la rivoluzione che sta togliendo il sorriso ai dentisti

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12 MESI SETTEMBRE 2012 79 I NCHIESTA LA RIVOLUZIONE CHE STA TOGLIENDO IL SORRISO AI DENTISTI Gli studi in franchising che spuntano come funghi, il turismo dentale in crescita: è una svolta epocale quella che ha investito il mondo odontoiatrico. Molto è cambiato anche per gli utenti, che devono imparare a orientarsi nel nuovo contesto. di GIORDANA TALAMONA L a professione odontoiatrica è a una svolta epocale. Non solo negli ultimi due anni si è regi- strata una drastica riduzione degli accessi, ma l’aumento del turismo dentale e l’entrata in scena di nuove for- me di esercizio professionale sul merca- to, hanno eroso parte dei pazienti ai pic- coli studi dentistici che oggi faticano ad andare avanti. Quella che, per decenni, è stata la libera professione dorata, fatta di innumerevoli studi mono professio- nali all’avanguardia rispetto alle strut- ture sanitarie pubbliche, si appresta s

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Inchiesta sugli studi odontoiatrici in franchising, Intervista a Marcello Botti Happy Medical Service

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12MESIsettembre 2012

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LA rIvOLUzIONeche StA tOGLIeNDO

IL SOrrISO AI DeNtIStI

Gli studi in franchising che spuntano come funghi, il turismo dentale in crescita: è una svolta epocale quella che ha investito il mondo odontoiatrico. molto è cambiato anche per gli utenti, che devono imparare a orientarsi nel nuovo contesto.

di GiOrDANA tAlAmONA

L a professione odontoiatrica è a una svolta epocale. Non solo negli ultimi due anni si è regi-strata una drastica riduzione

degli accessi, ma l’aumento del turismo dentale e l’entrata in scena di nuove for-me di esercizio professionale sul merca-to, hanno eroso parte dei pazienti ai pic-coli studi dentistici che oggi faticano ad andare avanti. Quella che, per decenni, è stata la libera professione dorata, fatta di innumerevoli studi mono professio-nali all’avanguardia rispetto alle strut-ture sanitarie pubbliche, si appresta

Uniacque S.p.A. nasce nel 2006accorpando i principali gestori delservizio idrico della provincia diBergamo e raccogliendo la loroeredità carica di esperienze ecompetenze. Da quest’ anno, grazieall’aggregazione di BAS – ServizioIdrico Integrato storico gestore delservizio nel Comune capoluogo e deiComuni limitrofi, Uniacque è arrivataa gestire direttamente almeno unodei tre segmenti del servizio idrico in176 Comuni dell’ ATO bergamasco,servendo ben 835 mila abitanti.

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ad un fisiologico ridimensionamento. Un’indagine promossa l’anno scorso dall’Andi, l’Associazione nazionale den-tisti italiani, ha registrato nel 2010 un calo di 2,5 milioni di accessi, concen-trato prevalentemente nel triangolo Bergamo-Brescia-Milano, con il 30% di dentisti pronti alla chiusura. I primi dati dell’anno in corso, secondo un’in-dagine dell’Osservatorio Sanità di Uni-Salute, la compagnia del gruppo Uni-pol, fotografano una realtà in continuo peggioramento. Secondo l’indagine, il 51% degli intervistati non ha fatto alcun controllo odontoiatrico negli ultimi 12 mesi, mentre il 32% di questi ha dichia-rato che si recherà dal dentista solo se costretto dal mal di denti. Il destino dei 56mila dentisti iscritti all’Albo naziona-le, di cui 864 nella provincia di Bergamo e 1.200 in quella di Brescia, è a un bivio: o sapranno fare gruppo per mantenere la libera professione, come qualcuno già sta facendo, o molti di loro, soprattutto

giovani, verranno assorbiti dalle grandi cliniche odontoiatriche. Quella che può sembrava una mera questione profes-sionale, come naturale evoluzione della liberalizzazione del mercato, lascia tut-tavia in bilico anche il destino di milioni di famiglie che, nel tentativo di salvare il salvabile, rischiano di lasciarsi ammalia-re da prezzi discount e dalle nuove affa-scinanti carovane dell’est. Se la crisi sta dando il colpo di grazia a questo modello professionale, è anche vero che le prime preoccupazioni della classe odontoiatrica si sono registrate con la liberalizzazione del pacchetto Bersani, che ha permesso l’introduzione di nuove forme di esercizio professiona-le che hanno cambiato radicalmente, non solo il mercato, ma anche il marketing e l’approccio alla cura. In pochissimi anni sono fioriti centri dentistici in franchi-sing, supportati da grandi capitali, che hanno offerto un ampio ventaglio di pre-stazioni, alcune persino gratuite, veico-late da un battage pubblicitario che in passato le regole ordinistiche vietavano. “Si tratta di un gruppo di industriali che oggi sta investendo capitali nella salute, sia nelle grandi cliniche convenzionate,

In netta controtendenza rispetto al periodo, la nuova frontiera dell’o-dontoiatria in franchising non sem-bra risentire della crisi, tutt’altro. “Stiamo continuando a incrementare i pazienti ogni mese in modo consi-derevole – spiega Christian La Mo-naca, ad di Bistar Srl, –. Attualmen-te sono già diverse migliaia i nostri pazienti nella provincia di Bergamo e Brescia. Il nostro target principale è fatto di pazienti che si rivolgeva-no, abitualmente, agli studi mono professionali, più una piccola parte di persone che non andavano spes-so dal dentista”. Facciamo parte di un vero colosso, di origine spagnola, con oltre 100 cliniche in tutta Euro-pa a cui si rivolgono, mediamente, 100mila pazienti all’anno, in grado di calmierare le tariffe grazie al rispar-mio ottenuto, sul materiale e sugli strumenti odontoiatrici, dal gruppo d’acquisto europeo. Ma in una clini-ca in franchising, il rapporto odonto-iatra-paziente è diverso? “Il rappor-

to umano non cambia – precisa La Monaca –, i nostri medici hanno la caratteristica di essere specializzati in una particolare branca dell’odon-toiatria. Secondo noi la specializza-zione dei singoli medici è un gran-de vantaggio, non un difetto. Nelle nostre cliniche si trovano tutte le più moderne tecnologie diagnostiche, i medici sono esperti e operano per specializzazione, i protocolli di lavo-ro sono standardizzati e controllati da supervisori competenti”. Sulla tanto dibattuta questione della pub-blicità, La Monaca non ha dubbi: “La pubblicità informativa, fatta secondo i canoni di serietà e veridicità, è ciò che i pazienti hanno sempre cercato. La trasparenza è alla base dei nostri messaggi pubblicitari e il nostro slo-ga è ‘Cure dentistiche di alta qualità, al giusto prezzo’. Mentre quando si parla di low cost, inteso come prez-zi e qualità estremamente bassi, si veicola un messaggi sbagliato per il paziente”.

IL FRANCHISING la fORza della sPecIalIzzazIONe

che nell’odontoiatria – sottolinea Luigi Veronesi, presidente della Commissio-ne odontoiatri dell’Ordine dei medici di Brescia –. Sono riusciti ad ottenere il via libera anche alla pubblicità”. La legge Bersani ha quindi previsto l’equi-parazione dello studio professionale del medico chirurgo e dell’odontoiatra a un’impresa “ai fini dell’applicazione – si legge – della normativa antitrust comu-nitaria e nazionale”, abrogando la leg-ge 21/2/1963 n. 244, che prevedeva l’obbligatorietà di tariffe fisse o minime. Questo ha moltiplicato le tariffe a prez-zi calmierati e, al contempo, i messaggi pubblicitari. “Stiamo assistendo ad una pubblicità, nel mondo professionale, che tende indirettamente a favorire una calmie-razione delle tariffe, trasformando il rapporto con il paziente in un rapporto economico – spiega Stefano Almini, presidente della Commissione odon-toiatri dell’Ordine dei medici di Berga-mo –. Compito dell’Ordine è valutare che i messaggi pubblicitari siano veri e trasparenti, in modo che il cittadino sia in condizioni di scegliere, avendo compreso in modo chiaro e trasparen-

te quale sia l’obbiettivo contenuto nel messaggio pubblicitario, che dovrà a sua volta realizzarsi nella realtà vera di chi ha lanciato il messaggio. Inol-tre, compito dell’Ordine è mantenere il decoro della professione medica e odontoiatrica, la quale, rispettando il suo aspetto di professione intellettua-le, rispetta prima di tutto il paziente, basando il valore della diagnosi e tera-pia sulla capacità della coscienza pro-

fessionale di orientare le decisioni, le parole, i gesti, il comportamento, sen-za che gli aspetti economici e impren-ditoriali possano prevalere. Gli iscritti all’Ordine devono rispondere ad un codice comportamentale, definito de-ontologico proprio perché costituito da articoli capaci di indirizzare l’etica della professione medica la quale, in definitiva, è a difesa del paziente, lon-tana da logiche commerciali”.

L’AFFILIAZIONEl’alTeRNaTIva PeR ResTaRe lIbeRI PROfessIONIsTISe lo spauracchio degli studi denti-stici si chiama centri in franchising, c’è chi ha deciso di correre ai ripari creando un network che mantenga l’autonomia della libera professione odontoiatrica, calmierando al con-tempo i prezzi grazie a una filosofia del tutta nuova. È il caso del nuovo gruppo nato nel marzo di quest’an-no, dall’idea di Marcello Botti e di dieci odontoiatri, che hanno deciso di far fronte alla difficile congiuntura economica, abbattendo i costi del 30-35% rispetto alla media nazio-nale. “La nostra filosofia – spiega Marcello Botti – è quella di venire incontro ai pazienti, senza scendere a compromessi col low cost, perché sotto una certa soglia non si può fare qualità”. Presenti oggi nelle

province di Bergamo, Brescia, Mila-no, Lodi, Lecco, Pavia e Monza, que-sto network conta di raggiungere, per fine anno, il centinaio di affiliati, tutti con lo stesso listino calmierato. Ma come fanno a contenere i prez-zi? “Innanzitutto abbiamo creato un gruppo d’acquisto – prosegue Botti – che ci permette di ottenere un’al-ta percentuale di sconto sui prodotti odontoiatrici che incidono conside-revolmente sul costo di una presta-zione. Ad oggi, il gruppo d’acquisto conta su sessantasette odontoiatri che stanno credendo nell’esigen-za di fare gruppo. In questo modo riusciamo ad ottenere degli sconti dalle case produttrici che arrivano al 30-50%, riduzioni impensabili per un solo odontoiatra”.

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Com’è cambiata la professione odon-toiatrica in questi anni? “Fino a pochi decenni fa l’odontoiatria era fatta da professionisti che seguivano il proprio paziente nel tempo, il cui un rapporto era quasi equiparabile a quello del medico di famiglia. Oggi lo studio dentistico si sta trasformando, a tutti gli effetti, in un’azienda, termine tanto caro al Garante sulla Concorrenza, che nel 2000 aveva già dichiarato che gli odon-toiatri sarebbero dovuti essere equipa-rati a delle imprese”. I nuovi centri in franchising stanno letteralmente cambiando il rapporto paziente-odontoiatra? “Direi di sì, perché spesso si tratta di un rapporto mordi e fuggi, ben diverso da quell’odontoiatria classica che seguiva il paziente negli anni, al quale si racco-

mandavano prestazioni strettamente necessarie”. Il paziente che accorgimenti deve prendere? “Quello che io consiglio è di non la-sciarsi attirare solo dalla pubblicità o dai cosiddetti ‘prezzi civetta’, ma di fare una valutazione più attenta sul tipo di pre-stazione che viene offerta”. E i nuovi odontoiatri? “È chiaro che sono proprio i giovani odontoiatri a cercare lavoro in questi nuovi centri, sia per la difficoltà di reperire pazienti sia per l’impossibi-lità di sopportare gli alti costi di uno studio”. Il futuro delle professione? “Ho la sensazione, a titolo personale, che passeremo inevitabilmente attraver-so un’industrializzazione del nostro la-

voro e parimenti avremo un grosso stop della crescita qualitativa, per lo meno a livello medio. Verranno probabilmen-te tutelati gli studi odontoiatrici di alto livello, che potranno prestare cure a chi, economicamente, se lo potrà anco-ra permettere. La maggior parte degli odontoiatri, inevitabilmente, andrà a lavorare come dipendente”.

IL tUrISMO DeNtALe fA BOOMe OrA cercA APPOGGI IN ItALIAQuello del turismo dentale è un fenome-no che risponde, oggi, alla crisi e alla ri-dotta capacità economica delle famiglie che, sempre più spesso, guardano ai pa-

esi dell’Est come al nuovo Eden dell’o-dontoiatria low cost. Secondo i dati elaborati da Codacons, sono almeno 50mila gli italiani che ogni anno si reca-

PARLA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ODONTOIATRI DELL’ORDINE DEI MEDICI DI BRESCIA

LUIGI verONeSI: “ANDIAMO verSO UN’INDUStrIALIzzAzIONe DeL NOStrO LAvOrO”

no all’estero per curare i propri denti, un fenomeno che è cresciuto del 150% nel giro degli ultimi 5 anni, a causa di tariffe più basse, sino al 60%, rispetto a quelle italiane. I corsi e ricorsi storici, riporta-no oggi alla ribalta un fenomeno che si era già manifestato negli anni Ottanta e che, in pochi anni, si era sgonfiato come una bolla di sapone, lasciando dietro di sé un alto numero di pazienti insoddi-sfatti. L’Olanda era stato il primo Paese che aveva dato il via al turismo dentale: migliaia di pazienti accettavano di farsi estrarre tutti i denti, persino quelli sani, per tornare in Italia con una protesi mo-bile nuova di zecca, che regalava loro un sorriso splendente. Tutto era fatto in tempi da record, tre giorni appena e la dentiera era fatta. L’entusiasmo però si spegneva in poco tempo, quando la protesi cominciava a non aderire più alle gengive, obbligando i malcapi-

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tati a tornare dal dentista, questa volta italiano. Sulle ceneri dell’ex Jugoslavia, verso la fine degli anni Novanta, è il no-stro Triveneto a cominciare ad affidarsi a dentisti croati, trasformando in pochi decenni città come Zagabria e Fiume in centri dentali su cui sono fiorite decine di studi odontoiatrici. Oggi, complice la crisi e i viaggi low cost, il turismo dentale è tornato di gran moda, con qualche preoccupazione in più come spiega presidente del Coda-cons, Carlo Rienzi: ‘’Cresce a forte rit-mo il numero di utenti che decidono di realizzare impianti, ponti e protesi den-tarie in paesi dell’Europa dell’Est come Ungheria, Croazia, Romania, Slovenia. Alla base del turismo dentale, vi sono i costi ridotti, inferiori fino al 60% rispet-to alle tariffe praticate in Italia per i me-desimi interventi, la possibilità di acqui-stare pacchetti completi, comprendenti viaggio, alloggio e trattamenti, nonché l’abbattimento delle liste d’attesa, che nel nostro paese rappresentano una vera e propria piaga sociale’’. Il fenomeno, tuttavia, non è esente da rischi: “All’in-terno del business generato dal turi-smo dentale si celano anche operatori improvvisati – prosegue Rienzi –, che fiutando l’odore dei soldi propongono offerte vantaggiose senza garantire l’a-deguata sicurezza e qualità degli inter-venti. Altra criticità riguarda i materiali utilizzati dai dentisti di tali paesi, spesso prodotti scadenti e a basso costo che a lungo termine possono determinare l’insorgere di problemi nei pazienti’’. A tutto questo si aggiunga una nuova tendenza, che risponde a un modello di riferimento di turismo dentale che, ne-gli anni, si è rivelato fallimentare, sia per queste strutture, che per i pazienti. Se è vero che tra le cure dentali più richieste all’estero ci sono gli impianti fissi, è al-trettanto vero che la falla che aveva fatto affondare in passato il turismo dentale, era la necessità di cure postoperatorie che obbligavano i pazienti a ritornare dal dentista italiano di fiducia. Alcune strutture si stanno attrezzando per ave-re delle cellule in Italia che permettano loro di seguire il paziente nel pre e post intervento, grazie a degli studi italiani di appoggio.

Come inquadra il turismo dentale alla luce della crisi?“Tutte le volte che, storicamente, dimi-nuisce la capacità di spesa dei pazienti e si pubblicizzano le cure odontoiatriche italiane con un rapporto sfavorevole tra prezzo e qualità si incentiva indiretta-mente l’importazione di cure, soprat-tutto nei pazienti che devono affrontare terapie economicamente rilevanti”.Come si è riorganizzato il turismo dentale?“Per quanto riguarda l’organizzazione del turismo dentale, alcuni odontoiatri stranieri, regolarmente abilitati all’eser-cizio professionale in Italia, si appoggia-no a studi dentistici italiani per visitare pazienti, richiedere esami radiografici e,

nel caso, organizzare le cure più costose all’estero”.È illegale?“No, se si rispettano le norme nazionali e regionali. Certamente nulla può fare l’Or-dine per ciò che accade all’estero”.

PARLA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ODONTOIATRI DELL’ORDINE DEI MEDICI DI BERGAMO

StefANO ALMINI: “IL cALO DI fIDUcIA INceNtIvA Le cUre OLtrecONfINe”

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