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FOTONOTIZIARIO CUNEESE
a cura di Pierluigi Manzone
testi di:
Fabio Bailo
Dora Damiano
Alessandra Demichelis
Pierluigi Manzone
Alberto Pignata
FOTOGRAFI E FOTOGRAFIADI PROVINCIA
Studi e ricerchesulla fotografia nel Cuneese
Biblioteca Civica di Cuneo
Nerosubianco
Ringraziamenti
Alessandro Spedale, Assessore per la Cultura, Cuneo
Gianfranco Maggi, Dirigente del Settore Cultura, Cuneo
Stefania Chiavero, Direttore della Biblioteca Civica, Cuneo
Livio Berardo, Presidente dellIstituto Storico della Resistenza e della Societ Contemporanea in Provincia di Cuneo
Michele Calandri, Direttore dellIstituto Storico della Resistenza e della Societ Contemporanea in Provincia di Cuneo
Pierangelo Cavanna, Universit degli Studi, Torino
Angelo Schwarz, Accademia Albertina delle Belle Arti, Torino
Claudio Zagami, Biblioteca Civica, Cuneo
Giorgio Olivero
Elisa Pellegrino
Riproduzioni a cura di
Archivio Storico della Resistenza e della Societ Contemporanea in Provincia di Cuneo, Fabio Bailo,
Pierluigi Manzone, Giorgio Olivero
2008
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Indice
Introduzione di Alessandro Spedale pag. 7
Fotonotiziario cuneese, un commento di Giorgio Olivero 8
Un repertorio dei fotografi piemontesi 1839-1915 a cura di Pierluigi Manzone 11
Elenco per ordine alfabetico 13
Elenco fotografi per ordine di citt dappartenenza 99
Una analisi dei dati 109
Insegne e onorificenze dei principali atelier di fotografia in provincia di Cuneo 111
Leonilda Prato: storia di un archivio di Alessandra Demichelis 122
Pignatta, da Sampeyre a Busca: centanni di fotografia di Alberto Pignata 127
Fotografi a Bra tra Otto e Novecento di Fabio Bailo 139
Una bibliografia della fotografia in provincia di Cuneo a cura di Dora Damiano 151
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Uno degli obiettivi primari della fotografia, fin dai tempi della sua nascita e ancora ai giorni nostri,
stato quello della registrazione della realt, con la finalit della sua visione in tempi, in luoghi
e verso spettatori diversi da quello ove la realt si inizialmente manifestata.
Attualmente la fotografia e continua ad essere una creazione destinata allocchio. Locchio del
fotografo comunica direttamente con locchio dello spettatore, uniti da quel filo tuttaltro che sottile
che il manufatto stesso della fotografia.
Proprio perch la fotografia ha segnato ed accompagnato le nostre storie, importante
valorizzare e conoscere chi, sin dai primi tempi, si cimentato in questa arte.
In questa pubblicazione vogliamo dare lopportunit di conoscere parte della storia della fotografia
presentando un repertorio dei fotografi piemontesi tra il 1839 e il 1915, ed una serie di articoli
biografici e di immagini depoca interessanti sia dal punto di vista dei soggetti ma soprattutto
per le informazioni storiche che riportano.
Laugurio che vuole guidare questa iniziativa che, come sottolineava la grande fotografa Margaret
Bourke-White, la fotografia sia Trovare qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno avrebbe potuto
immaginare prima , soprattutto perch chi ha fatto gli scatti ... oltre ad essere fotografo un essere
umano un po speciale, capace di guardare in profondit dove altri tirerebbero dritto.
Alessandro SpedaleAssessore per la Cultura - Citt di Cuneo
Fotonotiziario cuneese, un commento
di Giorgio Olivero
Nasce con questo titolo una nuova pubblicazione, un quaderno di ricerche sullevoluzione della
fotografia in Piemonte. Il volume, curato da Pierluigi Manzone, con contributi di Fabio Bailo,
Dora Damiano, Alessandra Demichelis, Pierluigi Manzone e Alberto Pignata, si presenta sotto
forma di quaderno, dandoci subito lidea di una collana e dunque una speranza di continuit.
Scrivo queste righe con la passione che da sempre condivido con lamico Pierluigi e con la strana
e divertita paura di essere un giorno schedato, in quanto fotografo, dalla ricerca
documentaristica, nella continuazione di Un repertorio dei fotografi piemontesi. 1839-1915.
Il lavoro si presenta, per una sua umilt concettuale, come un lavoro compilativo. Tuttavia questo
termine non deve indurre a una lettura riduttiva. La raccolta di dati, che comprende
necessariamente la ricerca, lordinamento, la scrematura e la stesura dei risultati, si basa su alcune
premesse importanti che non sempre si ritrovano nei lavori di catalogazione. Manzone inizia
mosso dalla passione per limmagine fotografica, una passione non romantica ma metodica, e
raccoglie negli anni fotografie: dagherrotipi, albumine, stampe ai sali dargento. Le archivia e le
protegge, mette in atto un atteggiamento di tutela, che il riconoscimento del valore di un oggetto
che attraversa il tempo e si trasforma in documento storico. Con laumentare della collezione
scheda, riordina e inizia la ricerca dei metadati, delle informazioni collaterali alloggetto, come
il periodo di realizzazione della fotografia, la tecnica, lautore e tutti i dati che riesce a reperire.
A questo punto sposta la sua attenzione dalloggetto al fenomeno sociale e con latteggiamento
del ricercatore va nelle biblioteche, negli archivi delle camere di commercio, dei comuni e redige
gli elenchi degli studi fotografici, dei fotografi, dei fondi gi archiviati.
Perch dunque mi sono permesso di definire questo un atteggiamento di umilt concettuale?
Proprio perch il suo un modo di lavorare monacale; per scelta (e per storia) si limita al lavoro
elencato sopra, vuole tenere un profilo basso, ritenendo di non doversi (anche se lui dice potersi)
arrogare il diritto di andare oltre. Quellandare oltre che studiare, trarre conclusioni dalla
ricerca. Al di l delle scelte personali, questo atteggiamento dimostra una generosit non comune
che andr ricordata e riconosciuta per la peculiarit che il nome tecnico base dati contiene:
lessere la base di ogni lavoro futuro che intenda occuparsi della storia della fotografia nella
provincia piemontese. Infatti, anche se non sono pochi gli scritti che si sono occupati
dellargomento, si tratta principalmente di monografie o cataloghi di mostre, sono lavori che per
quanto importanti trattano sempre di un singolo fotografo e che dunque rendono meno immediato
lo sguardo analitico comparativo. Cos come lo studio, per quanto eccellente, svolto dalle
universit e dalle accademie, resta lontano dalle scuole ordinarie, lasciandoci in un analfabetismo
visivo che in quella che universalmente considerata la civilt dellimmagine non pu non far
pensare che a un colpevole, deliberato, assordante silenzio. Da sempre, sappiamo che lignoranza
rende luomo schiavo. in questo paesaggio che il Fotonotiziario Cuneese, sostenuto
dallilluminata Biblioteca del Comune di Cuneo, assume un valore che va oltre il repertorio dei
fotografi piemontesi, la bibliografia di Dora Damiano e i ricchi racconti sui professionisti locali
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curati da Alberto Pignata, Fabio Bailo, e Alessandra Demichelis. La fotografia nelle province,
lontana dai Cartier Bresson, dai Capa, ma anche dagli italianissimi Alinari, rimasta sempre
relegata allidea di bottega, di quotidianit e di commercio. Un po, proprio, per un malsano e
rivendicato provincialismo da sempre contrapposto alla presunta supponenza della citt capitale
che limita la circolazione delle informazioni vincolandole alle mode del momento pi che a un
normale logico progredire. Un po perch gli operatori, i fotografi, hanno sempre privilegiato la
crescita tecnica a quella culturale; viziati dalla bottega che relega lo studio della forma e della
comunicativit allidea di artisticit, che riduttiva non solo nellaccezione popolare ma soprattutto
nella sostanza, quando rimane veicolo pubblicitario commerciale e non diventa consapevolezza
culturale. Non si dimentichi anche lasservimento al Potere, che ancor oggi assoggetta il fotografo
alla Questura per la tutela del buon costume. su questo terreno che oggi pu, perch abbiamo
detto ora, nascere uno studio e un dibattito sullimmagine fotografica in provincia. Credo che
questo lavoro abbia due possibili letture e due interessanti pregi. La prima, nellimmediato, ci
mostra un repertorio che, per quanto puntuale, per natura e negli intenti, da aggiornare nel
futuro. Questo repertorio pu essere oggi analizzato per trarre un quadro, non solo statistico,
ma anche e soprattutto storico, del fenomeno. Un quadro storico che, proprio perch legato al
territorio, pu essere esportato, e confrontato, su altre regioni italiane. La seconda lettura, meno
pragmatica, meno numerica, meno fenomenologica, ci porta in una dimensione temporale,
invece, molto ampia. Questo lavoro arriva in un momento storico della fotografia interessante e
determinante. Nel primo, e non ancora finito, decennio del nuovo millennio, la fotografia ha
mutato i suoi fondamenti passando dalla chimica alla forma numerica, digitale. Questo
cambiamento, che non intacca la radice del termine, scrivere con la luce, ha tuttavia segnato un
confine ormai netto e imprescindibile. Ha sigillato un cambiamento di costume che dalla
fotografia intesa come evento eccezionale e di documento temporale, diventata ripetizione
continua e a volte ossessiva del reale. Si passati cio dalla fotografia che ritraeva un paesaggio
naturale o urbano elevandolo a memoria, ad una quantit inguardabil