exibart.onpaper n.36

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Exibart . speciale LE MOSTRE DI NATALE Alberti Bacon Balla Barbizon Bazille Bellini Benaglio Boccioni Bonnard Braque Caillebotte Carracci Cézanne Chailly Constable Constantin Coro Corot Correggio Costa Courbet da Vinci Dalì Daubigny de Chirico de Kooning de la Peña De Pisis Dubuffet Français Francis Gauguin Goldin Granet Guillaumin Huet Klee Klein Klimt Kokoschka Léger Leonbruno Manet Mantegna Marini Marlotte Martinetti Martini Marussig Matisse Monet Morandi Morone Moser Oppenheimer Peschka Picasso Pirandello Pissarro Pizolo Previati Rainer Rousseau Schiavone Schiele Sironi Sisley Squarcione Tàpies Tobey Tura Turner Valenciennes vanGogh Verla Warhol Wildt Zoppo Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 - Firenze Copia euro 0,0001 free | anno quinto | numero trentasei | dicembre duemilasei - gennaio duemilasette | www.exibart.com

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LE MOSTRE DI NATALE free | anno quinto | numero trentasei | dicembre duemilasei - gennaio duemilasette | www.exibart.com Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 - Firenze Copia euro 0,0001 info. Yves Klein - Corps, couleur, imma- tériel fino al 5 febbraio 2006. Centre Pompidou, Pl. Georges Pompidou. Paris 4° Paris Metro Rambuteau Tel 01 44 78 12 33 Orario Tutti i giorni, tranne il martedì dalle 11.00 alle 22.00 catalogo 320 pagine, 39,90 euro www.centrepompidou.fr [consuelo valenzuela]

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Exibart.specialeLE MOSTRE DI NATALE

Alberti Bacon Balla Barbizon BazilleBellini Benaglio Boccioni BonnardBraque Caillebotte Carracci CézanneChailly Constable Constantin CoroCorot Correggio Costa Courbet da VinciDalì Daubigny de Chirico de Kooningde la Peña De Pisis DubuffetFrançais Francis Gauguin GoldinGranet Guillaumin Huet Klee KleinKlimt Kokoschka Léger LeonbrunoManet Mantegna Marini MarlotteMartinetti Martini Marussig MatisseMonet Morandi Morone MoserOppenheimer Peschka PicassoPirandello Pissarro Pizolo PreviatiRainer Rousseau Schiavone SchieleSironi Sisley Squarcione TàpiesTobey Tura Turner Valenciennesvan Gogh Verla Warhol Wildt Zoppo

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 Quando si parla di YvesKlein (1928-1962), viene subi-to in mente quella particolaretonalità di blu che porta il suonome (IKB: International KleinBlue). Una mostra al CentrePompidou raggruppa cento-venti pitture e sculture, unaquarantina di disegni, film efotografie d'epoca, cercando diampliare la conoscenza dell'ar-tista, noto soprattutto per icelebri monocromi blu, rosa eoro.Scopo dell'esposizione è di rac-contare la rivoluzione portatada Yves Klein nel campo del-l'arte, in particolar mododurante i cinque ultimi annidella sua vita: dal 1957 al1962. "La mostra fa leva sugliscritti lasciati da Klein, cercan-do di mettere insieme i pezzisparsi della sua opera, insi-stendo sulla parte immaterialedel suo lavoro" dichiara lacuratrice Camille Morineau.Morto a Parigi nel 1962 peruna crisi cardiaca a soli tren-taquattro anni, ma già molto

noto, Klein ha nondimenoavuto il tempo per sperimenta-re ogni mezzo espressivo, finoa collaborare a progetti diarchitettura e persino a ricer-che scientifiche. Non solo pit-tura e scultura dunque, maanche performance e interven-ti in spazi pubblici: Klein era unprofessionista dell'immagine edegli happening. Diventare unreporter era stato uno dei suoisogni, e quando organizzavaun evento importante informa-va preventivamente la stampa.La sua dimestichezza con lospettacolo e la pubblicità di sélo ha fatto paragonare aSalvador Dalì, con il quale con-divideva anche un certo modoricercato di vestire, da dandy,atteggiamento che gli costò -tra i contemporanei - un giudi-zio non sempre positivo.Grande sperimentatore dinuove tecniche e linguaggi,appassionato di cultura orien-tale e maestro di judo, Kleinaveva sognato di dipingere diblu l'obelisco di Place de la

Concorde a Parigi: tributoaccordatogli postumo dallacapitale francese in occasionedella notte bianca di quest'an-no (7 e 8 ottobre 2006).I suoi assemblaggi e le suesculture in spugna sono unametafora dell'arte. La spugnas'impregna di colore e impre-gna la materia: da semplicestrumento di lavoro diventaun'opera a sé, capace di assor-bire e trasmettere emozioni.Klein sosteneva infatti che ivisitatori, di fronte ai suoimonocromi, "dovevano esseretotalmente impregnati di sen-sibilità, come delle spugne".La mostra al Pompidou sisnoda intorno ai tre colori leit-motiv di Klein: il blu, l'oro e ilrosa - elencati in quest'ordinenei suoi scritti - e presenti con-temporaneamente in un'operaesposta nell'ultima sala: un exvoto sotto forma di trittico chel'artista, molto cattolico, hadedicato al convento di Casciain onore di Santa Rita. La sca-tola in plexiglas, che contiene

dei pigmenti blu e rosa, dellefoglie e dei minuscoli lingotti inoro, insieme ad una preghierascritta a mano, venne rinvenu-ta nel 1979, in occasione di unterremoto.Diverse Antropometrie sonoesposte in questa retrospettiva.Si tratta di un termine coniatodal critico Pierre Restany perdesignare la tecnica dei "pennelliviventi" di Klein (dal greco “anth-ropos”, “uomo” e “metria”, “misu-ra”): durante performance pub-bliche i corpi dei modelli, copertidi colore, venivano applicati sullatela, creando delle figure.Ci-gît l'espace, “qui giace lo spa-zio”, è invece un pannello in legnodi grandi dimensioni (cinquemetri per quattro e mezzo), nelquale sono inseriti dei petalid'oro, una corona di spugna IKBe un mazzo di fiori artificiali. Unasorta di monumento funerarioche sembra prefigurare la morteprematura dell'artista. Â

[consuelo valenzuela]

PARIGI BLU KLEINApoteosi del grande sperimentatore. Dopo più di vent'anni dall'ultima antologica al Beaubourg torna Klein.Tra arte, scienza e spettacolo. Non solo in blu…

Yves Klein - Corps, couleur, imma-térielfino al 5 febbraio 2006. Centre Pompidou, Pl. GeorgesPompidou. Paris 4°ParisMetro Rambuteau Tel 01 44 78 12 33Orario Tutti i giorni, tranne il martedìdalle 11.00 alle 22.00catalogo 320 pagine, 39,90 eurowww.centrepompidou.fr

info.

2.parigi Exibart.speciale

da sinistra in senso orario: Yves Klein - L'arbre, grande épongebleue, 1962 - Pigment pur et résine synthétique, éponge, sur socleen plâtre - 150x90x42 cmCollection Centre Pompidou, Musée national d'art moderne - fotoPhilippe Migeat, Centre Pompidou - © Adagp, Paris 2006- Le Saut dans le vide , 1960 - foto Harry Shunk- Le Silence est d'or, 1960 - Feuilles d'or sur bois - 148x114x2 cm- Collection particulière - © Adagp, Paris 2006- Anthropométrie de l'époque bleue, 1960 - Pigment pur et résinesynthétique sur papier marouflé sur toile - 156,50x282,50 cm -Collection Centre Pompidou, Musée national d'art moderne - fotoAdam Rzepka, Centre Pompidou - © Adagp, Paris 2006- Portrait d'Yves Klein, 1962 - foto Harry Shunk

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 Su un piatto più che d'ar-gento dorato si è aperta lanuova mostra evento del Mart,ambiziosa a sufficienza perraggiungere e superare il suc-cesso riscontrato lo scorsoanno con gli impressionistidella Phillips Collection. Il bari-centro si è spostato dallaFrancia all'Austria, ma il lin-guaggio dell'emozione è delresto universale. Ed eccola, quasi in aperturadel percorso, l'opera che valeda sé il viaggio: la Giuditta I diGustav Klimt, terribile e ange-lica, sensuale e mortale.Un‘opera incantata, che rac-chiude nel suo mistero l'inquie-tudine e l'eleganza di un’epoca,la Belle Epoque, inesorabilmen-te prossima all'abbandono delsuo contraddittorio sorriso.Poco più in là, d'una luce tuttabizantina, un enorme affrescosu tavola nuovamente di Klimt,vibrante e smaterializzato,forte di un etereo gusto deco-

rativo sconfinante con la sen-sualità, ancora più esplicita edesibita in un altro dei capolavo-ri esposti, Adamo ed Eva(1817-1918). Il decorativismointriso di luce di Klimt, chetrova forse origine nel lavorodi orafo e cesellatore delpadre, non si smentisce delresto nemmeno quando l'arti-sta tratta soggetti puramentenaturalistici, come nelGiardino di girasoli, di un rigo-glio quasi tropicale privato diogni spazialità. Attorno allafigura di Klimt, il percorsooffre poi rapidi squarci suglialtri protagonisti dellaSecessione viennese; tra itanti ricordiamo KolomanMoser, documentato con unritratto femminile del 1910.Alter ego del sogno di Klimt èl'incubo di Egon Schiele, psico-logicamente dirompente, diuna violenza trattenuta, prossi-ma ad una drammatica epifa-nia. I suoi ritratti, quasi incolla-

ti su fondi neutri, emergonodalla superficie con piccole-atroci distorsioni, anticipandodi decenni figure comeFrancis Bacon e ArnulfRainer. L'irosa e i ritratti diArthur Roessler, EduardKosmack e del giovaneHerbert Rainer sono opereche vanno in questa direzionee che si alternano nel percor-so ad altri lavori apparente-mente più pacati, come unpaesaggio del 1908 o ilRitratto del Dr. Hugo Koeller,la cui erudizione è sottolineatada una cornice di libri cheavvolge l'intera figura. Già neglianni dell'Accademia, attorno aSchiele nacque un sodalizio diartisti, il Neukunstgruppe, alquale parteciparono, tra glialtri, Max Oppenheimer,Anton Peschka e OskarKokoschka, le cui opere espo-ste ben evidenziano la sua par-ticolarissima vena espressioni-sta, godibile anche in una

ritrattistica quieta quantovisionaria.Alla mostra spetta infineanche il merito di aver dato ilgiusto spazio ad un'espressio-ne artistica fondamentale inquegli anni, la grafica. Sebbenenon sia esposta nessuna rivi-sta - ricordiamo per lo menoVer Sacrum, alla quale Klimtcollaborò fin dal primo numero- il percorso ospita numerosimanifesti della Secessione, unricco gruppo di cartoline rea-lizzate dalla celebre WienerWerkstätte ed infine uno deipiù noti libri d'artista dedicatiall'infanzia, I fanciulli sognanti,di Kokoschka. Â

[duccio dogheria]

APPUNTAMENTO VIENNESE AL MARTDall'eleganza di Klimt all'inquietudine di Schiele. Passando per il tratto visionario di Kokoschka e la graficad'avanguardia della Wiener Werkstätte. In mostra la Vienna di fine secolo…

Exibart.speciale rovereto.3

Schiele, Klimt, Kokoschka e gliamici viennesifino all'8 gennaio 2007 a cura di Tobias Natter, TomasSharman e Thomas TrummerMart - Museo d'arte moderna e con-temporanea di Trento e Roveretocorso Bettini 43 - Roveretoda lunedì a domenica dalle 10.00 alle18.00; venerdì dalle 10.00 alle 21.00ingresso intero 8,00 euro; ridotto5,00; scuole 1,00 a studente Tel 800 397760 Tel 0464 438887 Fax 0464 430827www.mart.trento.it [email protected] Skira

info.

in alto: Egon Schiele - Ritratto di EduardKosmack, 1910 - Olio su tela, 100x100 cm -

Österreichische Galerie Belvedere, Viennaqui sopra: Oskar Kokoschka (1886 - 1980) -

Bambini che giocano, 1909 - olio su tela,73x108 cm - Duisburg, Wilhelm Lehmbruck

Museum Foundation – Centre of InternationalSculpture

a destra: Egon Schiele - Ritratto della moglieEdith, 1918 - olio su tela, 140x110 cm -

Österreichische Galerie Belvedere, Vienna

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 Jean Planque (Ferreyres1910 - La Sarraz 1998) non èstato un collezionista come glialtri. Non aveva capitali miliarda-ri da spendere, non acquistavaopere d'arte per investimento eforse non intendeva neppurecreare una collezione.Raccoglieva opere d'arte perpassione, perché in quel quadro,in quella scultura avvertiva unsignificato profondo. L'arte era lasua vita, il suo sogno quello didiventare pittore; dipingeva, infat-ti, ed una piccola raccolta deisuoi lavori è esposta nell'ultimaparte della mostra. Aveva intuito,sensibilità ed un'innata capacitàdi valutare la qualità della pittura.Per queste sue caratteristichelavorò per quasi venti anni - dal1954 - per la Galleria Beyeler diBasilea. Questa attività lo mise incontatto con i maggiori artisti deltempo, tra questi Pablo Picassoe Jean Dubuffet, con i qualiinstaurò un rapporto duraturo distima e fiducia reciproca. Grazie

a questi rapporti d'amiciziaPlanque poté acquistare moltidei quadri che oggi compongonola sua collezione, che per laprima volta è esposta in Italia.Cezanne, Van Gogh, Léger,Braque, Picasso, Klee,Dubuffet, Tàpies, Tobey: i prota-gonisti del Novecento ci sonotutti, o quasi.La collezione è eterogenea e nonsistematica; difficile da esporrecome tutte le collezioni private -osserva Daniela Magnetti che hacoadiuvato Florian Rodari nell'al-lestimento - perché scegliere ilcriterio con il quale disporre leopere di una collezione privatasignifica violare in qualche modol'intimità del collezionista, forzareil significato che egli attribuiva allasua raccolta. L'allestimento pro-posto raggruppa le opere con unocchio alla biografia di Planque: leopere cubiste della sua collezio-ne, il rapporto con Beyler, l'incon-tro con Picasso e Dubuffet, le ori-gini svizzere, la scoperta dell'infor-

male negli anni Cinquanta.L'allestimento è punteggiato dicitazioni tratte dai suoi quaderniriprodotte sulle pareti di PalazzoBricherasio, indizi per cogliere lospirito di questo straordinariopersonaggio."…Braque fa pensare alla musi-ca, mentre Picasso è angoloso, èforza, è potenza… ma spesso vi èuna maggiore nobiltà in Braqueche in Picasso. Per nobiltà inten-do profondità di sentimenti"(Planque). In effetti Souvenir duHavre di Braque è un capolavorodi eleganza, mentre i Picassodella collezione - che abbraccia-no quasi l'intero percorso del pit-tore spagnolo dal 1917 agli anniSettanta - sono dotati di un'ener-gia potente che si sprigiona daicontorni spessi e dalle fortiaccensioni cromatiche (Femmeau chapeau dans un fauteuil ;Femme au miroir).L'incontro con Klee - delicato e oni-rico l'acquerello Senza titolo ii 8 -emoziona profondamente

Planque, "la pittura era un'altracosa da quella che mi ero immagi-nato fino ad allora; non aveva nullaa che vedere con la rappresenta-zione reale, era un'altra forma dirappresentazione e non sapevoche questa rappresentazionedoveva essere un'invenzione".Nella sezione dedicata aDubuffet s'impongono le granditele Opéra Bobèche e Sociétéd'outillage. Intrecci di segni e dicolori che si dispongono libera-mente in uno spazio che il pittoresembra moltiplicare all'infinito.Quando negli anni CinquantaPlanque si avvicina all'informale èattratto dalle opere nere e mate-riche di Tàpies, dagli spazi infinitidi Tobey, dalle macchie di colorepuro e spesso che inondano letele di Sam Francis . Planqueriusciva a comprendere la veritàdell'arte non figurativa "capace diesprimersi meglio e con più forzadell'arte figurativa". Â

[antonella bicci]

IL COLLEZIONISTA DEI MAESTRIJean Planque, un outsider del mercato dell'arte. Collezionista per passione. Amico di Dubuffet e di Picasso,collaboratore di Beyeler. Il suo raffinato corpus di opere spazia da Van Gogh all'informale…

fino al 21 gennaio 2007Tra Picasso e Dubuffet. I maestridel '900 nella collezione Jean eSuzanne PlanquePalazzo Bricherasio via Teofilo Rossi angolo viaLagrange - Torino (centro, zonaPiazza San Carlo)www.palazzobricherasio.itbiglietto intero 7,00 euro; gruppi econvenzioni 6,00; ridotto 5,00; bam-bini (6/14 anni) 3,50; audioguide: singola 3,00 euro; dop-pia 4,50lun. dalle 14.30 alle 19.30; da mar.a dom. dalle 9.30 alle 19.30gio. e sab. fino alle 22.30 Catalogo: edizioni Electa; euro29,00 in mostra; 35,00 in libreria

info.

4.torino Exibart.speciale

in alto a sinistra: Jean Dubuffet - Opéra Bobèche, 1963a sinistra: Geoges Rouault - Jeune Pierrot, s.d.in alto: Pierre Bonnard - L'escalier du cannet, 1946

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 Boccioni futurista. Questeparole sono incise su una tar-ghetta di ottone esposta dallacuratrice Laura Mattioli Rossi inuna delle sale, come si trattas-se di un'opera d'arte. La vitastessa di Umberto Boccioni(Reggio Calabria 1882 - Sorte,Verona 1916) è infatti un"manifesto del futurismo".Protagonista delle rissose sera-te, in prima linea nelle aggres-sioni contro i passatisti, arruola-tosi volontario nella GrandeGuerra igiene del mondo, mortogiovane per una caduta dacavallo e protagonista di alcunisuoi capolavori come La cittàche sale, Boccioni è senza dub-bio uno dei padri del movimento.Oltre che firmatario e cofirma-tario dei principali manifesti delgruppo (Il manifesto dei pittorifuturisti del 1910, La pitturafuturista. Manifesto tecnico,sempre del 1910 e Manifestotecnico della scultura futurista,1912) e autore di un importan-te saggio intitolato Pittura escultura futuriste. Dinamismo

plastico, del 1914, opera ingrado di delineare in modo luci-do e analitico l'intera visionefuturista dell'arte e della vita.Questi testi non potevano ovvia-mente mancare in mostra, dalmomento che teoria e praticanell'artista calabrese si fondonoindissolubilmente.Non è sicuramente un caso chela mostra venga ospitata aMilano, città che rappresentòuna tappa fondamentale perBoccioni e tutta la storia dell'a-vanguardia. Qui l'artista giunsenel 1907 e, oltre all'incontrocon il divisionista Previati primae il letterato Martinetti poi,trovò un ambiente interessantee stimolante che condizionerà lesue opere future. Le fabbriche, la vita frenetica diuna metropoli in fermento e leprime automobili troverannouna loro teorizzazione nel cultofuturista della velocità e dellemacchine, nella fiducia nellascienza, nel progresso e nell'av-venire. In mostra sono presentidisegni e tele di grande fascino

come Il bevitore (1914) eElasticità (1912), olio in cui èrappresentato attraverso ildinamismo plastico un cavalierein movimento. Cavallo, fantino epaesaggio interagiscono traloro, le linee forza si prolunganonel movimento e gli spazi sicompenetrano.Ma è il Boccioni scultore al cen-tro dell'attenzione. La sua pro-duzione è circoscritta per lo piùal 1913 e delle tredici opererealizzate, che il visitatore puòosservare attraverso ricostru-zioni e fotografie, ne sono rima-ste solo quattro. InTesta+casa+luce e Sviluppo diuna bottiglia nello spazio i sog-getti, scomposti nelle loro linee-forza, entrano in contatto con lospazio, in cui si incastranosecondo una nuova armonia.Nasce quindi la scultura d'am-biente, che non disgiunge il sog-getto scultoreo dall'atmosferacircostante, ma grazie al tra-scendentalismo fisico "rendeplastiche le affinità misterioseche creano le reciproche

influenze formali dei piani deglioggetti". Anche il movimento èun elemento che la sculturafuturista intende rappresenta-re, movimento reso in modovigoroso in Forme uniche nellacontinuità dello spazio.Una potenza quasi primordialeviene sprigionata dalla massabronzea che sembra prenderevita per marciare in direzionedel futuro. L'idea di Boccioni dicreare una scultura polimateri-ca in cui possano convivere i piùsvariati materiali è riscontrabilein Dinamismo di cavallo incorsa+casamenti (1915), dovevengono utilizzati legno, olio,cartone, rame e ferro dipinto. È di nuovo il movimento delcavallo ad essere al centro del-l'opera dell'artista, che moriràproprio per una caduta dacavallo un anno dopo, duranteun'esercitazione militare. Morteche segnerà simbolicamente ilpreludio della crisi del primofuturismo. Â

[paolo francesconi]

RITORNO AL FUTUROBoccioni teorico, pittore e scultore. Oltre che esempio di vita futurista. Dinamismo plastico, trascendentali-smo fisico e scultura d'ambiente tra statue in movimento che marciano verso il futuro...

Exibart.speciale milano.5

fino al 7 gennaio 2006Boccioni pittore scultore futuristaPalazzo Reale, Piazza Duomo 12, Milanobiglietto intero 9,00 euro; ridotto 7.50tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30,giovedì fino alle 22.30 lunedì chiusowww.mostraboccioni.it Catalogo a cura di L.Mattioli Rossi,Boccioni pittore scultore futurista,Skira editore, Milano 2006, pp.160

info.

in alto: Umberto Boccioni - Sviluppo di unabottiglia nello spazio - bronzo; 38x59,5x32

cm - Milano, Civiche Raccolte d'Artea destra: Umberto Boccioni - Forme uniche

nella continuità dello spazio - bronzo;112x40x90 cm - Milano, Civiche Raccolte

d'Artein basso: Umberto Boccioni - Dinamismo di

un cavallo in corsa + case - guazzo, olio,legno, cartone, rame e ferro dipinto;

112,9x115 cm - Venezia, Collezione PeggyGuggenheim (Fondazione Solomon R.

Guggenheim, New York)

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 A dire il vero 285 opere sonoproprio tante. Anche il visitatorepiù volenteroso arriva alla finestanco e un po' confuso. È un pec-cato, perché le ultime sale dellamostra riservano una vera sor-presa con una sequenza di operedi qualità. Un percorso più sinteti-co sarebbe stato ugualmenteinteressante e un po' più godibile.Il progetto è ambizioso, un avvin-cente racconto delle origini dellapittura impressionista che, cometutti i frequentatori delle mostre-Goldin sanno, ebbe un effettodirompente sul panorama artisti-co della Parigi ottocentesca, madi certo non nacque dal nulla.Questa è una delle possibili inter-pretazioni di una mostra vastissi-ma che tocca molti temi. Goldinne suggerisce due: la luce e lospazio. L'esposizione descrive ilpassaggio "dalla luce feriale diConstable a quella spirituale diTurner; dalla luce profondamentebuia dei pittori di Barbizon fino allasontuosa magnificenza della luceimpressionista" e, con un diversopunto di vista, l'evoluzione "da uno

spazio che è forma ad uno spazioche quella forma viene negando".La mostra si apre in Inghilterracon gli oli e gli acquerelli di JohnConstable e Joseph MallordWilliam Turner, suggerendo unnesso Turner-Impressionismo che- come evidenzia il seguito dell'e-sposizione - non è affatto immedia-to, ma sfuggente e sottile. Gli studidi nuvole di Constable anticipanol'interesse che gli impressionistiavranno per il cielo, anche se leaffinità stilistiche sono minime. Leopere mature di Turner si avvicina-no alla fluidità di formedell'Impressionismo. In Tramontosul lago e Venezia Santa Mariadella Salute le forme sono appenariconoscibili, disfatte nel colore,nella luce che è pulviscolo dorato.L'affinità con l'Impressionismoperò è più apparente che reale; lapittura di Turner ha una forte com-ponente emozionale e immaginati-va che dissolve le forme nella luce. Per l'Impressionismo, almeno agliesordi, il percorso luce-forma èesattamente l'opposto. ClaudeMonet e Camille Pissarro rin-

tracciano nella luce le forme, rico-struiscono le immagini con i guizzidi luce percepiti dai loro occhi. Ilpunto di partenza non è l'emozio-ne, ma l'esperienza visiva. È invecel'ultimo Monet, quello splendidodei Glicini e delle Ninfee, che allac-cia con Turner un dialogo piùimmediato.Dopo Turner e prima degliimpressionisti la mostra si dilunga- troppo - sulle vicende della pittu-ra accademica dei Salon parigini.Il paesaggio è immagine idealizza-ta della natura, quinta teatraleper avvenimenti storici o mitologi-ci. Può capitare che i pittori parta-no da studi en plein air, ma li riela-borino per trasformare la naturareale in immobile opera d'arte.Con la scuola di Barbizon, Jean-Baptiste Camille Corot eGustave Courbet il paesaggioacquista fragranza e immediatez-za. Molto indovinata l'idea di alter-nare opere dei barbizonniers conle prime prove impressioniste. Ilconfronto esalta le caratteristi-che dei pittori impressionisti e laloro capacità di dipingere le vibra-

zioni della luce. La mostra siaccende di "luci vere e mattinali"(Goldin), ombre colorate, fiumiscintillanti sotto il sole, neve azzur-ra, giardini che vibrano di colori.Cattedrale di Rouen effetto di soledi Monet è un miraggio disfattonella luce azzurra, un punto disvolta. Segue un fuoco d'artificio diopere note e meno note - suddivi-se in immagini di città, porti, giar-dini, marine - di Monet, Pissarro,Alfred Sisley, Paul Cézanne,Vincent Van Gogh (poco visti emolto belli i suoi paesaggi), PaulSignac. La mostra va oltrel'Impressionismo e anticipa gli svi-luppi che verranno. Da un lato ipaesaggi di Cézanne non sono piùuno studio degli effetti di luce, mauna riflessione sulla definizionedello spazio. Dall'altro Monetdipinge il suo giardino come unamatassa sempre più complessadi colori e dialoga con le alchimiecolorate di Turner, chiudendo ilcerchio di questa mostra che siera aperta proprio con Turner. Â

[antonella bicci]

PAESAGGI IMPRESSIONISTIOceanica e un po' eccessiva, ma non priva di opere straordinarie. La nuova mostra di Goldin riporta in scenagli impressionisti. Ma anche Turner, la pittura accademica e la scuola di Barbizon…

Turner e gli impressionisti. La grandestoria del paesaggio moderno in Europafino al 25 marzo 2006Museo di Santa Giuliavia Musei 81/b, Brescia Tel 0422 429999 https://biglietto.lineadombra.it ;biglietto intero 16,00 euro; ridotto13,00 (universitari, over 60, gruppi,TCI); ridotto under 18 10,00; ridottoscuole 8,00; diritto di prevendita1,50; l'ingresso comprende la visitaalla mostra Turner e l'impressioni-smo, alla mostra su Mondrian, quel-la su Licini e quella su Pirandello(dal 20 gennaio 2007) e alle altremostre in Castello; include anche lavisita al Museo di Santa Giulia e allapinacoteca Tosio Martinengo; possi-bili altre combinazioni di biglietti aprezzi inferiori; da lun. a gio. dalle 9.00 alle 19.00;ven. e sab. dalle 9.00 alle 21.00;dom. dalle 9.00 alle 20.00;chiuso 24 25 e 31 dicembre 2006;aperto 1 gennaio 2007 dalle 11.00 alle20.00 la biglietteria chiude un'ora primaUfficio Stampa: Studio Esseci www.studioesseci.net Catalogo: edizioni Lineadombralibri

info.

6.brescia Exibart.speciale

sopra: Joseph Mallord WilliamTurner - Sheerness vista dal Nore,

1808 - Museum of Fine Arts,Houston

qui a destra: Manet - Il porto diCalais, 1864 -1865 circaa destra in

fondo: Monet - Pioppi lungo il fiumeEpte, 1891 - The National Gallery of

Scotland, Edimburgo

Page 7: Exibart.onpaper n.36

 Il Fondo Ambiente Italianoapre il suo progetto triennalesulla storia del collezionismocon l'esposizione della raccoltadonata recentemente daClaudia Gian Ferrari, storicadell'arte, collezionista e galleri-sta. Quarantaquattro opereche in futuro verranno espostepermanentemente nella CasaNecchi Campiglio di Milano. Il primo nucleo fu raccolto daEttore Gian Ferrari, galleristae mecenate culturale nellaMilano degli anni Trenta. Lafiglia Claudia ha ampliato neglianni la collezione, che si con-centra prevalentemente sulventennio 1920-1940 ed ècomposta quasi esclusivamen-te da veri capolavori. Tutto ilperiodo del ritorno all'ordine èottimamente rappresentato, inun'autorevole ricognizione deimaestri italiani della primametà del Novecento, chemostra in tutta la sua eviden-zia l'autonomia e la grandezza

dell'arte italiana di quel perio-do.Aprono cronologicamente lamostra due opere "fuori perio-do": due studi su carta diGiacomo Balla e UmbertoBoccioni. Giorgio de Chirico èrappresentato con due lavoripre-metafisici, fra cui l'eccezio-nalmente vivo ritratto diAlfredo Casella. È affidata inve-ce a Alberto Savinio la metafi-sica pura, nella sua derivaverso il Surrealismo, con Idilliomarino, del 1931.Le nature morte di Filippo DePisis dialogano con quelle piùmoderne di Giorgio Morandi;di quest'ultimo sono espostedue opere straordinarie del1937 e del 1938, grazie allequali si può notare la rapidaevoluzione verso una pitturapiù analitica nel volgere di unsolo anno. Opera centraledella mostra per la sua mae-stosità è l'imponente La fami-glia del pastore di Mario

Sironi, rappresentato anchenelle sue espressioni futuristee con i disegni preparatori perle "grandi opere". Di straordinario impatto laselezione di sculture: Il purofolle di Adolfo Wildt accanto adue piccoli, elegantissimiMarini, fino alla sala di ArturoMartini, dominata da un'auramistica. Spicca qui L'amantemorta, recuperata nella suapolicromicità; solo il primomese della mostra consentiràdi visitare la sala martiniana, lecui opere saranno poi inviate aMilano per la grande retro-spettiva al Palazzo delleStelline.Altra opera di spicco èNaturisti di Piero Marussig(1913): due adolescenti nudiin un bosco, tanto classicheg-gianti quanto premonitori delleespressioni più moderne. Lacollezione si spinge poi fino al1947, anno d'esecuzione diuna natura morta a collage di

Fausto Pirandello, in unascomposizione che associa l'e-stetica delle avanguardie stori-che con le neoavanguardie dilà da venire.L'allestimento sobrio ed effica-ce e l'accostamento fra duecollezioni diverse e comple-mentari - quella della GianFerrari e quella del contePanza, in esposizione perma-nente - fanno di Villa Panza unadelle tappe obbligate di questoinverno per gli appassionatid'arte. Per godere di uno degliaspetti più benemeriti del col-lezionismo: la trasformazionedel patrimonio privato in benecollettivo. Â

[stefano castelli]

RITORNO AL NOVECENTOUna raccolta di capolavori dell'arte italiana del primo dopoguerra. Da Balla a Boccioni, fino a de Chirico.Passando per Marini e Pirandello. È la collezione che Claudia Gian Ferrari ha donato al FAI...

Exibart.speciale varese.7

fino al 18 febbraio 2007Capolavori del novecento italiano.Dalla collezione Gian Ferrari al FAIVilla Panza, Varese (Biumo Superiore) tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00escluso i lunedì non festivichiuso dal 24 dicembre all'1 gennaio biglietto intero 10,00 euro; ridotto5,00; aderenti FAI 2,00Tel 0332 283960 [email protected] Catalogo Skira con intervista aClaudia Gian Ferrari e testo diAntonello Negri

info.

da sinistra in senso orario: Giorgio Morandi - Natura morta, 1937 - olio su tela - cm 45x59 Felice Casorati - Nudo disteso di schiena, 1937 - olio su cartone - cm 50x70Massimo Campigli - Autoritratto, 1930 - olio su tela - cm 55,5x46 Mario Sironi - La famiglia del pastore, 1929 - olio su tela - cm 167x210

Page 8: Exibart.onpaper n.36

 Sembra proprio la trama diun film: Domenica RosaMazzolini, una modesta infer-miera, una persona normalecon uno stipendio normale,riesce a poco a poco a creare,grazie ai suoi risparmi e alledonazioni, una piccola collezio-ne di quadri del Novecento ita-liano. Si circonda delle tele chepiù la emozionano e che la col-piscono per l'intensità dei colo-ri, la bellezza dei paesaggi o laforza delle composizioni astrat-te. A questa prima raccolta,spesso frutto di regali degliartisti per amicizia o comericompensa per le cure medi-che ricevute, si unisce poi la piùcospicua collezione del medicoGiovanni Battista Simonetti,conosciuto come "il dottoredella pittura".Solo quest'anno la signoraMazzolini, donna estremamen-te religiosa, decide di donare i

quadri alla parrocchia diPiacenza-Bobbio affinché la col-lezione possa essere conosciu-ta dal grande pubblico. Inmostra ci sono ben centocin-que opere, scelte tra 872dipinti e ventisette sculture, ingran parte esposte presso l'au-stera sede di Palazzo Farnesea Piacenza. Si tratta di una roc-caforte diventata poi caserma,che oggi è stata restaurata epresenta al suo interno un inte-ressante percorso museale,con affreschi e arazzi, l'esposi-zione delle carrozze d'epoca, laPinacoteca e il museo archeo-logico della città. La mostra si snoda in un cam-mino cronologico che va dallaMetafisica di de Chirico (Volos,Grecia, 1888 - Roma, 1978)all'Astrattismo e alloSpazialismo. Carrà, Campigli eFuni si fanno portavoce di undesiderio di ritorno all'ordine e

alla classicità. L'esperienzadelicata del ChiarismoLombardo trionfa invece conUmberto Lilloni (Milano 1898-1980) e i suoi paesaggi lacu-stri, accanto ad altri artisti cheper breve tempo seguirono lostesso gruppo per poi intra-prendere altre strade, comeDe Grada e Birolli.I colori sgargiantidell'Astrattismo dominano leultime sale con Luigi Veronesi(Milano 1908 -1998), mentrele tele forate di Lucio Fontana(Rosario di Santa Fé,Argentina, 1899 - Comabbio1968) e la sua Crocifissione inceramica sanciscono l'avventodello Spazialismo. PieroManzoni (Soncino 1933 -Milano 1963) compare con unmonocromo bianco, sotto l'in-flusso della pittura di YvesKlein.Suggestiva infine la presenza di

Filippo De Pisis (Ferrara,1896 - Milano, 1956), conVeduta di Brugherio, in cui rap-presenta con tocchi veloci eistantanei ciò che vede dallafinestra della clinica in cui èricoverato per problemi psichi-ci.L'esposizione favorisce unosguardo completo e accatti-vante sul Novecento italiano,sulla sua ricchezza e varietà,mostrando anche aspettimeno noti di autori molto famo-si. La mostra prosegue inoltrepresso il Palazzo del Podestà diCastell'Arquato e il PalazzoVescovile di Bobbio, due gioiellidelle terre piacentine che meri-tano assolutamente una visita.Anche per fare una passeggia-ta immersi nei vicoli e nellepiazze del nostro Medioevo. Â

[vera agosti]

TRA METAFISICA E ASTRATTISMOUna grande collezione inedita e per molti anni sconosciuta che affiora in tutto il suo splendore. Una storiad'amore per l'arte e per il collezionismo che lega un'infermiera al suo dottore...

fino al 4 febbraio 2007L'Anima del NovecentoPalazzo FarnesePiazza Cittadella 29 - PiacenzaTel 052 3326981Fax 052 3328270 Biglietteria 0523330567 [email protected] mar. a dom. dalle 10.00 alle 18.00ven. fino alle 22,00 la biglietteria chiude un'ora primabiglietto intero 10,00 euro; ridotto8,00; gruppi 8,00; scolaresche 6,00curatori: Renato Barilli patrocini: AltoPatronato del Presidente dellaRepubblica Italiana, Ministero per iBeni e le Attività Culturali, UfficioNazionale per i Beni CulturaliEcclesiastici, Ministero dell'Interno,Regione Emilia Romagna, Provincia diPiacenza, Comune di Piacenza,Comune di Bobbio, Comune diCastell'Arquato, Comune di San Pietroin Cerro, IBC, FAI, Fondazione diPiacenza e Vigevano, ComunitàMontana dell'Appennino Piacentino

info.

8.piacenza Exibart.speciale

sopra: Giorgio de Chirico - Musa metafisi-ca, olio su tela, cm 50x40 (opera inedita)

in alto a destra: Massimo Campigli -Figura femminile, 1955, olio su tela, cm

61x42 (opera inedita)a destra: Giuseppe Capogrossi - Senzatitolo, tempera su carta, cm 50x70 (opera

inedita)

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 Per il quinto centenario dellamorte di Andrea Mantegna (Isoladi Carturo 1431 - Mantova 1506)nasce, sotto la regia del vulcanicoVittorio Sgarbi, un progetto espo-sitivo di grande complessità. Si hal'impressione di trovarsi di frontead un'importante svolta nel mododi concepire le mostre celebrative:non più grandi abbuffate di opereammassate in poche stanze, maun percorso espositivo capace dicoinvolgere tre diverse città.Padova, Verona e Mantova hannoinfatti segnato in modo significati-vo il percorso umano e artisticodel pittore, e conservano tuttoratracce indelebili del suo passaggio.Per ripercorrere queste tracce,attende il visitatore un viaggio sug-gestivo (ideale ma soprattutto fisi-co). Per comprendere la grandez-za dell'artista, in grado di rappor-tarsi con l'antichità in modo origi-nale, con una nostalgia tipicamen-te romantica (come sottolineaBerenson in North Italian Paintersof the Renaissance), non si puòche partire da Padova, all'epocaimportantissimo centro artistico eculturale. Qui il Mantegna si formasotto la guida dello Squarcione, acontatto diretto con l'opera diDonatello, i resti dell'antichitàromana e un continuo dialogo congli altri grandi artisti, in particolareZoppo, Schiavone, Bellini e ilPizolo. I Musei Civici agli Eremitanisi propongono di raccontare que-sto continuo dialogo e la giovinezzaartistica del pittore. Nel San Marco Evangelista, in cuiè visibile l'influenza di Donatello (inmostra si possono ammirare alcu-

ne sue opere in bronzo provenien-ti dalla Basilica del Santo),Mantegna sembra "scolpire" lafigura sulla tela. Attraverso giochiprospettici e illusionistici, il Santo,posizionato in diagonale rispettoallo spettatore, oltrepassa lo spa-zio pittorico fino a fuoriuscire dal-l'opera. È interessante confronta-re la Madonna con il bambinoaddormentato di Mantegna con laMadonna che adora il bambinoaddormentato del cognatoGiovanni Bellini. La Madonna diBellini, elegante e raffinata, èprima di tutto la Madre di Dio cheprega sul figlio dormiente, la posi-zione del cui corpo è già il preludiodella sua futura morte.Nonostante lo sguardo di Mariariveli un dolce legame affettivo, vi èin lei il distacco determinato dallaconsapevolezza del destino che sicompierà. Totalmente diversa è laMadonna del Mantegna, in cui èassente ogni condizione divina. Lamamma abbraccia teneramente ilsuo bambino, accarezzandogliaffettuosamente la testa. È assen-te ogni presagio di morte.Una straordinaria sorpresa cheattende i visitatori? La ricostruzio-ne dei frammenti degli affreschi delMantegna nella Cappella Ovetari,distrutta nei bombardamenti del1944. Di poco posteriore allaCappella Ovetari è la Pala di SanZeno (1457-1460), realizzata perl'altare maggiore dell'omonimaBasilica di Verona. Se nell’ambien-te padovano Mantegna ha un dialo-go vivo con le altre personalità arti-stiche, in quello veronese divienesoprattutto un esempio per

Francesco Benaglio (1432-1492), Francesco Bonsignori(1460-1519), Liberale da Verona(1445-1526/29) e DomenicoMorone (1442-1518 ca). È possibile osservare la Pala diSan Zeno, tolta per l'occasione dalsuo ambiente naturale prima diessere restaurata, nell'esposizio-ne allestita nel Palazzo della GranGuardia. In quest'opera, oltre allecaratteristiche di Mantegna ana-lizzate in precedenza - l’abile utiliz-zo della prospettiva, l'interesse perla classicità, la grande sensibilitànel rappresentare il rapportomaterno tra Maria e Gesù -, emer-ge l'interesse di Mantegna per l'ar-chitettura (altrettanto visibile nellaCappella degli Ovetari). È interes-sante vedere come il pittore fondala cornice della pala con l'opera,trasformandola in una strutturaarchitettonica interna all'operastessa. Esercitò grande influenzasui pittori locali anche la PalaTrivulzio (1497), dipinta per lachiesa di Santa Maria in Organo.In quest'opera tarda l'artista prefe-risce l'elemento naturalistico aquello architettonico e lo spaziomanca di quella profondità cheaveva contraddistinto le opereprecedenti.Ma è senza dubbio la Mantova deiGonzaga la città che occupa unposto centrale nella sua vita. Quitrascorse quarant'anni della suavita e produsse quello che è consi-derato il suo capolavoro: laCamera degli Sposi (1465-1474).A Mantova, grazie all'incontro conLeon Battista Alberti, l'interessedi Mantegna per gli aspetti archi-

tettonici dello spazio trovò nuovistimoli. La mostra organizzatanelle Fruttiere di Palazzo del Te èsenza dubbio la più affascinante e

ricca: oltre alle opere di Mantegnaospita anche quelle di LorenzoCosta, Lorenzo Leonbruno, GianFrancesco Tura, FrancescoVerla e Correggio.Il Cristo morto nel sepolcro e tredolenti è una tela che provoca for-tissime emozioni e sensazioni.Avevamo sottolineato all'iniziocome Mantegna nel rappresenta-re Maria e Gesù bambino inten-desse marcare la loro "umanità".In questa tela l'umanità del Cristoraggiunge livelli mai toccati prima.Il corpo immobile, reso ancor piùdrammatico dai chiaroscuri edallo scorcio prospettico, assumeuna forza espressiva dirompente.Rispetto alla Madonna con il bam-bino addormentato ospitata nellamostra di Padova, nella Madonnacol Bambino proveniente dalMuseo Pezzoli - di età posteriore -è interessante notare la tenerezzacon cui viene rappresentato Gesùimmerso in un sonno profondo,con la bocca spalancata come persbadigliare.La città lombarda dimostra gran-de amore per il suo artista "predi-letto" realizzando moltissimemostre e manifestazioni collatera-li ed un itinerario cittadino per ren-dere omaggio ad uno degli artistipiù importanti del Rinascimentoitaliano (presso il Palazzo SanSebastiano, presso la casa diMantegna e presso il Castello diSan Giorgio a Palazzo Ducale,dove, oltre alla Camera picta sipuò ammirare una mostra sullascultura del tempo). Â

[paolo francesconi]

TUTTO IL NORDEST PER MANTEGNATre città per un artista. Padova,Verona e Mantova celebrano il quinto centenario della morte di Andrea Mantegna.Tra antichità classiche e scorci prospettici, tra Donatello e Leon Battista Alberti, uno dei più grandi artisti delRinascimento. Oltre trecento opere - da gustare con calma - in una mostra destinata a passare alla storia...

Exibart.speciale padova.9

fino al 14 gennaio 2007 Mantegna a Padova 1445/1460Musei Civici agli Eremitani Piazza Eremitani 8, PadovaDa lun. a ven. dalle 9.00 alle 19.00;sab. fino alle 18.00www.andreamantegna2006.it www.padovacultura.padova.net Tel 049 2010023biglietto: intero 10,00 euro; ridotto8,00; ridotto speciale 4,00Catalogo: Mantegna a Padova1445/1460 a cura di DavideBanzato, Alberto De NiccolòSalmazo; Anna Maria Spiazzi, Skira2006, pp.325Mantegna e le Arti a Verona1450-1500Palazzo della Grande Guardiapiazza Bra, Verona Da lun. a gio. dalle 9.30 alle 19.30;da venerdì a domenica dalle 9.30alle 21.30 (chiuso il 25 dicembre)Tel 199 199 111biglietto intero 10,00; ridotto 8,00;ridotto speciale 4,00Catalogo: Mantegna e le Arti aVerona, a cura di Sergio Marinelli ePaola Marini, Marsilio 2006 pp.518Mantegna a Mantova 1460/1506Palazzo TeFruttiere, viale Te 19, MantovaDa lun. a ven. dalle 9.00 alle 19.00,da sab. a dom. dalle 8.30 alle 19.30(chiuso il 25 dicembre)www.centropalazzote.it Tel 199 199 111biglietto intero euro 10,00; ridotto8,00; ridotto speciale euro 4,00Catalogo: Mantegna a Mantova1460/1506 a cura di Mauro Lucco,Skira, 2006 pp.227

info.

a sinistra: Giovanni Bellini - La Madonnaadora il Bambino steso su un davanzale (LaMadonna Davis) - Tempera su tavola, cm72,4x46,3 - New York, The MetropolitanMuseum of Arta destra: Andrea Mantegna - Pala di SanZeno, basilica di San Zeno Maggiore, Verona -Per gentile concessione dell'abate don RinoBreoni e della Curia Diocesana di Veronafoto: Fotoflash di Mario Poleselin alto: Andrea Mantegna - Cristo morto nelsepolcro e tre dolentiTempera su tela, 68 x 81cm - Milano,Pinacoteca di Brera

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 Annibale Carracci(Bologna, 1560 - Roma, 1609)non si distingue per essere ira-scibile e spericolato comeCaravaggio. Al contrario, èmalinconico e introverso. Unostakanovista che "tira avanti lacarretta tutto il dì come uncavallo" (G. B. Bonconto, lette-ra del 1599). Vive la sua vitada pittore alla ricerca dell'effet-to naturale, contrapponendosidecisamente allo stile tanto invoga in quegli anni, ilManierismo, che spesso scim-miotta il modo di fare degli arti-sti più affermati destreggian-dosi tra ricercatezze artificio-se. Diversamente daCaravaggio, Annibale non dipin-ge assassini o scene cruentecome il Martirio di San Matteo,ma opera silenziosamente conla matita e la carta, per poigiungere alla tela vera e pro-

pria. Abbozza centinaia di dise-gni preparatori (cinquantacin-que quelli in mostra); non cercal'artificio del sipario e della lucepuntata su un viso o su uncorpo straziato, bensì ricreauna luce ed un incarnato natu-rali.La luce che illumina la schienadella Venere in Venere, satiro eamorini (Galleria degli Uffizi diFirenze, 1590) è diffusa, caldae avvolgente come quella dicento candele. Il chiarore fred-do e verdastro ne La Pietà condue angeli (KunsthistorischesMuseum Vienna, 1601-1602)suggerisce quanto i corpi deiprotagonisti siano prostrati edesangui. Quello di AnnibaleCarracci è, a suo modo, un"atteggiamento anarchico esperimentale", come scrivevaRoberto Longhi, pur non oppo-nendosi all'autorità del passato

ma rifacendosi all'esperienzadegli antichi. Dunque Annibale ammira il cro-matismo, le luci e le ombre diCorreggio, Tiziano e PaoloVeronese e si ispira a loroanche quando il soggettoritratto appartiene al quotidia-no.Le manifestazioni più naturalidella vita, mangiare, bere, ride-re, dormire e lavorare sonoprotagoniste dei dipinti dell'ar-tista. Come Un ragazzo chebeve (Nathan Fine Art, Zurigo,1584-85), Un villano a tavola,detto ll mangiafagioli (GalleriaColonna, Roma, 1584-85), eDue macellai al lavoro (TheKimbell Museum of Art, FortWorth, 1582-1583). È nella Galleria Farnese, inoccasione del suo soggiorno aRoma per richiesta del cardi-nale Odoardo Farnese, che

Annibale entra in contatto constatue e dipinti del periodoclassico. Nella città eternaconosce la Cappella Sistina diMichelangelo e la Galatea diRaffaello. È un'esperienza tra-volgente, perché la tradizioneclassica e il pathos (che dimo-stra realizzando La testa diNiobe, Windsor Castle, TheRoyal Library, 1595-98), unitoalle morbide modulazioni colo-ristiche naturali della pitturalombardo-veneta, confermanodefinitivamente in lui le sue teo-rie sul Bello ideale, che farannodichiarare a Giovan BattistaAgucchi nel suo Trattato:"Annibale fa le cose non comesono ma come dovrebberoessere". Â

[alessandra cavazzi]

CARRACCI TORNA A BOLOGNAUna mostra ricostruisce per la prima volta il percorso del pittore bolognese. Un artista che ha lavorato a caval-lo tra due secoli di grande fermento. Creando uno stile nuovo, tutto italiano, tra classico e moderno...

Annibale Carraccifino al 07 gennaio 2007Annibale CarracciMuseo Civico Archeologico Via Dell'Archiginnasio 2 Bolognaa Cura di Daniele Benati, EugenioRiccominidal mar. al ven. dalle 9.0 alle 19.00sab., dom. e festivi dalle 10.00 alle 19.00 Tel 051 2757211 Fax 051 266516 [email protected] www.electaweb.com Catalogo Electa

info.

10.bologna Exibart.speciale

in alto: Annibale Carracci -Ragazzo che beve, 1598-99 -olio su tela, 56x43,8 cm -Cleveland, Museum of Artin alto a destra: Allegoria flu-viale, 1600 - olio su tela,106x92 cm - Napoli, MuseoNazionale di Capodimontea destra: Venere, satiro e dueamorini, 1588 - Olio su tela,112x142 cm - Firenze,Galleria degli Uffizi

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 La mostra allestita agliUffizi ha un carattere forte-mente didattico, grazie ancheal coinvolgimento del Museo diStoria della Scienza, e affiancaai capolavori di pittura e aidisegni di Leonardo modelli, fil-mati e applicazioni multimedialiche accompagnano e chiari-scono il percorso mentaleseguito dall'artista e lo svolger-si dei suoi interessi.Obiettivo dichiarato dellamostra è andare oltre ilLeonardo da Codice, oltre lostereotipo del genio isolato,verso una nuova definizione digenio universale in cui emerge"l'ostinata decifrazione dei pro-cessi razionali che presiedonoai fenomeni del mondo fisico eai moti del pensiero", secondouna concezione unitaria dellaconoscenza.Si parte all'interno stesso dellaGalleria degli Uffizi, nella salache ospita l'Annunciazione e lanon finita Adorazione dei Magi.Proprio l'Adorazione può profi-

cuamente ed eccezionalmenteessere confrontata con il SanGerolamo dei Musei Vaticani econ le indagini scientifiche svol-te sull'Adorazione stessa inprevisione di un restauro bloc-cato fra molte polemiche (latavola degli Uffizi nascondesotto un primo piano scuro unpaesaggio di rocce che neamplifica notevolmente il carat-tere leonardesco). La mostra vera e propria siapre con l'Autoritratto dellaBiblioteca reale di Torino, iconadell'immaginario collettivo, econ il Cervello esploso diWeimar, esemplare per glistudi sul corpo umano, pur-troppo penalizzati dalla colloca-zione in un angusto corridoio,come molta parte delle operedella mostra. Dal volto allo stu-diolo - Leonardo fu tra i primi asostenere che le stanze picco-le ravvivano l'ingegno - per con-traddire un'affermazione diLeonardo stesso, ovvero quelladi essere "uomo senza lettere",

dedito solo agli studi naturali.In realtà la sua biblioteca riflet-te gli interessi degli umanisti edei filosofi del tempo. Le sezionidedicate a forma e movimento- significativamente categoriearistoteliche - svelano comeLeonardo fosse alla ricerca dicostanti, "in una sostanzialeunitarietà nei criteri di concet-tualizzazione e direzioni diricerca", come lo sono equili-brio e proporzionalità o i princi-pi geometrici e meccanici. Inquesta visione omnicomprensi-va rientrano gli studi sulleforme geometriche e quelli sulcorpo umano, studi dei moti dioggetti, animali ma anche deimoti dell'animo umano, o deimoti di "consumazione" deltempo che passa. Tutti questiaspetti dovevano costituire lepremesse capaci di guidare lamente di Leonardo nel realizza-re una perfetta imitazione dellanatura in disegno e in pittura.Alla pittura come scienza, inparticolare alla tecnica dello

sfumato e allo studio della luce,è dedicata la sezione conclusi-va, partendo dalle suggestionidel Libro della pittura.Toccando dibattiti che impe-gnavano Leonardo e i suoi con-temporanei circa la superioritàdella pittura sulla scultura - lasezione della mostra dedicataalla realizzazione delMonumento Sforza è estrema-mente suggestiva - ma soprat-tutto riguardo la necessità diaffrancare la pittura dalla collo-cazione fra le arti meccanicheper attribuirle lo status discienza, completa nell'unirenatura speculativa ed operati-va, o "espressione visibile del-l'elaborazione mentale".Al termine del percorsopotremmo parafrasare infinela descrizione dello sfumato eapplicarla alla mente diLeonardo: l'impalpabile necostituisce effettivamente ilprincipio essenziale. Â

[silvia bonacini]

NUOVO CODICE DA VINCILeonardo e la scienza. Leonardo e la pittura. Leonardo e la cultura. Per andare al di là degli stereotipi da Codiceda Vinci. Una mostra didattica e onnicomprensiva offre la possibilità per riflessioni e inediti confronti...

Exibart.speciale firenze.11

fino al 7 gennaio 2007La mente di Leonardo. Nel laboratorio del genio universaleGalleria degli Uffizi, Firenzedal martedì alla domenica dalle 8.15 alle 18.30biglietto intero 9,50 euro; ridotto4,25 (18-25 anni - solo per cittadiniComunità Europea)gratuito (sotto i 18 e sopra i 65 annisolo per cittadini ComunitàEuropea)Servizi servizio didattico per lescuole su prenotazione 055290112 prenotazioni e informazioni FirenzeMusei 0552654321catalogo Giunti

info.

a destra: Leonardo da Vinci - Feto nell'uteromaterno - Royal Collection, Windsor, 19102r

sotto: Leonardo da Vinci - AutoritrattoBiblioteca Reale, Torino, 15571

Page 12: Exibart.onpaper n.36

 Per chi senta il bisogno del-l'appendice espositiva di unmanuale di storia dell'arte, l'occa-sione è perfetta. La mostra alVittoriano, che presenta, unoaccanto all'altro, il lavoro diPierre Bonnard (Fontenay-aux-roses, 1867, Le Cannet, 1947)e quello di Henri Matisse (LeCateau-Cambrésis, 1869, Nizza,1954) è l'apoteosi dello storici-smo.Lo spunto si basa sull'idea che idue pittori, vicini per età, studi einfluenze artistiche, abbianointrapreso un percorso creativoin qualche modo parallelo, anchelì dove diverge per dei valori for-mali e di ricerca. Eppure, la sen-sazione che emerge dalla visita èquella di una stonatura. La per-

cezione dell'errore di fondo diquesto assunto si fa manifestaman mano che si procede fra lesale. L'alternarsi delle tele deidue maestri all'inizio del percor-so rivela un andamento in par-tenza fluido, certo un po' pedan-te, ma che accompagna lo spet-tatore senza grandi scarti. Iprimi lavori, in effetti, viaggianoun po' sullo stesso binario, anchese sin da subito lo stile netto edeciso di Matisse lascia il segno. Andando avanti però le cosecambiano. Matisse comincia adaffrontare la modernità conpiglio da protagonista e cavalcal'onda con una maestria e unaconsapevolezza straordinarie.Bonnard, invece, letteralmente siarrende, fino a rinchiudersi nella

sua casa a Le Cannet, inProvenza, dedicandosi ad unapittura sempre più introspettivae lontana dagli echi del contem-poraneo. E se è vero che ancheBonnard fu poi riscoperto dagliartisti americani degli anni '50 e'60 - i vichiani corsi e ricorsi sto-rici hanno il loro peso anche nellastoria dell'arte - ciò significa pocodi fronte alla testualità delleopere a confronto. Si ha la chiaraed evidente percezione che fra idue pittori vi sia una differenzaabissale, malgrado la condivisio-ne di influenze e stimoli creativi. Laddove la progressione regola-re e costante di un Bonnard nullaha potuto di fronte all'ostacolodei cambiamenti di un'epoca, l'ini-ziale adesione all'impressioni-

smo di Matisse si dà quasi comeun reculer pour mieux sauter, ilgeneratore di un'energia cineticapropulsiva, che lo ha scaraventa-to nella nuova era dell'arte con-temporanea come un proiettoesatto e fulmineo. Facendo di luiuno dei capisaldi del nuovo seco-lo, oltre che il punto di riferimen-to della nuova generazione diartisti, già alle porte. Malgrado lepuntuali indicazioni storiche e cri-tiche, la carenza della mostra sirivela nella mancata attenzionealla visione eidetica dei due arti-sti, che, come è nella sua natura,riesce alla fine a manifestarsianche tra le maglie di un'impo-stazione teorica fuorviante. Â

[valeria silvestri]

ROMA FESTEGGIA LA PITTURADue grandi maestri francesi a confronto. Ma l'omaggio manca clamorosamente il bersaglio, malgrado l'attentaselezione delle opere. Per una mostra sin troppo "da manuale"...

Matisse e Bonnard. Viva la pittura!fino al 4 febbraio 2007Complesso del VittorianoVia Di San Pietro In Carcere (fori - piazza venezia)dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle19.30; venerdì e sabato dalle 9.30alle 23.30; domenica dalle 9.30 alle20.30 (possono variare, verificaresempre via telefono)biglietto intero 10,00 euro; ridotto 7,50visite guidate: per gli adulti (max25persone) 70,00 euro; per gli alunni(max 25 ragazzi) 45,00 euro prenotazione obbligatoriaTel 06 [email protected] Skira

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12.roma Exibart.speciale

da sinistra in senso orario: PierreBonnard - Paesaggio di Le Cannet,1920-1927? - Olio su tela, 43,5x61 cm -Saint-Tropez, L'Annonciade, Musée deSaint-Tropez - © Pierre BonnardEstate/SIAE 2006Henri Matisse - Interno a Nizza, 1919 ca.- Olio su tela, 65,6x54,5 cm - Saint LouisArt Museum - Acquisto 74:1945 - ©Succession H. Matisse/SIAE 2006Henri Matisse - Nudo sul canapé giallo,1926 - Olio su tela, 55,1x80,8 cm -Ottawa, National Gallery of Canada -Acquisto 1958 - © Succession H.Matisse/SIAE 2006Pierre Bonnard - Il balcone a Vernonnet(Il melo in fiore), 1920-1933 - Olio su tela,100x79 cm - Musée des Beaux-Arts deBrest Métropole Océane - © PierreBonnard Estate/SIAE 2006Pierre Bonnard - Donna allo specchio,1908 ca. - Olio su tela, 124,2x47,4 cm -Canberra, National Gallery of Australia -© Pierre Bonnard Estate/SIAE 2006

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 "L'amatore già avvezzo airudi strapazzamenti dell'e-spressionista astratto potràforse restare deluso, a tuttaprima, di fronte a questo allen-tarsi dei segni", avverteMaurizio Calvesi, "come fosseun indizio di sopravvenutadebolezza." Segue un'esplicitaesortazione a lasciarsi andareal respiro pacato - pervaso diautentica felicità - delle granditele esposte al Museo Bilotti, inoccasione della mostra Willemde Kooning. Late Paintings.L'artista le dipinse tra il 1981e il 1988, prima di metteredefinitivamente da parte i pen-nelli.Olandese di Rotterdam,Willem de Kooning (1904-1997), emigrato clandestina-mente negli States nel 1926(la cittadinanza americana laebbe solo nel 1962), é statouno dei protagonisti dell'e-

spressionismo astratto ameri-cano. Una pittura, la sua, con-notata da una matrice inquietae aggressiva, influenzata anchedalla sua formazione nordeuro-pea. Al contrario, questi ultimilavori, realizzati nello studionewyorkese, sono la testimo-nianza di una serenità interiorefinalmente maturata. Un tra-guardo per un'indole profonda-mente conflittuale che ebbe,durante la lunga esistenza,anche seri problemi di alcoli-smo.La caratteristica di questeopere "senza titolo" é la lumino-sità. Sedici grandi spazi colordella neve, illuminati da lineecurve vibranti di tonalità cro-matiche che si abbracciano,danzando al suono di una musi-ca melodica. Dichiarata fontedi ispirazione del momento,soprattutto Matisse e la luceintensa di Long Island.

"Al termine della sua lungaparabola il grande adirato havoluto riconciliarsi, più che conil mondo, con la natura", scriveancora Calvesi in catalogo. "Lapoesia è natura: sì, anche l'a-scoltare piante che fremononel vento, osservare alghe scio-gliersi nell'acqua, accarezzareuna donna, ed esaltare questesensazioni nel colore".A rafforzare la contestualizza-zione romana della mostra(presentata per la prima voltain Italia, dopo l'Hermitage diSan Pietroburgo) è il nucleo didodici immagini fotograficheche raccontano il legame trade Kooning e la città. Unatappa significativa per l'artistacinquantacinquenne (già piutto-sto noto in Italia per aver par-tecipato alla Biennale diVenezia nel 1950, insieme aPollock e Gorky), che a Romasoggiornò stabilmente tra il

1959 e il 1960, per tornando-vi anche nel 1969. Nelle foto - provenenti dall'ar-chivio della Galleria LaTartaruga - appaiono anche isuoi amici, gli artisti Afro (concui divise lo studio di viaMargutta), Alberto Burri,Plinio De Martiis, Cy Twombly,il collezionista GiorgioFranchetti. Alcune immagini loritraggono anche durante unagita al Parco dei Mostri diBomarzo, in un'altra è invece alpoligono di tiro. Non solo dis-quisizioni sull'arte, quindi. Ilclima era frizzante a piazza delPopolo e dintorni. Â

[manuela de leonardis]

LA LUCE DI WILLEMSecondo appuntamento al romano Museo Bilotti. Protagonista un de Kooning inedito. Quello dell'ultimoperiodo, meno conflittuale e aggressivo, più luminoso e poetico. Una mostra che viene dal freddo...

Exibart.speciale roma.13

fino all'11 febbraio 2007Willem de Kooning. Late Paintingsa cura di Julie SylvesterRoma, Museo Carlo BilottiAranciera di Villa Borgheseviale Fiorello La Guardia dal martedì alla domenica dalle 9.00alle 19.00biglietto intero 6,00 euro;ridotto 4,00Tel 06 82059127www.museocarlobilotti.itcatalogo Electa (italiano/inglese) acura di Gianni Mercurio e JulieSylvester

info.

sopra: Willem de Kooning -No Title, 1987 - dipinto, cm

220x193 - CollezionePrivata, New York

a destra: Willem deKooning -

No Title, 1987 - dipinto, cm175x202 - New York,

Fondazione de Kooning

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 Le icone del Novecentosquadernate davanti agli occhie rivisitate in modo da recupe-rane quel senso che la popola-rità mediatica ha spesso toltoloro. L'azzeccata sequenzatematica delle sale accompa-gna lo spettatore attraversoun viaggio allucinato - o illumi-nato - verso la redenzione, nelleintenzioni dei curatori prevalen-temente religiosa, ma che difatto si allarga alla devozioneche dobbiamo alla verità e allacentralità dell'uomo. Perché l'i-dea di base della mostra stanel vedere in Warhol artista l'e-spressione nemmeno troppovelata di Warhol uomo, cattoli-co praticante e persona intima-mente generosa, un lato rima-sto sempre nascosto dietro

l'immagine pubblica sposata alconsumismo del padre dellaPop Art. E il pregio dellamostra è quello di non forzarela mano su questa interpreta-zione, ma di lasciarla scaturirespontaneamente dalla compo-sizione del percorso, dalladistribuzione delle opere, dal-l'intercalare i lavori con imma-gini prese dalla quotidianitànella quale venivano realizzati.Qualche caduta di tono, forse,nell'aspetto "documentaristi-co", fornito dalla presenza dellefoto di studio, che però siriscatta nel momento in cuialcune di loro lasciano davveroil segno. Come la teoria, senzaapparente soluzione di conti-nuità, di bottiglie di Coca Cola,che ricordano con immediatez-

za sconcertante gli operai inprocinto di entrare in fabbricadel film Metropolis di FritzLang.Andy Warhol (Pittsburgh,Pennsylvania, 1928 - NewYork, 1987) sembra quasi, coni suoi strumenti creativi, averindividuato la differenza semio-logica fra forma-forma eforma-sostanza. Il suo tentati-vo, riuscito, è quello di faremergere la seconda, legata aquell'orizzonte di senso in cuinoi tutti viviamo, e che ci con-sente di essere connessi dai"fili tirati" della comunicazione -per dirla con Merleau-Ponty -,dalla prima, decantata dallasovraesposizione mediatica eche può solo essere sottopo-sta ad un'analisi di tipo semioti-

co, e dunque strutturale. Ma questa è solo una delletante strade cui apre la propo-sta interpretativa della mostra,che ha l'indiscussa qualità dirimettere in gioco ancora unavolta un artista che si è con-frontato fino in fondo coldepauperamento della ripeti-zione senza mai caderne vitti-ma, ma di cui si è detto talmen-te tanto da dare a volte l'im-pressione che si sia detto dav-vero tutto. Â

[valeria silvestri]

POP ART AL CHIOSTROWarhol reloaded. Per festeggiare i dieci anni del Chiostro del Bramante. Ottanta tele, fotografie e video dagliarchivi del Warhol Museum di Pittsburgh. Per vedere la pop art con nuovi occhi...

fino al 7 gennaio 2007Andy Warhol - Pentiti e non peccare più!Dart, Chiostro del Bramantevia Della Pace - Romatutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 sabato dalle 10.00 alle 24.00 domenica dalle 10.00 alle 21.30 lunedì chiuso possono variare, verificare semprevia telefonobiglietto intero 9.00 euro; ridotto7.00 ( martedì per tutti); scuole 4,50Tel 06 68809035 Fax 06 68213516 biglietteria 06 68809018 [email protected] Catalogo a cura di Gianni Mercurioedito da Skira

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14.roma Exibart.speciale

sopra: Andy Warhol -Details of RenaissancePaintings (Sadro Botticelli,Birth of Venus 1482), 1984- Acrylic and silkscreen inkon canvas, 121,9x182,9 cm- The Andy WarholMuseum Pittsburgha sinistra: Andy Warhol -The Last Supper, 1986 -acrylic and silkscreen inkon canvas, 94,6x990,6x5,1cm - The Andy WarholMuseum, Pittsburgh -Founding Collection,Contribution The AndyWarhol Foundation for theVisual Arts, Inc.

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 "Tu una quae es omnia" (Tuche sei una e tutto), ma stavoltati moltiplichi. Quasi rievocando ilmitico smembramento del suosposo Osiride, Iside si sparpagliaper le sale dell'Archeologico, rac-contando quale accoglienzariservasse la Campania alla divi-na egizia, approdata sui lidi auso-ni nel IX secolo avanti Cristo. Unincontro felice, quello tra la devo-zione-superstizione indigena e lamisteriosa forestiera, subitoadottata dal pantheon localesotto forma di Fortuna. Così laSignora della Luna prese dimoranon solo nella Regio Nilensis par-tenopea (corrispondente attual-mente all'area del centro anticofra via San Biagio dei Librai e viaTribunali) ma anche a Pozzuoli,Cuma, Pompei, Benevento,Ercolano (donde proviene la sta-tua in basalto di Atoum, originaledella XIII dinastia) e i centri del-l'entroterra - Sessa Aurunca,Capua, Acerra, Teano e Carinola-, come testimoniano i repertidisseminati nelle vetrine, fra cui imonili decorati con quegli "occhi"che, tutt'oggi, resistono nell'idio-

ma popolare come forieri dibuona o cattiva sorte. Un'abbondanza di talismani, sta-tuine, oggetti rituali (sistri, cimba-li e ampolle) e preziosi (davveromozzafiato gli skyphoi stabiesi)che purtroppo cade nella trappo-la della monotonia, insita in que-sto tipo di rassegne. E se allospettatore viene saggiamenterisparmiata la scontata paccotti-glia di mummie e papiri, il criterioespositivo replica un modelloinvalso nelle proposte del museonapoletano, ovvero il massiccioimpiego di pezzi attinti dalle pro-prie collezioni (vedi i precedentiEureka! e Argenti a Pompei, esoprattutto Storie da un'eruzio-ne, da anni in tournée trionfaleper il globo). Con efficacia didattica, la mostradocumenta i diversi valori assun-ti da un culto che appagò l'esi-genza "trasversale" di una religio-sità più intima e diretta, arrivan-do perfino a sostituirsi ai tradizio-nali Penati sugli altarini domesti-ci, regalando in più quella scintilladi misticismo ormai spenta neitempli aviti.

D'altro canto, gli dèi venuti dalNilo servirono strumentalmenteai potenti per legittimare la pro-pria "sacralità", come denuncial'imperatore ritratto in veste difaraone tra i marmi beneventaniraggruppati nel vasto atrio,prove - accanto alle numerosedivinità teriomorfe - di una sortadi regressione stilistica nella figu-razione umana, segnata dallatendenza ad imitare la fissità deimodelli arcaici. Il ricco percorsoprosegue al piano superiore,scandito per aree geografiche efocus tematici, esemplificando leiconografie isiache diffusesi inuna regione agricola, - di qui l'i-dentificazione con la fertilità,incarnata dall'allattamento delpiccolo Arpocrate (Horus) - emarittima - da cui l'appellativo diPelagia.Una delle sezioni più originali èquella sull'Egittomania esplosatra Sette e Ottocento, nella qualespicca la parentesi sul FlautoMagico di Mozart (guarda caso,evento clou dell'autunno musica-le cittadino, rappresentato alTeatro San Carlo nell'allestimen-

to di William Kentridge). Le stam-pe attestano come i primi sceno-grafi del singspiel, Gayl eNessthaler, nel disegnare nel1791 il tempio dove avviene l'ini-ziazione dei protagonisti, si fosse-ro ispirati allo splendido Iseopompeiano, che Mozart quasicertamente aveva visitato duran-te il suo viaggio in Italia nel 1770,cinque anni dopo l'inizio delloscavo. Del resto, quello era l'uni-co esempio noto all'epoca, vistoche le campagne napoleonichesarebbero cominciate solo nel1798, determinando una muta-zione di gusto puntualmente regi-strata dalle suppellettili delleReali Manifatture diCapodimonte, ad esempio neiraffinati servizi da tavola in por-cellana o nei delicati biscuit. E cifu perfino chi osò trasformare iltempio di Iside in un elaboratocentrotavola per leccornie. Undolce sacrilegio sul quale, perquanto se ne sa, nessun… farao-nico anatema pare mai essersiabbattuto. Â

[anita pepe]

NAPOLI SVELA I MISTERI EGIZIDall'Egitto con furore. L'Archeologico "inizia" i visitatori al culto di Iside in Campania felix. Storia di un succes-so faraonico, che non è più un Mistero...

Exibart.speciale napoli.15

fino al 26 febbraio 2007Egittomania. Iside e il misteroa cura di Stefano De CaroMuseo Archeologico Nazionale,piazza Museo 19 - NapoliTel 081 440166 Fax 081 440013 www.archeona.arti.beniculturali.it www.electaweb.com tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.30 chiuso il martedì biglietto intero 9,00 euro comprensi-vo dell'ingresso del museo; ridotto 4,50Prenotazione obbligatoria per grup-pi, scuole e visite didattiche:081/7410067; 848800288 La mostra è inserita nel circuitoCampania Artecard Catalogo Mondadori Electa Accesso ai disabili: agevole

info.

a sinistra: statuetta di Anubis,bronzo, da Pompei, I sec. d.C.(MANN)qui a sinistra: particolare divaso in ossidiana con figureegizie, da Stabiae (MANN)in alto: bassorilievo con figurafemminile, da Pozzuoli, scaviRione Terra (2006), fine II sec.d.C.

Foto: ©Studio FotograficoFoglia, Napoli

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