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INDICE
PRESENTAZIONE ........................................................................................................ p. 2
INTRODUZIONE .......................................................................................................... p. 3
QUADRO CONOSCITIVO ............................................................................................. p. 10
1. IL MERCATO DEL LAVORO ................................................................................. p.13
Il contesto nazionale Il lavoro dipendente
Il lavoro interinale La cassa integrazione
2. LE CATEGORIE ECONOMICHE ............................................................................ p. 37 Tessile – Abbigliamento - Pelletteria
Chimica - Farmaceutica
Energia e petrolio Manifatturiero
Elettrico Artigianato
Gas e Acqua Calzaturiero
Occhialeria
PMI
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PRESENTAZIONE
L’uscita di questo I° Rapporto dell’ Osservatorio UILTEC sul lavoro, la contrattazione e la
politica industriale rappresenta una risposta un bisogno dei lavoratori, gli iscritti e gli operatori
sindacali: far coincidere il processo di unificazione delle diverse categorie con la costruzione di un
sindacato partecipato, dinamico, propositivo. E per rispondere a questa sfida occorrono prima di tutto
strumenti di conoscenza aggiornati, precisi, tempestivi.
La durata della crisi, dimostra che la situazione di difficile ristrutturazione dell’ apparato
industriale italiano dovrà continuare ancora per diversi anni. In un certo senso è una situazione di
normalità con cui dover fare i conti. Sappiamo tutti che non si uscirà dalla crisi solo perché la ripresa
della domanda mondiale ricreerà i posti di lavoro “dov’ erano prima e com’ erano prima”.
Finora, il governo ha dato risposte parziali e deboli. Non c’ è ancora una visione che metta a
sistema politiche industriali, mercato del lavoro e una spinta allo sviluppo. Per questo abbiamo
proposto uno shock da dare quanto prima: spostare dalla fiscalità alle buste paga delle lavoratrici e
dei lavoratori 50 miliardi di euro, per far riprendere i consumi e i servizi alle persone.
L’ intreccio tra la competizione nella globalizzazione e la crisi della finanza pubblica sta
dimostrando tutti i limiti di una contrattazione tutta verticalizzata al centro con i rituali, un po’ stanchi,
della concertazione, o in azienda, senza una visione allargata al territorio, alle filiere produttive e ai
fattori di rendimento esterni all’ impresa. Una contrattazione portata sempre più in azienda e nel
territorio deve terne insieme tutte queste variabili.
L’ avvio dell’ Osservatorio è uno sforzo importante per la nostra Organizzazione, perché è
strettamente interdipendente con una cultura innovativa della contrattazione. La lettura incrociata
delle dinamiche di sviluppo e di quelle di crisi, infatti, ci permette di studiare accordi aziendali sia di
difesa che espansivi, di collegare le crisi aziendali con processi attivi di ricollocazione e di avanzare
proposte alle parti datoriali che prevedano un coinvolgimento concreto del mondo del credito, dell’
Università, dei servizi. E’ in questa logica di integrazione dei fattori produttivi a livello di area vasta e di
filiera che vediamo il punto di innesto adeguato per le politiche industriali rivolte al Made in Italy.
Nella crisi nessuno deve essere lasciato solo, ma per evitarlo non è tirando il freno all’
innovazione che si limitano gli effetti della crisi, ma al contrario accompagnandola verso ricadute
sociali positive.
Paolo Pirani
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INTRODUZIONE
L’ istituzione di questo Osservatorio sulle dinamiche occupazionali nei diversi settori UilTec è
uno strumento per l’ attività sindacale. Cercherà di fornire elementi utili per condurre la
contrattazione. Le proposte di UilTec ai diversi livelli dovranno essere sempre più interdipendenti:
politica industriale, del lavoro, della formazione; in una parola, far tornare il Sindacato come
protagonista della politica di sviluppo.
Il vuoto di politica industriale lasciato in Italia trasforma tutte le affermazioni sul ritorno o la
difesa del manifatturiero in verbose litanie. E il peso della fiscalità sull’ impresa e sul lavoro sono, in
realtà, i termini reali della politica industriale realmente esistente, che ci sta conducendo con velocità
impressionante verso un declino che già ha assunto il profilo di una possibile desertificazione
industriale.
Al quinto anno di crisi, ormai ne abbiamo una diffusa consapevolezza, le imprese sono state
danneggiate meno del lavoro, colpito nei volumi occupazionali, nella stabilità e nella redditività
salariale. Questo è avvenuto perché le imprese hanno potuto utilmente attrezzare alcune leve
accessibili tramite la globalizzazione (catene lunghe di fornitura più convenienti, accesso a competenze
esterne di pregio, diversificazione sui mercati emergenti, alleanze strategiche con partners esteri con
know how specifico).
Fatturati e utili di chi ha perseguito e intensificato strategie globali di posizionamento
competitivo si sono generalmente accresciuti in modo anche consistente. Mentre chi non lo ha fatto, o
lo ha fatto solo parzialmente, sta scontando le penalizzazioni inevitabili nel nuovo contesto
concorrenziale. L’ esito che scontiamo ogni giorno, è un allentamento strutturale del rapporto di
integrazione tra imprese, lavoro, tecnologie e territorio che ha caratterizzato il nostro modello di
industrializzazione nella fase di successo.
Utilizziamo il caso del gruppo Benetton come esemplare di questa situazione. Sono stati resi
noti in questi giorni i numeri del bilancio consolidato 2012. Ebbene, il gruppo di Ponzano Veneto, che
ha da tempo fortemente diversificato il suo portafoglio dal tessile abbigliamento soprattutto nella
ristorazione e retail, nei trasporti e infrastrutture e nella finanza, mostra trend in crescita sia nel
fatturato che nell’ utile su scala globale, soprattutto in Usa e Canada per ristorazione e retail, in Brasile
e Cile per le nuove autostrade. Ma nella ricognizione analitica tutti i settori perdono in Italia, poco
quelli della diversificazione, parecchio il manifatturiero, con ulteriori tagli interni e al sistema della
subfornitura di prossimità.
Al di là di Luciano Benetton, che ha persino dichiarato che se fosse più giovane se ne
andrebbe dall’ Italia dopo essere stato per un trentennio uno dei testimonial della grandezza mondiale
del Made in Italy o dei Loro Piana, altri testimonial anche istituzionali che hanno venduto ai francesi di
LVMH, stanno proliferando crisi aziendali, in alcuni casi minacciano di aggredire settori e distretti di
conclamata tradizione.
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Il Sindacato, inteso come insieme Confederale, di categoria e territoriale, ha assunto una
funzione sempre più estesamente difensiva, chiamato ad affrontare situazioni critiche diffuse e
spesso altamente problematiche, soprattutto per i termini dei ricorsi agli ammortizzatori sociali.
Il perdurare della crisi ha però messo in luce i rischi del ruolo sindacale confinato a governare
l’ inesorabile “rattrappimento” delle basi dell’ occupazione industriale.
Nel suo piccolo l’ iniziativa di questo Osservatorio contribuisce a sostenere un ruolo di
iniziativa, di proposta, rivolto non solo agli imprenditori, ma anche alle istituzioni pubbliche, per
perseguire politiche economiche e industriali di contrasto al declino e di rilancio dello sviluppo.
Fornendo un quadro di analisi che gradualmente andrà a comporsi di sempre maggiori elementi
intende coadiuvare la contrattazione, gli obiettivi di partecipazione e miglioramento salariale in
rapporto ai profili di produttività necessari alla competizione globale, la stabilizzazione occupazionale,
la valorizzazione delle competenze, la spinta agli investimenti per l’ innovazione e l’
internazionalizzazione delle imprese.
Gli elementi costitutivi del quadro conoscitivo che andiamo a presentare sono i seguenti:
- Il 2012 è stato un anno nero per l’ occupazione in Italia in quanto le perdite dell’ industria non
sono più state compensate dal terziario; il 2013 ha pienamente proseguito questo trend, è
stato notato che è la prima volta dal Dopoguerra che l’ arrivo di questa seconda recessione
(dopo il 2009) avviene senza che gli impianti avessero recuperato la caduta della prima;
- inoltre il tasso di disoccupazione e quello di attività crescono simultaneamente, segno che si
stanno mobilitando nella ricerca di lavoro anche segmenti di persone che sono colpiti dalla
caduta dei redditi famigliari complessivi
- i numeri della CIG segnalano consistenti aumenti delle ore autorizzate, il rallentamento nel
primo semestre 2013 è solo apparente, perché è dovuto al congelamento della CIG in Deroga.
E’ anche da considerare un elemento di minore drammaticità il fatto che esiste un
differenziale rilevante tra ore autorizzate e effettivamente utilizzate. Il cosiddetto “tiraggio” nel
2012 è sceso sotto il 50% (vedi tabella Inps tratta da Rapporto 2013 - I mercati regionali del
lavoro – pag. 48);
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- la crescita dei contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato non si
configura in termini dinamici, perché il tempo determinato rimane una percentuale costante
negli anni – intorno al 13% - questo significa che la gran parte dei tempi indeterminati non
sono prime assunzioni, ma trasformazioni di rapporto dal tempo determinato all’
indeterminato;
- la crescita delle situazioni occupazionali part time non ci porta agli standard europei, e
soprattutto non è scelto e quindi assistiamo alla sua tendenziale “maschilizzazione”;
- il mercato del lavoro è in evoluzione, non solo in contrazione, con ampio ricorso agli immigrati
per le basse qualifiche e una forte contrazione dell’ offerta post - manifatturiera nel terziario
che delude i giovani; è però anche un mercato del lavoro fluido, molto più di quanto
comunemente si pensa, se nel 2012 si sono verificate oltre 10 milioni di nuove posizioni
lavorative.
In relazione al mercato del lavoro non si osservano ancora effetti nitidi della Riforma Fornero,
anche se diversi osservatori ritengono che l’ irrigidimento della flessibilità in entrata abbia contribuito a
scoraggiare ulteriormente le assunzioni. Inoltre appare una contraddizione da sanare quella dell’
impropria divisione delle competenze tra lo Stato per le garanzie passive all’ inoccupazione, e le
Regioni, per le garanzie attive. Una legge delega mai fatta, che blocca la costruzione sempre più
urgente di sistemi di efficienti servizi territoriali per l’ impiego.
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Vi è un nucleo, per fortuna ancora molto esteso e articolato di aziende e di gruppi, pensiamo
al Made in Italy, che nonostante la crisi sta andando bene. In relazione a questi casi, il Sindacato vive
il paradosso a volte di essere considerato superfluo o l’ imbarazzo per cui la coalizione innovativa che
detiene le redini strategiche dell’ azienda, è prevalentemente impegnata nell’ opera di aggancio delle
convenienze su scala globale. Altrettanto frequente è la diversificazione finanziaria da parte di gruppi
di successo globale, la cui conseguenza è il disinvestimento sul territorio.
Nei distretti, che sono una componente di enorme rilievo del nostro apparato produttivo, tutte
le “sofferenze” rimandano all’ inadeguatezza del territorio, come afferma Antonio Ricciardi: “si rilevano
segnali di criticità che non solo persistono ma in alcuni casi si acuiscono determinando un grave
indebolimento dell’ organizzazione produttiva di alcuni distretti: - mancanza di interazione tra imprese,
enti locali e soggetti di rappresentanza; restrizione del credito; mancanza di personale qualificato e di
figure manageriali; distorsioni del sistema competitivo determinate da lavoro sommerso, evasione e
concorrenza sleale” (in Mosconi, a cura di: La “metamorfosi” del modello emiliano, Il Mulino, Bologna
2012 pag.184).
Allo stesso tempo, proprio il luogo cruciale per le caratteristiche strutturali del nostro modello
manifatturiero, il territorio, è quello in cui c’ è la maggiore carenza di strumenti operativi, di possibilità
di costituire coalizioni, di rinsaldare in nuove forme lo sviluppo locale sull’ integrazione tra imprese,
lavoro, saperi e territorio. Come UilTec dobbiamo avere ben chiare le due diverse sfide che comporta
la natura di questa crisi, che altro non è che il “nome” di un cambio di passo della globalizzazione.
Il rilancio dei territori non si affronta certamente a Roma in una logica di concertazione
centralizzata, anche se almeno un problema va affrontato a un livello verticale: “Si tratta di intervenire
per correggere le deformazioni strutturali che sono state introdotte negli anni novanta nel
funzionamento del nostro sistema economico e finanziario, le quali hanno indotto buona parte della
grande imprenditoria italiana a spostare l’ attenzione dalla produzione e dal mercato per rivolgerla
verso le finanziarizzazioni e la speculazione” (Gianni De Michelis: La lezione della storia sul futuro dell’
Italia e le prospettive dell’ Europa, Marsilio, Venezia, 2013, pag. 167).
Solo per limitarci al tessile e moda, dove sono stati persi in cinque anni quasi 70.000 posti di
lavoro, quasi un quarto della forza lavoro del 2008, cioè molto di più della media complessiva,
rivelando una palese maggiore criticità, per caso qualcuno ha assistito a una qualche azione di politica
economica, industriale, fiscale, del credito, del commercio estero, dell’ occupazione per affrontare una
situazione in così veloce aggravamento?
Obama, la Merkel, la stessa Francia in continuità tra diverse Presidenze e il Giappone, hanno
istruito percorsi di politica industriale, di difesa e ritorno al manifatturiero attraverso azioni molto forti
di raccolta di provviste finanziarie, compresi i fondi pensione dei lavoratori, con incentivi normativi e
fiscali, per gli investimenti. Quello che sta vistosamente mancando nel nostro Paese è l’ espressione di
un blocco sociale degli interessi industriali con un programma politico, sia istituzionale che normativo e
fiscale, di sostegno e sviluppo dell’ impresa manifatturiera.
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Questo è un punto di grande importanza, sul quale l’azione dei governi nell’ intera seconda
Repubblica è stata incerta, debole, a volte addirittura di segno opposto, ha agevolato la
finanziarizzazione.
Un secondo obiettivo di rilancio dei territori si può rappresentare a un livello “intermedio” che
non è il verticalismo di Roma, ma neppure il localismo dove si vive il problema di una crisi aziendale o
anche distrettuale. Nel caso della moda e dei diversi settori del Made in Italy, dal tessile,
abbigliamento, calzatura all’ occhialeria, pelletteria e gioielleria sono ormai del tutto constatabili questi
processi: il rafforzamento dei brand, dei grandi marchi, per filiere globali, con l’ esternalizzazione dell’
intero processo produttivo, dalle competenze creative alle subforniture produttive. I gruppi industriali
di successo sono quelli che hanno rafforzato gli elementi di comunicazione, scambio di informazioni,
collaborazione con esternalizzazione in una parola quelli più aperti e cooperativi. Ciò ha permesso una
forte capacità di governare al meglio le filiere globali, più flessibili, inclusive e sostenibili (MIP
Politecnico Milano: Osservatorio della Moda 2012).
Le ragioni della crisi della moda italiana come settore portante di carattere economico –
industriale risiedono nel fatto che la profonda riarticolazione per filiere globali non si è saldata ai bacini
territoriali del lavoro nelle modalità innovative in cui questo avrebbe dovuto avvenire. Non è stato un
processo inevitabile. Infatti, le reazioni dei territori sono diverse tra di loro, segnalano delle differenze
a volte anche vistose. Nella globalizzazione, infrastrutture efficienti, relazioni di prossimità, qualità
artigiane diffuse, convenienze basate su altri prodotti industriali (la chimica) e la frammentazione
produttiva come elemento di flessibilità delle filiere sono tutti fattori che possono esprimere una
virtuosità competitiva.
Questo è un punto di estrema importanza: i sistemi di impresa hanno riorganizzato le filiere
produttive in forme che hanno stravolto le tradizionali relazioni di prossimità, ponendo il problema
della dimensione territoriale delle istituzioni di governo dei processi economici. Ciò rende
indispensabile un programma coordinato di azioni con una pluralità di attori. Per costruire le
interdipendenze necessarie ci vuole la strategia del brand, l’ interazione con i bacini di lavoro
artigianale qualificato, le strutture di formazione per tutti i livelli di apprendimento, da quella alta, a
quella manageriale, tecnica, continua e rivolta all’ inserimento, ci vogliono i servizi avanzati, le
infrastrutture e la logistica. Solo territori con bacini di lavoro altamente innovativi e vivaci sono
riconducibili a questo nuovo livello di competizione globale.
Pertanto il secondo livello della contrattazione sindacale dovrà sempre più presidiare questo
livello “meso”, intermedio, nel quale ci vuole almeno la Regione, i distretti, un’ Università (anche se la
tendenza dei grandi gruppi, come nel caso di Polimoda è di fare formazione privatistica), le Camere di
Commercio, le grandi Fiere. Si tratta di costruire accordi per integrare i bacini locali del lavoro con
alcune funzioni di capitale sociale e infrastrutture che hanno un raggio d’azione di area vasta, sono
“trasversali” allo sviluppo locale.
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Infine, il contenitore “azienda” non è più formalizzato come un tempo e questo ha
conseguenze molto forti anche in termini di tutela sindacale del lavoro. Molti brand importanti
esternalizzano praticamente tutto, dal vertice dello stilista alla base della cooperativa che fa logistica.
Frammentazione e piccole imprese implicano in buona sostanza maggiore flessibilità di processo,
maggiore velocità di adattamento ai nuovi contesti competitivi, redistribuzione dei rischi d’ impresa e
selezione delle innovazioni da una ramificata pluralità di agenti nel ciclo complessivo. Ne deriva,
infatti, che l’ azienda non è contenitore di gran parte dell’ occupazione, che questa si riorganizza in
una molteplicità di figure atipiche, non riconducibili al lavoro dipendente tradizionale, e del tutto prive
di rappresentanza.
La contrattazione di secondo livello non può trascurare questo contesto lavorativo a geometria
variabile, nel quale la tutela collettiva del lavoro individuale si esercita sempre più spesso su mercati
del lavoro esterni all’ impresa in senso formale. Occorre ricostruire una unitarietà del lavoro lungo l’
intera filiera, negoziare migliori condizioni retributive e normative per tutti, valorizzare la diffusione di
buone pratiche nell’ ambito della sostenibilità responsabile verso il lavoro, la società e l’ ambiente.
I dati sull’ occupazione mostrano tendenze meno negative nella chimica, farmaceutica e nei
servizi a rete. Più critica la situazione della raffinazione petrolifera e nell’ energia. Nella chimica vi è
però l’ incognita della “specializzazione di sistema”, che riguarda oggettivamente il ruolo dei grandi
gruppi multinazionali e le loro scelte strategiche di investire su cicli fortemente integrati verticalmente
e orizzontalmente. L’ accordo per la riconversione della chimica a Porto Marghera si firma il 21 ottobre
1998. Sono passati quindici anni, nulla si è mosso, se non indietro. Abbiamo recentemente di nuovo
riscontrato che nel distretto petrolifero estrattivo di Ravenna e nell’ intero sistema emiliano sono fermi
investimenti ENI per oltre 1 miliardo di euro. Anche ENEL ha rallentato tutto ciò che rappresenta
investimenti in Italia. Il problema dell’ ENI oggi è che va molto bene come player globale, ma sono
percepibili alcuni elementi di sradicamento dal contesto nazionale. Anche in questo caso siamo di
fronte a un allentamento del rapporto con il territorio. Questo dipende anche da ragioni legittime. La
presenza di numerosi impianti di raffinazione petrolifera era giustificata fino agli anni Settanta, ma
oggi l’ evoluzione tecnologica, le economie di prossimità e la diversificazione delle fonti impone un
forte ripensamento di alcune presenze.
In materia di energia, il Governo Monti aveva almeno battuto un colpo programmatico con la
SEN (Strategia Energetica Nazionale), che aveva alcune carenze, ma fissava degli obiettivi che
avrebbero avuto delle ricadute concrete sia sui grandi gestori (ENI, ENEL, TERNA), ma anche sui
processi di riorganizzazione selettiva in corso nel mondo delle multiutility pubbliche. Invece non
appare ancora chiaro il destino di SNAM, che entrata nel mirino dell’ antitrust è stata ceduta da ENI
alla CDP, con un processo singolare di NON privatizzazione.
La carenza di una politica dell’ energia si avverte rispetto alle dinamiche negative che hanno
interessato recentemente il settore a causa della riduzione dei consumi e degli incentivi fiscali
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“droganti” al fotovoltaico. Si chiudono centrali, su altre grava una pesante incertezza e molti gestori
stanno affrontando il nodo degli esuberi con accordi importanti per A2A, Edison, E.On, Cofely.
Chimica e petrolio, farmaceutico ed energia sono tutti settori nei quali le competenze diffuse
assumono un significato se vengono promosse da strumenti rigorosi di regolazione pubblica, la quale,
invece, sembra più a servizio dei grandi gestori che capace di affermare la sua autonomia dal controllo
di interessi particolari per fissare obiettivi di convenienza generale per il sistema Paese.
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QUADRO CONOSCITIVO
A partire dalle fonti statistiche ufficiali la presente analisi cerca di fotografare nella maniera più
dettagliata possibile la situazione economica delle singole categorie di interesse. L’intento dello studio,
infatti, è quello di offrire una panoramica generale sulle tendenze del mercato del lavoro, con la
possibilità di monitorare semestralmente, grazie all’aggiornamento delle fonti disponibili, l’evoluzione
dell’occupazione sia a livello generale che per i singoli settori.
Il rapporto è strutturato in due sezioni distinte:
Panoramica generale sul mercato del lavoro. In tale sezione si illustrano le linee
di tendenza complessive del mercato del lavoro in Italia utilizzando come base di
riferimento i dati Istat. Inoltre, attraverso i dati Inps si descrive brevemente il trend
dei lavoratori dipendenti secondo la qualifica ricoperta e la tipologia contrattuale1 e si
analizza il trend della cassa integrazione2. Infine, attraverso i dati INAIL sui lavoratori
interinali3 è stato inserito un focus che analizza il ricorso a tale forma di impiego nel
periodo compreso tra il 2008 ed il 2012.
Fotografia dei settori di attività economica. Per ciascuna categoria economica
aderente alla UilTec si offre un prospetto sintetico sull’andamento dell’attività
nell’ultimo periodo (tra il 2009 ed il 2012). In particolare si considerano tre differenti
variabili:
gli addetti totali (banca dati di Infocamere);
la dinamica imprenditoriale (banca dati di Infocamere), con la distinzione dei
principali comparti che costituiscono il macrosettore di attività economica;
il volume dell’export (fonte Istat), che offre un’indicazione sull’andamento
economico del settore.
La scelta di considerare oltre che all’andamento occupazionale anche la dinamica
imprenditoriale e quella del commercio estero consente di fornire in maniera sintetica
un profilo per ciascuna categoria economica. In questa maniera si tiene conto non
solo dell’aspetto legato al mercato del lavoro, ma anche alla dinamicità imprenditoriale
e alle prospettive di mercato.
1 Osservatorio sui lavoratori dipendenti dell’Inps
2 Osservatorio Cassa integrazione Guadagni - Ore autorizzate
3 Osservatorio Ebitemp – Ente Bilaterale per il Lavoro Temporaneo
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L’UNIVERSO DI RIFERIMENTO
Prima di analizzare il quadro economico delle singole categorie economiche si è cercato di
definire, attraverso la classificazione Ateco 2007, l’universo di riferimento di UilTec. La sovrapposizione
di alcuni settori e la collocazione di alcune specifiche categorie in classi di attività economica più
generiche rende difficile l’individuazione del preciso ambito di analisi. Facendo, comunque, riferimento
alle attività indicate nel sito ufficiale di UilTec4 nell’analisi sono stati considerati i seguenti comparti:
Tessile: industrie tessili; confezioni di articoli di abbigliamento, pelli e pelliccia
Chimica – Farmaceutica: chimica, farmaceutica, fibre chimiche, detergenza, dielettrici, elettrodi di
carbone, cere e lumini, abrasivi, gpl, gas tecnici; coibentazione per impianti petrolchimici, raffinerie,
centrali elettriche
Energia - petrolio: industria della ricerca, estrazione, raffinazione, cogenerazione; industria di
distribuzione dei prodotti petroliferi; industria di produzione di olii lubrificanti; trasporto, compressione
e ricompressione, vendita gas; produzione e vendita di energia elettrica
Manifatturiero: Gomma, plastica e cavi; vetro e lampade; concia; ceramica, piastrelle e affini;
fotoincisori (stampa su tessuti); giocattoli; penne, spazzole e pennelli; pelli e cuoio; ombrelli;
lavanderie industriali. In questa categoria rientrano anche i retifici e alcune attività legate alla tessitura
come i torcitori che però vengono già incluse nella categoria del tessile e pertanto nell’analisi sulla
dinamica imprenditoriale non vengono considerate all’interno di questa categoria economica.
Elettrico: produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione e vendita di energia elettrica, nonché
fornitura e produzione del servizio calore e di smantellamento delle centrali elettronucleari dismesse, e
le società di ingegneria costituite da imprese del settore
Artigianato: il settore dell’artigianato della chimica, gomma, plastica, vetro, ceramica, terracotta,
gres, decorazione piastrelle
Gas - Acqua: distribuzione e alla vendita del gas, al teleriscaldamento, gestione calore, alla
cogenerazione, alle attività ed ai servizi relativi al ciclo integrale dell’acqua, incluse le attività di
depurazione e gestione delle reti fognarie
Occhialeria: fabbricazione di lenti e armature per occhiali
PMI: le aziende con meno di 250 addetti dei settori della chimica e plastica, ceramica, giocattoli,
penne e spazzole, TAC, pelli e cuoio.
4 www.UilTec.it
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Di seguito si propone una tabella di sintesi che riporta per ogni categoria economica
appartenente all’universo di riferimento i corrispondenti codici Ateco assegnati nell’analisi.
Definizione delle attività in base alla classificazione Ateco 2007
CATEGORIA Codici ATECO 2007
Tessile 13 - 14
Chimica - Farmaceutica 20 - 21
Energia petrolio 05 -06 - 19
Manifatturiero
Gomma, plastica, cavi 22
Vetri e lampade 23.1
Concia 15.11
Ceramica, piastrelle e affini 23.2 - 23.3 - 23.4
Fotoincisori (stampa su tessuti) 18.12.00
Giocattoli 32.4
Penne, spazzole, pennelli 32.91 - 32.99.3
Pelli e cuoio 15.12
Ombrelli 32.99.2
Lavanderie industriali 96.01.1
Elettrico 35.1
Artigianato (solo imprese artigiane) 13 - 14 - 15 - 20 - 21 - 22 - 23.1 - 23.2 - 23.3 - 23.4
Gas - Acqua 35.2 - 35.3 - 36 - 37
Calzaturiero 15.2
Occhialeria 32.50.4 - 32.50.5
PMI (imprese fino a 249 addetti)
Chimica plastica 20 - 21 - 22
Ceramica, piastrelle e affini 23.1 - 23.2 - 23.3 - 23.4
Giocattoli 32.4
Penne e spazzole 32.91 - 32.99.3
TAC 13 - 14
Pelli e cuoio 15
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1. IL MERCATO DEL LAVORO
IL CONTESTO NAZIONALE
Per l’analisi di contesto sull’andamento occupazionale si considerano i dati provenienti dalla
RCFL5. A livello assoluto, l'occupazione in quantità di addetti ha subito pesanti flessioni nel 2009 e
2010 (rispettivamente -380 mila e -153 mila addetti), mentre nel 2011 si è registrato un andamento in
controtendenza (+95 mila unità), che però ha è stato quasi annullato dalla perdita registrata nell’anno
successivo (-69 mila). Il settore dei servizi risulta immune da questo processo di ridimensionamento
con una crescita consistente di occupati nel 2011 e 2012, dopo la pesante battuta d’arresto registrata
nel 2009 (-131 mila addetti). L’industria e le costruzioni (quest’ultima soprattutto nell’ultimo biennio)
hanno subito perdite pesanti, mentre l’agricoltura evidenzia una certa tenuta occupazionale.
Occupati totali* per settore. Anni dal 2009 al 2012
2009 2010 2011 2012
AGRICOLTURA
V.a.** (migliaia) 849 867 850 849
Diff. (rispetto anno prec.)
-18 18 -16 -1
INDUSTRIA IN SENSO STRETTO
V.a.** (migliaia) 4.795 4.629 4.692 4.608
Diff. (rispetto anno prec.)
-206 -166 63 -83
COSTRUZIONI
V.a.** (migliaia) 1.962 1.949 1.847 1.754
Diff. (rispetto anno prec.)
-25 -13 -102 -93
SERVIZI
V.a.** (migliaia) 15.419 15.428 15.579 15.688
Diff. (rispetto anno prec.)
-131 9 151 109
TOTALE
V.a.** (migliaia) 23.025 22.872 22.967 22.899
Diff. (rispetto anno prec.)
-380 -153 95 -69
* Occupati 15 anni e più ** Media annuale
Elaborazioni LAN su dati Istat
Secondo la RCFL gli occupati stranieri rappresentano nel 2012 oltre l’11% del totale degli
occupati, guadagnando negli ultimi quattro anni oltre due punti percentuali in termini di consistenza.
Questo deriva da un andamento in controtendenza: se mediamente i lavoratori italiani tra il 2009 ed il
5 Rilevazione sulle forze di lavoro: dall'indagine sulle forze di lavoro derivano le stime ufficiali degli occupati e
delle persone in cerca di lavoro. Le informazioni vengono raccolte dall'Istat intervistando ogni trimestre un
campione di quasi 77 mila famiglie, pari a 175 mila individui residenti in Italia, anche se temporaneamente
all'estero.
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2012 hanno subito una perdita intorno al -1,3%, per gli addetti stranieri si registra, invece, un trend di
crescita, che però si è attenuato sensibilmente nell’ultimo anno (+3,7%).
Occupati* per nazionalità. Anni dal 2009 al 2012
Variazioni % rispetto anno precedente**
* Occupati 15 anni e più
** Variazioni calcolate sui valori medi annuali
Elaborazioni LAN su dati Istat
Dal 2009 una tendenza evidente è la riduzione dei posti di lavoro a tempo pieno e l'aumento
dei posti a part‐time. Anche in questa direzione il 2012 è un anno di forte accelerazione, con
un’impennata del +7,3% del part time a scapito del tempo pieno (-2,2%). Per quanto riguarda il
genere sono i maschi ad accusare il maggiore fenomeno di ridimensionamento, mentre tra le donne
l’incremento che si assiste negli ultimi anni deriva da un maggior impiego nelle posizioni a tempo
parziale.
Occupati* per tipologia di orario e genere. Anni dal 2009 al 2012
Variazioni % rispetto anno precedente**
Tipologia di orario Genere
* Occupati 15 anni e più
** Variazioni calcolate sui valori medi annuali
Elaborazioni LAN su dati Istat
8,4%9,7%
8,2%
3,7%
-2,4%-1,6%
-0,4% -0,7%
2009 2010 2011 2012
Stranieri Italiani
-1,6% -1,6%
-0,1%
-2,2%
-0,9%
4,0%
2,2%
7,3%
2009 2010 2011 2012
Tempo pieno Parziale
-2,0%
-1,1%
-0,1%
-1,3%-1,1%
0,0%
1,2% 1,2%
2009 2010 2011 2012
Maschi Femmine
15
La mobilità
Dal 2007‐2008, il numero di persone in mobilità è in costante e rapido aumento. Circa 94.600
all'inizio del quinquennio, oltre 160.000 a fine 2011.
Numero lavoratori in mobilità beneficiari al 31 dicembre. Anno 2011
V.a. Com. % Var. %
’08 / ‘12
Maschi 100.999 63,1% 85,6%
Femmine 59.021 36,9% 46,6%
Totale 160.020 100,0% 69,0%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Numero lavoratori in mobilità beneficiari al 31 dicembre.
Serie storia 2007 - 2012 Confronto 2008 - 2012
Composizione %
Elaborazioni LAN su dati Inps
94.680
125.659
142.863
160.020
2008 2009 2010 2011
0,3%
39,4%
17,5%13,4%
-0,2%
23,7%
8,0%9,8%
2008 2009 2010 2011
M F
16
Avviamenti di rapporti di lavoro
Rapporti di lavoro attivati per tipologia inquadramento. Anni dal 2009 al 2012
2009 2010 2011 2012
CONTRATTI STABILI
Indeterminato 2.098.231 1.854.582 1.842.845 1.770.513
Apprendistato 303.607 306.329 295.852 277.651
Totale 2.401.838 2.160.911 2.138.697 2.048.164
CONTRATTI A TERMINE
Determinato 6.137.809 6.505.251 6.570.159 6.503.353
Collaborazioni 808.544 872.575 890.557 791.668
Altro 434.893 655.464 843.097 868.132
Totale 7.381.246 8.033.290 8.303.813 8.163.153
GENERALE Totale 9.783.084 10.194.201 10.442.510 10.211.317
Elaborazioni LAN su dati Comunicazioni Obbligatorie (Ministero del Lavoro)
Rapporti di lavoro attivati per tipologia inquadramento Incidenze % dal 2009 al 2012
Elaborazioni LAN su dati Comunicazioni Obbligatorie (Ministero del Lavoro)
Rapporti di lavoro attivati per tipologia inquadramento. Anni dal 2009 al 2012 Incidenze % dal 2009 al 2012
2009 2010 2011 2012
CONTRATTI STABILI
Indeterminato 21,4% 18,2% 17,6% 17,3%
Apprendistato 3,1% 3,0% 2,8% 2,7%
CONTRATTI A TERMINE
Determinato 62,7% 63,8% 62,9% 63,7%
Collaborazioni 8,3% 8,6% 8,5% 7,8%
Altro 4,5% 6,4% 8,2% 8,5%
TOTALE 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Elaborazioni LAN su dati Comunicazioni Obbligatorie (Ministero del Lavoro)
24,6% 21,2%20,5% 20,1%
75,4% 78,8% 79,5% 79,9%
2009 2010 2011 2012
Contratti stabili Contratti a termine
17
IL LAVORO DIPENDENTE
In questo paragrafo si analizza la dinamica occupazionale dei lavoratori dipendenti negli anni
2008, 2009, 2010, 2011, utilizzando come fonte di riferimento l’Osservatorio dei Lavoratori Dipendenti
realizzato dall’Inps. I dati del 2012 non sono ancora disponibili, ma già dal confronto tra il 2008 ed il
2011 è possibile evidenziare come la crisi abbia condizionato in maniera più o meno rilevante la
dinamica occupazionale dei lavoratori sia in base al settore di attività economica che alla tipologia di
impiego e alla forma di inquadramento.
In particolare l’analisi fa riferimento alle variabili riportate nella tabella successiva:
Tabella di sintesi delle variabili considerate nell’analisi
Lavoratori dipendenti totali Serie storica dei saldi dal 2008 al 2011
Elaborazioni LAN su dati Inps
VARIABILE Modalità di analisi
Estrazione di minerali
Industrie tessili
Confezione di articoli di abbigl.; preparazione, tintura e conf. di pellicce
Prep. e concia del cuoio; fabbr.ne di articoli da viaggio, borse e calzature
Fabbr.ne di coke, raffinerie di petrolio, tratt.to dei combustibili nucleari
Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche
Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua
Operai
Impiegati
Quadri
Dirigenti
Apprendisti
Altro
Tempo determinato
Tempo indeterminato
Stagionale
Settore di attività economica
Qualifica
Tipologia contrattuale
12.472.46012.261.409 12.202.059 12.221.952
2008 2009 2010 2011
18
Lavoratori dipendenti totali per qualifica. Anno 2011
V.a. 2011 Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Operai 6.496.639 53,2% -3,5%
Impiegati 4.680.066 38,3% 1,9%
Quadri 417.016 3,4% 9,5%
Dirigenti 115.720 0,9% -2,7%
Apprendisti 482.692 3,9% -22,1%
Altro 29.819 0,3% 10,0%
Totale 12.221.952 100,0% -2,0%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti totali per qualifica Serie storica dal 2008 al 2011
Operai Impiegati
Quadri Dirigenti
Apprendisti Altro
Elaborazioni LAN su dati Inps
6.731.499
6.449.228
6.453.345 6.496.639
2008 2009 2010 2011
4.594.575
4.692.7894.678.441
4.680.066
2008 2009 2010 2011
380.985
403.790
408.333417.016
2008 2009 2010 2011
118.952
118.953
116.144115.720
2008 2009 2010 2011
619.334 570.718
519.525
482.692
2008 2009 2010 2011
27.11525.931
26.271
29.819
2008 2009 2010 2011
19
Lavoratori dipendenti totali per tipologia contrattuale. Anno 2011
V.a. 2011 Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Tempo determinato 1.734.679 14,2% 0,1%
Tempo indeterminato 10.410.133 85,2% -2,4%
Stagionale 77.141 0,6% -1,5%
Totale 12.221.953 100,0% -2,0%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti totali per tipologia contrattuale Serie storica dal 2008 al 2011
Tempo determinato Tempo indeterminato
Stagionale
Elaborazioni LAN su dati Inps
1.732.743
1.564.696
1.648.935
1.734.679
2008 2009 2010 2011
10.661.42710.621.217
10.475.836
10.410.133
2008 2009 2010 2011
78.290
75.496
77.288 77.141
2008 2009 2010 2011
20
Lavoratori dipendenti: estrazione di minerali
Lavoratori dipendenti nel settore dell’estrazione di minerali. Anno 2011
V.a. Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Operai 20.782 45,5% -14,0%
Impiegati 15.472 33,9% -0,8%
Quadri 7.283 15,9% 5,2%
Dirigenti 1.406 3,1% -1,2%
Apprendisti 734 1,6% -52,2%
Altro 0 0,0% -
Tempo determinato 3.105 6,8% -9,9%
Tempo indeterminato 42.557 93,2% -7,8%
Stagionale 15 0,0% 15,4%
Totale 45.677 100,0% -8,0%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti nel settore dell’estrazione di minerali Serie storica dei saldi dal 2008 al 2011
Elaborazioni LAN su dati Inps
49.626
48.317
46.640
45.677
2008 2009 2010 2011
21
Lavoratori dipendenti: industrie tessili
Lavoratori dipendenti nelle industrie tessili. Anno 2011
V.a. Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Operai 103.070 72,1% -20,3%
Impiegati 33.400 23,4% -12,5%
Quadri 1.725 1,2% -5,7%
Dirigenti 1.398 1,0% -18,1%
Apprendisti 3.306 2,3% -33,8%
Altro 2 0,0% -
Tempo determinato 10.007 7,0% -15,4%
Tempo indeterminato 132.881 93,0% -19,1%
Stagionale 13 0,0% -53,6%
Totale 142.901 100,0% -18,8%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti nelle industrie tessili Serie storica dei saldi dal 2008 al 2011
Elaborazioni LAN su dati Inps
176.080157.654
146.971 142.901
2008 2009 2010 2011
22
Lavoratori dipendenti: confezione di articoli di abbigliamento; preparazione, tintura e
confezione di pellicce
Lavoratori dipendenti nel settore delle confezione di articoli di abbigliamento; preparazione, tintura e confezione di pellicce. Anno 2011
V.a. Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Operai 119.706 73,7% -14,2%
Impiegati 34.670 21,4% -6,0%
Quadri 1.750 1,1% 2,5%
Dirigenti 1.019 0,6% -11,6%
Apprendisti 5.189 3,2% -33,1%
Altro 0 0,0% -
Tempo determinato 13.974 8,6% -16,1%
Tempo indeterminato 148.334 91,4% -12,9%
Stagionale 26 0,0% -61,2%
Totale 162.334 100,0% -13,2%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti nel settore delle confezione di articoli di abbigliamento; preparazione, tintura e confezione di pellicce
Serie storica dei saldi dal 2008 al 2011
Elaborazioni LAN su dati Inps
186.947
171.292
160.962 162.334
2008 2009 2010 2011
23
Lavoratori dipendenti: preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da
viaggio, borse e calzature
Lavoratori dipendenti nel settore Preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da viaggio, borse e calzature. Anno 2011
V.a. Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Operai 96.331 76,8% -8,7%
Impiegati 21.517 17,2% -3,1%
Quadri 1.423 1,1% 10,7%
Dirigenti 685 0,5% -7,8%
Apprendisti 5.499 4,4% -9,7%
Altro 2 0,0% -
Tempo determinato 12.184 9,7% 3,7%
Tempo indeterminato 113.262 90,3% -8,7%
Stagionale 12 0,0% -45,5%
Totale 125.457 100,0% -7,7%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti nel settore Preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da viaggio, borse e calzature
Serie storica dei saldi dal 2008 al 2011
Elaborazioni LAN su dati Inps
135.880
123.716
120.437
125.457
2008 2009 2010 2011
24
Lavoratori dipendenti: fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei
combustibili nucleari
Lavoratori dipendenti nel settore della fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari. Anno 2011
V.a. Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Operai 6.485 34,0% -12,2%
Impiegati 8.948 46,9% -3,4%
Quadri 2.460 12,9% -1,4%
Dirigenti 731 3,8% -3,4%
Apprendisti 456 2,4% -4,4%
Altro 0 0,0% -
Tempo determinato 755 4,0% 4,1%
Tempo indeterminato 18.293 95,9% -6,7%
Stagionale 33 0,1% -34,0%
Totale 19.081 100,0% -6,4%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti nel settore della fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari Serie storica dei saldi dal 2008 al 2011
Elaborazioni LAN su dati Inps
20.379
19.925
19.443
19.081
2008 2009 2010 2011
25
Lavoratori dipendenti: fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali
Lavoratori dipendenti nel settore della fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali. Anno 2011
V.a. Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Operai 75.847 38,8% -9,0%
Impiegati 87.373 44,7% -7,9%
Quadri 22.783 11,7% -2,9%
Dirigenti 7.270 3,7% -6,9%
Apprendisti 2.254 1,1% -25,5%
Altro 0 0,0% -
Tempo determinato 10.495 5,4% -19,3%
Tempo indeterminato 184.985 94,6% -7,2%
Stagionale 48 0,0% -59,0%
Totale 195.528 100,0% -8,0%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti nel settore della fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali
Serie storica dei saldi dal 2008 al 2011
Elaborazioni LAN su dati Inps
212.516
203.766
198.349195.528
2008 2009 2010 2011
26
Lavoratori dipendenti: fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche
Lavoratori dipendenti nel settore della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche. Anno 2011
V.a. Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Operai 119.406 71,6% -10,2%
Impiegati 36.603 22,0% -5,7%
Quadri 4.560 2,7% 3,8%
Dirigenti 2.140 1,3% -5,6%
Apprendisti 3.959 2,4% -27,8%
Altro 1 0,0% -
Tempo determinato 10.377 6,2% -27,8%
Tempo indeterminato 156.135 93,7% -7,9%
Stagionale 156 0,1% 73,3%
Totale 166.668 100,0% -9,4%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti nel settore della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche
Serie storica dei saldi dal 2008 al 2011
Elaborazioni LAN su dati Inps
183.989
172.626
166.957 166.668
2008 2009 2010 2011
27
Lavoratori dipendenti: fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non
metalliferi
Lavoratori dipendenti nel settore della fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi. Anno 2011
V.a. Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Operai 119.946 70,8% -17,4%
Impiegati 40.908 24,1% -9,7%
Quadri 3.025 1,8% -2,3%
Dirigenti 1.936 1,1% -11,4%
Apprendisti 3.602 2,1% -42,9%
Altro 45 0,1% 9,8%
Tempo determinato 8.595 5,1% -30,1%
Tempo indeterminato 160.831 94,9% -15,3%
Stagionale 36 0,0% -51,4%
Totale 169.462 100,0% -16,2%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti nel settore della fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
Serie storica dei saldi dal 2008 al 2011
Elaborazioni LAN su dati Inps
202.188
187.518
176.701
169.462
2008 2009 2010 2011
28
Lavoratori dipendenti: produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua
Lavoratori dipendenti nel settore della produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua. Anno 2011
V.a. Com. %. Var. % ’08 / ‘11
Operai 37.685 34,3% -8,8%
Impiegati 60.583 55,2% -2,2%
Quadri 8.112 7,4% 10,4%
Dirigenti 2.065 1,9% -3,1%
Apprendisti 1.297 1,2% 61,1%
Altro 21 0,0% -
Tempo determinato 3.089 2,8% 11,8%
Tempo indeterminato 106.661 97,2% -3,7%
Stagionale 13 0,0% -51,9%
Totale 109.764 100,0% -3,4%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Lavoratori dipendenti nel settore della produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua
Serie storica dei saldi dal 2008 al 2011
Elaborazioni LAN su dati Inps
113.570 113.346
110.109109.764
2008 2009 2010 2011
29
IL LAVORO INTERINALE
Attraverso la banca dati Ebitemp (Ente Bilaterale per il Lavoro Temporaneo), che registra i
lavoratori interinali assicurati all’Inail, è possibile rilevare come questa tipologia di impiego ha risentito
pesantemente della crisi occupazionale con rilevanti cadute nel 2011 e 2012. L’analisi per settore
rivela tuttavia che tale forma di inquadramento è poco diffusa nell’universo di attività UilTec, visto che
in nessun settore l’incidenza degli interinali sul totale degli occupati supera i cinque punti percentuali.
Lavori interinali. Assicurati netti INAIL anni 2008 - 2012
V.a. Var. %
Rispetto anno prec.
di cui uomini
%
di cui italiani
%
2008 576.963 -0,9% 55,7% 76,3%
2009 398.732 -30,9% 52,3% 79,2%
2010 466.279 16,9% 54,2% 79,0%
2011 514.545 10,4% 56,0% 78,3%
2012 469.995 -8,7% n.d. 78,9%
Elaborazioni LAN su dati Inail
Lavoratori interinali per settore. Assicurati netti INAIL anno 2012
V.a. Inc. %
su totale
Var. %
2008 / 2012
Estrazione di minerali 268 0,1% -23,9%
Industria tessile 9.912 2,1% -33,6%
Industria conciaria 7.752 1,6% 15,9%
Industria del petrolio 360 0,1% 43,4%
Industria chimica 14.014 3,0% -0,2%
Industria della gomma 15.795 3,4% -36,3%
Industria di trasformazione* 6.253 1,3% -46,9%
Elettricità, gas, acqua 2.527 0,5% -8,1%
* Lavorazione minerali non metalliferi in cui si comprende la produzione di ceramica, piastrelle,…
Elaborazioni LAN su dati Inail
30
Lavoratori Interinali per settore . Assunzioni totali – Cessazioni totali Serie storica dei saldi dal 2008 al 2012
Estrazione di minerali Industria tessile
Industria conciaria Industria del petrolio
Industria chimica Industria della gomma
Industria di trasformazione* Elettricità, gas, acqua
* Lavorazione minerali non metalliferi in cui si comprende la produzione di ceramica, piastrelle,…
Elaborazioni LAN su dati Inail
-45
1218
-15
40
20122011201020092008
-452-468
824
-235
-859
20122011201020092008
-448
-199
536
86
-522
20122011201020092008
23
108
1
-6
20122011201020092008
-527
-61
634
427
-535
20122011201020092008
-1.045-592
1.371
-12
-1.897
20122011201020092008
-434
-712
523
-216
-1.017
20122011201020092008
-153
-108
141
-16
58
20122011201020092008
31
LA CASSA INTEGRAZIONE
Relativamente alle ore autorizzate, il dato interessante è il cambiamento di composizione e di
importanza fra i vari tipi di gestione. Dopo il “boom” del 2009, la cassa ordinaria, prettamente
congiunturale, perde peso relativo, passando da oltre il 50% al 30,8% delle ore totali nel 2012. La
cassa in deroga, che nel 2008 pesa per 12,3%, nel 2012 arriva a superare quota 32%, più
dell'ordinaria, mentre non cambia di molto il peso della straordinaria ( 38,1% nel 2008 e 36,7% nel
2012).
Ore autorizzate totali di cassa integrazione. Anno 2012
V.a. Com. % Var. %
’08 / ‘12
Ordinaria 335.603.725 30,8% 196,9%
Straordinaria 400.284.270 36,7% 361,7%
Deroga 354.766.227 32,5% 1169,4%
Totale 1.090.654.222 100,0% 379,1%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Ore autorizzate totali di cassa integrazione
Serie storia 2008 - 2012 Confronto 2008 - 2012
Composizione %
Elaborazioni LAN su dati Inps
La banca dati dell’Inps non fornisce un dettaglio analitico dei settori di attività economica
rappresentati da UilTec. Si considera, dunque, per l’analisi del trend delle ore autorizzate di cassa
integrazione i macro settori che racchiudono l’universo di riferimento.
0,0
200,0
400,0
600,0
800,0
1.000,0
1.200,0
1.400,0
2008 2009 2010 2011 2012
Mil
ion
i
Ordinaria Straordinaria Deroga Totale
49,6%
38,1%
12,3%
30,8%
36,7%32,5%
Ordinaria Straordinaria Deroga
2008 2012
32
Cassa integrazione: estrazione di minerali
Ore autorizzate totali di cassa integrazione
Periodo gennaio - luglio
Gen.-Lug. 2013 Com. %
Var. %
Gen.-Lug. ’12 / Gen.-Lug. ’13 -
Estrazione carbon fossile 2.240 0,1% -
Estrazione di petrolio greggio e di gas naturale e servizi connessi, esclusa la prospezione
51.620 1,8% -42,1%
Estrazione di minerali metalliferi 8.574 0,3% -95,7%
Altre industrie estrattive 2.801.506 97,8% 9,5%
Totale 2.863.940 100,0% 0,6%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Ore autorizzate totali di cassa integrazione Serie storica 2007 - 2012
Ore autorizzate totali Ore autorizzate per tipo di gestione
Composizione %
Elaborazioni LAN su dati Inps
1.243.986
1.285.524
2.660.910
3.314.561
3.685.347
4.622.274
2007 2008 2009 2010 2011 2012
88,0% 88,9%81,8%
68,8%56,2% 59,2%
11,7% 10,1%16,2%
16,7%
22,0% 17,2%
0,3% 1,0% 2,0%
14,5%21,8% 23,6%
2007 2008 2009 2010 2011 2012
Ordinaria Straordinaria Deroga
33
Cassa integrazione: produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua
Ore autorizzate totali di cassa integrazione
Periodo gennaio - luglio
Gen.-Lug. 2013 Com. %
Var. %
Gen.-Lug. ’12 / Gen.-Lug. ’13 -
Produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas, di calore
392.530 74,0% -7,3%
Raccolta, depurazione e distribuzione d'acqua
137.669 26,0% 57,8%
Totale 530.199 100,0% 3,8%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Ore autorizzate totali di cassa integrazione Serie storica 2007 - 2012
Ore autorizzate totali Ore autorizzate per tipo di gestione
Composizione %
Elaborazioni LAN su dati Inps
14.983 115.997 124.472152.182
637.177645.096
2007 2008 2009 2010 2011 2012
11,8%0,4%
18,7%25,7%
8,9%18,7%
88,2%
90,4%
78,3%
34,6%77,9%
66,5%
0,0%9,2%
3,0%
39,7%
13,2% 14,8%
2007 2008 2009 2010 2011 2012
Ordinaria Straordinaria Deroga
34
Cassa integrazione: tessile, abbigliamento, concia
Ore autorizzate totali di cassa integrazione
Periodo gennaio - luglio
Gen.-Lug. 2013 Com. %
Var. %
Gen.-Lug. ’12 / Gen.-Lug. ’13 -
Industrie tessili 27.675.523 47,4% -19,2%
Confezione di articoli di abbigliamento; preparazione, tintura e confezione di pellicce
19.091.292 32,7% -8,1%
Preparazione e concia del cuoio; fabbricazione di articoli da viaggio, borse, marocchineria, selleria e calzature
11.597.646 19,9% 4,0%
Totale 58.364.461 100,0% -11,8%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Ore autorizzate totali di cassa integrazione Serie storica 2007 - 2012
Ore autorizzate totali Ore autorizzate per tipo di gestione
Composizione %
Elaborazioni LAN su dati Inps
39.735.149
44.977.931
116.928.161
151.663.340
115.875.893
110.978.535
2007 2008 2009 2010 2011 2012
30,0%39,5%
47,0%
23,4% 20,8%32,2%
51,3%41,4%
35,3%
35,5% 44,0%34,3%
18,7% 19,1% 17,7%
41,1% 35,2% 33,5%
2007 2008 2009 2010 2011 2012
Ordinaria Straordinaria Deroga
35
Cassa integrazione: energia e petrolio
Ore autorizzate totali di cassa integrazione
Periodo gennaio - luglio
Gen.-Lug. 2013 Com. %
Var. %
Gen.-Lug. ’12 / Gen.-Lug. ’13 -
Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento dei combustibili nucleari
1.481.043 100,0% 120,4%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Ore autorizzate totali di cassa integrazione Serie storica 2007 - 2012
Ore autorizzate totali Ore autorizzate per tipo di gestione
Composizione %
Elaborazioni LAN su dati Inps
81.090
169.258
257.740
333.044
348.158
888.452
2007 2008 2009 2010 2011 2012
94,5%
32,4%
95,9%
75,0%60,1%
35,0%
5,5%
67,6%
1,3%
19,2%33,6%
56,3%
0,0% 0,0%2,8%
5,8% 6,3% 8,7%
2007 2008 2009 2010 2011 2012
Ordinaria Straordinaria Deroga
36
Cassa integrazione: chimica, gomma, plastica
Ore autorizzate totali di cassa integrazione
Periodo gennaio - luglio
Gen.-Lug. 2013 Com. %
Var. %
Gen.-Lug. ’12 / Gen.-Lug. ’13 -
Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali
11.928.159 32,9% 2,3%
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche
24.377.918 67,1% -1,4%
Totale 36.306.077 100,0% -0,2%
Elaborazioni LAN su dati Inps
Ore autorizzate totali di cassa integrazione Serie storica 2007 - 2012
Ore autorizzate totali Ore autorizzate per tipo di gestione
Composizione %
Elaborazioni LAN su dati Inps
10.803.378
15.614.354
65.529.46861.312.945
49.965.619
63.105.679
2007 2008 2009 2010 2011 2012
30,1%38,7%
66,9%
28,4% 25,9%
45,0%
65,2%54,8%
26,5%
47,7% 52,1%
41,4%
4,7% 6,5% 6,6%
23,9% 22,0%13,6%
2007 2008 2009 2010 2011 2012
Ordinaria Straordinaria Deroga
37
2. LE CATEGORIE ECONOMICHE
TESSILE – ABBIGLIAMENTO - PELLETTERIA
Fotografia del settore tessile – abbigliamento - pelletteria. Anno 2012
Valore Var.% 2009 / 2012
Addetti totali (stima) 508.504 -7,9%
Sedi di impresa totali 66.768 -6,6%
Industrie tessili 17.660 -8,2%
Conf. di articoli di abb; pelle e pelliccia 49.108 -6,0%
Export totale (mln euro) 26.579 22,0%
Prodotti tessili 9.429 20,7%
Articoli di abb. (anche in pelle e in pelliccia). 17.150 22,7%
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
38
Dinamica del settore tessile – abbigliamento - pelletteria Valori assoluti e variazioni % rispetto anno precedente
Addetti totali
Sedi di impresa
Export (mln euro)
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
508.504
520.395534.106
552.312
2012201120102009
-2,3%-2,6%
-3,3%
201220112010
66.768
68.579
69.915
71.502
2012201120102009
-2,6%
-1,9%-2,2%
201220112010
27.142,5
21.784,723.985,5
26.405,2 26.579,4
2008 2009 2010 2011 2012
-19,7%
10,1% 10,1%
0,7%
2009 2010 2011 2012
39
CHIMICA - FARMACEUTICA
Fotografia del settore chimica – farmaceutica. Anno 2012
Valore Var.% 2009 / 2012
Addetti totali (stima) 183.315 -3,6%
Sedi di impresa totali 6.942 -4,8
Fabb. di prodotti chimici 6.178 -4,0
Fabb. di prodotti farmaceutici e di preparati farmaceutici
764 -10,9
Export totale (mln euro) 46.375 42,2%
Prodotti chimici 25.331 41,9%
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
21.044 42,6%
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
40
Dinamica del settore chimica – farmaceutica Valori assoluti e variazioni % rispetto anno precedente
Addetti totali
Sedi di impresa
Export (mln euro)
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
183.315
182.729
187.596
190.158
2012201120102009
0,3%
-2,6%
-1,3%
201220112010
6.942
7.100
7.207
7.290
2012201120102009
-2,2%
-1,5%
-1,1%
201220112010
37.457,7
32.609,6
39.717,3
44.119,4 46.374,9
2008 2009 2010 2011 2012
-12,9%
21,8%
11,1%
5,1%
2009 2010 2011 2012
41
ENERGIA E PETROLIO
Fotografia del settore energia – petrolio. Anno 2012
Valore Var.% 2009 / 2012
Addetti totali (stima) 28.956 -12,0%
Sedi di impresa totali 473 -4,1
Estrazione di carbone 10 -23,1
Estraz.di petrolio greggio e di gas naturale 56 1,8
Fabb. di coke e prodotti derivanti dalla raffinaz del petrolio.
407 -4,2
Export totale (mln euro) 21.198 115,6%
Carbone 15 294,8%
Petrolio greggio e gas naturale 670 27,1%
Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio
20.513 120,5%
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
42
Dinamica del settore energia – petrolio Valori assoluti e variazioni % rispetto anno precedente
Addetti totali
Sedi di impresa
Export (mln euro)
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
28.956
29.93631.842
32.904
2012201120102009
-3,3%
-6,0%
-3,2%
201220112010
473
476
487
493
2012201120102009
-0,6%
-2,3%
-1,2%
201220112010
16.561,3
9.831,9
15.264,6
17.329,7
21.197,6
2008 2009 2010 2011 2012
-40,6%
55,3%
13,5%22,3%
2009 2010 2011 2012
43
MANIFATTURIERO
Fotografia del settore manifatturiero. Anno 2012
Valore Var.% 2009 / 2012
Addetti totali (stima) 610.171 -2,9%
Sedi di impresa totali 49.540 -4,6
Articoli in gomma e materie plastiche 12.220 -4,6%
Vetro e prodotti in vetro 5.394 -7,2%
Concia del cuoio; preparazione e tintura pellicce
3.008 -4,1%
Fabb. prodotti refrattari, materiali da costruzione in terracotta, prodotti in porcellana e ceramica
5.065 -9,7%
Altra stampa (tra cui fotoincisori) 13.026 -2,2%
Fabb. di giochi e giocattoli 1.080 -18,1%
Fabb. di scope e spazzole e oggetti di cancelleria
1.023 -21,1%
Fabb. articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria
7.301 0,4%
Fabb. di ombrelli, bottoni, chiusure lampo,… 609 -8,0%
Attività delle lavanderie industriali 814 5,2%
Export totale (1) (mln euro) 25.412 32,2%
Articoli in gomma e materie plastiche 9.832 24,1%
Vetro e prodotti in vetro 2.156 19,8%
Concia del cuoio; preparazione e tintura pellicce
3.723 38,7%
Fabb. prodotti refrattari, materiali da costruzione in terracotta, prodotti in porcellana e ceramica
3.906 12,1%
Fabb. di giochi e giocattoli 360 12,6%
Fabb. di scope e spazzole e oggetti di cancelleria
301 11,3%
Fabb. articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria
4.813 94,0%
Fabb. di ombrelli, bottoni, chiusure lampo,… 321 26,1%
(1) Non si considerano le attività delle lavanderie industriali e dei fotoincisori
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
44
Dinamica del settore manifatturiero Valori assoluti e variazioni % rispetto anno precedente
Addetti totali)
Sedi di impresa
Export (mln euro)
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
610.171
620.210627.825
628.576
2012201120102009
-1,6%
-1,2%
-0,1%
201220112010
49.540
50.460
51.353
52.013
2012201120102009
-1,8%-1,7%
-1,3%
201220112010
23.526,0
19.221,9
22.363,4
24.670,2 25.411,7
2008 2009 2010 2011 2012
-18,3%
16,3%
10,3%
3,0%
2009 2010 2011 2012
45
ELETTRICO
Fotografia del settore elettrico. Anno 2012
Valore Var.% 2009 / 2012
Addetti totali (stima) 61.131 1,3%
Sedi di impresa totali 7.291 159,0%
Export totale (mln euro) 255 -41,1%
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
46
Dinamica del settore elettrico Valori assoluti e variazioni % rispetto anno precedente
Addetti totali
Sedi di impresa
Export (mln euro)
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
61.131
59.13258.411
60.321
2012201120102009
3,4%
1,2%
-3,2%
201220112010
7.291
5.490
3.782
2.815
2012201120102009
32,8%
45,2%
34,4%
201220112010
365,7433,2
276,5
275,6255,0
2008 2009 2010 2011 2012
18,5%
-36,2%
-0,3%-7,5%
2009 2010 2011 2012
47
ARTIGIANATO
Fotografia del settore artigiano. Anno 2012
Valore Var.% 2009 / 2012
Addetti totali (stima) 360.991 1,6%
Sedi di impresa totali 68.385 -6,2%
Industrie tessili 10.567 -8,1%
Conf. di articoli di abb; pelle e pelliccia 30.618 -6,1%
Articoli in pelle e simili; concia del cuoio; articoli di pelletteria
13.185 -3,2%
Fabbricazione di prodotti chimici 1.495 -6,3%
Fabb. di prodotti e preparati farmaceutici 37 -15,9%
Fabb. di art. in gomma e materie plastiche 5.152 -6,0%
Fabb. di vetro e prodotti in vetro 3.980 -7,8%
Fabb. di prodotti refrattari 99 -18,9%
Fabb. di materiali di costruzione in terracotta 322 -12,5%
Fabb. di prodotti in porcellana e ceramica 2.930 -10,8%
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
48
Dinamica del settore artigiano Valori assoluti e variazioni % rispetto anno precedente
Addetti totali
Sedi di impresa
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
360.991
364.292
358.815
355.158
2012201120102009
-0,9%
1,5%
1,0%
201220112010
68.385
69.908
71.148
72.923
2012201120102009
-2,2%
-1,7%
-2,4%
201220112010
49
GAS - ACQUA
Fotografia del settore gas – acqua. Anno 2012
Valore Var.% 2009 / 2012
Addetti totali (stima) 62.404 10,6%
Sedi di impresa totali 2.717 -4,7%
Produzione e distribuzione di gas 592 -5,0%
Fornitura di vapore e aria condizionata 207 4,5%
Raccolta, trattamento e fornitura di acqua 748 -10,4%
Gestione delle reti fognarie 1.170 -2,2%
Export totale (migliaia euro) 152,5 319,3%
Gas manufatti (esclusi gas industriali, naturali o derivanti da raffinazione)
150,3 361,7%
Acque di scarico, anche depurate 2,1 -44,3%
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
50
Dinamica del settore gas -acqua Valori assoluti e variazioni % rispetto anno precedente
Addetti totali
Sedi di impresa
Export (migliaia euro)
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
62.404
63.912
58.972
56.425
2012201120102009
-2,4%
8,4%
4,5%
201220112010
2.717
2.750
2.842
2.852
2012201120102009
-1,2%
-3,2%
-0,4%
201220112010
63,7
36,4
81,1
172,5
152,5
2008 2009 2010 2011 2012
-42,9%
123,0% 112,8%
-11,6%
2009 2010 2011 2012
51
CALZATURIERO
Fotografia del settore calzaturiero. Anno 2012
Valore Var.% 2009 / 2012
Addetti totali (stima) 127.850 -7,9%
Sedi di impresa totali 11.607 -6,4%
Export totale (mln euro) 7.949 8,9%
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
52
Dinamica del settore calzaturiero Valori assoluti e variazioni % rispetto anno precedente
Addetti totali
Sedi di impresa
Export (mln euro)
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
127.850
130.138135.146
138.821
2012201120102009
-1,8%
-3,7%
-2,6%
201220112010
11.607
11.864
12.104
12.400
2012201120102009
-2,2%-2,0%
-2,4%
201220112010
7.299,8
6.141,96.931,9
7.818,6 7.948,7
2008 2009 2010 2011 2012
-15,9%
12,9% 12,8%
1,7%
2009 2010 2011 2012
53
OCCHIALERIA
Fotografia del settore dell’occhialeria. Anno 2012
Valore Var.% 2009 / 2012
Addetti totali (stima) 16.089 -3,7%*
Sedi di impresa totali 738 4,1%
Fabb. di lenti oftalmiche 56 115,4%
Fabb. di armature e montature per occhiali 682 -0,1%
Export totale (mln euro) 2.640 40,1%
Lenti oftalmiche 74 19,3%
Armature e montature per occhiali 2.566 40,8%
* Var. % 2010 / 2012
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
54
Dinamica del settore dell’occhialeria Valori assoluti e variazioni % rispetto anno precedente
Addetti totali
Sedi di impresa
Export (mln euro)
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
16.089
16.866
16.701
201220112010
-4,6%
1,0%
20122011
738
745
719709
2012201120102009
-0,9%
3,6%
1,4%
201220112010
2.216,4
1.883,9
2.224,4
2.472,8 2.639,8
2008 2009 2010 2011 2012
-15,0%
18,1%
11,2%
6,8%
2009 2010 2011 2012
55
PMI
Fotografia del settore della piccola media impresa. Anno 2012
Valore Var.% 2009 / 2012
Addetti totali (stima) 993.214 -3,5%%
Sedi di impresa totali 120.124 -6,3%
Tessile e abbigliamento 66.676 -6,6%
Pelli e cuoio 21.954 -3,9%
Chimica e plastica 18.987 -4,7%
Ceramica, piastrelle e affini 10.408 -8,4%
Giocattoli 1.077 -18,3%
Penne e spazzole 1.022 -21,1%
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
56
Dinamica del settore della piccola media impresa Valori assoluti e variazioni % rispetto anno precedente
Addetti totali
Sedi di impresa
Elaborazioni LAN su dati Istat e Infocamere - Movimprese
993.214
1.010.914
1.010.609
1.029.028
2012201120102009
-1,8%
0,0%
-1,8%
201220112010
120.124
123.120125.588
128.141
2012201120102009
-2,4%
-2,0%-2,0%
201220112010