la durata dei fallimenti chiusi in italia 2015...anche per effetto delle riforme varate nel 2006,...

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    GIUGNO 2016

    LA DURATA DEI FALLIMENTI CHIUSI IN ITALIA2015

  • LA DURATA DEI FALLIMENTI CHIUSI IN ITALIA 2015

    Giugno 2016

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    © 2016 - Cerved Group Spa - Tutti i diritti riservati - Riproduzione vietata

    DURATE DEI FALLIMENTI IN CALO NEL 2015

    SINTESILo scorso agosto il Governo ha approvato un pacchetto di misure in materia di giustizia,

    con lo scopo di rendere più snelle le procedure concorsuali ed esecutive e di velocizzare

    lo smaltimento delle sofferenze nei bilanci delle banche, che a marzo si attestano a 197

    miliardi di euro. In particolare, sono stati introdotti dei termini più stringenti per i curatori

    fallimentari, allo scopo di accelerare la liquidazione delle imprese fallite, accorciando così la

    durata dei fallimenti.

    I dati tratti dal Registro delle Imprese, indicano che nel 2015 i tempi medi di chiusura delle

    procedure fallimentari si sono ridotti di sette mesi, dagli 8 anni circa del 2014 a 7 anni e 5

    mesi del 2015. È una tendenza iniziata già prima dell’introduzione delle nuove norme, che

    porta le durate medie ai tempi del 2007, ben al di sotto dei quasi 9 anni sfiorati nel 2010 e

    nel 2011. Le nuove regole sembrano invece aver già incentivato i tribunali ad aumentare il

    numero di pratiche lavorate: tra settembre 2015 e marzo 2016, si osserva un aumento del

    numero di fallimenti chiusi del 13%, che inverte la tendenza dei primi otto mesi dell’anno

    (-5%).

    Le statistiche evidenziano una forte eterogeneità delle durate, con la metà delle procedure

    chiuse nel 2015 che hanno durata inferiore a 4 anni e mezzo e una coda lunga nella

    distribuzione, con oltre 100 fallimenti che sono durati più di 25 anni. Anche dal punto di

    vista territoriale le durate hanno una forte variabilità: a parità di norme, nelle province più

    efficienti si impiegano, in media, solo 3-4 anni per chiudere un fallimento, un quinto dei

    tempi necessari per chiudere un fallimento nelle province più lente (oltre 15 anni).

    Sette mesi in meno del 2014; forte aumento del numero di

    pratiche chiuse dopo la riforma di agosto

    media in anni per data di chiusura

    Durata media dei fallimenti chiusi per anno

    Fonte: Cerved 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

    6,16,3

    6,7 7,07,1 7,4 7,3

    8,08,4

    8,8 8,78,2

    8,0 8,07,4

  • LA DURATA DEI FALLIMENTI CHIUSI IN ITALIA 2015

    Giugno 2016

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    Secondo i dati tratti dal Registro delle Imprese, nel 2015 i tribunali italiani hanno chiuso

    più di 10 mila procedure fallimentari, in leggero aumento rispetto all’anno precedente

    (+2,1%). Per il quinto anno consecutivo, però, il numero di pratiche che i tribunali sono

    riusciti a chiudere è inferiore rispetto a quelle in entrata: nel 2015, nonostante il calo

    registrato, sono infatti stati dichiarati 15 mila nuovi fallimenti, quasi 5 mila in più rispetto a

    quelli chiusi.

    La durata delle procedure fallimentari chiuse è comunque risultata in netta diminuzione.

    In media, i fallimenti chiusi nel 2015 hanno avuto una durata di 7 anni e 5 mesi, sette mesi

    in meno rispetto a quelli chiusi nei due anni precedenti (8 anni) e oltre un anno e mezzo

    in meno rispetto al picco toccato nel 2010 (quasi 9 anni). Si tratta del livello più basso

    osservato dal 2007.

    I dati del 2015 evidenziano che la durata dei fallimenti ha un’elevata varianza, con una

    distribuzione caratterizzata da una coda molto lunga e più di 100 fallimenti chiusi che

    duravano da oltre venticinque anni. Proprio a causa di questa coda lunga, la mediana della

    distribuzione risulta significativamente minore rispetto alla media (la metà delle procedure è

    stata chiusa entro 4 anni e mezzo); il quarto dei fallimenti più veloci dura meno di due anni,

    mentre il quarto più lento ha una durata superiore a 10 anni e 5 mesi.

    Anche per effetto delle riforme varate nel 2006, che hanno escluso le imprese di dimensioni

    più piccole dall’ambito di applicazione della disciplina fallimentare1, è cresciuto il peso di

    fallimenti chiusi che riguardano società di capitale (dal 56% dei fallimenti chiusi nel 2006

    al 69% del 2016), mentre è diminuito in modo considerevole il peso delle società di persone

    (dal 28% al 15%).

    LA DURATA DEI FALLIMENTI CHIUSI NEL 2015

    Fallimenti aperti e chiusi per anno

    Fonte: Cerved

    0

    2.000

    4.000

    6.000

    8.000

    10.000

    12.000

    14.000

    16.000

    chiusi

    aperti

    2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

    1. D.L. 9 Gennaio 2006, n.5 e il D.lgs. 169/2007 hanno innalzato le soglie di fallibilità: prima erano esclusi dall’am-bito di applicazione delle norme fallimentari solo i piccoli imprenditori, coloro con un reddito inferiore al minimo imponibile; successivamente non sono fallibili solo le imprese che congiuntamente dimostrano negli ultimi tre anni di aver investito meno di 300 mila euro, di avere ricavi inferiori a 200 mila euro e con debiti scaduti inferiori a 500 mila euro.

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    media in anni per data di chiusura

    Durata media dei fallimenti chiusi per anno

    Fonte: Cerved 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

    6,16,3

    6,7 7,07,1 7,4 7,3

    8,08,4

    8,8 8,78,2

    8,0 8,07,4

    numero di casi, fallimenti chiusi nel 2015

    Distribuzione dei fallimenti per durata

    Fonte: Cerved

    0

    20

    40

    60

    80

    100

    120

    140

    0 1 3 5 72 4 6 8 9 11 1310 12 14 15 17 19 21 2316 18 20 22 24 25 2726 28 29 30

    Anni

    2 anni1° QUARTILE

    4 anni e 6 mesiMEDIANA

    10 anni e 5 mesi3° QUARTILE

    Media:7 anni e 5 mesi

    In parte questo fenomeno ha contribuito a ridurre le durate dei fallimenti: i dati indicano

    che, in media, le procedure durano meno per società di capitale (6,5 anni) e per le

    altre forme giuridiche (6,6 anni), rispetto a società di persone (10,3 anni) e alle imprese

    individuali (9 anni). Anche la dinamica delle durate varia in base alla forma giuridica

    delle imprese: tra 2014 e 2015, i fallimenti sono durati sette mesi in meno per le società di

    capitale e per le imprese individuali, 17 mesi in meno per le altre forme giuridiche, mentre

    è rimasto sugli elevati livelli dell’anno precedente per le società di persone.

    Questi dati, insieme ai dati relativi ai bilanci per le società che hanno l’obbligo di deposito

    in Camera di Commercio, sembrano suggerire che difficoltà nella rilevazione dell’attivo

    delle imprese in procedura o bassi livelli di attivo possano allungare i tempi per chiudere

    le pratiche. Molto spesso, le imprese in crisi non adempiono all’obbligo di deposito del

    bilancio: se si considera l’anno prima della dichiarazione del fallimento, mancano negli

    archivi camerali i bilanci relativi all’82% delle società per cui è stata chiusa una procedura;

    la percentuale diminuisce al 41% se si considerano i tre anni precedenti al fallimento.

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    10,3

    9,0

    6,66,5

    Durata media dei fallimenti per forma giuridica

    dell'impresa

    Fonte: Cerved

    società di persone

    società di capitale

    altre forme

    5

    6

    7

    8

    9

    10

    11

    12

    2015201420132012201120102009200820072006

    imprese individuali

    Anni

    2015, bilanci di tre anni prima rispetto all'apertura del fallimento

    Fonte: Cerved

    durata in base ai debiti

    durata in base all’attivo

    7,77,7

    6,46,4

    5,55,5

    5,85,7

    6,46,8

    7,07,0

    Anni medi

    9,09,0

    10,310,3

    0 2 4 6 8 10 12

    società di persone

    imprese individuali

    nessun bilancio

    5 milioniDurata per forma giuridica e

    dimensione attivo e debito

    Queste stesse imprese impiegano, in media, 7 anni per chiudere un fallimento. Al crescere

    dell’attivo, si riducono i tempi medi di chiusura dei fallimenti, ma fino a una certa

    dimensione (5,5 anni per le società con attivo compreso tra 500 mila e 1 milione di euro);

    successivamente, probabilmente al crescere della complessità delle procedure, le durate

    tornano ad aumentare, a 6,4 anni per le società con un attivo compreso tra 1 e 5 milioni

    di euro e a 7,7 anni per le società con un attivo superiore ai 5 milioni di euro. Il quadro è

    molto simile se, in luogo dell’attivo, si considerano i debiti dell’impresa per cui è stato chiuso

    il fallimento.

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    2015, numero di addetti nell'anno precedente all'apertura del fallimento

    Fonte: Cerved

    8,3

    6,5

    5,2

    4,5

    7,4

    8,9

    0 2 4 6 8 10

    non disponibile

    nessun addetto

    0-5 addetti

    5-10 addetti

    10-50 addetti

    >=50 addetti

    Durata media dei fallimenti in base al numero di addetti

    Anni medi

    Un altro elemento che incide in misura rilevante sulla durata dei fallimenti è la presenza di

    lavoratori all’interno dell’impresa in procedura. Non sorprendentemente, all’aumentare del

    numero degli addetti si allungano le durate dei fallimenti, da 4,5 anni per le imprese con

    meno di 5 lavoratori a 8,3 anni per quelle che invece impiegano almeno 50 addetti.

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    Lo scorso agosto è stata approvata la Legge n. 132, recante “misure urgenti in materia di

    procedure concorsuali e di giustizia”. Il pacchetto – che ha previsto importanti modifiche

    alla disciplina fallimentare, alle procedure esecutive e alla fiscalità delle perdite derivanti

    da svalutazioni su crediti delle banche – comprende anche nuove norme che disciplinano

    l’attività dei curatori fallimentari, con lo scopo di accelerare il programma di liquidazione

    dei beni della società e quindi di abbreviare le durate dei fallimenti. In particolare, le

    modifiche hanno introdotto per il curatore un termine di 180 giorni, a decorrere dalla

    sentenza di fallimento, per il deposito del programma di liquidazione, e un termine di

    due anni (prorogabile in alcuni casi) per la conclusione delle operazioni di liquidazione

    dell’attivo fallimentare: il mancato rispetto di questi termini determina la revoca del

    curatore. Non solo, con le nuove norme, giudizi pendenti di cui il fallimento è parte non

    ne impediscono la chiusura: in questi casi, il curatore è tenuto ad accantonare le somme

    necessarie per far fronte a tali giudizi.

    I dati evidenziano che, dall’entrata in vigore della legge, è risultato in forte aumento il

    numero di procedure chiuse dai tribunali: nel 2015, tra gennaio e agosto, sono infatti stati

    chiusi 6.383 fallimenti, il 5% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; da

    settembre in poi (con la nuova legge), i fallimenti chiusi sono 4.271, il 13% in più rispetto

    agli ultimi quattro mesi del 2014. Questa tendenza si è rafforzata nei primi tre mesi del

    2016, in cui si contano poco meno di 3 mila chiusure, il 16% in più rispetto all’anno

    precedente, in cui la nuova legge non era in vigore.

    Dopo l’introduzione delle nuove norme, negli ultimi mesi del 2015 e nei primi mesi del

    2016, il maggior numero di chiusure è stato accompagnato da una riduzione dei tempi

    medi dei fallimenti chiusi: nel quarto trimestre 2015, i fallimenti sono durati in media 7,5

    anni, 8 mesi in meno rispetto al quarto trimestre del 2014; nei primi tre mesi del 2016, in

    media 6 anni e 11 mesi, 7 in meno dello stesso periodo dell’anno precedente. La tendenza

    sembra però iniziare già prima della riforma di agosto: il calo delle durate post riforma

    (-7,9% tra settembre 2015 e marzo 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente)

    non si allontana da quello dei mesi precedenti (-7,8%).

    GLI EFFETTI DELLA RIFORMA DI AGOSTO

    valori percentuali, tasso di variazione

    sullo stesso mese dell'anno precedente

    Fallimenti chiusi per mese

    Fonte: Cerved marfebgendicnovottsetagoluggiumagaprmarfebgendicnovottsetagoluggiumagaprmarfebgen-25

    -20

    -15

    -10

    -5

    0

    5

    10

    15

    20

    25

    30

    35

    40

    2014 2015 2016

    L.132/2015

    Gennaio - Agosto 2015:-4,7% vs anno precedente

    Settembre - Dicembre 2015: +13,3% vs anno precedente

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    Giugno 2016

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    La quota di fallimenti chiusi entro i due anni, il termine individuato dalla legge per

    la liquidazione, è il massimo osservato dal 2006: nel periodo post-riforma (settembre

    2015-marzo 2016), la percentuale di procedure con durata inferiore a due anni ha superato

    il 20%, proseguendo una tendenza positiva avviata già da qualche anno.

    valori percentuali, tasso di variazione delle durate

    sullo stesso mese dell'anno precedente

    Andamento delle durate delle procedure fallimentari

    per mese

    Fonte: Cerved-20

    -15

    -10

    -5

    0

    5

    10

    L.132/2015

    Gennaio - Agosto 2015:-7,8% vs anno precedente

    Settembre - Marzo 2016: -7,9% vs anno precedente

    marfebgendicnovottsetagoluggiumagaprmarfebgendicnovottsetagoluggiumagaprmarfebgen

    2014 2015 2016

    Fonte: Cerved

    % rispetto ai fallimenti chiusi nell'anno, nel periodo

    settembre-marzo

    Fallimenti chiusi entro due anni

    2015-162014-152013-142012-132011-122010-112009-102008-092007-082006-07

    17,3%

    14,2%

    8,8% 10,0%11,7%

    15,0%

    18,3%

    20,5%

    17,0%17,7%

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    Giugno 2016

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    La durata dei fallimenti presenta una spiccata variabilità territoriale, con tempi che nel

    Mezzogiorno sono in genere superiori a quelli che si osservano nel Nord, anche se con

    diverse eccezioni. Tra le regioni, la durate vanno da un minimo di 5,3 anni in media in

    Trentino Alto Adige, a un massimo di oltre il doppio, 11,6 anni, in Sicilia. Tra le province

    la variabilità è ancora maggiore: le più efficienti sono Trieste (3,1 anni), Bolzano (4,2 anni) e

    Como (4,6 anni), che impiegano oltre dieci anni in meno di quanto si osserva nelle province

    più lente, Siracusa (più di 16 anni), Messina (più di 14 anni) e Vercelli (14 anni).

    Tra il 2014 e il 2015 l’aumento del numero di fallimenti chiusi ha riguardato meno della

    metà delle 20 regioni italiane (Lombardia, Veneto, Abruzzo, Emilia Romagna, Toscana,

    Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Molise), mentre il calo delle durate è stato un

    fenomeno più diffuso, al quale sono estranee solo il Piemonte (da 6,4 a 6,6 anni), la

    Sardegna (da 9,1 a 9,3 anni) e la Valle d’Aosta (da 8,8 a 9,7 anni). Tra le 105 province

    censite, in 67 casi (64%) i tempi delle procedure si sono ridotti.

    Se si osserva il periodo successivo alla riforma di agosto (i sette mesi da settembre 2015

    a marzo 2016), sono solo sei le regioni in cui il numero di pratiche chiuse è risultato in

    calo rispetto ai dodici mesi precedenti (Basilicata, Calabria, Liguria, Puglia, Sardegna e

    Umbria); nelle altre regioni si osservano invece aumenti a ritmi elevati, tra cui spiccano

    quelli del Trentino (+31%) e del Lazio (+27%). Dati di maggiore dettaglio indicano che

    il numero di procedure chiuse è risultato in aumento in quasi due terzi delle province (nel

    63% dei casi). Nello stesso periodo, le durate sono in calo in tutte le regioni, con le sole

    eccezioni di Abruzzo, Marche, Puglia e Sardegna. Tra le province, i cali si osservano nel

    60% dei casi.

    I FALLIMENTI CHIUSI PER REGIONE E PROVINCIA

    Fonte: Cerved

    anni, 2015

    Durata dei fallimenti per provincia e regione

    Regione 2015 2014

    Abruzzo

    Basilicata

    Calabria

    Campania

    Emilia Romagna

    Friuli

    Lazio

    Liguria

    Lombardia

    Marche

    Molise

    Piemonte

    Puglia

    Sardegna

    Sicilia

    Toscana

    Trentino A.A.

    Umbria

    Valle d’Aosta

    Veneto

    8,3

    11,2

    8,9

    8,5

    6,6

    6,8

    7,1

    7

    5,7

    8,3

    11,1

    6,6

    9,8

    9,3

    11,6

    7,3

    5,3

    8,4

    9,7

    6,6

    12

    8,9

    13,2

    10,5

    8,8

    7,6

    7,2

    8,4

    7,8

    6,1

    9,1

    11,9

    6,4

    10,6

    9,1

    11,9

    7,4

    5,3

    9,2

    8,8

    7,1

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    Fonte: Cerved

    settembre 2015-marzo 2016,tasso di variazione sui dodici mesi

    dell’anno precedente

    Andamento delle chiusure dei fallimenti

    dopo la riforma

    Regione % su anno precedente

    Abruzzo

    Basilicata

    Calabria

    Campania

    Emilia Romagna

    Friuli

    Lazio

    Liguria

    Lombardia

    Marche

    Molise

    Piemonte

    Puglia

    Sardegna

    Sicilia

    Toscana

    Trentino A.A.

    Umbria

    Valle d’Aosta

    Veneto

    4,8%

    -9,5%

    -19,7%

    17,4%

    11,8%

    2,1%

    27,5%

    -6,1%

    21,7%

    15,3%

    15,4%

    18,7%

    -19,7%

    -2,4%

    28,3%

    11,4%

    31,8%

    -2,0%

    17,6%

    23,1%

    >50%tra 15% e 50%

    tra 0 e 10%tra -15% e 0%

  • Consulta i grafici interattivi su know.cerved.com

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