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1 Istituto Comprensivo “E. Fermi” Reggio Emilia ESTATE 2018 ATTIVITA' DI ITALIANO PER GLI ALUNNI IN INGRESSO ALLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO 'E. FERMI'

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Istituto Comprensivo “E. Fermi” Reggio Emilia

ESTATE 2018

ATTIVITA' DI ITALIANO PER GLI ALUNNI IN INGRESSO ALLA

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO 'E. FERMI'

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L’attività estiva più importante per restare in allenamento, rilassarsi e mettere in

circolazione nuovi pensieri che fanno crescere è senza dubbio leggere.

Ti suggeriamo alcuni titoli tra i quali scegliere in base ai tuoi interessi. Non sono da

acquistare, puoi trovarli in biblioteca. Se non sei un lettore appassionato, non

preoccuparti: basta leggere con ritmo anche solo tre pagine al giorno, per godere di

una storia senza affaticarti.

LETTURE CONSIGLIATE

Dahl R., Matilde

Matilde è una bambina di 5 anni molto intelligente: ha imparato a leggere da sola, sa eseguire a

mente complicati. Il padre Enrico è un disonesto venditore di automobili usate, e la madre è una

donna fissata con la bellezza e con il bingo. Matilde si vendica dei genitori, che la trascurano

definendola stupida e bugiarda. Matilde viene mandata in una scuola elementare e scopre di avere

poteri…...

Nanetti A., Mio nonno era un ciliegio

E’ un libro estremamente poetico e delicato che sa catturare con la sua atmosfera l’attenzione e le

emozioni dei bambini. Tonino è affezionatissimo ai nonni e alla campagna che abitano: ama i

giochi all’aperto, la libertà che gli è concessa, il rispetto con cui sempre lo trattano.

Un albero in particolare è al centro delle sue avventure:

un ciliegio che Tonino impara a scalare con gli insegnamenti del nonno, compagno di giochi e

maestro nel rivelargli il significato delle parole del vento….

Piumini R., Il circo di Zeus. Storie di mitologia greca

Fin dal principio le otto storie del "Circo di Zeus" uniscono alle grandi immagini della mitologia un

ritmo e una forza di parola decisamente particolari. E non tutto, nello svolgersi del racconto, è

materia antica: tradizione e invenzione si mescolano e si colorano a vicenda, nell'eterna abitudine

della favola.

Rodari G., Fiabe e fantafiabe

Le "Fiabe e Fantafiabe" qui presentate danno misura della capacità di Rodari di intrecciare il piacere del

racconto e il gusto dell'ironia con l'impegno a valorizzare l'importanza della solidarietà, dell'amicizia e della

riflessione critica sul mondo che ci circonda. Prodigiosi mondi fiabeschi che richiamano la tradizione, ladri

di oggi astuti ma pasticcioni, viaggi nel futuro che hanno il sapore della scoperta imprevedibile uniscono con

straordinaria leggerezza realtà e fantasia, quotidiano buon senso e magia dell'imprevisto.

Spinelli J., Crash

Come si fa a tollerare un ragazzino che non reagisce alle provocazioni, non gioca con le armi, non

bada a come si veste e non ha mai mangiato un hamburger? Dal punto di vista di Crash, il

protagonista che narra la storia, neanche un alieno avrebbe potuto essere così assurdo. Così Crash,

che da grande vuole fare il giocatore professionista di football americano, si scontra anche con

Penn: prova a frequentarlo i primi anni di scuola primaria, si allontana da lui sempre più irritato e,

quando comincia la seconda media, decide di farne la vittima dei suoi scherzi da bullo, spalleggiato

dal suo nuovo amico ..

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Sonnenblick J., Una chitarra per due

Alex, 16 anni, nutre dentro di sé un profondo rancore per la separazione dei genitori. Una sera, dopo

essersi ubriacato, ruba la macchina della madre con l’intenzione di catapultarsi a casa del padre. Ma

non ha considerato le conseguenze di un tale comportamento inconsulto. Nei 30 giorni che lo

separano dal processo, l’unico conforto per superare l’ostile clima familiare e il sarcasmo dei

compagni di classe è la sua passione per la chitarra elettrica. Accanto a lui l’amica di sempre, Laurie

Flynn, che in ogni occasione interviene in sua difesa come un invincibile guerriero, abile karateka

armata di una inossidabile fiducia nei confronti dell’amico.

Ammaniti N., Io non ho paura

Michele Amitrano, nove anni, si trova di colpo a fare i conti con un segreto cosí grande e terribile

da non poterlo nemmeno raccontare e per affrontarlo dovrà trovare la forza proprio nelle sue

fantasie di bambino, mentre il lettore assiste a una doppia storia: quella vista con gli occhi di

Michele e quella, tragica, che coinvolge i grandi di Acqua Traverse, misera frazione dispersa tra i

campi di grano.

Pitzorno B., La casa sull’albero

Tutti i bambini sognano, prima o poi, di avere una casa segreta dove vivere lontano da regole e doveri, nella

più assoluta libertà. Ma non tutti, però, sono fortunati come Aglaia, che va ad abitare insieme a Bianca,

un'amica grande, capace di incredibili prodezze, in cima a un fantastico albero sul quale crescono frutti di

ogni genere. E non tutti riescono a mettere insieme una famiglia stravagante composta da cani volanti, gatti

che parlano, neonati che miagolano e piante carnivore. Un fuoco d'artificio di sorprese e di invenzioni.

Morgenstern S., Prima Media

Margot ha una bella gatta da pelare, anche se la mamma le dice "ti abituerai": dopo un girotondo di

fototessere da fare con urgenza, questionari da riempire con pignoleria, valanghe di acquisti dal cartolaio e

incertezze in tema d'abbigliamento, sta per affrontare il grande debutto in prima media. E sapete cosa

significa avere di fronte un prof a cui dover dare del lei? E materie sconosciute? E compagni imprevedibili?

Ma è in gamba Margot: è destinata a contagiare tutti con i suoi divertenti "alfabeti" passati sottobanco, e a

diventare la grande timoniera della classe.

Cercenà V., Agatha Christie e il fazzoletto cifrato

Agatha ha dieci anni, lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri. E' una bambina timida e solitaria che adora

leggere le avventure di Sherlock Holmes e sogna di diventare un'investigatrice. La vita scorre per lei serena

nella grande villa dove abita in compagnia dei suoi genitori, dei suoi fratelli, di un'istitutrice svizzera,

piuttosto severa, di un pony e di un cane.

Finché un giorno un evento tragico e inaspettato verrà a turbare la sua tranquillità.

E sarà proprio grazie a lei, al suo intuito fine e alla sua determinazione a non accontentarsi delle sole

apparenze, se il mistero verrà risolto.

Un giallo avvincente, ricco di con colpi di scena che ha per protagonista una investigatrice di eccezione:

Agatha Christie, versione bambina.

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Leggi i brani che seguono e svolgi le attività proposte.

LE MEMORIE DI ADALBERTO

Io sono nato settimino e così piccolo che entravo due volte in una manica. Per giunta ero senza

capelli, avevo la pelle color carota ed ero il primo maschio di una famiglia di donne.

Quando mi hanno visto, la mamma, la nonna e le zie hanno detto: “E’ tutto il nonno Alberto, più in

brutto”.

Il nonno Alberto è il fondatore della fabbrica di materassi che, come dice papà, “ci fa dormire tra

due guanciali”, insomma, che ci fa vivere bene.

La madre del nonno si chiamava Ada e, secondo lui, se fosse stata al mondo quando sono nato mi

avrebbe trovato bellissimo. E sarebbe stata l’unica.

Per farla breve, in onore del nonno Alberto, mio sosia, e della bisnonna Ada, unica mia ammiratrice,

sono stato chiamato Adalberto. Io ero allora troppo piccolo per protestare, ma mi hanno raccontato

che, quando mi hanno battezzato, ho strillato per tutta la cerimonia.

Voi capite che mettere nome Adalberto a uno che entra due volte in una manica ed è giallo come

una carota, è una grossa responsabilità: e se resta davvero di questo calibro, come farà a portare un

nome così impegnativo? Io credo che per questo hanno incominciato a misurarmi e a pesarmi tutti i

momenti e a festeggiare ogni centimetro e ogni etto in più.

Da parte mia ce l’ho messa tutta per non deludere le aspettative della famiglia e, con l’aiuto delle

vitamine e la mia buona volontà sono arrivato ad essere pressappoco come mi descrivo in questo

tema.

La mia statura è quasi normale e non sono molto robusto ma il nonno dice che è meglio essere

intelligenti piuttosto che stupidi e forti. Ho gli occhi celesti e divento spesso rosso, specialmente

quando mi arrabbio. In bocca ho ancora tutti i denti da latte e la mamma me li controlla tutte le

volte che telefona alla sua amica Giusi che ha una figlia grassa e sdentata che si chiama Luisella.

Questa Luisella mi era antipaticissima, non tanto per via del grasso, ma per quella finestra che

aveva in bocca e che la faceva sputare sempre quando parlava. Io avevo una paura terribile,

perdendo i denti, di assomigliare a lei, ma nello stesso tempo non riuscivo più ad accettarli da

quando la mamma mi aveva fatto capire che non vedeva l’ora che se ne andassero.

“Finalmente è caduto!”.

Ma che cosa ci trovano di bello i grandi in una bocca sdentata? Comunque il primo dente è finito in

una scatola con l’ovatta e l’hanno mostrato a tutti come se fosse un miracolo.

Io controllavo tutti i giorni il mio buco vuoto e pensavo con orrore a Luisella, quando rideva e

sputava.

Ora, al posto dei miei due ex denti, piccoli e proporzionati, mi ritrovo degli incisivi che mi fanno

sembrare un castoro!

E la mamma con quell’antipatica di Giusi, a dirle quanto sono cresciuti bene!

Mi consolo pensando che Luisella ha dovuto mettere un apparecchio che sembra una museruola a

rovescio. Così la smetteranno di fare quei dannati confronti!

Avere undici anni non è cosa semplice. A undici anni ti crescono i primi peli, per esempio, oppure ti

vengono i denti a castoro e ti si allungano i piedi.

A undici anni, poi, si deve cambiare scuola e questo è un problema che si aggiunge a tutti gli altri.

Prendete me: io sono un tipo tranquillo ma quando mi arrabbio mi diventano rosse le orecchie e il

cervello mi fa il balbuziente, specialmente se la famiglia attacca col ritornello:

“Ma Adalberto”

“Sii ragionevole”

“Non fare il bambino, su!”

“Ma sei ancora un bambino”.

E io non capisco più cosa diavolo sono ma capisco benissimo cosa vogliono da me, con tutti i “ma”

e i “su”. Angela Nanetti, Le memorie di Adalberto, Giunti Junior 2011

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LEGGO PER CAPIRE 1. Indica con una X se la frase è vera o falsa. Se è falsa scrivi tu quella vera.

a. Adalberto è nato prematuro, non dopo nove mesi ma dopo sette. (V) (F)

____________________________________________________________

b. Appena nato tutti i familiari lo hanno definito un neonato bellissimo.

____________________________________________________________

c. Il nonno Alberto era proprietario di una fabbrica. (V) (F)

____________________________________________________________

d. Al bambino viene dato il nome di Adalberto in onore della nonna. (V) (F)

____________________________________________________________

e. Adalberto è cresciuto con il complesso dell’altezza e della gracilità fisica. (V) (F)

____________________________________________________________

f. La frase “Meglio essere intelligenti piuttosto che stupidi ma forti”

è pronunciata dalla mamma di Adalberto. (V) (F)

____________________________________________________________

g. La migliore amica di Adalberto è Luisella. (V) (F)

____________________________________________________________

h. La cosa che preoccupa maggiormente il ragazzo sono i denti sporgenti. (V) (F)

____________________________________________________________

i. Adalberto, di solito, è tranquillo e paziente. (V) (F)

____________________________________________________________

j. Ritiene che gli adulti abbiano, a volte, degli atteggiamenti contraddittori. (V) (F)

____________________________________________________________

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CONOSCO IL TESTO

2. Analizza il testo e rispondi.

Dalla lettura del testo che idea ti sei fatto del carattere di Adalberto? Tra quelli proposti sotto,

scegli gli aggettivi opportuni sottolineandoli.

- SPENSIERATO - MALEDUCATO

- COMPRENSIVO - ODIOSO

- ANTIPATICO - SIMPATICO

- REALISTA - TRISTE

3. Rileggi il testo ed esegui.

A. Sottolinea nel testo gli elementi descrittivi relativi ad Adalberto.

B. Sottolinea nel testo gli elementi descrittivi relativi a Luisella.

C. Rintraccia nel testo e sottolinea tutte le parole che fanno riferimento alla famiglia.

D. Immagina che Luisella sia diversa da come è nel testo e descrivila sul quaderno in modo nuovo.

CARO AMICO TI DESCRIVO

Per descrivere una persona

Segui un ordine preciso: inizia presentandola in modo generico, passa poi alle caratteristiche fisiche

e infine a quelle caratteriali e comportamentali. Se la descrizione è soggettiva, aggiungi alcuni tuoi

giudizi personali, emozioni, stati d’animo.

4. Incolla sul quaderno una foto o disegna una persona a cui sei particolarmente legato o che hai

conosciuto in queste vacanze.

Procedi quindi nella descrizione seguendo lo schema dato.

a. Presenta la persona, spiega chi è, che tipo di rapporto ti lega a lei, che cosa fa, come vive…

b. Descrivi il suo aspetto fisico (statura, corporatura, caratteristiche del volto, voce,

abbigliamento…)

c. Metti in evidenza qualcosa del suo carattere (qualità, difetti…), comportamento abitudini,

interessi…

d. Concludi con le tue considerazioni e impressioni personali…

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UNO STRANO INCONTRO

Quella notte Eragon si svegliò di soprassalto. Drizzò le orecchie. Silenzio. In preda all’inquietudine,

infilò la mano sotto il materasso e afferrò il coltello. Aspettò qualche minuto, poi sprofondò di

nuovo nel sonno.

Uno squittio acuto lacerò il silenzio. Un attimo dopo era già in piedi, con il coltello sguainato.

Cercò a tentoni la scatola con l’acciarino e accese una candela. La porta della stanza era chiusa. Lo

squittio era troppo forte per appartenere a un topo o a un ratto, ma controllò lo stesso sotto il letto.

Niente. Si sedette sul bordo del materasso e si strofinò gli occhi. Un altro squittio lo fece

sobbalzare.

Da dove veniva quel rumore? Non poteva esserci niente nelle pareti o nel pavimento: erano fatti di

legno massiccio. Lo stesso valeva per il letto, e comunque se ne sarebbe accorto, se qualcosa si

fosse intrufolato nel materasso di paglia durante la notte. Il suo sguardo si posò sulla pietra. La

prese dalla mensola e cominciò ad accarezzarla distrattamente, mentre esaminava la stanza. Un altro

squittio gli trillò nelle orecchie e gli riverberò nelle dita: veniva dalla pietra.

Quella cosa non gli aveva procurato che rabbia e delusione, e adesso non lo faceva nemmeno

dormire! La pietra ignorò il suo sguardo furente e continuò a emettere qualche raro pigolio. Poi

diede un ultimo sonoro squittio e tacque. Eragon la rimise al suo posto e tornò sotto le coperte.

Qualunque fosse il segreto della pietra, avrebbe dovuto aspettare la mattina dopo.

La luna filtrava dalla finestra quando Eragon si svegliò ancora. La pietra dondolava furiosamente

sulla mensola, cozzando contro la parete. I freddi raggi lunari le davano un colore traslucido.

Eragon balzò fuori dal letto con il coltello in pugno. Il movimento cessò, ma il ragazzo rimase in

guardia. Poi la pietra ricominciò a squittire e vibrare più forte di prima.

Eragon lanciò un’imprecazione e si vestì in fretta e furia. Non gli importava quanto valesse quella

pietra: l’avrebbe portata lontano e seppellita. Le oscillazioni cessarono di nuovo; la pietra si

acquietò. Poi ebbe un fremito, s’inclinò in avanti e cadde sul pavimento con un tonfo. Eragon fece

un passo verso la porte, mentre la pietra rotolava verso di lui.

A un tratto, sulla superficie comparve una crepa. Poi un’altra, e un’altra ancora. Affascinato, Eragon

si chinò per osservarla, il coltello sempre stretto in pugno. In cima, dove si incontrava la ragnatela

di fessure, un piccolo frammento sussultò, come se fosse in equilibrio, si sollevò e infine cadde sul

pavimento. Dopo un’altra serie di squittii, dal foro sbucò una piccola testa nera, seguita da un

bizzarro corpo contorto. Eragon strinse il coltello ancora più forte. In pochi istanti la creatura

sgusciò del tutto fuori dalla pietra. Restò immobile per un attimo, poi guizzò verso la luce della

luna.

Eragon si ritrasse, sbigottito. Davanti a lui, intento a leccar via la membrana che lo ricopriva, c’era

un drago. Il drago era lungo appena quanto il suo avambraccio, eppure aveva un’aria nobile e

dignitosa. Le sue squame erano blu zaffiro, lo stesso colore della pietra. Anzi, ormai era chiaro: non

era una pietra, ma un uovo. Il drago dispiegò le ali; ecco perché al principio il suo corpo gli era

sembrato deforme. Le ali erano parecchie volte più lunghe del corpo, listate di sottili nervature

d’osso che si estendevano dal bordo davanti, formando una serie di artigli distanziati. La testa del

drago era triangolare; dalla mascella superiore spuntavano due piccole zanne affilate. Anche le

unghie erano bianche come lucido avorio e ricurve. Lungo la spina dorsale della creatura, dalla base

della testa fino alla coda, correva una cresta di punte acuminate. Dove le spalle si univano al collo,

le punte erano più distanziate che altrove: lì lasciavano uno spazio vuoto.

Eragon si mosse appena, e il drago girò la testa di scatto e lo fissò con i suoi profondi occhi azzurro

ghiaccio. Il ragazzo rimase immobile. Se la creatura avesse deciso di attaccare, sarebbe stata

un’avversaria formidabile.

Il drago perse subito interesse per Eragon e cominciò a esplorare la stanza. Si muoveva con

difficoltà e squittiva quando urtava contro un mobile o una parete. Con un frullio d’ali, balzò sul

letto e strisciò verso il cuscino, pigolando. La sua bocca spalancata aveva un che di commovente,

come il becco di un pulcino, ma era irta di denti aguzzi.

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Eragon si sedette ai piedi del letto. Il drago gli annusò la mano e gli addentò piano la manica.

Eragon ritrasse il braccio.

Nell’osservare la piccola creatura, gli sfuggì un sorriso di tenerezza. Tese lentamente la mano destra

e toccò il fianco del drago. Un lampo di gelida energia gli trafisse la mano e gli percorse il braccio,

bruciandogli le vene come fuoco liquido. Cadde all’indietro, lanciando un urlo. Un clangore

metallico gli risuonò nelle orecchie, e sentì un muto grido di rabbia. Ogni parte del suo corpo

bruciava di dolore.

Provò a muoversi, ma non ci riuscì. Dopo quelle che gli parvero ore, il calore gli tornò

formicolando nelle membra. Scosso da un tremito incontrollabile, si rimise a sedere. Aveva la mano

intorpidita, le dita paralizzate. Preoccupato, si guardò il palmo della mano: al centro si stava

formando un lucido ovale bianco. La pelle gli prudeva e bruciava come se fosse stato morso da un

ragno. Il cuore gli batteva all’impazzata.

Eragon sbatté le palpebre, cercando di capire che cosa fosse successo. Qualcosa gli sfiorò la

coscienza, come un dito carezzevole sulla pelle. Poi lo sentì di nuovo, questa volta più deciso, come

un tentacolo di pensiero attraverso il quale avvertiva una crescente curiosità. Era come se un muro

invisibile intorno ai suoi pensieri fosse crollato, lasciandolo libero di espandersi con la mente. Provò

la spaventosa sensazione che senza qualcosa a trattenerlo sarebbe fluttuato fuori dal corpo senza poi

essere in grado di rientrarvi, diventando uno spirito dell’etere. Impaurito, si sottrasse al contatto. Il

nuovo senso svanì come se avesse chiuso gli occhi. Guardò corrucciato il drago immobile. Christopher Paolini, Eragon. L’eredità, Libro primo, Fabbri, 2004

LEGGO PER CAPIRE 1. Riordina le sequenze narrative del brano secondo l’ordine cronologico. L’esercizio è avviato.

A. Il ragazzo toccò il fianco del drago.

B. Il rumore che proveniva dalla pietra sopra la mensola si fece più forte.

C. Eragon si svegliò di soprassalto-

D. Si mosse per la stanza e poi con un frullio d’ali raggiunse il letto.

E. Sentì un dolore acuto e un bruciore sul palmo della mano.

F. La pietra dopo essere caduta sul pavimento andò in frantumi.

G. A svegliarlo era stato uno squittio acuto.

H. Infine guardò arrabbiato il drago.

I. Si alzò e impugnato il coltello perlustrò la stanza.

J. Ne uscì un drago che lo fissò.

( c ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( )

2. La descrizione del drago è caratterizzata da una grande varietà di aggettivi. Ricercali nel brano

appena letto e completa il testo a fianco.

Il drago dall’aria __________________ e ___________________, era ___________________

quanto l’avambraccio del ragazzo. Aveva la testa di forma ____________________ e due occhi

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___________________________ . Era ricoperto da squame ____________________________ . Le

ali, più _____________________ del corpo, erano _____________________ di nervature

________________________ . dalla mascella spuntavano zanne _________________________

mentre le unghie erano ______________________ . Lungo la spina dorsale la cresta presentava

punte _____________________ .

CONOSCO IL TESTO

3. Completa le frasi. Indica con una X la scelta corretta.

a. La vicenda narrata è:

( ) reale ( ) verosimile ( ) fantastica

b. I personaggi sono:

( ) tutti reali ( ) tutti fantastici ( ) alcuni reali, alcuni fantastici

c. Il tempo e il luogo sono:

( ) imprecisi e vaghi ( ) descritti in modo dettagliato.

d. La vicenda narrata:

( ) in prima persona ( ) in terza persona

e. Nel testo prevale:

( ) il dialogo ( ) la descrizione ( ) la riflessione

f. L’autore per attirare l’attenzione utilizza:

( ) una situazione angosciosa

( ) la personificazione di un oggetto

( ) la suspense

( ) il colpo di scena

( ) l’indagine psicologica

( ) la trasformazione di un personaggio

( ) il flashback

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VOLA…. CON LA FANTASIA!

Il racconto fantasy presenta:

- Elementi magici, irreali e misteriosi

- Personaggi come esseri umani e creature fantastiche

- Luoghi immaginari, tempo indefinito

- Come tema di fondo: la lotta tra il bene e il male.

4. Immagina che il testo che segue sia l’inizio di un racconto di fantasia che devi sviluppare. Che

cosa rompe il silenzio? Che cosa succede? Il testo è tratto da un celebre romanzo, ma non

pensare a quella storia e ai suoi protagonisti, affidati invece alla tua fantasia per scrivere

qualcosa di originale.

Il terreno era coperto da neve friabile e asciutta. Tra i grandi alberi imbacuccati di bianco, il cielo

appariva di un bel celeste chiaro, come si vede nelle limpide mattine d’inverno. Proprio davanti a

Edmund, ma lontano, sorgeva il sole tutto rosso e brillante. Ogni cosa era immobile e immersa nel

più profondo silenzio, come se il ragazzo fosse l’unica creatura vivente. Non c’era neppure uno

scoiattolo, neppure un pettirosso tra i rami degli alberi e il bosco si estendeva in tutte le direzioni a

perdita d’occhio.

Clive Staples Lewis, Le cronache di Narnia. Il Leone, la strega e l’armadio, Mondadori, 2005

Ad un tratto…….(continua sul quaderno)

UNO STRANO RAGAZZO

Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però

non capiva in che senso. Non si sentiva per niente difficile. Non scaraventava le bottiglie del latte

contro il muro del giardino, non si rovesciava in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue, e

neppure se la prendeva con le caviglie di sua nonna quando giocava con la spada, anche se ogni

tanto aveva pensato di farlo. Mangiava di tutto tranne, s’intende, il pesce, le uova, il formaggio e

tutte le verdure eccetto le patate. Non era più rumoroso, più sporco o più stupido di altri bambini.

Aveva un nome facile da dire e da scrivere e una faccia pallida e lentigginosa, facile da ricordare.

Andava tutti i giorni a scuola come gli altri e senza fare poi tante storie. Tormentava sua sorella non

più di quanto lei tormentasse lui. Gli pareva, tutto sommato, di essere un tipo piuttosto facile.

Che cosa c’era di così complicato?

Fu solo quando era ormai già grande da un pezzo che Peter finalmente capì. La gente lo considerava

difficile perché se ne stava sempre zitto. E a quanto pare questo dava fastidio.

L’altro problema era che gli piaceva starsene da solo. Non sempre naturalmente. Nemmeno tutti i

giorni. Ma per lo più gli piaceva prendersi un’ora per stare tranquillo in qualche posto, che so, nella

sua stanza, oppure al parco. Gli piaceva stare da solo, e pensare ai suoi pensieri.

Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci

anni. Ed è impossibile sapere di una persona che cosa pensa, se quella persona non lo dice. La gente

vedeva Peter sdraiato per terra un bel pomeriggio d’estate, a masticare un filo d’erba o a

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contemplare il cielo. “Peter! Peter! A che cosa pensi?” gli domandavano. E Peter si rizzava a sedere

di soprassalto dicendo: “A niente. Davvero!”. I grandi sapevano che nella sua testa qualcosa doveva

pur esserci, ma non riuscivano né a vedere né a sentire che cosa stesse facendo. Magari stava

pensando di dare fuoco alla scuola, o di dare sua sorella in pasto ad un alligatore, o di scappare di

casa a bordo di una mongolfiera, ma loro non vedevano altro che un ragazzino tutto preso a

contemplare il cielo senza battere ciglio, un ragazzino che, se qualcuno lo chiamava, neppure

rispondeva. Quanto a stare per conto suo, be’, neanche quello ai grandi andava giù. A malapena

sopportano che lo faccia uno di loro. Se ti unisci alla compagnia, la gente sa che cosa ti passa per la

mente perché è la stessa cosa che sta passando per la mente degli altri. Se non vuoi fare il

guastafeste, devi unirti alla compagnia. Ma Peter non la pensava così. Non aveva niente in contrario

a stare con gli altri quando era il caso. Ma la gente esagera. Anzi, secondo lui, se si fosse sprecato

un po’ meno tempo a stare insieme e a convincere gli altri a fare lo stesso, e se ne fosse dedicato un

po’ di più a stare da soli e a pensare a chi siamo e chi potremmo essere, allora il mondo sarebbe un

posto migliore, magari anche senza le guerre. Ian McEwan, L’inventore di sogni, Einaudi Ragazzi, Torino, 2002

COMPETENZA TESTUALE 1. Segna con una X le risposte esatte.

A. Quali delle seguenti affermazioni relative a Peter sono vere?

a. È un ragazzo ribelle.

b. Ha una faccia pallida e lentigginosa.

c. Ha un pessimo rapporto con la sorella.

d. Gioca spesso con la nonna.

e. La sua alimentazione è molto varia.

B. Perché la gente lo considera un ragazzo difficile?

a. Perché è un tipo aggressivo.

b. Perché vuole avere sempre ragione lui.

c. Perché se ne sta zitto.

d. Perché dice cose che non hanno senso.

C. Peter è figlio unico?

a. Sì.

b. No, ha una sorella.

c. No, ha un fratello.

d. No, ha una sorella e un fratello.

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D. Che cosa dell’atteggiamento del ragazzo irrita e preoccupa gli adulti?

a. Risponde maleducatamente.

b. Offende compagni e amici.

c. Si chiude sempre in una stanza da solo.

d. Ama stare zitto e per conto suo.

E. Con quali aggettivi definiresti il suo carattere?

a. Burlone. d. Taciturno.

b. Irrequieto. e. Riflessivo.

c. Determinato. F. Introverso.

F. Perché per il protagonista stare da soli è importante?

a. Per pensare a chi siamo e a chi potremmo essere.

b. Perché non litiga con gli altri.

c. Perché riflette sul mondo.

d. Perché gli altri lo annoiano.

2. Rispondi alle domande.

A. Com’è narrata la vicenda?

( ) in prima persona ( ) in terza persona

B. Nel testo che hai letto che tipo di sequenze narrative prevalgono?

( ) descrittive ( ) riflessive

C. A che genere di racconto può appartenere il brano?

( ) racconto giallo ( ) racconto espressivo

( ) racconto fantasy ( ) racconto storico

D. Rileggi le frasi da “Quanto a stare…” fino a “… devi unirti alla compagnia”. Quale messaggio

vuole darci l’autore? Che cosa è molto importante fare? Spiegalo sul quaderno.

E. Ti è mai capitato, come a Peter, di sdraiarti per terra in un bel pomeriggio d’estate? Eri solo?

Che cosa hai pensato? Che cosa hai provato? Racconta sul quaderno.

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13

CAMBIARE SCUOLA!

Era il giorno della consegna dei diplomi. Io e Frita eravamo sdraiati sotto il tavolino del picnic

accanto alla scuola: ci nascondevamo sempre lì durante l'intervallo. Quello non era un giorno di

scuola, però.

Dal cortile, dietro l'angolo, arrivava un gran fracasso.

La Scuola Elementare di Hallowell è abbastanza piccola, ma il cortile era gremito: un palcoscenico,

diverse file di seggiole pieghevoli, le gradinate che utilizzavamo per gli eventi speciali e un sacco di

gente, che continuava ad aumentare.

Ma per me e Frita tutto questo era soltanto un brusìo in lontananza. Avevamo deciso di fare l'elenco

delle cose che rendevano quel giorno così importante.

«Primo,» disse Frita «questo è un momento di portentosa solennità. »

A Frita piace usare i paroloni. «Proprio così. Por-ten-to-sa.»

«Abbiamo ottenuto il diploma di quinta, Gabriel» proseguì Frita. «Non è un traguardo da poco.»

«Altro che,» riconobbi «niente scuola fino alla fine dell'estate.»

Frita passò l'indice sul fondo del tavolino, tracciando le parole Niente scuola. Poi addentò

golosamente un biscotto con le gocce di cioccolato. Il suo mento si coprì di briciole, ma tanto non si

notava: la pelle di Frita era color cioccolato fondente. «Secondo,» farfugliò con la bocca piena

«oggi si sale dí grado. Addio mocciosi dell'Ala Est, d'ora in poi andremo a scuola nell'Ala Ovest,

insieme aí grandi.»

Frita finse di scrivere Ala Ovest sul fondo del tavolino, ma io lo cancellai con una riga immaginaria.

«Cosa fai?» mi chiese Frita, ricalcando le parole sopra la riga, poi mi rivolse il suo tipico sguardo da

fanciulla innocente. Lei sapeva che il trasferimento nell'Ala Ovest non era il sogno della mia vita.

«Ne sarai entusiasta,» continuò «fidati. Avremo un campo giochi tutto per noi, e non dovremo più

pranzare in mensa coi bambino dell'asilo. Senza contare l'ora di ginnastica all'aperto tutti i giorni...»

«Già» la interruppi. «Ginnastica all'aperto con quelli delle medie, pranzo con quelli delle medie e

intervallo con quelli delle medie.»

Quelli delle medie significava Duke Evans e Frankie Carmen. Per un intero anno scolastico, da

quando si erano spostati nell'Ala Ovest, mi avevano lasciato in pace. Ma un anno di tranquillità non

mi bastava.

«Gli insegnanti dell'Ala Ovest sono più cattivi» aggiunsi, deciso a fare il bastian contrario. «Lo

dicono tutti. Senza contare che sarò lo scolaro più basso.»

«Non permetterò che ti infastidiscano» promise solennemente Frita. «E poi, la scuola comincia

dopo l'estate. Magari cresci, durante le vacanze.»

La possibilità che io mi alzassi di qualche centimetro durante le vacanze era pari a quella di una

nevicata in Georgia in pieno giugno.

«Magari» replicai.

Frita sorrise.

«Sarà grandioso, vedrai.»

Poi si mise seduta. «Ehi, ho trovato i numeri tre e quattro per il nostro elenco: il diploma e la foto di classe.»

«Mi piacerebbe sedermi vicino a te, durante la cerimonia» dissi. «Quando ti consegneranno il

diploma lancerò un fischio assordante e applaudirò abbastanza per dieci persone, poi mi

alzerò in piedi e agiterò le braccia, così mi vedrai dal palco.» «Promesso?» «Promesso.» Frita allungò il mignolo e lo agganciò al mio. Non aprimmo bocca, ma sono sicuro che Frita

stava pensando quello che pensavo io. Che meraviglia, qui sotto. Ero pronto a restarci per il

resto dei miei giorni, ma proprio in quel momento sentii la voce della signorina Murray, la

nostra maestra, che faceva l'appello.

Tyler Zach, Andrew Womack, Frita Wilson...

Frita mi passò l'ultimo biscotto, quello con più gocce di cioccolato.

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«Ci vediamo dopo» disse, uscendo da sotto il tavolino.

«Ok» replicai, lanciando uno dei miei fischi supersonici, giusto perché si facesse un'idea.

Frita si voltò e sorrise, quindi partì a razzo in una nuvola di polvere.

K. L. Going, I ragni mi fanno paura, trad. di M. Piumini, Piemme

ATTIVITA'

Come i protagonisti del racconto che hai letto, fai anche tu un elenco delle 10 cose che hanno reso

indimenticabili i tuoi giorni alla scuola elementare.

1. 6.

2. 7.

3. 8.

4. 9.

5. 10.

Alla scuola primaria, come erano i tuoi rapporti con i compagni e gli insegnanti? Quali erano le

tue caratteristiche di alunno? Quali difficoltà hai incontrato?

Quali successi hai conseguito? Quali abilità, competenze linguistiche hai acquisito? Prova a

ripensarci compilando il seguente questionario.

IO E I MIEI COMPAGNI

1. A scuola andavi d'accordo:

□ con tutti i compagni

□ con quasi tutti i compagni

□ con pochi compagni

□ con nessuno

2. Secondo te, le tue eventuali difficoltà di rapporto con i compagni a che

cosa erano dovute?

□ Al tuo carattere timido □ Perché ti sentivi superiore agli altri

□ Al tuo carattere aggressivo □ Perché non ti interessava stare con gli altri

□ Alla tua insicurezza □ Altro (specificare)______________________

Perché ti sentivi poco accettato _________________________________

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3. Avevi un compagno di classe che preferivi rispetto a tutti gli altri?

□ Sì □ NO

Se sì, quali caratteristiche di comportamento e di carattere ha il tuo compagno

preferito?_________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________

____________

IO E I MIEI INSEGNANTI

4. I tuoi rapporti con gli insegnanti sono stati:

□ sempre buoni

□ abbastanza buoni

□ con alcuni buoni, con altri conflittuali

□ conflittuali, difficili

Se hai definito conflittuali i tuoi rapporti con gli insegnanti, spiegane i motivi.

_________________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________

_______________________

5. Avevi un insegnante «speciale», che preferivi rispetto agli altri?

□ Sì □ NO

Se sì, quali caratteristiche di carattere e di comportamento ha il tuo insegnante preferito?

_____________________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________

TRE CAPPELLI PER CAMILLO

Il re Lamberto era un uomo saggio e romantico, e quando si innamorò della principessa Gabriella le

scrisse una stupenda lettera d'amore. Sospirando piegò il foglio e lo chiuse con il sigillo reale. Poi

chiamò il fedele scudiero Camillo per affidargli il prezioso messaggio da consegnare alla

principessa nel suo regno lontano.

«Ascolta, Camillo, ti attende un viaggio lungo e difficile: incontrerai ostacoli e pericoli di ogni

genere. Ma dovrai consegnare questo mes-saggio alla mia amata Gabriella a costo della tua stessa

vita. Ed ora va', corri!»

Camillo si mise in cammino con un muso lungo che toccava terra.

«Dice bene il caro re Lambertuccio: "a costo della tua vita"! tanto è la mia... e poi ostacoli,

pericoli... non mi è mai piaciuto viaggiare, ecco!»

Così mugugnava lo scudiero mentre già si era lasciato alle spalle il castello, i campi coltivati e le

prime macchie di alberi. Il bosco si infittiva e, man mano che camminava, incontrava alberi sempre

più grandi e minacciosi. Lo scudiero sempre più spesso si guardava alle spalle, timoroso.

D'improvviso si sentì cingere la vita da qualcosa di legnoso e si ritrovò imprigionato fra i rami bassi

di un'enorme quercia. «Aiuto! Lasciatemi! Soldati, guardie, a me! Chi è? Chi sei? Lasciami!»

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«Ti lascio se non scappi» disse una voce profonda.

«Basta che mi lasci!» gridò Camillo spaventato. L'albero allentò la presa e con frusciare di foglie

sospirò: «Sono un potente mago. Anni fa una strega cattiva, mentre ero distratto, mi trasformò per

dispetto in quercia, ed eccomi qua. Se però salirai fin sulla cima e coglierai la foglia più alta,

l'incantesimo si spezzerà».

Camillo era di cuore buono, e fece come gli aveva detto la quercia. Appena colta la foglia,

d'improvviso si ritrovò a terra e, di fronte a sé, imponente, c'era il mago, che gli disse: «Per

ricompensarti ti do questi tre cappelli. Attento, sono magici! Il primo è blu e chi lo indossa non si

trova più; il secondo è rosso e fa ridere a più non posso; il terzo è giallo e chi lo mette si sfinirà nel

ballo. Addio».

E scomparve.

"Tre cappelli" pensò Camillo "per quello che ho fatto mi sarei meritato qualcosa di più! Non so, una

cassa di monete d'oro o anche solo qualcosa da mangiare: ho una fame! Beh, non importa, ha detto

che sono magici, sarà..." E si rimise in cammino.

Non aveva ancora fatto dieci passi che sentì un rumore terrificante, una specie di brontolio sordo,

passi pesanti e rumore di grossi rami spezzati. Poi udì una voce di tuono che mugolava orrenda:

«Ho fame!, Ho fame!»

Era un gigante dall'aspetto disgustoso, che continuò: «Le mucche dei contadini? Mangiate! Le lepri

e i conigli dei boschi? Pappati! La frutta sugli alberi? Spolverata! Mi mangerei anche un uomo,

anche un omiciattolo, anche un vile scudiero piccolo piccolo».

Camillo diventò piuttosto bianchiccio dalla paura e si nascose dietro un masso, cercando di

muoversi e respirare il meno possibile.

«Sento odore di ciccia mangereccia: dove sei?» gridò il gigante avvicinandosi paurosamente al

nascondiglio di Camillo e fiutando rumorosamente.

Poi sollevò il masso e gridò esultante: «Si mangia!!!» Camillo scattò come una molla, e il gigante

dietro. Camillo corse e corse, e il gigante dietro. Quando ormai Camillo si sentiva perduto, a un

tratto si ricordò dei cappelli magici. Prese il primo, quello blu, e con un balzo saltò su uno spuntone

di roccia. Poi, prima che il gigante potesse afferrarlo, gli ficcò in testa il cappello e chiuse gli occhi.

Quando li riaprì, il gigante non c'era più, non si trovava più.

«Ma guarda cosa mi doveva capitare» esclamò lo scudiero, «non sono neanche a metà strada e sono

già dimagrito di dieci chili dallo spavento. Ma chi me lo ha fatto fare?» Così, borbottando e

mugugnando, giunse a un torrente. Per attraversarlo c'era un tronco d'albero caduto di traverso, ma

sull'altra riva c'era anche un soldato armato fino ai denti e dall'aspetto minaccioso. Camillo non

aveva altra scelta, salì sul tronco e attraversò lentamente il torrente. Quando giunse dall'altra parte...

«Altolà, fermo là o la mia spada ti infilzerà!» gridò l'armigero.

«Suvvia, soldatino, fammi passare» lo pregò Camillo.

«No!»

«E dai! Ho un messaggio importante.»

«No e poi no!»

«È questione di vita o di morte!» si spazientì Camillo.

«Sì, di morte. Ma della tua!» urlò il soldato. «Hai oltrepassato il confine!»

E così dicendo prese a rincorrere Camillo menando fendenti a destra e a manca, mentre il povero

Camillo piangeva e correva di qua e di là come un forsennato.

«Ah! Il cappello» si ricordò. «Dov'è... sì, quello rosso...»

Poi con un balzo a sorpresa saltò addosso al soldato, che cadde a terra. Quando si rialzò, aveva in

testa il cappello rosso e rideva a crepapelle. Ridendo inciampò, cadde nel torrente e la corrente lo

portò via.

«Basta, aiuto, mamma, aiuto!» Camillo era esausto. «Che vita, mamma che paura!»

Ma si era già alzato e, fedele, aveva ripreso a camminare pensando al re e alla bella Gabriella. Era

giunto nel punto più fitto della foresta quando sentì una voce molto sgradevole alle sue spalle:

«Giovanotto giovanottino, regalami un soldino!»

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Camillo si voltò: era una strega schifosa.

«Se un soldino non mi dai, ben presto te ne pentirai.»

«No, signorina strega, mi dispiace, non ho neanche mezzo soldo, solo un po' di formaggio.

Gradisce?»

«Ah! Villanzone, farai compagnia al tuo groviera e... con la mia bacchetta di sambuco ti

trasformerò in un bel buco!»

Poi si frugò nelle tasche, si guardò intorno e gridò imbestialita: «Dov'è la bacchetta? Dove me

l'hanno messa?»

Camillo approfittò del momento di confusione e senza pensarci due volte calcò bene in testa

alla strega il cappello, quello giallo.

La strega scattò sulle punte dei piedi e inarcando le braccia sopra la testa, cominciò a

danzare. Così, volteggiando leggiadra, scomparve fra gli alberi.

Fu così che Camillo giunse finalmente alla meta, consegnò il messaggio alla principessa e...

ricevette un sonoro schiaffone dalla bella Gabriella, che, appallottolando il messaggio, glielo

tirò dietro mentre lo faceva cacciare fuori dai servi. Seduto nella polvere della strada, Camillo

aprì il foglio e lesse:

ricordati di

pulire la stalla

governare i maiali

caricare il letame.

Oh no! Nella fretta di partire, aveva scambiato la lettera d'amore con la lista delle cose da

fare. Che guaio! Cosa avrebbe raccontato a re Lamberto? Camillo non si

scompose, si sdraiò sul prato e cominciò a pensarci su. E, così facendo, si addormentò.

COMPRENDERE

Capire il testo

1. Qual è l’argomento della fiaba?

A. L’inutilità dei cappelli magici

B. La sbadataggine di Camillo

C. L’ingratitudine del mago

D. La crudeltà della principessa Gabriella

2. Riordina il testo, numerando i diversi momenti della fiaba.

____ Camillo, facendo indossare il cappello giallo alla strega, riesce a liberarsene.

____ La principessa Gabriella caccia Camillo dal castello.

____ Il re Lamberto consegna a Camillo una lettera da portare alla principessa

Gabriella.

____ Camillo, facendo indossare il cappello rosso a un soldato, riesce a sfuggirgli.

____ Il mago ricompensa Camillo con tre cappell i magici.

____ Camillo, facendo indossare il cappello blu al gigante, riesce a salvarsi.

____ Camillo giunge da Gabriella e le consegna la lettera.

____ Camillo salva un mago dall'incantesimo.

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3. I tre cappelli che il mago regala a Camillo hanno poteri magici, quali?

Il cappello blu

……………………………………………………………………………………………..

Il cappello rosso

………………………………………………………………………………………..

Il cappello giallo

…………………………………………………………………………………………

4. Perché la principessa Gabriella si arrabbia con Camillo?

_____________________________________________________________

_______________________________________________________________

_______________________________________________________________

_______________________________________________________________

5. Che cosa fa da confine fra il regno del re Lamberto e quello della

principessa Gabriella?

A. un torrente

B. una collina

C. una foresta

D. una quercia

ORTOGRAFIA

1) Individua, sottolinea e correggi, trascrivendone la forma corretta, come nell'esempio, le

parole errate che puoi trovare nelle frasi che seguono.

ESEMPIO: Anna ed Amaglia sono giu in giardino.

Amalia giù

1) Tirati sù il bavero della giacchetta.

2) Oggi a casa cè stato un gran tranbusto.

3) Qualche volta mi sbaglo nell'addizzione.

4) Cuest'anno non ho fatto nessuna assensa.

5) Non occorre essere uno scenziato per coreggere questi errori.

6) Il medico ha detto che la nonna ha il quore un po debole

7) Quel'altalena è stata una trovata ingeniosa.

8) Non potevamo sciegliere meglio il nostro libro di narrattiva

9) Non è stato sufficente ripeterti la regola del radopiamento

10) Mi hanno consiliato di giocare a palavolo

Se sarai vigile, riscontrerai 18 errori.

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2) “Hai", "ha", "ho", "hanno" oppure "ai", "a", "o", "anno”? Scegli tu e

completa le seguenti frasi in modo corretto.

1) Questa primavera vado …… Roma.

2) Tu ….. già visto la città di Roma?

3) L' …….. detto anche loro che è meravigliosa.

4) La primavera di quest' …………. è stata particolarmente piovosa.

5) Ti …….. visto ieri …….. Rimini.

6) ………… detto il nonno che verrà presto …….. trovarci.

7) lo non …… avuto neanche il tempo di chiamarti, che eri già salito in

tram, ……. non eri tu?

3) Luca ha qualche problema con la grammatica. Vuoi aiutarlo?

Correggi la sua lettera prima che la legga il suo amico Alberto.

Caro Alberto

e un po che non ci scriviamo. Tutto bene? Vorrei proporti un bel programma

per le vacanze estive. Il Wwf organizza in varie zone del Italia dei campi per

ragazzi della nostra eta. lo ho pensato a te perche sei un buono amico e

perche fra di noi non ce mai stato nessuno litigio.

Pensi che qualcun'altro della compagnia possa essere interessato?

Sarebbe una gran idea ritrovarsi con tutti gli amici del estate scorsa.

Per invogliarti ti mando questa immagine che ho ritagliato da una rivista.

Ciao. a presto

Luca

P.S. Qual'è il nuovo indirizzo di Matteo? Vorrei invitare anche lui.

4) Controlla attentamente tutte le parole con digrammi sc, gn e gl proposte nelle frasi e

trascrivile corrette - quando sono errate -negli spazi sottostanti:

1. Emilio gioca con Fido che digrignia i denti minaccioso.

2. Agnese è sotto il glicine con Virgiglio: parlano di quel film di cartoni animati

che presentava gli gnomi nello scenario dell'Europa del Nord.

3. La castagna è il frutto che scielgo tra quelli autunnali.

4. Il tuo compagnio ha ormai raggiunto come pianista un livello meraviglioso.

5. Ti presento Giuglia, la mogie di Attilio.

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6. La lingua di quella canaglia è affilata come un artiglio!

7. Sognio o son desto: uno sciame di api in veranda!

8. Amelia, se la matematica è una scienza esatta devi scendere di un'altra

decina!

9. Quello scemo di mio fratello ha versato la cotognata sulla mia sciarpa!

10. Non ti rimorde la coscenza, quando fai certe sciempiaggini?

11. La bellezza del cignio è incantevole!

12. L'arrosto è bruciato: ogniuno pensi a se!

digramma sc:____________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________________

digramma gn: :____________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________

digramma gl: :____________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________

5) Dato che la pronuncia di cu e di qu è molto simile, come scrivi le parole seguenti?

Nell’incertezza consulta il vocabolario.

(A)

1) _ _ aderno

2) _ _ ore

3) _ _ oziente

4) _ _ oio

5) _ _ esito

6) a _ _ ire

7) cir _ _ ire

8) s _ _ otere

9) a _ _ leo

10) profi _ _o

11) s _ _ cire

12) s _ _ arcio

13) cospi _ _ o

14) _ _ iete

B)

1) _ _ ando

2) _ _ oco

3) _ _ ota

4) e _ _ ino

5) _ _ adro

6) s _ _ adrare

7) _ _ indi

8) _ _ aglia

9) _ _ anto

10) s _ _ oiare

11) a _ _ stica

12) _ _ ale

13) e _ _ stre

14) _ _ estione

C)

1) a _ _ ila

2) s _ _ alo

3) in _ _ ieto

4) inno _ _ o

5) a _ _ _ irente

6) ac _ _ dire

7) e _ _ inozio

8) ini _ _ o

9) a _ _ _ isire

10) va _ _o

11) a _ _ _ ietarsi

12) in _ _ isire

13) a _ _ _ attarsi

14) tac _ _ ino

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6) Si scrive con la S o con la Z? Sottolinea la forma corretta.

1) scorsa – scorza

2) farza – farsa

3) verso – verzo

4) senso – senzo

5) borsa – borza

6) senza –sensa

7) abbastansa – abbastanza

8) esensione – esenzione

E. zuppa – suppa

7) Qual è la scrittura esatta delle parole che seguono?

1) alu n/nn o

2) sensa z/zz ione

3) da p/pp ertu t/tt o

4) intra v/vv e d/dd ere

5) contra p/pp osto

6) ama b/bb ile

7) co l/ll e g/gg io

8) le g/gg enda

9) vi z/zz io

10) indu g/gg io

11) sopra t/tt u t/tt o

12) ghia c/cc io

13) so p/pp orta z/zz ione

14) improba b/bb ile

15) a d/dd i z/zz ione

16) so q/qq uadro

17) ru g/gg ine

18) e c/cc e z/zz ione

19) ori z/zz onte

20) fra m/mm isto

21) ado z/zz ione

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8) Segna l'apostrofo dove è necessario:

1. Vuoi dire che passeremo un altra estate in città?

2. Amo passeggiare d inverno nei giardini semideserti.

3. Oggi è sant Anna: ti sei ricordata di fare gli auguri di buon onomastico a

quell antipatica di tua cugina?

4. Ci è costato un occhio e non vale un acca!

5. Non m importa affatto di quello che farai. lo non ti dirò nient altro.

6. Non mi sembra sia un argomento molto convincente: cercane un altro

migliore se desideri l approvazione di tuo padre!

7. È un eccezione che conferma la regola.

8. Per realizzare l esperimento occorrono un recipiente, un imbuto, un asta

graduata e un bel po di pazienza.

9. Devo considerarlo un ordine o un invito?

10. Ti consiglio l acquisto di questo motorino: è un occasione davvero unica!

11. Mi hanno riferito un episodio piuttosto sconcertante.

12. Ti prometto che verremo senz altro.

13. Sperate che vi giustifichi per quell assenza dell altro giorno?

14. Ieri sera Giovanni si è nascosto nell androne per saltar fuori ali improvviso

e farmi prendere un accidente. Per fortuna l ho visto prima io e l accidente l ha preso lui.

MORFOLOGIA:

IL VERBO

Ci sono parole che finiscono in -are, -ere, -ire ma non sono verbi. Prova a cercarle e

cerchiale.

1. andare - saltare - singolare - cercare - pagare

2. spendere - convincere - salumiere – sapere- ridere

3.finire - blandire - costruire - lire – bollire

Scrivi accanto a ogni verbo il suo contrario.

1. arrivare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2. incominciare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3. continuare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4. risparmiare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

5. salire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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6. vivere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

7. ricordare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

8. pulire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

9. aprire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

10. entrare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Sottolinea tutte le forme verbali presenti in questo brano.

Siamo andati a raccogliere le mele. Ogni anno torniamo dalla stessa contadina, che ce le vende per

poco purché le raccogliamo.

C’era un po’ di sole, ma l’aria era fredda, già autunnale. Ci siamo arrampicati su per il pendìo,

abbiamo scosso i meli. Le mele gialle e le mele rosse cadevano, rotolavano, si nascondevano

nell’erba, coprivano il prato. Si sentiva profumo di frutta matura, di foglie umide e arrivava a folate

dalla casa il fumo della stufa accesa. Eravamo allegri.

Marta ci ha accolti in casa. È vecchia, parla solo dialetto; ogni volta ci offre un bicchiere di vino

rosso e le prime castagne. Ci racconta del passato, di quando suo marito era ancora vivo e la collina

lì intorno era tutta accuratamente coltivata a vigna. Ora Marta è sola, le viti non ci sono più e al loro

posto crescono i meli.

Per ciascun verbo indica modo, tempo, persona e numero (scrivi tutto per esteso come

nell’esempio).

Modo Tempo Persona Numero

1. ho finito indicativo passato prossimo prima singolare

2. avesse finito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3. finirete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4. avevamo finito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

5. finirono . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

6. che io abbia finito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

7. che tu funisca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

8. finito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

9. finirebbe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

10. avendo finito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Volgi al plurale i verbi e le persone delle seguenti frasi.

1.Tu hai letto molto bene. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

2.Non mangiare in fretta. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

3. Egli studia volentieri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4. Io ho bevuto la Coca-Cola. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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5. Lei cammina velocemente. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

6.Tu sei contento. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

7. Io ascolto volentieri musica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

8. Lui è partito ieri sera. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Evidenzia tutti i verbi contenuti nelle frasi seguenti e indica a fianco il tempo

espresso da ciascuno (presente, passato, futuro).

1. Domani io e Luca andremo allo stadio.

2. La scorsa estate abbiamo visitato la Toscana.

3. Ho visto Marco con il suo cane.

4. Il medico verrà nel pomeriggio.

5. Compra il pane.

6. Anna canta nel coro.

7. Era una notte buia e tempestosa.

8. Leonardo visse nel XV secolo.

9. Le luci al neon consumano meno energia.

10. Luca sarà interrogato dopodomani.

Coniuga i verbi dati tra parentesi all’indicativo imperfetto.

1. In colonia noi (giocare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a nascondino.

2. Mi sono impegnata molto perché (volere) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

raggiungere risultati migliori.

3.Quel parroco (prodigarsi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . per aiutare i

poveri della parrocchia.

4.Quando (andare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a scuola, la mia mamma

(essere) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . molto brava a svolgere i temi.

5. Prima di acquistare la macchina, noi (spostarsi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . con i mezzi pubblici.

6.Ogni anno la nonna (andare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . alle terme

nel mese di aprile.

7.Mentre (uscire) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ho incontrato Serena.

8.Nel secolo scorso le strade (illuminarsi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

con i lampioni a gas.

Coniuga i verbi dati tra parentesi al tempo appropriato.

1.Tutti gli scolari si (alzare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . in piedi quando

entrò in classe il preside.

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2. Alla sua festa di compleanno Marco (mangiare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . metà della torta.

3. Fra cinque minuti (finire) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . i compiti e

andrò in bicicletta.

4. (sapere) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . che mi avresti aiutato.

5. I ladri aprirono la cassaforte e (rubare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . tutti i

gioielli che vi erano custoditi.

6. Se non mi (dire) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la verità, non potrò

aiutarti.

7. Il portiere (lanciarsi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . in avanti e parò la

palla.

IL NOME

Nel seguente brano sottolinea i nomi:

Il nostro organismo consuma energia per svolgere tutti i suoi processi vitali ed è quindi necessario

apportare dall’esterno tutte le sostanze nutritive che sono poi rielaborate dell’organismo per poter

svolgere tutti i metabolismi corporei. Seguire un'alimentazione equilibrata e varia dal punto di vista

nutrizionale è una norma fondamentale per il mantenimento di un ottimale stato di salute. Gli

sportivi

hanno però esigenze di alimentazione diverse e necessitano di una maggiore carica di energia

perché

devono sopperire agli squilibri indotti dalla pratica fisica e garantire all'organismo sempre il giusto

apporto di tutti i nutrienti ma, soprattutto, nei periodi di allenamento l'alimentazione dello sportivo

deve

dunque essere adattata all'aumentato fabbisogno energetico. (Tratto da LaStampa.it)

Distingui, fra i nomi seguenti, i concreti dagli astratti:

simpatia / invidia / libro / sudore / paura / stanchezza / tavolo / noia / neve / allegria

Distingui i nomi derivati dagli alterati:

collana / ragazzino / vermiciattolo / zuccheriera / asinello / polleria / pescatore / saporaccio /

pizzaiolo/ saliera

Indica quali nomi del seguente elenco sono composti:

capobanda / bambina / minestra / passaporto / cavallino / gregge / calciatore / bravura / corrimano /

vassoio

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ESEGUI L'ANALISI GRAMMATICALE DELLE SEGUENTI FRASI

1) Martina .............................................................................................................................................

parla........................................................................................................................................................

volentieri ...............................................................................................................................................

con .....................................................................................................................................................

me ...............................................................................................................................

2) Mi ......................................................................................................................................................

piace ......................................................................................................................................................

tanto .......................................................................................................................................................

quello .....................................................................................................................................................

sport ...............................................................................................................................

3) Ieri .....................................................................................................................................................

ho visto ..................................................................................................................................................

la ...........................................................................................................................................................

tua ..........................................................................................................................................................

bellissima ...............................................................................................................................................

collezione................................................................................................................................................

di ............................................................................................................................................................

francobolli...............................................................................................................................................

4)

Domani ..................................................................................................................................................

andremo .................................................................................................................................................

al ............................................................................................................................................................

mare ...................................................................................................................................................