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LA RIABILITAZIONE DELLE GRAVI CEREBROLESIONI ACQUISITE (GCA) Azienda Ospedaliera Valtellina e Valchiavenna Presidio di Sondalo S.O.C. di Riabilitazioone Neurologica Coordinatore Margherita Mazzetta

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Page 1: LA RIABILITAZIONE DELLE GRAVI CEREBROLESIONI ...Barthel modificata - Quantificazione del carico assistenziale Incapace a svolgere il compito Necessario aiuto sostanziale Necesario

LA RIABILITAZIONE

DELLE GRAVI CEREBROLESIONI

ACQUISITE (GCA)

Azienda Ospedaliera Valtellina e

Valchiavenna

Presidio di Sondalo

S.O.C. di Riabilitazioone Neurologica

Coordinatore

Margherita Mazzetta

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CHE COSA SIGNIFICA

RIABILITAZIONE?

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Sintesi di un processo

La riabilitazione è quel processo in cui si

cerca di sfruttare tutte le potenzialità

residue della persona disabile, in modo da

ridurre il grado di dipendenza e, quando

possibile, ricondurla alla piena autonomia

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Imparare per insegnare

La riabilitazione è stata definita, molto

bene, come il processo di imparare a

vivere con una disabilità nel proprio

ambiente.

Ogni operatore dovrebbe preoccuparsi di

imparare l’arte di insegnare

Ogni reparto di riabilitazione

dovrebbe essere una struttura non solo

sanitaria ma anche educativa.

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IL TEAM RIABILITATIVO

INTERDISCIPLINARE

Lo strumento più potente

(alleanza terapeutica)

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PROGETTO

RIABILITATIVO

INDIVIDUALE

MEDICO

INFERMIERE

DI

RIABILITAZIONE

LOGOPEDISTA

TERAPISTA

OCCUPAZIONALE

FISIOTERAPISTA

PSICOLOGO

FAMILIARI

ASSISTENTE

SOCIALE

PAZIENTE

EDUCATORE

OSS

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Metodologia di lavoro

Riunione iniziale all’arrivo del paziente

Riunioni periodiche a cadenza settimanale

Riunioni “mirate” straordinarie suproblematiche emergenti

In tali occasioni si possono modificare il

progetto ed il programma riabilitativo

individuale (obiettivi a breve, medio e lungo

termine e strategie per conseguirli)

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IL PROGRAMMA

RIABILITATIVO

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Aspetti da monitorare

Definizione di GCA

Stato di vigilanza

Menomazione motoria

Funzioni sensoriali

Problematiche cognitivo-comportamentali

Disfagia

Svezzamento dalla cannula tracheostomica

Rimozione del catetere vescicale

Complicanze muscolo-scheletriche

L’autonomia

Il Team riabilitativo

Esiti e dimissione

L’accompagnamentodopo la fase ospedaliera

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La grave cerebrolesione acquisita

Danno cerebrale dovuto a trauma o ad

altre cause (anossia, emorragia, ischemia,

neoplasie, infezioni, ecc) tale da provocare

una condizione di coma di durata non

inferiore alle 24 ore, e menomazini

sensomotorie, cognitive o

comportamentali permanenti, tali da

comportare disabilità

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RRF - Riabilitazione Neurologica Sondalo

Casistica

TUTTE LE PATOLOGIE TRATTATE

19%

81%

GCA

N° NON GCA

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Danno primario

Danno terziarioDanno secondario

GCA

La GCA - Complicanze

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Danno Primario(cambiamento delle strutture e delle funzioni dell’encefalo)

Stato di vigilanza

Problematiche cognitivo-comportamentali

Deficits sensomotori

Comizialità

Idrocefalo post-traumatico

Disfagia

Problematiche respiratorie

Disturbi vegetativi e disreflessia autonoma

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Danno secondario(cambiamento delle strutture e delle funzioni da immobilità)

Retrazioni mio-tendinee

Paraosteoartropatie

Lesioni cutanee da pressione

Ipotensione ortostatica

Trombosi venose profonde

Infezioni polmonari e urinarie

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Danno terziario(limitazione della capacità e restrizione della partecipazione)

Perdita dell’autonomia

Perdita o mutamento delle relazioni familiari

Perdita o mutamento delle relazioni sociali

Perdita o mutamento delle condizioni

lavorative

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PROBLEMATICHE

COGNITIVO

COMPORTAMENTALI

Cogito, ergo sum

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Deficits attentivi

Deficits mnesici

Disorientamento temporo-spaziale

Aprassia

Sindrome da negligenza spaziale unilaterale

Anosognosia

Aspetti cognitivi da monitorare

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Alterazioni comportamentali

Agitazione psicomotoria

Comportamenti eccessivi (irrequietezza, impulsività, aggressività, logorrea, rifiuto)

Comportamenti deficitari (inerzia, apatia, trascuratezza, demotivazione)

Comportamenti inadeguati (disinibizione, bulimia, inosservanza delle regole, turbe sessuali)

Aspetti comportamentali da

monitorare

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FATTORI “FACILITANTI”

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Ambiente tranquillo

Operatori che si rivolgono con calma al paziente (non urlare, non scandire le parole)

Uso di domande chiuse

Familiari che si rivolgono con calma al paziente e che creano un ambiente “di casa” (odori, suoni, voci, immagini)

Farmaci “risveglianti”

Farmaci ripristinanti il ritmo sonno-veglia

I Principali

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Risorse riabilitative

Valutazione e riabilitazione logopedica

Valutazione e training neuropsicologico

Sostegno psicologico (familiari, paziente, operatori)

Terapia farmacologica

◦ Neuroloettici atipici e tipici

◦ Stabilizzatori (CBZ, gabapentina, lamotrigina, valproato)

◦ Attivanti

◦ Antidepressivi

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Le alterazioni

cognitivo-comportamentali

condizionano l’applicabilità ed i

risultati di tutte le altre tecniche

riabilitative

Assunto fondamentale

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MENOMAZIONE

MOTORIA

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Emiplegia

Doppia emiplegia

Tetraplegia

Atassia

Distonia

Movimenti involontari (tremori, mioclonie)

Spasticità

Ipertono - rigidità

Bradicinesia

Quadri funzionali

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Risorse riabilitative

Mobilizzazione passiva

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La seduta in carrozzina

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Verticalizzazione

precoce

Mobilizzazione

robotizzata

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Mobilizzazione robotizzata

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Idrocinesiterapia

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LIMITE

ALL’INTERVENTO

RIABILITATIVO

SUL SISTEMA

NEUROMOTORIO

La spasticità

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Blocco neuromuscolare con tossina

botulinica

Chirurgia funzionale (spasticità focale

o localizzata)

Interventi sulla spasticità

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Sistemi di

infusione

intratecale di

baclofene

(spasticità

generalizzata)

Pompa di infusione

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Terapia farmacologica (baclofene, dantrolene,

benzodiazepine, dopaminergici)

Terapia medica

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DANNI SECONDARI

La lesione da decubito (LDD)

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Definizione di LDD

Danno di un’area cutanea e/o dei

tessuti sottostanti causata da

pressione, stiramento,

frizione e/o combinazione di esse

N.B. Le lesioni da decubito sono anche chiamate

ulcere da pressione

o/e piaghe da decubito

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Cause di LDD

Le principali cause di una lesione da

decubito (L.D.D.) sono costituite da:

◦ Una forte e prolungata compressione

sulla pelle e sui tessuti molli

sottostanti che, occludendo i vasi provoca

ischemia e mancato nutrimento

cellulare.

◦ Macerazione (umidità, sudorazione,

pazienti incontinenti).

◦ Sfregamenti e stiramenti da posture e

mobilizzazioni inappropriate.

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Indice di Poc

Nella prevenzione delle LDD è

fondamentale:

Ridurre l’intensità della compressione

sulle superfici d’appoggio (indice di POC

inferiore a 32 mmHG).

Ridurre la durata della compressione.

Nella scelta del materasso antidecubito è

fondamentale definire “il rischio” di

sviluppare lesioni del cliente

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Definizione di

Superficie antidecubito

Dispositivo che

diminuisce, scarica, e/o annulla

la pressione applicata in un dato

punto, per un determinato tempo.

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Fattori di rischio

età

febbre

malattie arteriose e

ipotensione

Malnutrizione

riduzione della mobilità

obesità

anemia

steroidi e citostatici

incontinenza (urinaria

e fecale)

diabete.

Il rischio di sviluppare una lesione aumenta

se, a queste forze, si associano FATTORI

SISTEMICI quali:

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Fattori di rischio

E/O FATTORI LOCALI quali:

umidità

aumento della temperatura

disidratazione

deficit sensitivo

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Valutazione e pianificazione

assistenziale – Raccolta dati

Compilazione delle scale indicanti il

rischio di sviluppare e/o aggravare

LDD

Scala di BRADEN

Scala di NORTON

Uso già precedente di presidi antidecubito

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Prevenzione

Variazioni di postura

Mobilizzazioni frequenti ed adeguate

Uso di supporti antidecubito

Mantenimento della cute pulita e

asciutta

Evitare forze di taglio e frizioni cutanee

Mantenimento di uno stato nutrizionale

adeguato

Evitare mobilizzazioni rischiose

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I Presidi Antidecubito

I materassi

I sovramaterassi

I cuscini

Le unita’

posturali

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La Prevenzione - Cosa fare

Posizionamento del cliente su dispositivo che

riduca la pressione (materassi antidecubito, ad

aria a pressione continua o alternata, ad acqua,

materassi e cuscini in schiuma poliuretanica o in

fibre siliconate)

Cambio di posizione al massimo ogni 2 ore

La mobilizzazione deve essere fatta con

delicatezza, il corpo dell’utente deve essere

sollevato mediante dispositivi (fasce , teli ad alto

scorrimento) e non trascinato per evitare che

si creino attriti

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Evitare posture protratte, a letto, con testiera

rialzata o uso di più cuscini sotto il corpo

poiché favorenti lo scivolamento ( per forze

di gravità) del corpo verso il basso con

applicazione di forze di taglio sul tessuto

tegumentario.

Evitare che le prominenze ossee siano a

contatto fra loro, far uso di cuscini.

Ogni persona a rischio di LDD dovrebbe

evitare la postura in carrozzina per molte ore

La Prevenzione - Cosa fare

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Raccomandazione

Un ausilio antidecubito non elimina

mai completamente il rischio e

quindi la vigilanza è d’obbligo

Posturare il cliente ogni 2/3 ore e

controllare le zone d’appoggio è

sempre buona norma anche in

presenza di materassi antidecubito

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DISFAGIA

Difficoltà di deglutizione

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Intervento riabilitativo

Prevenzione della penetrazione ed

inalazione di cibo nelle vie aeree

Prevenzione dell’inadeguata

nutrizione/idratazione

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Valutazione

Clinica (medico, fisioterpista,logopedista,

infermiere di riabilitazione, OSS, familiari)

Strumentale (videofluoroscopia della

deglutizione)

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Percorso riabilitativo

Training alla deglutizione

◦ Esercizi specifici

◦ Consistenza e composizione dei cibi

◦ addensanti

Svezzamento dal SNG o dalla PEG

◦ Completo

◦ Parziale

◦ impossibile

Training dei familiari

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SVEZZAMENTO DALLA

CANNULA

TRACHEOSTOMICA

Miglioramento della comunicazione e della nutrizione

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Posizionamento di

cannula adatta

(non cuffiata,

fenestrata)

Tipologia e posizionamento

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Chiusura

cannula

per tempi

crescenti

(controllo

saturimetrico)

Tipologia e posizionamento

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Utilizzo di

Speaking

valve se alla

chiusura è

presente

desaturazione

Accessori cannulla

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Posizionamento di

bottone tracheale

(decannulazione

precoce in sicurezza)

Mantenimento del tramite

stomico pervio

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◦ Buona capacità di espellere le

secrezioni (tosse efficace)

◦ Certezza di assenza di complicazioni

locali come malacia tracheale,

granulazioni sanguinanti (valutazione

broncoscopica)

◦ Certezza di tracciato saturimetrico

nella norma – emogasanalisi con

parametri accettabili.

Rimozione dei dispositivi

tracheostomici - Prerequisiti

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RIMOZIONE DEL

CATETERE VESCICALE

Meno infezioni – Recupero della minzione spontanea

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Monitoraggio

residuo vescicale

post-minzionale

Percorso riabilitativo

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Se il residuo è

alto o

la minzione non

avviene si inizia

il cateterismo

intermittente

Percorso riabilitativo

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Se la minzione

avviene senza

residuo o con

residui bassi

(<100cc), ma manca

il controllo centrale

si utilizza la guaina

Percorso riabilitativo

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COMPLICANZE

MUSCOLO

SCHELETRICHE

Deambulazione e

postura seduta a rischio

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Retrazioni mio-tendinee (spalle, anche,

caviglie)

Considerare la eventualità della comparsa di

calcificazioni articolari

I principali danni

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Approccio

Terapia medica

Radioterapia

Mobilizzazione cauta, frequente, non traumatizzante

Adattamento degli ausili (cuscino, carrozzina)

Chirurgia funzionale

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L’AUTONOMIA

Obiettivo primario

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Ausiliare la comunicazione

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Ausiliare la quotidianità

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Ausiliare il cammino

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Ausiliare gli spostamenti

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FIM (functional indipendence measure)

Strumento valutativo dell’autonomia

Applicato all’entrata ed alla dimissione dalla struttura riabilitativa

18 item◦ la cura della persona;

◦ il controllo sfinterico;

◦ la mobilità;

◦ la locomozione;

◦ la comunicazione;

◦ la capacità relazionale/cognitiva.

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Barthel modificata - Quantificazione del carico

assistenziale

Incapace a svolgere il compito

Necessario aiuto sostanziale

Necesario moderato aiuto

Necessario minimo aiuto

Completamente indipendente

Alimentazione 0 2 5 8 10

Igiene personale 0 1 3 4 5

Farsi il bagno o doccia

0 1 3 4 5

Vestirsi 0 2 5 8 10

Trasferimenti letto/carrozina

0 3 3 12 15

Uso WC0 2 5 8 10

Continenza urinaria 0 2 5 8 10

Continenza intestinale

0 2 5 8 10

Deambulazione 0 3 8 12 15

(Uso carrozziana)(0) (1) (3) (4) (5)

Scale 0 2 5 8 10

PUNTEGGIO TOTALE /100

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ESITI E DIMISSIONI

Spesso il momento più difficile

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La dimissione

Si pianifica la dimissione da subito

Permessi nel fine settimana

Il day hospital ciclico

Contatti diretti con:

◦ Il medico curante

◦ l’ équipe riabilitativa territoriale

◦ La scuola

◦ Il datore di lavoro

◦ Centri diurni, RSA, servizi psichiatrici

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Rientro periodico in strutture

riabilitative intensive Verifica degli obiettivi prefissati

Trattamento delle complicazioni sopraggiunte

◦ Incremento della spasticità

◦ Comparsa di retrazioni e/o decubiti

◦ Scompensi psichiatrici o psicologici

◦ Complicazioni comiziali

◦ Controllo nutrizionale-metabolico

◦ Funzionamento dispositivi impiantati (DVP, ITB)

Adattamenti e revisione ausili e domicilio

Necessità di ulteriori ausili

Possibilità di incrementare l’autonomia

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Grazie,

buon lavoro