la dottrina dell'amore e dell'anima

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La dottrina dell'amore e dell'anima Per Platone esiste un rapporto volontario, tra l'uomo e le idee, e tra gli uomini associati nella comune ricerca, che stabilisce la conoscenza. Questo rapporto viene indicato dallo stesso filosofo con il nome “amore”, ovvero éros. Sono dedicati a questo dottrina due dialoghi: Il Simposio (o convito), incentrato soprattuto sulla bellezza, con lo scopo di determinare i gradi gerarchici, e il Fedro incentrato sull'amore soggettivo, come elevazione progressiva dell'anima al mondo delle idee, al quale appartiene la bellezza. 1. Il Simposio Il tema centrale del Simposio è l'éros, pronunciato da alcuni interlocutori in sette discorsi differenti. Pausiana fa una distinzione tra éros volgare, rivolto al corpo, e l'éros celeste, rivolto all'anima. Erissimaco vede nell'amore una forza cosmica, capace di determinare le proporzioni e l'armonia di tutti i fenomeni riguardanti l'uomo. Aristofane, attraverso il mito degli androgini, racconta di esseri costituiti da tre sessi; maschile femminile e androgino. Zeus impaurito dalla loro potenza decise di dividerli in due parti, cosicché l'una va alla ricerca dell'altra per ricostituire l'antico essere primitivo. Attraverso questo mito viene espresso uno dei caratteri principali che l'amore rivela nell'uomo, ossia l'insufficienza. Da quest'ultimo carattere, Socrate, prende spunto per il proprio discorso: L'amore desidera qualcosa che non ha, ma di cui ha bisogno, ed è quindi mancanza. Il mito, infatti, racconta che éros, essendo figlio di Penìa (Povertà) e di Pòros (Ricchezza), non può essere considerato un dio ma bensì un essere intermedio, che prende il nome di demone; per questo motivo non ha la sapienza, ma aspira a possederla, ed è dunque “filosofo”, mentre gli dei sono sapienti. L'amore è quindi desiderio di bellezza La bellezza si desidera in quanto rappresenta il bene, che provoca la felicità La bellezza è il fine, l'oggetto dell'amore. La bellezza ha gradi differenti e per raggiungere i più elevati è necessario che l'uomo compia un lento cammino: Innanzitutto è la bellezza fisica quella che attrae l'uomo. In seguito egli si accorge che la bellezza fisica è identica in tutti i corpi, dunque passa ad amare la bellezza corporea nella sua interezza. Al di sopra di quella corporea vi è una bellezza più elevata, la bellezza dell'anima. Al di sopra ancora, la bellezza delle leggi e delle istituzioni. La bellezza delle scienze. E per finire, al disopra di qualsiasi altra bellezza, si trova la bellezza in sé, eterna e perfetta.

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Page 1: La Dottrina Dell'Amore e Dell'Anima

La dottrina dell'amore e dell'anima

Per Platone esiste un rapporto volontario, tra l'uomo e le idee, e tra gli uomini associati nella comune ricerca, che stabilisce la conoscenza. Questo rapporto viene indicato dallo stesso filosofo con il nome “amore”, ovvero éros. Sono dedicati a questo dottrina due dialoghi: Il Simposio (o convito), incentrato soprattuto sulla bellezza, con lo scopo di determinare i gradi gerarchici, e il Fedro incentrato sull'amore soggettivo, come elevazione progressiva dell'anima al mondo delle idee, al quale appartiene la bellezza. 1. Il Simposio

Il tema centrale del Simposio è l'éros, pronunciato da alcuni interlocutori in sette discorsi differenti.– Pausiana fa una distinzione tra éros volgare, rivolto al corpo, e l'éros celeste, rivolto all'anima.– Erissimaco vede nell'amore una forza cosmica, capace di determinare le proporzioni e

l'armonia di tutti i fenomeni riguardanti l'uomo. – Aristofane, attraverso il mito degli androgini, racconta di esseri costituiti da tre sessi;

maschile femminile e androgino. Zeus impaurito dalla loro potenza decise di dividerli in due parti, cosicché l'una va alla ricerca dell'altra per ricostituire l'antico essere primitivo. Attraverso questo mito viene espresso uno dei caratteri principali che l'amore rivela nell'uomo, ossia l'insufficienza.

Da quest'ultimo carattere, Socrate, prende spunto per il proprio discorso: L'amore desidera qualcosa che non ha, ma di cui ha bisogno, ed è quindi mancanza. Il mito, infatti, racconta che éros, essendo figlio di Penìa (Povertà) e di Pòros (Ricchezza), non può essere considerato un dio ma bensì un essere intermedio, che prende il nome di demone; per questo motivo non ha la sapienza, ma aspira a possederla, ed è dunque “filosofo”, mentre gli dei sono sapienti.

L'amore è quindi desiderio di bellezza La bellezza si desidera in quanto rappresenta il bene, che provoca la felicità La bellezza è il fine, l'oggetto dell'amore.

La bellezza ha gradi differenti e per raggiungere i più elevati è necessario che l'uomo compia un lento cammino: – Innanzitutto è la bellezza fisica quella che attrae l'uomo.– In seguito egli si accorge che la bellezza fisica è identica in tutti i corpi, dunque passa ad

amare la bellezza corporea nella sua interezza. – Al di sopra di quella corporea vi è una bellezza più elevata, la bellezza dell'anima.– Al di sopra ancora, la bellezza delle leggi e delle istituzioni.– La bellezza delle scienze. – E per finire, al disopra di qualsiasi altra bellezza, si trova la bellezza in sé, eterna e

perfetta.

Page 2: La Dottrina Dell'Amore e Dell'Anima

2.Il Fedro e il mito del carro alato

Problematica di Fedro: Come può l'anima umana percorrere i gradi di questa gerarchia, fino a raggiungere la suprema bellezza? Egli cerca di risolvere tale problema attraverso un mito, “il mito del carro alato”. L'anima è molto simile a una coppia di cavalli alati, guidati da un auriga (costellazione). – Uno dei due cavalli è di colore bianco, eccellente (docile).– L'altro cavallo, di colore nero, è pessimo (selvaggio).

Il compito difficoltoso dell'auriga è quello di indirizzare i cavalli verso la regione sopraceleste (iperuranio), sede dell'essere e quindi delle idee. Queste ultime però possono essere contemplate solo per poco dall'anima, ovvero la ragione, tirata in basso dal cavallo nero. L'auriga cerca di dominare la coppia di cavalli che si scontrano e calpestano, così nella confusione le loro ali si spezzano e le loro anime precipitano sulla terra, dove condurranno una vita più o meno apprezzabile, a seconda di quanto sono riuscite a scorgere nell'iperuranio. Quindi: – L'anima che ha visto di più si reincarnerà nel corpo di un uomo dedito al culto dell'amore e

della sapienza.– Quella che ha visto di meno si reincarnerà nel corpo di un uomo che, a poco a poco, si

allontanerà dalla ricerca della verità e della bellezza.

La bellezza fa da tramite tra l'uomo caduto e il mondo delle idee, e al suo appello l'uomo risponde con l'amore, capace di condurre l'anima verso il mondo dell'essere. L'eros diviene dunque razionalità, e non un impulso sfrenato.

Il mito del carro alato vuole insegnarci che l'uomo per raggiungere il bene deve frenare le passioni, concentrandosi sulla voce dell'anima e sulla ragione.