liberadelfia apr-mag 2011
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Lib e rAde l f i apensare globale, agire locale
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SI, noi siamo contro il nucleare
SI, la legge deve essere uguale
per tutti
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Politica - Società - Inchieste
2 LiberAdelfia Aprile-Maggio 2011
LA LEGA, NOI
E LE PROSSIME ELEZIONI
AD ADELFIA
L’utilizzo del termine terroni risale essenzialmente agli anni ‘60 e ‘70, in seguito alla forte ondata di emi-
grazione di lavoratori e contadini del meridione in cerca di lavoro verso le industrie del nord e in particolare
del triangolo industriale (Genova – Milano – Torino).
Non è una cosa originale, quindi, l’atteggiamento del Nord verso i terroni. Fa parte della storia minore
del nostro Paese, ha costituito il motivo ispiratore di films e pezzi di teatro, ha rappresentato lo specchio di
una società diversificata, ma pur sempre solidale e in costruzione.
La novità è intervenuta nel momento in cui – attraverso la nascita della Lega Nord, alla fine del 1989 –
questo atteggiamento è diventato soggetto e programma politico. Da allora una parte della politica del nostro
Paese, la Lega appunto (minoritaria, è vero, ma oggi al Governo), dà voce ed esprime fenomeni di intolleranza
o razzismo più o meno larvati, prefigurando perfino la secessione. L’esempio più clamoroso è quello di questi
giorni: di fronte alla marea di disperati che fuggono dall’Africa per sfuggire alla fame e alle guerre, la Lega,
col consenso di Berlusconi, tratta queste persone come una specie di immondizia per il Sud, mettendo in atto
un doppio razzismo: contro quei disperati e contro il Mezzogiorno, trattato come una discarica di scarti
umani. Niente campi di accoglienza al Nord.
Ma mentre denunciamo queste cose, non possiamo non ammettere che nel corso dei decenni l’atteggia-
mento della Lega ha trovato alimento in fenomeni incrostati nella realtà meridionale, veri, innegabili: questo
sentire la cosa pubblica non come patrimonio da tutelare e sviluppare, ma come vacca da mungere; questo
scarso rispetto per il pubblico denaro; questa scarsa sensibilità verso la tutela dell’ambiente (basta guardare,
per esempio, quanto sono sporche la strade interne ed esterne del nostro paese) sono – è vero – vizi nazionali,
ma al Sud sono particolarmente radicati.
Di chi è la responsabilità? Della classe politica meridionale o della gente del Sud? E’ complicato dare
una risposta, è come se si volesse stabilire chi è nato prima, fra l’uovo e la gallina. Certo, la gente del Sud –
reduce da secoli di sudditanza a principi e baroni (“Francia o Spagna, purché se magna” dicevano i popolani
di Roma quando nella loro città si avvicendavano dominazioni straniere) - delega ancora troppo alla politica,
stenta a partecipare direttamente. Ma la scarsa partecipazione favorisce, a sua volta, la riproduzione di metodi
e di gruppi dominanti immutabili.
Mi viene in mente Giorgio Gaber. Nella sua canzone “La libertà”, a chi dice
Vorrei essere libero, libero come un uomo.Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia,
……………………………………………………………………che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà
risponde
La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione,la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
SEGUE A PAGINA 3
Politica - Società - Inchieste
Aprile-Maggio 2011 LiberAdelfia 3
Da questo punto di vista, e venendo al nostro piccolo, io ho trovato positiva l’idea del candidato sindaco
Antonacci e della coalizione di centro-sinistra di incontrare i cittadini nei luoghi di Adelfia in cui abitano e la-
vorano. E’ stato un segnale di novità, a prescindere dalla quantità di persone che vi hanno partecipato: dopo un
decennio di separazione della politica dalla gente non ci si poteva aspettare che all’improvviso le folle si river-
sassero nelle strade e nelle piazze. E tuttavia è questa la strada giusta: quella del recupero del rapporto della
politica con gli interessi collettivi delle persone.
E’ stato un segnale di novità, dicevo. Adesso bisogna dare seguito a questo segnale, costruendo le liste
in modo tale che l’azione amministrativa “venga improntata a criteri di trasparenza, buon governo, rinnova-mento programmatico e politico”, come ha giustamente dichiarato il candidato sindaco del centro-sinistra al
momento del varo della coalizione.
Noi di Sinistra Ecologia e Libertà questo faremo e questo ci aspettiamo dalle altre forze politiche.
Carlo De Santis
Propagandasubliminale e puro
servilismo!
Non so quanti sono a cono-
scenza del caso della finta
terremotata andata in onda
su Forum, trasmissione condotta
da Rita Dalla Chiesa, ma i sospetti
che si sia trattato di vera propa-
ganda pro- Berlusconi ci sono tutti.
La storia, costruita a tavo-
lino, riguarda una signora finta ter-
remotata (tra l’altro abita a Popoli,
in provincia di Pescara, e non a
L’Aquila come si affermava nella
trasmissione), che perde il suo ne-
gozio di abiti da sposa perché crol-
lato durante il terremoto: per
riaprirlo le servirebbero 25 mila
euro. A fare la parte del marito c’è
un attore.
La signora, finta terremotata,
dice di voler riaprire la sua attività,
perché L’Aquila è stata ricostruita
e la vita è ricominciata; addirittura
ci sono case con giardini e garage
e bisogna, per tutto questo, ringra-
ziare il Presidente Berlusconi.
Oggi la signora - pentita per
aver raccontato cose non vere su
L’Aquila ricostruita - racconta che
prima della trasmissione gli autori
le hanno spiegato la trama e le ri-
chieste che doveva presentare. Si
era lasciata andare anche nell’espri-
mere un giudizio sferzante sugli
sfollati che stanno in albergo a
spese dello Stato.
A denunciare l’accaduto non
sono stati i giornali, ma l’assessore
alla Cultura del Comune de
L’Aquila, Stefania Pezzopane, con
uno sfogo online.
Tra i commenti dei politici,
c’è chi dice che solo in un regime
totalitario vi è una disinformazione
così plateale; chi parla di pessimo
segnale che dimostra ancora una
volta la gravità del conflitto d’inte-
ressi che continua ad intossicare la
vita del nostro Paese; chi parla di
vergognosa propaganda e chi,
come Articolo 21, ha segnalato
all’Antitrust e all’Autorità per le
garanzie nelle comunicazioni la
puntata, chiedendo l’apertura di
un’istruttoria per pubblicità ingan-
nevole.
Ora, non credo che Berlu-
sconi giunga a ordinare per filo e
per segno come va fatta una tra-
smissione; più semplicemente,
credo che in Mediaset il servilismo
e la ruffianeria siano di casa. C’è
chi è servile perché pavido, pau-
roso, vigliacco; chi invece è servile
per calcolo, vantaggio, interesse,
profitto. Credo che la maggioranza
di coloro che sono servili verso il
Capo lo sono e lo fanno solo per
calcolo e che a rimetterci alla fine
è la democrazia.
Michele Labianca
L’Aquila
Politica - Società - Inchieste
4 LiberAdelfia Aprile-Maggio 2011
I Post-itdi Mr. White
Nonostante le ripetute denunce
fatte attraverso le pagine di
LiberAdelfia a partire dal 2009,
nulla si è fatto ancora per rimuo-
vere le discariche abusive piene di
materiali pericolosi, per la salute
dei cittadini, quali: eternit-amianto,
materiali elettronici, vernici, coper-
toni, frigoriferi, cucine e forni a
microonde, teli per tendoni impre-
gnati di pesticidi e tubi in pvc, ecc.
Pertanto continueremo a denun-
ciare e a segnalare tutte le discari-
che fino alla loro completa
rimozione:
Lama di Fosca (zona Rondinelle):
vera bomba ecologica, perché vi è
stato scaricato e sepolto di tutto;
Via Chiancaro: tanti sono i rifiuti,
che tra un po’ non sarà più possibile
transitare con le auto; (v.foto)
S.C. Mercatante: non solo sono in
continuo aumento tubi ed altre
forme di eternit-amianto mal celati
in bustoni di plastica e materiali
elettronici, ma questa volta tra i ri-
fiuti abbiamo trovato anche un
cane morto, puzzolente e coperto di
mosche e insetti vari, dentro un bu-
stone di plastica; (v. foto)
Il servizio di rimozione è
gratuito.
Poi ci sono altre due bombe
ecologiche:
> La bonifica della ditta SAPA:
stando a quanto dichiarato dal
Commissario prefettizio dott. La-
polla, è in dirittura d’arrivo il pro-
getto definitivo ed esecutivo
dell’intervento di bonifica dell’area
interessata. La Regione Puglia ha
ammesso a finanziamento un im-
porto pari a 570.000,00 Euro;
> Per il ripristino dello stato dei
luoghi e/o bonifica di tutto l’Al-
veo siamo ancora di attesa di deci-
sioni certe.
Tutte le zone a verde sparse sul
territorio, Parco di Via Fieno,
P.za Cimmarrusti, P.za De Grecis,
L.go Giulio Cesare, Via Conella,
Via G.Rossa, Villa C.so Umberto,
P.za Trieste, V.le della Repubblica
(con altre tre micro aree), sono a dir
poco in uno stato di abbandono e
prive di qualsivoglia controllo.
La quasi totalità dei marciapiedi,
se così si possono chiamare,
sono sempre più sporchi, fatta eccezione
per i tratti puliti dai cittadini, e su parec-
chi di essi addirittura cresce l’erba, e tutte
le strade sono cosparse di buche più o
meno pericolose.
La sosta selvaggia su strisce pe-
donali, su marciapiedi, in dop-
pia fila e davanti gli scivoli nelle zone
centrali e in quelle periferiche davvero
raggiunge un indice di insostenibilità,
anche grazie agli scarsi controlli da parte
dei VV. UU. Anzi, tante infrazioni ven-
gono commesse addirittura proprio nelle
vicinanze del Comando di Polizia Mu-
nicipale.
S.C. Piscina Nuova: in aumento la
presenza di eternit amianto tra ri-
fiuti dati a fuoco; (v. foto)
S.C. Palmentiello;
S.C. Fieno;
S.C. Vecchia Canneto-Valenzano(dietro al muro);
Esterno Isola Ecologica;
S.C. Annetta, ultima scoperta: cu-muli di teloni per tendoni usati etubi in pvc abbandonati (v. foto),alcuni più leggeri vengono trasci-nati dal vento nella campagna cir-costante.
Si avvisano i signori coltivatori
che per il ritiro dei teloni usati e
tubi in pvc basta telefonare a
ITALSVET ai seguenti numeri:
099. 888 5567 e cellulare
320.7409881.
Politica - Società - Inchieste
IPSE-DIXIT
La Russa “L’Italia è vicina al po-polo libico”
Da che lato: davanti o da dietro?
La Russa bis “I nostri caccia nonsparano”
Certo, i nostri piloti vanno in
Libia per turismo …
Bersani: “Berlusconi si dimetta”.
Franceschini: “Berlusconi si di-metta”.
Finocchiaro: “Berlusconi si di-metta”.
Vendola: “È d’uopo un ripensa-mento in senso antidemagogicodel tetrarca meneghino”.
Quando si dice: una voce fuori dal
coro …
Berlusconi e il 6 aprile
“Berlusconi sarà giudicato da tredonne”
Avrà capito che non si tratta di un
suo festino?
Inno alla bici
La bici ci salverà dallo smog,
dalla congestione del traf-
fico, dallo stress.
La bici ci aiuterà a rendere respira-
bile l’aria dei nostri paesi.
La bici ci aiuterà a combattere i gas
serra che stanno uccidendo la vita
sulla terra.
Aprile-Maggio 2011 LiberAdelfia 5
Lapalissiano: nel perimetro urbano
la bici è il più congeniale mezzo di
spostamento. Per tutti.
E l’automobile? Ci sta sommer-
gendo! L’automobile non sta som-
mergendo il ricco centro - nord,
perché il mezzo di trasporto ur-
bano, in quelle zone, per tutti è la
bicicletta: sia col brutto che col bel
tempo.
Invece il sud, che ignora la bici-
cletta, sprofonda sotto quella massa
di ferraglie che sono le auto.
Prendiamo ad esempio Adelfia.
Probabilmente non esistono dati
certi sulla quantità di auto circo-
lanti. Per farci un’idea, immagi-
niamo che nel nostro comune
circolano un numero di auto corri-
spondente ad un terzo degli abi-
tanti, circa 5.000, e diamo a
ciascuna il valore medio di 10.000
€. Il valore del parco macchine
circolante di Adelfia è di 50 mi-
lioni di euro!
Siamo sicuri che Adelfia valga
quella cifra? Non è che i mangiatori
di auto se la sono venduta? Quanti
debiti costa questo imponente
parco auto? E’ proprio necessario?
E’ obbligatorio, al compimento dei
18 anni, regalare al festeggiato
un’auto?
Penso che questo squilibrio a fa-
vore delle macchine è determinato,
tra l’altro, da una pubblicità osses-
siva e soffocante, di fronte alla
quale ogni consumatore si trova
inerme, solo e nudo. Non c’è storia,
il consumatore deve soccombere:
deve fare quello che gli “consiglia”
lo spot.
Penso che la nostra realtà abbia bi-
sogno, per uscire dal nostro ende-
mico sottosviluppo, di una
economia pianificata. Non pos-
siamo costruire un solido futuro
correndo dietro alla accattivanti
pubblicità.
Purtroppo, gli spot lava cervelli ci
sommergono. Di economia pianifi-
cata, di fatto, è proibito parlare.
Anche questa è una scena di lotta
di classe che nessuno vuole ricono-
scere come tale.
Il totem auto assorbe tutte le nostre
attenzioni: il territorio extra-urbano
di Adelfia ne è la riprova. E’ l’im-
magine del degrado per incuria:
l’agricoltura è in buona sostanza
abbandonata, tutto il suolo agricolo
è una discarica a cielo aperto: c’è
di tutto, dall’amianto ai contenitori
di veleni ultra tossici usati in quel
poco di agricoltura che qualcuno
ancora pratica (male), mobili, co-
pertoni, elettrodomestici, tanta pla-
stica di ogni specie e cani randagi,
cani, cani, cani…
Non dimentichiamo che il territo-
rio extra urbano è una risorsa che
nessuna comunità può permettersi
di ignorare. Con quel territorio ab-
bandonato, bisogna fare i conti.
Non solo in termini speculativi!
Dimenticavo: dicono che ad Adel-
fia abbia attecchito e prospera la
mala pianta della criminalità orga-
nizzata. Mi auguro che sia falso.
Strano, siamo partiti dalla bici,
siamo passati per l’auto per arrivare
alla criminalità.
Volevo parlare solo del traffico ur-
bano. Chiedo scusa, mi son fatto
prendere la mano.
Michele Berardini
Politica - Società - Inchieste
6 LiberAdelfia Aprile-Maggio 2011
non abbiamo rubato, né fatto malea nessuno, vogliamo lavorare, perla famiglia, perché da noi si stamale, sono arrivati tanti profughidalla Libia, che stanno peggio dinoi, li abbiamo accolti, dovevamofarlo... adesso stiamo male tutti, manoi siamo giovani, possiamo lavo-rare...” A dire queste cose è un bel
ragazzo di circa 30 anni, una per-
tica, più di 1.90, dall’aspetto edu-
cato e gentile, che parla un ottimo
italiano scolastico senza alcun ac-
cento. Mi dà del Lei, ma mi chiama
mamma. Altri si avvicinano,
ognuno vuole raccontare la propria
storia. Lì dentro sono numeri...
hanno dato loro un cartellino con
un numero stampato, senza nome.
Ma, dico io, non c’è qualcuno che
vi ascolta là dentro? Sì c’è, ma non
serve, non può risolvere, non sa,
no.... e intorno c’è tanta
Polizia...ma perché?
“Se mi danno un solo giorno dipermesso vado in Austria, mia so-rella mi aspetta, ha un lavoro perme”.
“Io ho mio cognato a Bergamo...”,“Io mia moglie in Sicilia, a Pa-lermo, io non voglio andare su... iomandato troppo sopra!”Due sono stati ripescati alla sta-
zione di Milano e riportati a Man-
duria. Uno di loro dice che se non
lo lasciano andare, si ammazza.
E sulla via del ritorno due ragazzi
ci chiedono di prenderli in mac-
china per portarsi alla stazione di
Bari, per andare a Milano. Sono
giovani. Spieghiamo loro che se
scappano dal centro, poi li ripren-
dono e, da profughi, li classificano
come clandestini ... Fanno fatica a
seguire il discorso, ma si lasciano
convincere. Mi sento cattiva,
sporca, non perché ho le mani ap-
piccicate dalle tante che ho stretto,
ma perché devo lasciarmi alle
spalle tanta sofferenza, tanta incre-
dulità, le speranze inutili, che noi
stessi abbiamo creato con le nostre
balle televisive, con le nostre false
promesse.
E comunque voglio ancora illu-
dermi che i nostri politici, dal
primo all’ultimo, la smettano di fi-
losofeggiare e trovino subito un
modo civile per ovviare a questa
vergogna delle tendopoli. Senza li-
tigare con gli interlocutori esteri, o
interni... possibilmente...che il
tempo passa e il pericolo di qual-
cosa di irreparabile è dietro l’an-
golo... Non potremmo mai
perdonarcelo!
Graziamaria Pellecchia
C'è un modo di contribuire
alle attività di Libera
che non ti
costa nulla:
devolvere il 5 per mille
della tua dichiarazione dei
redditi a Libera.
Il codice fiscale di Libera :
97116440583.
SONO ANDATA ALLA
TENDOPOLI DI
MANDURIA...
... Sì, poi ci sono andata anche io,
alla tendopoli, con una crostata
fatta in fretta, con amore,...e che è
stata come un granello di sabbia nel
deserto. Era già tagliata, se la sono
ulteriormente divisa in bocconcini,
da fratelli, poi qualcuno di fuori,
ansioso di condividere, come me,
ha portato una decina di panini al
formaggio, si dividevano anche un
panino in pizzichi, un arancio in
due... e prima ce ne offrivano edu-
catamente: “Vuoi un po’?” Al campo sembra si mangi quasi
esclusivamente pasta, che “puzza”,
penso che sia qualche ingrediente
dei nostri, estraneo alla loro cucina.
Comunque, ad alcuni questo tipo di
alimentazione ha procurato disagi.
Nessuna proteina animale, nessuna
verdura Il paese è a due km, alcuni
ci sono andati in settimana, li
hanno lasciati andare con la pro-
messa di tornare, (penso che
ormai anche le forze dell’ordine ab-
biano imparato di chi si possono fi-
dare)... ma per lo più non hanno
soldi, o li hanno finiti. Uno chiede
ad un volontario di contattare la fa-
miglia telefonicamente per darle
sue notizie, caso mai ... se riescono
a mandargli qualcosa. (E non riesco
ad immaginare come!).
Sono quasi tutti fuori, nel campo
davanti alla tendopoli. La tendo-
poli, dicono, è invivibile, sporca, e
loro non hanno sapone, né per la-
vare se stessi, né per lavare la
tenda. Ormai sono due settimane,
la situazione si sta facendo pesante,
sia fisicamente che psicologica-
mente.
“Perché non ci lasciano andare?Noi siamo persone comuni, nonsiamo assassini da stare in carcere,
Lettere - Commenti - Suggerimenti
Aprile-Maggio 2011 LiberAdelfia 7
Puglia, amore mio!
Manduria, in provincia di Taranto, sta per diventare la capitale dell’accoglienza dei tunisini, dei profughi, dei
richiedenti asilo politico, dei clandestini (che infelice terminologia onomastica!)
La tensione d’ora in ora cresce, in cambio però aumentano per fortuna i gesti di solidarietà della gente comune.
E così, “mentre la politica si contorce, il cuore delle persone rompe i tabù” (scrive Tonio Tondo su “La Gazzetta del
Mezzogiorno” del 31.03.2011).
Il dialogo fra il tunisino Hamady, mussulmano e Vincenzo Pisanello, vescovo di Oria, vale più di un trattato
di emigrazione e di confronto interculturale:
- “Caro vescovo, abbiamo rischiato la vita, cerchiamo lavoro e pace, soffriamo tanto e abbiamo paura, vichiediamo aiuto”.
- “Voi, replica il vescovo, avete diritti, non dovete avere timori, vi aiuteremo, ma dovete avere un po’ di pa-zienza. Qui resterete il tempo necessario”.
- “Non è la retorica della solidarietà (commenta il giornalista), nel dolore si diventa sinceri”.
- “Molti di noi, aggiunge il tunisino, sono agitati, qui siamo sospesi, ciascuno con un progetto di vita: riunirsial fratello o al figlio, come nel caso mio. Perché non ci è consentito?”
- “La ricca Europa, bloccata nelle sue paure, non sa rispondere, commenta il giornalista; i governi del-l’Unione Europea litigano e scadono nella doppiezza”.
Il vescovo usa parole semplici: “Anch’io vivo questa tragedia con sofferenza. I nostri progenitori italianisono stati migranti, dovete collaborare, l’emergenza sarà temporanea”.
Fra tante azioni, che si sperava non accadessero, fra una dilagante ipocrisia, che fa male al cuore ed alla mente
delle persone sensibili, fra tanta incapacità negligente e irresponsabile, fra battute colorite, assurde e vergognose
pronunciate da un ministro italiano, che ha giurato sulla Costituzione Italiana, finalmente un dialogo “vero” fra due
persone, un tunisino ed un cristiano, tra due credenti, un musulmano ed un uomo di Chiesa.
Un negoziante di Manduria, Michele Russo, dice: “Voglio consegnare duecento jeans e trenta giubbini. Sentoil bisogno di fare qualcosa. È bene darsi da fare”.
Singole persone, semplici, sono la sorpresa. Un pasticciere vuole “donare dolci e torte e, se serve, anche il pane”.
Una signora osserva: “È assurdo voler cacciare questi ragazzi, che cercano di farsi una vita”.
Mentre, impietosamente, infuriano le polemiche per la quasi inerzia del Governo Nazionale, mentre Nord e
Sud (Lombardia e Puglia) ai massimi livelli regionali, litigano scambiandosi reciproche accuse su vere e/o false re-
sponsabilità, l’isola di Lampedusa scoppia e, fra poco, scoppierà anche Manduria, mentre Roma e il Lazio si defilano
sino al primo maggio (?) – (Polverini parla) – di ospitare profughi e clandestini, la Lombardia, il Veneto, il Piemonte
accampano scuse o giustificazioni invereconde, condite di pregiudizi ideologici, in Puglia, amore mio, rifioriscono
i colori e i profumi dell’accoglienza ospitale, disinteressata verso l’altro, il diverso, ieri l’albanese (1991) e il kosovaro
(1997), oggi il tunisino, l’algerino, l’egiziano, l’eritreo, il libico, il somalo, senza chiedere ad alcuno la carta d’identità.
Mentre il Premier italiano va a Lampedusa a fare i soliti annunci promozionali al suo governo, promettendo mari e monti,
persino di volere comprare una villa nell’isola, a Manduria, con qualche eccezione comprensibile, c’è una gara di solidarietà tra
persone umili, quasi povere, per soccorrere chi ha bisogno di libertà, di aiuto, di un po’ di calore umano e di comprensione.
C’è pure la paura, ma la paura per la sicurezza, viene messa da parte di fronte al desiderio di offrire un po’
d’amore ad uno che bussa alla propria porta di casa, per chiedere un soccorso urgente.
Non si constata solo la sconfitta della politica italiana, in questo frangente, ma anche la sconfitta della politica europea, per
cui qualcuno ha esclamato che l’Unione Europea esiste solo “per convenienza, non per la reciproca convivenza”, se tollera che un
problema, come l’emergenza profughi debba essere esclusivamente una questione italiana e rintuzza le critiche del nostro ministro
degli Esteri Frattini, replicando che l’Italia avrebbe beneficiato di ottanta milioni di euro nel biennio 2010-11 dal Fondo Europeo
per l’Emigrazione, come se una manciata di soldi bastasse a tacitare le richieste italiane insistenti, miranti ad una conduzione europea
solidale della difficile emergenza.
Ancora una volta il Nord Europa ricco e, in sintonia, il Centro Nord italiano, ricco, stanno dando la dimostra-
zione della tracotanza della ricchezza nei confronti del Sud europeo e del Sud italiano meno fortunati, costretti ad
elemosinare un aiuto per favore, invece che ottenerlo per diritto.
Nonostante quello che sta avvenendo nella tendopoli di Manduria, il profumo di “Puglia, amore mio” rimane
fragrante e intatto. Rocco Labellarte
8 LiberAdelfia Aprile-Maggio 2011
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da
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Bu o n e F e s t e
La Redazione