le minoranze religiose - lŒscher editore
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LE MINORANZE
RELIGIOSE
P R O F. S S A F R A N C E S C A O S TO R E R O
C I T TA D I N A N Z A E C O S T I T U Z I O N E
COS’È LA RELIGIONE
Nel mondo, secondo gli studiosi, esistono tante religioni quanti sono i
gruppi etnico-linguistici.
Con il termine «religione» si possono intendere almeno quattro
concetti diversi:
• una pratica;
• una visione complessiva della vita;
• una teologia;
• un atteggiamento spirituale intimo.
La parola “religione” viene dal latino re-ligare, che significa
“legare insieme”, “collegare”, “tenere unito”. Fin dai tempi
antichi, infatti, le religioni hanno avuto lo scopo di creare
un collegamento o un legame tra gli esseri umani e una o
più divinità.
LA RELIGIONE COME
CENTRO DELL’IDENTITÀ
• La religione è parte integrante della vita della maggior parte delle
persone, insieme alla lingua e alle tradizioni culturali e familiari.
• I numerosi segni di appartenenza religiosa rendono impossibile,
o molto difficile, nascondere la propria fede.
• La psicologia si interessa alla religione anche come realtà che, sia che
venga accettata o rifiutata dalla persona, incide in ogni caso nella
costruzione della sua identità.
UNA CONVIVENZA
DIFFICILE
• La convivenza fra religioni diverse è stata un problema in
molti periodi storici.
• L'intreccio tra religione, potere politico e militare ha
prodotto guerre e violenze di vario genere.
• Fin dall'antichità le autorità politiche si sono poste il
problema di accettare o meno le religioni minoritarie.
• Molte volte perseguitare o scacciare gli appartenenti a
una minoranza religiosa sono apparse scelte convenienti
alla politica per ottenere l'appoggio incondizionato dei
seguaci della religione maggioritaria.
Lo Stato
liberale
VERSO UNA CONVIVENZA
PACIFICA
La
tolleranza
La difesa della tolleranza religiosa
SCOPO CONTESTO STORICO
PRINCIPALE PROTAGONISTA
Convivenza pacifica tra confessioni diverse
Lotte tra cattolici e protestanti dopo la
Riforma
Voltaire, Trattato sulla tolleranza
Difesa della libertà di religione e di culto
Condanna di ogni forma di fanatismo
Immagine tratta da R. Bruscagli, G. Tellini, Il palazzo di
Atlante vol. 2, Loescher 2019
La difesa della tolleranza religiosa
Per Stato liberale s'intende
una forma di Stato che si pone
come obiettivo la tutela
delle libertà o diritti
inviolabili dei cittadini,
attraverso una Carta
Costituzionale che riconosce
e garantisce i diritti
fondamentali e sottopone la
sovranità dello Stato a una
ripartizione dei poteri.
LO STATO
LIBERALE
COS’È UNA MINORANZA
RELIGIOSA
• Per minoranza si intende in genere un gruppo
umano, i cui appartenenti si percepiscono e/o
sono percepiti dall’esterno come separati dal
resto della società.
• Tra gli elementi costitutivi delle minoranze vi
sono la mancanza di potere in rapporto ai
gruppi dominanti o fattori discriminanti di
vario tipo, linguistici, razziali ecc.
• Quanto alla formazione delle minoranze religiose,
diverse sono le cause: il sorgere di una nuova
religione da una tradizione precedente da cui
prende progressivamente le distanze.
LO STATUTO ALBERTINO
• In molti Paesi europei, tra cui anche l’Italia, per secoli si è ritenuto
che l’unità politica esigesse l’unità religiosa, che una società
e uno Stato non potessero stare in piedi se non tenuti insieme da
una religione di Stato.
• Nell’età liberale, i Paesi europei che avevano conosciuto vere e
proprie guerre di religione organizzarono una coesistenza
pacifica tra grandi e piccole Chiese.
• In Italia si cercò di trovare uno spazio per le piccole comunità
religiose ai margini geografici (come i protestanti valdesi in
Piemonte) o sociali (come gli ebrei) di un Paese cattolico.
• Il primo passo venne compiuto dal Regno di Sardegna con lo
Statuto Albertino nel 1848:
Art. 1 – La Religione Cattolica, Apostolica e Romana è
la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti
sono tollerati conformemente alle leggi.
VERSO LA COSTITUZIONE
• Con l’Unità italiana del 1861, le minoranze religiose erano
ancora gravemente discriminate. La Chiesa cattolica era
ancora convinta che la libertà dei non cattolici fosse un male.
• Con l’accordo della Chiesa cattolica, sotto il fascismo, nella
popolazione venne inculcata l’idea che un buon italiano
dovesse essere un buon fascista e un buon cattolico. La legge
sui “culti ammessi” del 1929 permise alle comunità religiose
non cattoliche di essere riconosciute dallo Stato, ma le
sottopose a un rigido controllo di polizia.
• Nel 1938 si arrivò alle leggi razziali e in seguito
all’Olocausto.
• La svolta decisiva si ebbe con la Costituzione, entrata in
vigore nel 1948, fondata sui diritti e le libertà di tutti i
cittadini.
La Costituzione
Art. 3 Art. 7 Art. 8Art. 19
L’ARTICOLO 3
• L’articolo riconosce innanzitutto la dignità sociale a tutti gli
individui;
• afferma che tutti gli individui sono uguali e che le leggi non
possono privilegiare alcuni e discriminare altri a causa
della loro diversità di sesso, razza, lingua, religione,
pensiero, aspetto fisico ecc… È la cosiddetta uguaglianza
formale, cioè l’uguaglianza di fronte alla legge.
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua,
di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e
sociali.»
L’ARTICOLO 7
• L’articolo chiarisce che lo Stato italiano e la Chiesa
cattolica sono due entità distinte, ognuna pienamente
indipendente e sovrana nella propria sfera di attività.
• I rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa Cattolica sono
regolati dai Patti Lateranensi, firmati l’11 febbraio 1929
dallo Stato fascista e dalla Santa Sede e di recente
modificati nel 1984.
«Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel
proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti
Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate
dalle due parti, non richiedono procedimento di
revisione costituzionale.»
• L’art. 7 contiene il principio di laicità: lo Stato italiano è laico, ossia
non professa una particolare religione né privilegia una religione
rispetto alle altre.
• In realtà per decenni il cattolicesimo è rimasto la religione di Stato.
• Nel 1984 i Patti sono stati revisionati, con un nuovo accordo che
introduce alcune novità fondamentali:
- la religione cattolica non è più “religione di Stato”;
- l'insegnamento della religione cattolica nella scuola italiana viene
garantito dallo Stato, ma diventa facoltativo per gli studenti e le famiglie;
- vengono concessi benefici fiscali alle organizzazioni ecclesiastiche che
hanno scopi religiosi e di solidarietà sociale;
- viene confermato il valore civile del matrimonio celebrato con rito
cattolico.
LO STATO LAICO
Uno Stato laico si fonda sui seguenti presupposti:
la netta separazione tra l'ambito civile/politico e l'ambito
religioso;
il diritto di ogni cittadino di professare la propria fede;
il diritto di una confessione religiosa o di una Chiesa di
associarsi costituendo la propria comunità di credenti e propri
luoghi di culto, che operino secondo i propri principi (essi non
devono essere in contrasto con le leggi dello Stato).
LO STATO LAICO
L’ARTICOLO 8
• L'art. 8 enuncia il principio del pluralismo religioso.
• Afferma l'uguaglianza e la libertà delle varie
confessioni religiose.
• Ogni confessione religiosa è libera di organizzarsi con un
proprio statuto purché rispetti la legge italiana.
• I rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di
intese tra lo Stato e le diverse associazioni religiose.
«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere
davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto
di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non
contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base
di intese con le relative rappresentanze.»
L’ARTICOLO 19
• Questo articolo garantisce ampiamente la libertà religiosa e
quindi si ricollega alla parità riconosciuta dallo Stato
italiano a tutte le religioni.
• La sua piena applicazione è stata possibile dopo che nel 1984 la
religione cattolica ha cessato di essere la religione di Stato.
• Garantisce inoltre la legittimità di predicare la propria religione
e di diffonderla.
• L'articolo pone un solo limite alla libertà religiosa e, cioè, che
non si pongano in essere riti contrari al buon costume.
«Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede
religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne
propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto,
purché non si tratti di riti contrari al buon costume.»
La composizione del 3,6% di cittadini italiani che appartengono a minoranze
religiose è la seguente:
Musulmani 417.900 20,9%
Testimoni di Geova 409.100 20,5%
Protestanti 382.400 19,2%
Ortodossi 320.800 16%
Buddhisti 205.500 10,3%
Induisti 47.500 2,4%
Ebrei 36.500 1,8%
Altri 179.700 8,9%
(stima CESNUR 2019)
LE MINORANZE RELIGIOSE IN ITALIA
In un mondo interconnesso le religioni si
muovono con il movimento delle persone.
Le differenze culturali e religiose sono apparse
sempre più evidenti non solo sugli scenari
pubblici, ma soprattutto nella vita quotidiana.
I flussi migratori in Italia hanno contribuito
in modo indicativo a mutare la sua
geografia socio-religiosa.
LE MINORANZE RELIGIOSE IN
ITALIA
La presenza di tante inattese minoranze
religiose costituisce un fattore di
cambiamento sociale e culturale.
L’ISLAM
• Islam (“sottomissione a Dio”) è la denominazione scelta
da Muhammad (Maometto) per la religione da lui
predicata.
• Gli aderenti a questa religione si chiamano musulmani,
da muslim, “il sottomesso”, cioè colui che abbraccia l’islam
e lo segue fedelmente.
• Con il termine umma nell’islam si indica la comunità dei
musulmani nel suo insieme, al di là della nazionalità dei
singoli.
CONCETTO DI ASSOLUTO: l’unico
Dio, creatore del mondo e dell’uomo è Allah.
LUOGO DI CULTO: la moschea.
SIMBOLO: la mezzaluna con la
stella nascente.
L’ISLAM
TESTO SACRO: il Corano, suddiviso in
114 sure.
L’ISLAM
Dopo la morte di Muhammad l’islam si divise in alcune
correnti che differiscono tra di loro per alcune sfumature
nelle convinzioni teologiche e politiche:
i sunniti, che derivano il loro nome dalla sunnah, la
tradizione dei detti del Profeta, e rappresentano la
maggioranza dei musulmani;
gli sciiti, gli appartenenti, cioè, alla shia, partito di Ali, il
genero del Profeta, riconosciuto come suo unico legittimo
successore.
I TESTIMONI DI GEOVA
• I testimoni di Geova sono un nuovo movimento religioso
cristiano, teocratico, restaurazionista, originariamente
denominati «Studenti Biblici»;
• derivano dalla congregazione di un gruppo di studenti della
Bibbia fondata nel 1870 in Pennsylvania da Charles Taze
Russell;
• sostengono di praticare il ripristinato cristianesimo del I
secolo;
• sono presenti in Italia sin dal 1903.
CONCETTO DI ASSOLUTO: i testimoni di Geova
credono all'unicità di Dio e rigettano la dottrina trinitaria.
LUOGHI DI CULTO: le Sale del Regno,
caratterizzate dalla dall'assenza di qualsiasi icona
e immagine religiosa.
PREDICAZIONE: ogni testimone di Geova attivo della
congregazione dedica del tempo alla predicazione di ciò che è
definita la «buona notizia» del Regno.
TESTO SACRO: la Bibbia.
I TESTIMONI DI GEOVA
LE CONFESSIONI
CRISTIANEI cristiani sono uniti dalla fede:
• in un Dio che è Unico, ma che allo stesso tempo è tre
persone uguali e distinte: Padre, Figlio e Spirito Santo
(SantissimaTrinità);
• in Gesù Cristo, Figlio di Dio, che si è fatto uomo e ha
salvato tutti gli uomini con la sua morte e resurrezione;
• nella Chiesa, nella quale si entra mediante il Battesimo.
La Bibbia, divisa in Antico e Nuovo Testamento è il libro
sacro dei cristiani che la considerano Parola di Dio.
LE CONFESSIONI CRISTIANE
CATTOLICA
ORTODOSSA
PROTESTANTE
IL PROTESTANTESIMO
• Il Protestantesimo prende origine dalla protesta del frate
agostiniano Martin Lutero, docente di teologia
all'università di Wittenberg. Egli scrisse 95 tesi cercando
un confronto con la Chiesa, ma fu scomunicato.
• I cardini della dottrina protestante sono:
"sola Fide": l’uomo è accettato da Dio per la fede
nell’opera salvifica di Cristo e non per i propri meriti;
"sola Gratia": l'uomo è salvato dalla Grazia di Dio e dalla
fede in Lui, e non dalle opere buone che compie;
"sola Scriptura": la Bibbia è l’unico punto di riferimento
per tutto quanto riguarda la morale, il culto e la dottrina,
e il credente la può interpretare senza alcuna mediazione.
IL PROTESTANTESIMO
Dalla Riforma sono nate diverse confessioni. Le principali
sono:
• la Chiesa luterana e le Chiese riformate o presbiteriane,
che seguono le dottrine di Lutero (1483-1546), Zwingli
(1484-1531) e Calvino (1509-1564);
• la Chiesa anglicana;
• il valdismo;
• le Chiese battiste e metodiste;
• il pentecostalismo.
IL CRISTIANESIMO
ORTODOSSO
• Il termine ortodossia significa retta dottrina.
• La Chiesa ortodossa nacque con lo Scisma d’Oriente del
1054, quando Papa Leone IX scomunicò il Patriarca di
Costantinopoli.
• Non riconosce il dogma dell’Immacolata Concezione.
• Prevede più sacramenti rispetto alla Chiesa cattolica.
• Gli ortodossi non credono nel Purgatorio.
• Non riconoscono l’autorità universale del
Papa di Roma.
• Sviluppatosi all’interno dell’induismo, propone una visione più
filosofica che religiosa.
• È l’insieme di pensieri, pratiche e tecniche spirituali ispirate dagli
insegnamenti di Siddharta Gautama, fondatore e maestro del
buddhismo.
• A 35 anni, attraverso la meditazione, egli raggiunse l’illuminazione
divenendo il Buddha, «il Risvegliato».
• Il credo buddhista può essere riassunto nelle "Quattro nobili
verità":
1. tutta la vita è dolore;
2. il dolore ha origine dal desiderio;
3. occorre togliere dalla propria vita ogni tipo di desiderio;
4. percorrendo l'ottuplice sentiero è possibile ottenere l'estinzione di
ogni desiderio e raggiungere il Nirvana.
IL BUDDHISMO
CONCETTO DI ASSOLUTO: i buddhisti non
adorano nessuna divinità.
LUOGO DI CULTO: il tempio.
SIMBOLO: ruota a otto bracci.
TESTO SACRO: i Tri-pitaka, ossia i tre
canestri.
IL BUDDHISMO
• L’idea di fondo della religione induista è che esiste un
ordine del mondo eterno ed immutabile al quale tutto
è ordinato (dharma). Anche la vita dell’uomo è sottomessa
alla legge eterna che regola ogni cosa.
• Lo scopo dell’uomo è di liberarsi dalla situazione terrena
per congiungersi con Brahman, l’assoluto. Da questa
intuizione nasce la dottrina della trasmigrazione delle
anime (metempsicosi o reincarnazione).
• La religione indù divide la società in quattro grandi gruppi,
denominati caste.
L’INDUISMO
CONCETTO DI ASSOLUTO: Brahman, l’Assoluto, che si
manifesta attraverso molteplici divinità .
LUOGO DI CULTO: il tempio, o Mandir.
SIMBOLO: l’Om.
TESTO SACRO: i Veda (conoscenza divina),
scritti nell'antica lingua indù, il sanscrito.
L’INDUISMO
L’EBRAISMO
• Il principio fondante è la credenza in un solo Dio.
• La religione ebraica, oltre che monoteistica, è una religione
rivelata. Essa afferma che Dio ha comunicato la propria
volontà agli uomini, per mezzo degli antichi patriarchi e dei
profeti.
• Ad Abramo Dio rivelò che sarebbe stato il capostipite di un
intero popolo che avrebbe vissuto nella terra di Canaan.
• Un altro principio di fondamentale importanza è l’Alleanza
fra Dio e il popolo ebraico, che viene rinnovata attraverso
l’osservanza delle leggi di Dio.
• Le leggi di Dio consistono nei 10 comandamenti e nei 613
precetti.
CONCETTO DI ASSOLUTO: JHWH è il creatore e
signore dell’universo.
LUOGO DI CULTO: sinagoga.
SIMBOLO: Menorah (candelabro a
sette bracci) e stella di David.
TESTO SACRO: la Bibbia ebraica o Tanakh.
L’EBRAISMO
PERCHÉ È IMPORTANTE
CONOSCERE LE RELIGIONI?
• Per comprendere la civiltà nella quale viviamo,
l’identità culturale delle persone che incontriamo, la loro
sensibilità e ciò che per loro è veramente importante.
• Per favorire l’integrazione e l’inclusione sociale.
• Per abbattere stereotipi e pregiudizi.
• Per combattere l’intolleranza.
Dal 2007 è in discussione in Parlamento una legge che impedisce di
indossare alcuni tipi di velo islamico nei luoghi pubblici, in particolare il
burqa e niqab.
Niqab
È un velo, usato in Arabia Saudita, che copre il
volto, lasciando scoperti gli occhi. È composto
da due parti: una che copre naso e bocca e
viene legata dietro le orecchie; l'altra va a
ricoprire i capelli e parte del busto.
I SIMBOLI RELIGIOSI E LA LEGGE
Burqa
Capo d'abbigliamento, tipico dell’Afghanistan, che può essere di due tipi: uno, che
lascia scoperti gli occhi; l'altro, conosciuto come burqa completo, è un abito blu
che copre sia la testa che il corpo e che prevede una sorta di finestrella all'altezza
degli occhi per permettere alla donna di vedere, impedendole però di scoprire gli
occhi.
Molto più diffusi sono altri tipi di velo con cui le donne musulmane
del mondo rispondono alla raccomandazione del Corano di
coprirsi i capelli.
Hijab
Un fazzoletto largo, che può avere colori
diversi e che copre nuca, capelli ed orecchie.
Chador
Indumento tradizionale iraniano che ricopre il capo
e le spalle, lasciando totalmente scoperto il viso.
Questi indumenti tradizionali non pongono alcun problema
di sicurezza e non sono oggetto di divieti: tuttavia non di
rado suscitano incomprensioni, diffidenza, se non veri
e propri pregiudizi.
I SIMBOLI RELIGIOSI E LA LEGGE
L'osservanza della religione sikh richiede alcuni obblighi: i maschi non
devono tagliarsi i capelli a partire dalla loro maggiore età e devono coprirli
con un turbante. Altri simboli sono il pettine in segno di pulizia, i
pantaloni, il bracciale d’acciaio e un pugnale chiamato kirpan.
Attualmente in Italia il kirpan è illegale.
I SIMBOLI RELIGIOSI E LA LEGGE
«Dato che non penseremo mai nello
stesso modo e vedremo la verità per
frammenti e da diversi angoli di
visuale, la regola della nostra
condotta è la tolleranza reciproca.»
Mahatma Gandhi
GRAZIE PER L’ATTENZIONE..