la piazza di rovigo - 2012ott n 137

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L’Intervento I n Italia, ed in particolar modo nel Veneto, si pagano tante e troppe tasse. Nel corso degli anni la pressione fiscale, è costantemente cresciuta. Nel 2012 dovrebbe attestarsi al 45,1% del Pil: in altre parole, per ogni 100 euro cha la “fami- glia” Italia percepisce, 45,1 vanno allo Stato e solo 54,9 rimangono in tasca per vivere. Non toccate l’Imu di Giuseppe Bortolussi* 575 € endosseo 70 € Otturazione semplice estetica 45 € Igiene dentale 35 € OPT (panoramica) 395 € Corona ceramica Grazie alla forza della Cooperazione e di un grande gruppo, Dentalcoop è in grado di offrirti la grande qualità italiana, con il massimo del risparmio . Con Dentalcoop, sorride anche la convenienza. 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All’epoca, non mancarono le accese discussioni in Consiglio comunale, le invettive sui giornali mentre sulle strisce pedonali prendeva forma un originale ostruzionismo con gruppi di per- sone organizzati in ininterrotti attraversamenti per evitare che le auto transitassero sull’arteria cittadina, visto che era da poco stata spesa una considerevole somma per tirarla a nuovo e quali- ficarla in ragione alla sua ritrovata funzionalità e bellezza. Già allora, pareva essere maggioritario il numero dei contrari alla riapertura al traffico rispetto a chi era favorevole. O comunque i primi sembravano più determinati dei secondi. Per questo la decisione dell’Amministrazione non fu facile, malgrado fosse uno dei punti saldi della campagna elettorale del sindaco Piva. Tuttavia, dopo un periodo di sperimentazione, che a qualcuno deve essere parso come la quadratura del cerchio, il Corso del Popolo fu lasciato per- corribile dalle auto dalle 5.30 del mattino alle 17.30 della sera, salvo nei week end. Il plauso all’iniziativa pareva provenire dal popolo degli esercenti che da tempo lamentavano il calo della clientela, salvo poi aggiungere che il vero problema del calo degli scontrini non era, e non lo è tutt’ora, legato al transito degli automezzi ma semmai all’assenza di parcheggi o tutt’al più al fiorire di centri commerciali e outlet non lon- tani dal capoluogo. Comunque sia, le cose non stanno più in questi termini. A palazzo Nodari ora, l’apertura del corso è tornata “sub judice” con la novità che nel ruolo di “judice” sono stati indicati i cittadini. EDITORIALE Nuovo Veneto firmato Monti di Nicola Stievano P oche righe del Consiglio dei Ministri, il giorno di Halloween, hanno azzerato mesi di discussioni e polemiche, deci- ne di interventi più o meno appassionati, mozioni, dichiarazioni d’intenti, appelli e via di questo passo. Anche gli ultimi, con- citati, giorni che hanno preceduto il decre- to sono stati spazzati via con un colpo di penna. Il governo Monti ha tirato dritto per la strada della riorganizzazione delle province passando sopra ad ogni proposta arrivata dal territorio. Umiliata soprattutto la Regione che si è arrovellata per mesi e mesi sul riordino delle province per arrivare alla proposta un po’ naif di mantenere le sette province così com’erano. Tutte da salvare, tutte degne di essere trasformare in “enti di secondo livello” e di mantenere intatti i confini. Messa, almeno per ora, in stand-by anche l’iniziativa Za- nonato - Orsoni sulla città metropolitana Venezia - Padova che per una settimana ha scompaginato lo scacchiere veneto metten- do in subbuglio decine di sindaci e costrin- gendo all’angolo anche Zaia. Con buona pace di Rovigo che non voleva saperne di Padova e ora dovrà andare a braccetto con Verona. continua a pag. 3 Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 137 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD www.lapiazzaweb.it di Rovigo LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010 Uno dei prossimi appuntamenti politici che interesserà la città di Rovigo sono le primarie per l’individuazione del candidato da far scendere in campo nelle votazioni politiche della prossima primavera. Tra i candidati: Tabacci, Renzi, Bersani, Vendola e Puppato PRIMARIE. AL VOTO IL 25 NOVEMBRE pag. 9 Il “Rapporto povertà 2012” della Caritas italiana evidenzia un incremento significativo negli ultimi tre anni delle richieste provenienti dai cittadini italiani, che sono ormai oltre un terzo degli utenti. CRESCE IL NUMERO DI CHI CHIEDE AIUTO pag. 12 Rovigo con Verona aspettando la Vi-Ve-Ro Province pag. 16 e 28 Imu, il 17 dicembre il saldo. Ovunque rincari Imposte pag. 4-5 continua a pag. 8 *Segretario CGIA di Mestre AGENZIA DI ROVIGO Tel. 0425 090894 CAVARZERE (VE) Via Maestri del Lavoro, 13 Tel. 0426 311783 Fax 0426 311741 www.tirakkina.it

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La Piazza di Rovigo - 2012ott n 137

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Page 1: La Piazza di Rovigo - 2012ott n 137

L’Intervento

In Italia, ed in particolar modo nel Veneto, si pagano tante e troppe tasse. Nel corso degli anni la pressione fiscale, è costantemente cresciuta. Nel 2012 dovrebbe attestarsi al 45,1% del Pil: in

altre parole, per ogni 100 euro cha la “fami-glia” Italia percepisce, 45,1 vanno allo Stato e solo 54,9 rimangono in tasca per vivere.

Non toccate l’Imudi Giuseppe Bortolussi*di Giuseppe Bortolussi*

corso degli anni la pressione fiscale, è costantemente cresciuta. Nel 2012 dovrebbe attestarsi al 45,1% del Pil: in

575 €Impianto endosseo

70 €

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45 €Igiene dentale

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“Perchè Rovigo expò non viene liquidata?”

Economia

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Ai cittadini la decisione di chiudere il CorsoPer regolare il traffico dell’arteria cittadina verrà istituito un referendum

Un po’ meno di anno fa, il Corso del Popolo era diventato il centro delle proteste di chi era contrario alla sua riapertura al traffico.

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bellezza. Già allora, pareva essere maggioritario il numero dei contrari alla riapertura al traffico rispetto a chi era favorevole. O comunque i primi sembravano più determinati dei secondi. Per questo la decisione dell’Amministrazione non fu facile, malgrado fosse uno dei punti saldi della campagna elettorale del sindaco Piva. Tuttavia, dopo un periodo di sperimentazione, che a qualcuno deve essere parso come la quadratura del cerchio, il Corso del Popolo fu lasciato per-corribile dalle auto dalle 5.30 del mattino alle 17.30 della sera, salvo nei week end. Il plauso

all’iniziativa pareva provenire dal popolo degli esercenti che da tempo lamentavano il calo della clientela, salvo poi aggiungere che il vero problema del calo degli scontrini non era, e non lo è tutt’ora, legato al transito degli automezzi ma semmai all’assenza di parcheggi o tutt’al più al fiorire di centri commerciali e outlet non lon-tani dal capoluogo. Comunque sia, le cose non stanno più in questi termini. A palazzo Nodari ora, l’apertura del corso è tornata “sub judice” con la novità che nel ruolo di “judice” sono stati indicati i cittadini.

EDITORIALE

Nuovo Veneto fi rmato Monti di Nicola Stievano

Poche righe del Consiglio dei Ministri, il giorno di Halloween, hanno azzerato mesi di discussioni e polemiche, deci-

ne di interventi più o meno appassionati, mozioni, dichiarazioni d’intenti, appelli e via di questo passo. Anche gli ultimi, con-citati, giorni che hanno preceduto il decre-to sono stati spazzati via con un colpo di penna.

Il governo Monti ha tirato dritto per la strada della riorganizzazione delle province passando sopra ad ogni proposta arrivata dal territorio.

Umiliata soprattutto la Regione che si è arrovellata per mesi e mesi sul riordino delle province per arrivare alla proposta un po’ naif di mantenere le sette province così com’erano.

Tutte da salvare, tutte degne di essere trasformare in “enti di secondo livello” e di mantenere intatti i confi ni. Messa, almeno per ora, in stand-by anche l’iniziativa Za-nonato - Orsoni sulla città metropolitana Venezia - Padova che per una settimana ha scompaginato lo scacchiere veneto metten-do in subbuglio decine di sindaci e costrin-gendo all’angolo anche Zaia. Con buona pace di Rovigo che non voleva saperne di Padova e ora dovrà andare a braccetto con Verona.

continua a pag. 3

Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 137 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD www.lapiazzaweb.it

di Rovigo

LO NAZ/19/2010/CT01 04 2010

Uno dei prossimi appuntamenti politici che interesserà la città di Rovigo

sono le primarie per l’individuazione del candidato da far scendere in campo nelle votazioni politiche della prossima

primavera. Tra i candidati: Tabacci, Renzi, Bersani, Vendola e Puppato

Primarie. al voto il 25 novembre

pag. 9

Il “Rapporto povertà 2012” della Caritas italiana evidenzia un incremento

significativo negli ultimi tre anni delle richieste provenienti dai cittadini italiani,

che sono ormai oltre un terzo degli utenti.

cresce il numero di chi chiede aiuto

pag. 12

Rovigo con Verona aspettando la Vi-Ve-Ro

Province

pag. 16 e 28

Imu, il 17 dicembre il saldo.Ovunque rincari

Imposte

pag. 4-5

continua a pag. 8*Segretario CGIA di Mestre

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Page 4: La Piazza di Rovigo - 2012ott n 137
Page 5: La Piazza di Rovigo - 2012ott n 137

Lavorotirocini Per giovani

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Attraverso il programma Amva - botteghe di mestiere del Ministero del Lavoro e attuato

da Italia Lavoro con il contributo dei Pon del Fondo Sociale europeo 2007-2013,

ed in collaborazione con i servizi per l’impiego della Provincia di Rovigo sono stati promossi dei tirocini per giovani nell’ambito dell’artigianato. In particolare, in Polesine,

l’obiettivo specifico è quello di formare ope-ratori nel settore dell’arte bianca, nei profili

professionali del panettiere, pasticciere, gelataio e pastaio. I tirocinanti opereranno a stretto contatto con il personale dell’azienda

ospitante e la loro formazione sarà basata sull’apprendimento di tecniche e nozioni

pratiche. I tirocinanti dovranno essere disoccupati o inoccupati e avere un’età

compresa tra i 18 e i 28. Durante il periodo di tirocinio verrà riconosciuta al tirocinante

una borsa mensile dell’importo di 500 euro per un massimo di 3.000 euro Gli aspiranti tirocinanti interessati potranno

iscriversi su www.italialavoro.it/amva, così come tutte le informazioni, le procedure, la

documentazione e le disponibilità finanziarie relative agli interventi previsti dal sistema

incentivante. Palazzo Nodari

studenti belgi in visita

Attraverso l’amicizia e la conoscenza dei gruppi possiamo fare l’Europa del futuro”.

E’ quanto ha affermato il sindaco Bruno Piva dando il benvenuto ai ragazzi del

College Notre Dame de la Tombe de Kain (Tournai) in Belgio, in visita oggi a

palazzo Nodari. Quarantaquattro studenti accompagnati da 4 insegnanti, in città da sabato, nell’ambito di uno scambio con il

liceo scientifico Paleocapa. Si tratta, come ha spiegato Silvia Patisso responsabile del

progetto, dell’undicesimo scambio fra i due licei, a testimonianza di un’amicizia che dura da lunga data. “Vi auguro, ha

concluso il sindaco, che possiate realizzare tante belle cose, perché voi siete i cittadini

del futuro”. Per l’occasione ha portato il suo saluto anche l’assessore alle Politiche

giovanili Andrea Bimbatti.

Teatro Socialecolazione da tiffany

Il prossimo appuntamento con la prosa al Teatro sociale sarà martedi 11 dicembre con lo spettacolo “Colazione da Tiffany” di Truman Capote con Francesca Inaudi e Lorenzo Lavia con la regia di Pietro Maccarinelli. Holly Golightly, la protagonista di questo estroso romanzo breve, è una cover-girl di New York, attrice cinematogra-fica mancata, generosa di sé con tutti, consolatrice di carcerati, eterna bambina chiassosa e scanzonata. E’ un personaggio incantevole, dotato di una sorprendente grazia poetica. Intorno a lei ruotano tipi bizzarri come Sally Tomato, paterno gangster ospite del penitenziario di Sing Sing, O.J. Berman, il potente agente dei produtto-ri di Hollywood, il “vecchio ragazzo” Rusty Trawler, Joe Bell, proprietario di bar e timido innamorato...

Rovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia RegioneRovigo Provincia Regionecommercio

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Decathlon, fino a gennaio nessuna risposta

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Con una cerimonia la Silvestri ha chiuso i battenti

sPort

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Trevisonno lascia il futsal. Parte per l’Australia

Scuole superioriesPerienze in banca

Partirà da gennaio e si potrà fino ad apri-le la possibilità per le classi quinte delle scuole superiori polesane di unire alla didattica esperienze pratiche in materia finanziaria. Infatti grazie ad un accordo siglato tra l’assessore alla Pubblica istru-zione Leonardo Raito, Giovanni Pontara dell’Ufficio scolastico ed il vice presidente della Cassa di Risparmio del Veneto Fabio Ortolan i “maturandi” polesani avranno la possibilità di visitare le filiali dell’istituto di credito per unire una parte pratica a quella teorica sviluppata in aula entrando in contatto con la tipologia delle operazioni e la gestione degli strumenti finanziari.

EDITORIALE

Nuovo Veneto fi rmato Monti In questa fi ne del 2012, dunque, il nuovo Veneto porta la fi rma del governo Monti e non certo degli amministratori del territorio, che

del resto quanto a potere decisionale e forza di incidere sulle scelte per il prossimo futuro sono in buona compagnia con gli altri colleghi di tutta l’Italia.

Tutti impegnati a recintare il proprio orticello, i nostri rappresentanti non si sono resi conto che le decisioni ormai passano sopra le loro teste lasciando a loro, però, il compito di mettere in pratica il nuovo assetto, piaccia o non piaccia. Il giorno dopo il decreto di riordino delle Province è tutto un levare di scudi: dai presidenti e assessori “a scadenza” a fi ne anno ai sindaci, di questo o quello schieramento, che mal digeriscono accorpamenti ed esclusioni.

C’è chi annuncia ricorsi alla Corte Costituzionale e chi è prova a mettere insieme un fronte politico che permetta di modifi care lo scenario ma alla maggioranza dei cittadini tutte queste manovre interessano fi no ad un certo punto e, anzi, possono apparire come l’ennesimo tentativo della politica di salvare se stessa. Un padovano continuerà a sentirsi tale anche se dal punto di vista amministrativo dividerà la provincia con Treviso, che manterrà le sue specifi cità e la sua identità. E lo stesso sarà per Rovigo. Quanto alla città metropolitana Padova - Venezia, che adesso potrebbe allargarsi anche a Treviso, l’argomento è stato affrontato all’ultimo minuto senza avere il tempo necessario per approfondirne i dettagli e valutarne le opportunità. Se ci saranno i presupposti potrebbe nascere qualcosa di interessante, in caso con-trario ognuno proseguirà per la sua strada. Ora la parola passa agli amministratori e ai politici locali, hanno l’ultima occasione per riportare in primo piano gli interessi le autentiche necessità del territorio.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

è un marchio registrato di proprietà della PROMOMEDIACOMMUNICATIONS Srl Edito da GIVE EMETIONS Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

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REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 29 ottobre 2012Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

mondo scuola

pag. 20

“Concorsone”, precari sul piede di guerra

Personaggio

pag. 22

Ubertone, un talento scoperto da Mogol

cultura

pag. 23

Rassegna “Aperture”, appuntamenti fino a dicembre

Politica

pagg. 24-25

Il Veneto laboratorio delle prossime elezioni

cultura

pag. 30

Raffaello verso Picasso tra contestazioni e grandi opere

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28 Argomento del mese

Imu, Imposta Municipale Unica, sostanzialmente la vec-chia Ici mascherata, sta facendo piangere lacrime amare a chi è già vessato dalla mancanza di lavoro e dal peso

della crisi. La prima rata a giugno, la seconda a settembre, ora ci si prepara al conguaglio fi nale, previsto per dicembre. Come si calcola l’Imu? In effetti i conti non sembrano es-sere così semplici.

Come tutti ormai sanno, i comuni hanno la possibilità di decidere l’aliquota da applicare all’interno di un intervallo, che varia in base all’immobile considerato: dallo 0,2% allo 0,6% per le prime case, da 0 a 0,4% per i fabbricati rurali, dallo 4,6% al 10,6% per le seconde case e altri tipologie di beni. L’imposta interessa tutti gli immobili e si calcola, come avveniva per l’Ici, moltiplicando la rendita catastale per cen-tocinque aggiungendo però per l’Imu, il 60% (moltiplicando dunque il tutto per 1,6). Sono previste alcune detrazioni: per la prima casa abituale (ovvero dove il proprietario di-mora abitualmente e risiede anagrafi camente) è possibile chiedere la riduzione di duecento euro, più cinquanta euro per ogni fi glio a carico che abbia meno di ventisei anni. Una

deroga ai pagamenti dell’Imu è stata prevista nei comuni oggetto del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna (e qualche comune del Polesine) nello scorso maggio; il pa-gamento della prima e seconda rata è stato infatti sospeso fi no al 30 novembre. Per quanto riguarda i Comuni capo-luogo di Provincia della regione Veneto, la scelta è stata quella di applicare (per il pagamento dell’Imu sulla prima casa) l’aliquota dello 0,4% ad eccezione di Belluno e Rovi-go che hanno applicato, rispettivamente, quella dell 0,5% e quella dello 0,6%. Tra questi, il comune in cui mediamente il cittadino sembra dover pagare di più è quello di Verona, seguito a ruota da Padova; entrambi sembrano essere tra i dieci comuni d’Italia dove l’Imu incide maggiormente nelle tasche dei contribuenti (seconde solo a città come Roma, Milano, Torino, Bologna, Rimini). Questa imposta è stata pensata dai legislatori come una fonte di introiti per i Co-muni, costantemente oggetto di tagli ai fi nanziamenti da parte dello Stato centrale ma, in effetti, non moltissimo rimane nelle casse comunali. Allo Stato è riservata la metà delle entrate calcolate applicando l’aliquota base (ovvero

lo 0,76%), a tutti gli immobili al di là dell’abitazione prin-cipale. I comuni avevano tempo fi no al termine di ottobre per variare le aliquote di riferimento: quasi tutti i Comuni le hanno mantenute o addirittura alzate.

Diversi primi cittadini infatti, temono di non riuscire a soddisfare le aspettative ministeriali e non rispettare le previsioni. Non aiuta la Corte dei Conti che ha stabilito la diretta responsabilità del primo cittadino per eventuali danni erariali causati dall’errato calcolo delle tasse comunali. Così, onde evitare di sbagliare, i sindaci sono portati a tenere alte le aliquote. In Veneto, tuttavia, solo Rovigo (tra i capoluo-ghi di Provincia) ha posto dall’inizio le aliquote al massi-mo anche per l’abitazione principale. A dicembre, entro il giorno 16, il contribuente dovrà versare il saldo sulla base delle aliquote defi nitive come deliberate dal comune. In al-tre parole, sarà necessario ricalcolare il debito Imu annuo sulla base delle aliquota decise dall’ente locale, sottrarre gli acconti pagati a giugno e a settembre (per i contribuenti che hanno scelto di suddividere i versamenti in tre rate) e versare a saldo la differenza.

di francesca De Luca

I sindaci temono di non riuscire

a soddisfare le aspettative

ministeriali

Solo Rovigo, tra i capoluoghi di Provincia,

ha posto dall’inizio aliquote al massimo

PRESSIONE FISCALE La tanto contestata Imposta municipale

unica torna di attualità in quanto entro

il 16 dicembre si dovrà pagare il conguaglio.

I comuni hanno avuto tempo fi no al termine di ottobre per modifi care le aliquote

ma quasi nessuno le ha abbassate Imu: tra acconto e saldo nessuno sconto

beni della chiesa

Imu dal 2013

Beni della chiesa, l’Imu ci sarà dal 2013. Con la tassa dovranno farci conto le diocesi e le parrocchie della nostra regione, il Ve-

neto, da sempre ricche di patrimonio immobiliare utilizzato a fi ni sociali e commerciali. A certifi carlo è il Governo intervenuto nelle scorse settimane con delle correzioni normative, dopo la boccia-tura, da parte del Consiglio di Stato, del decreto

del Tesoro che attuava la legge. Bocciatura arrivata per il fatto che il Consiglio di Stato ravvisava che il decreto andava oltre i poteri regolamentari previsti dalla legge. La Chiesa, come tutti gli enti non commerciali, verserà l’Imu sugli immobili che ospitano le attività che danno profi tto. Pagherà a partire dal 2013, anche quando le attività redditizie sono svolte in immobili in cui l’utilizzazione è mista, ovvero sia non commerciale che com-merciale. “Il quadro regolatorio, sia primario che secondario, è stato spiegato in ambito governativo sarà defi nito in tempo per il periodo annuale di imposta, che decorre dal primo gennaio 2013, con l’effetto di pieno adeguamento al diritto comunitario e con la determinazione delle situazioni assoggettabili alla imposta in questione”. Si defi niranno i requisiti, sia generali che di settore, per qualifi care come svolte con modalità non com-merciali, le attività di vario tipo (assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive).

4 Argomento del mese44 Argomento del mese

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29Argomento del mese

di francesca De Luca

Solo sei comuni in tutta Italia hanno abbassato l’aliquotaLa Cgia di Mestre ha preso in esame 81 capoluoghi di Provincia

I dati della Cgia di Mestre parlano chiaro: all’interno di un campione d’esame corrispondene ad 81 capoluoghi di Provincia, nelle grandi città un Sindaco su due (precisamente il 49,4% del campione preso in esame) ha deciso di non aumentare l’aliquota base dell’Imu sulla prima casa. Altri 35 primi cittadini (pari al 43,2%), invece, hanno deciso di alzarne l’aliquota, mentre ci

sono 6 realtà comunali (pari al 7,4% del totale) che faranno sicuramente felici i proprietari che vivono in quelle città, dal momento che hanno deciso di abbassare l’aliquota. Le delibere prese in esame dalla Cgia sono state recuperate nel sito internet del Mini-stero delle fi nanze. Per una abitazione di tipo civile A2 (vale a dire una tipologia abitativa media che si interpone tra gli immobili economici e quelli signorili) i più “colpiti” dall’Imu sulla prima casa saranno i torinesi: la seconda rata costerà mediamente 718 euro che farà salire l’imposta complessiva annua a 1.055 euro. Segue Genova, con una seconda rata pari a 561 euro che porterà l’imposta complessiva annua a toccare i 902 euro.

Sul terzo gradino dei più tartassati dall’introduzione dell’Imu troviamo i proprietari di prima casa di Bologna: pur versando una seconda rata di 440 euro, il versamento complessivo raggiungerà gli 879 euro. Al di là degli aumenti di aliquota apportati da queste Amministrazioni comunali, sull’importo da pagare incide molto la rendita catastale media presente in queste città. Quest’ultima, strettamente legata al valore economico dell’immobile, è quel parametro che determina la base imponibile sulla quale si applica l’Imu. Non è però ancora detta l’ultima parola: il Governo si è riservato la facoltà di variare l’aliquota base addi-rittura entro il 10 dicembre 2012.

Imu: tra acconto e saldo nessuno sconto

Chi cala e chi cresce l’imposta

Aliquote nei comuni Adria fa spendere meno per le seconde case E nel Polesine come si comportano i Comuni? Portoviro, ad esempio, mantiene le

medesime aliquote, confermando quanto stabilito con la delibera di giugno: lo 0,5% sulla prima casa, lo 0,8% su tutti gli altri tipi di fabbricati al di là di quelli

rurali, per i quali vale l’aliquota dello 0,2%. L’incasso, calcolato con l’aliquota base è stato, ad ora, di un 1 milione e 270 mila euro, di cui 188 mila e cinquecento circa dal pagamento della tassa sulle abitazioni principali; 111 mila e seicento circa dal pagamento sui terreni agricoli; 134 mila e quattrocento circa dalla aree edifi cabili e quasi seicento mila per quanto riguarda la tassazione sui beni di altro genere (ad esempio le seconde case). Novità ad Adria, invece, che, con una delibera di giunta datata 30 ottobre, ha stabilito un abbassamento dell’aliquota (dall’ 1,6% allo 0,96%) per i proprietari di seconde case nel caso in cui in queste vi risiedano stabilmente ed anagrafi camente un genitore o un fi glio (un parente in linea diretta). “Tutti noi avremmo preferito non pagare l’Imu e non farlo pagare ai cittadini - sostie-ne l’assessore Federico Simoni - ma dobbiamo essere realisti e credibili. Il governo continua a tagliare i fondi agli enti locali e per gli amministratori è veramente diffi cile riuscire a garantire i servizi. Solo nel 2012 - continua Simoni - lo Stato ha tagliato

un milione e trecentomila euro, ma noi vogliamo continuare a mantenere aper-te le delegazioni frazionarie e tutto ciò che ci consente di esser vicini ai citta-dini, nostri datori di lavoro e clienti al tempo stesso; dobbiamo continuare a ri-spondere ai loro bisogni”. Se Adria ride,

Rovigo piange, nel capoluogo, infatti, monta la polemica in seguito ad uno studio pubblicato dal Sole 24 Ore, in cui si evidenzia una differenza del + 500% tra quanto versato dai cittadini a giugno come acconto, e quanto dovranno pagare invece con il saldo di dicembre. Se, ad esempio, un cittadino rodigino ha versato 25 euro come prima rata, a dicembre dovrà pagarne 150. La causa è facilmente individuabile: se la prima rata è calcolata tenendo conto dell’aliquota base stabilita dal Ministero (lo 0,4% per le prime case e lo 0,76% per gli altri immobili), a dicembre sarà invece effettuato un ricalcolo in base alle aliquote stabilite a livello comunale (nel caso di Rovigo lo 0,6% per le prime case e l’ 1,6% per le altre proprietà). “Questa è una polemica inutile, e fuorviante - sostiene l’assessore Stefano Bellinazzi - posta in questi termini sembra vi siano stati enormi rincari e che i cittadini di Rovigo siano tra i più tartassati di Italia. Così non è per capire quali sono i cittadini che spendono di più non si devono guardare le aliquote ma le rendite catastali sulle quali si basano i calcoli per il pagamento”. Le rendite catastali di Rovigo, in effetti, sono basse. Così, anche se a Rovigo l’aliquota è al massimo a differenza, per esempio, di Venezia (in cui è allo 0,4% con ulteriori detrazioni per nuclei familiari con componenti disabili), un rodigino proprietario di un appartamento di 100 metri quadrati a Rovigo pagherà molto meno. In ogni caso chiudere l’anno con l’ennesimo sacrifi cio, è un peso per moltissime famiglie, continuo oggetto di una crisi che non accenna ad arrestarsi.

F.D.L.

Chiudere l’anno con l’ennesimo sacrifi cio, è un peso per moltissime famiglie

555Argomento del mese

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6 Rovigo - In Municipio66 Rovigo - In Municipio

Se le città del passato venivano qua-lificate in ragione dei servizi, ora a questi si devono aggiungere anche i

dati relativi alla qualità ambientale per una valutazione precisa della vivibilità dei centri urbani. Insomma, una volta era la vicinanza alla posta, al centro commerciale o ai mezzi di trasporto pubblico a costituire valore re-sidenziale, ora lo sono anche l’aiuola, la pista ciclabile, la rampa per il portatore di handi-cap. E se Ottaviano Augosto duemila anni fa poteva vantarsi di avere trovato all’inizio del suo regno su Roma “una città di mattoni e di averla la-sciata di marmo” i sindaci dei nostri comuni devono, ora invece preoccuparsi di lasciare al termine del loro mandato città sempre più verdi e a dimensione d’uomo. Ne è convinta Legambiente che ogni anno insie-me a Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, stila una speciale classifica “Ecosistema Urbano” dove vengano indicati i comuni più virtuosi

dal punto di vista urbano. La lista prende in considerazione vari aspetti della vita in cit-tà: dalla rete idrica alla qualità dell’aria, dai trasporti pubblici alle piste ciclo-pedonali, e in quella redatta quest’anno il comune di Rovigo non brilla. Figura 84esimo in un ranking di 104 capoluoghi e nel 2000 era 23esimo. Nel rapporto pesa, ad esempio, la

raccolta rifiuti che non essendo porta-a-porta vale un 85esimo po-sto (mitigato in parte dalla diferenziata che supera il 60%); la rete idrica, in virtù delle sue

numerose perdite, vale invece un 54esimo; mentre la rete ciclabile rodigina occupa la 47esima piazza. La città sprofonda deci-samente nelle retrovie quando si parla di mezzi pubblici, 93esimo posto, isole pedo-nali, 92esimo posto, e ambiente, 82esimo posto, il che costituisce un paradosso per un capoluogo piccolo e di campagna e un campanello dall’arme visto che non risulta essere buona nemmeno la qualità dell’aria.

A tal proposito sembra significativo l’appello lanciato qualche giorno fa dal consigliere del Partito Democratico, Vanni Borsetto, in merito Parco Langher. “La Conferenza dei servizi in programma nei i prossimi giorni – spiega in un comunicato - dovrebbe valutare a fondo quanto sia rischioso far convivere per il futuro un tratto viario imponente come il Passante Nord a stretto contatto con una fetta di città come il quartiere Commenda. E’ riduttivo pensare che la soluzione sia solo e unicamente quella che passa sopra il Par-co. In molti luoghi e città del nostro paese la concertazione ha spesso portato a soluzioni ragionate e condivise anche in situazioni ben più difficoltose.

Nella fattispecie esistono soluzioni già prospettate da tempo e sposate anche dalla precedente Giunta di centrodestra: la soluzio-ne alternativa esiste come quella di spostare il tracciato a nord del Ceresolo per far confluire il traffico di fronte al centro commerciale l’Ali-per. Hanno ragione gli ambientalisti a chiedere tempo e soluzioni alternative. La decisione per un opera con costi importanti e che prevede

la soppressione di uno dei polmoni verdi della città e dell’intero tratto verde che protegge il quartiere Commenda non può essere presa in fretta. Se vivessimo altrove nessuna ammini-strazione si sognerebbe di far percorrere un tratto simile con traffico sostenuto. A maggior ragione dopo che in passato ne è stata re-

spinta ogni ipotesi di intervento edificatorio a tutela della zona. Fretta e miopia non devono sostituirsi alla ragione in una della parti della città da valorizzare e riqualificare soprattutto per le generazioni future”.

Nel rapporto appena stilato il capoluogo figura 84esimo in un ranking di 104 comuni, nel 2000 era al 23esimo posto

Vivibilità Nella classifica “Ecosistema Urbano” Rovigo scivola indietro

Mezzi pubblici e verde, punti deboli della città

Uno scorcio della città preso dall’alto

L’appello di Borsetto per il salvataggio di Parco Langher

Un punto vendita Decathlon a Rovigo, l’idea piace e non piace. Ad Ascom e Confersercenti, per esempio, piace che

il marchio francese abbia scelto il capoluogo polesano per i suoi investienti ma non piace che l’area sulla quale dovrebbe insediarsi il punto vendita, sia quella oggi agricola in prossimità del Centro Commerciale “La Fat-toria”. “Ulteriori cementificazioni – ritengo-no i rispettivi presidenti - non hanno senso in un Comune che può fornire spazi delle stesse dimensioni o più grandi già disponibili.

Il nuovo insediamento commerciale non piace alle associazioni di categoria nemme-no alla luce di quanto offerto dalla stessa Decathlon: la sistemazione dell’incrocio tra la tangenziale est e viale Porta Po, con una rotatoria. La richiesta di insediamento di De-cathlon, invece, piace tantissimo all’esponete dell’Udc, Renzo Marangon, che nelle scorse settimane ha incalzato l’Amministrazione comunale affinché non si lasci scappare que-sta opportunità economica e occupazionale. A tal fine, Marangon, ha insistito sulla ne-cessità di attivare uno “sportello unico delle attività produttive”, ritenuto lo strumento adatto per permettere a Palazzo Nodari di attivarsi repentinamente. Nel caso contrario “Vuol dire – testuali parole - che l’Ammini-strazione dorme”. Repentina, invece, è arri-vata la risposta dell’assessore al Commercio

Matteo Zangirolami, spiegando che quanto richiesto da Marangon è inattuabile.

“La procedura Suap (Sportello unico per le attività produttive) non è utilizzabile per il caso in questione. Lo dice la legge. Il Decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010 n. 160, l’articolo 8 comma 3, vieta infatti, che sia lo Sportello per le attività produttive del Comune a rilasciare l’autoriz-zazione e le pratiche per le medie e grandi strutture di vendita.

Come già detto, per dare risposta a De-cathlon, l’unica possibilità normativa è il Pia-no degli interventi e l’accordo di programma. Ci sono 5 anni di ritardo del Pat, causati dalla precedente amministrazione, un iter che noi abbiamo accelerato fino ad arrivare alla sua approvazione, stanziando anche il necessa-rio per l’avvio del gruppo che lavora alla ste-sura del Piano degli interventi. Quando sarà pronto, in base a questo, valuteremo tutte le richieste e quindi anche quella di Decathlon. Ribadisco che il rilascio di licenze per medie e grandi strutture è di competenza della Regione, la quale ha deliberato una mora-toria che scadrà il 31 dicembre, da gennaio, infatti, dovrebbe entrare in vigore la nuova legge regionale che delinea gli indirizzi per lo sviluppo del sistema commerciale. Fino a tale data non sarà possibile dare licenze”.

Il rilascio di licenze per medie e grandi strutture è di competenza della Regione che a fine anno dovrebbe deliberare una nuova legge

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8 Rovigo88 Rovigo

Un po’ meno di anno fa, il Corso del Popolo era diventato il centro delle proteste di chi si diceva contrario alla sua riapertura al traffico.

All’epoca, non mancarono le accese discussioni in Consiglio comunale, le invettive sui giornali mentre sulle strisce pedonali prendeva forma un originale ostruzionismo con gruppi di persone organizzati in ininterrotti attraversamenti per evitare che le auto transitassero sull’arteria cittadina, visto che era da poco stata spesa una considerevole somma per tirar-la a nuovo e qualificarla in ragione alla sua ritrovata funzionalità e bellezza. Già allora, pareva essere maggioritario il numero dei contrari alla riapertura al traffico rispetto a chi era favorevole. O comun-que i primi sembravano più determinati dei secondi. Per questo la decisione dell’Amministrazione non fu facile, malgrado fosse uno dei punti saldi della campagna elettorale del sindaco Piva. Tuttavia, dopo un periodo di sperimentazione, che a qualcuno deve essere parso come la quadratura del cerchio, il Corso del Popolo fu lasciato percorribile dalle auto dalle 5.30 del mattino alle 17.30 della sera, salvo nei week end. Il plauso all’iniziativa pareva provenire dal popolo degli esercenti che da tempo lamentavano il calo della clientela, salvo poi aggiungere che il vero problema del calo degli scontrini non era, e non lo è tutt’ora, legato al transito degli automezzi ma semmai all’as-senza di parcheggi o tutt’al più al fiorire di centri commerciali e outlet non lontani dal capoluo-go. Comunque sia le cose, non stanno più in questi termini. A palazzo Nodari ora, l’apertura del corso è tornata “sub judice” con la novità che nel ruolo di “judice” sono stati indicati i cittadini. A molti la nuova deci-

sione del sindaco Bruno Piva è sembrata quella di Pilato con “l’Ecce Homo” del Nuovo Testamento, mostrando in questo caso il Corso flagellato dal traf-fico. “Assecondare i commercianti è stato un errore

– ha commentato – speravo lenisse il loro momento di dif-ficoltà. Sono pronto a tornare sui miei passi se i cittadini lo ritenessero necessario”. E per istituire una consultazione dei cittadini, necessità già sostenu-

ta dal comitato “Diritto alla città” diversi mesi fa, si è messa subito al lavoro la V commissione consilia-re. La Commissione, infatti, ha deliberato che per la

consultazione attraverso sondaggi o questionari sia necessario la proposta del 2% dei cittadini (la pro-posta avviene attraverso la raccolta firme) mentre per indire un referendum bisogna arrivare al 5%. In precedenza per entrambi era prevista la soglia del 20%. Lo stesso gruppo di consiglieri dovrà riunirsi nuovamente per definire altri aspetti e modifiche al regolamento ma pare che l’Ordine del giorno che verrà sottoposto al voto del Consiglio conterrà le stesse percentuali riportate. Va detto, inoltre, che nel caso del Corso, pare sarà il referendum la forma di consultazione decisa per ottenere il parere dei rodigini.

di fortunato Marinata

Viabilità Per regolare il traffico dell’arteria cittadina verrà istituito un referendum

Corso aperto o chiuso? Decideranno i cittadini

Una delle proteste dello scorso anno, con gruppi di persone che attraversa-vano ininter-rottamente sulle strisce pedonali

La V Commissione consiliare ha già modificato il regolamento abbassando il numero di firme necessario per chiedere la consultazione

Dopo un periodo di sperimentazione si optò per l’apertura, tranne nei week end

”Alla fine di una lunga, diciamo, “sperimentazione” arriva l’evidenza: un’auto che attraversa corso del Popolo genera meno acquisti di un gruppo di persone che lo attraversa a

piedi. Piva e i suoi hombres vertical di giunta, uomini tutti d’un pezzo che affrontano i problemi senza pentimenti, dopo aver dileggiato, stig-matizzato, arrogantemente non ascoltato le voci dei cittadini che, nel chiedere che il corso del Popolo fosse mantenuto chiuso, invocavano una larga consultazione dei cittadini sul problema, approdano alla stra-biliante conclusione che sul corso del Popolo meglio decidano i cittadini

e non solo i commercianti. L’amministrazione arriva a tale ingegnosa conclusione dopo quasi un anno che era stata indicata dal comitato Di-ritto alla città e da quanti si erano mobilitati per il Corso chiuso. Intanto un bel po’ di danni sono stati compiuti alla costosa pavimentazione della via principale di Rovigo e sarebbe dignitoso che fossero chiamati a rimediarli coloro che hanno spinto per l’apertura e che ora, magari guardando il registratore di cassa più coperto di ragnatele dell’anno precedente, spingono, probabilmente, in senso opposto. E per non rimetterci totalmente la già parecchio compromessa immagine, tra

Fiera delle parole e altre manifestazioni che, lasciate fuggire da Rovi-go, fanno fare grassi affari agli esercenti di altri posti, si affidano, in un impeto di democrazia obbligatoria alla scelta di ascoltare cosa dicono i rodigini sperando che levino loro le castagne dal fuoco dell’ondiva-ghezza. Sarebbe quasi da votare per il Corso aperto, giusto per veder arrivare l’ennesimo atto d’imperio della giunta piviana che ne impone la chiusura. Sarebbe da ridere se non fosse il metodo di amministrare consueto: un passo avanti e due indietro, come si ballasse. D’altronde, non è qui la festa, come direbbe l’assessore Zangirolami?”

focus E mail inviata da Vanni Destro Movimento 5 stelle Polesine“un’auto che attraversa corso del PoPolo non genera acquisti”

Vanni Destro

segue da pag. 1

Un record assoluto. I contri-buenti e le imprese italiane pagano di più dei loro omologhi europei per avere in cambio di meno.

Le manovre correttive che si sono succedute prima dell’estate del 2011 avevano un medesimo obbiettivo: portare in pareggio il bilancio dello Stato.

Per raggiungerlo si è agito pre-valentemente dal lato delle entrate, con maggiori tasse e con alcune riduzioni di spesa che hanno fatto sentire i loro effetti negativi sulle tasche dei cittadini (minori trasferimenti agli enti locali, tagli alla sanità, ai trasporti, etc.).

La stessa Imu, introdotta quest’anno, dal 2013 diventerà più pesante: il suo gettito complessivo passerà dai 21,4 miliardi di euro, ai 21,7 del 2013, per arrivare, nel 2014, a 22,1 miliardi di euro.

Nel 2013 l’aggravio lo subirà, il mondo produttivo che ve-drà crescere di 270 milioni di euro il prelievo a suo carico. A partire dal 2014, le famiglie non potranno più usufruire della ulteriore detrazione per ogni fi glio convivente.

Se nel prossimo futuro il gettito dell’Imu è destinato a con-fl uire interamente nelle casse dei Comuni, ciò farà sì che sarà destinato ad aumentare o a diminuire a seconda delle scelte di questi ultimi.

Se si continuano a tagliare i trasferimenti lo scenario è già scritto: più tasse locali per tutti.

L’Imu, è destinata a diventare a livello locale la cartina di tornasole della pressione. Diventerà sempre più importante am-ministrarne il gettito con attenzione, per non colpire le fasce sociali più deboli.

Ai Sindaci veneti va chiesto, in un momento così diffi cile, di continuare, come hanno sempre fatto, a gestire con oculatezza e parsimonia i soldi pubblici, risparmiandoci un inasprimento della tassazione locale che ci farebbe scivolare in una recessione senza via d’uscita.

*Segretario CGIA di Mestre

L’Intervento

di Giuseppe Bortolussi*

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999Rovigo - Politica

Si attendeva da due anni. Le si aspettavano da quando, nell’estate del 2010, Vendola chiese al Partito Demo-cratico di mettersi in gioco, di accettare le primarie,

con la sua conseguente candidatura a Leader di una futura coalizione di centrosinistra. Come sono andate le cose, è fat-to noto. A Novembre, tuttavia, ci si accingerà a votare alle primarie di coalizione di Pd eSel. In questa occasione molti volti noti della politica rodigina si ritrovano “l’uno contro l’al-tro”. Diego Crivellari, segretario provinciale del partito, ha deciso di sostenere Bersani. “Il nostro segretario è la massi-ma espressione del partito. E non dimentichiamo che è stato un apprezzato ministro anche per le sue scelte in ambito di liberalizzazioni. Competenza, esperienza e rappresenta-tività, queste sono le caratteristiche di Bersani che faranno propendere me, e molti altri, ad appoggiarlo”. Giovane, ma

non rottamatore: “il tema del rinnovamento è, giustamente, molto sentito. Bisogna però dar atto a Bersani che, durante il suo mandato di segretario, ha dato avvio ad un processo di ricambio generazionale importante che fa sì che oggi nei livelli locali e provinciali ci siano numerosissimi segretari sot-to i quarant’anni”. Continuità o discontinuità con Bersani? “L’una e l’altra. Continuità per quanto riguarda l’attenzione ai conti pubblici e al risanamento della spesa pubblica. Di-scontinuità per quanto riguarda il tema della giustizia sociale e della tutela di quelle fasce di popolazione che più risentono della crisi”. Gabriele Frigato, ha invece deciso (in linea con la sua storia politica personale) di sostenere Tabacci. “Voterò Tabacci perché sono convinto che l’Italia abbia bisogno di un governo che sia in continuità con il lavoro, l’operato e la serietà di Mario Monti”, sottolinea “Bersani ha bisogno

che qualcuno sostenga insieme a lui questa linea. Vendo-la, mi pare, dice cose estremamente diverse da noi”. Altro esponente locale, altro candidato: il voto di Federico Frigato (ultimo candidato del Pd alle elezioni per il governo della Cit-tà) andrà a Renzi. “Io seguo Renzi da quando sono entrato in consiglio comunale nel 2006 a Rovigo. Ho cominciato ad osservarlo e mi sono appassionato a ciò che diceva e a come lo faceva. Il legame con lui si è poi rafforzato un anno e mezzo fa, quando è venuto a sostenermi alle elezioni ammi-nistrative”. Votare Renzi, in questo caso, è una scelta natu-rale. I punti cardine del progetto di Renzi? “Cultura, turismo, ambiente, welfare e sinistra, perché - sostiene - non è vero che chi sostiene il sindaco di Firenze guarda a destra”. Ma se le idee sono chiare per la scelta del candidato, meno lo sono sul tema della discontinuità-continuità con il governo Monti.

Se Crivellari pone dei limiti alla continuità con il governo che per G. Frigato dovrebbe invece esser totale, Federico Frigato crede che Renzi sia una scelta “assolutamente di discontinui-tà”. Infine c’è Sel, il cui segretario provinciale, Mirko Bolzoni, spiega che appoggiare Vendola significa “votare per l’unico candidato che ha un reale progetto di trasformazione della società, partendo da sinistra”. Le punte di diamante della candidatura di Vendola sono tre: “attenzione al lavoro con, ma non solo, la proposta del reddito minimo di cittadinanza; ambiente, visto come chiave di volta dei progetti economici; attenzione alle tematiche civili, che ci pongono nella moder-nità e in linea con gli altri paesi”. Vendola, infine “è l’unico che mette al centro del dibattito la formazione in generale e politica in particolare” indispensabile per guidare il paese, ma anche il più piccolo dei comuni”

di francesca De Luca

Bersani, Renzi, Puppato, Vendola e Tabacci, sono in cinque a giocarsi la poltrona del candidato premier

Endorsement Gli esponenti di Pd e Sel hanno fatto la loro dichiarazione di voto

Io darò il mio sostegno...Nelle foto il segretario provinciale Diego Crivelari, il suo predecessore Gabriele Frigato, il presidente del consiglio provinciale Federico Frigato e il segretario provinciale di Sel Mirko Bolzoni

Uno dei prossimi appuntamenti politici che inte-resserà la città di Rovigo sono le primarie per l’individuazione del candidato da far scendere

in campo nelle votazioni politiche della prossima pri-mavera. Quelle del Centro Sinistra sono già entrate nel

“vivo” da tempo, grazie alla forte contrapposizione del sindaco di Firenze Matteo Renzi e il segretario Pierluigi Bersani mentre quelle del Popolo della Libertà sono state annunciate dall’ex premier Berlusconi e con ogni probabilità si terranno il mese prossimo. Vista

l’incombenza dell’apertura dei seggi per il popolo del Centrosinistra (si voterà il prossimo 25 novembre e nel caso nessuno dei candidati superasse il 50% dei voti il suffragio verrà ripetuto il 2 novembre) che vedrà contrapposti oltre ai due candidati già citati, Laura Pup-

pato sempre in quota Pd, Nichi Vendola per conto di Sinistra Ecologia e Libertà e l’assessore al Bilancio del comune di Milano Bruno Tabacci. In questo numero ci occupiamo delle primarie con un’intervista agli espo-nenti dei gruppi coinvolti.

nel centrodestra Primarie annunciate, nel centrosinistra Primarie infuocate Elezioni politiche

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La fiera dedicata al benessere “Mens sana, in corpore sano” ha chiuso i battenti del Censer lo scorso sette ottobre e immediatamente si sono

accese le polemiche. A far discutere sono state le scarse presenze che l’iniziativa espositiva ha rac-colto a fronte di un investimento importante, 242 mila euro secondo il consigliere regionale del Partito Democratico Graziano Azzalin, partecipato anche dalla Regione Veneto. E proprio alla Giunta di Pa-lazzo Balbi è stata rivolta un’interrogazione con la quale il consigliere ha cercato di ottenere risposte in merito all’’iniziativa, ritenuta dallo stesso fallimenta-re, e alla partecipazione della spesa da parte della Regione (con 40 mila euro) visto che da tempo è stata annunciata la volontà di cedere il pacchetto di azioni della società polesana. “Mentre da un lato è la Giunta stessa a ribadire in atti ufficiali che Rovigo Expò è un inutile carrozzone – ha spiegato Azzalin in una nota - dall’altro pensa bene di finanziare con 40mila euro la fiera “Mens sana in corpore sano”, costata oltre 240mila euro e svoltasi senza che nes-suno se ne accorgesse. Cosa deve ancora succedere e a quanto deve arrivare il debito accumulato dalla Rovigo Expò S.p.a., prima che si proceda alla già prevista messa in liquidazione?”. Tale domanda del consigliere del Partito Democratico sembra motivata dal fatto che con una delibera di Giunta del 14 di-cembre 2010 la Regione aveva dato via libera alla

cessione delle quote specificando che “qualora tali opzioni di dismissione non si fossero realizzate, si sarebbe dovuto procedere con la messa in liquida-zione della società stessa. Il Consiglio Regionale con provvedimento n. 44/2011 ha inoltre dichiarato di ritenere: “non necessaria la partecipazione ai fini istituzionali della Regione autorizzandone la dismis-sione” e, essendo andato deserto l’esperimento della prima gara, con una delibera approvata il sette agosto scorso la Giunta ha deliberato di indire una nuova gara per la cessione del pacchetto azionario di Rovigo Expò. Il tentativo dalla Regione di uscire dalla partecipazione della società polesana non è l’unico, anche i pacchetti detenuti in College Valma-rana, Insula e Sis sono stati messi in vendita due volte, però essendo partecipazioni minoranza non

attirano l’attenzione di nessuno. Palazzo Balbi da diverso tempo sta cercando di uscire della galassia delle “partecipate”. In tutto ne ha 21, regolate da ben 9 leggi diverse “dove convivono – come ripor-ta l’agenzia di stampa Asiac – veri colossi, come Veneto strade o Cav, accanto ad enti sonnolenti come appunto Rovigo Expò o Ferrovie Venete, se non in perdita costante e crescente, come Insula. L’operazione di progressivo smarcamento dovrebbe portare inoltre alla fusione delle immobiliari Marco Polo ed Edilizia Canalgrande”. Operazioni dettate dalle perdite delle stesse società e in parte dall’invi-to della Corte dei Conti ad un maggiore rigore nelle spese. Dal 2008 al 2010 la Regione ha distribuito ben 422 milioni di euro alle partecipate, il ritorno è stato di appena 5 milioni 406 mila euro.

Società partecipate Un’interrogazione del Consigliere Azzalin alla Regione

“Rovigo Expò, perché non viene liquidata?”L’esponente del Pd ha contestato a Palazzo Balbi il finanziamento a “Mens sana in corpore sano” dopo che per due volte ha cercato di vendere il proprio pacchetto azionario

Le critiche mosse dal consigliere Azzalin e dalla stampa locale non sono piaciute a Lorenzo Belloni, Amministratore Unico di Rovigo Expò che in merito alla fiera “Mens sana in corpore sano” ha fatto conoscere la propria versione dei

fatti. “La manifestazione è il primo tassello di un progetto atto a valorizzare il polo fieristico di Rovigo, affinchè possa diventare una valida opportunità regionale nonché una realtà commerciale nazionale. Il nuovo format ha previsto una fervida attività di convegni che, grazie agli argomenti sviluppati e all’alto profilo dei rela-tori, ha richiamato un parterre attento e qualificato. Da sottolineare inoltre il wor-kshop su “Turismo natura, benessere e sport” organizzato in collaborazione con Ttg Italia di Fiera Rimini, l’evento professionale principale del settore in Italia, che ha portato per la prima volta a Rovigo venti “buyers” internazionali del turismo venuti a incontrare quaranta “sellers” polesani e veneti per conoscere e trattare le proposte del territorio.

Contestualmente, in collaborazione con Consvipo, Ascom, Confesercenti, Confartigianato, alcuni professionisti della ristorazione è stata allestita una serata enogastronomica con le degustazioni di specialità tipiche proposte dall’eccellenza degli chef e con vero e proprio “cooking show”, che ha visto la partecipazione di Andy Luotto come conduttore speciale, conquistando i 130 ospiti”. Insomma secondo il presidente la visibilità non sarebbe mancata, considerando inoltre l’e-sposizione mediatica offerta da radio e carta stampata e dalla la produzione spe-cifica Rai a copertura della manifestazione con interventi nel Tg3 e in Buongiorno Regione. “88 le aziende presenti nella sola area espositiva – continia Belloni - diversi consorzi che raggruppano circa 50 aziende del settore agro-alimentare; 300 circa le imprese turistiche rappresentate dai consorzi presenti nello stand re-gionale; 12 i convegni a tema; 45 le dimostrazioni pratiche degli operatori; 40 i “sellers”,ovvero le aziende turistiche regionali; 20 i “buyers” italiani ed esteri intervenuti al workshop; 75 i prodotti tipici “degustati”; 1460 gli utenti registrati sul sito web... Numeri che già di per sé dovrebbero far riflettere. Un bilancio del tutto significativo e positivo che va fatto sicuramente crescere, ma che ha avuto il merito, nella sua fase embrionale, di promuovere l’economia locale oltre i suoi confini provinciali, riscoprendo i valori e le eccellenze di una terra troppo spesso dimenticata. Rimango dunque esterrefatto di fronte ad attacchi strumentali che hanno l’unico intento di colpire le istituzioni a prescindere, senza entrare nel me-rito della valutazione degli sforzi e dei contenuti”.

focus

La replica di Belloniil risultato? non si vede dai biglietti

Lo scorso 26 ottobresi è tenute la cerimonia di chiusura del 5° reggimento artiglieria contraerei

“Pescara”. “Ci dispiace – ha detto il sindaco Bruno Piva -, perdere qual-cosa che fa parte della nostra storia. La caserma Silvestri rappresentava per la città un’istituzione cara che faceva parte della nostra quotidia-nità. Abbiamo sempre avuto ottimi rapporti, un legame fra mondo militare e mondo civile che, purtroppo, per decisioni del ministero, si interrompe. Però ci fa piacere sapere che tanti militari, anche di alto grado, hanno formato una famiglia e sono rimasti a Rovigo”. A ribadire il legame tra caserma e città, è stato anche il consigliere comunale Renzo Ongaro, che ha svolto la sua carriera militare conge-dandosi con il grado di colonnello, proprio alla “Silvestri”, diventando depositario della storia militare di Rovigo. “Il rapporto con la città – ha aggiunto Ongaro -, è sempre stato molto umano e collaborativo. La chiusura della caserma non è dovuta alla spending review, ma si conclude semplicemente un percorso ipotiz-zato diversi anni fa nell’ambito di una ristrutturazione dell’esercito. Però, ciò che in questi anni la caserma e gli uomini della caserma hanno costruito con la città, non andrà disperso, perché molti hanno visto qui la loro casa”. Il futuro dell’area è ancora incerto, la prima preoccupazione, come ha sottolineato il sindaco, ma-nifestata anche al prefetto, è che non resti abbandonata e incustodita, poi tutto dipenderà dal demanio. “Siamo impegnati nel capire le loro intenzioni – ha concluso il sindaco -, e a fare chiarezza sui vincoli reali esistenti”.

Cerimonia in Piazza Vittoriochiusa la silvestri

neWs

L’autunno si apre con i banchetti di raccolta firme per i quesiti referendari. In

campo diversi gruppi politici e comitati. Due i quesiti che ve-dono uniti Federazione della sinistra (Prc - PdCI), Sel, Idv, Verdi, Fiom – Cgil e Anpi: quel-lo per il ripristino dell’art.18 dello statuto dei lavoratori, drasticamente modificato dalla riforma del lavoro targata Fornero, e quello per l’abrogazione dell’art.8 del dl. Berlusconi-Sacconi, che prevede la possibilità di deroga ai contratti nazionali. Idv e Fds raccolgono inoltre le firme per eliminare l’indennità diaria dei parlamentari. Infine, mentre l’Idv promuove la cancella-zione dei rimborsi elettorali ai partiti, la FDS scaglia il suo attacco alla riforma delle pensioni della Fornero. “La maggioranza delle lavoratrici e lavoratori oggi vicini ai 60 anni, dopo trentacinque e più anni di lavoro, non riesce a continuare a lavorare fino a 67/70 anni - sostiene Lorenzo Feltrin, portavoce provinciale della Fds - chi è espulso dal lavoro a causa della crisi, e sappiamo quanti ce ne siano anche nel nostro Polesine, non saprà letteralmente come vivere”.

E il discorso si riflette anche sui giovani, che la ministra ha recentemen-te definito “choosy”, ovvero “schizzinosi”. “Le ragazze e i ragazzi” continua Feltrin “saranno più a lungo disoccupati perché il permanere al lavoro dei più anziani, sarà una barriera insormontabile per il loro ingresso. In un paese in cui la disoccupazione giovanile è al 35%”

Politica e lavororaccolta firme Per due quesiti referendari

Il sindaco Bruno Piva, attraverso un avviso, invita

tutte le persone non censite alla data del 9 ottobre 2011, a presentarsi urgen-temente all’Ufficio anagrafe del Comune di Rovigo, per confer-mare il requisito della residenza o di indica-re in quale Comune siano state eventualmente censite, entro il 30 novem-bre 2012. Ricordando a tutte le persone non censite l’obbligo previsto dalla legge, di comunicare la dichiarazione di residenza, se le indagini svolte dalla Polizia municipale confermeranno il loro allontanamento dall’indiriz-zo risultante in anagrafe, si procederà con la cancellazione anagrafica per accertata irreperibilità al 15° censimento generale della popolazione del 9 ottobre 2011. Gli stranieri extracomunitari dovranno dimostrare entro il 30 novembre 2012, il possesso delle condizioni di regolarità di sog-giorno e presentare l’indirizzo di residenza Per chiarimenti e informazioni rivolgersi all’Ufficio anagrafe piazza Vittorio Emanuele II, 1 – Rovigo tel. 0425/206215 fax 0425/206325 e-mail: [email protected]. Orario apertura al pubblico: da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30; martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17.30.

Censimentoc’è temPo fino al 30 novembre

di Mauro Gambin

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Un momento della fiera che si è te-nuta dal 4 al 7 ottobre al Censer

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12 Rovigo - Sociale121212 Rovigo - Sociale

Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, Gino Strada, e oggi presidente dell’associazione, è stata

recentemente ospite del gruppo di Rovigo, nato nel 2001 e composto da una dozzina di volontari. L’occasione è stata proficua per incontrare i ragazzi delle scuole di Adria ma anche per partecipare ad un convegno tenu-tosi a palazzo Celio nel quale, alla presenza di più di 50 persone, è stata dta informazio-ne dell’attività che l’associane porta vanti ormai da diversi anni. Il convegno, dunque, ha toccato l’impegno che Emergency ha nel mondo promuovendo la cultura della pace, della solidarietà, del rispetto dei diritti uma-ni e della salute, visto che dal 1994 a oggi ha fornito cure ad oltre 4.794.000 persone in 16 Paesi, compresa l’Italia. L’incontro, infatti, ha messo in luce anche la realtà dell’ambulatorio di Marghera scoprendo così una realtà, per certi versi, disarmante. Nel 2011 gli utenti del poliambulatorio sono stati prevalentemente cittadini italia-ni, una parte di quei milioni di italiani che non possono permettersi di pagare il ticket e sono costretti a rivolgersi a strutture che rispondono a bisogni primari in maniera gratuita. Si è abituati a pensare agli ope-

ratori di Emergency impegnati nei fronti di guerra, in situazioni dove la povertà è una questione endemica, e stupisce immaginarli qui, a rispondere ad una povertà tutta ita-liana, che è diventata un fenomeno sempre più diffuso. Dato ancor più allarmante se correlato al piano socio sanitario regionale, da poco approvato, nei quali i tagli sembra-no esser consistenti e abbastanza diffusi. Si taglia sulla sanità pubblica, mentre i finan-ziamenti a quella privata, spesso non sono chiari e trasparenti come dovrebbero.

CECILIA STRADA OSPITE DI EMERGENCy ROVIGO

F.D.L.

La presidente dell’associazione umanitaria ha parlato anche delle migliaia di persone italiane che si rivolgono all’ambulatorio di Marghera, confermando la crescita del numero di coloro che non possono permettersi di pagare il ticket e sono costretti a rivolgersi a strutture che rispondono a bisogni primari in maniera gratuita

Cecilia Strada

Il “Rapporto povertà 2012” della Caritas italiana eviden-zia un incremento significativo negli ultimi tre anni delle richieste provenienti dai cittadini italiani, che sono ormai

oltre un terzo degli utenti. Nella Diocesi di Adria e Rovigo l’ultimo report dettagliato risale al 2008 e si prevede la realizzazione di un nuovo resoconto nel 2013 ma, pure in assenza di dati ufficiali, sembra che il dato nazionale rispecchi la situazione locale: anche in Polesine, almeno in quei comuni che rientrano nel territorio diocesano, gli italia-ni che si rivolgono alla Caritas sono in continuo aumento e si aggirano ormai intorno al 35 per cento di quanti usufru-iscono dei servizi offerti. Alessandro Sovera, responsabile dei progetti di sostegno economico, dell’osservatorio sulle povertà e sull’immigrazione, spiega che ogni anno si rivolgono allo sportello della Caritas diocesana rodigina circa mille nuovi utenti, oltre a quanti vi sono ricorsi in passato, e che sono in au-mento i giovani e le persone ancora collocabili nel mondo del lavoro: circa il 60 per cento ha un’età inferiore a qua-rant’anni. “L’aspetto più impressionante - secondo Sovera - è la fragilità che si nasconde dietro situazioni di apparente

normalità: allo sportello della Caritas si rivolgono sempre più frequentemente persone insospettabili. I servizi mag-giormente richiesti ed erogati sono di carattere economico, dal microcredito alla prevenzione antiusura o al “prestito della speranza”, tutti realizzati in convenzione con istituti bancari e vari altri enti, pubblici e privati”. Sovera precisa che nessun intervento è a fondo perduto e i rari casi, lega-ti a contingenze particolari, si inseriscono in progetti più ampi. Il “fondo di solidarietà” è l’iniziativa che sta dando i risultati più interessanti: attivo dall’inizio di quest’anno, prevede la possibilità di effettuare tirocini in azienda con la speranza che il rapporto di lavoro venga in qualche modo

prorogato. Nella Diocesi sono stati attivati oltre 430 tirocini e sembra che molti otterranno una proroga: questo risultato è stato reso pos-sibile da una consolidata rete di collaborazioni ed è apprezzabile soprattutto se lo si confronta con la

situazione relativa alla Diocesi di Padova, dove nello stesso periodo i tirocini attivati sono stati meno della metà. Oggi l’italiano si avvicina agli sportelli della Caritas con minori re-sistenze: è considerato meno degradante, meno umiliante

in rapporto alle necessità e ai benefici. I fattori che fanno precipitare le persone sulla soglia della povertà sono molte-plici, a cominciare dalla perdita o dalla mancanza del lavoro e dalla frantumazione del nucleo familiare. Ma la situa-zione è spesso aggravata dall’incapacità di adattamento a standard di vita inferiori rispetto a quelli abituali e a una percezione riduttiva del problema, considerato temporaneo anziché strutturale: spesso i problemi nascono da forme di indebitamento che diventano insostenibili.

Sociale Ogni anno allo sportello della Caritas circa mille nuovi utenti

Cresce il numero di chi chiede aiutoI servizi maggiormente richiesti sono di carattere economico, dal microcredito alla prevenzione antiusura o al “prestito della speranza”

La crisi economica mette in crisi anche i progetti migratori ma gli immigrati non tornano

nella loro terra d’origine. Alessan-dro Sovera, operatore della Cari-tas della Diocesi di Adria e Rovigo, spiega che spesso tra i migranti, arrivati in Italia dopo il 1991, c’era l’intenzione di rientrare in patria dopo un certo periodo. Le difficoltà lavorative ed eco-nomiche odierne complicano le procedure legate al rilascio dei permessi di soggiorno e ai ricongiungimenti familiari ma il programma nazionale di rimpatrio assistito non sta dando i risultati attesi: “In questa situazione – osserva Sovera – il ritorno in patria è percepito come un fallimento completo di un progetto, nel quale erano state investite molte risorse”. Anche tra gli immigrati presenti in Polesine alcuni decidono di tornare nella terra d’origine ma considerano il loro rientro come una soluzione temporanea e non rinunciano alla resi-denza nella speranza che passi la crisi.

focus

Immigratirientri, la crisi rende tutto Più difficile

di Mattia De poli

Il “fondo di solidarietà” è l’iniziativa che sta dando i risultati più interessanti

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Alessandro Sovera, responsabile dei progetti di sostegno economico, dell’osservatorio sulle povertà e sull’immigrazione

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Un modo piacevole ed istruttivo per approfondire la conoscenza della storia di una particolare zona del

Polesine è stato ideato da Raffaele Peretto, attuale presidente del Cpssae (Centro Pole-sano di Studi Storici Archeologici Etnografici di Rovigo).

Si tratta di un itinerario in bicicletta - che ha subito ottenuto l’avallo della Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta, sezione di Rovigo) nonché della Provincia e dell’Accademia dei Concordi - da per-correre partendo dal centro di Rovigo alla riscoperta di “Luoghi degli Olivetani”. Non poche le reminescenze nel territorio legate alla presenza di questo ordine monastico, insediatosi a Rovigo nel 1474 (sostituen-

do gli Umiliati) per decreto del papa Sisto IV, in seguito all’attivo interessamento di due fratelli Roverella: Bartolomeo e Nicolò; il primo cardinale e arcivescovo di Ravenna, il secondo abate generale della Congrega-zione Olivetana.

Ricordando il cardinale Bartolomeo, illustre personaggio che volle erigere la sua nobiliare abitazione sulla piazza principale del capoluogo, l’itinerario – sperimentato con successo lo scorso 6 ottobre – ha pre-so il via proprio presso il Palazzo Roverella. Il prof. Raffaele Peretto si è soffermato su alcune note storiche relative alla costruzio-ne e al sostegno dello stesso cardinale per favorire l’arrivo degli olivetani a Rovigo.

Il gruppo di cicloturisti ha quindi rag-giunto la Chiesa della Madonna dei Sab-bioni (conosciuta dai più come Chiesa del Cimitero), che nel Cinquecento per opera dei monaci olivetani fu rivitalizzata anche

di Lino Segantin

Un itinerario cicloturistico ideato da Raffaele Peretto, presidente del Cpssae

Territorio In bicicletta alla ricerca di antiche presenze religiose

I luoghi degli Olivetani

Il Monastero de-gli olivetani, oggi in parte ospita le sale del Museo dei Grandi Fiumi e alcuni momenti della pedalata

grazie alla costruzione di tre stradoni che si dipartivano dal suo piccolo sagrato.

La comitiva si è quindi portata presso il vicino Monastero di San Bartolomeo, carat-terizzatosi come il più importante centro olivetano di tutto il Veneto, dove i monaci di Monte Oliveto avviarono un’importante attività edilizia: il chiostro fu concepito in pure forme rinascimentali attribuibili a Bia-gio Rossetti, mentre alla metà del Cinque-cento fu edificata la chiesa.

Lasciata la città, imboccando la pista ciclabile sulla sponda sinistra dell’Adigetto, il tragitto si è poi sviluppato nella zona caratterizzata un tempo dai vasti possedi-menti olivetani. Si è pedalato verso Cere-gnano per raggiungere la località di Baltun, dove ancora permangono i principali edifici di un’antica fattoria caratterizzata da un elegante porticato ed affiancata dall’ora-torio dedicato a San Pietro costruito dagli Olivetani nel 1610.

Lungo una strada campestre si è quindi raggiunto Fenil del Turco, nella cui zona sor-gevano altre fattorie olivetane (Ca’ Bianca, Ca’ Rossa e Ca’ Verde), per raggiungere un altro sito superstite degli ex poderi degli Oli-vetani: l’oratorio di San Lorenzo all’Olmo che risale al 1580.

Da qui ha preso il via il percorso di ritorno, raggiungendo Sant’ Apollinare, per imboccare poi la ciclabile dell’Adigetto e tornare al punto di partenza in centro a Rovigo, appagati del piacevole itinerario in bicicletta, arricchito da una messe di infor-mazioni storiche fornite dal prof. Peretto.

In località Fenil del Turco, sorgevano tre fattorie olivetane: Ca’ Bianca, Ca’ Rossa e Ca’ Verde

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“La soddisfazione più grande è stata la gestione, per la prima volta in Polesi-ne, di un girone di calcio a 5. Successe

tre anni fa e fu una bella vittoria: se poi consi-deriamo che sei anni fa in Polesine c’erano tre squadre in serie D e ora ve ne sono otto e una in C2, non posso che essere soddisfatto”. A parlare è Domenico Trivisonno, delegato della Figc per il calcio a 5, che a fine anno, per una scelta di vita, si trasferirà in Australia. Per ora, la gestione del girone è affidata alla segreteria della Figc rodigina con la supervisione del delegato regio-nale Antonio Peron, fino a novembre, quando ci saranno le elezioni. Indubbiamente, la crescita del calcio a 5 federale, è sotto gli occhi di tutti: anche quest’anno sono due le squadre nuove che si sono iscritte in Figc nel girone polesano: il San Pio X e Monselicense. E anche il livello è decisamente alto. “Posso dire con certezza che il nostro girone è uno tra i più tecnici ed equilibrati. Negli ultimi anni c’è stato un trend, qualitativo, sempre positivo, e non è un caso che il Rosolina abbia vinto i play off e che tre

anni fa il Granzette li sfiorò prima di vincere il campionato”.

Cosa si potrebbe fare in più per crescere con il futsal?

“Sviluppare il settore giovanile. Bisognereb-be pianificare. Però servirebbero palestre e qui chiamo in ballo le amministrazioni comunali che potrebbero fare decisamente qualcosa in più”.

Lavorando e programmando per step, Trivisonno aveva anche individuato un periodo per un even-to. “Quest’inverno la serie A riposa a lungo per via dei mondiali: in Veneto ci sono le maggiori squadre del futsal e quest’anno si è aggiunto il Verona in serie A e il Padova in serie B: l’ideale sarebbe invitarle per un evento che richiami un po’ di gente.”

Lavoro che potrebbe fare il neo delega-to: probabili nomi?

“Non so nulla, dice Trivisonno. Spero solo che continui su questa strada e che il calcio a 5 in Polesine continui a crescere”.

Ringraziamenti di rito? “Ad Antonio Peron delegato regionale che

in questi anni è la persona che si è data da fare di più in assoluto per far crescere il nostro bellis-simo sport. In Polesine ringrazio Clelio Mazzo, Marco Scaranello, la prima persona che ho contattato nel 2004 quando decisi di trasferirmi da Imola a Rovigo. E poi, Massimiliano Pivetti e tutti gli amici del calcio a 5 che ho conosciuto in questi fantastici otto anni”.

di Cristiano Aggio

Trevisonno lascia il futsal neWs

Il poligono rodigino di Cà Bianca, ha inaugura-to, in occasione del XII “Trofeo delle Rose”, gara di pistola e carabina ad aria compressa,

il nuovo gira sagome elettronico, utilizzato per praticare tre specialità di tiro olimpiche. Ospite d’eccezione il presidente nazionale dell’unione italiana tiro a segno, Ernfried Obrist, accompa-gnato dal consigliere nazionale dell’Uits Luigino Masut e da alcuni rappresentanti di diverse sezioni di tiro a segno del Veneto. “E’ stato anche presentato il nuovo piano di prevenzione e protezione rischi che risponde alla normativa vigente per la sicurezza di tutto il poligono - ha spiegato Patrizio Gennari, presidente del tiro a segno Rovigo - e che la nostra sezione è tra le prime in Italia ad adottare”. Erano presenti anche il sindaco di Rovigo Bruno Piva, l’assessore allo Sport Andrea Bimbatti, il direttore della filiale di Rovigo della Cassa Padana Claudio Fiorenzato, sponsor del terzo torneo Cassa Pada-na. L’adriese Stefano Pozzato, ha vinto, nella categoria carabina uomini, il trofeo delle Rose. Questi gli altri vincitori: “carabina ragazzi” Simone Perozzo (sez. Vittorio Veneto); “carabina ragazze” Gloria Perinot (sez. Vittorio Veneto); “carabina allievi” Tiziano Albieri (sez. Ferrara); pistola uomini 1° Mario Moretti (sez. di Milano), 2° Enrico Pozzuoli (sez. di Padova), 3° Germano Previato (sez. di Rovigo); “pistola ragazzi” Luca Finesso (sez. di Padova); “pistola donne” Francesca Talamo (sez. di Mirano); “pistola ragazze” Sofia Pasquato (sez. di Cerea). Il terzo torneo “Gran Premio Cassa Padana”, è stato vinto da Germano Previato della sezione di Rovigo che ha intascato un assegno da 500 euro, messo in palio dalla banca polesana: a Daniele Pusich, secondo classificato 300 euro, 100 euro a Maurizia Ortolan della sezione di Padova.

Poligono di cà biancainaugurato il gira sagome

Cr.Ag.

“Tutti amiamo le emozioni; anche i bambini vogliono le emozioni e gli allenatori devono anche

motivarli nella giusta direzione”. Parola di Andrea Anastasi, ex allenatore della nazionale di volley maschile e ora allena-tore della nazionale della Polonia, ospite, assieme a Polla Roux tecnico della Rugby Rovigo e di Nicoletta Lanza che si occu-pa di sviluppo manageriale delle risorse umane, del convegno “Motiv’azione”, organizzato dalla Rhodigium Team. “Fare sport è creare cultura sportiva e del mo-vimento. L’aspetto delle relazioni umane è fondamentale e l’allenatore ne è l’ar-tefice principale”. Ad ascoltare l’attuale coach della nazionale polacca di volley, un centinaio di persone. “L’abilità dell’allena-tore - ha detto Anastasi - sta nel gestire il campione e anche l’atleta che gioca meno. Oltre alle competenze tecniche è importante creare uno staff motivato, in grado di lavorare in maniera sinergica creando quell’empatia che poi è la chiave dei successi di una squadra”. Anastasi è reduce dall’avventura dell’olimpiade lon-dinese, ma anche dalla vittoria, prima volta per la Polonia, della World League. “Nei miei viaggi alla ricerca del sapere, ho conosciuto persone che hanno influito poi in alcune mie scelte. Una di queste è un allenatore della Duke University che ha elencato cinque qualità fondamentali per la formazione di un gruppo: comuni-

cazione, fiducia, responsabilità collettiva, attenzione e orgoglio”. L’incontro è stato pensato da Marco Bonvento, presidente della società rodigina che si occupa di atletica leggera e triathlon. “Credo – ha spiegato - che una società sportiva debba, oltre che dare la possibilità di fare sport al maggior numero di persone possibile, anche creare le premesse culturali per fare attecchire e crescere lo sport e le persone che lo praticano, soprattutto i giovani. Non solo polmoni, cuore e gambe, in altri ter-mini, ma testa. Ecco spiegato il nostro im-pegno anche fuori dal campo; con questo convegno in particolare volevamo esplo-rare il significato di motivazione: quanto conta per i campioni, per chi li allena, per lo sportivo amatore. Per l’uomo, la don-na, il giovane che ogni giorno si trova ad affrontare i casi della vita così come una gara o un allenamento”.

Convegno “Motiv’azione” lo sPort non è solo Polmoni, cuore e gambe

Cr.Ag.

Andrea Anastasi

Campionato Intervista al delegato della Figc per il calcio a 5

Lo SPoRT in PRIMo PIANoin PRIMo PIANo

Ernfried Obrist inaugura il nuovo impianto Il delegato della Figc per il

calcio a 5 Domenico Trivisonno

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Page 18: La Piazza di Rovigo - 2012ott n 137

16

VIAGGIo IN PRoVINCIARoVIGo

Il futuro del Polesine sarà con Verona. Il Consiglio dei ministri ha approvato nel decreto “Nuova Italia” l’accorpamento della Provincia di Rovigo con quella di Verona e la Provincia di Padova con quella di

Treviso, non tenedo in minimo conto la richiesta di autonomia espressa dal Consiglio provinciale e da diversi comuni del rodigino. Salva Bel-luno, per la quale è stata riconosciuta la peculiarità di area montana, salva Venezia che diventerà città metropolitana e salva per il momento Vicenza in previsione di un futuro riordino per aree metrolitane che dovrebbe mettere insieme Verona, Vicenza e Rovigo (Vi-Ve-Ro) e dall’altra parte del Veneto Padova, Treviso, Venezia (Pa-Tre-Ve). I pa-rametri per allargare gli ambiti provinciali erano già stati designati con il decreto Salva Italia, indicando alle provincie con popolazione inferiore ai 300 mila abitanti e con una superfi cie al di sotto di 2500 chilometri quadrati, la necessità di rivedere il proprio “as-setto istituzionale”. Un indirizzo sarebbe dovuto arrivare dai comuni, dalle stessa Provincia, dalla Conferenza autonomie locali e dalla Regione. Tutte le delibere tuttavia hanno indicato un sostanziale mantenimento dello “status quo” e quindi, senza un sostanziale orientamento da parte degli enti locali la scelta è spettata al Consiglio dei Ministri. Da parte sua il ministro competente Filippo Patroni Griffi ha dimostrato l’in-tenzione di procedere speditamente all’accorpamento delle Provincie, indicando nella data del giugno 2013 il commissariamento di tutte le Province. Addio presidenti, dunque, ancor prima che decorrano i ter-mini del mandato elettorale. Dal 2014 poi le province diventeranno enti di secondo grado e non ci saranno più elezioni ma nomine per comporre il consiglio e individuare il presidente. La giunta sparirà. “Per

il riordino – ha spiegato il ministro in un’intervista a La Stampa - non è che si potesse attendere la naturale scadenza della consiliatura pro-vinciale. Fatta la riforma bisogna partire con il nuovo assetto quanto prima”. Tanta speditezza secondo il ministro sarebbe autorizzata dalla decisione della I sezione del Tar del Lazio, di respingere le richieste di sospensione del riordino pretesa dalle Province di Lecco, Lodi, Treviso e Rovigo perché ritenuta incostituzionale. “Le provincie sono previste dalla Costituzione – è quanto sostenuto dagli enti locali ricorrenti – e la loro natura non può essere modifi cata per decreto”. Il Tar su questo non è intervenuto, la decisione presa è stata quella di non decidere. Anziché rimettere gli atti alla Corte Costituzionale, il Tar del Lazio si

è limitato a rilevare che, “impregiudicata ogni questione di carattere pregiudiziale”, non sono ravvisabili i paventati profi li di immediata lesività dell’atto impugnato. La delibera del Consiglio dei Ministri, secondo i giudici amministrativi costitu-isce infatti il primo segmento di una sequenza procedimentale destinata a concludersi con un

provvedimento di natura legislativa. Il Tar, dunque, non ha deciso al-cunché sui ricorsi; ha semplicemente negato la richiesta di sospensione cautelare dell’effi cacia della deliberazione del 20 luglio senza decidere nel merito. Comunque sia il ministro ha colto l’occasione per premere in profondità sul pedale dell’acceleratore del riordino delle province. “Sarà un’occasione per ridisegnare la presenza pubblica sul territorio e riordinare la presenza dello Stato – ha spiegato - perché quando an-dremo a ridisegnare le province rivedremo anche questure, Prefetture, uffi ci scolastici e via dicendo”. Accelerazione che non è piaciuta per niente alla presidente della Provincia, Tiziana Virgili.

di fortunato Marinata

Il Consiglio dei Ministri con il voto di fi ne ottobre ha stravolto tutte le ipotesi fatte in precedenza

Riordino degli enti locali Approvato il decreto “Nuova Italia”

Il ministro per le riforme della Pubblica Amministra-zione, Filippo Patroni Griffi

Ancora ombre sulla sentenza del Tar. Avrebbe deciso di non decidere

Il ricorso al Tar ha rappresentato per la Provincia rodigina l’unica possibilità di sottrarsi dalla mannaia del Governo. Del resto, con Belluno, non centrava nessuno dei due pa-rametri indicati per mantenere l’autonomia, estensione territoriale e numero di abitan-

ti erano ben al di sotto della soglia da raggiungere e non è servito nemmeno giacare la carta della peculiarità dell’area deltizia visto che per il Governo non è paragonalbile alle Dolomiti. L’ombra dell’incostituzionalità del decreto “Salva Italia”, tuttavia non è ancora del tutto tramontata visto che per decreto, in via teorica, non si potrebbe procedere nei confronti di enti previsti dalla Costituzione. Servirebbe invece una legge costituzionale. Un punto sul quale la presidente, Tiziana Virgili, ha incentrato la sua battaglia e sul quale ha impostato la lettera che prima dell’accorpaneto delle provincie aveva inviato al ministro Patrini Griffi . “La prima applicazione dell’articolo 1 della Costituzione è proprio l’esercizio del diritto di voto col quale i cittadini scelgono chi li amministra mentre l’art. 133 prevede un riordino in netto contrasto con quello in corso”. “Date le premesse e quanto sta succedendo, credo che il commissariamento delle Province costituisca un’u-miliazione della Costituzione e una mina per l’assetto democratico del nostro paese”. Anche in merito al mancato pronuciamento del Tar nell’ambito costituzionele del decreto, la Presidente ha fatto sapere come la pensa. “Mi permetto di precisare – ha chiosato la presidente della Provincia rodigina - che sul ricorso presentato dalle Province di Treviso, Lodi, Lecco e Rovigo, il Tar del Lazio si è pronunciato esclusivamente sulla sospensiva dell’effi cacia della delibera del Consiglio dei Ministri del 20 luglio, pertanto, il ricorso non è per il momento partita chiusa, non essendo ancora entrato nel merito della costituzio-nalità o meno dell’atto governativo e della sua legittimità”.

Palazzo Celio

la rePlica della Presidente al ministro

Le associazioni di categoria in rappresentanza della piccola e media impresa polesana hanno avanzato l’idea di trasformare il Consvipo in un’agenzia per lo

sviluppo del Polesine, facendolo così diventare motore di traino per l’economia e garanzia di fi nanziamenti europei, anche dopo la stretta delle Province. Un progetto che è piaciuto agli otto presidenti e per questo hanno immedia-tamente siglato un documento volto a suggerire un piano per il riordino del Consorzio di Sviluppo modifi candone la missione e il modello di governance. A stringersi in sinergia

sono Confartigianato, Coldiretti, Confesercenti, Cna, Ascom, Confcooperative, Cia e Upa Casartigiani. Grandi assenti Unindustria, Legacoop e Confagicoltura. A fare il punto il presidente di Confartigianato Rovigo Marco Marcello: “Sia-mo molto preoccupati per quello che sta succedendo, alla luce delle modifi che degli assetti istituzionali della nostra provincia. E’ fondamentale, dunque, avere un’idea chiara di quale può essere l’elemento aggregante dello sviluppo economico del nostro territorio. Una soluzione è proprio il riordino del Consvipo. Troppo si è discusso dal punto di vista

politico. Non è questione di porsi pro o contro il Consorzio di sviluppo, ma decidere di innescare un dibattito virtuoso su quello che può rappresentare ora per il Polesine”. Biso-gna puntare, secondo Mauro Giuriolo di Coldiretti su “fi liere locali, turismo, agricoltura. Non perdere di vista il territorio. Siamo aperti a un confronto. Agire, ora, senza perdere al-tro tempo è quello che ci chiedono i nostri associati”. Allo stesso tavolo anche Alessia Zaninello presidente della Cna e Daniele Andreotti di Casartigianti: “E’ esemplare che tutte e tre le associazioni di categoria dell’artigianato siano unite in

questo percorso. Ciò vuol dire che le piccole medie imprese lanciano un grido d’aiuto. E’ ora di agire concretamente”. Sandro Lavezzo di Ascom è convinto che Consvipo sia “una struttura virtuosa, capace di attivare un volano importante per l’economia locale”.

PROPOSTA ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA CONSVIPO IL TRAINO DELL’ECONOMIA POLESANA DOPO LA fUSIONE CON VERONA

Rovigo e Verona, un’unica provincia

16161616

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17Spazi aperti

Il Polesine è una terra bellissima, peccato che in pochi lo sappiano. Forse potrebbe essere proprio questa sorta di forzato iso-

lamento a rendere alcuni suoi scorci così pieni di fascino, tuttavia il Turismo è uno dei settori ritenuto tra i trainanti per uscire dallo stato di crisi degli ultimi anni. Anche per questo il Consvipo, in accordo con la Provincia di Ro-vigo, la Cciaa, le Associazioni di categoria e i Consorzi Turistici, ha deciso di presentare il nostro territorio al più importante workshop che promuove l’offerta turistica italiana nel mondo. Il Consorzio per lo Sviluppo, infatti, ha avuto uno spazio espositivo alla 12° edi-zione del TTI –Travel Trade Italia- di Rimini, che si è svolto dal 18 al 20 ottobre scorso.

Un evento fondamentale e molto atte-so dall’industria turistica del nostro Paese che desidera presentare le nuove proposte ai 600 tour operator internazionali presenti al workshop e provenienti da 60 paesi con-siderati strategici per la vendita del prodotto Italia. Questo evento, perciò, è una sorta di piazza di incontro tra domanda e offerta di viaggi in tutte le possibili formule: week end, long week end o settimanali. Tutto questo per il nostro territorio si traduce nella possi-bilità di avviare nuove relazioni professionali e vendere il prodotto Polesine a tutti i buyers nazionali e internazionali mettendo in rilievo sia le peculiarità che la nostra zona possiede ma anche la forma di turismo è più adatta

per esperirle. Nella fattispecie, si prestano alla visita del Polesine sia i viaggi individuali che quelli di gruppo, è valido per il soggiorno sia il week-end quanto i periodi più lunghi e tra le offerte non mancano proposte culturali, balne-ari o naturalistiche.

“L’idea di partecipare a questo importan-te evento – ha spiegato Angelo Zanellato, presidente del Consvipo- è scaturita dalla necessità di trovare un accordo e un coordi-namento sulla commercializzazione delle offerte turistiche del Polesine, anche in base alle richieste che ne derivano dal mercato nazionale e internazionale”. Ma questo even-to è importante anche per un altro motivo: “Questa azione dà, anche, l’opportunità al nostro territorio di presentarsi ai buyers, ai tour operator e alle agenzie turistiche in ma-niera unitaria con proposte certe e concordate – continua Zanellato. Questo è l’unico modo per affrontare in maniera condivisa le sfi de che il mercato del turismo lancia”. Insomma, tutte le associazioni polesane si sono unite per far rivivere il territorio con un’azione di marketing territoriale preparata e studiata ad hoc per realizzare un pacchetto di offerte che veramente possa piacere a tutti i futuri turisti e sia in accordo con le nuove tendenze del mercato. Prepariamoci, allora, a un futuro ric-co di nuove offerte, nuovi turisti e, speriamo, nuova vita per quello che è un territorio tutto da scoprire.

Il Consvipo alla 12esima edizione del Tti –Travel Trade Italia - di Rimini per promozionare le bellezze del territorio

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Folklore e antiche leggende Una rassegna che toccherà 71 località con 185 eventi

Dal 21 ottobre al 2 dicembre prossimi torna in Veneto “Spettacoli di Mistero”, il Festival diffuso sul territorio promosso dalla Regione

e dalle Pro Loco del Veneto, ideato e diretto dallo scrittore Alberto Toso Fei, che di mistero si occupa da anni.

La manifestazione, che interesserà 71 diverse località e presenta un cartellone di ben 185 even-ti, ognuno degli eventi in cartellone riproporrà le leggende, le fi gure storiche avvolte nel mito e nel mistero, le storie di folletti e streghe che hanno attraversato secoli di storia e tradizione del Vene-to, con rappresentazioni teatrali, rievocazioni in costume, percorsi leggendari ambientati in luoghi dal signifi cato magico ed esoterico. “Tanti luoghi e località di pregio, tante rappresentazioni che riper-corrono una storia e una cultura che si perde nella notte dei tempi – ha detto Stival – costituiscono una straordinaria occasione di affermazione di un’identità alla quale il Veneto tiene molto. Defi ni-rei questa manifestazione una risposta identitaria veneta alla fi nzione e alle plastiche artifi ciali di Halloween.

E non è un caso che Spettacoli di Mistero si tenga da noi nello stesso periodo”. Molti degli

eventi di Spettacoli di Mistero saranno accompa-gnati anche dalla presenza di stand gastronomici e momenti di degustazione di prodotti tipici, che permetteranno di promuovere un altro spetto fondamentale del Veneto turistico, qual è l’eno-gastronomia.

Due gli eventi rimasti in cartellone che riguar-deranno il Polesine: a Trecenta il prossimo 24 no-vembre con la “Storia di Marinelle, la misteriosa fanciulla del Malopera”, un racconto che risale ai fi lò di fi ne Ottocento, una storia d’amore tra un pittore e patriota veneziano ed una affascinante

fanciulla, dalle particolari facoltà, che ha avuto come ambientazione una casa misteriosa sulla via di Canda e l’esile fi ume Malopera, che lambisce ad est il territorio di Pissatola, vicino a Trecenta. Una storia vissuta nella seconda metà dell’Otto-cento, che era stata dimenticata e che solo re-centemente, attraverso un piccolo quaderno dalla copertina consunta ha ritrovato lo splendore di una luce nuova. Il secondo e ultimo appuntamen-to invece si terrà a Canaro, con una serata dedi-cata a El Bombasin’, un personaggio del folklore mediopolesano.

Era una maschera paurosa le cui origini sono nate nel comune di Villadose e dintorni. Operava nei giorni tra Capodanno e Carnevale. La testa era ricavata da un teschio di toro o di maiale. Aveva la gobba fatta con un cuscino imbottito di piume: per questo si chiamava el Bonbasin. Portava al collo sonagli e in testa corna di toro.

Il vestito era fatto con un lenzuolo sbrindella-to. Passava per le vie con alcuni accompagnatori che lo frustavano nelle gambe. Uno suonava la tromba. Lo scopo era di ricavare l’elemosina di qualsiasi tipo. El.Ca.

Anche in Polesine gli “Spettacoli di Mistero”E’ stato recentemente rinnovato il

comitato tecnico scientifi co dell’Ente Parco Delta del Po presieduto da Ge-

remia Gennari. L’organismo, che si avvale tra i suoi membri di esperti delle discipline che caratterizzano il territorio deltizio e che mirano alla valorizzazione e alla tu-tela dell’ambiente, svolge un ruolo molto importante per quanto concerne le attività compiute sia dal direttivo sia dal consiglio dell’ente. Tra le azioni essenziali svolte dal Comitato vi è l’espressione del parere obbligatorio sul Piano ambientale, sul Piano pluriennale economico-sociale e sul regolamento. Il comitato, inoltre, può essere sentito a richiesta degli organi di gestione del Parco, in riferimento a qualsiasi altra questione che abbia particolare rilevanza nell’ambito di svolgimento dell’attività dell’ente. L’organico dell’ultimo comitato scientifi co, facendo riferimento ai dati diffusi dall’Ente Parco Veneto il 18 settembre 2012, è composto, tra gli altri, da Marco Gottardi, che attualmente ricopre la carica di direttore dell’ente. Tra i membri vi è il direttore del Consorzio Bonifi ca Delta Po – Adige Giancarlo Mantovani, l’esperto di discipline attinenti la cultura quali l’ecologia, l’eco-nomia e la sociologia Adriano Mazzetti, l’esperto in tutela del territorio e difesa e valorizzazione dell’ambiente con particolare riferimento all’urba-nistica Maurizio Callegari, l’esperto in discipline attinenti la pesca Remigio Rossi, l’esperto in tutela del territorio e difesa e valorizzazione dell’ambien-te Giovanni Battista Scarpari, l’esperto in discipline attinenti la difesa e la salvaguardia del territorio con particolare riferimento alla tutela della salute dell’uomo Marco Bondesan, l’esperto in discipline attinenti la cultura Gian Antonio Cibotto e l’ esperto in discipline attinenti la tutela, la difesa e la valorizzazione dell’ambiente Gustavo De Filippo.

La locandina dell’iniziativa

Il presidente del parco Marco

Gottardi

Due gli appuntamenti: a Trecenta con con la “Storia di Marinelle, la misteriosa fanciulla del Malopera”, e a Canaro con Bombasin

Ente Parcorinnovato il comitato tecnico scientifico

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19Mondo scuola

In tempo di crisi economica il posto di lavoro è un bene prezioso. E se i posti di-sponibili sono addirittura 11.542, allora

si potrebbe pensare di aver trovato il miti-co Eldorado. Solo in Veneto sono previste 509 nuove assunzioni, ripartite tra l’anno scolastico 2013-2014 e il successivo. Ep-pure di fronte al decreto dello scorso 25 settembre, che ha bandito così tanti posti a cattedra, i precari della scuola sono scesi sul piede di guerra. Un assurdità? Solo in

parte. Rimettere in movimento le procedu-re per l’arruolamento degli insegnanti non è un’impresa semplice: l’ultimo concorso risale al 1999 e le scuole di specializzazio-ne per l’insegnamento superiore sono state chiuse nel 2008. A fatica e tra mille incogni-te stanno ripartendo i corsi di formazione (il tirocinio formativo attivo), ed ora è la volta del nuovo concorso. Una questione partico-larmente controversa è legata al numero di posti banditi: sono tanti e la prospettiva do-

vrebbe essere allettante ma tra gli aspiranti concorrenti regna il malumore. Uno dei titoli di accesso al concorso è il diploma della Ssis ma gli ex “sissini” hanno già sostenuto un esame abilitante che li ha collocati in una graduatoria per l’immissione in ruolo. Quella graduatoria oggi è “ad esaurimento”, non prevede cioè nuovi inserimenti, ma in molte regioni e per molte discipline non è ancora esaurita: secondo l’Anief, un’associazione di categoria particolarmente attenta ai pro-

blemi dei precari, nell’ultimo decennio gli abilitati sfornati da tutte le Ssis d’Italia sono stati 100 mila e solo il 30 per cento è stato assunto. Perché bandire posti che potrebbe-ro essere coperti da queste persone, ritar-dando la loro stabilizzazione lavorativa? In effetti in Veneto per alcuni insegnamenti, ad esempio per francese nella scuola seconda-ria sia di prima che di secondo grado, non è stato bandito a concorso alcun posto, men-tre per altri, ad esempio per latino e greco

nei licei classici o matematica e fi sica nella scuola secondaria di secondo grado, il nu-mero è irrisorio, rispettivamente 1 e 7. Uno degli obiettivi dichiarati per questo concorso è lo svecchiamento del corpo docente ma chi è riuscito a fare la Ssis si è laureato al massimo entro giugno 2007 e il requisito al-ternativo al diploma abilitante per accedere al concorso è la laurea, solo se conseguita entro il 2002.

di Mattia De Poli

Gli abilitati sfornati da tutte le Ssis d’Italia sono stati 100 mila e solo il 30% è stato assunto. Perché bandire posti che potrebbero essere coperti da queste persone?

Posti e cattedre L’arruolamento degli insegnanti non è un’impresa semplice

“Concorsone”, precari sul piede di guerra

neWs Crisi scuola“un’iniziativa intemPestiva. la montagna ha Partorito un toPolino”

Durante un’assemblea organizzata dalla Cisl scuola di Rovigo lo scorso ottobre la segretaria provincia-le Stefania Botton ha manifestato perplessità e

riserve rispetto al “concorsone” degli insegnanti: “Siamo stati colti alla sprovvista. Le anticipazioni rilasciate ad agosto sono state smentite dal testo fi nale del decreto”.

Ma il concorso non è soggetto a contrattazione sindaca-le e, secondo Botton, è necessario fare il possibile per renderlo comunque un’opportunità. A sua volta Roberto Calderola della segreteria regionale ha bollato il concorso come un’iniziativa intempestiva: “Si basa su norme che risalgono al 1998, oggi superate. La montagna ha par-

torito un topolino”. In generale si ha l’impressione che il Ministero, pur di riavviare la macchina per l’arruolamento dei docenti, abbia agito in modo superfi ciale e frettoloso: l’esclusione dal concorso dei professori che sono già di ruolo è suscettibile di incostituzionalità.

M.D.P. Roberto Calderola e Stefania Botton

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22 Personaggio

Dire che il Polesine è una culla della musi-ca e del bel canto potrebbe essere un’af-fermazione piuttosto audace ma, invece,

il nome di Katia Ricciarelli è lì a testimoniarlo. E se non bastasse la stella fulgente della celebre soprano, che ormai da diversi anni illumina il panorama musicale, va detto che nuove luci si accendono continuamente. Tra queste, la più promettente, è forse quella di Marcello Uber-tone, trentenne cantautore rodigino che recen-temente si è imposto a “Senza Etichetta”. Un concorso ideato da Mogol che da quindici anni costituisce una grande opportunità per i musi-cisti privi di contratto discografi co e audaci al punto da mettersi alla prova confrontando le loro capacità con quelle di altri musicisti, al fi ne di ottenere i favori di un importante e ambito palcoscenico che da sempre è ritenuto un vero baluardo della promozione musicale nazionale dei nuovi talenti. Noi lo abbiamo intervistato per sapere da dove viene questo talento ma soprattutto da dove arriva la passione per la

musica. “Il mio amore per la musica è iniziato con

Jovanotti, a sei anni – racconta Marcello - ogni pomeriggio dopo la scuola, alzavo lo stereo a palla e cantavo le sue canzoni a squarciagola saltando sui divani. L’album era “La mia moto” e i miei genitori per Natale mi regalarono una moto elettrica. Ricordo che mi misi una camicia hawaiana e degli occhiali da sole verde fosfore-scente solo per fare il giro dell’isolato e mettere in pratica i versi: “Mi guardo quando passo sui vetri dei negozi/ mi accorgo che con lei mi sen-to proprio Fonzie”. Ma a Jovanotti ben presto si aggiunsero altri cantanti e gruppi musicali: “Alle elementari mi infatuai dei Queen, degli 883, alle medie degli Oasis e degli Articolo

31, alle superiori dei Nirvana, degli Smashing Pumpkins, dei Verdena e di Eminem”.

Passioni condivise della maggior parte dei giovani, quand’è che invece sei passato alla tua musica...insomma allo scrivere can-zoni e cantarle?

“Alle superiori, quando trascorsi l’anno scolastico negli Stati Uniti, e dovendo passare molto tempo da solo, iniziai a scrivere quelle che potremmo defi nire le prime canzoni. Al mio ritorno fondai con il mio compagno di banco un gruppo grunge, i Molto rumore per nulla. Forse per coerenza col nostro nome, non suonammo mai nemmeno un concerto. Ma in quegli anni ci divertimmo un sacco. Le prove erano in una saletta ricavata dallo spogliatoio degli arbitri di un vecchio campo da calcio. Dato che in quel campo non si giocavano più partite uffi ciali, uno spogliatoio per gli arbitri non serviva più. Era davvero fi go. Dopo il nostro scioglimento ho continuato per conto mio, per forza di cose, con la chitarra acustica”.

E come sei venuto a conoscenza del concorso di Mogol?

“È stata mia madre a convincermi. Io passo molto tempo a scrivere canzoni e poco a darmi da fare perché la gente le ascolti. Mia mamma mi sprona spesso in questa direzione e per fortuna l’ha fatto anche in quella circo-stanza. Bisognava passare tre selezioni per ar-rivare tra i sedici fi nalisti che si sarebbero esibiti davanti a Mogol. Non mi aspettavo di vincere anche perché in fi nale il livello era molto alto: per me era già tanto essere arrivato lì, riceve-re poi i complimenti direttamente da Mogol è stata una vera emozione. In quel momento mi sono detto “Se lui pensa che valgo qualcosa come autore, di quello che possono dirmi gli altri mi interessa davvero poco”.

Grazie al premio ricevuto, ti è stata

data la possibilità di trascorrere tutta l’esta-te al Cet, l’accademia musicale fondata in Umbria da Mogol, dove ha potuto non solo seguire le lezioni di grandi professionisti come Giuseppe Barbera, Giuseppe Anastasi, Carlotta Scarlatto e dello stesso Mogol, ma hai avuto anche la possibilità confrontarsi con musicisti professionisti e con autori mol-to capaci. Insomma un sogno a occhi aperti?

“Il mio progetto più importante per il fu-turo è quello di migliorare in quello che faccio e possibilmente farlo arrivare a più gente pos-sibile”.

Come? “Non lo so ancora bene, ma chissà che

qualche lettore de La Piazza non si incuriosisca e condivida sul suo profi lo Facebook qualche mia canzone!”.

di Denise formigaro

Tanta passione per la musica fi n dalla più tenera età: Jovannotti, Queen ed Eminem tra gli idoli. Poi un anno di studi all’estero, la solitudine e la “vena” cantautorale

Marcello Ubertone Cantautore rodigino che recentemente si è imposto a “Senza Etichetta”

Un talento scoperto da Mogol

Marcello con la sua chitarra acustica

Molto rumore per nulla. “Forse per coerenza col nostro nome, non suonammo mai”

22 Personaggio222222 Personaggio

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Religione, storia, fi sica, fi losofi a, economia, lette-ratura: sono questi i temi che saranno presentati e dibattuti nell’ambito della rassegna “Aperture”

che attraverserà diversi centri del Polesine, da Porto Viro a Lendinara passando per Adria, Ceregnano e Rovigo, fi no al prossimo 18 dicembre, sempre con inizio alle ore 21.

Non un festival a tema, non un ciclo di lezioni, ma un percorso nel territorio alla scoperta di questioni di profonda attualità con lo scopo di aprire un dibattito sulla contemporaneità. Nei primi due incontri di ottobre a Rovigo si è discusso dell’essenza del Cristianesimo e del Dio “debole” che muore trafi tto in croce ed è stata presentata la “Antologia della resistenza dalla marcia su Roma al 25 aprile”. Novembre è il mese in cui si concentra il mag-gior numero di appuntamenti, sei dei dieci complessivi. Si comincia lunedì 5 a Porto Viro presso la sala Ex macello con l’intervento di Massimo Teodorani che, insieme a Giorgio Cosco, illustrerà i fenomeni fi sici che carat-terizzano il sole e i loro effetti sulla terra. Venerdì 29 presso l’Accademia dei concordi di Rovigo Paolo Zorzato discuterà con Diego Fusaro della crisi economica attuale e insieme proporranno una rifl essione sul capitalismo e sulle vie alternative ad esso. Storia ed attualità saranno protagoniste dell’incontro “Ieri e domani. Il socialismo umanitario all’inizio del ‘900”, che venerdì 16 a Lendi-nara presso la Sala del consiglio comunale coinvolgerà Andrea Tincani, Marcello Mazzo e Giulio Marcon in una

discussione sulle prospettive del welfare in tempo di crisi. Venerdì 23 Vera Negri Zamagni sarà ospite dell’in-contro condotto da Francesco Gennaro presso il circolo Unione di Adria sul tema “L’economia e la famiglia”, ovvero sul diffi cile rapporto tra vita lavorativa e vita fa-miliare. Martedì 27 Davide Dainese condurrà l’incontro con Silvano Petrosino in programma a Ceregnano presso la sala consiliare sul tema “Felicità denaro”: come uno strumento per raggiungere la felicità diventa oggetto del desiderio fi ne a se stesso.

L’Accademia dei concordi di Rovigo ospiterà infi ne, venerdì 30, Goffredo Fofi e Claudio Luciano che ricostru-iranno la fi gura e la “lezione di Aldo Capitani”, uno dei “maestri irregolari” del secondo dopoguerra italiano. Gli

ultimi due appuntamenti, dedicati alla letteratura, proseguiranno nel mese di dicembre, entrambi presso l’Accademia dei Concordi. Giovedì 13 è di scena la poesia di Pascoli: l’incontro condotto da Sergio Garbato prevede l’interven-

to di Silvio Ramat, docente universitario e a sua volta poeta, il quale analizzerà come lo scrittore romagnolo veniva letto nelle scuole di un tempo e di come la critica a partire dal 1955 ne abbia proposto un’immagine deci-samente diversa, pienamente novecentesca: la lettura di alcuni versi sarà affi data all’attore rodigino Paolo Rossi. La chiusura è affi data a Guido Santato, docente univer-sitario rodigino, che martedì 18 interverrà nell’incontro condotto da Paolo Zorzato su “Pier Paolo Pasolini oggi. Una nuova monografi a sulla sua opera”.

di Mattia De Poli

In diversi centri del Polesine si parlerà di religione, storia, fi sica, fi losofi a, economia, letteratura

Appuntamenti Al via una rassegna culturale itinerante

“Aperture” fi no a dicembre

La locandina dell’iniziativa

La chiusura è affi data a Guido Santato che 8 interverrà nell’incontro “Pier Paolo Pasolini oggi”

All’interno del Museo archeologico nazionale di Adria

dal 17 settembre 2011 si sono succedute diverse iniziative volte a celebrare il cinquantesimo anniversa-rio dalla sua istituzione. Per concludere non poteva mancare un riconoscimento al suo nucleo fondante: la collezione privata della famiglia Bocchi. Dal 29 settembre scorso fi no al 15 marzo 2013 è visitabile la mostra “Scripta manent. I documenti Bocchi per l’archeologia di Adria”. Vi sono esposti alcuni volumi manoscritti del catalogo del “domestico museo” di famiglia e dei registri dei visitatori e non mancano le curiosità: spiccano i nomi di Francesco Carlo d’Austria e del famoso epigrafi sta e storico Theodore Mommsen. Inoltre, sono presenti alcuni tomi della prima redazione dell’inventario, iniziata da Francesco Antonio Bocchi nel 1868, che l’elenco dei reperti talvolta corredati da schizzi e note. Accanto al disegno di una coppa a fi gure nere della prima metà del quinto secolo avanti Cristo, realizzato dal canonico Bocchi, si legge che essa fu do-nata nel 1809 all’imperatore Francesco I d’Austria. Nel corso dell’Ottocento gli oggetti “disotterrati in Adria”, soprattutto il vasellame di provenienza attica, iniziarono ad essere riprodotti e questa sorta di “fotocopia” o di “fotografi a” in bianco e nero era destinata a studiosi per cercare di raccogliere maggiori informazioni. La mostra propone in alcuni casi la possibilità di confrontare il re-perto archeologico con la sua riproduzione. I documenti, deteriorati da anni a causa delle ricerche effettuate da diversi ricercatori, sono stati ora recuperati grazie al lavo-ro svolto dal Laboratorio di restauro del libro dell’abazia di Praglia: essi testimoniano la fama internazionale raggiunta dalla collezione privata e la precoce tensione della famiglia Bocchi alla ricerca scientifi ca.

museo di adria

M.D.P.

“Scripta manent. I documenti Bocchi per l’archeologia di Adria”

Tra prosa, danza e musica, nel mese di novembre Lendinara si conferma all’altezza della sua

storia con numerose iniziative cultu-rali. Il teatro comunale Ballarin ha ospitato la terza rassegna di teatro amatoriale, mandando in scena la compagnia “Proposta teatro colletti-vo” di Arquà Polesine, con uno spet-tacolo liberamente ispirato a lavori di Carlo Goldoni, “Briciole d’arte” di Canaro, con “Il letto ovale” di John Chapman e Ray Cooney, mentre la chiusura è toccata ai padroni di casa de “La tartaruga” con lo spettacolo “Stella e fi rmamento”, liberamente tratto da un testo di Aldo De Benedetti. Lunedì 19 novembre, invece, in due orari, alle 18 e alle 21, il sipario si aprirà sulle note dello “Schiaccianoci” di Petr Ilic Tchaikovsky, eseguito da Anna Ivanova e dal suo “Balletto russo”. Ma a novembre nel centro altopolesano terminano anche gli appuntamenti con il festival “Il suono e gli strumenti di Domenico Montagnana”, dedicato al liutaio lendinarese e giunto all’ottava edizione. Due le date in calendario, entrambe presso il duomo di Santa Sofi a alle ore 21: l’Orchestra di Padova e del Veneto, dopo aver accompagnato il 12 ottobre scorso Enrico Bronzi nell’esecuzione di opere di Franz Joseph Haydn e di Franz Schubert, sarà diretta e accompagnata al violoncello da Alexander Rudin in un programma che prevede brani di Arcangelo Corelli, Giuseppe Tartini, Gioacchino Rossini e Luigi Boccherini.

Spettacoli

in breve

Dopo l’ottimo riscontro ottenuto a Rovigo nella sala della Gran Guardia,

in occasione della 530° Fiera d’ottobre, dal 15 al 25 novem-bre prossimi la mostra di illustra-zione per l’infanzia “Castelli per aria. Città di Rovigo” farà tap-pa a Badia Polesine, presso la “Antica rampa libreria caffè”. In un territorio provinciale ricco di professionalità artistiche, spesso sconosciute o sottovalutate, è nata l’idea di riunire attorno alle opere di Paolo Domeniconi le tavole di undici giovani illustratori. Giulia Antonello, Giulia Boari, Sofi a Boccato, Veronica Cestari, Laura Ferracioli, Silvia Fiocco, Sara Michieli, Marta Padovani, Ilario Sal-tarello, Angela Sbandelli e Carlotta Tognin, oltre a esporre i loro disegni, proporranno attività ludiche e laboratori destinati ai bambini. Negli eventi in calendario sono coinvolti anche Sandra Trambaioli, autrice del volume “Un sogno da Leoni” e l’attore Morris Furegato. Questa inedita iniziativa culturale, dedicata al mondo magico delle illustrazioni per bambini, è nata dalla collaborazione tra la casa editrice Alberto Brigo editore, impegnata a creare occasioni di incontro tra adulti e bambini, il Comune di Rovigo e lo studio Web graffi ti di Porto Viro ed è stata sostenuta dall’Accademia dei Concordi, dagli assessorati alla Cultura e alla Pubblica istruzione della Provincia di Rovigo e dall’Uffi cio scolastico territoriale. “Castelli per aria” si propone come mostra itinerante e chiunque volesse ospitarla nella propria città può scrivere a: [email protected].

Illustrazione per l’infanzia“castelli Per aria”

Dopo la musica lirica e sinfonica, ol-tre alla prosa e al balletto, il Teatro sociale di Rovigo completa il qua-

dro delle sue nuove proposte culturali con la stagione di musica jazz, realizza-ta grazie alla collaborazione con il Rovi-go jazz club. Dopo il concerto d’esordio che lo scorso 23 ottobre ha visto pro-tagonista Luma Heloisa Lourenço con il suo quartetto, tra novembre e dicembre sono in programma altre quattro date. Tutti gli appuntamenti sono ospitati nel Ridotto del teatro in orario serale: dalle 20.45 alle 21.10 l’accesso è riservato ai soci del Rovigo jazz club e per loro l’ingresso è gratuito, mentre dalle 21.10 alle 21.30 possono entrare fi no ad esaurimento dei posti i nuovi iscritti e chi acquista una tessera serale del costo di 8 euro. Nel mese di novembre, quindi, il calendario prevede per martedì 6 “Ivan Tribolla trio” che eseguirà “Bisconce”, “musica per trio e amico immaginario”, mentre martedì 27 sarà protagonista della serata l’apprezzato complesso rodigino “The ukulele lovers”, che suoneranno “My one and only uke”. Martedì 4 dicembre gli allievi del dipartimento Jazz del Conservatorio “Francesco Venezze” di Rovigo si succederanno nella “Jam session di fi ne anno”, aperta a tutti gli “amici” musicisti. In prossimità del Natale torna l’appuntamento con il “Delta gospel choir”, diretto dal maestro Luca Bertasi. Le collaborazioni con le realtà locali e la valorizzazione dei talenti polesani permettono di offrire proposte culturali nonostante le ristrettezze delle casse pubbliche.

Teatro Sociale di Rovigostagione di musica Jazz

M.D.P. M.D.P.M.D.P.

La chiesa di Santa Sofi a

lendinara osPita balletto e musica

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IL VENEToin PRIMo PIANo

Per le politiche 2013 scende in campo il Veneto, nel vero senso della parola. Sì perchè da qui parte addirittura una

candidatura alla premiership del Paese. Laura Puppato, Capogruppo Pd in con-

siglio regionale ed eletta con quasi 27mila voti, il 25 ottobre ha consegnato le 20mila fi rme necessarie a candidarsi alle primarie del centrosinistra. La sua è stata un’impre-sa alla Davide contro Golia, sì perchè il Pd che conta, in Italia come in Veneto, sosterrà Bersani e mal sopporta gli outsiders com’è la Puppato. In pochi credevano che ce l’a-vrebbe fatta a raccogliere in una settimana le 20mila fi rme necessarie, invece eccola lì, a ringraziare tutta la “gente di buona vo-lontà, che non smette mai di sperare che la politica possa essere anche altro rispetto a quello che vediamo oggi”.

“E’ un’onda lunga – racconta Lau-ra Puppato – che preme con la forza dei tantissimi che oggi in Italia credono ancora nella democrazia partecipativa, nella capa-cità di cambiare le cose partendo dal basso, dalla gente comune, da chi si prende una mattinata di ferie dal lavoro per fare un banchetto di raccolta fi rme al mercato, da

chi monta i gazebo del Pd la mattina presto della domenica e, nonostante la disaffezio-ne di molti e l’arrabbiatura di tanti, presenta la mia candidatura alle primarie, chiede una fi rma perchè anche io, sconosciuta ai più e ignorata completamente dalla stampa na-zionale, possa prendere parte alle primarie del centrosinistra. Contando le fi rme di tutti questi italiani volonterosi in questi giorni pensavo: “l’Italia ha bisogno di voi, io sono solo uno strumento, vorrei rappresentarvi, spero di farcela!”. E ce l’ha fatta.

Sarà insieme a Bersani, Rezi, Vendola e Tabacci uno dei protagonisti delle primarie di Centrosinistra che, in larga parte sono

state caratterizzate da partenze e passaggi importanti nella nostra regione.

Il giovane Renzi, sindaco di Firenze e rottamatore per eccel-

lenza, ha iniziato la sua campagna a metà settembre partendo da Verona, cuore della nuova Lega in Veneto. Una scelta forse sim-bolica per lanciare un messaggio a quanti, nell’ex compagine di centrodestra non sono più disposti a votare il Pdl e le forze padane. Il fi orentino è sicuro di far breccia sui delu-si dagli scandali e dalle ruberie del cerchio magico di Bossi e fi glio, dalle razzie laziali

di Germana Urbani

Dal Veneto verso la guida dell’ItaliaStop ai politici calati da Roma. ora è una delle regioni più operose del Nord-Est a presentare i propri candidati: amministratori in campo per la guida del Paese

Puppato, Galan, Tosi. Ma anche Renzi e Bersani partono da qui per raggiungere il Paese

Primarie Da sinistra a destra

di Batman e dalla nuova tangentopoli lom-barda. Lui, con una campagna tutta ameri-cana guidata mediaticamente dal padre del Grande Fratello, cercare i voti a destra e lo fa proprio partendo da qui, da una regione che da vent’anni vede il centrodestra al suo timone.

Va detto anche che questo territorio è particolarmente importante dal punto di vista economico. Anche se la locomotiva del Nord-Est in questi anni ha rallentato molto e nel Veneto ha rischiato di fermarsi del tutto, qui ancora le macchine girano e il la-voro resiste. Bersani, giustamente, ne tiene conto e anche per lui il Veneto, e Padova in particolare, è stato uno dei primi appunta-menti della sua campagna per le primarie. Per il suo arrivo il pubblico era numeroso

e attento, persino affettuoso. Il segretario qui è forte del consenso dello zoccolo duro del partito che verso gli altri protagonisti in campo non è per nulla morbido.

Ma la grande novità di fi ne ottobre arriva da destra. Dopo che Berlusconi ha annunciato che non si ricandiderà alle pros-sime elezioni è partito anche da questa parte il toto primarie. Immediata la disce-sa in campo dell’ex governatore Giancarlo Galan. “ Se siamo persone intelligenti si fanno le primarie come ha detto Berlusconi e io – ha affermato Galan - ci sarò; non per esibizionismo ma per rappresentare una storia di buona amministrazione di cui sono stato protagonista per 15 anni ed anche per rappresentare un’area, quella liberale che s’è stinta”. Galan, dunque, potrebbe essere

da destra uno dei competitor per la poltrona di Primo ministro, e non nasconde le sue idee sul Pdl in crisi quando afferma che “c’è bisogno di un intervento radicale”! Sempre veneto e in corsa alle politiche della pros-sima primavera potrebbe esserci un altro amministratore e politico stimato in molta parte del nord-Est: il sindaco Fabio Tosi, che i media non smettono di descrivere come il volto pulito ed effi ciente della Lega che sa amministrare. I suoi sono convinti che una sua discesa in campo saprebbe attrarre i delusi di Pdl, Pd e Udc, gente che non è più disposta a votare politici calati dall’alto ma che vuol votare facce che conosce, di cui si fi da e che incarnano davvero il cambiamen-to di cui la terza repubblica ha bisogno.

Da sinistra: Pierluigi Bersani e Matteo Renzi, Giancarlo Galan, Flavio Tosi e Laura Puppato

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7Il Veneto in primo piano

Anche le forze moderate di centro cercano nel Veneto la forza necessaria a garantire la rappresentanza politica di cui hanno bi-

sogno gli attuali leader. Casini e i suoi rilancia-no convinti che i moderati ex Dc tornino all’ovi-le dopo l’esperienza tragica del berlusconismo che loro, però, hanno appoggiato lungamente. Il programma che mettono in campo fotogra-fa il loro desiderio di rappresentare ancora il voto cattolico moderato con la benedizione, se possibile, della Conferenza Episcopale. L’im-pressione però è che all’Udc manchi qualcosa di fondamentale. Se il tema del rinnovamento è e sarà uno dei cardini principali delle prossi-me politiche allora dovranno presto correre ai

ripari: Casini, è in Parlamento da oltre 29 anni, Beppe Pisanu, 38 anni, Giorgio La Malfa, fi glio d’arte in politica dal 1972 per non parlare dei “giovani” Cirino Pomicino, De Mita e molti altri. Certo Antonio De Poli ci sarà ma non si può certo dire che lui sia l’uomo nuovo, il Renzi dell’Udc e anche il suo famoso radicamento sul territorio da quanto è parlamentare è venuto un po’ scemando.

Sempre al centro sta un nuovo soggetto politico come Italia Futura di Montezemolo che da noi è incarnato, però, da volti conosciuti e approdati al “futuro” da altre compagini politi-che. Tra loro Massimo Cacciari, Andrea Causin e Diego Bottacin, tutti ex Pd. “E’ tempo di

cambiare la classe dirigente – ha detto Jacopo Silva, imprenditore trentanovenne, uno dei tre coordinatori regionali – con una nuova e pre-parata, possibilmente senza partiti ma con un programma credibile”.

Una battaglia simile a quella che ha com-battuto con successo anche Grillo alle scorse amministrative in Veneto. E probabilmente anche per le politiche di primavera la vera no-vità sarà il Movimento cinque stelle, che oggi i sondaggi battezzano come il secondo partito in Italia. Grillo oggi sbarca in Sicilia ma non mancherà di risalire lo stivale e vedremo come reagiranno i veneti. Quanto al voto cattolico c’è da stupirsi. Da una recente indagine Ipsos,

commissionata dalle Acli, emerge che il 27% dei cattolici oggi non voterebbe, che solo uno su tre confermerebbe il suo voto al centrodestra e che il 14% voterebbe Grillo. “ Senza segnali visibili e credibili di cambiamento – ha com-mentato Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli - qualsiasi alleanza o proposta politi-ca si rivela inutile e velleitaria. La propensione all’astensionismo tra i cattolici praticanti è più alta rispetto al resto dei cittadini. Non serve un partito cattolico, ma un salto di qualità nella presenza dei cattolici in politica, a cui i cittadini chiedono più onestà e più attenzione a lavoro, famiglia e poveri”.

di Germana Urbani

Voto cattolico cercasi

Il centro si muove

Se si votasse oggi il 27% dei cattolici non voterebbe. Solo uno su tre confermerebbe il suo voto al centrodestra e il 14% voterebbe Grillo

la curiosita’

“Corre per le primarie del centrosinistra, è brava eppure quasi ignorata”. E’ Marco Pa-olini, tra le pagine del Corriere della Sera, a sostenere la candidatura alle primarie di Laura Puppato e ad incoraggiare la gente a sostenerla. “Conosco Laura Puppato – scrive

Paolini – da quando era un sindaco di provincia e dalla prima volta che l’ho incontrata ho pensato a Tina Anselmi: mi sembra che abbiano una cosa in comune, sono un’eccezione alla regola. Tina Anselmi è riuscita a farsi apprezzare anche da chi (come me) aveva un pregiudizio ideologico verso di lei. Oggi il pregiudizio si rivolge in blocco alla classe politica. Quel pregiudizio conterà moltissimo tenendo sempre più gente lontana dai seggi a meno che non si cominci a cambiare le regole. A questo servono le eccezioni, come dice Brecht aiutano a riconoscere che ciò che è diventato regola a

volte è sbagliato e va cambiato. La candidatura a presidente della Anselmi non venne presa sul serio dalle regole della politica. La proposta di candidarsi alle primarie Laura l’ha fatta da sola ed è una candidatura seria, capace di motivare anche chi sente oggi quel pregiudizio sulla politica. Scrivo per stimolare chi pensa a lei come suo candidato possibile alle primarie a fare una campagna dal basso per farla conoscere. Le primarie sono un’occasione per dare un po’ di sostanza e speranza alla democrazia. Una volta il Veneto, di regola, generava soprattutto emigranti e donne di servizio per la gente di città e una classe politica di scarso rilievo nazionale con poche eccezioni. Ogni tanto, in una di queste eccezioni, genera anche una donna di servizio pubblico tenace, senza soggezione verso chi è più potente di lei, capace di farsi apprezzare anche da elettori di campo avverso. “Brava!”

marco Paolini Per laura PuPPato

Pierferdinando Casini e Beppe Grillo. Sotto Marco Paolini

25252525Il Veneto in primo piano

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Page 28: La Piazza di Rovigo - 2012ott n 137

8 Il Veneto in primo piano

Mentre scrivo, la cronaca racconta la morte di una ragazza palermitana di 17 anni, pugnalata mentre difen-

deva la sorella dall’ira dal fi danzato che non accettava la fi ne della relazione. La settima-na prima moriva a Padova un’altra giovane donna: Erika Ferrazzi, 28 anni, pugnalata dell’ex compagno.

Tutto questo, anche se non ha nulla a che fare con noi, purtroppo ci riguarda da vicino perchè questi fatti atroci confermano dati allarmanti: dall’inizio dell’anno, secon-do Telefono Rosa, sono 100 le donne uccise. Si e’ passati da un omicidio ogni tre giorni, registrato l’anno scorso, a uno ogni due gior-ni. Numeri che fotografano una distorsione aberrante del rapporto uomo- donna e che emerge sempre più forte dalla nostra socie-tà: chi uccide non sono le mafi e, i delinquen-ti, ma nell’85% dei casi ad impugnare un’ar-ma mortale sono mariti ed ex fi danzati che non accettano la fi ne di una storia d’amore.

L’escalation del fenomeno è talmente forte che ormai si parla di femminicidio, cioè omicidio di genere, fatto per scelta, l’estre-ma conseguenza delle molteplici forme di violenza degli uomini contro le donne. Un atto che lancia un messaggio spaventoso: “se non vuoi essere mia, non sei libera di vivere senza di me”.

Ma le donne morte sono solo la punta di un iceberg che conta migliaia di vittime di violenze fi siche e psicologiche talmente dolorose da non venir neanche denunciate.

Lo sanno bene i centri antiviolenza spar-si in tutto il territorio nazionale e Veneto che ascoltano il loro grido di aiuto e sono in gra-do di intervenire. Nella nostra regione, se-

condo l’ultimo studio presentato dall’Osser-vatorio nazionale violenze domestiche, tra il 2009 e il 2011 ben 92 persone, soprattutto donne, sono state protagoniste questo triste fenomeno: 36 omicidi (con 39 vittime) e 48 tentati omicidi (con 53 vittime). Dati che hanno visto un’ impennata nel 2011, con 23 aggressioni e 10 omicidi. A questi delitti vanno affi ancati anche i 1224 episodi di violenza domestica denunciati nel solo primo semestre del 2011: tanti, ma anche pochi visto che pochissime donne arrivano a denunciare i propri “carnefi ci” visto che spesso coincidono con la persona che do-vrebbe amarle di più. Certo tutte le morti che il 2012 ha già fatto registrare la dico-no lunga sulla ‘’mattanza che non può più essere possibile in un Paese civile’’, come ha sottolineato Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente nazionale di Telefono Rosa, spesso il primo contatto per coloro che hanno il coraggio di parlare dell’incubo che

stanno vivendo. La presidente, non ha esita-to a defi nire ciò che sta avvenendo una e ha scritto al premier Monti chiedendogli “risorse economiche e una commissione straordina-ria” per fronteggiare il problema.

Ma per fermare tutto questo è necessa-rio educare giovani e adulti al rispetto dell’al-tro e sensibilizzare l’opinione pubblica. Con questo obiettivo il movimento nazionale Se-nonoraquando ha lanciato l’appello “Mai più complici” e ha chiesto anche agli “uomini di aprire gli occhi e di camminare e mobilitarsi con le donne per porre fi ne a questo orrore”. Cristina Comencini, tra le voci più autorevoli del movimento, ha sottolineato che “il fem-

minicidio non è solo un fatto criminologico ma ha una valenza simbolica del rapporto (arretrato) uomo-donna in Italia”. “Ecco per-ché – ha ribadito – riguarda la politica”. Sta infatti alla politica fare in modo che il nostro Paese garantisca il diritto delle donne a vive-re serene lontano da uomini violenti. Certo l’approvazione della legge anti-stalking ha avuto già dei risultati positivi, ma non ba-sta. Occorre disegnare un’insieme di leggi e strumenti per la prevenzione, l’azione giu-diziaria, il supporto alle vittime e l’apertura capillare su tutto il territorio nazionale di case di fuga.

di Germana Urbani

Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale contro la violenza sulle donne: non restare indifferenti è un obbligo morale per tutti

Solo un problema culturale?

Una donna uccisa ogni due giorni. Mai più complici!

Oggi in Veneto esistono diverse re-altà alloggio, “case segrete” per chi ha bisogno di allontanarsi da

casa e di mettersi al sicuro con i propri fi gli. Sono affi date ai Centri antiviolenza e gestite da cooperative sociali. Le donne che si presentano al Centri coprono tutte le fasce d’età con una prevalenza nella banda 35-45. La stragrande maggioranza ha fi gli (61%). Lavorano nel 57% dei casi anche se spesso il lavoro è part-time e di livello remunerativo medio-basso. A Vene-zia ci sono ben due case protette, per un totale di circa 20 posti. Presto una casa di fuga sarà aperta anche dal comune di

Padova, con 7 posti e un fi nanziamento anche dalla Cassa di Risparmio di Pa-dova e Rovigo. Sempre nel padovano è già partito il progetto per la costruzione di un’altra struttura in comune di Este. E ancora ce n’è una in provincia di Verona che ospita fi no a 12 donne con bambini, sostenuta dal Comune di Verona, gestita dalla cooperativa Azalea e coordinata dal Centro antiviolenza Petra. A Belluno, inve-ce, la “casa segreta” è stata chiusa da po-chi mesi per mancanza di fondi. Purtroppo in Veneto manca una legge regionale per fi nanziare regolarmente i Centri Violenza, come c’è invece in altre regioni.

Contro la violenzacase segrete Per donne in Pericolo

A ottobre moriva a Padova Erika, 28 anni, pugnalata dall’ex compagno

26 Il Veneto in primo piano262626 Il Veneto in primo piano

Page 29: La Piazza di Rovigo - 2012ott n 137

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novità

messaggio pubbliredazionale

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11Voci da palazzo

Il riordino delle Province così come uscito dal Consiglio dei ministri pone, per il Veneto, l’urgenza di procedere quanto prima alla costruzione della vera città metropolitana. Ne è convinto il capogruppo di Verso Nord in Consiglio regionale, Diego Bottacin, che in una nota sollecita la Regione “a rimediare al clamoroso autogol delle scorse settimane,

favorendo la defi nizione dei confi ni seri della città metropolitana veneta. Poiché il governo ha salvato Belluno, ha dovuto accorpare Rovigo con Verona e Padova con Treviso. Quest’ultima aggregazione come provincia è una specie di monstrum e pone con forza il tema di creare un unico ente, la città metropolitana veneta tra Padova, Treviso e Venezia, cioè nelle aree più densamente popolate del nostro territorio. La Regione - conclude Bottacin - si faccia immediatamente parte attiva di questo processo che ormai è irreversibile”..

Diego Bottacin, Verso Nord“la regione rimedi al clamoroso autogol delle scorse settimane

L’opinioneL’opinione

“Dal governo arriva un segnale inequivocabile di semplifi cazione degli enti locali per una maggiore effi cienza e maggiori risparmi nella spesa pubblica. Dunque la decisione del Consiglio dei Ministri ci soddisfa nel suo complesso”. I consigliere regionale del PD, Lucio Tiozzo, si è dichiarato soddisfatto

delle decisioni assunte dal Consiglio dei ministri, in particolare per la scelta di mantenere la Provincia di Belluno. Ma il giudizio è positivo anche per l’accorpamento Padova-Treviso, proposta già avanzata dal gruppo consiliare dei democratici nella conferenza Regione-Autonomie locali e in Consiglio regionale: “In questo modo - sottolinea - si apre la strada per dare un riconoscimento istituzionale ad una realtà già di fatto esistente, la PaTreVe”. “Analogamente ci attendevamo maggiore coraggio nel riordino per l’area occidentale - aggiungono i due esponenti democratici - dove ci appare forzata l’aggregazione Verona-Rovigo. Tuttavia - osservano - rimangono aperte le possibilità di operare una maggiore semplifi cazione ed aggregazioni forti, secondo la nostra proposta originaria di accorpare di Verona e Vicenza in un’unica ‘Provincia metropolitana’. Tiozzo infi ne riserva una nota critica al presidente Zaia: “Il suo ribadire che il Veneto deve essere considerato come un’unica vera area metropolitana appare come un gioco a spingere più in là la palla dopo non aver mosso un dito nel momento in cui la sua maggioranza doveva assumere una posizione netta a favore delle aggregazioni tra territori e non di chiusura conservatrice che ha impedito alla Regione di essere protagonista del suo destino. Insomma Zaia continua ad inseguire un lontanissimo e improbabile futuro senza cambiare concretamente il presente. E’ un presidente che resta sempre fuori dalla partita mentre altri decidono sulla nostra testa”.

Lucio Tiozzo, Partito Democratico“la scelta del governo ci soddisfa ma serviva Più coraggio”

Parole, parole-parole, parole, parole-parole-parole, parole soltanto parole, parole tra noi... Parole indimenticate, quelle di Mina e Alberto Lupo nella

celebre canzone del ’72, del tutto inutili invece quel-le che hanno preceduto e accompagnato il voto nel Consiglio regionale del Veneto lo scorso 19 ottobre. Il dibattito per il riordino delle provincie, infatti, si era pro-tratto per settimane in Conferenza Regione-Autonomie locali, per ben tre giorni nelle commissioni Statuto e Affari istituzionali e per altri due giorni in aula ma il risul-tato è stato quello di partenza. La Regione del Veneto non ha trasmesso alcuna indicazione al Governo per il processo di riordino delle Province secondo le norme contenute nella “Spending review”. Ha invece indica-to, senza che questo fosse necessario, di “procedere alla soppressione delle Regioni a Statuto speciale, in quanto non hanno più le caratteristiche per giustifi care norme speciali ed enormi stanziamenti che determi-nano sprechi di risorse pubbliche”. Chi può, provi ad immaginare la faccia del ministro Patroni Griffi quando, tenendo in mano il documento arrivato dal Veneto, ha cercato indicazioni sulle quattro provincie (che erano già state indicate come “da unifi care”, da “accorpare” o da “fondere”) e ha trovato invece l’inutile appun-to e l’altrettanto superfl ua precisazione di mantenere tutte e sette le province venete. “Al limite – riporta la delibera - un loro riordino sarebbe stato possibile nel caso fosse stato concesso un ulteriore termine di sei mesi alla Regione” che tuttavia non avrebbe intra-preso la riorganizzazione della loro natura visto che, secondo la maggioranza in Consiglio regionale, le province dovrebbero rimanere enti di primo grado con i consigli eletti a suffragio univer-sale. Insomma carta straccia che ha lasciato al Governo Monti la massima libertà di riordinare il Veneto a proprio piacimento. Del resto da Roma avevano chiesto di indicare in quale senso opera-re gli accorpamenti ed invece, come risposta, hanno avuto l’autorizzazione a creare un ente in più: la città metropolitana. Eppure le proposte in consiglio non erano mancate, il Pd ad esempio aveva proposto la creazione di due province “metropolitane” composte da Verona e Vicenza ad ovest e da Padova e Treviso al centro della regione, il mantenimento della provincia di Belluno, (in virtù di quanto disposto dallo Statuto) e Rovigo (in ragione della peculiarità territoriale del Polesine) mentre alla provincia Venezia il ruolo di città metropolitana. Neanche l’emendamento di alcuni con-siglieri del Pdl (Laroni, Conta, Bendinelli e Padrin) ha avuto successo, in quanto la loro proposta di abolire tutte le Province venete tranne quella di Belluno, in previsione della futura creazione di due aree metropo-litane, non ha trovato consensi. Cosi in mancanza di indicazioni precise il consiglio dei Ministri ha proceduto con l’accorpamento di Padova a Treviso e di Rovigo con Verona. Salva la provincia di Belluno alla quale è stata riconosciuta la peculiarità montana, salva la provincia di Venezia che diventerà città metropolitana e salva per il momento anche la provincia di Vicenza ma con la prospettiva di rientrare con Verona e Rovigo nell’area

metropolitana Vi-Ve-Ro per contro bilanciare la “Grande Venezia” che andrà creandosi con l’unione di Padova e Treviso alla città lagunare, Pa-Tre.Ve. A scompigliare le carte di un accorpamento annunciato solo su base numerica (Belluno a Treviso e Padova a Rovigo) pare sia stata la città di Padova che con la sua cintura e l’a-rea termale aveva espresso la volontà di far parte della città metropolitana di Venezia. Tale iniziativa ha richie-sto una sterzata per rimettere in asse un Veneto che con questa unione avrebbe avuto una grande provincia da 1.800.000 abitanti. Quindi la scelta del Consiglio dei ministri è stata quella di dare luogo ad una azione

“in fi eri” che troverà perfezio-namento in futuro. I comuni, infatti, avranno altri 60 giorni di tempo per decidere del loro destino e anche la Regione ver-rà chiamata nuovamente ad esprimersi. Intanto i parametri

della spending review sono salvi con 86 province scese a 51, mentre per quelle delle regioni a stato speciale si deciderà visto che ci sono altri sei mesi di tempo. Da giugno 2013 è previsto il commissariamento di tutte le Province. Tutti i presidenti, dunque, verranno sostituiti dai commissari, mentre i dipendenti in esubero, si parla di circa 3000 persone, verranno assorbiti in altri enti. Non ci saranno più elezioni per il consiglio provinciale in quanto dal 2014 le province diventeranno enti di secondo grado formati da 12 componenti scelti fra i sindaci e votati solo dai consiglieri comunali dei Comuni compresi in una determinata provincia. Come anticipa-to dal ministro, durante le elezioni non varrà il principio dell’una testa un voto, dato che le preferenze espresse verranno pesante in base all’importanza del Comune di riferimento. Al vertice della futura organizzazione ci sarà un presidente, anch’esso per essere eletto dovrà essere un sindaco, mentre scomparirà la Giunta, l’orga-no politico di ogni amministrazione. Anche le funzioni delle province sono dimagrite, rimarranno solo tre gli ambiti che ricadranno sotto la loro responsabilità: il co-ordinamento e la pianifi cazione territoriale, la viabilità e le scuole di secondo grado.

di Mauro Gambin

Enti locali La Regione non ha dato nessuna indicazione al Governo per il riordino delle Province

Padova con Treviso e Rovigo con VeronaAspettando le aree metropolitane Vi-Ve-Ro e Pa-Tre-Ve il Governo ha applicato la spending review

“La decisione del Consiglio dei Ministri di escludere la Provincia di Belluno dal piano nazionale di accorpamento rappresenta sicuramen-te una notizia positiva, anche in considerazione del fatto che altrove si è proceduto con accorpamenti illogici che fanno accapponare la pelle”. E’ il primo commento del vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto Matteo Toscani al decreto-legge sul riordino

delle Province e all’istituzione delle città metropolitane. “A mio avviso - prosegue il consigliere della Lega Nord - è importante tenere distinte le due questioni cruciali di questo provvedimento. La prima riguarda l’Ente Provincia, che viene salvato ma diventa di secondo grado e, al momento, è privo di competenze e soprattutto di risorse. Da questo punto di vista, la Regione Veneto potrà dar seguito a quanto previsto nello Statuto, ma solo a condizione che a livello statale non si prosegua con politiche e tagli di chiara impostazione centralista. La seconda questione è meno evidenziata, anche se è forse ancora più rilevante per i cittadini: insieme all’Ente vengono salvaguardati anche tutti i servizi, le organizzazioni e le associazioni organizzate su base provinciale. Il Governo già preannuncia che “il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione anche degli uffi ci territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffi ci su base provinciale saranno di fatto accorpati”. Si può immaginare benissimo quali e quanti sarebbero stati i disagi per i cittadini se questo fosse accaduto anche a Belluno”.

“belluno, salvato l’ente ma soPrattutto i servizi”

Questa è la situazione attuale per quanto riguarda il Veneto: Insieme Padova e Treviso come pure Verona e Rovigo ma la previsione è quella di creare due aree metropolitane

Marco Toscani

Matteo Toscani, Lega Nord

Diego Bottacin

Lucio Tiozzo

“La provincia di Vicenza rimane così com’è, ma in realtà le cose cambiano”. Lo afferma dopo aver appre-so i contenuti del Decreto legge del Consiglio dei Ministri sul riordino delle province, Costantino Toniolo, presidente della commissione Bilancio e Affari Istituzionali in Consiglio regionale del Veneto. “Per quanto

riguarda la provincia berica - informa il rappresentante del PdL - viene mantenuta l’integrità territoriale, i confi ni, ma il ruolo dell’ammini-strazione cambia, perché dovrebbe diventare un ente di secondo grado dove avranno la loro rappresentanza i comuni. Personalmente - precisa - la vedo come una sorta di conferenza delle Unioni dei comuni. Sono proprio i comuni che in questa fase acquisiscono maggior potere. Il fi ne è quello di offrire ai nostri cittadini e alle attività economiche sul territorio migliori servizi e a meno soldi. Grazie anche alle norme approvate in Regione in materia di funzioni e servizi dei comuni - spiega Toniolo - i municipi hanno l’opportunità di dare impulso all’innovazione in materia di gestione degli enti locali, di evolvere e migliorare la loro macchina con le Unioni, sia quelle ordinarie sia quelle montane, queste ultime occasione per esaltare la specifi cità di territori ad esempio come l’Altopiano di Asiago e dei paesi ai piedi delle Piccole Dolomiti”. A noi amministratori regionali resta il ruolo di programmazione, indirizzo e controllo su tutto il territorio veneto. Ora tutti assieme - conclude Toniolo - dobbiamo rimboccarci le maniche per superare al meglio il momento di crisi che si fa sentire a tutti i livelli. Il nostro fi ne è sempre il bene comune e lo snellimento della macchina burocratica è sempre stato uno dei punti del nostro programma!”

Costantino Toniolo, Popolo della Libertà“meno burocrazia e’ un Punto del nostro Programma”

Avevano chiesto accorpamenti, è stato dato l’assenso per un ente in più

Costantino Toniolo

28 Voci da palazzo282828 Voci da palazzo

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10 Intorno a noi

A molti devono essere rimaste negli oc-chi le immagini, mandate un onda dai Tg nazionali, di Leonardo, il bambino

di 10 anni prelevato con la forza all’uscita dalla scuola elementare di Cittadella. L’Ita-lia nei giorni seguenti a quell’11 ottobre si divise tra chi solidarizzava con la madre e chi con il padre ma c’era anche chi aper-tamente condannava l’intervento, apparso brutale, da parte dagli agenti della polizia in borghese, unitamente agli operatori dei servizi sociali e del Ctu della Procura.

Era stato quello l’epilogo di una guerra di carte bollate tra i genitori, iniziata fi n dopo la separazione dei due coniugi nel 2004 e conclusasi dopo che la Corte d’Ap-pello di Venezia si era pronunciata in ordine alla richiesta di sospensione del decreto che aveva disposto l’allontanamento immedia-to del bambino dalla casa materna e suo affi damento al padre.

Quest’ultimo, infatti, malgrado il Tri-bunale avesse previsto il pieno esercizio del diritto di visita dopo la divisione dalla moglie non ebbe più un rapporto regolare con il fi glio.

Ogni tentativo di contatto da parte del padre fu ingiustifi catamente respinto al mit-tente sostenendo che fosse Leonardo a non

volerlo sentire e incontrare. Un distacco che alla lunga ha portato

a qualche problema per il piccolo Marco, i neuropsichiatri interessati del caso in questi anni hanno diagnosticato al piccolo un gra-ve disturbo relazionale psicopatogenetico, Pas o sindrome da alienazione parentale. Insomma come spesso accade: i piccoli pos-sono diventare vittime dei grandi.

Una patologia Genitoriale, infatti l’ha defi nita il dottor Giuseppe Dimattia, psico-logo psicoterapeuta, esperto in psicopatolo-gia forense, “E’ il fenomeno per cui i bam-bini, fi gli di genitori separati in situazione di confl itto grave – ha spiegato - sviluppano un rifi uto verso il genitore non convivente. Comunemente si intende che il genitore collocatario dei fi gli suggestioni i bambini facendo una sorta di programmazione che li induce ad un rifi uto totale nei confronti dell’altro genitore. Si tratta di situazioni

Lo scorso 11 ottobre il bambino è stato prelevato con la forza dalla propria scuola elementare di Cittadella

Sociale Nella contesa tra padre e madre il blitz degli agenti della polizia

Leonardo vittima di una guerra di carte bollate

fortemente disturbanti, anche se a volte positive, in cui il minore sente ansia unita a depressione, che sono i sintomi psicopato-logici anche della Pas”.

Un problema grave, dunque, diffi cile da rimediare quando l’alienazione si è sta-bilizzata.

Il medicina più effi cace sarebbe la prevenzione, con l’informazione prelimina-re della coppia separanda, oppure che la coppia prenda atto della necessità di una mediazione per appianare il confl itto. Se non è possibile, il genitore rifi utato dovreb-be mettersi in disparte quanto basta per attenuare la sofferenza del fi glio, ma il tut-to resta sempre un carico di responsabilità per entrambi e senza il loro contributo non c’è dispositivo giuridico o giudiziario che possa essere realmente effi ciente, salvo il deprecabile, ma a volte necessario, allonta-namento temporaneo dei fi gli dai genitori. In ogni caso i bambini in questa condizione dovrebbero essere recuperati quanto prima con una psicoterapia infantile”.

Sulla questione abbiamo sentito anche il parere di un legale specializzato in diritto di famiglia.

“L’allontanamento – spiega l’avvocato Fulvia Fois - di un minore dal proprio as-setto familiare rappresenta, senza dubbio, l’estrema ratio cui si deve giungere a segui-to dell’impossibilità di recuperare il giusto rapporto ed equilibrio con i genitori.

L’interesse preminente da preservare è quello del minore che nessuno può e deve strumentalizzare per le proprie egoistiche esigenze.

Non v’è dubbio – prosegue il legale - che i provvedimenti che dispongono l’allon-tanamento del minore siano dolorosissimi e che, pertanto, debbano essere attuati ponendo in essere tutte le cautele ed atten-zioni possibili a preservare l’interesse del minore, anche e soprattutto, con l’ausilio di operatori specializzati”.

Pas: sindrome per la quale i bambini rifi utano il genitore non convivente

Il genitore rifi utato dovrebbe mettersi in disparte per attenuare la sofferenza del fi glio

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Chioggia Provincia RegioneCONRIBUTO AFFITTI

SOLIDARIETÀ

16VELA

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RegioneChioggia

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CampolongoL’ECOMOBILE PER

RIFIUTI INGOMBRANTI

E’ in funzione da gennaio a Campo-longo Maggiore (In Riviera del Brenta)

un nuovo servizio chiamato ecomo-bile. Potranno essere conferiti rifi uti

ingombranti come mobili ed elettrodo-mestici. Sarà possibile conferire i rifi uti

ingombranti: Boion ogni 2° sabato del mese dalle 8 alle 12 in Via Pasolini (parcheggio ad ovest della piazza della

chiesa). Campolongo Maggiore ogni 4° sabato del mese dalle ore 8 alle 12 in Via Majorana (parcheggio del campo

sportivo).

EconomiaLA PROVINCIA VENDE QUOTE AUTOSTRADE

La Provincia di Venezia vende il 7 per cento delle quote possedute nell’autostrada Spa Venezia-Padova, pari a 171.173 azioni per un valore complessivo di 9.120.319,96 euro e lo 0,71 per cento delle azioni di Interporto di Venezia spa per un valore di 191.427,64 euro. I bandi di avviso sono pubblicati all’albo pretorio e sono disponibili sul sito www.provincia.venezia.it sezione bandi e concorsi. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte è il 7 febbraio 2011

L’infl uenza A (H1N1) torna a colpire anche in Veneto, all’inizio del mese

di gennaio si registravano 9 ricoverati e un decesso. Si tratta per lo più di

persone già debilitate da malattie o convalescenti. Il virus quest’anno si

presenta con caratteristiche meno aggressive ma può avere delle compli-cazioni. Nel Veneziano si è registrato

anche il caso di un uomo di San Donà. Nel Miranese il presidente della Con-

ferenza dei sindaci dell’Ulss 13, Fabio Livieri, sollecita maggiori controlli nelle

scuole del territorio considerato il picco atteso per fi ne mese.

SanitàTORNA A COLPIRE

L’INFLUENZA SUINA

TerritorioAMBIENTE: MENO CO2, PIÙ QUALITÀ

Si sono riuniti lo scorso 14 gennaio a Ca’ Corner per una riunione operativa il presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto e il collega della Spezia, Marino Fiasella, insieme con gli assessori all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia, al Trasporto Giacomo Gandolfo e alla Viabilità Emanuele Prataviera, con il direttore generale di Tecla (l’associazione che dal 2001 supporta la collaborazione fra le Province e l’Unione europea) Mario Battello. Due gli obiettivi. In primo luogo individuare un percorso comune tra le due Province per l’attuazione del Patto dei sindaci, il protocollo promosso dalla Direzione generale energia dell’Unione europea, per favorire la riduzione delle emis-sioni di Co2 siglato dalla Provincia di Venezia lo scorso 25 settembre. Sono inoltre state valutate le prospettive di fi nanziamento europeo su nuovi progetti imprenditoriali fi nalizzati all’utilizzazione di fonti energetiche alternative.

L’INTERVENTO

Grandi opere, i veneti chiedono partecipazionedi Alessandro Abbadir

Le devastanti alluvioni nel vicentino e nel padovano dello scorso novembre, però, hanno cambiato le carte in tavola. L’idrovia Padova – Venezia è diventata di nuovo un’opera utile. Da degli studi idraulici fatti, infatti, appare chiara la sua funzione di valvola di sfogo delle acque del padovano e del vicentino, senza perdere poi la caratteristica di infrastruttura di comunicazione commerciale (su acqua con

chiatte fra Padova e Venezia), che tra l’altro ha un impatto inquinante minore della cosidetta “camionabile”. Il problema però, come nel caso della Romea Commerciale, è che spesso le valutazioni su cosa realizzare, non seguono le priorità che emergono dal territorio. Queste opere progettate da tempo, sono viste per lo più come grandi affari, operazioni che una volta avviate sono diffi cili da cambiare e da adattare alle nuove priorità. Questo perché hanno già mosso ed impegnato gruppi imprenditoriali, fi umi di denaro potenziale o già stanziato che punta più su strade, su nuovo cemento, su ferrovie o idrovie. I cittadini però cominciano a svegliarsi e con loro anche tante forze politiche locali che “disubbidiscono” platealmente agli input che arrivano dai vertici dei partiti e si dimostrano più moderni degli imprenditori nel campo degli interventi sostenibili. Non si accettano più decisioni calate dall’alto che qualche ente locale fi nge di contrastare per poi accettare supinamente. Nascono comitati e fronti trasversali, che vogliono assemblee partecipazione, referendum. Sul futuro del territorio la gente vuole decidere non subire le scelte dei potentati d’affari. 1

*dottore oculista

POLITICA

28SCUOLA

30CULTURA

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PRIMO PIANO

36-37INTORNO A NOI

41MOSTRE A PADOVA

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Chioggia Provincia RegioneCONRIBUTO AFFITTI

SOLIDARIETÀ

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Chioggia Provincia RegioneRegioneChioggia Provincia RegioneRegioneRegioneChioggiaChioggia

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Ca’ Corner per una riunione operativa il presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto e il collega della Spezia, Marino Fiasella, insieme con gli assessori all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia, al Trasporto Giacomo Gandolfo e alla Viabilità Emanuele Prataviera, con il direttore generale di Tecla (l’associazione che dal 2001 supporta la collaborazione fra le Province e l’Unione europea) Mario Battello. Due gli obiettivi. In primo luogo individuare un percorso comune tra le due Province per l’attuazione del Patto dei sindaci, il protocollo promosso dalla Direzione generale energia dell’Unione europea, per favorire la riduzione delle emis-sioni di Co2 siglato dalla Provincia di Venezia lo scorso 25 settembre. Sono inoltre state valutate le prospettive di fi nanziamento europeo su nuovi progetti imprenditoriali fi nalizzati all’utilizzazione di fonti energetiche alternative.

POLITICA

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PRIMO PIANO

36-37INTORNO A NOI

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L’Intervento

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Gli Eneldevoti e gli Eneldipendenti si sono sempre accontentati di qualche concer-to in centrale in cambio dell’inquinamento, dell’uso di olio colombiano e della poca ma-nutenzione degli impianti.

Eneldevoti ed Eneldipendenti

*Partito Socialista

di Gianni Nonnato*

Ulss 14 e ospedale, quale destino per Chioggia?

Sanità

10-14

Intoppi per la riscossione dei bonus gas

Il caso

4-8

Elezioni, partiti e gruppi politici in fermentoLa campagna elettorale è ormai alle por-te e le consultazioni tra i diversi partiti e i gruppi politici sono iniziate da tempo. Il partito più corteggiato al momento sembra l’Udc, quasi conteso tra centrodestra e centrosinistra. Ma i tempi non sono ancora maturi per una decisione e l’Udc cittadino ha imparato l’arte della mediazione. A puntare su un’alleanza con l’Udc sarebbero sia il Pd, che prende a modello l’esperienza veneziana di Orsoni, in coalizione con i par-titi di centro, sia il Pdl, che ha apprezzato

l’impegno e la compattezza del partito nella passata esperienza amministrativa. All’interno del Pdl si attende l’esito delle consultazioni per capire se i consiglieri che nella passata amministrazione erano rimasti fi no alla fi ne fedeli al mandato, siano anco-ra parte del partito. Il gruppo smentisce per ora la creazione di una lista civica separata e attende alcune risposte dai vertici del Pdl.Certa è invece la discesa in campo di Romano Tiozzo con una lista civica sepa-rata, esattamente come aveva fatto nel

2007, rendendosi disponibile come possibi-le candidato sindaco per una coalizione di centrodestra. Si tratta, a detta di Tiozzo, “di un grup-po politico coeso, con idee ben chiare, che si appresta ad iniziare a testa alta e senza scheletri negli armadi l’imminente campa-gna elettorale”.

“TOLÉLE” DI CHIOGGIA IN MOSTRA A CATTOLICAGli ex voto fanno parte di quel patrimonio di Fede e di cultura che comunemente si chiama devozione o pietà popolare. La “pietà popolare non può essere ignorata, ne trattata con indifferenza o disprezzo” scriveva il papa Giovanni Paolo II.

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www.lapiazzaweb.itil sito del giornale

PARENTOPOLI NEL VENEZIANOParentopoli, dopo Roma anche Ve-nezia, anche se le possibili proporzioni di un eventuale scandalo, non sembrano certamente quelle emerse nella capitale. A lanciare le accuse all’amministrazione comunale e alle municipalizzate vene-ziane era stato il sindacato Usb.

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L P

www.lapiazzaweb.it

di Chioggia

Da Chioggia alla Mongolia in moto

Il viaggio

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EDITORIALEGrandi opere, i veneti chiedono partecipazione di Alessandro Abbadir

Grandi opere, il Veneto e i veneti, si interrogano e chiedono più parteci-pazione alle scelte infrastrutturali che determineranno il futuro del loro territorio. Sul tavolo di interventi e progetti ce ne sono molti. Alcuni già conclusi o da completare, come la Pedemontana e il Passante di Mestre (con le opere complementari), il sistema Metropolitano Ferroviario di Super-fi cie (appena avviato), altri da defi nire e alcuni addirittura solo abbozzati. Si pensi alla Romea Commerciale, alla camionabi-le Padova – Venezia, al completamento dell’Idrovia Padova Venezia, all’elettrodot-to Dolo-Camin, al Polo logistico portuale di Mira, Veneto City, l’alta Velocità nel Veneto orientale.

Sono opere che insistono e hanno come terminale ultimo, attraversando le province di Padova e Rovigo (nel caso della Commerciale), il territorio della pro-vincia di Venezia. Ma le ricadute sono su tutti i veneti. Si pensi ad esempio al com-pletamento dell’Idrovia Padova – Venezia. L’opera cominciata negli anni 60 è stata realizzata solo nella parte iniziale a ridosso della laguna di Venezia, ed è sempre stata considerata un’opera mastodontica inutile e costosissima da fi nire.

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Page 32: La Piazza di Rovigo - 2012ott n 137

12 Cultura veneta

La mostra ha acceso vivaci polemiche verso il curatore Godin, ritenuto da parte della critica ideatore di mostre in formato Blockbuster o McDonald’s

Dopo cinque anni di sapienti restauri la Ba-silica Palladiana è pronta a diventare un centro museale di livello internazionale.

Interventi sistematici, che hanno ripensato molte delle variazioni create nel dopoguerra, sono stati voluti dal Comune e fi nanziati dalla Fondazione Cariverona per un costo comples-sivo di 15 milioni di euro. In quest’ambito non poteva farsi scappare l’occasione la società trevigiana Linea d’Ombra di Marco Goldin, che per prima inizia il percorso espositivo della Basilica con “Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e fi gure”. Quando si parla degli eventi culturali marchiati Goldin c’è la dicitura, da parte di una frangia della critica, di mostre in formato Blockbuster o McDonald’s, ossia esposizioni per una marea senza fi ne di visitatori, sia per contenuti “facili”, sia per un buon marketing alla base. Se prendiamo per esempio la separazione tra Fondazione Cassa Marca e Linea d’Ombra anni fa a Treviso, Casa dei Carraresi, si nota come il dibattito spesso

torni vivace con rimpianti da un lato e conten-tezza dall’altro. La cosa certa è che tali mostre portano un indotto non indifferente alla città ospitante, soprattutto per aree non così bat-tute dai fl ussi turistici tradizionali. L’originalità di questa esposizione è l’assenza di un catalogo normalmente concepito, in quanto Goldin ha scritto un vero e proprio libro che traccia linee guida e approfondimenti espositivi: il volto e lo sguardo dal Rinascimen-to al contemporaneo. “In circa 100 opere ho

voluto rintracciare le radici del ritratto psicolo-gico tipico del Novecento tra i capolavori del passato” afferma il curatore Goldin. Quindi Be-

ato Angelico, che apre la mostra, con Freud e Bacon, su cui ideal-mente si chiude, hanno qualcosa che li unisce. Quattro sono le sezioni: il sentimento religioso,

la nobiltà del ritratto, il ritratto quotidiano e il Novecento lo sguardo inquieto. La chiave di lettura è il confronto, l’assonanza e il rimando tra pittori e relativi soggetti nelle loro opere in

diversi periodi storici. I nomi sono altisonan-ti e in una carrellata si passa da Mantegna, Veronese, Tiziano, Raffaello, Giorgione, Dürer, Caravaggio, Rembrandt, Rubens, Tiepolo, Goya, Velasquez, Van Gogh, Manet, Gaugin, Renoir, Monet e Cézanne, a Bonnard, Munch, Picasso, Matisse, Modigliani e Giacometti. Un percorso che dalla soavità e plasticità dei volti, secolo dopo secolo, si arriva all’inquietudine contemporanea. Il percorso è molto vario e ritmato e per farlo comprendere meglio il curatore mette a paragone, per esempio, il Cristo risorto di Botticelli con il Cristo porta croce di Bellini. Quindi un accostamento, di

due opere della fi ne del Quattrocento, utile a far capire come il tema riguardante la distanza fra l’ambito toscano/fi orentino legato al dise-gno e quello veneziano unito al colore, possa talvolta avere un punto di contatto molto inte-ressante. La mostra chiude il 20 gennaio ma il corpo centrale riaprirà a Verona, Palazzo della Gran Guardia, con il nuovo titolo “Da Botticelli a Matisse. Volti e fi gure”. L’apertura sarà dal 2 febbraio fi no al 1 di aprile con nuove opere che sostituiranno quelle rientranti nei musei d’appartenenza. Come anticipazione ci saran-no anche Antonello da Messina, Van Eyck e Memling.

di Alain Chivilò

Mostre a Vicenza Nella neo-restaurata Basilica Palladiana quattro secoli di pittura

Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e fi gure

Incontri con gli artisti Intervista ad Antonio Nunziante

Il Maestro Antonio Nunziante è uno dei più importanti ambasciatori dell’Arte Italiana nel mondo. Lo dimostra l’importante futuro

appuntamento presso il museo Orsay e Louvre ma non solo. I richiami alla metafi sica e al sur-realismo della prima fase sono stati assimilati e personalizzati in una pennellata grassa e matu-ra. La libertà e la gioia nel dipingere propongo-no tematiche con differente spessore, come il volo dei fenicotteri o la parete di una stanza che irradia ulteriori luoghi, portando l’osservatore in un’altra dimensione. Il paesaggio è oramai in-teriore e metabolizzato da una lunga rifl essione originale, che parte dall’Ottocento ma giunge a noi con freschezza e contemporaneità. Oli, tempere all’uovo e maioliche sono i mezzi delle sue costanti creazioni innovative. Dunque, una testimonianza diretta è ora indispensabile e tra gli innumerevoli impegni, Antonio Nunziante, all’interno degli spazi della Galleria Orler di Me-stre, ha scambiato alcune battute in un periodo felice della sua carriera pittorica.

Surrealismo, metafi sica. Un mix “intri-gante”?

“A volte c’è una commistione tra le due possibilità espressive. Mediamente la metafi si-ca mi da più apertura, nel senso che è una realtà possibile e più vicina a noi. Il surrealismo invece è qualcosa di estremo, oltre una realtà. Rara-mente vado oltre la realtà delle cose, infatti nel contesto della mia espressione apparentemen-te tutto sembra ben proporzionato e normale, ma non è proprio così. Ci sono volutamente del-le esaltazioni del soggetto primario, dell’attore

principale dell’opera e del concetto che elaboro, in cui voglio focalizzare l’attenzione dell’osser-vatore, risaltando con il colore e le proporzioni il punto focale del quadro. Raramente esco trop-po fuori da un concetto di iper-realtà. Quello che cerco di trasmettere è il sentimento e lo spirito che ho dentro nel momento in cui dipingo. Que-sto è quello che m’interessa di più rispetto alla superfi cie delle cose, perché la mia pittura porta ad essere guardata prima che pensata”.

Dal 2010 una nuova “atmosfera”. Me ne può parlare?

“Quell’emotività interiore, che ho cercato di trasmettere fi no ad oggi attraverso il detta-glio del disegno e della pittura, adesso cerco di esprimerla attraverso la gestione nuova della materia e degli elementi. A volte anche in modo impulsivo, come per esempio il colpo del pen-nello od una sfumatura lasciata abbandonata volutamente. E’ un’apertura ancora ulteriore, sempre nell’ambito della fi gurazione, perché è il mio mondo in cui continuerò ad esprimermi, ma con una libertà e sicurezza date dal con-frontarmi con i grandi maestri. Tutto questo

mi ha dato più sicurezza. Quando un’artista diventa conscio delle proprie possibilità, vuol dire che sta raggiungendo la maturità giusta per cominciare a sintetizzare un po’ tutto quel-lo che ha fatto. Questo momento della sintesi è quello che affascina molto il pubblico colto, perché capisce quando un’artista è felice dentro e sicuro di se”.

Cinque versioni dipinte da Böcklin per l’Isola dei Morti. Questo è un soggetto, ovviamente interpretato, caratterizzante in molti suoi quadri. Me ne può parlare?

“Non ha condizionato solo me, ma grandi artisti come De Chirico, Dalì, Clerici. E’ un’icona, un simbolo che ha ispirato gli artisti ossia un’i-sola che galleggia in mezzo all’acqua, l’isola di Peter Pan, l’isola che non c’è, quindi è il luogo ideale, è l’arcadia. Per esempio, spesso una persona, carica di tensioni, dice che vorrebbe scappare su un’isola. In quest’ambito è un rifu-gio della mente, un luogo ideale dove vorresti essere. Non è un luogo esistente, è un luogo mentale. In sintesi mi ha colpito proprio questo: l’essere un luogo della mente”.

L’interiorità della pennellata che rende ulteriore il paesaggio

“Aldo Rossi. Teatri” presso il Ma-gazzino del Sale ed “Emilio Vedova. Lacerazione. Plurimi/

Binari ‘77/’78” presso l’ex squero delle Zattere, laboratorio del Maestro: sono le due mostre organizzate dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova fi no al 25 novembre. Dell’architetto designer Rossi (Milano 1931) sono esposti per la prima volta 15 progetti at-traverso 120 tra studi, schizzi architettonici, di-segni, modelli di concorsi, oggetti di scena tutti riguardanti il tema teatrale. Si pone dunque l’accento sulle scenografi e per opera e balletto e sulle architetture progettate e costruite. “Par-ma, Padova, Pavia, Piacenza, Reggio e anco-ra Venezia, Milano e tutte le capitali padane dove il teatro accende le sue luci nella nebbia persistente”, frase che testimonia l’amore di Rossi per quei teatri progettati fi no al Teatro del Mondo, ricostruito in grande scala per l’oc-casione. Invece la seconda mostra allo Spazio Vedova presenta per la prima volta i cicli II, III e IV di Lacerazione, che esprime l’intensità e la passione del disagio esistenziale dell’artista verso una vita umanamente autentica. A que-

sti alcuni Plurimi/Binari singoli, che tecnica-mente furono dipinti su pannelli asimmetrici in legno, scorrevoli in parallelo su binari, creando così una composizione in movimento. A Palaz-zo Fortuny fi no al 19 novembre è di scena il consueto appuntamento autunnale con 4 ar-tisti. Annamaria Zanella (Padova 1966), de-signer di gioielli, propone esemplari unici che superano l’orefi ceria grazie allo studio e ricerca di metalli. Béatrice Helg (Ginevra 1956) con le sue fotografi e atemporali nello spazio, luce e materia. Maurizio Donzelli (Brescia 1958) con gli acquerelli, gli specchi, i tappeti in lana e seta del Nepal, gli arazzi Jacquard tutti appo-sitamente in sintonia con la storia del luogo. I suoi specchi sono intesi “come un oggetto in se stesso reinventato nell’immagine da lenti prismatiche, che rendono l’idea di un ipotetico miraggio nell’osservatore”. Franco Vimercati (Milano 1940 – 2011) con le sue fotogra-fi e d’oggetti comuni e seriali per esempio le bottiglie, le sveglie, le zuppiere. La fotografi a per lui è tutto, perché l’oggetto parla con la fotografi a e essa stessa parla con l’oggetto.

Autunno d’Arte veneziano

TRE MOSTRE E IN TRE SITI PRESTIGIOSI

Nella foto il curatore Marco Goldin e due delle opere in mo-stra

La chiave di lettura è il confronto, l’assonanza e il rimando tra pittori e soggetti

Al.Ch. Al.Ch.

30 Cultura veneta303030 Cultura veneta

Page 33: La Piazza di Rovigo - 2012ott n 137

31313131Sì, viaggiare24 Sì, viaggiare

C’è una piccola regione della Germania che sembra uscita da un racconto dei fratelli Grimm, dove dietro l’angolo di

ogni casa ti aspetteresti di veder spuntare il Pifferaio Magico o Hansel e Gretel con il cesti-no della merenda. E’ la valle della Mosella, il piccolo fi ume che nasce nei Vosgi, attraversa l’Alsazia e la Lorena, entra in Lussemburgo e poi, dopo un ghirigori di spettacolari anse, si getta nel Reno a Coblenza. La Mosella tedesca, un territorio che sembra fermo nel tempo con i suoi borghi dalle pittoresche case a graticcio, i suoi castelli e i suoi vigneti, che a perdita d’occhio coprono i pendii aggettanti sul fi ume, deve la sua celebrità ai suoi straor-dinari paesaggi e all’eccellenza dei suoi vini, il Riesling su tutti. Un viaggio nella Mosella tedesca è anche un viaggio nella storia, per-chè il territorio custodisce gelosamente testi-monianze di ogni epoca. Romane soprattutto, perchè qui gli imperatori di Roma e i loro go-vernatori hanno lasciato grandi segni di civiltà, compresa la stessa coltivazione della vite che tutt’oggi rappresenta una delle prinicipali atti-vità economiche della valle.

L’ideale itinerario alla scoperta della Mosella parte da Trier, la romana Treviri (Augusta Treverorum), la più antica città della Germania che sottomessa da Cesara nel 50 a.C., divenne colonia sotto Augusto nel 15 d.C. Ma fu con l’imperatore Costantino, quello che nel 313 dopo tante persecuzioni sdoganò il Cristianesimo rendendolo la religio-ne dell’impero, che Treviri divenne il massimo centro romano oltre le Alpi. Di quel periodo aureo rimangono sommi monumenti, a parti-re dalla Porta Nigra, la più grande porta del mondo romano. E poi l’attuale Basilica prote-stante che un tempo fu l’antica Aula Palatina costantiniana: la sua solennità e i suoi volumi lasciano a bocca aperta. Bombardata durante

Va dove ti porta il Riesling

GERMANIA

NELLA FOTO GRANDE GRUPPO DI AMICI BRINDANO IN UNA DELLE PIAZZETTE DI BACHARACH. A DESTRA IN ALTO VIGNETI

SULLE RIVE DELLA MOSELLA IN AUTUNNO. PIÙ SOTTO: LA PORTA NIGRA DI TRIER-TREVIRI, TRE GIOVANI MISS DEL VINO

AL CASTELLO DI JOHANNISBERG, MIMMO E IMMACOLATA CALABRESE, IL TITOLARE DELL’ENOTECA PHILIPPS-MUHLE.

A DESTRA: PAESAGGI SUL RENO E SULLA MOSELLA.

al seconda guerra mondiale, oggi ospita anche un interessante museo. Poco lontano sorgono il duomo e la Liebfrauenkirche. Il primo è uno scrigno di tesori, fra cui l’Heiliger Rock, ovvero la Tunica di Cristo che secondo la pia tradizione fu raccolta dai soldati romani ai pie-di della croce. Viene esposta assai di rado, due volte nell’ultimo secolo. La Liebenkirche, capo-lavoro del gotico è famosa per la sua pianta a forma di rosa (Rosa Mystica) e per il portale ricamato di pietra. Appena fuori dalla città sorgono l’anfi teatro, uno dei dieci più grandie della romanità, e le terme imperiali di Barbara. A Treviri è nato Karl Marx e la sua casa-museo oggi è meta di visite da tutto il mondo, molte comitive arrivano persino dalla Cina. Il barbone bianco del padre del Comunismo campeggia anche nei bus rossi del City Tour: è diventato icona turistica.

La valle della Mosella, lungo la strada che conduce a Coblenza, è un susseguirsi di piccoli paesi dalla caratteristica architettura medieva-le. A Krov la cantina Staffelter Hof è attrez-zata per le visite e offre anche qualche tipica pietanza.I paesi di Losnich e Bernkastel-Kues sono uniti da una bella pista ciclabile, costanta-mente affacciata sul fi ume. A Urzig imperdibile il vigneto-museo di Oster: la famiglia gestisce pure una Gastehaus in posizione panoramica.

Pochi chilometri e si passa nella valle del Reno, il grande fi ume che nasce sul San Got-tardo in Svizzera e sfocia sul mare del Nord in Olanda: un’autostrada d’acqua, percorsa a tut-te le ore da battelli turistici e grandi chiatte da trasporto dirette al porto di Rotterdam. Anche vigneti sospesi fra cielo e terra, anche qui Rie-sling preziosi e keller da visitare. A Loreley c’è il famoso sperone dove, secondo la legganda,

una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi ammaliava i naviganti distraendoli fatalmente e in quel punto le correnti del fi ume sono par-ticolarmente pericolose. A Oberwesel il paese sembra fermo nel tempo. Rocche a castelli accompagnano la vista dei naviganti. A St. Goar c’è la modernissima enoteca di Philipps Muhle. Bacharach è la sosta più romantica: case a graticcio, osterie, rovine di un castello e di una cattedrale gotica. Per conoscere ogni segreto di questo fi abesco borgo renano basta rivolgersi alla Gelateria Italia 76, famosa per il suo gelato al Riesling: Mimmo Calabrese, che vive nel borgo da tanti anni con la moglie Immacolata, è un appassionato della storia locale. Suo fi glio Vincenzo due anni fa vinse il concorso “Il bello d’Italia” nella trasmissione di Frizzi. Fra le enoteche da segnalare quella di Fritz Bastian. Il castello di Johannisberg

con le sue cantine ricorda come i fasti del vino qui affondino le radici nella storia. Ad Heltiville-Hattenheim Balthasar Ress sotto il suo storico palazzo ha creato la Wine Bank dove molti collezionisti da tutto il mondo conservano i loro tesori enologici. Un’ultima tappa la merita Magonza, capoluogo del Palatinato, la città che ha dato i natali a Johann Gutenberg, colui che inventò la stampa con i caratteri mo-bili e cambiò la storia della cultura e dell’infor-mazione. Un museo ripercorre la sua vicenda umana e le sue creazioni, fra cui una copia della famosa BIbbia riprodotta in 180 pezzi, 48 dei quali sono stati conservati fi no ad oggi. Nella chiesa di Santo Stefano si resta amma-liati dalla bellezza delle vetrate di Chagall. Nei pressi della città c’è Nierstein, altro borgo vinicolo dove opera Kai Schatzel, una delle cantine emergenti.

VIAGGIO LUNGO LE ROMANTICHE RIVEDELLA MOSELLA E DEL RENOTRAPUNTATE DI VIGNETI DORATICHE REGALANO UNO DEI VINIPIÙ FAMOSI AL MONDOL’OCCASIONE PER CONOSCEREPITTORESCHI BORGHI MEDIEVALIDALLE CARATTERISTICHE CASE A GRATICCIOCASTELLI E CITTÀ D’ARTECOME LA TREVIRI DI COSTANTINOE KARL MARX E LA MAGONZADOVE NACQUE JOHANN GUTENBERG

LE STELLE DI BECKER E ALTRE SORPRESE

Con i voli lowcost di Germanwings su Colonia-Bonn arrivare nel-la Mosella è facile e veloce. Alcune soste gourmet sono imper-dibili. A Treviri (Trier) c’è il ristorante Becker’s, 2 stelle Michelin. Wolfgang Becker è un creativo dallo spiccato gusto artistico, i cui piatti (nella foto) coniugano sapientemente un’estetica raffi -nata ad un equilibrio di sapori. Molto bello anche il locale di stile minimal sui toni naturali dell’ardesia. A Oberwesel vale una sosta il Restaurant Wienhaus Weiler con la sua gustosa cucina regionale. A Bacharach una piacevole sorpresa si è rivelato Andrea Stuber del Rhein Hotel (non rinunciate alla Weinsuppe al Riesling). Cena in mezzo ai vigneti al ristorante Baiken di Etville am Rhein, ricorda certe vecchie locande sempre affollate e vocianti. A Nierstein in centro c’è il piccolo ma grazioso Weinrestaurant Civitas di Martina Herzog. Prosit!

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i nostri Esperti

Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333

Il futuro: la casa in legno?L’ARCHITETTO

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: [email protected]

In Italia la casa in legno forse non è la tradizione costruttiva principale, ma ormai in molti paesi d’Europa è una tendenza che sta prendendo sempre più piede, sostituendo le costruzioni tradizionali in cemento e mattoni! E’ quindi il legno, materiale “primitivo”, il futuro? Molti lo sostengono, poiché per certi aspetti ha delle prestazioni maggiori. Quali? Innanzitutto non è più come un tempo: gli edifi ci in legno realizzati con tecniche costruttive moderne permettono altezze superiori ai due piani; inoltre la casa in legno non ha più l’aspetto di baita alpina, dato che ad essere in legno sono le strutture e gli interni, ma intonaco, “cappotti” e fi niture non si differenziano affatto ai più moderni edifi ci tradizionali. Come materiale di costruzione il legno è eccezionale! Perché può essere trattato facilmente, ad uso multiplo, di facile combinabilità e nella direzione di crescita ha una grande resistenza. La prefabbricazione degli elementi, dalle pareti alla copertura, è indipendente dalle condizioni metereologiche e facilita la realizzazione di prodotti “su misura” di ottima qualità. Il tempo di costruzione con elementi prefabbricati è notevolmente ridotto ed i lavori sono quasi limitati al montaggio delle componenti: molte ditte assicurano l’opera fi nita dai quattro ai sei mesi! L’isolamento termico del legno è favorito paragonato ad altri materiali di costruzione. Difatti la struttura porosa del legno con le sue cellule piene d’aria

ha buone proprietà termoisolanti ( =0,12 W/mK) e permette l’accoppiamento con grossi strati termoisolanti. Così in inverno mentre le case costruite tradizionalmente hanno un’ inerzia termica notevole, gli edifi ci in legno si riscaldano più facilmente. L’isolamento termico riduce infi ne in maniera signifi cante le spese di riscaldamento e di conseguenza le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Le reti impiantistiche possono essere inserite all’interno di appositi cavedi già predisposti nella struttura, così da alloggiare opportunamente i cavi. La ditte specializzate in costruzioni in legno difatti offrono un ottima consulenza dalla progettazione all’intero processo di costruzione e l’esecuzione pulita in cantiere è garantita da previsioni esatte. Altra nota positiva è la “salubrità” delle case in legno che hanno un buon equilibrio tra l’umidità dell’aria. Difatti il legno è un materiale naturale, che “respira” mantenendo l’umidità dell’aria all’interno ad un valore ottimo, inoltre è libero da agenti allergizzanti, non ha carica statica, emissioni o radiazioni. E’ anche un materiale ecosostenibile perché dal punto di vista ecologico Il legno risparmia materia prima dato che cresce in natura e si rinnova permanentemente. Dopo l’ utilizzazione il legno può ancora essere riciclato, cosi non inquina l’ambiente. Infi ne a parità di cubatura richiede una parete esterna meno larga, con un guadagno del 5% di superfi cie interna. La casa

in legno ha un’ottima resistenza al fuoco ed è attuale” per la sua buona resistenza ai sismi, sia perché è solitamente costruita su piattaforme di cemento che “galleggiano” sul terreno, sia perché è elastica. In Emilia ed in Abruzzo si stanno costruendo molte case antisismiche in legno. La nota dolente è decisamente il costo! Difatti i costi possono salire dai 1.200 Euro al metro quadrato in su (molto dipende dalle fi niture), così molti ritengono questi sistemi ancora troppo cari. Si stima che i costi siano dal 15 al 30 % superiori alle tecniche tradizionali e visto i tempi di crisi non ci sono troppi margini per queste innovazioni. Ma la legge del mercato insegna che qualora i costruttori e committenti iniziassero a richiedere maggiormente questi sistemi, i prezzi scenderebbero di conseguenza, per via dei maggiori volumi di mercato. Visti poi i prezzi dei consumi energetici bisogna farsi due conti in tasca, dato che la casa in legno ha di solito un risparmio energetico del 90 % sui costi di gestione! Difatti si stima che per uno spazio abitativo di 100 mq la spesa si aggiri sui 300 euro contro i 1.000 - 1.500 euro spesi mediamente per riscaldare un abitazione tradizionale. In ogni caso le prospettive di sviluppo sono sicuramente positive: entro il 2015 le ricerche di mercato stimano che le abitazioni in legno aumenteranno di un ulteriore 50%, ossia dalle 5.000 abitazioni censite in Italia nel 2010 alle circa 7.500 del 2015!

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Care lettrici e lettori, facendo seguito alla rubrica del mese scorso che aveva per oggetto il mancato versamento dell’assegno di mantenimento in favore del fi glio minore e/o maggiorenne non economicamente autosuffi ciente, questa volta tratterò del delicatissimo problema inerente il mancato rispetto del diritto/dovere di visita del fi glio minore da parte del genitore non collocatario prevalente coincidente, per lo più, con la fi gura del padre. Senza preamboli si può certamente dire che il diritto di visita da parte del genitore non convivente con il minore risponda al preminente interesse di quest’ultimo a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con lo stesso. E’ in sintesi il diritto del fi glio a ricevere anche dall’altro genitore cura, educazione ed istruzione oltre che assistenza morale e materiale, così come sancito anche dall’art. 155 c.c. e riconosciuto a livello costituzionale nell’art. 30 I comma, laddove si prevede il diritto-dovere di entrambi i genitori.A detto diritto del fi glio corrisponde il dovere del genitore all’adempimento del

diritto di visita – da intendersi anche quale espressione della solidarietà di entrambi i genitori degli oneri verso i fi gli-, cui può conseguire, nell’ipotesi di inadempimento, la decadenza della potestà genitoriale ai sensi dell’art. 330 c.c. e l’integrazione della fattispecie di reato prevista e punita dall’art. 570 c.p. (violazione degli obblighi di assistenza familiare).Dunque, il diritto di visita deve essere inteso quale diritto indisponibile ovvero come un diritto di cui il soggetto non può disporre e dunque neppure rinunciare in modo unilaterale.Il mancato esercizio del diritto di visita da parte del genitore non convivente dà diritto al risarcimento dei danni? E se si, chi può validamente ottenere lo stesso?Va preliminarmente precisato che nessun rimedio al mancato rispetto del diritto di visita da parte del genitore non affi datario viene previsto come concretamente attuabile da parte del nostro ordinamento.NON esiste dunque la possibilità giuridica di imporre al genitore inadempiente di esercitare il suo diritto di visita.

A fronte di detta ingiustifi cata violazione dei doveri genitoriali, consegue tuttavia la magra consolazione del fi glio, e secondariamente anche dell’altro genitore, ad ottenere il ristoro dei danni subiti e subendi per la lesione dei loro diritti fondamentali.Occorre, tuttavia, dimostrare la rilevanza dei danni causati dall’assenza del genitore non affi datario. Danni che in linea generale ben possono consistere nel mancato corretto sviluppo della personalità del minore, nella perdita della serenità e sicurezza personale, nella compromissione della crescita sana ed equilibrata, nella sussistenza di psicopatologie legate a detta privazione. Del resto, per essere genitori non basta avere avuto la capacità di procreare, attitudine che appartiene anche al mondo animale, ma occorre, altresì, assumersi gli oneri derivanti da questa splendida, ancorché gravosa, scelta di vita contribuendo in via solidale con l’altro genitore a mantenere, educare, istruire i propri fi gli.Lieta di ricevere le Vs osservazioni e/o richieste su casi e/o questioni che Vi sono

capitate e sulle quali, magari, necessitate di ottenere delucidazioni, autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

AFFARI DI FAMIGLIAMancato rispetto del diritto di visita da parte del genitore non convivente con il fi glio minore.

Diritto di visita = Diritto del fi glio. Ecco cosa fare per tutelare il diritto leso

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

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Lo stile di vita americano, quello che ha accompagnato la crescita di molte generazioni e rappresentato nei vecchi fi lm americani, ora si potrà toccare con mano. A Padova, dal 17 al 18 novembre 2012, si svolgerà la 3a edizione di Mito America, nell’ambito della manifestazione TuttinFiera. L’edizione 2011 con le sue 50.000 presenze, ha confermato l’interesse del pubblico verso gli usi e costumi americani.

In Mito America il visitatore potrà immergersi in una realtà ricostruita in perfetto stile USA. Al suo interno sarà presente un’eccezionale esposizione di auto e moto americane curata da Route 66 American Cars Club, che faranno da coreografi a al lifestyle Usa. Sarà possibile gustare piatti tipici, assistere a spettacoli musicali, esibizioni sportive, acquistare abbigliamento rockabilly e country, arredamento vintage, gadget e molto altro ancora.

Page 38: La Piazza di Rovigo - 2012ott n 137

BILANCIA 2 3/09

AL 22/10FASCINO REDUCI DA UN

PERIODO DI SPIETATA AU-TOCRITICA E DI ESAGERATA SELET-, POTRETE LIBERARE IL VOSTRO

LATO PIÙ ROMANTICO E FANTASIOSO · SALUTE NON PERDETE MOTIVAZIONE E SFOGGIATE UN ASPETTO TONICO E REAT-TIVO. EVENTUALI TERAPIE RIABILITATIVE OTTERRANNO RISULTATI

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11

FASCINO EROS FARÀ IN MODO DI AC-

CENDERE L’INTERESSE PER UNA CONO-SCENZA DI LUNGA DATA. TENETE A FRENO QUALCHE TESTARDAGGINE · SALUTE FARETE IL GIRO DI TUTTI I CEN-TRI FITNESS DELLA CITTÀ PER SCOVARE QUELLO PIÙ ATTREZZATO DAL PUNTO DI VISTA TECNICO. FORZA!

SAGITTARIODAL 23/11

AL 21/12FASCINO IL PARTNER PONE QUALCHE PALETTO

IN TERMINI DI REGOLARITÀ: FORSE SI SENTIRÀ TRASCURATO E RICH-IEDERÀ UNA PRESENZA PIÙ CONCRETA · SALUTE CURATE L’ALIMENTAZIONE E FATE ATTENZIONE ALLE CORRENTI D’ARIA IMPROVVISE: LA GOLA È IL VOSTRO PUNTO DEBOLE

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01

FASCINO DESIDEROSI DI NOVITÀ: CHI È IN COPPIA DA LUNGO TEMPO POTRÀ CONCEDERSI UN VIAGGIO O NUOVE ESPERIENZE · SALUTE AVETE UNA GRAN VOGLIA DI MUOVERVI: POTREBBE ESSERE UNA BUONA MOTI-VAZIONE PER ISCRIVERVI A UNA PALES-TRA ALL’AVANGUARDIA

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO AVRETE UNA FER-

REA DETERMINAZIONE A MANTENERE IL CONTROLLO NELLE RELAZIONI. APPROC-CIATE ALLA PASSIONE CON

DISINVOLTURA · SALUTE SARETE MOLTO CAPARBI NELL’ANDARE ALLA RICERCA DELLE CAUSE DI ALCUNE PROBLEMATICHE DI SALUTE, ACCETTATE ACCERTAMENTI

PESCIDAL 20/02

AL 20/03FASCINO CHIUDETE

DEFINITIVAMENTE CON UN RAPPORTO DA TROPPO TEMPO SOSPESO AD UN FILO. POTATE I RAMI SECCHI · SALUTE I CER-VICALI TORNANO A DARVI MOLTO FASTI-DIO: SCEGLIETE UN BUON FISIOTERAPISTA E IMPARATE A RILASSARVI MEDITANDO

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO VI ATTEN-DONO NUOVE CONO-

SCENZE, SE AMORE REGALERÀ PIÙ SODDISFAZIONI ALLE COPPIE DI LUNGA DURATA · SALUTE LA STAGIONE VI OFFRE OTTIMO CARBURANTE AL SISTEMA MUSCOLARE E CIÒ FARÀ LA DIFFERENZA ANCHE NELL’IMPEGNO IN PALESTRA

TORO DAL 21/04

AL 20/05ASCINO AP-

PROFITTATE DEL FATTO CHE VENERE

SAPRÀ TENERE ACCESO IL FUOCO DELLA PASSIONE: NON RISPARMIATE NESSUNA ENERGIA · SALUTE VI CIMENTERETE CON SUCCESSO IN EVENTUALI TORNEI, SIA A LIVELLO PROFESSIONALE CHE AMATORIALE PERCHÈ SIETE IN FORMA

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO UN ECCESSO DI NERVOSISMO POTRÀ

RISULTARVI DANNOSO, O COMPROMET-TERE RAPPORTI, CHE COSÌ USURATI FORSE NON ERANO · SALUTE NON DISPERDE-TEVI IN MILLE ATTIVITÀ E CURATE IL RIS-POSO E L’ALIMENTAZIONE NONOSTANTE IL CORPO ABBIA RISERVE EXTRA

CANCRO 22/06

22/07FASCINO LE STELLE METTER-

ANNO IN CIRCOLO UN RINNO-VATO DESIDERIO DI STABILITÀ CHE

FARÀ MOLTO BENE. COMUNICATE I VOSTRI BISOGNI · SALUTE CALMA E LUCIDITÀ SARANNO GARANTITE DAL RIL-ASSANTE SESTILE DI VENERE, CHE GA-RANTIRÀ LEGGEREZZA E COCCOLE

LEONE 23/07

AL 23/08FASCINO NON È UN BUON PERIODO, SEM-BRA CHE LA FORTUNA SIA GIRATA IN TUTTI I SENSI. SE POTETE RI-

PIÙ PRESTO · SALUTE GLI ACCIACCHI NON MANCANO A CAUSA DELL’UMIDITÀ STAGIONALE: PER LA SCHI-ENA NON DISDEGNATE DI METTERE LA PANCERINA

VERGINE 24/08 22/09

FASCINO VI CHIEDONO IL MASSIMO DELL’AUTONOMIA DEL REALISMO: NON IN-

GIGANTITE EVENTUALI DIVERGENZE, RELAZIONI APPAGANTI · SALUTE ADOTTATE UNO STILE DI VITA SANO, RICORRENDO ANCHE, SE SARÀ IL CASO, AD EVENTUALI INTEGRATORI ENERGETICI

Oroscopo

VERGINEVERGINEVERGINEVERGINE

LEONELEONELEONE 23/07 23/07

ALALALALAL 23/08 23/08AL 23/08ALAL 23/08ALFF

SENSIPIÙ

FFANNO

VATOFARÀ

GEMELLIGEMELLIDAL

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TOROTOROTOROTOROTOROTOROTORO

ALALALAL

ARIETEARIETEARIETEARIETEDALDAL 21/03 21/03DAL 21/03DALDAL 21/03DAL

ALAL

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Boara Pisani. Splendida villa singola di ampia metratura su 2 livelli con cucina abitabile, sogg. doppio, 2 camere da letto e bagno. Al p. terra,

studio, garage, cantina e disimpegno.Parco pian-tumato di 3000 mq che circonda la proprietà. Cl. energetica in def. Euro 230.000.Rif.R0152

Concadirame. Corte agricola “La Cattedrale” dalle grandi dimensioni con casa colonica di

800 mq e fienile di 1800 mq. Area verde di ben 20.000 mq. A pochi km dal casello autostradale.

Cl. energetica G. Info in agenzia. Rif.R0128

A tre km da Rovigo, casa singola con 3000 mq di giardino composta da salotto, cucina,

cucinotto, due camere da letto e bagno. Cantina esterna. Immersa nel verde su strada

riservata ai residenti. Cl. energetica G.Euro 60.000.Rif.R0145

A un km dal centro di Rovigo villa a schie-ra con ingresso sul soggiorno con camino, cucina abitabile, 3 letto con travi a vista, 2 bagni, taver-na con camino, ripostiglio e ulteriore salottino. Garage. Nuova. Cl. Energetica in definizione.

Euro 215.000.Rif.R0136

San Bortolo. Casa accostata con cucina abi-tabile, soggiorno con camino, ampio soppalco,

bagno con pietre faccia vista. Giardino e garage doppio. Cl Energetica D.

Euro 146.000. Rif.R0011

A due passi dalla stazione, appartamento con soggiorno, cucina abitabile, due letto, due

bagni, terrazzino e garage doppio. Condiziona-tori in zona giorno e zona notte. Ottime rifiniture.Palazzina nuova servita da ascensore. Cl. Energe-tica in definizione. Euro 140.000. Rif.R0140

Zona residenziale: Appartamento di nuova costruzione in palazzina di sole 6 unità disposto su 2 livelli, composto da soggiorno con angolo

cottura (con cucina arredata), 2 camere da letto, 2 bagni, 2 terrazzi, garage e posto auto. Cl. En. B. Euro 155.000. Rif.R0110

Corso del popolo. Appartamento in zona pedonale con ingresso indipendente e cantina di proprietà di 140 mq. Posizione invidiabile. Ideale

sia come ufficio che come appartamento. Cl. Energetica G.

Euro 203.000. Rif.R0111

Zona stazione. Immerso nel verde con ampio giardino condominiale, appartamento al 1° piano con due camere da letto, soggiorno con cottura,

due bagni e garage. Doppio terrazzo. Cl. energetica F.

Euro 105.000. Rif.R0160

Commenda. Appartamento al 3° e ultimo piano di ampia metratura con cucina abitabile,

soggiorno, tre camere, bagno, cantina e garage.Con condizionatore e finestre nuove. Abitabile da subito. Cl. energetica G.

Euro 70.000. Rif.R0149

Centro storico. A due passi dal corso del popolo, appartamento al secondo piano su palazzina servita da ascensore composto da

ingresso, cucina, soggiorno, due camere da letto, bagno e cantina. Cl. energetica G.

Euro 100.000. Rif.R0164

AGENZIA DI ROVIGO - V. Umberto I°, 27/C Tel. 0425/090894 - Cell.349/1237168-349/1886528 - e.mail: [email protected]

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