il linguaggio poetico la poesia è quell’arte che per trasmettere un’esperienza perennemente...
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IL LINGUAGGIO POETICOIL LINGUAGGIO POETICO
La poesia è quell’arte che per trasmettere un’esperienza perennemente valida usa:• il significato semantico delle parole; • il suono delle parole;• il ritmo che queste imprimono alle frasi.
La poesia possiede alcune qualità della musica e riesce a trasmettere emozioni e stati d'animo in maniera più evocativa e potente di quanto faccia la prosa.
C‘è una donna che semina il grano,Volta la carta si vede il villanoIl villano che zappa la terraVolta la carta e viene la guerraE la guerra con tanti soldatiVolta la carta ci sono i malati… ( F. De Andrè)
Questo è l’ombelico del mondoÈ qui che nasce l’energiaCentro nevralgico del nuovo mondoDa cui passa una nuova via….. (Jovanotti)
Poltrone e sofàAlto tasso di qualità
La poesia è presente nella nostra vita, anche in testi d’uso comune che imitano la poesia vera riprendendone alcuni aspetti formali: scrittura in versi, uso della rima, attenzione a particolari valori ritmici…
Il PoetaIl Poeta
Il poeta è un uomo che, pur vivendonella realtà del suo tempo, tende a superare la realtà concreta, per comunicare un’esperienza perennemente valida: i suoi versi riflettono così sentimenti e interrogativi di sempre.
La strofa
Il versoLa rima
FIGURERETORICHE
DENOTAZIONE E CONNOTAZIONE
FIGURE METRICHE
Il linguaggio poeticoIl linguaggio poetico
Il componimento poetico
si distingue
per la presenzadi rime
per la presenza di strofe
L’insieme delle regole che ordinano questi elementi si chiama
metricametrica
per la presenzadi versi
è l’unità metrica costituita da una serie di parole suddivise in sillabe
in cui si alternanosil la be ac cen ta te e sil la be a tone
alternanza l’accentoQuesta crea ritmico
Il versoIl verso
E’ la cadenza musicale da cui deriva l’armonia poetica che caratterizza il verso.
Esso è dato dal numero delle sillabe del verso e dagli accenti ritmici disposti secondo particolari schemi in ogni tipo di verso.
Gli accenti ritmici sono gli accenti fondamentali che cadono sulle sillabe toniche, cioè accentate, dove la voce si appoggia.
Il RitmoIl Ritmo
Vediamone alcuni
Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.Senti: una zana dondola pian piano.Un bimbo piange, il piccol dito in bocca;canta una vecchia, il mento sulla mano.La vecchia canta: Intorno al tuo lettinoc’è rose e gigli, tutto un bel giardino.Nel bel giardino il bimbo s’addormenta.La neve fiocca lenta, lenta, lenta.(G. Pascoli, Orfano)
Ritmo lento e monotono come una nenia:
Ritmo lentoRitmo lento
Ritmo calmo, meditativo:Ritmo calmo, meditativo:
Forse perché della fatal quietetu sei l’immago a me sì cara vienio Sera! E quando ti corteggian lietele nubi estive e i zeffiri sereni
e quando dal nevoso aere inquietetenebre e lunghe all’universo menisempre scendi invocata, e le secretevie del mio cor soavemente tieni. (U. Foscolo, Alla sera)
Ritmo incalzante:Ritmo incalzante:
(A. Manzoni, Il Cinque Maggio, vv 79-84)(A. Manzoni, Il Cinque Maggio, vv 79-84)
E ripensoE ripenso’’ le mobili le mobilitende, e i percossi valli,tende, e i percossi valli,e il lampo dee il lampo de’’ manipoli, manipoli,e le l’’onda dei cavalli,onda dei cavalli,e il concitato imperioe il concitato imperioe il celere ubbidir.e il celere ubbidir.
Ritmo veloce e martellanteRitmo veloce e martellante
(G. A. Cesareo, Parte il treno)
Scatta un comando:un fischio di rimandoquerulo, acuto, lungo, fora l’aria,e il treno si divincolasu le rotaie sussultando e ansando.Diétroquàlchevétroquàlchevìsobiàncoquàlcherìsostànco
quàlchegèstolèsto;i vagonisi succedonoe i furgonisul binariotrabalzanti
strepitantivarcan varcano; e il treno con palpito eguale, guadagnafiammando nel buio, l’aperta campagna.
Il ritmoIl ritmo risulta dalla alternanza nei versi di sillabe con accenti tonici e sillabe con accenti atoni
2 sillabe S’al/za binario
3 sillabe ti /scher/ni ternario
4 sillabe da/mi/gel/la quaternario
5 sillabe nin/fa gen/ti/le quinario
6 sillabe Sul/chiù/so/qua/dér/no senario
7 sillabe da /vo/lar/ su/ le/ nu/bi settenario
8 sillabe Teo/do/ri/co/ di/ Ve/ro/na ottonario
9 sillabe Na/scon/di/ le/ co/se/ lon/ta/ne novenario
10 sillabe Sof/fer/ma/ti/ sul/l’a/ri/da/ spon/da decasillabo
11 sillabe Nel/mez/zo/del/cam/min/di/no/stra/vi/ta endecasillabo
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di
sillabe, dal quale prendono il nome
2 sillabe dié / tro bisillabo
3 sillabe ti /scher/ni trisillabo
4 sillabe da/mi/gel/la quadrisillabo
5 sillabe nin/fa gen/ti/le quinario
6 sillabe Dol/ci /miei /so/spi/ri senario
7 sillabe da /vo/lar/ su/ le/ nu/bi settenario
8 sillabe Teo/do/ri/co/ di/ Ve/ro/na ottonario
9 sillabe Na/scon/di/ le/ co/se/ lon/ta/ne novenario
10 sillabe Sof/fer/ma/ti/ sul/l’a/ri/da/ spon/da decasillabo
11 sillabe Per/ me/ si/ va/ ne/ la/ cit/tà/ do/len/te endecasillabo
Il verso
Il verso non è altro che una riga di una poesia, la sua unità ritmica minima di lunghezza variabile.
E’ la caratteristica più evidente del testo poetico.
Il metro della poesia italiana è accentuativo: si fonda cioè su versi che, entro un numero definito di sillabe, alternano sillabe forti e sillabe deboli.
MA... ATTENZIONE ! Un verso non si definisce quinario, perché ha cinque sillabe, o endecasillabo perché ha undici sillabe; e nemmeno ottonario, perché ne ha otto.
Il computo delle sillabe di un verso tiene conto anzitutto dell'accento tonicodell'accento tonico della parole finale.
Consideriamo questi settenari di A. Manzoni, sono la prima strofa del coro famoso dell’ADELCHI
Spar-sa - le - trec-ce - mor-bi-deSul-l’ af-fan-no-so - pet-to Len-ta - le - pal-me, e - ro-ri-da di - mor-te il - bian-co - as-pet-to, Gia-ce - la- pia, - col - tre-mo-lo Sguar-do - cer-can-do il - ciel.
Il verso
Il verso Il computo delle sillabe tiene conto anzitutto dell'accento tonico della parola finale.
Sparsa le trecce morbide sull'affannoso petto lenta le palme, e ròridadi morte il bianco aspetto, giace la pia, col tremolo sguardo cercando il ciel.
Considerate questi settenari di A.
Manzoni, sono la prima strofa di un coro famoso dell' Adelchi
Solo nel verso 2 le sillabe sono proprio sette; nel verso 1 le sillabe sono otto, nel verso 6 le sillabe sono sei:ma tutti i tre versi si considerano settenari: perché
l'ultima parola del verso 1 è sdrucciola; l'ultima parola del verso 6 è tronca.
Notate però che in tutte queste parole finali l'accento coincide con la sesta sillaba del verso.
Per definire il numero di sillabe nel verso, dobbiamo contarle sino all’ultimo accento
tonico e sommare 1
Il verso
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono
il nome
BisillaboBisillabo Diétroquàlchevétroquàlchevìsobiànco
TrisillaboTrisillabo
La mortesi scontavivendo
(G.A.Cesareo) (G.Ungaretti)
o o binariobinario
o o ternarioternario
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il
nome
QuadrisillaboQuadrisillabo
Ecco il mondo vuoto e tondo, s'alza, scende, balza e splende (A. Boito)
QuinarioQuinario
Il morbo infuria il pan ti manca: sul ponte sventola bandiera bianca
(A. Fusinato)
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il
nome
SenarioSenario SettenarioSettenarioFratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa
L’àlbero a cui tendévi la pargolétta màno, il vèrde melogràno da’ bei vermìgli fiòr, nel muto òrto solìngo rinverdì tutto or óra e giùgno lo ristòra di lùce e di calór.
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il
nome
OttonarioOttonario NovenarioNovenarioQuant'è bella giovinezza,che si fugge tuttavia!Chi vuol esser lieto, sia:di doman non c'è certezza. Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle, le tacite stelle. Nei campi c’è un breve gre gre di ranelle. Le tremule foglie dei pioppi trascorre una gioia leggera.
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il
nome
DecasillaboDecasillabo
EndecasillaboEndecasillabo
S'ode a destra uno squillo di tromba; a sinistra risponde uno squillo:d'ambo i lati calpesto rimbombada cavalli e da fanti il terren.
E tu onore di pianti, Ettore, avrai,ove fia santo e lagrimato il sangueper la patria versato, e finché il Solerisplenderà su le sciagure umane.
A.Manzoni
Conte di Carmagnola
U. Foscolo Dei Sepolcri
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il
nome
Dodecasillabo Dodecasillabo o doppio senarioo doppio senario
Dagli àtrii muscósi, / dai Fòri cadènti, dai bòschi, dall’àrse / fucìne stridènti, dai sòlchi bagnàti / di sèrvo sudór, un vólgo dispèrso / repènte si désta; intènde l’orécchio, / sollèva la tèsta percòsso da nòvo / crescènte romór.
A. Manzoni, Adelchi
I versi parisillabi.I versi parisillabi. Filastrocca del gregario corridore proletario, che ai campioni di mestiere deve far da cameriere, e sul piatto, senza gloria, serve loro la vittoria.
Attenzione: poiché gli accenti cadono sempre sulla terza e sulla settima sillaba abbiamo una filastrocca con un ritmo cantilenante.
Ottonario di Gianni Rodari
Il Conte di Carmagnola decasillabiS'ode a destra uno squillo di tromba; 3 - 6 - 9 a sinistra risponde uno squillo: 3 - 6 - 9d'ambo i lati calpesto rimbomba 3 - 6 - 9da cavalli e da fanti il terren. 3 - 6 - 9
Notate la struttura sempre identica, che si replica per tutto il componimento (128 versi), con un effetto ritmico molto particolare e ricercato.
I versi parisillabiI versi parisillabi
Lo stesso capita in un altro notissimo componimento manzoniano,
in dodecasillabi o senari doppi. Gli ictus cadono sempre nelle stesse posizioni. Adelchi
Dagli atri muscosi dai fori cadenti, 2 – 5 - 8 - 11 dai boschi, dall'arse fucine stridenti,2 – 5 - 8 - 11 dai solchi bagnati di servo sudor, 2 – 5 - 8 - 11 un volgo disperso repente si desta; 2 – 5 - 8 -11intende l'orecchio, solleva la testa 2 – 5 - 8 - 11percosso da novo crescente rumor. 2 – 5 - 8 - 11
I versi parisillabiI versi parisillabi
struttura sempre identica
Versi imparisillabiVersi imparisillabi
TrisillaboTrisillabo
I versi imparisillabi concedono molta libertàIl più usato di tutti è l'endecasillabo, che è anche quello che concede più libertà.
QuinarioQuinario
SettenarioSettenario NovenarioNovenario
EndecasillaboEndecasillabo
Figure metricheFigure metricheSinalefe – episinalefe
Sineresi
Dialefe
Dieresi
uniscono
separano
Sinalefe o elisione
Il computo delle sillabe in un verso tiene presentenon solo le regole normali della morfologia, ma anche di alcune particolarità
Consiste nel considerare due vocali contigue, una fine di parola e l’altra al principio di quella successiva,come
un’unica sillaba
Ei fu. Sicco me im mobile
Dolce e chiara è la notte e senza vento(G. Leopardi, La sera del dì di festa, v.1)
e tu non torni ancora al tuo paese! (G. Pascoli, Lavandare, v.8).
e il naufragar m’è dolce in questo mare (G. Leopardi, L’infinito, v 15);
nel muto orto solingo (G. Carducci, Pianto antico, v 5).
episinalefeConsiste nel considerare due vocali contigue, una fine di verso e l’altra al principio di quello successivo, come
un’unica sillabapei bimbi che mamma le andav a a prendere in cielo.(G. Pascoli, La figlia maggiore, 7-8)
È l'alba: si chiudono i peta liun poco gualciti; si cova,dentro l'urna molle e segreta,non so che felicità nuova.(G. Pascoli, Il gelsomino notturno).
Il computo delle sillabe in un verso tiene presentenon solo le regole normali della morfologia, ma anche di alcune particolarità
Consiste nel considerare due vocali contigue, all’interno della stessa parola,
come un’unica sillaba
Ed oggi nella troade inseminata
“..morte bella parea nel suo bel viso..”(Petrarca, Canzoniere, Trionfo della morte, v.172) la sineresi interviene due volte (parea, suo)
“..ed erra l'armonia per questa valle..”(G. Leopardi, Il passero solitario, v.4)
sineresi
Il computo delle sillabe in un verso tiene presentenon solo le regole normali della morfologia, ma anche di alcune particolarità
Diversamente dalla sinalefe,considera le
due vocali (finale e iniziale di parola) come
due sillabe separate
“..tant'era pien di sonn o a quel punto..”
Dialefe o iato
(Dante, Inferno, Canto I) va scandito così:
Tan -t'e -ra -pien -di -son -no -a -quel-pun –toottenendo il computo di undici sillabe metriche.
Il computo delle sillabe in un verso tiene presentenon solo le regole normali della morfologia, ma anche di alcune particolarità
Consiste nel considerare le
due vocali contigue all’interno di una parola come
due sillabe separate
Forse perché della fatal qui ëte
dieresi
“Dolce color d’orï/ental zaffiro” (Dante, Purgatorio, I, v.13) “orïental” va letto come se fosse scandito in quattro sillabe (”o-ri-en-tal”).
A te convien tenere altro vï/aggio (Dante, Inferno, Canto I).
Il computo delle sillabe in un verso tiene presentenon solo le regole normali della morfologia, ma anche di alcune particolarità
Le figure retoricheLe figure retoriche
Sono accorgimenti formali,processi stilistici letterari e poetici per
arricchire il senso del messaggio
FigureFigure
sintattichesintattiche
disposizione delle parole all’interno
del testo
Figure semantiche
Incidono sul significato della parola
Figure foneticheFigure fonetichestrutture fonetiche,
la ripetizione, la musicalità
Attraverso la combinazione di suoni si crea non solo una particolare musicalità
ma si arricchisce il significato delle parole
Attraverso la combinazione di suoni si crea non solo una particolare musicalità
ma si arricchisce il significato delle parole
Le figure retoriche foneticheLe figure retoriche fonetiche
Figure retoriche foneticheFigure retoriche fonetiche
il tuono rimbombò di schianto:rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo
Suono di paroleche riproduce un suono naturale
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge
Ripetizione di suoni identici (vocali,consonanti,sillabe) nella parte iniziale o centrale di due o più parole
onomatopea
allitterazione
Rima imperfetta con rispondenza delle sole vocali a partire da quella accentata
Rima imperfetta con rispondenza delle sole consonanti a partire dalla vocale accentata
Figure retoriche foneticheFigure retoriche foneticheassonanza
consonanza
Quando/tanto
Inverno/allegro
Rombo/tramonto
Sole/solo
Terra/torre
Sistole: quando l’accento tonico di una parola si ritrae verso l’inizio di questa:• la notte ch’io passai con tanta pièta
(Dante, Inferno, I, v 21; Inferno, VI, v 96) -invece di pietà• quando verrà la nimica podèsta
- invece di podestà Diastole: quando l’accento tonico di una parola si
sposta verso la fine di questa:• abbraccia terre il gran padre Oceàno (U. Foscolo, Dei Sepolcri, v 291; invece di Ocèano • calvi gravati di carni lugùbri G. D’Annunzio, Alcyone, Ditirambo IV, v 359) invece di lùgubri
Figure retoriche fonetiche Figure retoriche fonetiche di accentodi accento
Sincope: consiste nella caduta di una o più lettere all’interno di una parola: allor che all’opre femminili intenta (G. Leopardi, A Silvia, v 10) - invece di opere - … quello spirto guerrier ch’entro mi rugge (U. Foscolo, Alla sera, v 14) - invece di spirito - … veniano a conversar (G. Carducci, Avanti! Avanti!, v 108) - invece di venivano -
Apocope: indica la caduta di una o più lettere alla fine della parola:
… lo fan d’ozi beato e di vivande (U. Foscolo, Dei Sepolcri, v 61) - invece di fanno - … per lo libero ciel fan mille giri (G. Leopardi, Il passero solitario, v10) - invece di cielo -
Sincope e apocopeSincope e apocope
Il poeta trasgredisce l’ordine sintattico
per creare significati aggiuntivi
e fare affiorare livelli diversi del senso
Figure retoriche sintatticheFigure retoriche sintattiche o dell’ordineo dell’ordine
anafora
chiasmo
inversione
Ripetizione di una o più parole all’inizio di due o più frasi o versi successiviPer me si va nella città dolentePer me si va ne l’etterno dolore Per me si va tra la perduta gente
Consiste nel disporre in ordine invertito i termini corrispondenti di due frasi successiveLe donne i cavalierLe armi gli amori
Inversione di parole che spezza un forte legame sintatticoQuesta bella d’erba famiglia e d’animali
Figure retoriche sintatticheFigure retoriche sintattiche o dell’ordineo dell’ordine
ipotassi
paratassi
climaxIndica una progressione o successione di termini in ordine di intensità decrescente o crescente Vegghio (veglio), penso, ardo, piango
Costruzione sintattica con proposizioni legate con congiunzioni coordinanti o per asindeto E suona ancora l’ora e mi manda
Costruzione sintattica con reggente e SecondarieLingua mortal non dicequel ch’io sentiva in seno
Figure retoriche sintatticheFigure retoriche sintattiche o dell’ordineo dell’ordine
Forse perché della fatal quietetu sei l’immago a me sì cara vienio Sera! E quando ti corteggian lietele nubi estive e i zeffiri sereni e quando dal nevoso aere inquietetenebre e lunghe all’universo menisempre scendi invocata, e le secretevie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co’ miei pensier su l’ormeche vanno al nulla eterno; e intanto fuggequesto reo tempo, e van con lui le torme delle cure onde meco egli si strugge;e mentre io guardo la tua pace, dormequello spirto guerrier ch’entro mi rugge.(U. Foscolo, Alla sera)
(scavalcamento) Fenomeno metrico per cui la frase logica del discorso poetico non coincide con il verso, ma prosegue in quello successivo (scavalcando quindi il primo)
Figure retoriche sintatticheFigure retoriche sintattiche o dell’ordineo dell’ordine
EnjambementEnjambement
Pausa o cesuraLa pausa, o cesura, si ha quando all’interno di un verso si trova un segno di punteggiatura forte (. : ; ! ?):
Negli azzurri mattinile file svelte e neredei collegiali. Chinisui libri poi. Bandieredi nostalgia campestregli alberi alle finestre Sandro Penna
LA STROFA: LA STROFA: I versi, in numeroI versi, in numero determinato o determinato o
vario,vario,
sisi raggruppano in unitraggruppano in unitàà metriche che vengono chiamate strofe metriche che vengono chiamate strofe
- Distico: due versi-Terzina: tre versi-Quartina: quattro versi-Sestina: sei versi-Ottava: otto versi
Strofa libera
Canzone libera leopardiana (endecasillabi e settenari)
A schema fissoA schema fisso A schema liberoA schema libero
Nella torre il silenzio era già alto ASussurravano i pioppi del rio Salto A
I cavalli normanni a le lor poste BFrangean la biada con rumor di croste BG. Pascoli
Picchiano uccelli raminghi a vetri appannati: gli amiciSpiriti reduci son, guardano e chiamano a me.
In breve, o cari, in breve – tu calmati, indomito cuore –Giù al silenzio verrò, ne l’ombra riposerò.G. Carducci
LA STROFALA STROFAcomposta da due versi (di solito endecasillabi) uniti in rima baciata oppure non rimati
DISTICI
E come quei che con lena affannatauscito fuor del pelago a la rivasi volge a l’acqua perigliosa e guata,
Così l’animo mio, ch’ancor fuggiva,si volse a retro a rimirar lo passoche non lasciò già mai persona viva.Dante Alighieri
Hanno compiuto in questo dì gli uccelliIl nido (oggi è la festa dell’ulivo)Di foglie secche, radiche,fuscelli
Quel sul cipresso, questo su l’alloro,Al bosco, lungo il chioccolo d’ un rivo,Nell’ombra mossa d’un tremolio d’oro.G.Pascoli
LA STROFALA STROFAcomposta da tre endecasillabi a rima incatenata
TERZINE
LA STROFALA STROFAquattro versi uniti da rima con diverse varianti, ma generalmente da rima alternata
E s'aprono i fiori notturni, Anell'ora che penso ai miei cari. BSono apparse in mezzo ai viburni Ale farfalle crepuscolari. B
Da un pezzo si tacquero i gridi: Clà sola una casa bisbiglia. DSotto l'ali dormono i nidi, Ccome gli occhi sotto le ciglia. D(G. Pascoli, Gelsomino notturno)
QUARTINEQUARTINE
LA STROFALA STROFA
A qualunque animale alberga in terra,se non se alquanti ch’ànno in odio il sole, tempo da travagliare è quanto è ’l giorno;ma poi che ’l ciel accende le sue stelle,qual torna a casa et qual s’anida in selvaper aver posa almeno infin a l’alba. F.Petrarca
sei versi, spesso i primi quattro a rima alternata, gli ultimi due a rima baciata. Possono essere settenari o endecasillabi o di settenari ed endecasillabi
SESTINESESTINE
LA STROFALA STROFAotto versi endecasillabi, di cui i primi sei a rima alternata e gli ultimi due a rima baciata (ABABABCC). E' la strofa dei poemi epico-cavallereschi.Le donne , i cavalier, l'arme gli amori Ale cortesie, l'audaci imprese io canto, Bche furo al tempo che passaro i Mori Ad'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, Bseguendo l'ire e i giovenil furori Ad'Agramante lor re, che si diè vanto Bdi vendicar la morte di Troiano C
sopra re Carlo imperator romano. C Ludovico Ariosto, Orlando Furioso
OTTAVEOTTAVE
LA STROFALA STROFA«Puzone, cheres bolare chen’alasperò de jugher alas non presumas,ca si las as sun privas de sas pumaso si tenes sas pumas sunu malas.Si pones mente a mie las allumasde badas ti sun naschidas in palas.Pro chi est pro tenner pumas gaiDisizo de no aer alas mai. »
(Uccello, vuoi volar senz’'ali/ ma di aver ali non pretendere, chè se le hai son prive di piume/ e se hai piume esse sono inutili. Se a me poni mente le abbruci, /invano ti son cresciute sulle spalle. Ed io per aver simili piume / desidero di non aver mai ali).
Giuseppe Calvia
OTTAVEOTTAVE
ADIOS NUGORO AMADA
Parole di Antonio Giuseppe SolinasMusica di Giampaolo Mele
ADDIO AMATA NUORO
Addio, amata Nuoro,giacché parto in terre altrui,con crudelissima penati lascio, terra stimata.
E' già giunta l'oradolorosa di partire;già di porpora e di rosal'oriente si colora.
Fratello, sorella, mamma, amante,diletti parenti miei,col cuore lacrimantea tutti voi dico addio.
Adios, Nugoro amadaprite parto a terra anzena,chin crudelissima penati lasso terra istimada.
Ca est già bennida s'orade partire dolorosa;già de purpura e de rosas'oriente si colora.
Frade, sorre, mama, amante,dilettos parentes mios,chin su coro lacrimantea tottus bos naro adio.
con versi regolari di solito endecasillabie settenari
con versi liberi senza schema fisso, ma si articola secondo l'ispirazione del poeta
Esempi di strofe libere costituite da versi regolari nei Canti di Leopardi, raggruppamenti strofici di versi liberi più frequenti nei poeti moderni.
ha un numero di versi ogni volta differente, e la disposizione delle rime è affidata alla libera ispirazione dell'artista.
La strofa liberaLa strofa libera
Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitaredi gioventù salivi? (G. Leopardi)
La strofa è costituita da sei versi (settenari ed endecasillabi) che si alternano senza un ordine preciso e non sono legati da rime regolari.
con versi regolariLa strofa liberaLa strofa libera
con versi liberi
Mi tengo a quest'albero mutilatoabbandonato a questa dolinache ha il languore di un circoprima o dopo lo spettacoloe guardoil passaggio quietodelle nuvole sulla luna (G. Ungaretti, I fiumi)
La strofa è costituita da versi liberi.
La strofa liberaLa strofa libera
Quali sonoQuali sono
Che scopo hanno
Accrescono il valore della parola. Come?Accrescono il valore della parola. Come?Ampliando il senso e dando luogo Evidenziando a immagini inaspettate Rendendo diverso
SIMILITUDINEMETONIMIA
PERSONIFICAZIONE
SINESTESIA
METAFORA
OSSIMORO
ANALOGIA SINEDDOCHE
ANTITESI
IPERBOLE
PERIFRASI ALLEGORIA
Figure retoriche di significatoFigure retoriche di significato
Consiste nell'esprimere un'idea mediante il suo accostamento a un'altra idea che abbia con la prima un rapporto di somiglianza esplicitamente descritto. amo i tuoi occhi azzurri come il cielo quando partisti, come son rimasta! come l'aratro in mezzo alla maggese Quale delle foglie
tale la stirpe degli uomini. Il ventobrumal le sparge a terra e le ricreala germogliante selva a primavera.Così l’uomo nasce e così muore.
Quale… tale, così…come, come sono nessi che introducono la
similitudine Talvolta il nesso non c’è:
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida…..
Figure retoriche di significatoFigure retoriche di significatoSimilitudineSimilitudine
MetaforMetaforaa
LL’’alba alba èè paragonata prima al latte, per il suo paragonata prima al latte, per il suo biancore, biancore,
poi a un bambino che balbetta le sue prime poi a un bambino che balbetta le sue prime parole.parole.
La terra La terra èè paragonata a una persona: ha una paragonata a una persona: ha una faccia e due occhi. Il sudore faccia e due occhi. Il sudore èè anch anch’’esso una esso una metafora, metafora, èè la rugiada che imperla la terra la rugiada che imperla la terra come fa il sudore con la frontecome fa il sudore con la fronte. . Gli occhi Gli occhi dd’’acqua sono pozze dacqua sono pozze d’’acqua, stagni, laghettiacqua, stagni, laghetti.).)
Figure retoriche di significatoFigure retoriche di significato
PPrima lucerima luce
LattiginosaLattiginosa d d’’albaalba, , nasce sulle colline, nasce sulle colline, balbettanti parolebalbettanti parole ancora ancora infantili, la infantili, la prima luce. prima luce. La terra, con la sua facciaLa terra, con la sua facciamadida di sudore, madida di sudore, apre assonnanti occhi dapre assonnanti occhi d’’acquaacquaalla notte che sbianca.alla notte che sbianca.
G. CaproniG. Caproni
-- il -- il trasferire una parola dall'oggetto a cui trasferire una parola dall'oggetto a cui normalmente la si riferisce ad un altro oggetto, normalmente la si riferisce ad un altro oggetto, mediante un paragone sottintesomediante un paragone sottinteso -- -- èè una similitudine abbreviata, cio una similitudine abbreviata, cioèè sottratta sottratta dell'avverbio di paragone. dell'avverbio di paragone. Sei una volpeSei una volpe propone una vera e propria identificazione attraverso propone una vera e propria identificazione attraverso una forzatura una forzatura
Dicendo:Dicendo: "L'infanzia "L'infanzia èè l'alba della vita" l'alba della vita" intendiamo dire cheintendiamo dire che LL’’infanzia infanzia èè l'inizio della vita, come l'alba lo l'inizio della vita, come l'alba lo èè del giorno. del giorno.
una montagna di compiti
AnalogiaAnalogiaaccostamento immediato di due immagini, situazioni, oggetti tra loro lontani di somiglianza, basato su libere associazioni di pensiero o di sensazioni. Nella poesia tradizionale l'analogia era espressa mediante la similitudine, che veniva introdotta dalle particelle correlative «come…, così… ( tale )». I nuovi poeti sopprimono le particelle correlative e fondono insieme nell'analogia i due concetti. L'uso dell'analogia è molto antico e frequente e coincide in qualche misura con la metafora. L’uso frequente dell’analogia è una delle caratteristiche della poesia ermetica.“..Tornano in alto ad ardere le favole..”(Ungaretti, Stelle, v.1): tornano in cielo a splendere le stelle, belle come le illusioni (le favole) che addolciscono la vita. “..Si levano tremuli scricchidi cicale dai calvi picchi..” (Montale, Meriggiare pallido e assorto, vv.11-12): dai picchi nudi di vegetazione come una testa calva si levano i canti delle cicale che sono come tremuli scricchiolii.
AllegoriaAllegoria E' un'immagine o un discorso che nasconde un significato diverso dal suo significato letterale, di carattere simbolico e di ordine per lo più morale o filosofico. Può trasformare nozioni astratte o concetti morali in immagini spesso suggestive. Oltre che riguardare i singoli elementi di un'opera ,(per esempio la lupa usata per indicare nella Divina Commedia di Dante, l'avarizia), può riguardare intere situazioni (per esempio la barca abbandonata sulla spiaggia indica la solitudine dell'uomo).
SinestesiaSinestesiaAttribuisce a un oggetto percepibile con uno o più sensi qualità percepibili con altri sensi cogliendo rapporti di corrispondenza anche fra cose lontane
mi ripigneva là dove 'l sol tace.Dante Alighieri, Inferno canto I
l'urlo nero della madre S.Quasimodo
Altri esempi: "fredde luci"; "colore caldo". là, voci di tenebra azzurra…G. Pascoli
Non vi ster molto, ch'un lamento amaro Ariosto
METONIMIA
Consiste nel sostituire qualcosa con un’altra che è legata alla prima da un rapporto di contiguità, cioè da una "vicinanza" di significato, da un'affinità di tipo logico o materiale.In particolare la metonimia può indicare: - l'effetto per la causa ("guadagnarsi la vita con il sudore"= con un lavoro pesante, che fa sudare); - la causa per l'effetto ("sentire le campane"= i rintocchi delle campane); - la materia di cui è fatto l'oggetto per l'oggetto ("lucidare gli ottoni"=gli oggetti di ottone); - il contenente per il contenuto ("bere un bicchiere"= il vino contenuto in un bicchiere); - l' astratto per il concreto (“la giovinezza è spensierata"=i giovani sono…)- il concreto per l'astratto ("avere del fegato"= del coraggio); - l' autore di un'opera per l'opera ("leggere Leopardi"= le opere di…); - il luogo dove una persona si trova per la persona stessa ("una decisione della panchina"= dell'allenatore della squadra
SINEDDOCHEConsiste nel sostituire qualcosa con un’altra che è legata alla prima, ma stavolta anche con un rapporto di quantità e non solo di contiguità. Si usa quindi in senso figurato i una parola al posto di un'altra, mediante l'ampliamento o la restrizione del senso. La sostituzione può riguardare:•la parte per il tutto (tetti al posto di paese)•il materiale per l'oggetto (ferro al posto di spada)•il singolare per il plurale e viceversa (l'Italiano (come persona) all'estero per gli Italiani all'estero)•il genere per la specie e viceversa (il mortale per l'uomo; il felino per il gatto)Si distingue dalla metonimia perché si basa su relazioni di tipo quantitativo.
ANTITESIConsiste nell’ accostamento di parole o frasi di significato opposto.
Pace non trovo, et non ò da far guerra;e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;et volo sopra 'l cielo, et giaccio in terra;et nulla stringo, et tutto 'l mondo abbraccio.
OSSIMORO (acuto-ottuso)
Consiste nell'accostare, nella stessa locuzione, parole di significato opposto, che si contraddicono a vicenda. Un simile accostamento produce effetti espressivi densi di significati inediti e suggestivi. Esempi: E 'l naufragar m'è dolce in questo mare
brivido caldo,
urlo silenzioso,
ghiaccio bollente disgustoso piacere,
amara dolcezza illustre sconosciuta
Dato l'etimo del termine, anche la stessa parola ossimoro è un ossimoro.
IPERBOLEConsiste nel descrivere la realtà con espressioni esagerate, per eccesso o per difetto; tanto esagerate che, prese alla lettera, risulterebbero inverosimili o assurde.
Molto frequente nel linguaggio comune
Ti amo da morire Ti ho aspettato un secoloMi si spezza il cuoreFacciamo quattro passiTe l'ho detto un milione di volte
consiste nell’attribuire un aspetto umano a cose, idee o sentimenti e nel rivolgersi loro o dar loro la parola come se fossero umani
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? Leopardi
là sola una casa bisbiglia Pascoli
Sotto l'ali dormono i nidi Pascoli
… e da le aurate voltea lei impietosita eco rispose G. Parini
PersonificazionePersonificazione
PERIFRASIConsiste nell' usare un giro di parole invece del termine proprio per indicare una persona, una cosa o un concetto. La gloria di colui che tutto move per indicare Dio Dante A. Par I
di colui che nuovo Olimpo alzò in Roma a’ celesti per indicare Michelangelo Foscolo Dei Sepolcri
…e di chi videsotto l'etereo padiglion rotarsipiú mondi, e il Sole irradïarli immoto,
per indicare Galilei Foscolo Dei Sepolcri
Più strofe danno vita a particolari strutture metriche.
Sonetto Ballata
Canzone
OdeMadrigale
I METRII METRI
forma metrica più diffusa della lingua italiana
Solo et pensoso i più deserti campiVo mesurando a passi tardi e lenti, et gli occhi porto per fuggire intentiOve vestigio uman l’arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampiDal manifesto accorger de le genti,Perché ne gli atti d’alegrezza spentiDi fuor si legge com’io dentro avvampi:
Sì ch’io mi credo omai che monti e piaggeEt fiumi et selve sappian di che tempreSia la mia vita ch’è celata altrui
Ma pur sì aspre vie né sì selvaggeCercar non so c’amor non venga sempreRagionando con meco, et io co llui.
struttura chiusa e fissa:
14 endecasillabi rimati
2 quartine, 2 terzine
sonetto
Di origine provenzale,acquisì la sua struttura più tipica in Italia, ad opera di Jacopo da Lentini ed è frequentissimo poi in tutta la storia della poesia italiana anche nel Novecento, in piena versificazione libera).
E' costituito da 14 endecasillabi raggruppati in 2 quartine e 2 terzine.
Le quartine sono per lo più a rima incrociata (ABBA, ABBA)
o a rima alternata (ABAB, ABAB).
Le terzine possono essere a rima alternata (CDC, DCD), o a rima ripetuta (CDE, CDE), a rima invertita (CDE, EDC) o possono seguire altri schemi (CDD-DCC CDC-CDD CDD-CDD, CDC-DEE).
sonetto
altre forme metriche da esso derivate
sonetto minore : versi più brevi dell'endecasillabosonetto tronco o sdrucciolo: con rime tronche e sdrucciole di tono scherzososonetto doppio o rinterzato: con un settenario dopo ciascuno dei versi dispari delle quartine e dopo il primo e il secondo verso delle terzinesonetto acrostico: unendo le prime lettere di ciascun verso si legge il nome del personaggio a cui è dedicato il componimentosonetto caudato o ritornellato: con coda aggiunta di uno o due versi per lo più endecasillabi a rima baciata oppure in forma moderna con un settenario che rima col 14°verso e altri due endecasillabi a rima baciata.
sonetto
La canzoneLa canzone EE’’ la pi la piùù antica forma metrica della lirica ed antica forma metrica della lirica ed èè stata stata considerata da Dante la piconsiderata da Dante la piùù adatta a trasmettere adatta a trasmettere contenuti elevati di tipo morale, politico, amoroso e contenuti elevati di tipo morale, politico, amoroso e anche religioso.anche religioso.
La canzone tradizionale o petrarchesca
La canzone libera o leopardiana
Ebbe larga diffusione dal Duecento fino
all’Ottocento
La canzone venne Utilizzata in questa
forma nel XIX secolo
LL’’odeodeIl termine ode nella poesia greca è un componimento
di vario metro, accompagnato dalla musica.
L’ode venne ripresa durante il Rinascimento, al fine di sostituire alla canzone una forma più agile e duttile.
Fu spesso utilizzata per cantare temi civili o impegnati.
Nell’Ottocento l’ode diede vita a componimenti ispirati a temi patriottici.
Il madrigaleIl madrigale
èè un componimento lirico destinato ad un componimento lirico destinato ad essere musicato, sviluppatosi dal Trecentoessere musicato, sviluppatosi dal Trecento
L’etimologia del nome è incerta , pare derivi da matrical carmen, canto in lingua materna, quindi in volgare e non in latino.
Tratta temi prevalentemente amorosi e idilliaci, ma venne adoperato anche per la poesia politica e burlesca
Attilio Bertolucci (Sirio)
Come un lupo è il vento che cala dai monti al piano, corica nei campi il grano ovunque passa è sgomento.
Fischia nei mattini chiari illuminando case e orizzonti, sconvolge l'acqua nelle fonti caccia gli uomini ai ripari.
Poi, stanco s'addormenta e uno stupore
prende le cose, come dopo l'amore.
Alcuni poeti del secondo Novecento (Montale, Bertolucci, Pasolini, Fortini, Sanguineti) hanno scritto versi in forma di madrigale con qualche concessione al gusto moderno, usando cioè il verso sciolto o le assonanze.
Il madrigaleIl madrigale
La ballataLa ballataComponimento presente nel XIII secolo
nelle regioni centro-settentrionali ed è così chiamata perché destinata ad essere insieme cantata e danzata. Si distingue dalla canzone perchè più umile e più semplice, tradendo la sua natura popolare.
Il Poliziano toccò vari argomenti, da quello amoroso a quello comico-realistico
LA RIMALA RIMAIdentità di suono, a partire dall’ultima sillaba accentata, fra due parole fine verso
Quest’era un lago piccolo e giocondod’acque tranquille e chiare in sin al fondo baciata Matteo Maria Boiardo
Voi che per li occhi mi passaste ‘l coreE destaste la mente che dormia, incrociata
Guardate a l’angosciosa vita mia,Che sospirando la distrugge amore. Guido Cavalcanti
Nel mezzo del cammin di nostra vitaMi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita. incatenata
Ahi quanto a dir qual era è cosa duraEsta selva selvaggia e aspra e forteorteChe nel pensier rinnova la paura! Dante Alighieri
La rima La rima Rima baciata (AABBCC)
Si ha quando due versi consecutivi rimano. E’ uno schema tipico
della poesia popolare che dà alla lirica un ritmo cantilenante.
Rima incrociata (ABBA)
E’ uno schema a quattro versi in cui il primo rima con l’ultimo e il secondo col terzo.
Rima alternata (ABAB)
Collega due versi dispari e due versi pari.
Rima incatenata (ABA BCB CDC)
Realizza uno schema a gruppi di tre versi (terzina) in cui il primo rima col terzo, il secondo col primo e il terzo della terzina successiva.
Una donna s’alza e cànta A La segue il vento e l’incànta AE sulla terra la stènde BE il sogno vero la prènde. BQuesta terra è nùda C Questa donna è drùda C Questo vento è fòrte D Questo sogno è mòrte D (G. Ungaretti, Canto beduino)
Due versi successivi rimano tra loro, presentando lo stesso suono (AA, BB)
Rima baciataRima baciata
Solo et pensoso i più deserti campi A vo mesurando a passi tardi e lenti B e gli occhi porto per fuggire intenti B ove vestigio uman la rena stampi A Altro schermo non trovo che mi scampi Adal manifesto accorger de le genti, Bperché negli atti d'alegrezza spenti Bdi fuor si legge com'io dentro avampi: A
Il primo verso rima con il quarto e il secondo con il terzo (ABBA, CDDC…) e così via.
RimaRima
incrociataincrociata
Rima Rima alternataalternata
Forse perché della fatal quiete Atu sei l’immago a me sì cara vieni Bo Sera! E quando ti corteggian liete Ale nubi estive e i zeffiri sereni B
e quando dal nevoso aere inquiete Atenebre e lunghe all’universo meni Bsempre scendi invocata, e le secrete Avie del mio cor soavemente tieni. B
Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme Cche vanno al nulla eterno; e intanto fugge Dquesto reo tempo, e van con lui le torme C
delle cure onde meco egli si strugge; De mentre io guardo la tua pace, dorme Cquello spirto guerrier ch’entro mi rugge. D(U. Foscolo, Alla sera)
Rimano i versi alterni ( ABAB, CDCD…)
Rima Rima incatenataincatenata
Organizzato a gruppi di tre versi: il primo verso rima con il terzo; il secondo rima con il primo e terzo della terzina seguente (ABA, BCB, CDC...)
Nel mezzo del cammin di nostra vita A mi ritrovai per una selva oscura Bché la diritta via era smarrita. A
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura B esta selva selvaggia e aspra e forte Cche nel pensier rinova la paura! B
Tant'è amara che poco è più morte; C ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, Ddirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. C
La funzione della rimaLa funzione della rimaLa rima congiunge parole stabilendo tra loro rapporti particolari:
di affinitdi affinitàà didi opposizioneopposizioneCiò può servire a cogliere alcuni aspetti del il messaggio del poeta.
Facciamo un esempio:
E nella notte nera come il nulla A un tratto, col fragor d’arduo dirupo Che frana, il tuono rimbombò di schianto: Rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto E poi svanì. Soave allora un canto S’udì di madre, e il moto di una culla.
Proviamo a individuare il rapporto fra le parole in rima:
. Nulla(= spavento, collera della natura, vuoto, assenza) opposto a culla(= rifugio contro le avversità, mondo degli affetti familiari)
. Dirupo (= insicurezza, pericolo) affine a cupo (=oscuro, buio)
. Schianto-rinfranto (=paura, spavento, elemento negativo) va al positivo canto (=rassicurazione, tranquillità)
Denotazione e connotazioneDenotazione e connotazione
la denotazione consiste nell’oggetto ulivo cui la parola si riferisce.
ulivo
la connotazione consiste nell’insieme di significati e valori aggiunti di cui la parola ulivo è portatrice in una determinata cultura. In questo caso starebbe dunque ad indicare un significato di “pace”
Ancora piano denotativo e Ancora piano denotativo e connotativoconnotativo
Ora ti presentiamo una poesia di Ungaretti Accanto al testo, abbiamo scelto delle
parole significative che costituiscono dei campi semantici
Infine abbiamo accostato la vita del protagonista con quella del poeta, un cammino parallelo con molti punti di contatto e una diversa conclusione
SSi chiamavai chiamava Moammed SceabMoammed Sceab
Discendente Discendente di emiri nomadidi emiri nomadisuicidasuicidaperchperchéé non aveva pi non aveva piùùPatriaPatria
Amò la FranciaAmò la Franciae mutò nomee mutò nomeFu MarcelFu Marcel ma non era Francese ma non era Francese e e non sapeva pinon sapeva piùùvivereviverenella tenda dei suoinella tenda dei suoidove si ascolta la dove si ascolta la cantilenacantilenadel Coranodel Coranogustando un caffgustando un caffèè
Si chiamava
Suicida
Patria
Non sapeva piùvivere
(Giuseppe Ungaretti)(Giuseppe Ungaretti)
In memoriaIn memoria
Moammed lascia la propria terra africana e va in Francia ma non si integra
Rimane sospeso tra una cultura che ha rifiutato e la nuova patria ,mai accettata
E non sapeva sciogliere il cantodel suo abbandono.L’ho accompagnatoinsieme alla padrona dell’albergodove abitavamoa Parigidal numero 5 della rue des Carmesappassito vicolo in discesa
Riposa nel camposanto d’Ivrysobborgo che paresemprein una giornatadi una decomposta fiera
E forse io soloso ancora che visse
Non sapevaSciogliere
Il canto
Dove abitavamo
Riposa
Decomposta fieraIo solovisse
Non è in grado di esprimere il proprio disagio
e si uccide
Per comprendere questo testo
devi conoscere la vita e il mondo culturale del poeta
perché vi sonomolti elementi autobiografici
Il poeta racconta la storia di uno sradicamentoe di una crisi di identità
Moammed lascia la propria terra africana e va in Francia ma non si integra.
Rimane sospeso tra una cultura che ha rifiutato e la nuova patria, mai accettata.
Non è in grado di esprimere il proprio disagio e si uccide
Anche Ungaretti è di origini non francesi ed è stato trapiantato in Francia
Il poeta vive la propria crisi di identità
Riesce a esprimere la propria sofferenza con la poesia e non si uccide
ESEMPIO DI ANALISI COMPLETA DI UN TESTO POETICO
L'infinitoSempre caro mi fu quest'ermo colleE questa siepe, che da tanta parteDell'ultimo orizzonte il guardo esclude.Ma sedendo e mirando,interminati Spazi di là da quella e sovrumani Silenzi e profondissima quieteIo nel pensier mi fingo, ove per pocoIl cor non si spaura.E come il ventoOdo stormir fra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio:e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Analisi denotativa: Mi è stato sempre caro questo colle solitario (ermo) e questa siepe che impedisce di vedere (il guardo esclude) l'orizzonte più lontano (ultimo).Ma sedendo e contemplando mi creo nella mente (io nel pensier mi fingo),al di là della siepe, spazi sconfinati, silenzi sconfinati e una quiete profondissima e in tutto ciò il cuore sembra quasi smarrirsi (si spaura). E nel momento in cui sento stormire il vento tra queste piante io metto a confronto quel silenzio infinito con la voce del vento e mi torna in mente (mi sovvien) l'idea di eternità, il passato lontano (le morte stagioni)e il presente (la presente e viva, sottintesa stagione)e il rumore di ciò che è vivo. Così tra queste sensazioni immense il mio pensiero immerge totalmente e per me è piacevole naufragare in questo mare.
Struttura metrica
15 endecasillabi privi di rima (sciolti) e senza legami di strofe;numerosi enjambement attraverso i quali si formano altri versi , non corrispondenti agli endecasillabi ma ai concetti.
Analisi connotativaAnalisi connotativaIdea centrale: l'immaginazione va oltre la realtà, il presente, oltre ciò che si vede realmente con gli occhi o ciò che si sente.Attraverso di essa si percepisce ciò che è indefinito, fino ad arrivare all' idea di infinito, non raggiungibile con i sensi.
Come si può giungere a questa analisi?
•Attraverso l'analisi delle sfere semantiche;•Attraverso l'analisi di alcune figure retoriche;•Attraverso l'analisi di alcuni termini particolari (per es. gli aggettivi determinativi questo/quello)
a) Parole indefinite:Parole indefinite:
InfinitoErmoInterminatiSovrumaniInfinitoEternoImmensità
b)VERSI CHE RIMANDANO ALL'INFINITO SPAZIALEV. 2,3,4,5,6,7,8
VERSI CHE RIMANDANO ALL'INFINITO TEMPORALEV.8,9,10,11,12,13
c) La metafora del mare Il mare è simbolo dell'infinito (questa immensità).
d) L'uso dell'aggettivo indeterminativo
All'inizio "questo" connota il reale, "quello" tutto ciò che è indefinito, ma alla fine il reale non esiste più, il poeta è immerso nella dimensione immaginaria ed è l'unica dimensione possibile (perciò diventa "questa")
REALTA' SENSIBILE quest'ermo colle questa siepe
DIMENSIONE DELL'IMMAGINARIO interminati spazi di là da quellaRITORNO DEI SENSI tra queste piante
CONFRONTO TRA LE DUE DIMENSIONI quello infinito silenzio questa vocePREDOMINIO DELL'IMMAGINAZIONE questa immensità questo mare
FINEFINE
Nella storia della letteratura la poesia ha avuto realizzazioni in totale opposizione Nella storia della letteratura la poesia ha avuto realizzazioni in totale opposizione rispetto alle forme classiche finora spiegate rispetto alle forme classiche finora spiegate
EE’’ significativo in questo senso significativo in questo senso il Futurismo , un vasto movimento artistico il Futurismo , un vasto movimento artistico ––letterario letterario che con modalitche con modalitàà e caratterizzazioni diverse si sviluppò in Europa nel primo ventennio del e caratterizzazioni diverse si sviluppò in Europa nel primo ventennio del Novecento.Novecento. La novit La novitàà delle sue proposte , la radicale posizione di rifiuto della tradizionali canoni delle sue proposte , la radicale posizione di rifiuto della tradizionali canoni espressivi del passato, gli influssi che in vario modo determinarono nella societespressivi del passato, gli influssi che in vario modo determinarono nella societàà comportamenti sorprendenti, hanno inciso profondamente nella poesia.comportamenti sorprendenti, hanno inciso profondamente nella poesia.
Il fondatore e teorico fu Marinetti Filippo Tommaso. Il suo poema in versi Zang Tumb Tumb Il fondatore e teorico fu Marinetti Filippo Tommaso. Il suo poema in versi Zang Tumb Tumb ,ovverosia ,ovverosia Parole in libertParole in libertàà,, raccoglie molte raccoglie molte delle proposte del movimento. delle proposte del movimento.di cui ora ne diamo un esempio in questa poesia. di cui ora ne diamo un esempio in questa poesia.
Correzionidi bozze + desideri
In velocità Nessuna poesia prima di noi
Colla nostra immaginazione senza fili parole In libertà vivaaaaaa il Futurismo fi nalmente finalmente finalmente finalmente
finalmenteFINALMENTEpoEsia nascERE
prendere per mano dalla creatività e dalla fantasia.
In questa immagine cogliamo la totale rottura di In questa immagine cogliamo la totale rottura di ogni regola metrica e di ogni vincolo . Govoni ogni regola metrica e di ogni vincolo . Govoni esprime i suoi sentimenti senza freno e senza esprime i suoi sentimenti senza freno e senza fili, lasciandosi fili, lasciandosi