fabrizio avella

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architettura

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  • Edizioni Caracol

    Fabrizio Avella

    IL GRAN CAFF DIGIUSEPPE DAMIANI ALMEYDA

  • Realizzato con fondi del Dipartimento di Architettura dellUniversit degli Studi di Palermo.

    Contributi per la realizzazione dei modelli

    Scansioni piane dei disegni originali eseguite presso lArchivio Damiani di PalermoVettorializzazione: Fabrizio AvellaModellazione solida: Fabrizio Avella, Alessia Garozzo, Giuseppe Di BartoloModellazione NURBS: Fabrizio Avella, Giuseppe Di BartoloModellazione poligonale: Giuseppe Di BartoloDisegni a mano per il texturing: Fabrizio AvellaElaborazione textures e mapping: Giuseppe Di BartoloImpostazione luci: Giuseppe Di BartoloImpostazioni camere: Fabrizio Avella, Giuseppe Di BartoloRendering: Giuseppe Di BartoloPost-produzione: Fabrizio Avella, Giuseppe Di Bartolo

    2015 Caracol, PalermoVietata la riproduzione o duplicazione con qualsiasi mezzo

    Edizioni CaracolPiazza Luigi Sturzo, 14 - 90139 Palermotel 091. 340011email: [email protected]

    Isbn: 978-88-98546-43-5

  • INDICE

    Prefazione, Giuseppe Pagnano

    Macchine del tempo, Paola Barbera

    Ledificio

    Interpretazione grafica

    Il modello digitale

    Dallacquerello al rendering

    Proiezioni ortogonali vs viste 3D

    Il Gran Caff della Scuola italiana di Architettura Civile

    Tecniche di Shading e texture mapping per la simulazione materica,di Giuseppe Di Bartolo

    Schede dei disegni

    Bibliografia

    5

    9

    11

    33

    57

    73

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  • La lista dei ringraziamenti di chi ha contribuito alla realizzazione di questo libro lunga.Mi sia consentito iniziare con un sincero e sentito ringraziamento alling. Mario Damiani. La dedizione e la curadel materiale di Giuseppe Damiani Almeyda, di enorme valore, sono pari alla disponibilit verso gli studiosi delgrande architetto. Senza la sua cortesia questo lavoro non sarebbe stato realizzabile.Un ringraziamento particolare va anche allarch. Giuseppe Di Bartolo. Ha accettato una sfida, iniziata da studentedi Architettura, che si rivelata, sin dallinizio, lunga e difficile. La sua preparazione e le sue doti sono state, perme, un supporto fondamentale.Voglio menzionare anche la prof.ssa Paola Barbera, profonda conoscitrice di Damiani Almeyda, che, in pi diunoccasione, mi ha dato preziose delucidazioni.Ringrazio larch. Alessia Garozzo, che ha contribuito, nella fase iniziale, alla realizzazione del progetto, il prof.Francesco Maggio, per i suoi consigli e per le utilissime indicazioni bibliografiche, ed il prof. Edoardo Dotto, peralcuni utili chiarimenti.Ringrazio mia sorella e mia madre e chi mi ha incoraggiato, durante la stesura del libro, a portarlo a termine.Voglio chiudere con un ringraziamento al prof. Giuseppe Pagnano. Ricorder sempre i suoi insegnamenti e sperodi continuare a farne tesoro.

  • PREFAZIONE

    Avella propone, con lo studio del progetto di Giuseppe Damiani Almeyda per un Caff inun giardino pubblico, unesemplare lettura critica in cui criteri tradizionali di interpretazionedellarchitettura sono integrati da aggiornate metodologie di rappresentazione e di deco-dificazione. Lo studio non rientra nelle competenze della critica dellarchitettura, che illustrale forme e le strutture di edifici costruiti e ne rivela le funzioni ed i significati, ma appartieneal campo dinterpretazione dellarchitettura disegnata in cui gli aspetti funzionali e strut-turali sono assorbiti nelle scelte formali. Pi semplicemente il disegno di progetto si pre-senta come prodotto finale deliter progettuale e pu essere valutato in s come sola realtgrafica dellarchitettura. Dopo un breve profilo biografico, in cui sono messi in risalto altri progetti di Almeyda ri-feribili alla fase iniziale del suo impegno progettuale, Avella affronta la descrizione fisicadelledificio progettato e rappresentato in quattro tavole, di cui una andata dispersa. Letavole sono di grande formato, intorno al 70 X 98, disegnate su traccia a matita e ripassatepoi con penna e inchiostro ed infine colorate ad acquerello. Le murature esterne sono definite dal disegno degli ordini e quelle interne dal minuto ap-parato decorativo in cui molti elementi sono in bassorilievo e a stucco. Un capitolo dedicato alla descrizione fisica delledificio progettato che rivela la sua pros-simit alle esperienze classiciste di Labrouste ed alle formulazioni tipologiche proposte dalgrand Durand. La composizione delle parti delledificio sostenuta da una trama di assidi simmetria, uno principale nel senso longitudinale, gli altri secondari nel senso trasver-sale. Dallingresso si dispongono procedendo verso il giardino che si apre sul fondo gliambienti principali: il salone di compagnia, la sala da gioco, lesedra della terrazza. Sulprimo asse trasversale passante per la mezzeria del primo salone si hanno due sale delcaff ai lati del salone di compagnia. La distinzione degli spazi assicurata da due gruppitetrastili di colonne che dividono gli spazi ma che li fanno confluire con continuit. Sullassetrasversale impostato al centro della sala da gioco si hanno due ambienti destinati al giocodel biliardo, altri spazi di risulta si trovano ai margini della grande nicchia e ai lati delportico emergente dingresso; un portico scorre allesterno delle sale centrali a ricostituireun contorno regolare allinsieme degli spazi interni. I quattro giardini disposti a coppie ailati della sala da gioco sono gli elementi pi singolari della composizione per la loro va-lenza luministica piuttosto che funzionale; in una sezione longitudinale passante per i giar-dini si nota che ben quattro epistili si affiancano per definire la coppia di spazi scoperti,le sale da biliardo ed i portici. La luce avrebbe potuto giocare liberamente per le successivetrasparenze. Avella passa a descrivere e spiegare il sistema decorativo del complessso e nota la con-formit al linguaggio del suo tempo e di contro loriginalit delle proposte del giovanearchitetto che tanto lavoro ha dedicato allinvenzione decorativa nei suoi lavori e nei libriinediti. Grande attenzione dedicata alle pavimentazioni che risaltano, non tanto per il

  • loro disegno che piuttosto semplice, ma per la loro trama continua in rapporto alla retemodulare del complesso.La cura nella valutazione delle singole parti del complesso tale da far risaltare, ad unaosservazione minuziosa, la presenza di incongruenze progettuali e di temi che sarannorielaborati in progetti successivi. Avella usa un metodo tradizionale di interpretazione delloschema geometrico analizzando la diversa funzione degli assi, la corrispondenza dei vo-lumi interni con i nodi della rete modulare che occupa lintera superficie del lotto, la ge-rarchia dei percorsi, degli spazi e delle aperture. Di grande interesse il procedimento seguito per riconoscere il rapporto di scala dellapianta e del prospetto, essendo palese che la pianta ad una scala inferiore. Si avanzanovarie ipotesi sul sistema di misura usato da Almeyda e scartata la possibilit che abbiausato il sistema napoletano o quello metrico decimale, appena entrato in vigore, restacome probabile lipotesi che abbia usato il sistema di misura siciliano. Avella ritiene cheil sistema di misura sia proprio quello in canne e palmi, universalmente condiviso a Pa-lermo e nel resto di Sicilia. Ritiene inoltre che le scale di rappresentazione siano di 1/200per la pianta e di 1/50 per gli alzati. Altrettanto sottile il suo ragionamento per ricono-scere la misura del modulo che infine fissa a 5 palmi.I prospetti sono analizzati con la stessa attenzione riservata alle piante ed aggiunge le ri-flessioni critiche sulla modularit dei prospetti, sul rapporto tra chiuso ed aperto, tra com-ponenti orizzontali e verticali. Lanalisi volumetrica rivela la gerarchia dei volumi che hanno come elementi dominantiquelli innalzati sulle relative porzioni di pianta. Il volume dominante quindi quello delsalone di compagnia che in pianta il pi vasto, il solo emergente dal filo del prospettoed il pi alto. Lanalisi dei volumi si avvale di spaccati assonometrici e di esplosi che ri-velano le parti meno visibili delledificio. La configurazione degli spazi interni condottacon unanalisi delle superfici dintradosso delle volte e delle cupole di cui lo smontaggiorivela il sistema. Un denso capitolo dedicato al modello CAD, al suo quadro di riferimento teorico,alle procedure di costruzione delle immagini, alle fasi del disegno, alluso dei programmidi modellazione, alle modalit di resa delle textures. Particolarmente difficile e piena-mente soddisfatta stata la rappresentazione delle parti degli ordini classici, presentinel progetto con lo jonico ed il corinzio. Altrettanto soddisfacente la resa delle deco-razioni parietali e dellarredo. Un risultato strepitoso dato dalla ricostruzione conget-turale delle sezioni mancanti ricavate dal modello 3D: sezione trasversale passante peril centro del salone di compagnia, sezione longitudinale passante per il centro di unasala del caff, prospetto laterale. I progetti di Damiani sono tutti completati con il colore ad acquerello destinato a comu-nicare con maggiore verosimiglianza la materia dellarchitettura ed in particolare i mate-riali di costruzione e di finitura. Altro contributo alla ricchezza comunicativa dellarchitetturaera lo studio delle ombre proprie e portate che erano costruite con il metodo offerto dalleapplicazioni della Geometria Descrittiva e che ora Avella ricava dal modello 3D. Damianientra nel dibattito sul colore in architettura - che aveva occupato la ricerca sullanticonella prima met del secolo - interrogandosi sul come le architetture erano colorate.

  • Dal modello digitale possono essere ricavate le immagini in proiezioni ortogonali e tuttauna serie di viste prospettiche e di spaccati ed esplosi assonometrici. La fatica dellAutore pienamente giustificata dal risultato grafico che eccellente e checonsentir in future applicazioni di ottenere altre scoperte nel campo dellanalisi graficae della restituzione congetturale di architetture mutilate o comunque incomplete.

    Giuseppe Pagnano

  • MACCHINE DEL TEMPO

    Larchivio di Giuseppe Damiani Almeyda (Capua 1834-Palermo 1911) una straordinariamacchina del tempo: lettere, carteggi, disegni, libri, cataloghi, modelli, quadri, strumentida disegno riportano in anni lontani e, sebbene si sia allinterno di un moderno apparta-mento, non si fatica a immaginare di varcare la soglia di quello studio professionale, chesi trovava a Palermo in via Principe di Belmonte, segnalato da una targa in ottone Giu-seppe Damiani Almeyda - Architetto, ancora oggi custodita in archivio. Basta indugiare anche per poco tra le carte, estrarre un pesante volume dalle antichelibrerie, prendere in mano un compasso dottone a tre punte o sfogliare un taccuino dischizzi e appunti per sentirsi trasportati altrove, in un tempo lontano, in uno spazio di-verso, dove possibile seguire le tracce quotidiane di una vita fatta darchitettura e dimolto altro.Con ordine meticoloso Giuseppe Damiani custodiva in fascicoli la corrispondenza, i do-cumenti relativi ai vari lavori, i disegni di progetto e molti altri materiali che oggi, congrande cura e intelligenza, sono custoditi dal nipote, Mario Damiani.Unattenzione vigile in anni in cui ancora non vi era grande interesse per gli archivi diarchitettura dellOttocento ha guidato lopera di Anna Maria Fundar, che sin dai primianni Settanta del Novecento, ha iniziato, insieme a Mario Damiani, la complessa operadi riordino dellarchivio. Nel corso degli anni si passati dalle riproduzioni fotografichedei disegni eseguite dallo studio Cappellani alla digitalizzazione delle immagini, dalleschede cartacee a un sistema di archiviazione informatico, rendendo sempre pi acces-sibili agli studiosi informazioni e documenti. Nel 2010, con decreto della Direzione ge-nerale per gli archivi, larchivio stato dichiarato di notevole interesse storico artisticodalla Soprintendenza Archivistica ed oggetto di un progressivo intervento di ordina-mento e inventariazione finanziato, oltre che dallo stesso Mario Damiani, dalla Soprin-tendenza Archivistica per la Sicilia e dal Ministero dei Beni Culturali, e curatodallarchivista Antonia DAntoni.Dai materiali custoditi emerge con forza, come in uno specchio, il volto professionale diGiuseppe Damiani Alemyda, le sue straordinarie e variegate competenze, il suo talentoprogettuale, la sua passione per il disegno e per la storia dellarchitettura, la sua perizianel condurre il cantiere; ma impossibile separare questo ritratto dellarchitetto da unaltro pi intimo e privato.Larchivio dellarchitetto racconta infatti storie che nessun altro archivio pu raccontare:amicizie (inimicizie talvolta), legami con allievi, maestri e colleghi, percorsi di viaggio,idee rimaste sulla carta, riflessioni scritte per s prima che per altri; tutti materiali che,al confine tra vita privata e pubblica professione, ci aiutano a comprendere questo per-sonaggio e il suo tempo.Fabrizio Avella ha scelto di condurre questo viaggio a ritroso nel tempo, ritornando aglianni in cui Giuseppe Damiani giovanissimo professionista, appena diplomato alla pre-

  • stigiosa Scuola di Ponti e Strade di Napoli viene inviato in Sicilia per cominciare, dalgradino pi basso, la sua carriera nel Corpo degli ingegneri. in questi primissimi annisiciliani, che coincidono con larrivo di Garibaldi e lUnit dItalia, che Damiani elaborail progetto oggetto di questo volume.Uno straordinario progetto per un Caff che rievoca memorie degli anni della formazionee contiene al contempo idee e temi che segneranno lattivit matura di Damiani. Felice il nostro paese se potesse tradurlo in fatto, scriveva Il corriere Siciliano il 28 giu-gno del 1863. Il Caff, come noto, non fu mai realizzato, ma attraverso gli strumentidella ricerca e della costruzione di un modello digitale Avella prova oggi a tradurlo infatto, prima attraverso uno studio analitico del progetto, grazie anche agli strumenti del-lanalisi grafica, e poi attraverso luso di programmi di disegno digitale e modellazione.Il libro ci guida dunque alla scoperta di questo progetto mai costruito, portandoci a sco-prirne gli spazi, a percepirne la ricchezza dei materiali e la luminosit degli ambienti. Quella che Avella costruisce, con abilit, anchessa in realt una macchina del tempo,una sorta di complesso artificio che come per incanto ci trasporta dentro ledificio co-struito, ci fa percorre i suoi lucidi pavimenti marmorei, ci fa osservare i bassorilievi e lepitture che ne decorano lintero, ci fa alzare lo sguardo verso le magnifiche volte casset-tonate, ci spinge a guardare fuori dal Caff, oltre le cortine di velluto rosso scuro, versoil giardino con le sue fontane. Se la luce diurna ci consente di apprezzare al meglio lar-chitettura e i suoi dettagli, lambientazione crepuscolare o notturna ci conduce in un am-biente suggestivo, illuminato da candele e lanterne. Che i disegni di ricostruzione presentati in questo volume siano capaci di affascinare oggiil lettore, come quelli di Damiani affascinarono i visitatori dellEsposizione di Belle Arti aPalermo nel 1863, dove le quattro tavole ad acquerello facevano bella mostra di s, fuor di dubbio. Ma non questo lobiettivo primario di Avella, che appare invece interessato a condurciin un percorso teso a svelare ogni passaggio, anche tecnico, di questa ricostruzione vir-tuale, senza celare i dubbi della ricerca e le ragioni di alcune scelte, con un approccio di-dattico e uno sguardo rivolto anche agli studenti, che non sarebbe dispiaciuto a GiuseppeDamiani Almeyda.Ai giovani studiosi, infatti, Damiani dedica la poderosa opera Istituzioni architettonichee ornamentali sullantico e sul vero (edita solo in parte), in cui ripropone a distanza dicirca venti anni il progetto per Caff, rielaborandolo. Il disegno ha unimportanza fon-damentale nella educazione di ogni persona, scrive Damiani in apertura dellopera perch strumento efficacissimo di percezione e di espressione di un ordine di alti concettiche non vanno altrimenti estrinsecati e compresi. Questa la via percorsa anche nel lavoro di Fabrizio Avella: ragionare sui disegni di Da-miani attraverso strumenti, linguaggi e tecniche del disegno contemporaneo.

    Paola Barbera

  • LEDIFICIO

    Il disegno ha unimportanza fondamentale nella educazione di ogni persona, perch strumento

    efficacissimo di percezione e di espressione dun ordine di alti concetti [...].

    Da Istituzioni ornamentali sullantico e sul vero, 1890

    Inquadramento dellopera nella produzione di Damiani

    Giuseppe Damiani Almeyda nasce a Capua nel 18341. Manifesta sin da piccolo una no-tevole propensione artistica e, ancora giovanissimo, studia pittura allo studio di GiuseppeMancinelli2 e architettura presso lo studio di Enrico Alvino3, il cui studio visto dalla madrecome necessario per poter accedere alla Scuola di Ponti e Strade di Napoli.Nel 1855, superando non poche difficolt, ammesso alla Scuola di Ponti e Strade, incui si diploma nel 1859, titolo che gli d diritto allingresso nel Corpo di Ingegneri di Pontie Strade.La formazione di Damiani si connota, quindi, di aspetti prettamente artistici, derivanti sicu-ramente dalla sua formazione pittorica, e di aspetti pi tecnici dovuti agli studi superiori:

    Al momento delluscita dalla Scuola sono ormai delineati i caratteri e la personalitartistica di Damiani, la dualit magistralmente risolta tra lartista e lo scienziato []4.

    Tra i suoi maestri privati si annoverano Achille Sannia5, studioso, tra laltro, di geometria edi geometria proiettiva, che insegner alla Regia Universit di Napoli dal 1865, e GiuseppeBattaglini6, matematico, anchegli studioso di geometria, materia che insegner dal 1860allUniversit di Napoli.Si pu intuire, dunque, quanto la figura di Damiani sia, gi nel 1859, molto complessae si muova con ugual disinvoltura tra gli aspetti artistici e quelli tecnico-scientifici, binomioche caratterizzer tutta la sua produzione architettonica. La sua solida formazione artisticae scientifica costituir solide basi per quella che considerata una delle maggiori figuredel panorama architettonico dellOttocento siciliano.In questi primi anni realizza alcuni progetti che non saranno portati a compimento e chevanno visti, probabilmente, come esercizi di progettazione e occasioni di studio personale.Il primo di cui rimasta traccia risale al 1853 quando, non ancora ventenne, redige ilProgetto di un caff da erigersi in un giardino pubblico; si tratta di un edificio centrico apianta ottagonale su due piani, disegnato in pianta, sezione e prospetto. Lo schema molto semplice tradisce gi una ricerca compositiva e formale che sar svilup-pata nel progetto di un secondo caff, anchesso a pianta ottagonale, antecedente al1859, che sembra essere pi maturo nellarticolazione compositiva e nel linguaggio ar-chitettonico, pi raffinato.Un altro suo progetto giovanile, anchesso databile ad un periodo anteriore al 1859, una Chiesa a navata unica, un impianto rigoroso nella sua impostazione planimetrica, ri-

  • cercato nella configurazione del fronte dingresso, marcato da un pronao colonnato in-castonato da due torri campanarie, ed estremamente controllato nella composizione delnucleo, in cui una volta a vela circondata da volte a botte chiuse da catini. Dalla sezionesi evince anche un elegante apparato decorativo.Si tratta senza dubbio di unopera molto studiata, in cui possibile trovare traccia degliinsegnamenti di Enrico Alvino7:

    Dunque Damiani parte dallo studio e dal rilievo di un modello, in questo caso operadel maestro Enrico Alvino e poi, traendo spunto da questa, rielabora una propria com-plessa composizione controllata fin nei suoi aspetti pi minuti di decorazione o dieffetti luminosi, raffigurati nei disegni8.

    Gli anni napoletani si chiudono, dunque, con la stesura di progetti che, seppur redatti infase giovanile, evidenziano gi i tratti di alcune peculiarit che saranno sviluppate nei pro-getti successivi.In qualit di Ingegnere di Ponti e Strade trasferito, nel 1859, a Palermo, provincia dori-gine del padre, nonostante la sua famiglia viva da molti anni a Napoli.Si ritrova, a venticinque anni, in una citt in cui non ha legami e in cui deve costruire, dalnulla, un sistema di relazioni personali e professionali. La prima occasione per far cono-scere le proprie capacit gli viene offerta, nel 1863, dalla morte di Ruggiero Settimo9,personaggio di grandissimo rilievo nel panorama politico siciliano, al tempo primo Presi-dente del Senato del Regno dItalia. In occasione dei funerali riceve lincarico di curarelallestimento degli apparati per la cerimonia solenne nella chiesa di San Domenico, di-venuta, nel 1853, il Pantheon per le sepolture dei siciliani illustri.Lincarico gli conferito sulla scia del prestigio ottenuto in quanto vincitore della medagliadoro alla Prima Esposizione Nazionale di Belle Arti di Firenze del 1861, a cui aveva par-tecipato con il progetto del Gran Camposanto.Sempre nel 1863 gli si prospetta unaltra occasione: lEsposizione Siciliana de Belle Arti,in cui Damiani si presenta con vari disegni, tra cui quelli del Gran Camposanto e quellidel Gran Caff:

    Qualche giorno dopo, il 7 giugno 1863, a Palermo apre i battenti lEsposizione Si-ciliana di Belle Arti, nei locali di Palazzo Comitini, e numerosi disegni di Damianifanno bella mostra di s; a fianco del disegno del Capitello del Pantheon diAgrippa, della Base e Capitello di una colonna del tempio di Vesta a Tivoli, di unAntefisso sullo stile antico viene presentato per la prima volta in citt il Progettoaccademico di Camposanto per Citt Capitale e il Progetto di un caff per la cittdi Palermo10.

    In quelloccasione il progetto del Camposanto ottiene un ulteriore riconoscimento, la me-daglia doro di prima classe, ma anche il progetto del Caff molto apprezzato: eloginon minori sono riservati al progetto di caff, sia dalla commissione giudicatrice che suigiornali cittadini11.

  • Il progetto del Gran caff nasce, dunque, in un momento felice di Damiani che, non an-cora trentenne, si affaccia nel panorama dei professionisti di Palermo. un progetto maturo, di portata non monumentale come quella che aveva, per ovvi mo-tivi, il Camposanto, ma non per questo di qualit inferiore. Dai disegni ci si accorge subitodi essere di fronte ad un progetto raffinato e complesso, il cui rigore compositivo arric-chito da uno straordinario apparato decorativo definito da bassorilievi, decori e pitturemurarie.

    Le tavole di progetto

    Il progetto prevedeva, originariamente, quattro tavole: la pianta, due sezioni ed il prospettodel fronte principale, come si riscontra nel catalogo delle opere dellEsposizione di BelleArti del 1863 in cui, insieme agli altri disegni presentati, si elencano le tavole relative alCaff: Progetto di un caff: ortografia della sezione, ortografia del prospetto principale,ortografia della sezione, icnografia12.Di queste, attualmente, sono presenti presso lArchivio Damiani soltanto la pianta, il pro-spetto e la sezione longitudinale [figg. 1-3]. La pianta rappresentata su una tavola in cartoncino dalle dimensioni di 73,7 x 52,4cm, realizzata a matita, inchiostro ed acquerello, utilizzato per la campitura della sezionedi muri e colonne, per le ombre, per i vari elementi della pavimentazione, nonch perindicare le aree in cui sono allocate le aiuole nei chiostri quadrangolari e nel giardinocircolare.Sono visibili tracce di matita servite, sicuramente, per fare da base allinchiostratura defi-nitiva del disegno.Non riportata scala metrica n scala grafica e sono indicate le giaciture delle sezioni:quella trasversale, denominata AB, la cui collocazione attualmente ignota, e la sezionelongitudinale, denominata CD. presente una legenda in cui sono indicate le funzioni dei singoli vani, interni ed esterni,identificati da lettere minuscole in corsivo [fig. 4]. Lo stato di conservazione ottimo, ameno di una piccola lacuna nellangolo inferiore destro.Il prospetto principale disegnato su una tavola in cartoncino dalle dimensioni di 64,6 x98,8 cm, anchesso realizzato a matita, inchiostro ed acquerello. Non riportata scalametrica o grafica. Da notare come molte porzioni murarie, che ad un primo sguardo sem-brano non essere acquerellate e, quindi, senza campiture, presentano, ad un esame piaccurato, tracce appena percettibili di acquerello, necessarie a dare un leggerissimo rilievoalle superfici campite. Laccorgimento visibile, ad esempio, in corrispondenza dei bugnatidel prospetto [figg. 5-8]. La tavola stata sottoposta a restauro nel 201213 e lo stato di conservazione risulta ottimo14.La sezione longitudinale, di cui si spiegheranno i criteri di attribuzione, rappresentata suuna tavola di grandi dimensioni di 64,8 x 174,6 cm, ottenuta unendo due fogli di cui unorisulta dellidentico formato adoperato per il prospetto. Neanche per la sezione longitu-dinale si trovano indicazioni di scala.

  • 1-4. Il Gran Ca, pianta,prospetto principale, sezionelongitudinale e dettagliodella legenda (ArchivioGiuseppe DamianiAlmeyda).

  • Anche in questo caso la tecnica di realizzazione a matita, in-chiostro ed acquerello. Si nota il cenno ad un fondo alberato,a suggerimento di unambientazione in un parco o, comun-que, in un ambiente naturale, assente sul prospetto principaleprobabilmente per mancanza di spazio nella tavola, visto chei margini del basamento del prospetto risultano essere moltovicini al bordo.La tavola, originariamente, presentava una grande lacunanellangolo superiore sinistro, unaltra lacuna, piuttosto estesa,lungo il bordo inferiore, e diversi strappi, anchessi moltoestesi, nella parte destra. Il prezioso lavoro di restauro, ese-guito nel 2012, ne preserva oggi lintegrit15.Tutte le tre tavole presentano una doppia cornice, con trattosottile allinterno e maggiormente marcato allesterno, trac-ciata ad inchiostro con raccordi angolari di uguale raggio.

    5-8. Il Gran Ca, prospettoprincipale: particolare delcorpo dingresso, dellanicchia accanto lingresso,del portico laterale e dellafontana antistante lingresso(Archivio Giuseppe DamianiAlmeyda).

  • La sezione inedita e criteri di attribuzione

    La sezione longitudinale stata ritrovata dagli eredi di Damiani nel 2011 ed attri-buibile a questo progetto in seguito ad attente valutazioni.Innanzi tutto si voluto verificare che non si trattasse di un alzato relativo a una versioneantecedente dello stesso progetto, ipotesi del tutto plausibile considerando la sua produ-zione16 in cui spesso sono presenti elaborati di varie fasi di studio. La possibilit che la se-zione appartenesse allo stesso progetto ma fosse di una versione antecedente statascartata alla luce della perfetta corrispondenza degli spazi planimetrici con quelli in alzato,della perfetta corrispondenza di porzioni murarie, colonne e paraste, nonch della coe-renza delle proiezioni con le aperture giacenti oltre il piano di sezione.Tuttaltro che secondaria la perfetta coerenza degli assi di simmetria che scandiscono lacomposizione planimetrica con quelli chiaramente identificabili nei vani raffigurati in se-zione. Prendendo come riferimento quelli principali, cio i due assi di simmetria delle saleprincipali, si riscontra che il loro posizionamento rispetta perfettamente la scansione mo-dulare ipotizzata per la composizione planimetrica.Il confronto tra la pianta e la sezione stato, inizialmente, di carattere qualitativo in quantoi due disegni sono a scala differente, ma stato possibile procedere ad una verifica otte-nuta riportando le scansioni dei due disegni in un file CAD, rispettando il fattore di scalarelativo17. Grazie a questa procedura si sono verificate le corrispondenze ipotizzate.Analogamente, verificata la scansione spaziale e compositiva, si passati alla verificadella partizione architettonica del prospetto con quella della sezione. Dalle prime misura-zioni apparso subito evidente che la scala dei due elaborati la stessa. In questo caso,la sovrapposizione stata realizzata riportando le immagini delle scansioni avendo curadi non alterare in alcun modo la dimensione originaria.I disegni sono stati successivamente allineati in base ad una quota altimetrica facilmenteidentificabile sia sul prospetto sia sulla sezione, quella di calpestio delle sale, corrispon-dente, allesterno, alla quota sommitale del basamento. Si osserva che le altezze deglielementi che caratterizzano la facciata sono perfettamente rispettate anche nella sezione:dallaltezza del basamento a quella di colonna, da quella del fregio a quella della cornicee della trabeazione, si riscontra, senza ombra di dubbio, che le altezze determinanti il di-mensionamento dellordine architettonico si ritrovano, invariate, allinterno, come da ca-none in architetture dispirazione classica.Ulteriori elementi di identificazione sono stati riscontrati nellapparato decorativo. La fon-tana di fronte allingresso un primo inequivocabile indizio, ma ad essa ne fanno seguitoaltri: i lampioni dellesterno, visibili sul prospetto e in corrispondenza dellingresso nellasezione, hanno lo stesso identico disegno; le paraste corinzie angolari hanno lo stessotrattamento sia nella base, sia nel fusto, scandito da cinque scanalature; la balaustra delmuro dattico del prospetto, caratterizzata da cerchi e diagonali, visibile anche nella se-zione, comprese le coppe a due manici presenti nel prospetto e nella sezione in corri-spondenza dellesedra colonnata sul retro; il motivo a quadrati concentrici, allaltezza deicapitelli corinzi del prospetto, riportato allinterno ed impreziosito matericamente da unafinitura dorata; infine, elementi presenti nellapparato decorativo dei bassorilievi sul pro-

  • spetto, quali il bucranio e strumenti musicali e maschere, sono presenti anche nei casset-toni delle volte a botte che coprono i vani interni.Un ulteriore elemento di conferma suggerito dal formato delle tavole: entrambe hannola stessa altezza (circa 68.7 cm) e la sezione, vista la notevole dimensione, stata ottenutadallaccostamento di due tavole di cui una ha la lunghezza del tutto simile a quella delprospetto, cio 98,1 cm. , pertanto, legittimo pensare che i due disegni fossero stati rea-lizzati su supporti dello stesso formato iniziale. Considerando che i disegni dovevano essereesposti ad una mostra prestigiosa, luguale dimensione in altezza delle tavole di prospettoe sezione doveva essere una condizione del tutto ovvia.Infine, la presenza della cornice ad inchiostro, identica nel tratto e con i raggi di raccordoperfettamente identici fa pensare ad un corpus unico.Alla luce di tutte queste considerazioni, dunque, si ritiene, senza margini di dubbio, chela sezione ritrovata nel 2011 appartenga al corpus dei disegni per il progetto del GranCaff nella sua stesura definitiva [figg. 9-12].

    Descrizione

    Ledificio ha una pianta quadrangolare articolata in una successione di vani lungo lasselongitudinale e lungo vari assi trasversali.Lungo lasse principale, quello longitudinale, si succedono due grandi sale, definite nellalegenda la Grande sala di compagnia e la Grande sala da gioco, e uno spazio esterno, laTerrazza in parte scoperta, ad andamento semicircolare che, filtrato da un colonnato curvo, collegato ad uno dei Giardini con fontane, anchesso ad andamento semicircolare.La sala in prossimit dellingresso affiancata, simmetricamente, da due Sale del caff,connesse spazialmente da due gruppi tetrastili, mentre, ai due lati della sala da giocosono collegate due Sale per bigliardi, lateralmente chiuse da colonnati vetrati prospicientii Giardini con fontane, a pianta quadrata, dal disegno di stampo rinascimentale, ad unaquota leggermente inferiore rispetto al calpestio dellinterno.Tutto il sistema planimetrico, costituito da spazi chiusi e giardini ipetrali, perimetratoda Portici circondanti tutto ledificio, in cui si alternano porzioni murarie chiuse e porzionicolonnate.Negli spazi di transizione sono ricavati vani con funzioni secondarie, quali le Sale comuni,i Gabinetti di lettura, Piccoli riposti, le Scale ascendenti alle logge, le Scale ascendenti al-lorchestra e le Scale discendenti nelle officine sotterranee. In sezione visibile un pianocantinato in cui hanno luogo funzioni di servizio, genericamente indicate come Officinesotterranee, di cui, in assenza di informazioni e disegni, impossibile stabilire lesatta fun-zione e lestensione planimetrica.Il fronte principale presenta un pronao aggettante in corrispondenza di un piccolo vestibolo,in cui lingresso sormontato da una grande apertura ad arco.Ledificio caratterizzato dalluso dellordine classico, declinato allesterno dallordine io-nico delle colonne e da quello corinzio delle paraste murarie, mentre allinterno sia le co-lonne che le paraste sono di ordine corinzio. La trabeazione continua e marca

  • 9-12. Il Gran Ca, sezionelongitudinale: particolaredella Grande sala dicompagnia, della Grandesala da gioco, delle cariatidial piano superiore dellaGrande sala di compagniae dellesedra sulla Terrazzain parte scoperta (ArchivioGiuseppe DamianiAlmeyda).

  • esternamente tutto il perimetro delledificio ed, internamente, i perimetri delle sale. Il col-legamento tra lesterno e gli spazi interni avviene dallingresso principale, sottolineato dauna grande apertura, e da due ingressi laterali posti in corrispondenza di due scalinate.Gli altri vani sono collegati alle chiostrine interne e al giardino retrostante, ma non hannouscite che le collegano allesterno. Tutto ledificio posizionato su un basamento, che in-globa le scalinate di accesso.Gli spazi lungo lasse longitudinale sono quelli che ospitano le funzioni principali, comesottolineato dal susseguirsi di volumi emergenti rispetto ai vani secondari e alle ali porticatee dallintroduzione di coperture a volta. Nella Grande sala di compagnia due ambiti ditransizione sono coperti da volte a botte con cassettoni ottagonali e la Grande sala dagioco coperta da un sistema voltato di chiara matrice rinascimentale, in cui quattro pen-nacchi sferici, posti allincrocio di quattro volte a botte cassettonate, fungono da sostegnoad una cupola a sesto ribassato su tamburo cilindrico.

    La decorazione

    Il Gran Caff presenta un ricchissimo apparato decorativo, che si manifesta per mezzodi sculture, bassorilievi, fregi, pitture murarie ed elementi di complemento. Per Damianila decorazione, pur avendo un ruolo secondario, imprescindibile nella definizione diunopera architettonica:

    LOrnato cosa che non sta a s come le altre arti, ma suppone una qualche cosa daornare che se ne sia fregiata, e tra tutte la pi importante e nobile la Architettura [...]18.

    Lapparato decorativo del pronao presenta un bugnato basamentale, due nicchie con ele-menti scultorei laterali e una fascia decorativa, in corrispondenza dei capitelli, formata daquadrati concentrici. Larco a tutto sesto decorato da una fascia a meandri e delimitatoda una cornice ad ovoli. Gli spazi murari sono riempiti da bassorilievi i cui motivi presen-tano strumenti musicali e cornucopie, amorini su capre e, sul timpano, amorini circondatida motivi floreali. Da notare i bassorilievi nelle porzioni murarie angolari raffiguranti unbucranio19 tra due anfore con ghirlanda e nastri.I due corpi laterali presentano una loggia con colonne ioniche chiusa lateralmente dauna porzione muraria angolare inquadrata da paraste corinzie identiche a quelle del corpocentrale. La balaustra protettiva interrotta da pilastrini sormontati da erme. La porzionemuraria caratterizzata da una parte basamentale corrispondente al bugnato del muroperimetrale, da una porzione intermedia fenestrata e da un coronamento affrescato conputti ritratti nellatto di suonare e danzare. La trabeazione chiusa in sommit da una successione di mascheroni con funzione digocciolatoio della falda in coppi sovrastante. In sommit visibile una balaustra lapideascandita da piedistalli sormontati da tazze pompeiane20 e gruppi scultorei costituiti da puttiabbracciati a cigni.Gli spazi interni presentano una sontuosit sottolineata dallordine corinzio delle colonne

  • e della paraste e da un raffinato apparato decorativo, ancor pi ricco di quello visibileallesterno.Le informazioni desumibili dalla sezione sono ricchissime. Tutto linterno marcato da unafascia basamentale di altezza costante, ripresa dimensionalmente anche nelle colonne enelle paraste. La Grande sala di compagnia delimitata da due ambienti, il vestibolo din-gresso e uno spazio di passaggio, le cui porzioni murarie sono arricchite da affreschi conscene di festa, sormontate da fasce decorative che ripropongono il tema a quadrati con-centrici visibili in prospetto.Entrambi gli spazi, simmetrici rispetto alla sala, sono coperti da una volta a botte casset-tonata a moduli ottagonali.Il primo livello chiuso da una fascia decorativa a motivi floreali dorata sormontata dadentelli. La sala a doppia altezza e su di essa si affaccia il loggiato superiore, caratte-rizzato da piedritti costituiti da cariatidi sormontate da capitelli corinzi. La copertura dellasala, piana, dissimula la copertura a falde di cui, in sezione, si vede il tavolato ligneo.Le due Sale del Caff, poste lateralmente rispetto a questa sala, presentano grandi portee finestre, incastonate da cornici decorative, che si affacciano sullambulacro perimetrale.La Grande sala da gioco ha un impianto centrico su pianta quadrata in cui un gruppo te-trastilo e i muri perimetrali reggono un sistema voltato caratterizzato da quattro volte abotte cassettonate a motivi diagonali, tra cui si innestano quattro pennacchi sferici ango-lari. I pennacchi sono sormontati da un tamburo cilindrico che funge da transizione conla sovrastante cupola a sesto ribassato, suddivisa in otto spicchi, sormontata da un lan-ternino con lucernaio in ferro e vetro.I cassettoni diagonali delle volte a botte sono marcati da fili doro e da inserti florealidorati in corrispondenza delle intersezioni. I pennacchi sono affrescati, cos come gli spic-chi della cupola.Da questa sala si accede, passando da una delle Sale comuni, ad unesedra semicircolare,anchessa caratterizzata da un paramento murario con inserti affrescati scandito da parastecorinzie radiali. La calotta di copertura suddivisa in sette spicchi affrescati separati dacostoloni leggermente aggettanti. Lintradosso dellarcone di chiusura decorato da unal-ternanza di piccoli cassettoni binati con inserto floreale e cassettoni quadrangolari con uninserto circolare.

    Le pavimentazioni

    La pianta originaria descrive un complesso sistema di pavimentazione, con raffinati disegnibasati su due regole fondamentali: la serialit rettangolare e la serialit polare.Per serialit rettangolare si intende uno schema compositivo basato sulla ripetizione diuna o pi figure piane che si ripetono, con una regola modulare, lungo due direzioni traloro ortogonali, fino a costruire una griglia compositiva, secondo un numero m di righeed n di colonne a distanza costante. Se la distanza tra le righe uguale a quella tra le co-lonne si ha una serie rettangolare basato su un modulo quadrato, altrimenti si in pre-senza di una serie rettangolare basata su un modulo rettangolare.

  • La serialit polare , invece, basata sulla ripetizione di figure piane secondo uno schemaradiale basato sulla circonferenza. Il centro della serie coincidente con quello dellacirconferenza.Nel progetto di Damiani sono presenti entrambe le tipologie. I disegni basati su unoschema radiale marcano il centro degli ambienti considerati gerarchicamente principali.Nella grande Sala da gioco (in didascalia alla lettera e) il disegno della pavimentazionemarca in modo particolare la forma centrica dellambiente, ripetendo la scansione delsistema voltato. Il vano quadrato sormontato dalla cupola caratterizzato, nella pavi-mentazione, da un motivo a stella che ricorda il disegno della rosa dei venti. La circon-ferenza centrale circoscritta da quattro punte principali, ruotate di 45, che marcanocon forza le diagonali del quadrato, seguite, su un piano idealmente retrostante, daaltre quattro punte posizionate lungo gli assi principali e da una terza serie di 8 puntelungo gli assi intermedi.Il motivo interno al gruppo tetrastilo fa parte di una composizione radiale che interessatutto il vano: ai quattro lati, lungo gli assi del quadrato centrale, si trovano quattro mo-tivi rettangolari chiusi longitudinalmete da semicirconferenze; gli angoli sono caratte-rizzati da quattro elementi quadrati in ognuno dei quali inscritta una circonferenzacentrale interna ad un ottagono, i cui lati lungo gli assi principali coincidono con quellidi quattro quadrati disposti a croce, il tutto in una cornice ottagonale che chiude lacomposizione [figg. 13-14]. Di particolare complessit il motivo della pavimentazione delle due Sale del caff, incui si fondono uno schema seriale rettangolare con uno schema radiale. La griglia mo-dulare principale, infatti, ricavata su un modulo di 3 righe per 3 colonne, dalla cuiintersezione, marcata da 9 circonferenze, partono elementi trapezoidali, inclinati a 45;questi ultimi definiscono una seconda griglia modulare, costituita da 4 colonne per 4righe, i cui punti dintersezione sono marcati da quadrati ruotati a 45.Se, invece, si osserva la composizione da un punto di vista radiale, intorno alla circon-ferenza centrale si sviluppa una serie polare di 4 quadrati ruotati da cui partono gli in-serti trapezoidali i cui assi vanno a descrivere il posizionamento di quattro circonferenzelungo gli assi principali e di quattro circonferenze lungo gli assi diagonali.Infine, gli spazi circolari sul retro: qui la pavimentazione presenta un motivo a raggieraa 6 elementi nellesedra coperta dalla semicalotta, riproposta nello spazio circoscrittodal colonnato curvo, in cui sono presenti 6 coppie di colonne binate. La traccia delpavimento prolungata nel giardino semicircolare.Questi disegni a geometria radiale si alternano a spazi in cui larchitetto preferisce undisegno caratterizzato da maglie modulari rettangolari.La serie rettangolare basata su un modulo quadrato si ritrova nella pavimentazione didiversi ambienti. Nella Grande sala di compagnia, segnata con la lettera a nella dida-scalia, e nei due ambienti rettangolari limitrofi (di cui uno funge da vestibolo e laltroda transizione alla sala attigua) il disegno della pavimentazione basato su quadratiaffiancati e da cerchi inseriti in corrispondenza dei vertici contigui. Gli ambienti minorihanno una serie di 7 righe e 4 colonne, mentre il disegno della pavimentazione dellasala genera una serie di 9 righe per 15 colonne, secondo una modularit di 3/5, giu-

  • stificando, cos, linserto centrale di 5 per 5 moduli, con undisegno basato su una circonferenza inscritta in un quadratoe su 8 archi di circonferenza radiali.Una serie rettangolare presente anche negli ambienti se-condari di passaggio, denominati in didascalia Sale comuni.In questo caso il modulo di base connotato da una forma

    13-14. Il Gran Ca, pianta:particolare dellapavimentazione dellaGrande sala da gioco(Archivio Giuseppe DamianiAlmeyda) e vettorializzazionedel disegno dellapavimentazione.

  • 15. Il Gran Ca, pianta:particolare dellapavimentazione dellaGrande sala di compagniae delle Sale del Ca(Archivio Giuseppe DamianiAlmeyda).

    romboidale, divisa in due secondo lasse longitudinale, suicui vertici si trovano dei rettangoli. Lo schema prevede 3 mo-duli per 3, adatti a coprire la superficie rettangolare graziealle proporzioni del modulo di base [fig. 15]. Unaltra serie rettangolare presente nelle due Sale per bi-gliardi, contrassegnate in didascalia dalla lettera f, la cui pa-vimentazione impostata sul disegno di un quadrato ruotatoa 45, ripetuto in 14,5 righe e 5 colonne.Il disegno delle pavimentazioni d informazioni molto pre-cise: innanzi tutto lalternanza di motivi radiali e motivi ret-tangolari ha un ruolo che serve non soltanto a marcaregerarchicamente gli spazi, ma anche a definirli prospettica-mente, grazie allaccentuazione delle fughe prospettiche coni motivi a sviluppo longitudinale, ed al rallentamento pro-spettico con disegni a sviluppo trasversale e con linseri-mento di disegni centralizzanti.Il ruolo della pavimentazione stato ritenuto di importanzatuttaltro che secondaria e si fatto, pertanto, molta atten-

  • zione alla ricostruzione del suo disegno, rispettandone gliaspetti geometrici e modulari21.

    Incongruenze progettuali

    Losservazione attenta dei disegni mostra alcune incongruenzedi progetto. La pi evidente relativa al posizionamento della balaustralapidea visibile sia in prospetto sia nella sezione longitudinale.Sul prospetto la sua quota dimposta al di sopra della faldadi copertura, mentre in sezione impostata direttamente soprala trabeazione, come chiaramente visibile in corrispondenzadellesedra semicircolare prospiciente il giardino sul retro, incui la doppia balaustra fiancheggia quello che sembra essereun camminamento aereo [fig. 16]. Questo sfalsamento pone molte domande e alcuni dubbi dicoerenza progettuale. Innanzi tutto, sul fronte laterale, come

    16. Il Gran Ca, confrontoaltimetrico tra una porzionedel prospetto e una porzionedella sezione (ArchivioGiuseppe DamianiAlmeyda).

  • si pu vedere dalla ricostruzione congetturale del prospetto, si ha una frattura in corri-spondenza dellavancorpo, dovuta dalla variazione di quota dellimposta della balaustrache determina una mancanza di continuit.In secondo luogo nasce una domanda in merito alla presenza di un camminamento aereo:dalla sezione la sua presenza inequivocabile e sarebbe perfettamente congruente con ilsistema dei camminamenti del piano terra, in quanto si sviluppa sopra il portico che fian-cheggia i vani principali: un camminamento in copertura ne costituirebbe una coerenteripetizione. La sua presenza giustificherebbe, inoltre, le due Scale ascendenti alle logge,che sarebbero collegate ad un percorso esterno alla stessa quota.Lipotesi, per, si scontra con altre considerazioni: se anche le balaustre disegnate in pro-spetto avessero la funzione di delimitare due terrazze, come avrebbe senso supporre, nonsi capisce come queste sarebbero raggiungibili, sia per la mancanza di aperture compa-tibili con il resto della composizione, sia per la mancanza di indicazioni su eventuali col-legamenti esterni.Nella ricostruzione si ipotizzato che la balaustra visibile in prospetto sia riportata sulfronte laterale e, per coerenza, anche sul terzo lato del perimetro dellavancorpo laterale,mentre la balaustra visibile in sezione si chiuda, in corrispondenza di uno dei lati del cortilemediano, sul muro perimetrale del corpo centrale.Un altro dubbio sorto in fase di interpretazione dei disegni relativo alla presenza omeno di paraste lungo i muri esterni prospicienti il portico di collegamento. La piantanon ne riporta, lasciando intendere che i muri esterni dei vani fiancheggianti il porticofossero pensati lisci e privi di paraste. Lindicazione planimetrica sembra chiara, visto che,per i vani interni, la presenza di paraste sui muri perimetrali ben visibile.Guardando il prospetto principale, per, vi un indizio, che si coglie solo dopo unattentaosservazione, che mette in discussione quanto disegnato in pianta. Ai lati delle colonne,infatti, la cornice della fascia decorativa basamentale che corre lungo tutto ledificio pre-senta uninterruzione, marcata, in corrispondenza delle porte, da due cornici quadrate.Questa interruzione ha poco o nessun senso su una parete continua, mentre sarebbe per-fettamente coerente se si ipotizza la presenza di paraste murarie. Considerando la scaladel prospetto e il suo livello di dettaglio, decisamente pi accurato della pianta, e ipotiz-zando una sua stesura postuma rispetto alla pianta, si pensa che vadano tenute in maggiorconto le indicazioni del prospetto e, pertanto, si scelto di inserire le paraste murarie incorrispondenza delle colonne22. Il sistema compositivo sembra essere, in questo modo,rafforzato e si potrebbe ipotizzare ad una riflessione del progettista di cui non stata rite-nuta indispensabile la correzione planimetrica.La presenza di incongruenze non deve stupire. La si riscontra con molta frequenza nelleoperazioni di ricostruzione congetturale e pu essere determinata da vari fattori. Le re-sponsabilit vanno cercate nelle modalit di realizzazione dei progetti: la stesura deglielaborati in momenti successivi, ad esempio, pu innescare processi di ripensamento, coscome la tecnica di realizzazione in questo caso matita ed inchiostro acquerellati su car-toncino rende pressoch impossibile una correzione postuma, anche nel caso di consa-pevolezza da parte dellautore di elementi di incoerenza.Non dato sapere se Damiani si sia accorto di tali incongruenze e, data la natura del

  • progetto, non finalizzato alla realizzazione, non abbia ritenuto necessaria la rielabora-zione dei disegni. Ci si limita a prenderne atto e a scegliere criteri di interpretazione cheportino alla stesura del modello congetturale.

    Temi progettuali rielaborati in progetti successivi

    Quello del Gran Caff , senza dubbio, un progetto di particolare importanza nella pro-duzione giovanile di Damiani Almeyda e costituisce un momento di maturazione nella suaproduzione; anche se si tratta di un edificio non realizzato, cela, in nuce, temi architettonicie compositivi che saranno rielaborati in progetti realizzati successivamente, nonch nellesue opere a carattere teorico e divulgativo.Un progetto in cui sono rielaborati alcuni temi uno di quelli a cui il nome di Damiani fortemente legato: quello del Teatro Politeama di Palermo23 [fig. 17]. Lincarico gli affidatonel 1865, in qualit di Ingegnere Mandamentale dellUfficio Tecnico del Comune di Pa-lermo, e Damiani lo affronta con scrupolo e dedizione24.Le prime ipotesi progettuali sono disegnate su fogli singoli e in un piccolo album, definitouna sorta di zibaldone che ci permette di osservare, cristallizzato, il processo proget-tuale25, e mostrano come fossero abbastanza distanti, da un punto di vista compositivo,dal progetto finale.Una fase matura del progetto visibile nei disegni del 1866, in cui chiaramente visibilelimpostazione definitiva che sottende il progetto finale, presentato lanno successivo, i cuilavori sono affidati formalmente il primo febbraio del 1867.Nelle tavole del 66 il progetto gi definito ed a queste che si fa riferimento. Sonopassati pochi anni dalla stesura del progetto per il Gran Caff e se ne sente una chiaraeco, anche se il teatro diurno mette Damiani di fronte a scelte tipologiche, compositive etecniche del tutto differenti.Non pensabile, ovviamente, suggerire analogie nella composizione planimetrica: gliaspetti tipologici e dimensionali rendono il progetto di un caff e quello di un teatro diurnomolto distanti tra loro. Anche lo sviluppo altimetrico risente delle differenze: limpianto delcaff, quasi completamente sviluppato su unelevazione, non potrebbe neanche esserepreso in considerazione per il teatro.Eppure, nonostante la distanza concettuale tra i due progetti, ci sono alcuni aspetti chesuggeriscono lelaborazione, nel Politeama, di alcuni temi del Caff.Lanalogia pi evidente relativa ad un elemento estremamente rilevante per entrambi gliedifici: il pronao dingresso. Il ruolo dominante, sottolineato nel Gran Caff dalla sua vo-lumetria e dal posizionamento planimetrico, riproposto nel Politeama, ed straordinariala somiglianza del partito architettonico che sottende entrambi: il fornice centrale inca-stonato in entrambi i casi nel partito murario scandito orizzontalmente dai filari del bugnato;il vano dingresso sottolineato da due paraste angolari nel Caff e da due colonne dorichelibere nel Politeama; in entrambi il timpano sopra larco ospita bassorilievi con temi relativial mondo della musica, cos come risulta pressoch identico il coronamento delle falde dicopertura, retta da mensole e con lo stesso motivo decorativo sommitale [fig. 18].

  • Altro tema quello della relazione tra il corpo centrale e le aliporticate. Nel Gran Caff le due ali sono rettilinee e ad unpiano, mentre nel Politeama si curvano e si sviluppano su duepiani. evidente che le tipologie degli edifici sono molto differenti enon possono essere confrontati n sotto laspetto dimensionalen sotto gli aspetti funzionali, ma le analogie cui si fattocenno suggeriscono linteresse di Damiani per alcune soluzioniformali presenti nel Gran Caff mentre redige il progetto delTeatro Politeama.Un ulteriore progetto in cui si ritrovano stessi temi progettuali,formali e compositivi quello relativo ad un altro Gran Caff,presente in una delle opere che si riveleranno fondamentaliper la formulazione della teoria architettonica di Damiani: laScuola Italiana di Architettura Civile. In questo caso si tratta diuna vera e propria rielaborazione del progetto e, data lim-portanza della relazione tra i due edifici, si scelto di dedicarviuno spazio adeguato, in un capitolo successivo.

    17-18. Progetto per il TeatroPoliteama: prospettoprincipale e dettaglio delcorpo centrale (ArchivioGiuseppe DamianiAlmeyda).

  • 1 Per la biografia di Giuseppe Damiani Almeyda cfr.Giuseppe Damiani Almeyda. I casi della mia vita, acura di M. Damiani, Palermo 2001, e P. BARBERA, TraNapoli e la Sicilia. La formazione e il lavoro di inge-gnere di Ponti e Strade, in ID., Giuseppe Damiani Al-meyda, artista architetto ingegnere, Palermo 2008. 2 Giuseppe Mancinelli (Napoli, 1813 Palazzo diCastrocielo, 1875), pittore napoletano figurativoformatosi presso il Reale Istituto di Belle Arti diNapoli.3 Enrico Alvino (Milano, 1809 Roma, 1872), ar-chitetto ed urbanista che, pur essendo di origine mi-lanese, attivo a Napoli sotto il regno diFerdinando II di Borbone.4 P. BARBERA, Giuseppe Damiani Almeyda, artista...,cit., pp. 34-35.5 Achille Sannia (Campobasso, 1822 Napoli,1892), matematico, annovera, tra i suoi scritti, leLezioni di Geometria Proiettiva dettate nella RegiaUniversit di Napoli dal prof. Achille Sannia, Napoli1891.6 Giuseppe Battaglini (Napoli, 1826 Napoli,1894).7 Dello stesso periodo il rilievo del prospetto dellachiesa di Santa Maria di Piedigrotta a Napoli, di E.Alvino.8 P. BARBERA, Giuseppe Damiani Almeyda, artista...,cit., p. 34.9 Ruggiero Settimo (Palermo, 1778 1863), di ideeliberali, fu uno dei protagonisti dei moti antiborbo-nici del 1848.10 P. BARBERA, Giuseppe Damiani Almeyda, artista...,cit., p. 42.11 Ibidem.12 Ivi, lo si evince da: Esposizione di Belle Arti 7giugno 1863. Catalogo degli oggetti di belle artiesposti nelle sale di Palazzo Comitini Palermo, Pa-lermo 1863.13 Il restauro stato eseguito a cura del Laboratoriodi Restauro della Biblioteca Regionale di Palermo.14 Prima del restauro la tavola presentava delle la-cune lungo i bordi che esponevano il disegno al ri-schio di strappi e danneggiamenti. Tra gliaccorgimenti adoperati vi stato anche quello delconsolidamento del bordo tramite applicazione dicartoncino.

    15 Anche in questo caso il restauro stato eseguitoa cura del Laboratorio di Restauro della BibliotecaRegionale di Palermo.16 Nel caso del Gran Camposanto e della Chiesa anavata unica, ad esempio, si trovano elaborati ap-partenenti a fasi di studio diverse e risultano diffe-renze rispetto alla soluzione finale. Anche sericonducibili allo stesso schema compositivo, ripor-tano, in alcuni casi, difformit anche di rilievo, re-lative alla disposizione, alluso dellordinearchitettonico o a soluzioni di carattere formale.17 Rispettando, cio, il fattore tra sezione e pianta di4:1.18 G. DAMIANI ALMEYDA, Istituzioni ornamentali sullan-tico e sul vero, Torino-Palermo 1890, Proemio.19 Il bucranio un elemento decorativo usato daDamiani in diversi progetti. Una delle descrizioni piaccurate si trova nella tavola n. XXXIII delle Istituzioniornamentali sullantico e sul vero, dal titolo Bucraniodellanfiteatro campano al vero.20 Anche la tazza pompeiana un elemento a luicaro e vi dedicher la tavola n. XXXVII delle Istitu-zioni Ornamentali sullantico e sul vero, dal titoloTazza pompeiana Museo di Napoli.21 Per uno studio approfondito sulle metodologie ne-cessarie alla costruzione geometrica tramite CAD dimotivi geometrici di superfici piane si veda O. ZER-LENGA, I disegni geometrici del disegno ornamentale,in Rappresentazione geometrica e gestione informa-tica dei modelli, Disegno ornamentale_Intersezionedi superfici, 2008 Napoli.22 Lipotesi rafforza lassunto classico della parastamuraria come proiezione della colonna.23 Sul teatro Politeama di Palermo, si vedano i testidi P. BARBERA, Giuseppe Damiani Almeyda, artista...,cit.; E. SESSA, Il teatro Politeama, in G. PIRRONE, Pa-lermo, una capitale. Dal Settecento al Liberty, Mi-lano 1989; L. GALLO, Il Politeama di Palermo, elarchitettura policroma dellOttocento, Palermo1997.24 Per redigere il progetto Damiani affronta un viag-gio per studiare i teatri diurni realizzati a Napoli, Li-vorno, Firenze e Pisa.25 P. BARBERA, Giuseppe Damiani Almeyda, artista...,cit., p. 62. Lalbum conservato presso lArchivioGiuseppe Damiani Almeyda di Palermo.

    NOTE

  • INTERPRETAZIONE GRAFICA

    La forma architettonica generata da leggi geometriche e retta da leggi meccaniche

    Da Scuola Italiana di Architettura Civile, ante 1884

    Lo schema geometrico

    La pianta del progetto, anche se rappresentata ad una scala che presuppone un livellodi dettaglio non molto alto, fornisce unelevata quantit di informazioni.Alcune caratteristiche risultano immediatamente evidenti, come, ad esempio, la presenzadi un asse di simmetria1 principale, quello longitudinale, e di assi di simmetria secondari,sia longitudinali che trasversali, o il sistema costruttivo basato su muratura portante alter-nata a colonne libere. Non sembra superfluo, per, analizzarne alcuni aspetti servendosi di tecniche grafichetese ad evidenziare alcuni aspetti dellimpianto planimetrico.In relazione alla composizione geometrica, ad esempio, si riconosce immediatamentelimportanza compositiva degli assi di simmetria, che danno forma a tutta la composizionee connotano il classicismo di questo edificio:

    Se vero che la simmetria possiede sin dallantichit un significato molto pi com-plesso di quello che oggi noi siamo disposti ad attribuirle, per anche vero che nellatradizione classica del comporre [] la simmetria speculare il principio ordinatoreattraverso il quale le singole parti di un edificio vengono organizzate e combinate traloro a costituire un organismo complesso2.

    Nel progetto in esame se ne riscontrano diversi: oltre quello principale, che attraversa lon-gitudinalmente tutto ledificio, se ne riscontrano quattro trasversali e altri due longitudinali,in posizione simmetrica rispetto a quello principale.I due assi secondari longitudinali e tre dei quattro assi trasversali costituiscono una grigliaa maglia rettangolare che si sovrappone allasse principale longitudinale. I punti dinter-sezione di questa griglia costituiscono il centro spaziale di sei vani a geometria centrica:le due sale del caff prospicienti lingresso sono, infatti, quadrangolari ma presentanouna pavimentazione centralizzante, e i quattro giardini con disegno allitaliana hanno unimpianto planimetrico basato sulla circonferenza.Il quarto asse trasversale forma, insieme allasse principale, uno schema a croce, enfatiz-zato dal posizionamento, nel punto dintersezione dei bracci, della grande sala da giocoquadrata, il cui schema centrico fortemente caratterizzato dal gruppo centrale tetrastilosormontato dalla cupola su pennacchi e dal disegno della pavimentazione.A conclusione dello schema geometrico si trova il colonnato semicircolare a colonne bi-nate che si sviluppa secondo una simmetria radiale che connota anche la forma del giar-dino retrostante. Lo schema compositivo si articola, dunque, secondo pochi ma forti

  • elementi, caratterizzati in prevalenza da spazi centrici posizio-nati lungo i punti dintersezione degli assi di simmetria [fig. 1]. Il ruolo degli assi di simmetria determinante non soltanto perla struttura geometrica della composizione, ma anche per ladeterminazione del sistema gerarchico delle funzioni, delleaperture principali, nonch per i collegamenti e per i percorsi.La determinazione dello schema geometrico si limita, inizial-mente, alla strutturazione di un sistema astratto adimensionale,ma un primo, fondamentale, passo per la determinazionedel sistema modulare, in cui bisogner, invece, entrare nel me-rito anche di aspetti dimensionali.Limpianto geometrico-compositivo del Caff pu essere sin-tetizzato come una sapiente commistione di assi e spazi cen-trici, che costituiscono un insieme organico grazie alcomplesso sistema di relazioni che li unisce:

    Tutte le strutture spaziali, sviluppate nel corso della storia

    1. Il Gran Ca, schemageometrico della pianta.

  • dellarchitettura, si basano sempre, o in un modo o in un altro, sulla centralizzazione,la longitudinalit e le loro combinazioni3.

    Lassunto di Norberg-Schlz stato ampiamente messo in discussione dallarchitettura in-formale degli ultimi anni che ne scardina i contenuti, ma pu essere, senza remore, ap-plicato allarchitettura classica o di ispirazione classica; il Caff di Damiani non faeccezione: al contrario, sembra esserne un perfetto esempio.

    Funzioni, percorsi e spazi

    La struttura geometrica acquista significato nel momento in cui si concretizzano funzioni,spazi, percorsi.Scomponendo le funzioni secondo il loro posizionamento lungo gli assi di simmetria sipu attribuire loro un ruolo gerarchico. Lungo lasse compositivo principale, infatti, hannoluogo funzioni di primaria importanza: si incontrano, in successione, la Grande sala dicompagnia e la Grande sala da gioco, intervallata da piccoli spazi con funzione di filtro,fino a raggiungere la Terrazza in parte scoperta e i Giardini con fontane.Le due sale, magnificenti e collegate spazialmente, costituiscono lossatura portante, siain termini dimensionali che funzionali. La terrazza, la cui forma ad esedra ne caratterizzalimportanza, va intesa come introduzione spaziale al bellissimo colonnato, che racchiudeuno spazio semicircolare a cielo aperto, da cui si accede al grande giardino, anchessocaratterizzato da una forma emiciclica.Il primo degli assi trasversali ospita, invece, due ingressi secondari e le Sale del caff, fil-trate da passaggi tra colonne binate alla Sala di compagnia. Un secondo asse trasversaleallinea le due Sale per bigliardi laterali con la Grande sala di gioco. La successione difunzioni distribuite lungo questi due assi costituisce un elemento di rafforzamento gerar-chico rispetto agli altri due che, pur allocando i giardini, costituiscono la traccia di posi-zionamento di vani la cui funzione pu essere ritenuta secondaria.Gli assi longitudinali secondari connotano un ruolo gerarchicamente importante, ma nondominante, in cui si trovano funzioni rilevanti, come quella delle Sale del caff, e funzionisecondarie, come quelle delle Sale per bigliardi e i giardini [figg. 2-3]. La struttura funzio-nale si interseca, dunque, con quella assiale, rafforzandone il significato: nei punti din-tersezione degli assi il cui ruolo si pu assumere come gerarchicamente pi importantesono collocate, infatti, le funzioni di maggiore rilievo. La composizione assiale marcataanche dal sistema degli accessi, che istituiscono importanti relazioni sia con gli spazi checon i Portici circondanti tutto ledificio, che rivestono il ruolo di collegamento perimetraledi tutti gli ambienti e di invito ai giardini. Lattribuzione delle funzioni laspetto determi-nante, infine, per la individuazione degli spazi chiusi, di quelli coperti, di quelli di connes-sione e di quelli ipetrali [fig. 4]. Gli spazi chiusi si sviluppano lungo lasse longitudinale e lungo i due assi trasversali prin-cipali di larghezza differente; tuttintorno si sviluppano i portici che fanno da limite peri-metrale della parte costruita delledificio. Sono coperti ma non chiusi, ad andamento

  • mistilineo che si curva in corrispondenza del giardino retro-stante, con evidente funzione di filtro spaziale tra le parti chiusee gli spazi aperti.Infine, i giardini: di essi, quattro sono racchiusi tra le pareti delcorpo centrale e le due ali del colonnato, definendo ambitispaziali che sono esterni, se li consideriamo rispetto agli spazichiusi, ma risultano interni, in quanto inclusi dentro il peri-metro del colonnato che ha la funzione di delineare il volumeed il limite delledificio rispetto allambito circostante.Il giardino semicircolare , invece, identificabile chiaramentecome uno spazio esterno che, per, in quanto chiuso dallabalaustra visibile in sezione, risulta a tutti gli effetti parte inte-grante della composizione.

    Impianto modulare

    La prima domanda che ci si pone per stabilire le dimensionireali del progetto e del sistema modulare relativa alla scaladei disegni.La risposta non immediata, in quanto, in assenza di indica-zioni di scala, bisogna fare attente riflessioni per dedurla.

    2. Schema planimetrico dellefunzioni e degli accessi.

    3. Schema planimetrico dellefunzioni e degli assi disimmetria.

    4. Schema planimetrico deglispazi: in grigio scuro gli spazichiusi, in grigio chiaro il porticoe la terrazza, in verde i giardini.

  • Il primissimo aspetto riguarda il rapporto di scala relativo tra la pianta e gli alzati. Risul-tando evidente che la pianta ad una scala inferiore, bisogna capire di quanto gli alzatisiano pi grandi.Prendendo punti di riferimento architettonici perfettamente identici, sia in pianta che in al-zato, si passati ad una misurazione diretta: ne risultato, prendendo pi di una decinadi campioni, un rapporto tra le misure di punti planimetrici e dei punti omologhi deglialzati che varia da 3.97 a 4.02, con scarti poco pi che millimetrici. A meno delle inevi-tabili imprecisioni che i disegni a mano comportano, sembra legittimo assumere che ilrapporto tra il disegno in pianta e quello degli alzati sia di 1:4.Prima di definire la scala grafica bisogna fare considerazioni fondamentali sulluso del-lunit di misura adottata. Per fare questo occorre considerare la collocazione temporalee geografica del progetto. Si scritto che stato presentato nel 1863, quattro anni dopolarrivo di Damiani Almeyda in Sicilia. Le ipotesi percorribili sono tre: la prima, che Damiani abbia redatto il progetto quanderaancora a Napoli, applicando il sistema di misure allora in uso in quella regione; la se-conda, che, indipendentemente dal luogo della stesura, abbia scelto il sistema metricodecimale, entrato in vigore nel 1861, avendone familiarit in quanto Ingegnere di Pontie Strade; la terza, che la stesura del progetto sia da inquadrare tra il 1859, anno del suoarrivo in Sicilia, e il 1863, anno di presentazione, e che larchitetto si confrontasse con ilsistema locale di misurazione.Lipotesi che il progetto sia stato redatto con il sistema mensorio in uso a Napoli in queglianni4 scartata in quanto non d vita ad uno schema modulare sovrapponibile ai disegnisecondo un criterio attendibile. Anche lipotesi delluso del sistema metrico lascia spazio a molte perplessit, in quantonon si riscontrano quasi mai misure che possano essere accettabili, data la presenza co-stante di decimali ed unapprente mancanza di criterio modulare.In quanto alla collocazione geografica sembra, inoltre, pi probabile che il progetto, cosdefinito e dettagliato, fosse stato redatto proprio per la partecipazione allEsposizione incui fu presentato e, quindi, che fu disegnato durante i suoi primi anni siciliani., pertanto, molto probabile che, al momento della stesura, Damiani fosse gi venuto incontatto con il sistema mensorio siciliano, basato su canne, palmi ed onze5, che da lui stato sicuramente adottato, come dimostra la presenza di strumenti di rilievo e di disegnopresenti in archivio, tarati secondo questo sistema metrico.Tra i suoi strumenti di lavoro, infatti, presente una regola in ferro di 1,028 m, corrispondente,considerando un po di abrasione, ad una mezza canna legale (1,032 m) e divisa in quattropalmi, di cui il primo diviso in 3 parti da 4 onze, lultimo in due parti da 6 onze.In altri righelli per disegno, inoltre, si trovano diciture quali Scala di 1/300 di palmo eScala delle altezze verticali e dei profili trasversali ad 1/2006. Non v dubbio, dunque,che Damiani non solo conoscesse, ma utilizzasse il sistema mensorio in uso in quel tempoin Sicilia e se ne servisse sia per il rilevamento architettonico, sia per il disegno. Le anno-tazioni su molti disegni e la presenza di strumenti con fattori di riduzione decimali confer-mano, inoltre, lipotesi di un sistema ibrido di rappresentazione basato su canne, palmied onze e fattori di riduzione decimali e centesimali7.

  • Si consideri, inoltre, che il sistema basato su canne, palmi ed onze era legalmente utilizzatofino al 1866 e probabilmente lo stato ancora a lungo, quanto meno nella pratica co-struttiva corrente. Bench nel 1861 fosse stato formalmente adottato il sistema metrico, isistemi locali, spesso molto diversi tra loro, hanno continuato ad essere utilizzati ancoraper molto tempo, al punto che, ancora nel 1934, un Decreto Regio ha sentito il bisognodi riconoscerne limportanza:

    I pesi e le misure, indicati negli usi e nelle consuetudini in forma diversa da quella delsistema metrico decimale, saranno espressi anche nei corrispondenti pesi e misure delpredetto sistema8.

    Il decreto citato faceva riferimento principalmente a pesi e misure per il commercio, ma chiaro che il sistema di misura, nella sua totalit, fosse talmente radicato da richiederemolto tempo per essere sostituito da quello metrico. Il fatto, dunque, che la stesura delprogetto fosse realizzata quando gi il sistema metrico era gi stato introdotto, non sembraessere una motivazione sufficiente per considerarne lapplicazione.Si ritiene, dunque, che il sistema di misura adottato sia quello in canne, palmi ed onze eche le scale di rappresentazione siano di 1/200 per la planimetria e di 1/50 per gli alzati,compatibili con una plausibile ipotesi di dimensionamento delledificio: gli spazi interni,ad esempio, avrebbero unaltezza superiore ai 7 m nelle Sale del Caff, e di circa 13 mnella sala principale a doppia altezza e nella Grande sala da Gioco, misure accettabiliper un progetto che, sicuramente, aveva pretese di magnificenza. Le misure sono compa-tibili anche con laltezza degli ambienti di servizio visibili in sezione, di 1.97 m allimpostadella volta e circa 3,00 m al suo colmo, adatte a vani di lavoro.Lipotesi sembra confermata dalla formulazione di uno schema modulare complesso e raf-finato. La scansione modulare stata ipotizzata prendendo degli assi principali di riferi-mento, quali lasse di simmetria longitudinale, gli assi di simmetria dei due corpi laterali,gli assi delle colonne e dei pilastri liberi e gli assi murari.Secondo questa impostazione si riscontra lapplicazione di un modulo base, m, di 5 palmi,declinato secondo multipli di 2, 3, 5 [fig. 5]. Cominciando ad analizzare il fronte principale, si ha la seguente scansione modulare: a(2m), nella porzione muraria angolare, e b (3m), che sottende il posizionamento dellin-tercolumnio e delle paraste dei corpi laterali, nonch lampiezza del vano principale din-gresso. Il modulo b risulta essere determinante in tutta la composizione, in quanto lo siritrova anche negli intercolumni dei fronti laterali e in quelli delle chiostrine.Lo si ritrova anche nei due gruppi tetrastili che fanno da filtro tra la prima grande sala inprossimit dellingresso e le due sale laterali: il loro posizionamento determinato da unrapporto di 2/1 in cui lintercolumnio maggiore dato da b (3m) e quello minore da b/2(7 palmi e 6 onze).Il modulo b spesso affiancato ad a, nella relazione proporzionale di 3/2 e con essocontribuisce alla costruzione di un modulo c (5m), derivante da a + b. Il modulo c si ri-trova in soluzioni determinate sia da un affiancamento di a + b, sia in presenza di con-trazioni modulari. il caso, ad esempio, dei fronti secondari: qui il modulo b, che

  • 5. Schema modulare dellapianta.

  • definisce come detto lintercolumnio, incastonato ai lati da due moduli di 14m (d);sembrerebbero apparentemente immotivati fino a quando non si mettono in relazionecon le piccole porzioni murarie di 11m (e), ricomponendo, in questo modo, il modulo cdi 5m, pari a 25 palmi.Limportanza del modulo c visibile sul fronte principale, in cui b + a + b + a + b= 2c, ma la si pu apprezzare anche sul fronte laterale, come modulo necessario a risol-vere problemi di misure sottomodulari non multiple di m. A sottolinearne limportanza,inoltre, il gruppo tetrastilo della Grande sala da gioco che, sicuramente, pu essereconsiderato uno degli ambienti pi importanti di tutto il progetto [fig. 6]. Sui fronti laterali, infine, si possono chiaramente distinguere tre macromoduli, indicati conla lettera g, che sono il risultato della somma di b + 2d, in quanto costituiti dai gruppi didue colonne, visibili anche sul fronte principale e dalle paraste ad esse limitrofe. Il modulog non visibile sul fronte principale in quanto le colonne sono chiuse, in corrispondenzadellangolo esterno, da una parasta angolare, e, in corrispondenza dellintersezione delcolonnato con lavancorpo centrale, da una parasta muraria che non pu essere la suasimmetrica: in questo caso la differenza tra i moduli adiacenti a b di un palmo perognuno [figg. 7-8]. Si in presenza, dunque, di un ritmo molto complesso, che fugge da una banale ripeti-zione di una singola misura, ma aspira allarmonia grazie ad una composizione modularemolto ricercata.Il sistema modulare subisce, in alzato, alcuni accorgimenti in corrispondenza delle ine-vitabili correzioni angolari: il modulo a indicato in pianta, infatti, riferito allasse mu-rario, ma se prendiamo in considerazione la parasta che chiude il piccolo colonnatolaterale risulta chiaramente visibile, in pianta, che lasse della parasta su prospetto leggermente spostato rispetto a quello murario. Questo fa s che il modulo a si espanda,diventando a (2m + 6 onze) e il modulo b laterale subisca una corrispondente contra-zione (da b a b, pari a 14 palmi e 6 onze, cio a 15 palmi meno le 6 onze risultantidal disassamento della parasta).Il modulo a riportato anche nelle porzioni murarie adiacenti al fornice principale, in cuisono inserite le nicchie. Anche in questo caso il disassamento della parasta angolare ge-nera unalterazione di 6 onze, per cui al ritmo a, b/2, b, b/2, a, considerando che il mo-dulo centrale b rimane invariato, si sostituisce il ritmo, alla luce delle correzioni suddette,a (a + 6 onze), b/2 - 6 onze, b, b/2 - 6 onze, a (a + 6 onze). Le ali laterali, caratterizzateplanimetricamente dal ritmo a, b, b, b, hanno, in alzato, il ritmo modulare di a (a + 6onze), b (b 6 onze), b (invariato), b (b - 6 onze) [fig. 9]. Per la struttura modulare della partizione architettonica dellalzato si riscontrano moltemisure multiple di 1 palmo: il diametro di base della colonna misura 3 palmi, la lar-ghezza della parasta risulta essere di 2 palmi, solo per prendere in considerazione dueelementi fondamentali.A questa misura va affiancato un sottomodulo di 8 onze, pari a 2/3 di palmo, la cuiintroduzione consente di stabilire alcune misure generali e di dettaglio. Se si ipotizzaun modulo h di 32 onze, pari a 2 palmi e 8 onze, infatti, si possono dimensionaremolti elementi: la colonna ionica risulta di 10 h, la base del fusto alta 3,5 h, il capi-

  • tello corinzio alto h, mentre quello ionico 3/4 h, la fasciadecorativa sotto le finestre 1/2 h, mentre la fascia postasopra le finestre e la porta posta ad unaltezza di 8 h [fig.10]. Anche per gli alzati sembra esserci, dunque, un complessosistema di controllo dimensionale, basato sulluso di multiplie sottomultipli dei moduli assunti come basilari.

    6-7-8. Schema modulare dellapianta, particolari.

  • Analisi dei prospetti

    Losservazione attenta del prospetto rivela intenzioni progettualiche sono state evidenziate grazie ad artifici grafici.Uno dei temi desumibili quello della composizione che d ri-salto al volume principale rispetto ai corpi laterali pi bassi.Il corpo principale quello che ospita lingresso ed copertoda falde inclinate. La sua importanza marcata dalla mag-giore altezza e dalla copertura a spioventi. Non ha uno svi-luppo altimetrico tale da ospitare compiutamente un secondoordine architettonico, soltanto accennato in due paraste an-golari, ma non v dubbio che rivesta una funzione composi-tiva gerarchicamente dominante.Affiancate ad esso, le due ali laterali assumono un ruolo de-cisamente subordinato, sia sotto laspetto dimensionale chesotto quello volumetrico: laltezza si ferma in corrispondenzadella trabeazione e il volume degrada tramite il piano incli-nato della falda del tetto sino alla balaustra della terrazza,la cui massa muraria volutamente alleggerita dalla pre-senza di una trama traforata; a questo si aggiunga il forte ef-fetto di svuotamento della massa determinato dalla presenzadel colonnato.Tutta la composizione poggiata su un basamento che, anchese non presenta unaltezza elevata, conferisce un indispensa-bile ruolo di transizione tra il terreno e ledificio, nel rispettodei dettami dellarchitettura classica.La composizione ha uno sviluppo altimetrico che va riducen-dosi verso lalto e culmina nel punto di colmo della coperturadel corpo centrale.Il rapporto delle masse murarie enfatizzato dalla dislocazionedei vuoti: il corpo centrale presenta soltanto una grande aper-tura che va dal pavimento sino allimposta della trabeazione,chiusa, sopra la cornice, da unapertura semicircolare. Leffetto quello di accentuare la massa del volume centrale che risultasvuotato soltanto al centro.Al contrario, i corpi laterali sono ampiamente svuotati daglispazi del colonnato, che va a collimare con la massa del vo-lume centrale, enfatizzandone il risalto. A chiudere la compo-sizione le due masse murarie laterali.La contrapposizione dei volumi, il ritmo e la dimensione dellebucature, gli elementi architettonici principali, sono accostatiin un insieme che riesce a trovare un elegante equilibrio tra ledirezioni orizzontali e quelle verticali. Laltezza complessiva, in-

    9. Schema modulare delprospetto.

    10. Schema modulare delprospetto, particolare.

  • fatti, definisce un edificio a sviluppo decisamente orizzontale,sottolineato dal basamento, poco sviluppato in altezza, e dallatrabeazione, che corre lungo tutto il perimetro delledificiosenza soluzione di continuit.Lattenzione allequilibrio tra orizzontalit e verticalit rivela unacapacit progettuale e una sensibilit ai temi dellarchitetturadi grande spessore:

    Le propriet dello spazio umano sono costituite dal sim-bolo dellasse verticale e dalla zona di espansione delpiano orizzontale9.

    Per evitare leffetto di schiacciamento sono inseriti diversi ele-menti che bilanciano il ridotto sviluppo verticale. Innanzi tutto,come si visto, il corpo centrale decisamente pi alto diquelli laterali e questo un primo elemento determinante perequilibrare la composizione. Sempre il corpo centrale presentaaltri elementi verticalizzanti: la sovrapposizione di bucature che

    11. Analisi altimetrica: studiodella masse, delle componentiorizzontali e verticali, di pieni evuoti.

  • enfatizzano fortemente la verticalit dellasse di simmetria, le paraste che marcano gli spi-goli, gli stipiti dellapertura e il sostegno dellarco centrale, le due nicchie laterali, le duepiccole paraste sopra la trabeazione, nonch i due alti lampioni che affiancano la scaladingresso.Anche nei corpi laterali, che essendo pi bassi avrebbero potuto determinare uneccessivaorizzontalit, sono stati inseriti diversi elementi con funzione verticalizzante: le colonne, leparaste nella porzione muraria, le bucature a prevalente sviluppo verticale, la proporzionedegli spazi del colonnato, formano un insieme capace di contribuire allarmonia generaledella composizione [fig. 11].

    Analisi volumetrica

    La composizione volumetrica delledificio si articola secondo una gerarchia che manifesta,per mezzo delle masse costruttive, funzioni e spazi primari e secondari. Lassialit riscon-trata nellanalisi planimetrica rispettata anche nellarticolazione volumetrica che, lungolasse longitudinale principale, propone la successione dei tre volumi dominanti. Il primo,in prossimit dellingresso, identifica la Grande sala di compagnia, ed enfatizzato, oltreche dalla copertura a doppio spiovente, da una leggera traslazione in avanti rispetto aicorpi laterali contigui; il volume dominante, sia in termini di massa muraria, sia perquanto riguarda laltezza. Si eleva con decisione rispetto ai corpi laterali e ai colonnati,ed senza dubbio il volume pi importante di tutta la composizione.Il secondo, in corrispondenza della Grande sala da gioco, manifesta allesterno la formaquadrata, visibile in pianta, marcata anche in sommit dalle falde del padiglione; laltezzadella massa muraria di poco inferiore a quella del corpo principale, e il volume rastremaverso lalto con forma troncopiramidale dalla cornice in poi, fino alla conclusione del pic-colo lanternino in corrispondenza della cupola interna.Chiude questa successione longitudinale il volume cavo dellesedra retrostante, che copreparzialmente la Terrazza in parte scoperta, costituito da due parti: una massa muraria aforma di parallelepipedo, scavata internamente da un semicilindro, sormontata da unasemicalotta cava. Laltezza di questo elemento conclusivo decisamente inferiore a quelladei volumi delle sale, in perfetta coerenza con la funzione secondaria di filtro tra linternoe il colonnato curvo che introduce al giardino retrostante [fig. 12]. Tra i tre volumi appena descritti si inseriscono dei piccoli volumi, decisamente pi ridottisia in termini di massa muraria che in termini di altezza, in cui sono allocati delle piccoleSale comuni con funzione di transizione.Lungo lasse longitudinale principale si snoda, dunque, uno sviluppo volumetrico deter-minato da un ordine gerarchico, decrescente dallingresso verso il retro, in cui il volumeprincipale si impone per altezza e massa muraria, un secondo volume fortemente ca-ratterizzato dalla forma quadrata ma meno imponente in altezza, e il terzo, pur caratteriz-zato da una forma dominante come quella derivante dalla sfera, attenua la sua presenzain quanto svuotato nella massa e notevolmente ridimensionato, rispetto agli altri due, intermini altimetrici. La presenza dei volumi secondari delle sale comuni assicura, infine, la

  • 12. Studio volumetrico.

  • distinzione volumetrica da quelli principali, evitando continuit murarie che ne avrebberoindebolito il ruolo.Coerentemente con lo schema planimetrico, lungo gli assi trasversali, i volumi principalisono affiancati da volumi secondari che rispettano il criterio di simmetria speculare secondolasse longitudinale. In corrispondenza del primo asse trasversale la Grande sala di com-pagnia affiancata dalle due Sale del Caff, definite da due volumi molto semplici i cuilati, considerando la massa muraria in continuit con la massa della balaustra, definisconoun cubo. Lipotesi della continuit tra il muro che delimita le sale e la balaustra al di sopradelle falde di copertura pu sembrare non corretta in quanto, in sezione, non si osserva laperfetta complanarit del muro con la balaustra, ma, ribaltando in prospetto la misura del-lingombro murario della sala si interseca perfettamente la sommit della balaustra, la-sciando intravedere la possibilit di una scelta volumetrica non casuale. Lipotesi che fosseun tema progettuale anche avallata dalla correzione del posizionamento della balaustrache Damiani apporta nel progetto pubblicato successivamente nelle Istituzioni Architettoni-che, in cui si ha la netta sensazione che la scelta volumetrica sia stata perfezionata.Spostandosi sul secondo asse trasversale si incontrano due volumi a forma di parallelepi-pedo in cui trovano spazio le Sale per bigliardi, che non definiscono una massa murariain quanto delimitate da colonne e vetrate.Le due sale hanno unestensione planimetrica inferiore rispetto alle Sale del caff ed unminore sviluppo altimetrico, per cui, coerentemente a quanto avviene con i volumi princi-pali, si osserva una riduzione volumetrica nella gerarchia complessiva man mano che ci siallontana dallingresso principale.La composizione sin qui descritta si articola tramite semplice affiancamento di volumi dallaforma chiaramente riconoscibile, nel rispetto della linguistica compositiva classica in cuisi ha la predilezione per i volumi semplici, unitari, chiusi10. La si pu sintetizzare in unasuccessione di masse che si giustappongono lungo lasse longitudinale, a cui si affiancanole masse laterali lungo gli assi trasversali, secondo un criterio di forza decrescente dallin-gresso principale verso il retro.Tutti i volumi sono delimitati dai Portici circondanti tutto ledificio, in cui si alternano porzionimurarie a spazi colonnati, che fungono da anello di chiusura di tutta la composizione, e dafiltro tra i volumi trasversali. La loro altezza e la loro massa muraria, che alterna pieni e vuoti,risulta perfettamente coerente con il loro ruolo di connessione spaziale e funzionale [fig. 13]. La presenza dellordine architettonico, elemento fortemente caratterizzante delledificio,non indebolisce la partizione volumetrica:

    Il concetto di volumi semplici ed unitari valido anche quando essi risultano da so-vrapposizione di parti secondarie, ad esempio dalla presenza di ordini11;

    al contrario, introduce elementi che marcano i volumi. Lo si riscontra nel caso degli spio-venti del corpo principale, sottolineati da una importante cornice, e nel caso della tra-beazione, il cui ruolo risulta determinante in quanto, oltre ad evidenziare la continuitdel portico, ne sottolinea la funzione di recinto murario e costituisce un elemento dicucitura con il volume principale; pur interrompendosi in corrispondenza del corpo cen-

  • trale riesce a dare continuit a tutta la composizione volume-trica dando vita ad una di quelle contraddizioni che arric-chiscono larchitettura12.Tutto ledificio, infine, poggia su un basamento in cui sono al-locate le scale dingresso. La sua presenza realizza il canoneclassico della tripartizione secondo cui in un edificio vi deveessere una parte basamentale che fa da appoggio e da tran-sizione tra il terreno e ledificio, una parte intermedia, di solitocaratterizzata dalla presenza dellordine classico, e da un co-ronamento, che delimita ledificio in altezza e ne descrive latransizione con il cielo:

    Un luogo artificiale comunque qualcosa di pi di unospazio con possibilit variabili di apertura: nella suaqualit di edificio appoggia sul terreno e si eleva versoil cielo13.

    13. Studio volumetrico.

  • La ricerca di un legame con il suolo e con il cielo visibile nelprogetto di Damiani: la partizione fortemente caratterizzatadalla presenza del basamento su cui poggia ledificio e, manmano che la composizione si sviluppa verso lalto, si vanno as-sottigliando i volumi, conclusi in sommit da elementi decorativio funzionali (quali il decoro metallico floreale sopra il timpanocentrale o le balaustre traforate) che ne alleggeriscono la massain prossimit del loro coronamento superiore [fig. 14].

    Configurazione degli spazi interni

    La natura morfologica degli spazi interni risulta coerente conla scelta progettuale di realizzare volumi semplici ben distintitra loro e ne ricalca la scansione pur negandone, spesso, laconformazione esterna.

    14. Studio volumetrico.

  • La Grande sala di compagnia che, come si visto, d vita alvolume gerarchicamente dominante ed , funzionalmente, unodegli spazi pi importanti, presenta, in realt, una configura-zione spaziale relativamente semplice, caratterizzata da unacopertura piana introdotta da una cornice ad aggetti progres-sivi. Dalla descrizione ci si potrebbe aspettare uno spazio sem-plice se non, addirittura banale, ma non cos. La sala, infatti,va considerata come facente parte di un insieme spazialemolto raffinato.Innanzi tutto, impreziosita da due spazi di transizione, in cor-rispondenza dellingresso e del passaggio alla Grande sala dagioco, coperti da volte a botte con cassettoni ottagonali; ,poi, connessa, spazialmente, con le Grandi sale del caff, tra-mite filtri colonnati che, contemporaneamente, separano i vanima ne filtrano la continuit; sopra la trabeazione, inoltre, lospazio si allarga nelle logge scandite dalle cariatidi. Pur ipo-tizzando, in assenza di informazioni specifiche14, una coperturadelle sale del caff, e in assenza di soluzioni formali che ca-ratterizzano con enfasi la sala, si in presenza di un ambitospaziale complesso, frutto di continuit a volte sottolineate, avolte negate, di grande forza espressiva. un insieme costituito da giustapposizione di cellule sempliciche grazie alla presenza di arretramenti, variazioni altimetriche,filtri colonnati e pavimentazioni, si manifestano, contempora-neamente, sia come spazi riconoscibili singolarmente sia comeframmenti di un continuum spaziale.Laltro complesso spaziale interno si ha in corrispondenza dellaGrande sala da gioco. Qui il volume a base quadrangolare,chiuso in sommit dal padiglione tronco piramidale, cela unsistema voltato di chiara ispirazione rinascimentale. Il vanoquadrato