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Page 1: Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie...Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie Viale dell'Università, 10 - 35020 Legnaro (PD) Tel. 049.8084242 - Fax 049.8830046
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Istituto ZooprofilatticoSperimentale delle VenezieBilancio sociale 2005-2006

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Gruppo guidaIgino Andrighetto Direttore generaleStefano Marangon Direttore sanitarioFrancesco Favretti Direttore amministrativoLuca Busani Rappresentante direzione sanitariaLidia Bertoni Responsabile servizio economico finanziario Sara Casarotto Referente dell’unità operativa ricavi, attività,

fatturazione e fiscaleTatiana Breda Servizio controllo di gestioneFabienne Milan Ufficio qualitàMirella Pengo Servizio controllo di gestioneLicia Ravarotto Direttore struttura complessa comunicazione

e conoscenza per la saluteStefano Rizzo Coordinatore di progetto e referente per gli aspetti legati

alla programmazione e al controlloCristiana Rogate Supervisione metodologica

Il documento è stato realizzato dalle strutture dell’IZSVe con il personale contributo di:Roberto Angeletti, Giuseppe Arcangeli, Luca Bano, Antonio Barberio, Massimiano Bassan, CristianaBenetti, Giancarlo Biancotto, Giovanni Binato, Lebana Bonfanti, Laura Bortolotti, Giuseppe Bovo, ValeriaBrasola, Marco Bregoli, Luca Busani, Gioia Capelli, Katia Capello, Paola Carnieletto, Sara Casarotto, ChiaraCeolin, Andrea Cereser, Veronica Cibin, Damiano Comin, Gabriella Conedera, Francesca Coviello, ManuelaDalla Pozza, Paolo Dalvit, Giovanni Farina, Sonia Fassina, Martina Ferrari, Albino Gallina, Stefano Gottardi,Anna Granato, Maria Grimaldi, Luciano Iob, Francesca Lega, Rosaria Lucchini, Grazia Manca, AmedeoManfrin, Claudio Mantovani, Alessandra Marin, Giovanni Meneghetti, Renzo Mioni, Letizia Moro, FrancoMutinelli, Alda Natale, Nicola Ferrè, Mirella Pengo, Giandomenico Pozza, Nicola Pozzato, Laura Pulici,Michela Rabini, Licia Ravarotto, Antonia Ricci, Martina Rossi, Ferdinando Sabatini, Eliana Schiavon, AnnaLisa Stefani, Calogero Terregino, Renza Tessaro, Barbara Tiozzo, Anna Toffan, Piero Tonon, AntonellaTrevisan, Karin Trevisiol, Marta Vascellari, Marta Vescovi, Gaddo Vicenzoni, Denis Vio.

Responsabile del progettoLicia Ravarotto

I processi che hanno portato alla realizzazione del Bilancio sociale sono stati coordinati da Alessandra Sartor

Revisione dei testiGaddo Vicenzoni, Paolo Dalvit, Giuseppe Bovo, Lebana Bonfanti, Francesco Bissoli

Il progetto del Bilancio sociale è stato realizzatograzie alla collaborazione di:Giovanni Vincenzi Unità di progetto sanità animale e igiene alimentare della Regione del VenetoRenato Coassin Servizio sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria dell’Assessorato

salute e protezione sociale della Regione autonoma Friuli Venezia GiuliaCarlo Costanzi Servizio organizzazione e qualità dei servizi sanitari dell’Assessorato alle politiche

per la salute della Provincia autonoma di TrentoErnst Stifter Servizio veterinario provinciale della Provincia autonoma di BolzanoDavide Conte, Bruno Di Pietro, Stefano Rizzo e Cristiana Rogate,professionisti esterni di REFE.

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Bilancio sociale2005-2006

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Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle VenezieViale dell'Università, 10 - 35020 Legnaro (PD) Tel. 049.8084242 - Fax 049.8830046e-mail: [email protected] - www.izsvenezie.it

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DIRETTORE GENERALE

Igino Andrighetto

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Giuseppe Dalla Pozza, presidenteRenato Coassin, vicepresidente

Giorgio Cester, componenteGiovanni Chiello, componente

Franco Fasoli, componenteAlessandro Fugatti, componente

DIRETTORE SANITARIO

Stefano Marangon

DIRETTORE AMMINISTRATIVO

Francesco Favretti

COLLEGIO DEI REVISORI

Claudio Toller, presidenteDino Fabris, componenteDanila Niboli, componente

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Noi crediamo che la risposta al crescente bisogno di cre-dibilità da parte dei cittadini nelle amministrazioni pubblicheconsista anche nel rendere accessibili, trasparenti e valuta-bili i processi che in esse si realizzano.

Questa convinzione ha stimolato l’esigenza di redigere ilBilancio sociale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del-le Venezie - uno strumento che affianca altri documenti isti-tuzionalmente previsti - per fornire agli interlocutori informa-zioni sul ruolo svolto dall’Istituto nel contesto sociale ed eco-

nomico per promuovere la salute pubblica, il benessere e la salute animale e la ricer-ca scientifica veterinaria.

Nella prima e seconda parte il Bilancio sociale presenta, in particolare, l’iden-tità dell’Ente ed esplicita la missione nonché l’aspetto istituzionale e organizzativo.

La terza parte del documento fornisce informazioni sugli obiettivi specifici e suidestinatari dell’attività, sulle risorse impiegate ed elementi di valutazione sia di carat-tere qualitativo che quantitativo sui risultati raggiunti nell’arco di tempo considerato.

La redazione di questo primo documento di rendicontazione sociale avviene inuna fase di riorganizzazione dei servizi dell’Ente finalizzata a realizzare compiuta-mente il riordino del sistema di governo e di gestione dell’Istituto contemplato dallavigente normativa statale e regionale.

Il nuovo Statuto dell’Ente prevede consultazioni periodiche con gli interlocutorial fine di informare gli stessi sulle scelte operate e sulle attività svolte e acquisireosservazioni, suggerimenti e proposte sugli obiettivi e sui programmi da realizzarenel prossimo futuro.

Per il miglioramento dei rapporti con l’utenza e per la conoscenza dei relativibisogni è stata inoltre prevista nel Regolamento che disciplina l’assetto organizzati-vo interno un’apposita struttura che permetterà agli stakeholder di dialogare con l’I-stituto ed esprimere valutazioni sulla qualità dei servizi erogati e, agli organi istitu-zionali, di definire obiettivi e azioni sempre più mirati agli interessi della vasta uten-za pubblica e privata.

Esprimo il mio più sincero ringraziamento al gruppo di lavoro e a tutti coloro chein qualsiasi veste hanno partecipato alla redazione del primo Bilancio sociale dell’I-stituto.

Giuseppe Dalla PozzaPresidente del Consiglio di Amministrazione

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È sempre stata nostra profonda convinzione che le istituzio-ni pubbliche debbano essere al servizio dei cittadini. Essi,tuttavia, non sempre conoscono in modo approfondito la mis-sione e l’attività degli Enti che svolgono funzioni importantiper la collettività e per il sistema sociale ed economico delterritorio.

In tal senso sicuramente l’Istituto Zooprofilattico Speri-mentale delle Venezie costituisce un chiaro esempio in quan-

to solo un esiguo numero di cittadini sa cosa sia e come operi.Il cittadino deve sapere che esistono strutture pubbliche esclusivamente dedite

non solo alla sanità animale ma anche al controllo sulla salubrità degli alimenti desti-nati al consumo.

Da queste considerazioni è scaturita l’esigenza di redigere il Bilancio socialequale strumento di conoscenza del ruolo dell’Ente, di relazione e di comunicazioneper costruire con i diversi interlocutori pubblici e privati un rapporto di fiducia e didialogo permanente. Riteniamo infatti indispensabile questo avvicinamento consi-derate anche le gravi emergenze che hanno pesantemente colpito in questi ultimianni il settore delle produzioni animali e il sistema agro alimentare del nostro Paese.

Il Bilancio Sociale mette in evidenza le diverse iniziative e azioni dell’Istituto persvolgere le proprie funzioni istituzionali nel modo più efficiente e i risultati concretiraggiunti.

Una più adeguata conoscenza e consapevolezza da parte del cittadino dellemisure di controllo e di sorveglianza adottate dall’Istituto non potranno che avereeffetti positivi sull’intero sistema produttivo agro alimentare e sui consumatori per-mettendo una maggiore credibilità e fiducia in questo Ente pubblico.

Il Bilancio sociale costituisce in definitiva uno strumento che avvicina l’IZSVe alcittadino e alla realtà sociale ed economica consentendo di verificare la bontà del-le scelte effettuate e delle azioni intraprese e, con il sostegno e la fiducia di tutto ilcontesto socio-economico nel quale opera, di contribuire al miglioramento continuodel servizio erogato.

Rivolgo un mio personale ringraziamento al gruppo di lavoro e a tutti coloro chein qualsiasi veste hanno partecipato alla redazione del primo Bilancio sociale del-l’Istituto.

Igino AndrighettoDirettore Generale

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

L’ISTITUTO ZOOPROFILATTICO DELLEVENEZIE CONSOLIDAIL DIALOGO CON I SUOIINTERLOCUTORI PRESENTANDOIL BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Il cittadino deve poter verificare perio-dicamente l’operato dell’Istituto, così comedi ogni altra pubblica amministrazione,rispetto non solo alla dimensione economi-co-finanziaria ma, anche e soprattutto,rispetto alla dimensione sociale dell'agirepubblico e alla capacità di soddisfare i biso-gni della collettività.

Il Bilancio sociale èuno strumento di informa-zione prezioso perché con-sente di conoscere la pro-venienza e l’allocazione del-le risorse e, più in generale,la risposta ai bisogni e almiglioramento del benesse-re sociale realizzata dall’IZSVe. È un docu-mento importante perché elenca la quan-tità degli interventi realizzati ma descriveanche la qualità dei risultati ottenuti. Ciò perconsentire di esprimere una valutazioneconsapevole e fondata sulle scelte e sul-l’operato dell’Ente, avviando un dialogocostruttivo con l’ente pubblico.

Non è sufficiente avere finalità esem-plari e buone intenzioni, occorre far cono-scere i risultati che si sono raggiunti a fron-te delle risorse impiegate. Per questo l’Isti-tuto si impegna in modo effettivo dichia-rando apertamente gli obiettivi fissati permigliorare la sicurezza alimentare e la tute-la del benessere animale, con il fine ultimodi migliorare la salute pubblica.

IL PRIMO BILANCIO SOCIALEDELL’ISTITUTO ZOOPROFILATTICOSPERIMENTALE DELLE VENEZIE

Anticipando di alcuni mesi le indica-zioni normative della direttiva del 17 feb-braio 2006 (G.U. del 16 marzo 2006), conla quale il Ministero della funzione pubbli-ca ha emanato le linee guida per le ammi-nistrazioni pubbliche sul Bilancio sociale,l’Istituto ha deciso nel novembre 2005 di

avviare il suo primo pro-cesso di rendicontazionesociale al fine di:

favorire la consa-pevolezza e la parteci-pazione del proprio per-sonale alle scelte, alleattività e al valore econo-mico, sociale e ambien-

tale creato dall’Istituto, sviluppando in talmodo il senso di appartenenza e la perce-zione di un’identità condivisa rispetto al ruo-lo sociale dell’Istituto;

far conoscere l’Istituto e la sua mis-sione, le scelte effettuate, le attività e i risul-tati ai diversi interlocutori, istituzionali e non,rafforzando la sua immagine sul territorio dicompetenza;

stabilire forme di dialogo stabile congli interlocutori riguardo al ruolo socialesvolto dall’Istituto, acquisendo gli strumen-ti di programmazione e controllo ispirati allelogiche di responsabilità sociale da appli-care negli anni successivi.

Nota introduttiva e metodologica

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NOTA INTRODUTTIVA E METODOLOGICA

IL PERCORSO EFFETTUATO

Il processo avviato dall’Istituto ha com-portato:

la definizione di due livelli di coinvolgi-mento del personale dell’Istituto: il GruppoGuida, costituito dai Direttori e dai respon-sabili delle principali strutture che interven-gono nei processi di rendicontazione (Servi-zio economico finanziario, Servizio controllodi gestione, Unità operativa ricavi, attività, fat-turazione e fiscale, Unità operativa pianifica-zione, programmazione, qualità, sicurezza),dal responsabile della Comunicazione azien-dale e dai consulenti esterni; i tre Gruppi dilavoro, specifici per le tre Aree di rendicon-tazione individuate, Salute pubblica, Benes-sere e salute animale e Ricerca;

attività di formazione propedeuticaall’inizio delle attività attraverso incontri inplenaria, al fine di creare una cultura con-divisa relativamente alla funzione e agliobiettivi del Bilancio sociale e alla sua inte-grazione nei processi gestionali e comuni-cativi esistenti, e seminariali nell’ambito dei

Gruppi di lavoro per approfondire la meto-dologia specifica che sarebbe stata impie-gata;

incontri dei Gruppi di lavoro, coordi-nati dal referente di Area di rendicontazione,per la definizione del quadro degli obiettividi cambiamento e delle strategie dell’Ente inconnessione con gli indirizzi programmaticidella Direzione Strategica;

lavoro di Scheda di rendicontazione,effettuato da singoli operatori individuati daireferenti di ciascun Gruppo di lavoro nel-l’ambito della propria Area di rendicontazio-ne. Ciò ha permesso di ricostruire per ogniobiettivo la catena di senso precisando neldettaglio le risorse impiegate, le azioni rea-lizzate e i risultati ottenuti in ciascuna area direndicontazione, attraverso la raccolta deidati utili a misurare il grado di efficacia ester-na ed interna delle singole attività svolte;

redazione del documento di Bilanciosociale in due versioni, una destinata aglioperatori interni e questa, più snella rispet-to alla precedente ed elaborata con un lin-guaggio meno tecnico, rivolta agli interlocu-tori istituzionali.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

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Parte 1

IDENTITÀ E ORGANIZZAZIONEContesto territoriale• Il territorio di riferimento dell’Istituto• Il contesto produttivo del Triveneto• La salute delle popolazioni animali• Il settore alimentare

Identità aziendale• Cenni storici• Missione• Valori guida• Gli interlocutori• Assetto aziendale• Assetto organizzativo

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

IL TERRITORIO DI RIFERIMENTODELL’ISTITUTO

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentaledelle Venezie appartiene alla rete dei 10 Isti-tuti Zooprofilattici Sperimentali (II.ZZ.SS.)che rappresentano uno strumento tecnico-scientifico grazie a cui il Servizio sanitarionazionale assicura la sorveglianza epide-miologica, la ricerca sperimentale, la for-mazione del personale, il supporto di labo-

ratorio e la diagnostica nell’ambito del con-trollo ufficiale degli alimenti.

L’IZSVe opera su tre Regioni: Veneto,Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

L’area di riferimento dell’Istituto si esten-de su una superficie di 39.852 kmq in cuirisiedono circa sette milioni di abitanti.

Contesto territoriale

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CONTESTO TERRITORIALE

IL CONTESTO PRODUTTIVODEL TRIVENETO

In questo contesto il valore della pro-duzione agricola nei territori di riferimentodell’IZSVe ammonta a 6.371.510.000 europari al 15 % della produzione nazionale.

Il settore che contribuisce maggior-mente a sostenere questa produzione èquello dei prodotti zootec-nici alimentari che media-mente nelle due regioni enelle due province auto-nome raggiunge quasi il40 % del totale.

Tuttavia tale incidenzavaria in funzione dei terri-tori in quanto, come è pos-sibile rilevare dalla tabella,il Trentino Alto Adige pre-senta un valore decisa-mente inferiore alle altredue regioni e ciò in conse-guenza dall’elevata per-centuale che in questaregione assume la frutti-coltura.

Per quanto concerne ilsettore zootecnico quellobovino risulta essere il piùrilevante soprattutto consi-derando insieme la produ-zione di carne e di latte, anche se un ruo-lo importante assume nel Veneto l’attivitàavicola e nel Friuli quella suinicola.

La rilevanza dell’allevamento bovino nelTriveneto si rileva, oltre che dalla tabellarelativa alla numerosità dei capi, anche dal-l’analisi dei dati relativi alla consistenza degliallevamenti rispetto al contesto nazionale;dal grafico riportato si evince, infatti, checirca il 20% degli allevamenti bovini è postonel Triveneto.

Ad ulteriore conferma dell’importanzadell’allevamento bovino e in particolare diquello da carne si possono rilevare dalla

tabella seguente i dati produttivi di macel-lazione del Triveneto evidenziando come il25% del totale dei soggetti abbattuti in Ita-lia venga macellato in questa area.

Anche per la produzione di latte vac-cino, il Triveneto riveste un ruolo importan-te essendo le entità commercializzate paria circa 1.100.000 tonnellate, inferiori soloa quelle della Lombardia e dell’EmiliaRomagna.

Per quanto attiene il settore avicolo, ilTriveneto e in particolare il Veneto pur nonessendo caratterizzato da un elevato nume-ro di allevamenti (3%) presenta una note-vole consistenza di capi allevati che è paria quasi il 30% dell’intero valore nazionale.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

VALORE DELLE PRODUZIONI AGRICOLE IN MIGLIAIA DI EUROCONTI ECONOMICI REGIONALI 2004 (ISTAT)

Prodotto Triveneto Veneto Trentino A.A Friuli V.G.euro % euro % euro % euro %

Coltivazioni erbaceetotale 2.006.843 31,6 1.679.671 37,3 64.019 5,9 263.153 34Cereali 14,4 16,4 0 22,8Ortaggi 11 13,6 5,5 3,7Industriali 4,6 5,6 0 5,2Altre erbacee 1,6 1,7 0,4 2,3Foraggere totale 252.621 3,9 146.247 3,2 83.023 7,6 23.351 3Legnose totale 1.617.789 25,4 812.359 18 605.630 55,7 199.800 25,8Frutticoltura 12,4 5,8 45,8 4,2Viticoltura 11,7 11,4 9,7 15,9Altre legnose 1,3 0,8 0,2 5,7Prodotti Zootecnici alimentari totale 2.493.893 39,1 1.870.735 41,5 334.362 30,8 288.796 37,8Carni bovine 10,4 11,2 9,5 7,2Carni suine 3,7 3,5 1,1 8,5Pollame 9,6 12,0 2,8 5,1Altre carni 2,8 3,0 1,3 4,0Latte vaccino 10,2 8,8 15,6 10,9Latte pecora e capra 0 0 0 0Uova 2,4 3 0,4 1,5Miele 0 0 0,1 0Prodotti Zootecnicinon alimentari 364 0 201 0 138 0 25 0

Totale 6.371.510 100 4.509.213 100 1.087.172 100 775.125 100

In particolare, la zootecnia, settore in cui l’IZSVe interviene in modo preminente, costi-tuisce la determinante principale del valore economico delle produzioni agricole. Nel Tri-veneto sono infatti operativi circa un quinto degli allevamenti di bovini italiani e circa undecimo di quelli avicoli.

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CONTESTO TERRITORIALE

INDAGINE SULLE STRUTTURE E LE PRODUZIONIDELLE AZIENDE AGRICOLE (SPA) - (ISTAT 2005)

Veneto Friuli Venezia P.A. di P.A di Triveneto ItaliaGiulia Trento Bolzano

n. capi n. capi n. capi n. capi n. capi n. capiBovini 857.215 104.031 43.934 142.113 1.147.293 5.930.479Suini 757.113 267.283 7.012 13.390 1.044.798 8.757.641Ovicaprini 16.451 4.459 35.619 63.442 119.971 7.908.991Equini 9.384 1.235 1.817 3.085 15.521 142.074Avicoli 40.526.558 5.119.715 1.388.427 94.089 47.128.789 149.064.470

DATI PRODUTTIVI DI MACELLAZIONE DEL TRIVENETO - NUMERO CAPI (ISTAT 2005)

Specie Veneto Friuli Venezia P.A. di P.A di Triveneto ItaliaGiulia Trento Bolzano

Bovini 961.143 28.002 7.387 19.681 1.016.213 4.105.916Suini 511.883 102.744 27.141 9.696 651.464 13.010.292Ovicaprini 18.293 2.127 4.402 25.683 50.505 6.848.805Equini 16.013 952 191 357 17.513 137.643Avicoli 183.479.629 - - - 183.479.629 447.875.421Conigli* 11.380.000 - - - 11.380.000 52.300.000* Fonte Avitalia - Unione Nazionale Avicunicola

Inoltre, molto sviluppato è il settore della macellazione: nel Triveneto vengonomacellati circa un quarto dei bovini macellati in Italia e oltre il 40% dei polli.

Percentuale di allevamenti sul totale nazionale

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

LA SALUTE DELLE POPOLAZIONIANIMALI

La tutela e il miglioramento del livellosanitario delle popolazioni animali rappre-sentano un obiettivo primario dei serviziveterinari e dell’Istituto, in funzione sia delraggiungimento del più elevato grado disicurezza degli alimenti, come previsto dal-le politiche comunitarie in materia di sicu-rezza alimentare, sia della salvaguardia del-le produzioni e del benessere animale.

La realizzazione di questi obiettivi sibasa sull’attivazione e gestione di sistemidi sorveglianza epidemiologica, che vedo-no un’attiva partecipazione dei laboratoridell’Istituto, finalizzati a garantire i neces-sari livelli di trasparenza sullo stato sanita-rio delle popolazioni animali e sul livello disalubrità degli alimenti.

I sistemi di sorveglianza epidemiologi-ca hanno come prerequisito fondamentalela qualificazione e la quantificazione del set-tore produttivo e, quindi, la precisa cono-scenza del numero e delle caratteristichedegli allevamenti presenti sul territorio. Que-sti dati anagrafici sono gestiti dai sevizi vete-rinari, a cui è deputato il censimento e l’ag-giornamento delle anagrafiche degli alle-vamenti e, per i bovini e i cani, dei singolianimali.

Prevenzione e controllo delle malattiedegli animali

Le principali attività diagnostiche dell’I-stituto nel settore della sanità animale riguar-dano il supporto tecnico-scientifico, l’ese-cuzione di esami e la consulenza operativanell’ambito di piani nazionali o regionali diprevenzione, controllo ed eradicazione del-le principali malattie animali, con particola-re riferimento alle infezioni trasmissibili all’uo-mo (zoonosi).

Tali piani sono indirizzati da un lato aridurre la frequenza o a eliminare determi-nate malattie presenti negli allevamenti ita-

liani, dall’altro a prevenire l’introduzione diinfezioni già eliminate (malattie esotiche).

Negli ultimi decenni, una delle attivitàprincipali è stata la partecipazione alla rea-lizzazione dei piani nazionali di eradicazio-ne della tubercolosi bovina, della brucello-si bovina e ovi-caprina e della leucosi bovi-na enzootica. L’intero territorio di compe-tenza dell’Istituto può ormai considerarsilibero da tali infezioni.

Sono, inoltre, in atto i piani di sorve-glianza e di controllo delle encefalopatiespongiformi trasmissibili degli animali (ence-falopatia spongiforme bovina, scrapie del-la pecora, della capra e del muflone e chro-nic wasting disease del cervo mulo e del-l’alce), della blue tongue e di altre malattieinfettive e contagiose degli animali (esem-pio: rinotracheite infettiva del bovino, diar-rea virale bovina-malattia delle mucose, mor-bo di Aujeszky del suino, mixomatosi delconiglio, rinopolmonite equina, setticemiaemorragica virale e necrosi ematopoieticainfettiva della trota, varroasi delle api).

Sulla base di specifiche normativecomunitarie, sono stati recentemente avvia-ti piani di controllo di agenti di malattia ali-mentare per l’uomo (salmonella) presentinegli allevamenti avicoli. È questo un esem-pio di attivazione di programmi di migliora-mento della salute degli animali finalizzatialla produzione di alimenti sicuri per il citta-dino e, quindi, alla riduzione dei rischi perla salute umana.

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CONTESTO TERRITORIALE

Per quanto riguarda la prevenzione del-le malattie esotiche e la gestione delle emer-genze, l’Istituto partecipa alla realizzazionedei piani di sorveglianza e prevenzione neiconfronti di queste infezioni. Tali piani sonofinalizzati a garantire l’assenza dal territorionazionale o la rapida eradicazione in casodi introduzione negli allevamenti delle prin-cipali malattie infettive e contagiose deglianimali che possono avere un impatto deva-stante sulle produzione zootecniche (influen-za aviaria, afta epizootica, pesti suine) ocostituire un rischio evidente per la saluteumana (rabbia).

Miglioramento delle produzionizootecniche

Il miglioramento del benessere anima-le e dell’efficienza produttiva degli alleva-menti richiede l’ottimizzazione dei sistemidi allevamento e il controllo delle malattie.L’Istituto nel corso degli ultimi anni ha poten-ziato i servizi diagnostici con la messa apunto e impiego anche nei laboratori peri-ferici di metodiche diagnostiche rapide, l’in-cremento dei livelli di specializzazione neidiversi settori di allevamento e l’organizza-zione di un servizio di assistenza tecnica aiveterinari libero professionisti. In tal sensoè stata indirizzata anche una specifica atti-vità di formazione e aggiornamento.

IL SETTORE ALIMENTARELa trasformazione e distribuzione dei

prodotti agro-zootecnici (vegetali e anima-li) rappresentano due settori di attività cherivestono una notevole importanza per l’e-conomia italiana e per il Nord Est in parti-colare.

In maniera più specifica, si intende rife-rirsi alle fasi di: trasformazione agro-indu-striale, distribuzione (Grande Distribuzionee Distribuzione Organizzata, nel complessoGDO), produzione per vendita al dettaglio

e somministrazione di alimenti, sia nel cana-le della ristorazione sia, assai rilevante, all’in-terno dell’offerta turistica.

Per il Triveneto gli ambiti merceologicidi particolare rilevanza includono: carnibianche (tacchino, pollo e coniglio), carnirosse (bovino adulto e vitello), latte e deri-vati, prodotti della pesca, ortaggi, dolciario.

Di seguito vengono esaminate nel det-taglio le suddette voci per offrire un quadrod’insieme sull’importanza che il settore del-la trasformazione e somministrazione deglialimenti riveste per il contesto territoriale tri-veneto.

Trasformazione agro-industrialeQuesto settore comprende tutte le

imprese che operano una trasformazionedi prodotti vegetali (frutta e verdura) e pro-dotti di origine animale (in primis carni,pesce, latte, uova) per la vendita all’ingrossoche avviene attraverso i canali della GDO(catene di iper e supermercati, grossisti…)o della ulteriore trasformazione e sommini-strazione.

Prodotti della trasformazione del lattecome i formaggi, rivestono un ruolo impor-tante per le attività di controllo e di ricono-scimento della denominazione di origineprotetta. Si segnalano, in particolare, i for-maggi: Asiago, Grana Padano, Montasio,

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Monte Veronese, Provolone Valpadana eTaleggio in Veneto; Asiago, Grana Padano,Provolone Valpadana, Spressa delle Giu-dicarie, Stelvio o Stilfser in Trentino Alto Adi-ge e Montasio in Friuli Venezia Giulia.

Nel complesso il Triveneto annovera cir-ca il 13% di tutte le industrie alimentari d’I-talia, pari a circa 9.150 realtà. A fronte diquesto numero, il prodotto interno lordo daesse generato corrisponde ad oltre 3 miliar-di di euro (Fonte: Infocamere, anno 2004).

Distribuzione alimentare (GDO)Per “Grande Distribuzione Organizza-

ta” (GDO) si intende l’insieme della “Gran-de Distribuzione” (imprese distributrici chesotto forma di unica impresa agiscono sututto il territorio nazionale o larga parte diesso) e della “Distribuzione Organizzata”(forme distributive di tipo associativo o coo-perativo presenti sul territorio nazionale sot-to forma di imprese diverse ma che agi-scono sotto un’unica insegna e coordinateda una sede nazionale).

Nel complesso, la GDO rappresental’anello di congiunzione tra la produzione eprima trasformazione di alimenti con le suc-cessive fasi di ulteriore trasformazione e

consumo, sia domestico sia commerciale.Il prodotto interno lordo generato dal

commercio all’ingrosso e al dettaglio nel Tri-veneto è di poco superiore a 20 miliardi dieuro (Fonte: ISTAT, anno 2004). Ciò signifi-ca che quasi il 10% della ricchezza pro-dotta nella macroregione è riconducibile alsettore della GDO.

Particolarmente significativo il contri-buto del settore lattiero caseario. Nel Trive-neto si raccoglie infatti il 18,3% del latte pro-dotto in Italia.

Settore turismoIndubbiamente l’importanza che l’eco-

nomia legata al turismo riveste per le treregioni del Nord-Est risulta significativa-mente maggiore rispetto al contesto italia-no. Il Triveneto, infatti, contribuisce per oltreun quinto alla produzione del PIL turisticonazionale.

Da ciò deriva l’importanza del settoreturistico per l’economia complessiva delNord-Est sia in termini finanziari, sia perquanto concerne l’occupazione.

Nel complesso, la ricchezza generatada questo settore è vicina a 15 miliardi dieuro, stando ai dati Istat del 2004.

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IDENTITÀ AZIENDALE

CENNI STORICI1924. L’Ordine dei veterinari di Padova,

in particolare il dottor Ettore Gasparetto e ildottor Luigi Piantavigna segnalano la neces-sità di realizzare un istituto sperimentale aindirizzo scientifico e pratico che potesseessere di valido aiuto ad allevatori e veteri-nari nell’affrontare e risolvere i numerosi pro-blemi legati al mondo della zootecnia, non-ché per la diagnosi di laboratorio, la pro-duzione di sieri e di vaccini e per la difesadel bestiame dalle malattie infettive.

1925. L’amministrazione provinciale diPadova fa propria l’iniziativa, seguita a bre-ve distanza di tempo dalla provincia diVenezia.

1926. Dopo varie riunioni tenutesi alter-nativamente a Padova e Venezia, molti espo-nenti delle province delle Tre Venezie e del-le più rappresentative personalità dell’am-biente agrario-veterinario intervengono aPadova, presso la sede dell’amministrazio-ne provinciale, e pongono le basi della nuo-va realizzazione.

L’Istituto è costituto inizialmente comeconsorzio interprovinciale “volontario”, frale province di Belluno, Bolzano, Fiume,Padova, Pola, Rovigo, Trento, Treviso eVicenza. In seguito, si aggregano anche lerimanenti province del Triveneto con l’ade-

sione della provincia di Gorizia nel 1937 esubito dopo di quella di Ferrara.

1929, 15 giugno. È inaugurato l’IstitutoZooprofilattico Sperimentale delle Venezie(IZSVe). L’Istituto nasce a Padova, quasi percontinuare l’eredità scientifica lasciata dalprofessor Giuseppe Orus, che ha introdot-to nel 1774 lo studio sistematico della medi-cina veterinaria nel Veneto Dominio.

1935. Il Magnifico Rettore, professorCarlo Anti, che già precedentemente ave-va assicurato la cooperazione scientificadell’Università di Padova, realizza l’aggre-gazione dell’Istituto all’Università di Padovacon una convenzione approvata dai mini-steri dell’Interno e dell’Educazione nazio-nale. Sono così riconosciuti e confermati trai due enti quei rapporti di collaborazione,già previsti dallo statuto, in cui è sancita l’u-nione morale dell’Università e dell’IstitutoZooprofilattico nel campo culturale e scien-tifico, pur rispettando l’assoluta autonomiae indipendenza di ciascuno.

Fino al 1950. La direzione dell’Istitutoè affidata al professor Plinio Carlo Bardelli,che proveniva dai laboratori dell’EsercitoItaliano, coadiuvato da alcuni collaborato-ri tra cui Cesare Menzani, anatomo-patolo-go e futuro secondo direttore. Si sonoaggiunte diverse sedi periferiche nelleregioni del Veneto, Friuli Venezia Giulia eTrentino Alto Adige.

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Identità aziendale

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

1995. La sede centrale dell’IZSVe si tra-sferisce a Legnaro, in provincia di Padova.

2006. Oggi questo Istituto, assieme aglialtri nove dislocati nel resto del territorionazionale, contribuisce a comporre una retedi strutture che rappresenta un unicum nelpanorama internazionale.

L’IZSVe, oltre alla sede centrale diLegnaro, si avvale di sezioni diagnosticheperiferiche dislocate nel Triveneto (Adria,Belluno, Bolzano, Pordenone, S. Donà diPiave, Trento, Treviso, Udine, Verona eVicenza).

L’Istituto è un ente sanitario di dirittopubblico che svolge attività di prevenzione,di controllo e di ricerca nell’ambito dellasanità e del benessere animale, della sicu-rezza alimentare e della tutela ambientale.

MISSIONELa missione dell’Istituto è rispondere ai

bisogni di salute pubblica in termini di sicu-rezza alimentare e di prevenzione della tra-smissione delle malattie tra animale e uomoe di benessere animale in termini di sanitàe di condizioni di vita dell’animale.

L’Istituto opera per la salvaguardia del-

la salute del cittadino, per il sostegno del-le produzioni alimentari e per il migliora-mento dell’interazione uomo animale.

A tal fine interviene mediante appropriatiinterventi:• il controllo della presenza di agenti

nocivi e/o indesiderati negli alimenti;• la prevenzione e il controllo

delle malattie degli animali;• l’attività di ricerca tecnico-scientifica;• l’attività di formazione e comunicazione.

VALORI GUIDANello svolgimento della sua attività l’I-

stituto aggiunge valore alle risorse impie-gate ispirandosi ai seguenti criteri.

Centralità dell’utente L’Istituto orienta appropriati interventi,

accogliendo le richieste delle realtà pro-duttive che caratterizzano il territorio di com-petenza alla luce della continua evoluzio-ne socio-economica e normativa, quest’ul-tima fortemente condizionata dalle indica-zioni comunitarie.

Responsabilità e consapevolezza deglioperatori

L’Istituto promuove la responsabilitàindividuale ovvero la capacità di assume-re un comportamento etico nei confrontidegli interlocutori esterni ed interni. In talsenso l’Istituto incentiva la crescita dellaconsapevolezza degli effetti dei risultati tec-nico-scientifici prodotti. Per questo motivoviene rivolta una peculiare attenzione allaqualità delle prestazioni e al suo migliora-mento continuo, nel rispetto dell’autonomiae dell’interdipendenza di ciascun ruolo pro-fessionale.

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IDENTITÀ AZIENDALE

Riconoscimento della personaIl raggiungimento degli obiettivi non può

prescindere dal riconoscimento della per-sona che, nel ruolo di operatore e a varilivelli, esplica la sua attività per l’Istituto. Per-tanto vengono pianificate azioni finalizzatealla promozione della crescita culturale eprofessionale e allo sviluppo della motiva-zione e della partecipazione: dal rispettodei criteri di sicurezza negli ambienti di lavo-ro alla qualità delle relazioni, dall’analisi deifabbisogni formativi alla realizzazione dipercorsi di aggiornamento e ricerca di unacomunicazione efficace.

Trasparenza nella gestione e nell’informazione

L’appartenenza alla rete delle informa-zioni scientifiche riguardanti la sanità ani-male e la sicurezza alimentare e che sigenerano a vari livelli, pubblico e privato,conferisce all’Istituto una posizione strate-gica nella divulgazione. Infatti attraverso lacomunicazione scientifica e istituzionale l’I-stituto è impegnato a promuovere la fiduciadei cittadini nelle Istituzioni preposte allatutela della salute pubblica. Per il ruolo cheesso svolge e per gli esperti di cui dispone

sono riconosciute la sua credibilità e la suaaffidabilità.

Rispetto per l’animaleGli animali hanno sensazioni e i mam-

miferi anche emozioni. Tra queste ultime lacapacità di provare sofferenza è uno deglielementi principali di cui si deve tener con-to nel rapporto tra l’uomo e l’animale, chedeve quindi essere regolato da questa con-siderazione.

Gli interventi dell’Istituto sono condottitutelando l’animale non solo sotto il profilosanitario e nel rispetto delle esigenze fisio-logiche, ma anche preservandone l’integritàpsico-fisica e le esigenze comportamentali.

Solidarietà e sostegnoLe competenze tecnico-scientifiche

maturate dagli esperti dell’Istituto e i risul-tati delle attività svolte sono sistematica-mente rese disponibili alla collettività nazio-nale e internazionale. In tal modo il patri-monio di conoscenze viene messo a servi-zio del miglioramento delle condizioni socia-li e sanitarie delle popolazioni, anche deiPaesi in via di sviluppo.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

GLI INTERLOCUTORISono interlocutori (stakeholders) le isti-

tuzioni e le persone, anche riunite in asso-ciazioni, portatori di valori, bisogni, interes-si, aspettative nei confronti dell’Istituto.

Nella costruzione della mappa degliinterlocutori, questi ultimi sono stati classifi-cati in tre principali categorie che diretta-mente e indirettamente sono interessati: sog-getti pubblici, soggetti privati e la collettività.

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IDENTITÀ AZIENDALEIDENTITÀ AZIENDALE

ASSETTO AZIENDALEOrgani aziendali di governoConsiglio di amministrazione (Cda)

È composto da sei membri dei quali unodesignato dal ministero della Salute, duedalla Regione del Veneto, uno dalla Regio-ne autonoma Friuli Venezia Giulia, uno dal-la Provincia autonoma di Bolzano e uno dal-la Provincia autonoma di Trento, scelti traesperti, anche di organizzazione e pro-grammazione, in materia di sanità.

Il Cda ha compiti di indirizzo, di coor-dinamento e di verifica delle attività dell’I-stituto e si riunisce almeno ogni bimestresu convocazione del presidente e ogni-qualvolta lo richiedano almeno due dei suoicomponenti.Presidente

È eletto dal Consiglio di amministrazio-ne a maggioranza assoluta dei componen-ti. Convoca e presiede il Consiglio di ammi-nistrazione, stabilendone l’ordine del gior-no, e partecipa alle sedute del Comitato diindirizzo e programmazione, formato dai pre-sidenti delle Regioni e delle Province auto-nome cogerenti o dagli assessori da essidelegati.Direttore generale

È il legale rappresentante dell’Istituto eprovvede alla gestione generale dello stes-so. È nominato con delibera della giuntadella Regione del Veneto di concerto conla giunta della Regione autonoma del Friu-li Venezia Giulia e le giunte delle Provinceautonome di Bolzano e Trento, tra i soggettiin possesso dei requisiti previsti dalla nor-mativa in vigore. Il Direttore generale è coa-diuvato da un Direttore sanitario veterinarioe da un Direttore amministrativo.Collegio dei revisori

È composto da tre membri di cui unodesignato dal ministero del Tesoro e duedesignati a rotazione rispettivamente dalleRegioni e dalle Province Autonome, scelti

tra i revisori contabili abilitati al controllo dilegge dei documenti contabili.

Il Collegio dei revisori vigila sull’attivitàamministrativa dell’Istituto e sull’osservan-za delle leggi e, in particolare, verifica laregolare tenuta della contabilità ed esami-na il bilancio preventivo economico annua-le e il bilancio di esercizio. Inoltre accertatrimestralmente la consistenza di cassa.

ASSETTO ORGANIZZATIVONel 2005 l’Istituto ha avviato una rior-

ganizzazione, pienamente attuata nel 2006,in base alla quale la struttura è stata sud-divisa nelle seguenti 3 aree:

Area direzione strategica a cui fannocapo le unità organizzative che rappre-sentano lo strumento per gestire le funzio-ni aziendali strategiche di carattere gene-rale di supporto al governo dell’Istituto;

Area tecnico-sanitaria che costituiscel’area tecnico funzionale mediante cui l’I-stituto assicura nel proprio ambito territo-riale l’erogazione dell’attività sanitaria isti-tuzionale, attraverso un elevato livello diintegrazione tra i diversi servizi che eroga-no le prestazioni sanitarie;

Area tecnico-amministrativa a cui fan-no capo i servizi professionali, tecnici eamministrativi che rappresentano lo stru-mento con cui sono acquisite e gestite lerisorse produttive umane e materiali neces-sarie al funzionamento.

Area direzione strategica Le seguenti strutture compongono l’a-

rea direzione strategica che risponde allaDirezione generale.

Unità operativa segreteria generale egestione atti: costituisce il punto di riferi-mento per i contatti con l’esterno in partico-lare per quelli che attengono all’attività del-la direzione generale e di quella sanitaria;

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Unità operativa pianificazione, pro-grammazione, qualità, sicurezza e con-trollo: supporta dal punto di vista tecnicoe metodologico la definizione e il monito-raggio delle strategie aziendali e il proces-so decisionale della direzione con elemen-ti e analisi quantitative e qualitative;

Unità operativa supporto organi isti-tuzionali: cura i rapporti con il Consiglio di

amministrazione e supporta dal punto divista amministrativo le attività dello stesso,con particolare riferimento ai provvedimentideliberativi;

Unità operativa gestione ricerche:gestisce l’attività amministrativa di ricercae la rendicontazione dell’attività di ricercadell’Istituto.

U.O. SEGRETERIA GENERALE

E GESTIONE ATTI

U.O. PIANIFICAZIONE, PROGRAMMAZIONE, QUALITÀ, SICUREZZA

E CONTROLLO

U.O. SUPPORTO ORGANI ISTITUZIONALI

U.O. GESTIONE RICERCHE

Area tecnico-amministrativaLe seguenti strutture compongono l’a-

rea tecnico-amministrativa di cui è respon-sabile il Direttore amministrativo;

Sevizio affari generali: gestisce, sottoil profilo giuridico/amministrativo i rapportitra l’Istituto e il mondo esterno, con parti-colare riferimento a problematiche genera-li strumentali al funzionamento dell’Ente nelsuo complesso;

Servizio economico e finanziario:gestisce tutti gli aspetti economici, finan-ziari, fiscali e patrimoniali dell’Istituto attra-verso gli strumenti contabili previsti dallanormativa vigente;

Servizio gestione risorse umane:gestisce l’acquisizione e l’amministrazionedella risorsa umana, dal punto di vista giu-ridico, economico, previdenziale e operati-vo, e supporta la direzione nei rapporti conterzi in materia di personale;

Servizio economato e provveditora-to: garantisce l’approvvigionamento di beni,servizi e attrezzature necessari al funzio-namento dell’Istituto;

Servizio tecnico: gestisce, mantiene esviluppa il patrimonio immobiliare e mobi-liare dell’Istituto;

Servizio controllo di gestione: svi-luppa strumenti di controllo di gestione ingrado di supportare il processo decisiona-le e di monitoraggio dell’attività erogata dal-l’Istituto ai vari livelli;

Servizio informatica: supporta e gesti-sce lo sviluppo di strumenti informaticihardware, software e di gestire la rete di tra-smissione dati dell’Istituto. In particolare sioccupa della progettazione, realizzazione egestione dei piani di sviluppo del sistemainformatico.

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IDENTITÀ AZIENDALE

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Area tecnico-sanitariaL’area tecnico-sanitaria è composta da

nove strutture complesse (SC), che rag-gruppano laboratori e servizi presenti nel-la sede centrale, e da sei strutture com-plesse territoriali (SCT) che riuniscono ilaboratori decentrati a livello territoriale.Responsabile di quest’area è il Direttoresanitario.

Strutture complesseSC1 - Microbiologia alimentareLa struttura fornisce un supporto tec-

nico-scientifico ai piani di sicurezza ali-mentare con specifico riferimento al con-trollo ufficiale degli alimenti (esami e ana-lisi necessari all’attività di controllo sugli ali-menti di origine animale), all’attività di ricer-ca sperimentale veterinaria nel settore del-la microbiologia degli alimenti e al miglio-ramento igienico delle produzioni.

SC2 - ChimicaLa struttura fornisce supporto tecnico-

scientifico ai piani di sicurezza alimentarecon specifico riferimento al controllo uffi-ciale degli alimenti, ai piani di monitorag-gio regionale, all’azione di farmacovigilan-za veterinaria e allo studio e alla speri-mentazione di tecnologie e metodichenecessarie al controllo sulla salubrità deglialimenti di origine animale e dell’alimenta-zione animale.

SC3 - Diagnostica specialisticaLa struttura fornisce un servizio dia-

gnostico specialistico delle malattie deglianimali e delle zoonosi caratterizzato daelevata competenza e sensibilità alle tema-tiche più attuali, quali:

• sorveglianza epidemiologica nell’am-bito della sanità animale;

• metodi alternativi all’impiego di model-li animali nella sperimentazione scien-tifica;

• ricerca scientifica sperimentale veteri-naria nei settori di competenza.SC4 - Epidemiologia veterinariaLa struttura promuove e sviluppa l’im-

piego di metodi epidemiologici nella gestio-ne della sanità pubblica veterinaria. È sededel Centro regionale di epidemiologia vete-rinaria (CREV).

Il Crev rappresenta l'interfaccia tra i ser-vizi veterinari territoriali e l'Istituto Zooprofi-lattico (IZSVe) occupandosi, nel ruolo dinodo informativo, del miglioramento dellaqualità dei servizi offerti.

SC5 - Sanità e benessere animaleLa struttura fornisce un servizio spe-

cialistico per la gestione dei piani in sanitàanimale e per la promozione del benesse-re animale.

In particolare si occupa del serviziodiagnostico delle malattie degli animali edelle zoonosi e della sorveglianza epide-miologica nell’ambito della sanità animalee igiene delle produzioni zootecniche.

SC6 - Ricerca e sviluppoLa struttura crea e consolida compe-

tenze attraverso l’innovazione e la coope-razione tecnico-scientifica con istituti delsettore veterinario. Effettua ricerche di basee finalizzate per lo sviluppo delle cono-scenze nell’igiene e sanità veterinaria,secondo programmi e anche medianteconvenzioni con università e istituti di ricer-ca italiani e stranieri, nonché su richiestadello Stato, delle Regioni e delle Provinceautonome e di enti pubblici e privati.

SC7 - Comunicazione e conoscenzaper la salute

La struttura promuove la valorizzazio-ne dell’Istituto gestendo i processi infor-mativi e il rinnovamento tecnico-culturaleattraverso la gestione programmata estraordinaria della comunicazione median-te l’impiego competente degli strumentidell’informazione, la formazione di perso-nale specializzato nel campo della zoo-profilassi anche presso istituti e laboratoridi paesi esteri e l’organizzazione e gestio-ne di un’accettazione centralizzata che rap-presenti un punto fondamentale di colle-gamento per la ricezione e l’invio di cam-pioni ed esiti e di interfaccia con l’utenza.

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IDENTITÀ AZIENDALE

SC8 - Analisi del rischio esistemi di sorveglianza insanità pubblica

La struttura fornisce sup-porto tecnico-scientifico perl’esecuzione di analisi delrischio e l’attivazione di siste-mi di controllo di filiera.

In particolare si occupadella sorveglianza epidemio-logica nell’ambito dell’igienedegli alimenti di origine ani-male e delle verifiche e deglistudi sperimentali sui rischi perla popolazione umana legatial consumo di prodotti di origine animale.

SC9 - Animali e ambienteLa struttura sviluppa progetti correlati

all’impiego degli animali e problematicheambientali e sociali.

In particolare si occupa dello studio ditecnologie e metodiche necessarie al con-trollo sull’igiene dell’alimentazione animale,di metodi alternativi all’impiego di modellianimali nella sperimentazione scientifica edegli studi sperimentali sui rischi per lapopolazione umana legati alla presenza dianimali. Inoltre approfondisce le problema-tiche sanitarie relative al rapporto uomo/ani-mali in ambito urbano.

Strutture complesse territorialiLe strutture complesse territoriali forni-

scono un servizio in grado di soddisfare ibisogni espressi da chi opera sul territorioe rappresentano un punto fondamentale perla costituzione delle reti di epidemiosorve-glianza, che devono essere attivate sullabase di quanto disposto dalla vigente nor-mativa in materia sanitaria.

Oltre all’erogazione di servizi finalizzatialla diagnosi delle principali malattie deglianimali e al controllo della sicurezza e salu-brità degli alimenti, ogni struttura comples-sa territoriale si caratterizza per lo svolgi-mento di attività specialistiche in relazionealle caratteristiche produttive del territorio

di competenza. Di seguito sono illustrate leprincipali attività specialistiche delle 6 strut-ture complesse territoriali.

SCT 1 - Attività specialistica della strut-tura complessa territoriale 1 di Verona eVicenza

Le due province sono leader per quan-to riguarda l’allevamento di bovini, in parti-colare della vacca da latte e l’avicoltura. Pertale ragione è attivo un centro specialisticoche approfondisce i processi produttivi e leprincipali patologie della vacca da latte. Inparticolare sono state sviluppate le attivitàrelative alle cinque patologie più importan-ti nel settore: patologia della mammella, ipo-fertilità infettiva, paratubercolosi, malattieenteriche neonatali e malattie respiratorie.

SCT 2 - Attività specialistica della strut-tura complessa territoriale 2 di Treviso, Bel-luno e Venezia

In provincia di Treviso sono presentigrossi nuclei produttivi in particolare nel set-tore cunicolo, avicolo (ovaiola leggera) ebovino (vitelli a carne bianca). Per le carat-teristiche del settore zootecnico e conside-rando i segnali provenienti dal mondo del-le associazioni produttive, la SCT2approfondisce gli aspetti legati all’alleva-mento e alla patologia nel settore cunicoloe in quello avicolo. Inoltre il laboratorio diBelluno si occupa dell’attività di sorveglian-za sulla fauna selvatica.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

SCT 3 - Attività specialistica della strut-tura complessa territoriale 3 di Padova eRovigo

Considerando l’importanza del settoreittico e della molluschicoltura nel territorio dicompetenza dell’Istituto e la necessità di darenuovo impulso all’attività in tale settore laSCT3 approfondisce in modo specialistico iproblemi della filiera ittica attraverso un ser-vizio dedicato all‘ittiopatologia presso il labo-ratorio di Adria e per la patologia dei mollu-schi presso il laboratorio di Udine.

Inoltre, poiché le province di Padova eRovigo hanno una realtà zootecnica moltoimportante per quanto riguarda l’allevamen-to del vitellone e dei vitelli a carne bianca èattiva presso il laboratorio di Padova un’atti-vità diagnostica specialistica nel settore delbovino da carne.

SCT 4 - Attività specialistica della strut-tura complessa territoriale 4 di Pordenone eUdine

La struttura si occupa in maniera spe-cialistica della diagnosi e della tipizzazionemolecolare dei patogeni alimentari e rap-presenta il punto di riferimento dell’Istitutoper la caratterizzazione dei ceppi di E. coli.

SCT 5 - Attività specialistica della strut-tura complessa territoriale 5 di Trento

È oggi sempre più sentita la necessità divalorizzare il prodotto tipico locale, special-mente in un territorio montano che ha unagrande tradizione di caseificazione, del lattevaccino e ovi-caprino. Nella regione TrentinoAlto Adige e in provincia di Belluno vi è unimportante e consistente patrimonio ovi-capri-no che merita attenzione per gli aspetti sani-tari e zootecnici degli animali e di trasforma-zione del latte in formaggi tipici locali. Per-tanto la SCT5 approfondisce gli aspetti del-l’allevamento, le patologie di questi ruminan-ti e le tecniche di trasformazione del latte e distagionatura del formaggio. Considerata, inol-tre, la presenza di una radicata realtà zoo-

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IDENTITÀ AZIENDALE

tecnica nel settore della vacca da latte, laSCT5 sviluppa gli aspetti concernenti l’alle-vamento della vacca da latte in zona alpina.

SCT 6 - Attività specialistica della strut-tura complessa territoriale 6 di Bolzano

Per la particolare vocazione territorialeall’allevamento della bovina da latte, la SCT6offre un’attività di consulenza ai veterinarilibero-professionisti, oltre alla diagnosticasia di base, sia specialistica in ambito buia-trico; soprattutto per gli aspetti concernentil’allevamento in zona alpina. Il Laboratoriodi diagnostica clinica e di sierologia garan-tisce supporto tecnico-scientifi-co e diagnostico ai piani di con-trollo ed eradicazione delle malat-tie infettive dei bovini promossi egestiti dal Servizio veterinario pro-vinciale.

Centri di referenzaL’IZSVe è attualmente sede

di 5 Centri di Referenza Nazio-nali (CRN):■ CRN Apicoltura■ CRN Influenza aviaria e

per la malattia di Newcastle■ CRN Malattie dei pesci,

molluschi e crostacei■ CRN Rabbia■ CRN Salmonellosi

I Centri di referenza si occu-pano di:

• confermare la diagnosi effettuata daaltri laboratori;

• attuare la standardizzazione delle meto-diche di analisi;

• avviare idonei “ring test” (controlli inter-laboratori) tra gli Istituti ZooprofilatticiSperimentali;

• utilizzare e diffondere i metodi ufficialidi analisi;

• predisporre piani di intervento;• collaborare con altri centri di referenza

comunitari o di paesi terzi;• fornire assistenza e informazioni spe-

cialistiche al Ministero della Salute.

A livello internazionale l’IZSVe è statonominato:■ Laboratorio di referenza Oie per

l’encefaloretinopatia virale■ Laboratorio di referenza Oie e Fao

per la malattia di Newcastle el’influenza aviaria

■ Laboratorio di referenza Oieper la salmonellosi

■ Centro di collaborazione OIE perl’epidemiologia e la formazionein relazione al controllo di malattie aviarie emergenti

Questi laboratori hanno il compito diaffrontare le diverse problematiche scienti-fiche e tecniche connesse alle malattie com-prese nelle liste dell’Oie. Sono dei centri dieccellenza che, oltre alla ricerca su unaspecifica malattia, si occupano della stan-dardizzazione delle tecniche diagnostiche.

Dipartimenti funzionaliPer le problematiche sanitarie di carat-

tere generale che richiedono come rispo-sta azioni complesse non strettamente cor-relate ad aree omogenee di attività sonostati identificati 4 dipartimenti funzionali (sor-

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

veglianza epidemiologica, sicurezza ali-mentare, igiene delle produzioni zootecni-che, centro specialistico di ittiopatologia).I dipartimenti sonofinalizzati ad attivareun collegamento fun-zionale tra le differen-ti strutture interne cheoperano su più tema-tiche. In particolare:

Dipartimento disorveglianza epide-miologica: garantisceadeguate azioni dicontrollo e monitorag-gio del territorio neiconfronti delle malat-tie trasmissibili daglianimali comprese nella lista dell’OIE e del-le zoonosi;

Dipartimento di sicurezza alimentare:garantisce un efficace controllo della filie-ra alimentare per monitorare il rischio sani-

tario legato al consumo degli alimenti in unsistema produttivo dinamico;

Dipartimento di igiene delle produzionizootecniche: garanti-sce la sanità e la qua-lità delle azioni prima-rie attraverso azioni disupporto e consulen-za ai veterinari liberiprofessionisti, agli alle-vatori, alle organizza-zioni dei produttori ealle industrie in ambi-to di sanità, alimenta-zione e benessere ani-male;

Centro specialisti-co dipartimentale di

ittiopatologia: coordina a livello funzionalele attività dei laboratori che si occupano diittiopatologia, sviluppando anche le fun-zione del Centro di referenza per le malat-tie dei pesci, molluschi, crostacei.

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IDENTITÀ AZIENDALE

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

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Parte 2

RISORSERisorse umane• Personale

Risorse economico-finanziarie• Gestione del patrimonio• Performance economica

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

PERSONALEL’amministrazione ha sempre posto nel-

le proprie linee strategiche di sviluppo lagestione delle risorse umane come una del-le principali priorità dell’Istituto.

Ciò deriva dalla necessità e volontà diriqualificare il ruolo di ogni dipendente siasotto il profilo della motivazione personaleche della preparazione professionale.

La complessità della materia e il volu-me di iniziative necessarie ha richiesto unapproccio multidimensionale da attuarsi lun-go un percorso temporale di medio-lungotermine.

Le principali dimensioni su cui si è con-centrata l’azione dell’amministrazione sonostate:

• una politica di forte riqualificazione pro-fessionale del personale attraverso unpiano di formazione e aggiornamentocontinuo, definito sulla base dell’anali-si dei bisogni espressi direttamentedagli operatori;

• la riorganizzazione dei servizi che han-no maggiore impatto su alcuni requisi-ti essenziali di qualità delle prestazionierogate all’utenza esterna;

• una migliore definizione delle varie for-me di contratto attivabili in alternativaalla normale assunzione in ruolo;

• l’attivazione di strumenti di comunica-zione all’interno dell’Istituto;

• il complessivo miglioramento delle rela-zioni con le rappresentanze sindacali.

Risorse umane

Consistenza del personaleRuolo Profilo 2006 2005 2004 2003

Veterinari 44 36 35 32Ruolo Sanitario Biologi 9 7 6 6

Chimici 6 5 5 4Altro 124 124 111 105Totale 183 172 157 147

Ruolo Professionale 2 1 1 1Ruolo Tecnico 117 102 89 101Ruolo Amministrativo 119 103 96 102Altro Personale (Borse di Studio, CoCoCo, Comandi) 75 109 114 68

TOTALE PERSONALE 496 487 457 419

COMPOSIZIONE DEL PERSONALE AL 31.12

La forza lavoro complessivamente presente al 31.12, comprendente sia il personale concontratto di lavoro a tempo indeterminato e determinato che il restante personale a ter-mine, è indicato nella seguente tabella.

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RISORSE UMANE

Il grafico seguente illustra la composizione percentuale delle diverse categorie pro-fessionali sul totale delle risorse umane dell’Istituto.

Composizione del personale al 31.12.2006

Distribuzione del personale per genere al 31.12.2006

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Il seguente grafico riporta la spesa sostenuta dall’Istituto per le risorse umane nell’ul-timo quadriennio ed evidenzia lo sforzo, anche economico, sostenuto per potenziare eriqualificare tale area.

La spesa per personale nel 2006 è cresciuta complessivamente del +36,92% rispet-to al 2003, pur mantenendo il bilancio complessivo dell’Istituto sostanzialmente in utile.

2006 2005 2004 2003Numero di corsi 25 13 nd ndPersonale coinvolto(docenti e personale servizio formazione) 36 15 nd nd

2006 2005 2004 2003Numero di corsi 36 22 31 17Personale coinvolto(docenti e personale servizio formazione) 37 23 33 19

CORSI DI FORMAZIONE

CORSI DI FORMAZIONE ECM

2006 2005 2004 20031594 948 957 580

NUMERO PARTECIPANTI ALL’ATTIVITÀ FORMATIVA

Andamento della spesa per il personale

L’Istituto pone la formazione e l’aggiornamento permanenti tra gli obiettivi strategici prio-ritari che devono essere perseguiti al fine di garantire la crescita professionale del propriopersonale.

L’attività di formazione è indirizzata a favorire la crescita culturale necessaria a sostene-re un’organizzazione orientata alla ricerca, all’innovazione e ai costanti mutamenti determi-nati dall’evoluzione della domanda e delle conoscenze in ambito scientifico e tecnologico.

In tal senso, la formazione e l’aggiornamento contribuiscono ad adeguare la prepara-zione del personale garantendo al contempo comportamenti professionali e deontologici coe-renti con l’attività istituzionale e di sperimentazione.

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RISORSE ECONOMICO-FINANZIARIE

SPESE PER L’ATTIVITÀ FORMATIVA (IN EURO)

2006 2005 2004 2003608 308 336 192

ORE DEDICATE ALL’ATTIVITÀ FORMATIVA

2006 2005 2004 2003Spesa complessivamente sostenutaper formazione del personale 167.427 136.000 178.921 142.002(comparto e dirigenza)Spesa media per partecipante ai corsi 105,03 143,45 186,96 244,83Spesa media per dipendente 337,55 279,26 391,51 338,91

GESTIONE DEL PATRIMONIOSi riporta di seguito una rappresentazionesintetica al 31.12 di ogni anno. La situazio-ne patrimoniale dell’Istituto ha registrato un

trend positivo, che ha accompagnato la cre-scita tecnico-scientifica avvenuta negli ulti-mi anni.

Risorse economico-finanziarieVengono di seguito rendicontate le politiche di gestione del patrimonio e le performan-ce economiche dell’Istituto.

SITUAZIONE PATRIMONIALE AL 31.12

2006 2005 2004 2003 Var. % Var. % 2005-2006 2003-2006

Attivo 49.899.634 48.034.081 40.497.488 32.578.052 +3,9 53,2immobili 19.436.368 18.235.015 17.434.365 16.562.012 +6,6 17,4beni mobili durevoli 5.086.235 4.406.844 3.166.119 2.901.200 +15,4 75,3liquidità 9.255.335 12.700.457 8.469.761 2.760.364 -27,1 235,3rimanenze 312.227 130.023 78.602 218.206 +140,1 43,1crediti a breve 15.809.469 12.561.742 11.348.641 10.136.270 +25,9 56,0

Passivo 16.555.091 19.410.954 14.653.267 10.443.879 -14,7 58,5a breve 9.916.288 12.087.896 7.697.704 5.340.418 -18,2 85,7verso fornitori 3.804.877 4.668.770 3.994.745 4.418.824 -18,5 -13,9mutui 1.809.707 2.360.619 2.664.438 460.788 -23,3 292,7TFR 135.691 135.691 135.691 135.691 +0,0 0,0altro 888.528 157.978 160.689 88.158 +462,4 907,9

Risultato economicodell’esercizio 3.619.834 2.676.549 2.828.748 157.217 35,2 2202,4

Patrimonio netto 33.344.543 28.623.127 25.844.221 22.134.173 +16,5 50,6

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

CONTO ECONOMICO PER GLI ANNI 2003-2006

2006 2005 2004 2003 Var. % Var. % 2005-2006 2003-2006

Proventi 37.594.116 33.218.430 32.732.009 29.518.711 +13,2 +27,4Oneri dell'attività sanitaria -23.022.912 -20.202.038 -20.606.343 -20.333.299 +14,0 +13,2Oneri dell'attività non sanitaria -9.316.180 -9.020.932 -8.130.268 -7.964.880 +3,3 +17,0Risultato operativo 5.255.024 3.995.460 3.995.398 1.220.532 +31,5 +330,6Saldo della gestione finanziaria -73.328 -68.376 -78.001 -66.526 +7,2 +10,2Saldo della gestione straordinaria -74.562 -947 14.500 -6.724 +7773,5 +1008,9Imposte dell'esercizio -1.438.329 -1.249.588 -1.103.149 -990.066 +15,1 +45,3Risultato netto d'esercizio 3.619.834 2.676.549 2.828.748 157.216 +35,2 +2202,5

Nel quadriennio 2003-2006 il patrimonionetto dell’ente è cresciuto del 50,6%. L’ana-lisi delle passività evidenzia il notevole statodi salute finanziaria dell’Istituto, che malgra-do la forte espansione di attività e di risorseimpiegate, si trova in una situazione debito-ria ancora migliore rispetto a quella del 2003e non necessita al momento di anticipazionidi cassa da parte del tesoriere.

L’Istituto è ricorso a forme di indebita-mento mediante accensione di mutui un'u-

nica volta, con un mutuo di 2.500.000 euroacceso nel 2003 ed erogato nel 2004, desti-nato principalmente ad investimenti suimmobili e attrezzature sanitarie.

PERFORMANCE ECONOMICADi seguito si riporta il valore delle

determinanti principali della redditivitàaziendale.

Il 2006 vede un aumento superiore al 30% sia del risultato operativo sia del redditonetto. Rispetto agli anni precedenti, si rileva un aumento dei costi sanitari (+14,0% rispet-to al 2005 e +13,2% rispetto al 2003) e dei costi non sanitari (+3,3% rispetto al 2005 e+17,0% rispetto al 2003). Allo stesso tempo l’ammontare dei ricavi registra un incrementosignificativo, pari al 13,2% rispetto al 2005 e al 27,4% rispetto al 2003.

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RISORSE ECONOMICO-FINANZIARIE

RICAVI (IN EURO)

2006 2005 2004 2003 Var. % Var. % 2005-2006 2003-2006

Contributi in c/ esercizio a destinazione indistinta 24.173.559 20.820.138 19.586.601 16.878.236 +16,1 +43,2

Contributi statali per ricerche 1.991.531 2.264.189 1.378.728 887.434 -12,0 +124,4Contributi da Stato Regioni e Prov.Aut. piani di intervento 2.107.943 1.758.599 2.147.401 310.000 +19,9 +580,0settore veterinarioContributi per la gestione di emergenze sanitarie 3.353.561 2.450.565 3.204.833 3.826.874 +36,8 -12,4

Altri contributi 463.418 13.137 0 976.167 +3427,6 -52,5Ricavi da piani di profilassi e monitoraggi 1.238.839 1.207.168 1.372.701 1.013.691 +2,6 +22,2

Prestazioni di servizi a pagamento 2.501.384 2.288.507 1.952.555 1.519.033 +9,3 +64,7Ricavi da piani di vaccinazione influenza aviaria 905.640 1.778.074 2.357.782 3.385.956 -49,1 -73,3

Altri ricavi 803.270 638.053 731.408 721.320 +25,9 +11,3Proventi finanziari 7.219 7.098 6.608 1.813 +1,7 +298,2Proventi straordinari 25.786 1.579 15.034 195 +1.533,1 +13.123,6

Di seguito si rappresenta la composizione dei costi aziendali evidenziando quel-li caratteristici sanitari rispetto a quelli non sanitari.

COSTI (IN EURO)

2006 2005 2004 2003 Var. % Var. % 2005-2006 2003-2006

Costi caratteristici sanitari 23.022.912 20.202.038 20.606.343 20.333.299 +14,0 +13,2Costi caratteristici non sanitari 9.316.180 9.020.932 8.130.268 7.964.880 +3,3 +16,9Oneri finanziari 80.546 75.479 84.608 68.339 +6,7 +17,8Oneri straordinari 100.348 2.526 534 6.919 +3.872,6 +1.350,3Imposte 1.438.329 1.249.588 1.103.149 990.066 +15,1 +45,2

Ripartizione dei costi - anno 2006

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

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Parte 3

ATTIVITÀ E RISULTATISalute pubblica• Obiettivo 1

Aumentare la fiducia dei consumatorinei confronti degli alimenti

• Obiettivo 2Prevenire i rischi e aumentareil livello di sicurezza e di qualità degli alimenticonsumati dalla collettività

• Obiettivo 3Difendere la salute delle personedalle malattie trasmissibili da animali a uomo

Benessere e salute animale• Obiettivo 4

Contribuire alla tutela della sanità edel benessere degli animali da allevamento,da compagnia e selvatici

Ricerca• Obiettivo 5

Essere riconosciuticome riferimento tecnico-scientificosulle tematiche di salute pubblica,di sanità e di benessere animale

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

I sistemi di sicurezza alimentare dellaComunità Europea e degli Stati membri nelcorso degli anni ‘90 e dell’inizio di questodecennio si sono trovati sottoposti a pres-sioni senza precedenti in occasione delleemergenze che hanno interessato gli ali-menti e i mangimi: dalla BSE alle contami-nazioni degli allevamenti avicoli con diossi-na, agli antibiotici nelle uova.

Tali problemi hanno messo in luce da unlato l’esigenza di miglioramento dei sistemiproduttivi europei, dall’altro un’accresciutasensibilità e consapevolezza da parte delconsumatore europeo nei confronti del temadell’alimentazione.

L’UE ha messo in atto una strategia inte-grata in materia di sicurezza alimentare, cheha lo scopo di assicurare un alto livello disalute e benessere degli animali e di salutedelle piante nell’ambito del territorio comu-

nitario: la politica della sicurezza alimenta-re si basa su un approccio completo e inte-grato. Ciò significa che esso deve conside-rare l'intera catena alimentare "dai campi allatavola", tutti i settori dell'alimentare, tutti gliStati membri, la frontiera esterna dell'UEcome anche il suo interno.

Nell’ambito di tale strategia, infatti, l’UEgarantisce controlli efficaci e valuta la confor-mità con le norme comunitarie in materia disicurezza e di qualità alimentare, di salutee di benessere degli animali, di nutrizionedegli animali e di salute delle piante negliStati Membri e nei paesi terzi rispetto alleloro esportazioni verso i paesi dell’UE.

Ai paesi terzi e alle loro aggregazioniterritoriali e strutture competenti è deman-dato il compito di rendere concreti gli obiet-tivi proposti a livello europeo.

I pilastri della sicurezza alimentare sono:• la consulenza scientifica; • la raccolta e l’analisi di dati; • gli aspetti normativi e di controllo;• l’informazione ai consumatori.In tale contesto, l’Istituto Zooprofilattico

Sperimentale delle Venezie svolge numero-se attività finalizzate alla diagnosi di malat-tie trasmissibili dagli animali all’uomo attra-verso gli alimenti o in modo diretto, nonchéalla ricerca di residui di farmaci che posso-no, attraverso gli alimenti, esercitare effettitossici sull’uomo.

SALUTE PUBBLICA

L’Istituto persegue obiettivi indirizzati a tre macroaree di attività:Salute pubblica, intesa come settore tecnico-scientifico dedicato alla prevenzione e con-

trollo del rischio correlato al consumo degli alimenti destinati all’uomo e agli animaliBenessere a salute dell’animale, settore inerente la tutela dell’animale in vita, sia per

quanto riguarda le malattie sia per la qualità della vita durante le fasi critiche di allevamentoRicerca, settore dedicato alla ricerca quale ambito strategico ed etico per l’Istituto.Per raggiungere tali obiettivi sono pianificate e svolte numerose azioni che rientrano in

ambiti strategici ben definiti.

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SALUTE PUBBLICA

Schede informative sulla sicurezza alimentare nel sito webCentro epidemiologicoAttività di informazione e divulgazione alla collettivitàIZILAB - Sistema informativo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentaledelle VenezieSito web www.izsvenezie.itComunicazioni scientifichePiani salmonellePiano Nazionale Residui 2005-2006Piano Nazionale Pesticidi 2005-2006Piano Nazionale Alimentazione Animale 2005-2006Collaborazione nell’ambito del piano triennale per la sicurezzaalimentare – Regione del VenetoPiano campionamento alimenti – Regione Veneto, Prov. Aut. Bolzano,Prov. Aut. Trento Piano di monitoraggio sui livelli di contaminazione da aflatossina M1 nellatte e derivati e da micotossine nelle produzioni di mais - Regione VenetoCollaborazione nell’ambito del piano monitoraggio molluschicolturaCollaborazione per la tutela igienico-sanitaria delle produzioni lattierocasearie delle malghe del Veneto e del TrentinoCollaborazione nella definizione e applicazione del Sistema informativoRegione VenetoCooperazione internazionalePrestazione di servizi a soggetti privatiMonitoraggio dell’antibioticoresistenzaEsecuzione analisi campioni extrapianoStandardizzazione, validazione e accreditamento delle metodiche analitiche

Servizio di pronta disponibilitàCorsi di formazione nell’ambito della sicurezza alimentarePubblicazioni scientificheCollaborazione nell’ambito del piano di monitoraggio per il miglioramentodella produzione della carne bovina - Regione Veneto

AutocontrolloPiano di sorveglianza BSE e altre encefalopatiespongiformi trasmissibiliPiani Nazionali e Regionali tubercolosi bovina (Tbc), brucellosi bovina (Brc),west nile (Wn)Piani Nazionali e West Nile (WN)Servizio di pronta disponibilità Ispezioni Ue e consulenze internazionaliFormazione a studenti universitariPubblicazioni scientificheSchede informative sulle zoonosi nel sito web Attività di informazione e divulgazione alla collettivitàFormazione ad operatori sanitariPubblicazioni scientifiche

OBIETTIVI DI CAMBIAMENTO STRATEGIE AZIONI – PROGETTATE, IN CORSO E REALIZZATE

1Aumentare lafiducia deiconsumatorinei confrontidegli alimenti

3Difenderela salutedelle personedalle malattietrasmissibilida animalia uomo

2Prevenire irischi alimentarie aumentareil livello disicurezza edi qualitàdegli alimenticonsumatidalla collettività

Aumentare laconsapevolezza deiconsumatori sui rischialimentari e su comeprevenirli

Evidenziare il ruolodi prevenzione econtrollo dell’Istitutoe i relativi risultati

Contribuire alladefinizione degliindirizzi comunitari,supportare i paesiterzi e partecipareall’elaborazione deipiani regionali enazionali in materia disicurezza alimentare

Aumentare l’efficacia,l’efficienza e latempestività deicontrolli supportandol’azione degli operatorisanitari favorendo ladefinizione el’applicazione dibuone prassigestionali e igienichelungo tutte le fasi dellafiliera produttiva

Contribuire alladefinizione degliindirizzi comunitari epartecipareall’elaborazione deipiani regionali enazionali in materia disanità pubblicasupportando l’azionedegli operatori sanitari

Massimizzare lasicurezza dellepersonenell’interazione con gli animali

1.1

1.2

2.1

2.2

3.1

3.2

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Obiettivo 1Aumentare la fiducia dei consumatorinei confronti degli alimenti

Nel corso degli ultimi anni sono cre-sciute l’attenzione e la sensibilità dei con-sumatori per la salubrità e la qualità deglialimenti.

Affinché i cittadini abbiano fiducia chequello che mangiano non rechi loro dannie siano tranquilli nel momento dell’acquistodei loro alimenti, l’IZSVe opera sulla basedelle seguenti linee:

1. NutrizioneI consumatori manifestano una cre-

scente attenzione per il valore nutrizionaledegli alimenti che acquistano e si avvertesempre di più l’esigenza di ricevere infor-mazioni corrette sugli alimenti che consu-mano.

2. Comunicazione del rischioLa comunicazione del rischio non deve

essere una trasmissione passiva di infor-mazioni, ma avere una dimensione interat-tiva caratterizzata da un dialogo e da unfeed back con tutti gli interessati.

3. Etichettature e pubblicitàSi devono dare ai consumatori infor-

mazioni essenziali e accurate per consen-tire loro di fare scelte consapevoli.

STRATEGIA 1.1 Aumentare la consapevolezza dei con-

sumatori sui rischi alimentari e su come pre-venirli

In conformità ai compiti istituzionali degliII.ZZ.SS., che comprendono anche i con-trolli e gli esami sugli alimenti di origine ani-male, l’IZSVe si caratterizza per un forteimpegno nel settore della sicurezza ali-mentare. Dal 2002 partecipa attivamente alPiano Sicurezza Alimentare della Regionedel Veneto, gestendo il coordinamento dialcuni progetti ed è impegnato in progetti diricerca e collaborazioni a livello europeo.

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SALUTE PUBBLICA

Schede informative sulla sicurezza ali-mentare nel sito web

Le disease card e le schede dei rischialimentari sono gli strumenti che l’IZSVe haattivato per facilitare da un lato, lo scambiodi informazioni tecnico-scientifiche tra ope-ratori e, dall’altro, per rispondere alle esi-genze conoscitive dei cittadini e della stam-pa relativamente ai rischi correlati al con-sumo degli alimenti.

Nello specifico, le disease card sonoschede sintetiche disponibili sul sito webdell’IZSVe, in cui sono riportate leprincipali informazioni sulla malat-tia, organizzate in base ai model-li utilizzati dall’Oie e dalla Fao.

In relazione all'elenco dellezoonosi comprese nella direttiva2003/999/CE del Parlamentoeuropeo e del Consiglio del 17novembre 2003 sulle misure disorveglianza delle zoonosi edegli agenti zoonosici, le disea-se card sono state suddivise intre gruppi:

• zoonosi da sottoporre a sor-veglianza;

• zoonosi da sottoporre a sor-veglianza in base alla situa-zione epidemiologica;

• altre zoonosi.Per ogni zoonosi sono indicate eziologia,

epidemiologia, diagnosi, problemi disanità pubblica, situazione epidemiolo-gica regionale, prevenzione e control-lo, attività di ricerca e sorveglianza, linkutili e il referente dell'Istituto.

Obiettivi specifici delle disease card sono:• fornire informazioni sintetiche agli ope-

ratori sanitari;• favorire lo scambio di informazioni e l’in-

terdisciplinarietà;• promuovere e far conoscere le attività

di ricerca in corso;• fornire un aggiornamento sulla situa-

zione epidemiologica locale;• creare dei contatti tra ricercatori dello

stesso settore o di settori affini.Le Disease card pubblicate sono relati-

ve a: Brucellosi, Campilobacteriosi, Echino-coccosi – Idatidosi, Escherichia coli produt-tori di verocitotossine, Listeriosi, Salmonel-losi, Trichinellosi, Tubercolosi causata daMycobacterium bovis, Botulismo, Borreliosidi Lyme, Cisticercosi, Criptosporidiosi, Lep-tospirosi, Yersiniosi, Rabbia, Tick BorneEncephalitis - Encefalite da zecche, Toxo-plasmosi, Vibriosi, West Nile, Bse, CrimeaCongo Haemorragic Fever, Malattie da Han-

tavirus, Malattie trasmesse dal consumo deiMEL - virali, Malattie trasmesse dal consu-mo dei MEL - parassitarie, Rift valley Fever,Leishmaniosi.

Le schede dei rischi alimentari sononate come progetto del gruppo di lavoro sul-la comunicazione del rischio del Piano sicu-rezza alimentare della Regione del Venetocon lo scopo di fornire informazioni aggior-nate sulle cause, sui sintomi, sulle terapiedelle principali tossinfezioni alimentari. Inol-tre sono riportate alcune informazioni tecni-che (normativa e bibliografia di riferimento,istituti di riferimento a livello regionale enazionale) destinate agli operatori sanitari.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Le schede elaborate sono relative aiprincipali rischi microbiologici e chimicicorrelati al consumo degli alimenti. Que-ste schede sono disponibili sul sito webdella Regione Veneto, nella sezione dedi-cata alla sicurezza alimentare e sono rela-tive a: anisakidosi, biotossine, bse, epati-te A, istamina, listeriosi, norovirus, OGM(organismi geneticamente modificati), sal-monellosi, vibrio cholerae, vibrio parahae-molyticus.

Nel 2006 sono state pubblicate sul sitoweb dell’IZSVe le versioni domanda/rispo-sta (Faq - Frequently Asked Questions),che riguardano: anisakidosi, biotossine,botulismo, istamina, listeriosi, ormoni e pro-motori di crescita, salmonellosi, vibrio cho-lerae, vibrio parahaemolyticus.

Obiettivi specifici delle schede delrischio sono:

• fornire informazioni di base sui princi-pali rischi alimentari;

• suggerire ai cittadini comportamenti eatteggiamenti protettivi verso i rischi ali-mentari;

• rendere consapevoli i cittadini dei rischilegati ai loro comportamenti e alle loroabitudini.

Centro epidemiologicoIl Centro è strumento operativo degli

Enti Cogerenti per l’attività di epidemiosor-veglianza.

Obiettivi specifici del Centro di epide-miologia veterinaria sono quelli di:

• informare sull’attività del centro gli ope-ratori sanitari;

• pubblicare informazioni utili alla popo-lazione in merito alle principali malattiea carattere zoonotico, a trasmissionealimentare e non (influenza aviaria, sal-monella, Bse);

• pubblicare report di attività per gli uten-ti del sistema informativo regionale.Attraverso l’attività e le azioni svolte

è stato possibile ottenere i seguenti risul-tati:

• divulgazione di pubblicazioni scientifi-che nel campo della sanità animale edella sicurezza alimentare;

• disponibilità di un aggiornamento cos-tante e sempre accessibile dall’utenza,dello stato sanitario della popolazioneanimale in riferimento alle principalimalattie a carattere zoonotico o sog-gette a specifici piani di risanamento;

• fornire ai Servizi veterinari territoriali labase normativa di riferimento per leemergenze veterinarie e i piani di risa-namento attivati;

• informare sullo stato di avanzamento dispecifici piani regionali e progetti diricerca nel campo della sanità anima-le e della sicurezza alimentare;

• consentire un accesso interattivo degliutenti al sito per molteplici esigenze:scaricare documentazione, scaricareprocedure informatiche e loro aggior-namenti, accedere a statistiche in areaprotetta.

Attività di informazione e divulgazionealla collettività

La comunicazione è uno strumento indi-spensabile per veicolare informazioni suirischi e sulle emergenze e per promuove-re progetti e interventi inerenti all’educa-zione e alla sicurezza alimentare.

Tra le attività del servizio formazione ecomunicazione, attivato nel 2005, un’im-portanza particolare è attribuita infatti allacomunicazione del rischio alimentare.

Al fine di fornire informazioni chiare esintetiche sulle principali tossinfezioni ali-mentari, di promuovere un comportamen-to alimentare corretto e di rispondere alleesigenze conoscitive di pubblici diversi,l’IZSVe ha promosso e ha partecipato adiverse iniziative di carattere divulgativo.

Le diverse attività di comunicazioneattuate sono state declinate diversamente,cercando di selezionare i canali appropriatie i tempi opportuni per raggiungere la tipo-logia di destinatari prescelta.

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SALUTE PUBBLICA

Nella tabella che segue vengono presentate le principali attività svolte e i risultatiottenuti. I dati presentati si riferiscono all’attività divulgativa e informativa riguardante siala sicurezza alimentare, sia la sanità animale (obiettivi 3 e 4).

ATTIVITÀ DIVULGATIVA E INFORMATIVA - EFFICACIA ESTERNA

2006 2005 2004 2003Interviste sui giornali 253 178 na naArticoli su IZSVe 486 347 na naServizi, interviste TV 87 45 na naServizi, interviste radiofoniche 56 30 na na

ATTIVITÀ DIVULGATIVA E INFORMATIVA

2006 2005 2004 2003comunicati stampa inviati 18 21 na naconferenze stampa organizzate 2 4 na naOrgani di informazione che ci hanno contattato agenzie di stampa internazionali 4 4 na naagenzie di stampa nazionali 6 6 na nagiornali 70 65 na natelevisioni nazionali 7 7 na natelevisioni locali 25 20 na naradio 25 25 na naMateriale informativo prodottoopuscoli/brochure 7 3 na naschede informative 17 5 na naposter 17 2 na nacd-rom / slide show 2 3 na naPartecipazione a eventi, manifestazioni di carattere scientifico e/o sanitarioeventi 2 2 na na

È possibile rendicontare gli effetti solo degli ultimi tre mesi del 2005, in quanto il ser-vizio di media monitoring è stato attivato agli inizi di ottobre.

Grazie agli articoli apparsi su diversi giornali e alle interviste televisive e radiofonicheriguardanti l’IZSVe è stato possibile raggiungere un numero sempre maggiore di perso-ne, facendo in modo che le informazioni relative all’Istituto, ma soprattutto relative allasalute e ai rischi alimentari, raggiungessero gran parte della collettività.

In particolare, l’Istituto, tramite l’attivitàdivulgativa svolta, si pone i seguenti obiet-tivi specifici:

• fornire una corretta informazione sullaproblematiche e sulle emergenze di

carattere sanitario legate al mondo ani-male;

• promuovere l’immagine dell’Istituto;• far conoscere alla collettività e agli ope-

ratori sanitari le attività dell’Istituto.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

STRATEGIA 1.2 Evidenziare il ruolo di prevenzionee controllo dell’Istituto e i relativi risultati

L’IZSVe svolge un ruolo fondamentalenella sicurezza alimentare, sia nell’ambitodell’attività istituzionale di controllo, che nelsettore della ricerca e della collaborazionecon altri Enti (Regione, Ministero della Salu-te, Commissione Europea).

Non sempre però tale attività risultaconosciuta e correttamente percepita dal-la cittadinanza o da istituzioni che svolgo-no compiti analoghi o complementari, ren-dendo poco efficace l’impatto dell’attivitàdell’IZSVe verso i consumatori, che sono neinvece i principali destinatari. Per questomotivo, sono state messe in atto diversestrategie volte ad aumentare la visibilitàdell’IZSVe, evidenziando l’attività svolta erendendone fruibili i risultati.

IZILAB - Sistema informativodell’Istituto ZooprofilatticoSperimentale delle Venezie

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentaledelle Venezie, al fine di migliorare l’operati-vità interna e la qualità dei dati relativi agliesami effettuati presso i propri Laboratori,ha avviato, già dal 2002, un progetto per lariscrittura del software gestionale delle atti-vità diagnostiche. Questo è stato possibilegrazie all’avvento di nuovi strumenti infor-matici per la gestione delle base di dati inmaniera integrata (DataWareHouse) e allapossibilità di sviluppare una procedura for-temente integrata con il Sistema Informati-

vo Regionale (si veda apposita scheda) econ gli attuali sistemi esistenti presso laRegione Friuli Venezia Giulia e le ProvinceAutonome di Trento e Bolzano, in quantobasata sulla tecnologia internet dei serviziWeb.

Il software prodotto (IZILAB) è stato ulti-mato in una prima versione nel 2004 ed èpassato gradatamente in produzione pres-so i laboratori dell’Ente entro gennaio 2006.

Obiettivi del nuovo strumento, realiz-zato tenendo conto del sistema di gestio-ne qualità di cui si è dotato l’Istituto e delleesigenze dei laboratori, sono quelli di:

• migliorare l’operatività interna dei labo-ratori;

• migliorare il flusso dei dati relativi agliesami richiesti dalle A-Ulss della Regio-ne Veneto;

• soddisfare le richieste informative dialtri enti.

Il sistema è un’unica banca dati nel siste-ma informativo dell’Istituto, in grado di:

• ottimizzare la raccolta, la validazione el’analisi dei dati, compresa l’emissionedi rapporto di prova (RdP - cioè l’esitodelle analisi) standardizzato;

• garantire l’interoperabilità in tempo rea-le con SIVE (Sistema Informatico Vete-rinario), grazie al fatto che il sistema èstato completamente basato sulla tec-nologia internet dei servizi WEB.La registrazione dei campioni perve-

nuti, delle relative analisi richieste e degliesiti è a carico del servizio ricevimento cam-pioni centralizzato e dei singoli laboratoridell’Ente. Periodicamente presso l’ufficio dibiostatistica del CREV (Centro Regionale

ATTIVITÀ GESTITE TRAMITE IL SISTEMA INFORMATIVO IZSVe

2006 2005 2004 2003Accettazioni 195.089 132.920 144.401 136.260Campioni elaborati 1.341.189 nd nd ndRdp emessi/anno 216.287 nd nd ndEsami effettuati 2.117.898 1.880.193 1.917.497 1.739.713

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SALUTE PUBBLICA

di Epidemiologia Veterinaria) vengonoestratti ed elaborati i dati relativi all’attivitàsvolta per soddisfare i debiti informativi ver-so organismi centrali o altre specificherichieste da parte dei laboratori stessi.

Sito web www.izsvenezie.itNel 2005 l’Istituto ha rinnovato il proprio

sito web passando da un sito costruito “amuseo” in cui erano riportati i compiti istitu-zionali e i riferimenti di base dell’ente a unapiattaforma più ampia e completa che met-te in luce le diverse attività in cui l’Istituto ècoinvolto. La progettazione della nuova strut-tura del sito ha cercato di valorizzare lepotenzialità del web, quale mezzo di comu-nicazione senza mediazione, che permettedi esporre informazioni che ciascun desti-natario è libero di scegliere in base alle pro-prie esigenze e ai propri interessi.Il sito web dell’Istituto è stato organizzatoin maniera tale da consentire di:

• far conoscere agli operatori sanitari ealla collettività le attività dell’Istituto;

• favorire lo scambio di informazioni, docu-menti, report tra gli addetti ai lavori;

• fornire informazioni specifiche relativealle emergenze di carattere sanitario(Bse, influenza aviaria, leishmaniosi…);

• promuovere l’immagine dell’Istituto.L’home page è stata pensata come una

porta di ingresso che presenta argomenti,periodicamente diversi, con rimandi benevidenti alle specifiche sezioni del sito. L’o-biettivo dell’home page è quello di presen-tare nuovi argomenti o mettere in evidenzale tematiche più consultate.

Dal 2006 sono state attivate due nuo-ve aree ad accesso riservato al personaleinterno:

• un’area riservata strutturata e destina-ta a spazio di condivisione di informa-zioni per gruppi di lavoro dedicati;

• un elenco idonei borse di studio, per laselezione di personale all’interno dellegraduatorie dell’Istituto.

Il contatore di accessi e le statisticherelative alla pagine più visitate e alla pro-venienza delle visite sono state implemen-tate a partire da gennaio 2006.

UTILIZZO SITO WEB

Giugno - Dicembre 2006Visitatori sito 44.563Media visite giornaliere 244

Comunicazioni scientificheLe numerose attività svolte dall’Istituto

in tema di sicurezza alimentare consentonoal personale dell’ente di contribuire e par-tecipare alla realizzazione di congressi scien-tifici sia a livello nazionale che internazio-nale, oltre che di essere invitati a tenere rela-zioni su tematiche specifiche nell’ambito dieventi scientifici, nonché a tenere lezionidirette a studenti universitari e partecipantia corsi di formazioni post-universitaria.

Gli obiettivi specifici delle comunica-zioni scientifiche sono i seguenti:

• divulgare i risultati dell’attività di con-trollo e sorveglianza;

• contribuire alla formazione e all’aggior-namento;

• accrescere la visibilità e la credibilitàdell’IZSVe, aumentando la possibilità dicoinvolgimento in progetti nazionali edinternazionali;

• dare la possibilità ai ricercatori e aidipendenti di incrementare il propriocurriculum scientifico;

• avere un indicatore oggettivamentevalutabile dell’attività scientifica.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE

2006 2005 2004 2003Congressi nazionali 20 5 nd ndCongressi internazionali 9 8 nd ndRelazioni ad invito 101 nd nd nd

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SALUTE PUBBLICA

Obiettivo 2Prevenire i rischi alimentari e aumentareil livello di sicurezza e di qualitàdegli alimenti consumati dalla collettività

La sicurezza degli alimenti di origineanimale inizia con la sicurezza dei mangi-mi: una politica alimentare efficace richie-de la rintracciabilità dei percorsi dei man-gimi e degli alimenti nonché dei loro ingre-dienti. La salute e il benessere degli animalida cui derivano prodotti alimentari è essen-ziale per la salute pubblica e la protezionedei consumatori.

L'analisi del rischio deve costituire il fon-damento su cui si basa la politica di sicu-rezza degli alimenti.

Per quanto riguarda la presenza neglialimenti di sostanze indesiderate, si evi-denzia che il termine "contaminanti" riguar-da tradizionalmente sostanze che non ven-gono intenzionalmente aggiunte agli ali-menti. Essi possono provenire da una con-taminazione ambientale o da prassi agri-cole, dalla produzione, dalla lavorazione,dall'immagazzinamento, dal confeziona-mento, dal trasporto o anche da pratichefraudolente.

Alcune sostanze compaiono negli ali-menti a seguito di un uso intenzionale. Ciòriguarda i residui di pesticidi negli alimentidi origine animale e vegetale e i medicinaliveterinari negli alimenti di origine animale.

STRATEGIA 2.1Contribuire alla definizione degli indirizzicomunitari, supportare i Paesi terzi e parte-cipare all’elaborazione dei piani regionali enazionali in materia di sicurezza alimentare

Il sistema di controlli regionale e nazio-nale è inserito in un quadro comunitariocaratterizzato da tre elementi chiave:

• criteri operativi fissati a livello sovrana-zionale, che le autorità nazionali sonotenute a rispettare;

• sviluppo di orientamenti comunitari peri controlli, che danno origine a strategienazionali coerenti, identificano le prio-rità a seconda dei rischi e individuanole procedure di controllo più efficaci;

• miglioramento della cooperazione ammi-nistrativa nello sviluppo e nella gestio-ne dei sistemi di controllo (scambio dibuone prassi tra le autorità nazionali).

Piani SalmonelleIl notevole interesse per le salmonelle

è giustificato dal fatto che all’interno di que-sto gruppo di batteri (esistono più di 2.400ceppi diversi di salmonelle, di cui alcuni

ulteriormente distinguibili) sidistinguono ceppi in grado diinfettare sia gli animali (spe-cie avicole destinate alla pro-duzione di uova o carne) sial’uomo e che possono essereveicolate all’uomo attraversogli alimenti contaminati (car-ne o uova).Nella tabella chesegue viene schematizzato ilpatrimonio avicolo italiano.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

A oggi le salmonelle, e in particolare i sie-rotipi denominati S. enteritidis e S.typhimurium,rappresentano la prima causa di malattia ali-mentare nell’uomo in Italia.

Dati ufficiali pubblicati dal Ministero dellaSalute riportano per l’anno 2005 (ultimo datodisponibile) 8.030 casi notificati di malattia nel-l’uomo. Si ritiene comunque che tale dato sot-tostimi il reale numero di casi di malattia nel-l’uomo in quanto non tutti i casi vengono noti-ficati.

A partire dal 2003 sono stati dunque ela-borati, attivati e sottoposti alla Commissioneeuropea per approvazione, Piani salmonellache trovano applicazione a livello regionale onazionale, con una duplice funzione:

• monitoraggio finalizzato a:- stimare la prevalenza delle salmonelle

in specie animali destinate alla produ-zione di alimenti e di ridurre tali preva-lenze a livello di allevamento (produ-zione primaria), in particolare in rela-zione alle galline ovaiole;

- valutare la distribuzione dei sierotipiprevalenti nelle galline ovaiole a livel-lo nazionale;

• controllo: l’obiettivo è di favorire la produ-zione di alimenti di origine animale noncontaminati e quindi sicuri per il consu-matore.L’attività svolta ha consentito di raggiun-gere diversi risultati, tra i principali:• l’approvazione del piano di controllo neiriproduttori da parte della Commissioneeuropea (Decisione 2004/695/CE), con uncofinanziamento di e 600.000 nel 2004;

• l’approvazione del piano di controllo neiriproduttori da parte della Commissione

europea (Decisione 2005/723/CE), con uncofinanziamento di e 675.000 nel 2005. Lo studio sulla prevalenza di Salmonella

spp., sulla base del piano nazionale relativoalle galline ovaiole, prevedeva per l’Italia unnumero di campioni pari a 428. Il numero dicampioni effettuato è pari a 381.

Sono risultati positivi 113 dei 381 alleva-menti testati, quindi la prevalenza di positivitàè pari a 29,65% IC[25.11;34.52].

Per quanto riguarda gli isolamenti relativiai sierotipi S. enteritidis e S. typhimurium, cherappresentano i due sierotipi più frequente-mente isolati nell’uomo, la prevalenza di alle-vamenti positivi sul totale degli allevamentioggetto di studio (381) è risultata pari a P=7,87IC[5.37;11.04].

Lo studio sulla prevalenza di Salmonellaspp., sulla base del piano nazionale relativo aipolli da carne, prevedeva per l’Italia un nume-ro di campioni pari a 377. Il numero di cam-pioni effettuato è pari a 335.

Sono risultati positivi 103 dei 335 alleva-menti testati, quindi la prevalenza di positivitàè pari a 30.75%.

Per quanto riguarda gli isolamenti relativiai sierotipi S. enteritidis e S. typhimurium sonorisultati positivi 12 allevamenti.

Stime della prevalenza e distribuzione deisierotipi sulla base dei piani nazionali relativiai tacchini e ai suini non sono ad oggi dispo-nibili in quanto tali studi termineranno nel 2007,di conseguenza l’elaborazione dei risultati nonrientra nel periodo preso in considerazione dalpresente bilancio.

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PATRIMONIO ZOOTECNICO NAZIONALE RELATIVAMENTE AL SETTORE AVICOLO - INDIRIZZO PRODUTTIVO

2006 2005 2004 2003Gruppi riproduttori 800 - 806 863Galline ovaiole (n. allevamenti con più di 1000 capi) - - 1112 -Polli da carne (n. allevamenti con più di 5000 capi) - 2213 - -Tacchini da riproduzione (n. allevamenti con più di 250 capi) 53 - - -Tacchini da ingrasso (n. allevamenti con più di 500 capi) 848 - - -

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SALUTE PUBBLICA

Piano Nazionale Residui 2005-2006Nell’ambito del controllo analitico degli

alimenti di origine animale effettuato pres-so l’IZSVe, l’analisi di residui di fitosanitariviene effettuata secondo due tipologiedi piani di monitoraggio, aventi differentifinalità:

• il Piano nazionale residui (Pnr); • il Piano pesticidi (descritto nell’azione

seguente).Il Pnr analizza matrici alimentari e tes-

suti di origine animale allo scopo di verifi-care la presenza residuale e/o persistenzadi molecole di pesticidi (organoclorurati,organofosforati, piretroidi) usate nel tratta-mento antiparassitario di filiera o provenientida contaminazione ambientale (mangimi,aria, suolo).

Le sostanze da ricercare rientrano indue precise categorie stabilite a livelloeuropeo:

• categoria A: sostanze vietate o non

autorizzate (per esempio sostanze a effet-to anabolizzante o farmaci vietati);

• categoria B: farmaci veterinari auto-rizzati e contaminanti ambientali.

Il Pnr si concretizza con l’analisi di cam-pioni prelevati principalmente negli alleva-menti (produzione primaria) e negli stabili-menti di prima trasformazione (per esem-pio macelli, centri di raccolta del latte…)interessando i diversi settori produttivi (bovi-no, suino, ovi-caprino, equino, avicolo, cuni-colo, acquacoltura, selvaggina, latte, uova,miele).

Si illustrano nella tabella seguente i prin-cipali risultati ottenuti in termini di positivitàriscontrate (campioni non conformi), cam-pioni risultati conformi alle disposizioni nor-mative (campioni conformi) e campioni nonanalizzati in quanto considerati inadatti (peresempio, per quantitativo insufficiente dimatrice per l’analisi o numero di aliquote percampione non regolamentari).

PIANO NAZIONALE PESTICIDI – ATTIVITÀ SVOLTA

2006 2005 2004 2003Campioni analizzati 97 68 34 60Campioni non conformi 0 0 0 0Campioni conformi 96 68 31 57Campioni inadatti 1 0 3 3% non conformità 0 0 0 0

PIANO NAZIONALE RESIDUI – ATTIVITÀ SVOLTA

2006 2005 2004 2003Campioni totali analizzati 9.229 9.337 10.971 7.631Esami totali effettuati 12.092 11.257 12.541 10.210Campioni non conformi 163 195 285 141% non conformità 1,8% 2,1% 2,6% 1,8%

Piano Nazionale Pesticidi 2005-2006Il Piano pesticidi analizza matrici alimentari di origine animale allo scopo di verificare la

presenza residuale di molecole di pesticidi rinvenibili su prodotti alimentari di origine anima-le (pesticidi clorurati, come il Ddt e i suoi isomeri). Obiettivo è quello di verificare la confor-mità rispetto a quanto previsto dalla vigente normativa, garantendo di conseguenza la salu-brità dell’alimento. In questo modo è possibile quindi garantire la salvaguardia della salutedel consumatore.

Si evidenzia nel 2005 e nel 2006 un incremento dell’attività rispetto agli anni precedenti.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Piano Nazionale AlimentazioneAnimale 2005-2006

Il Piano nazionale alimentazione anima-le (Pnaa), è un programma promosso dalMinistero e dalle Regioni e articolato su baseannuale che si propone, attraverso la vigi-lanza e il controllo sugli alimenti a uso zoo-tecnico (mangimi), di contribuire ad assicu-rare la salubrità dei prodotti di origine ani-male destinati al consumo umano.

Gli obiettivi primari del Pnaa sono:• vigilanza e controllo nell’ambito delle

misure di prevenzione della Bse (rego-lamento CE 999/2001 e successivemodifiche; direttiva 2003/126/CE; d.m. 9settembre 2004);

• controllo dei contaminanti, di additivi edi sostanze chimiche vietati nell’alimen-tazione animale, senza tuttavia trascu-rare la ricerca di additivi e altre sostan-

ze chimiche il cui impiego è consentitoentro determinati limiti e per determina-te specie animali;

• vigilanza e controllo in materia di conta-minazione da salmonelle delle materieprime per mangimi di origine animale,delle materie prime per mangimi di ori-gine vegetale e dei mangimi composti;

• controllo della presenza di organismigeneticamente modificati (Ogm).L’attività si svolge attraverso il controllo

e l’esecuzione di campionamenti da effet-tuarsi lungo l’intera filiera di produzione (dalmangime all’animale). I prelievi riguardanomaterie prime, mangimi completi e/o com-plementari, mangimi medicati, acqua diabbeverata.

Si illustrano nelle tabelle di seguito i prin-cipali risultati ottenuti nell’ambito delle diver-se finalità del Pnaa.

PNAA - CONTROLLO OGM

2006 2005 2004 2003Totale campioni analizzati 138 58 48 ndCampioni non conformi 26 10 19 ndIndice di non conformità 19 17 39 nd

PNAA - ANALISI MICROSCOPICA

2006 2005 2004 2003Totale campioni analizzati 901 819 749 1.096Campioni non conformi 5 1 2 0Indice di non conformità 0,55 0,12 0,27 0

PNAA - CONTROLLI CHIMICI (PRINCIPI ATTIVI, ADDITIVI, CONTAMINANTI)

2006 2005 2004 2003Totale campioni analizzati 1589 1772 3379 2877Campioni non conformi 13 19 39 94Indice di non conformità 0,8 1,1 1,1 3,3

PNAA - CONTAMINAZIONE DA SALMONELLA

2006 2005 2004 2003Totale campioni analizzati 12 35Campioni non conformi 0 3 Non previstoIndice di non conformità 0 8

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SALUTE PUBBLICA

Collaborazione nell’ambitodel Piano Triennale per la Sicurezza Alimentare - Regione del Veneto

Attivato per la prima volta nel 2002 dal-la Regione del Veneto, il Piano triennale sicu-rezza alimentare è la prima iniziativa in Ita-lia che ha cercato di dare concretezza aquanto previsto dalla Commissione europeanel campo della sicurezza alimentare, pro-muovendo una serie di azioni volte non soloa verificare il livello igienico-sanitario deglialimenti destinati al consumo umano, maanche a valorizzare e valutare le loro qua-lità nutrizionali, prevedendo un forte coin-volgimento dei consumatori e delle parti inte-ressate.

L’IZSVe è coinvolto nel Piano con un ruo-lo di coordinamento centrale, ma anche tra-mite specifiche attività e/o gruppi di lavoro.Inoltre l’Istituto ha un ruolo di supervisioneche garantisce la competenza tecnica e l'af-fidabilità dei dati analitici da parte dei labo-ratori che svolgono attività di controllo nelsettore degli alimenti.

I risultati raggiunti nel primo triennio diapplicazione del Piano hanno fatto sì cheesso venisse riproposto per un secondotriennio (anni 2005-2007) allo scopo digarantire il proseguimento delle attività ini-ziate nel triennio precedente, ma anche diaffrontare aspetti non ancora presi in con-siderazione.

Le attività in cui l’IZSVe è direttamentecoinvolto sono:

• la realizzazione di un archivio informa-tizzato degli impianti di produzione edistribuzione degli alimenti destinati alconsumo umano;

• la pianificazione e l’attivazione di siste-mi di sorveglianza dello stato sanitariodegli allevamenti, delle malattie a tra-smissione alimentare e degli alimenti diorigine animale;

• la realizzazione di un progetto per la for-mazione e l'aggiornamento del perso-nale sanitario;

• la formulazione di linee guida per comu-nicare il rischio sanitario associato alconsumo degli alimenti.In particolare, per lo svolgimento di tali

attività, vengono realizzati una serie di inter-venti riassumibili nei seguenti punti:

• istituzione di una task force di espertiper la gestione di problematiche relati-ve alla sicurezza alimentare a livelloregionale;

• costituzione di gruppi di lavoro multidi-sciplinari integrati;

• identificazione di priorità strategiche alivello regionale nell’ambito della sicu-rezza alimentare;

• realizzazione di progetti mirati al moni-toraggio dei patogeni alimentari negliallevamenti;

• realizzazione di progetti mirati a miglio-rare la qualità igienico-sanitaria deglialimenti;

• identificazione dei punti critici nei siste-mi di sorveglianza delle malattie tra-smissibili all’uomo attraverso gli alimenti;

• identificazione delle esigenze formati-ve degli operatori sanitari;

• realizzazione di un progetto mirato avalutare la percezione del rischio deiconsumatori veneti;

• coinvolgimento nei gruppi di lavoro diesperti di comunicazione.Grazie allo svolgimento di tali processi

è possibile raggiungere diversi obiettivi, inparticolare:

• il miglioramento e la maggiore organiz-zazione delle attività degli operatori sani-tari nel campo della sicurezza alimen-tare;

• la maggiore coesione e il coordinamentotra gli enti operanti in materia di sicu-rezza alimentare;

• il notevole incremento delle conoscen-ze della realtà veneta relativamente allostatus sanitario degli allevamenti, deglialimenti e della popolazione.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Piano campionamento alimentiRegione Veneto, Regione FriuliVenezia Giulia, Prov. Aut. Bolzano,Prov. Aut. Trento

I Piani regionali e provinciali di cam-pionamento degli alimenti hanno lo scopodi verificare lo stato igienico-sanitario deglialimenti prodotti, distribuiti e somministratiai consumatori al fine di tutelarne la salute.

Essi sono definiti dalle autorità sanita-rie (Regioni e Province autonome) e hannoil compito di orientare la programmazionedegli interventi al fine di ottenere, di annoin anno, un quadro della situazione epide-miologica relativa alle possibili fonti di malat-tia alimentare nei territori di competenzadell’Istituto.

I risultati forniti consentono di riorienta-re le strategie di controllo e l’attività di sor-veglianza delle autorità sanitarie al fine digarantire un’azione più efficace di riduzio-ne del rischio. La distribuzione delle matri-ci da esaminare è basata, per quanto pos-sibile, sulle percentuali di non conformitàriscontrate negli anni precedenti (preva-lenza attesa); laddove questo non sia pos-sibile sono comunque eseguiti campiona-

menti mirati secondo criteri statisticamen-te attendibili.

Questi piani sono prevalentemente rivol-ti alla valutazione del rischio microbiologi-co, mentre per quanto riguarda il rischiochimico esistono altri piani specifici.

I campioni prelevati possono esseredi due tipi:

• ufficiali: in sede di prelievo e di analisidel campione è garantito il diritto alladifesa della controparte, e il riscontrodi una non conformità comporta unadenuncia all’autorità sanitaria;

• conoscitivi: non comportano denunceall’autorità sanitaria e sono finalizzatiesclusivamente al monitoraggio dellostato igienico del prodotto.I campioni analizzati sono prevalente-

mente alimenti di origine animale.Si illustrano di seguito, in forma aggre-

gata, i principali risultati relativi ai campio-ni di alimenti complessivamente esaminatipresso i Laboratori dell’Istituto. Nelle tabel-le sono considerati non conformi solo i cam-pioni i cui parametri microbiologici hannodeterminato una denuncia presso l’autoritàsanitaria.

PIANO CAMPIONAMENTO ALIMENTI

2006 2005 2004 2003Campioni totali analizzati 8.535 10.657 13.921 11.761Campioni non conformi 233 169 270 144Analisi effettuate 42.104 38.803 42.221 32.988

Piano di monitoraggio sui livelli di contaminazione da aflatossina M1 nellatte e derivati e da micotossine nelleproduzioni di mais Regione del Veneto

Le micotossine sono contaminanti natu-rali che possono svilupparsi in quantità piùo meno significative nelle produzioni cerea-licole, in forte dipendenza dalle condizioniambientali e climatiche in cui è avvenuta la

crescita della pianta. Sono caratterizzate dalivelli di tossicità per l’uomo più o meno ele-vati e tra le diverse famiglie esistenti rive-stono particolare rilevanza sia l’aflatossinaB1 (metabolizzata ad aflatossina M1 nel lat-te) che le fumonisine, per la loro sistemati-ca e non trascurabile presenza nelle pro-duzioni della pianura padana.

È stata rilevata l’evidenza che una cam-pagna coltivata a mais caratterizzata da un

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SALUTE PUBBLICA

significativo e diffuso livello di contamina-zione da micotossine, e in particolare daaflatossina B1, può incidere sulle produzio-ni lattiero-casearie di allevamenti nutriti apartire da tali produzioni, esponendo poten-zialmente il consumatore a un’assunzionedi aflatossina M1 superiore a quanto indi-cato dalle normative di riferimento. In rispo-sta a tale problema, dal 2003 sono attivi nelVeneto piani di monitoraggio ciclici incen-trati sulla verifica del livello di aflatossina M1nel latte.

Il Piano di monitoraggio del livello dicontaminazione da aflatossina M1, ha per-tanto gli obiettivi di:

• intercettare le produzioni di latte conlivelli di contaminazione superiore alconsentito prima che entrino nel circuitoalimentare;

• acquisire informazioni e dati su cuimantenere una campagna continua disensibilizzazione nei confronti dei pro-duttori per una migliore qualificazionesanitaria del mais introdotto nella filie-ra della vacca da latte e dei prodotti lat-tei e lattiero-caseari;

• selezionare zone e modalità di produ-zione di mais che forniscano garanziemigliori di resistenza alle contamina-zioni da micotossine.Si illustrano nella tabella sottostante i

principali risultati ottenuti in termini di posi-tività riscontrate (campioni non conformi) inrapporto ai campioni analizzati nell’esecu-zione dei piani di monitoraggio.

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RISULTATI DELLE ANALISI

2006 2005 2004 2003Campioni totali analizzati per M1 1.717 3.576 3.276 352 (*)Campioni non conformi per M1 37 104 132 25% non conformità 2,1 2,9 4,0 7,1Campioni totali mais analizzati per fumonisine 98 100 100 nd(*) Dati disponibili per il solo mese di dicembre.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

LABORATORIO DI PATOLOGIA DEI MOLLUSCHI

2006 2005 2004 2003Campioni analizzati 200 170 168 207Esami totali effettuati 11.708 10.149 10.017 13.991

LABORATORIO DI BATTERIOLOGIA (LEGNARO E ADRIA)

Analisi 2006 2005 2004 2003Esami Positivi Esami Positivi Esami Positivi Esami Positivi

Ricerca salmonella 667 3 591 11 452 0 444 0Ricerca Escherichia coli 668 3 591 1 449 117 444 100Ricerca coliformi 0 0 18 0 449 121 444 109Tossine idrosolubili 766 0 501 0 409 0 387 0Tossine liposolubili 408 32 248 3 207 14 204 41Ricerca Phytoplancton 255 2 169 0 0 0 0 0

LABORATORIO DI CHIMICA

Analisi 2006 2005 2004 2003Esami Positivi Esami Positivi Esami Positivi Esami Positivi

Piombo 311 - 255 - 252 - 229 -Cadmio 311 - 255 - 255 - 233 -Mercurio 311 - 255 - 252 - 231 -

Collaborazione nell’ambito del pianomonitoraggio molluschicoltura

La produzione di molluschi in Veneto èmolto diffusa all’interno della Laguna diVenezia. In molluschi prelevati in alcunezone di quest’ultima si è riscontrata la pre-senza di diossine e sostanze simili. Pertan-to la Giunta Regionale del Veneto ha dispo-sto l’attivazione di appositi piani di monito-raggio igienico sanitari volti ad aggiornarelo stato sanitario degli allevamenti di mollu-schi bivalvi vivi nella Regione e ad approfon-dire gli aspetti igienico sanitari correlati allapresenza di diossine e sostanze simili, noci-ve per l’uomo per il loro potere mutageno,cancerogeno e teratogeno.

In questo quadro di riferimento all’IZSVeè richiesto di effettuare analisi sulla presenzanei molluschi di batteri e di altre sostanzenocive per l’uomo e di ricercare le cause diepisodi di mortalità anomala dei molluschi.

Quest’attività, i cui risultati vengono illu-strati nelle tabelle che seguono, costituisceun supporto tecnico-scientifico per le auto-rità regionali preposte a garantire la pienasicurezza dei consumatori e a favorire losviluppo delle produzioni ittiche regionalidi qualità.

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SALUTE PUBBLICA

Collaborazione per la tutela igienico-sani-taria delle produzioni lattiero caseariedelle malghe del Veneto e del Trentino

La produzione lattiero casearia di malgacostituisce nel territorio di competenza del-l’IZSVe una produzione artigianale di nicchiache tuttavia deve soddisfare tutti gli standarddi sicurezza per il consumatore, al fine digarantire prodotti con idonee caratteristicheigienico-sanitarie e prevenire l’insorgenza ditossinfezioni alimentari.

Nell’ambito del Piano triennale per la sicu-rezza alimentare, la Regione del Veneto haistituito un progetto per migliorare la tutelaigienico sanitaria delle produzioni lattierocasearie delle malghe del Veneto. Una ana-loga iniziativa è stata avviata per il triennio2006-2008 dalla Provincia di Trento.

Questi progetti si propongono gli obiet-tivi di:

• migliorare il livello igienico-sanitario del-le strutture che trasformano il latte pro-dotto negli alpeggi;

• aumentare la qualità igienico–sanitariadel latte crudo destinato alla trasforma-zione nelle malghe e dei relativi prodottilattiero caseari derivati da tale latte;

• salvaguardare le produzioni tradizionaligarantendo una commercializzazionecorretta dei prodotti e una valorizzazio-ne della loro tipicità.L’assenza di Salmonella spp. e Listeria

monocytogenes in tutti i campioni esaminatirappresenta una garanzia per la salute deiconsumatori e per la diffusione del prodottostesso. In questo senso, l’implementazionedi buone pratiche di lavorazione e di corret-te prassi igieniche da parte del produttore eil mantenimento di elevati standard sanitaridegli animali hanno permesso di ottenere pro-dotti apprezzabili da un punto di vista igieni-co oltre che organolettico.

Considerando i microorganismi indica-tori di igiene, la situazione nel primo trienniosi presentava abbastanza costante perEscherichia coli, con percentuali di campio-ni conformi oscillanti tra il 77% e l’87%. Per

quanto riguarda la presenza di Staphylococ-cus aureus, la situazione appariva migliora-bile ma non pericolosa per il consumatore.Se infatti si erano riscontrate percentuali dicampioni che superavano i limiti di legge,variabili tra il 55% del 2003, il 75% del 2004e il 34% del 2005, in nessun campione erastata riscontrata la presenza di enterotossinestafilococciche, che rappresentano il realepericolo per il consumatore. Nel 2006 sonorisultati conformi oltre l’86% dei campioni esa-minati per Staphylococcus aureus, e più del95% dei campioni esaminati per Escherichiacoli; un solo campione è risultato non confor-me per presenza di enterotossine stafilococ-ciche.

Collaborazione nella definizionee applicazione del Sistema informativodella Regione Veneto

Personale dell’istituto collabora presso ilCentro Regionale di Epidemiologia Veterina-ria (CREV) dove è stata istituita la Banca DatiRegionale (BDR) di cui fanno parte l’anagra-fe degli insediamenti produttivi di interesse,l’anagrafe del singolo capo bovino, degli ovi-caprini e dei suini.

A partire dal 1996 il CREV ha avviato lacostituzione di un sistema informativo geo-grafico, collegato alla BDR, che consente digestire tali informazioni utilizzandole per lapianificazione delle attività di sorveglianzaepidemiologica e gestione delle emergenzesanitarie.

Il consolidamento della BDR ha consen-tito l’attivazione in Veneto di uno specifico pro-getto per la realizzazione di un Sistema Infor-mativo unico a livello regionale che permet-ta la gestione informatizzata di tutte le realtàterritoriali di interesse e delle attività su que-ste svolte da parte dei Servizi Territoriali.

Ciò in relazione a specifici obiettivi:• mettere a disposizione del Servizio Vete-

rinario Regionale uno strumento per ilgoverno delle attività sul territorio, la pia-nificazione delle risorse e il monitoraggiodell’efficienza dei piani attivati;

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

COSTITUZIONE DEL SIR – ATTIVITÀ DI CENSIMENTO

2006 2005 2004 2003Insediamenti (*) 50.681 43.348 nd ndAllevamenti (*) 60.613 50.899 nd ndInsediamenti georeferenziati 34.646 34.363 34.213 ndStabilimenti di macellazione (*) 134 134 nd ndCapi bovini (*) 930.548 932.028 nd ndCapi bufalini (*) 22.36 2.185 nd ndMovimenti capi bovini registratiIngressi 1.461.611 1.622.887 nd ndUscite 1.453.718 1.607.009 nd ndMovimenti capi bufalini registratiIngressi 133 725 nd ndUscite 153 537 nd ndCapi macellati 767.260 765.704 nd ndRichieste marche auricolari registrate 47.958 50.344 nd ndAllevamenti testati nell’ambito dei piani di risanamento 9.669 10.008 nd ndCapi testati nell’ambito dei piani di risanamento 234.551 230.938 nd ndCaseifici (*) 297 na na naConferenti (latte) (*) 6.151 na na naCaseifici registrati 118 na na naConferenti latte registrati 937 na na naConferenti registrati (latte) 937 na na naEsiti latte registrati 115.888 na na na(*) I valori riportati sono riferiti ai dati censiti al 31 dicembre di ciascun anno.

• mettere a disposizione dei Servizi Territo-riali uno strumento per la registrazione,l’organizzazione e la pianificazione delleattività svolte;

• creare una base dati sanitari standardiz-zata e definire modalità operative unifor-mi sull’intero territorio regionale che ren-dano possibile la sorveglianza sullo sta-to sanitario degli animali e sulla sicurez-za alimentare;

• agevolare la rendicontazione agli organi-smi centrali dell’attività svolta in ambitosanitario;

• rendere disponibili informazioni utili allagestione di alcuni regimi di aiuti comuni-tari nel settore agricolo per gli enti cheerogano gli aiuti alla zootecnia o che pro-

grammano azioni di sviluppo e sostegnoall'allevamento.La costituzione del Sir (Sistema Informa-

tivo Regionale) viene realizzata attraverso iseguenti processi:

• censimento: inteso come l’insieme di atti-vità volte a definire il patrimonio zootec-nico e produttivo di interesse per la sanitàpubblica e la sicurezza alimentare. Il ruo-lo di IZSVe in tale processo non riguardatanto il fattivo censimento delle strutturee/o dei capi, quanto il fatto di mettere adisposizione degli utenti dei servizi terri-toriali adeguati strumenti per effettuarloautonomamente. In tale contesto si inse-risce l’attività specifica per la gestione deipiani di risanamento.

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SALUTE PUBBLICA

• consolidamento: inteso come l’insiemedelle attività volte al costante check-updei sistemi posti in essere ed al loromiglioramento attraverso interventi di ana-lisi delle procedure, pianificazione ed ese-cuzione degli interventi di modifica.

• sviluppo nuovi sistemi software: tale pro-cesso comprende tutti gli specifici pro-getti volti alla realizzazione di nuove pro-cedure informatizzate, scaturiti da nuo-

ve normative o da particolari esigenzedel territorio legate all’evoluzione degliscenari operativi.

• formazione e assistenza: inteso come l’in-sieme delle attività di affiancamento deglioperatori nell’avvio all’utilizzo della pro-cedura, stesura di manuali d’uso, allesti-mento di un sistema di help desk/call-cen-ter come sostegno all’utenza.

COSTITUZIONE DEL SIR – ATTIVITÀ DI CONSOLIDAMENTO

2006 2005 2004 2003Utenti prova(dati cumulativi) 18 22 nd ndUtenti effettivi (dati cumulativi) 970 886 nd ndProfilo utenti Bdr 8 8 nd nd

Provet 1 1 na naSian-Net 2 2 2 naLatte 5 5 3 2

Accessi al sistema(*) Bdr 14.743.792 9.304.566 nd ndMacellato 10.759 614.897 nd ndSian-Net 396.375 161.171 na naGis 4.809 205 na naLatte 2.385 na na na

Nuovi certificati di sottoscrizione e di autenticazione attivati (numero complessivo) 172 226 nd naCertificati di sottoscrizione e di autenticazione rinnovati (numero complessivo) 239 470 nd na(*) per il 2005 questo dato è disponibile solo per il periodo aprile - dicembre

COSTITUZIONE DEL SIR – ATTIVITÀ DI SVILUPPO DI NUOVI SOFTWARE

2006 2005 2004 2003Utenti in test (dettagliati per progetto) LATTE 10 10 na na

GES-VET 6 21 na naGIS 15 27 na na

(*) Ges-Vet dato riferibile al monitoraggio di accessi per struttura, non nominale.

LEGENDA TABELLEBanca Dati Regionale (Bdr): comprende la gestionedell’anagrafe zootecnica e dei piani di risanamento perle malattie del bestiame.Gestionale Veterinario (GES-VET): progetto speri-mentale per la gestione delle attività svolte dai serviziveterinari territoriali. Trattasi di un’unica procedura sud-divisa in 11 moduli distinti.Gis: Sistema Informativo Geografico del CREV

Latte: Sistema Informativo per la Gestione del Piano diControllo Qualità Latte Vaccino nella Regione VenetoMacellato: Sistema Informativo per la gestione dellemacellazioni bovineProfilassi Veterinaria (PROVET): progetto per lagestione informatizzata dei piani di risanamento dellemalattie del bestiameSian-Net: Progetto Informatizzazione del Servizio Siam.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

PRESTAZIONI DI SERVIZI A TERZI

2006 2005 2004 2003Convenzioni stipulate 134 164 154 134

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE – ATTIVITÀ SVOLTA

2006 2005 2004 2003Analisi svolte 254 126 0 0Seminari organizzati 6 3 0 0Sopralluoghi 16 3 - -Giornate impegnate in sopralluoghi 25 19 0 0Gruppi di lavoro 15 19 15 2Team ispettivi nd 2 0 2

Cooperazione internazionaleLa cooperazione tecnico-scientifica con

istituti nazionali ed esteri costituisce uno deicompiti istituzionali degli Istituti zooprofilatti-ci sperimentali. Il personale dell’Istituto par-tecipa a gruppi di lavoro internazionali, inol-tre, alcuni dirigenti dell’Istituto sono designati

dalla Commissione europea, in qualità diesperti, a contribuire alla definizione degliindirizzi comunitari tramite specifici gruppi dilavoro, a svolgere attività ispettiva in statimembri o a fornire supporto tecnico-scienti-fico a Paesi terzi.

La tabella seguente sintetizza i principali risultati delle attività svolte.

STRATEGIA 2.2Aumentare l’efficacia, l’efficienza e la tempe-stività dei controlli supportando l’azione deglioperatori sanitari e favorendo l’applicazionedi buone prassi gestionali e igieniche lungotutte le fasi della filiera produttiva

Le più recenti strategie comunitarie sullasicurezza alimentare (Libro Bianco, Reg.178/2002, il cosiddetto “pacchetto igiene”) evi-denziano l’efficacia del controllo di processorispetto al controllo di prodotto. Il controllo diprocesso, infatti, permette di intercettare even-tuali problemi prima che raggiungano il con-sumatore, e di mettere in atto idonee misuredi prevenzione.

I primi responsabili del processo produt-tivo, e quindi della salubrità degli alimenti, sonoi produttori, a cui spetta il compito di attuaretutte le misure volte a ridurre i rischi per i con-

sumatori attraverso la messa in atto di piani diautocontrollo aziendale. L’Istituto, in questosenso, ha messo in atto specifiche strategiedi formazione e collaborazione con gli opera-tori, per dotarli degli strumenti necessari a svol-gere al meglio il loro compito.

Prestazione di servizi a soggetti privatiLa maggior parte dell’attività diagnostica

è svolta dall’Istituto quale compito istituziona-le. Parallelamente l’Istituto garantisce un ser-vizio pubblico che esula dall’attività istituzio-nale, fornendo supporto tecnico scientifico aenti privati che ne fanno richiesta, sulla basedi apposite convenzioni. Tale attività è volta amettere a disposizione della collettività pro-fessionalità altamente specializzate e consenteinoltre di garantire un tariffario scontato aglienti che richiedono un elevato numero di pre-stazioni.

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SALUTE PUBBLICA

Monitoraggio dell’antibioticoresistenzaIl livello di resistenza agli antibiotici nei

batteri è andato notevolmente aumentandodagli anni Settanta a oggi, destando interes-se e preoccupazione negli enti preposti allatutela della salute pubblica, fino a diventareuno degli obiettivi di salute strategici per l’U-nione europea.

La dimensione del fenomeno è diretta-mente proporzionale all’uso degli antibioticisia in medicina umana che in medicina vete-rinaria. Il rischio per la salute umana, legatoa un uso eccessivo o improprio di questemolecole in zootecnia, non è stato quantifi-cato in modo preciso, ma è sicuramente pos-sibile che un batterio acquisisca la propriaresistenza nell’animale e si trasmetta all’uo-mo direttamente o attraverso il consumo dialimenti contaminati.

Per questi motivi l’Unione europea habandito negli animali l’utilizzo di antibiotici nona scopo terapeutico (promotori di crescita) e

ha emanato numerose linee guida per la sor-veglianza dell’antibioticoresistenza in batteridi origine animale.

Gli obiettivi dell’attività svolta dall’IZSVein quest’ambito sono:

• il monitoraggio dell’antibioticoresistenzain batteri patogeni per l’uomo (salmonel-la in particolare) al fine di evidenziare eprevenire rischi per la salute umana;

• il monitoraggio dell’antibioticoresistenzain batteri non patogeni per gli animali eper l’uomo al fine di valutare la pressio-ne selettiva a cui la flora intestinale deglianimali è normalmente sottoposta;

• la standardizzazione dei metodi di labo-ratorio per fornire risultati pienamenteattendibili e comparabili (controlli diqualità);

• la stesura di report periodici che posso-no contribuire alla definizione di normesull’uso prudente degli antibiotici in vete-rinaria.

MONITORAGGIO DELL’ANTIBIOTICORESISTENZA

2006 2005 2004 2003Controlli di qualità 187 487 440 262Antibiogrammi eseguiti 3.005 5.614 4.040 2.068

ANALISI EXTRAPIANO

2006 2005 2004 2003Laboratorio Batteriologia Campioni totali analizzati 5.026 728 528 697

Campioni non conformi* 30 1 0 6Laboratorio Chimica Campioni totali analizzati 2.849 3.588 6.265 3.360

Campioni non conformi 62 138 103 75* solo patogeni

Come risultati dell’azione si intendono il numero di controlli di qualità e di antibiogrammi eseguiti.

Esecuzione analisi campioni extrapianoQuando si parla di campioni extrapiano

ci si riferisce a tutti quei campionamenti ese-guiti dagli organi competenti (per esempioAsl, Nas, Posto di ispezione frontaliero - PIF,Uffici veterinari adempimenti comunitari -Uvac) che non sono riconducibili a piani dimonitoraggio preventivamente concordati e

che rientrano nell’attività di controllo ufficialedegli alimenti.I campionamenti extrapiano rien-trano negli obblighi istituzionali dell’Istituto ecostituiscono, assieme a tutti gli altri piani dimonitoraggio di cui esso si occupa, a con-correre alla salvaguardia della sicurezza delconsumatore.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Standardizzazione, validazione eaccreditamento delle metodicheanalitiche per la sicurezza alimentare

Il riconoscimento della competenza deilaboratori di prova, sia preposti al controlloufficiale degli alimenti, sia impegnati nelleattività di prova ai fini dell’autocontrollo del-le aziende alimentari produttrici, è un requi-sito richiesto dalle disposizioni nazionali edeuropee in materia di sicurezza alimentare.

I laboratori che effettuano esami chimicie batteriologici sono chiamati a soddisfarespecifici criteri volti a dimostrare l’adozionedi un sistema di gestione per la qualità, lacompetenza tecnica e la produzione di risul-tati affidabili. Ne consegue l’utilizzo di meto-di analitici che soddisfino le esigenze delcliente e siano appropriati per le prove daeseguire. A questo scopo il laboratorio dovràprovvedere alla standardizzazione di meto-di idonei e alla loro validazione nel rispettodelle norme cogenti.

L’IZSVe è accreditato dal Sinal dal 1997.A ciò si è arrivati mediante l’adeguamento aquanto previsto dalla norma relativa all’ap-plicazione delle buone pratiche di laborato-rio, la creazione di un sistema qualità, la pro-duzione della documentazione necessaria ela standardizzazione delle procedure di pro-va (Pdp). Tale processo dinamico ha dovu-to e deve continuamente rispondere, da unlato, a quanto previsto dalla normativa cogen-

te in tema di qualità e dall’altro modulare eimplementare la propria attività di prova allerichieste dei clienti, dell’Unione europea, del-l’autorità nazionale e, non per ultimo, allesituazioni di emergenza sanitaria.

Come organo operante nel campo del-la sicurezza alimentare, l’IZSVe si prefigge ilmiglioramento continuo e l’armonizzazionedei processi analitici in uso sia nell’attività isti-tuzionalmente prevista, sia nell’attività di ricer-ca che viene effettuata dai laboratori afferenti.

Sono state dunque sviluppate le seguen-ti fasi:

• produzione comune dei terreni di coltu-ra necessari per le Pdp di batteriologiaalimentare;

• standardizzazione delle Pdp;• validazione delle Pdp;• accreditamento delle Pdp;• estensione all’accreditamento del nume-

ro delle strutture;• stesura di linee guida inter Istituti zoo-

profilattici sperimentali per un approccioomogeneo alla validazione dei metodi.A seguito dell’accreditamento è stato

possibile assicurare la qualità dei dati anali-tici tramite l’organizzazione e la partecipa-zione a circuiti interlaboratorio, l’utilizzo dimateriali di riferimento interni e/o certificati ela conseguente costruzione di carte di con-trollo.

ACCREDITAMENTO – RISULTATI OTTENUTI

2006 2005 2004 2003Pdp standardizzate 142 92 64 47Pdp validate e accreditate 64 71 69 60Partecipazione a ring test 170 140 129 101Organizzazione circuiti interlaboratorio 4 4 6 5Strutture accreditate 9 8 7 7Linee guida redatte 2 1 2 /

Nel 2006 sono state standardizzate, validate e accreditate nuove procedure ISO in sosti-tuzione di metodi interni di microbiologia e sono state eliminate altre procedure, per la chiu-sura dell’attività analitica fisico-chimica sul latte.

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SALUTE PUBBLICA

Servizio di pronta disponibilità L’IZSVe è chiamato a garantire alle auto-

rità sanitarie le prestazioni e la collaborazio-ne tecnico-scientifica necessarie per l’esple-tamento delle funzioni in materia di sanità ebenessere animale, di sicurezza alimentare edi tutela ambientale.

Per adempiere in qualunque momento atale compito l’Istituto ha organizzato un pianodi pronta disponibilità che garantisce, duran-

te i giorni festivi e prefestivi, il necessario sup-porto in caso di eventi improvvisi. In partico-lare, tale servizio ha l’obiettivo di fornire sup-porto a tutti gli organismi operanti nell’ambitodella sanità animale e pubblica mediante con-sulenze telefoniche, sopralluoghi ed eventualeaccettazione di campioni urgenti, nel caso siverifichino casi sospetti di malattie infettive delbestiame presenti nella lista dell’Oie.

SERVIZIO DI PRONTA DISPONIBILITÀ - RISORSE IMPIEGATE

2006 2005Personale dedicato alla preparazione e organizzazione del piano 2 2Personale dedicato al servizio di pronta disponibilitàdirigenti veterinari 38 24dirigenti sanitari 12 7

CORSI DI FORMAZIONE NELL’AMBITO DELLA SICUREZZA ALIMENTARE

2006 2005 2004 2003Corsi organizzati 94 42 4 1Partecipanti 2760 1373 60 20Crediti ECM erogati 32 100 22 -

Corsi di formazione nell’ambito dellasicurezza alimentare

L’Istituto ha acquisito una specifica espe-rienza nell’erogazione di formazione al per-sonale sanitario interno ed esterno, quest’ul-timo sia afferente al Servizio sanitario nazio-nale sia proveniente da imprese private.

Indubbiamente un forte impulso è statodato da un lato dalla grande richiesta for-mativa suggerita dall’Educazione continuain medicina (Ecm) dall’altro dalla specificarichiesta da parte delle Regioni.

Destinatari diretti dei corsi di formazio-ne sono stati gli operatori sanitari nel setto-re dell’igiene, della produzione e della tra-sformazione degli alimenti (veterinari, medi-ci, biologi, chimici, tecnici della prevenzio-ne, tecnici di laboratorio), nonché tutti gli

addetti del settore alimentare (macellai,addetti alla ristorazione, commercianti pro-dotti alimentari…). A beneficiare indiretta-mente di questa attività sono state, invece,le Aziende alimentari.

Al termine di ogni corso i partecipantieffettuano un test di apprendimento, vieneinoltre distribuito loro un questionario di valu-tazione dell’evento formativo al fine di deter-minarne l’efficacia e il livello di gradimento.Relativamente ai test di apprendimento, ipartecipanti hanno risposto correttamentein media all’80% dei quesiti.Nel complesso,i corsi hanno ricevuto valutazioni medio-altein relazione alla pertinenza e alla rilevanzaper la professione dei partecipanti.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Pubblicazioni scientifiche L’IZSVe realizza pubblicazioni relative

alla sicurezza alimentare al fine di divulga-re i risultati dell’attività di ricerca.

Tali pubblicazioni sono generalmentedirette ai tecnici del settore, ma possonoavere anche carattere divulgativo al fine diraggiungere un pubblico più vasto.

PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE

2006 2005 2004 2003Pubblicazioni su riviste divulgative nazionali 4 6 nd ndPubblicazioni su riviste scientifiche nazionali 2 5 nd ndPubblicazioni su riviste divulgative internazionali 8 1 nd ndPubblicazioni su riviste scientifiche internazionali 2 1 nd nd

Collaborazione nell’ambito del pianodi monitoraggio per il miglioramentodella produzione della carne bovinaRegione Veneto

L’utilizzo di sostanze anabolizzanti nelsettore zootecnico è volto a migliorare leperformance produttive degli animali.

Pur essendo vietato a causa dei possi-bili rischi per la salute del consumatore, taleuso illegale è ancora pratica diffusa parti-colarmente nell’allevamento del bovino dacarne.

Trovare queste sostanze nelle matricibiologiche (in particolare muscolo, fegato,sangue, urina, pelo) può risultare partico-larmente difficoltoso per una serie di motivi:utilizzo di sostanze a dosaggi molto bassi ein combinazione fra di loro (cocktail), utiliz-zo di sostanze nuove, sospensione del trat-tamento in prossimità della macellazione.

Tuttavia, le lesioni prodotte da queste sostan-ze sugli organi bersaglio dell’animale pos-sono essere rilevate da esami istologici all’in-terno di un programma più generale di epi-demio-sorveglianza.

L’Istituto ha inteso sviluppare tecnicheinnovative, di supporto all’esame anatomo-istopatologico, che siano attendibili e utiliz-zabili nel controllo ufficiale indirizzate a rile-vare indicatori indiretti di tattamenti illeciti.

I risultati preliminari sono in corso di ela-borazione per la verifica e la validazione ditali tecniche: è necessario approfondire lostudio dei singoli biomarcatori al fine di poteraspirare alla ufficializzazione delle metodi-che in esame. Si riportano pertanto di segui-to i dati di attività riferiti solo alla prima fasedel Piano di monitoraggio, promosso dallaRegione del Veneto. La seconda fase èattualmente in corso di svolgimento.

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SALUTE PUBBLICA

AutocontrolloLa normativa vigente prevede l’obbli-

go, da parte dei responsabili delle industriealimentari, di garantire che la produzione sisvolga in modo igienico e a tutela della salu-te dei consumatori. Le industrie alimentaridevono determinare nelle loro attività ognifase che potrebbe rivelarsi critica per lasicurezza degli alimenti e devono garanti-re che siano individuate, applicate, mante-nute e aggiornate adeguate procedure disicurezza basate sul sistema di analisi deirischi e di controllo dei punti critici (Haccp– Hazard Analysis Critical Control Points).Inoltre, esse devono disporre di un docu-mento (manuale dell’autocontrollo) conte-nente l’individuazione delle fasi critiche, del-le procedure di controllo e di sorveglianzadei punti critici e i relativi risultati. A tale pro-posito, è prevista l’esecuzione di controllianalitici di verifica sui prodotti presso labo-ratori riconosciuti dal ministero della Salu-

te, a cura degli operatori del settore ali-mentare.

In questo contesto l’Istituto:• effettua le analisi di laboratorio;• supporta gli operatori del settore ali-

mentare nella messa a punto e nell’ap-plicazione di sistemi di autocontrolloche consentano un innalzamento deglistandard igienici di produzione a tute-la della salute dei consumatori;

• assiste gli stessi operatori nella risolu-zione di problematiche di tipo tecnolo-gico o sanitario;

• acquisisce per conto dell’autorità regio-nale informazioni relative alle principa-li problematiche sanitarie nelle diversefiliere produttive;

• sviluppa al proprio interno conoscen-ze e competenze sempre maggiori suiprocessi di produzione e sulle proble-matiche sanitarie e tecnologiche ad essiconnesse.

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PIANO DI MONITORAGGIO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA PRODUZIONE DELLA CARNE BOVINA

dal 07.02.2006 dal 30.09.2004 al 07.11.2006 al 26.01.2005

Attività svoltaImpianti di macellazione controllati 23 34Aziende controllate 106 95Totale capi controllati 409 349Totale partite di animali testate 113 98Matrici prelevateMatrici per l’esame istologico 2.360 1.267Serie analitiche per l’esame ematochimico 409 343Matrici per genomica 409 1267Matrici per proteomica 409 346Matrici per analisi chimiche - plasma 409 343Matrici per analisi chimiche – bulbo oculare 409 324Matrici per analisi chimiche – grasso perirenale 409 324Matrici per analisi chimiche - fegato 409 349Matrici per spettroscopia a infrarossi – muscolo 409 349Matrici per spettroscopia a infrarossi – urina 409 330Matrici per farmacologia – fegato 409 349Matrici per farmacologia - urina 409 330

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

La tabella che segue mostra i risultati dell’azione. Le analisi sono state eseguite pre-valentemente su alimenti di origine animale.

I manuali dell’autocontrollo sono stati redatti prevalentemente per operatori del set-tore delle carni o della refezione scolastica delle province di Padova e Trento.

ATTIVITÀ DI AUTOCONTROLLO

2006 2005 2004 2003Campioni esaminatiMicrobiologia 26.579 29.942 32.857 31.737Chimica 1.163 1.062 1.182 1.197Analisi eseguiteMicrobiologia 61.156 61.786 63.083 63.779Chimica 2.362 4.724 2.855 2.756Manuali autocontrollo redatti o revisionati 10 10 nd ndSopralluoghi per consulenze 14 18 nd ndInterventi di formazione presso aziende 8 2 nd nd

Obiettivo 3Difendere la salute delle persone dallemalattie trasmissibili da animali a uomo

Le zoonosi sono malattie causate daagenti naturalmente trasmissibili tra uomoe animali; rappresentano una problematicaimportante di Sanità Pubblica, in termini dicosti umani (morbilità e mortalità) e sociali.Le zoonosi sono una categoria molto ampiadi patologie e riguardano alimenti, animaliserbatoio, vettori (per esempio insetti) e fat-tori ambientali, che hanno caratteristichespesso strettamente correlate con le diffe-renti realtà locali.

L’Organizzazione Mondiale della Sanitàha individuato finora più di 200 zoonosi.

L’IZSVe si caratterizza per un forte impe-gno nella sorveglianza e nei controlli relati-vamente a queste malattie attuando diver-si piani di monitoraggio a livello territoriale.

STRATEGIA 3.1Contribuire alla definizione degli indiriz-

zi comunitari e partecipare all’elaborazionedei piani regionali e nazionali in materia disanità pubblica, supportando l’azione deglioperatori sanitari

L’elevata competenza tecnico scientifi-ca e legislativa dei centri di referenza facen-ti parte dell’IZSVe e l’esperienza maturatadai dirigenti dell’Istituto fa sì che spesso levarie professionalità in esso presenti ven-gano coinvolte (in qualità di esperti di par-ticolari settori come influenza aviaria, rab-bia, salmonellosi, malattie dei pesci e deimolluschi, ecc.) nei processi di definizione

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SALUTE PUBBLICA

delle attività veterinarie a livello nazionalee comunitario.

Nell’ambito delle zoonosi, l’IZSVe col-labora allo studio, alla stesura di documentiufficiali a livello europeo, nazionale e regio-nale, e al coordinamento delle attività di sor-veglianza epidemiologica finalizzate almonitoraggio e al miglioramento dello sta-to sanitario delle popolazioni animali e del-la salubrità degli alimenti di origine anima-le, e garantisce l’esecuzione degli esami dilaboratorio di qualità eccellente, mediantel’applicazione di un Sistema Qualità secon-do la norma (ISO 17025).

Piano di sorveglianza BSE e altre ence-falopatie spongiformi trasmissibili

Dal 2001 è stato attivato un program-ma di sorveglianza attiva per la BSE. Il Pia-no prevede l’esame sistematico tramite testrapido del sistema nervoso centrale di bovi-ni e bufalini. Analoghi controlli sono statiprogrammati: nel 2002 la Scrapie e nel 2006la Chronic Wasting Disease (Cwd).

L’assenza di positività che si evince daidati ottenuti dal controllo capillare sullamacellazione, attesta che il rischio asso-ciato alla presenza di Bse e patologie simi-li è quasi nullo.

PIANO DI SORVEGLIANZA ENCEFALOPATIE – ATTIVITÀ E RISULTATI

2006 2005 2004 2003Test rapidi effettuatiBse 47.135 50.426 65.877 76.118Scrapie 1.580 1.104 693 1.752Cwd 0 na na naPositività riscontrateBse 0 0 0 2Scrapie 0 0 0 55Cwd 0 na na na

Piani nazionali e regionali tubercolosibovina (Tbc) e brucellosi bovina (Brc)

La tubercolosi bovina (Tbc), la brucel-losi bovina (Brc) sono malattie batteriche degli animali trasmissibili all’uomo attra-

verso il consumo di alimenti e per contattodiretto con gli animali.

Sulla base dei risultati e dei controlli effettuati, tutte le Provincie della Regione Veneto, delFriuli-Venezia Giulia e le Provincie autonome di Trento e Bolzano hanno ottenuto la qua-lifica comunitaria di territorio ufficialmente indenne da brucellosi bovina, mentre per quan-to riguarda la tubercolosi bovina sono state riconosciute ufficialmente indenni a livellocomunitario tutte le Provincie del Friuli-Venezia Gulia, le Province venete di Belluno ePadova e le Province autonome di Trento e Bolzano (Dec. 2007/174/CEE).

PIANI NAZIONALI – ATTIVITÀ E RISULTATI

2006 2005 2004 2003Capi positivi Capi positivi Capi positivi Capi positivi

testati testati testati testatiBrc bovina 293.809 0 92.997 0 114.214 0 113.336 0Brc bufalina 1.477 0 288 0 376 0 nd -Brc ovicaprina 46.451 0 43.376 0 44.942 0 nd -

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Attività nell’ambito del piano West Nile (Wn)

L’encefalite tipo West Nile (Wn) è unamalattia virale trasmessa all’uomo tramitepuntura di vettori (zanzara).

I cambiamenti climatici modificano l’e-cologia dei vettori e questo contribuisce

all’aumento del rischio di comparsa dellamalattia sul nostro territorio che è attual-mente indenne.

L’attività dell’Istituto consente di identi-ficare e quantificare la presenza di vettorie di monitorare il rischio di introduzione dimalattie.

PIANO NAZIONALE WEST NILE (Wn) – ATTIVITÀ SVOLTA

2006 2005 2004 2003n° catture 23 18 16 22Culicidi identificati 4.343 2.430 2.835 2.718

ISPEZIONI E CONSULENZE INTERNAZIONALI

2006 2005Africa 18 1Europa - 19America - 1Asia 10 -Totale 34 21

Servizio di pronta disponibilitàVedi azione ob.2 strat.2.2

Formazione a studenti universitariLa formazione specialistica nel campo

della zooprofilassi è un’attività che rientratra i compiti istituzionali degli Istituti zoo-profilattici sperimentali.

In particolare, le università richiedonoil contributo di professionalità specialistichenell’ambito di moduli professionalizzanti(corsi di laurea specialistica in medicina

veterinaria) o di lauree di primo livello inmaterie biomediche.

L’Istituto, tramite questa attività, contri-buisce quindi alla formazione di personalespecializzato nel campo della zooprofilas-si; viene inoltre incrementato lo scambioscientifico-culturale con le università.

Ispezioni Ue e consulenze internazionaliL’elevata competenza tecnico scientifi-

ca e legislativa dei Centri di referenza del-l’IZSVe fa sì che spesso gli esperti dei sin-goli ambiti di studio (influenza aviaria, rab-bia, ittiopatologia, salmonellosi, ...) siano coin-volti in attività di supporto tecnico-scientificoad altri Paesi, comunitari e terzi, per effet-tuare consulenze e attività di formazione. Inol-tre su richiesta della Commissione europea,il personale dell’Istituto partecipa in qualitàdi esperto ad ispezioni comunitarie.

La sede centrale dell’IZSVe ospita lasegreteria della Sivtro, Società italiana diveterinari tropicalisti, operante nel settoredella cooperazione internazionale in ambi-to veterinario. Ciò allo scopo di verificare segli standard igienico-sanitari e l’organizza-zione dei servizi sanitari di tali Paesi sonoconformi a quelli comunitari, con l’intento difornire adeguato supporto per il migliora-mento organizzativo/strutturale dei serviziveterinari e delle relative attività.

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SALUTE PUBBLICA

Pubblicazioni scientifiche Le pubblicazioni scientifiche rappre-

sentano lo strumento attraverso il quale i ricercatori rendono pubblici i risultati delleloro ricerche.

PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE

2006 2005Pubblicazioni su riviste internazionali 4 -Atti di congressi internazionali 1 2Pubblicazioni su riviste nazionali con referaggio - 1Atti di congressi nazionali - 1Pubblicazioni divulgative - -

FORMAZIONE UNIVERSITARIA

2006 2005 2004Ore di lezione complessive 39 25 ndRelazioni a invito effettuate in materia di zoonosi 19 7 nd

STRATEGIA 3.2Massimizzare la sicurezza delle personenell’interazione con gli animali

L’uomo da sempre si prende cura deglianimali. Lo fa per motivi diversi: per affetto(animali da compagnia), per necessità e red-dito (allevamenti, negozi di vendita), perdivertimento (animali utilizzati nello sport),per motivi ambientali ed educativi (gestioneparchi, centri recupero animali selvatici, zoo).In tutti questi ambiti la necessaria interazio-ne con gli animali comporta dei rischi di tra-smissione di agenti patogeni comuni all’uo-mo e agli animali, specialmente in catego-rie di persone più “deboli” (bambini, anzia-ni, malati, ecc.). Il modo migliore per preve-nire la trasmissione e minimizzare i rischi diinfezione è quello di conoscere i comporta-menti corretti e scorretti nell’interazione con gli animali, oltre all’applicazione di misure

igienico-sanitarie che saranno diverse aseconda dell’ambito in cui si opera.

In questo contesto si inserisce l’attivitàdi formazione e informazione svolta dal-l’IZSVe, attraverso pubblicazioni, confe-renze, relazioni e l’inserimento sul sito inter-net di schede informative relative alle diver-se malattie.

Schede informative sulle zoonosinel sito web

L’IZSVe ha reso disponibili sul sito web,nell’area tematica relativa alle zoonosi, leschede sintetiche in cui sono riportate leprincipali informazioni sulla malattia, orga-nizzate in base ai modelli utilizzati dall’Oiee dalla Fao.

SCHEDE INFORMATIVE SULLE ZOONOSI

2006 2005 2004 2003Schede pubblicate 1 24 na naFaq pubblicate 9 na na na

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Attività di informazione edivulgazione alla collettività

Vedi azione omonima in ob. 1, strat. 1.1

Formazione ad operatori sanitariCompito dell’Istituto è assicurare la for-

mazione e l’aggiornamento continuo deglioperatori sanitari pubblici e privati in mate-ria di zooprofilassi.

Gli incontri formativi sono richiesti avario titolo: dalle università, come contri-buto di professionalità specialistiche in par-

ticolari ambiti (master, scuole di specializ-zazione), da associazioni di categoria (ordi-ni provinciali di veterinari, associazioni alle-vatori) per la formazione pratica a veteri-nari, tecnici, allevatori, dalle società orga-nizzatrici di congressi , dalle case farma-ceutiche.

ATTIVITÀ DI FORMAZIONE

2006 2005 2004Ore di lezione complessive 28 20 ndIncontri formativi effettuati in materia di zoonosi 14 11 nd

PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE

2006 2005Pubblicazioni su atti di congressi internazionali 2 1Pubblicazioni su riviste nazionali - 1Pubblicazioni su atti di congressi nazionali 4 1Pubblicazioni divulgative - 4

Pubblicazioni scientifiche L’IZSVe realizza pubblicazioni relative

alla salvaguardia della popolazione dallezoonosi (malattie trasmissibili da animali auomo) al fine di comunicare i comportamenti che mettono a rischio la sicurezza nell’inte-

razione tra uomo e l’animale. Tali pubblica-zioni dirette di norma ai tecnici del settore,possono avere anche carattere divulgativoal fine di raggiungere un pubblico più vasto.

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BENESSERE E SALUTE ANIMALE

BENESSERE E SALUTE ANIMALEL’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha funzioni di studio e di coordina-

mento delle attività di sorveglianza epidemiologica finalizzate al monitoraggio e al migliora-mento dello stato sanitario e del benessere delle popolazioni animali.

L’IZSVe svolge dunque numerose attività finalizzate alla diagnosi di malattie degli ani-mali in grado di compromettere lo stato di salute degli individui oltre che, in alcuni casi,dimettere a serio rischio il patrimonio zootecnico e conseguentemente interi settori produttivi.

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Piani nazionali Piani regionali e provincialiSalvaguardia degli allevamenti ittici inTrentino Alto Adige nei confronti delle rabdovirosidei salmonidiMonitoraggi sanitari della fauna selvaticaCollaborazioni con organismi internazionali Convenzione "Conservazione e valorizzazione delle razzeavicole venete"Formazione agli studenti universitariFormazione agli operatori del settore zootecnicoPubblicazioni scientificheAttività diagnostica non pianificataPiano aborti – Regione del VenetoPiano controllato d’impiego sperimentale dellazincobacitracina contro l’enterocolite enzootica dei conigli Produzione di un vaccino sperimentale controla lattococcosiFormazione agli studenti Formazione agli operatori del settore zootecnico Corsi di formazione nell’ambito della sanità animale Pubblicazioni scientifiche Attività di informazione e divulgazione alla collettivitàSorveglianza e gestione emergenza influenza aviariaSorveglianza e gestione emergenza malattie vescicolare Formazione agli operatori del settore zootecnicoPubblicazioni scientificheCollaborazione nell’ambito della banca dati regionaledel Veneto dell’anagrafe caninaServizi di diagnostica e consulenze per l’espatrio di animali da affezioneCollaborazione nell’ambito del progetto “Terapia del sorriso e Pet therapy“

OBIETTIVI DI CAMBIAMENTO STRATEGIE AZIONI – PROGETTATE, IN CORSO E REALIZZATE

4Contribuire allatutela della sanitàe del benesseredegli animalida allevamento,da compagnia e selvatici

Contribuire alladefinizione degliindirizzi comunitari epartecipareall’elaborazione deipiani pubblici inmateria di sanità,benessere animale egestione della faunaselvatica

Aumentare l’efficacia,l’efficienza e latempestività degliinterventi sanitarisupportando l’azionedegli operatori sanitari

Favorire negliallevamenti prassigestionali e condizioniigienico-sanitarie checonciliano sanità ebenessere animale

Interveniretempestivamente incaso di malattie dianimali a carattereepidemico checostituisconoemergenza sanitaria

Promuovere unacultura rispettosadegli animali ecomportamenticorretti tra persone eanimali da compagnia

4.1

4.2

4.3

4.4

4.5

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Obiettivo 4Contribuire alla tutela della sanitàe del benessere degli animalida allevamento, da compagnia e selvatici

L’Organizzazione Mondiale della Sanità defi-nisce la salute umana come “il completobenessere fisico, mentale e sociale e nonsolamente l’assenza di malattia o infermità”.Questo concetto negli ultimi anni si sta esten-dendo anche agli animali, dapprima quellida compagnia, ma anche agli animali sel-vatici ed allevati a scopi diversi, tanto cheoggi la legislazione prevede per l’alleva-mento degli animali che tutte le fasi di pro-duzione, trasporto, macellazione e/o abbat-timento in caso di focolaio avvengano nelrispetto del benessere animale. L’attività dell’IZSVe si inserisce in questo con-testo attraverso la partecipazione all’orga-nizzazione e all’attuazione dei piani nazio-nali e regionali in materia di sanità animale.La prevenzione delle malattie animali ed ilrispetto dello stato di benessere (verificatoanche mediante analisi chimico-cliniche)comporta benefici economici per tutto il set-tore della filiera alimentare evitando soffe-renze agli animali.

STRATEGIA 4.1Contribuire alla definizione degli indirizzicomunitari e partecipare all’elaborazione deipiani pubblici in materia di sanità, benesse-re animale e gestione della fauna selvatica

L’elaborazione dei Piani di profilassi daparte delle Regioni e delle Province auto-nome di Trento e Bolzano ha lo scopo dirisanare e preservare il patrimonio zootec-nico e le popolazioni animali in generale da

malattie infettive e contagiose. A tale riguar-do l’IZSVe supporta l’azione di regolamen-tazione da parte dei predetti enti, interve-nendo anche nell’esecuzione dei piani conil contributo di altri soggetti (servizi veteri-nari e allevatori).

Piani regionali - nazionaliLa rinotracheite bovina infettiva-vulvo-

vaginite pustolosa (Ibr-Ipv), la leucosi bovi-na enzootica (Lbe), la Bluetongue (Bt), lamalattia di Aujeszky (Phv1), la malattiavescicolare del suino (Mvs) e la peste sui-na classica (Psc) sono malattie virali deglianimali non trasmissibili all’uomo che cau-sano notevoli perdite zootecniche (soffe-renza, calo delle produzioni, mortalità, limi-tazioni alla movimentazione e al commer-cio nazionale ed internazionale).

L’IZSVe ha il compito di contribuire agarantire il monitoraggio e il miglioramentodello stato sanitario delle popolazioni ani-mali, mediante l’attuazione di Piani di profi-lassi.

I piani comportano:• l’esecuzione di analisi di laboratorio;• la formazione di tecnici di laboratorio;• la realizzazione di ring test intra e inter-

laboratori nazionali e internazionali.Le tabelle seguenti riportano i risultatipiù significativi dei piani.

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BENESSERE E SALUTE ANIMALE

CAPI TESTATI

2006 2005 2004 2003Lbe bovina siero 178.410 117.713 200.496 156.924Phv1 (suino) 6.446 8.591 8.610 8.835

POSITIVITÀ RISCONTRATE2006 2005 2004 2003

Lbe bovina siero 514 35 73 135Phv1 (suino) 250 533 390 504

AZIENDE

2006 2005Testate Positive Testate Positive

Mvs 1.186 9 866 30Psc 564 - 824 -Bt (sierologia) 465 - 412 -

CAPI

2006 2005Testati Positivi Testati Positivi

Mvs 36.860 62 6.618 36Psc 6.516 - 6.373 -Bt (sierologia) 48.998 - 45.563 -

ATTIVITA’ CONTROLLO Bt (ENTOMOLOGIA)

2006 2005Trappole posizionate 43 43Pool insetti esaminati 3705 1842Pool esaminati per Culicoides 2730 1339Positivi per C.imicola - -

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Piani regionali e provinciali

PIANO REGIONALE VENETO

2006 2005 2004 2003Capi positivi Capi positivi Capi positivi Capi positivi

testati testati testati testatiIbr - Ipv 80.504 11.335 92.206 20.703 122.245 29.784 120.807 36.218Paratubercolosi 2.079 - 1.632 - 3.156 - 27.135 -

PIANO REGIONALE FRIULI VENEZIA GIULIA

2006 2005Bvd-mdcampioni di siero esaminati 23.709 37.054Ibr-Ipvcampioni di siero esaminati 79.414 67.848

VenetoL’amministrazione della Regione Veneto ha elaborato i Piani di profilassi con l’obiet-

tivo di arrivare all’eradicazione delle seguenti malattie:• rinotracheite infettiva-vulvovaginite pustolosa (Ibr-Ipv);• paratubercolosi.

Friuli Venezia GiuliaL’amministrazione della Regione Friuli ha elaborato i Piani di profilassi con l’obiettivo

di arrivare all’eradicazione delle seguenti malattie:• diarrea virale bovina-malattia delle mucose (Bvd-Md);• rinotracheite infettiva-vulvovaginite pustolosa (Ibr-Ipv);• artrite-encefalite caprina (Caev);• paratubercolosi.

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BENESSERE E SALUTE ANIMALE

Provincia di BolzanoL’amministrazione della Provincia autonoma di Bolzano ha elaborato i Piani di profi-

lassi con l’obiettivo di eradicare le seguenti malattie:• diarrea virale bovina-malattia delle mucose (Bvd-Md);• rinotracheite infettiva-vulvovaginite pustolosa (Ibr-Ipv);• artrite-encefalite caprina (Caev);• Brucella ovis.

PIANO PROVINCIALE BOLZANO

2006 2005Bvd-mdcampioni di derma esaminati 69231 56484campioni positivi 408 (0,60%) 334 (0,59%)campioni di siero esaminati 2374 11430campioni positivi 39(1,60%) 62 (0,54%)Ibr-Ipvcampioni di siero esaminati 27141 19504campioni positivi 79 (0,30%) 83 (0,42%)Caevcampioni di siero esaminati 9472 6115campioni positivi 909 (9,60%) 829 (13,56%)Brucella oviscampioni di siero esaminati 2441 2027campioni positivi 14 (0,60%) 45 (2,22%)

PIANO PROVINCIALE TRENTO

2006 2005 2004 2003Bvd-MdAziende controllate 1509 1.630 1.630 1.630

di cui positive 14 14 11 19 Animali controllati 14436 6.877 7.157 7.571

di cui positivi 18 18 12 27 Ibr-IpvAziende controllate 1487 1.509 1.578 1.655

di cui positive 250 349 502 599 Animali controllati 34.120 34.098 35.548 37.122

di cui positivi 3.599 4.794 6.174 6.720

Provincia di TrentoL’amministrazione della Provincia autonoma di Trento ha elaborato i Piani di profilas-

si con l’obiettivo di arrivare eradicare le seguenti malattie:• diarrea virale bovina-malattia delle mucose (Bvd-Md);• rinotracheite infettiva-vulvovaginite pustolosa (Ibr-Ipv).

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Salvaguardia degli allevamenti ittici inTrentino Alto Adige nei confronti dellerabdovirosi dei salmonidi

La setticemia emorragica virale (Sev)e la necrosi ematopoietica infettiva (Nei)sono due malattie virali in grado di causa-re gravi mortalità in alcune specie ittiche,sia in allevamento che nelle acque libere.Entrambe le malattie sono ampiamente dif-fuse in vaste zone del territorio di compe-tenza e causano gravi perdite nelle troted’allevamento. Sev e Nei sono compresenell’elenco delle patologie notificabili Oie esono incluse anche nell’elenco II dell’alle-

gato A del DPR 555/92 , nei cui confronti glistati membri sono autorizzati ad attivare pia-ni di controllo ed eradicazione. In ambitonazionale la Provincia di Trento prima equella di Bolzano, in seguito, hanno ritenu-to di dover intraprendere un piano di con-trollo ufficiale, esteso a tutte le aziende pre-senti nel loro territorio, per salvaguardare ilproprio patrimonio zootecnico e consenti-re ai propri operatori economici di mante-nere un mercato libero da preclusioni dinatura sanitaria . Nella tabella seguentesono riportati i dati relativi alle aziende edil loro stato sanitario.

INDAGINI PIANO REGIONALE SALVAGUARDIA ALLEVAMENTI ITTICI

2006 2005 2004 2003TN BZ TN BZ TN BZ TN BZ

Indagini virologiche su colture cellulari 1.011 173 940 191 954 206 1018 244Positivi per Sev 7 0 18 4 11 0 40 0Positivi per Nei 0 0 0 0 0 0 18 0

La conferma di laboratorio dei focolaidi Sev e Nei, ha consentito alla Direzionedei Servizi sanitari delle Province Autono-me di Trento e Bolzano di identificare concertezza le aziende infette ed attivare, neiloro confronti, corrette azioni di risanamen-to con l’obiettivo finale di eradicare entram-be le malattie dal territorio ed ottenere il rico-

noscimento di zone ufficialmente indenni. A seguito di tale attività sono state iden-

tificate le aziende ufficialmente indenni, nel-la Provincia di Trento; per la Provincia di Bol-zano l’attività di riconoscimento è tuttora incorso. In tabella si riportano i dati relativiall’attività svolta.

ATTIVITÀ SVOLTA

2006 2005 2004 2003TN BZ TN BZ TN BZ TN BZ

Aziende sotto controllo 61 5 60 5 60 5 43 5Incubatoi sotto controllo 15 0 15 0 14 0 12 0Laghetti sotto controllo 27 2 27 2 27 2 24 2Siti acque libere controllati 34 13 28 13 28 11 - 15Aziende ufficialmente indenni 45 in corso 39 in corso 39 in corso 34 in corsoNuovi focolai Sev 3 0 1 1 3 0 5 0Nuovi focolai Nei 0 0 0 0 0 0 6 0

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BENESSERE E SALUTE ANIMALE

Monitoraggi sanitari della faunaselvatica

Il costante incremento delle popolazio-ni selvatiche richiede particolare attenzio-ne da parte degli enti che si occupano digestione delle popolazioni e di controllo eprofilassi delle malattie degli animali. Nederiva quindi la necessità di verificare la

situazione epidemiologica anche della spe-cie libera. Le amministrazioni locali provin-ciali o regionali richiedono ai laboratori ter-ritoriali dell’Istituto di effettuare monitorag-gi sanitari della fauna selvatica.

MONITORAGGIO DELLA FAUNA SELVATICA

2006 2005 2004 2003Piani e convenzioni 7 7 5 7Ricerche 9 8 3 5Analisi 7413 11286 6206 9992

Collaborazioni con organismi interna-zionali

I dirigenti dell’Istituto in qualità di esper-ti hanno partecipato a gruppi di lavoro/ses-sioni di organismi comunitari e internazio-

nali (Oie) in relazione alla definizione di con-tenuti e standard dei Piani di profilassi.

ATTIVITÀ SVOLTE

2006 2005Draft prodotti - 14Incontri - 14

Convenzione "Conservazione e valoriz-zazione delle razze avicole venete"

Le razze animali autoctone, in particolarmodo le 11 razze avicole, rappresentano unpatrimonio tradizionale ed economico da pre-servare. Con l’obiettivo di conservare e valo-rizzare la riproduzione delle razze è stato for-

mato un gruppo di allevatori che, attraversola formazione di operatori e studenti median-te corsi e tesi di laurea, segua standard qua-lificanti (la razza) per l’allevamento.

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

STRATEGIA 4.2Favorire negli allevamenti prassi gestionalie condizioni igienico-sanitarie che concilia-no sanità e benessere animale

Uno dei principali obiettivi dell’IZSVe èquello di contribuire a fornire al consuma-tore prodotti di origine animale il più possi-bile sicuri dal punto di vista igienico. Que-sto si ottiene allevando gli animali in strut-ture idonee ed in condizioni igienico-sani-tarie atte a prevenire la circolazione degliagenti patogeni. Una delle sfide degli ultimianni è quella di conciliare la gestione eco-nomico-sanitaria degli allevamenti con ilbenessere animale.

L’IZSVe cerca di raggiungere questoobiettivo con attività dirette (ad es. produ-zione di vaccini) e indirette, che compren-dono la formazione degli operatori sanitari(corsi, lezioni, pubblicazioni scientifiche) el’informazione anche ad un pubblico piùvasto (pubblicazioni divulgative).

Formazione agli studenti universitariL’Istituto si prefigge lo scopo di contri-

buire alla formazione di personale specia-lizzato nel campo della zooprofilassi e difavorire lo scambio scientifico-culturale conle Università.

ATTIVITÀ SVOLTE

2006 2005 2004Ore di lezione complessive 10 10 ndRelazioni ad invito effettuate 3 2 ndTesi di laurea 20 3 4Tesi di master - specializzazione 8 1 0

FORMAZIONE AGLI OPERATORI

2006 2005 2004Ore di lezione complessive 60 26 ndRelazioni ad invito effettuate 30 16 nd

Formazione agli operatori del settorezootecnico

L’Istituto contribuisce alla formazionedegli operatori del settore zootecnico per-seguendo i seguenti obiettivi:

• contribuire alla formazione di perso-nale specializzato;

• favorire l’adozione di comportamentiuniformi da parte degli operatori sanita-ri sul territorio nazionale e comunitario.

Pubblicazioni scientificheI lavori scientifici in questo ambito han-

no l’obiettivo di proporre attività gestionalidegli allevamenti che garantiscano il minorrischio possibile di trasmissione di malattie

nel rispetto del benessere animale. A riguar-do l’Istituto ha realizzato quanto riportatonella tabella che segue.

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BENESSERE E SALUTE ANIMALE

STRATEGIA 4.3Aumentare l’efficacia, l’efficienza e la tem-pestività degli interventi sanitari supportan-do l’azione degli operatori sanitari

L’IZSVe supporta l’azione degli operato-ri sanitari agendo a diversi livelli:

• investendo nella ricerca per la messa apunto di metodiche diagnostiche più vali-de e veloci;

• applicando un Sistema Qualità nei labo-ratori che garantisce trasparenza e vali-dità dei processi di analisi secondo lanorma ISO 17025;

• partecipando all’organizzazione ed attua-zione di piani di monitoraggio della salu-te animale;

• partecipando all’organizzazione ed attua-zione di piani sperimentali di terapia;

• rendendo disponibile il proprio perso-

nale per sopralluoghi in allevamento incaso di problemi particolari;

• attuando un servizio di pronta disponi-bilità e offrendo consulenze specialisti-che;

• attraverso la formazione degli operatorisanitari;

• attraverso la divulgazione scientifica alivello locale, nazionale ed internazio-nale.

Attività diagnostica non pianificataPer garantire la sanità degli allevamen-

ti l’istituto effettua attività diagnostica di sup-porto agli interventi dei veterinari liberi pro-fessionisti ed offre consulenza specialisti-ca in allevamento in termini di biosicurez-za e gestione aziendale.

PUBBLICAZIONI

2006 2005Pubblicazioni su riviste internazionali 19 0Pubblicazioni su riviste nazionali 3 0Atti di congressi nazionali 15 2Atti di congressi internazionali 6 0Pubblicazioni divulgative nazionali 15 9

ATTIVITÀ DIAGNOSTICA NON PIANIFICATA

2006 2005Esami realizzati 385.587 330.000

PIANO ABORTI

2006 2005 2004 2003Procedure diagnostiche codificate 2 2 nd ndMetodiche standardizzate 4 4 nd ndFeti conferiti 262 326 116 54Analisi eseguite 2.266 2.820 nd nd

Piano aborti - Regione del VenetoLa Regione del Veneto ha attivato a par-

tire dal 2004 un piano di sorveglianza suicasi di aborto bovino registrati sul territorio,con l’obiettivo di rispondere a un requisito

necessario per il riconoscimento del terri-torio ufficialmente indenne da brucellosi edi effettuare contestualmente un monito-raggio sulle principali cause di aborto infet-tivo nella specie bovina.

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Collaborazione nell’ambito del pianocontrollato di impiego sperimentaledella zincobacitracina control’enterocolite enzootica dei conigli

La zincobacitracina è un antibioticoampiamente utilizzato negli allevamenti diconigli in Europa (Italia esclusa sino al 2002)per la sua efficacia nei confronti dell’entero-patia enzootica del coniglio (Ere). In seguitoal parere favorevole del Ministero della Salu-te anche la Regione del Veneto ha autoriz-zato l’utilizzo controllato della zincobacitra-cina negli allevamenti cunicoli nell'ambito diun piano sperimentale volontario denomina-to “Piano zincobacitracina”, affidato all'IZSVe.

Nel 2005 sono stati monitorati 139 alle-vamenti sulla persistenza del principio atti-

vo zincobacitracina e 309 sulla farmacore-sistenza indotta.

Produzione di un vaccino sperimentalecontro la lattococcosi

La lattococcosi è attualmente la piùimportante patologia batterica che colpi-sce la trota di allevamento ed è in grado dicausare perdite del 30-50 % degli animaliall’interno delle partite colpite. L’istituto hadunque realizzato un vaccino sperimenta-le contro la malattia a difesa della produ-zione ittica regionale, in convenzione conl’Associazione piscicoltori.

ATTIVITÀ SVOLTA

2006 2005 2004Vaccino prodotto 1. 700.000 365.000 50.000Impianti vaccinati 8 7 3Incontri di formazione 3 3 1

FORMAZIONE AGLI STUDENTI UNIVERSITARI

2006 2005 2004Ore di lezione complessive 46 40 ndRelazioni ad invito effettuate 12 9 ndTesi di laurea 12 12 713Tesi di master 2 2 00Tesi di specializzazione 4 4 00Tirocini universitari 22 15 ndTirocini di istituti professionali 23 6 nd

Formazione agli studenti l’Istituto si prefigge lo scopo di contri-

buire alla formazione di personale specia-lizzato nel campo della zooprofilassi e di favorire lo scambio scientifico-culturale con

le Università. A tal fine i ricercatori dell’Isti-tuto sono a disposizione per realizzaredidattica e altre attività rivolte a studenti uni-versitari della scuola media superiore.

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BENESSERE E SALUTE ANIMALE

Formazione agli operatori del settorezootecnico

L’Istituto contribuisce alla formazionedegli operatori del settore zootecnico o per-seguendo i seguenti obiettivi:

• contribuire alla formazione di persona-le specializzato;

• favorire l’adozione di comportamentiuniformi da parte degli operatori sanita-ri sul territorio nazionale e comunitario.

Corsi di formazione nell’ambito dellasanità animale

L’Istituto pone la formazione e l’aggior-namento tra i compiti istituzionali e gli obiet-tivi strategici da perseguire al fine di pro-muovere la crescita professionale degli ope-ratori sanitari del Sistema sanitario nazio-nale (Ssn) che agiscono nell’ambito dellasanità animale.

La rapida e continua evoluzione del-l’ambito tecnico-scientifico richiede a tali

operatori un costante aggiornamento.In tal senso, il Ministero della Salute ha

previsto l’attivazione del programma di Edu-cazione continua in medicina (Ecm) per l’ag-giornamento continuo a livello nazionale eregionale che contribuisce a valorizzare ea regolarizzare l’attività formativa rivolta atali professioni.

FORMAZIONE AGLI OPERATORI

2006 2005 2004Relazioni ad invito dirette a veterinari e tecnici del servizio sanitario nazionale 16 64 nd

Relazioni ad invito dirette ad allevatori e tecnici della filiera zootecnica 15 15 nd

FORMAZIONE IN SANITÀ ANIMALE

2006 2005 2004 2003Corsi 17 4 6 4Docenti 48 20 37 36Partecipanti 446 288 325 238Crediti ECM erogati 124 19 28 37

ATTIVITÀ SVOLTE

2006 2005Pubblicazioni su riviste internazionali 6 6Pubblicazioni su riviste nazionali 5 1Atti di congressi nazionali 7 9Atti di congressi internazionali 2 23Pubblicazioni divulgative nazionali 3 6

Pubblicazioni scientificheLe pubblicazioni hanno l’obiettivo di pro-

porre attività gestionali degli allevamenti chegarantiscano il minor rischio possibile di tra-

smissione di malattie nel rispetto del benes-sere animale. A riguardo l’Istituto ha realizza-to le azioni riportate nella tabella seguente.

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Attività di informazione e divulgazionealla collettività

Vedi azione omonima in ob. 1, strat. 1.1

STRATEGIA 4.4Intervenire tempestivamente in caso dimalattie a carattere epidemico, che costi-tuiscono emergenza sanitaria

La continua comparsa di emergenze ditipo sanitario nella produzione zootecnica hadeterminato un aumento del livello di atten-zione nei confronti delle diverse malattie a livel-lo comunitario e mondiale. Infatti esse rap-presentano un problema di ordine socio-eco-nomico per le filiere produttive e comportanoimmediati blocchi negli scambi di animali eprodotti derivati tra i vari territori. In Italia sonoin atto misure di monitoraggio e di sorveglianzadei servizi veterinari per alcune malattie, qua-li ad esempio l’influenza aviaria e la malattiavescicolare del suino, soprattutto nelle areead elevata densità zootecnica. Infatti il suc-cesso delle azioni di eradicazione nei con-fronti delle malattie epidemiche degli animaliè legato, da un lato alla pronta identificazionedei casi di infezione, dall’altro all’immediataattivazione di adeguate misure di controllo.

Sorveglianza e gestione emergenzainfluenza aviaria

A partire dal 1997, a livello internaziona-le si è assistito ad un sensibile incrementodelle epidemie di influenza aviaria. Tra que-ste si evidenzia la recente diffusione del virusinfluenzale del sottotipo H5N1 ad alta pato-genicità, che dal Sud Est Asiatico si è por-tato in Russia e in alcuni Paesi dell’Europae dell’Africa.

Il nostro paese dal 1999 a oggi è statointeressato da 5 epidemie che hanno coin-volto soprattutto il settore avicolo industriale.

L’Istituto è sede del Centro di referenzanazionale e Laboratorio di referenza Oie pertale tipologia di ricerca ed è pertanto impe-gnato nella messa a punto e realizzazione dipiani di monitoraggio e di sorveglianza fina-lizzati a individuare precocemente la com-parsa di nuovi virus influenzali e nella piani-ficazione degli interventi e delle risorse damettere in atto al momento della confermadella malattia.

ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA - INFLUENZA AVIARIA

2006 2005Piani sorveglianza nazionale elaborati 1 1Piani sorveglianza nazionale attivati 1 1Piano di vaccinazione di emergenza gestito 1 1report sull’attività svolta elaborati 5 5Allevamenti sottoposti a monitoraggio nazionale 2.282 2.393Allevamenti risultati positivi al controllo - 15Analisi di laboratorio fatte presso il Centro di referenza

• Ricerca del virus 8.847 7.617• Ricerca anticorpi 138.746 14.2103

Volatili selvatici monitorati nell’ambito del piano di monitoraggio nazionale 6.471 5.144

Procedure operative nazionali aggiornate 1 1Procedure operative regionali predisposte 1 -Database gestiti 2 -

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BENESSERE E SALUTE ANIMALE

Sorveglianza e gestione emergenzamalattia vescicolare

La malattia vescicolare del suino è unamalattia infettiva e contagiosa ad eziologiavirale che colpisce i suini ed è caratteriz-zata da alta e bassa mortalità. A livellonazionale è in atto un piano di sorveglian-za finalizzato a monitorare lo stato sanita-rio degli allevamenti al fine di permettere a

tutte le regioni di conseguire la qualifica di“regione accreditata”.

Da settembre 2006 si è manifestato unevento epidemico che ha comportato l’at-tivazione di un intervento di emergenza. Intabella sono riportate le principali attivitàrealizzate.

Formazione agli operatori del settorezootecnico

L’Istituto contribuisce alla formazionedegli operatori del settore zootecnici per-seguendo i seguenti obiettivi:

• contribuire alla formazione di persona-le specializzato;

• favorire l’adozione di comportamentiuniformi da parte degli operatori sanita-ri sul territorio nazionale e comunitario.

Pubblicazioni scientificheNelle pubblicazioni si propongono atti-

vità gestionali degli allevamenti finalizzatea ridurre il rischio di trasmissione di malat-

tie nel rispetto del benessere animale. Intabella si riportano tali azioni.

ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA - MALATTIA VESCICOLARE

2006Piani sorveglianza regionale attivato 1Allevamenti sottoposti a monitoraggio nazionale 1186Allevamenti risultati positivi al controllo 8Campioni analizzati dall’IZSVe, rientranti nel piano di monitoraggio nazionale 36860Campioni analizzati dall’IZSVe, rientranti nell’intervento di emergenza MVS 4577

PUBBLICAZIONI SU EMERGENZE SANITARIE

2006 2005Pubblicazioni su riviste internazionali 6 0Atti di congressi internazionali 0 2Pubblicazioni divulgative nazionali 5 1

FORMAZIONE DEGLI OPERATORI

2006 2005 2004Relazioni a invito effettuate 60 13 nd

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

STRATEGIA 4.5Promuovere una cultura rispettosa degli ani-mali e comportamenti corretti tra persone eanimali da compagnia

Nel 1978, presso la sede dell'Unesco,è stata proclamata la "Dichiarazione Uni-versale dei Diritti dell'Animale", che propo-ne l'etica del rispetto verso l'ambiente e tut-ti gli esseri viventi; l’uomo è tenuto al rispet-to e alla cura dell’animale e a non maltrat-tarlo, sfruttarlo e abbandonarlo.

In tale senso l’IZSVe si impegna attra-verso l’attivazione di numerose azioni checomprendono la conoscenza della popo-lazione animale da compagnia nel territo-rio (implementazione di banche dati regio-nali), consulenze specifiche per problemi

particolari (l’espatrio del proprio cane in ambito Ue ed extra Ue), ed infine proponee partecipa a progetti che promuovono ilrispetto nell’interazione con gli animali, spe-cialmente quando questi vengono utilizza-ti per fini socialmente utili (cani per disabi-li, pet therapy).

Collaborazione nell’ambito della bancadati regionale del Veneto dell’anagrafecanina

Personale dell’istituto, presso il Centroregionale di epidemiologia veterinaria èdedicato alla Banca dati regionale dell’a-nagrafe canina (Bac) del Veneto con l’o-biettivo di contrastare il randagismo e tute-lare gli animali da affezione.

ATTIVITÀ SVOLTE

2006 2005 2004 2003Cani censiti al 31.12 458.239 410.160 nd ndMovimenti animali d’affezione registrati 70.434 66.994 nd ndPassaporti animali d’affezione stampati dal sistema 7.017 10.339 nd nd

ATTIVITÀ PER ESPATRIO ANIMALI

2006 2005 2004 2003Test diagnostici 4.756 6.776 3.891 1.979Schede informative* 2 2 2 2* Disponibili sul sito www.izsvenezie.it

Servizi di diagnostica e consulenza perl’espatrio di animali da affezione

L’obiettivo è di fornire a proprietari, vete-rinari liberi professionisti e dipendenti, auto-rità competenti a qualunque titolo, i test dia-

gnostici e le informazioni utili a favorire l’e-spatrio.

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BENESSERE E SALUTE ANIMALE

Collaborazione nell’ambito del progetto“Terapia del sorriso e Pet therapy”

L'intuizione del valore terapeutico deglianimali risalente all'antichità, trova oggiimpieghi mirati a specifiche patologie. Pettherapy è il termine usato ad indicare taletipo di approccio da parte della medicinae della ricerca. Esso consiste in una seriecomplessa di attività che si avvalgono delrapporto uomo-animale in campo medicoe psicologico. La Regione Veneto nel 2005ha approvato il progetto pilota per l’attiva-zione del Centro di Studio e Ricerca inmateria di pet therapy allo scopo di defini-

re, valorizzare e promuovere le attività (Ani-mal-Assisted Activities) e le cure terapeu-tiche (Animal-Assisted Therapy) che siavvalgono dell’impiego degli animali. Taleprogetto ha previsto:

• la costituzione del Centro di studio ericerca in materia di pet therapy, pres-so l’IZSVe;

• la redazione delle linee guida per lagestione del paziente e dell’animale;

• l’avvio di attività di ricerca rivolte allo stu-dio dei parametri fisiologici ed etologicida impiegare come indicatori indiretti dibenessere animale.

ATTIVITÀ PET THERAPY

2006 2005Enti coinvolti 6 3Corsi di formazione 2 1Partecipanti 100 50Conferenza stampa - 1Az. Ulss partecipanti - 7Incontri per definizione di Comitato di Bioetica 3 -Partecipanti incontri Comitato di Bioetica 3 -Incontri per stesura di Linee Guida 12 -Enti partecipanti alla stesura Linee Guida 6 -

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Definizione di priorità sanitarieRischi biologici in ambiente marinoStudi epidemiologici e di analisi del rischioIndividuazione e gestione di finanziamenti nazionali einternazionali per la ricerca da istituzioni pubblicheContaminazione ambientale degli alimentiSviluppo e validazione di strategie vaccinali innovativeIdentificazione di strumenti diagnostici, reagenti e procedure di analisi innovativeStudi sul benessere animale delle specie allevate con fina-lità zootecnicheStudi sul benessere animale di primati non umani allevati ascopo sperimentale

OBIETTIVI DI CAMBIAMENTO STRATEGIE AZIONI – PROGETTATE, IN CORSO E REALIZZATE

5Esserericonosciuticome riferimentotecnico-scientifico sulletematiche disalute pubblica,di sanità edi benessereanimale

Definire le linee diricerca e individuareambiti innovativi versocui sviluppare l’attivitàdi ricerca dell’Istituto

Ridurre e ottimizzarel’impiego degli animalida laboratorio etutelarne il benessere

Migliorare la capacitàdi rilevazione,prevenzione einterventorelativamente agliaspetti sanitari(dell’IZSVe e deglioperatori sanitari)

5.1

5.2

5.3

RICERCAL’Istituto svolge gran parte della propria attività ai fini della prevenzione e a supporto

delle decisioni politiche in materia di salute pubblica e salute animale. In quest’ambito si inserisce un’importante attività di ricerca che ha come scopo l’au-

mento del grado di conoscenza relativamente all’ambito in cui si opera.In particolare l’Istituto si è posto come obiettivo principale il raggiungimento dello sta-

tus di referenza tecnico-scientifica sulle tematiche di salute pubblica, sanità animale ebenessere animale.

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RICERCA

La ricerca rappresenta un’attività impor-tante per l’Istituto sia per dovere istituzio-nale sia per il livello di competenza edesperienza maturato negli anni da molti deisuoi laboratori. Il sentito e prolungato impe-gno nella ricerca ha permesso all’Istituto didistinguersi tra le numerose strutture cheoperano nel campo della diagnostica vete-rinaria e di candidarsi quale ente di riferi-mento per la tutela della salute e del benes-sere animale.

I punti chiave per consolidare tale ruo-lo sono:

• l’impegno continuo nell’innovazione enell’aggiornamento delle conoscenze;

• la promozione della divulgazione delleconoscenze scientifiche in tutti i suoiaspetti;

• l’attenzione alla salute e al rispetto delbenessere degli animali.

STRATEGIA 5.1Definire le linee di ricerca e individuare ambi-ti innovativi verso cui sviluppare l’attività diricerca dell’Istituto

E’ opinione diffusa che molti progetti diricerca ricalchino studi già visti e perse-guano obiettivi già raggiunti ottenendo risul-tati scontati o fossilizzandosi su probleminon più attuali. Per questo motivo l’Istituto,in collaborazione con altri enti sanitari, èattivamente impegnato nell’identificazionedi nuove ed attuali linee di ricerca. In par-ticolare lo sforzo, concettuale ma ancheeconomico, è stato rivolto verso:

• patologie emergenti a trasmissione ani-male-uomo (zoonosi), scelte sulla basedella rilevanza e del rischio di introdu-zione per il nostro territorio;

• contaminazione ambientale degli ali-menti di origine animale, semprebasandosi su una attenta analisi delrischio collegata alla realtà del nostroterritorio.

Obiettivo 5Essere riconosciuti come riferimentotecnico-scientifico sulle tematiche di salutepubblica, di sanità e di benessere animale

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Definizione di priorità sanitarieAl fine di ottimizzare le risorse disponi-

bili e garantire l’intervento nei confronti deiproblemi sanitari più importanti, l’IZSVe hadeciso di condurre una valutazione dellepriorità oggettive, considerando informa-zioni quali la diffusione della malattia nel-l’uomo e negli animali, la gravità della stes-sa e il suo impatto economico. Data lanovità dell’approccio, in via sperimentale siè deciso di applicare tale metodo ad un set-tore dell’attività dell’Istituto: le zoonosi. L’am-bito molto vasto e la diversa rilevanza chele malattie hanno nel territorio rendonoimportante definire in modo chiaro versoquali tipologie di zoonosi indirizzare le risor-se. L’IZSVe pertanto intende:

• sperimentare l’impiego di metodicheobiettive (analisi dei dati raccolti dalsistema di sorveglianza e notifica del-le malattie infettive, analisi dei dati del-l’attività di controllo dell’Istituto su ani-mali e alimenti, studio di pareri di esper-ti) per definire le priorità d’interventonell’ambito delle zoonosi e conseguireuna metodologia critica di definizionedelle priorità e di selezione degli ambi-ti di intervento, allocando in modo coe-rente le risorse;

• stabilire l’impatto di tali malattie sullasalute pubblica e sulla sanità animale

in Veneto, anche mediante la coopera-zione con altri settori del servizio sani-tario regionale;

• promuovere la visibilità dell’IZSVe comefonte ufficiale di informazioni sulle zoo-nosi da diffondere sia agli operatorisanitari sia al pubblico.

La collaborazione con gli uffici regiona-li della prevenzione ha favorito integrazio-ne e cooperazione nel settore, con la dispo-nibilità della stessa a partecipare in modoattivo. In particolare, nel 2005, la Regionedel Veneto ha fornito i dati relativi alle noti-fiche di malattie infettive dal 2000 al 2003e le dimissioni ospedaliere del 2003.

Per il 2006/2007, attraverso un criterioconcordato degli aspetti sanitari prioritari,si è inteso procedere all’individuazione di:

• l’allocazione delle risorse dell’IZSVe; • la divulgazione del metodo di valuta-

zione delle priorità come strumento stra-tegico e gestionale;

• la diffusione delle informazioni sulle zoo-nosi e sulla loro rilevanza sanitaria;

• la promozione della figura dell’IZSVecome riferimento tecnico-scientifico nelsettore della salute pubblica e dellasanità animale.

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RICERCA

Rischi biologici in ambiente marinoL’obiettivo principale dell’azione è la

ricerca di agenti patogeni ritenuti poten-zialmente pericolosi per la fauna ittica delbacino del Mediterraneo. Inizialmente è sta-to deciso avviare lo studio sul virus dellaencefalo-retinopatia virale (Ver), malattiacomparsa improvvisamente negli alleva-menti di specie ittiche marine a metà anni’90. Con due precedenti ricerche, finanzia-te dal Ministero delle risorse agricole e dalMinistero della salute, è stata avviata un’in-dagine per verificare l’eventuale presenzae diffusione del virus della Ver. Nel corsodel 2006 il progetto è terminato ma il labo-ratorio ha continuato, in via autonoma, leanalisi sui campioni diagnostici attraversoalcune tesi sperimentali. A partire dal 2007,oltre al virus della Ver, è stato incluso ancheil virus della setticemia emorragica virale(Sev) in quanto ampiamente diffuso nelleaziende di troticoltura nazionali le cui acquereflue arrivano ovviamente in ambiente mari-no. I risultati ottenuti non sono ancora suf-ficienti per fornire gli effetti desiderati.

La conoscenza dei dati di prevalenzadelle principali patologie tra le popolazioniselvatiche consentirà di sviluppare delle

ipotesi sulla possibilità che questi patoge-ni possano costituire rischi biologici per glistock ittici. Lo studio dei ceppi isolati con-sentirà inoltre di verificare le interrelazioniesistenti tra patogeni dei pesci allevati eselvatici.

Studi epidemiologici e di analisidel rischio

La necessità di garantire trasparenza sul-lo stato sanitario delle popolazioni animali esalubrità degli alimenti destinati al consumoumano, ha reso obbligatoria l’esecuzione dipiani di monitoraggio finalizzati a definire lapresenza e l’entità di agenti rilevanti di malat-tia o a garantirne l’assenza sul territorio. Talimonitoraggi non possono prescindere da unapproccio scientifico e statistico, in quantola richiesta attuale è di produrre dati ogget-tivi comparabili nel tempo e nel territorio. Lacarenza di dati certi sulla prevalenza di agen-ti patogeni in allevamenti animali comporte-rebbe l’obiettiva difficoltà, da un lato di veri-ficare l’efficacia di eventuali piani di control-lo, dall’altro di impostare una corretta anali-si del rischio di salute per i cittadini.

I piani di monitoraggio ottengono comerisultato la definizione di specifici studi epi-demiologici, finalizzati all’individuazione equantificazione dei fattori di rischio di diffu-sione di determinate malattie nelle popola-zioni animali e di infezione per l’uomo.

Nel 2005-2006 sono state condotte valu-tazioni su fattori di rischio per l’introduzionee la diffusione dell’influenza aviaria negli alle-vamenti del Veneto e analisi del rischio diinfezione da salmonella per i cittadini delVeneto in seguito a consumo di insaccatisuini.

STUDI EPIDEMIOLOGICI E ANALISI DEL RISCHIO

2006 2005 2004Progetto Europeo 8 2 ndRicerca Corrente 4 10 5Collaborazione con esterni 6 2 3

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Le attività sopra descritte hanno pro-dotto risultati ed effetti. Per quanto riguar-da l’influenza aviaria si è ottenuto:

• intensificazione del monitoraggio nellespecie selvatiche e negli allevamentidomestici;

• modifiche nell’organizzazione delle pro-duzioni avicole per ridurre il rischio, peresempio vaccinazione con vaccini biva-lenti e implementazione delle misure diprotezione.

Per quanto riguarda l’analisi del rischiosi sono ottenuti la stima del rischio di espo-sizione a salmonelle attraverso il consumodi insaccati e gli effetti dei processi di pro-duzione sulla contaminazione del prodottofinito.

Individuazione e gestionedi finanziamenti nazionali einternazionali per la ricercada istituzioni pubbliche

La ricerca in campo scientifico richiedeun impegno molto elevato sia in termini dirisorse umane che economiche. Inoltre, ladurata di alcuni progetti di ricerca, neces-sariamente molto lunghi, incrementa ulte-

riormente gli oneri. Per fornire risposte ade-guate alla collettività, in termini di progres-so e di miglioramento della qualità della vita,e per poterle mettere in pratica sono neces-sarie rilevanti e continue risorse economi-che nel tempo. L’obiettivo specifico è quin-di quello di individuare e gestire in modoappropriato i finanziamenti destinati ai pro-getti di ricerca elaborati e realizzati dall’I-stituto.

Nel 2005 l’azione di individuazione deifinanziamenti ha portato ad ottenere fondiper molti milioni di euro, provenienti da isti-tuzioni pubbliche, soggetti privati e altri entiscientifici. Questi fondi permettono all’Isti-tuto di continuare nella ricerca svolgendoappieno il ruolo istituzionale di ente scien-tifico.

L’efficienza nell’individuazione e gestio-ne dei fondi da utilizzare per la ricerca hapermesso all’Istituto di raggiungere risulta-ti scientifici molto elevati. In tal senso, il con-tinuo impegno permetterà di migliorare emantenere il ruolo di riferimento tecnico-scientifico svolto dall’Istituto rispetto ad altrienti scientifici nazionali e internazionali.

ATTIVITÀ SVOLTE PER FINANZIAMENTO DEI PROGETTI

2006 2005 2004Progetti di ricerca presentati - Unione Europea 18 8 9Progetti di ricerca approvati- Unione Europea 15 11 5Altri progetti in corso 170 127 128

FONDI PER FINANZIAMENTI PROGETTI DI RICERCA

2006 2005 2004 2003Fondi Istituzionali 23.390.527 20.419.870 19.307.602 16.578.841Fondi destinati alla ricerca (Ministerodella Salute, Ministero delle politicheagricole, Unione Europea 4.800.000 4.500.000 3.200.000 3.100.000Regione del Veneto, convenzioni…) Fondi Emergenze (Bse, Blue tongue, Influenza aviaria) 3.372.137 2.070.000 1.961.000 1.913.000

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RICERCA

Contaminazione ambientaledegli alimenti

Gli alimenti di origine animale o destinatiall’alimentazione degli animali possono esse-re soggetti a contaminazioni dovute all’am-biente in cui le specie animali e vegetali sicrescono e vivono. La specificità di alcunearee geografiche dell’area triveneta relati-vamente a caratteristiche idrogeologiche,climatiche e per effetto della presenza diattività umane artigianali e industriali giusti-fica la necessità di monitorare alcu-ni prodotti alimentari rispetto allaloro contaminazione con sostanzedi sintesi o naturali o con micror-ganismi a cui possono essere sta-ti esposti. La valutazione di alcuniterritori o di alcuni specifici prodottirispetto a tali agenti di contamina-zione è strategica, rispetto a unaconseguente valutazione del rischiodi esposizione dei consumatori eper l’introduzione di possibili azio-ni di sorveglianza e correttive. Inparticolare l’Istituto ha inteso:

• verificare il livello di contaminazione delmais da fumonisine, in ragione della rile-vanza produttiva di tale cereale, infattiil 51,99 % della superficie arabile inVeneto è dedicata a mais;

• verificare la trasferibilità di contaminazio-ne di aflatossina dal latte al formaggio;

• verificare la contaminazione dei prodottidell’alveare da metalli e pesticidi;

• sviluppare un metodo chimico alterna-tivo a quello biologico per la determi-nazione di acido okadaico nei mollu-schi;

• verificare la contaminazione del latte vac-cino da aflatossina M1 a seguito di tra-sformazione metabolica di alimenti zoo-tecnici contaminati da aflatossina B1;

• verificare la contaminazione da agentipatogeni, parassiti e residui di tratta-mento farmacologico nei prodotti otte-nuti mediante l’applicazione di meto-dologie innovative di trasformazione di

carcasse di avicoli deceduti natural-mente nella prospettiva di una riduzio-ne dei costi di gestione (impiego comefertilizzante nei terreni agricoli);

• verificare i livelli di contaminazione diliquami di allevamenti suini da Listeriae E. coli 157.

Gli effetti diretti delle sperimentazionisono stati valutati sulla base della trasferi-bilità dei risultati ad un modello applicabile

alla routine. Di seguito si riportano le prin-cipali evidenze:

• la contaminazione da fumonisine nelmais risulta ubiquitaria sul territorio vene-to; la ricerca potrebbe continuare veri-ficando se alcuni ibridi di mais risulta-no meno attaccabili di altri;

• gli studi hanno dimostrato l’effetto diconcentrazione dell’aflatossina M1dovuto alla caseificazione del latte a for-maggio: essa dipende fortemente dal-la tipologia di formaggio e dalla moda-lità di produzione e stagionatura;

• i dati di presenza di metalli pesanti nelmiele sono evidenti anche se la con-centrazione non è particolarmente ele-vata; se da un lato tale verifica ponedubbi sulla salubrità di questo alimen-to considerato prodotto “puro” pereccellenza, il rischio per il consumato-re risulta in ogni caso limitato, in virtùdella scarsa quantità di miele media-

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

mente consumata. I dati sulla presen-za di pesticidi sono invece correlati allesole api e non ai prodotti alimentari del-l’alveare. Lo studio ha evidenziato chel’esposizione delle api ad alcuni pesti-cidi mette a rischio la sopravvivenzadel gruppo;

• è stata verificata la buona correlazionetra i valori di contaminazione di un ali-mento zootecnico con aflatossina B1 eil valore di aflatossina M1 riscontratonel latte prodotto. La trasferibilità di afla-tossina da mangime al latte risultaesprimibile mediante un’equazione chetiene conto della dieta animale e dellivello originario della contaminazionedell’alimento zootecnico;

• il metodo sviluppato con la ricerca rela-tiva alle biotossine algali è applicabilealla routine dei controlli;

• le tecnologie proposte (mediante siste-mi pilota), per la biotrasformazione diavicoli deceduti per cause naturali, infase di allevamento in materiale orga-nico biocompatibile, risultano efficacianche ai sensi delle possibili contami-nazioni chimiche, batteriologiche eparassitologiche. Tali metodologie ditrasformazione verranno riproposte suscala più ampia per disporre di mag-giori elementi statistici sulla loro affida-bilità e sicurezza;

• relativamente a E.coli O157 è statoriscontrato un maggior numero di cam-pioni positivi nel periodo primavera-estate. I dati delle analisi quantitativehanno permesso di identificare valoridi contaminazione bassi attraverso iquali è possibile ipotizzare rischi diinquinamento ambientale trascurabili aseguito dello spargimento dei liquamidopo un idoneo periodo di maturazio-ne. I dati ottenuti si prestano ad esse-re utilizzati per la costruzione di unmodello di valutazione quantitativa delrischio. La prevalenza di Salmonellaspp. è risultata trascurabile.

STRATEGIA 5.2Migliorare la capacità di rilevazione,prevenzione e intervento relativamenteagli aspetti sanitari (dell’IZSVe e deglioperatori sanitari)

Ridurre l’impatto delle malattie che col-piscono gli animali è sicuramente il primostrumento per aumentare la produttivitàdegli allevamenti, incrementare il benes-sere e ridurre le spese sanitarie. Per que-sto motivo la lotta alle malattie ha rappre-sentato storicamente una delle priorità piùimportanti dell’Istituto. È infatti sulla basedella maggior conoscenza di tutti gli aspet-ti riguardanti una patologia che si basanole strategie di lotta alla stessa. In partico-lare gli aspetti maggiormente indagati sono:

• malattie emergenti, con particolareriguardo alle zoonosi;

• interazioni patogeno-ospite;• diffusione e trasmissione delle patolo-

gie in relazione anche al territorio;• miglioramento delle possibilità diagno-

stiche;• miglioramento delle strategie di inter-

vento, soprattutto attraverso l’utilizzo divaccini.

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RICERCA

Sviluppo e validazione di strategie vac-cinali innovative

L’avvento di nuove malattie o il riemergeredi malattie già note pone di fronte alla neces-sità di sviluppare sempre nuovi e più efficacisistemi di vaccinazione. Infatti, un vaccino effi-cace da un lato produce vantaggi economici,migliorando le performance degli animali eriducendo l’impatto delle malattie e le spesedi terapia, dall’altro migliora il benessere ani-male evitando sia le sofferenze provocate dal-la malattia stessa sia la necessità di applica-re drastiche misure di eradicazione (per esem-pio, l’abbattimento). Gli obiettivi specifici del-l’azione sono:

• sviluppare nuovi vaccini per le specie diinteresse zootecnico;

• valutare l’efficacia di nuovi vaccini e dinuovi protocolli vaccinali;

• valutare l’impiego di vaccini noti in nuovespecie.

In particolare l’attenzione è stata rivolta a:• influenza aviaria;• malattie dei pesci (in particolare: necrosi

ematopoietica infettiva dei salmonidi,encefaloretinopatia virale dei pesci di maree lattococcosi).

I progetti di ricerca completati dall’Istitutohanno fatto sì che le pratiche vaccinali speri-mentate siano state applicate o stiano peresserlo. In tabella sono riportate le principaliattività innovative relative ai vaccini.

ATTIVITÀ INNOVATIVE

2006 2005 2004 2003Influenza aviariaNuovi vaccini autorizzati 1 0 1 ndNumero vaccini testati sperimentalmente 2 4 2 ndMalattie dei pesciNuovi vaccini autorizzati 0 1 0 0Numero vaccini testati sperimentalmente 5 3 1 0

Gli effetti della ricerca sulla vaccinazio-ne sono da valutare in base a:

• validità dei prodotti testati;• possibilità di utilizzo in campo.Per quanto riguarda la lotta all’influenza

aviaria, la vaccinazione con virus inattivatoè vista favorevolmente poiché già in alcuneesperienze passate (vedi epidemia italianasostenuta da un virus a bassa patogenicitànel 2002-2003) si è dimostrata un valido stru-mento di lotta nei confronti della malattia.L’utilizzo di nuovi vaccini (per esempio vac-cini bivalenti) applicati anche su speciediverse da quelle tradizionalmente vacci-nate (polli e tacchini) è sicuramente una stra-tegia vincente anche se gli effetti non sonoancora valutabili. Nel 2006, in collaborazio-ne con la Fao è stata implementata una cam-pagna vaccinale in Vietnam. Tale campagna

di vaccinazione ha coinvolto in via speri-mentale alcuni villaggi rurali nelle zone delVietnam più colpite dalla malattia. Il vacci-no e il protocollo vaccinale utilizzati duran-te la prova sono stati testati precedente-mente, nel 2005, in condizioni sperimentalipresso l’IZSVe.

Per quanto riguarda i vaccini dei pesci,sia in corso di sperimentazione in condizio-ni controllate (Nei e Ver) che in campo, èassolutamente prematuro poter eseguirealcuna valutazione degli effetti sortiti. I risul-tati ottenuti hanno contribuito senz’altro, nelcaso della Ihn, a rafforzare quanto già notosulla possibilità di ottenere ottime copertu-re immunitarie tramite l’impiego di vaccini aDna. Per quanto riguarda la sperimentazio-ne in campo sono in corso le valutazioni deiprimi interventi.

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Identificazione di strumentidiagnostici, reagenti e proceduredi analisi innovative

La ricerca di metodiche diagnosticheinnovative, sempre più rapide ed efficienti,ha un’importanza strategica nella lotta allepatologie che colpiscono gli animali. Infatti,tanto più la diagnosi di positività/negativitàall’agente patogeno è certa e formulata pre-cocemente, tanto prima è possibile iniziarela terapia più specifica e mettere in atto lenecessarie misure di polizia veterinaria.

L’obiettivo specifico dell’azione è di pro-durre e rendere applicabili nuovi strumentidiagnostici (siano essi nuovi reagenti, nuo-vi protocolli o nuove metodiche) per le malat-

tie già note, ma anche e soprattutto per lemalattie emergenti per le quali non sono giàdisponibili strumenti diagnostici adeguati.

I risultati dell’azione hanno portato adaumentare la capacità diagnostica dell’IZ-SVe incrementando il numero di patologieverso le quali l’Istituto può emettere diagnosi.In tabella sono riportate le principali attivitàrealizzate.

Lo sviluppo di nuovi strumenti diagno-stici/procedure/reagenti ha portato alla ridu-zione del tempo di diagnosi verso alcunepatologie di elevato interesse veterinario. Inparticolar modo è entrata nella routine quo-tidiana la diagnostica molecolare di moltemalattie virali dei mammiferi e dei volatili.

ATTIVITÀ E ANALISI INNOVATIVE SVOLTE

2006 2005 2004 2003Nuove metodiche biomolecolari 2 12 nd ndNuove metodiche sierologiche 0 4 nd ndNuove patologie diagnosticabili 2 4 nd nd

STRATEGIA 5.3Ridurre e ottimizzare l’impiegodegli animali da laboratorio e tutelarneil benessereLa consapevolezza sempre più diffusa,soprattutto tra i paesi industrializzati, chel’animale sia un essere in grado di prova-re sofferenza (e non solo) ha portato laricerca scientifica ad occuparsi del temadel benessere animale. Il benessere nondeve essere inteso solo come assenza didolore, ma deve essere interpretato cometutto ciò che riguarda la salute psico-fisicadell’animale in relazione al suo habitat. Seb-bene quindi occuparsi di benessere pos-sa apparire semplice, non sempre sonopresenti parametri oggettivi, e non basatisul sentimento comune, che lo definiscanoe lo caratterizzino scientificamente. Perquesto motivo l’istituto ha intrapreso un per-corso di ricerca atto ad aumentare le cono-

scenze scientifiche in questo settore e inparticolare:

• nell’ambito delle specie allevate allefinalità zootecniche, con lo scopo di for-nire parametri scientifici per la defini-zione di benessere;

• nell’ambito degli animali da laboratorio(primati non umani), con lo scopo didefinire standard di benessere ottimalima pur sempre compatibili con gli sco-pi delle ricerche per cui questi animalisono utilizzati.

Studi sul benessere animaledelle specie allevate con finalitàzootecniche

Gli studi sulla tutela del benessere ani-male si riferiscono alla scienza che si occu-pa della salute psico-fisica dell’animale inrelazione al suo adattamento all’ambiente.L’importanza di questi studi risiede nel cre-scente interesse delle persone per il rispet-to e la tutela degli animali impiegati per vari

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RICERCA

scopi: ludico e affettivo, come fonte di ciboe come trasporto in alcune realtà. Anche sul-la spinta del movimento animalista, a livellointernazionale, comunitario e nazionale, èmaturata una legislazione dedicata alla tute-la della qualità di vita degli animali allevatiin quanto fonti primarie per l’alimentazioneumana. Il benessere dell’animale è pertan-to condizionato dalle modalità in cui l’uomolo alleva e lo gestisce.

L’Istituto si è sempre occupato di sanitàanimale sia per prevenire le zoonosi (tra-smissione delle malattie all’uomo) sia per latutela delle produzioni. Ma solo recentementesi è iniziato a considerare l’animale senzientecioè “capace di provare sofferenza” e, pertale ragione, sono stati avviati alcuni progettidi ricerca nel settore del benessere anima-le. In particolare, sono state affrontate letematiche inerenti alla fase di allevamento installa e in quelle specie di interesse zootec-nico maggiormente sfruttate (bovini daingrasso e da latte, avicoli, suini).

I progetti hanno lo scopo di identifica-re modalità di allevamento ed elementi “diarricchimento” che permettano il migliorel’adattamento positivo degli animali, attra-verso evidenze fisiologiche e comporta-mentali in grado di oggettivare lo stato dibenessere.

Gli obiettivi degli studi sono:• fornire elementi scientifici per la pro-

duzione di linee guida e norme legi-slative sui sistemi di allevamento;

• identificare parametri oggettivi dibenessere animale;

• favorire la cultura del benessere ani-male nell’ambito zootecnico;

• mettere a disposizione l’esperienza distudio per la valutazione etica delleazioni messe in atto.In tabella sono riportate le principali atti-

vità realizzate dall’Istituto sul tema delbenessere animale.

ATTIVITÀ REALIZZATE

2006 2005 2004 2003Relazioni a invito 3 1 2 1Documenti/linee guida 1 1 nd ndRichieste di partecipazione come componente gruppo di lavoro regionale (Veneto) 1 1 5 3

Consulenza 1 2 nd nd

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Studi sul benessere animaledi primati non umani allevatia scopo sperimentale

La tutela del benessere animale èargomento di sempre maggiore interesseper il cittadino, poiché le proprie esigenzeetiche gli impongono di garantire il rispet-to e la tutela degli animali impiegati per variscopi: ludico e affettivo, come fonte di ciboe come trasporto in alcune realtà.

L’animale viene tuttora utilizzato anchenella ricerca scientifica, sebbene esista unaconcreta tendenza a ridurne l’impiego, qua-lora non sia possibile impiegare metodialternativi. In particolare, i primati non uma-ni (scimmie) sono utilizzati nelle fasi pre-cli-niche della ricerca bio-medica. L’inseri-mento degli animali nelle sperimentazioni

implica il loro allevamento in condizioni chespesso limitano il loro stato psico-fisico. Chine è responsabile ha l’obbligo di garantireloro tutti gli elementi che favoriscono unadattamento positivo, compatibilmente conle esigenze delle diverse fasi, anche det-tato dalla legislazione in materia.

Se, da una parte, sono note le neces-sità degli animali nel loro ambiente natu-rale, dall’altra, occorre sviluppare la cono-scenza sulle esigenze degli animali alle-vati in particolari situazioni per le qualisono privilegiate le richieste del protocol-lo di studio.

L’Istituto ospita da alcuni anni gli sta-bulari del Consorzio per la ricerca sui tra-pianti d’organo (Corit), con sede in Pado-va, in cui si impiegano primati non-umani

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RICERCA

del genere Macaca fascicularis per la ricer-ca sui trapianti d’organo, finalizzata allavalutazione e messa a punto di nuovi pro-tocolli farmacologici e tecniche chirurgiche.Oltre alla disponibilità delle strutture, l’Isti-tuto interviene al Corit con la conduzione dipropri progetti di ricerca sul benessere ani-male con lo scopo di identificare modalitàdi allevamento ed elementi “di arricchi-mento” che permettano il migliore adatta-mento positivo degli animali in attesa diimpiego sperimentale. Tale adattamento vie-ne stimato attraverso evidenze fisiologichee comportamentali, per la cui definizione

l’Istituto ha acquisito competenza e pro-fessionalità peculiari. Gli obiettivi principa-li sono:

• fornire elementi scientifici per la for-mulazione di linee guida sui sistemi diallevamento dei primati non-umaniimpiegati nella ricerca bio-medica;

• favorire la cultura del benessere anima-le negli animali allevati per la ricerca;

• mettere a disposizione l’esperienza distudio per la valutazione etica delleazioni messe in atto dai ricercatori.I risultati raggiunti e gli effetti prodottisono descritti nella tabella di seguito.

ATTIVITÀ REALIZZATE

2006 2005 2004 2003Progetti di ricerca approvati 1 nd 1 1Analisi ematiche effettuate per rilevare l’adattamento fisiologico 2.305 3.675 7.089 3.824

Collaborazioni(Università, Az. ospedaliere, Corit) 3 3 3 3Partecipazione a congressi/convegni/aggiornamento 3 2 3 1

Pubblicazioni scientifiche 2 1 4 8Relazioni a invito 0 1 3 1Documenti/linee guida 0 2 1 -Richieste di partecipazione come componente Comitato etico 2 1 1 -

Consulenza 15 37 54 nd

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GLOSSARIO

Aaccreditamento riconoscimento formale delle ido-

neità di un laboratorio a effettuare specifiche prove oraggiungimento della qualifica di “Regione o alleva-mento indenne”.

aflatossina sostanza tossica di origine fungina,isolata spesso dalle noci o dai cereali. Comporta altamortalità negli animali da cortile nutriti con alimenticontaminati; nell’uomo è stata indicata come possi-bile causa di carcinoma epatico. Ne esistono vari tipie i principali sono: B1, B2, G1, G2 e i derivati meta-bolici M1 e M2. L’aflatossina più pericolosa è la B1.

aflatossina M1, vedi aflatossina.analisi del rischio processo in cui si utilizzano le

informazioni disponibili per quantificare un rischioderivante da uno o più fattori di rischio.

animali da laboratorio animali usati per esperi-menti scientifici.

animali serbatoio animali che non manifestano lamalattia.

antibioticoresistenza, vedi resistenza antibiotica.autocontrollo messa in atto dei sistemi HACCP

(Hazard Analysis Critical Control Points) che miranoa identificare ed analizzare i danni associati ai diffe-renti stadi del processo produttivo di una derrata ali-mentare, a definire i mezzi necessari per neutraliz-zarli e ad assicurare che questi mezzi siano messi inatto in modo efficiente ed efficace.

autorità competenti autorità sanitarie individuatecome dirette responsabile dell’attuazione di specifi-che norme sanitarie. Per quanto riguarda la normati-va veterinaria, in genere l’autorità competente si iden-tifica con il servizio veterinario pubblico (Ministerodella salute, Regione e Azienda sanitaria locale).

Bbatteri patogeni batteri in grado di causare una

malattia.benessere animale condizione ottimale di salute

psico-fisica dell’animale in relazione al suo habitat.Con la “tutela del benessere degli animali” si intendericonoscere agli animali un loro ruolo e un loro habi-tat, ridimensionando lo sfruttamento e l’assoggetta-mento da parte dell’uomo. Vi sono condizioni di vitadegli animali per le quali la società, la scienza ed illegislatore possono stabilire requisiti di benessere,dopo averne identificato esigenze fisiologiche ed eto-logiche.

biocontenimento (misure di biocontenimento)operazioni di controllo degli agenti di malattia già pre-senti nell’allevamento.

biomarcatori molecole organiche lasciate dietro disé da alcuni organismi e che rimangono incluse in roc-ce sedimentarie. Si distinguono per essere delle mole-cole organiche molto resistenti al tempo, che sopravvi-vono al decadimento dei corpi e possono servire comeprova dell'antica presenza di forme viventi da temposcomparse che di solito non lasciano alcun fossile.

biotossicologico effetto dovuto alle tossine, o ele-menti tossici in genere, sugli organismi viventi

brucellosi malattia infettiva febbrile sistemica checolpisce gli animali e che può trasmettersi all'uomocausata da batteri del genere Brucella. Questa malat-tia è una zoonosi.

Ccampione piccola quantità di materiale organico

da sottoporre ad esame.campioni non conformi campione che non rispet-

ta i criteri di qualità stabiliti.cancerogeno che favorisce lo sviluppo del cancro.carte di controllo servono a monitorare l’andamento

dei risultati delle prove e delle tarature e permettonodi rilevare le linee di tendenza del laboratorio.

circuiti interlaboratorio circuito comprendente piùlaboratori con lo scopo di determinare la performan-ce dei singoli laboratori per specifiche analisi e moni-torare la performance dei laboratori nel tempo.

contaminante inquinante, infettante.contaminazione ambientale degli alimenti alte-

razione degli alimenti di origine animale, o destinatiall’alimentazione degli animali, dovuta all’inquina-mento dell’ambiente in cui le specie animali e vege-tali si sviluppano.

Ddata warehouse (DW) termine inglese che sta per

magazzino di dati.diagnosi determinazione della natura o della sede

di una malattia in base alla valutazione dei sintomi.diossina composto chimico, prodotto intermedio

della sintesi del triclorofenolo, altamente tossico perl’organismo umano.

disease card schede informative che riassumonole caratteristiche principali di una patologia.

divulgazione scientifica attività di comunicazio-ne rivolta al grande pubblico atta a diffondere la cul-tura scientifica senza specifiche intenzioni formative,per accrescere la percezione dell'importanza dellascienza nell'ambito delle attività umane e rafforzarneil radicamento nella società.

Glossario

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ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLE VENEZIE - BILANCIO SOCIALE 2005-2006

Eeducazione continua in medicina (E.C.M.) com-

prende l'insieme organizzato e controllato di tutte quel-le attività formative, sia teoriche che pratiche, pro-mosse da chiunque lo desideri (si tratti di una SocietàScientifica o di una Società professionale, di unaAzienda Ospedaliera, o di una Struttura specifica-mente dedicata alla Formazione in campo sanitario,ecc.), con lo scopo di mantenere elevata ed al pas-so con i tempi la professionalità degli operatori dellaSanità.

EFSA (European Food Safety Authority) Agen-zia Europea per la Sicurezza Alimentare.

emergenza sanitaria situazione di crisi o di peri-colo da affrontare con tempestività e risolutezza.

encefalite malattia infiammatoria acuta dell'ence-falo dovuta a un'invasione diretta da parte di un agen-te infettivo o a un processo di ipersensibilità causatoda un virus, un batterio o da altre proteine estranee.

encefalopatia spongiforme bovina (BSE - Bovi-ne Spongiform Encephalopathy) malattia neurolo-gica cronica degenerativa causata da un agente infet-tivo non convenzionale, cioè un prione, una proteinapatogena che colpisce prevalentemente i bovini. Talemorbo è noto anche come morbo della mucca paz-za (in inglese MCD, mad cow disease).

enteropatia enzootica del coniglio malattia infetti-va dell’intestino che colpisce un limitato numero di ani-mali (in questo caso conigli) contemporaneamente e inuna zona circoscritta

epidemia malattia che colpisce quasi simultanea-mente una collettività di individui con una ben delimi-tata diffusione nello spazio e nel tempo.

epidemiologia ramo della medicina che si occu-pa dello studio delle malattie con particolare atten-zione alla frequenza, alla distribuzione e ai fattori sca-tenanti. pertanto, le varie patologie non vengono ana-lizzate nel singolo individuo ma piuttosto all’interno digruppi.

epidemiosorveglianza raccolta ed analisi conti-nua di dati sullo stato di salute di una popolazione,finalizzato alla pianificazione e attivazione di inter-venti di prevenzione e controllo

eradicazione eliminazione completa di una malat-tia o di un agente infettante.

esame ematochimico esame del sangue.esame istologico studio microscopico della strut-

tura di un tessuto.eziologia parte di una scienza che studia le cau-

se di un fenomeno.

FFAO (Food and Agriculture Organization) Orga-

nizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione el'agricoltura. Guida gli sforzi internazionali per scon-figgere la fame e aiuta i paesi in via di sviluppo e ipaesi in transizione a modernizzare e migliorare l'a-

gricoltura, la selvicoltura e la pesca per assicurare atutti una buona alimentazione.

farmacoresistenza capacità di determinate spe-cie di microrganismi di resistere all’azione di sostan-ze che possono causarne la morte o arrestarne l’ac-crescimento; può essere naturale o acquisita, tem-poranea o definitiva.

farmacovigilanza complesso degli interventi e deiprovvedimenti volti a verificare il rapporto rischio-beneficio di un farmaco nell’applicazione di tutti i gior-ni allo scopo di favorire tempestivi interventi dell’au-torità sanitaria.

filiera produttiva insieme delle aziende che con-corrono a produrre, distribuire e commercializzare undato prodotto alimentare.

fitosanitari prodotti, di sintesi o naturali, che ven-gono utilizzati per combattere le principali malattiedelle piante (malattie infettive, fisiopatie, parassiti efitofagi animali, piante infestanti)

focolaio punto di partenza o di localizzazione diuna malattia.

fumonisine gruppo di micotossine prodotte dadiversi funghi di campo tra cui il Fusarium verticillioi-des e il Fusarium proliferatum. In particolare, le fumo-nisine sono presenti nel mais e nei prodotti a base dimais.

Ggalline ovaiole le galline adulte della specie Gal-

lus gallus allevate ai fini della produzione di uova datavola o da cova.

geni di resistenza geni ed elementi genetici checonferiscono la resistenza al trattamento antibiotico.

genomica branca della biologia molecolare che sioccupa dello studio del genoma degli organismi viven-ti. In particolare si occupa della struttura, contenuto,funzione ed evoluzione del genoma. È una scienzache si basa sulla bioinformatica per l'elaborazione ela visualizzazione dell'enorme quantità di dati che pro-duce.

HHACCP (Hazard Analysis Critical Control Points)

sistema di autocontrollo che ogni operatore nel set-tore della produzione di alimenti deve mettere in attoal fine di valutare e stimare pericoli e rischi e stabili-re misure di controllo per prevenire l'insorgere di pro-blemi igienici e sanitari.

Iincidenza misura di frequenza, ossia particolare rela-zione matematica che si presta a studi di carattereepidemiologico. Si calcola dividendo il numero di nuo-vi eventi sanitari registrati all'inizio del periodo di osser-vazione per il numero di persone a rischio di amma-lare durante tutto l'arco di tempo preso in considera-zione, il tutto moltiplicato per una costante "K" (pari acento o multipla di cento), utile per applicare lo stes-

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GLOSSARIO

so risultato a campioni di popolazione quantitativa-mente differenti.

infezione penetrazione e moltiplicazione di micror-ganismi (virus, batteri, miceti, protozoi, metazoi) in unmacrorganismo (pianta, animale, uomo). L'infezioneè la premessa per una malattia infettiva.

influenza aviaria malattia virale dei volatili, alta-mente contagiosa a decorso acuto e febbrile. Puòcausare ingenti perdite economiche.

interoperabilità termine utilizzato in ambito tec-nologico per indicare un elevato grado di sinergia disistemi diversi col fine di offrire servizi o funzionalitànuove. È direttamente legato alla oramai consolidatatendenza di far convergere su alcune tecnologie evo-lute una vasta gamma di servizi. Un esempio nel set-tore delle telecomunicazioni è dato dalle diversemodalità di accesso ad internet la possibilità di acce-dere tramite la rete telefonica tradizionale utilizzandola tecnologia ADSL o tramite GPRS, WAP, UMTS conun telefono cellulare; alternative più avanzate per-mettono di utilizzare un terminale via satellite o unarete senza fili; tutti esempi di interoperabilità.

isomeria fenomeno per cui due o più composti diuguale composizione hanno proprietà chimiche e fisi-che differenti.

Llatte di massa latte prodotto da tutte le vacche da

latte in produzione di una stalla e raccolto in unacisterna.

lattococcosi infezione da cocchi Gram positiviapparsa in Europa circa 15 anni fa e che colpisce latrota di allevamento. I focolai più gravi tendono a com-parire nel periodo primaverile-estivo quando la tem-peratura dell’acqua supera i 14-15°C. Determina soli-tamente elevate mortalità (50 – 60%) nei soggetti ditaglia commerciale, con mortalità medie del 30-50%nel periodo maggio-ottobre e di conseguenza coningenti perdite economiche.

leucosi bovina enzootica (Lbe) malattia virale con-tagiosa che colpisce i bovini.

linee guida insieme di raccomandazioni sviluppatesistematicamente, sulla base di conoscenze conti-nuamente aggiornate e valide, redatto allo scopo direndere appropriato e ad un elevato standard un com-portamento. Sono una base di partenza per l'impo-stazione di comportamenti e modus operandi condi-visi in organizzazioni di ogni genere (sia private, siapubbliche) nel campo sociale, politico, economico,aziendale, medico e così via. Prevalentemente non sitratta di procedure obbligatorie (in questo caso si par-la di protocollo o di codice).

Mmalattia infettiva e contagiosa malattia determi-

nata da agenti patogeni che entrano in contatto conun individuo. Tali agenti causali possono essere bat-teri, virus, funghi o miceti, elminti, muffe e protozoi.La malattia è il risultato della complessa interazione

tra il sistema immunitario e l'organismo estraneo. Labranca che studia tali patologie è chiamata infettivo-logia.

malattia vescicolare del suino (Mvs) malattia vira-le infettiva e contagiosa del suino ad alta morbilità e abassa mortalità. È soggetta a denuncia internaziona-le. Clinicamente è sovrapponibile all'afta epizootica.

materiali di riferimento materiale o sostanza per laquale uno o più valori delle proprietà sono sufficiente-mente omogenei e ben stabiliti per poter essere usatiper la taratura di un apparecchio, per la valutazione diun metodo di misurazione o per l’assegnazione di valo-ri ai materiali.

metodiche analitiche scelta e applicazione di unparticolare metodo per effettuare le analisi di labora-torio.

micotossine sostanze tossiche prodotte dal meta-bolismo di funghi (o muffe) che si sviluppano in parti-colari condizioni su foraggi insilati, cereali e mangimiaziendali od industriali. Posseggono azione cancero-gena, mutagena e teratogena sulla salute umana.

monitoraggio tenere sotto osservazione costanteun qualsiasi fenomeno (o sua variabile/i) per verifi-carne l'andamento nel tempo e tenerlo sotto control-lo e/o raccogliere sistematicamente dati su di esso.

morbilità la frequenza percentuale di una malattiain una collettività.

mortalità rapporto percentuale fra il numero dei mor-ti e il numero dei componenti di una popolazione rela-tivamente ad una determinato periodo di tempo o adun determinato fenomeno.

mutageno agente chimico o fisico che determinail verificarsi di mutazioni.

Nnecrosi ematopoietica infettiva (Nei) malattia vira-

le che colpisce alcune specie di salmonoidi (salmo-ni e trote arcobaleno) sia d’allevamento sia selvatici,con decorso acuto o subacuto e caratterizzata daemorragie generalizzate e necrosi.

NIRS (Near Infrared Spectroscopy - Spettro-scopia nel vicino infrarosso) tecnica diagnosticanon invasiva ed in tempo reale, in grado di misurarel’ossigenazione tissutale utilizzando strumentazioniportatili, relativamente a basso costo.

OOIE (Office International des Epizooties - Orga-

nizzazione per la sanità animale) organizzazioneintergovernativa che ha l'obiettivo fondamentale digarantire la massima trasparenza circa lo status sani-tario degli animali nei paesi membri per la preven-zione della diffusione delle malattie infettive degli ani-mali.

operatori sanitari personale che opera in ambitosanitario.

organismi geneticamente modificati (Ogm) esse-re vivente che possiede un patrimonio genetico modi-

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ficato, non tramite tecniche di miglioramento geneti-co classico (mutazione, incrocio e selezione), bensìtramite tecniche di ingegneria genetica che consen-tono l'aggiunta, l'eliminazione o la modifica di ele-menti genici. Tali modificazioni vengono poi eredita-te dalla progenie.

organolettico relativo alle proprietà di una sostan-za che possono essere percepite e valutate dagliorgani di senso, come l’odore, il sapore, il colore.

Ppandemia diffusione di una patologia in più aree

geografiche del mondo, con un alto numero di casigravi ed una mortalità elevata.

paratubercolosi bovina enterite infettiva cronicache colpisce i ruminanti che comporta dimagrimen-to, riduzione delle produzione di latte e diarree per-sistenti.

patogenesi meccanismo con cui si instaura un pro-cesso morboso nell’organismo.

patogeni alimentari agenti infettivi trasmessi congli alimenti che causano le tossinfezioni alimentari(vedi).

peer reviewing (in italiano revisione paritaria) nel-l'ambito della comunicazione scientifica la selezionedegli articoli degni di pubblicazione avviene tramiterevisione paritaria, cioè una valutazione fatta da spe-cialisti. Il lavoro o le idee di un autore sono sottopo-sti allo scrutinio di uno o più esperti del medesimosettore, cui spetta il compito di fornire una propriavalutazione, includendo suggerimenti per il migliora-mento, ad un redattore o ad un altro intermediario.

peste suina classica (Psc) malattia virale febbri-le che si manifesta in diverse forme. Sintomi aspeci-fici, una febbre resistente alle terapie e frequenti per-dite di animali possono far supporre un contagio dapeste suina classica.

pet therapy (in italiano zooterapia) terapia dolce,basata sull'interazione uomo-animale.

piani di risanamento programmi obbligatori dicontrollo ed eradicazione di alcune malattie infettive(tubercolosi, brucellosi e leucosi) degli animali da red-dito che sono attualmente realizzate su tutto il territo-rio nazionale.

piano di sorveglianza indagini su una popolazio-ne animale per definire la presenza di un agente pato-geno o di una malattia.

piano di vaccinazione programma di immunizza-zione degli animali contro una determinata malattiainfettiva.

polli da carne volatili della specie Gallus gallusallevati per la produzione di carne.

polymerase chain reaction (Pcr) reazione a cate-na della polimerasi - tecnica di biologia molecolareche consente la moltiplicazione (amplificazione) diframmenti di acidi nucleici dei quali si conoscano lesequenze nucleotidiche iniziali e terminali. L'amplifi-cazione mediante PCR consente di ottenere in vitro

molto rapidamente la quantità di materiale geneticonecessaria per le successive applicazioni. Tale meto-dica fu ideata nel 1983 da Kary B. Mullis, il qualeottenne, per questo, il premio Nobel per la chimica(1993).

prevalenza misura di frequenza di un evento diinteresse sanitario. E’ una proporzione il cui numera-tore corrisponde al numero di eventi sanitari presen-ti in una popolazione in un dato momento specifico odurante un arco di tempo. Il denominatore è costitui-to dal numero degli individui a rischio della popola-zione rispetto allo stesso periodo di tempo conside-rato nel numeratore.

prevenzione azione diretta a impedire il verificar-si o il diffondersi di una malattia.

prione proteina alterata derivata da proteine nor-mali prodotte dalle cellule, capace di resistere a tut-ti gli agenti chimico-fisici e responsabile di gravissi-me malattie neurogenerative dall’esito spesso mor-tale in alcuni animali e nell’uomo.

procedure di analisi innovative metodi di analisiche recepiscono le indicazioni della ricerca tecnico-scientifica.

procedure di prova (Pdp) ufficiale metodo di pro-va emesso da organizzazioni pubbliche o private ereso di pubblico dominio. per prassi tali metodi ven-gono trascritti secondo lo schema utilizzato per i meto-di interni.

profilassi norme e provvedimenti che si devonoadottare, collettivamente o da parte di singoli, per ladifesa contro determinate malattie, in particolar modoinfettive.

promotori di crescita sostanze chimiche sia natu-rali, sia di sintesi, farmacologicamente attive, in gra-do di influenzare la crescita degli animali in alleva-mento.

proteomica disciplina che studia il proteoma, ilcomplemento tempo-specifico e cellulo-specifico delgenoma. Il proteoma è l'insieme di tutti i possibili pro-dotti proteici espressi in una cellula, incluse tutte leisoforme e le modificazioni post-traduzionali. Il pro-teoma è dinamico nel tempo, varia in risposta a fat-tori esterni e differisce sostanzialmente tra i diversitipi cellulari di uno stesso organismo. La proteomicariguarda lo studio su grande scala della proteina, inparticolare delle loro strutture e funzioni. Tale termineè stato coniato in analogia a il termine genomica, disci-plina rispetto alla quale la proteomica rappresenta ilpasso successivo, essendo molto più complessa.Infatti, mentre il genoma è un'entità pressoché costan-te, il proteoma differisce da cellula a cellula ed è incontinua evoluzione nelle sue continue interazioni conil genoma e l'ambiente. Un organismo ha espressio-ni proteiche radicalmente diverse a seconda dellevarie parti del suo corpo, nelle varie fasi del suo ciclodi vita e nelle varie condizioni ambientali.

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GLOSSARIO

Rrabbia malattia virale che colpisce i ruminanti e si

manifesta con turbe del comportamento, modifichedella voce, deglutizione difficoltosa, salivazioneabbondante, crampi muscolari e paralisi. La sua evo-luzione è rapida e mortale.

rapporto di prova documento riportante i risultatidelle prove eseguite.

release di procedure letteralmente rilascio, indicauna particolare versione di una procedura, resa dispo-nibile ai suoi utenti e univocamente identificata.

residui di pesticidi in chimica, quanto rimane dopoun trattamento con pesticidi (tutte le sostanze o i pro-dotti chimici capaci di controllare, limitare, respinge-re o distruggere i microrganismi, animali o vegetali,considerati come nocivi, o di opporsi al loro svilup-po).

resistenza antibiotica proprietà di alcuni batteridi resistere all’azione di certi antibiotici a cui in pre-cedenza erano sentibili.

ring test test per standardizzare i metodi tra diffe-renti laboratori.

rinotracheite bovina infettiva (Ibr) malattia vira-le che si trasmette negli allevamenti principalmenteper contatto “naso-naso” tra gli animali, cioè attra-verso le secrezioni respiratorie, o attraverso tosse estarnuti.

rintracciabilità la possibilità di ricostruire e segui-re il percorso di un alimento, di un mangime, di unanimale destinato alla produzione alimentare o di unasostanza destinata o atta ad entrare a far parte di unalimento o di un mangime attraverso tutte le fasi del-la produzione, della trasformazione e della distribu-zione.

riproduttore in zootecnia, animale selezionatodestinato alla riproduzione.

rischi alimentari rischio per la salute associato alconsumo di alimenti contaminati da sostanze chimi-che o da agenti biologici.

Ssalmonella i batteri del genere Salmonella appar-

tengono alla famiglia delle Enterobacteriaceae. Pren-dono il loro nome dal patologo veterinario Daniel Sal-mon che per primo isolò Salmonella choleraesuis dal-l'intestino di un suino. Il genere Salmonella conta duespecie,a loro volta suddivise in 7 sottospecie e 2400sierotipi o serovars.

salute animale, vedi sanità animale.sanità animale controllo di malattie infettive e/o

infestive negli allevamenti zootecnici.scrapie malattia di pecore e ovini trasmissibile

(simile alla mucca pazza, stessa famiglia Bse), checolpisce il sistema nervoso, a carattere degenerati-vo progressivo e lunga incubazione, dovuta a un prio-ne. Non è dimostrata, sino ad oggi, la trasmissibilitàall’uomo.

setticemia emorragica virale (Sev) malattia vira-le dei salmonidi con decorso che varia da acuto acronico. È caratterizzata da emorragie, necrosi e tur-be del sistema nervoso centrale. Può comportareingenti perdite

SIAN Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione attivatopresso le Asl.

sierologia studio dei processi immunitari che sisvolgono a livello del siero nel sangue.

sierotipo classificazione di batteri, virus, ecc. inbase alla presenza di alcuni antigeni specifici chepossono essere individuati da specifici anti-sieri.

SINAL - Sistema Nazionale di Accreditamentodei Laboratori il SINAL accredita i Laboratori per qual-siasi tipo di prova sui cui risultati i consulenti posso-no basare il proprio lavoro. In particolare il Sinal accer-ta e vigila sui requisiti tecnici ed organizzativi dei Labo-ratori di prova in modo che siano garantiti i riferimen-ti metrologici, l’affidabilità e la ripetibilità delle proce-dure impiegate, l’uso di strumentazioni adeguate, lacompetenza del personale, l’imparzialità del perso-nale addetto alle prove e del giudizio tecnico emes-so dal Laboratorio, secondo quanto previsto dalla nor-ma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 e dalle prescrizioniSINAL; pubblica i regolamenti e le procedure di Accre-ditamento, gli elenchi dei Laboratori di prova accre-ditati e dei tipi di prove per i quali è stato concessol’Accreditamento (sulla rivista Unificazione & Certifi-cazione, organo ufficiale di UNI, CEI, SINAL e SIN-CERT), e gli eventuali provvedimenti di Sospensionee/o di Revoca dell’Accreditamento.

sindrome della lepre bruna europea (Ebhs- Euro-pean brown hare syndrome) malattia infettiva a ezio-logia virale che colpisce la lepre

sistema di gestione per la qualità attività coordi-nate per guidare e tenere sotto controllo un’organiz-zazione in materia di qualità.

sostanze anabolizzanti sostanze che favoriscononell'organismo l'insieme dei processi costruttivi cheportano alla formazione di nuovi tessuti attraverso labiosintesi delle proteine. Generalmente sono conside-rati anabolizzanti ormoni steroidei come il testostero-ne e vari derivati di sintesi come il nandrolone.

sostanze inibenti sostanze che inibiscono la cre-scita di microrganismi batterici

standardizzazione in chimica, operazione volta aqualificare una sostanza o una soluzione, che verràusata come riferimento nell'analisi di campioni. Talesostanza o soluzione qualificata viene detta standard.

strumenti diagnostici insieme di strumenti e meto-diche utili a stabilire una diagnosi.

Tteratogeno produttore di anomalie o malformazio-

ni embrionali test sierologico, vedi sierologiatossinfezioni alimentari malattie di origine ali-

mentare che si determinano in seguito al consumo di

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alimenti contenenti o agenti infettivi (virus o batteri) otossine prodotte da microrganismi che si sono molti-plicati sull’alimento precedentemente al suo consumo.

tubercolosi malattia infettiva e contagiosa che col-pisce sia gli uomini che gli animali causata da microor-ganismi del genere Mycobacterium.

Vvaccinazione somministrazione di un vaccino sia

a scopo profilattico (vaccinoprofilassi) che a scopoterapeutico (vaccinoterapia).

vaccino stabulogeno vaccino “di stalla” prodottosulla base del virus/batterio isolato negli animali pre-senti nella stalla.

validazione processo attraverso il quale si valutase un test di laboratorio dà risultati consoni alle fina-lità per le quali è stato utilizzato. L'attività di valida-zione può pertanto essere definita come l'insieme del-le operazioni attraverso le quali si giudica lo scartoesistente fra i risultati del test in oggetto e i risultatieffettivamente conseguiti con il suo impiego.

valore nutrizionale valore energetico degli alimenti(quantità di lipidi, proteine, glucidi) espresso in Kcal.

veterinari aziendali i medici veterinari riconosciu-ti dall'autorità veterinaria competente e soggetti al suocontrollo, nell'ambito del sistema di sorveglianza epi-demiologica di cui all'articolo 13 del Decreto Legi-slativo 22 maggio 1999, n. 196.

WWest Nile virus (Wnv) virus della famiglia delle

Flaviviridae; che fa parte delle gruppo delle encefa-liti giapponesi (JE), presente nelle regioni temperateo tropicali. I serbatoi naturali del virus sono princi-palmente gli uccelli, e può infettare cavalli, cani, gat-ti, pipistrelli, conigli e uomo. L’uomo si infetta princi-palmente attraverso la puntura di zanzare infette.

Zzincobacitracina antibiotico polipeptidico ampia-

mente utilizzato negli allevamenti di conigli in Europaper la sua efficacia nei confronti dell’enteropatiaenzootica del coniglio.

zoonosi infezione o infestazione di origine virale,batterica o parassitaria, trasmissibile dagli animaliall’uomo o viceversa.

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INDICE

Nota introduttiva e metodologica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 8

Parte 1: Identità e organizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 11

Contesto territoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 12Il territorio di riferimento dell’Istituto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 12Il contesto produttivo del Triveneto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 13La salute delle popolazioni animali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 16 Il settore alimentare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 17

Identità aziendale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 19 Cenni storici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 19 Missione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 20Valori guida . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 20Gli interlocutori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 22Assetto aziendale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 23Assetto organizzativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 23

Parte 2: Risorse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 33

Risorse umane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 34Personale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 34

Risorse economico-finanziarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 37Gestione del patrimonio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 37Performance economica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 38

Parte 3: Attività e risultati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 41

Salute pubblica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 42

Obiettivo 1: Aumentare la fiducia dei consumatorinei confronti degli alimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 44

Strategia 1.1: Aumentare la consapevolezza deconsumatori sui rischi alimentari e su come prevenirli . . . . . . . . . pag. 44Strategia 1.2: Evidenziare il ruolo di prevenzionee controllo dell’Istituto e i relativi risultati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 48

Indice

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Obiettivo 2: Prevenire i rischi alimentari e aumentareil livello di sicurezza e di qualità degli alimenticonsumati dalla collettività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 51

Strategia 2.1: Contribuire alla definizione degli indirizzicomunitari, supportare i Paesi terzi e partecipareall’elaborazione dei piani regionali e nazionaliin materia di sicurezza alimentare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 51

Strategia 2.2: Aumentare l’efficacia, l’efficienzae la tempestività dei controlli supportando l’azionedegli operatori sanitari e favorendo l’applicazionedi buone prassi gestionali e igieniche lungo tuttele fasi della filiera produttiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 62

Obiettivo 3: Difendere la salute delle personedalle malattie trasmissibili da animali a uomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 68

Strategia 3.1: Contribuire alla definizione degli indirizzicomunitari e partecipare all’elaborazione dei pianiregionali e nazionali in materia di sanità pubblicasupportando l’azione degli operatori sanitari . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 68

Strategia 3.2: Massimizzare la sicurezzadelle persone nell’interazione con gli animali . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 71

Benessere e salute animale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 73

Obiettivo 4: Contribuire alla tutela della sanità edel benessere degli animali da allevamento,da compagnia e selvatici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 74

Strategia 4.1: Contribuire alla definizione degli indirizzicomunitari e partecipare all’elaborazione deipiani pubblici in materia di sanità, benessere animalee gestione della fauna selvatica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 74

Strategia 4.2: Favorire negli allevamenti prassigestionali e condizioni igienico-sanitarie checonciliano sanità e benessere animale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 80Strategia 4.3: Aumentare l’efficacia, l’efficienza ela tempestività degli interventi sanitari supportandol’azione degli operatori sanitari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 81

Strategia 4.4: Intervenire tempestivamente in casodi malattie di animali a carattere epidemico checostituiscono emergenza sanitaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 84

Strategia 4.5: Promuovere una cultura rispettosadegli animali e comportamenti corretti tra persone eanimali da compagnia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 86

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INDICE

Ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 88

Obiettivo 5: Essere riconosciuti come riferimento tecnico-scientifico sulle tematiche di salute pubblica, di sanità e di benessere animale . . pag. 89

Strategia 5.1: Definire le linee di ricerca e individuare ambitiinnovativi verso cui sviluppare l’attività di ricerca dell’Istituto . . . . pag. 89

Strategia 5.2: Migliorare la capacità di rilevazione,prevenzione e intervento relativamente agli aspettisanitari (dell’IZSVe e degli operatori sanitari) . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 94Strategia 5.3: Ridurre e ottimizzare l’impiego deglianimali da laboratorio e tutelarne il benessere . . . . . . . . . . . . . . . pag. 96

Glossario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.101

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Finito di stampare nel mese di dicembre duemilasette.Consulenza grafica eteam.

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