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L’archivio dell’Amideria Chiozza a Perteole di Ruda La fabbrica e il suo archivio Quello che oggi si configura come uno dei siti di archeologia industriale meno noti del Friuli- Venezia Giulia, nella seconda metà dell’Ottocento ospitava l’unica fabbrica d’amido esistente nei latifondi allora ancora sottoposti alla giurisdizione della Contea di Gorizia 1 . Fu il chimico ed imprenditore agricolo Luigi Chiozza a fondare nel 1865 l’“Industria La Fredda” in località Perteole di Ruda 2 . Discendente da una famiglia triestina di origini liguri, dopo aver concluso il proprio cursus studiorum e maturata l’attività di sperimentazione nel campo della chimica organica durante i suoi soggiorni ginevrini, milanesi e parigini, nel 1857 proseguì i lavori scientifici intrapresi ritirandosi nella tenuta degli avi a Scodovacca di Cervignano 3 . Presso lo stesso laboratorio, che venne allestito nelle adiacenze della villa padronale e che vide ospite Louis Pasteur nel biennio 1869 - 1870 (data la condivisione delle ricerche sulla pebrina), Chiozza affinò, tra gli altri, il metodo di estrazione dell’amido dal riso 4 . Il perfezionamento tecnico a cui addivenne ebbe nel triennio 1872 - 1875 quale diretta conseguenza la costruzione di un nuovo e più moderno stabilimento, che gli consentì di ampliare la produzione amidiera 5 . Inoltre, l’aver ottenuto il privilegio esclusivo, della durata di sei anni, per il brevetto sul procedimento 1 Per la suddivisione fondiaria si confronti in: Archivio di Stato di Gorizia (A.S.G.), Catasti secoli XIX - XX/Mappe, fasc. III, Mappe censuarie della Comune di Ruda nel Litorale, Circolo di Gorizia, Distretto di Cervignano, 1812, fogli IV e XV, Mappa accessoria della Comune di Ruda, Circolo di Gorizia, n. 2733, rettificata nel 1823. Invece, lo stato di conservazione dell’Amideria Chiozza è documentato al 27 settembre 2010 in un video fruibile all’url: http://www.youtube.com/watch?v=fw_z5YwWPd0, mentre degli scorci architettonici, che qualificano l’opificio per le superfetazioni primonovecentesche, sono riprodotti in una terna di fotografie visibili all’indirizzo: http://www.comunediruda.it/node/172. 2 Giulio Morpurgo, Nel centenario della nascita del chimico Luigi Chiozza, «Bollettino della Società Adriatica di Scienze Naturali», vol. XXX, 1929, pp. 3-55: 3, 19, 26, nota n. 4, 48. Aldo Gaudiano, Voce Luigi Chiozza, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1981, vol. XXV, pp. 34-41: 40. L’attività imprenditoriale di Luigi Chiozza. Dalla tenuta modello all’edificio macchina (l’Amideria di Perteole), a cura di Furio Bianco, Udine, Istituto per l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, 1986, p. 85. Egidio Screm, Voce Luigi Chiozza, in Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani. 3. L’età contemporanea, a cura di Cesare Scalon, Claudio Griggio e Giuseppe Bergamini, Udine, Forum, 2011, vol. II, pp. 902-904: 903. 3 Luigi Chiozza (Trieste, 20 dicembre 1828 - Scodovacca di Cervignano, 21 maggio 1889). Sugli esordi imprenditoriali della famiglia Chiozza a Trieste, limitatamente al saponificio di Ponterosso “C.L. Chiozza & Figlio”, si veda in: Archivio di Stato di Trieste (A.S.T.), Fondo Tribunale Commerciale e Marittimo di Trieste, Serie Matricola delle ditte, Registro n. 274, Rubrica 1863 - 1906 [sul piatto anteriore della coperta corre l’intitolazione: Repertorio del registro di commercio], Voce d’iscrizione C.L. Chiozza & Figlio, Sing/I/95; b. 189, Sing/I/12-172, fasc. C.L. Chiozza & Figlio, 1898. Si confronti in: Giulio Morpurgo, 1929, pp. 20-21, 25, nota n. 3, 31, nota n. 42 [genealogia della famiglia Chiozza di Trieste]. Aldo Gaudiano, 1981, pp. 39-40. L’attività imprenditoriale di Luigi Chiozza, 1986, p. 85. Egidio Screm, 2011, pp. 902-904. 4 I contatti tra Luigi Chiozza e Pasteur (Dôle, 1822 - Villeneuve, 1895) sembra siano iniziati a Parigi nei primi anni Cinquanta dell’Ottocento, quando entrambi frequentavano il laboratorio dell’École de chimie pratique diretta da Carlo Gerhardt. A distanza di oltre due decenni sarà il chimico ed infettivologo francese a recarsi in Friuli per studiare gli effetti della malattia che nel 1865 aveva colpito il baco da seta. Si confronti in: Giulio Morpurgo, 1929, pp. 5, 16, 49- 51, 52-53 [lettera di Louis Pasteur a Luigi Chiozza, Paris, le 7 juin 1879]. Aldo Gaudiano, 1981, p. 39. L’attività imprenditoriale di Luigi Chiozza, 1986, pp. 15, 20-21. Egidio Screm, 2011, p. 903. 5 Giulio Morpurgo, 1929, pp. 19, 24, nota n. 4. Aldo Gaudiano, 1981, p. 40. Egidio Screm, 2011, p. 903.

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L’archivio dell’Amideria Chiozza a Perteole di Ruda

La fabbrica e il suo archivio

Quello che oggi si configura come uno dei siti di archeologia industriale meno noti del Friuli-

Venezia Giulia, nella seconda metà dell’Ottocento ospitava l’unica fabbrica d’amido esistente nei

latifondi allora ancora sottoposti alla giurisdizione della Contea di Gorizia1.

Fu il chimico ed imprenditore agricolo Luigi Chiozza a fondare nel 1865 l’“Industria La Fredda” in

località Perteole di Ruda2. Discendente da una famiglia triestina di origini liguri, dopo aver

concluso il proprio cursus studiorum e maturata l’attività di sperimentazione nel campo della

chimica organica durante i suoi soggiorni ginevrini, milanesi e parigini, nel 1857 proseguì i lavori

scientifici intrapresi ritirandosi nella tenuta degli avi a Scodovacca di Cervignano3.

Presso lo stesso laboratorio, che venne allestito nelle adiacenze della villa padronale e che vide

ospite Louis Pasteur nel biennio 1869 - 1870 (data la condivisione delle ricerche sulla pebrina),

Chiozza affinò, tra gli altri, il metodo di estrazione dell’amido dal riso4. Il perfezionamento tecnico

a cui addivenne ebbe nel triennio 1872 - 1875 quale diretta conseguenza la costruzione di un

nuovo e più moderno stabilimento, che gli consentì di ampliare la produzione amidiera5. Inoltre,

l’aver ottenuto il privilegio esclusivo, della durata di sei anni, per il brevetto sul procedimento

1 Per la suddivisione fondiaria si confronti in: Archivio di Stato di Gorizia (A.S.G.), Catasti secoli XIX - XX/Mappe, fasc. III,

Mappe censuarie della Comune di Ruda nel Litorale, Circolo di Gorizia, Distretto di Cervignano, 1812, fogli IV e XV, Mappa accessoria della Comune di Ruda, Circolo di Gorizia, n. 2733, rettificata nel 1823. Invece, lo stato di conservazione dell’Amideria Chiozza è documentato al 27 settembre 2010 in un video fruibile all’url: http://www.youtube.com/watch?v=fw_z5YwWPd0, mentre degli scorci architettonici, che qualificano l’opificio per le superfetazioni primonovecentesche, sono riprodotti in una terna di fotografie visibili all’indirizzo: http://www.comunediruda.it/node/172. 2 Giulio Morpurgo, Nel centenario della nascita del chimico Luigi Chiozza, «Bollettino della Società Adriatica di Scienze

Naturali», vol. XXX, 1929, pp. 3-55: 3, 19, 26, nota n. 4, 48. Aldo Gaudiano, Voce Luigi Chiozza, in Dizionario biografico

degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1981, vol. XXV, pp. 34-41: 40. L’attività imprenditoriale di Luigi

Chiozza. Dalla tenuta modello all’edificio macchina (l’Amideria di Perteole), a cura di Furio Bianco, Udine, Istituto per

l’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, 1986, p. 85. Egidio Screm, Voce Luigi Chiozza, in Nuovo Liruti. Dizionario

biografico dei friulani. 3. L’età contemporanea, a cura di Cesare Scalon, Claudio Griggio e Giuseppe Bergamini, Udine,

Forum, 2011, vol. II, pp. 902-904: 903. 3 Luigi Chiozza (Trieste, 20 dicembre 1828 - Scodovacca di Cervignano, 21 maggio 1889). Sugli esordi imprenditoriali

della famiglia Chiozza a Trieste, limitatamente al saponificio di Ponterosso “C.L. Chiozza & Figlio”, si veda in: Archivio di

Stato di Trieste (A.S.T.), Fondo Tribunale Commerciale e Marittimo di Trieste, Serie Matricola delle ditte, Registro n.

274, Rubrica 1863 - 1906 [sul piatto anteriore della coperta corre l’intitolazione: Repertorio del registro di commercio],

Voce d’iscrizione C.L. Chiozza & Figlio, Sing/I/95; b. 189, Sing/I/12-172, fasc. C.L. Chiozza & Figlio, 1898. Si confronti in:

Giulio Morpurgo, 1929, pp. 20-21, 25, nota n. 3, 31, nota n. 42 [genealogia della famiglia Chiozza di Trieste]. Aldo

Gaudiano, 1981, pp. 39-40. L’attività imprenditoriale di Luigi Chiozza, 1986, p. 85. Egidio Screm, 2011, pp. 902-904. 4 I contatti tra Luigi Chiozza e Pasteur (Dôle, 1822 - Villeneuve, 1895) sembra siano iniziati a Parigi nei primi anni

Cinquanta dell’Ottocento, quando entrambi frequentavano il laboratorio dell’École de chimie pratique diretta da Carlo

Gerhardt. A distanza di oltre due decenni sarà il chimico ed infettivologo francese a recarsi in Friuli per studiare gli

effetti della malattia che nel 1865 aveva colpito il baco da seta. Si confronti in: Giulio Morpurgo, 1929, pp. 5, 16, 49-

51, 52-53 [lettera di Louis Pasteur a Luigi Chiozza, Paris, le 7 juin 1879]. Aldo Gaudiano, 1981, p. 39. L’attività

imprenditoriale di Luigi Chiozza, 1986, pp. 15, 20-21. Egidio Screm, 2011, p. 903. 5 Giulio Morpurgo, 1929, pp. 19, 24, nota n. 4. Aldo Gaudiano, 1981, p. 40. Egidio Screm, 2011, p. 903.

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separatore, che estraeva l’amylum partendo invece dal granoturco, gli garantirà nel 1876 di

presenziare all’Esposizione Universale di Filadèlfia e di renderlo noto ad una platea più vasta6.

Alla sua morte, avvenuta nel 1889, fu il figlio Giuseppe a seguire le sorti della fabbrica d’amido7, la

cui evoluzione dipese negli anni a seguire dall’apporto di nuovi capitali, forniti a partire dal 1902

dalla “Prima Pilatura Triestina di Riso”8.

Giunti a questa altezza cronologica le informazioni sullo stabilimento di Perteole si diradano, tanto

da poter contare parche testimonianze documentarie sino alla fine della prima guerra mondiale9.

Tra le poche eccezioni, emerse a sanare almeno in parte le lacune conoscitive, nel 1986 venne

pubblicato, assieme ad una nutrita serie di rare immagini d’epoca, tratte da dagherròtipi del 1909

e ritraenti episodi di vita in fabbrica, il Regolamento di lavoro per l’Amideria a vapore L. Chiozza &

Co, risalente al 190710. Il documento attesta come a quella data l’impianto manifatturiero fosse

regolarmente funzionante, delucidando altresì la suddivisione del lavoro, che vedeva le

maestranze in forza articolate in sette categorie, comprensive rispettivamente di addetti alla

produzione dell’amido, al cartonaggio e imballaggio, nonché al magazzino, in più l’opificio si

avvaleva di specifiche figure professionali, quali macchinisti, fuochisti e falegnami.

Si dovrà invece attendere il primo lustro degli anni Venti del Novecento per vedere certificata

l’esatta tipologia di rapporto societario che legò la fabbrica d’amido di Perteole, non solo alla

“Prima Pilatura Triestina di Riso”11, ma pure alla “Società Industriale ed Immobiliare Triestina”,

entrambe con sede legale nel capoluogo giuliano12.

6 Giulio Morpurgo, 1929, p. 19. Aldo Gaudiano, 1981, p. 40. L’attività imprenditoriale di Luigi Chiozza, 1986, p. 20.

Egidio Screm, 2011, pp. 903-904. 7 Giulio Morpurgo, 1929, p. 19. Aldo Gaudiano, 1981, pp. 40, 198. L’attività imprenditoriale di Luigi Chiozza, 1986, p.

21. Egidio Screm, 2011, pp. 903-904. 8 O. G. Bossa, La fabbrica dell’amido e gli stabilimenti modello, «Secolo XX», VIII, 1909, pp. 151-160: 152. Giulio

Morpurgo, 1929, pp. 19, 24. L’attività imprenditoriale di Luigi Chiozza, 1986, p. 101. 9 Si segnala per fragmenta, tra le rare attestazioni iconografiche assunte fotograficamente, una scritta in tedesco

(dipinta a pennello con tratto largo e di colore nero) affiorata da sotto l’intonaco che ricopriva le pareti interne di uno degli edifici, facenti parte del complesso architettonico della fabbrica d’amido, adibito ad ospedale militare nel 1917. La scritta, parzialmente emersa per le parole tronche «ad baderaum», è stata rilevata nell’aprile del 2013 mentre lo stabile era sottoposto a lavori di risanamento edilizio. 10

O. G. Bossa, 1909, pp. 151-160: 152, 153, 154, 156, 157, 158. Sergio Zilli, Lo sviluppo industriale del Goriziano nella seconda metà dell’Ottocento e l’amideria Chiozza di Perteole, in L’attività imprenditoriale, 1986, pp. 63-92: 85, nota n. 77, 89-92 [testo integrale del regolamento]. 11

A.S.T., Fondo Tribunale Commerciale e Marittimo di Trieste, Serie Matricola delle Ditte, Registro n. 274, Rubrica 1863 - 1906, Voce d’iscrizione Prima Pilatura Triestina di Riso, Soc/IX/176; b. 32, Soc/IX/154-179, fasc. Pilatura di Riso del Litorale (Società per Azioni) a Trieste (oppure) Künstenländishe Reisschälfabrik Actiongesellschaft in Triest, Rizerie du Litoral, Societè por actions à Trieste, doc. Costituzione e Statuto della Pilatura di riso del Litorale (verbale assembleare del 10 dicembre 1898), doc. Atto notarile n. 11124, Trieste, 8 maggio 1902 [Presidente: Edmondo Richetti]. Si confronti con: Statuto della Pilatura di Riso del Litorale/Società per Azioni/Trieste, Trieste, Tipografia del Lloyd Austriaco, 1898. Statuto della Pilatura di Riso del Litorale (Società per Azioni) a Trieste, Trieste, La Pilatura di Riso del Litorale Editrice, 1901, p. 1: «[…] Tra gli scopi della Pilatura c’è l’appigionamento di fabbriche necessarie per l’acquisto, la lavorazione di riso e prodotti relativi, allestire vendite ed erezione stabilimenti per tale lavorazione. […] Ha sede a Trieste ma è autorizzata a istituire filiali altrove […]». A.C.C.T. (Archivio della Camera di Commercio di Trieste), Serie Registro delle Ditte, fasc. 6928, Prima Pilatura Triestina di Riso S.A., doc. Cambiamenti di ditte già iscritte, Trieste, 19 dicembre 1925, doc. Denuncia modificazioni, Trieste, 15 giugno 1926. 12

A.S.T., Fondo Tribunale Commerciale e Marittimo di Trieste, Serie Matricola delle Ditte, Registro n. 245, Tribunale Commerciale Rg B VI, Voce d’iscrizione Società Industriale ed Immobiliare Triestina S.A., p. 46; Fondo Deputazione di Borsa, Serie Matricola delle Ditte, fasc. 105, Società Anonima L. Chiozza & C° Industriale ed Immobiliare Triestina S.A., doc. Atto notarile n. 7420, Trieste, 25 maggio 1927, doc. Nota di trascrizione nel Registro delle Società n. 1059, Udine,

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Secondo una logica razionalizzatrice dei capitali investiti, gli azionisti delle imprese correlate

posero in atto una strategia bivalente di concentrazione e di parcellizzazione aziendale, che,

mentre accresceva il loro portafoglio di partecipazioni incrociate, generò contestualmente più

trasformazioni societarie, assistendo perlopiù, ad ogni relativo mutamento, alla registrazione di

una diversa ragione sociale.

Le apparenti omonimie denominative, che ricorrono negli atti notarili e nei documenti costitutivi,

depositati presso la “Deputazione di Borsa” di Trieste, nonché presso il “Tribunale Commerciale e

Marittimo” del capoluogo tergestino, potrebbero trarre in inganno, individuando in tal caso un

numero minore di società rispetto a quelle che sono gravitate attorno alla fabbrica d’amido di

Perteole, se non si tenesse presente che il nome del fondatore Luigi Chiozza venne inserito non

solo in quella ragione sociale. Per questo ordine di motivi si è inteso di seguito fornire un

resoconto che focalizza principalmente il destino dello stabilimento di Perteole ed esordire

chiarendo il precipuo ruolo avuto nei suoi confronti da Dario Doria13.

13 ottobre 1927, doc. Verbale di deliberazione Consigliare, Trieste, 28 febbraio 1928, doc. Istanza della “Società Industriale ed Immobiliare Triestina S.A.”in Trieste per iscrizione nel Registro di Commercio, Trieste, 21 gennaio 1929, doc. Iscrizione di una Società anonima, Trieste, 25 maggio 1929, doc. Verbale dell’Assemblea Generale ordinaria della “Società Industriale ed Immobiliare Triestina S.A.”, Trieste, 31 marzo 1930. In relazione alla denominazione della società, una postilla vergata a lapis nel suo testo normativo di riferimento recita: «modificato/assemblea generale/31/3/30». Si consulti in: Statuto della Società Industriale ed Immobiliare Triestina S.A. in Trieste, Trieste, Tipografia del Lloyd Triestino, 1925, p. 3 [copia conservata in A.S.T., Fondo Deputazione di Borsa, Serie Matricola delle Ditte, fasc. 105, Società Anonima L. Chiozza & C° Industriale ed Immobiliare Triestina S.A.]. A.C.C.T., Serie Registro delle Ditte, fasc. 14984, L. Chiozza & Co Industriale e Immobiliare Triestina S.A. 13

Dario Doria (Trieste, 30 gennaio 1901 - 30 ottobre 1980) fu figlio di Costantino e della poetessa Nella Cambon. Si confronti con quanto riportato in: Archivio dell’Amideria Chiozza di Perteole (A.A.C.P.), Deposito Bertogna di Perteole (D.B.P.), fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, doc. Curriculum vitae, s.d. [ma post 1951]. Per la figura di Costantino Doria si consulti: Emilio Maruzzi, Un capo dell’Irredentismo giuliano, Costantino Doria, 1862 - 1930, Trieste, Tip. Della Editoriale Libraria, 1933. Enrico Burich, Un capo dell’Irredentismo giuliano, «La panarie», X, n. 61, gennaio/febbraio 1934, pp. 60-61. Sergio Cella, Voce Doria Costantino, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1992, vol. XXXXI, pp. 322-323. Sulla figura di Nella Cambon è stato documentato il rapporto d’amicizia, e di condivisione degli stessi interessi letterari, con Gabriele D’Annunzio. Si veda, per le missive in cui si ricorda la poetessa triestina, il carteggio individuato dagli studiosi e riportato in: Gabriella Ziani, Nella Doria Cambon: rime e cari fantasmi, « Metodi e ricerche», nuova serie, VIII, n. 2, luglio/dicembre 1989, pp. 56-78. Cristina Benussi e Giancarlo Lancellotti, Benco - D’Annunzio. Epistole d’Irredentismo e cultura, Trieste, Lint, 1998, pp. 64-65 [lettera di Gabriele D’Annunzio a Silvio Benco, 15 agosto 1919, n. XXIII e responsiva di Silvio Benco a Gabriele D’Annunzio, Trieste, 18 agosto 1919, n. XXIV], p. 89, nota XVII [lettera di Gabriele D’Annunzio a Nella Doria Cambon, non datata, ma presumibilmente scritta tra il dicembre 1918 e il gennaio 1919]. Il testo di quest’ultima missiva recita: «Cara Amica, grazie della bella e agilissima Ode che celebra il nostro “Duca magnanimo”. Grazie anche della dantesca rampogna! Non sono ancora guarito. Una vecchia faringite aviatoria - un male d’altezza - s’è esasperata, e mi tormenta. Per parlare dal ventoso colle di San Giusto bisogna che la mia gola sia sana, e che resista allo sforzo. Ma vengo spesso a Trieste in segreto, quando la città si accende. Sono un amante notturno. La respiro, libero e solo; e non mi sazio. Forse una sera mi vedrà apparire d’improvviso alla Sua porta. Anche l’altro giorno non potei parlare ai Dalmati. Le mando la Lettera, come a sorella nella fede dalmatica. V’è un bel ricordo istriano. Saluti a me l’ingegnere Doria. Mi faccia perdonare l’indugio. Non permetta le false interpretazioni. C’è chi misura l’amore a misura di silenzio e di assenza. Forse è nel vero. Le bacio le mani. Il Suo devoto f.to Gabriele D’Annunzio» [il testo integrale è stato pubblicato in: Gabriella Ziani, Nella Doria Cambon, 1989, p. 75]. Invece, per le missive scritte dalla poetessa a D’Annunzio si segnalano gli estremi archivistici (già resi noti da Giancarlo Lancellotti nel saggio Il carteggio Benco D’Annunzio, in Benco - D’Annunzio. Epistole d’Irredentismo e cultura, 1998, p. 96, nota XXIV), ossia: Archivio Generale del Vittoriale, cartella Cambon Nella Doria. Mentre per le lettere di Gabriele D’Annunzio a Silvio Benco, che menzionano Nella Cambon Doria, si veda in: Biblioteca Civica di Trieste “Attilio Hortis”, Fondo Benco.

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Dopo la laurea in “Scienze Economiche” alla Bocconi e l’assunzione, nel 192714, alla “Prima Pilatura

Triestina di Riso”, in seno alla quale rivestì la carica di direttore amministrativo fino alla sua messa

in liquidazione15, Dario Doria ebbe modo di conoscere e, in un secondo tempo, di partecipare alle

scelte operative del presidente del Consiglio d’amministrazione Guido Segre16, avendo

l’opportunità nel mentre di tenersi informato sulla controllata “Fabbrica d’Amido Chiozza” di

Perteole17.

Gli incontri tra il Vate e la poetessa triestina vengono ricordati da: Attilio Mazza, D’Annunzio e l’occulto, Roma, Mediterranee, 1995, pp. 42-49; Roberto Curci e Gabriella Ziani, Rime e cari fantasmi, in Bianco rosa e verde, Trieste, Lint, 1993, pp. 35-52. Alcune preziose informazioni sulla figura di suo padre, oltreché sui nonni paterni, sono state raccolte con l’intervista rilevata a Trieste il 17 maggio 2013 a Maria Barberina Doria. 14

In collezione privata è stata individuata una lettera scritta da Dario Doria alla famiglia il 26 ottobre del 1922, quando studente universitario risiedeva a Milano in via Palermo 5. Il testo della missiva recita: «Miei cari, come va? Vi scrivo, ma non so cosa dire, per darvi mie notizie. Studio e non ho molta voglia di studiare in questi tempi di dinamismo politico. Oggi si parla dell’occupazione dei Ministeri per questa sera; come riesce difficile studiare. Ma mi ci metto lo stesso e sto tutto il giorno al tavolo anche se non riesco a studiare. Papà ha domandato il passaporto per l’estero anche per me? Io lavoro già anche per la mia tesi. Lunedì ho l’esame di Finanza e Contabilità di Stato. Mille bacetti affettuosi. Manzutto vi saluta. Domani sera sarò a pranzo dai Ruini. Saluti da Glauco: va un po’ meglio. La famiglia è a Rapallo. Dario» [sul verso la lettera vede incollate una fotografia, ritraente Dario Doria, nonché un ritaglio di quotidiano, che mostra la figura intera di Alessandro Manzoni]. Invece, le notizie sulle sue prime esperienze professionali vengono sinteticamente elencate dallo stesso Dario Doria in uno scritto conservato in: A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, doc. Curriculum vitae, s.d. [ma post 1951]. Ancora, si veda in: A.C.C.T., Serie Registro delle Ditte, fasc. 6928, Prima Pilatura Triestina di Riso S.A., doc. Denuncia modificazioni, Trieste, 11 ottobre 1927. È in quest’ultimo atto, alla voce Modificazioni riguardanti le persone delegate alla firma per l’esercizio della ditta nella Circoscrizione, che si indica per la prima volta il ruolo rivestito da Dario Doria nell’impresa triestina e si precisa quanto segue: «Si iscrive la procura conferita al Dott. Dario Doria di Costantino. Egli segue la ditta collettivamente con un membro del Consiglio d’amministrazione o con un altro impiegato della Società rivestito della carica di direttore o condirettore o direttore sostituto». 15

Sulla liquidazione della società si veda in: A.C.C.T., Serie Registro delle Ditte, fasc. 6928, Prima Pilatura Triestina di Riso S.A., doc. Verbale dell’Assemblea Generale ordinaria, Trieste, 29 maggio 1946. 16

Guido Segre (Torino, 7 novembre 1881 - Roma, 12 aprile 1945). Sulla famiglia d’origine, imparentata con Ettore Ovazza, delucidazioni in: Alexander Stille, Patria, fede e famiglia, gli Ovazza di Torino, in Uno su mille. Cinque famiglie ebraiche durante il fascismo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1991, pp. 13-95: 22-23, 79-80. Ulteriori notizie biografiche sono contenute in: Vittorio Dan Segre, Storia di un ebreo fortunato, Torino, UTET, 2007, oltre che in: Etta Carignani Melzi, Un imprenditore tra due guerre, testo raccolto da Patrizia Grandis, Trieste, Editoriale Lloyd, 2005. La figlia di Segre, nello specifico, a pagina 31 della pubblicazione ricorda di suo padre che: «[…] nel 1921 rilevò le azioni dello Jutificio Triestino, […] suoi erano anche l’Amideria Chiozza, un’Amideria a Danzica, in Polonia». Ancora, alle pagine 56-57 Etta Carignani parla del provvedimento di legge sulla procedura di confisca, che interessò anche le proprietà di suo padre, a favore dello Stato: «[…] con D.L. 2/1944 “Nuove disposizioni concernenti i beni posseduti dai cittadini di razza ebraica”: si fece divieto di essere proprietari o gestori a qualsiasi titolo di aziende, ancorché avessero ottenuto il provvedimento di discriminazione (art. 1)». Sul ruolo rivestito da Guido Segre, quale figura di riferimento per Bonaldo Stringher a Trieste, dove nel primo dopoguerra assolse una funzione apicale nell’“Ufficio Affari Economici” del “Governatorato della Venezia Giulia”, si confronti in: Pasquale Cuomo, Il miracolo danubiano. Austria e Italia. Politica ed economia 1918 - 1936, Milano, Franco Angeli, 2012, p. 47, nota n. 73. Notizie supplementari, sulle cariche rivestite dall’imprenditore di origine torinese nelle imprese triestine sopra citate e correlate alla fabbrica d’amido di Perteole, si possono apprendere in: A.C.C.T.S., Serie Registro delle Ditte, fasc. 6899, A.R.S.A., fasc. 6928, Prima Pilatura Triestina di Riso, fasc. 14984, Industriale e Immobiliare triestina S.A., fasc. 22622, Aquila, fasc. 23361, Amideria L. Chiozza & Co S.A. Per un profilo sintetico su Guido Segre si veda la relativa voce all’url: it.wikipedia.org/wiki/Guido_Segre. 17

A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, doc. Curriculum vitae, s.d. [ma post 1951].

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In merito a quello stabilimento, è da un atto notarile, stilato a Trieste il 25 maggio del 1927, che si

apprende come per delibera assembleare, assieme al trasferimento della sede legale da Udine a

Trieste della “Società Industriale ed Immobiliare Triestina” (la cui istituzione nel 1925 aveva visto

quali attori del rogito lo stesso Guido Segre, accanto a Renato Matteucci), si approvò l’aumento

del suo capitale sociale, in parte immettendo liquidità e in parte acquisendo dalla “Prima Pilatura

Triestina” «l’opificio industriale di Perteole adibito a fabbrica di amido di riso»18.

Più precisamente, è la stessa istanza per l’iscrizione dell’impresa nel Registro di Commercio,

avanzata il 21 gennaio 1929 dalla “Società Industriale ed Immobiliare Triestina”, a rendere nota la

procedura per cui «[…] in esecuzione dell’apporto di Lire 500.000, la “Prima Pilatura Triestina di

Riso Società per Azioni” con convenzione» redatta a «Trieste il 30 novembre 1928 […] trasferì in

proprietà alla società il suo opificio industriale di Perteole»19.

Sempre il medesimo atto notarile, del 25 maggio 1927, facendo riferimento al verbale

assembleare, specifica: «[…] Al punto primo dell’ordine del giorno il presidente espone che la

società, dopo un periodo di attesa per svolgere la propria attività, si predisporrebbe all’esercizio

dell’Amideria L. Chiozza & Co, già di proprietà dell’azionista “Prima Pilatura Triestina di Riso S.A.”

(nostra compartecipante), la quale, in nesso alla progettata propria trasformazione industriale,

cederebbe alla società l’opificio di Cervignano a Perteole che si prefigge di esercitarlo seguendo le

buone tradizioni della detta industria, con piena fiducia di riportare ad utile rendimento il capitale

impiegatovi […]»20.

Proseguendo, è ancora l’atto notarile ad evidenziare come al punto 4, del verbale assembleare

citato, si enunci che in rappresentanza della “Prima Pilatura Triestina di Riso” era intervenuto,

oltre al presidente Guido Segre e all’amministratore delegato Renato Matteucci, anche Dario

Doria.

Già azionista della “Società Industriale ed Immobiliare Triestina”21, oltreché collaboratore

fiduciario di Guido Segre, per conto del quale iniziò a seguire gli accordi societari verso terzi nel

biennio 1927 - 1929, Dario Doria concentrerà i suoi interessi aziendali sulla fabbrica d’amido di

Perteole nel 193022. Inizialmente, ne assunse la direzione con la carica di amministratore delegato,

poi, in sostituzione di Guido Segre, assolse cumulativamente anche le funzioni di presidente del

Consiglio d’amministrazione.

È con il Curriculum vitae, contenuto in un documento dattiloscritto, non datato, ma

verosimilmente riconducibile al primo lustro del secondo dopoguerra, che lo stesso Dario Doria

18

A.S.T., Fondo Deputazione di Borsa, Serie Matricola delle Ditte, fasc. 105, Società Anonima L. Chiozza & C° Industriale ed Immobiliare Triestina S.A., doc. Atto notarile n. 7420, Trieste, 25 maggio 1927, doc. Nota di trascrizione nel Registro delle Società n. 1059, Udine, 13 ottobre 1927. 19

A.S.T., Fondo Deputazione di Borsa, Serie Matricola delle Ditte, fasc. 105, Società Anonima L. Chiozza & C° Industriale ed Immobiliare Triestina S.A., doc. Istanza della “Società Industriale ed Immobiliare Triestina S.A.”in Trieste per iscrizione nel Registro di Commercio, Trieste, 21 gennaio 1929, doc. Iscrizione di una Società anonima, Trieste, 25 maggio 1929. 20

A.S.T., Fondo Deputazione di Borsa, Serie Matricola delle Ditte, fasc. 105, Società Anonima L. Chiozza & C° Industriale ed Immobiliare Triestina S.A., doc. Atto notarile n. 7420, Trieste, 25 maggio 1927. 21

A.S.T., Fondo Deputazione di Borsa, Serie Matricola delle Ditte, fasc. 105, Società Anonima L. Chiozza & C° Industriale ed Immobiliare Triestina S.A., doc. Verbale dell’Assemblea Generale ordinaria della “Società Industriale ed Immobiliare Triestina S.A.”, Trieste, 31 marzo 1930. 22

A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, doc. Curriculum vitae, s.d. [ma post 1951].

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indica per l’opificio di Perteole l’anno della sua costituzione in società anonima a sé, relazionando

poche righe sotto pure sugli avvenuti interventi di trasformazione e potenziamento della fabbrica

d’amido, chiarendo come la sede legale continuasse a rimanere a Trieste e lo stabilimento a

Cervignano del Friuli.

Il Curriculum vitae restituisce, inoltre, l’ultima ragione sociale posseduta dalla fabbrica sotto

l’amministrazione Doria, ossia : “Amideria L. Chiozza & C° S.p.A.”23.

Il nuovo nome, acquisito dalla ricostituita impresa, compare, come di prammatica, nel suo atto

costitutivo del 1935, dove, all’articolo 2, se ne ribadisce l’assunto: «Nella sede dell’“ARSA”, Società

Anonima Carbonifera, in via Gabriele D’Annunzio 4 […] presenti Segre Guido, Doria Dario,

Mutarelli Vincenzo […] e riunitisi in Assemblea generale, costitutiva della società anonima per

azioni, convengono a deliberare quanto appresso […] La società ha per oggetto la produzione e il

commercio dell’amido e dei prodotti derivanti ed affini, la produzione di imballaggi e l’esercizio di

trasporti attinenti all’industria e al commercio suddetti, qualsiasi operazione commerciale,

industriale e finanziaria comunque utile a conseguire gli scopi sociali. La società può prendere o

dare partecipazioni ad altre società o ditte, aventi scopi affini ed analoghi a quelli della Società,

così in Italia come all’estero […]»24.

Da un diverso documento del 31 marzo 1930, il verbale dell’assemblea generale ordinaria della

“Società Industriale ed Immobiliare Triestina”, si evince che nel frattempo la suddetta impresa

aveva visto modificato il proprio contratto sociale e mutata la denominazione in “L. Chiozza & C°

Industriale ed Immobiliare Triestina S.A.”25. Ad essa continuarono comunque ad afferire l’opificio

di Perteole (con omonimo incipit nella ragione sociale), l’istituenda fabbrica d’amido di

Timisoara26, l’“U.C.V.A. Sezione Fabbrica Fiumana d’Amido”27, oltreché un’ulteriore insediamento

23

A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, doc. Curriculum vitae, s.d. [ma post 1951]. 24

A.C.C.T., Serie Registro delle Ditte, fasc. 23361, Amideria L. Chiozza S.p.A., doc. Estratto dell’Atto Costitutivo, Trieste, 9 febbraio 1935, doc. Denuncia di costituzione di società anonima avente la sede nella circoscrizione del Consiglio Provinciale dell’Economia Corporativa di Trieste, Trieste, 5 aprile 1935, doc. Verbale assembleare del Consiglio d’amministrazione dell’“Amideria L. Chiozza & Co S.A.” [acquisto per conferimento dell’azienda di Perteole - Cervignano della “L. Chiozza & Co Industriale ed Immobiliare Triestina S.A.”], Trieste, 10 luglio 1935, doc. Atto notarile n. 1066 [la “L. Chiozza & Co Industriale ed Immobiliare Triestina” conferisce all’“Amideria L. Chiozza & Co S.A. la propria azienda in Perteole - Cervignano], Trieste, 20 luglio 1935, doc. Società Anonima/Denuncia modificazioni, Trieste, 9 settembre 1935, doc. Società Anonima/Denuncia modificazioni, Trieste, 12 giugno 1940. A.A.C.P., Serie Documenti costitutivi, b. 1, doc. Atto Costitutivo, Trieste, 9 febbraio 1935; cfr.: Inventario, n. 1.5. 25

A.S.T., Fondo Deputazione di Borsa, Serie Matricola delle Ditte, fasc. 105, Società Anonima L. Chiozza & C° Industriale ed Immobiliare Triestina S.A., doc. Verbale dell’Assemblea Generale ordinaria della “Società Industriale ed Immobiliare Triestina S.A.”, Trieste, 31 marzo 1930. 26

A.A.C.P., scat. VARIO 17, doc. Relazione/Istituzione di una fabbrica d’amido in Romania, 19 dicembre 1930. 27

A.A.C.P., Serie Documenti costitutivi, b. 1, doc. Relazione sulla Gestione Sociale e Bilancio al 28 febbraio 1929, p. 1; cfr.: Inventario, n. 1.1. In quella seduta il presidente Guido Segre così diede lettura in assemblea: «Signori azionisti, la prima gestione sociale dalla costituzione in Anonima della Vostra Società segna un confortante progresso in confronto delle gestioni precedenti. Come vi è noto, per accordi tra la “Prima Pilatura Triestina”, dalla quale deriviamo, e la “Prima Pilatura Fiumana di Riso & Fabbrica d’Amido S.A.”, la lavorazione dell’amido è stata da noi assunta anche per le marche fiumane che incominciamo a lavorare in misura maggiore dopo che gli stock di cui la “Prima Pilatura Fiumana” disponeva sono esauriti». A.C.C.T., Serie Registro delle Ditte, fasc. 23361, Amideria L. Chiozza S.p.A., doc. Allegato alla denuncia di modificazione di pari data, Trieste, 13 dicembre 1935. Il testo del documento è il seguente: «Al Consiglio e Ufficio Provinciale dell’Economia Corporativa di Trieste/Alla rubrica “Esercizi nella circoscrizione” della ditta sotto la ragione sociale “Amideria L. Chiozza & Co S.A.” si chiede sia registrato:/U.C.V.A. SEZIONE FABBRICA FIUMANA D’AMIDO/Motivazione della richiesta/la U.C.V.A. Fabbrica Fiumana d’Amido è una sezione dell’Amideria L. Chiozza & Co S.A., la quale si

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produttivo a Dirschau, nei cui confronti un brano estratto dal verbale assembleare del 1932

riporta: «[…] Nel corso dell’anno abbiamo assunto una interessanza ad una Società polacca per la

fabbricazione dell’Amido, alla quale per nostra concessione si è dato il nome di “Polska Chiozza

Zakłady Przemyslowo Handlowe […]»28.

L’estensore di molte missive recuperate, chiarificatrici dei rapporti d’affari intrattenuti dalla “L.

Chiozza & C° Industriale ed Immobiliare Triestina” con i diversi insediamenti produttivi amidieri

citati, risulta essere lo stesso Dario Doria29. Le carte inedite emerse ragguagliano sulle sue

competenze manageriali, prima che sull’autorevolezza da Lui conquistata come industriale, sino

dagli esordi triestini a fianco di Guido Segre.

Si attestano infatti a partire dal 192830, intensificandosi nel corso degli anni Trenta e Quaranta, le

molteplici trattative condotte da Dario Doria, prima in posizione vicaria, poi come direttore

dell’opificio di Perteole e come consulente di quelli partecipati di Fiume, Timisoara e Dirschau, per

la compravendita di aree da destinare ad insediamenti industriali, nonché di stabilimenti per

avviarvi nuove attività manifatturiere31.

Dunque, entro gli articolati assetti societari, che si sono susseguiti nel tempo, sarà proprio

l’Amideria Chiozza di Perteole a divenire una tra le principali imprese, facenti capo a Dario Doria, a

qualificarsi quale depositaria di quel bagaglio di esperienze accumulate dall’imprenditore per quasi

un cinquantennio.

Verso l’opificio friulano egli convoglierà, ininterrottamente sino al 1976, tutta la professionalità

maturata nel settore della produzione amidiera. Con la necessaria determinazione, poi, diede

prova di saper affrontare le situazioni di emergenza che dal secondo dopoguerra si profilarono a

occupa della vendita d’amido di marca “Fiume” in base a convenzione dd. 11 marzo 1927 con la spett. Prima Pilatura Fiumana di Riso e Fabbrica d’Amido, stipulata dalla spett. L. Chiozza & Co Industriale Immobiliare Triestina S.A./Avendo la spett. L. Chiozza & Co Industriale Immobiliare Triestina S.A. alienato l’azienda di Cervignano del Friuli alla Amideria L. Chiozza & Co S.A. in base a contratto dd. 20/7/35/XIII, la U.C.V.A. Fabbrica Fiumana d’Amido è passata di diritto a quest’ultima Società/AMIDERIA L. CHIOZZA & Co/Società Anonima». La produzione fiumana d’amido è documentata nell’archivio dell’Amideria Chiozza di Perteole anche con i pezzi documentali in: Serie Giornali Vendite, Registri nn. 296-303, 1929 - 1975; Serie Statistica, Registri nn. 146-148, 1932 - 1956; Serie Libri depositi merci, Registri nn. 98-100, 1930 - 1958. 28

A.S.T., Fondo Deputazione di Borsa, Serie Matricola delle Ditte, fasc. 105, Società Anonima L. Chiozza & C° Industriale ed Immobiliare Triestina S.A., doc. Verbale di Assemblea generale ordinaria, Trieste, 23 marzo 1932. La produzione polacca d’amido è documentata nell’archivio dell’Amideria Chiozza di Perteole anche con i pezzi

documentali in: Serie Statistica, Registro n. 149, 1932 - 1934; Serie Giornali Generali, Registri nn. 271-272, 1932 -

1933.

Tra la documentazione non ancora schedata si segnalano i pezzi documentali in: A.A.C.P., scat. VARIO 17; scat. VARIO 15, fasc. “Conto evidenza” Polska Chiozza presso Warschaver Disconto Bank Warszawa, 21 agosto 1931 - 1 ottobre 1932. 29

A.A.C.P., Serie Carteggio personale, 1929 - 1966; cfr.: Inventario nn. 894-938. 30

A.A.C.P., scat. VARIO 15, fasc. Fecola, Lettera di Arturo Segre a Dario Doria, Rivoli/Torino, 11 dicembre 1928. In risposta ai quesiti avanzati da Doria, l’autore della missiva fornisce alcune notizie inerenti la fabbricazione dell’acido tartarico, i prezzi delle materie prime per potervi estrarre il tàrtaro, oltreché la fabbrica di Bra. Inoltre si fa latore della conferma, datagli dalla “Cattedra Ambulante” di Alba, secondo cui si esclude la lavorazione dei tartrati a Garessio. 31

A.A.C.P., Serie Carteggio personale, fasc. Gaslini - Lewin, 1929 - 1930, Lettera di Gerolamo Gaslini alla “Prima Pilatura Triestina”, Genova, 7 marzo 1929; Lettera di Dario Doria a Gregorio Lewin, Trieste, 19 aprile 1930; Lettera di Gregorio Lewin a Dario Doria, Treviso, 21 aprile 1930; Lettera di Dario Doria a Gregorio Lewin, Trieste, 7 maggio 1930; Lettera di Gregorio Lewin a Dario Doria, Treviso, 12 maggio 1930; Lettera di Gerolamo Gaslini a Dario Doria, Genova, 21 maggio 1930; Lettera di Dario Doria a Gregorio Lewin, Trieste, 4 giugno 1930; Lettera di Gregorio Lewin a Dario Doria, Treviso, 12 giugno 1930; Lettera di Dario Doria a Gregorio Lewin, Trieste, 18 giugno 1930. Cfr.: Inventario, n. 895.

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partire dalla fase di ricostruzione e di ripresa, sostenendo finanziariamente la riattivazione dei

reparti produttivi e gli indispensabili avanzamenti tecnologici per la modernizzazione degli stessi,

mobilitando a tal fine tutti gli attori istituzionali di sua conoscenza e della cui lungimiranza poté

proficuamente avvalersi32.

Passando a delineare gli stadi documentati dell’esistenza di un archivio per l’Amideria Chiozza di

Perteole, in absentia delle carte di famiglia antecedenti la prima guerra mondiale, si deve fare i

conti con la carenza di notizie pertinenti l’arco temporale entro cui Luigi Chiozza avviò e sviluppò

l’“Industria La Fredda”33.

Gli studi compiuti sulla fabbrica d’amido e pubblicati nel 1986 indicano come distrutto, durante il

conflitto del 1915 - 1918, l’archivio di casa Chiozza34. Al pari, nell’introduzione allo stesso saggio,

l’impossibilità di accedere all’archivio prodotto dallo stabilimento di Perteole, prima della gestione

Doria, viene dichiarata dall’autore in questi termini: «[…] quello dell’Amideria conserva la

contabilità aziendale solamente a partire dal 1925 […]».

Nessuna dissertazione è stata dedicata alla genesi e all’incremento dell’archivio della fabbrica,

tantomeno sono state concepite monografie volte a segnalare le sue svariate ubicazioni durante i

122 anni di esistenza dell’impresa. Per sopperire all’evidente lacunosità testimoniale, si deve

quindi ricorrere alla funzione documentativa assolta dalle carte sino a questo momento note ed

emerse con il riordino dell’archivio tenuto sotto la direzione di Dario Doria. Dal vaglio di quella

documentazione, si ritiene di poter avanzare l’ipotesi secondo cui la medesima venisse conservata

presso la sede amministrativa di Trieste.

In una distinta del personale, operativo negli uffici del capoluogo tergestino dai primi anni Trenta

del Novecento, viene elencata, tra le altre voci, quella riguardante le mansioni da svolgere come

«lavoro esterno, archivio»35. Mentre alcuna voce analoga è riconducibile alle mansioni assolte

dagli impiegati dello stabilimento di Perteole. Si deve perciò supporre che qui vi si tenesse

32

A.A.C.P., Serie Carteggio personale, fasc. G.D./1941 - 1949, Lettera di Dario Doria alla sorella Gioconda, Cervignano del Friuli, 25 maggio 1945: «[…] viavai di inglesi e neozelandesi […] i cortili della fabbrica sono ridotti ad uso caserma […]»; Lettera di Dario Doria alla sorella Gioconda, Cervignano del Friuli, 7 agosto 1945: «[…] stiamo lavorando a riprendere prima possibile il lavoro in fabbrica […]»; Lettera di Dario Doria alla sorella Gioconda, Cervignano del Friuli, 11 settembre 1945: «[…] sono in corso i lavori per rimettere a posto lo stabilimento […]». Cfr.: Inventario, n. 907. Mentre, per ottenere finanziamenti dall’IMI, Dario Doria si rivolge via epistolare, tra gli altri, a Pino Brocchi, si veda sempre nella Serie Carteggio personale, fasc. 1/5 Personale, 2 novembre 1940 - 21 marzo 1956. Cfr.: Inventario, n. 905. Un solo elaborato grafico datato è rimasto a testimonianza dell’operatività della fabbrica durante gli anni Quaranta del secolo scorso, si consulti in: Archivio Storico del Comune di Ruda (A.S.C.R.), Categoria X, Lavori pubblici, b. 1026, doc. Amideria Chiozza/Diagramma schematico di lavorazione/Magazzino amidi e fecole, 22 giugno 1948 [3 copie]. 33

Giulio Morpurgo, 1929, pp. 3, 47. 34

L’attività imprenditoriale di Luigi Chiozza, 1986, p. 13. 35

A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, doc. DISTINTA DEL PERSONALE, s.d. [ma anni Trenta/Quaranta del XX sec.]. Le mansioni vengono così ripartite nel documento rintracciato: «Gioppo Duilio […] Procuratore amministrativo, Capo - contabile, Ufficio personale/Haligogna Oscar […] Procuratore commerciale, Ufficio vendite, Acquisti materia prima e materiali/Mazzarolli Renato […] Contabile/Alberti Alfredo […] Cassiere, fatturazioni, statistica, spedizioni/Magnani Aurora […] Aiuto corrispondenza, segreteria, documentazione esportazioni/Visentin Lina […] Aiuto contabile/Zennaro Oscar […] Lavoro esterno, archivio/Maietti Nella […] Praticante corrispondenza/Vatta Marcello […] Fattorino interno/STABILIMENTO/Samengo Norberto […] Impiegato di fabbrica/Forni Luigi […] Aiuto impiegato/Settimanali:/Pazzut Giobbe […] Capo produzione/Tuniz Pietro […] Capo produzione/Merlini Egidio […] Capo meccanico/Gomol Mario […] Capo meccanico». Per l’organigramma della sede amministrativa di Trieste si consultino i documenti non ancora schedati in: A.A.C.P., scat. Stabilimento 1, 1940 - 1945.

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esclusivamente il carteggio funzionale all’espletamento delle pratiche strettamente concernenti la

conduzione della fabbrica d’amido.

Diversamente, si ipotizza che il carteggio commerciale specializzato venisse prodotto ed archiviato

a Trieste. Del resto, gli stessi atti costitutivi della società avevano fissato la sede legale in quella

città. In più, la corrispondenza scritta dalla residenza di Perteole, dopo l’8 settembre del 1943 e

inviata da Dario Doria a quello che in apice di testo chiama «Al nostro Ufficio di Trieste», si

arricchisce di una missiva dove egli al punto 5, con sintesi epistolografica, chiede: «Prego

mandarmi Libro verbali dei Sindaci, o meglio copia dei Verbali del 1943 e 1945»36. Con ciò

provando, a quella data, la permanenza dei documenti sociali nella sede amministrativa centrale.

Maggiormente esaustive in tal senso si rivelano numerose lettere, sia del carteggio

amministrativo, sia del carteggio personale, che riportano in sequenza temporale i vari indirizzi

avuti dagli uffici triestini dell’Amideria Chiozza37.

In particolare, una missiva attesta al maggio 1944 il passaggio degli stessi, nonché dell’annesso

archivio, nel palazzo che aveva ospitato fino al 1943 la Banca Nazionale del Lavoro e nel quale da

quell’anno Dario Doria aveva disponibili dei locali ad uso societario38. L’incalzare degli eventi bellici

lo aveva costretto, poco più di un mese dopo, a rivolgersi al procuratore amministrativo

dell’“Ufficio personale” di Trieste, allo scopo di chiedergli, sempre via epistolare, di giustificare il

ritardo nella presentazione del questionario per il “Censimento industriale” a motivo dell’«[…]

intervenuta necessità di traslocare gli uffici […]»39.

Quanto già anticipato nella missiva del 5 giugno 1944: «[…] se l’appartamento è grande si

potrebbe pensare di unire agli uffici della Chiozza gli uffici della SAFNE […]», porterà lo stesso

interlocutore di Dario Doria ad individuare in città l’edificio più idoneo a poter ospitare ad interim

l’organigramma triestino40.

Lo sfollamento fu quindi gravido di conseguenze sotto il profilo logistico, indusse non solo la

famiglia Doria a trasferire la residenza a Perteole, ma costrinse anche il personale preposto ad

occuparsi dello spostamento dell’archivio e degli uffici amministrativi centrali dell’Amideria

Chiozza, per garantirne così l’operatività41.

36

A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, Lettera di Dario Doria all’Ufficio di Trieste, Cervignano del Friuli, 10 ottobre 1944. 37

A.A.C.P., Serie Carteggio amministrativo, 1941 - 1970; Serie Carteggio personale, 1929 - 1966. Rispettivamente si cfr.: Inventario, nn. 437-893 e nn. 894-938. 38

A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, Lettera di Dario Doria, Trieste, 30 maggio 1945. 39

A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, Lettera di Dario Doria all’Ufficio amministrativo di Trieste, Cervignano del Friuli, 14 giugno 1944. 40

A.A.C.P., D.B.P., fasc. 26/6 maggio 1930 - 31 dicembre 1931, Lettera di Dario Doria a Duilio Gioppo, Cervignano del Friuli, 5 giugno 1944. Per la S.A.F.N.E., Società Anonima Forniture Navali ed Edili, si veda sempre in: A.A.C.P., Serie Carteggio personale, fasc. SAFNE 1939 - 1944; cfr.: Inventario, n. 904. Ulteriori informazioni sono presenti nelle carte contenute in: A.A.C.P., scat. S.A.F.N.E. [documenti non schedati]. In relazione ai documenti costitutivi dell’impresa si consulti in : A.C.C.T., Serie Registro delle Ditte, fasc. 29573, S.A.F.N.E. [indicizzata anche sotto la voce: Dario Doria]. 41

A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, Lettera di Dario Doria ad Alfredo Alberti, Perteole, 1 agosto 1944: «Caro Alberti, vorrei trasferire la mia residenza da Trieste a Ruda - Perteole, dato che a Trieste non ho più né casa né, quasi, ufficio. Vi prego di informarVi subito in merito, anzi di andare subito all’ufficio anagrafico e di dichiarare che intendo trasferire questa residenza a Ruda - Perteole (Udine) ove risiedo anonariamente

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Stando alle notizie riportate in alcuni brani, estrapolati anch’essi dal corposo carteggio rinvenuto,

si viene a sapere che presso Ca’ Foscari di Venezia Dario Doria ricorda di aver avuto a disposizione,

nel corso del 1944, dei vani ad uso magazzino42.

Si precisa, altresì, la disponibilità abitativa di cui godeva allora la famiglia Doria, potendo infatti

usufruire di un’ulteriore residenza a Portogruaro43. Si intende segnalare qui le due località e i

rispettivi edifici perché potrebbero essere annoverati tra i siti in cui alcuni frammenti dell’archivio

dell’Amideria Chiozza, quantomeno le carte personali del suo direttore, possono aver trovato

collocazione tra il 1943 e il 1945.

La significatività della perdita documentaria, limitatamente ad una parte della corrispondenza

privata, indirizzata sia alla “Direzione”, sia al “Direttore” dell’Amideria Chiozza, registrata per la

serie XXIV dell’archivio della fabbrica d’amido, induce a non scartare l’idea secondo la quale un

gruppo di carte appartenute a Dario Doria sia confluito in quel biennio a Venezia e a Portogruaro,

senza poi rifluire al fondo documentale di provenienza. Un contributo, verso questa direzione,

viene fornito dall’analisi della serie Carteggio personale, ricomposta in occasione del riordino

archivistico e della conseguente stesura di un inventario per l’archivio dell’Amideria Chiozza di

Perteole. Nella sua attuale consistenza essa include circa 8000 carte, datate tra il 1929 e il 1966.

Volendo ora focalizzare l’attenzione su quelle vergate dopo l’8 settembre 1943 e sino al maggio

1945, se ne appura una diminuzione di esemplari, rispetto a quelli prodotti e ricevuti da Dario

Doria prima e dopo i due estremi cronologici forniti. Se ne deduce che uno degli smembramenti

subiti dall’archivio della società possa essere avvenuto, perlomeno per questa categoria di

documenti, in quel lasso di tempo preciso, causandone forse un’irreparabile dispersione.

Va sottolineato che altre sono le serie a risultare incomplete, tuttavia, rispetto al Carteggio

personale, di quelle, nonostante si preservino spezzoni tronchi, se ne è recuperata memoria dal

volgere degli anni Quaranta del secolo scorso, quando vengono ricordate secondo quella che fu a

quel tempo la loro suddivisione topografica negli uffici della sede amministrativa centrale.

Posto che anche durante il secondo conflitto mondiale quasi tutto l’archivio dell’Amideria Chiozza

si trovava a Trieste, seppure non tutte le sue diverse allocazioni possono essere accertate, una

testimonianza oculare ci restituisce la sua disposizione per tipologie di condizionamento

documentale44.

Vedendo consolidate forme comode di ordinamento, per consuetudine i fascicoli di carte sciolte

stavano riposti dentro mobili metallici. Suddivisi per categorie, informanti secondo un’architettura

logica la ricostituita serie del Carteggio amministrativo, i documenti erano inseriti in carpette, che

a loro volta trovavano posizionamento, disposte per il lato oblungo e recanti in prossimità del

taglio la segnatura di riferimento, in cassetti contrassegnati con le corrispondenti sigle.

da tempo. Occorrendo una dichiarazione scritta Ve la allego. Ove l’ufficio anagrafico fosse già chiuso Vi prego di andare oggi dal Dott. Sacchi a nome mio. D». 42

A.A.C.P., Serie Carteggio personale, fasc. 3/11/Cukiermann/Anno 1933, 1944 - 1945; cfr.: Inventario, n. 912. 43

La dimora di Portogruaro viene menzionata nelle missive conservate in: A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, oltre che nel fasc. G.D./1941 - 1949. 44

Intervista a Romeo Rovelli, rilevata il 9 aprile 2011. Il dipendente dell’“Amideria L. Chiozza & C° S.p.A.” venne assunto dalla società nel 1943, rimanendo in servizio sino al 1973 presso l’Ufficio commerciale di Trieste.

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Sempre al fine di soddisfare esigenze di praticità, un sistema di scaffalature a muro era stato

adottato per i registri, così da agevolare la consultazione. Invece, richiedendo una tutela

sorvegliata, era abitudine riporre i libri dei bilanci in armadi muniti di serratura a chiave.

Terminata la fase di tenuta dell’archivio corrente, la prassi prevedeva di impacchettare i

documenti con fogli di carta bianca o beige, il cui lato esterno vedeva impresso per timbratura,

oltre alla data, il nome dell’affare o il titolo della categoria d’appartenenza. Dopodiché gli stessi,

raccolti in casse di legno, dove trovavano una naturale sedimentazione per annate, venivano

stivati in ripostigli ricavati ad hoc.

Pare che l’impossibilità a mantenere compatto l’archivio in una sede unica, stando alle narrazioni

di chi all’epoca seguì de visu il lavoro impiegatizio, possa aver contribuito alla perdita parziale di

alcuni suoi segmenti.

L’ubiquità rilevata per le carte dell’Amideria Chiozza persistette anche alla fine della seconda

guerra mondiale. Attingendo ancora alla lettera del 30 maggio 1945, essa indica, accanto al

palazzo ospitante sino al 1943 la sede triestina della BNL, ulteriori due edifici preposti a raccogliere

in quel periodo altre porzioni dell’archivio45.

Di una sua conservazione frammentata si può parlare, non solo durante gli anni Quaranta, ma

pure per gli anni Cinquanta e Sessanta. Con il rientro a Trieste, che era avvenuto nell’inverno del

1945, Dario Doria ebbe la disponibilità di un ufficio anche presso l’appartamento, concessogli ad

uso personale, nel palazzo della sede tergestina della Banca d’Italia, vedendo così aggiungersi un

luogo probabile in più, tra quelli già esistenti, per l’accoglimento dei documenti46.

45

A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, Lettera di Dario Doria, Trieste, 30 maggio 1945. Oltre al palazzo di via Bellini (numero civico 3), già sede della Banca Nazionale del Lavoro, la missiva parla delle residenze di via Udine e via Murat. Romeo Rovelli, nell’intervista del 9 aprile 2011, indicava a Trieste altri tre indirizzi per le dislocazioni, nel biennio 1943 - 1945, degli uffici e della documentazione, dai medesimi redatta, le vie: Ariosto, Geppa e Donota. Differentemente, il quesito su quale fosse l’ubicazione delle carte d’archivio (ammesso che ve ne sia stata una sola) prima degli anni Trenta e Quaranta, rimane privo di risposta certa. Se alcun dubbio sussiste nel ritenere, almeno il palazzo di via Bellini 3, per il periodo che si è indicato, quale sede degli uffici amministrativi dell’“Amideria L. Chiozza & C°”, nonché del suo archivio, unicamente una pista d’indagine può essere invece segnata a sostegno dell’ipotesi che vedrebbe le carte della società “figlia” presenti dal 1927 all’indirizzo di allora della società “madre”, ossia in via D’Annunzio 4. È una postilla manoscritta, vergata a lapis accanto allo specchio di scrittura recante l’articolo 2 dello Statuto della Società Industriale ed Immobiliare Triestina S.A., ad attestare l’avvenuta modifica al medesimo (con delibera assembleare del 25 maggio 1927), riguardante il trasferimento della sede sociale da Udine a Trieste. Si confronti la copia postillata conservata all’Archivio di Stato di Trieste, in: Fondo Deputazione di Borsa, Serie Matricola delle Ditte, fasc. 105, Società Anonima L. Chiozza & C° Industriale ed Immobiliare Triestina S.A., Statuto della Società Industriale ed Immobiliare Triestina S.A. in Trieste, Trieste, Tipografia del Lloyd Triestino, 1925, p. 3. Più precisamente, l’indirizzo della ditta viene reso esplicito nell’atto notarile del 25 maggio 1927, citato nei due seguenti documenti (contenuti sempre nel fasc. 105, di cui sopra): Istanza della “Società Industriale ed Immobiliare Triestina S.A.” in Trieste per iscrizione nel Registro di Commercio e Iscrizione di una Società anonima, entrambi stilati a Trieste, il primo in data 21 gennaio 1929, il secondo in data 25 maggio 1929. Ancora, per l’anno 1935 le carte registrano una diversa sede per l’impresa, quella di via Passeggio Sant’Andrea,

numero civico 58. Cfr.: A.C.C.T., Serie Registro delle Ditte, fasc. 23361, Amideria L. Chiozza S.p.A., doc. Denuncia di

costituzione di Società Anonima avente la sede nella circoscrizione del Consiglio Provinciale dell’Economia Corporativa

di Trieste, Trieste, 5 aprile 1935, doc. Modificazioni riguardanti le rappresentanze di ditte, gli esercizi filiali od il ramo

d’esercizio di ditte già iscritte, Trieste, 13 dicembre 1935, doc. Verbale assembleare del Consiglio d’amministrazione,

Trieste, 22 settembre 1938, doc. Società Anonima/Denuncia di Modificazioni, Trieste, 21 ottobre 1938. 46

A.A.C.P., D.B.P., fasc. Diversi SALTIEL D. BENICO - SALONIQUE Rue Verria 108, doc. Curriculum vitae, s.d. [ma post 1951]; fasc. [Banca d’Italia], 5 gennaio 1956 - 22 dicembre 1961, cfr.: Inventario, n. 931. Sempre nella stessa serie un

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Si dovrà invece attendere l’approssimarsi agli anni Settanta per assistere al ricongiungimento

dell’archivio, infatti, organizzato alla fine del 1969, si compì tra il 1970 e il 197147. Da Trieste venne

predisposto l’imballaggio di tutto il materiale documentario lì giacente. Contestualmente, a

Perteole furono liberati gli spazi interni allo stabilimento atti a riceverlo.

Prendendo a questo punto in considerazione i dettagli illustranti la copia di un elaborato grafico,

nello specifico la pianta riproducente in scala 1 a 50 l’ambiente che venne destinato ad ospitare

tutta la documentazione riunita, si può fornire l’esatta distribuzione della medesima entro i

componenti d’arredo lignei fatti costruire ex novo48. Il disegno informa sull’esistita presenza di

quattro scaffalature, un mobile a ripiano ed un tavolo rettangolare. Grazie all’esaustività

dell’apparato didascalico è agevole identificare una “scaffalatura piccola” adiacente al “tavolo”,

entrambi indicati in posizione limitrofa alla “scaffalatura archivio”, che doveva occupare

precisamente la “parete B”. Poi, una “scaffalatura multiuso” correva lungo quasi tutta la “parete

C”, posizionandosi al di sotto delle quattro finestre. Completava l’arredamento lo “scaffale

etichette”, addossato alla “parete D”. Mentre la “parete A”, intervallata da tre porte, era lasciata

libera per consentire la deambulazione. Si arguisce, dalle esplicazioni dell’elaborato grafico, che i

documenti d’archivio provenienti da Trieste, ancorché occupanti mobili differenti, vennero uniti al

variegato materiale cartaceo, stampato per il packaging e il merchandising, funzionale alla vendita

dell’amido.

Da qui inizia, non arrestandosi più, il periodo di accatastamento disorganico dei pezzi archivistici.

Giunti al 1976, quindi all’epilogo della gestione Doria49, l’Amideria viene ceduta e passa per un

decennio sotto l’amministrazione Martin, che avrà termine a seguito di applicata sentenza

fallimentare50.

diverso fascicolo, quello intitolato 1/5 Personale (cfr.: Inventario, n. 905), reca tre tavole, datate al 15 dicembre 1954, riguardanti le «Modifiche condotte all’appartamento del Dott. Doria nel Palazzo della Banca d’Italia in via Galatti 4, al III° piano a sinistra». Allo stesso indirizzo qui vergato era stata inviata la lettera di Gerolamo Gaslini a Dario Doria il 21 maggio 1930; cfr.: Inventario, n. 895. 47

Intervista a Romeo Rovelli, Trieste, 9 aprile 2011. 48

Si deve alla cortesia di Manuela Bertogna e Massimo Scarel la segnalazione del disegno, ora in collezione privata. Gli stessi hanno fornito pure notizie sul maestro falegname Cesare Bertogna, che fu l’artefice delle scaffalature lignee, ancora esistenti, per ricevere i documenti d’archivio. 49

A.C.C.T., Serie Registro delle Ditte, fasc. 23361, Amideria L. Chiozza S.p.A., doc. Verbale assembleare degli azionisti, Trieste, 6 luglio 1976, doc. Società per Azioni/Denuncia modificazioni, Trieste, 17 luglio 1976. 50

A.C.C.T., Serie Registro delle Ditte, fasc. 23361, Amideria L. Chiozza S.p.A., doc. Annullamento del numero meccanografico di commercio estero, Trieste, 11 ottobre 1984. Archivio del Tribunale Civile e Penale di Udine (A.T.C.P.U.), Sezione Fallimenti, Fallimento Amideria Chiozza, n. 3174, Sentenza n. 12, 18 febbraio 1987/29 novembre 2001.

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Perteole, Amideria Chiozza. La “Stanza Archivio” oggi.

Perteole, Amideria Chiozza. La documentazione dell’archivio della fabbrica prima della schedatura.

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Criteri metodologici per una proposta di riordinamento e di redazione dell’inventario

Con l’acquisto dell’immobile, ospitante fino al 1987 la fabbrica d’amido, oltreché dell’area su cui

sorge, nel 1991 il Comune di Ruda diventa proprietario di quel complesso architettonico e di ciò

che al suo interno ancora vi si trovava51.

Se era scomparsa ogni traccia dell’attività condotta presso l’adiacente laboratorio di chimica (l’ala

ovest dove era ubicato venne diversamente ceduta dalla proprietà aziendale ad un privato,

vedendo così perduta inesorabilmente l’attrezzatura originaria, nonché la refertazione degli

esperimenti, che lì vi si erano condotti nella prima metà del Novecento), viceversa, a

testimonianza delle vicende imprenditoriali e produttive dell’Amideria Chiozza si è conservato un

ingente patrimonio documentale.

Dalla verifica attuata, il nucleo di carte preservatosi, nonostante si debba evidenziare un discreto

margine di lacune tra la documentazione effettivamente giunta sino a noi e quella che

presumibilmente era stata prodotta e non esiste più, è riconducibile alla fase in cui la direzione

dell’impresa fu assunta da Dario Doria ed è perciò da inquadrare cronologicamente entro una

forbice temporale che va dal 1927 al 1976.

Allo stato di totale abbandono, in cui per anni versò il materiale documentario e nei confronti del

quale non si possono escludere azioni sottrattive di natura fraudolenta, si pose rimedio nel biennio

1994 - 199552. Quel primo intervento aveva avuto l’obbiettivo principe della salvaguardia fisica

dell’aggregato documentario, infatti, data l’allocazione disordinata in più ambienti della fabbrica e

il deterioramento incalzante che gravava sui singoli pezzi, esso fu raccolto dalle stanze

precedentemente adibite a magazzino per l’archivio e trasferito in due vani distinti, che nel

frattempo erano stati oggetto di ristrutturazione edilizia.

I soggetti, allora supervisori delle operazioni di facchinaggio, si fecero pure carico di smistare il

materiale archivistico nelle sue due tipologie prevalenti, vedendo così suddivisi i registri dai pacchi

di carte sciolte, dopodiché i primi furono posizionati dentro armadi e i secondi allocati in

scaffalature lignee.

A seguire, solo a distanza di circa un decennio si procedette con una preliminare repertazione

delle unità archivistiche. Nell’ambito del programma relativo alle “Borse Lavoro Studenti”,

promosso dall’Amministrazione comunale di Ruda tra il 2006 e il 2007, la mole di carte sciolte

venne condizionata in 146 scatole di cartone. Contestualmente, fu effettuato un rilevamento dati

preinventariale, che vide assegnata a ciascuna scatola una classificazione scandita per annate,

51

Archivio di Deposito del Comune di Ruda (A.D.C.R.), Categoria V, Finanze, b. Piano finanziario relativo all’assunzione di un mutuo. Acquisto di immobile (ex Amideria Chiozza), 16 giugno 1990; Categoria X, Lavori pubblici, b. Ex Amideria/Copertura uffici, 1994 - 1995; b. Progetto preliminare di ristrutturazione dell’edificio ex Amideria Chiozza, 1997; b. Progetto per i lavori di restauro e risanamento conservativo di parte della copertura dell’edificio ex Amideria Chiozza/1° lotto, 1997; b. Ristrutturazione copertura ex Amideria/Progetto preliminare, 1997 - 2000; b. Progetto esecutivo per il recupero e il risanamento conservativo di porzione della copertura dell’ex Amideria Chiozza , 1998 - 1999; b. Progetto preliminare per il recupero e il risanamento conservativo di parte della copertura dell’ex Amideria Chiozza/2° lotto, 1999; b. Lavori di potenziamento viario dell’ingresso dell’ex Amideria Chiozza, 2001 - 2004. Si confronti con: Archivio del Comune di Ruda. Elenco di consistenza della documentazione presente nel Deposito C (Locali ex Amideria Chiozza), dattiloscritto [2006], pp. 40, 77, 78. 52

Ad avviare il piano di recupero dell’archivio furono Manuela Bertogna e Patrizia Guerra.

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comprensiva di una dicitura indicante genericamente il contenuto53. Quasi tutti i registri, invece,

furono temporaneamente stoccati nella stanza un tempo adibita a “Stamperia”.

Con il 2010, coadiuvati dall’azione di supporto degli studenti che già avevano aderito al

programma delle “Borse Lavoro”, nonché del personale volontario, si sottopose buona parte del

materiale raccolto ad un trattamento di pulitura e disinfestazione, utile ad asportare, in primis, lo

strato di deiezioni animali depositatesi nel corso degli anni sulle coperte dei registri e sulle

carpette dei fascicoli, poi, ad eliminare le polveri cellulosiche prodotte dall’azione erosiva di muridi

e artropodi54. Terminato l’intervento di risanamento, si proseguì l’opera di recupero dell’archivio

della fabbrica d’amido spostando metà delle unità archivistiche in un magazzino che fosse

strutturalmente agibile, sufficientemente capiente e per la prima volta munito di serratura a

chiave.

Con il trasloco, che ha garantito in quest’ultimo lustro di preservare l’integrità del materiale

preventivamente censito, furono riunite in un unico locale tutte le scatole contenenti le carte

sciolte. Per raggiungere lo stesso obbiettivo di tutela conservativa, nel biennio 2010 - 2011 anche i

registri e le carte rimaste negli ambienti privi di serratura sono stati predisposti per ulteriori

traslochi, che in parte hanno visto compiuta la messa in sicurezza della porzione d’archivio più

interessante sotto l’aspetto storico-documentario, perché si qualifica per la presenza di fonti

inedite volte ad informare sull’operato imprenditoriale di Dario Doria e dei suoi collaboratori.

Ad eccezione del materiale cartaceo per il packaging, ancora deposto in cataste nell’ala

dell’edificio già adibita a reparto “Imballaggio”, tutta la documentazione che giaceva nei siti sopra

segnalati, nonché nei vani più disparati della fabbrica, è stata recuperata.

Tuttavia, sono occorse reiterate ricognizioni affinché l’archivio si potesse configurare nella sua

attuale consistenza, che vede annoverati per il momento 427 registri, 10 buste, 146 scatole

(perlopiù comprendenti fascicoli) e circa 8/10 metri cubi di stampati.

Trattandosi di un complesso documentale che è transitato attraverso più ubicazioni (anche dopo il

suo spostamento definitivo dalla sede amministrativa di Trieste), quello dell’Amideria Chiozza si

caratterizza per essere un archivio privato d’impresa55, approdato ad uno stadio parcellizzato. Tale

sua conformazione è il prodotto di variegate vicende, che in fase di gestione corrente furono

dettate da esigenze funzionali, o ispirate a deliberate politiche di selezione, sottese a loro volta a

traiettorie individuali e generate dai singoli impiegati, oltreché di accadimenti che contemplarono

dispersioni, trasferimenti, recuperi spesso atipici e quindi forieri inevitabilmente di uno

smembramento del nucleo documentario primigenio.

53 Biblioteca Comunale di Ruda “Luigi Chiozza” (B.C.R.), Laura VANON, Classificazione degli scatoloni contenenti le

carte sciolte prodotte dalla fabbrica d’amido di Perteole, Tutor Patrizia Guerra, Progetto “Borse Lavoro Studenti”,

Comune di Ruda, dattiloscritto, [2007]. 54

Del gruppo operativo facevano parte: Dorino Firman, Karin Marchini, Bernardino Spanghero e Marco Verducci. 55 Roberto Navarrini, L’archivio d’impresa, in Gli archivi privati, Lucca, Civita Editoriale, 2005, pp. 83-91.

Per le tre fasi di formazione dell’archivio d’impresa si consulti: Tommaso Fanfani, Archivio storico d’impresa: un complesso percorso d’affermazione, in L’impresa dell’archivio. Organizzazione, gestione e conservazione dell’archivio d’impresa, a cura di Roberto Baglioni e Fabio Del Giudice, Firenze, Edizioni Polistampa, 2012, pp. 19-47: 23-24, 32.

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Nell’impossibilità di optare per una concentrazione fisica dell’intero aggregato di documenti in un

locale unico, attualmente l’archivio è dislocato in tre edifici diversi. Oltre allo spezzone presente

nei reparti dismessi della fabbrica d’amido (ex “Stamperia” ed ex “Imballaggio”), la porzione più

consistente è stata portata nel seminterrato della Scuola Materna di Ruda, mentre un esiguo

numero di unità archivistiche è custodito presso il deposito Bertogna di Perteole.

Pur essendo plurime le sedi in cui sono ripartiti i lotti documentali, tutti costituiscono una sola

entità, a cui non si può escludere vi siano appartenute in passato ulteriori parti, che, se tutt’ora

esistenti, potrebbero forse trovarsi in raccolte private.

Dopo aver avviato la propedeutica fase di schedatura, per il materiale cartaceo sino ad oggi

censito si è tentato di ricostruire l’originaria struttura dell’archivio di provenienza.

Il suo riordinamento è stato affrontato malgrado si fossero subito palesati i risvolti deteriori dovuti

alla frammentarietà: era venuto meno il vincolo interno fra i pezzi archivistici e l’ordine naturale di

sedimentazione dei documenti era stato stravolto56.

Superato l’ostacolo maggiore, mediante il raggruppamento delle unità documentarie affini in

partizioni diverse, per addivenire quanto meno ad un’impalcatura avvicinabile a quello che

presumibilmente doveva essere stato l’assetto generale dell’archivio della fabbrica, si proseguì con

la ricomposizione delle serie.

Una volta definita l’effettiva consistenza del fondo documentario pervenutoci, in quanto non si

conosceva né il numero complessivo delle unità archivistiche, né le relative date estreme, si

procedette con la suddivisione per tipologie dei pezzi fra loro omogenei e perciò riconducibili

entro specifiche categorie documentali, generate ab origine da tecniche specializzate di

registrazione degli eventi commerciali in seno alla conduzione aziendale e in ragione

dell’espletamento di precipue funzioni e attività pratiche da parte dei soggetti formatori.

La ripartizione tipologica ha portato all’individuazione di 25 serie, contando un totale di 1004 unità

archivistiche57. Il procedimento di computo, che è stato condotto parzialmente rispetto al numero

complessivo dei documenti esistenti, ha considerato infatti solo un terzo delle unità costituenti

l’archivio, dato l’elevato grado di analiticità che si è inteso adottare nella descrizione. A motivo di

ciò, in questa sede viene approntata per l’archivio dell’Amideria Chiozza la prima parte

dell’inventario, auspicando in seguito la realizzazione della sua parte rimanente, così da poter

disporre, entro un tempo ragionevole, di uno strumento di ricerca primario che sia esaustivo58.

56

Per quanto attiene al concetto di “vincolo archivistico” si consulti: Giorgio Cencetti, Sull’archivio come “Universitas rerum”, «Archivi», serie II, IV, 1937, pp. 7-13. Antonio Romiti, I mezzi di corredo e gli strumenti per la ricerca, in Archivistica tecnica. Primi lineamenti, Lucca, Civita Editoriale, 2008, pp. 63, 82-83. Paola Carucci e Maria Guercio, Manuale di archivistica, Roma, Carocci editore, 2008, pp. 71-73. 57

Sino a questo momento le serie ricostituite sono le seguenti: I. Documenti costitutivi, II. Registri delle spedizioni e delle spese postali, III. Documentazione del Magazzino e del Servizio Portineria, IV. Bilanci, V. Conti bilancio, VI. Libri bilanci di verifica del mastro, VII. Schede per i bilanci di verifica, VIII. Depositi cauzionali, IX. Libri depositi merci, X. Libri paga, XI. Statistica, XII. Rapporti di cassa, XIII. Giornali generali, XIV. Giornali vendite, XV. Giornali acquisti, XVI. Libri assegni, XVII. Registri obbligatori per le esportazioni e le importazioni, XVIII. Disposizioni, XIX. Bollettini di consegna, XX. Copia lettere, XXI. Copia fatture, XXII. Provvigioni, XXIII. Carteggio amministrativo, XXIV. Carteggio personale, XXV. Materiale per il marketing e stampati. 58

Paola Carucci, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, Roma, La Nuova Italia Scientifica, 1990, p. 169-195. Paola Carucci e Maria Guercio, Manuale di archivistica, 2008, pp. 91-94. Antonio Romiti, I mezzi di corredo e gli strumenti per la ricerca, 2008, pp. 23, 51-55.

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Ritenendo di non dover omettere nella tassonomia inventariale l’inserimento dei “reperti erratici”

(recuperati fortunosamente negli antri della fabbrica d’amido meno agibili, a causa dei persistenti

cedimenti strutturali dell’edificio), va precisato che in sede di schedatura è stata considerata anche

quella miriade di agende, taccuini, block - notes, quaderni, fogli sciolti e materiali di “fortuna”,

come ad esempio i dépliant pubblicitari e i prezzari, i cui spazi bianchi offrirono a Dario Doria e ai

suoi collaboratori il supporto scrittorio per vergare appunti, rimandi ed annotazioni citazionali,

generando un nesso fra tutta la documentazione, prodotta in sinergia dalla Direzione della

fabbrica e dai suoi impiegati.

Il risultato della cernita di questo genere di materiale “erratico” si è poi concretizzato nella

creazione, entro le 25 ad oggi ricomposte, di due serie a dicitura arbitraria. L’una, intitolata

Registri delle spedizioni e delle spese postali (serie II), è composta da quei documenti che

verosimilmente sono di certo affluiti all’ufficio segreteria, responsabile dell’espletamento della

corrispondenza e di tenere conto del relativo flusso. Mentre l’altra, ad etichetta Documentazione

del Magazzino e del Servizio Portineria (serie III), ingloba un eterogeneo aggregato cartaceo.

Diversamente, i libri e le pubblicazioni ad argomento economico, finanziario e giuridico, che

venivano consultati per la loro valenza informativa ai fini della gestione dell’impresa, sebbene

rechino apposte note ai margini degli specchi di scrittura, non sono stati qui contemplati,

richiedendo infatti un diverso e specializzato intervento di catalogazione.

Per quanto riguarda la redazione dell’Inventario ci si è avvalsi del software “Archimista” (versione

1.2.0)59. Si tratta di un’applicazione web-oriented multipiattaforma e open source per la

schedatura, l’ordinamento gerarchico dei dati, oltreché per la descrizione degli archivi storici.

Realizzata in partnership tra la Direzione Generale per gli Archivi, l’Università degli Studi di Pavia,

la Regione Lombardia, la Regione Piemonte e, con il rilascio della versione 1.1.0 del software, il

Politecnico di Milano, che in quell’occasione ha acquisito il ruolo di soggetto coordinatore.

Il modello concettuale di “Archimista”, come esplicitato dal gruppo di lavoro che segue il progetto

in stadio beta dell’applicazione, è stato elaborato in osservanza degli standard internazionali per la

descrizione archivistica, ISAD (G), ISAAR (CPF), ISDIAH60, nonché dei corrispondenti standard per la

59

Per le note tecniche concernenti lo sviluppo dell’applicazione, dovuto alla Cooperativa Codex di Pavia, si rimanda al manuale d’uso della release 1.0.0, ma conforme anche per le versioni 1.1.0 e 1.2.0, disponibili all’url: http://www.archimista.it.; ivi è accessibile e scaricabile: Archimista: indicazioni per l’utilizzo [Breve descrizione delle principali funzioni di Archimista, indicazioni pratiche per la schedatura e suggerimenti d’uso], a cura di Roberto Grassi e Salvatore Vassallo, in collaborazione con Barbara Bergaglio, Dimitri Brunetti e Maurizio Savoja, Versione 1.0.0, 25/04/2012. Allo stesso indirizzo si faccia riferimento per accedere anche all’ultima versione del software, 1.2.1, rilasciata il 18 giugno 2013, oltreché per avere informazioni ad essa relative, si confronti: Avanzamento attività - Archimista 1.2.1 e Archimista web, a cura di Paola Ciandrini [ultimo rilevamento del 16 agosto 2013]. Mentre una piattaforma di discussione e una vetrina di questions sono accessibili tramite l’url: http://www.archiviando.org/forum/viewforum.php?f=64. L’home page del sito di “Archimista” segnala pure la genesi che sottese all’elaborazione del software, rilasciato con licenza open source GPL, precisando che pur essendo un prodotto nuovo si richiama alle precedenti esperienze di “Sesamo” e “Guarini-Archivi”. Delucidazioni in merito sono consultabili rispettivamente agli url: http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/strumenti , http://www. regione.piemonte.it/cultura/guarini/index.htm. Per il tipo di licenza, scelta da “Archimista” (GNU Pubblic License), si veda in: Dimitri Brunetti, Roberto Grassi, Maurizio Savoja, Salvatore Vassallo, Archimista. Un applicativo open-source per la descrizione di archivi storici, in «Archivi & Computer», 1, 2012, pp. 42-56: 49. Cfr.: http://www.gnu.org/licenses/old-licenses/gpl-2.0.html. 60

Monica Grossi, Gli standard per la descrizione archivistica, in Maria Guercio, Archivistica e informatica. I documenti in ambiente digitale, Roma, Carocci editore, 2002, pp. 129-154.

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strutturazione dei dati, EAD e EAC - CPF61, secondo quanto previsto dai parametri informatici che

qualificano la policy perseguita dai sistemi dell’Amministrazione archivistica italiana, SIUSA, SIAS e

SAN62, in ottemperanza con l’assunto delle NIERA63.

Del software utilizzato si è scelto di operare con la versione stand alone, sia per l’immissione delle

informazioni testuali di ciascuna entità di descrizione, sia per l’inserimento degli oggetti digitali, la

cui gestione ha tuttavia necessitato del pacchetto open source “Image Magick”, quale applicazione

di supporto ad “Archimista”64.

Proseguendo, secondo l’ordine di apparizione nel report dell’Inventario la prima scheda è quella

che attiene al “Soggetto conservatore”, compilata accedendo dal menù a tendina “Bacheca”, che

è la porta d’ingresso dell’applicazione e il cui ambiente fornisce anche il panorama alle altre due

schede principali compilate, consequenzialmente quella per il “Soggetto produttore” e quella per il

“Complesso archivistico”, peraltro raggiungibili anche dal menù “Schede”, che assieme ai menù

“Strumenti” e “Vocabolari” completa la barra ricorrente in tutte le sezioni e le schede del

software.

Per il data entry della scheda “Soggetto conservatore” sono stati considerati, rispetto alle sue

sette sezioni (1. “Identificazione”, 2. “Descrizione”, 3. “Accesso”, 4. “Sedi”, 5. “Relazioni”, 6.

“Fonti”, 7. “Compilatori”), i campi della prima per informare su: “Condizione giuridica”,

“Macrotipologia”, “Denominazione principale”, “Contatti”, “Referente” e “Collegamenti”; mentre i

campi delle sezioni quinta e settima sono stati compilati per indicare rispettivamente la relazione

ISAD (G), General International Standard Archival Description, 2

a edizione adattata dal Comitato per gli standard

descrittivi, Stoccolma, Svezia, 19 - 22 settembre 1999, a cura dell’International Council on Archives, s.l., International Council on Archives, 2000, Traduzione italiana di Stefano Vitali in collaborazione con Maurizio Savoja, Firenze, 2000. Si confronti in «Rassegna degli Archivi di Stato», LXIII, 1, gennaio/aprile, 2003, pp. 59-333. ISAAR (CPF), International Standard Archival Authority Record for Corporate Bodies, Persons and Families, 2

a edizione a

cura dell’International Council on Archives, Paris, International Council on Archives, 2004. Si veda l’url: http://www.icar.beniculturali.it/biblio/pdf/standard/isaar%202pdf. La seconda edizione delle ISAAR (CPF) e il controllo d’autorità nei sistemi di descrizione archivistica, a cura di Stefano Vitali è disponibile all’url: http://www.unifi.it/universita/biblioteca/ac/relazioni/vitali_ita.pdf. Disponibile in linea anche: Linee guida per la descrizione delle entità con una sezione dedicata al soggetto produttore d’archivi, a cura di Euride Fregni e Rossella Santolamazza, Pescara, Ministero per i Beni e per le Attività Culturali, Direzione Generale per gli Archivi, 2011. Si confronti l’url: http://www.icar.beniculturali.it/getFile.php?id=395. Per l’International Standard for Describing Institutions with Archival Holdings si consulti il relativo link all’url: http://www.ica-atom.org. 61

Il modello dati dello standard, assieme alla versione disponibile anche in linea di EAD. Descrizione archivistica codificata. Dizionario dei marcatori: versione 2002, Roma, ICCU, 2005, a cura di Giovanni Michetti, è accessibile all’url: http://www.loc.gov/ead. Un’analisi del modello EAD è proposta in Janice E. Ruth, Encoded Archival Description: A Structural Overview, in Jackie M. Dooley, Encoded Archival Description: Context, Theory and Case Studies, Chicago, Society of American Archivists, 1998, pp. 7-22. Per una trattazione sullo standard Encoded Archival Context si veda: Daniel V. Pitti, Descrizione del soggetto produttore. Contesto archivistico codificato, in Convegno internazionale “Authority Control. Definition and International Experiences, Firenze, 10/12 febbraio 2003. La versione in linea è disponibile all’indirizzo: http://www.unifi.it/universita/biblioteche/ac/relazioni/pitti_ita.pdf. 62

In relazione alle note esplicative sul Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche si acceda all’url: http://siusa.archivi.beniculturali.it. Il Sistema Informativo degli Archivi di Stato è accessibile attraverso l’url: http://www.archivi-sias.it. Mentre il Sistema Archivistico Nazionale è visitabile all’url: http://san.beniculturali.it. 63

Archimista: indicazioni per l’utilizzo, 2012, p. 5. In merito alle Norme Italiane per l’elaborazione dei record d’autorità archivistici di enti, persone, famiglie, la versione in linea è disponibile all’url: http://www.icar.beniculturali.it/getFile.php?id=360. 64

Dimitri Brunetti, 2012, pp. 52-54. Archimista: indicazioni per l’utilizzo, 2012, pp. 6-7, 9-10, 30-32.

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con il complesso archivistico di primo livello (Archivio dell’Amideria Chiozza) e per fornire in merito

al compilatore della relativa scheda: il nominativo, la qualifica, la tipologia e la data del suo

intervento.

La seconda, tra le schede principali, a comparire nel report dell’Inventario, ossia quella ad

etichetta “Soggetto produttore”, risulta arbitrariamente arricchita, rispetto alla precedente, delle

informazioni che riempiono, per la sezione “Identificazione”, gli ulteriori campi “Tipologia ente” e

“Sede”, nonché, per la sezione “Fonti”, delle indicazioni inserite nel campo omonimo, elencando

quest’ultimo nello specifico la “Bibliografia” e le “Fonti archivistiche” di riferimento, a loro volta

propedeuticamente create nell’ambiente “Fonti”, accedendovi dalla voce “Schede” della barra dei

menù65.

Più precisamente i dati, che qui sono stati inseriti per popolare selettivamente i singoli campi (a

seconda della scelta compilativa da effettuarsi e che verte tra: “Bibliografia”, “Strumento di

corredo”, “Fonte archivistica” e “Fonte normativa”), hanno consentito di formulare la descrizione

bibliografica e la relativa sigla (l’abbreviazione/identificativo ad uso citazionale) per ciascuna

tipologia di fonte, visibili poi entrambe nel report dell’Inventario in posizione pedice entro la

scheda di pertinenza.

In sequenza, la terza scheda principale illustra il “Complesso archivistico”. Delle sue sei sezioni,

quella ad etichetta “Descrizione” ha visto compilati i campi che comprendono: la “Denominazione

principale”, oltre alle locuzioni secondarie con cui il complesso archivistico è comunemente

conosciuto, gli “Estremi cronologici” (iniziale e finale, espressi con l’opzione della “Data puntuale”,

usufruendo pure, in calce, del campo testuale “Note alla data”), nonché la “Consistenza”, il

“Contenuto” e la “Storia archivistica”.

Per la seconda sezione “Altre informazioni” vengono considerati i campi indicanti: la “Lingua della

documentazione” e i “Soggetti titolari”. Nella terza sezione “Accesso” si precisano: le “Condizioni

di accesso”, le “Condizioni di riproduzione” e lo “Stato di conservazione”.

Infine, prima delle sezioni “Fonti” e “Compilatori”, entrambe popolate a campi ripetitivi, nella

sezione “Relazioni” è presente il campo accessorio “Progetti” (anch’esso propedeuticamente

compilato nell’omonima scheda, accessibile dalla flag “Schede” della barra dei menù, che informa

su: “Denominazione”, “Tipologia di intervento”, “Date”, “Descrizione”, “Responsabili scientifici” e

“Soggetti coinvolti”66.

Configurati il “Soggetto conservatore”, il “Soggetto produttore” e il “Complesso archivistico”,

l’Inventario si implementa elencando le serie documentali.

Per ognuna, il software “Archimista” prevede una schedatura contraddistinta dalla medesima

articolazione in sei sezioni che struttura anche la terza scheda principale d’esordio, ossia quella del

“Complesso archivistico”, oltre a caratterizzare analogamente quelle dei livelli subordinati delle

sottoserie.

Quindi, in ciascuna serie, che si identifica dall’elemento univoco del numero romano, seguito dal

titolo inventariale, appaiono esplicitati: l’arco temporale entro cui sono stati prodotti i documenti

reperiti e analizzati, il livello descrittivo del nodo gerarchico rispetto alla struttura già creata (in

questo contesto viene infatti introdotta anche la “Sottoserie”, come ripartizione ulteriore, la cui

65

Archimista: indicazioni per l’utilizzo, 2012, pp. 83-89. 66

Archimista: indicazioni per l’utilizzo, 2012, pp. 9-10.

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voce si reperisce da una lista chiusa attraverso il campo inerente la tipologia), il numero e il tipo

delle unità archivistiche, nonché il contenuto, redatto, là dove è stato possibile, con ampiezza di

dettagli informativi, al fine di rivelare le peculiarità di ciascuna sottopartizione.

In tal senso, allo scopo di fornire un’analisi più esaustiva, si rendono note le forme prevalenti per il

titolo (quando ne è stato rilevato più di uno) e si propongono le varianti lessicografiche per le voci

annotate sui registri.

In aggiunta, si precisa quando la redazione delle carte sciolte precede la loro rilegatura in volumi e

si indica la presenza di etichette “parlanti” (con l’accorgimento di segnalare quando le scritte

appostevi risultano vergate a mano, battute a macchina, oppure sono stampigliate), perché il

materiale custodito nelle unità archivistiche non sempre vi corrisponde.

Mentre a conclusione, e solo per le serie con i documenti peggio conservati, si aggettiva

qualificativamente lo stato di conservazione, dettagliando in nota i danni prevalenti riscontrati.

Quanto all’ordine con cui si presentano nell’Inventario le serie (scaturito dall’esigenza di

contemperare la disposizione secondo cui i registri, quali documenti di carattere generale e

sintetico, precedono di norma i pezzi analitici e preparatori67, con la prassi di assemblare i pezzi

archivistici in sequenza cronologica), si è scelto di partire con i

Documenti costitutivi68. Ne deriva, che la prima serie apre l’Inventario in virtù di un ragionato

compromesso, volto a privilegiare la valenza probatoria dei documenti in essa confluiti, e non

perché contenga i pezzi più antichi o le scritture a carattere riassuntivo. In successione, vengono

elencate prima le serie contraddistinte prevalentemente da registri (II-XXII), poi quelle composte

da carte sciolte e perlopiù raggruppate in carpette e raramente in buste (XXIII-XXV).

Appurata per il momento l’assenza di mezzi di corredo coevi al primitivo stadio dell’archivio, la sua

logica organizzativa è stata desunta attraverso l’esame diretto della documentazione, che ha

conseguentemente indotto ad articolare le serie in sottoserie e a suddividere a loro volta

entrambe in fascicoli e sottofascicoli, come nel caso esclusivo delle carte sciolte.

In merito al grado di analiticità, la schedatura operata con il software “Archimista” ha preso in

considerazione ciascuna delle 1004 unità archivistiche ad oggi computate, siano esse

indifferentemente registri, quaderni, buste, fascicoli o singoli documenti.

Avendo optato per una trascrizione fedele dei dati (assunti tutti durante l’anamnesi dei pezzi,

effettuata con una visione diretta), durante la compilazione delle schede di ogni unità archivistica

non ci si è avvalsi di alcun intervento uniformatore, riproducendo pertanto sia le varianti e sia i

troncamenti delle intitolazioni, propri quest’ultimi dell’usus scribendi di ciascun impiegato che si

avvicendò nella loro vergatura. Semmai, le eventuali interpolazioni sono state evidenziate con il

segno diacritico delle parentesi quadre.

L’inserimento dei dati in ognuna delle “Schede unità”, che si compie partendo dalla scheda della

serie di appartenenza, è andato a popolare i campi delle sue cinque sezioni: 1. “Descrizione”, 2.

“Descrizione fisica”, 3. “Accesso”, 4. “Fonti” e 5. “Compilatori”.

67

Paola Carucci, 1990, pp. 144, 232. Roberto Navarrini, 2005, pp. 84-85. Paola Carucci e Maria Guercio, 2008, pp. 86-88. 68

La serie I, sebbene allo stato attuale consti di un’unica busta, è stata ricomposta dopo l’individuazione fortuita della documentazione ad essa riconducibile, che attualmente è ancora contenuta dentro uno dei 146 scatoloni destinati a condizionare temporaneamente le carte sciolte dell’archivio della fabbrica d’amido di Perteole. Si veda in: A.A.C.P., scat. VARIO 1. Cfr. Appendice, n. 124.

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Eseguito il report dell’Inventario, la descrizione delle unità archivistiche che ne deriva mostra in

apertura per ciascuna, dopo il numero progressivo della “Segnatura provvisoria”, che ricorre sia in

apice e sia in coda, il “Titolo” e gli “Estremi cronologici”, quasi sempre comprensivi di giorno, mese

ed anno, invece più di rado si è usufruito dell’opzione “data secolare” ed eccezionalmente se ne è

qualificata la validità con la voce “incerta e attribuita”.

Di seguito, le schede relazionano sul “Contenuto”, usualmente reso esplicito, tranne nei casi in cui

il titolo dell’unità archivistica appaia già di per sé esaustivo, oppure quando l’omonimo campo

“Contenuto”, che concorre d’abitudine ad illustrare la scheda della serie d’appartenenza, l’abbia

ampiamente palesato.

Ancora, un’ulteriore distinzione viene segnalata nel campo in questione. Se le unità archivistiche

sono dei registri, si informa pure sulla presenza di eventuali allegati e sulle tracce lasciate dalle

operazioni occorse di vidimazione e di timbratura. Differentemente, se le unità archivistiche

comprendono carte sciolte, di tutte se ne indica la natura (documento/scrittura) e il soggetto

produttore (ente/organismo/istituzioni/ditta/persona)69.

Inoltre, se le carte risultano redatte dall’organigramma della stessa Amideria Chiozza, si riportano

le diverse ragioni sociali che la medesima ha mutato nel tempo.

Ad ultimare la schedatura si profila la “Descrizione estrinseca”, campo in cui appaiono espressi: la

tipologia fisica dell’unità archivistica, il suo materiale di supporto, le misure, il numero delle carte

o delle pagine, l’esistenza di carte bianche, di carte sciolte o di rubriche (quest’ultima voce solo

per i registri), con l’accortezza di enumerare quante copie si preservano, se gli esemplari

individuati sono più di uno.

Si è deciso, altresì, di aggiungere in calce alla descrizione di ciascuna unità archivistica anche

l’informazione sulla patologia rilevata, poiché le lesioni cagionate al materiale cartaceo, derivanti

principalmente dall’azione di agenti patogeni e dalle variazioni termoigrometriche, hanno

configurato una pletora di stati conservativi. In sintesi, se prevalenti sono i guasti sostanziatisi con

alterazioni cromatiche per foxing e con degenerazioni strutturali per attacchi fungini70, minoritaria

appare invece la corrutela cartacea attraverso quei volumi restituitici dal tempo anepigrafi, acefali

o defraudati parzialmente delle compagini interne, queste, peraltro, recanti in più esemplari fogli

sgualciti per l’incuria e l’attività fagica degli entomi.

Lidia Da Lio

69

Per quanta riguarda la tipicità dei requisiti formali del documento, in rapporto alla diversa natura (dispositiva/interlocutoria) e tipologia degli atti giuridici che rappresenta, si consulti: Paola Carucci e Maria Guercio, 2008, p. 63. 70

Marina Bicchieri, Chimica della cellulosa e metodi di studio della sua degradazione, in Maria Grazia Plossi e Antonio Zappalà, Chimica della cellulosa e metodi di studio della sua degradazione, in Libri e documenti: le scienze per la conservazione e il restauro, Gorizia, Biblioteca Statale Isontina, Mariano del Friuli, Edizioni della Laguna, 2007, pp. 197-217: 203-213. Andrea Gorassini, Le cause di degrado esterno al materiale cartaceo in Appunti delle lezioni del Corso di “Conservazione dei beni archivistici e librari”, Università degli Studi di Udine, Corso di Laurea triennale in “Conservazione dei Beni Culturali”, Percorso “Archivistico - Librario”, dattiloscritto, a.a. 2008 - 2009, passim.

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Documenti cartacei guastati dall’azione di muridi e artropodi.

Registro cartaceo guastato da attacchi fungini.