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LA RIFORMA DEI PROFESSIONALI: INCONTRO DI APPROFONDIMENTO A CURA DI ARDUINO SALATIN Rete dell’indirizzo dei servizi per la sanità e l’assistenza sociale Seminario formativo - 14 novembre 2019 IIS Da Vinci - Padova 1

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L A R I F O R M A D E I P R O F E S S I O N A L I :

I N C O N T R O D I A P P R O F O N D I M E N T O

A C U R A D I A R D U I N O S A L AT I N

Rete dell’indirizzo dei servizi per la sanità e l’assistenza sociale

Seminario formativo - 14 novembre 2019

IIS Da Vinci - Padova

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SOMMARIO

1. Il perché della riforma

2. Verso un nuovo paradigma formativo e didattico

3. La personalizzazione

4. Alcuni aspetti organizzativi correlati alla personalizzazione

5. Alcuni esempi (tratti dal lavoro delle reti)

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1 . I L P E R C H É D E L L A R I F O R M A

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DUE RAGIONI «INTERNE», ORIENTATE A SOSTENTERE UN RILANCIO DEGLI IP

• Assicurare all’istruzione professionale un’identità più precisa,

rispetto agli Istituti Tecnici e soprattutto alla IeFP regionale, superando

la concorrenza tra i due sistemi formativi professionalizzanti

verso un sistema più integrato ispirato al modello europeo di VET

(Vocational education and training)

• Invertire il trend negativo delle iscrizioni (passato negli ultimi dieci

anni dal 18% a poco più del 13%), rendendo più attrattiva e

innovativa l’istruzione professionale.

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DUE RAGIONI «ESTERNE» CHE SI RIFERISCONO AD UN DISEGNO SOCIALE ORIENTATO A:

• ridurre la dispersione e l’abbandono scolastico, che nel primo biennio della IP sfiora ancora oggi il 33%,

• attrarre i giovani verso le imprese, in vista di assicurare il ricambio di professionalità necessario allo sviluppo produttivo del «made in Italy», contribuendo - anche in tal modo - a ridurre il ritardo nell’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, dato che il tasso di occupazione dei giovani in Italia resta sensibilmente inferiore a quello di tutti i principali Paesi europei con forti disomogeneità geografica del mercato del lavoro (specialmente tra nord e sud).

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LA RIFORMA SI PROPONE IN PARTICOLARE DI:

a) Favorire l’integrazione tra contesti di apprendimento

formali e non formali,

valorizzando la dimensione culturale ed educativa del “sistema

lavoro” come base per ritrovare anche l’identità dell’istruzione

professionale come «scuole del lavoro e dell’innovazione»

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b) Promuovere l’ ”ingaggio” e il protagonismo degli

studenti visti come risorsa, bene collettivo del paese e del

territorio, in quanto portatori di talenti e di energie da

mobilitare e far crescere per se stessi e per la comunità,

c) Assumere una prospettiva «co-educativa» da parte del

team dei docenti, favorendo la corresponsabilizzazione

degli studenti attraverso un nuovo patto educativo.

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Non si tratta di novità calate dall’alto,

ma di una valorizzazione di molte

buone pratiche consolidate da tempo in

molti istituti professionali …

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2 . V E R S O U N ( N U O V O ) P A R A D I G M A F O R M AT I V O E D I D AT T I C O

A L C U N I F O C U S D I AT T E N Z I O N E

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Secondo le linee guida:

L’assetto didattico dei nuovi percorsi di istruzione professionale ridisegnati dal

d.lgs. 61/2017 (cfr. paragrafo 2.1) richiede agli istituti professionali di:

- progettare l’offerta formativa secondo un approccio “per competenze”

su base interdisciplinare, operando “a ritroso” dai traguardi formativi comuni

di arrivo a partire da quanto viene esplicitato nei risultati di apprendimento in

uscita (allegati 1 e 2 del Regolamento) e nei risultati intermedi contenuti nella

parte seconda delle presenti Linee Guida

- rinnovare la didattica in chiave metodologica, favorendo il

coinvolgimento attivo degli studenti e l’espressione dei loro talenti e stili

cognitivi, nonche ́ assicurando agli studenti un adeguato grado di

personalizzazione del curricolo,

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Progettazione a ritroso

Personalizzazione dei percorsi

Apprendimento induttivo

Principi

guida (peraltro già

presenti nella

tradizione degli IP)

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FOCUS 1 – PER UNA PROGETTAZIONE INTERDISCIPLINARE PER ASSI CULTURALI E PER COMPETENZE

Il Regolamento non definisce contenuti didattici per singola

disciplina, ma individua i risultati di apprendimento per ciascun

profilo unitario, declinati in termini di competenze, abilità e

conoscenze, per rendere effettiva l’integrazione degli

insegnamenti all’interno degli Assi e tra gli Assi.

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FOCUS 2 – PER UNA FLESSIBILIZZAZIONE DEI PERCORSI

Le scuole possono articolare il biennio unitario con modelli

organizzativi che, superando la struttura usuale della

ripartizione “insegnamento/quadro orario settimanale/monte

ore annuale”, utilizzando gli strumenti disponibili come:

• la rimodulazione dei quadri orari e l’uso dei «periodi didattici»

(modularizzazione)

• la progettazione per unità di apprendimento

• la personalizzazione educativa (a partire dalle 264 disponibili nel primo

biennio) che si concretizza nel PFI definito per ciascuno studente.

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FOCUS 3 – PER LO SVILUPPO DI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO «CENTRATI SULLO STUDENTE»

I tre dispositivi chiave previsti:

• il Progetto Formativo Individuale (PFI) (è previsto un format)

• Il Bilancio personale (non è previsto un format)

• l’Unità di apprendimento (UdA) (è previsto un format)

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FOCUS 4 – PER UNA DIDATTICA SEMPRE PIÙ «ATTIVA» E INNOVATIVA

La riforma incentiva il ricorso a metodologie di tipo attivo e

induttivo, basate in particolare su:

• esperienze di laboratorio (con un orario rafforzato) e in contesti

operativi non formali (aziendali)

• un approccio «per problemi» e «per progetti» riferito a casi e

compiti concreti,

• Il lavoro cooperativo,

• l’ utilizzo intelligente delle nuove tecnologie digitali.

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3 . L A P E R S O N A L I Z Z A Z I O N E

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I TRE LIVELLI PRINCIPALI DELLA PROGETTAZIONE CURRICULARE PREFIGURATA E IL LORO RACCORDO

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«Indicazioni nazionali» (D.61/2017 e Linee guida)

Curriculum della scuola (PTOF)

Curriculum del singolo studente (PFI, PEI, …)

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competenze

di indirizzo

12 competenze

area generale

4 «competenze trasversali»

(PCTO)

Avvertenza:

L’’ «oggetto» di

riferimento per la

progettazione e

per valutazione

sono

i risultati di

apprendimento

correlati alle

competenze

traguardo del

profilo in uscita

(alla cui

promozione

concorrono i vari

insegnamenti)

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DEFINIZIONE DEL PFI

È un «progetto che ha il fine di motivare e orientare la studentessa e

lo studente nella progressiva costruzione del proprio percorso

formativo e lavorativo, di supportarli per migliorare il successo formativo e

di accompagnarli negli eventuali passaggi tra i sistemi formativi di cui all’articolo

8 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61, con l’assistenza di un tutor

individuato all’interno del consiglio di classe.

Il progetto formativo individuale si basa sul bilancio personale, è effettuato

nel primo anno di frequenza del percorso di istruzione professionale ed è

aggiornato per tutta la sua durata». («Regolamento», Art. 2, comma 1)

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ALCUNE CARATTERISTICHE CHIAVE DEL PFI

Tiene conto dei saperi e delle competenze acquisite dallo

studente, anche nei contesti informali e non formali

Si fonda sul «bilancio personale»

Si correla ed integra il P.E.Cu.P. di riferimento del gruppo

classe

Gli studenti partecipano alla sua attuazione e sviluppo

I Docenti tutor hanno funzioni di supporto e guida agli

studenti

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ESEMPI DI ATTIVITÀ ASSOCIABILI ALLA PROGETTAZIONE E GESTIONE DEL PFI

• Accoglienza

• Orientamento (in entrata, in itinere, in uscita)

• Recupero e/o consolidamento delle competenze

• Acquisizione di crediti per la qualifica IeFP

• Acquisizione di crediti in vista di ri-orientamento in uscita

• Recupero di debiti a seguito di ri-orientamento in ingresso

• Acquisizione di competenze di cittadinanza

• Contenimento degli alunni “difficili”

• Alfabetizzazione degli stranieri (ove necessario).

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ALCUNE AVVERTENZE OPERATIVE

• Il PFI deve essere un documento estremamente snello e

flessibile, uno strumento di lavoro formativo ancor prima che

certificativo.

• Il PFI non dovrebbe quindi essere troppo analitico perché

risulterebbe scarsamente funzionale al processo di personalizzazione ed

estremamente complesso da gestire e compilare,

• Dovrebbe essere gestito in formato digitale.

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IL BILANCIO PERSONALE

Il Consiglio di classe delibera il P.F.I. al termine di una adeguata fase

istruttoria volta a garantire la partecipazione dello studente e

della famiglia quantomeno alla redazione del bilancio

(personale) iniziale e alla definizione degli obiettivi formativi.

A tale fine sono molto importanti l’osservazione dell’alunno da parte

di tutto il consiglio di classe e l’attivita ̀ di accoglienza, ascolto e

orientamento svolta dal tutor.

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4 . A L C U N I A S P E T T I A O R G A N I Z Z AT I V I C O R R E L AT I A L L A P E R S O N A L I Z Z A Z I O N E

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L A NUOVA SUSSIDIARIETÀ CON L A IEFP REGIONALE

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Dpr 87/2010

Sussidiarietà integrativa • percorsi di studio di IP e

IeFP integrati con l’utilizzo di quote di flessibilità

D.LGS. 61/2017

Si abbandona, anche nominalmente, lo schema duale «integrativa» e «complementare»

si introduce una sussidiarietà nuova che integra non i percorsi di studio, ma i due sistemi

Sussidiarietà complementare • percorsi di studio di IP e

IeFP distinti ma erogati dalla stessa istituzione di IP

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GLI INTERVENTI INTEGRATIVI ( P R E V I S T I D A L L ’ « I N T E S A » I N C O N F E R E N Z A S TAT O - R E G I O N I D E L 8 / 3 / 2 0 1 8 )

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le Istituzioni scolastiche di IP, per consentire agli studenti di sostenere l’esame di qualifica triennale

possono progettare interventi integrativi dei percorsi di IP:

• anche in accordo con le istituzioni formative di IeFP.

COME? Nel biennio: attraverso la quota di 264 ore del monte orario per la personalizzazione degli apprendimenti; Nel terzo anno: attraverso gli spazi di flessibilità (entro il 40% dell’orario complessivo)

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POSSIBILI AZIONI A SOSTEGNO DEL NUOVO MODELLO FORMATIVO

• La suddivisione della classe nelle ore di compresenza

• La suddivisione della classe con l’utilizzo dell’organico di

potenziamento

• La realizzazione di modelli orari con moduli inferiori ai 60’ e

recupero per attività di accoglienza/orientamento

• La frequenza di attività didattiche in classi parallele

• La frequenza di attività didattiche in classi inferiori o superiori

• La frequenza di attività didattiche in altri percorsi.

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IL RUOLO DELLA TUTORSHIP

COSA FA il tutor

• Accoglie e accompagna lo studente all’arrivo nella scuola.

• Tiene i contatti con la famiglia.

• Redige il bilancio iniziale, consultando anche la famiglia e lo studente.

• Redige la bozza di PFI da sottoporre al consiglio di classe.

• Monitora, orienta e riorienta lo studente.

• Avanza proposte per la personalizzazione.

• Svolge la funzione di tutor scolastico in relazione ai percorsi di alternanza.

• Propone al consiglio di classe eventuali modifiche al PFI.

• Tiene aggiornato il PFI.

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ALCUNE RISPOSTE DELLE SCUOLE SUL PIANO DIDATTICO E ORGANIZZATIVO

Reti: FIBRA (made in Italy), reteTripla 4 (alberghieri), rete IPSECOM (servizi

commerciali)

• https://www.iis-lancia.gov.it/progetto-fibra/comunicazioni

All.6-com10-modello PFI (Fibra) con vari link

• www.renaia.it

Personalizzazione, canovaccio formativo, UdA, Repertorio strumenti tutoring e bilancio personale

iniziale (vedi materiali rete Tripla A del 2° workshop svoltosi a Montecatini il 20, 21 e 22 febbraio

2019)

• https://www.nuoviprofessionalicommerciali.it/

Bilancio personale iniziale, piano ed esempi di UdA, Modello PFI, Valutazione nel PFI

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ALCUNE CRITICITÀ EMERSE

Sul PFI, le principali criticità finora emerse hanno riguardato:

- l’elaborazione della documentazione, in particolare per

contenere i rischi di burocratizzazione

- Il raccordo con le scuole di provenienza (a partire dalla

secondaria di primo grado)

- il coinvolgimento degli studenti e il rapporto con le

famiglie (in particolare il loro coinvolgimento responsabile a

partire dalla controfirma del progetto)

- Il ruolo del tutor.

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