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La scuola nella Costituzione P ARTE SECONDA L’AVVENTURA UMANA CAPITOLO 7 OBIETTIVI Comprenderai perché la scuola è un diritto e insieme un dovere Conoscerai l’ordinamento della scuola italiana e i vari cicli di cui si compone Comprenderai cosa significano «istruzione» e «formazione» e in che modo sono organizzate sul territorio * L’opinione La missione dell’insegnamento è quella di tra- smettere non del puro sapere, ma una cultura che permetta di comprendere la nostra con- dizione e di aiutarci a vivere; essa è nello stesso tempo una maniera di pensare in modo aperto e libero. Kleist 1 ha proprio ragione: «Il sapere di per sé non ci rende migliori né più felici». Ma l’educazione può aiutare a diven- tare migliori e, se non più felici, ci insegna ad accettare la parte prosaica e a vivere la parte poetica delle nostre vite. (…). La prima finalità dell’insegnamento è stata formulata da Mon- taigne 2 «È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena». Una testa «ben fatta» signi- fica un’attitudine generale a collegare i saperi e dare loro un senso. 1 (Heinrich von, scrittore tedesco, 1777-1811); 2 Michel E. de, 1533-1592) Edgar Morin, La testa ben fatta, R. Cortina Ed., 2000

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Page 1: La scuola nella Costituzioneonline.scuola.zanichelli.it/damico-files/Damico_192_217-Cap7.pdf · La scuola nella Costituzione PARTE SECONDA L’AVVENTURA UMANA 7 CAPITOLO OBIETTIVI

La scuola nella Costituzione

PARTE SECONDA

L’AVVENTURA UMANA

CAPI

TOLO7

OBIETTIVIComprenderai perché la scuola è un

diritto e insieme un dovereConoscerai l’ordinamento della scuola

italiana e i vari cicli di cui si componeComprenderai cosa significano

«istruzione» e «formazione» e in che modosono organizzate sul territorio

*

L’opinioneLa missione dell’insegnamento è quella di tra-smettere non del puro sapere, ma una culturache permetta di comprendere la nostra con-dizione e di aiutarci a vivere; essa è nellostesso tempo una maniera di pensare in modoaperto e libero. Kleist1 ha proprio ragione: «Ilsapere di per sé non ci rende migliori né piùfelici». Ma l’educazione può aiutare a diven-tare migliori e, se non più felici, ci insegna ad

accettare la parte prosaica e a vivere la partepoetica delle nostre vite. (…). La prima finalitàdell’insegnamento è stata formulata da Mon-taigne2 «È meglio una testa ben fatta che unatesta ben piena». Una testa «ben fatta» signi-fica un’attitudine generale a collegare i saperie dare loro un senso.1(Heinrich von, scrittore tedesco, 1777-1811); 2Michel E. de, 1533-1592)

Edgar Morin, La testa ben fatta, R. Cortina Ed., 2000

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7*

Lo studio non finisce maiLa dea Minerva era considerata nell’antichità greco-romana la protettrice, tra l’altro, della saggezza,della poesia, delle arti, della medicinae della musica; quindi, della cultura.Accanto alla statua di Atena-Minerva,la sede principale del ministero dellaPubblica istruzione, a Roma, operadell’architetto Cesare Bazzani (1911). Sidice spesso «alla Minerva» per dire «alMinistero della Pubblica istruzione»

Dalla scuola al lavoroL’uso dei laboratori e forme di alternanza scuola-lavoro favoriscono la convinzione della pari dignità tra mestieri e professioni e aiutano a inserirsi nel mondo del lavoroproduttivo.

Mens sana in corpore sanoUn detto latino sempre valido. Una scuola moderna alterna l’educazione mentale a quella fisica. In Italia occorre moltiplicareil numero delle palestre e valorizzare di più il ruolo formativo dello sport scolastico.

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istruireDeriva dal latinoinstruere, «costruire».Educare proviene dallatino educere,«condurre fuori», cioèrendere possibile losviluppo delle capacitàpersonali.

provvidenzaDal latino providere,«vedere innanzi a sé».Nel linguaggiodell’amministrazionepubblica il vocabolo èutilizzato nel senso didisporre quantooccorre per unbisogno, risolvere unasituazione critica,assistere.

La scuola nella Costituzione

194 7*CA

PITO

LO

La fortuna di potersi chiamare studenteLa lettura, per certi versi drammatica, ri-portata nella scheda qui a fianco, ci mostrache cosa significhi essere escluso da quellagrande famiglia che è la scuola, che unisceal resto della comunità, ai coetanei, e fasentire la necessità di imparare, di crescere.

Quante volte si è detto: «Che noia,che tortura, questa scuola!». Forse, dopoquesta lettura si capirà meglio che lascuola non è allegra come un fumetto, cifa sudare e faticare, ma che senza di essasaremmo molto vicini a quelle pecorelleche il bambino del racconto dovrà custo-dire per tutta la vita.

Lamentiamoci pure: ne abbiamo il di-ritto e spesso l’occasione. Ma meditiamoanche sulla fortuna di poterci dire stu-denti. E siccome l’istruzione, fino ad unacerta età, è un diritto che abbiamo e un

obbligo che la legge ci impone, pensiamoanche alla fortuna di poterci sentire sinda piccoli dei cittadini con i nostri dirittie i nostri doveri.

Primo educatore: la famigliaLa Costituzione della Repubblica ricono-sce ai genitori, anche quando non unitida un ordinario contratto di matrimonio,il diritto prioritario di mantenere, istruireed educare i propri figli.

Per questo motivo la scuola si ponecome un aiuto alla famiglia, comeun’agenzia specializzata in educazione eformazione che ne integra i compiti, liconfigura in un sistema, li riordina e com-pleta, con il suo corpo di professionistidell’educazione, i docenti.

Ma la Costituzione ricorda anche cheeducare e istruire i figli è un dovere prio-ritario.

Per questo ne fa un obbligo, dell’assol-vimento del quale si deve rispondere da-vanti alla legge. Inoltre la Costituzionestudia provvidenze a favore delle famiglieper aiutarle a compiere questo loro dovere.Ancora, mentre si propone di favorire la li-bera scelta di istruzione, assicura in tutto ilterritorio della Repubblica scuole pubbli-che di ogni ordine e grado, dove le circo-stanze ne impongano le condizioni, cioèdove vi siano numero di allievi e richiestadi istruzione corrispondenti.

«

»

È dovere e diritto dei genitori mantenere,istruire ed educare i figli,

anche se nati fuori dal matrimonio…Costituzione della Repubblica italiana, articolo 30

La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno

otto anni, è obbligatoria e gratuita…Costituzione della Repubblica italiana, articolo 34

I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi,hanno diritto di raggiungere i gradi più alti

degli studi. La Repubblica rende effettivoquesto diritto con borse di studio, assegni

alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso…

Costituzione della Repubblica italiana, articolo 34

1. Il diritto-dovere all’istruzione

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195 *SCHEDA 1

Il 7 gennaio 1944, mi trovai per la prima volta sui ban-chi di scuola, con tre mesi di ritardo rispetto ai mieicompagni. I primi giorni i compagni mi prendevano ingiro e sghignazzavano sulla mia ignoranza. Tutti, ma-schi e femmine, erano più grandi di me. Molti eranoripetenti. E nei miei confronti erano spavaldi: sape-vano già far bene le aste, scrivere e leggere le vocalie le consonanti. […]

La mia esperienza scolastica, contrariamente allavolontà mia e della maestra, durò poco più di un mesee cessò molto prima che io divenissi propriamente unalunno.

Una mattina di febbraio, mentre la maestra sisforzava di farmi scrivere alla lavagna, mio padre,sorretto dalla convinzione morale di essere il mio pro-prietario, con lo sguardo terrificante di un falco affa-mato (de unu astore famidu) dalla strada fulminò lascuola. La raggiunse con impeto fragoroso piom-bando in classe. Avanzò fino alla cattedra senza farparola e salutò la maestra con un secco buongiorno.«Buongiorno» gli rispose la maestra mentre lui les’impalò davanti irrigidito e seccato dalla situazione.[…]

«Sono venuto a riprendermi il ragazzo. Mi serve agovernare le pecore e a custodirle… È mio. E io sonosolo. Non posso continuare a lasciare il gregge incu-stodito quando vengo qui a Siligo a portare il latte incaseificio o a portarmi via le provviste.». […]

«Gavino è ancora troppo piccolo! Come potrà cu-stodire le pecore e far paura ai banditi? La sua pre-senza sarà inutile… Qui imparerà a vivere prima diesporsi alla vita. Gli mancano ancora le penne perprendere il volo».

«Cosa ne sa lei della pastorizia? I pastori volanotutti senza ali». […]

Io me ne stavo lì, paralizzato, davanti alla lavagnacome se quel discorso mi avesse inchiodato i piedialla predella. Di colpo però di fronte al terribile «di-scorso della realtà», non ho potuto far altro che pian-gere e aggrapparmi alla maestra che mi lasciòsfogare un po’ nel pianto e subito cominciò a prepa-rarmi anche lei alla triste realtà, persuadendo la miainnocenza. […]

Con le lacrime agli occhi e con quel tuono che

stava ancora rintronandomi nella testa diedi così l’ul-timo sguardo, penetrante, a tutta l’aula, quasi me lavolessi portar via passando in rassegna frettolosa-mente tutti i banchi. Nel mio silenzio salutai tutti icompagni imprimendoli nella mente per non scor-darli più. Ancora una volta fissai i particolari dell’aulache avevano colpito di più la mia fantasia: la lavagna,la cattedra e le carte geografiche.

«Beh! Buongiorno, signora maestra».«Coraggio, Gavino» sussurrò la maestra.

Gavino Ledda, Padre padrone, Feltrinelli, Milano, 1982

«Alla sua vista gli scolari zittirono tutti sui banchi. E mio padre venne subito al sodo…» .

La scuola negata

LA SCUOLA E LA COSTITUZIONEQuello dell’istruzione è uno degli argomentipiù importanti e più citati della nostra Cartacostituzionale. Con molta fatica i Padri Co-stituenti riuscirono a conciliarvi il progressocon la tradizione.

In questo capitolo, però, oltre a ricordarecome la scuola è oggetto di diversi articolidella nostra Costituzione, ci renderemoconto di come la Costituzione è sempre pre-sente nella vita scolastica, considerato cheogni scuola è una piccola comunità socialeche riproduce molti dei problemi della so-cietà in cui viviamo, con i suoi momenti de-mocratici, i suoi rapporti tra i sessi e leopportunità multietniche e multiculturaliche offre.

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196* SCHEDA 2

La scuola in Italia: quanti siamo?

Elementari singole

Scuole medie singole

Istituti comprensivi

Istituti II grado

Convitti ed educand.

Scuole dell’infanzia

Scuole elementari

Scuola secondaria I grado

Scuola secondaria II grado

Per la scuola dell’infanzia

Per la scuola primariaPer la scuola sencondaria

di I gradoPer la scuola secondaria

di II grado

Dirigenti scolastici

Docenti sul posto di sostegno

Insegnanti di religione cattolica

Personale amministrativoe ausiliario

SCUOLA STATALE

DOCENTI E DIRIGENTI

10.912

7.620.227

759.868

2.496

76.926

221.971

143.094

219.484

8.289

45.208

14.896

167.142

960.9842.515.219

1.701.449

2.442.575

1468

3577

3218

153

PREFERENZA AGLI ISTITUTI TECNICI NELLE SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Fonte MIUR, 2008

Alunni per anno di corso I ANNO II ANNO III ANNO IV ANNO V ANNO TOTALE

Licei classici 60.281 61.223 56.870 53.731 48.945 281.050Licei scientifici 134.971 133.379 121.955 110.419 97.657 598.381Ex istituti e scuole magistrali 44.869 44.640 40.283 37.584 34.004 201.380Istituti tecnici 196.717 188.791 175.615 166.039 150.778 877.940Istituti professionli 129.968 124.157 110.361 97.601 80.873 542.960Istituti d’arte 11.798 11.865 10.842 10.503 9.438 54.446Licei artistici 9.514 9.721 9.243 8.762 5.323 45.563TOTALE 588.1108 573.776 525.169 484.639 427.018 2.598.720

SCUOLA NON STATALE PARITARIA Fonte MIUR e Agesc, aprile 2008

IstituzioniScuole di religiosi - cattoliche Gestori laici Gestione enti pubblici

TOTALE SCUOLE % SCUOLE % SCUOLE %

10.329 4.645 44,97 3.173 30,72 2.511 24,31

Alunni (tutti)Scuola dell’infanzia Scuola primaria Media inferiore Secondaria superiore

TOTALE ALUNNI % ALUNNI % ALUNNI % ALUNNI %

1.009.222 621.113 61,55 184.973 18,32 65.418 6,48 137.718 13,65

ALUNNI

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1971. Il diritto-dovere all’istruzione

7*

Aiuti alle famiglieL’art. 34 della Costituzione prevede cheper otto anni l’istruzione sia gratuita. Inaltre parole la gratuità riguarderebbe solola Scuola elementare e la Scuola media.Ma si tratta di un’indicazione che non im-pedisce alla Repubblica di estendere que-sto beneficio per un periodo che favoriscal’adempimento dell’obbligo scolastico. LaCostituzione allude anche a aiuti econo-mici (provvidenze) alle famiglie, per alle-viarle dalle spese necessarie all’istruzionedei figli che non riguardano solo le tassescolastiche fissate dalle leggi.

Elenchiamo le provvidenze attual-mente esistenti e cumulabili fra loro:

1. borse di studio nazionali previstedalla legge 10 marzo 2002, n. 3 (leggesulla Parità), punto 9;2. libri gratuiti di cui alla legge na-zionale 23 dicembre 1998, n. 448, de-stinati – attraverso le scuole – allefamiglie con reddito non superiore ai30 mila euro annui complessivi e dicui al Decreto dipartimentale del-l’Istruzione n. 20 del 16 luglio 2003;3. bonus nazionale (decreto inter-ministeriale del 3 settembre 2003 inaccordo tra Ministero dell’Istruzione eMinistero dell’Economia) e bonus re-gionali, aventi lo scopo di facilitare fi-nanziariamente la scelta delle famiglietra scuola statale e scuola paritaria.Purtroppo, però, sono ancora decine

di migliaia i bambini che non frequentanola scuola, che non completano le elemen-tari, che non si iscrivono alla scuola se-condaria di primo grado o non necompletano il corso. Le cause sono spessoopposte: al Sud e nelle zone di montagnadel Nord la causa è la povertà, mentre intalune zone del Nord è la facilità di tro-vare lavoro anche per i minori, con salariche farebbero invidia ad adulti. In questicasi si privano i minori di quelle cono-scenze e di quelle competenze che sononecessarie per affrontare in futuro i cam-biamenti del mercato del lavoro.

Perché non bastano piùotto anni di istruzioneL’art. 34 della Costituzione, di cui ab-biamo appena letto una parte, ci ricordache l’istruzione è obbligatoria per almeno8 anni. I legislatori, fondatori della Re-pubblica, che scrissero la nostra Costitu-zione entrata in vigore, come sappiamo,il 1 gennaio del 1948, capirono benissimoche con il passare del tempo il progressoavrebbe reso insufficiente tale periodo,per questo scrissero per almeno.

Infatti oggi siamo davanti a un cam-biamento fondamentale portato daitempi, dovuto alla velocità con cui il pro-gresso trasforma non solo i sistemi di la-voro, ma anche la durata dei mestieri edelle professioni; da un anno all’altro unaprofessione e un mestiere che apparivano

«Specializzarsi è necessario, ma occorre possedereuna cultura capace di preparare a lavoridiversi nel corso della vita» .

EVITARE IL SUPERFLUOSpesa media annuale (in euro) per la frequenza della scuola superiore per tipo di spesa etipo di scuola (in euro 2008).

Tipo di scuola Tipo di spesaFREQUENZA ISCRIZIONE ESTERNA LIBRI TRASPORTI CARTOLERIA GITE SCOL TOTALE

Istituti professionali 134 123 810 235 210 78 72 944Istituti tecnici 232 219 964 329 191 93 126 1196Licei magistrali 167 161 1093 449 153 93 202 1259Istit. d’arte e licei art. 200 182 1207 453 161 174 92 1407

Totale 186 176 987 357 180 93 141 1173

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tezione, la tutela della salute, i servizi utilialla vita civile.

Le informazioni che seguono, conte-nute in questo capitolo, sono tratte dalleLeggi 53/03 e 169/2008 (decreto delegatodi attuazione per il primo ciclo).

Per gli alunni iscritti nelle varie classidella scuola secondaria superiore l’appli-cazione della legge, con possibili aggior-namenti, è prevista a partire dell’annoscolastico 2010-2011.

importanti e duraturi possono diventareinstabili.

È chiaro, dunque, che:da piccoli occorre assicurarsi forti co-

noscenze di base;in seguito occorre essere disponibili a

studiare lungo tutto l’arco della vita (gliinglesi lo chiamano long life learning, ap-prendimento lungo tutta la vita).

Da molti anni, varie leggi che si sonosuccedute hanno esteso l’obbligo scolastico.Ma andare a scuola dev’essere un obbligoo piuttosto un diritto? Ricevere gli stru-menti per vivere in un mondo civile e pertrovare nel lavoro e grazie al lavoro i mezziper vivere onestamente e realizzare le pro-prie aspirazioni è un diritto del cittadino.

È solo quando il cittadino non com-prende l’importanza di questo suo dirittoche lo Stato gliene fa un obbligo verso lacomunità che gli assicura la vita, la pro-

La scuola nella Costituzione

198 7*CA

PITO

LO

PRIVATE DELLA SCUOLA TROPPE BAMBINEANCHE IN ITALIA«Ti piace andare a scuola?» «Moltissimo…» «Quali materie preferisci?» «Hindi, inglese… sono bravain tutte le materie…» «Cosa pensi che diventerai da grande?» «Niente… Tanto adesso devo lasciare lascuola, ci andrà soltanto mio fratello. Io devo lavorare in casa, come le mie sorelle e cugine, poi spo-sarmi, fare figli…».

Nakusha, bambina indiana, ha otto anni, ma per lei la scuola è già finita. L’attendono giornatedi duro lavoro: sveglia alle sei di mattina, preparare il tè e la colazione per tutti, poi lavare i piatti,preparare il pranzo, spazzare per terra, lavare i vestiti… Nel tempo libero ricamerà al telaio, perfare un po’ di soldi: in casa servono.

Quante sono le bambine, nel mondo, che devono rinunciare alla scuola? Quanti sono i talentisprecati, le intelligenze buttate via tra lavori domestici e matrimoni precoci, quante le ragazzinecostrette ad essere analfabete per tutta la vita o comunque a un’istruzione limitata, monca?

Sono tante, troppe. Oggi, nel XXI secolo, il 34% delle donne nel mondo è ancora analfabeta(contro il 19% degli uomini); e i bambini iscritti a scuola sono più maschi che femmine. Ma siamosicuri che non esistano ancora tante Nakusha italiane? Secondo calcoli campionari, desumibili daidati forniti dal MIUR alla VII Commissione della Camera, sono più di 60 mila. E anche se si iscri-vono a scuola, quasi il 10 per cento di loro non riesce ad arrivare alla licenza media.

Fino a quando le bambine dovranno pagare il conto del disagio delle famiglie?

analfabetaÈ una parola cheproviene dal greco an,particella che indicaprivazione (di qualcosa)e alphábetos. Significa letteralmente«privo di conoscenzadell’alfabeto».

MIURÈ la sigla del Ministerodell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca

AGGIORNAMENTI SULLA SCUOLALa legislazione in materia di scuola è spesso soggetta amodifiche da parte dei Governi che si succedono. Per gliaggiornamenti sull’introduzione di nuove norme, è utileconsultare il sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricerca: www.miur.it

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1991. Il diritto-dovere all’istruzione

7*

L’età scolareLa Scuola dell’infanzia fa parte del si-stema scolastico e formativo italiano, manon entra nell’arco dell’obbligo, anche selo Stato italiano deve attrezzarsi per assi-curarne il diritto a tutte le bambine e atutti i bambini. L’età per andare a scuola(età scolare) di norma è 6 anni. È previstoche alla scuola primaria si iscrivano lebambine e i bambini che compiono i 6anni di età entro il 30 aprile dell’anno sco-lastico di riferimento.

Possono iscriversi a titolo sperimen-tale, fatta salva la disponibilità dei posti edelle risorse finanziarie dei Comuni, alprimo anno della scuola dell’infanzia, ibambini e le bambine che compiono i treanni di età entro il 31 gennaio dell’annoscolastico di riferimento, ovvero entro il30 aprile nelle apposite classi definite«primavera».

Come si usufruisce del diritto all’istruzione-formazione e si assolve l’obbligo scolasticoAttualmente si assolve l’obbligo scolasticofino a 16 anni (legge 296/2006), sce-gliendo di iscriversi a un corso di scuolasecondaria superiore o di iscriversi a uncorso di Formazione-istruzione almenotriennale (dopo 3 si può ottenere la primaqualifica lavorativa).

I corsi di Formazione-istruzione sonodi competenza regionale (in base all’art.

117 della Costituzione) in stretto con-tatto con il sistema scolastico tradizio-nale. Vedremo avanti che cosa è il sistemadi Formazione-istruzione professionale.Possiamo dire subito che non è costituitoda quelli che fino a ieri erano i corsi pro-fessionali regionali, ma è un nuovo tipodi percorso al quale collabora la scuola ela formazione professionale regionale.

Corsi integrati di questo nuovo genere(scuola e preparazione al lavoro) funzio-nano dal 2003-2004 in tutte le Regioniitaliane, in base ad Intese tra le Regioni eil Ministero dell’Istruzione.

Il fatto nuovo sta nelle possibilità diaccedere, dopo la scuola media, ai corsidi Istruzione-formazione, in cui le due pa-role si uniscono a rappresentare un per-corso di studio unico. In altre parole lascuola è anche prepararsi al lavoro e il la-voro deve procedere con l’istruzione.

«»

La Repubblica deve assicurare a tutti il diritto all’istruzione

e alla formazione per almeno 12 anni* o,comunque, sino al conseguimento

di una qualifica entro il 18° anno di età.L’attuazione di tale diritto si realizza nel sistema

di istruzione e in quello di istruzione e formazione professionale.

Legge n. 53/2003, art. 2, punto 1, lettera c*Attualmente è possibile la frequenza per almeno 10 anni.

DALLA SCUOLA AL LAVOROSe si manterrà la tendenza che si èregistrata tra il 2004 e l’inizio del2009, saranno cinque milioni i giovaniche si affideranno in un quinquennioai corsi integrati professionali Stato-Regioni. I corsi recuperano ex evasoridell’obbligo o giovani che non si sa-rebbero iscritti ai normali corsi sco-lastici, per i più vari motivi. I corsipossono ricondurre chi li frequentaai percorsi di studio tradizionali.

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La scuola nella Costituzione

200 7*CA

PITO

LO

didatticaÈ l’arte di insegnare,istruire ed educarecon metodiappropriati; il terminederiva dal grecodidáskein,«ammaestrare,insegnare».

La Scuola dell’infanziaLa Scuola dell’infanzia ha durata triennale.Nel rispetto della primaria responsabilitàeducativa dei genitori, «contribuisce allaformazione integrale delle bambine e deibambini».

Alla Scuola dell’infanzia possono es-sere iscritti le bambine e i bambini checompiono i tre anni di età entro il 30aprile dell’anno scolastico. Nel caso cisiano posti disponibili e le strutture a di-sposizione siano adeguate ad accoglierebambini di età inferiore ai tre anni, pos-sono iscriversi bambini che compiono treanni entro il 30 aprile dell’anno scolasticodi riferimento.

L’orario annuale globale delle attivitàeducative per la Scuola dell’infanzia variada un minimo di 875 ad un massimo di1.700 ore, a seconda dei progetti educa-tivi adottati e tenuto conto delle richieste

2. L’ordinamento scolastico italiano

delle famiglie: in altre parole, da un mi-nimo di 24 a un massimo di 40 ore setti-manali a scelta.

Per lo svolgimento di attività supple-mentari le scuole possono stipulare, neilimiti delle risorse iscritte nei loro bilanci,contratti di prestazione d’opera di espertiesterni.

Il Primo cicloLa Scuola primaria (elementare)La Scuola primaria è così articolata:

un primo anno, di base;due periodi didattici biennali.Alla scuola primaria si iscrivono per

norma le bambine e i bambini che com-piono i sei anni di età entro il 31 dicem-bre; possono iscriversi anche le bambinee i bambini che compiono i sei anni di etàentro il 30 aprile dell’anno scolastico diriferimento.

La Scuola primaria:promuove, nel rispetto delle diversità

individuali, lo sviluppo della personalità,e ha il fine di far acquisire e sviluppare leconoscenze e le abilità di base;

comprende l’apprendimento della lin-gua inglese;

inizia a educare ai princìpi fondamen-tali della convivenza civile;

impartisce nozioni di informatica pra-tica.

l’orario annuale globale delle lezioni èdi 891 ore.

La valutazione avviene nel corsodell’anno in decimi (vedi paragrafo 3). Ilpassaggio dalla Scuola primaria allaScuola secondaria di primo grado av-viene a seguito di valutazione positiva altermine del secondo periodo didatticobiennale.

È sospeso, in altre parole l’esame di li-

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cenza elementare, a sottolineare l’appar-tenenza della Scuola primaria e dellaScuola secondaria di primo grado allostesso ciclo educativo.

La Scuola secondaria di primogrado (scuola media)La Scuola secondaria di primo grado siarticola in un biennio e in un terzo anno(che completa il percorso disciplinare eassicura l’orientamento e il raccordo conil secondo ciclo).

La Scuola secondaria di primo grado,tramite le discipline di studio:

è finalizzata alla crescita delle capa-cità autonome di studio e al rafforza-mento delle attitudini a integrarsi nellasocietà e delle capacità di scelta corri-spondenti alle attitudini e vocazionidegli allievi;

introduce lo studio di una seconda lin-gua dell’Unione Europea;

aiuta a orientarsi per la successivascelta di istruzione e formazione.

Ai fini della validità dell’anno, per lavalutazione degli allievi è richiesta la fre-quenza di almeno tre quarti dell’orarioannuale personalizzato previsto dallalegge.

L’orario annuale globale delle lezioniè di 891 ore.

Le scuole, al fine di realizzare la per-sonalizzazione del piano di studi, pos-sono organizzare altre 198 ore annue,oltre quelle previste dalla legge, per losvolgimento di attività supplementari,nei limiti dei bilanci, contratti conesperti esterni.

I docenti effettuano la valutazione (indecimi, vedi paragrafo 3), avendo cura diaccertare il raggiungimento di tutti gliobiettivi formativi, valutando altresì ilcomportamento degli alunni.

La Scuola secondaria di I grado siconclude con un esame di Stato, il cuisuperamento costituisce titolo di ac-cesso al sistema dei Licei e al sistemadell’Istruzione e della formazione pro-fessionale.

2012. L’ordinamento scolastico italiano

7*

Don Lorenzo Milani(1923-1967).

SCUOLA MEDIA UNICA, UNA CONQUISTAPer cento anni, dall’Unità d’Italia fino a quasi vent’annidopo la creazione della Repubblica, i piccoli cittadinidopo le elementari venivano separati in studenti dei gin-nasi, delle tecniche e degli avviamenti professionali. Unaselezione che accentuava le differenze delle classi so-ciali e le rendeva «ereditarie». La scuola media unica liha riuniti in una sola casa, scommettendo su un futurodi opportunità uguali per tutti.

LA CRITICÒ SEVERAMENTE, MA PER TROPPO AMORE…Pochi hanno dedicato la loro vita all’amore per lascuola, come Don Lorenzo Milani (1923-1967), che perla scuola di base come la si stava intendendo, ebbe delleparole di grande sconforto e di critica. Nel 1954 don Mi-lani era stato trasferito a Barbiana (Vicchio, Firenze),minuscolo e sperduto paesino di montagna, dove avviòil primo tentativo di scuola a tempo pieno, espressa-mente rivolto agli adolescenti figli di operai e contadini,sperimentando il metodo della scrittura collettiva.

È frutto di questa esperienza Lettera ad una profes-soressa, in cui i ragazzi della scuola (con la regìa di DonMilani) denunciano i metodi didattici della scuola pub-blica, che, sostengono, allontanano i ragazzi disagiatidalla scuola. La teoria di Don Milani, non certo ingiusti-ficata, era che la scuola pubblica credesse di avere rag-giunto il massimo della giustizia dando «a tutti lostesso», quando il problema era che piuttosto bisogna«dare a ognuno in particolare quanto gli serve per cre-scere». La sua teoria oggi guida le grandi linee dell’in-segnamento personalizzato.

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L’autonomia scolastica, protetta dalla Costituzionedella Repubblica (art. 117), consente di organizzarele classi secondo più moderni criteri, di arricchire l’in-segnamento con il contributo di esperti esterni, di fa-cilitare il raccordo tra scuole per meglio usufruiredelle opportunità didattiche.

Il D.P.R. n. 275/99 definiva chiaramente la naturae le linee-guida dell’autonomia scolastica:

L’autonomia didattica si esprime nella libertà discelta delle metodologie ritenute più adatte, nel con-creto contesto sociale e culturale, a raggiungere gliobiettivi formativi; nell’organizzazione degli spazi e deitempi di lavoro; negli insegnamenti opzionali.

L’ampliamento dell’offerta formativa va inteso comela facoltà di estendere l’attività formativa alla stesuradi particolari curricoli educativi per adulti; di adottareopportune iniziative volte a combattere la dispersionescolastica; di organizzare attività parascolastiche edextrascolastiche e percorsi integrati tra sistemi for-mativi; di stipulare convenzioni con Università, Fon-dazioni, Enti locali, Aziende, ecc. (art. 7).

L’autonomia organizzativa può inoltre esplicitarsi:nella diversa strutturazione dell’unità della lezione; nell’articolazione del gruppo classe; nell’impiego flessibile dell’attività docente,negli accordi in rete.nello «scambio temporaneo di docenti, che libera-

mente vi consentono, fra le istituzioni che partecipanoalla rete i cui docenti abbiano uno stato giuridico omo-geneo» (art. 7).

Per concludere, l’autonomia scolastica conferiscealle singole scuole il potere di crearsi un proprio pianodell’offerta formativa, di darsi un piano annuale del-l’attività e una Carta dei servizi adeguata alle esigenzedello specifico ambiente, di arricchire o modificareparzialmente i programmi, di darsi un proprio orarioe persino, in qualche misura, un proprio calendarioscolastico.

L’autonomia, anche se le norme che la riguardanoli nomina raramente, dovrà convogliare la propriaenergia su una migliore qualità di crescita del bam-bino e dell’adolescente.

202* SCHEDA 3

Autonomia scolastica: più creatività, più responsabilità

Un gruppo di ragazziimpegnato in unospettacolo teatraleorganizzato dallascuola.

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Il Secondo ciclo Scuola secondaria superiore e Istru-zione-formazione professionaleIl Secondo ciclo ha il fine di favorire la«crescita educativa, culturale e professio-nale dei giovani attraverso il sapere, il faree l’agire, e la riflessione critica su di essi».

Esso comprende:Liceo classicoLiceo scientificoLiceo umanistico pedagogico (ex Isti-

tuto magistrale)Liceo linguisticoLiceo artisticoIstituti tecniciIstituti professionaliIstituti d’arteGli istituti tecnici e professionali

si articolano in indirizzi per corrispondereai diversi fabbisogni formativi; i Liceihanno durata quinquennale; l’attività di-dattica si sviluppa in due periodi biennalie in un quinto anno.

Il quinto anno completa il percorso di-sciplinare e si preoccupa di approfondirele conoscenze e le abilità specifiche delcorso di studi prescelto. I corsi liceali siconcludono con un esame di Stato, il cuisuperamento rappresenta titolo necessarioper l’accesso all’Università e all’Alta forma-zione artistica, musicale e coreutica.

L’ammissione al V anno (cioè la pro-mozione dalla IV classe) dà accesso al-l’Istruzione e formazione tecnicasuperiore (IFTS).

2032. L’ordinamento scolastico italiano

7*

SE STUDIARE STANCA…I giovani che ripetono l’anno scolastico nelle scuole se-condarie rappresentano il 6,9 per cento degli iscritti. Ilfenomeno dei ritardi nei percorsi scolastici interessamaggiormente i maschi: i ripetenti sono quasi il 9 percento, mentre la percentuale di ripetenti femmine sulleiscritte è pari al 4,8 per cento.

La selezione scolastica è più forte nei primi anni dicorso delle scuole secondarie di secondo grado: questosignifica che gli studenti incontrano difficoltà nel pas-saggio da un livello di istruzione più basso a uno piùalto. Infatti, più del 16,3 per cento dei ragazzi non su-pera gli scrutini del primo anno, mentre il fenomeno haminore incidenza negli anni successivi.

Poiché i cattivi risultati favoriscono anche l’abban-dono precoce della scuola, si cerca ora di intervenirecon riforme degli orari e delle materie di insegnamentoper rendere più gradevoli e proficue ai giovani le ore discuola.

PRESENZA MASCHILE E FEMMINILE NELLA SCUOLALa presenza femminile per ordine scolastico risulta pari al 48,0 per cento nella scuola dell’infanzia,al 48,3 per cento nella scuola primaria, al 47,8 per cento nella secondaria di primo grado e al 49,0per cento nella secondaria di secondo grado. Questi rapporti sono influenzati dai diversi andamentidemografici e non indicano una minore partecipazione scolastica delle ragazze. Nascono infatti piùuomini che donne (circa 106 maschi ogni 100 femmine) e la prevalenza dei primi si riscontra fino all’età adulta, momento in cui, a causa della più elevata mortalità maschile, il rapporto si inverte.Nelle leve più giovani della popolazione, al 1° gennaio 2006, le donne sono il 48,6 per cento del to-tale della popolazione residente di età uguale o inferiore ai 13 anni; la stessa presenza femminile siregistra tra i giovani di età compresa tra 14 e 18 anni.

Oltre al fattore demografico, la minore presenza femminile nei vari livelli di istruzione è anche de-terminata dalla maggiore irregolarità scolastica della popolazione maschile, il cui numero di iscrittiè incrementato annualmente dalle ripetenze che sono più frequenti rispetto a quelle femminili.

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204* SCHEDA 4

Gli organi collegiali sono dei Consigli, cioè insiemi digenitori, docenti, dirigenti e altro personale dellascuola che si riuniscono periodicamente per consul-tarsi e prendere decisioni. Essi sono attualmente:

Il Consiglio di classe e di interclasse Nei Consigli di classe e di interclasse, in carica unanno, insegnanti di classe, rappresentanti dei geni-tori e degli studenti (questi ultimi presenti soltantonella secondaria superiore) discutono della vita dellascuola, dei metodi didattici che gli insegnanti voglionoadottare, dei problemi e dei desideri dei ragazzi.

Il Consiglio di Istituto o di CircoloI Consigli di Istituto (di Circolo nelle scuole elemen-tari) discutono i problemi che interessano l’interascuola (il regolamento interno, l’acquisto, il rimborsoe le spese di manutenzione delle attrezzature tecni-che e scientifiche, ecc.).

Il Consiglio di Istituto e il Consiglio di Circolo avan-zano proposte sulla formazione delle classi e pro-pongono idee per il migliore funzionamento dellascuola al Dirigente scolastico.

Il Consiglio di Istituto o Consiglio di Circolo, in ca-rica tre anni, sono formati da rappresentanti delle ca-tegorie direttamente interessate alla scuola(personale docente, amministrativo, tecnico e ausi-liario, genitori degli alunni, dirigente scolastico).

Il Collegio dei docentiDelibera in materia di funzionamento didattico delCircolo o dell’Istituto (programmazione dell’offertaeducativa, formazione e composizione delle classi,orario delle lezioni, attività integrative, adozione deilibri di testo, iniziative di sperimentazione) ed eleggei docenti che debbono esercitare «funzioni-obiettivo».

Contro le punizioni disciplinari e contro le violazionidelle norme che ad esse presiedono si può ricorrere

ORGANI COLLEGIALI INTERNI

ORGANI DI GARANZIA

a un apposito Organo di garanzia dell’Istituto e, se-condo i casi, all’Organo regionale di garanzia presie-duto dal dirigente scolastico regionale. Ai due organipartecipano genitori e studenti. Nel caso della scuolasecondaria di primo grado, solo genitori.

Gli organi collegiali territoriali (esterni alle singolescuole), avrebbero dovuto cessare di esistere al 31agosto del 2000 per effetto del D.L. n. 233 del 30 giu-gno 1999. Tuttavia, la Circolare ministeriale del 3 ago-sto 2000, n. 192 proroga, «fino all’insediamento deinuovi organi», la validità degli attuali organi collegiali.La riforma di tali organi dovrà essere concordata dalgoverno con la Conferenza dei Presidenti delle Re-gioni. È prevista l’abolizione dei consigli distrettuali.

Il Consiglio distrettuale scolasticoIn carica per tre anni, è composto dai rappresentantidi varie categorie della popolazione di uno o più quar-tieri. Discute i problemi dell’educazione e della for-mazione professionale. Si occupa di orientamentoscolastico, di servizi comuni, di corsi per gli adulti e diricerca di nuovi metodi di insegnamento.

Il Consiglio scolastico provincialeCreato in ogni Provincia, collabora alla creazione dinuove scuole, coordina le proposte e le realizzazionidei distretti scolastici, la distribuzione dei fondi e con-trolla che venga rispettato l’obbligo scolastico.

Il Consiglio nazionale della pubblica istruzione (CNPI)I suoi compiti sono:

studiare l’andamento della Scuola;studiare proposte per lo sviluppo e l’ammoderna-

mento dell’insegnamento, con sperimentazioni sulpiano nazionale;

fornire pareri sulle leggi in materia di istruzionepubblica.

Presieduto dal Ministro della Pubblica Istruzione,dura in carica 5 anni.

ORGANI COLLEGIALI TERRITORIALI

Gli organi collegiali della scuolaI parlamentini scolastici per partecipare alle scelte*

* Mentre scriviamo sono in discussione al Parlamento proposte di riforma.

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2053. Il lavoro scolastico

7*

3. Il lavoro scolasticoCalendario scolasticoL’anno scolastico (in virtù dell’autonomiascolastica prevista dall’articolo 21 dellalegge 15 marzo 1997 n. 59), ha inizio nelmese di settembre nel giorno fissato dallesingole scuole in accordo con il calendariodelle singole Regioni, cioè raggiunta la cer-tezza di avere garantiti tutti i servizi erogatidagli Enti locali (trasporti, mense ecc.).L’anno scolastico è indicato con l’anno so-lare in cui comincia e con l’anno solare incui finisce (2008-2009, 2009-2010 ecc.).

Con l’autonomia concessa alle scuole,ogni singolo istituto potrà apportare par-ziali modifiche anche al calendario in-terno, purché contempli 200 giorni diattività didattica annui.

Orario settimanaleScuola Primaria

1. Le classi sono affidate ad unico do-cente e funzionano normalmente conun orario di 24 ore settimanali, sempreche non esistano particolari necessità,evidenziate in accordo con le richiestedelle famiglie.2. In ragione della domanda delle fa-miglie sono garantite, come già detto,differenti articolazioni dell’orario sco-lastico a 24, 27, 30 e 40 ore. Nelleclassi funzionanti a tempo pieno (40ore settimanali), mantenendo la figuradell’insegnante prevalente di classe, èas segnato un secondo docente perclasse.3. Sono comunque garantiti gli inse-gnamenti specialistici di religione e diinglese.

Scuola MediaÈ previsto un orario obbligatorio di 30 oreestendibili fino a 36 o 40, secondo i pianidell’offerta formativa delle scuole, che inquesta materia si avvalgono della loro au-tonomia.

Scuola Secondaria SuperioreLicei: progressiva attuazione di un orariosettimanale non superiore alle 30 ore set-timanali. Istituti tecnici e professionali: uncarico settimanale di lezioni non supe-riore a 32 ore settimanali.

Valutazione del profitto Scuola PrimariaDall’anno scolastico 2008/2009, nellascuola primaria la valutazione periodicaed annuale è effettuata con voti espressi indecimi. I voti saranno illustrati da un giu-dizio analitico sul livello globale di matu-razione raggiunto dall’alunno. Nellascuola primaria, i docenti, con decisioneassunta all’unanimità, possono non am-mettere l’alunno alla classe successivasolo in casi eccezionali e comprovati daspecifica motivazione.

Scuola SecondariaNella Scuola Secondaria di primo grado,sono ammessi alla classe successiva, ov-vero all’esame di Stato a conclusione delciclo, gli studenti che hanno ottenuto,con decisione assunta a maggioranza dalconsiglio di classe, un voto non inferiore asei decimi in ciascuna disciplina o gruppodi discipline. L’esito dell’esame conclu-sivo del primo ciclo è espresso con valu-tazione complessiva in decimi e illustratocon una certificazione analitica dei tra-

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guardi di competenza e del livello globaledi maturazione raggiunti dall’alunno; con-seguono il diploma gli studenti che ot-tengono una valutazione non inferiore asei decimi».

Scrutini periodici e scrutini finaliLe valutazioni singole e collettiveespresse nel corso dell’anno vengonoriassunte in una valutazione comples-siva, che ha luogo due volte all’anno(scrutini quadrimestrali): la prima ametà del percorso e l’altra alla fine del-l’anno scolastico.

Gli esami di idoneità servono a es-sere ammessi a una classe intermedia diun certo grado di scuola. Per esempio, seun giovane ha perduto un anno di scuolaper qualche motivo e vuole recuperarlo,può prepararsi privatamente all’esame.

La scuola nella Costituzione

206 7*CA

PITO

LO

Nella favola di Jean de la Fontaine, la cicala avevacantato tutta l’estate, al contrario della formicache aveva lavorato sodo. Sicché la formica d’in-verno viveva dei suoi risparmi e la cicala ballava,ma per il freddo. A scuola succede che lo stu-dente-cicala, se canta (non studia) d’inverno si ro-vina l’estate per saldare i debiti, mentre lostudente-formica, promosso, se la spassa almare. La scuola ha pensato, nello stesso interesse deiragazzi e del Paese (servono giovani preparati peraffrontare le sfide del mondo del lavoro), di nonfare «sconti». La morale è chiara: studia d’invernose non vuoi rovinarti l’estate.

Fino a nuova disposizione i debiti formativi deb-bono essere tutti recuperati entro il 31 agosto suc-cessivo alla fine dell’anno scolastico in corso.(Decreto Ministeriale n. 80 del 3 ottobre 2007).

Le istituzioni scolastiche sono tenute a organiz-zare, subito dopo gli scrutini intermedi, interventididattico-educativi di recupero per gli studenti cheabbiano presentato insufficienze in una o più di-scipline, al fine di un tempestivo recupero dellecarenze rilevate.

Il piano dell’offerta formativa di ciascuna isti-

tuzione scolastica deve definire le modalità di re-cupero e di verifica dell’avvenuto saldo dei debitiformativi.

Gli studenti cui sono state riscontrate le carenzesono tenuti alla frequenza delle attività di recu-pero. Al termine di tali attività vengono effettuate,da parte dei docenti delle discipline della classedi appartenenza, verifiche intermedie di cui si dàcomunicazione alle famiglie.

Qualora i genitori o coloro che ne esercitano larelativa potestà non ritengano di avvalersi dell’ini-ziativa di recupero organizzata dalle scuole, deb-bono comunicarlo alla scuola stessa, fermorestando l’obbligo per lo studente di sottoporsi alleverifiche per accertare l’avvenuto saldo dei debitiformativi.

Nei corsi di recupero dei debiti formativi può es-sere adottata un’articolazione diversa da quellaper classe. Il recupero dei debiti formativi può av-venire anche utilizzando modalità laboratoriali.

Nei confronti degli studenti per i quali, al terminedelle lezioni, è stato constatato il mancato conse-guimento della sufficienza in una o più discipline,che non comporti tuttavia un immediato giudizio dinon promozione, il Consiglio di classe procede alrinvio della formulazione del giudizio finale.

DEBITI SCOLASTICI NELLA SCUOLA SECONDARIA SUPERIOREDebiti formativi da colmare in estate: una storia di cicale e di formiche

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P.I.S.A è l’acronimo (abbreviazione di un nome di piùparole attraverso le iniziali) di Programme for Interna-tional Student Assessment (Programma Internazionaleper la valutazione degli studenti). È un programma dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo svi-luppo economico, della quale fanno parte i Paesi piùindustrializzati, tra i quali l’Italia. Le valutazioni si svol-gono annualmente dal 2000. L’area principale dell’in-dagine riguarda le materie scientifiche. I soggettidell’indagine sono generalmente ragazzi quindicenni.I dati cui ci riferiamo qui non sono recentissimi: sonofondati sull’analisi dei dati 2006, pubblicati a dicembre2007, i più recenti a disposizione nel momento in cuiscriviamo.

Le classifiche internazionali non danno un quadromolto rassicurante della nostra scuola. Anche perchéi Paesi in via di sviluppo stanno crescendo cultural-mente. Dobbiamo voltare pagina, prepararci vera-mente a tornare la culla della cultura. Non è solo unproblema di orgoglio nazionale: è questione di lavoro,di vita per le nostre industrie e di capacità di influirenelle grandi scelte che il mondo è chiamato a fare peril miglioramento generale della qualità della vita.

I RISULTATI IN SCIENZEIl punteggio medio degli studenti italiani nella scalacomplessiva di scienze è pari a 475 contro una mediaOCSE di 500 punti. La media dei 25 paesi dell’UnioneEuropea partecipanti a «PISA 2006» è pari a 497.

In Italia, complessivamente, il 25,3% degli studentisi colloca al di sotto del livello 2, che è stato individuatoin «PISA 2006» come il livello base di competenzascientifica in grado di consentire ai ragazzi di confron-tarsi in modo efficace con situazioni in cui siano chia-mate in causa scienza e tecnologia. La distribuzioneè simile anche nelle scale specifiche di scienze.

I RISULTATI IN MATEMATICAIl punteggio medio degli studenti italiani nella scalacomplessiva di matematica è pari a 462 contro unamedia OCSE pari a 498.

I livelli di competenza sulla scala di matematica

sono 6. Il primo livello rappresenta quello più basso,mentre il sesto livello quello più alto. Per quanto ri-guarda l’Italia, complessivamente il 32,8% degli stu-denti si colloca al di sotto del livello 2 (capacitàminima di affrontare adeguatamente situazioni in cuisia chiamata in causa la matematica).

I RISULTATI NELLA LETTURAIl punteggio medio degli studenti italiani nella scala dicompetenza nella lettura è pari a 469 contro unamedia OCSE pari a 492. La differenza tra il punteggiodegli studenti maschi e il punteggio delle studentesseè statisticamente significativa a vantaggio delle stu-dentesse. I livelli sulla scala di competenza nella let-tura sono 5. Il primo livello rappresenta quello piùbasso. Complessivamente, in Italia il 50,9% degli stu-denti si colloca al di sotto del livello 3.

LE DIFFERENZE ALL’INTERNO DEL PAESELe statistiche rivelano una forte differenza di risul-

tati tra Nord-Est (ottimo), Nord-Centro (buono) e il restodel Paese. Poiché gli insegnanti sono gli stessi e gli stu-denti di pari intelligenza, si può ipotizzare che il disli-vello sia dovuto a condizioni sociali più disagiate, conconseguente più bassa partecipazione del retroterra fa-miliare, e a una minore attenzione degli enti locali.

207 *SCHEDA 5

P.I.S.A., quanto ci pesi… Perché dobbiamo fare molto di più

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saggio breve, lettera, articolo di giornale». Gli argomenti sono sempre indicati

dal Ministero dell’Istruzione. Seconda prova scritta (materia spe-

cifica): anch’essa stabilita dal Ministero, haper oggetto una delle materie caratterizzantiil corso di studio per le quali l'ordina-mento vigente prevede verifiche scritte.

Terza prova scritta: ha caratteremultidisciplinare, verte sulle materie del-l'ultimo anno di corso e consiste nellatrattazione sintetica di argomenti, nella ri-sposta a quesiti singoli o multipli ovveronella soluzione di problemi o di casi pra-tici e professionali o nello sviluppo di pro-getti. Il testo della terza prova scritta èpredisposto dalla Commissione d’esamecon modalità predefinite.

Colloquio orale: si svolge su argo-menti di interesse multidisciplinare atti-nenti ai programmi e al lavoro didatticodell'ultimo anno di corso. Lo studentepuò proporre un argomento a scelta oun’esperienza di ricerca.

Commissione d’esame: è nominatadal Ministero dell’Istruzione ed è compo-sta da non più di otto membri, dei quali lametà è interna e l’altra metà esterna al-l'istituto; il presidente è esterno.

Votazione: il voto massimo è 100 maè prevista la «lode» per i candidati che ab-biano conseguito 100/100 «senza alcunaintegrazione» (crediti).

Negli scritti si possono riportare fino a45 punti, altri 30 nel colloquio e 25 di«credito formativo», cioè con la valuta-zione che gli insegnanti di classe dannoall’alunno in base all’impegno dimostratodurante l’intero ciclo di studi.

Gli studenti che intendono parteci-pare all’esame di maturità con un annodi anticipo dovranno aver conseguito,oltre alla media degli 8/10 nell’anno del-l’esame, anche almeno la media dei 7/10nell’anno scolastico precedente.

Gli studenti privatisti potranno pre-sentarsi all’esame di Stato soltanto negliistituti delle località in cui sono residenti.

Voto in condottaIn sede di scrutinio intermedio e finaleviene valutato il comportamento di ognistudente durante tutto il periodo di per-manenza nella sede scolastica, anche inrelazione alla partecipazione delle attivitàe agli interventi educativi realizzati dalleistituzioni scolastiche anche fuori dellapropria sede.

A decorrere dall’anno scolastico2008/2009 la valutazione del comporta-mento è effettuata mediante l’attribuzionedi un voto numerico espresso in decimi.

La votazione sul comportamentodegli studenti è attribuita collegialmentedal consiglio di classe e concorre alla va-lutazione complessiva dello studente.Determina, se inferiore a sei decimi,la non ammissione al successivoanno di corso e all’esame conclu-sivo del ciclo.

Esame di licenza mediaEsame di Stato di maturitàDalla primaria all’ultimo anno di scuolasecondaria superiore gli esami da soste-nere sono due: quello di licenza mediae quello di maturità.

L’esame di stato di maturità comprendequattro prove, tre scritte e una orale.

Prima prova scritta (italiano):consiste in un tema oppure nell’«ana-lisi e commento di un testo, letterarioo no» oppure nella «redazione di untesto personale sotto forma di recensione,

La scuola nella Costituzione

208 7*CA

PITO

LO«La scuola esige che

i ragazzi si comportinocorrettamente: perquesto viene valutatoil comportamento con i compagni e con i docenti. Anche durante le gite. Con il 5 in condotta lapromozione è giàbruciata» .

SCUOLE DELLE REGIONI AUTONOMEPer rispettare le tradizioni delle Regioni in cui siparla da secoli una lingua diversa dall’italiano, esi-stono scuole statali primarie e secondarie di primogrado di lingua slovena in Friuli-Venezia Giulia, dilingua francese in Valle d’Aosta, di lingua tedesca eladina in Trentino-Alto Adige. Le Regioni ad autono-mia speciale (Sicilia, Sardegna, Trentino-Alto Adige,Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta) hanno, in fatto diistruzione, poteri molto più ampi delle altre Regioni.Per saperne di più consulta il sito:www.scuola.zanichelli.it/online/cittadinanza

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La sicurezza nelle scuole è un problema delicato eimportante per tutti. La responsabilità di fornire gliedifici scolastici alle scuole pubbliche spetta agli entilocali. Con la sovraintendenza delle Regioni, le Pro-vince forniscono gli edifici delle scuole secondarie su-periori, mentre alle scuole dell’infanzia, alle scuoleprimarie e alla scuola secondaria di primo grado de-vono provvedere i Comuni.

I doveri di queste istituzioni, però, non si fermanoqui. Essi, infatti, devono occuparsi anche della manu-tenzione, dell’illuminazione, dell’igiene e del riscal-damento degli istituti di loro competenza.

Da molti anni è cresciuta, a livello generale, la co-scienza della sicurezza nelle case e nelle scuole. Perquesto sono state emanate dallo Stato leggi specifi-che che regolano la materia della sicurezza, a partiredal momento in cui gli edifici vengono costruiti. La vi-gilanza deve essere attiva, poi, in ogni momento.

Ma le cose non sono sempre andate come dove-vano. Per molti anni il numero delle nascite è calatoe, con esso, il numero degli alunni: per questo si èquasi completamente cessato di costruire scuolenuove. Il patrimonio edilizio scolastico è quindi in-vecchiato. Ora la natalità è in aumento e le scuolesono inadeguate ad accogliere la popolazione sco-lastica.

Non sempre, inoltre, i soldi assegnati dallo Statosono stati spesi bene e, a volte, non sono stati nem-meno spesi. Il risultato è che negli ultimi anni si sonoverificati gravi incidenti nelle scuole che hanno avutocome vittime alunni e docenti.

Per questo motivo tutti devono collaborare allavigilanza della sicurezza nelle aule, nelle palestre,in tutti i locali scolastici. Gli allievi devono segna-lare ogni minima crepa o altro pericolo al respon-sabile della sicurezza nella scuola, ai genitori, aldirigente scolastico, il quale non deve ottenere dalComune o dalla Provincia la messa in sicurezza del-l’edificio. Qualora questo non avvenga, il dirigentescolastico deve informare il Prefetto e le autoritàsanitarie.

LE DISPOSIZIONI DI LEGGELe più recenti norme in materia di scuola sono for-mulate nel decreto legislativo n.81 del febbraio 2008,che contiene importante materiale didattico per in-contri di formazione e di informazione, metodi pervalutare i rischi, procedure per la gestione di eserci-tazioni e prove di evacuazione delle scuole.

La collaborazione degli alunni, i più diretti utentidei locali e dei servizi, è indispensabile. I dirigentiscolastici, i docenti e le famiglie sono chiamati a stu-diare e ad attuare forme di responsabilizzazione chepossano coinvolgere anche gli organi collegiali e co-stituire nel contempo occasioni di attuazione deiprincipi costituzionali.

TROPPI INTERROGATIVI SULLA COSTRUZIONEDELLE SCUOLE!

209 *SCHEDA 6

La sicurezza nelle scuoleGli alunni sono le prime sentinelle della sicurezza nella scuola: anche questa è educazione alla responsabilità.

RIVOLI (Torino) 22.11.2008Un giovanissimo studente del Liceo Scientifico Darwin a Rivoli, Vito Scafidi, di 17 anni, è morto in seguito al crollodel soffitto di un aula. Altri 20 ragazzi sono rimasti feriti, di cui 4 gravemente.L’AQUILA, 6.04.2009. Nella notte una violenta scossa di terremoto colpiscel’Abruzzo, sotto le macerie della casa dello studente muoiono6 giovanissimi universitari.Nell’uno e nell’altro caso, come in altri meno gravi, non si èdato retta agli allarmi degli studenti.

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«IoStudio - La Carta dello Studente» è l'iniziativarealizzata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Univer-sità e della Ricerca per fornire a tutti gli studenti dellascuola secondaria di secondo grado uno strumentoper avvicinarli al vastissimo patrimonio dei beni cul-turali italiani. La Carta garantisce condizioni di favore,anche mediante agevolazioni economiche, per l’ac-cesso ai musei, alle biblioteche, al cinema, ai teatri,ecc. su tutto il territorio italiano.

CINEMA e TEATROIn base all’accordo tra il MIUR e AGIS – ANICA gli stu-denti in possesso della Carta possono ottenere bi-glietti a un prezzo ridotto. Generalmente la riduzionesul costo viene applicata il lunedì, ma il giorno e l’ora-rio possono subire delle variazioni. Inoltre, sono pre-visti sconti per la partecipazione agli spettacoliteatrali nelle sale iscritte all’AGIS che hanno aderito alprogetto «La Carta dello Studente». L’elenco è in con-tinuo aggiornamento.

TRENOÈ garantita, in esclusiva, a tutti i possessori della«Carta dello Studente», una riduzione del 50% sull’ac-quisto della «Carta Verde», che consente di usufruireper un anno di uno sconto del 10% sulla tariffa stan-dard prevista per i treni del trasporto nazionale dimedia e lunga percorrenza, comprese vetture letto ecuccette, e fino al 25% per viaggiare in Europa. LaCarta Verde si può acquistare presso tutte le bigliette-rie Trenitalia e presso le Agenzie di Viaggio autorizzate.

BENI ARTISTICIÈ previsto anche l’ingresso agevolato alle strutture eai servizi della rete dei beni artistici e paesaggisticidelle sedi accreditate di Italia Nostra, nonché visiteguidate e riduzioni sulle attività specifiche program-mate per i ragazzi.

ACQUISTI SOLIDALIIn base ad un accordo tra il MIUR e AGICES tutti glistudenti in possesso della «Carta» possono usufruiredi sconti e agevolazioni per l’acquisto di prodotti delcommercio EQUO e SOLIDALE presso tutte le botte-ghe appartenenti al circuito.

OSTELLIGli studenti in possesso della «Carta dello Studente»possono ottenere gratuitamente la tessera AIG validaper tutti gli ostelli della gioventù presenti sul territo-rio nazionale e internazionale con riduzione del 15%sulla tariffa applicata per la prima notte di soggiornonegli ostelli della rete nazionale dell'AIG.

ACQUARIOL’Acquario di Genova concede uno sconto del 15% sulprezzo del biglietto per i possessori della Carta delloStudente e uno sconto del 10% sul percorso guidato«Acquario Segreto».

INOLTRE ATTRAVERSO LA CARTA È POSSIBILE… avere agevolazioni con il Touring Club: gli studenti

in possesso della «Carta dello Studente» che si iscri-vono a Touring Giovani ricevono in omaggio una guida:Routard Weekend Low Cost Europa, oltre 1000 indirizziper dormire e mangiare e tutti i voli a portata di click;

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Tutti gli esercenti che partecipano a questo progettoespongono l’adesivo «IoStudio – La Carta dello Stu-dente». Provate a cercarlo!

Informazioni sul portale dello studente: http://iostudio.pubblica.istruzione.it

210* SCHEDA 7

La carta dello studente

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2114. Diritti e doveri degli studenti e delle studentesse

7*

4. Diritti e doveri degli studenti e delle studentesseLo statuto delle Scuole SecondarieI DIRITTI

Lo studente ha diritto a una formazioneculturale e professionale qualificata e diessere informato sulle decisioni e lenorme che regolano la vita della scuola.

Lo studente ha diritto alla partecipa-zione attiva e responsabile alla vita dellascuola in tema di programmazione e de-finizione degli obiettivi didattici.

Lo studente ha inoltre diritto a una va-lutazione trasparente e tempestiva.

Gli studenti hanno diritto alla libertà diapprendimento ed esercitano il diritto discelta tra le attività culturali integrative.

Gli studenti stranieri hanno diritto al ri-spetto della loro identità culturale e reli-giosa (vedi cap. 6).

La scuola garantisce e disciplina il di-ritto di riunione e di associazione.

I DOVERIGli studenti sono tenuti a frequentare

regolarmente i corsi con diligenza.Gli studenti sono tenuti ad avere nei

confronti del capo di istituto, dei docenti,del personale della scuola e dei loro com-pagni lo stesso rispetto, anche formale,che chiedono per se stessi.

Gli studenti devono osservare le dispo-sizioni dei regolamenti dei singoli istituti.

Gli studenti sono tenuti ad utilizzare lestrutture, i macchinari e i sussidi didat-tici e a comportarsi in modo da non arre-care danni al patrimonio della scuola.

La comunitàLa responsabilità disciplinare è per-sonale. Nessuno può essere sottoposto asanzioni disciplinari senza essere statoprima invitato ad esporre le proprie ragioni.

Nessuna infrazione disciplinare con-

nessa al comportamento può influiresulla valutazione del profitto.

In nessun caso può essere sanzionata(punita), la libera espressione di opi-nioni correttamente manifestate e nonlesive dell’altrui personalità (come frasiingiuriose o razziste).

Le sanzioni sono sempre temporanee,proporzionate all’infrazione disciplinare eispirate al principio di gradualità, nonché,per quanto possibile, al principio della ri-parazione del danno. Allo studente è sem-pre offerta la possibilità di convertirle inattività in favore della comunità scolastica.

Le sanzioni e i provvedimenti che com-portano un allontanamento dello studentesono adottate dal Consiglio di Classe. L’al-lontanamento superiore ai 15 giorni el’esclusione dallo scrutinio finale e la nonammissione all’esame di Stato di maturitàsono adottate dal Consiglio d’Istituto.

La disciplina: il bullo è servitoL’allontanamento dello studente può

essere disposto anche quando siano com-messi reati che violino la dignità e il ri-spetto della persona umana e la sicurezza.In tale caso, la durata dell’allontanamentoè commisurata alla gravità.

Nei casi di recidiva, di atti di violenzagrave la sanzione è costituita dall’allonta-namento con l’esclusione dallo scrutiniofinale e dall’eventuale esame, o, nei casimeno gravi, dall’allontanamento fino altermine dell’anno scolastico.

Contro alcune sanzioni disciplinari èammesso ricorso a un apposito organodi garanzia interno alla scuola.

Il Direttore dell’ufficio scolastico regio-nale decide in via definitiva sui reclamiproposti, previo parere vincolante di unorgano di garanzia regionale.

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La scuola nella Costituzione

212 7*CA

PITO

LO

5. Che cosa farò «da grande»Oriente, orientare, orientamentoL’essere umano ha sempre sentito la ne-cessità di chiarire il proprio posto tra glialtri uomini, di individuare i propri compiti,le proprie responsabilità, e di orientarsi inmezzo agli altri, nel mondo in cui vive.

Come nasce la parola Orientamento?I punti cardinali sono punti di riferi-mento individuati già dai Greci per de-terminare le posizioni che i luoghiterrestri hanno l’uno rispetto all’altro. Ipunti cardinali sono quattro: Est, Ovest,Nord, Sud. Il più citato, nella vita del-l’essere umano è il punto cardinale che sichiama Est, ma anche Oriente o Levante;infatti orior è il verbo latino che significa«nascere», «sorgere», e l’Est è il puntocardinale che indica la direzione in cuisorge (si leva) il Sole.

L’orientamento è il complesso delleconoscenze e delle attività utili a orien-tare se stessi e gli altri. I naviganti siorientano, circa la loro posizione sulmare, con strumenti, anche molto anti-chi, come la bussola e il sestante, maanche con modernissimi strumenti comequelli satellitari.

Ogni essere umano, sin da piccolo,deve potere individuare dove si trova ilpunto in cui tutto si fa più chiaro, la di-rezione che – se intrapresa correttamente

– porterà il Sole, cioè il lavoro, la serenità,la soddisfazione, il benessere.

Anche i giovani hanno bisogno di stru-menti adatti a far loro scegliere il proprioposto nel mondo, a orientarli. Questistrumenti sono:

ORIENTARENella scuola secondaria di primo grado co-minciano a emergere in modo più chiaro leattitudini dei ragazzi e delle ragazze.

La scuola contribuisce a rafforzarle e achiarirle, aiutando i giovani a orientarsinelle scelte che riguardano il loro futuro eche si definiranno meglio nelle classi enelle esperienze della scuola secondariasuperiore.

UN LAVORO COMUNEOgni uomo ha il suo lavoro.Nei luoghi desertinoi costruiremo con nuovimattoni.Ci sono macchine e mani,e creta per nuovi mattoni,e calce per nuovo cemento.Dove i mattoni sono crollatinoi costruiremo connuove pietre.Dove le travi sonospezzate,noi costruiremo connuovo legno…C’è un lavoro comunee c’è una fede per tutti,un compito per ognuno.Ogni uomo ha il suolavoro.

Thomas Stearns Eliot, Poesie,A. Mondadori Milano

«Conoscere sestessi, le proprieattitudini, non seguireciecamente le modenella scelta di uncorso di studi: solo lavocazione e l’impegnogarantiscono il successo» .

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2135. Che cosa farò «da grande»

7*

scuola all’altra: chi si accorge di aver in-trapreso una strada sbagliata può semprecambiare percorso.

Il mondo del lavoroL’altro elemento da prendere in conside-razione ai fini dell’orientamento è il

la conoscenza di se stessi (desideri,attitudini, risorse intellettuali e fisiche),anche con l’aiuto della famiglia e degli in-segnanti;

la conoscenza delle opportunità diformazione (tipi di scuola a disposi-zione, formazione professionale o arti-stica, ecc.) e delle possibilità di impiegonel mondo del lavoro.

Prima dell’uscita dalla scuola secon-daria di primo grado allo studente vienerichiesto di scegliere a quale scuola su-periore iscriversi. Se alcuni hanno già leidee chiare, per altri non si tratta di unadecisione semplice; è una scelta che in-veste più in generale tutta la vita futuradi un ragazzo, e numerose possono esserele sue domande a riguardo: «Quanto devoancora continuare a studiare? E in qualetipo di scuola? Quali sono le capacità ri-chieste? Quali sono le possibilità dellamia famiglia di farmi proseguire gli studi,magari approfittando degli aiuti che Statoe Regioni offrono? Quali sono le offertedel mondo del lavoro?»

La scelta di cosa fare dopo la scuola del-l’obbligo va adottata quindi con attenzione,ma senza angoscia, perché, per quanto im-portante, non è necessariamente definitiva.

Per compiere una scelta responsabile,un ragazzo deve tener presenti tre ambitifondamentali:

la propria personalità, le proprie capa-cità, la propria preparazione e le proprieaspirazioni;

il panorama delle Scuole secondarie su-periori e della Formazione professionaleregionale, nelle sue nuove forme presentisul territorio;

le concrete possibilità che un determi-nato percorso ha di preparare ad affron-tare nel tempo anche esperienze di lavorodiverse.

Chi abbandona gli studi perché prefe-risce andare a lavorare, potrà, più avanti,tornare a studiare. Anche nella sceltadella scuola si può cambiare: il sistemadella Scuola secondaria, infatti, presentaora diverse possibilità di passaggio da una

IL GATTO, IL TOPO E LE LINGUEC’era una volta, in un tempo non tanto lontano, anzimolto vicino a noi, un topo, che era inseguito – cosa piùche normale – da un grosso gatto nero. Il topo correvadisperato finché raggiunse un buco nel terreno e vi sificcò. Il gatto dette inizio all’assedio e miagolò a lungominacciosamente all’ingresso del rifugio del topo, chesempre di più si rintanava.

Ma ecco che il miagolio cessò all’improvviso e si sentì,invece, abbaiare forte.

«Ci siamo: – pensò il topo – il cane ha scacciato ilgatto e io posso uscire in libertà».

Ma appena mise la testa fuori del buco, il gatto nero,che non se n’era affatto andato, lo afferrò e, stringendolotra le zampe, gli disse: «Eh, caro mio, oggi se non sai al-meno due lingue sei spacciato!»

Morale: nessuno aveva orientato il topo, indirizzan-dolo a studiare le lingue degli altri animali; se qualcunoglielo avesse insegnato, il topo sarebbe ancora vivo.

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mondo del lavoro, che rappresenta anchela destinazione pratica di qualsiasi per-corso di studi.

La società attuale è in continua evo-luzione, tanto che sarà sempre più diffi-cile, in futuro, conservare lo stesso postodi lavoro dal momento del primo ingressofino alla pensione. Sulla base della «fles-sibilità» (trasferimento del lavoratore dauna mansione lavorativa a un’altra) ci saràl’esigenza di cambiare più volte attivitànel corso della propria vita. Ciò potrà av-

venire direttamente, se le nuove mansionida svolgere avranno caratteristiche similialle precedenti, o attraverso corsi (i co-siddetti corsi di riqualificazione) che met-teranno il lavoratore in condizione disvolgere i nuovi compiti. Lo studio,quindi, si intreccia sempre più con il la-voro: si studia in vista della prima occu-pazione, ma occorre poi continuare adaggiornarsi e a riqualificarsi per passaresenza interruzioni ad altro tipo di attivitàpiù richiesto.

Per una migliore conoscenza delmondo dell’istruzione e per la conoscenzadel mercato del lavoro (nazionale e inter-nazionale, attuale e di prospettiva) esi-stono molti strumenti.

Per la conoscenza delle opportu-nità di studio può essere utile:

partecipare alle visite che la scuola or-ganizza presso le scuole secondarie supe-riori;

ascoltare con attenzione le conferenzeche a scuola vengono organizzate sulle di-verse scuole secondarie superiori, anchecon la partecipazione di insegnanti diquegli istituti;

ricordare che esistono le scuole di for-mazione professionale gestite dalle Re-gioni.

La scuola nella Costituzione

214 7*CA

PITO

LO

IMPARIAMO A CONOSCERCIIn che modo, voi ragazzi, potete conosceremeglio voi stessi?Ecco alcuni suggerimenti.

Provate ad analizzare il vostro modo di es-sere (vi ritenete disponibili, sinceri, permalosi,generosi, attivi...?) valutandone il grado di in-tensità (poco, abbastanza, molto). Chiedeteanche ad alcuni vostri amici (oppure a qualcheadulto: genitori, conoscenti, insegnanti) diesprimere il loro giudizio su di voi.

Le vostre impressioni e quelle degli altriconcordano?

In questo caso avete dimostrato di cono-scere bene voi stessi.

Non concordano o concordano poco?In tal caso provate a verificare ulteriormente

il vostro comportamento abituale nelle diversecircostanze: se, per esempio, ritenete di esserepoco disponibili verso gli altri, mentre gli amicisostengono il contrario, riflettete di nuovo, per-ché potreste esservi sottovalutati.

Un ulteriore modo per capire come siete ecome state cambiando è quello di considerarel’evoluzione dei vostri interessi.

Domandatevi: «Che cosa mi piaceva qualcheanno fa? E ora, quali sono i miei principali inte-ressi?»

Confrontate le risposte fornite da qualchealtro compagno disposto a scambiare questeinformazioni, in modo da individuare gli inte-ressi prevalenti mutati con l’età (a 8-9 anni cipiaceva soprattutto..., adesso ci interessa, inparticolare...).

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2156. Università: una laurea è una marcia in più

7*

UniversitàLa parola sintetizzal’espressione latinauniversitas studiorum,la somma, la raccoltadi tutti gli studi, ditutte le scienze (dallatino universum,universo, il «tutto»).

Dopo aver seguito 13 anni di studi, dalla1a classe della scuola primaria all’ultimaclasse della scuola secondaria di secondogrado o all’ultimo anno di Istruzione e for-mazione professionale quinquennale, cisi può iscrivere:

all’Università;all’Alta Formazione Artistica;all’Istruzione Tecnica Superiore.Queste tre opportunità formano quella

che si chiama Istruzione Superiore, dellaquale fanno parte, sotto molti aspetti,anche le Accademie militari (dell’Esercito,della Marina Militare e dell’AeronauticaMilitare) in ragione del collegamento chequeste hanno con l’Università e per unaserie di norme che consentono dall’una edall’altra parte numerosi riconoscimenti dicrediti (discipline studiate, esami supe-rati, attività valutabili svolte).

L’ordinamento dell’UniversitàL’Università è caratterizzata da:

l’insegnamento;la ricerca.Queste attività si svolgono:

all’Università.o in un corso di Alta formazione artistica,

musicale o coreutica (un tempo denomi-nati corsi delle Accademie di Belle Arti,Conservatori musicali, Scuola di ArteDrammatica e Scuola nazionale di Danza);

Ogni Università ha una massima au-torità amministrativa e degli studi, che èil Rettore.

Ogni Università si divide in Facoltà eDipartimenti. La Facoltà è l’insieme dellediscipline e dei docenti che le insegnanoin un determinato settore della cultura.Ogni Facoltà ha un Preside.

Poiché le stesse discipline di varie Fa-coltà possono essere utili alla ricerca se la-

6. Università: una laurea è una marcia in più

vorano insieme, esse possono collaborarealla ricerca in uno stesso Dipartimento.

I cicli. I corsi di studi universitari ini-ziano con un triennio (3 anni, corsi trien-nali), dopo il quale si ottiene una Laurea,e si completano con un successivo bien-nio (2 anni, corso di specializzazione),dopo il quale si ottiene la Laurea magi-strale (specialistica), indispensabile persvolgere talune professioni come quelledi avvocato, magistrato, notaio. In altreparole, si può prendere la Laurea in Giu-risprudenza (triennale), ma se non si se-guono i due anni successivi, non si puòaccedere a talune professioni.

Alcuni corsi di laurea non prevedonolauree triennali, ma solo lauree magistrali(come Medicina e Chirurgia, MedicinaVeterinaria, Odontoiatria, Farmacia, Chi-mica, Architettura). Alcuni corsi di laureaspecialistica possono richiedere più deinormali 5 anni di studio (Medicina e Chi-rurgia, 6 anni).

Le Facoltà più diffuse o tradizio-nali. Le Facoltà più diffuse o tradizionalisono: Agraria, Architettura, Giurisprudenza,Ingegneria, Economia, Farmacia, Lettere,Lingue, Medicina, Psicologia, Scienze Poli-tiche, Sociologia, Scienze fisiche e naturali,Formazione, Statistica, Veterinaria.

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Conoscenza dell’argomento1. La Costituzione della Repubblica in alcunisuoi articoli (in particolare n. 30 e n. 34) garan-tisce il diritto-dovere all’istruzione. Per cia-scuna delle seguenti affermazioni presenti neisuccitati articoli scrivi una breve frase di spie-gazione e commenta.a. Art. 30 : «È dovere e diritto dei genitori man-

tenere, istruire ed educare i figli, anche senati fuori dal matrimonio…»...........................................................................................................................

...........................................................................................................................

...........................................................................................................................

...........................................................................................................................

b. Art. 34: «La scuola è aperta a tutti….»...........................................................................................................................

...........................................................................................................................

...........................................................................................................................

...........................................................................................................................

c. Art. 34: «I capaci e i meritevoli, anche se prividi mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradipiù alti degli studi…»...........................................................................................................................

..........................................................................................................................

...........................................................................................................................

...........................................................................................................................

d. In che cosa consistono le «provvidenze» dicui si parla nell’art. 34?...........................................................................................................................

...........................................................................................................................

...........................................................................................................................

...........................................................................................................................

2. A partire dall’a.s. 2003-2004 con la legge 53è entrato in vigore un nuovo ordinamento sco-lastico che apporta sostanziali modifiche allasituazione precedente. Evidenzia quali sono leinnovazioni nei seguenti ambiti.• età scolare e assolvimento dell’obbligo sco-

lastico• suddivisione dei cicli• caratteristiche della scuola che attualmente

frequenti (Scuola Secondaria di primo grado –scuola media)

• caratteristiche della scuola che intendi fre-quentare dopo la «licenza media»

4. A conclusione del ciclo scolastico che stai frequentando dovrai dare la prima risposta a que-sta domanda: «Che cosa farò da grande?» Si tratta di una scelta importante, che presuppone checiascun ragazzo possieda degli strumenti che scuola e famiglia devono contribuire a fornirgli.Completa il testo sottostante relativo all’«orientamento», inserendo negli appositi spazi i terminie/o le espressioni opportune estrapolandole dall’elenco.• Scuola aperta • POF • conoscenza • professionale • impiego • obbligo • attitudini • capacità • scuolasuperiore • attenzione • consapevole • interessi • ansia • se stesso • formazione • studio • piano del-l’offerta formativa •

La scelta di cosa fare dopo la scuola dell’...................... ................................ va fatta con ............................................. ma senza........................................ Per compierla in modo ......................................... è necessario che ciascun ragazzo approfondisca:

la conoscenza di ......... .................................... dei propri ......................................, delle proprie .................................... e delleproprie ............................................ fisiche ed intellettuali;

*CA

PITO

LO

La scuola nella Costituzione

7 Esercizi

3. Raggruppa in una tabella simile a quella che ti indichiamo le più importanti norme sulle qualisi basano i diritti e i doveri degli studenti.

................................................................................................................................. .................................................................................................................................

................................................................................................................................. .................................................................................................................................

DIRITTI DOVERIDECALOGO DELLO STUDENTE

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*la ............................................ delle possibilità di ............ ................................... ( tipi di ....................... .................................. e di forma-zione .................................................... presenti sul territorio) e di ............................................................ nel mondo del lavoro.

Per conoscere le varie opportunità di ........................ .................................... può essere utile partecipare alle giornatedi .......................................... .................................................... organizzate dalle scuole superiori per presentare il loro.................................................... .................................................... .................................................... (................).

Conoscenza ed uso del lessico1. Abbina con una linea a matita il verbo con il termine che meglio gli si addice.• adempiere • borse di studio• frequentare • alunno• fornire • esame• istruire • obbligo scolastico• conseguire • scuola• superare • diploma• valutare • comportamento

Uso degli strumenti1. Considerando le tabelle che si riferiscono a tutti coloro che sono presenti e/o operano nelmondo della scuola nell’a.s. 2008-2009 scheda 2 p. 196, rispondi alle seguenti domande.a. Qual è l’ordine di scuola statale maggiormente presente sul territorio nazionale?

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b. A quanto ammonta in totale il personale docente e dirigente nella scuola statale?........................................................................................................................................................................................................................................................................

c. In quale ordine di scuola è maggiormente concentrato il personale docente?........................................................................................................................................................................................................................................................................

d. Che rapporto esiste in percentuale tra quello delle persone che lavorano nelle segreterie (e comecommessi) e quello degli studenti, in totale, delle scuole statali?........................................................................................................................................................................................................................................................................

e. Quali sono gli ordini di scuola in ordine decrescente per numero di alunni?........................................................................................................................................................................................................................................................................

f. Considerando il quinto anno di frequenza degli istituti di istruzione secondaria superiore, qualevanta il maggior numero di iscritti?........................................................................................................................................................................................................................................................................

g. Qual è il tipo di liceo in cui sono iscritti più studenti nell’a.s. 2008-2009?........................................................................................................................................................................................................................................................................

Capacità di riflessione personale, discussione e produzione di testi1. Dopo aver esaminato attentamente il tuo andamento scolastico ed evidenziato, per ogni ma-teria, i risultati ottenuti e i motivi di tali esiti, rifletti sulle tue attitudini, i tuoi interessi, le tueaspirazioni e scrivi come immagini il tuo futuro. Quale tipo di scuola superiore sceglieresti e chelavoro vorresti fare?

2. Prendendo spunto anche dal Regolamento di Istituto in vigore nella tua scuola, traccia , in-sieme ad un piccolo gruppo di compagni, una serie di regole di comportamento da seguire e ri-spettare quotidianamente all’interno della tua classe e negli ambienti comuni della scuola ( es.corridoi, palestra, servizi, mensa scolastica, laboratori, biblioteca….). Discutile poi con il resto della classe o con un gruppo ristretto d compagni e riportale su un car-tellone dal titolo «Decalogo della classe…». Semplificandole, puoi anche tradurle nella linguastraniera che studi.

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N. D’Amico C. D’Amico Cittadinanza e Costituzione - Il manuale del vivere civile. Copyright © Zanichelli editore S.p.A. 2009

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