esperienze di chimica

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Illazioni laboratorio Chimica fllunna: siroona di s^rio classa: l^b inf. anno scolastico: 2011/2012

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alcune esperienze nel laboratorio del biennio

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Page 1: Esperienze di chimica

Illazioni

laboratorio

Chimica

fllunna: siroona di s^rio

classa: l^b inf.

anno scolastico: 2011/2012

Page 2: Esperienze di chimica

TITOLO DELL'ESPERIENZA: "Cromatografia su strato sottile"

OBIETTIVO: Estrazione dei pigmenti dagli spinaci.

MATERIALE: becker, parafilm, mortaio con pestello, lastrina di gel di silice, pipetta.

SOSTANZE: acetone, spinaci, alcool etilico

FATTORI DI RISCHIO: l'alcool etilico è infiammabile e non va utilizzato vicino fiamme libere;

l'acetone è infiammabile e irritante quindi è preferibile usarlo sotto cappa.

CENNI TEORICI.

La cromatografia è una tecnica di separazione che permette di separare miscele di sostanze

anche molto complesse. L'invenzione della cromatografia viene attribuita al biochimico italo-

russo Michail Tswett nel 1906, quando riuscì, con questa tecnica, a separare la clorofilla da un

estratto vegetale. Tswett procedette ponendo una piccola quantità di estratto di foglie verdi

alla sommità di una colonna di vetro riempita con particene di argilla e lavando

successivamente il campione. Fece poi colare, attraverso la colonna, dell'etere di petrolio. A

mano a mano che l'etere di petrolio fluiva trascinando con sé il campione, questo si separava

in bande di diverso colore (da qui il nome "cromatografia"), ciascuna delle quali procedeva

verso il fondo della colonna con diversa velocità. Ci sono vari tipi di cromatografia che

vengono usati in base alla sostanza che si vuole separare: cromatografia su carta (carta

cromatografica, carta da filtro), cromatografia su colonna (uno strumento di vetro),

cromatografia su strato di sottile (lastrina in gel di silice).

La cromatografia viene anche utilizzata in campo commerciale e in campo cosmetico.

L'alcool etilico, che costituisce la fase mobile, ha la proprietà, salendo sulla striscia di carta per

capillarità, di estrarre i pigmenti (coloranti) degli spinaci.

Page 3: Esperienze di chimica

FASI OPERATIVE:

FASE 1: Preparazione del campione.

Mettere nel mortaio le foglie di spinaci tagliuzzate e aggiungere alcool etilico quanto basta e

pestare fino ad ottenere una poltiglia e fino a quando il liquido è diventato verde scuro. Nella

poltiglia si aggiunge un pizzico di bicarbonato di calcio per neutralizzare le molecole acide.

FASE 2: Preparazione della lastrina.

Sulla lastrina di gel di silice si traccia una linea di partenza e una di arrivo a circa 2cm dai bordi

con una matita. Nel becher versare a lem circa l'acetone e coprirlo con parafilm. Con una

pipetta prendere l'estratto degli spinaci e metterlo sulla linea di partenza, inserire la lastrina

nel becher e ricoprire con parafilm.

Page 4: Esperienze di chimica

FASE 3:

Attendere qualche minuto. Si osserva che l'alcool etilico salendo per capillarità, vince la forza

di gravita separando i diversi pigmenti degli spinaci.

Quello che otteniamo è il cromatogramma. Sulla lastrina possiamo osservare le diverse bande

colorate.

La striscia verde è la clorofilla, quella gialla la xantofilla e quella giaila-arancio è il carotene.

OSSERVAZIONI: II becher contenente la lastrina viene avvolto con la carta di alluminio in modoche la luce non faccia scolorire i pigmenti. La lastrina è formata da gel di silice che ha la

proprietà di assorbire i componenti della miscela. I pigmenti vengono trasportati e separati in

modo diverso, a seconda della affinità che c'è tra essi e l'eluente (acetone).

Page 5: Esperienze di chimica
Page 6: Esperienze di chimica

TITOLO DELL'ESPERIENZA: "II DNA della frutta"

OBIETTIVO: estrarre il DNA dalla frutta

MATERIALE: cilindro graduato, becher, parafilm, mortaio con pestello,

provette, bilancia, beuta, carta da filtro, imbuto.

SOSTANZE: kiwi, etanolo, cloruro di sodio, detergente liquido, succo

d'ananas.

FATTORI DI RISCHIO: l'etanolo è infiammabile pertanto non va portato vicino a

fonti di calore.

CENNI TEORICI:

II DNA è la molecola in cui sono conservati i caratteri ereditari di un organismo.

L'acido desossiribonucleico (DNA) è un acido nucleico che contiene le

informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA e proteine, molecole

indispensabili per lo sviluppo ed il corretto funzionamento della maggior parte

degli organismi viventi.

Page 7: Esperienze di chimica

FASI OPERATIVE:

FASE 1: Preparazione del campione.

Mettere nel mortaio la polpa del kiwi e pestare fino ad ottenere un composto semi -liquido.

Aggiungere al composto 10 mi di detergente liquido e 3g di cloruro di sodio per far si che lemembrane biologiche si demoliscano e il DNA si liberi dalle proteine.

FASE 2: Filtrazione del composto

Si filtra il preparato e si aggiungono ai 25 mi del composto filtrato, 5 mi di succo d'ananas

che grazie alla sua sostanza, la bromelina, demolisce gli istoni fino a ridurli ad amminoacidi.

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Page 8: Esperienze di chimica

FASE 3: Estrazione del DNA

Si prelevano infine 6 mi del composto e si aggiunge un uguale quantità di etanolo freddo. Siformano inizialmente delle bollicine e poi la sostanza inizia a dividersi e si forma uno stratogelatinoso bianco, esso è il DNA, che non essendo solubile in etanolo, è visibile ad occhio

nudo.

OSSERVAZIONI: Questo esperimento permette di isolare il DNA, ma non di osservarne la

struttura a doppia elica,cosa possibile solo con microscopi a scansione elettronica.

Page 9: Esperienze di chimica

TITOLO DELL'ESPERIENZA: "Cristallizzazione del solfato di rame"

OBIETTIVO: con questa esperienza si vuole purificare del solfato di rame

commerciale, che è solubile in acqua

MATERIALE: becher, bacchettina di vetro, treppiedi con retina, becco bunsen, imbuto

a gambo lungo, carta da filtro, beuta.

SOSTANZE: solfato di rame pentaidrato commerciale, carbone vegetale.

FATTORI DI RISCHIO: il solfato di rame pentaidrato è nocivo quindi non bisogna

toccarlo senza guanti

CENNI TEORICI:

la cristallizzazione è la tecnica di laboratorio seguita per purificare una sostanza solida. Il

processo è formato da un insieme di operazioni che si possono schematizzare così:

• scelta di un opportuno solvente nel quale la sostanza da purificare sia solubile;

• solubilizzazione ed ebollizzione della sostanza da purificare;

• filtrazione a caldo della soluzione ottenuta per eliminare le impurezze eventualmente

insolubili;

• raffreddamento della soluzione.

Page 10: Esperienze di chimica

FASI OPERATIVE:

FASE 1: Preparazione della soluzione

In un becher si aggiunge dell'acqua al solfato di rame pentaidrato impuro (l'impurezza èdovuta alla presenza di polvere di carbone vegetale). Si agita con una bacchetta di vetro per

facilitare la solubizzazione del solfato di rame. Si riscalda la soluzione posta sul treppiedi conretina, mescolandola con una bacchettina di vetro, per far solubilizzare le particene di solfato

di rame che non si sono sciolte a freddo. Si ottiene così una soluzione limpida di colore azzurroacceso.

FASE 2: Filtrazione della soluzione dalle impurezze.

Si filtra rapidamente la soluzione per eliminarne le eventuali impurezze insolubili raccogliendoil filtrato in un altro becher.

Page 11: Esperienze di chimica

FASE 3: Formazione dei cristalli

Si lascia raffreddare lentamente la soluzione. Si nota la formazione di cristalli azzurri, che si

accrescono man mano che procede il raffreddamento.

OSSERVAZIONI:

si osserva che la formazione di cristalli è molto lenta e più il procedimento risulta lento più icristalli si formeranno meglio; si può notare che i cristalli formati hanno una forma quasi comeintagliata rettangolare.

Page 12: Esperienze di chimica

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Page 13: Esperienze di chimica

TITOLO DELL'ESPERIENZA: " Preparazione della Gold Cream "

OBIETTIVO: preparare tramite l'uso di sostanze naturali e l'impiego di semplici

strumenti, la crema per le mani dalle proprietà idratanti ed emollienti.

MATERIALE: becher, pipette, beuta, bilancia tecnica, vetrino da orologio, piastra

Riscaldante.

SOSTANZE: acqua di rose, cera d'api, olio di mandorla.

CENNI TEORICI:

Le emulsioni sono dei miscugli eterogenei formate da due liquidi non miscibili tra di loro (olio

apolare + acqua polare) dove l'uno si trova disperso nell'altro sotto forma di minuscole

goccioline.

Nelle emulsioni abbiamo una fase interna, rappresentata dal liquido presente in quantità

minore, e una fase esterna, rappresentata dal liquido presente in quantità maggiore.

FASI OPERATIVE:

FASE 1: Pesare gli ingredienti.

Prendere una beuta e pesare sulla bilancia 33ml di acqua di rose, poi prendere un vetrino da

orologio e pesare 13g di cera d'api e infine prendere un becher e pesare 54ml di olio di

mandorle

Page 14: Esperienze di chimica

FASE 2: Fusione delle sostanze.

Versare nel becher che contiene l'olio di mandorle la cera d'api. Poi mettere sulla piastra

becher, e su di un'altra l'acqua di rose. Finche i due composti non avranno raggiunto la

temperatura di 70°c e finche la cera d'api non fonde.

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FASE 3: Preparazione dell'emulsione

Aggiungere infine l'acqua di rose all'olio e la cera d'api ormai fusa, e agitare energicamente

per circa mezz'ora fino ad ottenere una buona emulsione. Durante l'agitazione si osserva che

la crema si raffredda e gelifica.

OSSERVAZIONI: bisogna agitare molto bene nell'ultima fase gli ingredienti affinchè

non si formino bollicine e quindi finché la soluzione non diventi

densa e omogenea.

Page 15: Esperienze di chimica

TITOLO DELL'ESPERIENZA: "II rossetto"

OBIETTIVO: preparare tramite sostanze naturali un rossetto

MATERIALE: becher, bacchettina di vetro, treppiedi con retina, becco bunsen, bilancia tecnica,

vetrino da orologio, 2 piastre.

SOSTANZE: olio di mandorle, cera d'api, mirtilli

CENNI TEORICI:

L'emulsione è una dispersione, più o meno stabile, di un fluido sotto forma di minutissime

goccioline o bollicine (fase dispersa) in un altro fluido non miscibile (fase continua o fase

disperdente o veicolo).

FASI OPERATIVE:

FASE 1: Pesare gli ingredienti

Pesare sulla bilancia 20g di olio di mandorla, 12,5g di cera d'api. Versate in una pentola mezzo

litro di acqua e portatela ad ebollizione, dopo inseritevi i mirtilli, anche quelli surgelati che si

comprano in normali supermercati vanno bene, fate bollire la frutta per circa 15 minuti, dopo

spegnete il fuoco e filtrate i mirtilli in modo da eliminare completamente le bucce.

Page 16: Esperienze di chimica

FASE 2: Preparazione degli igredienti

Dopo aver eliminato le bucce, rimettete il tutto a bollire aggiungendo solo un pò di acqua per

altri dieci minuti. A questo punto prendiamo un becher e inseriamo 20g di olio di mandorle

dolci, per poi farci bollire dentro 12,5 grammi di cera d'api.

FASE 3: Emulsione degli ingredienti

Nel becher con l'olio di mandorle e la cera d'api aggiungere il succo dei mirtilli e mescolate

molto lentamente,quando avrà raggiunto un impasto molto corposo, lasciate raffreddare.

OSSERVAZIONI:

una volta terminato il rossetto potremmo notare che non colora molto, questo dovuo al succo

di mirtillo, infatti più è denso il succo più il colore del rossetto sarà intenso. Il rossetto ha

proprietà emolienti ed idratanti.