indirizzi e azioni per la tutela della risorsa idrica … · via roma - palazzo di città ... foto...

87
INDIRIZZI E AZIONI PER LA TUTELA DELLA RISORSA IDRICA E DEL PAESAGGIO PER IL PARCO REGIONALE DEI MONTI PICENTINI Autorità di Bacino del Sarno - Regione Campania Progetto Integrato “Parco Regionale dei Monti Picentini” P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - "Parco Regionale dei Monti Picentini" Studio finalizzato alla caratterizzazione del bilancio idrico, alla determinazione del Deflusso Minimo Vitale (D.M.V.) e del corpo idrico di riferimento del bacino idrografico Alto Sarno-Solofrana, a supporto della programmazione e gestione del territorio del Parco Regionale dei Monti Picentini Quaderni AdB - lettere dal Tirreno n.7 - Collana di Studi, Documentazione e Ricerca lettere dal Tirreno n.7 - Quaderno monografico Quaderni

Upload: phungngoc

Post on 02-Dec-2018

214 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

INDIRIZZI E AZIONI PER LA TUTELA DELLARISORSA IDRICA E DEL PAESAGGIO PER ILPARCO REGIONALE DEI MONTI PICENTINIAutorità di Bacino del Sarno - Regione CampaniaProgetto Integrato “Parco Regionale dei Monti Picentini”

P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c.P.I. - "Parco Regionale dei Monti Picentini"

Studio finalizzato alla caratterizzazione del bilancioidrico, alla determinazione del Deflusso MinimoVitale (D.M.V.) e del corpo idrico di riferimento delbacino idrografico Alto Sarno-Solofrana, a supportodella programmazione e gestione del territorio delParco Regionale dei Monti Picentini

Qua

dern

i AdB

- le

tter

e da

l Tir

reno

n.7

- C

olla

na d

i Stu

di,

Doc

umen

tazi

one

e Ri

cerc

a

lettere dal Tirreno n.7 - Quaderno monografico

Quaderni

Il Quaderno costituisce la sintesi, a carattere divulgativo, dello Studio svolto dall'Autorità di Bacino del Sarno nell'ambito del"Progetto Integrato Parco Regionale dei Monti Picentini", POR Campania 2000-2006 - misura 1.9 azione c., a rafforzare l'attivitàdi trasferimento e diffusione dei risultati acquisiti. Il lavoro complessivo è interamente consultabile nel CD rom allegato che è parteintegrante della presente pubblicazione.La pubblicazione si inserisce nella Collana "Studi, Documentazione e Ricerca" dell'Autorità di Bacino del Sarno come numeromonografico dei Quaderni AdB - lettere dal Tirreno n.7 dedicato alla presentazione dei contenuti dello Studio ed "occasione" peraffrontare il rapporto tra pianificazione di bacino e aree protette, tra politiche di difesa del suolo e quelle di conservazione/valoriz-zazione ambientale.

lettere dal Tirreno n.7 - Quaderno monograficoQuaderni

INDIRIZZI E AZIONI PER LA TUTELA DELLARISORSA IDRICA E DEL PAESAGGIO PER ILPARCO REGIONALE DEI MONTI PICENTINI

Quaderni AdB - lettere dal Tirreno n.7 - Anno V Collana di Studi, Documentazione e RicercaAutorità di Bacino del Sarno - Regione Campania

Quaderno monografico "Indirizzi e azioni per la tutela della risorsa idrica e del paesaggio per il Parco Regionale dei Monti Picentini"Progetto Integrato "Parco Regionale dei Monti Picentini"POR Campania 2000-2006 - Asse I - misura 1.9 c.

Progetto Integrato "Parco Regionale dei Monti Picentini"POR Campania 2000-2006 - Asse I - misura 1.9 c.

Il Quaderno con allegato il Cd-rom è stato realizzato con il cofinanziamento dell'Unione Europea POR Campania 2000-2006

Regione Campania Area Generale di Coordinamento Ecologia, Tutela dell'Ambiente, Ciclo Integrato delle Acque, Protezione Civilevia A. De Gasperi, 28 80134 - Napoli

Autorità di Bacino del Sarno p.zzetta G. Fortunato, 1080134 - Napolitel. 081/4935001 - fax: 081/4935070www.autoritabacinosarno.ite-mail: [email protected]

Parco Regionale dei Monti Picentinivia Roma - Palazzo di Città83051 - Nusco (AV)

© 2008 - Autorità di Bacino del Sarno - tutti i diritti riservatifinito di stampare a Napoli nel dicembre 2008progetto grafico: M. Mastellone per Stile Libero s.r.l.

REPERTORIO FOTOGRAFICO

Le fotografie a corredo dei testi sono state realizzate nelcorso delle attività di studio (Repertorio fotografico).

- PRESENTAZIONE DELLO STUDIO e L'AMBITO TERRITORIALE E IL CONTESTO DI RIFERIMENTOfoto tratte dai Repertori fotografici AdB Sarno, "Acquesuperficiali" (prof. M. Giugni, prof. M. Guida, dott.ssa G.D'Auria), "Acque sotterranee" (prof. P.B. Celico, dott.ssageol. F. Habetswallner)

- ACQUE SOTTERRANEE foto tratte da: Repertorio fotografico "Acque Sotterranee"(prof. P.B. Celico, dott.ssa geol. F. Habetswallner)

- ACQUE SUPERFICIALIfoto tratte da: Repertorio fotografico "Acque Superficiali"(prof. M. Giugni, prof. M. Guida, dott.ssa G. D'Auria) edal Repertorio fotografico "Acque sotterranee" (prof. P.B.Celico, dott.ssa geol. F. Habetswallner)

- ECOLOGIA DEGLI AMBIENTI FLUVIALIfoto tratte da: Repertorio fotografico "Ecologia degliAmbienti Fluviali" (arch. A. Braioni, dott.ssa A. Locascio, prof. G. Salmoiraghi)

REPERTORIO CARTOGRAFICO

Cartografia storica per ambito di studio, G.A. RizziZannoni (1807) "Atlante Geografico del Regno di Napoli"Biblioteca Nazionale di Napoli (p. 25);

Modellazione 3D su Ortofoto O.R.CA. 2004, Elaborati car-tografici a corredo dello Studio (CED - Autorità di Bacinodel Sarno). La rappresentazione tridimansionale 3D del territorio distudio, su DTM O.R.CA è riportato interamente nelQuaderno (p. 10) ed è utilizzata come “tema” rappresen-tativo dello studio.

La fruizione umana del territorio e delle risorse subisceproprio in questi anni una specie di rivoluzione, ora che ibisogni reali di colpo si alleviano. In presenza di una nettaquanto largamente imprevista diminuzione dei consumi (acominciare dal numero dei consumatori) l’acqua e la terra elo spazio cessano di essere risorse da usare e consumare, ecosì la carrying capacity con il grado di assorbimento e dineutralizzazione che il pianeta o i contesti locali si possonopermettere.

Resta difficile e un tanto deludente l’applicazione deiconcetti relativi al minimo vitale ai valori di soglia in gene-re. Per chi fa pianificazione è chiaro che tutta la risorsa èsacra e inviolabile a meno di prelievi e di consumi assoluta-mente necessari per la vita umana e per uno sviluppo eco-nomico reale, quello in cui i costi (anche ambientali) sianoeffettivamente superati da uno sviluppo reale e non drogato.

Tragica in passato la storia dell’acqua potabile portataavanti come esigenza “base” (non negoziabile) per giustifi-care usi del tutto diversi in strutture spacciate come usoplurimo, dalla diga dell’Alento all’acquedotto Pugliese alladiga dell’Ancipa o alla proposta di concessione delle tregrandi adduttrici della Campania per “rifarle nuove”, conla modica spesa di un miliardo.

Numerosi spunti provengono dagli studi sui corridoi flu-viali e sulle vocazioni di connessione ecologica che derivanoloro da corrispondere ad un’unità morfologica con specifichefunzioni ambientali: zone di interazione privilegiata traacqua e suolo, dove massime si manifestano le dinamiche diriequilibrio (o di squilibrio) degli ambienti idrici e terrestriinfluenzati dalla presenza del fiume.

Gli studi evidenziano come ciò avvenga per interazionimolteplici ma principalmente di scambio tra acque superfi-ciali, di falda e i terreni che, per ciclo stagionale o di picco,ne delimitano il perimetro strutturale unitario: l’alveo, ilsubalveo e le fasce riparie, ma anche le aree di esondazione,i biotopi relitti che passate divagazioni hanno separato dal-l’ecosistema fluviale principale, il paleoalveo scavato. Inqueste aree, che insieme definiscono la fascia di pertinenza

fluviale, le destinazioni d’uso dei suoli influenzano in termini rilevanti iprocessi di auto depurazione e riequilibrio morfologico. A supporto degliobiettivi di “buono stato ecologico”, risulta perciò essenziale integrare lemisure tradizionali di riqualificazione delle componenti idriche (la depura-zione e il collettamento) con misure “territoriali” in grado di orientare,gestire e, se del caso, vincolare gli usi e le trasformazioni d’uso dei territoridi pertinenza fluviale alle funzionalità di corridoio ecologico.

La Direttiva europea rende più stringente l’integrazione tra le politichedi difesa del suolo e il risanamento dei corpi idrici, con l’attuazione distrategie “distribuite”: strategie che, potendo insistere su perimetri esplicitie normabili, risultino cogenti a fronte della frammentazione e del consumodi suolo tanto esiziali per la capacità di risposta dei bacini agli eventimeteorici intensi, strategie innovative per la deregimazione (rimozione diopere inutili di arginatura, rettifica e difesa spondale) che concorrano allariqualificazione dei paesaggi fluviali e costieri, strategie infine di governodei rischi di natura morfologica e idraulica improntate alla gestione diffusadelle coperture vegetazionali che incidono sulle dinamiche idrologiche e diversante.

Incerte ancora e non abbastanza spiegate all’opinione pubblica le frui-zioni immateriali, quelle ambientali per esempio, o ricreative, anch’essesottoposte al rischio di servire da foglia di fico per le rapine di sabbia comequelle in un recente passato autorizzate e persino incentivate nei nostrimaggiori fiumi, come il Volturno, o da parte del Magistrato del Po.

Conoscere per fare e per evitare i rischi e gli ostacoli della speculazione,dalla pelle d‘agnello.

La natura, la bellezza, i paesaggi, le aree protette, i santuari esistono esi giustificano di per sè stessi, e la loro domanda è inesausta, infinita comequella fisica biologica della vita o della forma del pianeta. Ma ovviamentel’uso umano, la percezione umana della realtà fisica sono quelli diretti:anche nei casi in cui la sua fruizione sia puramente virtuale (una naturasognata, diceva Habermas); e noi sappiano come (per esempio) la mera esi-stenza dell’Amazzonia (invisibile impenetrabile, insondabile) sia “di persé” fonte di sicurezza inconscia, rifugio di paure primordiali.

Pietro Giuliano CannataSegretario Generale Autorità di Bacino del Sarno

E’ di rilevante interesse, soprattutto da parte degli Enti preposti alla pia-nificazione territoriale, disporre di studi conoscitivi che caratterizzino le risorseidriche superficiali e sotterranee, non solo in termini di quantità disponibilima anche sotto il profilo della qualità delle risorse stesse.

Questo secondo aspetto è fondamentale per l’individuazione delle modalitàd’uso delle acque.

Le metodologie che permettono la valutazione della qualità delle acquesuperficiali e sotterranee sono, quindi, uno strumento di fondamentale impor-tanza per definire le più opportune strategie di utilizzo e di salvaguardia dellefonti idriche in modo da coniugare obiettivi di tutela, fruizione, valorizzazionedel territorio protetto con la difesa del suolo.

Il Bacino Idrografico dell’Alto Sarno-Solofrana, soprattutto nell’ultimotrentennio, è stato oggetto di una indiscriminata e rilevante manipolazioneantropica degli equilibri idrogeologici naturali che ha generato la compromis-sione quali-quantitativo delle acque sia superficiali che sotterranee con note-voli negativi risvolti soprattutto sull'ecosistema fluviale.

L’emanazione della legge 183/89 ci ha illuso su concrete iniziative per lasalvaguardia della risorsa idrica e per un suo uso congruo ed equo; da quasivent’anni la legge stessa è in ritardo nei suoi principi ispiratori che prevedeva-no “la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale svi-luppo economico e sociale e la tutela degli aspetti ambientali ad essi connes-sa”

Altri fondamentali principi sono stati sanciti dalla legge 36/94 e piùrecentemente dal D.Lgs 152/2006 che all’articolo 164 recita testualmente:“Nell’ambito delle aree naturali protette nazionali e regionali, l’ente gestoredell’area protetta, sentita l’Autorità di Bacino, definisce le acque sorgive,fluenti e sotterranee necessarie alla conservazione degli ecosistemi, che nonpossono essere captate.”

Per una razionale gestione dei corpi idrici, non è più rinviabile l’attuazionedei concetti di pianificazione e programmazione su scala di bacino, come,peraltro, è sancito nella stessa legislazione.

In particolare, va definito il passaggio della soglia minima del D.M.V.;quest’ultimo parametro risulta di difficile determinazione, in quanto basatosul regime dei deflussi del corso d’acqua, condizionato a sua volta da una plu-ralità di fattori, di tipo idrologico e morfologico, correlati con caratteristiche dipiovosità della zona, con l’ampiezza del bacino, con le tipologie dei terreni,

con la permeabilità dell’alveo, ecc..In sostanza le esigenze a cui il deflusso ottimale deve

rispondere sono: la tutela dell’ecosistema acquatico, la tuteladella “naturalità” del fiume, il rispetto della qualità e la tute-la della fruizione.

Notevole rilevanza (80%) riveste, inoltre, l’interferenza trala corretta gestione del patrimonio idrico utilizzato per usopotabile e quello destinato ad altri settori produttivi, come ilsettore agricolo, il settore industriale, il settore urbanistico edil settore naturalistico.

Sono emersi, in occasione degli anni siccitosi, i forti squilibriche interessano detta area territoriale nel rapporto agricolturarivierasca e assetto ecologico.

Certamente, la problematica va affrontata per gradi, inter-venendo prioritariamente sulle questioni più rilevanti, ma con-servando una visione di insieme dei vari settori ad essa con-nessi.

I contributi sviluppati nello Studio offrono la possibilità diconoscere le caratteristiche e l’importanza del sistema idrologi-co e degli ambienti acquatici del reticolo idrografico dell’AltoSarno-Solofrana.

In tale contesto, emerge il ruolo dell’Ente Parco e delleAmministrazioni cui è demandata la salvaguardia territoriale:esse devono ricercare e recepire strumenti che siano in grado diindirizzare verso scelte operative equilibrate, finalizzate sia allatutela e alla conservazione delle fonti idriche che alla salva-guardia e protezione del territorio che, spesso anche nelle areeprotette, subisce inaudite manomissioni con grave degradoall’ambiente.

prof. geol. Sabino AquinoPresidente del Parco Regionale dei Monti Picentini

Questo numero monografico dei Quaderni AdB - let-tere dal Tirreno n.7, costituisce il documento finale disintesi, in forma divulgativa, di presentazione dell'atti-vità di studio e dei risultati conseguiti nell'ambitodello Studio svolto dall'Autorità di Bacino del Sarno,cofinanziato dall'Unione Europea - FESR - P.O.R.Campania 2000-2006 - misura 1.9 - azione c. - nel-l’ambito del Progetto Integrato “Parco Regionale deiMonti Picentini”. Il quaderno è integrato all'intera documentazione pro-dotta contenuta nel Cd-rom allegato, ma, nel con-tempo, è disponibile come documento separato, taleda poter essere letto in modo autonomo, per garan-tirne la miglioere diffusione.Il taglio della pubblicazione è rivolto a fornire un con-tributo, conoscitivo e di indirizzo, in grado di consen-tire un'agevole lettura di un documento tecnico, con-figurando uno strumento di divulgazione dei contenu-ti, in linea con quanto previsto dalle azioni di informa-zione e di pubblicità del POR Campania. Il titolo del quaderno sottolinea l'intento di offrire unprodotto editoriale, a conclusione dello Studio, rivoltoall'azione di "trasferimento" degli indirizzi/misure pro-poste, a supporto dell'attività di pianificazione/pro-grammazione dell'Ente Parco Regionale dei MontiPicentini.In questi termini, i contenuti dello Studio sono statisintetizzati e riportati su di un piano divulgativo quan-to più facilmente comprensibile ed accessibile a faci-litare il processo di diffusione dei risultati, ripercor-rendo il percorso di lavoro. La strutturazione si articola in sezioni tematiche cor-redate da un'ampia documentazione fotografica,opportunamente selezionata, e da alcune delle carto-grafie prodotte. Le immagini inserite seguono edaccompagnano la trattazione e il testo, evidenziandoaspetti significativi e peculiarità del territorio esami-nato.

A partire dalla presentazione del lavoro e della impostazione meto-dologica, la prima sezione è dedicata alla lettura dell'ambito di stu-dio ed alla illustrazione delle caratteristiche del sistema territoriale;la seconda, alle attività di monitoraggio e indagini svolte, alla pre-sentazione dei risultati ed alla definizione di possibili misure/indiriz-zi di una ottica integrata in linea con la Direttiva WFD 2000/60. Levalutazioni complessive sono riferite al "sistema fiume-corridoiofluviale" in coerenza con l'approccio strategico di questa Autorità diBacino, nella prospettiva di azioni sinergiche in grado di coniugarela difesa del suolo con la tutela/fruizione/valorizzazione del territo-rio del Parco. A queste è associata la proposta di schema di asset-to (proposta AdB Sarno) del "sistema fiume-corridoio fluviale"(Picentini-Sarno) nel quadro della Rete Ecologica Regionale delPiano Territoriale Regionale (PTR), presentata nelle pagine cheseguono.

Per gli approfondimenti specifici degli aspetti trattati, si rimanda aiReport integrali contenuti nel CD allegato, che riporta l'intera docu-mentazione prodotta nel corso del lavoro (Report di settore - AcqueSotterranee, Acque Superficiali, Ecologia degli ambienti fluviali - allegati car-tografici riferiti al quadro conoscitivo ed alla proposta di indirizzi).

A completare e rafforzare l'azione di divulgazione e diffusione deirisultati, lo studio è consultabile on-line all'interno del sito webdell'Autorità di Bacino del Sarno.

Con questa pubblicazione, che conclude il percorso di lavoro incoerenza con la misura e l'azione del POR, l'Autorità di Bacino delSarno intende fornire un contributo di indirizzo e di supporto alprocesso di programmazione/pianificazione dell'Ente Parco "aperto"ad ulteriori sviluppi e approfondimenti, nella prospettiva di un "dia-logo" costruttivo verso approcci integrati tra difesa del suolo evalorizzazione/tutela delle risorse.

Il R.U.P. arch.Ornella Piscopo

Il Quaderno di Studio

Lo Studio è stato svolto dal gruppo di lavoro interno dell'Autorità di Bacino del Sarno - Regione Campania, con la consulen-za di: prof. Pietro B. Celico, con la collaborazione della dott.ssa Federica Habetswallner, per l'ambito "Acque Sotterranee";del prof. Maurizio Giugni, per l'ambito "Acque Superficiali"; della prof.ssa M.Giovanna Braioni - con la collaborazione di:arch. Anna Braioni, dott.ssa Adriana Locascio, prof.Gianpaolo Salmoiraghi, dott.ssa M.Cristina Villani - per l'ambito "Ecologiadegli ambienti fluviali"; e con la collaborazione del prof. Marco Guida per gli approfondimenti chimico-biologici.

Analisi qualitative "Acque sotterranee"ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania)

Dati idropluviometrici "Centro Funzionale per la Previsione Meteorologica e il Monitoraggio meteo-pluvio-idrometrico e delle frane" SettoreProgrammazione Interventi di Protezione Civile sul Territorio - Regione Campania.

SOMMARIO

presentazione dello studio p. 11

l'ambito territoriale e il contesto di riferimento p. 25

le attività di monitoraggio dell'ecosistema fluviale p. 29

Acque sotterranee

Monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici sotterranei p. 31

Acque superficialiMonitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici superficiali p. 49

Ecologia degli ambienti fluviali

Predisposizione ed applicazione di un modello di valutazione integrata applicata al sistema fiume Alto Sarno-Solofranacorridoio fluviale p. 63

Le questioni connesse alla tutela della risorsa idrica nell'ambitodelle aree naturali protette pongono interessanti stimoli di riflessio-ne e richiamano fortemente l'attenzione sulla necessità di indivi-duare azioni e strategie di intervento in una prospettiva integrata.Su questo tema, gli approcci e le politiche a livello europeo, irecenti documenti tecnico-scientifici e di indirizzo (Direttive eProgrammi Comunitari di Azione in materia ambientale, DirettivaQuadro WFD 2000/601, ecc.) a partire dalla consapevolezza dell'im-portanza della risorsa "acqua" e della sua tutela, sottolineano lanecessità di una gestione integrata, improntata ai principi di soste-nibilità, ponendo l'accento sull'importanza del ruolo dei parchi edelle aree protette nella loro azione di tutela, conservazione,

presentazione dello studio

obiettivi e finalità

Presentazione dello Studio

12P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

gestione e valorizzazione dei corpi idrici presenti nel loro territorio,e nel contesto dei processi di tutela/trasformazione del paesaggio.Si ribadisce l'importanza del …."ruolo dei fiumi e delle fasce fluvialinei metabolismi urbani-territoriali e nei processi di sviluppo econo-mico e produttivo, la loro importanza ecologica, paesistica e terri-toriale" (Gambino, R., 2002), riconoscendone la dimensione etica,ambientale sociale, economica. Il "sistema fluviale" diviene elemen-to di riqualificazione ambientale visto nei suoi rapporti con il pae-saggio, con le valenze naturalistico-ambientali e storico-culturali,con gli aspetti idrogeologici, con la rete ecologica.La rete idrografica assume la funzione di "matrice delle reti ecolo-giche" (Gambino R., Ercolini M.), in una prospettiva di valorizzazio-ne/tutela/recupero e riqualificazione paesaggistico-ambientale deisistemi fluviali.

Sulla base di questi presupposti, si inquadra lo Studio chel'Autorità di Bacino del Sarno ha sviluppato nell'ambito delProgetto Integrato (P.I.) "Parco Regionale dei Monti Picentini" -FESR - P.O.R. Campania 2000-2006 (misura 1.9 azione c.) - "Studiofinalizzato alla caratterizzazione del bilancio idrico, alla determina-zione del Deflusso Minimo Vitale (D.M.V.) e del corpo idrico di riferi-

mento del bacino idrografico Alto Sarno-Solofrana, asupporto della programmazione e gestione del terri-torio del Parco Regionale dei Monti Picentini". In linea con gli obiettivi della misura 1.9 e dell'azionec.del POR2, lo Studio, nell'ambito della strategia delProgetto Integrato (P.I.) (idea forza)3, rivolta ad azionidi tutela/valorizzazione/conservazione del patrimonionaturalistico-ambientale e storico-culturale del Parco,si configura come strumento conoscitivo e di indiriz-zo in una ottica integrata, di supporto alla program-mazione e gestione delle aree del "Parco Regionaledei Monti Picentini".

La significatività dell'area di studio, situata nella por-zione più orientale del bacino idrografico del TorrenteSolofrana, ricadente nel Parco Regionale dei MontiPicentini, a ridosso degli insediamenti produttividell'Alto Sarno (polo conciario di Solofra, ASI Solofra,ASI Fisciano), offre l'occasione per affrontare il rappor-to tra pianificazione di bacino e aree protette, tra poli-tiche di difesa del suolo e quelle di conservazione/valo-rizzazione ambientale.

La rilevanza del rapporto tra il Parco e il suo contornoper le pressioni e gli impatti antropici che si verificanoall' "esterno" dell'area Parco e che incidono in manierasignificativa sulle condizioni all' "interno" del territorioprotetto - richiamano gli aspetti connessi all'uso delsuolo, in particolare al rapporto tra uso del suolo egestione/tutela/salvaguardia della risorsa idrica e del-l'ecosistema fluviale. In questi termini, il Bacino "AltoSarno Solofrana" risulta emblematico per le implicazio-ni sull'assetto del territorio del Parco, sullo stato dellarisorsa idrica e sul sistema delle risorse nel loro com-plesso.La tematica è sviluppata nel quadro delle interrelazio-ni tra difesa del suolo e tutela delle acque, così come nella "missione" istituzionale dell'Autorità di Bacino4,con riferimento ad un approccio integrato e ad una

Presentazione dello Studio

visione complessiva del sistema delle risorse. I criterialla base del lavoro, riferiti alla strategia di interventoiche questa Autorità di Bacino sta portando avantinell'ambito del "corridoio fluviale del fiume Sarno" edel riassetto/recupero ambientale delle fasce di perti-nenza fluviale5, inquadrano la funzione del Parco edell'Autorità di Bacino in stretta sinergia nelle azionidi tutela, valorizzazione ambientale/ecologica/paesag-gistica e di riassetto idrogeologico, di tutela delleacque (uso e qualità delle acque) e di disciplina degliusi del suolo nelle fasce spondali. In questa prospettiva, l'attività di studio ha esaminatogli aspetti connessi alle acque superficiali e sotterra-nee e alle loro implicazioni ecologico-paesaggistichenel quadro di una valutazione integrata del "sistemafiume corridoio-fluviale".Il percorso di lavoro ha inteso definire un contributofinalizzato al miglioramento dello stato di conoscenzadel sistema, a supporto delle azioni del Parco e, nelcontempo, rivolto alla costruzione di un percorso diindirizzo attraverso la definizione di misure - struttu-rali e non strutturali - in grado di coniugare obiettividi tutela/fruizione/valorizzazione del territorio protettocon la difesa del suolo, in linea con l'approccio strate-gico di questa Autorità di Bacino, nel quadro del piùampio "corridoio fluviale" del fiume Sarno.

In questa ottica, lo studio sviluppa una proposta diassetto del "sistema fiume-corridoio fluviale" (Picentini-Sarno) di continuità ecologico-ambientale (zone cusci-netto e corridoi di connessione) riferita alle aree "criti-che" limitrofe al Parco Regionale dei Monti Picentini, inconnessione con il "corridoio fluviale del Fiume Sarno",nella prospettiva del rafforzamento della Rete EcologicaRegionale (RER)6 proposta dall’Adb del Sarno (Tavolequi di seguito presentate).Il "rafforzamento della RER", richiamato tra gli obietti-vi della misura 1.5 del POR Campania, è qui ripreso e

sviluppato in relazione all'individuazione di aree di connessioneecologico-funzionale, intese come aree cuscinetto/aree tampone incorrispondenza delle zone adiacenti all'area Parco, soggette a ele-vata pressione antropica, nel quadro del corridoio fluviale del fiumeSarno.Sul piano conoscitivo, lo studio delinea un'azione "finalizzata allosviluppo delle conoscenze", così come indicato tra gli obiettividella misura 1.9 azione c., configurando un quadro aggiornato rife-rito al territorio in esame, a supporto dell'Ente Parco; altresì, si col-loca tra le attività conoscitive, a scala di bacino, inerenti il bacinoidrografico del fiume Sarno, nella direzione dell'approfondimento edell'aggiornamento delle conoscenze. In particolare, le finalità delloStudio vanno ad integrare e approfondire le attività riguardanti gliaspetti quali-quantitativi della risorsa idrica, superficiale e sotterra-nea (D.L.vo 152/99 modificato ed integrato dal D.L.vo 258/00;L.183/89), sviluppate nell'ambito del "Progetto di Piano Stralcio diTutela delle Acque"7.Nel quadro dello stesso Progetto Integrato - Parco Regionale Monti

13P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

14P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Picentini - P.O.R. Campania 2000-2006 (misura 1.9 - azione c.), l'at-tività di studio, rispetto alla complementarietà ed alla convergenzadi obiettivi, va a correlarsi con gli studi delle Autorità di BacinoDestra Sele8 ed Interregionale del Sele9 (cofinanziati nell'ambitodello stesso Progetto Integrato), connotando un'azione complessi-va di "assistenza tecnica finalizzata allo sviluppo delle conoscenza"(misura 1.9 - azione c.) riferita all'intero territorio del Parco, di sup-porto alla pianificazione e programmazione dell'Ente Parco. I trestudi, che coprono l'intero territorio del Parco, portano valoreaggiunto al Progetto Integrato ed ai contributi medesimi e consen-tono all'Ente Parco di disporre di un quadro conoscitivo di riferi-mento complessivo sullo stato dell'ecosistema fluviale, ulterior-mente implementabile.

La Direttiva Quadro 2000/6010, i recenti riferimentinormativi, documenti di indirizzo, contributi scientifi-ci, come sottolineato in apertura, configurano unapproccio alla tutela della risorsa idrica rivolto ad unavisione integrata e sostenibile riferita all'ecosistemafluviale, rispondente ad una "nuova cultura dell'ac-qua"11 interrelata al sistema delle risorse ed al pae-saggio.

"… il ruolo della cultura dell'acqua deve essere recepito all'in-terno della progettazione paesistica quale elemento integratoretra saperi, azioni e riqualificazione fluviale. La risorsa acquaintesa come fattore costitutivo dell'identità fiume, identità insé, ma anche nel suo rapporto con il contesto territoriale epaesistico" (Calzolari, V.,2006).

L'impostazione del lavoro si inserisce in questo quadrodi riferimento, assumendo alla base un approccio inlinea con la Direttiva Quadro 2000/60, riferito al "siste-ma fiume-corridoio fluviale", inquadrato nell'ambitodella Rete Ecologica Regionale del Piano TerritorialeRegionale. Lo studio affronta la tematica della tuteladella risorsa idrica in chiave ecosistemica, rispetto aduna visione complessiva, integrata, dello stato delsistema, con una valutazione riferita agli aspetti ecolo-gico-paesaggistico-ambientali-vegetazionali (valutazio-ne integrata del sistema fiume/pertinenze) fluviali),tenendo conto delle interrelazioni tra le diverse com-ponenti ambientali e sottolineando lo stretto rapportotra reti ecologiche e sistemi fluviali.In aderenza con i principi della "Convenzione Europeadel Paesaggio" , la dimensione paesaggistica12 si integranel processo di riqualificazione e valorizzazione sul pianodell'interpretazione estetico-percettiva del paesaggio flu-viale, assumendo, nello studio, una specifica trattazionerapportata ai caratteri ed alle valenze di naturalità.In breve, su questi concetti si articola il lavoro che,come su accennato, assume ed esplicita la strategia di intervento che questa Autorità di Bacino sta por-

l'approccio metodologico: i riferimenti

Presentazione dello Studio

tando avanti nel quadro del "corridoio fluviale delfiume Sarno, nell'ambito delle attività rivolte al rias-setto ed al recupero ambientale delle fasce di perti-nenza fluviale, nella direzione dell'"uso del suolocome difesa"13, anche nel quadro delle programma-zione 2007-2013 - POR Campania - FESR.Questa ottica tende a recuperare il ruolo del "sistemafiume", innescando processi di valorizzazione del-l'area, a "ri-pensare" il rapporto "fiume/paesaggio/dife-sa del suolo" e ad individuare modalità di interventoall'interno di un progetto di "paesaggio fluviale"(Ercolini, M., 2006).In questi termini, il Parco, inteso quale componentedella Rete Ecologica Regionale, si pone in connessio-ne con le altre aree protette regionali, come strumen-to nella gestione delle fasce pertinenziali fluviali inlinea con la pianificazione di bacino.

Nel complesso, le linee di sviluppo dello Studio sonoorientate dalle seguenti considerazioni di base:

- la "lettura interpretativa" del sistema territoriale

- le relazioni tra il Parco e il contesto limitrofo

- la "restituzione" del fiume al territorio e il recuperodel ruolo storico del sistema fluviale

- la "dimensione paesaggistica" nelle sue relazioni con il contesto territoriale e gli elementi del sistema

* la "lettura interpretativa" del sistema territorialeL' interpretazione del sistema territoriale rimanda ad una "lettura"complessiva del sistema delle risorse, con richiami alla "memoriastorica", evidenziando l'originaria identità territoriale rispettoall'attuale assetto dell'area.

* le relazioni tra il Parco e il contesto limitrofoIl riferimento al contesto assume una particolare rilevanza per leforti interrelazioni con il territorio protetto. Il rapporto tra Parco econtesto limitrofo è "riletto" in funzione delle sue relazioni con learee contermini, che costituiscono "aree critiche", caratterizzateda una elevata pressione antropica. Le particolari problematichepresenti portano ad estendere le valutazioni ad aree esterneall'area Parco.

* la "restituzione" del fiume al territorio e il recupero del ruolo storico del siste-ma fluvialeQuesta considerazione si inquadra nell'ambito delle possibilità diinnescare processi di recupero del sistema fluviale, nella prospet-tiva del "rispetto del territorio del fiume e delle sue funzioni stori-che"14, della valorizzazione del "patrimonio ambientale, territoria-le, culturale del fiume", del senso e dell'identità dei luoghi

* la "dimensione paesaggistica" nelle sue relazioni con il contesto territoriale econ gli elementi del sistemaAll'interno dello stretto rapporto tra reti ecologiche e sistemi flu-viali, la "dimensione paesaggistica" assume una specifica conno-tazione e si integra nel processo di riqualificazione e valorizzazio-ne. Gli aspetti connessi al paesaggio nelle sue relazioni con l'am-biente fluviale definiscono, all'interno dello studio, valutazioni econsiderazioni riferite alla qualità paesaggistico-ambientale-natu-ralistico-vegetazionale nel quadro del corridoio fluviale - applica-zione dell'Envrinonmental Landscape Index - E.L.I., Wild StateIndex (W.S.I.), Buffer Strip Index (B.S.I.).

Rispetto a questo quadro di riferimento metodologico, le attività dimonitoraggio e di indagine attivate sono state finalizzate a valuta-zioni complessive ed integrate dell'ecosistema fluviale riferite alleacque superficiali e sotterranee e agli aspetti ecologico-paesaggisti-co-naturalistico vegetazionali. 15P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Presentazione dello Studio

Presentazione dello Studio

16P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Lo studio è il risultato di diversi livelli di indagine opportunamenteintegrati in un quadro complessivo di riferimento, che ha consenti-to di configurare uno strumento conoscitivo e di indirizzo a sup-porto delle azioni del Parco Regionale dei Monti Picentini.

Sulla base del quadro metodologico adottato, il lavoro è articolatoin fasi successive di approfondimento, esaminando gli aspetti con-nessi ai corpi idrici superficiali e sotterranei e a quelli ecologico-paesaggistico-naturalistico-vegetazionali, nel quadro di una valuta-zione integrata del "sistema fiume-corridoio fluviale". In linea con quanto delineato dalla WFD 2000/60, l'insieme delleattività svolte sono state riferite ad un approccio ecosistemiconella prospettiva della salvaguardia, tutela e miglioramento dellaqualità ambientale nel suo complesso ed inquadrate rispetto al"corridoio fluviale".Nel seguito sono indicate le fasi di lavoro e le attività svolte.

le fasi di lavoroCome su accennato, lo studio si è articolato in un percorso artico-lato in tre fasi sequenziali di lavoro, a partire dall'acquisizione/siste-matizzazione/omogenizzaziome/informatizzazione di dati ed infor-mazioni esistenti (ricostruzione del quadro conoscitivo di base -informazioni di base).

ricostruzione del quadro informativo di baseLa ricostruzione del quadro informativo di base, con la raccolta e ilriordino delle conoscenze esistenti e disponibili, che ha costituitola fase preliminare, ha condotto alla individuazione e valutazionedei dati disponibili e di tutte le fonti in grado di fornire dati aggior-nati, attendibili e significativi ai fini dello studio (reperimento, rac-colta, analisi, selezione dei dati utili ai fini della ricostruzione delquadro informativo di base). Nel complesso, il database si compone di dati di tipo territoriale,idrogeologico, idrologico, attingendo alle principali fonti ufficialiriferite alle attività di monitoraggio (reti di monitoraggio ARPAC -Regione Campania, Settore Programmazione Interventi diProtezione Civile sul Territorio - Centro Funzionale per la previsione

meteorologica e il monitoraggio meteo-idropluviome-trico e delle frane - Regione Campania).

informatizzazione e elaborazioni dati - il databaseL'informatizzazione ed elaborazioni dati ha richiestola messa a punto di un database relazionale che hacostituito lo strumento di supporto per lo sviluppodelle varie fasi di lavoro, consentendo di interfacciarele varie informazioni nell'archivio GIS dell'AdB Sarno. Il database GIS di riferimento è comprensivo di un setdi dati significativi - riferiti agli aspetti territoriali, idro-geologici, idrologici, ecologico-ambientali - legato adelaborazioni di cartografie tematiche. In questa otti-ca, si è resa di fondamentale importanza la struttura-zione di tutte le informazioni raccolte durante il lavo-ro svolto all'interno della banca dati GIS dell’AdBSarno - (archivio informatizzato dati), che fornisce,altresì, una prima strutturazione conoscitiva (set didati opportunamente strutturati in ambiente GIS) delpatrimonio di informazioni per l'Ente Parco MontiPicentini ulteriormente aggiornabile ed implementabi-le (creazione di un sistema informativo per l'EnteParco in grado di incorporare informazioni rilevateperiodicamente - dati di monitoraggio, di qualità delleacque e dell'ecosistema fluviale, dei prelievi, degli sca-

l’articolazione dello studio

Presentazione dello Studio

richi, delle condizioni di rischio idraulico, ecc. e ren-derle agevolmente disponibili al fine di valutare possi-bili interventi migliorativi - contributo alla implemen-tazione del SIT del Parco, costituzione di un archiviodi materiali di supporto, possibilità di aggiornare leinformazioni contenute nel database, inserire nuovilivelli tematici, ecc.).

A partire dall'acquisizione, elaborazione, sistematizza-zione, omogenizzaziome, informatizzazione dati einformazioni, lo studio ha previsto:

fase conoscitivacorrispondente alla definizione di un quadro conosci-tivo di riferimento aggiornato riferito al sistema terri-toriale oggetto di studio, finalizzato ad individuare leprincipali criticità e problematiche presenti. Questafase ha fatto riferimento ad una "lettura interpretati-va" del sistema, alla individuazione del quadro dellepressioni e degli impatti antropici sullo stato delsistema, al programma di monitoraggio quali-quanti-tativo delle acque superficiali e sotterranee e delleindagini riferite alla qualità paesaggistico-ambientale-ecologico-naturalistica e vegetazionale del corridoiofluviale del sistema Alto Sarno Solofrana;

fase valutativa/interpretativarivolta alla valutazione dello stato del sistema, sullascorta dei risultati ottenuti del programma di monito-raggio e dalle valutazioni ecologico-ambientali-natura-listico-vegetazionali (qualità paesaggistico-ambientaledel corridoio fluviale del sistema Alto Sarno Solofrana,caratterizzazione dei corpi idrici suoperficiali e sotter-ranei, ecc.);

fase propositivafinalizzata alla definizione di indirizzi, linee di inter-vento, azioni e/o misure di salvaguardia a supporto

della programmazione, pianificazione e gestione delle aree delParco Regionale dei Monti Picentini, in grado di coniugare obiettividi tutela/fruizione/valorizzazione del territorio protetto con la difesadel suolo nel quadro del più ampio "corridoio fluviale" del fiumeSarno. Questa fase finale, nella quale congiuntamente sono esami-nati i risultati complessivi del lavoro, fornisce un programma dimisure integrate - strutturali e non strutturali e una proposta diassetto di ricucititura ecologico-ambientale Parco Picentini-ValleSolofrana (proposta sviluppata dall'AdB Sarno) - nella direzione delpotenziamento della rete ecologica, della conservazione quali-quantitativa della risorsa idrica, promuovendo, al contempo, la frui-zione delle risorse, ambientali e storico-culturali, del sistema fluvia-le - per la tutela della risorsa idrica ed indicazioni con riferimento alrecupero delle condizioni qualitative e funzionali del corso d'acquanel quadro della tutela e valorizzazione della risorsa idrica e dellaRete Ecologica Regionale (RER) del Piano Territoriale Regionale(PTR)

Il quadro di sintesi riportato riepiloga l'articolazione dello studio.

17P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Presentazione dello Studio

18P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

FASE PRELIMINARERicostruzione del quadro informativo di base sulla base dei dati/informazioni dispo-nibili.Informatizzazione/elaborazioni dati (archivio GIS / AdB Sarno).

FASE CONOSCITIVAMessa a punto di un quadro conoscitivo aggiornato riferito al sistema territorialeoggetto di studio attraverso le attività di monitoraggio delle acque superficiali e sot-terranee e le indagini paesaggistico-ambientale-ecologico-naturalistica e vegetazio-nale del "corridoio fluviale" del sistema Alto Sarno Solofrana.

FASE INTERPRETATIVA/VALUTATIVAValutazione ed interpretazione dello stato del sistema, sulla scorta dei risultati otte-nuti del programma di monitoraggio e di indagini svolte.

FASE PROPOSITIVADefinizione di linee di indirizzo e/o azioni nel quadro di un approccio integrato aifini della programmazione, pianificazione e gestione delle aree del Parco Regionaledei Monti Picentini.Proposta di ricucitura ecologico - ambientale Parco Regionale Monti Picentini - ValleSolofrana

LE ATTIVITÀL'insieme delle attività di studio configura un quadro integrato dianalisi ed indagini che definiscono, nel quadro della metodologiaadottata ed in relazione all'approccio ecosistemico, una valutazio-ne complessiva del sistema nelle sue componenti. Le attività sono state rivolte a favorire un percorso di lavoro ingrado di rispondere alle finalità dello studio, consentendo di"costruire" un sistema strutturato di dati e informazioni (quadroconoscitivo) relativo allo stato, agli impatti, alle pressioni sull'ecosi-stema fluviale, a partire da una analisi territoriale intesa come "let-tura interpretativa" del sistema.Le attività di studio sono articolate nei seguenti ambiti, comeriportato nel quadro di sintesi seguente.

ATTIVITÀ CONNESSE AGLI ASPETTI URBANISTICO-TERRITORIALI- Inquadramento territoriale e lettura “interpretativa”

del sistema- Quadro della programmazione/pianificazione in atto

e/o prevista

ANALISI DELLE PRESSIONI E DEGLI IMPATTI- Analisi dell'impatto antropico- Analisi della vulnerablità integrata all'inquinamento

ATTIVITÀ RIFERITE AGLI SPECIFICI AMBITI DI INDAGINE- Attività di monitoraggio quali-quantitativo delle

acque sotterranee e delle acque superficiali- Attività in materia di "Ecologia degli ambienti fluviali"

QUADRO DELL’ARTICOLAZIONE DELLO STUDIO: FASI DI LAVORO E ATTIVITÀ

Presentazione dello Studio

I risultati dello studio, riferiti sia ad un piano conosci-tivo che propositivo. nel loro complesso configuranoun quadro conoscitivo aggiornato del sistema e unprogramma di indirizzi / misure in linea con unapproccio integrato, coerente con la strategiadell'Autorità di Bacino de Sarno, con allegata propo-sta di assetto "di continuità ecologico-funzionale"Sarno-Picentini, nel quadro del "corridoio ecologicodel fiume Sarno".

il quadro conoscitivoIl quadro conoscitivo configura una base dati aggior-nata, ulteriormente implementabile, che consente didefinire una lettura del sistema ed una valutazionedello stato del sistema con riferimento alla caratteriz-zazione delle acque superficiali e sotterranee ed avalutazioni di tipo ecologico-paesaggistico-floristico-vegetazionale.

gli indirizzi e la proposta di assetto del "sistema fiume-corridoio fluviale"Agli indirizzi a supporto della pianificazione/programmazionedell'Ente Parco, è associata uno schema/proposta di assetto, inuna ottica integrata, in linea con la Rete Ecologica Regionale delPTR individuando aree di continuità ecologico-ambientali, di con-nessione con il Parco Regionale dei Monti Picentini, nel quadrodella RER. La proposta di assetto del "sistema fiume-corridoio flu-viale" (Picentini-Sarno) a cura del gruppo di lavoro interno dell’AdBSarno, configura una ipotesi, nel quadro del "corridoio fluviale delfiume Sarno", di connessione ecologico-ambientale (zone cuscinet-to e corridoi di connessione) riferita alle aree "critiche" limitrofe alParco Regionale dei Monti Picentini,, nella prospettiva del rafforza-mento della Rete Ecologica Regionale (RER). La proposta dell’AdBSarno individua elementi di raccordo e di continuità, aree di conti-nuita ecologico-ambientali, di connessione con il Parco Regionaledei Monti Picentini.

gli elaborati cartografici Allo studio sono allegati una serie di elaborati cartografici (carto-grafie tematiche) riferiti agli aspetti conoscitivi, interpretativi/valuta-tivi e propositivi sviluppati nel corso del lavoro (AdB Sarno). Talielaborati, illustrativi e funzionali ai fini della comprensione delsistema territoriale in esame e degli specifici aspetti trattati, vengo-no richiamati all'interno del testo e sono consultabili nel Cd romallegato al presente Quaderno (in formato PDF) e on-line sul sitodell'Autorità di Bacino del Sarno.

Di seguito viene riportato l’elenco Elaborati.Nel Quaderno, a corredo del testo ne vengono presentati alcuni.

19P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

i risultati

Presentazione dello Studio

20

SISTEMA FIUMECORRIDOIO ECOLOGICO: SCHEMA DI "RICUCITURA" ECOLOGICO-AMBIENTALE - RETE ECOLOGICA REGIONALE(proposta AdB Sarno)(Tav. 10A Elaborati cartograficicfr. Cd rom allegato)

Elaborazione ed informatizzazione cartografica a cura del CED AdB Sarno

1. Ambito territoriale e contesto di riferimento(O.R.CA. 2004) (scala 1:10.000)

2. Ambito territoriale e contesto di riferimento -Modello 3D (scala 1:10.000)

3. Carta di uso suolo (scala 1:10.000)

4. Carta dei Complessi Idrogeologici scala 1:10.000

5. Carta Idrogeologica (scala 1:10.000)

6. Rete di monitoraggio Acque sotterranee, Acquasuperficiali, Ecologia ambienti fluviali(scala 1:10.000)

7. Carta dell'impatto antropico(scala 1:10.000)

8. Carta della vulnerabilità integrata all'inquinamentodegli acquiferi (da fonte puntuale)(scala 1:10.000)

9. (9.a, 9.b, 9.c.) Carta della classificazione dello statoquantitativo/chimico/ambientale dei corpi idricisotterranei significativi (scala 1:10.000)

10. (10.a, 10.b) Sistema fiume-corridoio ecologico-schema di "ricucitura" ecologico-ambientale del-l'area parco(Tav. 10.a scala 1:50.000, Tav. 10.b scala 1:10.000)

Gli elaborati, in scala 1:10.000 (ad eccezione dellaTav.10a) sono riferiti ad una rappresentazione tridi-mensionale 3D del territorio di studio (sovraposizionedei tematismi prodotti alla modellazione 3D), al finedi una visualizzazione complessiva “realistica” dellecaratteristiche morfologiche-territoriali. (elaborazioni CED - AdB Sarno)

A conclusione delle attività di studio, in linea con le disposizioni inmateria di diffusione e divulgazione dei materiali, accessibilità alleinformazioni ambientali, e con quanto previsto in materia dal PORCampania 2000-200615, particolare attenzione è stata data alla"forma" di rappresentazione dei risultati, alla modalità di presenta-zione dei risultati ed alla possibilità di accedere agevolmente aicontenuti dello studio. Pertanto, in questa ottica, si è configuratoun documento finale di sintesi, a carattere divulgativo, che haassunto la forma di "Quaderno di studio" con CD rom allegato,opportunamente articolato in relazione alle fasi del lavoro, integra-to all'intera documentazione prodotta nel corso dello studio per gliapprofondimenti specifici (Report integrali riferiti agli ambiti:"Acque sotterranee", "Acque Superficiali", "Ecologia degli Ambientifluviali").

I materiali dello Studio sono inoltre consultabili sul sito webdell'Autorità di Bacino del Sarno: www. autoritabacinosarno.it

21P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

elenco elaborati cartografici la presentazione dei risultati

Presentazione dello Studio

22

SISTEMA FIUME-CORRIDOIOFLUVIALE: SCHEMA DI"RICUCITURA" ECOLOGICO-AMBIENTALE DELL'AREAPARCO: IPOTESI DI CONNESSIONICORRIDOIO FLUVIALE DELSARNO-PARCO REGIONALEDEI MONTI PICENTINI(proposta AdB Sarno)(Tav. 10b Elaborati cartografi-ci - cfr. Cd rom allegato)

Elaborazione ed informatizzazione cartografica a cura del CED AdB Sarno

E' nelle intenzioni di questa Autorità di Bacino prose-guire nell'azione di indirizzo e di supporto per l'EnteParco Monti Picentini, nella prospettiva diapprocci/strategie/azioni congiunte e sinergiche, con-sapevoli della necessità di integrazione tra difesa delsuolo e valorizzazione delle risorse, tra pianificazionedi bacino e pianificazione delle aree protette, dellacooperazione e partecipazione tra i soggetti del terri-torio.

In questi termini, lo Studio intende offrire un contri-buto "attivo" all'avvio di strategia di intervento, nelquadro dell'assetto regionale, fornendo indirizzi pro-positivi.

Questa significativa esperienza di studio, che si "apre"a successivi ed ulteriori sviluppi, ha offerto la possibi-lità di approfondire problematiche e criticità connes-se ad un ambito appartenente al territorio del bacinodel Sarno e porzione dell'area del Parco Regionale deiMonti Picentini, investito da particolari criticità e pro-blematiche, a ridosso dell'area Parco, consentendo didefinire un quadro conoscitivo aggiornato ed un pro-gramma di misure/indirizzi integrate che possanocostituire un supporto essenziale per avviare le attivi-tà di programmazione/pianificazione del Parco, chepuò configurare un Documento programmatico diindirizzo.

In questa ottica, la volontà di avviare intese, per azio-ni congiunte, è tra gli obiettivi prioritari di questaAutorità di Bacino (si veda la recente Intesa con ilParco Regionale del Bacino Idrografico del Fiume

Sarno), nel quadro delle attività attualmente in corso, nella dire-zione di un "dialogo" costante e costruttivo, di intese proficue fina-lizzate ad assetti sostenibili.

Il "senso" di questo documento va ricercato, oltre che nei suoi con-tenuti tecnici, anche nella sua visione globale, nella possibilità distimolare la riflessione su tematiche e problematiche che investo-no il territorio del Parco e che vanno inquadrate in una visione glo-bale, integrata e sostenibile.del territorio.

Si auspica che queste iniziative, a livello di programmazione regio-nale, possano sollecitare stimoli di riflessione, incentivare le intesee la concertazione, portare a sistema azioni condivise e sostenibilie possano contribuire alla corretta gestione e pianificazione delterritorio.

Il R.U.P. arch.Ornella Piscopo

23P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

dall'azione di "supporto tecnico-scientifico" a quella della comuni-cazione/diffusione/"trasferimento"dei risultati

alcune considerazioni conclusive

Presentazione dello Studio

24P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

1 "Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23/10/2000 cheistituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque" (pubbl. G.U.C.E.22/12/2000).

2 Misura 1.9 - POR Campania 2000-2006 - FESR - Asse 1 - Risorse Naturali -"Recupero, valorizzazione e promozione del patrimonio storico culturale, archeologi-co, naturale, etnografico e dei centri storici delle aree protette e dei parchi regionalie nazionali". Azione c) Assistenza tecnica finalizzata allo sviluppo delle conoscenzea favore di enti e operatori locali, nonché per la predisposizione dei piani di gestio-ne nonché per la realizzazione degli obiettivi della Misura, compresa la pianificazio-ne di settore. Le operazioni previste sono quelle di seguito esemplificate:- attività di analisi e studio e attività di indagine e monitoraggio naturalistico-

ambientale, a supporto della programmazione e della gestione delle aree;- redazione di piani di gestione delle aree protette;- attività di animazione finalizzata alla creazione di nuove attività imprenditoriali

legate alla valorizzazione di elementi distintivi del parco o dell'area protetta;- studio e promozione di progetti pilota per la realizzazione di attività sostenibili basate

sull'economia "verde", legate ai settori del turismo, dell'artigianato e dei beni culturali.

3 Progetto Integrato (P.I.) "Parco Regionale Monti Picentini" - POR Campania 2000-2006 - Idea-forza del P.I. "Costruzione di un sistema parco aperto attraverso inter-venti di tutela,valorizzazione e promozione della natura e del patrimonio ambienta-le, in grado di sviluppare il livello di attrazione di turismo eco-compatibile e di inne-scare processi di mobilitazione e polarizzazione di risorse interne ed esterne per losviluppo del territorio".

4 Le finalità istituzionali delle Autorità di Bacino "assicurare la difesa del suolo, ilrisanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi dirazionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essiconnessi (art.1) L. n.183/89 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale delladifesa del suolo" e ss.ii.mm.; L.R. Campania 8/94 e cfr. art. 34 - Norme di AttuazionePSAI - AdB del Sarno - "Criteri e linee guida per le azioni di riqualificazione ambien-tale e di recupero naturalistico nelle fasce fluviali e nelle aree di pericolo da dissestidi versante" .

5 Al riguardo, tra gli studi dell'Autorità di Bacino del Sarno, cfr."Schema Generaledella regimazione delle acque in destra Sarno e effetti territoriali della pianificazionestrategica della regimazione del Sarno", "Studio di Impatto Ambientale - Progetto disistemazione idraulica e bonifica del fiume Sarno nel tratto Foce Traversa di Scafati",in Quaderno AdB 1/2006, "Studio per la fase preliminare del Piano Stralcio di rias-setto e recupero ambientale delle aree di pertinenza fluviale del fiume Sarno", inQuaderno AdB, 2/2007 (attualmente in corso di svolgimento).

6 Rete Ecologica Regionale del "Piano Territoriale Regionale" (PTR) intesa come ner-vatura portante delle linee di assetto regionali, connessa ai Sistemi Territoriali diSviluppo (STS) e alle reti territoriali PTR - "Piano Territoriale Regionale" -"Approvazione e disciplina del Piano Territoriale Regionale", approvazione del16/09/2008 - Consiglio Regionale della Campania.

7 Autorità di Bacino del Sarno, Regione Campania - "Progetto di Piano Stralcio di

Tutela delle Acque", 2002 (CD rom).

8 Autorità di Bacino Destra Sele - "Studio finalizzato alla caratteriz-zazione del bilancio idrico, alla determinazione del DeflussoMinimo Vitale (DMV) e del corpo idrico di riferimento dei Baciniidrografici dei fiumi Tusciano, Picentino e Fuorni" - FESR - P.O.R.Campania 200O-2006 - misura 1.9 - azione c..

9 Autorità di Bacino Interregionale del Sele - "Progetto MO.RI.CA.-Indagine e studi finalizzati alla predisposizione di un modello infor-matico di gestione della risorsa idrica dei comuni appartenenti alParco Regionale dei Monti Picentini" - Asse 1. - FESR - P.O.R.Campania 2000-2006 - misura 1.9 - azione c..

10 Il nuovo quadro delineato dalla Direttiva 2000/60, che assumeper i corpi idrici l'obiettivo del "buono stato ecologico", apre aduna visione integrata e sostenibile incentrata sul concetto di "eco-sistema fluviale", allargando la tutela all'intero ecosistema fluviale eagli usi associati all'acqua, indicando l'adozione di misure di pre-venzione e di tutela (programma di misure).

11 "Dichiarazione Europea per una nuova Cultura dell'Acqua",Madrid, 2005.

12 "Convenzione Europea del Paesaggio" - Consiglio d'Europa,2000.

13 cfr., "Direttive di uso del suolo come difesa", in Quaderni AdB1/2007 - Collana di Studi, Documentazione e Ricerca - AdB Sarno.

14 cfr., Associazione per l'Arno (2003) Manifesto per l'Arno,S.Rossore (http://www.associazioneperlarno.it/doc/MANIFESTOPER-L'ARNO.DOC) e cfr. Maganghi, A. (2007) "Il contratto di fiume comestrumento di gestione integrata delle politiche territoriali",Convegno Nazionale "Il Po: la sicurezza idraulica e del territorio",Torino, 8/10/2007.

15 cfr. : D.lgs 195/2005 " Attuazione della direttiva 2003/4/CE sul-l'accesso del pubblico all'informazione ambientale"v (pubbl. G.Un.222 del 23/09/2005); Convenzione di Aahrus "Convenzione sul-l'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai pro-cessi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale -Aårhus, Danimarca, 25 giugno 1998, entrata in vigore il 30 ottobre2001 (legge 16/03/2001, n. 108 - Ratifica ed esecuzione dellaConvenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione delpubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materiaambientale, con due allegati - Aarhus il 25 giugno 1998 (pubbl.Supplemento Ordinario n. 80 alla G.U.Iitaliana n. 85 del 04/2001);"Disciplinare Regionale POR Campania 2000-2006" e relativo allega-to di cui alla Delibera di G.R n. 714/2003, riferita alle azioni di infor-mazione, pubblicità, comunicazione delle misure POR.

Note

l’ambito territoriale e il contesto di riferimentoLa lettura e l'interpretazione di questa significativa porzione delParco Regionale dei Monti Picentini, ricadente nell'estremità orien-tale del bacino idrografico del fiume Sarno, a ridosso dell'insedia-menti produttivi dell'Alto Sarno, stimola considerazioni e riflessioniche investono le interrelazioni con il contesto territoriale nei suoicaratteri fisico-morfologici, nei suoi segni, nella sua dimensionestorica, nelle sue valenze naturalistico-ambientali, nella connota-zione del paesaggio fluviale, nella originaria identità dei luoghi. Apartire da queste considerazioni, in linea con un approccio integra-to, viene presentato l'ambito di studio evidenziandone le caratteri-stiche principali.

l’ambito territoriale e il contesto di riferimento

26P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Le relazioni con il contesto limitrofo assumono una rilevanza cen-trale ai fini della lettura e della interpretazione del sistema territo-riale in esame.L'ambito, situato tra le province di Avellino e Salerno, si collocanel contesto Alto Sarno Solofrana, a ridosso degli insediamentiproduttivi dell'Alto Sarno (polo conciario di Solofra, ASI Avellino-Fisciano), ed occupa l'estrema porzione orientale del territorio delParco Regionale dei Monti Picentini, situato tra la catena dei MontiPicentini, la valle dell'Irno, la valle Solofrana.Sono inclusi parte dei territori dei comuni di Solofra (AV), MontoroSuperiore (AV), appartenenti alla provincia di Avellino, e di Fisciano(SA) e Calvanico (SA).della provincia di Salerno.

Come sottolineato in premessa, l'area si connota per la significati-vità delle interrelazioni con il contesto limitrofo; la presenza dipressioni ed impatti che si verificano all' "esterno" dell'area parcorisultano condizionare in maniera significativa le condizioni all'"interno" del territorio protetto, incidendo sullo stato del sistema. In questi termini, la "lettura" e l'interpretazione dell'area di studiosviluppata nel lavoro, è estesa al sistema Alto Sarno-Solofrana, conrichiami ai caratteri principali, alle relazioni tra l'originaria identitàdei luoghi e l'attuale assetto dell'area, tra paesaggio fluviale edimensione storica1.

Le trasformazioni avvenute nel corso degli anni inquesto territorio conducono a riflettere sulle implica-zioni delle profonde modificazioni ambientali che nehanno alterato l'assetto e le valenze originarie; bastipensare alla funzione storica del reticolo idrografico(torrente Solofrana), al ruolo cardine nell'antico pae-saggio fluviale e rapportarlo allo stato attuale ed allecondizioni insediative del contesto di riferimento. Ripercorrere la "memoria" storica dell'area, consentedi rintracciare le fasi evolutive e le dinamiche fisico-morfologiche di questo territorio, evidenziando le sueoriginarie specificità e valenze, i segni della stratifica-zione, il ruolo dell'acqua nella "costruzione" del pae-saggio nel suo rapporto con l'ambiente circostante. La "lettura" di questo territorio, nella sua dimensionestorica, nei suoi segni, nel suo paesaggio fluviale, neisuoi caratteri fisici, nella sua storia e nella sua memo-ria stimola considerazioni e riflessioni; rimanda ad unpaesaggio fluviale quando le "acque lorde" - comeerano chiamate le acque della concia - erano usateper irrigare i campi essendo, per il contenuto, tuttovegetale, altamente concimanti.L'attuale torrente Solofrana, l'antico flubio rivus siccus,costituiva la via di accesso (rivus siccus) - offriva aipastori sanniti la via (appunto rivus siccus) per rag-giungere i pascoli invernali della pianura salernitana;svolgeva la funzione di tratturo fluviale, rispondendoalle abitudini di quei pastori che usavano, nei lorotrasferimentii i greti dei fiumi. Nel termine è racchiu-sa tutta la sua funzione.L'acqua connota il territorio, il paesaggio fluviale -l'acqua come fonte di irrigazione (i torrenti Solofrana e Cavaiola fornivano acqua alle campagne di San Severino) ed elemento vitale per le attività industrialiche ruotavano intorno al fiume per la lavorazione della canapa, del cotone, del lino, per la lavorazionedella concia delle pelli.

il flubio rivus siccus: il fiume della concasolofrana segna l'antico paesaggio fluviale

Sistema Fluviale e Identità storico culturali

l’ambito territoriale e il contesto di riferimento

L'arte della concia delle pelli, per la presenza di unaserie di condizioni favorevoli (è stata favorita dallapresenza sul posto di vegetali contenenti tannino (ilcastagno, la noce, il cerro), di rocce per la produzionedella calce e di acqua) ha connotato l'area sin datempi antichi e segna la realtà artigianale-produttivache si sviluppa progressivamente nella realtà econo-mica (economia) locale.

La toponomastica come riferimentoall'identità e alla storia dei luoghi

Il riferimento alla toponomastica di questo territorioconsente di richiamare ed evidenziare l'originariaidentità dei luoghi in base alle loro funzioni e dirichiamare elementi del paesaggio e del sistema flu-viale. Il significativo richiamo alla "toponomasticasolofrana" fornisce chiavi di lettura dell'antico assetto- il toponimo come espressione, memoria, di ciò chefu un luogo. Fin dall'antichità, le sponde del fiume accolsero lefosse per la concia delle pelli; la zona fu caratterizza-ta dalla presenza di questa attività tanto da essereconnotata da alcuni significativi toponimi legati allaconcia che sono tuttora rintracciabili nelle mappecatastali e documenti d'archivio.Tra questi: scorza, cerro, burrelli, balsami, cantarelle, ecc. Se ne illustrano qui di seguito alcuni:

il Vallone Cantarelle - vallone che parte dai monti adest, prende il nome dal “cantaro”, vasca per la con-cia; lungo di esso sorsero le concerie dei rioniFontane soprane e Fontane sottane;

la Scorza - località montana lungo i monti Mai chedelimitano a sud la conca solofrana; è costeggiatadalla parte alta del "fiume delle concerie", il torrenteSolofrana, una volta detto in questo posto, Fiume deiFossi ed anche dei lontri (entrambi i nomi sono riferitiai fossi entro cui avveniva la concia pastorale).

Prende il nome dalla scorza di castagno e di quercia che, triturata,veniva utilizzata per la concia. La località, che porta impressa nelnome l'attività specifica di Solofra, costituisce oggi una delle"porte" del Parco Regionale dei Monti Picentini;

Vallone dei Granci - ampio invaso dominato da Castelluccia, il cuinome proviene da "granchio", crostaceo d'acqua; ciò indica che nelpassato era ricco di acqua; nel XVIII secolo causa di straripamenti;

Bocche soprane e Bocche sottane - località sul monte Garofano, riferitoalle sorgenti della Solofrana;

Toppolo - da "toppo", luogo alto, nome della parte alta del casaleFiume di cui nel XVII secolo prese la denominazione. Nel XVI seco-lo indicava un terreno arborato vitato.Il rione Toppolo sorge lungo l'alto corso della Solofrana - il suosviluppo è interamente legato alla concia (il casale delle concerie);

Burrelli - fosse per la concia, luogo un po' più a valle, all'altezza delponte dello Spirito Santo;

Balsami - casale lungo il fiume (più ad est) che prende il nome dallesostanze odorose ed emollienti usate nel processo di concia.

1. Con riferimento alla impostazione metodologica assunta, la "lettura" interpretati-va del sistema ha costituito una specifica sezione dello Studio; in questa sede, informa sintetica, sono presentati i contenuti e richiamati alcuni aspetti. (arch. O.Piscopo)

27P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

28

RETE DI MONITORAGGIO: ACQUE SOTTERRANEE, ACQUE SUPERFICIALI, ECOLOGIA AMBIENTI FLUVIALI(Tav. 6 Elaborati cartografici cfr. Cd rom allegato)

In questa scala, le perimetrazioni delle areedi rilevamento analizzate dal WSI, dal BSI edall'ELI sono puramente indicative. Per lalocalizzazione di dettaglio, si veda Reportintegrale Ambito "Ecologia degli ambientifluviali".

Elaborazione ed informatizzazione cartografica a cura del CED AdB Sarno

L’illustrazione delle attività di monitoraggio, la presentazione deirisultati e la definizione di possibili misure/indirizzi costituiscono icontenuti di questa sezione. Il programma di monitoraggio tiene conto sia degli specifici fattori connessi ai corpi idrici, superficiali e sotterranei, che di valutazioniriferite agli aspetti ecologico-naturalistico-paesaggistico-ambientalidell’area di studio, nel quadro di un approccio integrato del “siste-ma fiume-corridoio fluviale”, in linea con la Direttiva WFD 2000/60.

le attività di monitoraggiodell’ecosistema fluviale

30

CARTA DEI COMPLESSI IDROGEOLOGICI(Tav. 4 Elaborati cartografici cfr. Cd rom allegato)

Elaborazione ed informatizzazione cartografica a cura del CED AdB Sarno

acque sotterranee

MONITORAGGIO QUALI-QUANTITATIVO DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI

prof. Pietro B. Celico

con la collaborazione didott.ssa geol. Federica Habetswallner

acque sotterranee

32P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Lo studio riferito alle "Acque sotterranee" si è posto l'obiettivoprincipale di acquisire conoscenze più approfondite ed aggiornatedel bacino idrogeologico e delle sue risorse idriche, ai fini dellaloro tutela quantitativa e qualitativa.In primo luogo, è stato verificato ed aggiornato lo schema di cir-colazione idrica sotterranea, sulla base della cartografia geologicadi dettaglio alla scala 1.10.000. Ciò ha comportato anche la revi-sione degli aspetti relativi alla vulnerabilità all'inquinamento degliacquiferi.

Al fine di aggiornare la caratterizzazione quali-quantitativa delleacque sotterranee, è stata definita - a seguito di un primo censi-mento di 45 punti (33 sorgenti e 12 pozzi) - una rete di monito-raggio costituita complessivamente da 18 stazioni (12 sorgenti e6 pozzi). Le misure quantitative sono state eseguite su tutte le 18 stazioni,mentre su 9 di esse (6 sorgenti e 3 pozzi) sono state eseguiteanche analisi qualitative.

Oltre ad una prima tornata di misure quantitative effettuatadurante il censimento dei punti d'acqua (ottobre 2006), sonostate effettuate quattro campagne di rilievo sistematico dei dati(qualitativi e quantitativi) nel periodo compreso tra febbraio 2007e marzo 2008.

I risultati della campagna di monitoraggio hanno consentito laclassificazione dello stato ambientale delle acque sotterranee e

dei corpi idrici sotterraneisignificativi sulla base deicriteri indicati dal D.Lgs.152/1999, permettendo,inoltre, di focalizzare alcu-ne problematiche esistentie di individuare azioni(monitoraggio, misure disalvaguardia, ecc.) da svi-luppare successivamente.

L'area di studio corrisponde alla porzione del ParcoRegionale dei Monti Picentini ricadente nel territoriodi competenza dell'Autorità di Bacino del Sarno. Talearea è stata ampliata lungo il margine settentrionale,in modo da comprendere anche la fascia pedemon-tana dei rilievi carbonatici e la piana dell'alto corsodel Torrente del Solofrana.Dal punto di vista geografico si tratta di un'area perla quasi totalità montuosa, comprendente il MonteS. Michele con le sue pendici e il versante occidenta-le dei Monti Mai e Faiostello, ed in parte pianeg-giante lungo la valle del Torrente Solofrana.Dal punto di vista amministrativo l'ambito interessa icomuni di Solofra (AV), Montoro Superiore (AV),Fisciano (SA) e Calvanico (SA).

acque sotterranee

Per l'area di studio si è proceduto alla verifica eall'aggiornamento dello schema di circolazione idricasotterranea (v. Carta Idrogeologica p.34), in base allecartografie geologiche di dettaglio realizzate per ilProgetto CARG - Regione Campania (scala1:10.000).Partendo dalle formazioni geologiche, le differentilitologie affioranti sono state raggruppate in quindicicomplessi idrogeologici (sei riferiti ai sedimentiincoerenti di copertura e nove riferiti alle rocce delsubstrato) in funzione del loro comportamento edelle loro caratteristiche comuni nei riguardi dellacircolazione idrica sotterranea (cfr. "Carta dei com-plessi Idrogeologici" - Tav. 4 - in CD rom allegato) :

• complessi idrogeologici quaternari:- complesso piroclastico (p)- complesso alluvionale (al)- complesso eluvio-detritico (edt)- complesso detritico (dt)- complesso detritico-alluvionale di conoide (dtal)- complesso dell'Ignimbrite Campana (IC)

• complessi idrogeologici del substratoprequaternario:

- complesso arenaceo-marnoso (ArM);- complesso marnoso-calcareo-argilloso (MCAg)- complesso calcareo-dolomitico (CD)- complesso calcareo (C)- complesso calcareo-calcareo dolomitico (CCD)- complesso dolomitico (D)- complesso dei calcarei dolomitici silicizzati (CDs)- complesso calcareo-marnoso (CM)- complesso delle dolomie laminate (Dl)

I complessi idrogeologici di maggiore interesse risultano, per lamaggiore permeabilità e per la maggiore potenzialità delle faldeidriche che si generano al loro interno, quelli carbonatici (calcarei,calcareo-dolomitici e dolomitici).Nell'ambito degli acquiferi carbonatici hanno origine diversiambienti idrogeologici. Infatti la circolazione idrica sotterraneaprincipale, che genera le falde di maggiore potenzialità (con por-tate variabili dalle centinaia a qualche migliaio di litri al secondo),si sviluppa generalmente a diverse centinaia di metri di profonditàdal piano di campagna.

Possono inoltre formarsi, per motivi stratigrafici e/o tettonici:

• falde di alta quota che alimentano sorgenti di media potenzia-lità (portate variabili da qualche decina a qualche centinaio dilitri al secondo), la cui circolazione si sviluppa generalmente adiverse decine di metri di profondità dal piano di campagna;

• piccole falde sospese che alimentano sorgenti di modestapotenzialità (portate variabili da qualche decilitro a qualchelitro al secondo), la cui circolazione si sviluppa generalmente adalcuni metri di profondità dal piano di campagna.

In particolare, il quadro idrogeologico dell'area è dominato dallapresenza di un massiccio montuoso (Monti Mai) di natura carbo-natica che svolge il ruolo di importante serbatoio per le acquesotterranee.Tale acquifero carbonatico rappresenta la porzione nord-occiden-tale di un'unità idrogeologica molto più estesa, il corpo idricoprincipale denominato "Monti Accellica-Licinici-Mai".Quest'ultimo ricade solo in parte nel territorio di competenzadell'Autorità di Bacino del Sarno, mentre la restante porzionerientra nei territori dell'Autorità di Bacino Regionale Destra Sele edell'Autorità di Bacino Nazionale Liri-Garigliano-Volturno.

33P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

LINEAMENTI DI CIRCOLAZIONE IDRICA SOTTERRANEA

34

CARTA IDROGEOLOGICA(Tav. 5 Elaborati cartografici cfr. Cd rom allegato)

Elaborazione ed informatizzazione cartografica a cura del CED AdB Sarno

acque sotterranee

Nell'ambito del corpo idrico principale è possibilericonoscere più sub-strutture aventi recapiti e dire-zioni di flusso diversificate. Nel territorio dell'Autoritàdi Bacino del Sarno è possibile individuare (cfr."Carta idrogeologica" - Tav. 5 in Cd Rom allegato):

•"Monte Garofano o Monti di Solofra": è la sub-struttura corrispondente alla porzione più setten-trionale dell'unità idrogeologica (una piccola partedi essa ricade nel territorio dell'Autorità di BacinoLiri Garigliano-Volturno). È costituita prevalente-mente da un acquifero calcareo e calcareo-dolo-mitico, non presenta importanti recapiti sorgivitali da giustificare la sua estensione e permeabili-tà; in realtà, attraverso ricostruzioni piezometricheesistenti della falda profonda (Celico P. et alii,1991), è possibile evidenziare l'esistenza di un'ali-mentazione diretta, attraverso il substrato carbo-natico della valle del Solofrana, dell'unità idrogeo-logica dei Monti di Sarno; infatti le acque dellafalda di Monte Garofano non sembrano tampo-nate lungo la direttrice tettonica della valledell'Irno e sembrano defluire verso le sorgenti diS. Marina di Lavorate;

• Monti di Villa e Canfora: sub-struttura prevalente-mente dolomitica e calcareo-marnosa, caratteriz-zata da un deflusso idrico sotterraneo preferen-ziale orientato da est verso ovest. In passato, talefalda dava origine alle sorgenti di Mercato S.Severino, attualmente prosciugate; all'altezza diMercato S. Severino è la falda carbonatica che ali-menta lateralmente l'acquifero detritico-alluviona-le del Solofrana;

• Monti Mai-Monte Cuculo: sub-struttura preva-lentemente dolomitica e calcareo-dolomitica, ali-menta le sorgenti del fiume Prepezzano e le sor-genti del gruppo Calavre, ubicate nella valle del

fiume Picentino, nel territorio dell'Autorità di Bacino in DestraSele; solo una piccola porzione di tale substruttura rientra nelterritorio dell'Autorità di Bacino del Sarno;

• Irno-Cologna; sub-struttura prevalentemente dolomitica, ali-menta il gruppo sorgivo Cologna, ubicato nella valle dell'Irno,nel territorio dell'Autorità di Bacino Destra Sele; solo una picco-la porzione di tale substruttura rientra nel territoriodell'Autorità di Bacino del Sarno.

VULNERABILITÀ ALL'INQUINAMENTO DEGLI ACQUIFERI

La prima valutazione effettuata è stata quella di definire il gradodi "vulnerabilità intrinseca all'inquinamento" dei diversi acquiferiricadenti nel territorio in esame e cioè l'attitudine dei vari corpiidrici sotterranei a subire inquinamento. Tale valutazione è statarealizzata mediante l'applicazione del metodo parametrico (apunteggi e pesi) DAC (Drastic per Acquiferi in realtà idrogeologi-che Complesse) (Celico, 1996).Il maggiore dettaglio della cartografia geologica, la revisione degliaspetti idrogeologici del territorio hanno permesso di valutare conun certo dettaglio la vulnerabilità all'inquinamento degli acquiferi.Per gli acquiferi carbonatici, la valutazione del grado di vulnerabi-lità ha riguardato esclusivamente la falda basale (sia quando essisi rinvengono in affioramento, sia quando essi si rinvengono sot-toposti ad altri acquiferi), tralasciando le complesse problematicheinerenti, sia alle falde sospese e/o di alta quota, sia a quelle even-tualmente presenti nelle loro coperture superficiali.

Sono state individuate quattro classi di vulnerabilità, che vannodal grado di vulnerabilità basso a quello molto elevato (cfr. "Cartadella vulnerabilità integrata all'inquinamento degli acquiferi" -Tav.8 - in CD rom allegato).

In particolare, gli acquiferi maggiormente vulnerabili sono risultatiquelli carbonatici, detritici, alluvionali e piroclastici. Si tratta, inrealtà, di gran parte del territorio esaminato.La vulnerabilità è per lo più "elevata", ad esclusione di piccole

35P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

acque sotterranee

36P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

porzioni a grado "molto elevato" nelle quali affiorano lembi delcomplesso calcareo. Quest'ultimo, invece, quando si trova rico-perto da detriti e/o piroclastiti assume un grado di vulnerabilità"elevato", in quanto i depositi di copertura rendono, in parte,l'acquifero meno ricettivo all'inquinamento.

Dal confronto di tali risultati con la Carta di ubicazione dei centrie delle fonti di pericolo (cfr. "Carta dell'impatto antropico" - Tav,7 - in CD rom allegato) e, quindi, con le fonti di inquinamentoantropico, sia puntuali sia diffuse, è stato possibile individuare learee maggiormente esposte a fenomeni di inquinamento; la realecompromissione o meno delle acque sotterranee è stata poi verifi-cata attraverso il monitoraggio qualitativo delle stesse.Le zone caratterizzate da un maggior carico antropico, e quindida reali produttori di inquinamento, sono quelle ricadenti nel-l'area di piana del Solofrana. Per cui risulta essere a "maggiorrischio" di inquinamento il margine dell'acquifero carbonatico el'acquifero detritico-alluvionale.

Per quanto riguarda gli acquiferi carbonatici, anche se presentanoun grado di vulnerabilità elevato sono soggetti ad un "minorrischio" di contaminazione in quanto ricadono in aree caratteriz-zate da una scarsa presenza di reali produttori di inquinamento.Gli acquiferi "flyschoidi", infine, sono caratterizzati da un gradodi vulnerabilità all'inquinamento tra "medio" e "basso".

IL MONITORAGGIO DELLE RISORSE IDRICHE SOTTERRANEE

La campagna di monitoraggio per i corpi idrici sotterranei è consi-stita in diverse tornate di misure delle portate delle sorgenti e/ogruppi sorgivi, dei livelli piezometrici nei pozzi, di prelevamento dicampioni d'acqua e delle relative analisi chimico-fisiche.

Per il monitoraggio quantitativo è stato effettuato:• il censimento dei principali punti d'acqua (sorgenti e pozzi) pre-

senti nell'area di indagine;

• una prima tornata di misure delle portate sorgivee dei livelli piezometrici nei pozzi, per meglio indi-viduare i punti della rete di monitoraggio sui qualieseguire, in modo sistematico, le misure quali-quantitative;

• la definizione della rete di monitoraggio quantita-tivo delle acque sotterranee;

• ulteriori quattro tornate di misure di portata e deilivelli piezometrici effettuate sui punti della retedurante il periodo compreso tra febbraio 2007 emarzo 2008.

Per il monitoraggio qualitativo è stata definita la retedi monitoraggio delle acque sotterranee a valle delcensimento e della prima tornata di misure quantita-tive sui punti d'acqua censiti. Le misure quantitativee qualitative sono state eseguite contestualmente oin tempi compatibili al fine di garantire una lorosignificativa correlazione.Il monitoraggio qualitativo è consistito in quattrotornate di prelievo dei campioni e di analisi deglistessi effettuate sulla rete di monitoraggio durante ilperiodo compreso tra febbraio 2007 e marzo 2008.Per il monitoraggio qualitativo è stata eseguita:• la determinazione dei "parametri di base" chimi-

co-fisici riportati nella Tab.19 dell'Allegato 1 delD.L.vo 152/1999, comprensivi dei "parametrimacrodescrittori" utilizzati per la classificazionedelle acque;

• la determinazione dei "parametri addizionali" chi-mico-fisici riportati nella Tab.21 dell'Allegato 1 alD.L.vo 152/1999;

• un'indagine più approfondita sui pesticidi, rispet-to ai parametri addizionali organici previsti nellaTab.21 del D.L.vo 152/1999.

La definizione della rete di monitoraggio per lacaratterizzazione quali-quantitativa delle acque sot-terranee ha avuto inizio con un censimento dei

acque sotterranee

punti d'acqua di maggiore interesse presenti nel-l'area di indagine, che ha consentito l'individuazionedi 45 punti, di cui 33 sorgenti e 12 pozzi.La rete di monitoraggio definita è costituita da 18punti d'acqua (di cui 12 sorgenti e/o gruppi sorgivi e6 pozzi) sui quali eseguire le misure quantitative eda 9 punti (di cui 6 sorgenti e 3 pozzi) sui quali ese-guire analisi qualitative ("Carta della rete di monito-raggio: Acque sotterranee, Acque superficiali,Ecologia degli Ambienti Fluviali" - Tav. 6 - in Cd romallegato).La rete di monitoraggio comprende sorgenti di variaportata caratteristiche dei differenti acquiferi presen-ti nel territorio studiato. In particolare, sono statemesse sotto osservazione sorgenti di falde di altaquota e/o di falde sospese che si generano negliacquiferi carbonatici, siano essi più francamente cal-carei, calcareo-dolomitici o dolomitici più o menofarinosi. La falda basale è stata, invece, monitorataattraverso le misure eseguite nei pozzi posti lungo ilmargine settentrionale dell'acquifero carbonatico.Alcuni di essi sono stati monitorati anche se ricaden-

ti esternamente all'area di indagine, in quanto fondamentali alloscopo di controllare la quantità e la qualità delle principali risorseidriche sotterranee del territorio in studio.

I punti d'acqua censiti, comprese le stazioni di monitoraggio,sono stati ubicati cartograficamente alla scala 1:5.000, mediantesopralluoghi e misurazioni con strumentazione tipo GPS.

Le coordinate Gauss Boaga e le quote altimetriche sono stateriverificate con l'ubicazione dei punti su carte 1:5.000 georiferite(cfr. Appendice A - "Schede monografiche delle principali sorgen-ti" e Appendice B - "Schede monografiche dei principali pozzi",in Cd rom allegato).

Nella Tab.1 è riportato il quadro complessivo dei principali puntid'acqua (sorgenti/pozzi) censiti, il relativo comune di appartenen-za, quota, coordinate Gauss-Boaga, tipo di monitoraggio attivato.

37P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

acque sotterranee

38P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

TAB. 1

acque sotterranee

39P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Legenda

*: monitoraggio quali-quantitativo; **: monitoraggio quantitativo; (°): punti d'acqua esterni all'area del Parco dei Monti Picentini

acque sotterranee

40P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Il monitoraggio quantitativo è consistito in cinque tornate dimisura delle portate sorgive e dei livelli piezometrici nei pozzi.Esse hanno avuto luogo:• la prima, nel mese di ottobre 2006, durante il censimento dei

punti d'acqua;• la seconda, tra il 28/02/07 ed il 01/03/07;• la terza, tra il 30/06/07 ed il 01/07/07;• la quarta, tra l'8 ed il 10/01/08;• la quinta, tra il 17 ed il 19/03/08.Le sorgenti mostrano portate oscillanti tra 0,1 l/s e maggiori di 40

l/s. Parte delle sorgentisono risultate stagionalicioè asciutte in magra.Per altre sorgenti, inve-ce nei periodi di magrale portate si sono consi-derevolmente ridotte,raggiungendo portateinferiori a 0,1 l/s.Attraverso le misurepiezometriche nei pozzisi è invece ricostruito il

livello della falda basale dell'acquifero carbonatico. In alcuni casi,non è risultato possibile effettuare alcuna misura del livello piezo-metrico statico, in quanto alcuni pozzi sono risultati in emungi-mento durante tutto il periodo di monitoraggio.Per quanto concerne il deflusso idrico nei corsi d'acqua montani,esso è limitato a poche centinaia di metri a valle delle zone sor-gentizie. Riguardo alle portate, esso è quindi condizionato dalleoscillazioni stagionali delle portate sorgive; si tratta comunque almassimo solo di pochi litri al secondo.Nel torrente Solofrana, invece, nel tratto compreso tra l'areaindustriale di Solofra e la stazione idrografica di Ponte S. Pietro(Montoro Inferiore - AV), le portate sono mediamente più alte, inquanto risultano condizionate dagli scarichi di alcune concerie.Il risultato più saliente che emerge dall'analisi dei dati è l'evidenzadi un periodo di magra delle falde che nell'ultimo anno di moni-toraggio si è prolungato almeno fino al mese di gennaio 2008.

L'analisi dei suddetti diagrammi ha permesso diosservare quanto segue:• le portate sorgive misurate nel mese di gennaio

2008 scendono ai valori (spesso anche al di sotto)di quelle dell'ottobre 2006 (portata misurata nelperiodo di magra dell'anno idrologico precedente);

• i livelli piezometrici dei pozzi monitorati hannocontinuato ad abbassarsi da agosto 2007 a gen-naio 2008; inoltre, tra dicembre 2007 e gennaio2008, l'abbassamento piezometrico è risultatomaggiore (dell'ordine del mezzo metro in un solomese) rispetto al trend dei mesi precedenti. Dalconfronto tra i livelli di falda di febbraio 2007 e digennaio-marzo 2008, è emerso che l'abbassamen-to del livello piezometrico è stato di circa 1,5-2 m.

Sono stati confrontati i risultati di quest'ultimo moni-toraggio con i dati esistenti. Per le sorgenti, ciò nonè stato possibile, in quanto solo la portata della sor-gente Bocche Soprane ha una serie di misure effet-tuate a partire dal 2003. Tali misure però non risulta-no paragonabili con quelle eseguite per l'interogruppo sorgivo monitorato in quest'ultima campa-gna di indagine. Per i livelli piezometrici dei pozzi, ilconfronto è avvenuto con la ricostruzione piezome-trica della falda profonda dell'acquifero carbonaticodel 1991 (Celico P. et al, 1991). Tale confronto hapermesso di evidenziare forti abbassamenti piezome-trici lungo il margine settentrionale di MonteGarofano. Infatti, nel 1991, lungo tale margine, lafalda degradava da est verso ovest, da una quota dicirca 240 m s.l.m. ad una di circa 140 mi s.l.m.Attualmente, invece, i livelli di falda misurati si aggi-rano intorno ai 180-150 m s.l.m. I maggiori abbas-samenti (tra i 40 ed i 50 m) sembrano essere avve-nuti in prossimità dell'abitato di Solofra e del suopolo industriale; il ché sta ad indicare l'accresciutoimpatto antropico in quest'area durante gli ultimidiciotto anni.

MONITORAGGIO QUANTITATIVO

acque sotterranee

Al fine di acquisire i dati necessari per la caratteriz-zazione qualitativa dei corpi idrici sotterranei, sonostati effettuati 4 campionamenti su 9 punti d'acqua(sorgenti e pozzi) ed eseguite analisi relativamente:• ai "parametri di base" chimico-fisici riportati nella

Tab.19 dell'Allegato 1 al D.L.vo 152/1999, com-prensivi dei "parametri macrodescrittori" da utiliz-zare per la classificazione delle acque;

• ai "parametri addizionali" chimico-fisici riportatinella Tab. 21 dell'Allegato 1 al D.L.vo 152/1999;

• ad un'indagine più approfondita sui pesticidi,rispetto ai parametri addizionali organici previstinella Tab. 21 del D.L.vo 152/1999.

La campagna di monitoraggio ha avuto inizio nelmese di febbraio 2007 ed è proseguita contestual-mente alla campagna di misure quantitative neiseguenti periodi:• la prima tornata di misure ha avuto luogo tra il

28/02/07 ed il 01/03/07;• la seconda, tra il 30/06/07 ed il 01/07/07;• la terza, tra l'8 ed il 10/01/08;• la quarta, tra il 17 ed il 19/03/08.Le analisi sono state effettuate dall'ARPAC .Le acque sono risultate con una mineralizzazionemedia, caratterizzate da una conducibilità elettrica com-presa tra circa 300 µS/cm e circa 580 µS/cm a 20°C.Per quanto riguarda i parametri addizionali, nonsono stati riscontrati valori superiori ai limiti di legge,ad esclusione del valore del tetracloroetilene (pari a3 µg/l) misurato nella prima tornata di misure nelleacque del pozzo Chiusa (Montoro Superiore).Riguardo le indagini approfondite sui pesticidi, irisultati ottenuti hanno mostrato valori sempre infe-riori ai limiti di legge. Per tale motivo si è deciso nelcorso dello studio di limitare a tre le campagne diindagine.Il monitoraggio qualitativo ha interessato, comedetto in precedenza, 6 sorgenti e 3 pozzi.

Le sorgenti Don Antonio (Solofra) eBocche Soprane (Solofra), alimenta-te da una falda sospesa dell'acquife-ro carbonatico con portate massimedi oltre 45 l/s, evidenziano un com-portamento analogo: ad esempio,durante la terza tornata di misure(gennaio 2008), che corrisponde alperiodo di massima magra misurato,entrambe hanno mostrato una lievediminuzione della conducibilità elet-trica (rispettivamente 305 e 312µS/cm a 20°C), alla quale è corri-sposta una diminuzione del valoredei cloruri (5-6 mg/l) rispetto allealtre tre tornate di misure (valoreoscillante tra i 18 e i 25 mg/l) ed unlieve aumento di solfati, ferro emanganese.Le altre quattro sorgenti monitorate,Acqua dell'Incoronata (MontoroSuperiore), Acqua Santa (Calvanico),Acqua della Tagliata II (Calvanico) eBocca dell'Acqua (Fisciano), sonosorgenti di alta quota alimentate dapiccole falde che circolano in terrenipiroclastico-detritici e in rocce preva-lentemente dolomitiche o marnose(portate minime < 1 l/s).Complessivamente sono caratteriz-zate da conducibilità elettrica piùelevata (in media da 400 a 566µS/cm a 20°C). Per i cloruri i valoripiù alti risultano alla sorgenteAcqua dell'Incoronata (in media42,8 mg/l), mentre per le altre sor-genti i valori medi dei cloruri oscilla-no tra i 17,5 e i 19,0 mg/l.

41P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

MONITORAGGIO QUALITATIVO

acque sotterranee

42P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Per quanto riguarda invece le acque dei pozzi, si può osservareuna conducibilità elettrica oscillante tra circa 360 e circa 470µS/cm a 20°C, il valore dei cloruri anch'esso oscillante tra i 7 ed i39 mg/l e, per i pozzi Chiusa (Montoro Superiore) e Aterrana 1(Montoro Superiore), valori relativi al ferro, ed in subordine almanganese, molto variabili.L'andamento del parametro manganese, inoltre, in tutti i puntid'acqua analizzati risulta sempre leggermente più elevato nellaterza tornata di misure (gennaio 2008, periodo di massima magranell'arco della campagna di monitoraggio) rispetto a quello misu-rato nelle altre tre tornate.

STATO AMBIENTALE DELLE RISORSE IDRICHE SOTTERRANEE

Come previsto dall'Allegato 1 del D.L.vo 152/1999, lo statoambientale delle acque sotterranee si definisce in base allo statoquantitativo e allo stato chimico.Qui di seguito si riporta una sintesi dello stato delle acque sotter-ranee riferita allo stato quantitativo, stato chimico e statoambientale. A livello cartografico, le tavole 9a, 9b, 9c "Carta della classifica-zione dello stato quantitativo/chimico/ambientale dei corpi idricisotterranei significativi" (cfr. Cd rom allegato) illustrano grafica-mente i risultati ottenuti.

STATO QUANTITATIVO

Lo "stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei" è definito daquattro classi (A-B-C-D) secondo l'Allegato 1 - punto 4.4.1 delD.L.vo 152/1999.

Nell'area di studio gli unici corpi idrici sotterranei significativi sonogli acquiferi carbonatici profondi, in quanto i sedimenti dellapiana alluvionale non contengono zone sature, ovvero falde idri-che, quantitativamente interessanti ai fini di una eventuale utiliz-

zazione (cfr. "Carta della classificazione dello statoquantitativo dei corpi idrici sotterranei significativi" -Tav. 9a - in Cd rom allegato).La falda basale profonda del corpo idrico di MonteGarofano o Monti di Solofra è captata tramite pozziubicati tra gli abitati di Solofra e Montoro Superiore.Allo stato, non si ha una completa conoscenza deireali prelievi esistenti, soprattutto per quanto riguar-da i settori industriale e irriguo. I risultati ottenuti dalcalcolo del bilancio idrico hanno evidenziato unasituazione molto delicata nella quale i prelievi risulta-no molto prossimi alla potenzialità del corpo idricosotterraneo, determinando condizioni di sovrasfrut-tamento della falda. Quest'ultimo fenomeno risultaessersi accentuato negli ultimi anni: infatti i livellipiezometrici misurati nei pozzi durante il periodo dimonitoraggio (febbraio '07-marzo '08) confermanoil continuo abbassamento del livello della falda car-bonatica profonda. Sulla base di tali considerazioni, allo stato quantitati-vo della falda del Monte Garofano è stata assegnatala classe C.Le falde basali profonde dei corpi idrici "Monti diVilla e Canfora" e "Irno-Cologna" sono captatemediante pozzi. Anche se allo stato non si ha unacompleta conoscenza dei reali prelievi esistenti (inparticolare per quelli industriali e irrigui), i risultati delbilancio idrico permettono di evidenziare un ridottosfruttamento delle falde. Per tale motivo, ad esse èstata assegnata, per lo stato quantitativo, la classe A.La falda basale profonda del corpo idrico dei MontiMai-Monte Cuculo, invece, nel territoriodell'Autorità di Bacino del Sarno non è interessatada prelievi idrici, pertanto ad essa è stata assegnata,per lo stato quantitativo, la classe A.

acque sotterranee

Lo "stato chimico dei corpi idrici sotterranei" è defi-nito da cinque classi (1-2-3-4-0) secondo l'Allegato.1 - punto 4.4.2 del D.L.vo 152/1999.L'impatto antropico di un corpo idrico viene deter-minato in base alla concentrazione dei "parametrimacrodescrittori di base" e dei "parametri addizio-nali" riportati nelle tabelle 20 e 21 dell'Allegato 1del D.L.vo 152/1999.

Riguardo alla classificazione in base ai parametrimacrodescrittori, è da evidenziare che per alcuni diessi (conducibilità elettrica, cloruri, manganese,ferro, solfati e ione ammonio), in Tab. 20dell'Allegato 1, i valori-limite della seconda e dellaterza classe sono uguali. Pertanto la scelta di farrientrare un determinato punto in una classe inveceche nell'altra è avvenuta sulla base del parametro"nitrati" per il quale le classi 2 e 3 sono distinte dadifferenti intervalli di valori.Le acque monitorate sono state classificate anche inbase ai risultati ottenuti dalle analisi effettuate per iparametri addizionali, così come previsto dalla Tab.21 dell'Allegato 1 al D.L.vo 152/99. In quest'ultimatabella alcune classi di parametri addizionali (ad es. icomposti alifatici alogenati) vengono considerate invalore totale. Le analisi hanno però permesso dimisurare anche singoli parametri costituenti la classe(ad es. tricloroetilene). Pertanto, per i valori-limite diquesti ultimi si è fatto riferimento al D.L.vo.152/2006 .Inoltre, sono state effettuate anche indagini piùapprofondite sui pesticidi. In particolare, per la terzatornata di misure, è stato anche ampliato lo spettrodi parametri monitorati. Dai risultati delle analisi nonsono stati riscontrati valori superiori ai limiti di legge.Nel caso si fossero avuti superamenti dei limiti, laclasse dello stato chimico del punto d'acqua analiz-zato sarebbe risultata pari a quella 4, così come pre-visto per gli altri parametri addizionali.

Dall'analisi dei dati emerge che le sorgenti monitorate sono tuttecaratterizzate da uno stato chimico che ricade in classe 1 o inclasse 2, quindi rispettivamente sono caratterizzate da un'ottimao buona qualità chimica delle acque. In particolare, le sorgentiDon Antonio e Bocche Soprane (Solofra), che appartengono aduna falda sospesa dell'acquifero carbonatico con portata massimamisurata durante il periodo di monitoraggio di circa 50 l/s, hannoentrambe uno stato chimico pari alla classe 1, ovvero acquecaratterizzate da pregiate qualità chimiche (cfr. "Carta della classi-ficazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei significati-vi" - Tav.9b - in Cd rom allegato).

Per quanto riguarda, in particolare, le sorgenti Acquadell'Incoronata (Montoro Superiore), Acqua Santa (Calvanico),Acqua della Tagliata II (Calvanico) e Bocca dell'Acqua (Fisciano), lostato chimico ricade in classe 2, il che indica acque caratterizzateda buone qualità chimiche. Sono sorgenti di alta quota alimenta-te da piccole falde che circolano in terreni piroclastico-detritici ein rocce prevalentemente dolomitiche o marnose. Per questomotivo esse sono caratterizzate da una conducibilità elettrica piùelevata o, come nel caso della sorgente Acqua dell'Incoronata, dauna maggiore presenza di cloruri.

Il monitoraggio delle acque dei pozzi è invece rappresentativo delcorpo idrico sotterraneo significativo (falda di base profonda) del-l'acquifero carbonatico di Monte Garofano o Monti di Solofra. Ipozzi Scorza-Comune (Solofra) e Aterrana 1 (Montoro Superiore.)risultano caratterizzati da uno stato chimico compreso tra 1 e 2,quindi da una qualità delle acque tra elevata e buona. C'è peròda sottolineare che il Pozzo Chiusa (Montoro Superiore) è rientra-to invece in classe 4 (quindi acque con caratteristiche scadenti), acausa del valore del parametro addizionale "tetracloroetilene"superiore al limite di legge nella prima tornata di misure. Ciò ècomunque da riferire ad un inquinamento a carattere locale. Ilpozzo è ubicato nell'acquifero carbonatico lungo il margine chelo separa dalla piana del Solofrana: pertanto l'inquinamentopotrebbe essere dovuto, in tutto o in parte, all'interazione con le

43P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

STATO CHIMICO

acque sotterranee

44P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

acque della falda superficiale dell'acquifero alluvionale; risorse,queste ultime, con caratteristiche idrochimiche scadenti dovute adun impatto antropico rilevante. Tale ipotesi andrebbe verificatamediante indagini mirate.

Da sottolineare che, all'intero corpo idrico sotterraneo carbonati-co di Monte Garofano, è stata assegnata una classe compresa tra1 e 2, in quanto la falda idrica sotterranea di base degli acquifericarbonatici è profonda e quindi generalmente ben protetta; inol-tre tali corpi sono caratterizzati da un impatto antropico che puòessere considerato nullo o trascurabile (ad esclusione dell'areaprossima al margine con la piana del Solofrana, dove sono possi-bili locali problemi di inquinamento). Queste considerazioni sono state estese anche ai corpi idrici dei"Monti di Villa e Canfora", dei "Monti Mai-Monte Cuculo" edella struttura "Irno-Cologna", ai quali pertanto è stata assegna-ta una classe dello stato chimico compresa tra 1 e 2. Per questicorpi infatti non è stato possibile monitorare alcuna risorsa idricasotterranea, esse travasano verso la Piana del Solofrana o verso ilterritorio dell'Autorità di Bacino in Destra Sele.I risultati della presente campagna di monitoraggio sono stati confron-tati con quelli utilizzati per la redazione del "Progetto di Piano Stralciodi Tutela delle Acque" - Autorità di Bacino del Sarno (2004) e del"Piano di Tutela delle Acque" della Regione Campania .Per la falda profonda, i diversi risultati ottenuti nell'arco di questi ultimianni (dal 2003 ad oggi) sono paragonabili tra loro. In particolare:• le acque del pozzo Scorza-Comune (Solofra), negli anni prece-

denti, sono rientrate in una classe dello stato chimico oscillantetra la 1 e la 2, a causa del parametro "cloruri"; lo stesso feno-meno è ancora oggi osservabile;

• le acque del pozzo Aterrana 1 (Montoro Superiore), invece,nell'ultimo periodo di monitoraggio, hanno sempre evidenziatoun leggero aumento della conducibilità elettrica, tale da farlerientrare in classe 2.

Per quanto riguarda le acque della sorgente Bocche Soprano(Solofra), i risultati ottenuti durante questi ultimi anni sono sem-pre concordanti; si tratta, infatti, di acque con caratteristiche pre-giate di qualità rientranti in classe 1.

Lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici sotter-ranei è definito sulla base dello stato quantitativo edello stato chimico.Per le acque sotterranee sono stati definiti 5 stati diqualità ambientale (Elevato, Buono, Sufficiente,Scadente, Naturale Particolare) secondo la Tab. 3dell'Allegato 1, parte 2.2.1 del D.L.vo 152/1999.La definizione dello "stato ambientale dei corpi idricisotterranei" è stata affrontata mediante la "sovrap-posizione delle classi chimiche (classi 1, 2, 3, 4, 0) equantitative (classi A, B, C, D)", così come indicatonella Tab. 22 dell'Allegato 1 (parte 4.4.3) del D.L.vo152/1999.Il decreto prevede che "qualora i corpi acquiferi indi-viduati presentino al loro interno differenti condizio-ni dello stato, si può procedere ad un ulteriore sud-divisione che individui porzioni omogenee o areediscrete a differente stato di qualità sempre sullabase di quanto indicato in Tab. 22".Si è dunque proceduto alla perimetrazione cartogra-fica ed alla zonazione dei singoli corpi idrici sotterra-nei significativi ricadenti all'interno del territorio instudio in base al loro "stato ambientale" (cfr. "Cartadella classificazione dello stato ambientale dei corpiidrici sotterranei significativi" - Tav.9c - in Cd romallegato).Risulta che il corpo idrico del Monte Garofano oMonti di Solofra è caratterizzato da uno stato ambien-tale scadente; ciò è dovuto a problemi di tipo quanti-tativo, generati da un impatto antropico rilevante.I restanti corpi idrici sotterranei significativi hanno unostato ambientale variabile tra elevato e buono, il che indica che le acque di tali acquiferi, in generale,non presentano problemi né di tipo quantitativo néchimico.Questi risultati andranno comunque monitorati neltempo, con il proseguimento di campagne di misu-re, così come prevede lo stesso D. L.vo 152/1999(allegato 1, parte 4.4.3) per il quale "tale classifica-

STATO AMBIENTALE

acque sotterranee

zione ha carattere temporaneo e dovrà essere pro-gressivamente e periodicamente aggiornata in baseal raggiungimento degli obiettivi verificati tramite leattività di monitoraggio previste al punto 4.1"dell'Allegato 1 dello stesso Decreto.

CRITICITÀ AMBIENTALI E POSSIBILI MISURE DI TUTELA

In conclusione, è possibile evidenziare l'esistenza dicriticità ambientali che si riferiscono a problematichesia di tipo quantitativo sia di tipo qualitativo dellerisorse idriche sotterranee.Problematiche di tipo quantitativo sono state riscon-trate per il corpo idrico sotterraneo carbonatico pro-fondo di "Monte Garofano o Monti di Solofra", checostituisce la porzione più settentrionale del corpoidrico sotterraneo principale dei "Monti Accellica-Licini-Mai". Tali problematiche derivano da emungi-menti della falda di base dell'acquifero carbonaticoconcentrati in zone immediatamente esterne all'areadel Parco dei Monti Picentini, che avvengono lungo imargini dello stesso acquifero carbonatico e nellavalle dell'Alto Solofrana. Questi prelievi, ad usopotabile1 e, soprattutto, industriale2, determinanouna situazione molto delicata, provocando fenomenidi sovrasfruttamento della falda.Per quanto concerne le problematiche di tipo quali-tativo, esse si riferiscono allo stesso corpo idrico sot-terraneo di "Monte Garofano o Monti di Solofra".Si tratta di problematiche di tipo locale.La prima area in cui si evidenzia un inquinamentochimico è quella in corrispondenza del pozzo Chiusa(n.8) ubicato lungo il margine carbonatico prospi-ciente l'area di piana del Solofrana. Tale inquina-mento, che è stato riscontrato solo durante la primatornata di misure, è stato collegato all'interazione, in

parte o in toto, con le acque della falda superficiale dell'acquiferoalluvionale; risorse, queste ultime, con caratteristiche idrochimichescadenti dovute all'esistenza di un impatto antropico rilevante.Altra area in cui è possibile che si verifichi un'interazione criticatra acque superficiali e sotterranee è quella che si estende lungo iltratto del torrente Solofrana, immediatamente a monte di PonteS. Pietro, che scorre nelle immediate vicinanze degli affioramenticarbonatici di Monticello, posizionati in destra orografica delcorso d'acqua. Infatti, in tale tratto il Solofrana risulta fortementecondizionato dalla presenza di scarichi industriali.È da sottolineare che tutte le criticità che emergono in questo ter-ritorio sono da imputare a cause insistenti in aree esterne all'areadel Parco.In conclusione, si ritiene indispensabile proporre una serie di misu-re conoscitive e di misure più specifiche per la tutela e la gestionedel territorio e delle risorse idriche.Le misure conoscitive hanno l'obiettivo di:- ottenere un quadro conoscitivo completo ed omogeneo;- aumentare il livello di tempestività, affidabilità e completezza

nella raccolta dei dati;- poter predisporre reti di monitoraggio periodico e monitoraggi

specifici ove e quando necessario.

In particolare, sono da prevedere:

- il censimento completo di tutte le attività antropiche esistentianche sul territorio adiacente al Parco e la raccolta-dati con lacostruzione di un database contenente le informazioni raccolte(quali ad esempio individuazione e localizzazione della singolaattività, presenza di pozzi di emungimento con localizzazione,stratigrafia, profondità, portate emunte, livelli piezometrici, datidi qualità delle acque emunte, presenza di scarichi, portate scari-cate, trattamenti realizzati, dati di qualità delle acque scaricate,ecc.); ciò potrebbe permettere, tra l'altro, la stima dei prelievitotali in atto dalla falda idrica sotterranea di base dell'acquiferocarbonatico;

- la definizione di una rete di monitoraggio periodico, quantitati-vo e qualitativo, delle acque sotterranee e superficiali, in modo

45P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

acque sotterranee

46P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

da acquisire informazioni periodiche sulla modalità di circolazio-ne della falda e sulla qualità della stessa; tra i punti d'acquasono da comprendere, oltre che i pozzi e le sorgenti, anchesezioni in alveo per la misura delle portate nei corsi d'acqua edin particolare del torrente Solofrana; infatti le acque superficialie sotterranee sono in stretto rapporto tra loro nel tratto imme-diatamente a monte di Ponte S. Pietro;

- il censimento completo degli scarichi esistenti sul territorio, lacostruzione di un database in cui sintetizzare tutte le principaliinformazioni (tra cui localizzazione, corpo idrico recettore, porta-ta e tipologia dello scarico, principali inquinanti, ecc.) ed il moni-toraggio quali-quantitativo degli scarichi, con l'introduzione dimisuratori automatici e in continuo delle portate e di analisiqualitative da effettuare periodicamente;

- il censimento completo degli impianti di depurazione esistentisul territorio, la costruzione di un database in cui sintetizzaretutte le principali informazioni (tra cui la localizzazione, la poten-zialità dell'impianto, lo stato di esercizio, la portata, la concen-trazione e il carico dei principali inquinanti in ingresso ed in usci-ta, il rendimento effettivo, la rete fognaria di collegamento, ecc.)ed il monitoraggio quantitativo e qualitativo delle acque reflue edepurate.

Dal punto di vista gestionale, risulta comunque di fondamentaleimportanza, soprattutto sul piano quantitativo, il riutilizzo delleacque reflue o di scarico (previ opportuni trattamenti e verifichedi idoneità ai sensi della normativa vigente) nelle lavorazioni indu-striali ed in particolare in quelle conciarie. A tale scopo, dovrebbe-ro essere attuate misure che favoriscano il rispetto delle regole,che potrebbero consistere in incentivi economici rivolti a far dota-re le aziende di impianti di riciclaggio delle acque reflue. In talmodo si abbatterebbero i consumi di acqua di ottima qualità cheattualmente vengono utilizzate ed estratte tramite pozzi dell'ac-quifero carbonatico profondo, provocandone il sovrasfruttamen-to. Si potrebbero allo stesso tempo realizzare dei sistemi per ilrecupero delle sostanze primarie (quali ad esempio il cromo) utiliz-zate nei processi di lavorazione delle industrie.

Inoltre, per evitare gli scarichi abusivi nel torrenteSolofrana, la strategia potrebbe essere quella didiminuire notevolmente le tariffe per la depurazionedelle acque reflue. In questo modo si allontanereb-bero le acque di scarico dal torrente Solofrana alfine di evitarne l'infiltrazione in falda attraverso l'al-veo.Un'ultima misura, non meno importante delle prece-denti, è quella di potenziare, da parte degli organiresponsabili, le azioni finalizzate al controllo"ambientale" del territorio, sia a scala locale, sia ascala di bacino.

In sintesi, per i corpi idrici sotterranei significativi,che corrispondono alle falde profonde degli acquifericarbonatici presenti nell'area di studio, sono statiottenuti i seguenti risultati:• per il corpo idrico di "Monte Garofano o Monti di

Solofra", è stato determinato uno stato ambien-tale scadente; ciò a causa di problemi di tipoquantitativo, generati da un impatto antropicorilevante; a quest'ultimo è anche da imputare unlocale inquinamento chimico delle acque (pozzoChiusa a Montoro Superiore); quindi risulta indi-spensabile prevedere una serie di misure rivolte almiglioramento dello stato quali-quantitativo delleacque sotterranee;

• per i corpi idrici dei "Monti di Villa e Canfora","Monti Mai-Monte Cuculo" e "Irno-Cologna", èstato determinato uno stato ambientale tra eleva-to e buono; il che non indica, in generale, proble-mi di tipo quantitativo e chimico.

Il monitoraggio ha interessato anche altre risorse idri-che sotterranee caratterizzate da piccole portate e checostituiscono le emergenze di corpi idrici di minore

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

acque sotterranee

rilevanza. I dati ottenuti da tali indagini hanno fornitorisultati soddisfacenti in termini di qualità delle acque.In definitiva, lo Studio ha consentito di approfondirela conoscenza del territorio attraverso un monitorag-gio periodico di risorse idriche che, per la maggiorparte, non erano mai state misurate in modo siste-matico. Sono state ottenute rilevanti informazioni,oltre che sugli acquiferi carbonatici che rappresenta-no i grandi serbatoi naturali da cui attingere risorsepotabili, anche su quelli cosiddetti "minori", utilicomunque a scopo locale.Sarebbe utile prevedere in un prossimo futuro l'avviodi indagini specifiche e di maggiore dettaglio (quali,ad esempio, studi geologico-strutturali sempre piùapprofonditi; monitoraggi sistematici, quantitativi equalitativi, dei corpi idrici sotterranei e superficiali;ecc.) allo scopo di meglio gestire le importanti risor-se sotterranee degli acquiferi carbonatici e di amplia-re la conoscenza degli acquiferi non significativi, chepossono avere anche interesse naturalistico, paesag-gistico e ambientale trovandosi all'interno di un'areaprotetta.

Per approfondimenti, si veda il Report Integrale"Acque Sotterranee" Appendice A: "Schede mono-grafiche delle sorgenti", e Appendice B: "Schedemonografiche dei pozzi" nel Cd rom allegato al pre-sente Quaderno.

Note

1. Esiste un acquedotto alimentato da pozzi ubicati nella zona pedemonta-na dei Monti di Solofra che emungono dalla falda profonda dell'acquiferocarbonatico. L'impianto è attualmente utilizzato ad integrazione delle altrefonti di approvvigionamento potabile situate a monte del centro abitato diSolofra.

2. La domanda idrica del polo industriale di Solofra, comprendente circa150 concerie con un fabbisogno medio di 4 l/s ciascuna, ammonta com-plessivamente a circa 600 l/s, tutti attualmente prelevati tramite pozzi aservizio delle singole aziende. 47

P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

48

CARTA DELL'IMPATTO ANTROPICO(Tav. 7 Elaborati cartograficicfr. Cd rom allegato)

Elaborazione ed informatizzazione cartografica a cura del CED AdB Sarno

acque superficiali

MONITORAGGIO QUALI-QUANTITATIVO DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI

prof. Maurizio Giugni

acque superficiali

50P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Lo studio relativo alle "Acque superficiali" si è incentrato sullacaratterizzazione quali-quantitativa dei corpi idrici superficiali delbacino idrografico "Alto Sarno-Solofrana" a supporto dellagestione del territorio del Parco Regionale dei Monti Picentini, conl'obiettivo di definire lo stato ambientale delle acque e di valutarealmeno in via preliminare il Deflusso Minimo Vitale (DMV).I risultati della campagna di monitoraggio qualitativa - basata sulrilievo del Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM),dell'Indice Biotico Esteso (IBE) e dell'Indice di Funzionalità Fluviale(IFF) - hanno consentito la classificazione dello stato ambientaledelle acque superficiali in base ai criteri indicati dal D.L. 152/99,con l'individuazione dei parametri chimico-fisici, biologici e micro-biologici maggiormente impattanti sull'ambiente fluviale.L'applicazione dell'IFF ha consentito, inoltre, di estendere l'indagi-ne al sistema fluviale, raccogliendo preziosi elementi integrativiper la caratterizzazione della qualità ambientale.Il monitoraggio quantitativo, oltre a permettere una definizionesia pure preliminare del DMV, ha consentito di ricondurre l'anda-mento della portata nei periodi asciutti ad un background indu-striale/refluo, mettendo in evidenza la necessità di adeguati con-trolli e verifiche sul territorio.I risultati ottenuti hanno permesso, infine, la redazione di linee-guida per una pianificazione ambientale mirata alla riqualificazio-ne fluviale del torrente Solofrana, con l'obiettivo di ricostruireun'equilibrata interazione tra la rete idrografica ed il tessutosocio-economico, in una visione integrata a scala di bacino e conun orizzonte temporale di lungo periodo.

L'area oggetto di studio ricade nel territorio dell'Autorità diBacino del Sarno, tra la catena dei Monti Picentini, la valledell'Irno e la valle della Solofrana, nella parte settentrionale delbacino idrografico Alto Sarno-Solofrana.Dal punto di vista amministrativo, essa è compresa nell'ambito deicomuni di Calvanico e Fisciano (prov. Salerno) e di MontoroSuperiore e Solofra (prov. Avellino) ed è localizzata a ridosso del-l'insediamento produttivo di Solofra, costituito principalmente daun polo conciario di notevoli dimensioni.

La rete idrografica principale - in stretta connessionecon i bacini idrografici dei fiumi Tusciano ePicentino, della confinante Autorità di Bacino inDestra Sele - è costituita dai seguenti corsi d'acqua:• torrente Solofrana, per la parte montana dell'asta

fluviale, interessante gli abitati di Solofra,Montoro Superiore, S. Pietro e Misciano;

• torrente Calvagnola, all'incirca per l'intero corsod'acqua, dal momento che la confluenza nel tor-rente Solofrana è situata appena al di fuori deiconfini del Parco;

• torrente Lavinaio, per parte dell'asta - interessantegli abitati di Lancusi e Penta (Fisciano) - in quantola confluenza nel torrente Solofrana è situata al difuori dei confini del Parco.

Il torrente Solofrana, lungo circa 20 km, sottendenteun bacino imbrifero di circa 135.40 km2 (circa 21.93km2 in corrispondenza di Solofra), trae origine amonte dell'abitato di Solofra, nel vallone delleGrotticelle, dal gruppo sorgentizio Bocche Soprane -Bocche Sottane-Lapazzeta, ed è alimentato danumerosi fossi che drenano il bacino sovrastante lapiana di Solofra. In località Sant'Agata Irpina (AV), aimargini nord-orientali del bacino, confluiscono leacque del Vallone Spirito Santo, provenienti dallearee più elevate della valle di Solofra, e quelle delVallone dei Granci, dallo spartiacque del fiumeSabato.

ASPETTI IDROGRAFICI

acque superficiali

All'uscita dalla piana di Montoro il torrente si biforcauna prima volta ricongiungendosi all'ingresso del-l'abitato di Mercato S. Severino, dove riceve in sini-stra gli apporti dei torrenti Calvagnola e Lavinaio edin destra le acque del Rio Laura e del torrenteLavinaro.Il corso principale attraversa il centro urbano con varitratti tombati, procedendo poi attraverso i territoricomunali di Roccapiemonte e Castel S.Giorgio, ebiforcandosi una seconda volta a valle del nodo fer-

roviario di Codola. Il ramo sinistro, denominato torrenteCasarsano, svolge in pratica funzione di by-pass del tratto princi-pale; poco dopo il ricongiungimento, con un sistema di salti, iltorrente Solofrana confluisce nel torrente Cavaiola.

Dal punto di vista idrologico, i deflussi delle principali sorgenti delSolofrana (Bocche Soprano, Bocche Sottane, Lapazzeta), in granparte captati a scopo potabile dal comune di Solofra e per laparte restante assorbiti dalla subalvea già in corrispondenza del-l'abitato di Solofra, si presentano oggi in fase di esaurimento,mentre le sorgenti Laura e Labso (Montoro Inferiore) sono utiliz-zate in gran parte (Labso) per uso irriguo. Il torrente Solofrana è, quindi, da considerarsi, almeno per talunitratti, un corso d'acqua intermittente e talvolta quasi artificiale.Va considerato, altresì, che nel corso degli anni la falda sotterra-nea è stata sfruttata in modo sempre più intensivo per approvvi-gionamento agricolo ed industriale a scala locale: dal punto divista quantitativo, pur se il prelievo dalla falda profonda è di nonfacile quantificazione, atteso il gran numero di pozzi non censiti,esistono chiari segnali di sovrasfruttamento, quali l'abbassamentogeneralizzato dei livelli ed il progressivo prosciugamento del grup-po sorgivo di Mercato S.Severino. Va, altresì, segnalata la presenza di elevate concentrazioni dinitrati. Il corpo idrico piroclastico - alluvionale della piana delSolofrana, pertanto, è stato classificato con uno stato ambientalescadente. L'area è stata anche individuata, in via preliminare,quale "zona vulnerabile da nitrati di origine agricola".

Per quanto concerne il drenaggio delle acque reflue, il bacino inesame fa parte del comprensorio depurativo dell'Alto Sarno, checomprende i comuni di Bracigliano, Calvanico, Fisciano, Forino,Mercato S.Severino, Montoro Inferiore, Montoro Superiore, Solofra.

Nello schema fognario-depurativo del comprensorio Alto Sarnosono in attività:• un impianto di depurazione nel comune di Mercato San

Severino, destinato al trattamento dei reflui urbani ed indu-striali del comprensorio, entrato in esercizio nel maggio 1999;

51P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

52P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

• un impianto di pretrattamento degli scarichi del polo conciariodel comune di Solofra, al fine di rendere i suddetti scarichicompatibili con il ciclo di trattamento dell'impianto centralizza-to di Mercato S. Severino. L'impianto, inizialmente realizzatocon il solo trattamento chimico-fisico, è stato integrato per iltrattamento di tipo biologico;

• una rete di collettori comprensoriali, per il convogliamento deireflui di ciascun comune del comprensorio all'impianto didepurazione.

Con particolare riguardo al comune di Solofra, il sistema di dre-naggio risulta costituito da:• una rete mista, confluente in un collettore civile misto recapi-

tante al depuratore di Mercato San Severino;• alcune sub-reti "bianche", recapitanti anch'esse nel collettore

civile misto;• una rete industriale - in cui allo stato vengono convogliati

anche alcuni tronchi misti - con recapito all'impianto di pretrat-tamento di Solofra. Il refluo pretrattato viene immesso nel col-lettore civile misto recapitante al depuratore di MercatoS.Severino.

IL MONITORAGGIO QUALI-QUANTITATIVO

Il programma di monitoraggio delle acque superficiali ha riguar-dato:• la caratterizzazione delle acque superficiali (monitoraggio quali-

quantitativo delle acque superficiali); • una serie di approfondimenti chimico-biologici finalizzati in cor-

rispondenza di cinque stazioni situate lungo il torrenteSolofrana.

Nelle pagine seguenti, sono sintetizzate le attività svolte e i risul-tati ottenuti.

Nella carta "Rete di monitoraggio - Acque sotterranee, Acquesuperficiali, Ecologia Ambienti fluviali" (Tav. 6 - cfr CD-rom allega-to) sono indicate le stazioni della rete di monitoraggio attivata.

Per quanto concerne i rilievi qualitativi di caratterechimico-fisico e biologico, si è fatto riferimento aidati rilevati dall'ARPAC nella stazione di misura diPonte S. Pietro, in esercizio nell'ambito della rete dimonitoraggio per le acque superficiali, situata ailimiti del territorio del Parco Regionale dei MontiPicentini.

STAZIONE DI MISURA PONTE S.PIETROBacino idrografico: SarnoCorpo idrico: SolofranaCodice stazione: SOLProvincia: AvellinoComune: Montoro SuperioreLocalità: Ponte S.Pietro

Nell'ambito dello studio sono stati utilizzati i rilievi -purtroppo non sempre completi - effettuatidall'ARPAC nel periodo 2001 (novembre) - 2007che, con riferimento ai principali parametri chimico-fisici ed ai parametri macrodescrittori, hanno messoin evidenza quanto segue:

IL MONITORAGGIO QUALITATIVO

acque superficiali

• valori della temperatura strettamente legati all'an-damento climatico, caratterizzati da valori moltoridotti nei mesi invernali ed estremamente elevatinei mesi estivi. Va ricordato, al proposito, che unincremento della temperatura del corpo idricoaccelera la cinetica delle reazioni biochimiche:maggiore deossigenazione del corpo idrico, incre-mento più rapido della biomassa del biota, dimi-nuzione della concentrazione di saturazione del-l'ossigeno, con conseguente riduzione dell'intensi-tà del processo di reazione;

• valori del pH sostanzialmente stabili;• valori dei solidi sospesi e della conducibilità elettri-

ca caratterizzati da sensibili oscillazioni, con ten-denza ad incrementarsi nella seconda metà delperiodo di misura (giugno-dicembre). Per la solaconducibilità, inoltre, è stato possibile rilevare unaumento dei valori rilevati nel periodo 2006-2007;

• valori dell'ossigeno disciolto caratterizzati da note-voli oscillazioni, ma in generale alquanto ridotti econ un particolare preoccupante abbattimentodella percentuale di O2 per i tre prelievi effettuatinell'anno 2007;

• valori del BOD5 e del COD contraddistinti danotevoli oscillazioni, con un significativo preoccu-pante incremento per i rilievi effettuati nel 2007;

• valori dell'azoto ammoniacale (NH4) e dell'azotonitrico (NO3) caratterizzati da sensibili oscillazioni,con una tendenza ad incrementarsi nella secondametà del periodo di misura (giugno-dicembre). E'stato, inoltre, ancora rilevato - per il solo Azotoammoniacale - un significativo allarmante incre-mento per i rilievi effettuati nel 2007;

• valori del fosforo totale sempre abbastanza ridotti;• valori dell'Escherichia coli caratterizzati da notevoli

oscillazioni, con un valore anomalo (pari a

230000 UFC/100 ml) rilevato nel giugno 2007;• tra i microinquinanti, nel 2001-2002 sono risultati al di sopra

dei valori di soglia il cromo totale, il mercurio ed il piombo, nel2003 il cromo totale ed il piombo, nel periodo 2004-2007 ilcromo totale.

I dati mensili dei parametri chimico-fisici resi disponibilidall'ARPAC per la stazione di Ponte S.Pietro hanno messo in evi-denza una situazione ambientale del torrente Solofrana nel com-plesso preoccupante, con un peggioramento di un certo rilievo -almeno per alcuni parametri - nell'anno 2007 (ultimi rilievi effet-tuati).

In Tab. 1 è sintetizzato l'andamento dello Stato Ambientale delCorso d'Acqua (SACA) nel periodo 2002-2006. E' evidente dallatabella un lieve miglioramento dello Stato Ambientale nel 2005,per quanto concerne sia il Livello di Inquinamento daiMacrodescrittori (che passa dalla classe 4 alla 3), sia l'IndiceBiotico Esteso (che passa dalla classe 5 alla 4), mentre rimane,purtroppo, invariata la situazione dei parametri chimici integrativirelativi ai microinquinanti organici ed inorganici, che risultanoancora superiori ai valori di soglia (Cr totale).

Tab. 1. Stazione Ponte S. Pietro - SACA 2002÷2006

(*) dato desunto dal consulente per le "Acque superficiali"

53P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

acque superficiali

54P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Il valore del LIM desunto per l'anno 2006 - peraltro sulla scorta disoli sei rilievi - individua, invece, un chiaro peggioramento dellostato chimico-fisico delle acque del torrente Solofrana, confermatodai tre rilievi del 2007 - dai quali ovviamente non è stato possibilededurre il Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori - estrema-mente preoccupanti sia per quanto riguarda i parametri macrode-scrittori che i parametri chimici integrativi relativi ai microinquinantiorganici ed inorganici (in particolare il cromo totale).La situazione ambientale descritta è confermata dai dati sedimen-tologici (prelievi effettuati sui sedimenti del fiume Sarno e dei suoiaffluenti nel 2004 a cura del Commissario Delegato e Ex O.P.C.M.3270/2003) relativi al tratto del torrente Solofrana compreso nel-l'area oggetto di studio, che sottolineano effetti di contaminazio-ne industriale.

ULTERIORI INDAGINI CHIMICO-BIOLOGICHE

A completamento delle attività di monitoraggio qualitativo, sonostate predisposte una serie di indagini di approfondimento chimi-co-biologico1. In particolare, le indagini sono state riferite ad unarete di monitoraggio costituita da n. 5 stazioni lungo il torrenteSolofrana, scelte sia per la loro significatività nell'ambito dellavalutazione dello stato di qualità del torrente, sia per la loroaccessibilità:

stazione n. 1 - Solofrana "bianco"stazione n. 2 - Solofrastazione n. 3 - CODISO 1stazione n. 4 - CODISO 2stazione n. 5 - Confluenza

STAZIONE N. 1 - SOLOFRANA "BIANCO"ubicata nei pressi delle Bocche Soprano,rappresenta il cosiddetto "punto dibianco" del corso d'acquaPosta a monte del torrente Solofrana,rappresenta il punto di incontro delleacque provenienti dal "vallone deiGranci" e dal "vallone Santo Spirito".

STAZIONE N. 2SOLOFRAsituata nelle vicinanze delcomune di Solofra, neipressi del vallone Toppola

STAZIONE N. 3CO.DI.SO. 1ubicata a monte dell'impianto di depurazione ex CO.DI.SO.

STAZIONE N. 4CO.DI.SO. 2situata a valle dell'impiantodi depurazione ex CO.DI.SO., all'incirca 700 m amonte di Ponte S. Pietro

STAZIONE N. 5 CONFLUENZAubicata a monte della confluenza del torrenteSolofrana nell'Alveo Comune

Con riferimento alla rete di monitoraggio, sono stateeffettuate le seguenti campagne di misura:1. due prelievi dei parametri Macrodescrittori

(in data 17.04.2008 e 28.05.2008);2. una mappatura per l'Indice Biotico Esteso

(in data 17.04.2008);3. il rilievo dell'Indice di Funzionalità Fluviale

(in data 17.04.2008).

I risultati ottenuti sono sintetizzati, per quanto con-cerne il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori(LIM) e l'Indice Biotico Esteso (IBE), nella Tab. 2, dallaquale si evince quanto segue:• con riferimento al Livello di Inquinamento da

Macrodescrittori, è evidente un netto peggiora-

acque superficiali

mento per tutte le stazioni tra aprile e maggio2008, in termini sia di punteggio che di classe,con l'eccezione della stazione n. 2 - Solofra;

• un progressivo peggioramento sia del LIM chedell'IBE lungo l'asta fluviale da monte verso valle,con uno Stato Ecologico del Corso d'Acqua cheda sufficiente (stazione Solofrana "bianco") divie-ne scadente (stazione Solofra) e successivamentepessimo (per le tre stazioni successive);

• lo Stato Ecologico è quasi sempre negativamentecondizionato dall'Indice Biotico Esteso, che, in

particolare per le ultime tre stazioni, individua un ambiente"fortemente inquinato o fortemente alterato".

La situazione descritta, preoccupante dal punto di vista ambienta-le, è confermata dai dati desunti per l'Indice di FunzionalitàFluviale, sintetizzati in Tab.3 e 4, che individuano un "Giudizio diFunzionalità Fluviale" "scadente" o "pessimo" per l'intero trattofluviale preso in esame e, per le prime due stazioni, addiritturapeggiore dello Stato Ecologico. E' da rilevare, altresì, il punteggioestremamente basso che caratterizza la stazione finale("Confluenza").

55

Tab. 2. Torrente Solofrana - Campagna di monitoraggio 2008 (LIM e IBE)

Tab. 3. Torrente SolofranaCampagna di monitoraggio 2008 (IFF)

acque superficiali

56P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Nel complesso, quindi, purtenendo conto che i dati dicampo raccolti nel corsodello studio sono ancoraridotti e perciò tali da con-sentire solo valutazioni dicarattere preliminare, nonpuò che concludersi che lostato di qualità ambientaledel torrente Solofrana è risul-tato nel complesso decisa-mente negativo, sia dalpunto di vista fisico-chimicoche biologico, sia, infine,secondo l'analisi integrata delsistema fluviale effettuatamediante l'Indice diFunzionalità Fluviale.

Lo stato di fatto rilevatomette ovviamente in eviden-za l'opportunità di proseguirele indagini chimiche, biologi-che ed ecologiche avviate.

Tab. 4. Torrente Solofrana - Campagna di monitoraggio 2008 (Giudizio di Funzionalità)

acque superficiali

Per quanto concerne le attività di monitoraggioquantitativo, si è proceduto preliminarmente allaverifica dello stato di esercizio della stazione idrome-trica di Ponte S. Pietro (Montoro Superiore), gestitain telemisura dal Dipartimento Regionale dellaProtezione Civile. Al fine di rendere attendibili lemisure della suddetta stazione, è stato necessarioprocedere preventivamente ad un intervento disagomatura dell'alveo del torrente Solofrana ed allasuccessiva taratura della scala di deflusso. La stazione ha funzionato regolarmente dal18.12.2006 sino all'ottobre 2007, quando, per l'ef-fetto combinato di alcuni eventi di piena e di inter-venti non autorizzati di modificazione del fondoalveo con asporto di materiale, la geometria della

sezione di misura è risultata alterata in modo tale da rendere inat-tendibili i rilievi del teleidrometro, senza possibilità immediata diripristino (se non a cura del Settore Regionale di ProtezioneCivile). Nel periodo successivo, quindi, a partire dal gennaio 2008,sono stati effettuati soltanto rilievi saltuari della portata (con muli-nello idrometrico o recipiente tarato).

Contestualmente, sono stati acquisiti i dati pluviometrici dellamedesima stazione di Ponte S.Pietro2, resi disponibili per il perio-do 01.01.2006-30.04.2008.L'analisi dei dati meteorici ed idrometrici raccolti ha consentito leseguenti considerazioni:• i valori di maggiore entità della portata media giornaliera sono

risultati in genere in fase con i principali eventi meteorici regi-strati;

• atteso che nei periodi estivi il torrente Solofrana risulta non dirado asciutto - come evidenziato anche dai rilievi effettuatidall'ARPAC - e ricordando la sostanziale assenza di deflussi sor-gentizi, in prevalenza captati e per la parte restante assorbitidalla subalvea già in corrispondenza dell'abitato di Solofra, sipuò concludere che il torrente Solofrana può essere classificatonell'ambito dell'area di studio come un corso d'acqua intermit-tente;

• l'analisi delle portate di magra, effettuata con riferimento aidati dei giorni non piovosi del periodo dicembre 2006-luglio2007, ha messo in evidenza che:- la portata nei periodi asciutti è caratterizzata da notevoli

oscillazioni nell'arco della giornata, con variazioni orarie dinotevole ed imprevedibile entità. In particolare, i valori orarimassimi risultano anche 3-5 volte maggiori dei valori orariminimi e 2-3 volte maggiori dei valori medi ;

- i valori orari massimi della portata in tempo asciutto risultanonon di rado dello stesso ordine di grandezza dei valori regi-strati nel corso degli eventi meteorici o nei periodi immedia-tamente successivi;

- i valori orari massimi della portata in tempo asciutto sonostati di frequente rilevati nelle ore notturne.

57P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

IL MONITORAGGIO QUANTITATIVO

acque superficiali

58P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

E', quindi, plausibile evincere che, nonostante gli interventi diriqualificazione e completamento del sistema di drenaggio urbanodi Solofra citati in precedenza, le immissioni abusive di reflui diorigine industriale sono ancora purtroppo di significativa entità.Tale conclusione appare confermata dallo Stato Ambientalesostanzialmente pessimo del torrente Solofrana desunto dalmonitoraggio qualitativo, dalla presenza di notevoli quantità dicromo totale, rinvenute anche di recente (rilievi ARPAC, 2007), edalle caratteristiche dell'acqua rilevate a Ponte S.Pietro (colorescuro, odore sgradevole, presenza di schiuma).

In definitiva, quindi, appare verosimile che gli andamenti dellaportata rilevati nei periodi asciutti siano riconducibili al regimedegli scarichi conciari e/o urbani (background industriale/refluo). Le considerazioni precedenti sono state confermate dai dati diportata raccolti saltuariamente con misure dirette nel periodo30.01.2008-19.10.2008, che evidenziano il regime intermittentedel torrente Solofrana, caratterizzato nel periodo giugno-ottobre2008 da portate sempre molto ridotte (spesso dell'ordine di pochil/s) o addirittura nulle (in particolare nel periodo settembre-otto-bre 2008.

Per quanto concerne la valutazione del Deflusso Minimo Vitale, èevidente, atteso il regime intermittente del torrente Solofranastrettamente correlato alle precipitazioni meteoriche e la compo-nente "industriale" dei deflussi, caratterizzata da elevata variabilità

e notevole imprevedibilità, la sostanziale inapplicabili-tà delle metodologie in genere utilizzate per la valu-tazione del Deflusso Minimo Vitale (approccio idrolo-gico, approccio idrobiologico, metodi ibridi). Allo stato, per una valutazione del DMV da considerar-si comunque orientativa, si è fatto riferimento alla rela-zione proposta dall'Autorità di Bacino Pilota del FiumeSerchio3, sviluppata dal gruppo di lavoro de l'Autoritàdi Bacino del Sarno nell’Ambito del “Progetto di PianoStralcio della tutela della risorsa idrica (2002) con l'in-tento di correlare il Deflusso Minimo Vitale alla soprav-vivenza delle comunità di organismi acquatici e,soprattutto, alla funzionalità globale ed alla naturalitàdegli ecosistemi fluviali.

Si ricorda all'uopo che il suddetto approccio si basasulla relazione:

in cui:• Rspec: portata specifica (assunta dall'Autorità di

Bacino Pilota del Fiume Serchio pari a 1.6 l/s km2

di bacino sotteso);• S: superficie del bacino sotteso (km2);• C: indice di piovosità;• D: indice altimetrico;• E: indice di permeabilità;• F: indice di qualità biologica; • G: indice di naturalità;• H: fattore definito dalla relazione:

H = 1 + (Dx0,05)in cui D è la distanza (espressa in km) misuratalungo il corso d'acqua tra l'opera di presa e l'even-tuale punto di restituzione;• Modulazione di portata: fattore correttivo assunto

pari al 10% della differenza tra la portata natura-le istantanea ed il DMV non modulato, in mododa "adattare" il Deflusso Minimo Vitale calcolatoal regime idrologico del corso d'acqua.

(1)

acque superficiali

L'applicazione della (1) al bacino in esame, tenendoconto dei valori assunti dagli indici correttivi della portata specifica, conduce ad un valore del DeflussoMinimo Vitale del torrente Solofrana presso la sta-zione di Ponte S. Pietro all'incirca pari a 190 l/s, cor-rispondente ad un valore unitario dell'ordine di 8.5l/s*km2.Al fine di tener conto delle differenze climatiche esi-stenti tra l'alta Toscana (bacino del Serchio) e l'areaterritoriale in esame, il DMV è stato stimato adottan-do nella già citata relazione (1) anche un più ridottovalore della portata specifica. In particolare, sonostati assunti per Rspec i valori 0.5 e 0.8 l/s*Km2,ottenendo valori del Deflusso Minimo Vitale dell'or-dine di 0.060-0.190 m3/s, corrispondenti a valoriunitari del DMV compresi nell'intervallo 2.7-8.5l/s*km2.E' probabile, attese le già citate caratteristiche deigruppi sorgentizi di alta quota, che in condizioninaturali alimenterebbero i deflussi superficiali deltorrente Solofrana, che l'effettivo valore del DMV sipossa attestare sui valori più ridotti dell'intervalloindicato.

INDIRIZZI E LINEE-GUIDA

Sulla scorta delle attività sviluppate ed a supportodella programmazione e gestione del territorio delParco Regionale dei Monti Picentini, si è ritenutoutile procedere alla redazione di indirizzi e linee-guida per una pianificazione ambientale rivolta allariqualificazione fluviale del torrente Solofrana, conl'obiettivo di ricostruire un'equilibrata interazione trala rete idrografica ed il tessuto socio-economico, inuna visione integrata a scala di bacino e con un oriz-zonte temporale di lungo periodo. In generale un processo di riqualificazione fluvialedeve basarsi su una profonda revisione delle politi-

che di gestione delle acque, mirata all'attuazione di un interventointegrato con le seguenti finalità:• ridurre i consumi, favorendo il risparmio ed il riutilizzo idrico;• privilegiare interventi decentrati per il trattamento dei carichi

civili, industriali e zootecnici - utilizzando tecnologie, come adesempio la fitodepurazione - al fine di restituire l'acqua depu-rata alla circolazione naturale;

• migliorare l'efficacia dei sistemi depurativi convenzionali, assi-curandone un'attenta gestione e rinnovando le reti di colletta-mento, integrandoli ove possibile con zone umide e sistemi fil-tro forestali;

• intervenire sui carichi diffusi agendo sulle fonti inquinanti (inparticolare per i carichi agricoli), favorendo nel contempo lacreazione di fasce tampone e zone umide;

• incoraggiare soluzioni innovative integrate, che prevedano ilrecupero della naturalità, l'aumento dei tempi di residenza inalveo per lo sviluppo di fenomeni autodepurativi più spinti, lacreazione di zone umide per assicurare riduzione del rischioidraulico, biodiversità e fitodepurazione;

• con specifico riferimento all'area oggetto di studio, in lineagenerale si ritiene di poter suggerire gli interventi di seguitospecificati.

IMPLEMENTAZIONE DI UNA RETE DI MONITORAGGIO QUALI-QUANTITATIVO DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI E SOTTERRANEITale rete di monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici super-ficiali e sotterranei deve consentire:• la raccolta di dati qualitativi da affiancare a quelli della stazione

di Ponte S. Pietro dell'ARPAC, costituendo un prezioso databa-se per l'analisi dell'evoluzione dello Stato Ambientale del tor-rente Solofrana e l'individuazione dei parametri fisico-chimici,biologici e microbiologici maggiormente impattanti sull'am-biente fluviale;

• la raccolta di dati quantitativi, per un immediato controllo delleimmissioni industriali non autorizzate ed una più consapevoleanalisi del Deflusso Minimo Vitale, al fine di procedere ad eventuali revisioni delle concessioni di derivazione e di prelievodalla falda;

59P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

acque superficiali

60P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

• la verifica dello stato quali-quantitativo dei corpi idrici sotterra-nei, con particolare riguardo alle variazioni di livello della faldaprofonda.

VERIFICHE FUNZIONALI DEL SISTEMA FOGNARIO-DEPURATIVO DI SOLOFRAOccorre procedere ad una verifica del grado di completamento edelle condizioni di funzionamento delle reti di drenaggio urbano edindustriale di Solofra e, più in generale, delle condizioni di colletta-mento dei reflui civili ed industriali agli impianti di depurazione pre-posti al rispettivo trattamento (Mercato San Severino e Solofra).Particolare attenzione andrebbe posta alle immissioni non autoriz-zate di reflui industriali nel torrente Solofrana, procedendo adadeguati controlli e verifiche sul territorio.

INTERVENTI DI CARATTERE IDROGEOLOGICOPer quanto riguarda le sorgenti e i punti d'acqua che in condizio-ni naturali alimenterebbero i deflussi superficiali del torrenteSolofrana, le principali sono tutte utilizzate ed in parte in fase diesaurimento. Il gruppo sorgentizio Bocche Soprane - BoccheSottane, il più importante a monte dell'abitato di Solofra, èattualmente captato dal Comune a scopo potabile; le sorgentiLaura e Labso, caratterizzate da una notevole escursione annua diportata a seconda del regime pluviometrico, vengono utilizzate ascopo potabile ed irriguo dal Consorzio di Bonifica Integrale -Comprensorio Sarno. Occorrerebbe, quindi, per migliorare ade-guatamente le caratteristiche quali-quantitative dei deflussi super-ficiali del torrente Solofrana ed assicurare la continuità longitudi-nale del sistema lotico, prevedere i seguenti interventi:• favorire la ripresa quantitativa dei deflussi superficiali, in partico-

lare nel periodo di magra;• ridurre e/o razionalizzare i prelievi idrici dal sottosuolo, dimen-

sionando l'entità dei prelievi alle potenzialità ed alla qualitàdelle acque dei bacini sotterranei, al fine di ripristinare i natura-li rapporti falda-fiume;

• prevedere il riuso dei reflui degli impianti conciari, al fine difavorire l'abbattimento dei prelievi dalla falda profonda,accompagnato dal riciclo delle sostanze chimiche utilizzate nelciclo conciario.

Va, infine, considerata la possibilità di utilizzare leportate meteoriche e reflue drenate dalla rete mista edalle reti "bianche" - con l'eccezione delle acque diprima pioggia - opportunamente trattate per incre-mentare i deflussi superficiali del torrente Solofrana emitigarne l'intermittenza. In questa ottica, anche gliagglomerati urbani di modeste dimensioni e addirit-tura le case sparse potrebbero fornire un contributo,sia pure di modesta entità, se munite di impianti pri-mari integrati dalla fitodepurazione.Più complessoappare, invece, il ricorso anche alle portate di scaricoindustriale - pur possibile in linea teorica con un ade-guato trattamento delle acque - attesa la presenza dimetalli pesanti e di inquinanti tossici.

INTERVENTI DI RINATURALIZZAZIONE DELL'ALVEO E DELLE AREE RIPARIALIPreliminarmente, va precisato che l'area oggetto distudio, attesa la diffusa artificialità del corso d'acquae l'estesa urbanizzazione delle aree riparie, apparecaratterizzata:• da una scarsa potenzialità delle rive e delle aree

riparie a sostenere un'elevata biodiversità;• da una modesta qualità paesaggistico-ambientale;• da una pressoché totale assenza delle strutture

idonee al filtraggio ed al bioaccumulo dei nutrien-ti e degli inquinanti.

Gli interventi di rinaturalizzazione delle rive e dellearee riparie, da effettuarsi principalmente con tecni-che di ingegneria naturalistica, dovrebbero quindiessere mirati a conseguire risultati non solo in termi-ni di sistemazione idraulica, ma anche di creazionedi macro e micro-ambienti naturali, di miglioramen-to delle caratteristiche chimico-fisiche dei suoli edelle acque, di arricchimento del paesaggio. In maggior dettaglio, gli interventi di rinaturalizza-zione dovranno tendere:• al ripristino e/o alla ricostituzione, ove e per quan-

to possibile, dell'ecotono ripariale del torrente

acque superficiali

Solofrana, riqualificandone la struttura e la com-posizione floristica. Oltre al mantenimento dellearee naturali, quindi, occorrerà procedere a reim-pianti di vegetazione e ad interventi di deartificia-lizzazione, allargando l'alveo, ove possibile, anchenelle aree urbanizzate;

• all'eliminazione, ove possibile, delle tipologie dirivestimenti "irrigidenti" presenti lungo il corsod'acqua, ed alla loro sostituzione con tipologie dirivestimenti realizzati secondo le tecniche dell'in-gegneria naturalistica;

• alla riqualificazione nel suo complesso del quadropaesistico del corso d'acqua e degli ambienti ripari.

In linea di massima, salvo studi di maggior dettaglioper una più puntuale definizione delle opere da rea-lizzarsi, potrebbero prevedersi:

• per il tratto a monte dell'abitato di Solofra: neltratto iniziale dell'asta torrentizia, dalle sorgentilungo il "Vallone delle Bocche" sino alla circonval-lazione di Solofra, interventi di rinverdimento edeartificializzazione delle sponde e di restaurodegli argini e dei salti di fondo esistenti;

• per il tratto nell'abitato di Solofra: in tale trattol'alveo fluviale è in gran parte cementato, per cuipotrebbero essere previsti limitati interventi di rin-verdimento delle sponde e l'eventuale messa adimora di filari alberati;

• per il tratto sino al Ponte S. Pietro: interventi di rinver-dimento e deartificializzazione delle sponde, restau-rando nel contempo i tratti arginali ammalorati;

• per l'intera asta fluviale interventi di pulizia dell'alveo.

Per approfondimenti, si veda il Report IntegraleAmbito "Acque Superficiali" - Cd rom allegato alpresente Quaderno.

NOTE

1. Nell'ambito dello Studio, l'Autorità di Bacino del Sarno ha predisposto ulteriori indagini dicampo svolte con la collaborazione del prof. Marco Guida (Università degli Studi di Napoli"Federico II").

2. Regione Campania - Settore Programmazione Interventi di Protezione Civile sul Territorio -Centro Funzionale per la previsione meteorologica e il monitoraggio meteo-idropluviometri-co e delle frane.

3. Delibera Comitato Istituzionale n.121 del 01/08/2002.

61P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

acque superficiali

ecologia degli ambienti fluviali

PREDISPOSIZIONE ED APPLICAZIONE DI UN MODELLO DI VALUTAZIONE INTEGRATA APPLICATA AL SISTEMA FIUME ALTO SARNO-SOLOFRANA-CORRIDOIO FLUVIALE

prof. ssa M.Giovanna Braioni

con la collaborazione di:arch. Anna Braioni dott.ssa Adriana Locascio prof. Gianpaolo Salmoiraghi dott.ssa M.Cristina Villani

ecologia degli ambienti fluviali

64P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

I corsi d'acqua - le aree riparie - i corridoi fluviali costituisconosistemi ad elevata complessità ambientale, territoriale e paesaggi-stica. Sono caratterizzati da specifici flussi, da scambi di materia edi energia, da intense interrelazioni e interconnessioni che si arti-colano e interagiscono in un contesto pentadimensionale, • longitudinale: dalla sorgente alla foce; • trasversale: alveo fluviale - aree riparie - corridoio fluviale; • verticale: colonna d'acqua - alveo - ambiente interstiziale e

freatico - acquiferi profondi; • temporale:

a) per l'adattamento dei cicli biologici dei biota (che partecipanostabilmente o parzialmente ai processi trofico - funzionali) allevariazioni stagionali e morfo-idrologiche degli ambienti fluviali, b) per le loro migrazioni, costituendo, per quest'ultimo aspet-to, una vulnerabile ma capillare e continua rete ecologica;

• nell'ambito del sistema territoriale, per l'evoluzione economica,sociale, culturale delle popolazioni residenti.

In tal senso, i corridoi fluviali rappresentano aree ad elevata vulne-rabilità in quanto le modalità dello sviluppo antropico hanno

determinato, in molte zone, a causa dei contrastanti usi dellerisorse legate al fiume e al territorio, il rischio di perdita della bio-diversità e della funzionalità dei processi, da cui dipende la con-servazione delle risorse e lo sviluppo antropico, il pericolo di cala-mità quali esondazioni e siccità prolungate, la perdita dell'identità

culturale - storico - ambientale sintetizzata nel pae-saggio fluviale (Braioni et al., 2005).A fronte di questi rischi e pericoli, il Sistema F. AltoSarno - Solofrana - corridoi fluviali presenta peculiaricaratteristiche geo - morfo - idrogeologiche legateall'attività del Vesuvio ed è: a) porta nord-ovest diaccesso al Parco Regionale dei Monti Picentini, b)importante componente della Rete Ecologica dellaRegione Campana che unifica, grazie alla presenzadi Habitat comunitari e alla conservazione dellastruttura del paesaggio, di manufatti e di presenzeinsediative di valore storico, i siti SIC e ZPS con i Sitidi rilevante interesse storico, archeologico, paesaggi-stico - ambientale (Braioni A., 2008; Braioni et al.,2008; Locascio, Salmoiraghi, 2008; Villani, 2008;AA.VV.AdB Sarno 2004-2008). In questo contesto di forte coesistenza di elementi dipregio, di degrado e di rischio è stato predisposto ilmodello di valutazione integrata.

1. Il modello di valutazione integrata

La definizione di linee metodologiche di valutazioneintegrata, in funzione della gestione, tutela e pianifi-cazione sostenibile e del ripristino della risorsaacqua, richiede un metodo di lavoro basato fonda-mentalmente su tre momenti, così definibili pergrandi categorie: a) individuare gli specialismi, cioèle diverse discipline che possono approfondire tuttigli aspetti inerenti i temi, b) raccogliere le informa-zioni necessarie già con l'obiettivo di poterle correla-re sia in modo aggregato che disaggregato, c) inte-grare i risultati per definire un'unica visione dipiano/progetto (Braioni et al., 2005, 2008a).La novità del metodo utilizzato consiste nel rapportostretto tra i diversi tipi di indagine fino dal momento dell'impostazione dei rilevamenti così da poter: 1)integrare al massimo le informazioni a partire dai lin-

ecologia degli ambienti fluviali

guaggi, 2) definire già nell'impostazione i temi diconfronto tra gli specialismi, 3) basare, di conse-guenza, la pianificazione dei corridoi fluviali sullavalutazione degli elementi di qualità/degrado/rischioe cioè sulla sensibilità ecologico - paesaggistica.

L'applicazione di questo metodo al Sistema F. Alto Sarno -Solofrana - corridoio fluviale, ha comportato (tenendo in conside-razione anche i limiti e le specificità dell'incarico), l'elaborazionedel modello descritto in Fig. 1 (rimandando alla relazione estesaconsegnata all'AdB Sarno la lettura esaustiva).

65P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

66P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Qualunque livello di Pianificazione territoriale (da area vasta a locale,da distretto a bacino e sottobacino idrografico) riguardante i Piani diTutela (WFD 60/2000) o di A.I.A., V.I.A., V.I., V.A.S. (così come racco-mandato, anche, dalla Convenzione Europea sul Paesaggio), richie-dono un quadro informativo idoneo a scomporre la complessità terri-toriale dovuta a fattori sia naturali che antropici, analizzati anche nelloro evolversi temporale e, quindi, a ricomporla in funzione dei diversilivelli di operatività e decisionalità.In altri termini, appare indispensabile l'utilizzo di strumenti idoneia: 1) valutare, in modo integrato, i risultati delle diverse disciplinecoinvolte nella gestione e nella pianificazione, 2) definire gli sce-nari reali possibili per il modificarsi di una o più variabili che costi-tuiscono la complessità ambientale, paesaggistica, territoriale;tutto ciò per ottimizzare le Risposte (utilizzando la terminologiadel Modello DPSIR dell'EEA), compatibili con le caratteristiche e lepotenzialità di sviluppo del territorio - ambiente - paesaggio, 3)fornire risultati e risposte comprensibili a tutti gli utilizzatori, conciò intendendo soprattutto le popolazioni residenti coinvolte e iportatori di interessi socio-economico-ambientali.Di conseguenza, nel processo di piano e nel processo di valuta-

zione, la scelta degli Indicatori/Indici più idonei a scomporre lacomplessità ambientale - territoriale e a ricomporla in modoaggregato in funzione degli obiettivi prescelti, è uno dei nodiessenziali sia nella fase di elaborazione dei Piani-Processo, sianella fase di valutazione, sia in quella successiva di Attuazione eGestione degli stessi (Braioni et al., 2008a,b).Nel lavoro di catalogazione e riordino degli Indicatori degli ecosi-stemi per il governo del territorio (AAA, 2005; Malcevschi, 2005in Braioni et al., 2005), è stata introdotta la categoria di "Entitàcomplesse" e di "Indici complessi biologici, ecologici, paesaggisti-co - ambientali" (Braioni et al., 2005), caratterizzati da elevatasensibilità, specificità, complementarietà, e idonei a permettere leprocedure di cui sopra ed anche l'elaborazione di mappe partico-lari derivanti dall'integrazione dei risultati di diverse analisi discipli-nari (Braioni et al., 2006, 2008b; Day et al., 2008).Tenuto conto di quanto sopraesposto, dei dati forniti dall'Autoritàdi Bacino del Sarno (2004-2007), dagli altri settori (Giugni, 2008;Guida 2008; Celico, Habetswallner, 2008, Della Gatta, D'Alterio,

2008) e delle finalità dello studio, è risultata conse-guente la scelta di valutare: 1) la flora e la vegeta-zione dell'intero bacino mediante rilevamenti floristi-ci e fitosociologici per colmare l'assenza di dati, 2) laqualità paesaggistico - ambientale del corridoio flu-viale mediate l'applicazione dell'EnvironmentalLandscape Index (E.L.I.), 3) la qualità naturalistica efiltro - tampone delle rive e delle aree ripariemediante l'applicazione rispettivamente del WildState Index (W.S.I.) e del Buffer Strip Index (B.S.I.).Quest'ultimi Indici complessi, infatti, come ampia-mente descritto nel manuale di applicazione (Braioniet al., 2008a) sono adatti a definire le informazioninecessarie ad una corretta pianificazione (Braioni etal., 2005; 2006, 2008b).Specificità: • E.L.I.: la valutazione è espressa in termini di sensi-

bilità alla trasformazione del territorio, cioè lacapacità che può avere o non avere il territorio oparti del territorio a modificarsi senza perdere o,anzi, acquisendo valore ambientale;

• W.S.I.: valuta la potenzialità delle rive e delle areeriparie a sostenere una elevata biodiversità sullabase della diversità, ricchezza e complessità deglihabitat fluviali. Infatti i cambiamenti di quest'ultimi,a seguito degli usi del territorio, influenzano ipopolamenti biologici direttamente o indirettamen-te, stabilmente o per parte del loro ciclo biologico.

• B.S.I.: valuta la potenzialità delle rive - aree ripariea trattenere, filtrare, bioaccumulare i nutrienti egli inquinanti trasportati da monte e depositatisisulle aree esondate e/o percolanti dal territoriocircostante sulla base del grado di complessitàdelle strutture morfologiche, idrologiche e vegeta-zionali presenti.

Sensibilità: • E.L.I.: valuta 86 variabili, 304 Modalità raggruppa-

te in 6 Gruppi di Elementi (1.Presenze insediative,

2 Di quali informazioni necessita: la scelta degliIndici/indicatori

ecologia degli ambienti fluviali

2. Viabilità e Infrastrutture, 3. Elementi vegetazio-nali, 4. Elementi d'acqua, 5. Altri Elementi, 6. Scena visiva) rilevati in una ben definita Areaomogenea del corridoio fluviale, suddivisa dal per-corso principale in ADR1 (dal punto stazioneverso il fiume) e in ADR2 verso l'interno.(Fase 2Analisi ed interpretazione dei dati 2.1.1.Peculiaritàdell'E.L.I., del W.S.I., del B.S.I.).

• WSI: valuta 23 variabili e 163 modalità riunite in 8Sub_Indici in un'area di 100 m localizzata all'in-terno dell'Area omogenea rilevata dall'E.L.I.(Fase2 Analisi ed interpretazione dei dati2.1.1.Peculiarità dell'E.L.I., del W.S.I., del B.S.I.).

• BSI: valuta 24 variabili e 179 modalità riunite in 5Sub_Indici .(Fase 2 Analisi ed interpretazione deidati 2.1.1.Peculiarità dell'E.L.I., del W.S.I., delB.S.I.).

Complementarietà:ELI, WSI, BSI presentano elevata complementarietàtra loro e con altri Indici/indicatori. In particolare,l'elevata correlazione tra le qualità del W.S.I. e delE.L.I. e la presenza di Habitat prioritari, comunitariconferma che se si elimina o si banalizza la comples-sa struttura della vegetazione - Habitat, si incidenegativamente anche sulla biodiversità e sulla quali-tà visiva. Viceversa, tutelando o migliorando l'aspet-to paesaggistico, aumenta la qualità naturalisticadelle aree riparie e la biodiversità. L'andamento spesso simile tra le qualità del WSI edel BSI evidenzia come la riduzione/banalizzazionedella vegetazione - Habitat (per l'eccessiva antropiz-zazione/artificializzazione) causa l'eliminazione dellestrutture morfo-idrologiche - vegetazionale adibitealla funzione autodepurativa (Braioni et al., 2005,2006, 2008).

Il modello di valutazione integrata è stato applicato, come richie-sto dall'incarico, su due aree del Sistema T. Solofrana - corridoiofluviale in funzione della formulazione di azioni-soluzioni-progetti-interventi che coniunghino tutti gli aspetti (antropici, naturalistici,ecosistemici-ambientali strutturali e funzionali, morfo-idrologici,idrogeologici ed idraulici) della sostenibilità e inneschino un pro-cesso virtuoso che evidenzi in modo generalizzato, anche ai por-tatori di interesse, i vantaggi della sostenibilità e dell'essere partedella Rete naturalistica-ambientale-paesaggistica, storico-monu-mentale della Regione Campana. Quest'ultimo aspetto risulta par-ticolarmente importante in quanto le aree demaniali sono assenti. Il modello proposto è stato ulteriormente validato su altri tratti delsistema F. Alto Sarno - Solofrana - corridoio fluviale, applicandoloai risultati acquisiti su altri tre tratti rientranti nella proposta diriperimetrazione del Parco del Bacino idrografico del Fiume Sarno.(All. 1 - Cd-rom allegato - La qualità paesaggistico - ambientale,ecologico - naturalistica e vegetazionale di tre tratti del SistemaF.Alto Sarno - Solofrana - corridoio fluviale).

Qui di seguito si riportano, per ognuno dei cinque tratti:

• nelle figure, le aree rilevate dal E.L.I., W.S.I., B.S.I., le qualitàaggregate dei tre Indici e disaggregate dei 6 Gruppi diElementi del E.L.I. (come indicati in Tab. 1a - Cd-rom allegato)e dei Sub_Indici del W.S.I. e del B.S.I. (come riportati in Tab. 1b- Cd-rom allegato), gli Habitat comunitari individuatidall'Analisi fitosociologica, alcune foto dei repertori fotograficidel E.L.I., W.S.I., B.S.I.,

• nel testo, le caratteristiche e le indicazioni più significativeemerse dal processo di valutazione integrata, rimandando lalettura integrale dei risultati alla relazione consegnataall'Autorità di Bacino del Sarno.

67P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

3. Localizzazione dei tratti esaminati

ecologia degli ambienti fluviali

68P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Sottobacino sottesoSuperficie pari a 39 km2; prevalenza di Boschi di latifoglie, più ridotte leAree urbanizzate, i Sistemi colturali, i Frutteti, i Castagneti da frutto, iCespuglieti e arbusteti e le colture Ortive (Locascio, Salmoiraghi, All.1.1). A quote superiori ai 500 m, in ambiente di pendio sono presenti forma-zioni arboree riconducibili al aggruppamento a Ostrya carpinifolia, impor-tantissimo per il consolidamento dei versanti, formazioni seminaturali (inquanto un tempo ceduate), di un certo pregio caratterizzate da: 1) unostrato arboreo dominato da Ostrya carpinifolia, con Acer pseudoplatanuse Tilia cordata, 2) uno strato arbustivo in cui compaiono Cornus mas eCorylus avellana, 3) uno strato erbaceo con Festuca altissima, Luzula for-steri, Brachypodium sylvaticum (Villani, 2008). L'Indice di Naturalità della Vegetazione (IVN di Pizzolotto e Brandmayr,1996) evidenzia una buona valenza naturalistica (Locascio, Salmoiraghi,2008 All.1.1). Le specie di pregio (Eurimediterranee e Stenomediterranee)a) legate ai boschi termofili (Quercus ilex, Quercus cerris, Fraxinus ornus,Daphne laureola, Ruscus aculeatus), b) censite sui muretti a secco dellerive del T. Solofrana (fra cui Umbilicus rupestris, Centranthus ruber,Minuartia mediterranea, Saxifraga tridactylites, Sedum dasyphyllum), c) ilrinvenimento di Centaurea deusta, endemica della penisola italiana fuoridal tratto e di Linaria purpurea (ad areale limitato all'Italia centro-meri-dionale) su un'affluente del T. Solofrana, testimoniano l'importanza diconservare a) nelle aree montane, i versanti boscati fino ai corsi d'acquab) nel fondovalle, le strutture idrauliche "storiche", c) la necessità di rile-vare la rete idrica per l'intero periodo vegetativo (Villani, 2008). Le sorgenti con portata variabile da 0,l/s a 40 l/s, nei periodi di magrasono asciutte o quasi (0,1 l/s). I tratti torrentizi perenni, rari, sono limitatia poche centinaia di metri e con portate di pochi l/s. Le portate, nel trat-to a valle di Solofra fino a S. Pietro, sono mediamente più alte a causadegli scarichi di alcune concerie. (Celico e Habetswallner, 2008). A con-ferma, durante il monitoraggio idro-pluviometrico a S. Pietro nel bime-stre giugno-luglio, caratterizzato da assenza di precipitazioni, il deflussoidrico è garantito solo dagli scarichi: la portata istantanea varia da alcunedecine di l/s a migliaia e il valore medio mensile (131,9 l/s) con oscillazio-ni da 59 a 1893 l/s è inattendibile e spiegabile solo da questi scarichi. Neconsegue che la conoscenza delle concessioni delle captazioni da sorgen-ti e da pozzi (sottrazione della risorsa "pulita" al reticolo superficiale) edegli scarichi che la rilasciano "non autodepurata", rappresenta un'azio-ne prioritaria 1) per evidenziare i fattori antropici e le fruizioni che condi-

zionano il bilancio idrico, 2) per avvalersi degli scarichi (intermini di volume) mediante l'incentivazione della lorodepurazione e dell'autodepurazione (in termini di qualità),così da riportare il deflusso in alveo al suo naturale anda-mento intermittente. Gli scarichi civili e industriali, nel rap-porto 70% e 30% secondo il censimento ARPAC antece-dente al piano di allacciamento al depuratore Alto Sarno,peggiorano la qualità delle acque. Tra Solofra e NoceraInferiore, IBE e LIM (Giugni et al., 2008) hanno evidenziato1) apporti di acque reflue, non depurate, provenienti dacivili abitazioni, 2) come lo Stato Ecologico buono possaessere raggiunto solo da azioni che incrementino la depu-razione all'origine e/o incentivino i processi autodepuratividel torrente, i cui sedimenti risultavano contaminati daCromo e Cadmio (AdB Sarno, 2004). La contaminazioneda nitrati delle falde superficiali (AdB Sarno, 2004) è con-fermata dalla presenza di formazioni erbacee nitrofile e dipraterie nitrofile con infiltrazioni di flora alloctona.

Nonostante questi fattori di degrado, di disturbo e dirischio, nei 2 km posti a monte di S. Pietro l'analisi fitoso-ciologica della vegetazione ha evidenziano, in alveo, vege-tazioni da tutelare in base alla Direttiva 42/93, la qualitànaturalistico - ecologica delle rive e delle aree riparie carat-teristiche morfo-idrologiche e vegetazionali idonee asostenere un'elevata biodiversità e a riavviare i processiautodepurativi, la qualità paesaggistico - ambientale delcorridoio fluviale caratteristiche paesaggistico - storico -ambientali da tutelare e valorizzare. La co-presenza deifattori di degrado, di pericolo, di tutela rendono, pertanto,i due tratti idonei all'applicazione del modello sopradescritto.

I due trattiSi estendono tra il raccordo autostradale di Montoro S.fino all'ampia area agricola posta ad ovest di S. Pietro(Montoro I.) Il T. Solofrana scorre tra versanti relativamentealti e ripidi, con un percorso meandriforme, scendendo daquota 223 m a 200 m s.l.m.. Riceve le acque convogliatedai Monti Picentini nei Valloni Incoronata, Stra e CasePepe. La fascia valliva C, corrispondente all'esondabilitàpiù estesa e meno ricorrente, segue la conformazionedella valle e i salti di quota dei versanti. L'area montana a

4. Valutazione integrata dei due tratti del SistemaTorrente Solofrana - corridoio fluvialenel Parco Regionale dei Monti Picentini

ecologia degli ambienti fluviali

rischio esondazione si estende alla confluenza dei valloniIncoronata e a monte di S. Pietro. Uso del suolo: a) colture permanenti, frutteti e frutti minori e boschi a latifoglie neiterrazzi più elevati, b) area urbanizzata (S. Pietro e areasubito a monte). La qualità paesaggistico - ambientale del corridoio fluvialeè stata rilevata in 5 Aree omogenee: 2 nel I tratto, 3 nelII. La qualità naturalistica e filtro tampone delle rive e dellearee riparie in 11 aree: 7 nel I tratto, 4 nel II. La vegetazio-ne e i sedimenti in due punti: 1 nel primo tratto e 1 nelsecondo; il biota, la qualità delle acque e la portata a S.Pietro.

Tratto 1Rappresentativo del corridoio fluviale "montano", conser-va ancora condizioni di naturalità. Si estende dalla curva agomito nel comune di Montoro S. alla periferia (non inclu-sa) di S. Pietro (Monitoro I.); il corridoio fluviale è delimita-to a nord dai salti di quota, resi ancor più visibili dai ter-razzi coltivati, a sud dall'Autostrada Salerno - Avellino.

Area omogenea SOLAV000.01 Montoro Superiore - Ponte S. PietroDall'ansa a gomito, 2,3 km a valle del depuratore di Solofra, fino alponte che collega le masserie, poste sui terrazzi fluviali in destraSolofrana, al centro abitato di Montoro S.. Si estende, in destra orografi-ca, da quota 240 a 223,5 m s.l.m., in sinistra segue il livello di quota dei235 s.l.m.; corridoio fluviale a prato con boschi di castagno e farnia-rove-rella. Lungo il tratto naturale vi confluiscono le acque incanalate neiValloni Incoronata e Stra. Rientra nella fascia valliva C e nelle area diriserva integrale e controllata secondo la riperimetrazione del Parco del F.Sarno; il versante nella stretta curva a gomito in dx è franato. La regima-zione delle acque, di epoca borbonica, è ancora osservabile: muri di con-tenimento e briglie in sasso, talvolta sostituito con il cemento nei trattiammalorati. Il percorso principale è la strada di collegamento delle mas-serie al centro abitato di Montoro S. mediante un sottopasso del raccor-do autostradale.

69P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Rappresentazione sche-matica su ortofoto (VoloAuselda, fornito dall'AdBdel Sarno) delle Aree edelle qualità rilevate daELI nelle Aree omogeneeSOLAV000.01 eSOLAV000.02, da WSI,BSI nelle aree riparie 1-4, 5-7 e dell'Habitatcomunitario (Braioni etal., 2008)

ecologia degli ambienti fluviali

70P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

La qualità paesaggistico - ambientale è buona. Le presenze insediativerappresentate solo da corti rurali non incidono negativamente sulla quali-tà complessiva così come la Viabilità ed Infrastrutture che mostra, tra l'al-tro, manufatti idraulici di valore storico. La qualità degli Elementi vegeta-zionali è sempre ottima per la presenza - leggibilità del bosco, di massearboree e di alberi isolati notevoli. Modesta è la presenza delle coltureortensi e dell'incolto, mentre più rilevante è il frutteto. Le strutture fati-scenti a servizio delle attività agricole rilevate solo in ADR2 abbassano laqualità che rimane ottima in ADR e ADR1. La scena visiva è buona dovela visibilità è diretta; il paesaggio circostante verso il fiume e verso l'inter-no è in prevalenza coltivato e vegetazionale; la morfologia del terrenopresenta notevoli dislivelli. La scena visiva migliora in ADR2 per un lan-dmark (il santuario immerso nel versante boscato) visibile dal punto sta-zione verso l'interno

La buona qualità paesaggistico - ambientale è confermatadalla presenza dell'Habitat comunitario 3270 "Rivers withmuddy banks with Chenopodion rubri p.p. and Bidentionp.p. vegetation", inserito nell'elenco dell'Allegato I dellaDirettiva 92/43. Tipicamente si presenta, in primavera eall'inizio dell'estate, sotto forma di banchi argillosi ancoraprivi di vegetazione (sviluppo tardivo nel corso dell'anno).Negli anni sfavorevoli può essere debolmente sviluppata ocompletamente assente. Le specie indicatrici dell'Habitatsecondo il "Manuale di interpretazione degli habitat"(E.C.DG.E., 2007) sono: Chenopodium album, Bidens tri-partita, Xanthium spp., Polygonum lapathifolium. Le ope-razioni gestionali, pertanto non devono interferire con laconservazione di queste cenosi o ridurne l'espressione. Essa è ulteriormente confermata dalla qualità naturalistica.La potenzialità delle rive e delle aree riparie a sostenereun'elevata biodiversità nelle Aree 1-4 è sempre buona: learee sono inserite in un paesaggio forestale-coltivato; lecoltivazioni, se presenti lungo le aree riparie terrazzate,così come la viabilità allo stato attuale sono sostenibili conla qualità naturalistica. Le opere di sistemazione dell'alveo,di epoca borbonica (le briglie), favoriscono la stabilità del-l'alveo e i movimenti a monte della "potenziale" faunaacquatica nonché il formarsi di piccoli greti e la colonizza-zione dell'alveo da parte della vegetazione; parimenti lerive artificializzate con scogliere non cementificate a gran-di e profondi gradoni permettono il naturale sviluppo dellavegetazione erbacea. Nelle aree riparie la vegetazionearborea autoctona talvolta si estende senza soluzione dicontinuità. Di contro la qualità disaggregata di alcuniSub_Indici segnala che un aumento ulteriore dell'antropiz-zazione delle aree riparie e la cementificazione delle rive edell'alveo ridurrebbe drasticamente gli habitat idonei asostenere un'elevata biodiversità. A conferma, la presenzadi Cromo e Cadmio oltre i limiti di legge nei sedimenti rin-venuta nel 2004 e la inifluente - scarsa potenzialità filtro -tampone, ad eccezione di un'area coincidente con il ver-sante boscato, evidenzia la vulnerabilità del tratto già allostato attuale.

Alcune immagini del repertorio fotografico dell'E.L.I., del BSI, del WSI e dell'analisi fitosociologi-ca dell'Area omogenea SOLAV000.01 Montoro superiore - Ponte S. Pietro (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007)

ecologia degli ambienti fluviali

Area omogenea SOLAV000.02 Montoro Superiore - Ponte S. Pietro - discaricaSi estende in continuazione alla precedente fino al limitedella periferia di S. Pietro da quota 240 in destra e da 225m in sinistra orografica alla quota di 216 m s.l.m. dell'al-veo. Rientra nella fascia valliva C e nelle aree di riservaintegrale e controllata della riperimetrazione del ParcoSarno. Vi confluiscono le acque dei Valloni Incoronata eStra. Percorso principale: un sentiero parallelo al corso deltorrente, alla base di un terrazzo fluviale. Visibili le operedi regimazione idrauliche di epoca borbonica.

La qualità paesaggistico - ambientale rimane buona e levalutazioni disaggregate dei singoli Gruppi di Elementi evi-denziano similarità con l'area contigua a monte. Tra que-ste vanno ancora segnalati i terrazzamenti, i manufatti divalore storico lungo le rive e in alveo (parimenti non leggi-bili verso l'interno in ADR2), così come la qualità degliElementi vegetazionali, sempre ottima, con rilevante pre-senza del frutteto. La visibilità di una discarica verso il fiume rende pessima laqualità del Gruppo Altri Elementi in ADR e in ADR1, purperdurando la presenza di attrattori; la qualità della scenavisiva da ottima si abbassa a buona anche in ADR2, inquanto non sono più visibili gli elementi di qualità.

La qualità naturalistica delle rive e delle aree riparie è buona come neltratto a monte ad eccezione dell'area in cui è presente la discarica, unoscarico e alcune costruzioni seppur precarie. Le strutture morfo-idrologiche e vegetazionali sono ininfluenti nel filtraree bioaccumulare i nutrienti e gli inquinanti. La vulnerabilità dell'area èulteriormente confermata dal peggioramento della qualità in presenzadella discarica, localizzata in un'area a frequente esondabilità.

Tratto IIE' rappresentativo del sistema Solofrana - corridoio fluviale nella pianaantropizzata: include le periferia di S. Pietro (Montoro I.) e parte del cen-tro abitato. Le tre aree omogenee analizzate rientrano nella Fascia eson-dabile valliva C e montana e nelle tre aree a diversa tutela della riperi-mentrazione del Parco del F. Sarno; l'uso del suolo è a colture permanen-ti, frutteti e frutti minori, superfici urbanizzate e impermeabili. A PonteS.Pietro confluiscono intubate le acque percolanti dall'area montuosa.

Area omogenea SOLAV000.03 S. Pietro - periferia di centro abitato.Dove la valle si amplia verso la piana di S. Pietro fino alla grande fabbricainclusa. Alveo con numerose briglie e rive regimate già in epoca borboni-ca con conci di pietra locale e sassi di fiume (le parti ammalorate ripristi-nate con c.a.).

Area omogenea SOLAV000.04 S. Pietro - centro abitato e campagnaIl corridoio fluviale è delimitato dalle strade di collegamento tra centri.L'Autostrada, non compresa, scorre sopraelevata al piano di campagna(223 m s.l.m.). Il centro abitato è posto su un insediamento storico, lachiesa parrocchiale lungo la via principale. La campagna è coltivata inprevalenza a noccioleto.

Area omogenea SOLAV000.05 Valle S. PietroIl corridoio fluviale in sinistra orografica corrispondente al terrazzo delimi-tato dall'autostrada a quota 212 m s.l.m. e discende con balze successivefino ai 200 m dell'alveo; in destra è a quota più bassa (203-205 m s.l.m.)con edifici sparsi nell'entroterra, tipico della campagna urbanizzata. Nei700 m di percorso l'alveo supera gli 8 m di dislivello con briglie in partedi epoca borbonica, in parte rifatte in c.a.

71P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Alcune immagini del repertorio fotografico dell'E.L.I., del BSI, del WSIdell'Area omogenea SOLAV000.02 Montoro S. - Ponte S. Pietro - discarica (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007)

ecologia degli ambienti fluviali

72P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

In SOLAV000.03 la qualità paesaggistico - ambientale è complessivamentemedia in ADR, ADR1 e buona in ADR2. La qualità disaggregata del primosubindice, media in ADR, si eleva a ottima in ADR1 e ADR2 per la presenzadel centro storico e la scarsa leggibilità verso il fiume degli Edifici industriali,benché la presenza sia notevole. La viabilità è rappresentata da una stradadi collegamento tra centri; modesta è la presenza delle strade arginali inADR e ADR1, non leggibili in ADR2; modesta la presenza dei parcheggi inADR e ADR2, così come la loro visibilità; la notevole presenza di manufattiidraulici di valore storico (le briglie e i muretti di sostegno delle rive, ilponte) contribuisce ad elevarne il valore. Gli Elementi vegetazionali sonopresenti in ADR e in ADR2 con alberi isolati notevoli e filari, oltre a modestearee coltivate e incolti. La qualità della scena visiva è media: in entrambe leADR il paesaggio circostante non sempre è visibile per la presenza di edifici.Nella seconda Area omogenea la qualità paesaggistico - ambientale èbuona in ADR, media in ADR1 e ADR2. Le presenze insediative (inifluen-ti) in ADR e ADR1 sono caratterizzate dal centro urbano, di mediadimensione. Come per la precedente area omogenea la visibilità (o non)dei manufatti idraulici di valore storico fa variare l'indice disaggregato.Gli elementi vegetazionali di buona qualità in ADR sono caratterizzati,diversamente dalle precedenti aree omogenee, dalla presenza anche delcanneto, non leggibile in ADR1 e ADR2. La scena visiva è buona in ADR1

grazie all'aumento di naturalità del paesaggio circostante.In SOLAV000.05, a valle del centro cittadino di S.Pietro, laqualità paesaggistico ambientale migliora in ADR e ADR1,rimane media in ADR2. Gli insediamenti antropici nondefiniscono elementi di qualità. La presenzadell'Autostrada diversifica la qualità del sub-indice aseconda della sua visibilità. Ritornano ad essere presentigrandi masse arboree lungo il torrente. I detrattori, gliodori sgradevoli provenienti da attività, abbassano la qua-lità in ADR1; quest'ultimi associati ai rumori del trafficoautostradale deprimono ulteriormente la qualità dell'ADRe ADR2. La scena visiva dal punto stazione è buona: lavisibilità è filtrata, il paesaggio circostante non è semprevisibile per la barriera naturale delle masse arboree, il paesaggio visibile è prevalentemente coltivato evegetazionale, il terreno presenta in ADR1 modesti dislivel-li, in ADR2 notevoli dislivelli.

A valle del ponte di S. Pietro, in alveo è stato rilevatol'Habitat comunitario 3270 "Rivers with muddy banks withChenopodion rubri p.p. and Bidention p.p. vegetation",inserito nell'elenco dell'Allegato I della Direttiva 92/43, da

Rappresentazione sche-matica su ortofoto (VoloAuselda, fornito dall'AdBdel Sarno) delle Aree edelle qualità rilevate daELI nelle Aree omogeneeSOLAV000.03,SOLAV000.04,SOLAV000.05, da WSI,BSI nelle aree riparie 8,9, 10-11 e dell'Habitatcomunitario (Braioni etal., 2008)

ecologia degli ambienti fluviali

sottoporre a tutela, già rinvenuto nel primo tratto nellaprima Area omogenea.La qualità naturalistica delle rive e delle aree riparie è mediaa monte e a valle del Ponte di S. Petro a causa dell'urbaniz-zazione che lascia poco spazio allo sviluppo della vegeta-zione sulle rive e sulle aree riparie. Più a valle migliora sololungo il ripido versante vegetato. Le qualità disaggregatedei sub_Indici evidenziano il diverso peso derivato dallapresenza/assenza del terrazzo fluviale alto, ripido e vegeta-to, anche se di terreno disciolto facilmente erodibile, dellavegetazione arborea, arbustiva ed erbacea e delle coltiva-zioni solo in destra estese fino al fiume. Solo in corrispon-denza di quest'ultima la potenzialità delle aree riparie a fil-trare e bioaccumulare i nutrienti e gli inquinanti è buona.

La inidonea potenzialità delle rive e delle aree riparie a filtrare - tampona-re gli inquinanti e i nutrienti lungo i 2 km del sistema Solofrana - corrido-io fluviale esaminati viene confermata dai dati di Giugni e Guida (2008) aPonte S. Pietro: nel periodo 2001÷2002 lo Stato Ambientale del Corsod'Acqua (SACA) è pessimo; i dati ARPAC del 2004÷2007 evidenziano unlieve miglioramento dello Stato Ambientale nel 2005: il Livello diInquinamento da Macrodescrittori passa dalla classe 4 alla 3, l'IndiceBiotico Esteso dalla classe 5 alla 4, ma con un'invariata situazione deiparametri chimici integrativi relativi ai microinquinanti organici ed inorga-nici, ancora superiori ai valori di soglia (Cr totale). Nel 2006-2007 il LIMmostra un chiaro peggioramento dello stato chimico-fisico delle acque.

5.1. Il Sistema Ramo sorgentizio Acqua di S. Marino - corridoio fluviale

Sottobacino:Superficie 9 km2, 80% antropizzata; l'INV evidenzia un ambiente preva-lentemente antropizzato, a frutteti e colture ortive, temporanee associatea colture permanenti. Le due sorgenti presenti sono captate. N. addettidell'industria da 1 a 100. 18 scarichi rilevati dal censimento ARPAC. Il trattoIl corridoio fluviale dei primi 3 km dei 7 dell'intero ramo sorgentizio èracchiuso in un'ampia ansa ad U a) con il centro di Lavorate al suo inter-no che si sviluppa lungo le direttrici di collegamento con i centri urbani diSarno, San Valentino T. e Nocera I, di cui il ramo sorgentizio segna i con-fini, b) delimitato dai versanti montuosi, dalle infrastrutture viarie e ferro-viarie e dal Fosso Imperatore e dal C. Casatori. Il vincolo idrogeologico siestende fino alla sorgente; le aree demaniali sono pressochè assenti.Presente lo Spartitore Acquedotto Campano. La Fascia valliva C estesa 20m in sinistra e 70 m in destra orografica alla base dell'ansa si amplialungo il corso più a valle. Prevalenza di colture ortensi disposte secondoun impianto che conserva ancora la memoria dei segni caratteristici delperiodo preromano (sannita) come testimoniato dai documenti storici(vedi Museo archeologico di Paestum): appezzamenti stretti (spesso

73P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Alcune immagini del repertorio fotografico del E.L.I., BSI, WSI delle Areaomogenea SOLAV000.03, SOLAV000.04, a S. Pietro (Monitoro Inferiore) (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007)

Alcune immagini del repertorio fotografico del E.L.I., BSI, WSI delle Areaomogenea SOLAV000.05 a valle di S. Pietro - (f. Braioni A., Locascio,Salmoiraghi, 2007)

ecologia degli ambienti fluviali

5 Valutazione integrata delle qualità naturalistica, ecolo-gica, vegetazionale e paesaggistico - ambientale inaltri tre tratti del Sistema F. Alto Sarno -Solofrana -corridoio fluviale

74P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

segnati da piccoli ceppi in pietra) che si estendono longitudinalmentecon andamento obliquo o perpendicolare al corso d'acqua, intervallati dapiccoli scoli vegetati ogni due o tre lotti, che favoriscono il drenaggiodelle acque dalle coltivazioni irrigate al fiume e l'avvio dei processi auto-depurativi. L'alveo scende da quota 28 m a 17 m s.l.m . Alveo e rive,cementificati nei primi 300 m, ritornano naturali con vegetazione spon-dale e acquatiche anche di pregio; nel 2004 idrocarburi pesanti eCarbonio organico totale oltre i limiti di legge sono stati rinvenuti neisedimenti (AdB Sarno, 2004). La qualità paesaggistico - ambientale è stata monitorata in 3 Aree omo-genee, la qualità naturalistica e filtro tampone in 5 aree all'interno dellearee omogenee dell'ELI, la vegetazione su ognuno dei tre rami sorgentizie a valle della loro confluenza sul F. Sarno.

Area omogenea ASMSA000.01Si estende per circa 1 km, comprende la sorgente captata, il centropaese e la campagna circostante. Il punto stazione è nei pressi della sor-gente. L'alveo, ritornato naturale, scende da quota 28 m a 19 m s.l.m. Ilpercorso principale separa l'ADR2 (la maggior parte dell'abitato),dall'ADR1, urbanizzata - coltivata posta a ridosso della strada intercomu-nale e della ferrovia che corrono alla base del versante montuoso.

Area omogenea ASMSA000.02L'area si estende in continuazione della precedente, per circa 600 m finoallo scolo interrato e scoperto (non compreso che convoglia i reflui di

Lavorate, da dichiarazione del proprietario della Masseria),delimitata da strade di collegamento tra centri e poderali.Prevalentemente agricola, conserva ancora tutti i caratteridel paesaggio storico in un ambiente rurale come sopra-descritto; l'alveo meandriforme, con vegetazione sulle rivee acquatica anche di pregio è ricco d'acqua di risorgiva eper la perdita dell'acquedotto campano. Elementi didegrado sono il retro del fronte edificato verso strada e ungenerico disordine di manufatti di scarsa consistenza.Pericolo di esondabilità maggiore in destra. Il percorsoprincipale (un sentiero lungo la riva) divide l'ADR in ADR 1e ADR2; punto stazione all'incontro tra il sentiero e la stra-da poderale della Masseria. Presenti strutture ricreative:canoe e attrezzature per il pic nic.

Area omogenea ASMSA000.03Si estende per circa 1 km dallo scolo interrato scopertofino all'incrocio della isoipsa 20 con il sottopasso ferrovia-rio. Si amplia in destra orografica fino alla strada che colle-ga Lavorate a Sarno; in sinistra orografica è delimitata dastrade interpoderali, dal C. Casatori e dal sottopasso ferro-viario. Aree demaniali limitate ai muri di sostegno. Moltoesteso è il pericolo di esondazione. Permane la strutturadelle coltivazioni a mosaico e del paesaggio storico sopra-descritto.

Rappresentazione sche-matica su ortofoto (VoloAuselda, fornito dall'AdBdel Sarno) delle Aree edelle qualità rilevate dall' ELI nelle Aree omo-genee ASMSA000.01,ASMSA000.02,ASMSA000.03, da WSI,BSI nelle aree riparie 1,2-4, 5 e dell'Habitatcomunitario (Braioni etal., 2008)

ecologia degli ambienti fluviali

La qualità paesaggistico ambientale migliora in quasi tuttele componenti monitorate a valle del centro urbano diLavorate (ASMSA000.01). Infatti in ASMSA000.02 la quali-tà paesaggistico - ambientale è buona in ADR, ottima inADR1, media in ADR2. Gli edifici isolati in sinistra orografi-ca sono di valore storico, seppur in stato di abbandono. Ilcentro urbano è di piccole dimensioni. L'unica presenzache abbassa il rispettivo subindice sono i manufatti di colle-gamento tra le rive di scarsa qualità. La viabilità non è inva-siva ed è caratterizzata da strade poderali e interpoderali eparcheggi sterrati. La presenza notevole di vegetazionenaturale (arborea, erbacea, arbustiva e canneto) assieme aifrutteti e vigneti eleva il valore del subindice in ADR1.Piccoli rii di risorgiva ricchi di vegetazione sulle rive, unarete di piccoli canali interrati e scoperti con vegetazionelungo le rive frapposti tra le coltivazioni, suoni melodici,variazioni cromatiche lievi e coltivazioni a mosaico rafforza-no la gradevolezza dell'area. La scena visiva è caratterizzatada dislivelli del terreno notevoli, prevalentemente coltivatoe vegetazionale con elementi di qualità (i versanti boscati);l'elemento di degrado è dato solamente dalla vista di unacava in destra.La qualità paesaggistico - ambientale in ASMSA000.03migliora ulteriormente. Notevole è la presenza di vegeta-zione erbacea ed arbustiva, del canneto e di colture prati-

ve alternate alle colture ortensi, all'incolto e al frutteto. Gli elementi d'ac-qua, assieme alle aree umide conferiscono suggestività all'area. La qualitàdella scena visiva è sempre ottima, varia la morfologia del terreno chetalvolta si presenta piatta.

75P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

ecologia degli ambienti fluviali

Alcune immagini del repertorio fotografico del E.L.I., del BSI, del WSI delle Area omogeneaASMSA000.02, ASMSA000.03 (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007)

76P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

A conferma della buona qualità paesaggistico - ambientale, in quest'ulti-ma Area omogenea, è stata evidenziata, unitamente alla vegetazionepalustre, igrofila perenne e di saliceti a sviluppo lineare, Callitriche sta-gnalis, una delle specie guida dell'Habitat di importanza comunitariadella Direttiva 92/43 col codice 3260 "Water courses of plain to monta-ne levels with the Ranunculion fluitantis and Callitricho-Batrachion vege-tation" rinvenuto anche più a valle lungo questo tratto sorgentizio e sulF. Sarno. La qualità naturalistica delle rive e delle aree riparie conferma la correla-zione con i risultati dell'ELI: scarsa alla sorgente (alveo e rive cementifica-te e urbanizzate) ritorna buona lungo tutto il restante tratto sorgentizioanalizzato: le rive limose e argillose con humus, la vegetazione erbacea,arbustiva ed arborea, seppur modeste, talvolta il canneto e la vegetazio-ne acquatica, anche di pregio, l'apporto di acqua dalla perdita dell'ac-quedotto e dai rii, l'intera rete idrica minore vegetata frapposta alle colti-vazioni rendono le rive e le aree riparie del tratto sorgentizio a valle delcentro di Lavorate idonee a sostenere in modo consistente una elevatabiodiversità. La viabilità e le coltivazioni ortensi disposte a mosaico, infat-ti, non influiscono negativamente sulla qualità naturalistica. Solamente lestrutture di supporto per l'attraversamento dell'acquedotto campano,una frequentazione turistica non controllata e la confluenza di un rioinquinato sono segnali dell'inidoneità del tratto a sopportare un'ulterioreantropizzazione. Ulteriore conferma è data dalla qualità filtro - tampone: pessima nel trat-to sorgentizio e inifluente nel tratto naturale, mostra a priori lo scenariosull'intero ramo sorgentizio qualora quest'ultimo fosse artificializzato. Laqualità media riscontrata anche alla confluenza del rio inquinato, eviden-zia come la naturale wetland formata dalla vegetazione riparia, acquaticae palustre sia idonea ad autodepurare lo scarico dato che la portata diquest'ultimo è inferiore a quella del corso d'acqua.

5.2. Sistema Solofrana - corridoio fluviale : Tratto S. Bortolomeo - Mercato S. Severino

SottobacinoSuperficie pari a 50 km2 , prevalentemente a boschi di latifoglie (56%circa), urbanizzato e artificializzato (13%) frutteti e colture ortive (11%).L'I.N.V. evidenzia un ambiente subnaturale e seminaturale. Nella sua por-zione montana sono presenti pozzi e sorgenti (Locascio, Salmoiraghi,2008 All.1.1) Gli scarichi individuati da ARPAC dovrebbero essere giàallacciati al depuratore Sub4.

Il trattoIl T. Solofrana a valle di S. Pietro (Montoro I.), curva a sudin loc. S. Bortolomeo divagando nella piana formata daltorrente stesso e dal suo affluente T. Laura prima di inca-nalarsi nuovamente tra i versanti montuosi in localitàPandola a monte del centro cittadino di Mercato S.Severino, dove è in corso di costruzione una vasca di lami-nazione. La qualità naturalistico-ecologica delle rive e delle areeriparie è stata monitorata in 3 aree rientranti nella piùampia Area omogenea dell'ELI; la flora e la vegetazione èstata rilevata a monte dell'area omogenea e lungo il T.Laura.

Area omogenea SOLSA000.01E' rappresentativa della vasta e pianeggiante area agricola(in cui sono ancora percepibili i caratteri del paesaggiostorico) tra S. Bartolomeo e il T. Laura. Si estende versosud, per circa 2 km, dal sovrappasso della ferrovia sul T.Laura alla confluenza di quest'ultimo nel T. Solofrana elungo la S.S 88 che corre per un tratto parallela al T. S.Rocco, fino al ponte di Via S. Rocco a Mercato S. S.. Lasua ampiezza è delimitata dalla ferrovia, dalla statale e dalcorso del T. Solofrana e si chiude a sud in corrispondenzadell'area industriale, quest'ultima rientrante solo in minimaparte. Il percorso principale lungo il T. San Rocco separal'ADR1, comprendente l'area agricola (posta a sud dellavasca Pandola non monitorata) caratterizzata dalla tipicapartizione degli appezzamenti lunghi, stretti, suddivisi dapiccoli canali interrati per l'irrigazione, dall'ADR2: quest'ul-tima comprende l'area agricola - urbana - industriale tra ilT. Laura, la ferrovia e la fascia di territorio urbanizzatofrapposta tra la SS 88 e il T. San Rocco. Il T. Laura scorread una quota più alta del T. Solofrana; quest'ultimo ècompletamente cementato con alveo ad U pensile. La qualità paesaggistico ambientale è media in ADR, buonain ADR1, scarsa in ADR2. Questa rilevante diversità nellavalutazione è sostanzialmente determinata dal differenteimpatto definito dalle limitate strade poderali/interpoderali,da qualche parcheggio e dai manufatti idraulici di valore sto-rico, dalla visibilità (o non) di corti rurali di valore storico, del-l'aggregato urbano e di alcuni edifici industriali. La scenavisiva è generalmente buona se non ottima in quanto il

ecologia degli ambienti fluviali

paesaggio circostante è prevalentemente coltivato/ vegeta-zionale con versanti boscati; la morfologia del terreno èvariabile: da terreno piatto a notevoli dislivelli di quota.Sull'affluente T. Laura sono stati rilevati due Habitat comu-nitario: a) codice 3270 "Rivers with muddy banks withChenopodion rubri p.p. and Bidention p.p. vegetation" b)cod. 3260 "Water courses of plain to montane levels withthe Ranunculion fluitantis and Callitricho-Batrachion vege-tation", il primo già rinvenuto nei due tratti analizzati sulT. Solofrana, il secondo nel ramo sorgentizio Acqua S. M.e sul Sarno.In concomitanza al peggioramento della qualità paesaggi-stico - ambientale, pur in presenza di elementi di pregio, laqualità naturalistica delle rive e delle aree riparie è unifor-memente media per l'antropizzazione e l'artificializzazionedell'alveo e/o delle aree riparie, fattori che limitano lo svi-luppo di habitat idonei a sostenere un'elevata biodiversità.Come nei tratti precedentemente analizzati, le tre areesono inserite prevalentemente in un paesaggio forestale,forestale - coltivato con rive alte in parte con scogliere noncementificate o solo in parte; ancora positiva è la presenzadelle briglie. Il mosaico colturale nell'area agricola, di pre-gio dal punto di paesaggistico ambientale, è influente sullaqualità naturalistica.La funzione filtro - tampone delle rive e delle aree riparie èpressoché assente come evidenziato dalla scarsa - pessimaqualità evidenziata dal BSI.

SottobacinoSuperficie 212 km2, prevalentemente a boschi di latifoglie e frutteti; IVNè medio: ambiente subnaturale e seminaturale; le sorgenti nell'area mon-tana sono captate; i numerosi scarichi rilevati dall'ARPAC dovrebberoessere allacciati al depuratore Sub 4. L'assenza di misure di portate, dicaptazioni e degli scarichi impedisce il calcolo del bilancio idrico.

TrattoComplesso nodo amministrativo (convergono i confini dei comuni diRocca P., Castel S.G., Nocera S. e Nocera I.) e idraulico (inloc.Addolorata, confluisce il C. dei Mulini, il T. Solofrana si divide in T.Casarsano e T. dei Corvi che a Nocera I. confluiscono tra loro). Nell'ampiaarea agricola tra i due torrenti, coltivata a frutteti, seminativi primaverilied estivi e colture ortensi, ad elevato pericolo di esondazione (si è propo-

77P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

ecologia degli ambienti fluviali

5.3. Sistema Solofrana - corridoio fluviale: Tratto Addolorata - Nocera inferiore

Alcune immagini del repertorio fotografico del E.L.I. dell'Area omogenea SOLSA000.01 (f.Braioni A. 2007)

Immagini del repertorio fotografico dell'E.L.I. (f. A.Braioni, 2007)

78P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

sto la trasformazione dell'area in vasca di laminazione) ed area di riservaintegrale secondo la riperimetrazione del P.R. Sarno, sono ancora visibili isegni caratteristici del paesaggio storico. Lungo il corridoio fluviale indestra al T. dei Corvi sono dislocate attività produttive, in sinistra al T.Casarsano il depuratore comprensortile Sub4. Quest'ultime aree sono statedefinite area di riserva generale e controllata nella riperimetrazione delParco del F. Sarno. Le aree demaniali, dove presenti, sono limitate ai murispondali. I sedimenti del T. Casarsano sono inquinati da Cadmio, Cromo ePiombo, quelli del T. dei Corvi da Cadmio e Cromo (AdB Sarno, 2004). La qualità paesaggistico - ambientale è stata monitorata in due areeomogenee, la qualità naturalistica e filtro tampone delle rive e delle areeriparie in 5 aree, la flora in due punti.

Area omogenea SOLSA000.02Si estende per circa 1300 m da loc. Addolorata a Nocera I. Il percorsoprincipale separa l'ADR1, poco urbanizzata, con presenze insediative divalore storico, dall'ADR2, prevalentemente urbanizzata. In ADR1 sonopresenti manufatti costruiti con materiali di risulta adibiti a ricoveroattrezzi o magazzini. Il convento dell'Addolorata necessita di interventimanutentivi. Presenti anche altri manufatti storici che manifestano situa-zioni di degrado.

Area omogenea SOLSA000.03Si estende a lato della precedente, longitudinalmente per circa 2 km. Ilpercorso principale separa l'ADR1 (l'area agricola tra i due torrenti el'area industriale sviluppatasi lungo la direttrice viaria che collegal'Addolorata a Nocera I.), dall'ADR2 (l'area in sx tra il T. Casarsano e ilversante montuoso). Nell'ADR1 sono ancora riconoscibili gli elementi sto-rici del paesaggio (le coltivazioni a mosaico). L'area urbanizzata in sx delT. dei Corvi è nel suo complesso destrutturato e di scarsa qualità urbani-stica e architettonica. In sx del T. Casarsano è presente il depuratore con-sortile. I due torrenti sono artificializzati e un muro di contenimento (dicirca 3 m) rende i T. dei Corvi inaccessibile alla vista.

Le due aree omogenee manifestano una diversa qualità paesaggistico -ambientale, sempre più elevata in ADR1 per la prevalente leggibilitàverso il torrente degli elementi di pregio. Sulla buona e ottima qualità dell'ADR e dell'ADR1 di SOLSA000.02 influi-scono positivamente: 1) edifici storici quali case isolate rurali e il comples-so della chiesa dell'Addolorata, 2) i manufatti di collegamento tra le rivedi valore storico e la limitata presenza delle infrastrutture viarie, 3) l'ab-bondanza di elementi d'acqua (la confluenza del C. dei Mulini nel T.Solofrana, la sua biforcazione nel T. Casarsano e nel T. dei Corvi) ricoperti

di vegetazione spondale, 4) la non percezione di detrattoriquali limitati depositi di rifiuti, cave attive e, invece la visi-bilità delle coltivazioni a mosaico. La Scena visiva è semprebuona: la visibilità è diretta; il paesaggio circostante è col-tivato-vegetazionale-edificato con versanti boscati. La qualità paesaggistico ambientale rilevata in ADR, ADR1e ADR2 nella stazione di SOLSA000.03 è determinata dainsediamenti antropici invasivi quali edifici industriali edepuratore e dalla notevole presenza della viabilità e diInfrastrutture di scarsa qualità architettonica. Di valore èinvece la presenza di elementi d'acqua (T. dei Corvi ecanalizzazioni minori interrate scoperte con vegetazionespondale) frammisti al mosaico colturale che ancora con-serva l'impianto storico. Ma il rumore del depuratore e gliodori sgradevoli provenienti dai depositi di rifiuti/discarichecontribuisce ad abbassare la qualità dell'ADR2. La Scenavisiva permane buona: la visibilità è diretta, il paesaggiocircostante è prevalentemente coltivato e ricco di vegeta-zione, con dislivelli che variano tra il livello medio e alto.

Alcune immagini del repertorio fotografico del E.L.I., BSI, WSI delle Area omo-genea SOLSA000.02, SOLSA000.03 (f. Braioni A., Locascio, Salmoiraghi, 2007)

ecologia degli ambienti fluviali

essere inseriti nel registro delle aree protette con l'obiettivo diraggiungere lo Stato Ecologico buono nel 2015 con due moti-vazioni nettamente contrastanti: la presenza di elevate concen-trazioni di nitrati in falda (AdB Sarno, 2000), la presenza delParco lungo il corso del Sarno e di Habitat comunitari anchelungo il T. Solofrana.

• La presenza di sedimenti ricchi di metalli pesanti è generalizza-ta.

• Il biota acquatico, naturalmente fragile come in tutti i corsid'acqua "intermittenti", non può strutturarsi (come quelli tipicidi questi ambienti) e svolgere funzione autodepurante lungo laSolofrana a seguito del fattore "quantità d'acqua": assente inalveo anche oltre i periodi siccitosi per eccessivo sfruttamentodelle falde, fatta defluire velocemente nei periodi di pioggeintense a seguito della regimazione idraulica sempre più gene-ralizzata per ridurre il rischio di esondazioni, con difese spondaliparticolarmente rigide e lineari.

• Le acque reflue dagli scarichi urbani, domestici diffusi, indu-striali, provenienti o meno da impianti di depurazione con dissi-mile funzionalità e le acque di prima pioggia rappresentano peril sistema Alto Sarno - Solofrana la matrice costante in cui ilbiota può svilupparsi, le sole quantità, seppur limitate, chepotrebbero garantire il DMV e la continuità longitudinale delsistema lotico.

E' perciò fondamentale porre attenzione alla localizzazione e allemodalità con cui, rivalutando il contesto paesaggistico specifico, 1. questi reflui sono trasformati in acqua qualitativamente accet-

tabile per gli obiettivi di qualità, 2. il fiume può completare la depurazione, 3. le casse di espansione/laminazione a salvaguardia dal rischio

idraulico sono realizzate.I tre punti sopra indicati sono aspetti essenziali nel processo ditutela-valorizzazione-ripristino non solo ecologico - paesaggistico- ambientale ma anche economico.

79P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

ecologia degli ambienti fluviali

La correlazione tra qualità paesaggistica - ambientale delcorridoio fluviale e qualità naturalistica rimane elevata.Infatti in questo tratto anche la qualità naturalistica peg-giora e l'analisi vegetazionale evidenzia un sostanzialedegrado. La scarsa potenzialità delle rive e delle aree ripariea sostenere un'elevata biodiversità, è determinata (rima-nendo ininfluenti le coltivazioni ortensi e il mosaico coltura-le) dalla cementificazione dell'alveo e delle rive dei due tor-renti e dall'antropizzazione delle aree riparie che risultanocosì private degli habitat idonei a sostenere un'elevata bio-diversità. Ciò è confermato dall'impossibilità di effettuarerilevamenti fitosociologici lungo questo tratto, anche sel'analisi floristica ha evidenziato la presenza di specie divegetazioni igrofile perenni e/o a formazioni erbacee nitro-fili di ripa e talvolta di Phragmites dove il torrente riesce aricostruirsi piccoli greti e porzioni naturali di riva.La mancanza di adeguate strutture morfo - idrologiche evegetazionali abbassa drasticamente anche la qualità filtro- tampone delle rive e delle aree riparie.

6. Considerazioni

• Il Sistema Alto Sarno - Solofrana è estremamenteimportante nell'ambito di Rete Natura 2000 inquanto è la struttura che può collegare, con unasua specifica diversità naturalistica e paesaggisti-ca, la complessa Rete archeologico, storico-monumentale, paesaggistico - ambientale campa-na e i SIC che attualmente si configurano construttura insulare.

• I rilevamenti della flora e della vegetazione, dellaqualità paesaggistico - ambientale del corridoiofluviale, della qualità naturalistica hanno eviden-ziato l'esistenza di tratti ad elevato valore paesag-gistico, naturalistico con presenza di Habitatcomunitari e di vegetazioni di pregio.

• L'intero sistema Sarno - Solofrana in base al D.L.152/2006 e alla Direttiva 60/2000 dovrebbero

80P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Obiettivi:1. elevare il grado di qualità dell'acqua proveniente dai diversi

scarichi compreso quello dei depuratori in modo da poterla uti-lizzare per le varie esigenze (irriguo, ecc.),

2. permettere un uso compatibile delle differenti qualità delleacque che dovrebbero rimanere separate fino a che non rag-giungono un livello ottimale;

3. valorizzare gli elementi del paesaggio così come storicamentesi sono evoluti nel territorio agricolo;

4. permettere una fruizione ricreativa diversificata e modellatasecondo le varie realtà economico-sociali presenti;

5. progettare casse di espansione che siano in linea con gli obiet-tivi precedenti.

Come: 1. interventi di rinaturalizzazione progettati tenendo presente sia i

temi ecologici, sia quelli naturalistico-ambientali, sia quelli pae-saggistici (a seguito alcune ipotesi);

2. utilizzare fondi pubblici e privati;3. organizzare la condivisione con i diversi portatori di interessi.

Quanto sopra esposto deriva a) da alcune riflessioni riguardo la "percezione" del territorio.

1. Si ha l'impressione che il territorio compreso nel corridoio flu-viale, seppur trasformato da utilizzi molto spesso impropri siaper funzionalità sostanza che per forma, riesca a manifestarenon tanto i caratteri originari, quanto la serie di trasformazioninel susseguirsi dei periodi storici, cioè i diversi livelli di stratifica-zioni. Quindi, pur nella sgradevolezza del degrado che si mani-festa quasi ovunque, non si ha mai il fastidio dei "non-luoghi",delle "atopie" o meglio di luoghi omologati e omologanti, lasensazione di spaesamento e di estraneità.

2. Questo argomento vale soprattutto se il paesaggio/ambienteviene osservato ad una scala territoriale media (cioè un trattodi corridoio fluviale, ad esempio a valle del centro urbano diLavorate fino all'autostrada, oppure al ponte della chiesadell'Addolorata). Se si affronta la piccola scala (cioè il singolopunto di vista) si hanno situazioni molto diversificate che vannoda realtà di pregio notevole a quelle di totale degrado. Così

pure se si esamina alla grande scala il territoriovasto (cioè una vista a largo raggio, come puòrisultare dall'esame di una ortofoto) si può osser-vare una diffusa presenza di elementi insediativiestranei e che hanno destrutturato i luoghi.

3. Ritornando alla scala media, cioè alle porzioni diterritorio prima indicate, il passato si è così bensedimentato in tutte le sue fasi che anche inter-venti antropici impropri non riescono a cancellar-lo; vedi ad esempio la trama del territorio coltiva-to impostato ancora dalle popolazioni sannite inepoca pre-dominazione romana (lotti lunghi estretti con moduli che si ripetono e che sono sot-tolineati da piccoli scoli irrigui interrati e vegetati);

4. La riflessione iniziale, evidentemente, non valenelle grandi aree industriali o nelle aree di escava-zione o nelle lottizzazioni periurbane, cioè negliinterventi omologanti, uguali ovunque per tipolo-gia e composizione.

b) da altre considerazioni generali riguardanti ilsistema fiume/territorio:

1. le acque reflue, di qualunque tipo (urbane e indu-striali) sono per il F. Sarno una risorsa irrinunciabi-le, le sole che potrebbero garantire il DMV e lacontinuità longitudinale del sistema lotico;

2. sarebbe auspicabile quindi il completo colletta-mento di tutte le acque domestiche e il loro otti-male trattamento depurativo;

3. qualora i trattamenti di depurazione urbani nonfossero ancora stati ottimizzati sino al III stadio,far defluire nel Fiume Sarno - Solofrana, anche leacque semi processate come male minore, ovvia-mente ciò vale per le acque di prima pioggia;

4. anche le case sparse e gli agglomerati urbani sinoa 2000 A.E. dovrebbero attrezzarsi con miniimpianti primari e successiva fitodepurazione perpoi contribuire anch'essi alla portata del FiumeSarno - Solofrana;

7. Un'ipotesi di linee guida

ecologia degli ambienti fluviali

5. non rinunciare neppure alle acque reflue dalleattività produttive, ma in questi casi è necessariopredisporre per le singole attività industriali, unaattenta verifica dei processi e del rischio di immis-sione di inquinanti tossici e, di conseguenza pre-disporre linee guida e norme più rigide;

6. a valle dei centri abitati o dove sono già previstevasche di laminazione e/o dove sono previsti inter-venti idraulici per il contenimento delle piene, pre-vedere interventi che tutelino/rinaturalizzino lecaratteristiche naturalistico-ecologico-paesaggisti-co del corso d'acqua in cui il deflusso, sempre pre-sente accrescerebbe gli attesi processi depurativi.

7. trattenere in idonee e plurime vasche di lamina-zione le acque degli eventi meteorici più consi-stenti, quelli che contengono anche i possibilivolontari rilasci da parte delle vasche dei sistemidepurativi di monte, far depositare i sedimentiche equivale a trattenere la maggior parte deicarichi inquinanti e fare in modo che in tempisuccessivi di magra questi ambienti di laminazionesiano anche di sostegno dei deflussi.

Da questo si può dedurre che:a. il paesaggio/ambiente può essere riqualificato,

lavorando sia sulla piccola che sulla media scala,controllando che la pianificazione a scala vastanon si contrapponga alle scelte di recupero; cioè,in altre parole, si può partire anche dalla scala delprogetto, cercando che le scelte urbanistiche epianificatorie più generali non siano in contrasto;

b. vale la pena operare con progetti-pilota che inne-schino processi virtuosi per contiguità e/o per imi-tazione, piuttosto che lasciare ai grandi piani scel-te che difficilmente gli operatori locali o meglio iportatori di interesse sono in grado di compren-dere e condividere soprattutto per la complessitàdel sistema che si va a proporre;

c. è necessario operare in questo territorio con le

modalità del "restauro propositivo", cioè recuperare i vari pas-saggi evolutivi del territorio ancora evidenti e raccordare a que-sti i futuri interventi di riqualificazione. In questo modo è possi-bile "imporre" la conoscenza della storia, naturale oltre cheantropica, evidenziando le stratificazioni. Nel contempo, si pos-sono contestualizzare forme e strutture per compatibilizzare inuovi utilizzi. Ad esempio i progetti delle casse di espansionesolitamente propongono massicci interventi di riforestazioneche, se corretti dal punto di vista naturalistico, lo sono menoper il recupero del paesaggio storico. Quindi, è necessariotenere in evidenza non solo i temi legati alla riqualificazionedella naturalità, ma anche quelli del territorio nel suo comples-so, compreso il paesaggio, ricordando che la ConvenzioneEuropea del Paesaggio integra i due termini paesaggio eambiente.

Ciò premesso, a titolo di esempio, si considera la parte di territo-rio dell' Area omogenea SOLSA000.02 - loc. chiesadell'Addolorata (comune di Nocera inferiore), a partire dal ponteverso la campagna fra torrente Casarano e T. dei Corvi (biforca-zione della Solofrana) fino all'altezza del depuratore consortile(sempre in comune di Nocera inferiore - SOLSA000.03), e quindifino al centro abitato.I segni caratteristici di questo porzione di territorio agricolo tra idue corsi d'acqua sono evidenziati dal reticolo di coltivazioni orti-cole e frutteto (lotti lunghi e stretti provenienti dalle popolazionisannite), dai piccoli scoli irrigui che li delimitano ogni due o tremoduli, dalle case rurali accompagnate da manufatti di scarsaconsistenza, dagli alvei completamente artificializzati, dall'areaindustriale a valle, prima del centro abitato.Elenchiamo ora alcuni temi (da verificare con le informazioni forni-te dagli esperti delle diverse discipline) su cui si potrebbe basare, senecessario, il progetto di una cassa di espansione in questo tratto:1. collettare tutte le acque comprese quelle reflue, nei due corsi

d'acqua, verificandone la diversa qualità;2. munire di impianti di depurazione(compreso quelli basati sulla

biofitodepurazione) le case sparse, tutte le attività industriali,ecc.;

81P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

ecologia degli ambienti fluviali

ecologia degli ambienti fluviali

82P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

3. mantenere tutto ciò che è ancora "naturale" (canneto);4. intervenire con reimpianti di vegetazione e di deartificializzazio-

ne almeno su una riva, allargando entrambi gli alvei, ove possi-bile, anche nelle aree urbanizzate;

5. realizzare una o più zone umide a lato dell'attuale alveo dopoil depuratore;

6. mantenere il reticolo rurale, aumentando il numero degli scoliirrigui con le rive vegetate da utilizzare come zona filtro insituazione normale e come piccole casse di espansione neimomenti di alta portata;

7. realizzare, a conclusione dell'area e a monte del centro abitato,una zona di rigenerazione (biolago) da utilizzare come luogo diricreazione e come ulteriore cassa di laminazione per gli eventidi grande piena.

L'Abaco procedurale relativo ad alcuni tipi di intervento del retico-lo idrografico principale e minore del sistema Alto Sarno-TorrenteSolofrana-corridoio fluviale è riportato nel Cd rom allegato al pre-sente Quaderno.

Per approfondimenti, si veda il Report Integrale Ambito "Ecologiadegli Ambienti Fluviali" nel Cd rom allegato al presente quaderno(contenente anche i riferimenti alle attribuzioni degli autori).

Braioni M.G., Braioni A., Salmoiraghi G., 2005. Valutazione integrata del sistema "Fiume - corrido-io fluviale" mediante Indici ambientali e paesaggistici: i casi studio del sistema Adige eCordevole. Associazione Analisti Ambientali VQA n.2 - Studi: 1-166

Braioni M.G., Braioni A., Salmoiraghi G., 2006a. A model for the integrated management of riverecosystems. Verh. Internat.Verein. Limnol., 29 (4): 2115-2123

Braioni M.G., Braioni A., Salmoiraghi G., 2008a. Gli Indici complessi WSI, BSI, ELI. Strumenti per ilmonitoraggio integrato e per il governo dei corridoi fluviali. Manuale di applicazione. QVA -Strumenti e applicativi n°6. Ed. Associazione Analisti Ambientali, Milano: 1-241 (su CD ROM)

Braioni M.G., Braioni A., Salmoiraghi G., 2008b. Integrating ecological and hydrological issues intourban planning in the Adige river fluvial corridor, Italy, chapter 9: 176-186. In A. Tezer:Integrated management of urban aquatic habitats to enhance quality of life and environment incities: Selected case studies. In I.Wagner, J. Marsalek and P. Breil (Eds.): Aquatic Habitats in

Sintesi bibliografica per l’Ambito "ECOLOGIA DEGLI AMBIENTI FLUVIALI"

Sustainable Urban Water Management. Science, Policy and Practice. UrbanWater Series - UNESCO - IHP, vol. 4. Tailor &Francis Group, London Ed.

Celico P.B., Habetswallner G., 2008. Monitoraggio qualitativo dei corpi idricisuperficiali e sotterranei compresi nell'area del Parco dei Monti Picentini ericadenti nel territorio di competenza dell'A.dB. Sarno. Relazione.

Day E., Braioni M.G., Tezer A., 2008. Integrating aquatic habitat managementinto urban planning, chapter 7: 107-129. In I.Wagner, J. Marsalek and P.Breil (Eds.): Aquatic Habitats in Sustainable Urban Water Management.Science, Policy and Practice. Urban Water Series - UNESCO - IHP, vol. 4.Tailor &Francis Group, London Ed.

Della Gatta M., D'Alterio D., 2008. Sintesi attività pluviometrica. Relazione.A.dB. Sarno - Regione Campania.

E.C., 1979. Direttiva 79/409/CEE del Consiglio concernente la conservazionedegli Uccelli selvatici

E.C., 1992. Direttiva 92/43/CEE del Consiglio relativa alla conservazione degliHabitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche

EC 2000. European Community Directive 2000/60/ on the EuropeanParlament and of the Council of 23 October 2000 establishing a frameworkfor Community action in the field of water policy. Official Journal L. 32722/12/2000.

DG, 2001. Assessment of plans and projects significantly affecting natura2000 sites. Metodological guidance of the provision of Article 6 (3) and (4)of the Habitats Directive 92/43/EEC

Giugni M., 2008. Acque superficiali. Relazione. A.dB. Sarno. Regione CampaniaGiuda M., 2008. Attività di monitoraggio chimico-fisico delle acque del fiume

Sarno.Università di Napoli Federico II. Dip.Sc.Biol. A.dB. SarnoMalcevschi S. & Zerbi M.C. (Eds.), 2007. Ecosistema, paesaggio e territorio: tre

prospettive complementari nel rapporto uomo - ambiente. SocietàGeografica Italiana. Ricerche e Studi n. 16: 1-203.

Naimam R.J., Decamps H., McClain M.E., 2005. Riparia: Ecology,Conservation, and Management of Streamside Communities. ElsevierAcademic Press, pp. 430.

Paour F., Hitier P., 1998. Recommendation 40 on draftEuropean LandscapeConvention. Concil of Europe. Congress of Local and Regional Authorities ofEurope. V Session. (Strasbourg, 26-28 May 1998).

Pizzolotto R., Brandmayr P., 1996. An index evaluate landscape conservationstate based on land-use pattern analysis and geographic information systemtechniques. COENOSES, 11: 37-44.

PER "PRESENTAZIONE DELLO STUDIO" E APPROCCIO METODOLOGICO

Associazione per l'Arno, Manifesto per l'Arno, S. Rossore, 28 settembre 2003.Autorità di Bacino del Sarno - Regione Campania, "Progetto di Piano Stralcio

di Bacino per la tutela delle risorse idriche"-.CD rom, 2002.AdB del Sarno - Regione Campania, "Direttive di uso del suolo come difesa, in

Quaderni AdB 1/2007 - Collana di Studi, Documentazione e Ricerca.AdB del Sarno - Regione Campania, "Schema Generale della regimazione

delle acque in destra Sarno e effetti territoriali della pianificazione strategicadella regimazione del Sarno", "Studio di Impatto Ambientale - Progetto disistemazione idraulica e bonifica del fiume Sarno nel tratto Foce Traversa diScafati", in Quaderno AdB 1/2006, "Studio per la fase preliminare delPiano Stralcio di riassetto e recupero ambientale delle aree di pertinenza flu-viale del fiume Sarno", in Quaderno AdB, 2/2007.

Calzolari, V. (2006) "Cultura dell'acqua e pianificazione paesistica alla scala dibacino", in Atti del Convegno Internazionale "Fiume, Paesaggio, Difesa delsuolo. Superare le emergenze, cogliere le opportunita'", Firenze 10-11/05/2006, Univ. di Firenze.

Cannata P.G., Governo dei bacini idrografici, Etas Libri, Milano.Cannata, P.G. (1990) I fiumi della terra e del tempo, F. Angeli, Milano.Cannata, G. (2007) "Acque, fiumi, pianificazione dei bacini idrografici: l'uso

del suolo come difesa, in Ercolini, M. (2007) ( a cura di) "Fiume, paesaggio,difesa del suolo: superare le emergenze, cogliere le opportunità", Atti delConvegno Internazionale, Firenze, 10-11 maggio 2006, Firenze, FirenzeUniversity Press.

Ercolini, M. (2006) Dalle esigenze alle opportunità. La difesa idraulica fluvialeoccasione per un progetto di "paesaggio terzo", Firenze University Press.

Ercolini, M. (…) "Sistemi fluviali e difesa idraulica del territorio, connessione einnovazione", in L'opportunità della innovazione, a cura di Cassatela C.,Dall'Ara E., Storti M., (con introduzione di G. L. Rizzo), Luoghi e Paesaggi -Collana Dottorato di Ricerca in Progettazione Paesistica, Firenze UniversityPress, pp.105-128.

Ercolini, M. (2007) ( a cura di) "Fiume, paesaggio, difesa del suolo: superare leemergenze, cogliere le opportunità", in Atti del Convegno Internazionale,Firenze, 10-11 maggio 2006, Firenze, Firenze University Press.

Ferrara, G., Rizzo, G. G., Zoppi M. (a cura di) Paesaggi - didattica, ricerche eprogetti, Luoghi e Paesaggi - Collana del Dottorato di Ricerca inProgettazione Paesistica, Firenze University Press.

Ferrara, G. Prefazione alla Tesi di Dottorato, Ercolini, M. (2006) Dalle esigenzealle opportunità. La difesa idraulica fluviale occasione per un progetto di"paesaggio terzo", Firenze University Press, Firenze.

Gambino, R. (2003) "Difesa idrogeologica e pianificazione territoriale", inFerrucci, E.M. (a cura di) Rischio idraulico e assetto della rete idrograficanella pianificazione di bacino. Questioni, metodi, esperienze a confronto -Primo Forum Nazionale", Maggioli Editore.

Magnaghi, A. (2007) Il contratto di fiume come strumento di gestione integra-ta delle politiche territoriali, in "Atti del Convegno Nazionale "Il Po, la sicu-rezza idraulica e del territorio", Torino, 8/10/2007.

Malcevschi, S., Bisogni L., Gariboldi A. (1996) Reti ecologiche ed interventi dimiglioramento ambientale,Il Verde Editoriale, Milano.

Regione Campania (2006) Piano Regionale di Tutela delle Acque (D.L.vo

152/99 e ss.mm.ii).Regione Campania - Piano Territoriale Regionale (PTR) “Approvazione e disciplina del Piano regio-

nale” Approv. del 16/09/08.Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23/10/2000 che istituisce un

quadro per l'azione comunitaria in materia di acque" (pubbl. G.U.C.E. 22/12/2000).Dichiarazione Europea per una nuova Cultura dell'Acqua, Madrid, 18/02/05.Convenzione Europea del Paesaggio, (2000, Consiglio d'Europa)Convenzione Europea sul Paesaggio, Programmazione Regionale di Sviluppo (QSN) 2007-2013,

Regione Campania, Quadro Strategico Nazionale per la Politica Regionale di Sviluppo 2007-2013 (approvato dalla Commissione Europea il 13/02/07.

"Carta per la tutela e la valorizzazione delle acque dolci nelle aree protette", Conferenza Naz.Federparchi 'Anno Internaziionale dell'Acqua, 2003 Atti del Convegno "Parchi Fluviali e BaciniIdrografici: Esperienze europee" - Convegno Europeo promosso Centro Studi sulle aree protettee gli ambienti fluviali

ARPAC (2007) Acqua - Il monitoraggio in Campania 2002-2006 (consultabile sul sito ARPAC).www.arpacampania.it/files/pubblicazioni/capitolo3.pdf

PER "L'AMBITO TERRITORIALE E IL CONTESTO DI RIFERIMENTO"

Alessio, G.. "L' origine italica del toponimo Solofra", in "Rassegna di scienze storiche, linguistiche,filologiche"£, Milano, XVII, 1943, pp.88-89.

Assante, F., (1988) Le trasformazioni del paesaggio agrario, in AA.VV. (a cura di Massafra, A.,) IlMezzogiorno preunitario, Edizioni Dedalo, Bari, 1988.

Catasto Onciario(1754) De Maio, M. (1997) Alle radici di Solofra, Avellino.De Maio, M., Ubi Dicitur, Un libro sulla toponomastica solofrana, con disegni sulla Solofra antica

di A. Giannattasio, Giliberti, S. (1986) Dizionario dialettale solofrano, Vicenza.Magnaghi, A. (a cura) (2005) La rappresentazione identitaria del territorio. Atlanti, codici, figure,

paradigmi per il progetto locale, Alinea, Firenze.Pizziolo, G. (2007) "Il fiume, segno e generatore di paesaggio", in Ri Vista - Ricerche per la pro-

gettazione del paesaggio, n.7, maggio-giugno (N. monografico), Fac. Architettura, Università diFirenze.

Toponomastica Solofrana, Studio storico-critico (sito web: www.solofrastorica.it/Toponimi.htm)Statuti Solofrani (www.solofrastorica.it/Statuti.htm); Castellani, C. (1989) Statuta antiqua terre

Solofre, Galatina; De Maio, M., (2000) Solofra nel Mezzogiorno angioino-aragonese, Solofra.UTET (1980) Dizionario di toponomastica, Torino, 1980.

PER L'AMBITO "ACQUE SOTTERRANEE"

Aquino S., Allocca V., Esposito L., Celico P. (2006) Le Risorse Idriche della provincia di Avellino.vol. unico, pagg. 1-120, Arti Grafiche Cinque S.r.l., Avellino.

Aquino S., Allocca V., Esposito L., Celico P. (2006)" Carta idrogeologica della provincia diAvellino", in scala 1: 100.000. in: "Le Risorse Idriche della provincia di Avellino", vol. unico,pagg. 1-120, Arti Grafiche Cinque S.r.l., Avellino.

Allocca V., Celico F., Celico P., De Vita P., Fabbrocino S., Mattia C., Monacelli G., Musilli I., PiscopoV., Scalise A. R., Summa G., Tranfaglia G. (2007) "Note illustrative della Carta Idrogeologicadell'Italia Meridionale",. in: "Carta Idrogeologica dell'Italia Meridionale", Istituto Poligrafico eZecca dello Stato, vol. pagg. 1-211 (2007), Roma, ISBN 88-448-0215-5.

Allocca V., Celico F., Celico P., De Vita P., Fabbrocino S., Mattia C., Monacelli G., Musilli I., PiscopoV., Scalise A. R., Summa G., Tranfaglia G. (2007) "Carta Idrogeologica dell'ItaliaMeridionale",.in: Carta Idrogeologica dell'Italia Meridionale, Istituto Poligrafico e Zecca delloStato, volume cartografia (2007), Roma, ISBN 88-448-0215-5.

83P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

riferimenti bibliografici

Riferimenti Bibliografici

84P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

Autorità di Bacino Regionale del Sarno (Regione Campania) (2003) - Progetto CARG: CartografiaGeologica scala 1:10.000.

Bonardi G., D'Argenio B. & Perrone V. (1998) "Carta geologica dell'Appennino Meridionale(1:250.000)", in Atti del Congr. Soc. Geol. d'It., 13-17 settembre 1998, Sorrento (Napoli). Mem.Soc. Geol. It., vol. 41, Roma.

Budetta P., Celico P., Corniello A., De Riso R., Ducci D. & Nicotera P. (1994) "Carta idrogeologicadella Campania 1/200.000",. IV Conv. Inter. di Geoing. "Difesa e valorizzazione del suolo edegli acquiferi", Torino, 10-11 marzo 1994, 565-586.

Budetta P., Corniello A. & de Riso R. (1991) "Gli ammassi dolomitici tettonizzati del Salernitano:alcune implicazioni idrogeologiche"., in Atti del Convegno "Ricerca e Protezione delle RisorseIdriche Sotterranee delle Aree Montuose", 2, (231-246), 24-25 ottobre, Brescia, Fond. Bresc. perla Ric. Scient. - Az. Serv. Munic. Brescia.

Casciello E., Cesarano M., Conforti A., D'Argenio B., Marsella E., Pappone G. & Sacchi M. (2004)Extensional detachment geometries on the Tyrrhenian margin (The Salerno district). APAT -Mapping Geology in Italy. Eds, Giorgio Pasquarè & Corrado Venturini, SELCA., 29-34, Firenze.

Celico F. (1996) "Vulnerabilità all'inquinamento degli acquiferi e delle risorse idriche sotterraneein realtà idrogeologiche complesse: i metodi DAC e VIR", in Quaderni di Geologia Applicata, 3 -(1996), Pitagora Editrice Bologna.

Celico F. (1996) "Considerazioni sulle problematiche inerenti alla delimitazione delle aree di salva-guardia delle opere di captazione in acquiferi carbonatici"., in Geologia Tecnica & Ambientale,2, pp. 5-15

Celico F., Esposito L., Piscopo V. (1998) "Interaction of surface-groundwater in fragile hydrogeolo-gical settings in southern Italy. Gambling with Groundwater", Physical, Chemical and BiologicalAspects of Aquifer - Stream Relations, Brahana et alii (eds), pp. 475-485.

Celico F. & Piscopo V. (1995) "Idrodinamica sotterranea e vulnerabilità all'inquinamento dellepiane del Sarno e del Solofrana (Campania)", in Quaderni di Geologia Applicata, 2, pp. 407-412, memoria n. 1126 del C.N.R. - G.N.D.C.I.

Celico F., Piscopo V., Daniele L. (1996) "Gli acquiferi del Sarnese (Campania): vulnerabilità all'inquina-mento di una realtà idrogeologica complessa", in Quaderni di Geologia Applicata, suppl. 3 al n. 1,pp. 153-161, memoria n. 1195 del C.N.R.-G.N.D.C.I., con Carta della vulnerabilità all'inquinamento.

Celico P. (1978) "Schema idrogeologico dell'Appennino carbonatico centro-meridionale", in Mem.e Note Ist. Geol. Appl., Napoli, 14, 1-97.

Celico P. (1983) "Idrogeologia dei massicci carbonatici, delle piane quaternarie e delle aree vulca-niche dell'Italia centro-meridionale (Marche e Lazio meridionale", Abruzzo, Molise e Campania).Quaderni della Cassa per il Mezzogiorno, 4/2, Roma.

Celico P. (1986) Prospezion"i Idrogeologiche., vol. I, Liguori Editore, Napoli.Celico P. (1988) Prospezioni Idrogeologiche, vol. II, Liguori Editore, Napoli.Celico P., Mennella A., Piro M. & Stanzione D. (1991) "Interscambi idrici sotterranei nella valle del

Solofrana" (AV-SA), Atti del I Convegno Nazionale dei Giovani Ricercatori in Geologia Applicata,22-23/10, Gargnano (BS), in Ricerca Scientifica ed Educazione Permanente, suppl. 93, 307-316.

Piscopo V., Aquino S., Genco S. & Sciumanò E. (2001) "Sulla presenza di falde sospese nel rilievocarbonatico del Monte Accellica (Campania)", in Mem. Soc. Geol. It., 56 (2001), 235-241, Roma.

Piscopo V., Cavallaro G., Pace G., Vitiello P. & Aquino S. (1993) "Schema idrogeologico dei MontiAccellica e Licinici (Campania)", in. Geol. Appl. e Idrogeol., 28, 611-617, Bari.

Regione Campania - A.dB.Sarno (2004) "Progetto dI Piano Stralcio di Tutela delle Acque -A.dB.Sarno, 2004. Regione Campania (2006) Piano Regionale di Tutela delle Acque (D.L.vo152/99 e ss.mm.ii).

PER L'AMBITO "ACQUE SUPERFICIALI"

ANPA, Il monitoraggio dello stato dell'ambiente in Italia, Roma, ANPA, 2000Azzellino A, "Metodologie sperimentali per la definizione idraulico-ecologica

del Deflusso Minimo Vitale", Dottorato di Ricerca in Ingegneria Sanitaria, XIICiclo (1997-1999), (tutor prof. R. Vismara)

Azzelino A., Vismara R., Gentilizi G.: PQI, "Pool Quality Index, un nuovo meto-do per la valutazione del Deflusso Minimo Vitale nei torrenti", IngegneriaAmbientale, vol. XXVIII, n. 9, 1996

Azzellino A., Metodologie sperimentali per la definizione idraulico-ecologicadel Deflusso Minimo Vitale, Dottorato di Ricerca in Ingegneria Sanitaria, XIICiclo (1997-1999), (tutor prof. R. Vismara)

Azzellino A., Vismara R.: PQI, Pool Quality Index, a new method to define theminimum flow requirements of high gradient low order streams, ASCE, Vol.127, No. 11, november 2001

Bovee K.D.: Probability-of-Use Criteria for the Family Salmonidae, InstreamFlow Information Paper N. 4, Cooperative Instream Flow Group, U.S. Fishand Wildlife Service, 1978

Bovee K.D.: A guide to stream habitat analysis using incremental methodolo-gy, Instream Flow Information Paper, U.S.D.I. Fish and Wildlife Service, Officeof Biological Services, 1982

Bovee K.D., Lamb B.L., Bartholow J.M., Stalnaker C.B., Taylor J., Henriksen J.:Stream Habitat Analysis Using the Instream Flow Incremental Methodology,U.S. Geological Survey, Biological Resources Division Information andTechnology Report USGS/BRD-1998-0004, 1998

Campaioli S., Ghetti P.F., Minelli A., Ruffo S.: Manuale per il riconoscimento deimacroinvertebrati delle acque dolci italiane, Trento, Provincia autonoma diTrento, 1994

Candela A., Condorelli M., Santoro M., Viviani G.: Un nuovo approccio per ladeterminazione del Deflusso Minimo Vitale nei corsi d'acqua a carattere tor-rentizio, XXX Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Roma, 2006

Cardwell H., Jager H.I., Sale M.J.: Designing Instream Flow to Satisfy Fish andHuman Water Needs, Journal of Water Resources Planning andManagement, September/October 1996

Casula R., Diliberto M. L., Canè G.: Stima del Deflusso Minimo Vitale in uncorso d'acqua a regime torrentizio, L'Acqua, 2006

Crosa C., Cotta Ramusino M., Marchetti R.: Determinazione delle portateminime necessarie per la tutela della vita acquatica in corsi d'acqua soggettia derivazioni o ritenute, Acqua e Aria, n. 7, 1988

European Environment Agency: Environmental Indicators: Typology andOverview, Copenhagen, EEA, 1999

Garcia de Jalòn D.: The Spanish Experience in Determining Minimum FlowRegimes in Regular Streams, Canadian Water Resources Journal, vol. 28, n.2, 2003

Ghetti P.F.: I macroinvertebrati nell'analisi di qualità dei corsi d'acqua, Ed.Provincia Autonoma di Trento, Trento, 1986

Ghetti P.F.: Indice Biotico Esteso (I.B.E.), Notiziario dei metodi analitici, IRSA,CNR, 1995

Ghetti P.F.: Manuale di applicazione: Indice Biotico Esteso (I.B.E.). I macroin-vertebrati nel controllo della qualità degli ambienti di acque correnti, Ed.Provincia Autonoma di Trento - Agenzia provinciale per la protezione del-

riferimenti bibliografici

l'ambiente, Trento, 1997Ginot D.: Evaluation de l'Habitat physique des poissons en rivière (version

2.0), CEMAGREF, Lyon, BEA/LHQ et Ministère de l'aménagement duTerritoire et de l'Environment, Direction de l'Eau, Paris

Giugni M.: Sul Deflusso Minimo Vitale, L'Acqua, 6/2008, ISSN 1125-1255Giugni M., Celico P.B., Fontana N., Lombardi G.: A proposed methodology for

drawing up water protection plans, 2nd International Conference NewTrends in Water and Environmental Engineering for Safety and Life: Eco-Compatible Solutions for Aquatic Environments, Capri, 24-28 June 2002,Rotterdam, Balkema

Giugni M., Pappalardo G., Lombardi G., Fontana N.: A MethodologicalApproach for Surface Waters Vulnerability Assessing, River Flow 2004,Naples, 23-25.06.2004

Giugni M., Lombardi G., Sorvino S.: Proposta di "tipizzazione" ai sensi dellaWFD 200/60. La caratterizzazione dei corpi idrici superficiali nell'area delParco dei Monti Picentini, Acqua & Territorio, n. 17-18/05/08, ISSN 1973-4638

Giugni M., Fontana N., Lombardi G.: Surface waters vulnerability andMinimum Instream Flow: an italian case study, XIIIth World Water Congress,Montpellier, France, 1-4.09.2008

Jowett I.G.: River Hydraulic and Habitat Simulation, RHYHABSIM ComputerManual, N.Z. Fish. Misc., Rep. 49, 1989

Jowett I.G.: Instream flow methods: a comparison of approaches, RegulatedRivers: Research & Management, Vol. 13, 1997

Jowett I.G., Biggs B.J.F.: Flow regime requirements and the biological effective-ness of habitat-based minimum flow assessments for six rivers, InternationalJournal River Basin Management, Vol. 4, no. 3, 2006

King J., Tharme R., Brown C.: Definition and Implementation of Instream flows,Contributing Paper to the World Commission on Dams, Final Report,September 1999

Ibbottson A., Dunbar M.: Are differences between discharge-specific preferen-ce functions relevant for the applications of PHABSIM ?, Journal of FishBiology, 61, 2002

Lamouroux N., Capra H.: Simple predictions of instream habitat model outputsfor target fish populations, Freshwater Biology, 47, 2002

Lamouroux N., Jowett I.G.: Generalized instream habitat models, Canadian J.Fish. Aquat. Sci, 62, 2005

Maddock I.: The importance of physical habitat assessment for evaluating riverhealth, Freshwater Biology, 41, 1999

Manciola P., Martini P., Ubertini L.: Significato del deflusso minimo vitale e suadeterminazione per un corso d'acqua dell'Italia Centrale, Idrotecnica, 2/94

Manciola P., Mearelli M.: Contribution to the defining of the minimum accep-table flow. Tiber River Basin Authority experience, 1st InternationalConference New Trends in Water and Environmental Engineering for Safetyand Life: Eco-Compatible Solutions for Aquatic Environments, Capri, 03-07July 2000, Rotterdam, Balkema

Manciola P., Neri N.: Armouring influence on the estimate of instream flow,Proceedings of the IASTED International Conference Modeling andSimulation (MS 2000), May 15-17 2000, Pittsburgh, Pennsylvania-USA

Marchetti R., Crosa G., Cotta Ramusino M.: Applicazione del metodo speri-mentale PHABSIM per la valutazione della portata minima: caso del fiumeToce, Inquinamento, 11, 1991

Menduni G., Brugioni M., Ceddia M., Nocita A.: Il calcolo del Deflusso Minimo Vitale su base bio-logica mediante l'utilizzo di un modello idraulico monodimensionale, XXX Convegno di Idraulicae Costruzioni Idrauliche, IDRA 2006, Roma, 2006

Mezzanotte V., Canobbio S., Barletta D.: Studio sulla qualità ambientale del torrente Lura,L'Acqua, n. 4, 2005

Milhous R.T., Bartholow J.M.: Two analytical approaches for quantifying physical habitat as a limitto aquatic ecosystems, International Journal River Basin Management, Vol. 4, no. 3, 2006

Nasello C.: Un'indagine di pieno campo utile per il calcolo del Deflusso Minimo Vitale, L'Acqua, n.5, 2000

Olden J.D., Poff N.L.: Redundancy and the choice of hydorlogic indices for characterizing stream-flow regimes, River Research Applications, 19, 2003

Palmer R.N., Snyder R.M.: Effects of Instream Flow Requirements on Water Supply Reliability,Water Resources Research, Vol. 21, No. 4, April 1985

Petersen jr R.C.: The RCE: a Riparian, Channel and Environmental Inventory for small streams inagricultural landscape, Freshwater Biology, 27, 2, 1992

Poff N.L., Allan D., Bain M.B., Karr J.R., Prestegaard K.L., Richter B.D., Sparks R.E., Stromberg J.C.:The Natural Flow Regime. A paradigm for river conservation and restoration, BioScience, Vol. 47,No. 11, December 1997

Principato G., Viggiani G.: Condizioni idrologiche di riferimento per la tutela dei corsi d'acqua",L'Acqua, n. 4, 2006

Principato G., Viggiani G.: Hydrologic alteration due to constant minimum flow release, XXXConvegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, IDRA 2006, Roma, 2006

Richter B.D., Baumgartner J.V., Powell J., Braun D.P.: A method for assessing hidrologic alterationwithin ecosystems, Conservation Biology, Vol. 10, No. 4, August 1996

Richter B.D., Baumgartner J.V., Wigington R., Braun D.P.: How much water does a river need?,Freshwater Biology, Vol. 37, No. 1, February 1997

Ruffo S.: Gli ecosistemi fluviali con particolare riguardo alla fauna, Accademia Nazionale deiLincei, 90, 1995

Sabaton C., Siegler L., Gourad V., Baglinière J.R., Manné S.: Presentation and first application of adynamic population model for brown trout, Salmo trutta L: aid to river management, FisheriesManagement and Ecology, 41, 1999

Santoro M.: Il minimo deflusso vitale, Idrotecnica, 6, 1994Siligardi M., Bernabei S., Cappelletti C., Chierici E., Ciutti F., Egaddi F., Franceschini A., Maiolini B.,

Mancini L., Minciardi M.R., Monauni C., Rossi G., Sansoni G., Spaggiari R., Zanetti M.: Indice difunzionalità fluviale (IFF), Roma, ANPA, 2000

Siligardi M., Maiolini B.: L'inventario delle caratteristiche ambientali dei corsi d'acqua alpini. Guidaall'uso della scheda RCE.2, Biologia Ambientale. CISBA, VII, 30, 1993

Tharme R. E.: A global perspective on environmental flow assessment: emerging trends in thedevelopment and application of environmental flow methodologies for rivers, River Researchand Applications, 19, 2003

UN/ECE Task Force on Monitoring & Assessment: State of the art on monitoring and assessmentof rivers, 1996

Waddle T.J.: PHABSIM for Windows: User's Manual and Exercises, On line publication, Fort Collins,CO, U.S. Geological Survey, 2001

Zerunian S., De Ruosi T.: Iconografia dei Pesci delle acque interne d'Italia / Iconography of ItalianInland Water Fishes, Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2002

Zerunian S., Proposta di un Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche viventi nelle acqueinterne italiane, Biologia Ambientale, 18, 2004

Zerunian S., Pesci delle acque interne d'Italia, Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale FaunaSelvatica, 2004

85P.O.R. CAMPANIA 2000 - 2006 - Asse 1 - Misura 1.9 c. P.I. - “Parco Regionale dei Monti Picentini”

riferimenti bibliografici

86

Il "percorso" fotografico, a corredo del testo, evidenzia aspetti epeculiarità del territorio di studio con l'intento di fornire unamigliore comprensione degli elementi del sistema. Le immaginiselezionate fanno sì che il Quaderno offra una rassegna indicativadei caratteri del territorio e del paesaggio.

Nell'indice, qui di seguito riportato, è anche segnalata, per leimmagini riferite a pozzi/sorgenti oggetto di schedatura nelloStudio (cfr. "Acque Sotterranee" - Appendice A: "Schede mono-grafiche delle sorgenti" e Appendice B: "Schede monografichedei pozzi" in Cd rom allegato), la relativa scheda di riferimento.

- PRESENTAZIONE DELLO STUDIOp. 11 - Torrente Solofrana, paesaggio fluviale p. 12 - Alto Vallone del Faggetop. 13 - castagneto, Pendici M. Maipp.14,15 - immagini del paesaggio "area Monti Picentini"p. 16 - Tratto fluviale Torrente Solofrana p. 17 - vegetazione p. 18 - paesaggio "area Monti Picentini"p. 19 - sorgente Bovano (Solofra, AV) (scheda n. 12)p. 21 - pendici S. Michelep. 23 - Torrente Solofrana, paesaggio fluviale

- L'AMBITO TERRITORIALE E IL CONTESTO DI RIFERIMENTOp. 26 - sistema fluviale: Torrente Solofrana al Toppolop. 27 - sistema fluviale: Torrente Solofrana al Toppolop. 29 - paesaggio fluviale

- ACQUE SOTTERRANEEp. 31 - sorgente Acqua dei Faggi (Calvanico - SA) (scheda n.31)p. 32 - a sinistra, sorgente Acqua delle Nocelle (Calvanico - SA)(scheda n.21) a destra, sorgente del Vallone Scuro (Solofra - AV)(scheda n.3) p. 37- a sinistra, sorgente Acqua del Gradone II (Calvanico - SA)(scheda n.22); a destra, sorgente Acqua del Sambuco (Calvanico

- SA) (scheda n. 32)p. 40 - sorgente Caggiana (Montoro Superiore -AV) (scheda n.15)p. 41 - dall'alto, La Pazzeta (Solofra - AV) (schedan.7); Acqua dell'Incoronata (Montoro Superiore,AV) (scheda n.16); Acqua Santa I (Calvanico - SA)(scheda n.18); Acqua della Tagliata II (Calvanico -SA) scheda n.25); Bocca dell'Acqua (Fisciano, SA)(scheda n.33)p. 47 - sorgente Acqua del Sambuco (Calvanico -SA) (scheda n. 32)

- ACQUE SUPERFICIALIp. 49 - Torrente Solofranap. 50 - Torrente Solofrana a valle dell'impianto didepurazione ex CO.DI.SOp. 51 - dall'alto, immagini del Torrente Solofrana,in ultimo, sorgente Bocche Sottane (Solofra, AV)(scheda n. 6)p. 52 - stazione Ponte S. Pietro (MontoroSuperiore, AV)p. 54 - stazioni di indagine chimico-biologiche:stazione 1: Solofrana "bianco" a monte del torren-te Solofrana; stazione 2, Torrente Solofrana in pros-simità del vallone Toppolo (Solofra); stazione 3,Torrente Solofrana a monte dell'impianto di depu-razione ex CODISO; stazione 4: Torrente Solofranaa valle dell'impianto di depurazione ex CO.DI.SO.)p. 57- Ponte S.Pietro (Montoro Superiore - AV) p. 58 - Torrente Solofranap. 61 - Fonte Cannolicchio (Calvanico - SA) (schedan30)

Un particolare ringraziamento per la collaborazionealla dott.ssa G. D'Auria

indice fotografie

Con questa pubblicazione, che conclude il percorso di studio nell'ambito del Progetto Integrato "Parco Regionale dei MontiPicentini" - POR Campania 2000-2006 (misura 1.9 c.), l'Autorità di Bacino del Sarno intende fornire un contributo di indirizzo e disupporto al processo di programmazione/pianificazione dell'Ente Parco Regionale dei Monti Picentini aperto ad ulteriori sviluppi edapprofondimenti, nella prospettiva di un "dialogo" costruttivo verso approcci integrati tra difesa del suolo e valorizzazione/tuteladelle risorse.