la storia del volo 3° tappa

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-Un po’ di storia - Come è fatto il dirigibile - Bibliografia e Sitografia

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Page 1: La Storia Del Volo 3° Tappa

-Un po’ di storia- Come è fatto il dirigibile

- Bibliografia e Sitografia

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Il primo dirigibile che utilizzava un motore a vapore, fu realizzato dal francese Henri Giffard [1] nel 1852, assomigliante però più ad una mongolfiera [2]. Inaspettatamente, nel 1883, fu realizzato il primo dirigibile a propulsione

elettrica, e nel 1898 a combustione interna. Nello stesso anno, fu costruito il primo Zeppelin [3].

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Il massimo sviluppo dei dirigibili si verificò tra l’inizio del 20° secolo e la vigilia della Seconda Guerra Mondiale.

Anche se l’invenzione è francese, gli Italiani sono sempre stati al passo con gli studi e le innovazioni tecnologiche, ma l’Italia si espose poco per la mancanza

di fondi e infrastrutture adeguate. Dall'Aeronave Italia [1] di Almerico Da Schio, dall'invenzione del dirigibile semi-rigido di Arturo Crocco (che sviluppò

gli studi di Da Schio alle realizzazioni di Enrico Forlanini) fino alle grandi aeronavi progettate e costruite da Umberto Nobile per le trasvolate polari, l'Italia vanta una posizione di primo piano nella storia di queste macchine volanti fra la metà dell'Ottocento e il periodo fra le due guerre mondiali. I dirigibili maggiori avevano bisogno di hangar immensi per poter essere

ricoverati: basti pensare che gli Zeppelin più grandi erano lunghi 270 m. e alti 45 [2].

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La gran parte del volume di un dirigibile è occupata dall'involucro: di forma affusolata per favorire la penetrazione nell'aria, contiene un gas che nei dirigibili più recenti è l'elio, meno infiammabile rispetto all'idrogeno dei primi modelli. L'apparato motopropulsore è costituito in genere da uno o più motori che azionano eliche aeree. Per favorire la spinta aerostatica e salire di quota vengono usati appositi dispositivi che sganciano una zavorra, generalmente costituita da sacchetti di sabbia o acqua; per scendere di quota, invece, viene fatta uscire dall'involucro un'opportuna quantità di gas. In alcuni casi si ricorre ad appositi pallonetti situati all'interno dell'involucro, che possono essere gonfiati e sgonfiati a piacimento, in modo da variare la densità complessiva dell'aeromobile; dalla densità dipende infatti l'entità della spinta aerostatica che tiene sospesi i corpi più leggeri dell'aria: minore è la densità rispetto a quella dell'aria, maggiore la spinta verso l'alto ricevuta dal corpo dall'aria. Uno o più timoni incernierati verticalmente consentono le virate a destra e a sinistra, mentre i timoni incernierati orizzontalmente consentono la salita e la discesa.

I dirigibili si dividono in tre classi: flosci, nei quali l'involucro assume e mantiene la forma per effetto della pressione del gas; semirigidi, nei quali una chiglia rigida contribuisce a dare forma all'involucro; rigidi, nei quali la forma dell'involucro è data da una struttura reticolare rigida interna.

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Ricerca svolta da Agnoletti Nicolò

3’ B

Scopo: approfondimento personale