giornale di cultura, tecnica, informazione politico … · 2010-12-17 · ancora in marcia!...

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ancora IN MARCIA! GIORNALE DI CULTURA, TECNICA, INFORMAZIONE POLITICO-SINDACALE ANNO XXV - N. 8 - 2006 www.ancorainmarcia.it PERIODICO MENSILE - Registrazione 3083 del 29.11.1982 del Tribunale di Firenze - Iscritto al Registro Nazionale della Stampa con il numero 01677-17-609 il 1/10/85 - Direttore Responsabile: Massimo Cervelli - Proprietà: Asso- ciazione Augusto Castrucci onlus - Stampa: Litografia I.P. - Firenze - Spedizione in A. P. - art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Firenze. Redazione - ANCORA IN MARCIA - Via del Romito, 7 - 50134 Firenze - CONTRI- BUTO: 14 EURO da effettuarsi tramite gli incaricati od attraverso il c/c postale n. 32842528 intestato a “Associazione Sempre in Marcia” Via del Romito, 7- 50134 Firenze - Per informazioni: tel. 967/2218 oppure 055.2352218, nelle ore di ufficio anche 055.480166; fax 055.4631872 - contiene i.r. Licenziamenti: Licenziamenti: RIASSUNTO RIASSUNTO DANTE DE ANGELIS DANTE DE ANGELIS Vittoria. Adesso ... gli altri Vigilante: Vigilante: L L ’UOMO MOR ’UOMO MOR TO TO E’ MORIBONDO E’ MORIBONDO In attesa ... continuiamo coi rifiuti incidenti incidenti METROPOLIT METROPOLIT ANA ROMA: ANA ROMA: VITTIME E FERITI VITTIME E FERITI Macchinista Solo con Uomo morto ancora incidenti ferroviari 150 MORTI IN QUATTRO MESI pagg. 6 e 7 Agente solo: MASSIMO MASSIMO ALLARME ALLARME Sindacati possibilisti UL UL TIMORA TIMORA pagg. 4 e 5 pag. 10 SCIOPERO SPOSTATO AL 2 E 3 DICEMBRE pagULT_1.qxp 19/01/07 11.42 Pagina 1

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ancoraIN MARCIA!

GIORNALE DI CULTURA, TECNICA, INFORMAZIONE POLITICO-SINDACALE

ANNO XXV - N. 8 - 2006

www.ancorainmarcia.it

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Macchinista solo:la redazione scrive alla... “politica”

al Ministro dei Trasportial Presidente del Consiglio

al Presidente della Camera dei Deputati al Presidente della Camera dei Senatori

ai componenti delle Commissioni Parlamentari “Lavoro” e “Trasporto”p.c. ai Segretari dei Partiti Politici tutti

Abbiamo appreso che il Ministro dei Trasporti sta preparando una nuova direttiva con la quale, tra lealtre cose, si ripropone l’utilizzazione di un solo macchinista alla guida dei treni italiani.

Questa notizia fa eco agli intendimenti espressi dalla dirigenza FS che, appena nominata dal nuovoGoverno, al primo incontro sindacale, ha esordito con la richiesta del macchinista solo, proponendolo addirit-tura come elemento di scambio per sanare la riassunzione dei licenziati e per eliminare il vigilante peraltro già“bandito” dalle USL.

Con questa lettera intendiamo segnalare che la guida dei treni con un solo macchinista è di per sé moti-vo di incremento dei rischi sia per i lavoratori che per la sicurezza dei viaggiatori. Prova ne sia che l’Italia, alconfronto con gli altri paesi in cui viene utilizzato il macchinista solo, vanta il migliore standard di sicurezzacon risultati nettamente superiori. I dati forniti a seguito dell’incidente di Crevalcore (17 morti), elaborati pro-prio dagli Uffici del Ministero in indirizzo, dimostrano tutto ciò in modo evidente ed anche le più recenti scia-gure ferroviarie accadute all’estero sono caratterizzate dalla condotta a macchinista solo il cui errore è la ragio-ne ricorrente dei disastri.

A dimostrazione della relazione esistente tra il numero di incidenti e l’impiego di uno o due macchini-sti, sottolineiamo il fatto che anche in Italia, dove pure l’utilizzo dell’agente unico è limitato e dove è comun-que previsto l’affiancamento del Capo Treno, la maggior parte dei più gravi incidenti sono riconducibili a que-sto tipo di equipaggio.

Le ultime sciagure ferroviarie accadute sono emblematiche: senza contare i feriti e gli invalidi si regi-strano centinaia di morti. 60 in Egitto, 49 nelle due tragedie accadute in Spagna, 21 in Germania e, proprio inquesti giorni, 6 in Francia.

In questi casi la commozione, la rabbia, il senso di impotenza assale l’opinione pubblica e, in partico-lare, gli addetti ai lavori. Ma davvero non si poteva fare nulla?

Il “macchinista solo” è motivato da ragioni puramente economiche e dalla supposta esigenza di realiz-zare condizioni di concorrenza nel mercato del trasporto ferroviario in fase di liberalizzazione. Non possiamo,non dobbiamo e non vogliamo inseguire e fare concorrenza all’Europa delle sciagure ferroviarie: abbia-mo il dovere di mantenere e custodire il primato della sicurezza nell’interesse del nostro Paese. La com-petizione con le altre reti e con le altre imprese di trasporto deve avvenire su sicurezza, efficienza e qualità. Nondobbiamo inseguire l’Europa dei disastri. Lo ripetiamo da sempre: la severità dei nostri regolamenti e l’e-quipaggio italiano, a doppio macchinista, ha garantito per tanti anni la migliore sicurezza ferroviaria europea,primato che ha retto nonostante sia stato messo in crisi dalla deregolamentazione e dai tagli indiscriminati pra-ticati in FS. I costi umani delle tragedie come queste ultime accadute non debbono entrare nel cinico cal-colo di convenienza economica tra costi di gestione aziendale e rimborsi ai familiari delle vittime.

L’eliminazione del Vacma e la riassunzione dei colleghi licenziati per aver preteso migliori condizionidi sicurezza non possono riportarci al “Macchinista Solo” introdotto dal fascismo e successivamente eliminato.

L’introduzione di tecnologie positive, da noi sempre auspicata, non può diventare il pretesto per elimi-nare il secondo macchinista e riallinearsi agli standard medi, ma deve servire ad innalzare e consolidare i livel-li di sicurezza delle nostre ferrovie.

Per queste ragioni, non vorremmo dover ricordare alla storia il primo governo dell’Unione e il primoMinistro dei trasporti Comunista, come responsabili della reintroduzione del macchinista solo alla guida deitreni; men che meno vorremmo ricordarcelo ogni volta “l’errore umano” a carico del macchinista conclude leindagini delle sciagure ferroviarie.

Il Comitato di Redazione ancora IN MARCIA! - Rivista storica dei Macchinisti Firenze, 17 ottobre 2006

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DANTE E’ TORNATO A ROMA S. LORENZO

Reintegrato col pagamento delle retribuzioni arretrate (e delle spese legali). Oggi, siamo più forti. Lo siamoinnanzitutto grazie a Dante che, anche nei momenti più duri, ha sempre avuto la forza per andare avanti, pernon cadere nelle trappole che di volta in volta gli venivano tese, con proposte di assunzioni qua e là, forse ancheconvenienti sul piano personale, ma su cui Dante non ha mai tentennato, nemmeno per un attimo. Un esempio di coerenza, di etica e di forza interiore davvero fuori dal comune. Non è stato facile, ma ci abbiamo sempre creduto e … avevamo ragione.

GLI ALTRI PROBLEMI

I licenziatiNon tutti sono stati reintegrati. Innanzitutto pensiamo ai tre colleghi di Report (Belfiore è già stato riassunto per sentenza) i qualisono stati “scaricati di brutto” perché l’avevano “… fatta grossa…”(poveri a noi).

Il rapporto ferrovieri/sindacatiSe oggi si discute ancora della riassunzione degli altri licenziati, è unicamente merito del movimento spontaneo che i ferrovieri e i

macchinisti hanno saputo animare, ritrovandosi non sotto le bandiere, ma sotto un’unica idea: il diritto alla dignità di chi lavora. E’così che abbiamo sensibilizzato la politica, gli organi di stampa e l’opinione pubblica. Dispiace constatare che questa capacità aggre-gativa non viene ritenuta un valore aggiunto dai sindacati, ma un aspetto disturbante.

L’incontro del 4 ottobre 2006Lo scambio proposto da Moretti, nell’ipotesi di accordo presentato, contiene elementi etici e spunti di riflessione che, per certi versi,sono sconvolgenti: noi riassumiamo i licenziati, voi ci date l’agente solo e vi togliamo il Vigilante.

Lo scambio è un colpo bassoNon ci aspettavamo un simile colpo da parte del nuovo a.d. Mauro Moretti, quello cioè di utilizzare la rimozione dell’Uomo Mortoe i Licenziamenti per mettere pressione al tavolo sindacale. In tale contesto, il macchinista solo contiene elementi di riflessionegravi, che sconfinano sul piano etico.

La mobilitazione In realtà è solo la mobilitazione che ha prodotto finora risultati straordinari: tenere alta la dignità della categoria e l’attenzione del-l’opinione pubblica su Uomo Morto e licenziamenti; pronunciamenti favorevoli da ASL Ispettori del lavoro, magistrati, province,regioni e Parlamento; tutte prospettive di mobilitazione in un panorama politico e sindacale cristallizzato.

L’agente solo, le illusioni e i disastriL’equipaggio di guida è una cosa seria e riteniamo che neanche un ex sindacalista può permettersi di scherzarci sopra. Le condi-zioni per viaggiare a macchinista solo non ci sono e qualsiasi forzatura in questa direzione porterà ad un abbassamento dei livelli disicurezza ed ad un forte ed irreversibile peggioramento delle nostre condizioni di lavoro.Circolano voci di aperture aziendali circa l’orario ed il salario. L’obbiettivo è quello di farci lavorare da soli con lo stesso orario dioggi altrimenti si perde ogni “convenienza”. Ma l’azienda è anche disposta a pagare qualche modesto prezzo per questo storicoobbiettivo e ci dobbiamo aspettare anche offerte allettanti di orario e di salario che verrebbero recuperate nei prossimi contratti.

Proposta Indecente Inoltre, presentarci una proposta indecente serve poi a rendere “digeribile” quella appena un pò meno peggiore contrattata dei sin-dacati.

AutotutelaSe non ci difendiamo da soli, e non teniamo al nostro futuro,stiamo certi che nessun altro lo farà per noi. Non dobbiamo vergognarcidi difende il nostro lavoro,la nostra salute e la sicurezza di tutti quelli che trasportiamo.NESSUNO CE LO DICE MA,QUANTI MACCHINISTI SAREBBERO IN ESUBERO ?QUANTI PICCOLI IMPIANTI CHIUDEREBBERO ?CHI NON AVESSE ANCORA MATURATO LA PENSIONE ?

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L’UOMO MORTO? …

AGENTE SOLOSINDACATI D’ACCORDO?

In occasione dell’ultimo contratto,abbiamo ascoltato, nelle assem-blee che il contratto era “buono”perché eliminava il rischio dellaconcorrenza e, tra l’altro, consenti-va di “spalmare” su molte catego-rie di ferrovieri le risorse recupera-te con l’eliminazione di buonaparte dello straordinario e di alcu-ne altre competenze del PdM.Applicato il CCNL 2003-2006,abbiamo constatato sui nostriturni, sulla nostra pelle, cosasignificasse quel “democratico”discorsetto in termini di sacrifici emaggiori carichi di lavoro.I segnali che giungono oggi da piùparti sembrano assai simili a quel-la vicenda.Alla proposta delle FS, i sindacatihanno infatti risposto “se ne parlanel prossimo contratto”.C’è già chi si sta fregando le manie sta facendo i conti di come ripar-tire quei soldi in aumenti tabellari,premi e indennità varie. IL PERICOLO Non tutti i macchinisti hanno capi-to cosa significherebbe la sceltadell’agente solo per il nostro futu-ro, per la nostra sicurezza, per lanostra qualità della vita. Sono inmolti a chiedere: ma che ci danno?Molti però hanno da tempo capitoche l’agente solo sarebbe la nostraultima vertenza.

Ai Responsabili ASLAlle Regioni

Alle Procure della RepubblicaAl Coordinamento Interregionale

“ (…) Dopo quattro anni le Fs chiariscono che il pedale dell’UomoMorto non ha alcun legame con le ragioni di sicurezza ma solo lo scopodi ridurre l’equipaggio ad un solo macchinista e risparmiare sul contri-buto del cosiddetto fattore del “K2”. E’ questa la sostanza delle comu-nicazione del 4 ottobre scorso di Mauro Moretti, A.D. del Gruppo Fs.Tutte le giustificazioni fornite in questi anni agli Organismi di Vigilanza,all’opinione pubblica ed ai lavoratori - miglioramento della sicurezza,salvaguardia del servizio pubblico, direttive europee, interoperabilità,certificato di sicurezza, ecc. - si sono rilevate, come noi abbiamo sempresostenuto, del tutto infondate. Tutti i soggetti interessati devono oggiprendere atto che il fine ultimo dell’azienda non era né l’aumento deglistandard di sicurezza né tantomeno il miglioramento delle condizioni dilavoro dei macchinisti. Restiamo amareggiati dall’atteggiamento per-missivo tenuto in questi anni verso le Fs in tema di D.Lgs 626. Tale“indulgenza” ha consentito a Trenitalia e RFI di eludere i procedimentipenali in corso, di istallare pedali sulla gran parte dei treni – in barbaalla legge ed ai loro tutori – mettendo i lavoratori di fronte al fatto com-piuto: utilizzare il pedale o non lavorare. Addirittura si è consentito aTrenitalia di licenziare un RLS per ritorsione proprio su questa vertenza.Il Gruppo Fs, mal tollera qualsiasi ingerenza esterna, finanche quelladell’Autorità Giudiziaria. Solo grazie alla nostra determinata convinzio-ne - ed al caparbio rifiuto di utilizzare un apparecchiatura obsoleta,nociva e umiliante - si è giunti agli approfondimenti tecnico scientifici,alle sanzioni penali ed alla sostanziale revisione del sistema a UomoMorto. Tale vicenda appare ai nostri occhi come una vera e propria dele-gittimazione degli Organismi di Vigilanza e dell’A.G., svela, insomma, lo“sberleffo “ alle Autorità istituzionali che hanno “osato” interferire neidisegni di politica industriale. I lavoratori non vogliono perdere la fidu-cia nelle Istituzioni, per questo si aspettano, in futuro, più rigore nei con-fronti delle Fs. (…)”

FS: Dateci L’uomo solo che togliamo … il morto

LO “SBERLEFFO” Stralci della lettera inviata dagli RLS agli Organismi di Vigilanza

Un documentoche rappresenta

un vero e propriosberleffo alle

istituzioni

STRALCIO DELLA PROPOSTAFS DEL 4 OTTOBRE

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… NON SERVE PIÙCon la proposta presentata il 4 ottobre FS ricerca una dichiarazione congiunta con le OO.SS. per “certifica-re” che l’agente solo coi sistemi SCMT o SSC garantisce più sicurezza dell’attuale doppio agente con la ripe-tizione segnali. Roba da sturarsi le orecchie e sgranare gli occhi. Si tratta di un’affermazione che non solonon è suffragata da elementi concreti, ma è difficilmente condivisibile per dei tecnici come noi. Ma a cosa gliserve una attestazione di questo tipo ? Perché FS ricerca la condivisione sindacale? La risposta si trova nellafilosofia complessiva delle leggi sulla sicurezza che non determinano lo standard minimo, bensì l’obbligo diinnalzare il livello di sicurezza. In tal senso, già il documento del Coordinamento Tecnico delle USL del giu-gno 2004 apriva una voragine nella strategia FS, ma la vera “botta” è la recente disposizione della DPL diRoma (2 macchinisti obbligatori su tutti i treni entro fine anno). Ciò impone ad FS la ricerca di risposte dacontrapporre alle istituzioni. Insomma, un altro “sberleffo” è pronto.

INCREDIBILEAd una prima e veloce lettura deldocumento proposto il 4 ottobre da FSpensavo di aver letto che l’SCMT,combinato con la ripetizione segnali, èpiù sicuro del doppio agente. Mi fermoe lo rileggo. Strabuzzo gli occhi. Caspita! C’è scrittaun’altra cosa e cioè che agente solocon l’SCMT è più sicuro del doppioagente con la ripetizione segnali.Che è uno scherzo?Tutti sanno come funziona l’SCMT el’RS. Il paragone più calzante è il con-fronto tra una foto ad alta risoluzione(l’SCMT) ed una telecamera a bassarisoluzione (l’RS). In definitiva, in assen-za della RS, l’SCMT determina unacurva di velocità sulla base dell’informa-zione che capta quando passa sullaboa. Quindi, fino alla successiva boa, iltreno viaggia in base ad una previsione.Nel frattempo può succedere di tutto e dipiù (come dice lo spot) ed il sistema nonrileverebbe nulla. L’SSC è un sistemaancora meno preciso dell’SCMT.

Claudio Grimaldi

INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIOUn imbarazzante silenzio sindacale accompagna lo stillicidio di notizie riguardante l’iscrizione sul registro degli indagati e ledenunce per interruzione di pubblico servizio a carico di alcuni colleghi. L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa. I legali cheabbiamo sentito ci hanno spiegato che il reato in questione non si realizza in base all’effetto, ma è collegato alla effettiva volontàdi determinare un disservizio come fine ultimo della propria azione. Tuttavia, Zelanti funzionari Polfer e Procuratori si sono sem-pre fermati al singolo caso. Non ci risulta infatti che alcuno si sia mai posto il problema del perché accadono questi episodi. E’possibile che l’accelerazione delle installazioni, ovvero il loro mancato blocco si stata proprio un calcolato azzardo con cui, uti-lizzando i prevedibili effetti sui viaggiatori, si voleva schiacciare ogni forma di resistenza non solo dei viaggiatori, ma anche dellestrutture di vigilanza. Infatti, il parere negativo del Coordinamento interregionale delle USL risale al giugno 2004. Nel frattem-po FS accelerava l’installazione dei pedali. Allora?In definitiva, non è possibile che si inquisiscano i lavoratori che si autotulelano e si ignori completamente la condotta FS. È pos-sibile, quantomeno, ipotizzare elementi volontari.Abbiamo rispetto per la Magistratura, ma, ai nostri occhi, almeno in questa circostanza, appare “debole coi forti e forte coi debo-li”. Questo non ci piace non solo perché i deboli siamo noi ma perché percepiamo, a torto o a ragione, che all’uso strategico delpotere disciplinare si accosta quello penale.

STRALCIO DELLA PROPOSTA FSPRESENTATA AI SINDACATI IL 4 OTTOBRE

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Spagna: 41 MORTI E 43 FERITI 3 SECONDI PER MORIRE.3 luglio 2006. Valencia. Una curva da 40 Km/h è stataaffrontata ad una velocità doppia (80 Km/h). Il deraglia-mento ha determinato una strage. Dapprima si è pen-sato ad un malore del macchinista, poi, dall’analisi deidati, è emerso che aveva azionato il freno prima che ilconvoglio della linea 1 di Valencia deragliasse a causadell’eccessiva velocità. Non solo, 3 secondi prima, ilmacchinista Joaquín Pardo ha riconosciuto il vigilante.Joaquin è un precario con contratto semestrale, con allespalle un periodo di formazione di 14 giorni.

Non c’erano soldi per il sistema di sicurezza ATP, lihanno invece trovati per installare un vigilante che èservito a cosa? A nulla; o meglio, a far sì che un mac-chinista, per di più inesperto, viaggiasse da solo.Ecco i risultati.

GERMANIA: 21 MORTI E 10 FERITI21 settembre 2006. Intorno alle 10 del mattino nelquartiere di Emsland nei pressi di Berlino, un trenosperimentale a lievitazione magnetica, che sfrec-ciava sul circuito di 32 km costruito come strutturatest, si è schiantato contro una piattaforma per lamanutenzione che sostava anormalmente lungo ilpercorso.Il Transrapid, nato da una joint venture tra Sie-mens e ThyssenKrupp, era in sperimentazione dal1984 e nel 1993 aveva segnato la velocità recorddi 450 km orari. A bordo si trovavano 29 passeg-geri più i membri dell’equipaggio. L’urto è avvenu-to alla velocità di circa 200 Km/h.

Spagna: 8 morti 37 feritiSpagna - 21 agosto 2006. 8 vittime nell’incidente ferrovia-rio avvenuto a Villada, a circa 30 km da Palencia, nel norddella Spagna. Nel deragliamento dell’Intercity, i cui vagoni sisarebbero divisi con destinazione Hendaya e Bilbao, sonorimaste ferite almeno 37 persone di cui due in gravi condi-zioni. Il deragliamento ha coinvolto almeno sei vagoni. Sulconvoglio viaggiavano 426 persone. Si tratta di uno degliincidenti ferroviari più sanguinosi in Spagna. Nel giugno del2003 la collisione tra due treni presso Chinchilla, nel sud estdel Paese, aveva provocato la morte di 19 persone. Il 3 luglioscorso, il deragliamento di un convoglio della metropolitanaa Valencia, dovuto alla velocità eccessiva, aveva ucciso 43persone..

BARI - 1 MortoTir, precipita da cavalcavia e finisce suibinari. Sopraggiungono due automotricidelle Ferrovie Appuo Lucane. Il macchinista,si accorge dei binari occupati da la rapidaed esce dalla cabina tirandosi dietro il capo-treno. Poi lo schianto. Il treno spinge il Tir

per qualchedecina di metri,deraglia e siferma in unnugolo di polve-re e sassi. Ses-santuno i feriti,e un morto:l’autista del Tir.

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Francia: 6 MORTI E DECINE DI FERITI11 ottobre 2006

Scontro tra due treni nei pressiZoufftgen, in Lorena. Un treno pas-seggeri lussemburghese e un trenomerci francese si sono scontratifrontalmente intorno alle ore 11,45. L’incidente è avvenuto vicino alconfine tra Francia e Lussembur-go in un tratto in cui la linea fer-

roviaria era a binario unico acausa di lavori. Il convoglio pas-seggeri collegava Lussemburgo aNancy, mentre quello per traspor-to merci stava dirigendosi daThionville (Mosella) verso Lus-semburgo. A causa dei lavori, itreni i due treni si sono trovati aviaggiare l’uno contro l’altrosullo stesso binario. Entrambi

viaggiavano a velocità piuttostoelevata. Il vagone di testa deltreno passeggeri è «esploso» nel-l’urto terribile con la motrice delmerci. Nel convoglio regionale,formato da tre vagoni a due piani,viaggiavano una ventina di pas-seggeri. Il merci aveva invece 22vagoni. Tra i cinque morti giàaccertati vi sono i due macchini-

Lo scontro fra treni accaduto in Francia a Zoufftgen, in Lorena

EGITTO: UN SUPERO ROSSO

SESSANTA MORTIQALYOUB, Egitto - Scontro tra due treni in una cittadina del Delta del Nilo. Si tratta del peggior disastro ferroviario del

Paese negli ultimi quattro anni. Secondo ilministero della Sanità egiziano il bilanciosarebbe di 58 morti e 143 feriti. L’agenzia di stampa locale Mena sostieneche l’incidente sia avvenuto alle prime oredel mattino, quando il conducente di untreno non si sarebbe fermato ad un segna-le di stop, e un treno passeggeri si sarebbescontrato con la coda di un altro convogliovicino a Qayoub, una cittadina che si trovaa circa 20 chilometri a nord del Cairo. Ildirettore delle ferrovie statali avrebbe attri-buito la responsabilità dell’incidente ad un“errore umano”.Uno dei treni è deragliato e riverso su unlato, spezzato in quattro parti. I vagoni piùprossimi all’impatto si sono accartocciaticome fisarmoniche.I soccorritori hanno dovuto tagliare le partimetalliche di uno dei vagoni per rag-giungere gli ultimi corpi.

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Convegno del 13 aprile 2002 a Firenze.Dall’intervento di Beniamino Deidda, Procuratore capo della Repubblica:

“L’unica cosa che mette in moto l’applicazione della norma è la culturaindividuale del diritto”

Il lodo che presentiamo in questaoccasione, non prevede un signi-ficato particolare rispetto al meri-to, perché situazioni analoghe sisono già verificate in passato e inogni circostanza è stato ribaditoil rispetto delle norme e degliaccordi che regolano l’utilizzodella ripetizione segnali (accordosicurezza 20 genn. 1997 – circo-lare Maestrini – delibera 17 feb-braio 2003). E’ chiaro che in unquadro come quello sopradescritto la punizione del lavora-tore diventa del tutto impraticabi-le. Ci interessa invece evidenzia-re il problema etico comporta-mentale legato alla vicenda e chesi manifesta frequentemente inuna parte dei nostri colleghi.Quello che sicuramente ciconforta e ci dà grande soddisfa-zione e fiducia è che coloro checontinuano a portare avanti lacultura e la politica del diritto,avendo capito che questa è larisposta a tutte le domande checi possiamo porre in una logicadi futuro e di prospettiva, oggi lostanno facendo con serenadeterminazione che diventa sem-pre più forte. I colleghi che parto-no in condizioni regolamentariillegittime (e quindi fuori legge),non sarebbero comunque giusti-ficabili nemmeno se completas-sero il servizio, assumendosiquindi in proprio tutte le respon-sabilità che questo comporta,ma certamente il loro comporta-mento è un atto grave nei con-fronti dei colleghi di lavoro suiquali scaricano responsabilitàindebite in circostanze particolariquali i cambi volanti (rapportocon i viaggiatori e note conse-guenze). Tutto il materiale è rece-pibile in redazione.

STRALCIO DEL LODO ARBITRALE... Il Presidente ritenuto che il Rappresentante del lavoratore ha fatto spe-cifico riferimento documentale quanto alla prova del fatto che il ripetitoredel segnale non funzionava correttamente dalla partenza del treno n°11659 da Chiusi a Firenze.Ritenuto che la decisione del personale di condotta di proseguire il per-corso nel tratto Arezzo – Firenze, ancorché senza l’ausilio dell’...., hagrandemente ridotto il danno che dal comportamento del lavoratore puòessere derivato al datore di lavoro.Considerato che i ripetitori segnali sono un fondamentale strumento disicurezza, tanto più in una stagione come quella invernale allorché puòessere necessario ricorrere all’uso dei ripetitori stessi, ritenuto infine chela decisione dell’..... di non iniziare la condotta del treno appare giustifi-cabile vuole evitare situazioni di rischio e di pericolo così decide:annulla la sanzione discipliare irrogata all’Ermini di 2 giorni di sospen-sione dal lavoro e dalla retribuzione.Le spese sono a totale carico della Società.

CONTESTAZIONEOggetto: contestazione disciplinare.Ad ogni effetto di Legge e di Contratto Le contestiamo quanto di seguitoriportato:Risulta che Ella il giorno 10 novembre 2004, comandato in servizio dicondotta al treno 11658 da Arezzo a Firenze, con presentazione in cam-bio volante nella stazione di Arezzo alle ore 5.31, si rifiutava di effettua-re il servizio comandato.A seguito del Suo comportamento il treno 11658 subiva un ritardo in par-tenza di 23 minuti.Il comportamento da Lei tenuto nella circostanza arrecava disagio allaclientela e danno alla società, risultando in contrasto con quanto previstodai doveri del personale previsti dal vigente Contratto Collettivo di Lavo-ro delle Attività Ferroviarie.Ella ha a disposizione 10 giorni dalla data di ricevimento della presenteper produrre, al sottoscritto eventuale giustificazioni in Sua difesa.

SANZIONE DISCIPLINAREOggetto: Sanzione disciplinareIn riferimento alla contestazione disciplinare del 17/11/2004 a Lei noti-ficata in data 14/12/2004, che qui si intende integralmente trascritta eriportata, preso atto del fatto che Ella non ha prodotto giustificazioni,questa Società è venuta nella determinazione di irrogarLe la seguentesanzione disciplinare: due giorni di sospensione dal servizio con privazione della retribuzioneai sensi dell’articolo 55 del vigente CCNL.Con l’occasione La invitiamo per il futuro a comportarsi secondo quan-to previsto dalle norme aziendali in materia.Distinti saluti.

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9Da IL TIRRENO del 15 ottobre 2006

CIRCOLARI E AGGIORNAMENTI

Molti pubblicizzano solo le vittorie.A Firenze diamo notizia anche dellesconfitte. La vicenda delle circolari edegli aggiornamenti, sfociata in prov-vedimenti disciplinari a carico dilavoratori che si sono rifiutati di uti-lizzare il proprio tempo libero per taliattività, ha dapprima visto prevalerele ragioni dei macchinisti con 7 lodiarbitrali in loro favore. Successiva-mente, la società non ha più aderito aicollegi e si è rivolta al Tribunale diRoma per il riconoscimento dellalegittimità delle sanzioni irrogate(sospensioni dal servizio). Dei seiricorsi legali istruiti, due sono giunti asentenza. I Giudici hanno ritenutolegittime le sanzioni.

Il particolare, l’ultima sentenza, èincredibile. Attendiamo le motivazio-ni per capire il ragionamento del Giu-dice e valutare il proseguo. Esiste ilrischio che si consolidi questo orien-tamento più per effetto di una sovrap-posizione di sentenze che per elemen-ti di diritto oggettivi.Come sapete, l’aggiornamentodelle circolari si sviluppa in trefasi (ritiro, lettura/comprensio-ne, sostituzione delle pagine aiFL). Ebbene, in questo secondoricorso, sia il ritiro che la sosti-tuzione delle pagine ai FL nonpotevano essere svolti durantela prestazione, in nessun modo.

Riteniamo che la società, enfatizzan-do l’esistenza di una sosta in localitàintermedia e gonfiandola subdola-mente, abbia negativamente influen-zato il giudice, che certo non era bendisposto nei nostri confronti, essen-dosi espresso dopo una fase istrutto-ria minimale pur in presenza di diver-si elementi discordanti. (continua...)

Marzani Vincenzo

Firenze: diamo anche le brutte notizie

Assolti!

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10

Roma, 17 ottobre 2006

DISASTRO ALLA METROUn morto e tanti feriti in pericolo divita.Anche alla Metro di Roma … c’èl’agente solo, l’Uomo Morto e leteconologie “infallibili”. Sonodisarmanti i racconti fatti in TV daalcuni viaggiatori che si trovavanosul treno che ha superato il rossoed ha tamponato la coda del trenoche lo precedeva. Fermo restan-do le altre responsabilità cheemergeranno, se ciò fosse vero,vi sono solo due ipotesi: o il frenonon funzionava o il macchinistanon era vigile (nonostante avessel’uomo morto). E’ chiaro che l’a-gente solo e l’automatizzazionespinta abbatte in modo preoccu-pante il livello di intervento realedell’uomo in presenza di tecnolo-gie che ne esauriscono il ruoloattivo.Tutto ciò accade mentre si parladi agente solo sui treni FS. Riflet-tiamoci con molta attenzione.

GLI ELASTICONI ... COI GANCI

Ricordate l’articolo “Ceppi, monetine e sciocchezze”? E’apparso qualche tempo fa sulle pagine di questa rivista.Abbiamo anche scritto della carta stagnola, delle molle,delle borse da lavoro e, finanche, della più discreta tabelladi coda la quale, stranamente, “sostava” in prossimità delpedale.Abbiamo raccontato, di volta in volta, l’utilizzo di questiespedienti usati per attenuare la “scocciatura” dell’uomomorto. Espedienti evidentemente tollerati, se non suggeriti,proprio dalla stessa dirigenza che ci convinceva dell’irri-nunciabilità dell’apparecchiatura a causa dell’Europa, dellasicurezza, delle FICHE-UIC (si legge fisc-uic), dell’intero-perabilità, ecc., ecc. Adesso c’è la tecnica dell’elastico, probabilmente è di

“importazione”, che si è diffusa molto ed ha già determina-to spiacevoli episodi tra colleghi.Nulla di strano. Ciò che più rammarica è il successivo uti-lizzo di questi episodi che vengono strumentalizzati fino a

far passare i furbi per vittime e i macchinisti che non peda-lano per aguzzini. In tale ottica si dovrebbe star zitti e tace-re, perché (udite, udite) si metterebbe a rischio il buon nomedell’impianto e poi si esporrebbero questi colleghi a sanzio-ni disciplinari. Sanzioni? Non ci crede nessuno e, oggetti-vamente, non reggerebbero per tantissime ragioni, ma tantobasta a creare il caso.Per come si sono dati da fare certi colleghi e certi superiorie per ciò che hanno detto in tutta questa fase, qualche tirati-na d’orecchie non guasterebbe. Ma non vorremmo passareper i cattivi che auspicano sanzioni. Quindi, neghiamo l’usodelle monetine, dei ceppi e quanto altro. Potremmo, adesempio, dire che si tratta dell’invenzione di un manipolo dimacchinisti che, pur di non assomigliare alle scimmie, siinventerebbe di tutto? Scherzi a parte, non temiamo ceppi, monetine o elastici;temiamo l’incoerenza di molti, il loro eccessivo attacca-mento al denaro; ci spaventa, più in generale, la voglia discorciatoie che poi ci conducono dritti in vicoli ciechi. Adesempio, molti si chiedono: che ci danno se si va ad agen-te solo? Chi ha capito cosa ci toglierebbero, di agentesolo, non vuol nemmeno parlarne.

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L’organo non viene individuato:

effettuare brevi spostamenti allo scopo di verificare se gli assi ruotano

liberamente

e senza

importanti

sfaccettature e

nell’eventualità si

decidesse di riprendere la corsa non superare la velocità di 20 km/h allo

scopo di liberare la linea

L’organo è individuato si tratta di:

riscaldo boccole nel caso sia possibile proseguire la m

arcia a veloc. ridotta escludere dall’azione frenante la loc. (continuo e m

oderabile e calcolo nuova PPF)

un trolley m

ettersi in comunicazione con D

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con altra loc. (il rubinetto di bypass su package pneum

atico deve essere aperto vds package pneum

atico a pag.8)

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La novità relativa alla parte meccanica oltre alla particolare struttura con una

sola cabina di guida realizzata per consentire dall’altra parte l’accesso al m

ateriale rim

orchiato è

rappresentata dall’aggancio

automatico.

Esso realizza

l’accoppiamento

meccanico,

elettrico e

pneumatico

tra due

locomotive anche tram

ite WP

intercalate. Il gancio è dotato di una scatola porta contatti situata nella parte centrale superiore che all’occorrenza si apre. In caso di unione con altra loc. dotata di aggancio non com

patibile occorre

inibire l’apertura

della scatola

porta contatti

tramite

l’apposito rubinetto (contatti esclusi con rubinetto verticale). In caso di recupero con rotabili

provvisti di

aggancio tradizionale

occorre m

ontare un’apposita

maschera di interfaccia (vds G

DA

).

10 - E 464

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• inserire e ruotare di 90° la chiave nera nel rubinetto a 4 vie posto vicino al rubinetto di riserva aria

• ruotare di 90° la m

aniglia del rubinetto •

ruotare di 90° la chiave rossa ed estrarla •

attendere lo spegnimento degli indicatori led di carica filtro

• inserire la chiave rossa nel K

MT e ruotarla di 180°

• estrarre le chiavi gialle ruotandole di 180°

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manovrare il sezionatore relativo al trolley da sezionare oppure

aprire il sezionatore del trolley 2 nel caso occorra escludere lo scaricatore di sovratensione

4. richiudere l’arm

adio AT5.

eseguire le operazioni contrarie per estrarre la chiave nera dal KM

T

SOSTITU

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1. aprire l’arm

adio AT2.

verificare l’integrità della valvola di scorta premendo il pulsante

nero sulla scatola LED

3. togliere una o più valvole interrotte

4. sostituirle con la valvola di scorta

6. richiudere l’arm

adio AT7.

eseguire le operazioni contrarie per estrarre la chiave nera dal K

MT.

PAR

TE ELETTRIC

A

Partendo dal trolley tramite l’IR

e la protezione del circuito di potenza vengono alim

entati due circuiti: uno è quello dei BUR

l’altro attraverso gli inverter quello dei m

otori dei carrelli (4 motori asincroni trifase doppia

stella). Con funzionam

ento regolare, il BUR

1 alimenta i m

otoventilatori di raffreddam

ento (per motori di trazione induttanza filtro rete e radiatore), il

BU

R 2 alim

enta i motocom

pressori, le pompe acqua, il m

otoventilatore reostato

di frenatura,

i carica

batterie, i

ventilatori, il

termoconvettore

bagagliaio e gli ausiliari di cabina.

.

E 464 - 15

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La prima Assemblea Nazionale autorganizzata il 14 marzo 2006,presenti circa 300 attivisti, delegatie lavoratori, ha promosso e subitoattivato, un “Fondo di Solidarietàai ferrovieri licenziati”. In questo fondo sono confluiti econfluiscono contributi,sottoscrizioni e i ricavati diiniziative di tanti lavoratori,ferrovieri e non solo, per Dante e icolleghi di Report, licenziati per aver difeso la sicurezza nelle ferrovie. Va precisato che per i colleghi di Report già esiste da oltre due anni un Comitato di solidarietà,con una cassa propria, promossodai colleghi della Liguria e delPiemonte. Quest’ultimo Comitato,ha compreso così bene lo spirito disolidarietà complessiva, non solo economica ma anche politica eumana del Fondo, che vi ha volutoversare un significativo contributo economico quando si è costituito amarzo.All’indomani del vergognosolicenziamento, il 10 marzo scorso,di Dante De Angelis, macchinista ed Rls, i ferrovieri autoconvocatinelle assemblee nazionali, oltre alla costituzione del Fondo diSolidarietà, hanno deciso e svoltoiniziative e azioni di lotta, compresigli scioperi del 5 aprile e del 21giugno scorsi, per la riassunzione diDante e degli altri 4 ferrovierilicenziati per aver contribuito alla trasmissione Report di ottobre 2003. A partire da marzo tante sono statele iniziative promosse dall’"Assemblea dei ferrovieri ", dellaquale facciamo parte, o promosseda altri, organismi di lavoratori oforze politiche, alle quali abbiamopartecipato, spesso con i colleghilicenziati, per non perdere l’occasione di mantenere altal’attenzione, informare sulletematiche della sicurezza ed esprimere solidarietà e sostegno aDante e agli altri licenziati.L’ “Assemblea Nazionale dei Ferrovieri” ha tenuto un presidioalla stazione di Roma Termini, dal19 al 22 settembre, per informare esensibilizzare gli utenti del

trasporto ferroviario riguardo ailicenziamenti, alla questione della sicurezza e del “pedale a uomo morto”.All’interno di questo percorso lasolidarietà è via via cresciuta e sononati in diversi luoghi organismicollettivi di solidarietà ai licenziati , come il “Comitato solidarietà ferrovieridella Toscana” (a Firenze, Siena, Pisa, Viareggio, Livorno e Grosseto) e il“Progetto adozione del licenziato” di Roma che, pur chiamandosi in mododiverso a seconda della realtà nella quale operano (a Livorno lo chiamano“Un caffè per Dante”), si prefiggono lostesso obiettivo, che va ad arricchire, dando continuità e costanza allasolidarietà economica che già esiste:una “raccolta quote” mensile, che vieneversata nel “Fondo di solidarietà ai licenziati” per garantire sostegno ora aDante, domani ad ogni collega chevenisse colpito da provvedimentidisciplinari per aver difeso la sicurezza, diritti e dignità. Questa “organizzazione della solidarietà”, oltre a dare stabilità al

sostegno economico, ha giàpermesso e registrato, come aspettounitario e solidale, la partecipazio-ne di ferrovieri di tutti i settori(macchinisti, del personale dibordo, della manutenzione, ecc. eanche ferrovieri in pensione),iscritti e non iscritti a qualsiasiorganizzazione sindacale. Inoltrerafforza la partecipazione deiferrovieri alla mobilitazione e allalotta per la riassunzione deilicenziati.Ci auguriamo che al più presto tuttoquanto esiste in quanto a solidarietàeconomica converga in un’unicacassa per tutti i ferrovieri.Pubblichiamo il RESOCONTO del“Fondo di solidarietà per iferrovieri licenziati”, compreso ilcontributo quote mensile, in coda aquesto volantino, annunciando chel’obiettivo della partecipazione èstato raggiunto, e che ciimpegniamo ad allargarel’adesione.

SITUAZIONE DEL FONDO AL 15 SETTEMBRE 2006

ATTIVO DI CASSA …………………………..…. € 9.521,00TOTALE FONDI RACCOLTI …………….... € 11.839,40SPESE SUSSIDI, LEGALI, PROPAGAN ….…… € 2.318,40

E’ con grande soddisfazione che vi informiamo che in soli seimesi di vita il Fondo di Solidarietà ai Licenziati, fortemente voluto daiferrovieri, ha raccolto quasi 12.000 euro e ancora più significativo è ilrisultato raggiunto dalle iniziative promosse per garantire un sostegnosicuro al licenziato, che, a secondo delle realtà ha assunto i nomi di: “UN CAFFE’ PER DANTE “, “ UN SALARIO PER DANTE “ e “ ADO-ZIONE DEL LICENZIATO “. In soli pochi giorni dalla nascita hanno superato le più rosee aspettative raccogliendo 2.990,00 Euro!

E’ nostra intenzione mantenere attivo permanentemente il Fon-do Di Solidarietà affinché ci sia, a disposizione dei ferrovieri di tutti isettori, iscritti e non a Sindacati, uno strumento snello e veloce per far fronte non solo ai licenziamenti, ma anche a spese legali dovute a sanzioni per fatti legati alla vertenze sulla sicurezza e sull’ Uomo-Morto e quelle che seguiranno. Su questo punto attendiamo il vostro parere.

Per realizzare ciò, però, è necessario che i contributi nongiungano “ una tantum “ ma che abbiano una cadenza mensile, o co-munque regolare nel tempo. Invitiamo tutti i volontari a continuare laraccolta. Per ovvi motivi di spazio ci è impossibile pubblicare l’elencocompleto dei contributi giunti, che comunque potrete richiedere all’ e-mail: [email protected] o contattando Marco Crociati al 335 7652255.

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I RISULTATI DEL FONDO DI SOLIDARIETA’

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Trascorrendo le ultime ferie inCatalunya (Spagna), ho potutoapprezzare la funzionalità ferro-viaria catalana, in particolar modole linee metropolitane che collega-no Barcellona alle città della pro-vincia. Il servizio di tipo metropolitano èsvolto da degli elettrotreni Ale,costruiti dalla Alstom e condotti adagente “solo”, visto che la presen-za dell’agente di scorta è limitataesclusivamente alla controlleriadei biglietti.Persino la chiusura delle porte èaffidata al macchinista, il qualeutilizza per la visione dell’accessoe il deflusso dei viaggiatori deglispecchi reclinabili automatica-mente in funzione del comando diapertura o chiusura porte. La cli-matizzazione delle carrozze e dellecabine di guida è ottima ed iconforts offerti al viaggiatore ed almacchinista sono di alta levatura.I sistemi di sicurezza sono diffe-renti a secondo del regime di eser-cizio.Ci sono infatti, su queste linee, tretipi di esercizio: blocco elettricomanuale, blocco elettrico automa-tico tipo conta-assi, blocco elettri-

co automatico. Solo sulblocco automatico esisteuna ripetizione segnaliche avvisa solo il tipo direstrizione (giallo orosso), pretendendone ilriconoscimento attraversoil “pigiare” del prescrittopulsante acceso ( giallo orosso) e controlla la velo-cità del treno con un siste-ma simile all’SCMT. Esi-ste il famigerato “hombremuerto” che interviene ad interval-lo di 30 secondi col medesimo ita-lico funzionamento.

Le linee sono a semplice o a dop-pio binario e il presenziamento omeno delle stazioni dipende, comein Italia, dal regime di esercizio(dirigenza locale o dirigenza cen-trale operativa per linee teleco-mandate).Una “stranezza” è data dal funzio-namento degli attraversamentipedonali in linea.Esistono in linea dei passaggipedonali a raso con segnali lumi-nosi che avvisano, se è accesa lafigura del pedone di colore rosso,l’imminente transito del treno.Il lavoro del macchinista risulta

faticoso alla pari dei nostri A.U.,con l’aggravante della perennesolitudine e dell’alienante “pedala-

re”, pur non sottovalutando lalogistica della cabina di guidanotevolmente migliore della nostrae i mezzi di trazione tecnologica-mente migliori e meglio manuten-tati dei nostri.Ci saranno, in altre realtà ferrovia-rie spagnole, linee dove la tecnolo-gia e il materiale rotabile utilizza-to sono meno validi, ma la qualitàdel servizio ricevuto in Catalunyaè sicuramente da prendere adesempio.

ESPERIENZE CATALANEdi Smaldone Remigio - Torino

CONTRATTI FORMAZIONE LAVOROAl termine del biennio CFL, con la trasformazione del contratto a tempo indetermina-to, la società non ha riconosciuto, come invece doveva, né lo scatto di anzianità matu-rato nel biennio di CFL, né l’immediato passaggio al 6° livello. Una recente sentenzadi Cassazione ha chiaramente affermato questo principio.AVETE GIA’ FATTO L’INTERRUTTIVA?Chi è stato assunto in CFL da oltre sette anni (prima di ottobre ‘99) sta già rimetten-doci dei soldi ed è bene che provveda immediatamente. Sul nostro sito www.anco-rainmarcia.it troverete la “massima” della sentenza di Cassazione e i relativi estremi,nonché il testo della lettera interruttiva. Poi, rivolgetevi al vostro sindacato oppure orga-nizzate dei gruppi per i ricorsi. La ricostruzione economica potrebbe addirittura incide-re sull’ERI attribuito nell’ultimo contratto.

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L’obbiettivo era quello di continuare labattaglia di civiltà per la salvaguardiadella sicurezza ferroviaria, a favore dilavoratori e viaggiatori e contro i licen-ziamenti politici nelle Fs.La risposta a questi gravissimi attiaziendali – ritenuti ormai da tutti ingiu-stificati – è stata forte ma non ancorasufficiente alla loro riassunzione. Leazioni di lotta hanno contribuito allasensibilizzazione dell’opinione pubbli-ca ed a tenere alta l’attenzione su questitemi. Per questo si è reso necessariocontinuare a comunicare e denunciarepubblicamente gli inqualificabili com-portamenti dell’azienda FS sia nei con-fronti dei lavoratori, che nei confrontidelle Istituzioni. Infatti essa continua aviolare importanti accordi sindacali,ignora pareri e provvedimenti delleASL, sentenze della magistratura eindicazioni solenni di scienziati, mini-stri e Parlamento. Proprio all’uscitadella stazione Termini, di fronte al piaz-zale dei Cinquecento, il “pulmino dellasolidarietà” ai licen-ziati ed a tutti quelliche vogliono reagireallo stato di “insicu-rezza” delle ferrovieitaliane ha catalizzatol’attenzione di tantiferrovieri e comunicittadini, accorsi inmassa a sentire con leproprie orecchie leragioni dell’iniziati-va. Tanti coloro che,incuriositi dal fra-stuono e dall’allegria che nonostantetutto ha caratterizzato costantemente il“presidio”, si sono soffermati per ascol-tare e capire come sia ancora possibileche un’azienda, fra le più grandi edimportanti d’Italia, licenzi coloro che lamettono in guardia dal pericolo per ipropri dipendenti ed i viaggiatori, che

poi sono la ragione dell’esistenza stessadella stessa ferrovia. Molti i pendolariche hanno animato la giornata, alcunidei quali avrebbero firmato di tutto purdi dimostrare la loro solidarietà a DanteDe Angelis - presente in tutte le gior-nate - ed ai licenziati di Report. Al ban-

chetto allestitodavanti alla stazione,si sono presentatianche diverse perso-nalità della politica emembri del Parla-mento. Molti i rap-presentanti ed attivi-sti di tutte le siglesindacali che hannovoluto personalmenteportare la loro solida-rietà. A dare manforte agli animatori

“fissi” dell’iniziativa - in particolare icolleghi della RSU di Roma - sonogiunti ferrovieri da tutta Italia che, pertutte e quattro le giornate del presidiohanno distribuito volantini ed intratte-nuto i viaggiatori ed i passanti, infor-mandoli direttamente delle motivazioniche hanno dato origine a questa inizia-

tiva e sugli sviluppi più recenti. Tanticoloro che, dubbiosi, hanno voluto pro-vare l’ebbrezza del micidiale “pedalead Uomo Morto” la cui perfetta ed effi-ciente riproduzione faceva bella mostradi sé. Tutti, ovviamente, dopo pochisecondi passati pigiando col piede sulpedale, hanno preferito spegnere lamacchinetta e ricever un biglietto, pre-cedentemente confezionato a mo’ diburla, con sopra scritto “Licenziato!”. Ilpresidio è stato caratterizzato dallacostante presenza degli attivisti dei varicomitati di solidarietà che sono sorti giàall’indomani dei licenziamenti avvenu-ti a seguito della trasmissione Reportdel 7 ottobre 2003. Grazie a questicomitati è stato possibile tessere unarete di solidarietà che riporta a tempi incui l’unità fra i lavoratori era cosa pal-pabile e vera. Forse i difficili momentiche questi nostri colleghi licenziatistanno vivendo hanno avuto l’effetto -da molti temuto ed osteggiato - diricompattare la categoria come pochevolte è avvenuto nella storia; e questi 4giorni di Roma hanno alimentato l’u-nità e la consapevolezza che il futurodipende solo da noi.

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PRESIDIO A ROMA TERMINILOTTA E PARTECIPAZIONE

di Filippo Cufari

“Quattro giorni per i diritti ela sicurezza”. Dal 19 al 22settembre a Roma, stazioneTermini, si è tenuto un presi-dio contro i licenziamentinelle Fs. L’iniziativa è statapromossa dall’AssembleaNazionale dei Ferrovieri, dalComitato di Solidarietà con ilicenziati e dalla rivista deimacchinisti, “Ancora INMARCIA!”.

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Il Ministro dell’Economia “propreta-rio” per conto dello Stato delle FS è ilsoggetto che può - nell’ambito deisuoi poteri e delle sue prerogative -dare direttive precise, come per leindicazioni strategiche o la nominadei vertici, e dettare le indicazioni aTrenitalia ed al Gruppo FS per nondilazionare ancora la revoca dei licen-ziamenti. Dopo le Risoluzioni parla-mentari del 13 luglio scorso approva-te all’unanimità dalla IX CommissioneTrasporti della Camera è diventatoineludibile per il Governo dare segui-to all’impegno di risolvere la vertenzalicenziamenti nelle FS. Per questo il10 ottobre siamo andati sotto le fine-

stre del Ministro Padoa Schioppa, aRoma in Via XX settembre, a chiede-re di intervenire direttamente controquesto inverosimile accanimento deidirigenti aziendali che perseveranonel loro errore anche di fronte allavalanga di critiche ricevute dallamagistratura, dall’opinione pubblicae dal mondo politico. Il sottosegreta-rio Paolo Cento sceso tra i manife-stanti ha assunto l’impegno di forma-lizzare al nuovo a.d. delle FS, MauroMoretti, la richiesta di revoca deilicenziamenti. Siamo in attesa che iripetuti impegni verbali dell’On.Cento si traducano in atti concreti.

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“UN DOPPIO GRAZIE ” DANTE DE ANGELIS RINGRAZIA - “Sono ormai passati diversi mesi dal mio licenziamento e l’aiuto chesto ricevendo da tantissimi compagni di lavoro, come ho già avuto modo di dire, mi da la forza necessaria a soste-nere questa battaglia. Non ho dubbi sull’esito finale di questa vicenda, cosi come sono convinto della necessità diarrivare alla sua soluzione, tutti insieme, e con dignità, per “ripagare” tutti quelli che stanno lottando e soffrendoper me. Il sostegno “materiale”che sto ricevendo dai macchinisti iscritti all’Or.s.a , ampliamente divulgato dai volan-tini apparsi negli impianti nelle scorse settimane, contribuisce in modo rilevante a sostenere il peso della situazione.Per questo sento il dovere di ringraziarli tutti individualmente. Ma devo raddoppiare i ringraziamenti per quelli che,tra loro, di propria iniziativa, dopo avere già contribuito attraverso l’Organizzazione, hanno sentito la necessità diadoperarsi per costruire una rete di solidarietà più ampia, rivolta a tutti i ferrovieri ed anche fuori dall’azienda chemi mettesse al riparo da quelle incertezze sindacali sulla vicenda dei licenziamenti che loro per primi hanno perce-pito. Un doppio grazie va, inoltre, a quei ferrovieri (e ferroviere) che hanno agito fuori dagli steccati di mestiere o disigla di appartenenza. E’ miope chi vorrebbe considerare questo licenziamento solo come “roba nostra” tra mac-chinisti - o peggio - tra iscritti ad un sindacato. L’attacco dell’azienda è a tutto campo contro i diritti e le regole.Questi esempi di consapevolezza rendono ancora più prezioso l’aiuto che mi arriva; un aiuto spontaneo quanto fati-coso, fatto di solidarietà materiale e ideale, ma anche di sincerità e calore umano.

SIT-IN AL MINISTERO DELL’ECONOMIACento: “Il Ministero è competente riguardo il mandato parlamentare”

Il sottosegretario PaoloCento in un momento dell’incontro

LE ADESIONIAl “presidio “ della Stazione Termi-ni è arrivata la solidarietà di espo-nenti politici e sindacali: l’ORSAcon alcune delegazioni regionali chehanno dato un importante contribu-to anche organizzativo, poi CUBTrasporti e SULT. Con un documen-to di appoggio, inoltre, UILT regio-nale Toscana e FAST- Ferrovie delleregioni Abruzzo e Lazio hanno ade-rito all’iniziativa ed espresso solida-rietà ai licenziati. Anche dal frontepolitico sono arrivati messaggi disolidarietà dal PRC, dal SenatoreLuigi Zanda (Margherita) e la parte-cipazione diretta del Senatore DinoTibaldi (PdCI), membro della Com-missione Lavoro, che ha incontrato ipartecipanti e tenuto un brevediscorso nel quale ha sottolineato“la gravità e l’ingiustizia dei prov-vedimenti adottati nei confronti deilavoratori”. Anche l’On. PaoloCento, Sottosegretario di Statoall’Economia, (Verdi) è intervenutopersonalmente al presidio e si èintrattenuto con i ferrovieri presenti.Particolarmente importante il suointeressamento proprio per la caricarivestita in seno al Governo.

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Da oltre 50 anni questa rivista e tutti imacchinisti si battono contro l’agentesolo. Non è solo una lotta per la sicurez-za ma anche per la qualità del lavoro edella vita. Abbiamo sempre respiratocompatti tutti gli attacchi che di quandoin quando, ed in particolare nei momen-ti che la categoria è stata più debole edivisa, i dirigenti FS ci hanno sferratocontando sui compiacenti sindacati chesempre hanno strizzato l’occhiolino suquesto problema alla volontà dell’azien-da. Ma fino ad oggi abbiamo vinto senzasubire perdite devastanti a dispettoanche ad alcuni di noi che davano (edanno) la battaglia per persa e sarebbe-ro disponibili ad accordi, così diconoloro, per arginare la sconfitta.Ma la storia e anche l’attuale realtà ciinsegna ben altro… A queste debolezze ecompiacenze molti macchinisti mettonoin atto lotte, anche personali, dure, resi-stenti e determinate. Così l’UOMOMORTO, che doveva essere introdottogià da alcuni anni per fare da apripistaall’agente solo, ma che è stato bloccatodall’iniziativa dei macchinisti, dagliinterventi delle ASL e dalle sentenze deiPretori che, seppur respinte dalle FS enon gradite a molti sindacati rinchiusi intattiche dilatorie e in stupide commissio-ni, hanno ormai messo a nudo le bugiesulla asserita maggior sicurezza delpedale. In soccorso, giugono addiritturaalcuni sindacalisti ormai “bevuti” alteatrino delle trattative si fanno caricodi dar vita perfino a “referendum” più omeno indirizzati ad indebolire il fronte dilotta. Non staremo a ricordare a questisindacalisti (ovviamente distaccati dallaproduzione) che il referendum ben fatto èstato già effettuato dall’illustre ricerca-tore di lavoro prof. Bordogna con il rifiu-to da parte dei macchinisti al 96% del-l’agente unico.Ma a loro questo non interessa e conti-nuano a sentirsi attori di questa medio-cre e ignobile commedia sindacale.

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NO ALL’UOMO MORTO!Agente Unico? È illegale

Figuriamoci l’agente solo proposto da FS

Il 25 luglio scorso la Direzione Provinciale del Lavoro di Roma, dopo un anno di indagini effettuate su delegadel Magistrato, ha intimato a Trenitalia di ripristinare, su tutti i treni, l’equipaggio a doppio agente (due mac-chinisti), entro il 31 dicembre 2006!Il provvedimento ha valore su tutto il territorio nazionale e, quindi, rafforza il legittimo rifiuto di quanti riten-gono dannoso per la salute e per la sicurezza della circolazione il ricorso, da parte aziendale, all’equipaggioad Agente Unico.

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Il 10 ottobre scorso, un macchinista eRLS, in procinto di rientrare in residen-za (Livorno) s’accorgeva che la locomo-tiva sulla quale avrebbe dovuto prestareservizio era attrezzata conSCMT/VACMA. Immediatamente infor-mava i superiori delle proprie intenzionidi non voler proseguire il servizio inquelle condizioni, il tutto nel rispettodelle norme di autotutela, delle prescri-zioni ASL, delle indicazioni comporta-mentali impartite da quasi tutti i sindaca-ti nazionali e locali. Lo scambio dei M40ha richiesto meno di 20 minuti, alla finedei quali il macchinista livornese è statosostituito, con l’ordine scritto di rientra-re fuori servizio in residenza con lo stes-so treno che avrebbe dovuto condurre ilquale, inspiegabilmente, è rimasto fermoin stazione per altri 30-40 minuti circa. Ma il giornalista del “Corriere Mer-cantile” di Genova, Tommaso Fre-gatti, sull’edizione dell’11 ottobre,ha voluto inventarsi che, per esem-pio, il macchinista “...ha dovutoabbandonare il treno...scappare in

passeggiata di Nervi e beccarsi unabella denuncia per interruzione dipubblico servizio da parte degliagenti della polizia ferroviaria diBrignole…”.

A queste falsità si aggiungela chicca secondo la quale “...l’uo-mo, probabilmente preso da una crisidi nervi, è scappato dalla stazionedel levante fuggendo…”.

Se non conoscessimo da tantianni moltissimi validi giornalisti, cipreoccuperemmo per le capacità diindipendenza di giudizio di talunicronisti. Siamo, invece, seriamente preoccu-pati dal metodo con cui l’AutoritàGiudiziaria continua ad affrontarequeste situazioni, cioè ritenendo chel’ordine pubblico sia minacciatosempre ed esclusivamente dai lavora-tori, mai dalle inefficienze datorialiche ne hanno generato le legittime epacifiche reazioni. Ciò è già accadu-to al macchinista/RLS Dante DeAngelis, prosciolto dal GIP di Bolo-gna dall’ipotesi di reato di interruzio-ne di pubblico servizio, mentre altricolleghi ad Udine, Trieste e Romadebbono subire l’umiliazione dell’in-terrogatorio in una caserma Polizia,come un qualunque rubagalline.Osserviamo purtroppo con amarezzache nessun Magistrato (sebbene neesistano di sensibili ed attenti alleproblematiche dei ferrovieri) ha finqui, per esempio, disposto il seque-

stro di locomotive attrezzate conVACMA laddove le ASL avevanoemesso prescrizioni a carico dell’a-zienda riservando ai dirigenti di FSlo stesso zelo profuso nei confronti diquesti macchinisti. Insomma, nonpossiamo non prendere atto che esi-ste una disparità clamorosa di tratta-mento rispetto a chi il reato lo haveramente commesso (l’azienda, colVACMA) e chi non c’entra per nien-te (i macchinisti che rifutano l’UomoMorto). Ma di tutta questa triste storia, forsel’aspetto più inquietante riguardal’atteggiamento dei viaggiatori. Se èvero, infatti, che la lunga attesa deltreno che dovrà portarti a casa dopouna giornata di lavoro non è proprioun bel divertimento, è altrettantovero che non è minacciando di “gon-fiare di botte” (questi sono stati i ter-mini usati!) un lavoratore che stafacendo il proprio dovere che si pos-sono risolvere i guasti del trasportopubblico ferroviario. Quindi osserviamo, da una partegiornalisti, Polizia, Magistratura eviaggiatori, uniti; dall’altra i lavora-tori, disorientati. Occorre allora che il mondo sindaca-le e l’insieme dei ferrovieri (ed anchecerta Politica) facciano sentire lapropria voce.Questo giornale sarà in prima linea,come sempre, per difendere ladignità dei macchinisti.

Polfer, viaggiatori e certigiornalisti contro il macchinistaOvvero, se rifiuti di partire con l’Uomo Morto ti denuncio a piede libero

La fatidica passeggiata di Genova Nervi,teatro della falsa fuga, inventata dal cro-nista!

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22 QQUUEESSIITTII?

a cura di Savio

DOMANDAVorrei sapere se durante l’ effettuazione del servizio diriserva il cd di turno può comandare un servizio che vadaoltre la propria prestazione programmata la riserva eracomandata dalle ore 11,30 alle ore 17,30 il servizio preve-deva la presentazione alle ore 12,00 con rientro in WT alleore 17.55 ero nelle condizioni di poter rifiutare tale servi-zio oppure no?Ventura Vincenzo – Bolano - ITC Reggio Calabria

RISPOSTANel quesito non si comprende se l’utilizzazione era “pro-grammata” in sostituzione della riserva oppure se l’assegna-zione è frutto di un imprevisto (ritardo treno, mancata pre-sentazione di altro PdM, comunicazione di malattia ecc). Inquesto ultimo caso il personale comandato al servizio diriserva è assoggettato ad una condizione particolare perchéil servizio è concepito proprio per la gestione delle emergen-ze di vario genere che possono presentarsi; può capitare disostituire personale che per ragioni impreviste non è ingrado di effettuare un servizio di turno o straordinario, maanche di sopperire ad ogni situazione di emergenza chepotrebbe occasionalmente presentarsi, rientrando nei casiprevisti dal contratto con l’obbligo ad effettuare prestazionistraordinarie. Nel nostro caso il servizio andava sicuramen-te effettuato con le limitazioni stabilite dal CCNL (punto2.13 art 22) e dalla circolare TV.32.1/1065 del 3/8/81 (dueore oltre il turno).Solo nell’ipotesi di utilizzo programmato (comunque dadimostrare) potrebbe ravvisarsi una condotta poco correttadell’impianto. Tuttavia, anche in tale evenienza, occorrereb-be valutare bene un rifiuto. Ad esempio, la media della pre-stazione settimanale del turno è saturata a 36 ore?In definitiva, in caso di successiva sanzione da impugnare,occorre ragionare mettendosi nei panni del soggetto giudi-cante. Negli ultimi 25 anni registriamo valutazioni semprepiù severe contro i lavoratori. In assenza di una norma certae palesemente violata (il nostro ragionamento è invecededuttivo), occorre individuare e poter lamentare un dannoevidente che, oggettivamente, è difficile indicare nel caso inesame. Appare debole, come discriminante per poter effet-tuare o meno il servizio, una utilizzazione che “deborda” disoli 25 minuti dal programmato, ciò in presenza di una spe-cifica norma che prevede una elasticità fino a due ore. Anchesu questo aspetto necessiterebbere una maggiore attenzionesindacale, per portare tale elasticità ad 1 ora, come per tuttigli altri ferrovieri.

DOMANDASono stato in missione per tutto il 1999 presso ITCMilano, il premio risultato annuale art. 91 ccnl del 6/02/98mi è stato liquidato quello del mio impianto di apparte-nenza (metà rispetto a Milano) tutto ciò a parere del P.O.

in riferimento circolare D.RI/1692/00197791 del24/10/2000. Dall’accordo O.S. F.S. del 23/10/2000 nonrisulta questa situazione per il personale in missione pres-so altri impianti. E’ corretta questa affermazione del P.O.che con una lettera mi conferma il mancato pagamentonella stessa misura del PdM Milano?

PdM Catania

RISPOSTA

Riteniamo che la norma contrattuale sia carente a questoproposito. Come in altre circostanze, del resto, il contrattonon tiene conto delle condizioni reali in cui il personale lavo-ra. In queste zone grigie, hanno buon gioco in questa faseinterpretazioni quasi sempre sfavorevoli al personale. La logica del premio di risultato è da ricercare nel ricono-scimento con un premio collettivo al personale interessato,commisurandolo all’apporto che il personale stesso ha datoal raggiungimento di specifici risultati di produttività.Ovviamente, trattandosi di un premio collettivo, appare evi-dente che sia necessario individuare il gruppo, che nel nostrocaso coincide con l’impianto di appartenenza.Ma nel caso in cui il personale si trovi ad operare attiva-mente presso un impianto diverso, come accade nel nostrocaso, è del tutto evidente che il compenso in questione, ero-gato nel modo descritto, nega l’evidenza, cioè il fatto che illavoratore interessato ha dato un apporto diverso al rag-giungimento del risultato, lavorando presso il DL di Milano.Ovviamente lo stesso concetto andrebbe applicato anche nelcaso in cui il personale avesse prestato servizio presso unimpianto per il quale l’accordo nazionale preveda un impor-to eventualmente minore di quello previsto per il proprioimpianto di appartenenza, cioè anche se fosse meno favore-vole al personale. Pertanto, se si vuole recuperare quella logica originaria deveessere corrisposta la misura prevista per quell’impianto dieffettiva utilizzazione, piuttosto che quello di residenzaamministrativa. Ovviamente, trattandosi di un premio annua-le, si dovrebbe tenere conto della porzione di tempo in cui siè prestato servizio presso l’impianto di Milano, oppure rife-rirsi all’utilizzazione prevalente.Certamente sarebbe stato preferibile che gli accordi chehanno regolato la materia avessero considerato queste even-tualità che hanno a che fare con il mondo reale in cui noilavoriamo, ma anche le carenze di queste intese, che puresono reali, non è giustificato l’atteggiamento delResponsabile del P.O. della Sicilia. E’ curioso come laSocietà che teorizza in ogni situazione la propria modernità,manifesti, invece, sempre più un atteggiamento burocratico.Del resto, che dirigenti sarebbero se il loro ruolo fosse sem-plicemente quello di applicare le direttive o le norme scrittee non si adoperassero giustamente per adottare provvedi-menti ragionevoli in tutte quelle situazioni particolari, comelo è appunto quella descritta.Nel caso in cui l’utilizzazione sia stata prevalente pressol’impianto di Milano, nel coso del 1999 (anno di riferimentoper il premio di risultati), consigliamo di valutare l’eventua-lità di attivare una vertenza legale, recuperando, appunto, lospirito intrinseco che ha motivato l’istituzione di tale premio.

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Con l’Eurostar 9417 è arrivato, puntuale, a Pescara Centrale, il nostro col-lega macchinista Renzetti Pasquale, alla guida del suo ultimo treno. Oralo aspetta la meritatissima pensione.All’arrivo, a sorpresa, i colleghi numerosi e i famigliari lo hanno accoltoaccompagnati da melodie popolari abruzzesi al suono di fisarmonica,organetto e tamburello. Pasquale è una figura riconosciuta e stimata nelpanorama lavorativo e sindacale abruzzese. Tra i primissimi coordinatoridel COMU prima e dell’Orsa in seguito, ha avuto un ruolo fondamentalenelle lotte a difesa degli impianti ferroviari abruzzesi, minacciati conti-nuamente da ridimensionamenti, con grandi capacità organizzative ecomunicative che tutti gli riconoscono. Continua ancora oggi il suo pun-tuale e importante impegno nella nostra sede, nonostante la pensione, inparticolare verso alcuni giovani che intendono proseguire il suo lavoro.Questo è anche un omaggio alla moglie Maria Pia, ai figli Paolo e Silviaper gli orari impossibili che hanno dovuto sopportare in casa per tantianni, per il loro aiuto e incoraggiamento al suo impegno e al suo delicatolavoro. Un grazie di cuore da tutti per una serena quiescenza e per il suoimpegno che continua. Ricordiamo infine il suo impegno per questa rivi-sta di cui è sempre stato (e speriamo continui ad esserlo a lungo) riferi-mento prezioso ed insostituibile.

Pavone –Pescara

La lettera di PietroSpett.le Redazione, … dall’inizio del-l’anno sono felicemente in pensione ....Ho trascorso gli ultimi anni con grandedisagio e un po’ di disgusto. Pretendereil rispetto del turno e della normativaera cosa di pochi …., non c’è da disco-noscere che un grande contributo allosfascio viene anche da quei lavoratoriche, per egoismo, calpestano la norma-tiva di lavoro, rendendo un’impresatitanica lo sforzo di quei colleghi cheogni giorno lottano affinché venganorispettati i diritti e la sicurezza. Un sin-cero incoraggiamento al collega Berto-lini Andrea, che conosco di vista, e a chicome lui ogni giorno cerca , con ilrispetto dei diritti, di migliorare la qua-lità del lavoro e di conseguenza la qua-lità della vita. Infine, gli auguro che ungiorno possa ritrovare “LA GRANDEFAMIGLIA” fatta di valori, come la tro-vai io quando, nel lontano 1972 entrai afarne parte.

Un abbraccioPietro Veneziani

PIACENZA

Il giorno 12 Settembre ha effettuato il suo ultimo servizio con il treno6878 il macchinista Cavoli Sabatino. All’arrivo è stato festeggiato daamici e colleghi dell’impianto. di Siena.Da sempre iscritto alla rivista Ancora In Marcia, da sempre uno di noi,macchinista serio che all’occorrenza ha saputo sdrammatizzare anchegli aspetti più effervescenti della nostra vita lavorativa e sindacale. Spes-so ci siamo ritrovati alle manifestazioni organizzate dal giornale. Com-pagno di lotte, non ha esitato mai a schierarsi dalla parte di chi aveva acuore i problemi del PdM in generale e soprattutto quelli dell’impianto diSiena.Grazie Sabatino, felici di poterti avere con noi in futuro, da pensionatoanche per qualche giorno, nel frattempo ti facciamo i migliori auguri peruna pensione lunga e felice.

PdM Siena

SIENA – SABATINO VA IN PENSIONE

PESCARA – RENZETTI IN PENSIONE

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Dopo Necci-Cimoli-Catania entra in pista

MORETTI

Sen. PAOLO BRUTTI (DS)Segretario Commissione Trasporti Senato

ROMA, 8 set - La scelta di Innocenzo Cipolletta comenuovo presidente di Ferrovie ‘va nel segno del rinnovamen-to e della qualita’. Quella di Mauro Moretti è in continuitàcon la precedente gestione. Spero che non ne ripercorra letracce perché la situazione di Fs, dopo la presidenza diCatania, è ancora più grave e a rischio di quella della stes-sa Alitalia’.E’ quanto afferma Paolo Brutti dei DS, segretario dellaCommissione Lavori Pubblici e Trasporti del Senato, com-mentando le nomine ai vertici delle Ferrovie fatte dal gover-no.‘Il rosso dei conti è veramente profondo, la qualità del ser-vizio peggiorata, le manutenzioni fatiscenti, come provanoi continui incidenti e gli arresti sulla linea di numerosi con-vogli. Le prime notizie del trasporto pendolari indicano unulteriore peggioramento della situazione rispetto a primadelle ferie. Per migliorare i conti è necessario migliorare ilservizio per attrarre più passeggeri, prima di chiedere ilsolito aumento delle tariffe ferroviarie’. Brutti auspica ‘ilsuperamento di FS Holding, che rappresenta un’ inutileduplicazione di posizioni dirigenziali e l’occasione di assun-zioni clientelari, come è accaduto durante la gestione delprecedente governo’ oltre a un aumento ‘della trasparenzadell’impresa mettendo fine a comportamenti autoritari tesi aimpedire la libere circolazione delle informazioni sulle realicondizioni di sicurezza dei treni e della rete, come dimostrala vicenda del licenziamento dei macchinisti, rei di avermostrato al pubblico lo stato reale di un tronco ferroviarionon secondario’. (ANSA)

Lettera inviata a Moretti

DUE NOSTRI CONSIGLI E RICHIESTECaro MauroNel congratulrci con Te per la nomina adAmministratore Delegato, condividiamoil giudizio di veder ritornare dopo annialla guida delle F.S. un ferroviere checonosce bene come funzionano le cose.I Tuoi predecessori portando avanti mala-mente una riforma che doveva pareggiarei bilanci, rendere sicure ed efficienti leferrovie, hanno clamorosamente fallito edi loro nomi sono, per i ferrovieri ed ilPaese, sinonimi di disfatta. Anzi lo sfa-scio delle ferrovie ha aperto un dibattito ela lista dei “pentiti della riforma” si allun-ga tutti i giorni (sia a destra che a sini-stra), sperando ahimè perfino in Cipollet-

ta come uomo del rinnovamento (sic!).Ma se sul rilancio delle F.S. non manche-rà presto l’occasione del confronto ci per-mettiamo due immediati consigli:1) riassumere subito i licenziati di Reporte Dante de Angelis, ritenuti dalla SocietàCivile, dai parlamentari di destra e di sini-stra, dalle istituzioni (Comuni e Regioni),dalle Commissioni della Camera e Sena-to un ATTO INDECENTE - INTOLLE-RABILE - INACCETTABILE.Faresti subito bella figura a poco prezzovisto che presto qualcuno ti costringerà afarlo.2) Desistere dall’applicazione del famige-rato VACMA (condannato da tutti) e dalla

guida dei treni con il solo macchinista.L’Europa, caro Mauro, è cosa diversa… enon sempre è di buon insegnamento…!Un solo macchinista sui treni comporta unrisparmio risibile nell’enorme emisfero(anche spendaccioso) delle F.S. ed è per gliutenti sinonimo di maggiore sicurezza. Seanche tu riuscissi ad imporlo la tua sortesarebbe comunque precaria perché dopodue tragedie, i cittadini e anche quelli cheTi sostengono non lo farebbero più.Vorremmo che Tu riflettessi su questi duepiccoli “consigli” che potrebbero portareun nuovo clima per quella svolta e quelrinnovamento necessario per le nostreFerrovie. La Redazione

COSÌ HANNO PARLATO DI LUILUIGI ZANDAVicepresidente dei Senatori dell’Ulivo

(...) Negli ultimi anni FS ha licenziato alcuni lavoratori colpevoli d’es-sersi lasciati intervistare (dalla Rai) o d’aver protestato (forse in modinon ortodossi, ma certamente con molte buone ragioni) per l’uso delpedale “uomo morto”. Un’azienda come FS, se vuole risolvere i pro-pri drammatici problemi, deve saper parlare con i propri dipendenti,discutere con loro, cercare di capirne la protesta. Non punirli con illicenziamento.Il nuovo management delle ferrovie riassuma il personale licen-ziato e lo reintegri nei compiti cui era addetto al momento dellicenziamento.8. Una domanda per il nuovo capo della holding FS, l’ingegnerMoretti.Moretti è stato scelto per guidare le ferrovie italiane perché pro-fessionalmente è nato in ferrovia, conosce l’azienda comepochi e da moltissimi anni occupa posizioni di vertice, ne è unodei massimi capi. Tutte considerazioni positive, che fanno bensperare che i risultati della “cura” Moretti possano essere imme-diati, senza aspettare un periodo più o meno lungo di “ambien-tamento”.Ma cos’ha da dire l’ingegner Moretti sugli ultimi anni delle ferro-vie italiane, sulle scelte gestionali cui ha assistito e, molto pro-babilmente, ha lealmente collaborato? Cosa ha condivisoMoretti della gestione Catania e cosa no? Quali decisioni diver-se avrebbe preso?A un professionista esperto come l’ingegner Moretti l’opinionepubblica italiana e il Parlamento chiedono d’essere aiutati acapire come sia stato possibile che le nostre Ferrovie sianotanto degradate, il servizio sia così scaduto, l’utenza sia peren-nemente e motivatamente insoddisfatta.E si aspettano anche di sapere cosa dovrà cambiare, qualiinnovazioni strategiche e gestionali il nuovo capo della holdingFS introdurrà per modificare il tran tran di una società pubblicache è diventata emblematica della crisi, dei ritardi e delle diffi-coltà del nostro paese. (...)

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