di commercio dell’ Emilia-Romagna accanto all’altro viceMaurizio Torreggiani, presidentedella Camera di Modena.Filetti, che è al vertice di Palazzodella Mercanzia dal 20 marzo

2008, giàmembro di Giunta dal 1999. È, tra l’altro,presidente di AGER Borsa Merci di Bologna e diBologna Congressi.

FIERE

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Il Gruppo Giovani ER chiama IasoniFerrari riconfermato a ModenaLa reggiana Giorgia Iasoni è il nuovo presidente delComitato regionale Giovani impren-ditori dell’Industria di ConfindustriaEmilia-Romagna. Accanto a lei, ivicepresidenti Claudio Bighinati(Ferrara); Alessandro Formica(Rimini), Gian Guido Riva (Bologna);Giusy Sassi (Parma). Iasoni succedea Giovanni Mistè ed entra a farparte, in qualità di vicepresidente,del Comitato di presidenza diConfindustria regionale. Nuovo pre-sidente anche nel GruppoGiovani diConfindustria Modena: Elena Saldasuccede a Davide Malagoli. Al suo fianco due vice:Marco Arletti e Giorgio Bellucci.La Giunta di Confindustria Modena ha propostoall’unanimità la riconferma del presidente PietroFerrari, la cui nomina sarà ratificata dall’ assembleaplenaria.Due bolognesi ai vertici nazionali: Francesco Bertoliniè entrato nella Giunta di Federchimica, aderente aConfindustria, mentre Massimo Cavazza è statoriconfermato tra i vice presidenti della Piccola indu-stria di Confindustria.Cambio al vertice di Assoprom, l’Associazione italia-na produttori e distributori articoli pubblicitari e pro-mozionali aderente a Confindustria Federvarie: il par-migianoMattia Riccò succede a Marco Busini.

ClaudioVaretto

Giorgia Iasoni

Roberto Bernardial “Convention Bureau”Convention Bureau della Riviera diRimini, la struttura che promuoveeventi e congressi, ha un nuovo pre-sidente: Roberto Bernardi, commer-cialista riminese, è stato chiamato araccogliere il testimone da MauroIoli. A comporre il cda anche SoniaAlvisi, Carlo Costa, Marco Maresi,Danilo Semprini, Massimo Vannuc-ci, Alessandro Formica e AntonioCarasso.Mirko Capuano (assessore al Turi-smo del Comune di Bertinoro) succe-de a Silverio Ventura come coordina-tore delle Città del Vino dell’Emilia-RomagnaNicola Scialfa è il nuovo presidentedi Federalberghi ConfcommercioRavenna in sostituzione di PietroMinghetti, che lascia dopo quattromandati.

TURISMO INDUSTRIALI

Confagricoltura Modena,al timone Eugenia BergamaschiEugenia Bergamaschi è il nuovo presidente di ConfagricolturaModena, dove succede ad Alberto Dallari Bondanini.Flavio Draghetti è stato chiamato a guidare la PartecipanzaAgraria di Cento.Il Consorzio degli Agriturismi della provincia di Ferrara ha elet-to come presidente Antonio Calzavara. Fausto Zermani, eGiovanni Tamburini, sono stati eletti vicepresidenti dell’Unioneregionale Bonifiche Emilia Romagna (Urber). DomenicoTurazza è il nuovo direttore del Consorzio di Bonificadell’Emilia Centrale. Antonio Sidoli è stato eletto vicepresidentenazionale dell’Impresa Familiare, in rappresentanza dell’UnioneAgricoltori. Il Gal Delta 2000 ha scelto come presidente LorenzoMarchesini, sindaco di Mesola e vice Mauro Conficoni, in rap-presentanza dei soci privati. Completano il cda Loris Braga(Coldiretti di Ferrara), Davide Duo, (Ascom Ferrara), e LiberoAsioli, rappresentante dei soci pubblici ravennati.

Il mondo della pubblicitàparla emiliano-romagnoloFederpubblicità, il sindacato deglioperatori della comunicazione edella pubblicità, ha eletto nuovopresidente regionale il carpigianoClaudio Varetto al posto del raven-nate Nevio Ronconi, chiamato alvertice nazionale. Varetto è ancheal secondo mandato quale presi-dente provinciale di Federpubbli-cità a Modena e membro dellagiunta nazionale.Pietro Maffezzoli, presidente diFnaarc Bologna, è stato recentemen-te nominato vicepresidente nellaGiunta nazionale della maggioreFederazione italiana di agenti dicommercio.

ENTI CAMERALI

Munari rimane in sellaall’agenzia per l’internazionalizzazioneUmberto Lonardoni è il nuovo direttore generale di Ifoa, il cen-tro di formazione delle Camere di commercio dove ha preso ilposto di Giuseppe Pezzarossi che è andato in pensione.Italy Empowering Agency, l’Agenzia Speciale per l’internaziona-lizzazione della Camera di commercio di Modena ha confermatopresidente Erio Luigi Munari ed i consiglieri Massimo Toschi eRoberto Vezzelli (membri della Giunta Camerale), Vanni Girotti(rappresentante settore agricoltura), Vanni Po (artigianato) eGiovanni Gorzanelli (industria). La novità è Ugo Girardi, segre-tario generale di Unioncamere ER, che affianca il segretario gene-rale della Camera di commercio di Modena Stefano Bellei arafforzare il protocollo d’intesa regionale in questo tipo di attività.Daniela Vannozzi e Massimo Regalli (confermati) MariaTeresa Mitidieri sono i revisori della Camera di commercio diPiacenza.

COMMERCIO

AGROALIMENTARE

7

RobertoBernardi

Erio LuigiMunari

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Una certezza rigorosamenteconfermata dai numeri: leimprese aggregate in retemostrano performance eco-

nomiche migliori del settore produt-tivo di appartenenza, sotto il profilodel fatturato, della redditività, degliinvestimenti, ma anche dei tempi dipagamento dei fornitori. Non solo:

con il biglietto da visitadella rete – consideratoun tratto distintivodalle banche, capace dineutralizzare gli effettinegativi della storicasottocapitalizzazionedelle aziende italiane –accedono con maggio-re facilità al credito.“Per questo – diceGiuseppe Schirone, di

Prometeia, l’associazione che elabo-ra previsioni sull’economia italianae internazionale – è necessario con-tinuare a sostenere questo fenome-no e, nella definizione degli incenti-vi, è opportuno selezionare quellimaggiormente performanti”.Reti di impresa come exit strategydalla crisi, dunque. E come volanoper lo sviluppo economico. Se ne èparlato il 28 ottobre scorso aBologna, una tappa del percorso diconfronto con le categorie economi-che avviato dalla Regione Emilia-Romagna per mettere a punto ilnuovo Programma triennale Atti-vità produttive 2012-2014. Unappuntamento al quale i vertici diviale Aldo Moro si sono presentaticon il bilancio del precedenteProgramma. Operazioni da grandinumeri. Sono stati infatti 240 i pro-getti di rete finanziati dalla Regionecon un contributo complessivo diquasi 24 milioni, per un investimen-to di oltre 50,4 milioni, che ha coin-volto 993 aziende.La parte del leone l’ha fatta il siste-ma produttivo bolognese, con 80

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Ben 240 i progettidi rete sostenuti

grazie al Programmaregionale, per 993aziende coinvolte

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Ronchetti Aggregazioni come risposta alla crisi, veicolo per ottenere credito, strumento di competitività

progetti di creazione di reti per uninvestimento di più di 17 milioni,sostenuto da un contributo pubbli-co pari a oltre 8,1 milioni. Il capo-luogo emiliano è stato tallonato daModena, con 46 progetti, per unvalore che sfiora i 9,4 milioni e unfinanziamento pari a più di 4,3milioni. All’ultimo posto le impresedel Riminese, con 7 progetti per unvalore di quasi 1,5 milioni. Perquanto riguarda le tipologie dei rag-gruppamenti, la maggioranza, vale adire il 36%, ha riguardato le consu-lenze specialistiche, seguite dall’or-ganizzazione del personale dipen-dente, dalle innovazioni hardware esoftware, dalle spese generali e dallaformazione del personale.Un trampolino di lancio verso una

maggiore competitività del qualehanno beneficiato prevalentementele piccole e medie imprese: ben il68% delle aziende che hanno otte-nuto l’accesso ai contributi contanofino a un massimo di 20 dipendenti,mentre è risicata (non sfiora nem-meno il 4%) la quota delle realtàimprenditoriali che hanno dagli 81addetti in su. A creare reti sono stateprevalentemente le imprese manifat-turiere (44,6%), seguite da aziendeche operano nel settore delle attivitàprofessionali, scientifiche e tecniche.Ma è stata buona anche la rispostadel sistema produttivo che operanell’ambito dei servizi e della comu-nicazione e di quello attivo nellecostruzioni. Risultati che hanno sal-damente collocato la regione al

Reti, “exit strategy”e volano di sviluppo

PRIMO PIANO

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primo posto in Italia: lungo la viaEmilia oggi si contano oltre unquinto delle reti di imprese presentinel Paese. Un primato che confer-ma come il sistema produttivoregionale creda nelle potenzialitàdelle aggregazioni, “un modo –prosegue Schirone – per favorire ladiffusione delle idee imprenditoria-li individuando strumenti di pene-trazione su nuovi mercati”.È anche attraverso le reti che lagalassia delle imprese, costituita in

larga parte da piccole e medieaziende, tenta di farsi largo sui mer-cati emergenti, a partire da quellidell’area Bricst. “Per un’impresa lacostituzione di una rete è unmomento di rottura – dice LuigiScarola, del centro di studi econo-mici Nomisma – la proietta versouna programmazione a medio elungo termine, grazie a un confron-to tra le aziende che aiuta ad allar-gare le prospettive”. Una sfidasoprattutto per le imprese di picco-

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L’INTERVISTA

“Per vincere la sfida della crescita econo-mica è necessario che le imprese, laddo-

ve possibile, si mettano in rete e trovinosinergie e risposte comuni per nuovi livelli dieconomia di scala”. A parlare è l’assessoreregionale alle Attività produttive dellaRegione, Gian Carlo Muzzarelli, che haavviato già a luglio il percorso di confrontocon le categorie economiche in vista delnuovo Programma triennale Attività produt-tive 2012-2014.Partiamo dal confronto con le parti sociali.È possibile tracciare un primo bilancio?“Il percorso sta procedendo secondo le atte-se, e anche meglio. I tanti appuntamenti chesi stanno svolgendo in queste settimanesono molto partecipati, e al di là del datodelle presenze, che pure è importante econforta sulla bontà del metodo partecipati-vo, quello che conta è che stanno emergen-do idee, opinioni, consigli che si stanno rive-lando utili nella redazione del nuovoProgramma triennale. Finanza, marketing,mercati esteri, relazioni industriali, ricerca eprofessioni, filiere produttive, infrastrutture,semplificazione, servizi alle imprese: i temisul tappeto sono tanti, e l’obiettivo è quellodi imprimere una svolta decisa all’economiaregionale, nella direzione che abbiamo scel-to. E la direzione è quella del sapere, delMade in Italy e della green economy”.Cosa prevede la tabella di marcia?“L’ultimo appuntamento si terrà a metàdicembre, e sarà dedicato alle relazioni indu-striali nel nuovo scenario economico. Nei

primi mesi del 2012 approveremo in Giuntail programma, che sarà infine sottoposto alvoto dell’Assemblea legislativa”.Parliamo di reti di impresa. L’Emilia-Romagna ha il primato, con oltre un quintodelle aggregazioni presenti in Italia. Il recu-pero in atto, grazie in prevalenza al rilanciodell’export, riguarda prevalentemente leaziende di medie e grandi dimensioni. Lereti possono costituire una ‘exit strategy’dalla crisi anche per le piccole imprese?“L’economia è ancora debole, e la situazionedel Paese non ci aiuta di certo. In questi gior-ni, si è dimesso Berlusconi e il nuovo presi-dente incaricato è il prof. Mario Monti.Dopo il disastro di questi anni, Monti ha uncompito delicato: gode di grande fiducia estima nel nostro Paese e in Europa. Speriamodi potere finalmente avere un esecutivocapace e autorevole, in grado di rimettere inmoto l’economia, che ha vissuto giornatedrammatiche negli scorsi giorni. Per noi, perriuscire nella sfida, è un passo fondamentaleche le imprese, laddove possibile, si mettanoin rete e trovino sinergie e risposte comuniper nuovi livelli di economia di scala. Leimprese piccole e piccolissime, così diffusenel nostro territorio, non possono fare tuttoda sole, e certo non riescono a permettersi alloro interno centri di ricerca”.Le reti di impresa costituiscono quindi unaspinta all’innovazione...“La costituzione di reti d’impresa favorisce ladiffusione su larga scala delle tecnologiedella comunicazione e dell’informazione, del

know how, e rende più agevole la possibilitàdi affrontare i nuovi mercati e un salto qua-litativo del sistema nel suo complesso. Perquesto, abbiamo attivato bandi dedicati adimprese che si mettono in rete per circa 25milioni di euro nel 2010, mentre per l’annoin corso abbiamo appena chiuso un bandoper le emittenti radiotelevisive – 1,8 milionidi euro, che impegneremo entro fine anno –e un bando per l’innovazione tecnologica-reti, la cui graduatoria è ancora in fase istrut-toria”.I tagli ai trasferimenti dallo Stato, a partiredall’azzeramento del Fondo nazionale per lepiccole imprese, in che modo condizione-ranno le politiche della Regione?“L’attuale situazione economica impone unanuova verifica del quadro complessivo, emolto dipenderà anche dalle dinamiche chesarannomesse inmoto dallamanovra nazio-nale della legge di stabilità. Dobbiamo veri-ficare cosa succederà con gli ammortizzatorisociali, senza i quali non è possibile ragiona-re su nessuna azione politica. Ma vogliamorafforzare i nostri assi di intervento nell’otti-ca della crescita economica, mantenendo gliimpegni assunti quest’anno per sostenerel’internazionalizzazione, l’innovazione, laricerca e lo sviluppo e per facilitare l’accessoal credito, che costituisce una priorità.Dobbiamo ricostruire un patto con le bancheper sostenere gli investimenti e rafforzare iconsorzi fidi. Contemporaneamente, dob-biamo trovare fondi per sviluppare le ideenate dentro i tecnopoli”

Gian Carlo Muzzarelli assessore regionale alle Attività produttive

“Insieme per imprimere una svolta decisivaall’economia regionale”

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le dimensioni, che solo attraverso lacostituzione di aggregazioni posso-no ampliare gli orizzonti delleesportazioni, oggi limitati in massi-ma parte entro i 3mila chilometridall’Italia, mentre i mercati piùdinamici, quelli che assistono a unosviluppo della domanda interna chesembra inarrestabile, si trovano auna distanza almeno doppia.

E se piccolo non è sempre bello,come fanno notare gli economisti,restano molti luoghi comuni da sfa-tare, “come quello – osservanoancora i responsabili di Prometeia –in base al quale le reti sono unanovità: non è vero e basti pensare aidistretti industriali, esperienze che,seppur datate, non possono certoconsiderarsi superate”. L’80% delfatturato del sistema produttivo,hanno spiegato gli studiosi presential convegno, è generato da contrat-ti con altre imprese. E se le reti finoad ora hanno interessato in massi-ma parte le aziende che compongo-no un’unica filiera, si profila lascommessa della trasversalità – conaggregazioni che riguardano impre-se che operano in settori diversi –una condizione che può dare unnuovo slancio competitivo sul mer-cato globale.Se l’innovazione tecnologica e gliinvestimenti in ricerca e svilupporestano la strada maestra per la cre-scita economica, le reti consentonoalle piccole imprese di agganciarenuovi mercati in uno scenario carat-terizzato dalla stagnazione delladomanda domestica e da un rilan-cio delle esportazioni che, fino aquesto momento, ha premiato pre-valentemente le imprese di medie e

grandi dimensioni. L’inversione dirotta, rispetto agli anni bui dellarecessione che due anni fa ha fattocrollare i fatturati, è infatti iniziata.Ma, prevedibilmente, non per tutti.E le aggregazioni rappresentanouna ciambella di salvataggio per ilrecupero della produttività persa inpiena recessione.Oggi, lungo la via Emilia, si conta-no raggruppamenti di ampie dimen-sioni (fino a 157 imprese) ma anchereti che coinvolgono poche aziende.Molta strada rimane ancora ancorada fare, dato che resta marginale lapercentuale di imprese che hannopuntato sulle aggregazioni per spin-gere con maggior forza sulle brevet-tazioni – un jolly per irrobustirsiattraverso l’innovazione – o perabbattere spese come quelle notari-li, assicurative e bancarie.Largo alle reti d’imprese, dunque, eanche, in prospettiva, alle reti diRegioni. Questa infatti la propostaemersa durante la giornata di con-fronto promossa dai vertici di vialeAldo Moro. L’idea? Un “consorziotra le Regioni” per realizzare una“dorsale tecnologica che sfruttitutte le potenzialità della bandalarga e della ‘internet economy’,che ad oggi rappresenta già il 2%del Pil nazionale”

PRIMO PIANO

Approfondimenti e Workshop

12 dicembre Professionisti & servizi per il sistema produttivo regionale

13 dicembre Il ruolo degli Ordini professionali nel nuovo sistema degli appaltipubblici (a cura degli Ordini regionali degli ingegneri e degli architetti)

15 dicembre Giovani, nuove imprese, nuove industrieL’economia della creativitàLe nuove imprese hi-tech

21 dicembre Rapporto Unioncamere 2011 e internazionalizzazione

PROGRAMMA EVENTI

2011Info e aggiornamenti http://imprese.regione.emilia-romagna.it/

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Sono già sette i contratti depositati nelRegistro delle imprese della Camera di

commercio di Ferrara. L’obiettivo di mettereinsieme strategie, abbattere i costi e di presen-tarsi a clienti e fornitori con un volto e unaforza comune, viene incentivato dall’ente diLargo Castello attraverso un nuovo bando chemette a disposizione 110mila euro per la costi-tuzione e lo sviluppo di reti e/o aggregazionitra imprese.“I vantaggi che l’essere piccoli comporta, inte-si come flessibilità, specializzazione, velocità nelrispondere ai cambiamenti del mercato, qualitànei rapporti aziendali, creatività hanno fattocrescere il nostro sistema produttivo – afferma

Mauro Giannattasio, segretario generale dellaCamera estense – ma oggi rischiano di diven-tare frecce spuntate in mancanza di dimensioniaziendali adeguate alle nuove sfide competitivee alla necessità di presenza sui mercati più lon-tani e promettenti”. Da qui dunque la scelta distimolare la creazione di reti di impresa.Dal 30 gennaio 2012, potranno presentaredomanda per accedere ai contributi camerali leimprese della provincia di Ferrara che, in unnumero minimo di tre, si costituiscono in rag-gruppamenti attraverso il “contratto di rete”. Ilbando presenta due valori aggiunti: il supportodella Provincia e la sinergia con le associazionidi categoria, secondo un’unità di intenti.

Il bando prevede come investimenti finanziabilidiverse tipologie di costi finalizzati alla realizza-zione della rete: spese notarili sostenute per laformalizzazione del contratto; per la redazionedel programma di rete e per l’asseverazione;per l’acquisizione di brevetti e diritti di licenzastrumentali; per l’ideazione e la promozione delmarchio; per l’acquisto di hardware e disoftware necessari alla costituzione e funziona-mento operativo; di progettazione, riconosciu-te nella misura forfettaria massima del 15%,dei costi complessivamente sostenuti. L’entitàdel contributo è pari al 50% dell’investimento,al netto di Iva, fino all’importo massimo di10mila euro

e accesso al credito in un momentodi grande difficoltà”.Il contratto di rete rappresenta unatipologia negoziale tra realtàimprenditoriali con comunione discopo. Non crea un nuovo soggettodi diritto né una nuova e distintaattività giuridica: la singola aziendamantiene la sua identità.La rete di imprese portaa economie di scala e dispecializzazione: la sin-gola azienda che ne faparte può otteneremigliori risultati in ter-mini di esportazione,innovazione e competi-tività grazie all’incrocioe allo scambio di com-

Aggregarsi per “lavorare inrete”: una scelta strategica,specie per le piccole e medieimprese, per superare le dif-

ficoltà strutturali legate alla dimen-sione e competere più efficacementesui mercati in un contesto economi-co globalizzato in continua evolu-zione. La rete di impresa è unmodello imprenditoriale innovati-vo, tagliato su misura per il sistemaproduttivo italiano, perché si pro-pone di superare il “nanismo” e laframmentarietà che lo contraddi-stinguono, con un’ottica di medioperiodo e con solide basi tecniche,finanziarie, organizzative, di pro-cesso e giuridiche.È uno strumento nuovo, flessibile,che non sostituisce ma si affianca aquelli finora utilizzati allo scopo(raggruppamenti temporanei diimpresa, Ati per appalti joint ventu-re, consorzi). Costituisce un’alter-

Un nuovo modello di aggregazione fra imprese per affrontare la globalizzazione dei mercati

Contratti di reteper la competitività d

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nativa per quelle aziende che voglio-no aumentare la loro forza mante-nendo l’autonomia, senza dar vita auna fusione o ricadere sotto il con-trollo di un unico soggetto.A inizio novembre, nell’ultima foto-grafia scattata da InfoCamere, inItalia, sono quasi 200 i contratti direte depositati presso il RegistroImprese delle Camere di commer-cio, distribuiti su 19 regioni ed 84province. Sfiora il migliaio il nume-ro di aziende coinvolte.La strada sembra dunque avviata.“È un risultato importante raggiun-to con anticipo rispetto alle previ-sioni – sottolinea Aldo Bonomi,vicepresidente di Confindustria condelega alle politiche territoriali edistretti industriali – perché la reteha reali punti di forza che permetto-no alle imprese di ottenere vantaggieconomici notevoli in termini diinnovazione, internazionalizzazione

A inizio novembre,quasi 200i contratti di retedepositati pressoil Registro Imprese

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Sette contratti già depositati, e al via un nuovo bandoFerrara scalda i motori

IL FOCUS

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petenze e conoscenze che vengonomesse a fattor comune. In questomodo, cresce in efficienza e amplia ilproprio mercato, ottimizza i costiinterni ed esterni. Accresce le possi-bilità di ottenere contributi pubblici,può migliorare il rating e avere unrapporto più favorevole con ilmondo del credito in termini diaccesso, tassi di interesse, garanzie ederogazioni. Inoltre, può accedere adagevolazioni fiscali come, ad esem-pio, la sospensione di imposta per laquota degli utili di esercizio destinataal fondo patrimoniale comune nelcaso in cui il programma di retevenga asseverato da un organismoriconosciuto dall’Agenzia delleEntrate.“Stare in rete – evidenzia il presi-dente di Unioncamere Emilia-Romagna, Carlo Alberto Roncarati– permette di catturare specializza-zioni e competenze laddove essesono, all’occorrenza pure al di làdel territorio di origine o del setto-re di appartenenza della singolapiccola impresa. Rappresenta, dun-que, una modalità per fare innova-zione e per utilizzarne gli esiti suscala dimensionale allargata conchiare ricadute in termini di mag-giore efficienza e competitività”. InEmilia-Romagna, risultano regi-strati 26 contratti di rete che inte-

ressano oltre 130 imprese. Bolognae Modena sono tra i territori piùattivi. “Il contratto di rete – notaUgo Girardi, segretario generale diUnioncamere Emilia-Romagna – èuna soluzione valida, poiché con-sente a ogni impresa di conseguireuna dimensione maggiormentecompetitiva senza perdere gradi diautonomia nella propria attività edi godere di una serie di vantaggilogistici, di know how, conciliandola flessibilità tipica delle pmi con ilpotere contrattuale, la credibilitàcommerciale e finanziaria di unamedia o grande azienda”.Le piccole e medie imprese che scel-gono di partecipare a una rete pos-sono costituire e dare vita a colla-borazioni tecnologiche e commer-ciali, con aziende della stessa filieraproduttiva, al fine di acquisire mag-giore forza contrattuale, agevola-zioni amministrative, finanziarie eper ricerca e sviluppo.“Confindustria ha investito svilup-pando un format ed un servizio diassistenza e consulenza alle imprese –sottolinea Mariacristina Gherpelli,presidente regionale della PiccolaIndustria di Confindustria. Si trattadi un cambiamento non da poco,perché non è facile per le aziendemettere a disposizione informazionie condividere modus operandi. Però

PRIMO PIANO

Norme e obiettivi del nuovo strumentoCos’è, come funziona

LA SCHEDA

Introdotto dalla legge n. 33/2009, successiva-mente modificato con la legge n.122/2010, ilcontratto di rete è uno strumento di aggregazio-ne agile e flessibile, con cui due o più imprese siobbligano a esercitare in comune attività econo-miche, allo scopo di accrescere la reciproca capa-cità innovativa e la competitività sul mercato.Il contratto è redatto per atto pubblico o perscrittura privata autenticata, e deve indicare: gliobiettivi strategici e le attività comuni poste abase della rete; gli obiettivi di innovazione ecompetitività; la durata, le modalità di adesionedi altre imprese e le ipotesi di recesso; un pro-gramma di rete, con l’enunciazione dei diritti edegli obblighi assunti da ciascuna impresa parte-cipante e le modalità di realizzazione dello scopocomune, l’eventuale fondo patrimoniale e le sueregole, il soggetto responsabile dell’esecuzionedel contratto; le procedure decisionali delleimprese partecipanti.La legge prevede a favore delle reti di impresavantaggi fiscali, amministrativi e finanziari, non-ché la possibilità di stipulare convenzioni conl’Abi (Associazione bancaria italiana) per unmiglior accesso al credito. Possono essere di tretipi: orizzontali, quando prevedono un ruoloparitetico tra le aziende; verticali, quando unaassume il ruolo di nodo gestionale e decisionalesulle attività comuni e di rappresentanza versoistituzioni e mercati; miste, se si tratta di rag-gruppamenti policentrici che variano a secondadelle condizioni di mercato.“Le reti di impresa sono l’evoluzione del distret-to in un’economia globalizzata – sottolinea LucaD’Alvia di RetImpresa Confindustria – permetto-no di andare oltre il localismo distrettuale, fino adacquisire una dimensione ultraregionale. Il con-tratto di rete ha ‘nel cuore’ un programmaimprenditoriale e una progettualità che dà vita auna ricerca collaborativa delle imprese stimolatead aggregazioni stabili per competere”

Il ciclo di seminari è stato organizzatonell’ambito dell’Accordo di programma

tra il ministero dello Sviluppo economicoe Unioncamere nazionale e sulla base

del Protocollo stipulato da Unioncameree RetImpresa del sistema Confindustria

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le reti di impresa presentano unaserie di benefici che vanno portatiall’attenzione degli imprenditori.Questo è il nostro compito”.Anche Cna Emilia-Romagna sotto-linea la flessibilità di uso del con-tratto di rete. “E’ una opportunitàche si aggiunge ad una tastiera dielementi – sottolinea Roberto Cen-tazzo responsabile ricerca e svilup-po di Cna regionale – Va vista in uncontesto dinamico, come una buonapalestra per sperimentare forme direlazione e aggregazione che possonomutare ed evolvere”

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LA STRATEGIA

Èiniziato da Bologna e si è concluso a Ferrara, con appunta-menti anche in tutti gli altri capoluoghi della regione, il ciclo

di seminari territoriali dal titolo “Crescere e competere con il con-tratto di rete: creare valore attraverso economie di scala e di spe-cializzazione”. L’iniziativa, organizzata dalle Camere di commer-cio dell’Emilia-Romagna e dall’Unione regionale, ha coinvoltoquasi 600 partecipanti tra imprenditori, rappresentanti di associa-zioni di categoria, liberi professionisti, pubblica amministrazione.Nelle nove tappe del ciclo sono state fornite indicazioni sulleopportunità e sui vantaggi offerti dal contratto di rete, della nor-mativa che lo regola e delle agevolazioni per l’accesso al credito.Una sorta di utile “cassetta degli attrezzi” per le imprese a cuisono state messe a disposizione specifiche “istruzioni per l’uso”,grazie all’opuscolo realizzato da Universitas Mercatorum,l’Università telematica delle Camere di commercio.Nel corso degli incontri sono state approfondite le prospettive diintervento e di applicazione dei contratti di rete in Emilia-Romagna che, insieme alla Toscana, è il contesto regionale doveviene maggiormente utilizzato dalle imprese. “Questo ancheperché – commenta il segretario di Unioncamere, Ugo Girardi –la Regione Emilia-Romagna non ha puntato a varare provvedi-menti normativi che avrebbero rischiato di irrigidire lo strumento,aggiungendosi al quadro normativo statale, ma ha promosso condei bandi specifici anche tale modalità di aggregazione di impre-se su un progetto comune”.Il progetto camerale prevede anche un percorso di consulenza edi assistenza personalizzato per la creazione di nuovi contratti direte, individuati sulla base dei fabbisogni delle imprese, e un’ana-lisi di quelli già sottoscritti. “In Emilia-Romagna – conclude il pre-

sidente Carlo Alberto Roncarati – i contratti di rete operativi sonogià diversi e li stiamo seguendo con una specifica indagine, al finedi contribuire, insieme alle associazioni di rappresentanza delleimprese, a una loro crescita rapida e a un tempo equilibrata neidiversi settori di attività”.Oltre a informazioni riferite a temi generali sulle retid’impresa e ai contratti di rete (cosa sono, come si fannoe quali sono i vantaggi), nel corso degli incontri nellesedi camerali sono stati esposti casi di successo di retid’imprese. L’applicazione del contratto di rete nella filie-ra agroalimentare ha suscitato interesse a Bologna, doveil presidente di Confagricoltura regionale, GuglielmoGaragnani, ne ha messo in evidenza “la flessibilità dirapporti che finora mancava e la possibilità di integrarei progetti di filiera promossi dalla Regione”. Il tema èstato poi approfondito a Parma con il caso aziendaledella rete “Antiche Cantine”: il prosciuttificio Devodier,insieme a un’altra azienda di settore e a una di consulenza dimarketing, hanno avviato un progetto per esportare il prodottogià affettato in vaschette con una tecnica innovativa che mantie-ne la freschezza, sui mercati del Nord Europa. A Ravenna un casodel settore ict e, a Forlì, la rete Step che si occupa di sviluppare uncassonetto tecnologico per i rifiuti a tutela dell’ambiente. ARimini, è stata presentata Arcipelago, la prima rete del turismo edel mare, che integra e aggrega l’offerta turistica in un’unica piat-taforma con la possibilità di offrire pacchetti unici volti a offrire alcliente un servizio completo, e la novità di una carta prepagata,attraverso la quale attuare politiche di fidelizzazione del cliente.Nel 2012 un nuovo programma, in continuità, prevede eventiformativi di carattere tecnico per gli stakeholders locali, già incalendario a: Ravenna (18 gennaio), Modena (19 gennaio),Rimini (23 gennaio), Forlì-Cesena (24 gennaio), Piacenza (30gennaio), Parma (1 febbraio), Ferrara (2 febbraio), Reggio Emilia(7 febbraio)

Quasi 600 presenze al ciclo di seminari organizzato da Unioncamere“Crescere e competere con il contratto di rete”

Maria Cristina Gherpelli,presidente della Piccola Industriadi Confindustria,Sotto, Guglielmo Garagnanipresidente di Confagricoltura regionale

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“Giovani e reti – Esperienze aconfronto”: questo il titolodell’incontro che ha aperto laseconda giornata della settima

edizione di Matching, la manifesta-zione b2b che, dal 21 al 23 novem-bre, ha richiamato a Milano Fiereoltre 2.400 aziende provenienti da 40Paesi. “Un titolo che nell’immagina-

rio collettivo – ha osser-vato Luca Castagnetti,esecutivo nazionale dellaCompagnia delle Operee moderatore dell’incon-tro – richiama allamente i social networkquale canale privilegiatodi incontro tra i giovani.Qui invece il ‘matching’,la grande rete, assumeun significato particola-

re, quello di strumento per il futurodei giovani, per sostenere il lavorointeso come liberazione del lorotalento e della loro creatività”.E sono proprio le Regioni, ha osser-vato Castagnetti, a poter offrire uncontributo positivo per lo sviluppodelle reti d’impresa, dell’occupabilità

e dell’autoimprenditorialità dei gio-vani. Presente con un proprio standin fiera, per far conoscere ai visitato-ri tutte le opportunità che la Regioneoffre per il pianeta “giovani-impre-sa”, l’Emilia-Romagna partecipa aMatching con l’obiettivo preciso diriempire di contenuti quello spiritodi “coesione nazionale” che l’aggra-varsi della crisi finanziaria ha resonon più un’eventuale “scelta virtuo-sa”, ma una necessità urgente,improrogabile. “Il ragionamento chestiamo facendo in Emilia-Romagna– ha osservato l’assessore regionalealle Attività produttive Gian CarloMuzzarelli, intervenendo all’incontro– parte dalla necessità di restituirefiducia, ricollocare l’Emilia-Roma-gna e l’Italia nella sua dimensioneeuropea, riallacciare relazioni fun-zionali a una crescita sostenibile,intelligente, inclusiva. Questo – hasottolineato Muzzarelli – è quantol’Europa ci chiede, e questo è ilprimomessaggio che dobbiamo dareai giovani”.Dovere morale – investire sui giovani– ma anche strumento, “grimaldello

per affrontare la crisi”.Questo ilmes-saggio lanciato a Matching 2011 daMaria Luisa Coppola, assessoreall’Economia e Sviluppo, Ricerca eInnovazione della Regione Veneto. “Igiovani – osserva – hanno una natu-rale propensione a fare rete: comeRegione Veneto abbiamo puntato inparticolare sui giovani grazie a stru-menti consolidati, come il fondo dirotazione, e strumenti nuovi, come ilfondo di ingegneria finanziaria perinvestimenti in capitale di rischio e lanuova legge regionale sui distretti esulle reti d’impresa che, accanto aidistretti storici, individua nuove filie-re e reti innovative. E, a breve, mette-remo a punto voucher per offrire alleimprese la nuova figura del tempo-rary manager”.Così, esperienze politiche diverse,logiche un tempo “di parte”, cedonoil passo – nei fatti – alle azioni asostegno dell’impresa, della giovaneimpresa, delle reti tra imprese e dellecollaborazioni tra queste reti e ilsistema dell’università e della ricerca.Questo il dato più importante emer-so dall’incontro “Giovani e reti –Esperienze a confronto”, per untema, quello della coesione, del lavo-ro, dei giovani, “che si misura suifatti concreti – ha aggiunto il terzoprotagonista del dibattito, AntonioTilocca, presidente di Sfirs, la SocietàFinanziaria “inhouse” della RegioneSardegna che sta operando al fiancodella piccola e piccolissima impresasarda per offrire risposte su tutti ifronti: dal microcredito – con unfondo da 50 milioni di euro, “il piùgrande d’Europa, nonostante ilnostro Pil modesto rispetto ad altreRegioni” – ai fondi di garanzia diret-ta o indiretta (238 milioni), alla crea-zione imminente di un fondo “pre-crisi” per aiutare le imprese in diffi-coltà a risollevarsi. Le reti? Secondoil numero uno della Finanziariasarda devono diventare quasi un

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Emilia-Romagna,Veneto e Sardegna.Ospite d’eccezione,

Giuseppe Tripoli,alias “Mister pmi”

FOCUS

Regione a Matching 2011, la fiera milanese b2b con oltre 2.400 aziende da 40 Paesi

Giovani e retiEsperienze a confronto

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“obbligo”, un vincolo per accedere alcontributo pubblico, in un momentoin cui la finanza pubblica – tutta –deve fare i conti con risorse ridotteall’osso, e quindi focalizzarsi su obiet-tivi e priorità precise.Un appello subito raccolto dal quartoprotagonista del dibattito, GiuseppeTripoli, alias “Mister pmi”, quellafigura individuata dal ministero delloSviluppo economico per affrontare lepeculiari problematiche del mondodella piccola e media impresa, cherappresenta peraltro la stragrandemaggioranza, in termini di addetti e divalore della produzione, del “sistemaItalia”. “Siamo in una situazione ditempesta – ha ammesso Tripoli – e laspesa pubblica, in questa fase, nonpuò che tendere a zero. Oggi le reti diimprese sono la risposta migliore pos-sibile alla crisi, poiché mettono incondizione una piccola impresa dimuoversi con le proprie gambe anchein mare aperto. Per questo abbiamopromosso i ‘contratti di rete’, chehanno già visto la nascita di 200 retiper oltre 1.000 imprese collegate”. Lalogica? “Mettersi in rete come risorsaper competere meglio, non come vei-colo per accedere a incentivi pubblicicomunque limitati o sottodimensio-nati”.Reti come opportunità, reti come gri-maldello, addirittura come “condi-zione” per parlare con il pubblico.Queste le posizioni emerse dall’in-contro, con l’Emilia-Romagna chedimostra ancora una volta di farsitrovare pronta all’appuntamento conil cambiamento: “Da tremesi – osser-va Muzzarelli – abbiamo cominciatoun percorso partecipato che porteràalla redazione del nuovo Programmatriennale Attività produttive. Il 30novembre viene siglato il Patto per lacrescita sostenibile, intelligente einclusiva, che prosegue idealmente ilPatto per attraversare la crisi”. Unimpianto strategico che si traduce,

nella pratica, in azioni di sostegnoalle nuove imprese, come il bandoaperto a luglio che vede già 130domande presentate, o ancora ilbando Innovazione-Reti che in unsolo mese ha raccolto più di 1.500adesioni: “Segno – insiste il titolaredelle Attività produttive – che lavoglia di investire c’è. E anche lavoglia da parte dei giovani di metter-si in gioco, di fare impresa, di contri-buire alla creazione di lavoro stabilein una logica che nulla ha a che farecon la progressiva precarizzazionedel lavoro”.Cultura delle reti come fatto di buon-senso, visto che, osserva Muzzarelli,“il 65% delle nostre imprese staandando molto bene, a fronte di un35% che arranca, e noi abbiamo ildovere di stare al fianco di entrambi,sostenere i più bravi e recuperare allostesso tempo le imprese in difficoltà,perché, per usare una metafora cicli-stica, il gruppo unito corre più velo-ce”. Cultura delle reti come stru-mento per mettere in campo politi-che di internazionalizzazione effica-ci, “allearsi qui per competere altro-ve”. Un percorso che, nella logicadella Regione, non può prescindereda un confronto serrato con il mondobancario – dopo l’attivazione diimportanti strumenti di garanziacome i 50 milioni di euro assegnati intre anni ai Consorzi fidi – affinché la

finanza, tutta, torni a fare il propriomestiere di strumento al servizio del-l’impresa.Un percorso, infine, che deve accom-pagnarsi a un’azione decisa di soste-gno all’occupabilità e all’autoimpren-ditorialità dei giovani, come rispostaconcreta alla “domanda di opportu-nità” che emerge dalla società emilia-no-romagnola e italiana nel suo com-plesso. Un modo, in altre parole, perdare un “calcio allo spread”, terminetristemente noto che significa, conclu-de Muzzarelli, “divario, non solofinanziario, ma sociale, generazionale,culturale”. Colmare questo gap –impegnandosi allo stesso tempo per unulteriore ammodernamento dellamac-china amministrativa pubblica – è lasfida della Regione Emilia-Romagna“per costruire insieme un futuro per igiovani e per la nostra comunità”

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Lo stand della Regione al MatchingStrumenti e strategie per la crescitasostenibile, intelligente e inclusiva

GLI OBIETTIVI

Da un lato, Emilia-Romagna Start Up, ilnuovo portale per la creazione d’impre-

sa innovativa promosso da Regione e Aster.Dall’altro i fondi europei e le numeroseopportunità che essi offrono ai giovani e –più in generale – allo sviluppo di un nuovorapporto virtuoso tra mondo della ricerca emondo dell’impresa. Queste alcune delle“buone pratiche” che l’Emilia-Romagna hapromosso in uno stand dedicato al Matching2011. Un’occasione per presentare ai visita-tori sfide e obiettivi della nuova Rete alta tec-

nologia, i nuovi servizi per l’autoimprendito-rialità innovativa, ma anche per proporre unquadro articolato e coerente dei vari stru-menti che la Regione ha messo a punto perdisegnare l’Emilia-Romagna del futuro, all’in-segna della crescita sostenibile, intelligente einclusiva. Un esempio? Il nuovo Piano trien-nale dell’energia che punta tutto sulle oppor-tunità del “green”, per una realtà comel’Emilia-Romagna capofila in Italia – tra l’altro– per quanto riguarda la normativa sul rendi-mento energetico degli edifici

A lato GiuseppeTripoli, Mister Pmi

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OPPORTUNITÀ

“La politica di coesione hagià contribuito notevolmen-te a sviluppare la prosperitàdell’Unione europea. Tutta-

via, data la crisi economica, deve oradiventare un volano per la crescita ela competitività”. Così JohannesHahn, commissario Ue per laPolitica regionale, commentando

l’approvazione da partedella stessa Commissio-ne di un pacchetto legi-slativo sulla politica dicoesione 2014-2020.Una sfida che muovedagli importanti risulta-ti raggiunti: oltre unmilione di posti di lavo-ro creati, investimentinella formazione permigliorare l’occupabi-

lità di oltre dieci milioni di persone;quindi il capitolo infrastrutture, conla costruzione – grazie al cofinanzia-mento comunitario – di oltre 2milakm di autostrade e 4mila km di reteferroviaria. E, ancora, le imprese,con 800mila pmi nate, nell’ultimodecennio, come conseguenza direttadei programmi realizzati.Oggi la parola d’ordine diventaquindi “priorità”, in termini di prio-rità di investimento – ridotte dinumero – e di maggiore concentra-zione sulle reali esigenze economi-che degli Stati membri. E sarannoproprio questi ultimi a dover farsicarico di questo salto di qualità, sot-toscrivendo con la Commissioneeuropea nuovi contratti di partena-riato che indichino in modo chiarotraguardi e obiettivi, facendosi insostanza “garanti” dell’efficacia edell’efficienza finanziaria dei pro-grammi stessi. “Le nostre proposte– osserva ancora il commissarioHahn – faranno sì che i fondidell’Ue siano ancora più efficaci.Indirizzando gli investimenti verso ipunti strategici per la crescita, pic-

Fondi strutturali: la Commissione europea getta le basi per la programmazione post 2013

Politica di coesioneverso Europa 2020

Nell’ultimo decenniorisultati importanti.

Ora il salto di qualitànel segno di maggioreefficienza ed efficacia

diA

ugustoZa

notti

cole e medie imprese, innovazione,efficienza energetica, otterremo unimpatto maggiore. Stiamo inoltremodernizzando la politica introdu-cendo condizioni che garantiscanoprestazioni e risultati, incentivi percoloro che fanno fronte agli impe-gni in modo più efficace e procedu-re semplificate”.Perché il punto è proprio questo,premiare ancora di più e ancorameglio quelle regioni virtuose chedimostrano di saper sfruttare leopportunità dei fondi strutturalimettendole al servizio della crescita,della competitività, dell’occupazio-ne, dello sviluppo sostenibile e diqualità. “Per garantire che l’impattosulla crescita e sull’occupazione degliinvestimenti dell’Ue non sia compro-messo da politiche macroeconomi-che precarie o da una scarsa capacitàamministrativa – precisa infattiBruxelles – la Commissione puòchiedere di riesaminare i programmio sospendere il finanziamento inmancanza di misure correttive”.Ma cosa contiene, in particolare, ilpacchetto di misure approvate?

Primo, una regolamentazione di por-tata “globale” che istituisce unaserie di norme comuni per gestire ivari fondi strutturali: Fondo euro-peo di sviluppo regionale (Fesr),Fondo sociale europeo (Fse), Fondodi coesione, Fondo europeo agricoloper lo sviluppo rurale (Feasr) e ilFondo europeo per gli affari maritti-mi e la pesca (Feamp). In questomodo, osserva la Commissione, saràpossibile ottenere la migliore combi-nazione di fondi per incrementare ilreale impatto delle azioni Ue.Un secondo gruppo di proposte fariferimento all’approvazione di tuttauna serie di regolamenti specifici: treper Fesr, Fse e Fondo di coesione;due concernenti l’obiettivo coopera-zione territoriale europea e ilGruppo europeo di cooperazioneterritoriale (Gect), e altrettanti perl’attuazione del Fondo europeo diadeguamento alla globalizzazione(Feg) e del Programma per il cam-biamento sociale e l’innovazione.Infine, la predisposizione di una“comunicazione” sul Fondo di soli-darietà dell’Unione europea (Fsue).

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Più responsabilità agli Stati, dun-que, ma anche una decisa “semplifi-cazione e armonizzazione dellenorme dei vari fondi” – inclusi ilFondo per lo sviluppo rurale e ilFondo per gli affari marittimi e lapesca – una sorta di “testo unico”che costituirà il punto di riferimen-to normativo per cinque differentifondi strutturali. Un approccio inte-grato in grado non solo di semplifi-care e “sburocratizzare” le procedu-re ma, soprattutto, di rendere piùcoerenti tra loro le finalità dei varistrumenti e accrescere di conseguen-za la loro efficacia.Particolare attenzione sarà dedicata– anche alla luce del mutato quadrosocioeconomico – agli investimenti“sociali”, per consentire ai cittadinidi affrontare le sfide future del mer-cato del lavoro: in questo quadro ilFondo europeo di adeguamento allaglobalizzazione e il nuovo Program-ma per il cambiamento sociale e l’in-novazione integrano e potenziano il

Fondo sociale europeo.“Questa proposta integrata – haaggiunto, dal canto suo, LászlóAndor, commissario per l’Occupa-zione, gli Affari sociali e l’Integra-zione – rafforza la dimensione socia-le della politica di coesione, garan-tendo quote minime per il Fondosociale europeo e consolidando ilFondo europeo di adeguamento allaglobalizzazione. Dare la priorità aicittadini – osserva Andor – è unaparte fondamentale del nostro sfor-zo per uscire dalla crisi. Questi fondisono gli strumenti finanziari che tra-ducono le nostre politiche in realtà

sul campo per milioni di cittadini,aiutandoli a trovare uno sbocco pro-fessionale e contribuendo a unaripresa che crei numerosi posti dilavoro”.La palla ora passa a Consiglio eParlamento europeo, che discute-ranno le proposte affinché possanoessere adottate entro la fine del2012, preparando così il terreno intempo utile all’avvio della nuovafase di programmazione nel 2014.Parallelamente, proseguiranno inegoziati sul quadro finanziariopluriennale per l’intero bilanciodell’Unione: la Commissione euro-pea ha già proposto, a questoriguardo, di stanziare 336 miliardidi euro per gli strumenti della poli-tica di coesione nel periodo 2014-2020. Mentre gli stanziamenti defi-nitivi da parte degli Stati membri el’elenco dettagliato delle regioniammissibili per categoria sarannodecisi solo dopo l’adozione definiti-va del pacchetto

INFORMAZIONI, DOCUMENTAZIONE, SERVIZI:

Sito | fesr.regione.emilia-romagna.it URP Regione Emilia-Romagna | 800.662200 Sportello per le imprese | 051.5276323 - 051.5276322

POR FESR EMILIA-ROMAGNA 2007-2013

Costruire insieme il futuro è un’impresa in cui crediamo e la sosteniamo con impegno,azioni e finanziamenti. In Emilia-Romagna, i fondi messi in campo dal Programma Operativo Regionale FESR 2007-2013, hanno contribuito ad avviare 1100 progetti perle imprese, 30 aree ecologicamente attrezzate, 38 progetti ambientali e culturali. Oltre a ciò, nei laboratori dei tecnopoli regionali hanno già trovato impiego 742 ricercatori, di cui 288 giovani. Il Por-Fesr è una risorsa al servizio di tutta la società, un’opportunità in più per valorizzare le nostre energie, sviluppare le giovani potenzialità, aprire nuovestrade a tutti coloro che credono nella forza delle idee.

RISORSE IN RETEPER TUTTI COLORO CHE CREDONO NELLA FORZA DELLE IDEE

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OPPORTUNITÀ

Con la firma della convenzio-ne per l’infrastruttura, pren-de avvio l’ultima fase realiz-zativa del tecnopolo mode-

nese, una delle dieci “cittadelle dellascienza” che formano la nuova Reteregionale dell’alta tecnologia, chepuò contare su un investimentocomplessivo pari a 240 milioni di

euro, di cui 94 di risor-se Por Fesr e 43 milionidi ulteriori contributiregionali diretti.Il tecnopolo di Modenasi compone di tre labo-ratori hi-tech dell’Uni-versità di Modena eReggio Emilia, a cui èdestinato un contributocomplessivo, per la rea-lizzazione dei program-

mi di ricerca, pari a 15 milioni dieuro, di cui 7,5 interamente prove-nienti dal Por Fesr 2007-2013 e larestante parte da Unimore. Ulteriori5,7 milioni di euro – di cui3.550.000 di contributo Por Fesr –saranno investiti per la realizzazionedell’infrastruttura, che sorgerà pres-so il campus di Ingegneriadell’Università di Modena e la cuirealizzazione è stata messa nero subianco dalla convenzione sottoscrit-ta il 29 settembre scorso.Alla firma erano presenti GianCarlo Muzzarelli, assessore alleAttività produttive della RegioneEmilia-Romagna, Aldo Tomasi, ret-tore dell’Università di Modena eReggio Emilia, Maurizio Torreggia-ni, presidente della Camera di com-mercio di Modena, Daniela SirottiMattioli, assessore alle Politiche perl’economia della Provincia diModena, Giorgio Pighi, sindaco diModena, Graziano Pini, assessorealle Politiche economiche delComune di Modena, FrancescoLamandini, presidente dell’Unionedi Comuni Terre di Castelli, e i pro-

Firmata la convenzione per l’infrastruttura che sorgerà presso il campus di Ingegneria

Modena, il futuroparla hi-tech

Da subito operativi63 nuovi ricercatori

tra Intermech, Softeche Centro di medicinarigenerativa “Ferrari”

diM

aria

Baldini

fessori Angelo Oreste Andrisano,del laboratorio Intertech, MicheleDe Luca, del Centro di medicinarigenerativa, Rita Cucchiara, diSoftech-Ict.Dall’ingegneria meccanica alla mec-catronica, dalla logistica alla medi-cina rigenerativa. Questi i settoritarget dei tre laboratori che andran-no a insediarsi nella nuova struttu-ra. Primo “pilastro” del nuovo tec-nopolo, il laboratorio Intermechche, sotto la Ghirlandina, si concen-tra su meccanica, disegno industria-le, proprietà meccaniche di superficie rivestimenti – in particolare, pro-prietà cosiddette “tribologiche”quali attrito e usura – fino all’inge-gnerizzazione dei rivestimenti stessiper la meccanica su scala macro e

micro. Settori target? L’automotiveanzitutto e, più in generale, l’oleodi-namica industriale, la robotica, macon potenziali applicazioni ancheper il settore biomedicale.Da Intermech a Softech, uno dei 34laboratori della Rete alta tecnologiadell’Emilia-Romagna, concentratosu ben 4 aree tematiche, dalle appli-cazioni informatiche di visione arti-ficiale alle reti di broker per l’otti-mizzazione logistica. Completano ilquadro i sistemi Erp open-sourcesviluppati all’interno del laboratorioe pensati su misura per le piccole emedie imprese, quindi i sistemi divideo-sorveglianza e le reti di senso-ri per la sicurezza.Si rivolge invece alle scienze dellavita – una delle sei piattaforme tec-

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nologiche di riferimento per lanuova rete regionale dei tecnopoli –la terza struttura portante del tecno-polo modenese, ossia il Centro dimedicina rigenerativa “Stefano Fer-rari”. Un Centro all’avanguardiache si propone, focalizzando le pro-prie ricerche sulle proprietà dellecellule staminali epiteliali, di svilup-pare nuove potenziali applicazioninei settori farmaceutico-biotecnolo-gico tramite le cosiddette “terapiecellulari” o “geniche”.I programmi di ricerca firmati si tra-ducono complessivamente, sulle trediverse unità operative del tecnopo-lo modenese, in 63 nuovi ricercato-ri dedicati, da subito operativi. Adaffiancarli, 196 ricercatori struttura-ti dell’Università di Modena eReggio Emilia.E non è un caso se proprio alModenese – cuore pulsante dellamanifattura regionale – siano stateindirizzate notevoli risorse anche intermini di misure di sostegno diret-to alle imprese, che vedono laRegione Emilia-Romagna impegna-ta, principalmente, con due stru-menti. Il primo fa riferimento ai

bandi Asse 1 del Por Fesr 2007-2013, “Ricerca industriale e trasfe-rimento tecnologico”. Ben 61 i pro-getti ammessi a contributo nelModenese, per un totale di investi-menti attivati superiore ai 22 milio-ni di euro e un contributo concessopari a 9.103.267 milioni di fondieuropei. Scorrendo i progetti con-clusi, tornano alla luce i settori chia-ve dell’economia modenese, comeautomazione, meccanica industria-le, energia, chimica e farmaceutica,information & communication tec-nology, fino a biomedicale e mecca-nica di precisione. Naturale – anchesulla base dei criteri individuati daibandi, che vedevano tra gli inter-venti finanziabili proprio i contratti

LA STRATEGIA

Attivati investimenti per oltre 15 milioni di euro

Innovazione a tutto camponella patria dei distretti

C’è il laboratorio per l’innovazione diprodotto e processo ceramico e ail laboratorio per la posa, nati sotto l’egi-da di Confindustria Ceramica. E, poi,“Aracne”, progetto sponsorizzato daColorobbia – noto colorificio di FioranoModenese – per la creazione di un labo-ratorio integrato per lo sviluppo di tec-nologie avanzate e materiali innovativiper costruzioni ecosostenibili.Dalla Pedemontana alla Bassa, ecco ildistretto biomedicale, che ha visto dueimportanti progetti finanziati come quel-li presentati da Bellco e B.Braun AvitumItaly, aziende di Mirandola capofila,rispettivamente, di Fare (Filtration andAbsorbion Emilia-Romagna) e Icl(Integrated Compounding Lab). Sonosolo alcuni dei progetti realizzati in altret-tanti distretti produttivi eccellenti grazieal bando regionale “dai distretti produt-tivi ai distretti tecnologici”.Sono in tutto 9 le associazioni tempora-nee di imprese – con “capofila” mode-nese – sostenute nell’ambito del bando,per un totale di oltre 15,5 milioni di inve-stimenti attivati e quasi 7 di contributopubblico erogato, di cui 5.714.502 euro

indirizzati alle 29 imprese di Modena eprovincia che figurano all’interno delleAti. Realtà spesso attive all’interno di“storici” distretti che hanno trovato nelbando regionale un’ulteriore opportunitàper mettere in pratica quella “logica difiliera” da cui passa tanta parte del futu-ro della manifattura provinciale.Passa ad esempio da Vignola il progettoCrit (Laboratorio industriale automazio-ne macchine per il packaging) delConsorzio Liam. Mentre a Modena nonpoteva certo passare inosservato ildistretto della motoristica, con due pro-getti finanziati: quello di Evotek Enginee-ring (Mc-Lab Mobility Concept Lab) e diFerrari, capofila di un consorzio di impre-se che ha sviluppato Faster (ForefrontAdaptive Simulation & Tecnologies forEngine Research).Infine il distretto carpigiano della moda,una filiera che ha scommesso tutto sullacapacità di innovare e di fare rete, comeunica via d’uscita dopo gli anni bui dellacrisi. È qui targato Liu.Jo il progettofinanziato che ha portato alla realizzazio-ne di applicazioni Ict avanzate per il siste-ma moda.

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OPPORTUNITÀ

di ricerca attivati con laboratori euniversità – l’instaurarsi di un rap-porto più strutturato tra il tessutoimprenditoriale e gli atenei, che haportato, tra le altre cose, alla crea-zione di almeno 100 nuovi posti dilavoro strettamente connessi allarealizzazione dei progetti.Ceramica, biomedicale d’avanguar-dia, automotive, meccanica e auto-mazione. Ma anche il sistema dellamoda, settori che nel Modenesesono associati tradizionalmente averi e propri “distretti industriali”.Ed è proprio ai distretti che è indi-rizzato un secondo gruppo di misu-re di “sostegno diretto” alle aziende,elaborate dalla Regione Emilia-Romagna per favorire l’evoluzionedei distretti stessi in veri e propri“distretti tecnologici” governati dauna logica di filiera. Con la passataprogrammazione dei bandi, sonostate 9, nel Modenese, le associazio-ni temporanee di imprese i cui inve-

stimenti sono stati ammessi a contri-buto, per un totale di oltre 15,5milioni di investimenti attivati equasi 7 di contributo pubblico ero-gato. All’interno delle singole Atisono 29 le imprese diModena e pro-vincia che si sono aggiudicate con-tributi regionali, per un totale di5.714.502 euro

IL FOCUS

Ben 61 progetti finanziati, per oltre 22 milioni di euro diinvestimenti – di cui 9,1 milioni di fondi europei – ed

effetti reali sull’occupazione, per almeno un centinaio diposti di lavoro direttamente legati alla loro realizzazione.Questo, in estrema sintesi, il bilancio per il territorio mode-nese delle misure previste dal Por Fesr 2007-2013 (Asse 1,Ricerca industriale e trasferimento tecnologico).Diversissimi tra loro i progetti finanziati, con un triplice filoconduttore, il riferimento – ancora una volta – a settoriessenziali per l’economia modenese, l’elevato tasso di inno-vatività dei progetti e, non ultimo, la realizzazione di impor-tanti partnership con il mondo della ricerca, essendo la col-laborazione con laboratori e università uno dei criteri qua-lificanti individuati dal bando per la finanziabilità dei pro-getti. Che, per fare qualche esempio, vanno dai sistemi diprogettazione integrata, simulazione e sperimentazione disistemi automatizzati per la localizzazione di pazienti eattrezzature in ambito ospedaliero (Graf spa di Nonantola),a innovazioni prettamente “industriali” quali innovativimetodi di regolazione dei bruciatori a gas funzionali alrisparmio energetico (Worgas Bruciatori di Formigine) o allamessa a punto di fibre sintetiche “rinforzanti” per la pre-parazione del calcestruzzo (Fili&Forme srl di San Cesario sulPanaro).

Ci sono poi i sistemi Ict sviluppati dalla modenese Sata, cheha ricevuto un finanziamento per la realizzazione di Ket(Knowledge Extractor & Translator), così come la Quix diSoliera, che ha proposto il proprio “generatore di web formdinamici”. Si torna all’industria con la Zanasi, che ha pre-sentato un progetto per lo sviluppo di dispositivi “drop ondemand” ad alta risoluzione per inkjet industriale, o glismalti ceramici per stampa digitale di Ingegneria ceramica,entrambe aziende sassolesi situate nel cuore del distrettoceramico; mentre si rivolge all’automotive l’innovazione diGovoni srl (Modena) che ha sviluppato un nuovo strumen-to per il test rapido delle sospensioni degli autoveicoli.Dalle sinergie tra filiera agroalimentare ed edilizia – terrenod’azione del progetto della sassolese Manfredini eSchianchi, che ha sviluppato un sistema per il “riciclo” deireflui del settore agroalimentare da reinserire nell’impastoper laterizi comuni – alle scienze della vita, con la Rimos diMirandola (al centro del distretto biomedicale) impegnatanella messa a punto di un “nuovo materiale biomediconano strutturato da elettrofilatura per riparazione tessutalecutanea”, e la Medica srl di Medolla, che ha presentato econcluso un progetto per lo sviluppo di un “flussimetro dif-ferenziale a distorsione per la misura diretta del calo pon-derale di un paziente sottoposto a dialisi”

A Modena e provincia oltre 9 milioni di fondi europei

Por Fesr, finanziati 61 progetti

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Quarantacinque milioni perrilanciare i brevetti. A tantoammontano i finanziamentiche il Governo, dal 2 novem-

bre scorso, ha messo a disposizionedelle imprese italiane fino a esauri-mento dei fondi. Un’iniezione dirisorse per premiare chi registrainvenzioni o per sostenere chi le tra-

sforma in prodotti, aquanto pare più chenecessaria. Anche inEmilia-Romagna.Anche e soprattutto diquesti tempi. Perchél’innovazione è fonda-mentale per la ripresa e,per l’innovazione, sonofondamentali i brevetti.Ma questi sono in disce-sa. Una flessione che

non accenna a diminuire.Le nuove opportunità sono state pre-sentate alle imprese a fine ottobre nelcorso di un seminario promosso daministero dello Sviluppo economico,Invitalia e Fondazione Valore Italia eorganizzato da Aster presso l’Areadella ricerca Cnr di Bologna.“L’economia italiana – ha spiegatol’assessore regionale alle Attivitàproduttive Giancarlo Muzzarelli,intervenendo al seminario – è ancorain mezzo al guado. Abbiamo biso-gno di accelerare i percorsi di cresci-ta che passano attraverso la creazio-ne di nuove imprese e la capacità daparte di quelle esistenti di dare vita a

nuovi prodotti per vincere sui merca-ti mondiali. Una traiettoria nellaquale lo sviluppo dei brevetti giocaun ruolo fondamentale”.L’opportunità messa in campo dalGoverno, con uno stanziamento di45,5 milioni di euro, è senz’altroimportante. Obiettivo dei due stru-menti varati dal ministero delloSviluppo economico è, infatti, con-tribuire a qualificare la produzioneindustriale italiana, rafforzandone lacapacità innovativa e la competiti-vità sul mercato nazionale e interna-zionale, facilitando le imprese chescelgono di tutelare i propri prodottiutilizzando brevetti, disegni e model-li industriali.La primamisura eroga premi a favo-re di imprese per aumentare il nume-

ro dei depositi nazionali e internazio-nali di brevetti e disegni. L’entità deipremi varia da 1.000 a 1.500 europer ciascun deposito nazionale. Perquanto riguarda l’estero, può arriva-re fino a 6mila euro in relazione alnumero e ai Paesi in cui si deposita larichiesta di estensione del propriotitolo di proprietà industriale (parti-colari bonus sono previsti per StatiUniti d’America e Cina per il design;Cina, India, Usa, Brasile e Russia peri brevetti).La seconda misura mette in campoagevolazioni per portare sul mercatoprodotti nuovi basati su brevetti edesign. In questo caso, il contributoerogato copre l’80% delle speseammissibili fino a un tetto massimodi 70mila euro per i brevetti e 80mila

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La sfida, metterealmeno 9mila premi

a disposizionedelle aziende disposte

a brevettare

OPPORTUNITÀ

Con la crisi, in picchiata il numero di brevetti depositati. E il ministero corre ai ripari

In campo 45,5 milioniper gli “inventori”

Gian Carlo Muzzarelli (Attività produttive)“Abbiamo bisogno di accelerare i percorsi di crescitache passano attraverso la creazione di nuove impresee la capacità da parte di quelle esistenti di dare vitaa nuovi prodotti. Una traiettoria nella quale lo

sviluppo dei brevetti gioca un ruolo fondamentale”

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euro per il design, in entrambi i casisubordinatamente alla realizzazionedi un progetto che verrà valutato daInvitalia e Fondazione Valore Italia.La previsione è di poter mettere adisposizione complessivamente intutto il Paese più di 9mila premi per ildeposito dei titoli di proprietà indu-striale da parte delle imprese, chepotranno poi essere sostenute anchenella valorizzazione dei brevetti e deimodelli e disegni industriali. Le azien-de beneficiarie saranno micro, picco-le e medie imprese, anche di nuovacostituzione, necessariamente ope-ranti sul territorio nazionale. I bandisono pubblicati sulla GazzettaUfficiale, Serie Generale n° 179 del 3agosto 2011.L’iniezione di risorse è senza dubbio,come si accennava, benvenuta.L’avvio della recessione ha coinciso,anche in Emilia-Romagna, con uncalo vistoso nel numero dei brevettiper invenzione depositati ogni annonelle Camere di commercio, dopo diche la situazione si è stabilizzata, maancora adesso non si assiste ad alcuncenno di ripresa. Le invenzioni depo-sitate sono scese così dalle 1.884 del2006 alle 1.735 del 2007, per atte-

starsi a 1.554 l’anno successivo. Unaleggera e ulteriore erosione ha porta-to il totale a scendere a quota 1.522nel 2009 e a 1.503 l’anno scorso.Complessivamente, dal 2006 al2010, il calo è stato pari al 20,3%.Una discesa che, appunto, non accen-na a concludersi: nel primo semestredi quest’anno le invenzioni deposita-te sono state 743, ovvero il 9,6% inmeno rispetto allo stesso periodo del-l’anno scorso (821).Ampliando lo sguardo anche aldeposito di disegni e modelli indu-striali il quadro non cambia, anchese la flessione è più contenuta: dal

2006 al 2010 i primi hanno registra-to una flessione pari al 16,2%, (da142 a 119), i secondi del 9,5% (da286 a 259). Complessivamente,dunque, si è passati da 2.312domande di registrazione a 1.881(meno 18,7%). Tornando alle soleinvenzioni e ai dati 2010, il primatospetta nettamente a Bologna che,con 767 brevetti, supera il 50% deltotale regionale. Segue Modena con370 brevetti e, staccatissime, ReggioEmilia con 99, Parma con 96,Rimini con 81, Ravenna con 43,Piacenza con 25, Ferrara con 12 eForlì con 10. Proprio le realtà più‘deboli’ hanno registrato negli annidella recessione la flessione più con-sistente, con Forlì scesa da 16 a 10,Piacenza più che dimezzata (da 55 a25 brevetti) e Ferrara sprofondatada 44 a 12 brevetti

Invenzioni depositate

1° sem 2010 1° sem 2011BO 425 384FE 8 10FC 3 5MO 198 161PR 59 58PC 16 15Fonte: Dipartimento per l'impresa e l'internazionaliz-zazione - Direzione generale lotta alla contraffazione- Ufficio italiano brevetti e marchi

Invenzioni depositate

2010 2009 2008 2007 2006BO 767 835 787 858 900FE 12 15 39 33 44FC 10 8 28 12 16MO 370 321 334 406 429PR 96 102 89 100 115PC 25 11 39 55 55RA 43 48 48 75 77RE 99 122 123 133 164RN 81 60 67 63 84TOT 1.503 1.522 1.554 1.735 1.884

La scoperta di Cell-Lab, realtà eccellente dell’Unimore

Mesalazina, occhio ai “marcatori”

IL CASO

Cell-Lab, un laboratorio in prima lineanella sperimentazione dei nuovi farmaci.

Una delle frontiere lungo le quali si giocano,insieme, il futuro della nostra industria far-maceutica e biomedicale e le nostre possibi-lità di salute. Il Laboratorio dell’Università diModena e Reggio Emilia ha presentato lapropria attività nel corso di un incontro orga-nizzato a Mirandola da Democenter-Sipe,nell’ambito delle attività del Quality CenterNetwork.“Abbiamo voluto dare spazio all’esperienzadel Cell-Lab – commenta Alberto Mantova-ni, presidente di Democenter-Sipe – perché lericerche di questo laboratorio sono miratenon solo allo sviluppo di metodologie e stru-menti in grado di ottimizzare i processi pro-duttivi aziendali, ma anche a proporre al mer-cato soluzioni particolarmente innovative”. È

il caso dello studio sull’azione preventiva chela mesalazina svolge nei confronti dei tumoridel colon-retto.Il farmaco, usato per curare pazienti conmalattie infiammatorie croniche dell’intesti-no, ha infatti determinato in questi soggettiuna riduzione dell’insorgenza di patologietumorali. Sulla base di queste premesse ilgruppo di ricerca del professor Alexis Grande,vicedirettore di Cell-Lab, ha condotto esperi-menti con cellule coltivate in vitro, che hannoportato alla scoperta di marcatori biologiciutilizzabili nel monitoraggio dell’efficaciadella mesalazina. “La ricaduta applicativa diquesto studio – continua il presidente diDemocenter-Sipe – è evidente considerandoche, nei Paesi occidentali, i tumori del colon-retto sono al secondo posto tra le neoplasiesia per incidenza che per mortalità”

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IMPRESE

Si stima che siano 700mila leimprese attive in Italia nel set-tore edilizio e 30mila le sta-zioni appaltanti. La fram-

mentazione ostacola la ricerca dellatrasparenza nel comparto, tra quellipiù a rischio per le infiltrazioni dellacriminalità organizzata. Anche leimprese dell’Emilia-Romagna, una

regione tradizionalmen-te estranea all’attivitàmafiosa, si trovanoesposte a un rischio cre-scente di infiltrazionimalavitose. Il convegno“Mercato e legalità.Nuovi orizzonti di col-laborazione istituziona-le”, tenutosi a Bolognaa ottobre, è stata l’occa-sione per fare il punto

sulle misure antimafia.“Dobbiamo proteggere le nostreimprese sane, evitare che burocraziae illecito vadano a braccetto crean-do collegamenti tra le istituzioni –dice Gian CarloMuzzarelli, assesso-re regionale alle Attività produttive– perché la lotta all’illegalità è anchela conservazione della libertà”. “Lemafie, spiega Laura Garavini, parla-mentare Pd e capogruppo in Com-missione Antimafia, non creano néricchezza né lavoro. Mettono inginocchio interi settori producendolavoro nero e disoccupazione”.Che fare allora, per migliorare icontrolli ed evitare di aumentare laburocrazia, a danno delle impresesane? Una possibile risposta è l’au-mento dei controlli informatici e l’e-stensione della digitalizzazione deidocumenti. Il registro elettronico deicantieri, per esempio, con la regi-strazione del movimento di camione attrezzature, che Garavini suggeri-sce di rendere obbligatorio, potreb-be permettere l’incrocio di dati e lascoperta di eventuali anomalie.La “white list”, la creazione di una

Frammentazionedi appalti e impreseprincipale ostacolo

per una lotta efficaceal crimine organizzato

diC

laudia

Grisanti

La Regione lancia la sfida a tutte le infiltrazioni mafiose: più controlli, meno “scartoffie”

Mercato e legalitàQuestione di libertà

Dal “Codice antimafia” alle recenti norme regionali

Appalti chiari, grazie all’ict

LA STRATEGIA

Il recente “Codice delle leggi antimafia”, il decreto legislativo 159 del 6 set-tembre 2011, è l’ultimo tassello nella legislazione di contrasto alla malavita.A livello locale, spicca invece l’iniziativa della Regione Emilia-Romagna di legi-ferare non solo sull’edilizia a committenza pubblica, ma anche su quella priva-ta, che rappresenta l’85% del settore. Le norme in materia sono state stabilitedalla legge regionale n° 11 del 26 novembre 2010, che prevede l’adozione, inalcuni casi obbligatoria, di sistemi informatici di controllo e registrazione auto-matica delle presenze nei cantieri e di sistemi informatici di rilevazione dei flus-si di automezzi e materiali. Un altro punto qualificante della legge è la spintaverso la semplificazione burocratica e la dematerializzazione degli atti.A questa legge si affianca il “Protocollo di intesa per la prevenzione dei ten-tativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti econcessioni di lavori pubblici”, firmato nel novembre 2010 con le prefetturedei capoluoghi di provincia. In particolare, la Regione Emilia-Romagna siimpegna a chiedere le informazioni antimafia alla prefettura competente,oltre che nei casi previsti a livello nazionale, anche per altri casi. Per esempio,può chiederle per appalti e concessioni di lavori pubblici indipendentementedal valore in alcun settori specifici, come il movimento terra, lo smaltimentodei rifiuti, le forniture di calcestruzzo, il servizio di autotrasporto. I dati delleditte interessate verranno conservati in un archivio elettronico. L’atto piùrecente è invece la legge regionale n° 3 del 9 maggio 2011, che prevedemisure specifiche di prevenzione della criminalità mafiosa, come azioni per ilrecupero dei beni confiscati e politiche a sostegno delle vittime

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vista, ricorda Muzzarelli, la RegioneEmilia-Romagna ha dato il buonesempio con l’istituzione di Inter-cent-Er, la centrale per acquisti dellapubblica amministrazione su piat-taforma web.Anche tra le decine di migliaia diimprese edili bisogna fare ordine, inparticolare rispetto al boom di parti-te Iva, e soprattutto tra quelle chehanno fatturati non coincidenti con

il numero di addetti. Per fare questo,ancora una volta, occorre la messa inrete delle banche dati, superando leresistenze dei rispettivi proprietari,ribadisce Barbara Marcato, di Con-fartigianato Emilia-Romagna.Infine, ma non ultimo, regolare gliappalti: no al massimo ribasso, lastrada maestra è l’offerta più econo-micamente vantaggiosa, auspicanoin molti

lista di imprese affidabili, riscuotemolti consensi. L’istituzione incari-cata di tenere la lista sarebbe la pre-fettura. Secondo Antonino Caruso,parlamentare Pdl, lo strumentopotrebbe essere positivo a patto dimantenere il monitoraggio sulleaziende inserite nella lista. Con que-sto strumento verrebbe superatoanche il caso di imprese in odore dimafia con certificati antimafia rila-sciati dalle Camere di commercio,come ricorda Gabriele Buia, presi-dente Ance Emilia-Romagna.Anche sulla tracciabilità dei flussifinanziari si può fare di più.L’introduzione di un codice identifi-cativo di gara, secondo Garavini,permetterebbe di monitorare tutte leoperazioni bancarie. A questo scopodovrebbe essere proibito il paga-mento in contanti dei liberi profes-sionisti, in particolare i commercia-listi. Altro provvedimento chiestoda più voci è la dematerializzazionedel Durc, il documento unico diregolarità contributiva. “Il Durc èuno strumento importante, che èservito a regolarizzare molte azien-de. Per l’Inail è un grande sforzo, neproduciamo milioni, ma quello tele-matico può liberare risorse per pro-durne altri”, osserva AlessandroCrisci, direttore Inail Emilia-Roma-gna.Fondamentale poi l’incrocio degliarchivi e il loro uso “intelligente”.Secondo Ugo Girardi, di Unionca-mere Emilia-Romagna, “è propriodall’analisi dei database che è possi-bile individuare scatole cinesi e cate-ne di controllo di imprese anomale,o situazioni sospette come la stessasede sociale per 250 aziende, con unsolo amministratore”. “I nostriispettori hanno l’81% di successi neicontrolli perché abbiamo attività diintelligence – aggiunge Crisci – biso-gna fare controlli incrociati per col-pire le aree più probabili di irregola-rità e creare un database di verbalicondiviso dagli enti controllori”.Ma a parte i controlli, bisogna ancheagire a monte, mettendo ordine inun mercato anarchico, fatto di tanti,troppi soggetti. Da parte pubblica sipuò andare verso la stazione unicaappaltante, o almeno ridurre lemigliaia di soggetti appaltanti attivi,anche in regione. Da questo punto di

IL FOCUS

La crisi finanziaria colpisce l’edilizia e larende più vulnerabile alla contaminazio-

ne criminale. A sollevare l’allarme “usura” èlo stesso assessore regionale alle Attività pro-duttive Gian Carlo Muzzarelli. C’è infatti ilconcreto rischio che imprese sane e “blaso-nate” siano acquisite con capitali illegali.Secondo Gabriele Buia, presidente AnceEmilia-Romagna, potrebbero anche verificar-si acquisizioni a basso prezzo di immobili perriciclare denaro. Il problema è acuito dalperiodo difficile che sta attraversando il set-tore edile. È infatti in crisi la committenzapubblica, che in questo periodo ha di moltoridotto gli investimenti e che paga con gran-de ritardo, fino a 400 giorni. Ma anche l’edi-lizia privata risente della stretta creditizia:senza credito le famiglie non acquistano e leaziende non costruiscono. Gli investimenti nelsettore delle costruzioni, spiega Luca Agolini,di Prometeia, sono in calo, a parte quelli nelsettore delle ristrutturazioni. I dati parlano diun calo del 15% di investimenti nelle costru-zioni nel periodo 2008-2010, del 50% di per-messi per costruire rispetto al 2005 e del 30%

di compravendite tra il 2006 e il 2010.Probabilmente, secondo Agolini, le difficoltàdel credito cresceranno ancora e la diminuzio-ne degli investimenti continuerà anche nel2012. I prestiti bancari al settore immobiliaresono in fase di stallo, osserva ChiaraBentivogli, della Banca d’Italia. Per le impresedel comparto immobiliare la situazione è piut-tosto grave, in quanto si sono moltiplicate lesofferenze, in misura maggiore rispetto allefamiglie. A giugno 2011, oltre il 20% dei pre-stiti alle imprese di costruzioni e più del 15%di quelli alle società di intermediazione immo-biliare risultava deteriorato, ovvero classificatotra prestiti scaduti, ristrutturati, incagli e soffe-renze. Sempre per le imprese di costruzione, il“tasso di decadimento”, cioè le nuove soffe-renze in rapporto ai prestiti in essere, èaumentato, arrivando quasi a toccare il 4%rispetto all’1% pre-crisi. In questo panoramacupo, si salvano solo alcune imprese, quelle digrandi dimensioni, capaci di proporre allapubblica amministrazione innovazioni e pro-dotti con un “contenuto di servizio” a condi-zioni economiche vantaggiose

Al palo investimenti, permessi e compravendite

Edilizia, è allarme usura

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IMPRESE

Contenimento dei costi, certo,ma soprattutto efficienza.Questa la sfida per le pubbli-che amministrazioni, che

possono trovare un valido alleatonelle nuove tecnologie, a cominciareda quelle che rendono possibile la“dematerializzazione” dei docu-menti. Arriva così la fattura elettro-

nica: la prima di questotipo, con standard rico-nosciuti in tutta Euro-pa, è stata scambiataproprio il 28 ottobrescorso tra la RegioneEmilia-Romagna – tra-mite l’Agenzia regiona-le Intercent-Er – e unproprio fornitore.Un risultato importanteper l’agenzia regionale

Intercent-Er, che opera come centra-le di committenza di oltre 700 pub-bliche amministrazioni dell’Emilia-

Romagna, considerando che l’inno-vazione – ora sperimentale – con-sentirà a regime di risparmiare finoal 90% per ogni documento. Il che,tradotto, significa una cifra nell’or-dine dei 5-15 euro (in meno) per ilfornitore e, addirittura, tra i 25 e i60 per le amministrazioni.Il nuovo documento digitale – effica-ce a tutti gli effetti di legge – è statotrasmesso utilizzando l’infrastruttu-ra tecnologica allestita secondo glistandard definiti nell’ambito delprogetto europeo Peppol. Il “Paneuropean public procurement online”, di cui Intercent-Er è partner, èun consorzio costituito nel 2008 da17 soggetti pubblici appartenenti a11 diversi Stati, con il propositocreare soluzioni per favorire gliappalti transfrontalieri e rendereinteroperabili i sistemi di e-procure-ment presenti nell’Ue.La fatturazione elettronica produrràbenefici sia per le pubbliche ammini-strazioni sia per le imprese – in ter-mini di dematerializzazione, costi diconservazione e integrazione delciclo ordini-pagamenti – e sarà ora

messa a disposizione di tutte leamministrazioni pubbliche italianeed europee interessate, per diffonde-re l’automatizzazione dei processi eridurre così gli oneri procedurali.Essenziale il fatto che la procedurarisponda a standard riconosciuti alivello comunitario. Poter partecipa-re in modo semplice e veloce a qual-siasi appalto nell’Ue consentiràinfatti alle aziende di aumentare lapropria competitività, grazie allamaggiore efficienza e al contenimen-to dei costi.“Siamo molto soddisfatti del risulta-to raggiunto con questa prima speri-mentazione – ha osservato il diretto-re di Intercent-Er, Anna Fiorenza – siaprono oggi nuove possibilità peraccrescere l’efficienza degli acquistipubblici”. In un contesto difficilecome l’attuale, rileva il numero unodell’Agenzia, “diventa cruciale saperinnovare, facendo ricorso a tutte lesoluzioni messe a disposizione dallatecnologia, per ridurre la spesa, otti-mizzare i processi e semplificare leinterrelazioni tra mondo pubblico emondo privato”

diM

arcoCasa

menti

Grandi i vantaggia regime: meno costi

per imprese e Pae appalti più facili

in tutta Europa

Il primo documento di questo tipo è stato trasmesso a fine ottobre dall’Agenzia IntercentEr

Fattura elettronicaRisparmi fino al 90%

Peppol, lo standardeuropeo “open source”

LA SCHEDA

Avviato nel 2008, il progetto “Pan europeanpublic procurement on line” ha l’obiettivo

di espandere il mercato e l’interoperabilità tra lecomunità di e-procurement dei diversi Stati.Peppol consente l’accesso gratuito ai propristandard e alla propria infrastruttura di trasmis-sione attraverso gli “Access point” e fornisce ser-vizi attraverso format elettronici standardizzati(basati su UBL e CEN/BII). Come piattaformaaperta, l’infrastruttura è stata progettata perinterconnettere i network esistenti, collegare lediverse soluzioni di e-procurement presenti inEuropa e facilitare la comunicazione tra impreseeuropee e pubbliche amministrazioni nelle fasi dipre-aggiudicazione e post-aggiudicazione deiprocessi di acquisto

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Pubb

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SETTORI

trasmettere l’impegno e i migliora-menti ottenuti dalle imprese raven-nati del settore che, come gli altri, èstato messo a dura prova dalla con-giuntura economica internazionale.Ora, però, si intravedono spiragli diripresa e di certo, nei nuovi scenaripost-crisi, il comparto chimicorimarrà un traino fondamentale perl’economia locale”. “Crediamo chequello proposto sia un programmacompleto – ha aggiunto FrancescoBassi, presidente del GruppoChimica di Confindustria Ravenna –che rende conto in maniera esaustivadelle numerose attività e del lavorointenso e silenzioso portato avantidalle nostre aziende, impegnate ognigiorno per la crescita del tessuto pro-duttivo locale con un’altissima qua-lità della produzione, nel rispetto del-l’ambiente e per uno sviluppo soste-nibile”.Insomma, una chimica attentaall’ambiente, che investe in risorseumane e in nuove tecnologie. Latavola rotonda ha affrontato gli sce-nari mondiali ed europei, il rapportotra chimica e ambiente, le opportu-nità di ricerca e lavoro, e i progetti alvia. Daniele Ferrari, da febbraioamministratore delegato di PolimeriEuropa, dopo aver presentato ilpiano industriale 2012-2015 delramo chimico di Eni, ha confermatola volontà di proseguire nel piano diespansione: “Nei prossimi cinqueanni raddoppieremo gli investimenti,con nuovi impianti e nuove tecnolo-gie – ha assicurato – e lo stabilimen-

Dopo un lungo periodo di dif-ficoltà, la chimica torna pro-tagonista dell’economia loca-le e nazionale. E lo fa proprio

nell’anno che l’Onu ha deciso didedicarle a livello internazionale. Aconfermare la ripresa di un compar-to chiave per il tessuto produttivoemiliano-romagnolo, sono impor-

tanti investimenti daparte di colossi comeEni e recenti acquisizio-ni, soprattutto nel mag-giore polo chimico delterritorio, quello diRavenna, dove gliindiani di Camlinhanno rilevato lo stabi-limento di Borregaard,mentre il gruppo Igs diVarese ha acquistato

l’impianto della Vinyls, dopo dueanni di amministrazione straordina-ria. Inoltre, è recentemente stata rag-giunta un’intesa tra le società facenticapo a Eni e Igs in relazione alle for-niture delle utilities necessarie pergarantire, in un arco di tempo lungo,la fase di start up del nuovo progettoindustriale, che consentirà di mante-nere l’occupazione e di tornare sulmercato del PVC. Ancora, HeraAmbiente ha un progetto conSyndal, facente capo al gruppo Eni,per la bonifica di terreni inquinati daidrocarburi, mentre la Carburantidel Candiano sta lavorando alla rea-lizzazione di un impianto da 250milatonnellate l’anno di biodiesel.Dunque nessuna sorpresa se proprio

Nella città bizantinaun’occasione

di incontro e confrontocon tutti i protagonistidel “polo ravennate”

diF

ederic

aVandini Un omaggio all’“anno internazionale” ma soprattutto a un comparto in forte ripresa

la città bizantina e la Confindustriaprovinciale hanno ospitato il princi-pale evento regionale per celebrarel’Anno internazionale della Chimica,organizzato da Federchimica, conuna serie di iniziative rivolte a citta-dini e studenti, per far capire l’im-portanza del comparto in termini diricchezza e occupazione: un conve-gno con le principali aziende del set-tore, un concorso per le scuole e lavisita alle “fabbriche aperte”. Ilprimo appuntamento, dal significati-vo titolo “Chimicambia il mondo”,si è svolto in Camera di commercioalla presenza del presidente diFederchimica, Cesare Puccioni: discena, una tavola rotonda – modera-ta dall’editorialista de Il Sole 24 OreStefano Folli – con i rappresentantidelle principali aziende chimiche delpolo ravennate: Polimeri Europa,Deco Industrie, Fin-Ceramica,Vinavil ed Endura, che contestual-mente, insieme ad altre realtà, hannoesposto i propri prodotti e le proprieattività in una mostra parallela alconvegno.Nel pomeriggio, “Fabbriche Aperte”a tutta la cittadinanza: quasi 400 per-sone hanno visitato gli stabilimentidel petrolchimico. “La ricorrenza èl’occasione sia per presentare agliabitanti del territorio ravennate iprogressi compiuti da questo com-parto industriale – ha spiegato PaoloBaldrati, vicepresidente di Confindu-stria Ravenna con delega all’Am-biente e Sicurezza – sia per far loroconoscere il mondo della chimica e

Celebrato a Ravennail “ritorno” della chimica

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to di Ravenna sarà il pilastro di que-sto sviluppo”. Il polo di via Baionada anni attende le produzioni dibutadiene e Sbr Solution e, vista l’in-tenzione di Polimeri di investire com-plessivamente 500 milioni di euronegli elastomeri, l’attesa potrebbeessere alle battute finali, una volta“sciolti” gli ultimi nodi burocratici.L’importanza di Ravenna per Eni èstata sottolineata anche da GiovanniSaporito, direttore industriale diPolimeri Europa: “Da Ravenna deri-va un fatturato di 720 milioni euro,oltre il 10% del totale. Questo dà l’i-dea di quanto sia strategico per noiquesto stabilimento”.“L’attenzione all’ambiente fino apochi anni fa non veniva premiatadal mercato – ha sottolineato Gior-gio Dal Prato, ad di Deco Industrie –per noi la sfida è stata realizzaredetergenti di qualità ma sostenibili.Ecco come una piccola impresa è riu-scita a sopravvivere in un mondo digrandi”. “Dal 1990 al 2009 – haaggiunto Cosimo Franco, ad diEndura e referente del programma“Responsible care” di Federchimica– l’emissione di gas serra da partedelle industrie chimiche è diminuitadel 64%. Abbiamo raggiunto e supe-rato il famoso 20-20-20 dell’Ue.Inoltre, è uno dei settori industrialipiù sicuri sia come frequenza di inci-

denti che come malattie professiona-li”. Sulla ricerca ha posto l’accento inparticolare Daniele Pressato, diretto-re ricerca e sviluppo di Fin-Ceramica,azienda del gruppo Tampieri diFaenza. “Noi operiamo nel campobiomedicale, un settore che richiedenotevolissimi investimenti in ricerca.Purtroppo il Paese ha poca voglia diinvestire in ricerca e in cultura. Perquesto puntiamo a bandi europeicon progetti innovativi: il nostro fat-turato estero è già ad oggi il 70% deltotale”.La giornata ravennate ha anche datoil via a un concorso rivolto alle scuo-le superiori della provincia: i tre pro-getti selezionati, due dell’Istituto tec-nico “Nullo Baldini” e unodell’Alberghiero di Riolo Terme, ver-ranno sviluppati nelle prossime setti-mane. Gli studenti dovranno faremergere il ruolo fondamentale dellachimica nel quotidiano, nel migliora-mento delle condizioni di vita e nellosviluppo. La premiazione si svolgeràa breve.Anche l’Università di Modena eReggio Emilia, nell’ambito dellaSettimana nazionale della Chimicache si è svolta a metà ottobre, haorganizzato incontri e laboratorididattici dedicati agli studenti e aidocenti delle scuole di secondogrado, e aperte a tutti coloro che

sono interessati a conoscere la mate-ria.A Parma, nel mese di febbraio, sisono tenute attività di divulgazionepresso le scuole, “Le frontiere dellachimica”, con dieci conferenze sutemi di attualità per il settore, tenuteda docenti universitari e rivolte,anche in questo caso, agli studentidegli ultimi anni delle superiori.Nello stesso mese, nella città ducale,hanno avuto inizio le attività dellaboratorio didattico “La chimica inazione”, che prevede attività didatti-che svolte in parte presso le scuole diorigine e in parte presso i laboratoridell’Università. L’attività si è conclu-sa a giugno, e ha coinvolto molti stu-denti delle quarte superiori che, gra-zie al contatto diretto con l’ambienteuniversitario e con le sue strutture,sono stati aiutati anche nell’eventua-le scelta della facoltà universitaria acui iscriversi

L’ANALISI

Il polo petrolchimico ravennate racchiude in sé la storiarecente della città, oltre che un pezzo della storia d’Italia nel

decennio tra il 1950 e il 1960, da Enrico Mattei ad AttilioMonti. Come ha affermato il vicepresidente di ConfindustriaRavenna, Beppe Rossi, “è necessario tornare a queste profon-de radici per capire perché oggi il comparto costituisca unimportante traino per tutto il tessuto produttivo locale”. Leaziende sorgono su un’area di oltre mille ettari di superficie,dove si sviluppano 55 km di rete ferroviaria e più di 25 km direte stradale interna, oltre a circa 16 km di banchine portualiattrezzate. Il Polo chimico è un sito multisocietario, l’ex petrol-chimico Enichem, che fa parte di un’area più vasta e dà luogoa un comparto con 15 società, per un fatturato complessivo dicirca 1,5 miliardi di euro e 1.700 occupati diretti, a cui siaggiungono un altro migliaio di lavoratori indiretti, addetti diimprese di manutenzione e logistica.

Il comparto si caratterizza per attività di chimica sia di base siafine e, nel corso degli anni, è cresciuta la capacità del settoredi creare relazioni con il tessuto socio-economico del territorio,sfociata in una serie di accordi volontari tra aziende ed entilocali. Il primo protocollo ambientale risale al 1972, quandoAnic ed Enel, consapevoli del proprio impatto sul territorio,installarono centraline per la misurazione della qualità dell’ariae stabilirono, per la gestione, un accordo con gli enti locali. Fuun primo segnale verso l’attenzione all’ambiente e la traspa-renza, che diede il via a una serie di accordi e protocolli, l’ulti-mo dei quali riguarda la qualità dell’aria ed è stato sottoscrittopochi mesi fa. L’evoluzione più recente è del 2006, quando 19aziende hanno sottoscritto un accordo con la Regione e gli entilocali allo scopo di ottenere la certificazione ambientale delprocesso produttivo, tramite la registrazione Emas-Apo (ambi-to produttivo omogeneo)

Non sono più gli anni del grande boom, ma il giro d’affari è a 1,5 miliardi

Petrolchimico, un pezzo di storia… ma non solo

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Quaderni&documenti

I

Il tema dell’innovazione è entra-to – a vario titolo e con diversesfumature di significato – nel lin-guaggio e nell’agenda di settoried attori diversi.È un fattore strategico di sviluppoche suscita tanti interrogativi percapire come possa essere declina-to, se sia una sorta di ricetta o diprocedimento virtuoso in grado diassicurare prosperità e benessereal riparo da rischi.

L’obiettivo delle giornate sull’Innovazione Responsabile è statodi fornire una serie aperta di sti-moli e di approfondimenti a tuttigli attori interessati: dai giovani edalla classe imprenditoriale e crea-tiva, alle istituzioni, al mondo dellascuola e dell’università, alla societàcivile ed alla politica. E’ stata una“due giorni” in cui si è cercato dicomprendere come si possa gene-rare l’innovazione e governarlacon responsabilità e creatività.“La manifestazione ha richiamatol’attenzione a 360 gradi sul temaproposto – dichiara AlbertoZambianchi, presidente dellaCamera di commercio di Forlì-Cesena che ha promosso il ciclode L’arte di innovare – declinato intutti i suoi aspetti, a partire daquelli con maggiori ricadute eco-nomiche e culturali. Inoltre sulnostro territorio si è confermatoun proficuo metodo di collabora-

zione che vede concretamenteallineati su un obiettivo di granderilevanza strategica tutti gli attoriistituzionali”.La kermesse ha risvegliato il cen-tro storico di Forlì, attraversodibattiti, confronti, convegni,seminari, workshop, performan-ce: una serie ricca ed articolata diquasi sessanta eventi durante iquali economisti, studiosi,imprenditori, giornalisti, artisti,creativi, personaggi dello spetta-colo, rappresentanti delle istitu-zioni hanno dato il proprio contri-buto alla messa a fuoco ed alladiffusione di una più profondacultura dell’innovazione.Un centro rivitalizzato da “openstudios” di architetti e designer,ma anche esposizioni e incontri innegozi sfitti e spazi dismessi, per-sino eventi gastronomici con untaglio diverso dal passato.“Energie e giovani: la chiave giu-sta è quella dell’innovazioneconiugata all’ informalità. Nulla dipaludato, di lezioso, di estetica-mente perfetto o perfettamenteconfezionato. Piuttosto idee bril-lanti, buona volontà e voglia disperimentare”. Così il sindaco diForlì, Roberto Balzani ha definitol’evento accolto dalla città dove“sono entrati elementi catalizza-tori e di originalità che potrannoavere ulteriori esiti”.L’Innovazione Responsabile ha

ALLA SCOPERTADELL’INNOVAZIONE RESPONSABILEUn percorso lungo un anno per fare di Forlì la

“città dell’innovazione”. Con la mostra fotogra-fica dedicata alle due giornate de “L’innovazioneresponsabile” che hanno animato il centro storico, siè chiusa la stagione 2011 della rassegna “L’Arte diinnovare: percorsi”. L’esposizione si è svolta pochigiorni dopo il doppio riconoscimento assegnato a“L’innovazione responsabile” in occasione del“Festival dei Festival”. Il premio ed il report per imma-gini hanno riportato la memoria alla kermesse svolta-si il 9 e 10 settembre, ultima tappa di un percorso ini-ziato a dicembre 2010 con “What if” riflessione su

“imprese, nuove generazioni ed innovazione” e pro-seguito l’8 aprile con un approfondimento su“Ricerca & sviluppo e trasferimento tecnologico”.L’obiettivo è di continuare nel 2012 un percorsoavviato già nel 2009 (edizione numero zero aCastrocaro, “La cultura dell’innovazione”) diffon-dendo gli eventi su un territorio più vasto nella pro-vincia.Per rivivere l’atmosfera ed i contenuti dell’Innovazio-ne Responsabile, è possibile consultare tutte le rela-zioni ed altri documenti sul sitowww.lartedinnovare.it,strumento di continuità verso sviluppi futuri.

Una fiamma da tenere viva

Sopra, Alberto Zambianchi presidenteCCIAA di Forlì- Cesena

con il sindaco di Forlì Roberto Balzanie il prefetto Angelo Trovato.

A fianco una delle performance

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II

attratto 3500 persone in due gior-ni e suscitato interesse tale dapoterne fare un “segno distintivo”di Forlì.“La città ha dato una rispostainteressante, in termini di presen-za, vitalità ed entusiasmo – sotto-linea Pier Giuseppe Dolcini, presi-dente della Fondazione Cassa deiRisparmi di Forlì – L’Innovazioneresponsabile è una chiave per assi-curare ai territori uno sviluppo non

solo economicamente più vantag-gioso, ma anche socialmente piùsostenibile. Le due giornate hannodimostrato che quanto seminatopotrà avere un seguito. Si è vistaall’opera una classe di giovani pro-fessionisti, una imprenditoria vir-tuosa. Forlì può candidarsi ad unruolo guida”.Fondamentale è stata la parteci-pazione della gente alla kermessedella creatività.

“Con un lavoro di squadra –afferma Barbara Longiardi diRomagna Creative District –abbiamo cercato di coinvolgerecittadini, imprese ed istituzioni”.La manifestazione può avere datoun contribuito a tracciare unanuova rotta e stimolare un cam-biamento che può proseguire.Il fotogiornale “Tracce di un per-corso”, distribuito in occasionedella mostra di immagini, che valecome documento di memoriastorica, ma anche elemento direndicontazione, ed il sitowww.lartedinnovare.it proiettanola kermesse verso sviluppi futuri“Forlì ha dimostrato energie ecreatività nascoste – sostieneRoberto Camporesi del comitatoorganizzatore del progetto L’artedi innovare – Abbiamo bisogno dicambiamento e di una innovazio-ne responsabile per farlo. E’ unformat da riconfermare, magariad un territorio allargato e più dif-fuso, perché è un mix tra cono-scenza e stimolo alla creatività.Soprattutto perché si è costruitauna rete di collaborazione che èun segnale incoraggiante. Perquesto vale la pena di insistere”.

La complessità del fenomeno innovativo ènella sua non linearità, nel suo interagire

con le molteplici componenti della realtà, conle leggi dell’universo, con le esperienze dellavita, dunque il suo carattere di imprevedibilità.Non linearità, salto, discontinuità, devianza,trasgressione, rischio, non conformità, difet-to: se abbiamo bisogno di più innovazionedobbiamo accettare tali concetti reinserendo-li nel nostro linguaggio con una rinnovatadignità.Perché i cosiddetti “fattori abilitanti” quali laricerca scientifica e tecnologica, l’accesso aifinanziamenti, la semplificazione, l’accessoalle reti della conoscenza – tanto spessooggetto di attenzione ed intervento da parte

delle istituzioni – da soli non bastano a garan-tire il risultato innovativo. Questo infatti nonderiva in modo lineare ed automatico da taliapprocci, ma da una più complessa intera-zione tra competenze, bisogni, tecnologie,stimoli, motivazioni, capacità creative,determinazione, devianza rispetto alle rego-le consolidate ed agli standard precostituiti,e da una buona dose di intraprendenza ecoraggio nell’affrontare i rischi di insuccessointimamente connessi all’innovare.Nelle giornate de “L’innovazione responsa-bile”, la varietà degli eventi programmati,l’ampiezza e l’eterogeneità dei protagonistie delle loro esperienze hanno rappresentato,in miniatura, questa complessità.

Si dice giustamente che l’innovazione forniscela capacità competitiva. Ma essa non è il finedella nostra vita. Oggi è certamente divenutoun vincolo spietato, con il quale ogni impresadeve fare i conti, ma non è lo scopo ultimo del-l’innovazione.Occorre parlare anche di qualità, della vita inparticolare. Ma cos’è oggi la qualità se non ilrisultato di un’interazione positiva tra i prodottie i bisogni, i servizi e le aspettative, gli oggetti egli individui, la cultura e l’economia, l’arte e latecnologia, l’uomo e l’ambiente?La responsabilità dell’innovare sta nel mante-nere in equilibrio queste relazioni.Per questo l’innovazione dovrebbe essere unprocesso il più possibile interattivo, condiviso,democratico.Oggi, purtroppo, è così solo in minima parte.Qui sta lo scopo dell’Innovazione Responsabi-le: nell’intenzione di diffondere la consapevo-lezza che l’innovazione riguarda tutti e tuttidobbiamo occuparcene.

Innovazione responsabile: perchéLuca Valli, direttore del Cise, l’azienda speciale della Camera dicommercio, di Forlì-Cesena inquadra la dimensione dell’innovazione.

Doppio riconoscimentoal Festival of Festivals awards 2011

L’Innovazione responsabile è stata resa possibile da uno “spirito concreto di cooperazione-collabora-zione” tra diversi soggetti: tra mondi più istituzionali (il comitato promotore di “L’arte di innovare: per-corsi” e Rcd - Romagna Creative District) ed altre associazioni. Un lavoro di tessitura paziente che puòrappresentare un valore in sé come momento di coesione del territorio.A livello operativo si è costituita una squadra trasversale affiatata composta da Fondazione Cassa deiRisparmi di Forlì, Camera di commercio Forlì Cesena – Cise, Romagna Creative District, Comune di Forlì:un esempio fattivo di coordinamento e “rete” tra le istituzioni.La formula ha funzionato al punto che “L’innovazione responsabile” ha ottenuto un doppio riconosci-mento a Bologna nella quarta edizione del “Festival dei Festival”, promosso dall’Associazione FanaticAbout Festivals che opera da anni nell’organizzazione degli eventi culturali. Al format “L’innovazioneresponsabile”, inserito quindi tra le eccellenze nel settore degli eventi culturali, è stata assegnata una“Menzione Speciale” nella sezione Best BreakThrough Festival Award 2011” che premia le “manife-stazioni emergenti innovative che possiedono, oltre ad una rilevanza artistica, anche una lungimiranzain termini di progettualità e sostenibilità”. Un secondo riconoscimento, il Premio Next Step, è stato attri-buito alla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì per il sostegno assicurato fin dall’avvio.

Quaderni&documenti

Sopra, la riproduzione grafica “in temporeale” del convegno di apertura

di Housatonic Design Network

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Quaderni&documenti

III

Tre domande a... Giuseppe ArdrizzoDocente di teoria della conoscenza,e studioso dei fenomeni innovativi

Cosa è l’innovazione?“È un tema che necessita didiscorsi articolati, tuttavia – inprima approssimazione – possia-mo dire che è un processo gene-rativo e rigenerativo. Generativoperché mette al mondo qualcosache non aveva preesistenze,qualcosa che si presenta comenuovo. Rigenerativo perchéporta nuova vita. In propositoGoethe osservava che rinnovarsisignifica ringiovanirsi”.L’innovazione viene invocatacome soluzione alla crisi prati-camente da tutti. Ne abbiamodavvero così bisogno? Se sì, èl’innovazione in senso lato ciòche ci serve o qualche partico-lare declinazione del processoinnovativo, magari rispondentead alcuni vincoli?“Di innovazione si parla semprecon maggiore urgenza invocan-dola come rimedio alla situazio-ne che è venuta a crearsi quan-do il locale si è sentito alle cordeper la difficoltà di fare rete con ilglobale. Purtroppo, non semprei discorsi sull’innovazione sonoall’altezza dei significati che lanozione implicherebbe. Per

esempio, si parla di innovazioneconfondendola sovente conpercorsi lineari di tipo progressi-vo, graduale, regolaristico,mentre l’innovazione emergecome discontinuità, dislocazio-ne, rottura. Certamente di inno-vazione si ha bisogno perchél’uomo è un essere storico inquanto tale obbligato a muo-versi, rivedersi, riformularsi. Inquesto senso parlare di innova-zione soltanto come elementofunzionale alla competizioneeconomica può essere pericolo-so. Può significare una condizio-ne di ferinità, il cui fine si risolvenell’annientamento del concor-rente, quando invece egli ènecessario esattamente perchéspinge ad innovare. Il pericolo dicadere in questa condizioneregressiva esiste e mi pare nonvenga adeguatamente percepi-to, soprattutto dalla politica chedovrebbe assumersi il compitodelle decisioni sul che cosa èlecito e sul che cosa non è lecitoin relazione al suo doversi pren-dere cura della polis.Che cosa significa, secondo Lei,innovare responsabilmente?

“Posso intendere l’innovazioneresponsabile solo come l’inno-vazione consonante con l’esi-genza etica. Ossia quella dimen-sione laica che ragiona intornoal bene e al male secondo unateoria dei valori alla cui costru-zione tutti sono chiamati a par-tecipare. E’ in causa un doverecui nessun cittadino può sottrar-si dando il proprio contributo dicarattere culturale, religiosoetnico. Altrimenti – insegnaancora Goethe - diventiamo sol-tanto più coriacei”.

“Tracce di un percorso”la mostra fotograficaUn percorso per immagini che offre scorci di una Forlì inedi-ta e particolarmente vivace. Con una esposizione, allestitanella Sala Borsa della Camera di Commercio di Forlì-Cesenaper una settimana, l’organizzazione ha voluto fare il puntosu quanto realizzato con il multievento “L’InnovazioneResponsabile”, e proiettarsi al futuro.

Inaugurazione “Tracce di un percorso”, mostra fotografica:sopra Piergiuseppe Dolcini, presidente Fondazione Cassadei Risparmi di Forlì e Alberto Zambianchi,presidente Camera di commercio Forlì-Cesena;a fianco, Dolcini con Roberto Camporesidel comitato organizzatore Arte di Innovare

Giuseppe Ardrizzo

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Quaderni&documenti

IV

Governare l’innovazione conl’obiettivo di coniugare nel

modo più adeguato la competi-tività al miglioramento dellaqualità della vita. Con questoobiettivo è nato Ugo, il nuovis-simo standard di certificazioneideato dal Cise. La nuova certifi-cazione Ugo è riservata, su basevolontaria, alle imprese che sidimostrano capaci di produrreun’innovazione responsabile.“L’aspettativa collegata allo svi-luppo di Ugo – spiega Luca Vallidirettore del Cise– è di orientareun sempre maggior numero diorganizzazioni verso un’innova-zione con finalità condivise, ingrado di incrociare le perfor-mance aziendali con l’interessedella collettività. Ugo non è unbollino, ma una verifica sullefinalità delle innovazioni realiz-zate dall’impresa”.La certificazione Ugo può esse-re applicata da qualsiasi orga-nizzazione che definendo, svi-luppando, producendo, appli-cando, sfruttando o diffonden-do qualsiasi tipo di innovazione(processi, prodotti, servizi, siste-mi o altro) intende finalizzarla inmodo trasparente al progressoed al miglioramento della qua-lità della vita dell’essere umanoe quindi renderla, in questosenso, responsabile.Quale è il vantaggio competiti-vo per l’impresa che sviluppacosì l’innovazione ? “Una piùampia fiducia dei mercati versole organizzazioni certificate, lamaggiore longevità del busi-ness, il più remunerativo rap-porto reciproco tra impresa ecollettività – spiega Valli –

Aderire ad Ugo significa soprat-tutto scegliere l’innovazione infavore di un ideale di etica dellosviluppo economico, e del valo-re del progresso tecnologico alservizio dell’uomo e della vita”.L’impresa che volontariamentesi cimenta con Ugo ha indivi-duato come confrontarsi con gliinteressi della collettività e suquelli opera il suo business.“Attraverso un ente indipen-dente – aggiunge Valli – Il mar-chio non è uno strumento fine ase stesso, ma funge da stimolo:contraddistingue infatti le orga-nizzazioni che investono alme-no il 5% del proprio valoreaggiunto in attività di ricerca edapplicano, ove necessario, unprincipio di precauzione nell’im-missione sul mercato di prodottiinnovativi le cui caratteristicheimplichino, allo stato delleconoscenze, incertezze circa laloro interazione con la salute,con la sicurezza degli individui econ l’ambiente”.Se interessate dal principio diprecauzione, le imprese investo-no almeno l’1% del fatturato inattività di ricerca specificamentefinalizzate ad eliminare alla radi-ce, ove possibile, le minaccepaventate e di anticipare l’ado-zione di misure preventiverispetto ai rischi effettivi.Finalizzano il proprio business ele proprie capacità progettualiverso quelle innovazioni checonsentono una massimizzazio-ne del valore e della qualitàdella vita per le diverse partiinteressate. Infine competonofacendo leva sull’incremento divalore più che sulla riduzione

dei costi.Il nome Ugo, che è di per sé unainnovazione semantica rispettoai tradizionali codici numericidelle certificazioni, deriva dauna intuizione del creativo tede-sco Thomas Manss che ha pen-sato “non ad un marchio astrat-to o un acronimo, ma ad unpersonaggio che raffigura l’in-novazione responsabile”.Ugo rappresenta un modo evo-luto di fare impresa perché assi-cura a tutti gli stakeholder inte-ressati che le innovazioni svilup-pate rappresentano il migliorcompromesso possibile trascienza, tecnologia, progressoeconomico e miglioramentodella qualità della vita.Garantisce ai soggetti pubbliciche le organizzazioni certificateinvestono effettivamente in atti-vità di ricerca, ed a quelli privatiche le innovazioni prodotte nonanteporranno le ragioni delbusiness alla loro salute ed inco-lumità. Costituisce per i sogget-ti pubblici uno strumento digovernance dello sviluppo eco-nomico fondato sull’innovazio-ne.I vantaggi della certificazione Ugopassano attraverso il successo del-l’iniziativa imprenditoriale, masono destinati alla collettivitàLa certificazione Ugo viene rila-sciata e mantenuta a seguito diun processo di verifica condottoda organismi terzi indipendentiautorizzati. A tale verifica si asso-cia il monitoraggio partecipativodell'Osservatorio Social Accounta-bility Watch (www.sawnet.info).Per saperne di più e prendere con-tatti www.ugocertification.org.

Innovazione condivisa con UgoIl nuovo standard premia la ricerca responsabile e aumenta la fiducia dei consumatori

Luca Valli direttore del Cise

A fianco il logodella nuova certificazione Ugo

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60mila euro, che dà una prima fon-damentale prova della solidità delsoggetto partecipante. Poi ponemolte altre regole dal punto di vistaoperativo e tecnico”.Fervono intanto i preparativi per laprossima “sessione” di bandi, che siaprirà nel 2012. “Per l’anno prossi-mo stiamo pensando a delle novità –spiega Rodrigo Vacchi,responsabile dell'asso-ciazione di promozionesociale Fazzclub Gaser –come quella di includerenel gruppo di acquistonon solo il fotovoltaicoma anche il solare termi-co, per il quale pare chepossano arrivare incen-tivi in denaro attraversoun’iniziativa come quel-la del Conto Energia. Per il momen-to sono solo voci, ma l’intenzione delgruppo è comunque quella di allar-garsi all’efficienza energetica in gene-rale compresa anche la diagnosticaenergetica, che consiste nel far valu-tare la propria abitazione dal puntodi vista energetico e renderla piùperformante attraverso interventimirati come quelli sugli infissi o sul-l’impianto di riscaldamento”.La scadenza delle iscrizioni per usu-fruire degli incentivi per il primosemestre 2011 è il 1° marzo 2012

(www.fazzclub.org)

ENERGIA

Circa 200 impianti fotovoltaicida installare tra settembre edicembre 2011 per unapotenza complessiva stimata

di 8/900 kWp e un risparmio diemissioni in atmosfera di 300 ton-nellate di CO2 all’anno. Il program-ma di Gaser 2011, il più grandegruppo di acquisto per il fotovoltai-co dell’Emilia-Romagna, è piuttostointenso da qui alla fine dell’anno. Leiscrizioni per accedere agli incentividel terzo quadrimestre 2011 si sonochiuse da poco e i lavori per muo-versi con il giusto anticipo sul 2012sono già iniziati.Ma andiamo con ordine. Gasernasce qualche anno fa su iniziativadi Fazzclub, un’organizzazionesociale no profit che ha sede aModena. Inizialmente il gruppolavora sul territorio in cui è nato mapresto si allarga a tutta la regione.Gli iscritti sono proprietari di tetti –indifferentemente privati o piccoleimprese – interessati ad installare unimpianto fotovoltaico. Evidenti ivantaggi finali, quelli che derivanocioè dall’acquisto “di gruppo”:migliori condizioni economiche egaranzie di corretta installazione esuccessiva assistenza.Ma far parte di un gruppo di acqui-sto come Gaser significa anche dipiù: “Anzitutto – spiegano i rappre-sentanti di Gaser – il gruppo fa unservizio di pubblica utilità, perchéeduca alla cultura ambientaleaumentando la diffusione dell’utiliz-zo delle fonti rinnovabili – grazie algruppo sono già stati installati circa400 impianti, per 1 milione e760mila kwh annui, NdR – poi c’èla ricaduta positiva sulla salute pub-blica e sul miglioramento delle con-dizioni dell’aria nella pianura pada-na derivante da un minor uso dienergia prodotta da fonti tradiziona-li, senza dimenticare infine i vantag-gi tutti economici di chi ne fa parte.

La sfida di Gaser, il più grande gruppo di acquisto per il fotovoltaico dell’Emilia-Romagna

Fotovoltaico? Meglioacquistarlo “in gruppo” d

iRossella

Pressi

Chi installa un impianto fotovoltaiconon solo risparmia energia e faaumentare il valore del proprioimmobile ma, usufruendo dei van-taggi previsti dal Conto Energia,ottiene una rendita immediata indenaro grazie al meccanismo delloscambio sul posto e una rendita indenaro per 20 anni, in base a quellache viene definita ‘tariffa incentivan-te’. Grazie a questa, per esempio, unafamiglia che installa un impiantofotovoltaico da 3 kWp riceve 1.300euro all’anno per 20 anni, per unasomma complessiva di 26mila euro”.L’iscrizione al gruppo costa 40 euro,non è vincolante, ma prevede la con-divisione di tutte le informazioniutili. “La selezione dei fornitori èmolto dura e il bando è molto esi-gente, perché il nostro scopo – spiegaMassimo Menini, componente delGaser e della commissione che havalutato le sette proposte arrivate daaltrettante aziende, in occasione del-l’ultimo bando utile per il terzo qua-drimestre del 2011 – è arrivare amontare questi impianti per l’energiadomestica con le migliori condizionieconomiche per gli aderenti, maanche con le massime tutele. Il foto-voltaico è un settore in forte espan-sione, gli avventurieri che si propon-gono senza le necessarie qualifichesono sempre più frequenti. Il nostrobando, per prima cosa, chiede alleditte partecipanti una fideiussione da

Già 400 gli impiantiinstallati grazieall’attività di Gaser.I vantaggi? Meno costie (molte) più garanzie

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TERRITORI

Cesena, Alberto Zambianchi –Questo territorio infatti ha un riccopaniere di prodotti che possono esse-re anche un volano per l’economiaturistica”.Attorno alle ricche proposte cultura-li che nascono dai poli museali forli-vesi, cesenati e ravennati e alle pecu-liarità architettoniche dei numerosimonumenti, il piano punta ad avvia-re una progettualità rivolta all’offer-ta integrata di servizi e di prodottinon solo turistici, ma anche enoga-stronomici, artistici e tradizionali,con evidenti ricadute in termini diricchezza e sviluppo. Da questa inte-grazione possono innescarsi mecca-nismi virtuosi che associano alla qua-lità del prodotto quella delle aziendee divenire a loro volta strumento disviluppo dei rapporti commerciali edi scambio, come pure fonte di attra-zione di imprese e di investimenti.Allo stesso tempo è possibile pro-muovere il sistema imprenditoriale informa aggregata attraverso azionispecifiche e mirate condivise e soste-nute dal mondo associativo.“Il piano di marketing - dichiara ilpresidente della Camera di commer-cio di Ravenna, Gian Franco Bessi –coinvolge due ambiti provincialinello sviluppo di azioni e attività perpromuovere l’ospitalità e le eccellen-ze produttive. Spiaggia, parchi natu-

Si chiama “Terre di Romagna”ed è il marchio che identifica ilprogetto che le Camere diCommercio di Forlì-Cesena e

Ravenna hanno avviato in collabora-zione per lo sviluppo delle eccellenzeterritoriali. Il “Piano di marketing delterritorio allargato”, avviato in viasperimentale nell’aprile dell’anno

2009, è entrato nel vivonel 2010 e si è appenaconcluso il secondo deitre anni previsti da unaconvenzione.L’idea che lega insieme,in un percorso comunee condiviso, enti e istitu-zioni, è di sviluppareazioni e attività dallemille sfaccettature, perpromuovere l’acco-

glienza e l’ospitalità della Romagna,distretto che mantiene forti motiva-zioni e valori turistici per tutte equattro le stagioni dell’anno. Si èavviata un’ esperienza che non è solocommercializzazione di prodotti, masoprattutto esaltazione di una cultu-ra e di una tradizione dalle radiciantiche, ora proiettate nel futuro.Costa, entroterra e collina, terme ebenessere, enogastronomia di qualità

Arte e benessere,costa ed entroterra,

enogastronomia.Mille sfaccettature,

un solo marchio

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i Camere di commercio di Ravenna e Forlì-Cesena insieme per la promozione integrata

sono altrettanti elementi di un pano-rama variegato e composito in cui labellezza delle città d’arte e le oppor-tunità culturali si coniugano con l’ec-cellenza dei prodotti dell’artigianatoe della ristorazione. In questo modo,il “fare sistema” tra territori concaratteristiche simili e tematichecomuni sotto il profilo turistico,diventa la chiave di volta per incre-mentarne la competitività, arricchen-do le proposte di sempre nuoveopportunità.Il piano di marketing è nato dallaconsiderazione del valore del territo-rio come identità, per sostenere e rea-lizzare qualificate iniziative di pro-mozione e commercializzazione arti-colate in eventi sia in Italia che all’e-stero sulla base di precisi step.Innanzitutto la verifica delle iniziati-ve programmate dagli enti preposti(Apt Servizi ed Unioni di Prodotto)in modo da affiancare e non sovrap-porsi alle azioni già previste. Insecondo luogo, il confronto continuocon i soggetti coinvolti. Infine la defi-nizione del programma di attivitàche conta due soggetti attuatori:Casa Artusi e Apt Servizi Emilia-Romagna.“Il progetto vuole organizzare unarete non solo turistica ma anche pro-duttiva. – sottolinea il presidentedella Camera di commercio di Forlì-

Un unico brandper le Terre di Romagna

I soci del progettoLA SCHEDA

Galeata, Savignano sul Rubicone, San MauroPascoli, Castrocaro Terme e Terra del Sole

sono i quattro Comuni della provincia di Forlì-Cesena che hanno aderito nel 2011 al Piano dimarketing del territorio allargato affiancandosialle Camera di Commercio di Forlì-Cesena e diRavenna, alla Fondazione Cassa dei Risparmi diForlì, alla Provincia di Forlì-Cesena, ed ai Comunidi Forlì, Cesena, Bagno di Romagna eModigliana

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(Museo Internazionale delle Cerami-che) durante l’evento “Vini ad Arte”(Faenza), Sportur Bycicle Show(Cervia), FieraCiclo&evento (Cesena-tico), Borsa del Turismo 100 Cittàd’arte (Ravenna), gara ciclistica“Fondo del Capitano” (Bagno diRomagna), inaugurazione TerminalCrociere conprogrammadi accoglien-za (Ravenna), Festa Artusiana(Forlimpopoli), Si Fest -SavignanoImmagini Festival. Sono stati organiz-zati educational tour con giornalisti,operatori turistici e bus operator pro-venienti daGermania, Gran Bretagna,Austria, Svizzera e Danimarca.A supporto del piano, sono stati rea-lizzati una guida abbinata ad offertecommerciali dal titolo“Terre di

Romagna. Le Terre dello Star bene,tra Tesori, Emozioni, Benessere eSapori” oltre a strumenti web e mul-timediali.La “destinazione Romagna” al cen-tro del piano di marketing potrebbein futuro allargarsi, rafforzandomodalità e sinergie, fino a ricompren-dere anche i territori di Rimini eFerrara per alcune iniziative specifi-che per una offerta ancora piùattraente. Intanto il programmaimpostato per il 2012 prevede eventiall’estero con in prima fila Russia,Germania, Regno Unito, Svizzera eFrancia come paesi target, che siaffiancheranno a iniziative in Italiaoltre a strumenti di promocommer-cializzazione e web promotion

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rali, città d’arte, collina, cultura,patrimonio monumentale e terminalcrociere vanno coniugati con il restodel territorio in modo armonico eomogeneo”.In virtù della propria natura e voca-zione, il sistema camerale ha assuntoquindi il ruolo di coordinatore di unprogramma di opportunità aperteagli operatori economici di entrambele province. Il progetto “Terre diRomagna” si muove in una duplicedirezione: attività in entrata con edu-cational tour con giornalisti e opera-tori turistici ed eventi di promozionedirettamente sul territorio, accanto amissioni all’estero, in particolare inalcuni paesi obiettivo come Olanda,Francia Belgio, Gran Bretagna,Svezia, Danimarca e Germania.Sono state tre le missioni del 2011.In Olanda ha riscosso notevole suc-cesso l’ evento culturale “PellegrinoArtusi: il Garibaldi della cucina ita-liana” con incontri commerciali peril settore turismo e agroalimentare.In Polonia si è svolto il workshopper il settore turismo e seminario“Percorso di conoscenza e degusta-zione dedicato al Sangiovese diRomagna Doc” con buyer e stampaspecializzata. Infine in Francia a l’“Italie à table”, la partecipazione èstata articolata su uno stand di pro-mozione del territorio e punto-ven-dita di prodotti tipici assieme ad unevento di presentazione con degusta-zioni e scuola di cucina delle“Mariette”.Sono stati invece 12 gli eventi sul ter-ritorio romagnolo che hanno visto ipartner del progetto ed i club di pro-dotto presenti in stand promozionaliallestiti con prodotti enogastronomi-ci e creazioni dell’artigianato localeoltre a momenti di animazione: alMuseo San Domenico in occasionedella mostra “Melozzo da Forlì.L’umana bellezza tra Piero dellaFrancesca e Raffaello” (Forlì), al Mic

Presto una sede di rappresentanza a Mosca.Il “manuale artusiano” pubblicato in cirillico

Artusi “sbarca” in Russia

IL CASO

Tra i soggetti attuatori sul territorio delle ini-ziative di Terre di Romagna c’è CasaArtusi

a Forlimpopoli, patria di Pellegrino Artusi,luogo dove la cucina è protagonista assolutae dove si danno appuntamento appassionatie curiosi, per gustare prelibatezze, conoscereesperienze, approfondire tecniche.Casa Artusi guarda ora anche alla Russia: nel-l’ambito delle iniziative del CentenarioArtusiano, grazie alla collaborazione conl’Accademia Internazionale Russa per ilTurismo (Rmat), il manuale Artusiano “LaScienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” èdisponibile anche in lingua russa. Sempre nel-l’ambito di questa collaborazione a Mosca,nel complesso Cremlino Ismailovo, dove sitrova la sede della Rmat, è stata aperta unasede di rappresentanza di Casa Artusi a cuiseguirà la realizzazione di una piccola scuoladi cucina. All’interno di questo spazio, saran-no sempre disponibili materiali informativi suCasa Artusi, sulla Città Artusiana, sulle attrat-tive turistiche, sugli appuntamenti culturali esulle produzioni di eccellenza del nostro terri-torio che saranno esposte. In sostanza unospicchio di cultura gastronomica, ma nonsolo, ispirata al moderno “cantore” dellegesta degli italiani ai fornelli di cui si celebra ilCentenario.Tra le iniziative che vanno a completare il

progetto moscovita c’è anche l’organizzazio-ne di itinerari turistici ed enogastronomici nelterritorio romagnolo grazie alla collaborazio-ne di APT Azienda di Promozione Turisticadell’Emilia-Romagna, tour operator russi e ilGrand Hotel Terme della Fratta. L’intero pro-getto è possibile grazie all’ impegno diNatalia Chaurskaya responsabile delle rela-zioni esterne per l’Accademia InternazionaleRussa per il Turismo e del professor UmbertoSolimene, grande estimatore dell’Artusi,medico di medicina termale coinvolto nelprogetto in rappresentanza di ThermaeCampus

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TERRITORI

valore aggiunto all’offerta turistica erappresenta il legame più autenticocon la cultura del territorio e avvici-na il produttore al consumatore,diffondendo nella ristorazione lacucina fatta con ingredienti del terri-torio.“La formula è innovativa – osservaAnnalisa Raduano, vicepresidentedella Camera di Forlì-Cesena e ope-ratrice del settore caseario – Chi ade-risce, sposa una filosofia ispirata allagenuinità ed al rispetto delle regole:con Romagna da gustare si sceglieinfatti di acquistare solo prodotti diqualità, non imitazioni o basso prez-zo. Inoltre, si promuove in una logi-ca di filiera agroalimentare il brandRomagna nel suo insieme: ospitalità,benessere, enogastronomia, vacanze,cultura”.Il marchio “Romagna da Gustare” èstato promosso, in estate ed autun-no, a una ventina di eventi in Rivierae nell’entroterra, allo scopo di pro-muovere i valori ed i sapori di un ter-ritorio unico per tradizione e culturaenogastronomica di qualità. Nellaprossima stagione turistica tornerà apieno regime con nuove progettua-lità. Sono inoltre allo studio unampliamento del target, fino a ricom-prendere piccoli negozi specializzatinella vendita di prodotti enogastro-nomici di qualità, ristoranti tipici eanche i consumatori finali

La ricchezza della terra, la pro-sperità dei frutti e l’abbondan-za dei sapori tipici si saldanoalla tradizionale ospitalità

calorosa ed accogliente in“Romagna da gustare” un progettoinnovativo che crea un circuito vir-tuoso tra le imprese agricole ed arti-gianali, la ristorazione locale, le bot-

teghe tipiche, gli hotel,gli agriturismi.“Romagna daGustare”è stato avviato delleCamere di commerciodi Forlì-Cesena e diRavenna (con il suppor-to tecnico dell’aziendaspeciale Cise) per creareun rapporto diretto tra iproduttori locali e l’imprenditoria turistica

locale. Ciò accade attraverso unapiattaforma per la compravenditaonline che organizza il flusso com-merciale dei prodotti agricoli ed arti-gianali direttamente sulle tavole dellestrutture ricettive del territorio. I pro-duttori inseriscono le loro referenzeed i clienti possono acquistare i pro-dotti del territorio disponibili intempo reale.Finora hanno aderito circa 100imprese tra costa ed entroterra - divi-se tra strutture ricettive e produttive -uniformemente distribuite fra le pro-vince di Forlì-Cesena e di RavennaAd essere coinvolte, nel ruolo di pro-duttori, sono le aziende romagnole

Lo scopo, indirizzarealle strutture ricettive

locali i prodottiagricoli e artigianali

del territorio

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i A Ravenna e Forlì-Cesena un bilancio del primo anno del progetto “Romagna da gustare”

specializzate in ortofrutta, vini, for-maggi, carni, confetture, trasformatie prodotti di artigianato. La rintrac-ciabilità degli alimenti all’internodella filiera corta di produzione ègaranzia di qualità e genuinità.In questo modo, il tradizionale mer-cato agroalimentare dei produttori siabbina all’e-commerce e usufruiscedi un sistema logistico multimodalein grado di garantire la consegna deiprodotti - sei giorni la settimana -nella sede del cliente.“Lo scopo – dichiara Alberto Zam-bianchi, presidente della Camera diCommercio di Forlì-Cesena – è didiffondere l’offerta di accoglienzadella “Romagna”, con modalità estrumenti innovativi tali da renderepiù dettagliato, rapido, efficace, eco-nomico e qualitativamente miglioreil servizio a favore delle strutturericettive”.Attraverso questo sistema, i prodottiagricoli e artigianali trovano adegua-ta valorizzazione, nel segno di unatradizione che mette al centro il turi-sta, guidandolo alla scoperta dellaRomagna.“E’ necessario mettere in relazione leeccellenze e i bisogni del territorio–afferma Gianfranco Bessi, presidentedella Camera di commercio diRavenna - avendo come riferimentouna scala sovraprovinciale per pre-sentarci sul mercato turistico con unamarcia in più”.Il consumo dei prodotti tipici dà

Negli hotel romagnolispecialità “a km zero”

Il marchio “R”, reinterpretazionedelle decorazioni tipiche delle tele romagnole,rappresenta il profilo di un calice, simbolodi allegria e di antica tradizione vinicola.Identifica alberghi, stabilimenti balneari,

ristoranti e locali della Riviera e dell’Appennino,dove è possibile trovare i genuini prodotti

agroalimentari della Romagna.Per informazioni sull’iniziativa

e sulle modalità di adesione sito webhttp://www.romagnadagustare.it

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TURISMO

sulla Woyager of the Sea). “E l’in-gresso della città, come rileva il pre-sidente di Ravenna TerminalPasseggeri, Natalino Gigante – neiprincipali itinerari turistici interna-zionali, andando così incrementaregli oltre 6 milioni di presenze turisti-che in provincia nel 2011, 500milasolo a Ravenna. Stiamo lavorandocon serietà perché que-sta realtà si affermi nel-l’intercettare flussi chepossono contribuire aforme di turismo desta-gionalizzato. Dovremoessere in grado di garan-tire quella continuitàdello standard qualitati-vo che è fattore chiavedi successo nel sistemacrocieristico. E’ unasfida che riguarda l’intera città in unsegmento dell’economia nuovo”

Un valore aggiunto per l’intero siste-ma turistico romagnolo è senza dub-bio il Terminal Crociere di Ravenna.Al termine del suo primo anno diattività, il Terminal, oggi gestitodalla Società Ravenna TerminalPasseggeri (RTP S.r.l.), costituitadalla compagnia Royal Caribbean,Aeroporto “Guglielmo Marconi” diBologna, Venezia TerminalPasseggeri, Tour operator SocietàBassani di Venezia e Camera di com-mercio di Ravenna, può già fare iprimi bilanci e lanciare nuovi pro-getti per crescere ancora.A fine 2011, le 90 navi arrivate alTerminal hanno portato a Ravennaoltre 165mila croceristi (a cui vannoaggiunte 50 mila unità del personaledi bordo) in 82 “toccate”. Si calcolache il settore delle crociere abbialasciato a Ravenna 16 milioni dieuro, tra visite alla città, pullman etaxi, acquisti di souvenir, servizi tec-nici marittimi.I numeri danno ragione all’Autoritàportuale (Ap) di Ravenna che hainvestito nel nuovo TerminalCrociere. È luminosa quindi la foto-grafia della prima stagione delloscalo di Porto Corsini. “Ravenna èentrata al momento giusto – spiegaGiuseppe Parrello, presidente di Ap -con risultati eccezionali, reinventan-do servizi logistici e infrastruttureper un nuovo scalo passeggeri”.Il prossimo passo sarà infatti lacostruzione di una vera e propriastazione marittima per imbarco-sbarco di passeggeri. Le premesse cisono visto che già quest’anno 50mila persone si sono imbarcate aRavenna grazie ad una convenzionecon il tour operator spagnoloPulmantur. Rtp e Ap hanno messo apunto un calendario di lavori chedovrebbe portare alla realizzazionedell’opera entro il 2014, e l’entecamerale ravennate ha dato disponi-bilità a supportarla. Ciò consentirà

A fine 2011 già a quota 165mila i crocieristi sbarcati, per un giro d’affari stimato in 16 milioni

Terminal Crociere,una scommessa vinta d

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di incrementare il numero di crocierein arrivo/partenza da Ravenna, ovve-ro di consolidare il ruolo di “homeport”. A ciò è legata anche la possi-bilità di formulare accordi per i rifor-nimenti alimentari alle navi, settorein cui il marchio Emilia-Romagna èsinonimo di qualità riconosciuto intutto il mondo.Il 2012 non riserverà comunque inumeri del 2011. Per due motivi. Ilprimo perché la compagnia RoyalCaribbean sposterà la nave da crocie-ra Voyager of the Seas, 3.800 passeg-geri, nel Far East (sarà sostituita dallaCelebra Silhouette), mentre il secon-do dipende dal meccanismo di questobusiness: le compagnie stabiliscono iprogrammi due anni prima. “Il 2011è stato un anno di test e di fiducia –aggiunge Parrello - rispetto agli impe-gni presi nel 2009 sulle opere da rea-lizzare nel porto. Il 2012, per effettocautelativo, avrà dati più bassi, magià nel 2013 torniamo a livello del2011”.C’è grande attenzione da parte degliarmatori che, non a caso, hannoavanzato richieste aggiuntive alloscalo. Per il 2012-2013 sono a bilan-cio (per un costo di 3,5 milioni dieuro) nuovi interventi di dragaggioper la sicurezza delle navi, l’allaccia-mento fognario, la fornitura diacqua, la sistemazione della viabilitàe parcheggi, la demolizione di unpennello per rendere più agevoli lemanovre e lo spianamento dellacassa di colmata. Ravenna TerminalPasseggeri è impegnata anche a sti-pulare accordi di interporting con lecompagnie per offrire la possibilità diimbarcare e sbarcare turisti in diver-si porti anziché in uno solo. Si stimache ogni crocerista spenda in mediatra gli 80 e 150 euro.Senza contare i ritorni “invisibili”: leforniture di acqua e gasolio e le der-rate alimentari (140 mila pasti servi-ti su una nave in 7 giorni di crociera

Prossimo passo,la costruzionedi una vera e propriastazione marittima:sorgerà entro il 2014

L’inaugurazione del Terminal lo scorso 21 giugno.L’arrivo contemporaneo di due colossi delle crocierea Porto Corsi riempì la città: in poche ore sbarcaronooltre settemila turisti. La tappa di Ravennaha ottenuto un punteggio medio di 8,9 (su scala da 1 a 10)dai passeggeri della Royal Carribean

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Si dice tv e si traduce busi-ness. In Emilia-Romagna sicontano ben 36 “aziende”televisive, eccellenza di un

comparto dove si muove anchequalcosa come 6mila imprese che sioccupano di “produzione” per la tv,la radio, il cinema, il web. Un setto-re dove spiccano 26 emittenti, spes-

so fondate da autenticipionieri dell’etere, concentinaia tra giornalisti,tecnici, addetti ammini-strativi e indotto, fattu-rati di tutto rispetto,palinsesti strutturati e,soprattutto, servizi forte-mente mirati all’utenza.A monitorarle costante-mente è il Corecom, ilComitato regionale per

le comunicazioni, che si occupa, tral’altro, anche della graduatoria perl’accesso ai contributi statali per ilsettore. Secondo i dati regionali, lamaggiore concentrazione di emitten-ti tv è a Bologna (9), seguita daParma (6), Modena (5), Rimini eForlì-Cesena (4 ciascuna). Si va daRete7 a Telereggio, da TeleducatoPiacenza a Videoregione, da 7Gold aTelestense, Telesanterno, Trc Mode-na, TvParma e Telecentro, solo perrestare alle prime dieci nella gradua-toria dei contributi statali.Un comparto attualmente impegna-to a difendere radicamento e occu-pazione e che la Regione segue conparticolare attenzione. Non solol’Ente ha stanziato 1,8 milioni dicontributi per sostenere le emittentitelevisive emiliano-romagnole negliinvestimenti per la transizione dall’a-nalogico al digitale terrestre, ma è inprima fila ai tavoli di crisi sulle azien-de più in difficoltà. “Quello delleemittenti radiotelevisive e dei quoti-diani – sottolinea Gian CarloMuzzarelli, assessore regionale alleAttività produttive – è un settore cru-

In base ai dati del Corecom, sono 36 le aziende televisive in regione, ben 6mila i “produttori”

Tv, il businessva in onda

ciale, sia perché alcune situazioni cipreoccupano, sia perché un indeboli-mento del settore implica una mino-re democrazia. Un valore cui tenia-mo è la pluralità di voci del mondodell’informazione”.A fine settembre la Regione ha cosìaffrontato la vertenza Teleducato: 33persone tra giornalisti, operai eimpiegati, un bacino di 4 milioni diutenti tra Emilia-Romagna e Lom-bardia, 3 canali in digitale (11 Tele-ducato Piacenza, 12 TeleducatoParma e 87 All News). A novembrela sua mediazione è stata richiesta altavolo della vertenza riguardante ÈTv, emittente di proprietà del Grup-po Spallanzani; anche qui un pianoanticrisi con pesanti tagli occupazio-nali e l’ipotesi di chiusura per la sededi Piacenza. “Il nostro impegno è

massimo per tenere aperte le redazio-ni e salvare i posti di lavoro”, con-clude Muzzarelli.Le aziende televisive si confrontanocon un mercato in continua evolu-zione. Dalla loro parte gioca peròuna certezza: il radicamento sul terri-torio premia. Lo sanno bene realtàcome Telereggio, una delle tv con ilpiù alto indice di penetrazione inEmilia-Romagna (164mila spettatorial giorno), che copre Reggio Emilia eprovincia e propone un palinsestotelevisivo e radiofonico con rubriche,avvenimenti istituzionali e culturali,sport, meteo e Tg di economia. Trc-Telemodena invece è leader di ascol-ti su Modena e provincia: anche quiun gruppo multimediale con diversicanali televisivi sulla piattaformadigitale terrestre, il televideo e il sito

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Regione al fiancodi un settore a rischio

a causa della crisie delle conseguenze

dello “switch off”

INCHIESTA

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internet. Da febbraio 2011 haaggiunto all’offerta anche i canaliTrc2 sport e Trc3 cultura. Vmt,VideoModenaTelestar, rete gemelladi Trc-Telemodena ospita invece leproduzioni “fatte in casa”, oltre amusica e pallavolo femminile. InRomagna, le storiche Videoregione(suoi programmi sono diventati veri epropri cult come “A Trebb” e“Scacciapensieri”), Teleromagna,nata nel 1974, e Tele 1, fondata nel1976, punti di riferimento per i diver-si pubblici del territorio.Discorso a parte merita Telestense aFerrara. L’azienda oggi è leader asso-luta nel bacino Ferrara-Rovigo e nellearee attigue delle province confinanti,come dimostra il primato di audienceattribuitole dai rilevamenti Auditel inquesta zona: 138mila contatti giorna-lieri, che salgono a 500mila se si con-sidera l’intero network. Telestense,infatti, fa parte di un gruppo checomprende anche Telesanterno, Tele-centro e Canale 24 e produce un fat-turato di 12milioni per 70 addetti. Laspiccata vocazione per l’informazio-ne (il suo Tg è in regolare program-mazione dal 1980) le ha permesso didistinguersi da subito dalle tv mera-

mente commerciali e di calarsi appie-no nella realtà del proprio territorio.Una ricetta che le ha permesso di rea-gire meglio di altre aziende televisivealla crisi economica. “Abbiamo sem-pre lavorato per sposare la parte edi-toriale a quella economica – sottoli-nea Flavio Bighinati, editore diTelestense – anteponendo il risultatodi esercizio agli ascolti. La strategiadel gruppo resta centrata su nuoveopportunità, qualità e fidelizzazionedell’utenza per offrire ancora novità ecanali tematici”. Non a caso Tele-stense è diventata il principale riferi-mento televisivo locale per i telespet-tatori della sua area target: 7 spetta-tori su 10 ormai seguono il suo Tg inun bacino che abbraccia le provincedi Ferrara e Rovigo, oltre ad altreimportanti aree dell’Emilia-Romagna(parte del Ravennate, del Bolognese edel Modenese), del Nord-Est Veneto(zona Euganea e Bassa Veronese) edella Lombardia (Mantova).Per il settore, la sfida dei prossimianni sarà doppia: sul fronte della tvdigitale e della crescita delle web tv.Già oggi, molte web tv della regionesono ben più che realtà amatoriali,ma aziende con organici strutturati,

redazioni, palinsesti monotematici ofortemente orientati al servizio pub-blico. A confermarlo è il CorecomEmilia-Romagna che, a fine settem-bre, ha presentato a Bologna il primocensimento delle web tv della regio-ne. “Nei prossimi anni – ha sottoli-neatoGianlucaGardini, presidente diCorecom Emilia-Romagna – lanuova grande partita dell’informazio-ne si gioca su internet. Le istituzionisaranno chiamate a sviluppare nonpiù solo il sistema tradizionale del-l’informazione, perché cambierannole modalità di fruizione. Sulla rete sipuò fare informazione interattiva concontenuti offerti dagli stessi utilizza-tori. Serve un totale cambiamento diprospettiva e una riflessione generalesulle regole”

IL FOCUS

L’Emilia-Romagna è prima per numero di tv su internet.Sono ben 52 in regione, di cui una trentina tra BolognaeModena, sulle 533 (più 52% sul 2010) censite in tutta Italiaa settembre 2011. A dirlo è la ricerca “Le Web Tv in Emilia-Romagna”, realizzata dal Corecom regionale in collaborazio-ne con l’associazione di promozione sociale Ponghino, editri-ce della modenese Fuori.tv. Il progetto, nato per definire lafruizione dei contenuti televisivi online, ha dimostrato che leweb tv attecchiscono soprattutto dove c’è bisogno di colma-re un vuoto informativo. Per promuoversi utilizzano il canaleYouTube, ma anche i social network come Facebook eTwitter. “Una vera e propria rivoluzione culturale, oltre chetecnologica – spiega il Corecom – perché sono gli utenti stes-si a realizzare contenuti televisivi. Le web tv molto spesso sitrovano a colmare i vuoti delle tv locali, che non possono per-mettersi di trattare temi troppo circoscritti e non possono pre-scindere dall’audience”.Le televisioni sul web sono per lo più autofinanziate e fatteda videomaker, alcune raccontano storie di quartiere, ma

tante hanno anche un bacino d’utenza nazionale se noninternazionale. Il costo di ciascuna emittente varia da mille a10mila euro e perciò sono decisivi i finanziamenti che arriva-no da enti locali e fondazioni. “Dietro alle web tv non ci sonosolo singoli cittadini, ma associazioni e gruppi di interesse –afferma Giampaolo Colletti, presidente della Federazione deiMedia Digitali Indipendenti – le web tv rispondono al biso-gno di informazione ‘dal basso’ espresso da comunità bendefinite che identificano nella rete un nuovo luogo d’incon-tro”. Tutte le web tv, infatti, si interessano di temi sociali eculturali. Si va dall’Università di Bologna (Mela Web tv) allaDiocesi di Piacenza, dal Centro servizi volontariato diModena (VolontariaMo) al Comune di Bologna (FlashGiovani) passando per Pandispagna Web Tv e Arcoiris diModena o Vibes Channel di Bologna. A Ferrara c’è Fisitv:web tv dedicata a natura, ambiente, caccia e pesca. Fondatada Evangelos Papadokoctsiolis, trasmette in italiano e greco,lavora in tandem con una rivista di settore ed è molto segui-ta in Grecia

“Una vera e propria rivoluzione culturale, oltre che tecnologica”

Tv via web, Emilia-Romagna da primato

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fumettisti e docenti universitari.Tutti insieme per ragionare su comesvecchiare l’attuale classe dirigente emettersi in rete per far emergere ilmeglio della creatività italiana. Conuna bandiera ben precisa: quelladelle nuove tecnologie e di internet.“Abbiamo voluto chiamarlo festivalscegliendo un luogo rappresentativodi ciò che ci sta a cuore: la cultura”,ha detto il presidente dei giovaniimprenditori Cna, Andrea Di Bene-detto. “Dopo l’edizione dello scorsoanno a Torino, Bologna e il TeatroComunale ci sono sembrati perfetti.Vogliamo creare un nuovo modo difare rappresentanza: partiamo daqui, sappiamo che c’è tanto da orga-nizzare e siamo pronti a fare lanostra parte”. Il Festival, che è anda-to in onda in streaming su diverseweb tv e siti d’informazione nazio-nali come Corriere.it o Il Sole 24Ore, si è proposto infatti di avviareuna rete di legami da far fruttare in

Far sentire la voce delle nuoveleve dell’economia italiana,individuare i passi da affron-tare per cambiare il Paese,

battere la crisi. È per centrare obiet-tivi come questi che il 14 e il 15 otto-bre scorsi un migliaio di artigianiunder 40 da tutta Italia si sono datiappuntamento al Teatro Comunale

di Bologna.L’occasione, “Cna Next2011 – Organismi.Festival delle intelligen-ze collettive”, il mee-ting nazionale dei gio-vani imprenditori diCna: due giorni diincontri, dibattiti espettacoli, insieme allemigliori “intelligenze”d’Italia e del mondo.

Primo fra tutti, JimmyWales, il fon-datore dell’enciclopedia on lineWikipedia, a cui sono seguiti inter-venti di economisti, imprenditori,

“Organismi – Festival delle intelligenze collettive”: a Bologna il meeting dei giovani di Cna

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Scheggia

Parola d’ordineliberare le energie

del Paese attraversola cultura, le reti,

le nuove tecnologie

“Next”, artigianinel terzo millennio

un momento come questo, con l’e-conomia in ginocchio un po’ in tuttoil mondo. “Questo laboratorio – haproseguito Di Benedetto – è l’imma-gine del Paese che vogliamo: un’in-frastruttura capace di legare animediverse, una connessione che liberienergie”.In effetti, le anime invitate a dare ilproprio contribuito durante la duegiorni venivano dai settori più dispa-rati, dall’economia all’arte, passan-do per la musica. Nella giornata

EVENTI

L’ANALISI

“In Italia c’è un certo livello di libertà di stampa,ma la situa-zione è imperfetta: non bisogna mai smettere di vigilare”.

Parola di Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia: l’enciclope-dia libera sul web in 270 lingue, creata grazie agli sforzi degliutenti e ormai diventata imprescindibile per le ricerche suInternet. Wales ha aperto la convention dei giovani Cna conun discorso sul web e la democrazia. All’inizio di ottobre, pertre giorni,Wikipedia in lingua italiana si era auto-oscurata perprotesta contro la cosiddetta “legge-Bavagalio”, contenutanel disegno di legge sulle intercettazioni, tuttora allo studiodel Parlamento. Una strategia che, complice la confusione ele polemiche intorno al provvedimento, ha per ora messo instand by il timore di rettifiche immediate anche per blog e sitiweb. A Bologna, Wales è tornato sulla vicenda celebrando lavittoria della sua creatura. “È eccitante essere qui dopo il suc-

cesso che ha ottenuto la protesta di Wikipedia – ha dichiara-to – è stata una decisione che la comunità italiana ha presoin autonomia, all’inizio non ne conoscevamo le conseguen-ze, ma poi abbiamo avuto un riscontro positivo”.Nel suo discorso, ha poi rivelato alcune curiosità suWikipedia. Spiegando per esempio che tra gli utenti i quali,oltre a consultarla, ne modificano le voci, spiccano gli uomi-ni: in tutto il mondo rappresentano l’87%. O dando qual-che dato sulla presenza in Cina e sulle difficoltà che l’enci-clopedia ha contro la severa censura di Pechino. “Lì siamostati proibiti per anni poi, grazie alle Olimpiadi del 2008, lecose sono cambiate – ha concluso – ci sono ancora paginefiltrate dal Governo, come quelle su Piazza Tiananmen o sul-l’artista dissidente Ai Weiwei. Ma la situazione sta miglio-rando”

JimmyWales, fondatore di Wikipedia e ospite d’eccezione del meeting

“L’Italia? Un Paese mediamente libero”

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scrittori insieme ai migliori musicistidella scena indipendente cittadina.“È un’occasione unica, che Bolognaha colto appieno – ha spiegato il pre-side della Cna bolognese, MassimoFerrante – l’Italia deve ripartire dallegiovani energie e dalle idee: solo cosìpotremo affrontare le sfide dellacrisi”. Proprio per tirare una riga ericominciare da zero, i giovani arti-giani si sono muniti di computer,tablet e altri strumenti multimedialiper scrivere tutti insieme una letteraal presidente della Repubblica e agliitaliani: un vero e proprio manifestocollettivo in cui sono confluite le opi-nioni condivise al festival.L’esperimento è entrato nel vivo nellaseconda giornata, l’ultima, che si èpoi conclusa con focus specifici sucultura e interdisciplinarietà dei sape-ri. Tra i relatori di sabato, infatti, c’e-rano professori universitari come

Giovanna Cosenza, docente diSemiotica all’AlmaMater, il direttoredel giornale online L’Inkiesta JacopoTondelli, il fumettista Makkox, ilsovrintendente del Teatro ComunaleFrancesco Ernani, la coppia di autorisatirici Gino&Michele e, infine, iltrombettista siciliano Roy Paci

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inaugurale, il 14 ottobre, a parlare aigiovani artigiani sono arrivati sottole Due Torri Don Luigi Ciotti, fon-datore dell’associazione antimafiaLibera Terra, Enrico Giovannini,presidente dell’Istat, il preside dellafacoltà di Agraria dell’Università diBologna Andrea Segrè – intervenutoin qualità di numero uno di LastMinute Market – e Cuno JakobTarfusser, giudice della Corte penaleinternazionale. C’è stato spazioanche per un dibattito “interno”, daltitolo “Intelligenze organizzate –Cna, un sistema nervoso che connet-te il Paese”, con Luca Iaia, coordina-tore Cna Giovani Imprenditori,Sergio Silvestrini, segretario generaledegli artigiani, e Di Benedetto. Achiudere la prima giornata, il rea-ding letterario-musicale “Pontiac”,messo in scena daWuMing 2 dell’o-monimo collettivo bolognese di

LA STRATEGIA

“Oggi viviamo in un Paese caotico e confu-so. Caratterizzato da tanti problemi, tante

storie, ma forse l’aspetto che ci preoccupa piùdi tutti, su cui vorremmo porre l’attenzione, èuna classe dirigente inadatta e vecchia”. Iniziacosì il “Manifesto agli italiani” scritto dai gio-vani imprenditori di Cna, riuniti al Comunaledi Bologna. Una lettera d’intenti e speranzedestinata al Paese, che ha come primo desti-natario il presidente della Repubblica GiorgioNapolitano. L’hanno scritta insieme, metten-do a frutto quelle intelligenze collettive e glistrumenti tecnologici di cui hanno discussoper due giorni al meeting nazionale Cna Next.I relatori, dal palco, si sono coordinati con laplatea, munita di pc, iPad, cellulari smart-phone: ciascuno ha detto la sua contribuendoalla stesura definitiva.In sostanza, i giovani artigiani hanno espressoun malessere che è soprattutto economico,legato alla crisi e a una “burocrazia esaspera-ta e inefficiente” (come scrivono nelManifesto), ma che dipende anche dalla poli-

tica. “Ma non ci poniamo solamente in unatteggiamento critico – proseguono, citandotra le soluzioni anche l’impegno per la costru-zione di reti d’imprese – ci vogliamo prendereun impegno preciso: partecipare alle sceltestrategiche”.Gli obiettivi del Manifesto sono stati subitosposati dall’associazione che, per bocca delpresidente nazionale IvanMalavasi, ha dato lasua benedizione. E ha aggiunto qualche ideaper superare la grave congiuntura economica.“Abbiamo proposto una patrimoniale e unasoglia di tracciabilità più bassa contro il som-merso – ha dichiarato – è il modo per recupe-rare risorse e ridurre il carico fiscale su impre-se e lavoratori. La politica agisca con respon-sabilità”.Il manifesto si chiude con un’iniezione di fidu-cia e ottimismo. “Riusciremo a superare le dif-ficoltà dell’oggi? Ne siamo sufficientementeconvinti – concludono i giovani di Cna – se netroveremo la forza, l’Italia domani sarà unPaese con un futuro moderno e innovativo

Il “Manifesto agli italiani” dei giovani imprenditori di Cna

“Classe dirigente inadeguata,burocrazia esasperata e inefficiente”

Jimmy Wales,fondatoredi Wikipedia

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FORMAZIONE

Il secondo seminario del Pro-gramma internazionale di svi-luppo delle competenze econo-miche e manageriali, organiz-

zato dal Ctc – Competence trai-ning center – Centro di formazio-ne manageriale e gestione d’im-presa della Camera di commerciodi Bologna – ha avuto come ospi-

te Jean-Marie Ducreux,senior advisor delBoston ConsultingGroup, affiliate profes-sor e direttore scientifi-co presso la businessschool internazionaleEscp (Parigi).Come sempre, gli sti-moli alla riflessione eall’apertura di visionesono stati molteplici,

soprattutto partendo dalla fraselapidaria pronunciata dal docente:“Non è più come prima”. In pas-sato, il mondo economico e i suoimodelli erano semplici, così comela concorrenza era facile da identi-ficare. Progressivamente, tutto èdiventato meno chiaro; ora la con-correnza si genera ovunque, comese non esistessero confini, perché“ogni giorno qualcuno arriva ecambia il vostro business”.Analizzando quantitativamentemolti settori (auto, TV, hotel, ali-mentari, compagnie aeree, ecc),Mr Ducreux rileva come i mercatimaturi siano caratterizzati dalfenomeno della polarizzazione:imprese che seguono la stradadella differenziazione dell’offertaa prezzi elevati (trading up) eimprese che propongono un’offer-ta basica a prezzi bassi (tradingdown). E chi sta a metà? È desti-nato a scomparire.Alla stessa conclusione giungeanche uno studio della McKinseycondotto a livello globale su venti-cinque settori-prodotti. Il modello

Al Ctc di Bologna la lectio magistralis di Jean-Marie Ducreux del Boston Consulting Group

diB

arb

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Costantin

La sfida, coniugareriqualificazione

urbana e ambientalee dare impulso

a crescita e sviluppo

che ben rappresenta questa dina-mica è dato dalla curva a U, chevede sulle ascisse il volume (attua-le o potenziale) e sulle ordinate ilRoi (return on investment). Ilramo destro indica che l’impresaha scelto la strada dei prezzi bassi(basica), il ramo sinistro evidenziala strada dei prezzi elevati (diffe-renziazione) e la parte centraledella curva (a bassissimo Roi) rac-coglie chi ha scelto la via dellabanalizzazione. Questi tre posizio-namenti sono quindi contrassegna-ti da profittabilità significativa-mente diverse.Uno dei tanti esempi portati, hariguardato il settore aereo: mentreAir France è posizionata sul ramosinistro e Ryanair sul destro,Alitalia “banalmente” sta nel cen-tro. La prima compagnia basa lastrategia su un’ampia gamma di

servizi, la seconda sull’offrire “justa plane”, mentre resta poco chiaroil posizionamento della compagniaitaliana. La strategia di differen-ziazione prende forza da cinqueelementi: qualità del prodotto, ser-vizio, branding, distribuzione eclientela. Tutti insieme devonooffrire un quadro coerente, consi-stente: i jeans della Diesel (230euro l’uno) sono venduti in negozidal concetto innovativo, luoghidove trascorrere un paio d’ore euscire anche senza aver acquistato.Diverso il caso della Levi’s, checontinua con la tradizione e anchecon perdite nelle quote di mercato(si posiziona nel mezzo, fra ciò cheè percepito come top dai consuma-tori, Diesel, e ciò che viene com-mercializzato a prezzi super con-correnziali, 10 euro, dai produtto-ri asiatici).

La sfida dell’impresaDifferenziarsi o “morire”

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L’esperto francese sostiene cheanche in mercati maturi è possibilescoprire strade innovative, purché ilvalore – e i costi aggiuntivi implicitiin tale strategia – siano “desiderabi-li” dai consumatori finali. Occorrequindi analizzare nei dettagli ciò chedesidera il cliente per proporre solu-zioni adeguate, anche integrandofeedback dall’esterno, ossia al difuori del mercato preciso in cui abi-tualmente l’impresa si muove. A talriguardo, la società di comunicazio-ne-branding Omnicom, alla richie-sta da parte della Danone di valuta-re le chance di un nuovo tipo diyogurt, ha coinvolto nel progettopersone che appartenevano almondo Nissan, Apple etc. La dire-zione è insomma quella di aprirsi ecercare anche all’esterno le risposte.Esiste infine l’“equazione del suc-cesso”, ed è la moltiplicazione dellacompetitività per la percezione deiclienti. La prima richiede un’atten-ta e rigorosa gestione dei costi edella produttività (persone e capi-tale), la seconda è data dal correttoposizionamento del prodotto sulmercato, e il posizionamento è“cristallizzato” in un enunciatochiaro. Occorre poi manteneresempre una coerenza fra posiziona-mento, comunicazione e distribu-zione: se modifichiamo anche dipoco un elemento – conclude Jean-Marie Ducreux – l’equazione nonregge

* Conselour Biosistemico

LA STRATEGIA

Robert Dilts, trainer internazionale e con-sulente in ambito di Programmazione

neurolinguistica Pnl per imprese quali Apple,Hp, Ibm, ecc. Questo il protagonista del quar-to incontro del Programma internazionale disviluppo delle competenze economiche emanageriali. Il relatore ha introdotto il concet-to di “empowerment”, definendolo come losviluppo dell’espressione del potenziale indivi-duale, per ottenere performance più efficaci alivello personale e in collaborazione con glialtri. Il leader che desidera utilizzare talemodalità dovrà creare e facilitare le condizioniche permettano alle persone di esprimeremeglio loro stesse, riconoscere il valore delloro lavoro e stimolare la crescita personale-professionale insieme all’autostima.Mr. Dilts – in base a ricerche su campo – rile-va che la sfida, per la maggior parte delleimprese, sta proprio nel coniugare l’individuocon l’organizzazione, o meglio, le aspirazionidel singolo con gli obiettivi aziendali. Se rico-nosciamo che un maggior sviluppo dei colla-boratori influisce sull’aumento della produtti-vità, allo stesso tempo siamo consapevoli cheproprio qui si presenta la “tensione”: ogniindividuo funziona a “modo suo” e finisceper sacrificarsi in quei contesti che non colgo-no le sue potenzialità.L’azione di empowering si fonda su tre qua-lità-chiave personali: risultato, motivazione egenerosità. Riguardo la prima, l’essere concre-ti e orientati all’obiettivo aiuta gli altri finaliz-zare le azioni verso i risultati. L’energia e lapassione genuina nel fare le cose – tipichedella motivazione intrinseca – contribuisconoa coinvolgere anche i collaboratori. Infine, lagenerosità fa sì che il leader dedichi tempo ecoinvolgimento personale al fine di contribui-re allo sviluppo del potenziale altrui, rimanen-do al fianco delle persone anche nei momen-ti più duri. Mr. Dilts indica sei diversi livelli disupporto allo sviluppo (quindi al cambiamen-to). In sintesi, occorre una “guida”, se la per-sona ha bisogno di supporto-direzione circal’ambiente in cui il cambiamento ha luogo. Il“coach” è invece indicato per svilupparecomportamenti rivolti al massimo risultatoperseguibile, attraverso feedback. Il “teacher”

contribuisce poi ad ampliare mappe mentali,strategie per nuovi apprendimenti e capacità,mentre il “mentore” rappresenta un sostegnoper superare resistenze interne e convinzioniche inibiscono capacità e azioni, e guida lapersona alla scoperta delle sue competenzeinconsapevoli. Infine, lo “sponsor” e il “risve-gliatore”: il primo “riconosce e benedice” l’i-dentità dell’altro per promuovere ciò che è giàpresente – ma non ancora completamentemanifesto – il secondo va oltre i precedentilivelli, aiutando le persone a cogliere la loropersonale visione e spiritualità.Il leader, per agire l’empowerment, deve capi-re innanzitutto il mondo dell’altro; una stradache facilita tale processo viene proprio dallaPnl e suggerisce di assumere quattro diverse“posizioni percettive”. Nella prima si vede ilmondo con i propri occhi (Io), nella seconda cisi mette nei panni dell’altro (Tu), nella terza siassume una visione tipica di una terza parte(Loro) e nella quarta si abbraccia l’intero siste-ma da una posizione del Noi (team, aziendaecc.). La seconda posizione (compassionevo-le) è raggiunta ponendosi le seguenti doman-de “come se si fosse l’altro”: quando e doveopero? Quali comportamenti e azioni tengo?Di quali competenze e abilità ho bisogno peroperare nel mio ambiente?Quali sono le prio-rità e gli assunti circa la situazione? Che per-cezione ho della mia missione e di me stesso?Esiste qualcun altro o qualcos’altro di rilevan-te per la mia missione (al di sopra di me)?L’esercizio è molto utile, e spostarsi anche solonella “seconda posizione” richiede “trai-ning”, e dunque, molto probabilmente… uncoach

Robert Dilts e il concetto di “empowerment”

L’insostenibile tensionetra organizzazione e individuo

Jean-Marie Ducreux,senior advisor del Boston Consulting Group,affiliate professor e direttore scientificopresso la Business Schoolinternazionale Escp (Parigi)

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INNOVAZIONE

Puntare sulla formazione delmedico per garantire la sicu-rezza del paziente. Con que-sta convinzione l’Aaroi-Emac

(Associazione anestesisti rianimatoriospedalieri italiani emergenza areacritica) ha deciso di investire, primaassociazione sindacale medica inItalia, in un Centro di simulazioneavanzata a Bologna. È SimuLearn, la

struttura ad alta tecnolo-gia che da settembreorganizza per gli anestesi-sti rianimatori e per tutti imedici e operatori sanita-ri corsi basati sulla simu-lazione di scenari diemergenza.Così come accade nel-l’aeronautica per prepa-rare i piloti alla guida ealla gestione di situazioni

di emergenza, anche l’offerta forma-tiva proposta da SimuLearn si basasu una metodologia completamenteinterattiva in cui un team di medicideve risolvere uno scenario di estre-ma gravità. L’attore protagonista èun manichino a grandezza naturale,che simula situazioni cliniche com-plesse in ambienti sanitari attrezzaticome nella realtà – sale operatorie,pronto soccorso, ambulanze 118,ecc – e che è in grado di variare larisposta in base alle azioni svoltedall’équipe.Grazie alla presenza di un softwarealtamente sofisticato, i segni vitalidel “paziente” si modificano seviene somministrato un farmaco ose viene decisa una determinatamanovra. Allo stesso tempo, il teamdi medici si comporta esattamentecome nella realtà, mentre in unambiente adiacente, la “sala regia”,l’occhio vigile del tutor-docente con-trolla tutte le dinamiche e un siste-ma di telecamere registra ogni atti-mo dell’azione. Al termine dellasimulazione, durante il debriefing, ilvideo viene proposto agli operatori

Il vantaggio?Passare dalla teoria

agli effetti realiche gli “anestetici”hanno sui pazienti

SimuLearn, formazioneper un’anestesia sicuraA Bologna la prima sperimentazione che,

come per i piloti, si affida alla “realtà virtuale”

e discusso con tutti i partecipanti inun confronto che ha l’obiettivo divalutare se l’azione è stata svolta nelmigliore dei modi. Il risultato è untipo di formazione pratica in cuiprofessionisti esperti e meno espertihanno la possibilità di misurarsi consituazioni di emergenza.“In Italia la formazione pratica inmedicina è trascurata: si passa diret-tamente dalla teoria alla pratica sulcampo – spiega Vincenzo Carpino,presidente dell’Aaroi-Emac – la for-mazione pratica, invece, dovrebbeessere resa obbligatoria per tutti imedici e gli altri operatori sanitari.Un sindacato medico ha il dovere ditutelare gli associati non solo da unpunto di vista contrattuale, ma ancheprofessionale. Per questo – affermaCarpino – abbiamo scelto di investi-re 300mila euro, provenienti dallenostre quote associative, per crearequesta struttura. L’obiettivo è di darela possibilità ai colleghi di sperimen-tare situazioni critiche che possonocapitare, oltre che negli ospedali,anche in molti altri contesti. I corsiche proponiamo – sottolinea ilnumero uno dell’associazione – met-tono i partecipanti di fronte a situa-zioni di emergenza che vanno risoltein maniera realistica ma dove non c’èil rischio di danneggiare il paziente.Con questa metodologia, inoltre, siimpara concretamente a lavorare ingruppo perché durante le simulazio-ni tutti i componenti del team devo-no mettersi in gioco”.“La formazione pratica è fondamen-tale – aggiunge Giuseppe Chiara-monte, uno dei docenti di Simulearn– perché spesso gli episodi di malasa-nità non derivano da cattive compe-tenze teoriche, ma da errori non tec-nici legati alla cattiva messa in prati-ca delle conoscenze, da errori dicomunicazione, da scarsa predisposi-zione a prendere decisioni”.Oltre al corso rivolto agli anestesistirianimatori, SimuLearn proponecorsi di rianimazione certificatidall’American Heart Association edisponibili su richiesta anche in altresedi sia per medici sia per operatorinon sanitari, come forze dell’ordine,assistenti di volo, dirigenti di societàsportive

di Valentina Liverani

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burocratici con cui si confronta laricerca sono tali per cui, anche se unricercatore si presentasse forte dellerisorse necessarie a condurre unprogetto di studio, non troverebbeprobabilmente strutture nelle condi-zioni di poterlo accogliere”. Baste-rebbe quindi rendere più snelli i mec-canismi di accesso, creare reti, siner-gie tra laboratori. Unavia su cui si sta moven-do da tempo la RegioneEmilia-Romagna, per-ché un ricercatore italia-no va volentieri all’este-ro, ma torna altrettantovolentieri se può conta-re su condizioni di lavo-ro analoghe a quelle deicolleghi stranieri, se puòcontare, in definitiva,non solo su reti di alta eccellenza,ma anche sulla possibilità di farle“dialogare” tra loro.“Nelmio progetto – spiega Franchini– è essenziale l’interdisciplinarietà.La teoria delle stringhe potrebbe for-nire uno sbocco all’indagine sui mec-canismi di conduzione dell’elettricità.Potrà rivelarsi molto utile per la rea-lizzazione di nuovi materiali e lamicroelettronica.L’ambizione è quella di realizzaremateriali perfetti, senza impurità.Conoscere le impurità è importanteper controllarle e magari usarle anostro vantaggio per creare nuovetecnologie”. Un progetto di ricercaambizioso che Franchini condurràinsieme al professor JohnMcGreevydel Mit

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RICERCA

Epoi dicono che il fisico non dàsoddisfazioni. In questo caso ifisici sono due, uno bologne-se e uno modenese, entrambi

ricercatori alla Scuola internazionalesuperiore di studi avanzati di Trieste(Sissa), entrambi vincitori di dueborse di studio prestigiose per pro-getti di ricerca. Due cervelli che (peril momento) non sono ancora fuggi-ti dall’Italia.A 34 anni, il modenese GiovanniBussi ha conquistato 500mila eurodi finanziamento dal Miur – bandoFirb per sostenere i giovani di talen-to – grazie ai quali coordinerà unprogetto di ricerca per indagare leproprietà, a livello molecolare, del-l’acido ribonucleico (Rna): questio-ne chiave nello studio di moltemalattie, tra cui il cancro e l’epatite,che può aprire la strada a possibiliapplicazioni nel campo della bio-medicina. Classe 1977, laurea inFisica all’Università di Modena eReggio Emilia, Bussi ha lavoratoper tre anni al Politecnico Federaledi Zurigo. Alla Sissa di Trieste,dove è arrivato nel 2009, lavorasulla simulazione al computer degliacidi nucleici. La sua attività, orafocalizzata sullo studio del compor-tamento dell’Rna, ha portato finoraalla pubblicazione di 35 lavori suriviste internazionali, raccogliendooltre 920 citazioni.

Due ricercatori emiliani si aggiudicano 300 e 500mila euro per la ricerca alla Sissa di Trieste

La grande occasioneper due “fisici bestiali”

“Cervelli in fuga”:da Giovanni Bussie Fabio Franchiniuna storiain controtendenza

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Altro “cervello” emiliano in trasfer-ta è il bolognese Fabio Franchini.Laurea in fisica all’Università diBologna, dottorato di ricerca allaStony Brook University di NewYork, Franchini è a Trieste dal2006, dove lavora nel gruppo di fisi-ca statistica: prima era ricercatore alCentro internazionale di fisica teori-ca Abdus Salam. Si è aggiudicatouna borsa Marie Curie (300milaeuro) del Programma People dellaCommissione europea, dedicatoalla valorizzazione internazionaledelle risorse umane nella ricerca,grazie alla quale, a settembre, è par-tito per gli Stati Uniti. Trascorreràdue anni al Centro di fisica teoricadel Mit, per poi rientrare in Italia ecompletare il progetto di ricerca allaSissa. Obiettivo della sua ricerca:utilizzare la teoria delle stringhe percomprendere il fenomeno della con-duzione elettrica. “È la terza voltache parto per acquisire nuove com-petenze – spiega Franchini – un’im-portante occasione di crescita pro-fessionale, un investimento per ren-dere più competitiva la ricerca inEuropa”. Potersi confrontare alivello internazionale è un percorsoprivilegiato per chi fa ricerca; perquesto sono tanto più prestigiose leborse conquistate dai due emiliani.“Vorrei restare in Italia – commentaFranchini – ma i rigidi meccanismi

Nelle immagini,da sinistra, Giovanni Bussie Fabio Franchini

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AMBIENTE

alla green economy è di straordina-ria importanza. La Regione ne èconvinta e non a caso sta impostan-do le sue politiche su scelte tecnolo-gie ecocompatibili e sull’utilizzo dienergie rinnovabili”.Consumare e produrre sostenibile,questa la ricetta sostenuta dallaRegione Emilia-Romagna, che, conErvet, ha portato in fiera anche undettagliato rapporto sulla greeneconomy lungo la via Emilia, allaluce degli importanti progressi delsettore – anche e soprattutto dalpunto di vista delle ricadute econo-miche e occupazionali complessive– degli ultimi mesi. Spazio poi, nellagiornata di giovedì, alla Rete altatecnologia dell’Emilia-Romagna,che si è presentata a Ecomondo conla piattaforma energia-ambiente,presentando il “percorso di ricercaindustriale presso i tecnopoli e leaziende operanti nel settore”.Analizzare le tendenze della “greenindustry” nei prossimi anni, anchealla luce del quadro normativo incontinua evoluzione. Fare il puntosulle questioni tecniche – misuran-dole con le esigenze dei vari settori– e comparare le migliori best prac-tice italiane ed estere. Creare, insostanza, un’occasione di incontro

Grande successo per la quindi-cesima edizione di Ecomon-do, la fiera internazionalededicata al recupero di mate-

ria ed energia e allo sviluppo sosteni-bile, che si è tenuta dal 9 al 12novembre a Rimini Fiera. Una quat-tro giorni ricca di eventi, tra convegnie workshop, tra cui, proprio nella

giornata di apertura, laseconda edizione delForum InternazionaleAmbiente ed Energia,promosso da Conai,Legacoop, Legambien-te, Regione Emilia-Romagna e RiminiFiera e organizzato daThe European House –Ambrosetti.Un’occasione per con-

frontarsi con i grandi attori dellascena economica internazionale e

Dai rifiuti all’energia,fino alle “smart cities”:A Rimini un’occasionedi incontro e confrontoper il mondo del green

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Minguzzi Consumare e produrre sostenibile: oltre la crisi, le opportunità dell’economia verde

focalizzare le nuove frontiere dellosviluppo sostenibile, ma anche perriflettere sulla green economy comeopportunità per uscire dalla crisi.A intervenire, tra gli altri, l’alloraministro dell’Ambiente StefaniaPrestigiacomo, che, dopo le analisitecniche affidate ad analisti interna-zionali indipendenti, ha ceduto laparola al presidente della RegioneEmilia-Romagna Vasco Errani ealla numero uno degli industrialiitaliani Emma Marcegaglia e anumerosi altri rappresentanti delleprincipali associazioni del mondoimprenditoriale ed economico ita-liano. “Questo evento si colloca sulversante più fondamentale e strate-gico per il mondo di oggi – ha sot-tolineato il presidente della RegioneEmilia-Romagna Vasco Errani,intervenendo alla cerimonia inau-gurale – tutto ciò che gira attorno

Una nuova rivoluzione(eco)industriale

IL FOCUS

Tra gli appuntamenti della quindicesimaedizione di Ecomondo, particolare suc-

cesso ha riscosso la terza edizione di“Ecobusiness cooperation event”, due gior-nate di incontri d’affari tra imprese italiane estraniere che hanno visto 200 partecipantiimpegnati in oltre 600 incontri b2b. Tra i set-tori coinvolti, tecnologie ambientali, gestio-ne dei rifiuti, energie rinnovabili, mobilitàsostenibile, bio-edilizia. Attraverso la realiz-zazione di meeting di affari bilaterali, leimprese attive nel settore delle tecnologieambientali, gestione dei rifiuti, trattamento edepurazione di aria e acqua, energie rinno-vabili, mobilità sostenibile e bioedilizia,hanno avuto l’opportunità di incontrare

potenziali partner commerciali e tecnologici,enti di formazione, università, laboratori ecentri di ricerca d’eccellenza, per discuterenuove idee progettuali e per esplorare lepossibilità di collaborazione in ambito com-merciale e tecnologico. L’evento – che havisto la partecipazione di imprese provenien-ti da ben 17 Paesi oltre all’Italia – è statoorganizzato da Unioncamere Emilia-Roma-gna, dall’Azienda speciale Eurosportello dellaCamera di commercio di Ravenna e dalleCamere di commercio della regione, in colla-borazione con Unioncamere Veneto,Unioncamere Piemonte, Enea e Aster, part-ner della rete europea Enterprise EuropeNetwork

Tecnologie ambientali, energia, mobilità, bio-edilizia:oltre 600 incontri b2b tra imprese di tutto il mondoEcobusiness cooperation event

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e scambio tra le eccellenze del setto-re e diventare quindi un punto diriferimento per i buyer provenientidai mercati a maggior capacità diinvestimento nelle tecnologieambientali. Questo l’obiettivo dellafiera riminese, che ha visto una for-tissima presenza di buyer stranieri –250 quelli provenienti da Paesi sele-zionati e interessati all’offertadell’“industria verde” italiana – e,in particolare, di aziende di smalti-mento rifiuti, municipalizzate,direttori di centri di raccolta e smal-timento rifiuti, responsabili serviziconnessi al riciclaggio, dirigenti diassociazioni di categoria impegnatenelle attività del riciclo. Positivaanche la risposta da parte del setto-re macchine movimento terra, rici-claggio inerti, frantumazione e“decommissioning”, che hannoesposto le attrezzature più “green”e a minor impatto, mettendo inmostra nell’Area Demo – novitàassoluta di questa edizione – lemigliori performance di questi mac-chinari.Una quattro giorni che – conside-rando anche le kermesse parallele diKey Energy e Cooperambiente – si èchiusa con un bilancio di quasi76mila visitatori, in aumento del16,7% rispetto alle scorse edizioni,segno che la green economy rappre-senta un punto di riferimento per leimprese italiane, che vedono nelrispetto dell’ambiente una chiaveper la competitività e una sfida per illoro business. Straordinario anche ilprogresso degli operatori esteri,7.754 in totale, con un incrementoche sfiora i 50 punti percentuali

Presentato in fiera il rapporto ErvetEmilia-Romagna leadernelle certificazioni verdi

Riutilizzo dei rifiuti nelle varie filiere, riusodelle acque, bioraffinerie, qualità dell’a-

ria; fino al ruolo importante che la pubblicaamministrazione può assumere in questovero e proprio “cambiamento di paradigma”connesso alla nuova rivoluzione ecoindustria-le. Questi i temi a cui Ecomondo ha dedicatooltre 150 seminari di approfondimento.Spazio quindi alle “smart cities”, le città intel-ligenti, con la partecipazione, tra gli altri, diEnel e Telecom Italia, che hanno presentato leproprie innovative piattaforme di gestioneintelligente del territorio (tra cui il sistemaEnergy Home, sviluppato da Enel, TelecomItalia, Indesit ed Electrolux per una gestioneecoefficiente dell’abitazione). Ma soprattut-to, spazio alle certificazioni verdi, vero bancodi prova del sistema produttivo, su cui misu-rare l’attenzione all’ambiente intesa non piùcome vincolo,ma anche come grande oppor-tunità di incremento della propria competiti-vità sul piano nazionale e internazionale.Un campo in cui l’Emilia-Romagna confermaposizioni di leadership. È quanto emerge dal-l’indagine di Ervet “La diffusione degli stru-menti volontari per la gestione della sosteni-bilità in Emilia-Romagna”, presentata aEcomondo.Aumentano in particolare, nel 2011, le certi-ficazioni ambientali di processo (più 5% perEmas e più 15% per Iso 4001), le certificazio-ni ambientali di prodotto (più 6%per le licen-ze Ecolabel, più 21% per le etichette Epd epiù 42% per le catene di custodia Pefc), lecertificazioni di qualità (più 12% per i certifi-cati Iso 9001) e le certificazioni etiche (più19% i certificati Sa 8000). Soprattutto, sonoin forte crescita le certificazioni per la tuteladella sicurezza e della salute sui luoghi di lavo-ro (più 137% per i certificati Ohsas 18001).Tali risultati, consolidati nel tempo, fannodell’Emilia-Romagna un territorio oramaimaturo per diffusione delle certificazioniambientali e la collocano ai primi posti suscala nazionale. In particolare, con 192 regi-strazioni l’Emilia-Romagna risulta prima inItalia per le certificazioni Emas; seconda siaper le Iso 14001 (1.558 certificati), che per lecertificazioni Dap/Epd (10 imprese con 17

prodotti/servizi etichettati); terza per le licen-ze Ecolabel (34). Per quanto riguarda i temidella qualità e della responsabilità sociale edetica d’impresa, inoltre, l’Emilia-Romagnaconta 10.718 certificati Iso 9001 (3° in Italia);600 certificati Ohsas 18001 (2° posto su scalanazionale), e 63 certificati etici Sa 8000 (7°posto).“Incoraggiare cambiamenti strutturali neimodi di produrre e di consumare, incidendonegli stili di vita individuali e collettivi, rappre-senta per la Regione un impegno prioritario –commenta l’assessore regionale alle Attivitàproduttive Gian CarloMuzzarelli – la diffusio-ne di tecnologie pulite, le aree ecologicamen-te attrezzate, il piano d’azione regionale pergli acquisti verdi, le iniziative per la sostenibi-lità dei consumi, rappresentano solo alcunidegli interventi messi in atto dalla Regioneper incentivare sistemi di produzione emodelli di consumo sostenibili”

L’INDAGINE

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AMBIENTE

Si chiama “Parco Lamborghi-ni” l’ultima iniziativa in ordi-ne di tempo che la prestigio-sa azienda di motori emiliana

ha intrapreso per raggiungere entroil 2015 l’obiettivo di annullare leemissioni di CO2 dello stabilimentodi Sant’Agata Bolognese. Il progetto,avviato a fine dicembre 2010 e con-

cluso di recente, preve-deva la messa a dimoradi oltre 10mila giovanipiante di quercia inun’area di circa 70milamq nel comune diSant’Agata Bolognese.Oltre a permettere all’a-zienda di avvicinarsiall’obiettivo “impattozero” entro il 2015, ilParco Lamborghini ha

avrà inoltre un favorevole impattosul territorio, dal momento che lapiantagione di querce assorbirà, nelcorso del ciclo vitale delle piante, unaquantità di CO2 pari a circa 6milatonnellate. Il progetto si affianca aquello avviato da Audi Stiftung für

Umwelt GmbH nel 2008presso la foresta diKoesching vicino a Ingol-stadt, dove ha sede l’a-zienda. L’iniziativa, checoinvolgerà in futuroanche altre sedi, è stata

“Parco Lamborgini”:10mila querce

in grado di assorbire6mila tonnellate

di anidride carbonica

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Pressi

La sfida di Lamborghini: azzerare le emissioni dello stabilimento di Sant’Agata Bolognese

La “supersportiva”a impatto zero

inoltre ripetuta negli stabilimentiproduttivi di Audi a Györ (Ungheria)e Neckarsulm (Germania) e quindi inLamborghini a Sant’Agata Bologne-se. Una dimensione internazionaleche consentirà di riprodurre situazio-ni molto eterogenee dal punto divista climatico e che, al contempo,permetterà in futuro di comprenderemeglio le relazioni tra densità, pro-duttività forestale, capacità di cattu-rare la CO2 e di mantenere la biodi-versità in funzione del clima.“Questo progetto – ha dichiaratoStephan Winkelmann, presidente ead di Lamborghini Automobili – siinserisce in una serie di programmiavviati da Lamborghini in tema disostenibilità ambientale. Abbiamoinaugurato agli inizi del 2010 ungrande impianto fotovoltaico, che haconsentito di abbattere il 30% delleemissioni di CO2 dello stabilimento.E ottenuto, per tutti i siti produttivi,le certificazioni ambientali Iso 14001ed Emas”.A conferma che l’attenzione perl’ambiente è tra le priorità dell’azien-da, Lamborghini, prima in Italia nelsettore, ha ottenuto di recente il cer-tificato Iso 50001. Un certificato che,si legge in una nota aziendale, “con-ferma il forte impegno dell’aziendaverso il miglioramento costante delleprestazioni energetiche in tutti gli

ambiti: dalla progettazione, allo svi-luppo e la produzione delle super-sportive più estreme al mondo, finoalle fasi di realizzazione, montaggioe finitura della monoscocca in fibradi carbonio della LamborghiniAventador. Il certificato comprendeanche le attività di assistenza post-vendita e la gestione energetica deifabbricati”. Lamborghini è già inpossesso delle certificazioni Iso 9001(gestione qualità) e Iso 14001(gestione ambientale) ed è stata laprima azienda automobilistica italia-na a ottenere la certificazione Emas(valutazione performance ambienta-le). “Siamo orgogliosi di avere otte-nuto la certificazione Iso 50001, checonsolida l’impegno di Lamborghiniin tema di sostenibilità ambientaleed efficienza energetica – ha com-mentato il presidente Winkelmann –questo impegno sul territorio vanaturalmente di pari passo con losviluppo del prodotto, per il qualeconfermiamo l’obiettivo di riduzionedel 35% di emissioni entro il 2015”.Uno tra i progetti che concorrerà alraggiungimento degli obiettivi pre-fissati in termini di riduzione delleemissioni e di efficienza energeticasarà la realizzazione, entro il 2012,di un edificio completamente nuovoall’interno dello stabilimento centra-le, che ospiterà il reparto montaggioprototipi e pre-serie, dove vengonoanalizzati a livello industriale eassemblati i prototipi delle vetture.Questo edificio sarà costruito perottenere la Classe energetica A indu-striale (consumo: ≤ 8 Kwh/m3 in unanno) e sarà il primo in Italia, incampo industriale, a essere total-mente realizzato con queste caratte-ristiche. L’edificio sarà inoltre dotatodi un impianto fotovoltaico chegarantirà l’intera copertura del fab-bisogno annuale di energia elettrica,permettendogli di risultare a impat-to zero in termini di emissioni

StephanWinkelmann

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OLTRE LA CRISI

vo di Borgotaro, gli uffici di Sassuoloe Fiorano (escluso lo stabilimento diBedonia).La proposta dell’azienda turca, adifesa dell’italianità della piastrella-valley, è il risultato di un percorsostrutturato che ha visto la stessa pro-prietà – insieme alla prima linea diri-genziale – incontrare i principali rap-presentanti istituzionali, a livellolocale e regionale, le tre sigle sinda-cali e i rappresentanti dei lavoratorial fine di acquisire tutti gli elementiutili alla formulazione di una offertail più possibile in linea con le aspet-tative del territorio.Si arriva al 29 giugno quando, final-mente, il magistrato di Modenaapprova l’accordo firmato con ilgruppo multinazionale turco. Unmese dopo, a luglio, il via libera delTribunale di Modena alla ceramicaturca Kale, che ha appositamentecostituito una società italiana pergestire l’operazione, è per l’assessoreregionale alle Attività produttive,Gian CarloMuzzarelli, un riconosci-mento significativo “al lungo lavorofatto anche con le due Provincie di

Arriva un gruppo turco nelcuore emiliano della pia-strella. I piani di Kale, l’a-zienda di ceramica più gran-

de della Turchia che ha rilevato, loscorso luglio, Fincuoghi, a rischiodi chiusura, complice un’azioneforte della Regione, l’economia piùdinamica nel mondo (più 11% il Pil

nel primo trimestre2011, superiore alvalore cinese), sonoambiziosi: investimentiper 25 milioni di euronei prossimi cinqueanni, con la previsionedi un fatturato che rag-giunga i 70 milioni dieuro per i marchiEdilgres e Edilcuoghi,trasferimento in Emilia-

Romagna del polo logistico attual-mente in Olanda.Questi, in sintesi, i progetti per glistabilimenti ex Fincuoghi illustratiil 23 settembre nel corso di unaconferenza stampa al Cersaie diBologna, il salone internazionaledella ceramica per l’architettura el’arredo bagno, dalla presidente diKale Group e di Kale Italia, ZeynepBodur Okyay, affiancata dal diret-tore generale di Kale Italia, BurakGuven Orhun, e da Tarik Ozcelik,presidente del Gruppo materialiedili.Ma quali le tappe che hanno scandi-to la storia a lieto fine di una morteche sembrava annunciata? Una crisi

A luglio l’acquisizione:salvati 300 posti

di lavoro e un pezzodi storia industriale

dell’Emilia-Romagna

diM

ilena

Sala

Il gruppo Kale, nuovo “proprietario”, annuncia investimenti per 25 milioni in cinque anni

aziendale preoccupante quella aper-tasi a fine 2008 per IndustrieFincuoghi spa: 50 milioni di euro diricavi persi tra il 2007 e il 2010, undebito di 120 milioni che ha doppia-to il fatturato, quasi 300 dipendenti,e relative famiglie, a rischio di licen-ziamento nei due stabilimenti diBedonia e Borgotaro, in bilico traconcordato preventivo o fallimento.A febbraio 2011, scende in campo ilgruppo turco Kale avanzando unaprima offerta indipendente, nonandata a buon fine, nell’ambito dellaprima proposta di concordato alTribunale di Modena.A decidere le sorti della storicaazienda dell’Appennino Parmense,con uno stabilimento anche aSassuolo, è lo stesso Tribunale diModena quando, il 15 marzo 2011,non ammette il concordato propostodal Gruppo Fincuoghi: produzioneferma, piani di rilancio da rivedere,dipendenti in cassa integrazione. Peri dipendenti, che rappresentano circail 10% della forza lavoro valtarese,per altrettante famiglie, molte dellequali monoreddito, per tantissimioperatori impiegati nell’indotto, si èaperto il baratro, il tunnel dell’incer-tezza assoluta.È il 20 aprile quando Kale rilancia laseconda offerta con la proposta diacquisizione dei tre rami d’aziendadella Fincuoghi, attraverso una fasepreliminare di affitto, finalizzata agarantire la continuità dell’attivitàproduttiva: lo stabilimento produtti-

La rampante Turchiain soccorso di Fincuoghi

Zeynep Bodur Okyay (presidente Kale)“La Turchia oggi è forte anche grazie al minorecosto del lavoro. Ma le cose cambieranno e non

possiamo rincorrere sempre i prezzi più bassi, perchéarriverà qualcuno che ne avrà di più bassi dei nostri.

La sfida si fa aggiungendo valore ai prodotti”.

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Modena e Parma interessate e allaserietà degli impegni assunti da tutti isoggetti coinvolti”.Dalle ceneri di Fincuoghi, quindi,ripartono due progetti industriali cheportano al salvataggio di 261 posti dilavoro sotto la reggenza di Kale, cheprende in affitto i siti e le attività diBorgotaro, Sassuolo e FioranoModenese e i restanti 104 in capo aSoprip-Powergres per Bedonia e, gra-zie ai quali, nessuno dei 400 dipen-denti viene licenziato. Dal 20 luglio,precisamente, grazie ad una fideius-sione di 19 milioni e 4milioni per gliinvestimenti, gli stabilimenti ripren-dono a produrre.I 261 lavoratori vengono assunti dalGruppo, oltre a 5 dirigenti per laripresa della produzione, comprensi-bilmente, serve tempo. Ecco spiega-to perché Kale ricorre agli ammor-tizzatori sociali: cassa integrazionestraordinaria per due anni, più unodi proroga, per ristrutturazione eriorganizzazione aziendale.La soluzione per l’ultimo stabili-mento Fincuoghi, Bedonia, arrivainvece – con la firma di un memo-randum – dalla collaborazione diSoprip, agenzia per lo Sviluppo eco-nomico locale della provincia diParma, interessata all’acquisizionedegli impianti, e la Powergres, diSassuolo, alla gestione in affitto che,insieme a imprenditori del compren-sorio sassolese, conferma l’impegnoad aprire un’attività industriale suBedonia e ad assumere gradualmen-

Fondata nel 1957, ora è un colosso da 14mila addettiI numeri del “gigante” Kale

Nel 1957 Ibrahim Bodur, che è il pio-niere del settore ceramico in Turchia,

fonda la società Canakkale SeramikFabrikalari che oggi, grazie anche agliultimi investimenti, ha raggiunto unaposizione dominante nel settore, fino aessere il terzo maggiore produttore inEuropa nel comparto ceramico e leadernel mercato turco, con una quota di mer-cato superiore al 30%.Dal 1962, oltre 3mila prodotti del GruppoKale hanno raggiunto 100 Paesi e più di400 punti in tutto il mondo, che rappre-sentano circa il 20% del totale delle

esportazioni turche nel settore ceramico.Le spalle di Kale sono robuste: 14milaaddetti che lavorano nel gruppo, di cui5.350 impiegati diretti, 9mila addetti indi-retti (concessionari, fornitori), 250 riven-ditori esclusivi, 500 concessionari regi-strati e oltre 15mila distributori, attiviprincipalmente nel campo dell’edilizia, deiprodotti chimici per l’edilizia, dell’aviazio-ne e nell’industria della difesa.Nel 2010 il fatturato totale è stato di 700milioni di dollari Usa e la previsione per il2011 e il 2012 è di un’ulteriore crescitaannua del 15%

LA SCHEDA

te tutti gli attuali dipendenti. Il 2 set-tembre, il Tribunale di Modenaautorizza al concordato che prevedeche lo stabilimento di Fincuoghi diBedonia venga rilevato da BedoniaPowergres Industries spa, con lapartecipazione anche di Soprip spa.che ha rilevato il sito produttivo.Decisivo il ruolo del presidente dellaRegione Emilia-Romagna, VascoErrani, e dell’assessore alle Attivitàproduttive, Gian Carlo Muzzarelli,quali “facilitatori” dei complessipassaggi che hanno portato all’ac-quisizione dell’ex Fincuoghi daparte di Kale Group, tramite KaleItalia, resa definitiva con la firma del2 ottobre scorso. “Siete partiti con ilpiede giusto – ha incalzato il presi-dente – la Regione sarà al vostrofianco per dare il proprio sostegno afuturi piani di sviluppo”.Per i dipendenti della ex Fincuoghi,per la quale si prospettava il falli-mento con la conseguente perditadei posti di lavoro, si apre un futurofatto di certezze, stavolta. Ancheperché il Gruppo, leader in patria,guarda lontano, ai prossimi quindi-ci anni e programma investimentiimportanti.Per Zeynep Bodur Okyay, inoltre,l’Italia è un mercato decisivo sia perquanto riguarda i prodotti, sia peril contenuto di servizi. “Noi siamomolto forti nelle tecnologie e nella

produzione – ha ricordato la presi-dente del Gruppo – vogliamo com-binare i nostri punti di eccellenzacon quelli italiani, usarli come levaper affermarci ancora di più suimercati globali. La Turchia – haosservato – oggi è forte anche gra-zie al minore costo del lavoro. Male cose cambieranno e non possia-mo rincorrere sempre i prezzi piùbassi, perché arriverà qualcuno chene avrà di più bassi dei nostri. Lasfida si fa aggiungendo valore aiprodotti anche grazie al contenutodi servizi. Siamo in Italia, che ha giàaffrontato questi problemi, ancheper imparare a misurarci con questiaspetti”

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STORIE

Era il 1961, John FitzgeraldKennedy diventava presiden-te degli Stati Uniti d’America,Robert Allen Zimmerman –

in arte Bob Dylan – debuttava aNew York e i Beatles allo storicoCavern Pub. In Italia ancora si par-lava di Berruti, della Rudolph e diBikila, eroi delle Olimpiadi ’60 di

Roma. Il Paese vivevain un’atmosfera di vivi-da ricostruzione, in tvappariva Carosello.Mentre l’Alto Adigetremava sotto i colpidel terrorismo indipen-dentista, nei juke boximpazzavano i 24milabaci di Little Tony e del“Molleggiato”, Adria-no Celentano.

Proprio in quei giorni a Bologna, inun garage di circa venti metri qua-drati, Andrea Romagnoli – un peritodiplomatosi alle Aldini Valeriani –fondava l’Industria Macchine Auto-matiche, Ima, mettendo così a profit-to la formazione scolastica e quellaprofessionale. Romagnoli infattiaveva fatto gavetta come disegnatoreall’Acma, dal primo dopoguerra al1953, e poi era stato assunto nell’uf-ficio tecnico della Gd, rimanendovidal 1953 al 1960. Uova al cioccolatoe le bustine della famosa Idrolitinasono i primi prodotti che si avvalgo-no delle macchine automatiche diimpacchettamento della nuova ditta.Ma nel 1963, quando la meccanicaapplicata alla motociclistica conosceun improvviso momento di crisi, larecessione colpisce l’intera economianazionale. Ed è allora che al timonedi Ima s’insedia e nasce la “Dinasty”della famiglia Vacchi.L’impulso è subito notevole: graziealle prime indovinate scelte dimarke-ting, in pochi anni l’azienda diventaleader del settore packaging conun’ampia gamma di macchine per il

Come restare leadernel settore puntandosu logiche di filiera

e valorizzazionedelle risorse umane

diD

iegoCosta

Radici negli anni del grande boom, obiettivi “globali”, oltre le facili delocazlizzazioni

Ima, da 50 annicolosso del packaging

confezionamento di tè, prodotti far-maceutici e cosmetici. Nel 1967 ilmodello C20 apre il settore del tè inbustina, nel quale l’azienda diviene inbreve leader mondiale.È all’inizio degli anni ’70 che – con laC60 – Ima entra nel settore che oggicopre una quota rilevante del fattu-rato del gruppo: la realizzazione dellemacchine per il confezionamento diprodotti farmaceutici. Mentre Imanon abbandona il settore del packa-ging alimentare di nicchia che conti-nua a presidiare con soluzioni all’a-vanguardia.Oggi Ima spa è la principale societàdi un Gruppo leader mondiale nellaprogettazione e produzione di mac-chine automatiche per il processo e ilconfezionamento di prodotti farma-ceutici (Ima Pharma, tre aree specia-lizzate) e di quelli cosmetici, di the,caffè e alimentari (Ima Industries,otto divisioni e società). L’intera seriedei prodotti viene venduta e tecnica-mente assistita dalle società commer-ciali nelle aree geografiche di compe-

tenza e da una vasta rete di agentinelle aree non coperte dalle filiali.“In realtà abbiamo consolidato unatradizione tutta locale – ha spiegatoin una recente intervista AlbertoVacchi, presidente e amministratoredelegato di Ima – poiché Bolognavanta la capacità di ‘fare macchine’fin dal XVI secolo, quando cioè eracentro importante per il commerciodella seta. Si è poi successivamenteimposta la meccanica, fiore all’oc-chiello di tutto il Paese, elementotrainante dell’economia dell’Emilia-Romagna”.Tradizione e innovazione, per talunicapitani di azienda, sembrano con-cetti difficilmente coniugabili. Noncosì per Ima, la cui formula continuaa essere sinonimo di successo.Prendiamo ad esempio un terminediventato – purtroppo – famoso inquesti tempi di crisi globale: deloca-lizzare, spostare cioè gli stabilimentiladdove il costo del lavoro è decisa-mente più conveniente. Bene, ilgigante ozzanese delle macchine

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automatiche non è che non abbiapreso in considerazione l’opportu-nità, l’ha semplicemente “adattata”alle sue esigenze, quelle di chi fa dellaqualità del lavoro e dell’alta profes-sionalità gli elementi essenziali per ilsuccesso nell’ambito della meccanicadi precisione.Ima, infatti, acquista in Cina pezzisemplici, che poi assembla – insiemea prodotti propri – aggiungendoesperienza e capacità professionale. Ilrisultato? Prodotti certificati, vendi-bili in tutta Europa, in grado di sba-ragliare la concorrenza tedesca e diportare, in due anni, ad una crescitadel fatturato del gruppo in Cina. È lastrada da seguire, quella delle allean-ze, degli investimenti mirati, dell’ap-plicare i componenti a prezzi ragio-nevoli alla capacità della scuola ita-liana. Un modello che Vacchi ha lan-ciato e che altri, ora, pensano diseguire.Una ricetta talmente di successo daspingere il management dell’aziendaazzanese a estendere l’esperienza adaltri piccoli fornitori: così Ima acqui-sta il 30% del capitale di Iema,impianti elettrici per macchine auto-matiche, 45 dipendenti, di Silmac,montaggio meccanico, 30 addetti,dell’imolese Bc, impianti di automa-zione. Il risultato, una vera e propria

rete d’imprese, una nuova micro-filiera all’interno del distretto bolo-gnese del packaging.E che la ricetta funzioni lo si capisceguardando alle cifre. Il fatturatoconsolidato di Ima nel 2010 è di503,3 milioni di euro (il 91% desti-nato all’export), i dipendenti sono3.400; di essi 1.600 operano all’e-stero, nei settanta Paesi in cui Imaopera, nelle sedici filiali che ha aper-to in Spagna, Portogallo, Francia,Regno Unito, Germania, Austria,Polonia, Russia, Usa, Singapore,Thailandia, Brasile e Cina, nelle 50agenzie internazionali, nei 22 stabi-limenti di produzione (Italia,Germania, Regno Unito, Usa, Indiae Cina). La Cina merita in partico-lare un discorso a parte: presenteinfatti da molti anni nella “Terra dimezzo”, ora Ima pensa fortementedi quotarsi alla Borsa di Shanghai(e, nel caso, sarebbe la prima azien-da italiana a compiere questopasso), mentre è presente a Piazza

Insieme a Sacmi, è nato il primo colosso italiano del cioccolato

“Ritorno al futuro” con C&M HoldingGli esperti dicono che la bontà del cioccolato

dipende da tre fattori: la qualità del cacao, la suatostatura e il miscelare diverse qualità del prodotto.L’unione fa il successo, insomma. Si direbbe che igiganti della cooperazione (Sacmi) e del packagingapplicato al food e non solo alle medicine (Ima) abbia-no seguito alla lettera, o quasi, l’antica ricetta, deci-dendo nel marzo scorso di unire i loro intenti per crea-re, unica nel suo genere, una società che segua il pro-dotto, la cioccolata appunto, dalla sua realizzazioneall’impacchettamento e alla commercializzazione.Per fare questo si sono avvalsi anche dell’esperienzadi un marchio centenario da rilanciare, Carle&Monta-nari, creando così un polo-asse di primissimo pianoche unisce Milano a Imola, passando da Bologna.Un’unione ufficializzata nel marzo scorso, fissando a

100 milioni di euro il target di fatturato.Ed è già un successo. Nel settembre scorso la nuovaholding ha vinto il premio Ipr (Intellectual PropertyRight) messo in palio da Innovami-Fondazione Cassadi Risparmio di Imola per sostenere i nuovi brevetti nelcircondario imolese. L’“invenzione” premiata, la mac-china che riunisce in un’unica soluzione diversi stilid’incarto della cioccolata grazie all’introduzione di unatecnologia avanzata, con il marchio Ima.Per il gigante della famiglia Vacchi si tratta, in fondo,di un ritorno al futuro: “futuro” per lungimiranza, e“ritorno” perché Ima, proprio cinquant’anni fa, muo-veva i primi passi proprio con una macchina di confe-zionamento per le uova di cioccolato. Il modo miglio-re, in fondo, per festeggiare i primi cinquant’anni distoria aziendale

L’INDAGINE

Affari già dal 1995 (dal 2001 nelsegmento Star).Al vertice dell’impresa della famigliaVacchi c’è il presidente Alberto, 47anni, da poco alla guida diUnindustria Bologna, figlio diMarco. Una squadra, quella dellafamiglia Vacchi, che ha saputo aggi-rare le difficoltà, e la crisi, ponendouna forte attenzione al fattoreumano. In che modo? Usando lametafora sportiva: con un pressingasfissiante, senza mai concedersi unmomento di autocompiacimento peri risultati ottenuti – la crescita è lacostante – ma investendo e allargan-do gli orizzonti di Ima: non per avi-dità, ma per lungimiranza.Un messaggio fortissimo, lanciatosotto voce ma con fermezza a unacittà e a un territorio. Il futuro?Quello di Ima – che ha saputo legareil proprio successo al territorio in cuiè nata – si gioca sul campo della for-mazione professionale. E anche sottoquesto aspetto, Ima ha giocato d’an-ticipo, aderendo a vari progetti diformazione. Come in un percorsociclico che riporta ai pionieri dellameccanica e alla loro ingegnosa pas-sione, dando così sostanza e signifi-cato allo slogan che accompagnaIma da cinquant’anni: “Persone divalore per una grande impresa”

Alberto Vaccipresidente Ima

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AZIENDE

In Giappone oro, argento e cartanon sono solo qualcosa da valu-tare o stringere nel pugno, maanche e soprattutto strumenti per

forgiare un’idea, suggestioni per ispi-rare procedimenti e ottenere prodot-ti e finiture di interni che propriodalla tradizione e dalle caratteristi-che di oro, argento e carta acquista-

no valore. Al MadeExpo 2011 di Milano,Nissin Ex. – aziendanipponica specializzatain pavimentazioni erivestimenti che espri-mono l’essenza e lapurezza della terra d’o-rigine – ha presentato,insieme ad Arma archi-tectural materials, l’a-zienda di Fiorano

Modenese che rivende in Italia e inEuropa i materiali dell’impresa giap-ponese, i due prodotti Ranbihaku eTapisser. Materiali che sono più ladichiarazione di uno stile e di unafilosofia capace di coniugare le tecni-che tradizionali giapponesi con lefiniture di interni, il design e l’archi-tettura contemporanea, che nonsemplici lastre da toccare e dellequali annotarsi le caratteristiche.Arma architectural materials nascenel 2003 dall’entusiasmo e dalla pas-

Dal tradizionale“Tapisser” al nobile

Ranbihaku, nel segnodi una tradizione

millenaria

diM

arg

herita

Stella

Alleanza vincente tra la nipponica Nissin Ex. e l’emiliana Arma architectural materials

Stile da imperatorial Made Expo 2011

sione del suo fondatore, MarcelloNapoleone, e distribuisce in esclusi-va per l’Italia e L’Europa prodotti inpietra, legno, cuoio, ceramica,metallo e tessuto, ideali per progettidi architettura d’interni ed esterni.L’azienda emiliana garantisce assi-stenza in fase di progettazione e direalizzazione ad archi-tetti e designer.Tra i prodotti presenta-ti al Made Expo c’èuno speciale tessutoottenuto da una lavora-zione artigianale dellacarta: è Tapisser, pro-dotto ideale per pavi-menti e rivestimenti cherestituisce all’occhio eal tatto la sensazionedella carta intrecciata edella seta, che associa-mo al Giappone e allesue espressioni sulgrande schermo o suiquadri esposti nelle gal-lerie d’arte occidentali.Attraverso queste fini-ture di interni parla ilGiappone, evocandouna vita lontana e scan-dita da ritmi regolari edal profumo dellapaglia di riso intreccia-ta. Montato su un supporto in legnomultistrato e caratterizzato da unafinitura setosa al tatto, Tapisser èallo stesso tempo resistente al calpe-stio. È disponibile in doghe dal for-mato 30 cm x 1,80 metri e con unospessore di 1,2 cm, che possonoessere montate flottanti o incollatesia a pavimento sia a rivestimento.È ancora la carta a ispirare la secon-da proposta Nissin Ex. presente alMade Expo 2011. Ranbihaku è unrivestimento che nasce dalla millena-ria tecnica della doratura, un proces-so tradizionalmente utilizzato nellalavorazione di manoscritti, dei

mobili e delle pareti interne. LaNissin Ex. da sempre ha annoveratocome clienti la casa imperiale giap-ponese e tutti i templi shinto: perpoter intervenire nel minor tempopossibile su questi cantieri ad altoprofilo, ha sviluppato 400 anni fa latecnica artigianale della applicazione

a caldo delle sottilissi-me lamine in oro,argento e altri metalli,su rotoli di carta“washi” stesi all’inter-no del loro laboratorio.Una volta ottenuti que-sti rotoli è facile e velo-ce installarli come carteda parati sia su paretiche soffitti e mobili,garantendo sempre lapiù alta qualità estetica.Il risultato travalicaancora una volta i con-fini del prodotto in sé:ciò che rimane – al ter-mine di questo processodalla storia millenaria –è un alone di mistero eseduzione che, comeacqua, percorre e si insi-nua nell’intera superfi-cie e da essa si irradianell’ambiente circostan-te, tanto che l’occhio

non è mai appagato, come se voles-se più tempo (valore che per noioccidentali è sempre più solo unafunzione da svuotare di significato)per cogliere ogni riflesso, la compo-sizione di ogni disegno, che scaturi-sce dalla base di fogli “washi” rico-perti da oro e argento. Nissin Ex.produce da oltre 400 anni questacarta da parati, tradizionalmenteutilizzata da imperatori e monaci. Ilprodotto può essere applicato diret-tamente a parete, a soffitto o sumobili, ed è disponibile in rotolidalla larghezza di circa 90 cm conlunghezza da 3 a 7 metri

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SPECIALE TECNOLOGIA E SVILUPPO Inserto redazionale

Servizi per sostenere lavoro e businessPer essere competitive, le imprese hanno sempre più bisogno di consulenti e partner preparati

in grado di fornire soluzioni specifiche utile a risolvere le più varie problematiche aziendali

I.C.E.P.I. e la protezionecontro le esplosioni

Innumerevoli attività industriali comportano il rischio di forma-zione di atmosfere esplosive, e, conseguentemente, di esplo-sioni. Contrariamente al pensiero comune, che in genere associail rischio di esplosioni solo alle raffinerie di petrolio e alle minieredi carbone, in realtà esistono centinaia di attività che, implicandoproduzione, deposito, trasporto, travaso, manipolazione, lavora-zione, di gas o liquidi infiammabili, o di polveri combustibili,hanno insita la probabilità di presenza di atmosfere esplosive, equindi il rischio di esplosioni. A titolo puramente indicativo, sipossono citare l’industria petrolifera, chimica e petrolchimica, laproduzione e utilizzo di solventi e vernici, il deposito, trasporto edistribuzione di carburanti liquidi e gassosi, l’industria molitoria,le cabine di riduzione della pressione del metano, falegnamerie,mangimifici, zuccherifici, panifici industriali ecc. L’IstitutoCertificazione Europea Prodotti Industriali S.p.A. (I.C.E.P.I.), consede centrale a Piacenza, dal marzo 2004 è OrganismoNotificato per l’applicazione della Direttiva Europea 94/9/CE(ATEX) relativa ad “Apparecchi e sistemi di protezione destinatiad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva”.I.C.E.P.I., per mezzo delle sue Divisioni ATEX e SAS, intervieneanche in qualità di organismo competente a supporto delleaziende, nell’applicazione del D.Lgls. 81/08, titolo XI; in partico-lare, I.C.E.P.I. opera nella valutazione della probabilità di presen-za di atmosfera esplosiva negli ambienti di lavoro (classificazionedelle aree) e nell’analisi del rischio di esplosione, nonché nella for-mazione del personale addetto, sia direttivo che operativo.“In Europa - ricorda Claudio Ponzinibio, direttore tecnico delladivisione ATEX di I.C.E.P.I. -abbiamo un numero rilevante dinorme tecniche, specifiche per ambienti con pericolo di esplosio-ne, che possono aiutare costruttori di apparecchi e macchine,progettisti di impianti elettrici, installatori, utilizzatori, manuten-tori e verificatori, nello svolgimento delle loro attività”. In parti-colare, le norme CEN EN 1127-1 e della serie EN 13463, e lenorme CENELEC delle serie EN 60079 ed EN 61241, contengo-no definizioni, criteri e prescrizioni relative a: metodi di base perla prevenzione delle esplosioni e la protezione contro le esplosio-

ni; apparecchi e com-ponenti non-elettrici;motori a combustio-ne interna; apparec-chi e impianti elettri-ci, per luoghi conpresenza di gas ovapori infiammabili,o di polveri combu-stibili; sistemi di con-trollo delle produzio-ne e dei prodotti.

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OXA, un partner unicoper la sicurezza

Oltre trent’anni di attività, con attenzione sempre rivolta alleinnovazioni, consentono ad Oxa, di operare con esperien-

za e competenza nell’ambito della sicurezza sul lavoro e dellaprevenzione incendi. Oxa, azienda che ha sede a San Lazzaro diSavena, offre un ampio ventaglio di proposte corredate da unaccurato servizio post-vendita. La fornitura di estintori, di idran-ti, di attrezzature e di componenti atti a contrastare l’azione delfuoco, è integrata da un puntuale servizio di manutenzioneperiodica che include anche gli impianti di spegnimento e dirivelazione incendi.Gli articoli antinfortunistici, le calzature e l’abbigliamento dalavoro sono disponibili con un’ampia scelta di modelli, sia tra iprodotti di primo prezzo che tra i marchi più affermati e sonocostantemente presenti nell’area espositiva per una valutazionediretta da parte della clientela. Le imbracature ed i dispositivianticaduta possono essere provati, in una piccola area attrezza-ta allo scopo, con l’assistenza del personale Oxa. Gli addetti allavendita sono disponibili anche per guidare il cliente nella sceltadel materiale necessario per l’installazione di linee di vita e puntidi ancoraggio previsti dalle norme per rendere sicuro lo svolgi-mento di lavori in quota. L’azienda dispone di un laboratorio perla personalizzazione di capi di abbigliamento con loghi e dicitu-re a mezzo stampa o ricamo. È attiva anche una postazione gra-fica per la produzione di cartelli su richiesta, ad integrazionedella segnaletica aziendale e stradale normalmente disponibile.Oxa offre inoltre consulenza e prestazioni in merito a: D.Lgs.81/2008, redazione DVR, corsi di formazione ed informazione,pratiche VVF, collaudo reti idranti, collaudo linee di vita e revi-sione periodica dei dispositivi anticaduta. Oxa è sinonimo diprotezione integrale per l’uomo che lavora.

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SPECIALE TECNOLOGIA E SVILUPPO

Coordinare in maniera proattiva ed efficace attività impren-ditoriali e progetti innovativi nel territorio ferrarese, per

favorire la crescita e lo sviluppo sostenibile. E’ l’obiettivo strate-gico di Sipro, l’Agenzia di Sviluppo Locale che gestisce le attivitàpuntando a massimizzare l’integrazione fra tutti gli operatori delsistema e fornendo supporto professionale sia all’imprenditoriaprivata che agli Enti Locali.Su incarico della Provincia di Ferrara, Sipro è impegnata nell’ela-borazione di studi e progetti per la realizzazione di AreeProduttive Ecologicamente Attrezzate (APEA). A seguito diun’analisi dettagliata sulle caratteristiche del sistema produttivoprovinciale, sono state individuate tre aree industriali ed artigia-nali, nei comuni di Argenta, Codigoro ed Ostellato, su cui con-centrare gli interventi di riqualificazione necessari per il raggiun-gimento di condizioni infrastrutturali e gestionali di qualità, alfine di garantire elevate prestazioni ambientali ed energetiche.“Le Apea possono costituire una reale opportunità per ripensa-re lo sviluppo del territorio- evidenzia il presidente di Sipro,Gianluca Vitarelli - sia dal punto di vista della pianificazioneurbanistica che di nuove relazioni con le imprese ed i soggettieconomici locali. Il modello di Apea, infatti, contribuisce a tra-smettere anche un diverso significato dello sviluppo: l’area indu-striale non è più un soggetto distinto dalla parte urbana, ma èuno spazio che, grazie alla qualità dell’ambiente offerto, puòavere molteplici usi, non limitati al solo mondo produttivo”.L’applicazione di questo nuovo modello ha due elementi chiave:la realizzazione di infrastrutture di qualità e l’offerta di servizi alleimprese con un impatto sul conto economico, in termini dirisparmi o di aumento dell’efficienza.A San Giovanni di Ostellato (nell’area industriale creata nel 1976da Sipro su una superficie di 120 ettari, in zona strategica dalpunto di vista logistico un quanto favorita da infrastrutture ditrasporto nelle immediate vicinanze) sono state realizzate nuovestrutture di qualità per renderla un polo di sviluppo sostenibile(depuratore, cablaggio fibra ottica, vasche di laminazione), egrazie ai finanziamenti di progetti comunitari, l’area è stataoggetto di studi che hanno consentito di ampliare i servizi offer-ti (miglioramento dell’organizzazione, creazione di un marchiodi qualità ambientale).

Nelle attività di qualificazione dell’Apea, Sipro ha realizzato treimpianti fotovoltaici, con una potenza complessiva di circa 1,5MW, ultimati nel mese di agosto 2011 ed operativi.La gestione permetterà a Sipro di attivare una serie di interven-ti e di servizi con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’area e diaumentare la competitività delle imprese insediate.Le 27 imprese presenti (occupazione diretta complessiva di circa1.125 addetti), concentrano l’ attività prevalentemente nei com-parti della meccanica e delle lavorazioni chimiche e plastiche,due nel settore ambientale, due nei servizi, una impresa per cia-scuno dei settori abbigliamento, trasporti, cantieristica navale.Le imprese sono state coinvolte in un monitoraggio al fine diraccogliere tutte le informazioni utili sui processi produttivi esulle caratteristiche del processo industriale, e per individuareeventuali fabbisogni in termini di servizi, per lo più negli ambitidella sicurezza, gestione rifiuti, mobilità, energia, ICT, ricerca esviluppo, credito.Le informazioni raccolte sui fabbisogni sono state elaborate inuna matrice che evidenzia, per ogni area tematica, le criticitàesplicite e latenti.Promosso da Sipro e sottoscritto anche da tutti gli attori coinvoltinel processo sarà quindi sottoscritto un “accordo di insediamen-to”, in cui ogni soggetto contribuirà ad aumentare la competiti-vità dell’area e del territorio attraverso gli impegni presi ognunoper la propria parte. Si tratta, ad esempio, della definizione disconti sulle utenze e sulle tariffe, iniziative volte alla gestioneenergetica o della mobilità, individuazione di fornitori diqualità

Sipro ha dedicato uno spazio sul portale www.siproferrara.com, nell’area“APEA e vetrina aziende insediate”, alla visualizzazione di tutte le azien-de insediate. Da una piantina complessiva dell’area si possono visualiz-zare le attività in essere, i riferimenti utili al contatto diretto ed eventualilink ai relativi siti aziendali.A San Giovanni di Ostellato, sin dal 1999, è in funzione il primo incubato-re d’impresa di quella che poi è diventata la Rete Provinciali degliIncubatori d’Impresa Siprocube

Sipro: contribuire a costruire la provincia del futuroLa progettazione per le Aree produttive ecologicamente attrezzate.

Il caso di San Giovanni di Ostellato

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Risparmio energetico e green eco-nomy non sono un tabù per

Chimar Imballaggi S.p.A.Ad inizio ottobre, nella sede di Limididi Soliera (Modena), l’ azienda – atti-va nel settore degli imballaggi indu-striali – ha inaugurato un impianto dicogenerazione a biomassa di ultimis-sima generazione .Al taglio del nastro erano presentiGiovanni Arletti, presidente diChimar, il figlioMarco, amministrato-re delegato, il direttore tecnico diCogenergy Feliciano Lasagni, il sinda-co di Soliera Giuseppe Schena, il pre-sidente di Confindustria Modena Pietro Ferrari, Gian CarloMuzzarelli, assessore alle attività produttive della Regione Emilia-Romagna ed il vescovo Elio Tinti.L’obiettivo del nuovo impianto è produrre energia elettrica e ter-mica attraverso la valorizzazione dei residui di produzione dellegno. Con questo impianto, infatti lo stabilimento di Limidi diSoliera raggiunge la completa autonomia energetica.“L’ investimento – ha sottolineato l’ amministratore delegatoMarco Arletti – è stato consistente di oltre 800 mila Euro di cuicirca un terzo finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.Abbiamo stimato un ritorno delle risorse investite in cinque annie un calo delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera di 190mila tonnellate all’ anno.L’impatto ambientale sostenibile – ha proseguito Arletti – è ele-

mento sempre più determinante perlo sviluppo economico di Chimar. Lanostra azienda, infatti, possiede lecertificazioni Pefc e Fitok: la primagarantisce l’ utilizzo di materie primeprovenienti da foreste gestite inmaniera sostenibile, la seconda vieneassegnata a chi attraverso un tratta-mento a calore del legno evita la dif-fusione di organismi nocivi”.Per Gian Carlo Muzzarelli“L’intervento realizzato da Chimar èun esempio da imitare e dimostra lasensibilità dell’ azienda rivolta allosviluppo sostenibile. E’ con la ricerca,

con queste tecnologie, con l’unicità – ha concluso l’assessore –che l’Italia può primeggiare nel mondo”.L’impianto, realizzato dalla sassolese Cogenergy, si basa sul pro-cesso di funzionamento di una turbina a combustione esternainserita in un sistema di raccordi e scambiatori di calore, cheimpiega esclusivamente aria come fluido di processo. Per eleva-re la temperatura del fluido è stato utilizzato uno scambio termi-co a elevata temperatura generato dalla combustione di biomas-sa legnosa che sostituisce il ciclo classico in cui si realizza la com-bustione del metano

Nella foto, il nuovo impianto di cogenerazione a biomassa realizzatodalla sassolese Cogenergy produce energia elettrica e termica

Interessanti progetti completati con successo che evidenziano ilgrado di specializzazione ed affidabilità della struttura Cts, ilconsorzio di imprese di autotrasporto romagnolo con sede ope-rativa a Roncalceci (in provincia di Ravenna). Così si può sintetiz-zare il 2011 del Consorzio specializzato in trasporti e sollevamen-ti di manufatti di grandi pesi e dimensioni.Cts si rivolge al mercato della grande industria offrendo servizi ditrasporto, sollevamenti, movimentazioni e posizionamenti diimpianti nel settore chimico e petrolchimico, strutture per l’ off-shore e la nautica, la movimentazione ed il trasporto di grandiyacht.Posizionato da anni in diverse realtà portuali dell’Italia centroset-tentrionale, come Ravenna e Trieste (dove si dedica al trasportodi grandi motori per impianti di produzione di energia), Cts èpresente dal 2011 con proprie sedi commerciali ed operativeanche a Marghera e Genova.Il Consorzio Cts dopo aver fortemente investito in carrelli semo-venti SPMT e sistemi si sollevamento a cavalletta da oltre 1100tonnellate, prosegue nella politica di aggiornamento del parcomezzi ed attrezzature.A breve sono previsti investimenti per circa 2 milioni di euro incarrelli modulari per il trasporto stradale.Accanto alle attività ordinarie, Cts di recente ha realizzato dueoperazioni quasi da record. Innanzitutto, il trasporto di duemoto-

ri Wartsila da 280 tonnellate, da Trieste alla centrale da 37 MWdi potenza a Sant’Andrea, nel Goriziano dove si è occupatoanche della posa in opera: per il trasporto stradale è stato utiliz-zato un complesso veicolo eccezionale, lungo 87 metri e largo 6metri e 15 cm. Sempre in Friuli, nello stabilimento Redaelli Cts hacurato il sollevamento di una grossa e pesante bobina di cavo delpeso record di 480 tonnellate destinata alle piattaforme off-shore, eseguito grazie all’utilizzo delle attrezzature speciali di Cts,manovrate da personale qualificato dell’azienda.Nel 2011 il consorzio romagnolo CTS ha allargato la sua attivitànel mondo. E’ arrivato infatti fino all’Oceano Indiano, nell’isola diCapo Verde, dove grazie a una squadra appositamente inviata inloco, ha trasportato per circa 40 chilometri – dalla costa alla cen-trale termica interessata – due motori Wartsila imbarcati daTrieste e due generatori provenienti dalla FinlandiaIn Cina in località Jingè, gli operatori del Cts con l’ausilio attrez-zature del consorzio appositamente inviate sul posto, si sonooccupati di movimentare una grossa turbina e compressore dellaNuovo Pignone in una stazione di pompaggio gas

Cts: un anno di crescita e novità

Inserto redazionale

Cogenergy: nuovo impianto di cogenerazione per Chimar Imballaggi

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Uno straordinario strumento in grado di abbattere in manierasostanziale i costi della logistica con livelli di precisione

impossibili da ottenere con il tradizionale codice a barre. E’ la tec-nologia per l’identificazione RF-Id presentata nel 2011 daImprima. L’azienda ha realizzato una gamma completa di pro-dotti per l’identificazione RF-Id nel settore dell’abbigliamento,calzature ed accessori, quali smart label RF-Id autoadesive ed eti-chette da cucire per l’identificazione certa ed univoca di tutti glioggetti.La disponibilità di una serie così completa di prodotti ha reso pos-sibile l’utilizzo della tecnologia RF-Id giù durante l’assemblaggiodel capo, aumentando produttività e precisione in tutta la supplychain, dalla cucitura alla vendita in negozio.La tecnologia RF-Id viene utilizzata per controllare lo stato diavanzamento lavori in produzione e per avere una situazioneaggiornata in tempo reale relativa alla disponibilità di prodotti.

Le operazioni di logistica tra la produzione, il centro di distribu-zione ed il punto vendita sono così veloci e precise da abbatterei costi di acquisizione delle informazioni. Basti pensare che percontrollare con assoluta precisione un imballo contenente decinedi capi identificati con tecnologia RF-Id sono sufficienti pochisecondi, contro i diversi minuti del codice a barre e gli eventualierrori di lettura.Con i prodotti specifici di Imprima, oltre a benefici per la produ-zione e per la logistica, si ottengono ulteriori vantaggi per via del-l’identificazione univoca dei capi tramite un codice elettroniconon modificabile presente in ogni etichetta RF-Id grazie al qualesi protegge il marchio e si possono gestire le problematiche deimercati “grigi”.Imprima Sistema è un’organizzazione di aziende che offrono pro-dotti e servizi perfettamente integrati tra loro, con lo scopocomune di curare l’identificazione e l’immagine dei prodotti del-l’utente finale.Il “Sistema” coinvolge tre aziende con offerte complementari:Imprima (Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara) si distingueper la produzione di etichette autoadesive tecniche, cartellini ebiglietti ad elevata qualità grafica; Etitec (Milano), orientata allaproduzione di etichette autoadesive per il settore della grandedistribuzione e cosmetica, consolida la presenza nel Nord-Est;StoneLine (sempre di Vigarano Mainarda) focalizzata nel settorealimentare è specializzata nella produzione di etichette e ognialtro documento per l’immagine e l’identificazione dei prodotti,come cataloghi, brochure e siti web.Per maggiori informazioni: [email protected]

Lo Studio Torta è uno dei primi uffici italiani di Brevetti eMarchie può vantare una lunga e consolidata esprienza nella tutela

della proprietà industriale.La mission dello Studio Torta è tradurre le idee innovative deiclienti in titoli di proprietà industriale validamente utilizzabili inqualsiasi luogo del mondo in modo da assicurare alla creativitàuna protezione globale.Lo Studio Torta segue tutte le pratiche presso gli organi nazionalied internazionali competenti fino all’ottenimento di un validotitolo di proprietà industriale che può venire utilizzato per blocca-re illecite imitazioni di terzi oppure come oggetto di licenza daconcedere, a titolo oneroso o gratuito, ai propri partners.Offre anche una completa assistenza legale per fare valere i pro-pri diritti di proprietà industriale in Italia ed all’estero medianteazioni legali ordinare o d’urgenza che possono venire pensate edeseguite anche in pochissimi giorni (ad esempio nel caso di illeci-te attività di contraffazione durante una fiera).Nella stesura delle domande di brevetto (che proteggono le inno-vazioni tecniche) è possibile realizzare documenti che soddisfinonon solo i requisiti italiani o europei, ma anche quelli dei princi-pali paesi extraeuropei come, ad esempio, Stati Uniti, Cina,Giappone, India e Brasile.Nella stesura delle domande di protezione di design (che proteg-gono la forma, ovvero l’aspetto esteriore, di prodotti messi incommercio) gli esperti dello studio possono realizzare documen-

ti che offrono protezione inItalia, nella Unione Europea(attraverso il “design comuni-tario”, che è uno strumentorecente particolarmente effi-cace ed economico), o in qua-lunque paese extraeuropeo.Nel settore dei marchi (chetutelano i segni distintivi chepermetteno di distinguere iprodotti o i servizi di unaazienda) il team di StudioTorta suggerisce e depositapratiche di registrazione alivello nazionale, comunitario (marchio della Comunità Europea)ed internazionale (ad esempio mediante il marchio internaziona-le secondo le procedure WIPO)

Studio TortaConsulenti in Proprietà Industriale - Fondato nel 1879TORINO MILANO ROMA BOLOGNA RIMINI TREVISOVia Emilia Ponente 34, 40133 Bologna - Tel. [email protected]

Con RF-Id di Imprima: l’industria dell’abbigliamento è più competitiva

Studio Torta: il valore della proprietà industriale

L’immagine mostra la figura principaledi un brevetto depositatodallo Studio Torta per la protezionedi un innovativo volante di una automobile

SPECIALE TECNOLOGIA E SVILUPPO Inserto redazionale

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Il portale “ Your Europe –Business” è un servizio messo a dipo-sizione dalla Commissione europea in collaborazione con leamministrazioni nazionali e costituisce un utile strumento perottenere informazioni pratiche e servizi di consulenza a livelloeuropeo e nazionale per le imprese che desiderano estendere laloro attività ad altri paesi dell'UE.Nello specifico gli utenti hanno la facoltà di consultare pagineinformative che abbracciano tutte le tematiche riguardanti levarie fasi del ciclo di vita di un’impresa. Attraverso il portale lePMI di tutta Europa possono ottenere risposte a domande suirequisiti di legge, possibilità e vincoli per fare business in ogniStato membro dell'Unione europea e a livello comunitario. Inpiù il portale offre alle aziende una corsia preferenziale di acces-so ai servizi di sostegno alle imprese del Paese di proprio inte-resse. Sul sito è infatti presente una sezione dedicata all'acces-so ai finanziamenti per ciascun Paese. Il portale, inoltre, informagli imprenditori su: diritti e doveri di un'azienda, procedureamministrative richieste, offrendo alle aziende la possibilità discaricare moduli on line e collegarsi a organizzazioni che forni-scono assistenza e consulenza personalizzate alle imprese.

Le informazioni sono disponibili in 23 lingue.Tra gli altri contenuti del portale:- Sostegno alle imprese- Trarre beneficio dal mercato UE- Vendita di merci- Prestazione di servizi- Espandere l’attività- Collaborazione con altre imprese- Succursali e filiali- Fusione tra imprese- Attività imprenditoriali al di fuori dell'UE- Competere attraverso l'innovazione- Condividere nuove idee- Ricerca- Tutela della proprietà intellettuale

Il sito di riferimento è:http://ec.europa.eu/youreurope/business/index_it.htmLe pagine che è possibile consultare contengono anche unaserie di link a fonti esterne di informazioni specifiche.

FLASH EUROPA Unioncamere Emilia-Romagnawww.rer.camcom.it/flash_europa

50 MILIARDI DI EUROPER RILANCIARE LE RETI EUROPEE

La Commissione europea ha presentato unpiano d’investimenti pari a cinquanta miliardidi euro destinato amigliorare le reti europee ditrasporto, energia e digitali. Gli investimentimirati nelle principali infrastrutture contribui-ranno a creare posti di lavoro e a rafforzare lacompetitività dell’Europa nel momento in cuine ha più bisogno. Il piano finanzierà progettiche completano i collegamenti mancanti dellereti in questione e renderà l’economia europeapiù verde, grazie all’introduzione di modi ditrasporto meno inquinanti, collegamenti afascia larga ad alta velocità e un uso più este-so delle energie rinnovabili in linea con la stra-tegia Europa 2020. Oltre a ciò, il finanziamen-to delle reti energetiche renderà più integratoil mercato interno dell’energia, riducendo ladipendenza energetica dell’UE e rafforzandola sicurezza degli approvvigionamenti. Perfacilitare il finanziamento, la Commissione haperaltro adottato le condizioni dell’iniziativaProject Bond nel quadro di Europa 2020 (pre-stiti obbligazionari per il finanziamento di pro-getti). Quest’iniziativa, la cui fase pilota parte

già il prossimo anno, diventerà uno degli stru-menti di condivisione dei rischi al quale si potràattingere per attrarre finanziamenti privati peri progetti. La Commissione ha selezionato iprogetti nei quali gli ulteriori investimenti stan-ziati dall’UE potranno risultare più redditizi. Inparticolare, la Commissione prevede che,dando credibilità ai progetti infrastrutturali ediminuendo i loro profili di rischio, tali investi-menti potranno attrarre ulteriori finanziamen-ti da parte del settore pubblico e privato.Rif.:http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/11/1200&format=HTML&aged=0&lan-guage=EN&guiLanguage=en

NUOVA DIRETTA SULLE INFRAZIONIIN MATERIA DI SICUREZZA STRADALE

La direttiva, recentemente pubblicata, miraad assicurare un elevato livello di protezione atutti gli utenti della strada nell’Unione agevo-lando lo scambio transfrontaliero d’informa-zioni sulle infrazioni in materia di sicurezzastradale e l’applicazione di sanzioni, qualoratali infrazioni siano commesse con un veicoloimmatricolato in uno Stato membro diverso

dallo Stato membro in cui è stata commessal’infrazione. In particolare la procedura preve-de che lo Stato membro di origine del tra-sgressore, tramite una competente autoritàautorizzata (denominata «punto di contattonazionale»), fornisca allo Stato membro in cuiè accertata la violazione tutti i dati d’immatri-colazione del veicolo incriminato. Sulla scortadi detto invio, in forma telematica, lo Statoricevente ha il dovere di far recapitare al pro-prietario del veicolo, la cosiddetta letterad’informazione, redatta secondo un modellostandard, in cui è indicata l'infrazione com-messa con la specificazione di data, luogo,titolo dei testi delle disposizioni nazionali vio-late e la relativa sanzione. Entro il termine disessanta giorni dal ricevimento della lettera, ilproprietario del velivolo ha il dovere di rispon-dere indicando i dati del soggetto trasgresso-re e può contestare la violazione. La sanzionedeve essere pagata allo stato membro in cuila sanzione è accertata. Le infrazioni sanzio-nabili sono: eccesso di velocità, mancato usodella cintura di sicurezza, mancato arrestodavanti a semaforo rosso, guida in stato diebbrezza o sotto effetto di stupefacenti; man-cato uso del casco, uso di corsia vietata eindebito uso del telefono cellulare.Rif.:http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2011:288:0001:0015:IT:PDF

Notiziedall’Unione Europea

IL PORTALE "YOUR EUROPE - BUSINESS":UNA GUIDA PRATICA PER FARE IMPRESA IN EUROPA

Normativacomunitaria

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BANDO INAIL 2011: 150 MILIONIPER INVESTIRE SULLA SICUREZZA

A breve sarà pubblicato il bando INAIL persostenere gli investimenti in sicurezza delleimprese. I fondi disponibili, pari a circa 150milioni di euro, saranno concessi “a sportel-lo”, come avvenuto per il bando 2010. Ledomande potranno essere presentate conscadenze diverse a seconda della Regione. Ifondi saranno erogati solo per investimenti eper l’adozione di modelli di organizzazione egestione, non, quindi, per la formazione. Ilcontributo sarà uniformato in tutte le regio-ni al 50% dell'investimento, con un massi-mo 100 mila euro, per fornire sostegnogeneralizzato al maggior numero di benefi-ciari possibile. In particolare, per sostenere lemicro e piccole imprese, comprese quelleindividuali, è previsto uno specifico strumen-to dedicato al finanziamento dei progetti dicomparto, di filiera, di distretto che, benchéproposti da singole imprese, presentinocaratteristiche di replicabilità e dei progettiche intervengono sui rischi comuni a unapluralità d’imprese. Particolare attenzionenell’assegnazione degli incentivi sarà dedica-ta anche ai progetti di innovazione tecnolo-gica per gli impianti, le macchine e le attrez-

zature, con particolare riferimento alleimprese agricole.Rif.:http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_SALA-STAMPA&nextPage=Per_i_Giornalisti/Rassegna_Stampa/Indice_Cronologico/2011/Novembre/14/INAIL_TERRITORIALE/info-1578587672.jsp

250 MILIONI DI EURO PER SVILUPPOE LA QUOTAZIONE DELLE PMI

Il Ministero dell’Economia, la Banca europeaper gli investimenti (BEI), Borsa Italiana eSace hanno firmato un’intesa che prevedelo stanziamento di 250 milioni di euro perfavorire lo sviluppo delle PMI italiane. Nellospecifico l’accordo di co-investimento tra laBEI e il Fondo italiano di Investimento pre-vede uno stanziamento di 100 milioni cia-scuno (rinnovabili per tranche), che mira afavorire la patrimonializzazione e lo sviluppodelle piccole e medie imprese attraverso ilsostegno ai fondi di capitale di rischio dedi-cati alla crescita. Sace stanzierà una dotazio-ne iniziale di 50 milioni, mirando all’acquisi-zione e alla gestione di partecipazioni rile-vanti in PMI quotate o che devono quotarsisul mercato italiano e che hanno un’alta pro-pensione all’export. Gli investimenti, effet-tuati avranno un orizzonte temporale com-preso tar i tre ed i cinque anni. Borsa Italianasi pone come tutor, con l'obiettivo di accom-

pagnare le pmi in un percorso di sviluppoorganizzativo e manageriale. I finanziamen-ti saranno disponibili nei prossimi mesi.Rif.:http://www.fondoitaliano.it/cms-assets/docu-ments/36748-474144.comunicato-stampa-strumenti-per-pmi.pd

ORIZZONTE 2020: 80 MILIARDIDI EURO PER LA RICERCA

E L’INNOVAZIONE IN EUROPA

La Commissione europea ha presentato unpacchetto di misure, denominato Orizzonte2020, volto a rilanciare crescita, innovazionee competitività in Europa. Orizzonte 2020concentrerà i fondi su tre obiettivi chiave:sostenere la posizione dell’UE in testa allaclassifica mondiale nella scienza; contribuiread affermare il primato industriale nell’inno-vazione e consentire un più ampio accesso alcapitale e sostegno alle PMI. Verranno inol-tre stanziati 31,7 miliardi di euro per affronta-re i problemi comuni in sei settori: sanità, evo-luzione demografica, sicurezza alimentare,agricoltura sostenibile, ricerca marina e marit-tima,energia pulita, trasporti intelligenti, inter-venti per il clima, efficienza delle risorse ematerie prime.

Rif:http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/scienza_ricerca/horizon2020_it.htm

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FLASH EUROPA

Unioncamere Emilia-RomagnaViale Aldo Moro, 62 - 40127 BolognaTel. 051 6377011 - Fax 051 6377050E-mail: [email protected]

SIDI Eurosportello - CCIAA di RavennaViale L.C. Farini, 14 - 48121 RavennaTel. 0544 481443 - Fax 0544 218731E-mail: [email protected]

Camera di commercio di BolognaPiazza Costituzione, 8 - 40125 BolognaTel. 051 6093287 - Fax 051 6093211E-mail: [email protected]

Camera di commercio di FerraraLargo Castello,6 - 44121 FerraraTel. 0532 783812 - Fax 0532 205100E-mail: [email protected]

Camera di commercio di Forlì-CesenaCorso della Repubblica, 5 - 47121 ForlìTel. 0543 713524 - Fax 0543 713502E-mail: [email protected]

PROMEC - CCIAA di ModenaVia Ganaceto, 134 - 41121 ModenaTel. 059 208270 - Fax 059 218520E-mail: [email protected]

Camera di commercio di ParmaVia Verdi, 2 - 43121 ParmaTel. 0521 210241 - Fax 0521 233507E-mail: [email protected]

Camera di commercio di PiacenzaPiazza Cavalli, 35 - 29121 PiacenzaTel. 0523 386255 - Fax 0523 334367E-mail: [email protected]

Camera di commercio di Reggio EmiliaPiazza Vittoria, 3 - 42121 Reggio EmiliaTel. 0522 796236/301 - Fax 0522 046453E-mail: [email protected]

Camera di commercio di RiminiVia Sigismondo, 28 - 47921 RiminiTel. 0541 363752 - Fax 0541 363747E-mail: [email protected]

CONTATTI

Finanziamentialle imprese

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Pubb