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L’importanza del gioco nello sviluppo del bambino1
Di Rossella Passannanti
Fonte: https://www.academia.edu/17111757/Limportanza_del_gioco_nello_sviluppo_del_bambino
Nel linguaggio comune la parola “gioco” indica un’attività che procura al bambino un piacere e un
benessere di tipo particolare. Il termine però si allontana completamente dal termine “serietà”
venendo per molto tempo considerato come un modo di impiegare il tempo libero che stava al di
fuori delle attività serie, produttive e importanti o come ricompensa dopo le ore di impegno, studio
o lavoro. I giochi dei bambini, invece, devono essere valutati come le loro azioni più serie e non come
semplici svaghi
L’attività ludica è altamente significativa per la crescita
del bambino in quanto svolge una funzione strutturante
dell’intera personalità. Nel giocare il bambino impara ad
essere creativo, scopre sé stesso ed entra in relazione con
i suoi coetanei o con gli adulti; comincia a comprendere
come funzionano le cose, cosa si può e non si può fare con
gli oggetti, si rende conto dell’esistenza delle regole di
comportamento e del valore degli altri.
Valutare il comportamento dei bambini durante il gioco
deve coinvolgere sia i genitori che gli educatori. Essi
devono dargli l’opportunità di misurare e sviluppare le
proprie risorse e potenzialità. Per il bambino scoprire che
i genitori mostrano interesse per la sua attività più seria consente di rafforzare il suo senso di
sicurezza e protezione; mentre la capacità dell’educatore di creare un clima di gioco nell’attività
didattica garantisce ai bambini una situazione di benessere psichico e consente maggiore
partecipazione e interesse all’interno della vita scolastica.
Al di là delle varie correnti di pensiero, il gioco rappresenta un esercizio fondamentale nella
strutturazione della personalità, specialmente in età evolutiva. Per uno sviluppo psicofisico
armonioso è necessario garantire al bambino il tempo e lo spazio per dare libero sfogo a tutte le
pulsioni interne.
1 https://www.academia.edu/17111757/Limportanza_del_gioco_nello_sviluppo_del_bambino
l diritto al gioco del bambino e viene proclamato come bisogno prevalente e vitale dell’infanzia.
“Un gioco non è mai solo un gioco” Stephen Littleword
➢ Il gioco e lo sviluppo emotivo
Le varie modalità di gioco sono legate allo sviluppo emotivo del bambino e si possono individuare
diverse tappe:
0 - 1 anno
Il gioco comincia fin dai primi mesi di vita. Inizialmente il bambino
gioca con il proprio corpo o con il corpo della madre. Sono giochi
come: agitare le mani, muovere le gambe, accarezzare il proprio
corpo e quello della madre. Queste attività si caratterizzano per il
carattere esplorativo e serve al bambino per imparare a distinguere
fra il SÉ e il NON-SÉ.
2 anni
Con l'inizio del secondo anno il bambino si trova di fronte al
problema della separazione dalla madre e le conseguenti ansie
d'abbandono. Il gioco può diventare espressione di questi problemi.
Questa separazione è addolcita e favorita da un altro tipo di gioco.
Spesso i bambini spostano l'interesse che hanno per la madre su un
oggetto inanimato: una copertina, un biberon, un giocattolo
morbido.
3 anni
In questa età i giochi possono essere di guerra, o di lotta. Compaiono i primi giochi di socializzazione,
il bambino è interessato a giocare con altri compagni, in particolare,
prova piacere ad imitare il comportamento degli adulti, gioca ad
essere mamma o papà indossando i loro abiti.
4 - 5 anni
In questo periodo i giochi sono espressione delle dinamiche interne
che il bambino sta vivendo quali il gioco della bambola, il gioco del
dottore, il gioco a nascondino.
6 - 10 anni
Nell'età della fanciullezza i giochi diventano di gruppo e con regole,
questo permette al bambino di sperimentare lo stare con gli altri
attraverso giochi strutturati, le regole diventano funzionali ad un
miglior funzionamento del gioco.
“I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie.
Michel De Montaigne
➢ Il gioco e lo sviluppo cognitivo
Le attività ludiche si modificano di pari passo con lo sviluppo intellettivo e psicologico dell’individuo,
pur rimanendo un aspetto fondamentale della loro vita in tutte le età. In tal modo vengono
attraversati diversi stadi di sviluppo del comportamento nel gioco nei quali man mano vengono
stimolati memoria, attenzione e concentrazione; favorendo lo sviluppo degli schemi percettivi e le
capacità di confronto.
I GIOCHI DI ESERCIZIO
I giochi di esercizio prevalgono nel primo anno di vita, nella fase
cosiddetta "senso-motoria": il bambino, attraverso l'afferrare, il
dondolare, il portare alla bocca gli oggetti, l'aprire e chiudere le
mani o gli occhi, impara a controllare i movimenti e a coordinare i
gesti.
I GIOCHI SIMBOLICI
I giochi simbolici caratterizzano il periodo che va dai due ai sei anni di vita. Fase in cui si sviluppa la
capacità di immaginazione e di imitazione. I giochi preferiti sono quelli in cui il bambino si improvvisa
attore (finge di dormire, di cadere) o magari regista (chiede ad altri
di fingere di dormire o cadere). Attraverso questo processo del far
finta un cucchiaio può diventare un telefono, la bambola una figlia
e così via.
I GIOCHI CON REGOLE
I giochi con regole li troviamo nel periodo dai sette agli undici anni, nella fase detta "sociale", in cui
il bambino comincia a vivere il rapporto con gli altri. Il bambino, sperimentando la vita di gruppo, si
trova di fronte a determinate "regole" che è tenuto a rispettare. Lo spirito di competizione o di
cooperazione in ambienti come la scuola, la palestra, portano il
bambino a preferire giochi con regole le quali vengono viste non
più come imposizioni da accettare ma come mezzi necessari per il
buon andamento del gioco stesso. La comparsa delle regole
determinano la fine del gioco infantile propriamente detto e
inaugurano una fase di crescita.
“L’infanzia è il suolo sul quale andremo a camminare per tutta la vita”
Lya Luft
➢ Il gioco e lo sviluppo sociale
La cooperazione, l’emulazione, il desiderio di primeggiare, l’impulso a proteggere i compagni o il
bisogno di protezione, la tendenza al dominio o alla passività, al comando o alla subordinazione,
alla solitudine o alla socievolezza si manifestano nel gioco che prepara il bambino alla vita adulta.
Dal punto di vista sociale il gioco passa attraverso vari stadi:
I GIOCHI SOLITARI
Nei giochi solitari l'attività è principalmente individuale, il bambino tende a non includere nei suoi
giochi gli altri. In linea generale, un bambino di due anni non ha ancora appreso bene come giocare
con gli altri. Dato che la sua attitudine sociale, finora, è stata basata sull'esperienza fatta con gli adulti
(i genitori, in particolare), dovrà ora imparare ad instaurare un rapporto reciprocamente piacevole
con un compagno di giochi volubile, come può esserlo un
coetaneo.
I GIOCHI IN PARALLELO
I giochi in parallelo si rilevano fra i due, tre anni di vita, poiché
il bambino comincia a sentire il desiderio di integrarsi e
comunicare con gli altri, di capire le cose che lo circondano e per fare ciò si serve dell'uso di simboli.
IL GIOCO INTERATTIVO O SOCIALE
Il gioco interattivo o sociale compare fra i tre e i sei anni. I
passaggi dal gioco simbolico individuale a quello sociale,
diventano sempre più frequenti. Il gioco sociale permette ai
bambini di provare ruoli diversi e di organizzare il gioco
secondo una sequenza strutturata, applicando quello che hanno imparato dalle esigenze cognitive e
sociale della vita quotidiana