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1 L’impresa certificata: Nuovi modelli di sviluppo per la Qualità dei Sistemi Organizzativi Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale Corso di laurea in Organizzazione e marketing per la comunicazione d’impresa Cattedra di Sistemi organizzativi complessi nella società dell’innovazione Pina Fusco n° matricola 1727348 Relatore Correlatore Prof. Patrizio Di Nicola Prof. Renato Fontana A/A 2017/2018

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L’impresa certificata: Nuovi modelli di sviluppo per la Qualità dei Sistemi Organizzativi

Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale

Corso di laurea in Organizzazione e marketing per la comunicazione d’impresa

Cattedra di Sistemi organizzativi complessi nella società dell’innovazione

Pina Fusco

n° matricola 1727348

Relatore Correlatore

Prof. Patrizio Di Nicola Prof. Renato Fontana

A/A 2017/2018

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Indice

Capitolo 1 - Nuovi modelli di sviluppo delle imprese

1.1 La normazione: obiettivi ed evoluzione storica

1.2 Sistemi di certificazione a norma ISO, EN ISO, UNI EN ISO

1.3 Trend evolutivi dei sistemi di certificazione a norma ISO

1.4 Le certificazioni richieste per il mercato attuale

Capitolo 2 - Il mercato dei Sistemi Organizzativi, Operatori ed Utilizzatori

2.1 Gli Operatori dei Sistemi Organizzativi

2.2 Accredia, Ente unico di accreditamento Italiano

2.3 L’accreditamento: trend e sviluppi normativi

2.4 I benefici dell’accreditamento per i soggetti accreditati ed utilizzatori finali

2.5 Le certificazioni in Italia e nel mercato globale

2.6 Utilizzatori dei sistemi organizzativi: imprese che si certificano

Capitolo 3 - Evoluzione del Sistema di Gestione ISO 9001

3.1 Le edizioni della norma ISO 9001

3.2 La ISO 9001:2015 Definizione e metodo di implementazione

3.3 Revisione del Sistema di Gestione ISO 9001: le novità introdotte dalla nuova edizione 2015

3.4 Parametri per la scelta del sistema di certificazione ISO 9001:2015 idonei alla singola impresa

3.5 Vantaggi ed opportunità derivanti dall’applicazione dello schema di certificazione ISO 9001:2015

3

Metodologia di analisi

Il percorso di tesi è stato affrontato attraverso la consultazione di fonti attendibili che

hanno permesso di poter condurre una analisi sul tema delle certificazioni adottate ed

implementate dai Sistemi Organizzativi. La consultazione di cui sopra fa riferimento

prevalentemente alle banche dati ACCREDIA, Ente unico di accreditamento italiano,

dal quale è stato possibile rilevare cifre significative dell’andamento del mercato delle

certificazioni e ancor prima dell’accreditamento. Di fondamentale importanza è stato

il contributo offerto da Responsabili di settore e precisamente, le interviste sommini-

strate a Responsabili di una Società di consulenza ed un’azienda che opera nel settore delle

costruzioni, si sono rivelate costruttive per il lavoro svolto. L’esperienza dei

Responsabili in materia ha permesso di poter comprendere da vicino questa realtà,

nonché il percorso affinché un’impresa si doti di uno specifico schema di certificazione.

É stato consultato inoltre l’ISTAT, l'Istituto nazionale di statistica, ente pubblico di

ricerca, e l’archivio statistico delle imprese attive in Italia per poter effettuare delle

indagini ed interpretare i dati rilevati in sede di analisi. Altra documentazione a supporto

(Manuale Per la Qualità, Manuale integrato Qualità, Ambiente, Sicurezza) insieme ai

rapporti ufficiali in materia di Certificazioni e Accreditamento sono stati un utile

supporto tecnico per l’intero lavoro di tesi.

4

Introduzione

Il lavoro di tesi intende analizzare un modello di sviluppo di Sistemi Organizzativi che

si concretizza nell’impresa certificata; un modo di fare impresa e di essere che diventa

una esigenza quasi fisiologica per un’azienda che decide di essere competitiva sul mer-

cato. Il richiamo è alla funzione di certificazione, il cui compito è quello di assicurare

la conformità di sistemi, processi, prodotti, servizi e persone ai requisiti fissati dalle

norme e dagli standard internazionali. Per l’azienda ottenere la certificazione signifi-

cherebbe rendere il proprio Sistema di Gestione efficace ed efficiente, e il possesso di

un certificato di sistema di gestione conferisce all’azienda autorevolezza, credibilità e

affidabilità sul mercato, offrendo uno strumento per distinguersi dai competitor e ac-

cedere in via privilegiata a mercati regolati e bandi di gara.

Contestualmente, il richiamo è indirettamente al concetto di Qualità che è il cuore di

un Sistema Organizzativo. La qualità, nel senso più esteso della sua accezione si certi-

fica e nella competizione nazionale ed internazionale essere certificati è un elemento

distintivo, offre ritorni prettamente positivi. Viene messo in luce inoltre il ruolo di lea-

dership che l’Italia occupa in questi termini, essendo ai primi posti in classifica per la

qualità e un richiamo al mercato globale risulta d’obbligo per poter poi fare una com-

parazione. Ritornando all’importanza di essere certificati, il sistema delle imprese si è

attribuito in modo spontaneo e con velocità crescente, una serie di autovincoli, attra-

verso l’elaborazione consensuale della normativa tecnica e vi si è sottoposta volonta-

riamente per dimostrare in maniera trasparente il livello di qualità raggiunto in termini

di prestazioni dei prodotti, processi e servizi, garanzia di sicurezza, tutela dell’ambiente

5

etc. Supportati dalle banche dati di Accredia, Ente unico di accreditamento Italiano,

l’analisi mette in luce dapprima le imprese effettivamente certificate, i loro settori di

appartenenza e in secondo luogo quelle potenzialmente certificabili grazie alla consul-

tazione dell’archivio statistico delle imprese italiane attive. Sarà presa in considera-

zione una variabile ritenuta importante ai fini dell’analisi: la dimensione del sistema

impresa/classe di addetti, che li configura o meno come sistemi organizzativi com-

plessi, e il dato emerso darà indicazioni circa il ruolo delle certificazioni e il suo anda-

mento. L’analisi ovviamente non può prescindere dalla comprensione degli operatori

dei Sistemi Organizzativi, riscontrabili in maniera piramidale nell’ Ente di

accreditamento, negli Organismi di certificazione e nelle Società di consulenza: pilastri

portanti per l’affermazione di un sistema impresa improntato alla cultura della qualità,

alla sana competizione e produttività. Un’analisi dello scenario attuale permetterà

inoltre di ca- pire quali schemi di certificazione sono più richiesti dal mercato e

l’obiettivo in essere sarà portato a termine attraverso una analisi del macro ambiente

(Pest) che permette di rilevare quali forze agiscono sul sistema impresa, non

direttamente controllabili dal management. Questo metodo sarà da supporto per

l’obiettivo appena dichiarato e darà conferma che certificare specifici Sistemi di

Gestione in questo determinato periodo storico non può che tutelare e dare ulteriore

forza ad un’azienda.

Ebbene, la qualità è sicuramente un concetto che ha una propria profondità storica e un

radicamento consolidato. Il lavoro di tesi vuole in conclusione dare prova che la madre

di tutte le certificazioni è continuamente investita di nuova luce e ciò lo conferma la

6

nuova edizione del 2015 che si prefigge di intervenire in maniera sempre più proattiva

nella gestione della strategia aziendale in un momento di rilancio dell’economia, di

essere una cornice per le organizzazioni e sviluppare a partire da essa un sistema inte-

grato. Quest’ultimo darà la possibilità di condividere le risorse e ottenere tutti i van-

taggi che un processo integrato comporta.

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Capitolo 1 Nuovi modelli di sviluppo delle imprese

1.1. La normazione: obiettivi ed evoluzione storica

Il presente capitolo avrà cura di introdurre il tema della normazione in materia di cer-

tificazioni, spiegando gli obiettivi che il fenomeno in esame si propone nell’attuale

contesto economico-sociale, senza tralasciare gli avvenimenti verificatisi nel panorama

nazionale ed internazionale che hanno assunto un ruolo catalizzatore nel radicarsi del

tema oggetto di interesse.

Scopo della seguente trattazione sarà dapprima, quello di delineare il percorso Europeo

intrapreso in termini di armonizzazione tecnica, segnalando le tappe salienti del pro-

cesso di normazione, sino a giungere al nuovo Regolamento Europeo 1025/2012, il

quale delibera in maniera chiara e puntuale gli obiettivi preposti dalla normazione.

Nel nuovo quadro legislativo, in secondo luogo, si darà conto dell’importanza cre-

scente di organismi indipendenti, nonché gli enti di normazione internazionali, europei

ed italiani. Si chiarisce sin da subito che lo scopo della normazione nel contesto attuale

è contribuire al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema socio-econo-

mico, fornendo gli strumenti di supporto all’innovazione tecnologica, alla competiti-

vità, alla protezione dei consumatori, alla tutela dell’ambiente, alla qualità di prodotti,

servizi e processi.

8

Il Regolamento del Parlamento Europeo sulla normazione si inserisce in questo conte-

sto con affermazioni forti e impegnative. Si propone un breve stralcio di suddetto re-

golamento e nello specifico al considerando n°3:

“La normazione europea contribuisce a promuovere la competitività delle imprese

agevolando in particolare la libera circolazione dei beni e dei servizi,

l’interoperabilità delle reti, i mezzi di comunicazione, lo sviluppo tecnologico e

l’innovazione…. Le norme possono rafforzare la concorrenza e ridurre i costi di

produzione e di vendita, a beneficio dell’intera economia e in particolare dei

consumatori”1.

L'ISO (International Organization for Standardization), a conferma di cui sopra, già nel

1986 definì il concetto di "Normazione" come l’"attività svolta per stabilire, relativa-

mente a problemi effettivi e potenziali, disposizioni per gli usi comuni e ripetitivi, mi-

ranti ad ottenere l'ordine migliore in un determinato contesto. Il concetto in questione

pertanto si rivolge, con maggiore incisività e funzionalità, alla "prestazione di processi

e prodotti" e sempre più frequentemente, infatti, il Normatore è chiamato a stabilire

non solo i requisiti minimi che un prodotto e/o servizio deve possedere per essere fun-

zionale nei confronti dell'utente ma anche i comportamenti funzionali degli stessi nei

confronti degli utenti be che, in pratica, ne definisce la "Qualità.

Le azioni insite nel concetto di normazione hanno il carattere della concretezza: stu-

diare, elaborare, approvare e pubblicare documenti di applicazione volontaria “le co-

1 Regolamento Europeo 1025:2012

9

siddette norme tecniche “che definiscono come fare bene le cose garantendo sicurezza,

qualità, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe in tutti i settori industriali, commer-

ciali e del terziario. Si precisa che la normazione ha una storia di lungo corso che ha

accompagnato quella dell'uomo sin dai primordi, trasformandosi da esigenza spontanea

a vera e propria attività codificata che ha sostenuto, nel tempo, lo sviluppo economico

e sociale. La normazione tecnica, quale frutto di un bisogno riconosciuto e condiviso,

ha saputo adeguare il proprio campo di attività ed il proprio ruolo per rispondere alle

richieste del mercato e della società. Per questo si può affermare che la mentalità

normativa si è manifestata già agli inizi della civiltà, quando l'uomo ha cominciato ad

avere la necessità di consuetudini e di regole alle quali attenersi per facilitare le proprie

relazioni nella comunità sociale, con le attività di scambio in primis. I primi commerci

ricorsero ad un sistema di numerazione comune, a scale di valori per pesi e misure

condivise, a linguaggi e strumenti che attengono tutti al nucleo valoriale dell'ordine e

perciò della normazione in senso lato.

Oggi l'attività di normazione, interviene in tutte le fasi di vita del prodotto e delle atti-

vità di servizio2. L'evoluzione della normazione non si è solo concretizzata in un allar-

gamento di orizzonti geografici: la normazione ha infatti ha subito anche una sensibile

evoluzione concettuale, che l'ha portata ad abbracciare significati sempre più ampi.

Al di là del suo evidente contributo alla crescita economica nei Paesi che la stanno

applicando diffusamente, la normazione offre opportunità sia per “ottimizzare” la con-

2 UNI-Ente Nazionale Italiano di Unificazione, “Le regole del gioco”, UNI editore, Milano, 2013

10

formità delle regole, sia per fare formazione su valori, principi e tutele alla base della

nostra cultura e della nostra storia, orientate a: qualità, ambiente, sicurezza, legalità,

equità e dignità della persona. In tal senso, è stata sottolineato il ruolo della normazione

come “catalizzatore per l’innovazione, uno strumento strategico per un’economia ed

una società di successo, uno strumento di regolazione complementare alla politica in-

dustriale, un veicolo di promozione della convergenza tecnologica”.

Le nuove edizioni, ad esempio di alcune norme rilevanti come le UNI EN ISO 9001 e

14001 aiutano le organizzazioni che le applicano ad affrontare la complessità ed il

cambiamento, in contesti sociali sempre più attenti agli aspetti ambientali e alla ge-

stione della qualità. Si prosegue la trattazione, delineando il percorso europeo di armo-

nizzazione tecnica e normativa di fronte al problema della normazione e della certifi-

cazione. Il problema in questione si innesta nella prospettiva più ampia della creazione

del mercato interno e più in particolare della libera circolazione delle merci.

A ben vedere, le differenze esistenti tra gli stati della UE nelle regolamentazioni, norme

e procedure di prova della conformità hanno costituito da sempre ostacoli alla

circolazione delle merci in entrambi i settori regolamentato e volontario, spesso non

determinati da reali esigenze della collettività e delle persone ma da misure

protezionistiche e dalle diverse culture industriali. Da qui la necessità delle prime

direttive di armonizzazione, le quali s'incentravano sull'eliminazione degli ostacoli e

sulla libera circolazione delle merci nel mercato unico.

11

Nel lungo processo che ha portato alla creazione di un mercato unico europeo le norme

tecniche hanno rappresentato uno dei banchi di prova più importanti, in ragione della

loro doppia natura: facilitante e vincolante. Prima di essere uno strumento di grande

utilità economica e sociale, di promozione del progresso tecnico e tecnologico, le

norme furono infatti anche una barriera alla libera circolazione delle merci. Norme e

regolamenti nazionali avevano contribuito a generare, insieme alle barriere fisiche (le

frontiere e le dogane) e a quelle fiscali (imposte, dazi e accise), un clima di grande

incertezza per gli operatori economici. Le differenze nelle specifiche nazionali di pro-

duzione e di prodotto avevano determinato un considerevole aumento dei costi d'im-

presa, ciò in un clima di generale disincentivazione alla collaborazione tra le imprese,

con effetti distorsivi sulla corretta competizione di mercato. In altre parole, si favoriva

un'ottica produttiva limitata ai confini nazionali, rischiando di fare regredire i com-

merci ad uno stadio protezionistico e tutto ciò mentre il mercato internazionale tendeva

progressivamente ad assumere quell'aspetto che siamo soliti indicare con il termine di

“globalizzazione”. La creazione di un mercato unico, dove le merci, le persone, i capi-

tali e i servizi potessero circolare senza ostacoli e restrizioni, in regime di libera con-

correnza, doveva perciò passare innanzitutto attraverso la costruzione di una politica

normativa comune, di sapore e di spirito autenticamente europei. Bisognava cioè col-

laborare per creare un contesto unico, condiviso da tutte le imprese, e vigilare preven-

tivamente per evitare che dopo l'eliminazione delle barriere tecniche ne sorgessero di

nuove.

12

Il primo passo compiuto in questa direzione è costituito dall’adozione della Direttiva

83/189, il cui obiettivo era quello di rendere più trasparente il processo di formazione

delle normative tecniche, nell’intento di evitare l’emergere di barriere agli scambi

comunitari.

Il vero aspetto innovativo, infatti, consisteva nel fatto che, anziché focalizzarsi sulle

caratteristiche prestazionali e sui metodi di prova relativi ai prodotti disciplinati, la

Direttiva Bassa Tensione preferì fissare solo i requisiti essenziali a cui avrebbero

dovuto attenersi tutti gli attori del mercato, rimandando alle norme i dettagli tecnici. Si

trattava del primo documento legislativo europeo elaborato per l'armonizzazione

tecnica.

L’anno della svolta del processo di integrazione comunitaria è da considerarsi il 1985.

In quell’anno furono presentati il libro bianco della commissione delle Ce per il consi-

glio europeo, contenente il programma e il calendario dei singoli provvedimenti per il

completamento del mercato interno e l’approvazione dell’atto unico europeo che con-

siste in una parziale revisione dei trattati di Roma.

Con la suddetta risoluzione conosciuta come Nuovo approccio e con l’Approccio glo-

bale del dicembre de 1989, l’Unione Europea si è proposta di raggiungere due obiettivi:

creare un grande mercato unico comune, in cui sia garantita la libera circolazione dei

prodotti, i quali devono essere conformi alle direttive europee ed aumentare il livello

qualitativo delle imprese europee, divulgando la cultura della qualità mediante l’appli-

13

cazione delle norme UNI EN ISO per rendere le imprese europee competitive con i

grandi mercati internazionali3.

La versione più aggiornata del quadro legislativo europeo all’interno del quale opera

la normazione è il Regolamento UE 1025/2012 che determina la revisione complessiva

del sistema di normazione tecnica europeo. Si tratta di un provvedimento importante

in quanto definisce le nuove norme che regoleranno, tra gli altri aspetti:

• la cooperazione tra le organizzazioni europee di normazione, gli organismi na-

zionali di normazione, gli Stati membri e la Commissione;

• l’elaborazione di norme europee e prodotti della normazione europea per i pro-

dotti e per i servizi, a sostegno della legislazione e delle politiche dell’Unione;

• il finanziamento della normazione europea la partecipazione dei soggetti inte-

ressati alla normazione europea

Nella sostanza, il Regolamento adatta e semplifica l’attuale quadro legislativo che re-

gola l’attività normativa europea.

Gli obiettivi principali del legislatore sono ridurre i tempi di normazione e facilitare la

partecipazione delle parti interessate “più deboli” storicamente (micro e PMI,

consumatori, organizzazioni sociali).

Nata per risolvere problemi squisitamente tecnici come l'intercambiabilità dei pezzi e

la codificazione delle misure, la normazione di oggi è pronta e determinata ad affron-

3 3 Saccani C., “Qualità e certificazione”, McGraw-Hill Italia S.r.l., Milano, 1990.

14

tare temi di più ampio respiro, quali la qualità dei processi, la sicurezza e la gestione

ambientale, la responsabilità sociale delle organizzazioni, la sicurezza finanziaria, le

professioni non regolamentate, la tutela dei consumatori, la sicurezza del cittadino e la

prevenzione del rischio, l'accessibilità di strutture, prodotti e servizi alle categorie più

deboli, ma non solo.

Se per molti anni le norme sono state apprezzate per le soluzioni tecniche che erano in

grado di offrire a specifici problemi di natura tecnologica, pratica, industriale, oggi i

leader del mondo dell'imprenditoria e di quello politico sono sempre più consapevoli

dei benefici, sia economici che sociali, che si possono ottenere proprio attraverso la

normazione tecnica.

Incisive, a tal riguardo le parole del Presidente UNI, che afferma quanto segue:

"il nuovo Regolamento assegna alla normazione tecnica il compito di aumentare la

competitività per una crescita equilibrata del nostro sistema, portatrice di lavoro e di

progresso sociale, di diffondere e consolidare i diritti delle persone (salute, dignità,

cultura, welfare), di tutelare l'ambiente, che non solo costituiscono valori irrinuncia-

bili della nostra civiltà, ma sono indispensabili per la coesione sociale e la sostenibilità

nel mondo globale4”.

In secondo luogo, continua il Presidente:

"la costruzione e condivisione di regole "europee ed "internazionali" (EN e ISO) serve

per regolamentare l'accesso a tutti i mercati, contenendo il rischio o la necessità del

4 Torretta P., “Cosa cambia dal gennaio 2013?”, in Uni, 4 dicembre 2012.

15

ricorso a politiche di dumping: regole necessarie per consentire che la salute, la sicu-

rezza, la dignità delle persone, la tutela dell'ambiente siano le stesse nel mondo, al-

meno nei mondi che tra di loro hanno relazioni economico commerciali. Se questi va-

lori non si possono tutelare con delle norme comuni condivise e trasparenti, la con-

correnza si sposta in modo inaccettabile sulla pelle delle persone5".

In conclusione, emerge che la definizione di un complesso integrato di norme ricono-

sciuto a livello internazionale è uno strumento per accrescere la competizione, l’inter-

scambiabilità dei prodotti, favorire uno sviluppo sostenibile del commercio.

La necessità di disporre di questo strumento genera altresì l’esigenza di potenziare l’at-

tività delle organizzazioni che definiscono standard accettati dai mercati globali, ossia

dagli enti di normazione nazionali ed internazionali.

Ciò ha implicato l’assunzione di maggiori oneri e responsabilità da parte del settore

privato, espressione del mondo produttivo che si è fatto garante anche della tutela degli

interessi collettivi, quali la salute, la sicurezza, l’ambiente.

Di contro, il sistema delle imprese si è attribuito in modo spontaneo e con velocità

crescente, una serie di autovincoli, attraverso l’elaborazione consensuale della norma-

tiva tecnica e vi si è sottoposta volontariamente per dimostrare in maniera trasparente

il livello di qualità raggiunto in termini di prestazioni dei prodotti, processi e servizi,

garanzia di sicurezza, tutela dell’ambiente etc6.

5 Ibidem 6 Saccani C., “Qualità e certificazione”, McGraw-Hill Italia S.r.l., Milano, 1990, p.37.

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1.2. Sistemi di certificazione a norma ISO, EN ISO, UNI EN ISO

Gli enti di normazione rivestono una importanza cruciale per le imprese. Essi infatti,

in quanto elaborano le norme, sono il pilastro fondamentale del sistema di valutazione

della conformità di prodotti, processi e servizi a prefissati standard prescrizionali e pre-

stazionali, il cui regolare funzionamento è premessa indispensabile per il libero eserci-

zio degli scambi commerciali.

Ci si domanda in quale scenario gli enti di normazione si inseriscano. Essi si collocano

in uno scenario che ha sovvertito le logiche di produzione perché a monte si è registrato

un cambiamento delle logiche produttive.

Si chiarisce l’affermazione appena assunta, sostenendo che, con l’affermarsi di un

sistema produttivo integrato e spesso localizzato in aree geografiche diverse nasce la

necessità di dover colloquiare e collaborare con tecnici di diversi paesi. Affinché le

procedure siano identiche e l’informazione sia comprensibile a tutti occorre una stan-

dardizzazione unitamente all’adozione di codici comuni. Nasce la necessità della

normazione. L’ente di normazione ha il compito di redigere l’insieme delle prescrizioni

di carattere generale e particolare, cioè le normative tecniche. È stato necessario

istituire un gruppo di lavoro che raccogliesse tutte le esperienze pregresse, le

analizzasse nei diversi aspetti e nelle problematiche e introducesse le dovute modifiche

per raggiungere l’obiettivo prefissato: maggiore funzionalità ed efficienza tecnica dei

prodotti ed una maggiore sicurezza per le persone.

17

La nascita degli Enti di normazione, risale ai primi decenni del ‘900: epoca in cui nei

paesi industrializzati, si era resa necessaria la definizione di specifiche sulle caratteri-

stiche dimensionali e costruttive dei prodotti da parte di organismi indipendenti.

Nei principali stati industrializzati, sotto l’incalzare delle esigenze di forniture militari

omogenee, furono fondate associazioni industriali per la standardizzazione, in seguito

trasformate in Enti pubblici nazionali: In Italia l’Associazione Nazionale fra gli Indu-

striali Meccanici ed Affini diede vita alla UNIM, Unificazione dell’Industria Mecca-

nica (1921). Nel 1930 l’UNIM si trasformò in UNI, Ente Nazionale per l’Unificazione

nell’Industria7. Si passano ora in rassegna gli attuali Enti di normazione, delineando le

caratteristiche di base, assumendo che esistono Enti di normazione internazionali e na-

zionali a livello mondiale ed europeo.

L’ ISO International Organisational for Standardization, Ente di normazione interna-

zionale con sede a Ginevra, attualmente conta 162 enti nazionali di standardizzazione.

7 Saccani C., “Qualità e certificazione”, McGraw-Hill Italia S.r.l., Milano, 1990, pp.65-66

18

Inizialmente erano appena 26 paesi fondatori, ma il processo di globalizzazione ne ha

dato una poderosa accelerazione.

ISO crea documenti che forniscono requisiti, specifiche, linee guida o caratteristiche

che possono essere utilizzate in modo coerente per garantire che i materiali, i prodotti,

i processi ei servizi siano idonei al loro scopo.

L’obiettivo è quello di portare vantaggi reali e misurabili a quasi tutti i settori immagi-

nabili. Per tali motivi, ISO ha pubblicato 21908 Standard Internazionali8 e relativi

documenti, che coprono quasi ogni settore, dalla tecnologia, alla sicurezza alimentare,

all'agricoltura e alla sanità. Le norme internazionali ISO influenzano tutti, ovunque.

Risulta quindi evidente l’importante ruolo svolto sui mercati mondiali dalle sue norme,

che pure sono liberamente, e non obbligatoriamente, recepite da parte degli organismi

nazionali di normazione che sono membri dell’ISO9.

Il CEN Comité Européen de Normalisation, è il corrispondente europeo dell’ISO. Esso

svolge la propria attività nel campo meccanico e della qualità attraverso vari Comitati

tecnici.

La differenza importante rispetto all’ISO risiede nella regola che obbliga al recepi-

mento nazionale delle norme EN, che diversamente dalla norma nazionale, pur essendo

volontaria e non cogente, una volta approvata dalla maggior parte dei paesi aderenti,

deve essere recepita dai singoli paesi membri con l’obbligo di ritirare la propria nor-

8 Catalogo ISO Standards in https://www.iso.org/standards-catalogue/browse-by-ics.html 9 Sito web ISO in https://www.iso.org/home.html

19

mativa nazionale sullo stesso argomento. La situazione descritta porta, quindi, inevita-

bilmente a una graduale sostituzione delle norme nazionali a favore di quelle europee

e della presenza di norme ISO in particolari situazioni dove vi è interesse per il mercato

su scala internazionale, per argomenti non trattati in sede europea.

Con l’accordo di Vienna del 1991 si stringe tra ISO e CEN una strategia di coopera-

zione, di elaborazione comune di norme (EN ISO), di adozione da parte di CEN delle

norme ISO. Attualmente il 27% delle norme EN coincidono con quelle ISO.

A conferma di cui sopra, il maggior peso della normativa europea e la maggiore capa-

cità di produrre norme si traducono in un grande vantaggio competitivo; sono l’effetto

di una sorta di infrastruttura di cui l’UE si è progressivamente dotata, più importante

delle altre (strade, ferrovie, reti internet etc)10.

L’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione è un’associazione privata senza scopo

di lucro riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea che da quasi 100 anni elabora

e pubblica norme tecniche volontarie, “le norme UNI” in tutti i settori industriali, com-

merciali e del terziario.

UNI rappresenta l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (CEN) e

mondiale (ISO) e organizza la partecipazione delle delegazioni nazionali ai lavori di

normazione sovranazionale, con lo scopo di:

promuovere l’armonizzazione delle norme necessaria al funzionamento del mer-

cato unico.

10 Andreini P., “Qualità Certificazione Competitività”, Editore Ulrico Hoepli Milano, Milano, 2004, p.23

20

sostenere e trasporre le peculiarità del modo di produrre italiano in specifiche

tecniche che valorizzino l’esperienza e la tradizione produttiva nazionale.

Essendo l’UNI storicamente consolidato nella fama di Ente di Unificazione in ambito

italiano, le norme UNI sono per antonomasia le «norme tecniche» conosciute e ricono-

sciute da tutti.

In ultima istanza, si chiarisce quanto sopra detto attraverso uno schema di sintesi con

l’intento di raggruppare tutti i tipi di norme con cui si può aver a che fare in Italia,

spiegandone i significati.

- UNI: Norma nazionale italiana elaborata dall’UNI

- EN: Norma europea elaborata dal CEN

- UNI EN: Norma recepita (obbligatoriamente) a livello italiano dalla corrispon-

dente norma europea EN

- ISO: Norma internazionale elaborata dall’ISO

- UNI ISO: Norma elaborata dall’ISO e adottata in Italia

- EN ISO: Norma pubblicata dal Cen ed identica ad una norma ISO

- UNI EN ISO: Norma internazionale elaborata dall’ISO, adottata dal Cen e di

conseguenza recepita obbligatoriamente dall’Italia.

21

1.3. Trend evolutivi dei sistemi di certificazione a norma ISO nel mercato

globale

I sistemi di certificazione a norma ISO, si prestano ad essere letti, ai fini della nostra

ricerca, dal punto di vista della competitività d’impresa.

È interessante analizzare in che modo gli stessi possono essere considerati validi stru-

menti di competizione nel mercato globale, unitamente ad altre variabili importanti

come per esempio la produttività in primis.

L’obiettivo che il lavoro di tesi si pone in questa fase sarà quello di individuare quali

sono i sistemi di certificazione a norma ISO più promettenti, che maggiormente sup-

portano le imprese nel mercato globale e che pertanto si qualificano come un valido

strumento di competizione. In questo compito ci si avvale del supporto dei dati offerti

dalla Survey annuale ISO.

Si mette in luce quanto, la competitività di una nazione dipende, come già affermato

tra l’altro, dalla capacità della sua struttura produttiva di innovare e migliorare. La

valutazione più significativa della competitività a livello nazionale è quella basata sulla

produttività e sulla capacità dell’impresa di elevarla nel tempo11.

La produttività a sua volta risulta essere fortemente correlata alla qualità. Le imprese

difatti devono accrescere incessantemente la produttività, migliorandone la qualità,

potenziando la tecnologia, aumentando l’efficienza della produzione, devono saper

11 Andreini P., “Qualità Certificazione Competitività”, Editore Ulrico Hoepli Milano, Milano, 2004.

22

sviluppare le capacità necessarie per competere in segmenti più sofisticati, devono

infine sviluppare capacità di competere in comparti molto avanzati e interamente nuovi.

L’industria di un paese è perdente se la sua produttività non supera quella dei

concorrenti esteri in misura sufficiente a compensare qualsiasi vantaggio di cui essi

godono sul piano salariale e fiscale.

A conferma di cui sopra, si evince che la qualità, da quella complessiva della nazione

a quella delle singole organizzazioni produttive, è quindi il vettore fondamentale dello

sviluppo ed è la chiave della competitività.

La qualità si certifica e nella competizione nazionale ed internazionale i sistemi di ge-

stione certificati sono un elemento distintivo per le imprese che intendono ricoprire un

ruolo di rilievo. Il vantaggio ottenuto con la certificazione è evidente e tangibile per un

gran numero di imprese: quelle che operano nell’ambito di appalti pubblici, quelle che

sono legate alle grosse committenze nazionali, ma anche per le realtà economiche che

sono più orientate verso mercati internazionali o per le piccole imprese che hanno sco-

perto che adeguando il modello gestionale si ottengono ottimizzazioni importanti.

Per qualsiasi tipologia di attività imprenditoriale, la sua gestione secondo i principi

delle norme ISO e la certificazione offre la possibilità di agire sui costi, guadagnare

produttività. Tutto ciò si traduce in un formidabile strumento di crescita competitiva12.

Si invoca una cultura della qualità che si traduce in un nuovo modo di vivere e lavorare,

un modo più equilibrato di fruire dei beni di consumo e delle risorse naturali, in una

12 Ivi, pp.13-14

23

generale tendenza verso la riduzione degli sprechi e una maggiore sensibilità verso i

valori sostanziali13. Ebbene, in un’epoca più recente, accanto alla classica domanda di

qualità economica, si è andata affermando una domanda di nuove e più ampie forme di

qualità, intese alla soddisfazione di una più vasta gamma di bisogni espressi da un più

ampio contesto di parti interessate (stakeholder). Tali nuove domande sono desti- nate

a conferire un ulteriore impulso alla crescita della cultura e della prassi della va-

lutazione di conformità, arricchendone contenuti ed il valore. Segnatamente, le do-

mande di qualità riscontrate sono:

Qualità ambientale, chiamata a tutelare i bisogni della collettività presente e

futura nel quadro dello sviluppo sostenibile. Essa può essere ottenuta sia

attraverso un approccio sistemico (certificazione di sistema di gestione

ambientale- norma ISO 14001) che di prodotto (es: etichetta ambientale).

Qualità del lavoro, intesa a tutelare i bisogni di salute e sicurezza del lavoratore

ed è conseguibile tramite un adeguato approccio di sistema (certificazione di

sistemi di gestione per la sicurezza e salute sul lavoro- norma OHSAS 18001).

Qualità etica, che riguarda la responsabilità sociale delle imprese e le problema-

tiche sociali connesse con le attività produttive in genere. Essa è chiamata a tu-

telare i soggetti deboli della società, garantendo una base di equa competizione

nel commercio internazionale, ed è conseguibile attraverso vari approcci di si-

stema (SA 8000)14.

13 Ivi, p.2 14 Ivi, p.39

24

Questa iniziale classificazione che si traduce per le imprese nella ricerca di una

qualità competitiva; può essere ulteriormente integrata con altre norme ISO che

attestano l’importanza per una azienda di adottare altri Sistemi di Gestione.

La ISO SURVEY, sopra menzionata, è una indagine annuale sulle certificazioni che

rispettano gli standard ISO rilasciate in tutto il mondo da enti di certificazione

accreditati ed è la più ampia e completa rassegna attualmente disponibile relativa al

sistema di certificazione ISO.

Poiché ISO sviluppa e pubblica norme internazionali ma non svolge alcuna attività

di certificazione, l'indagine è stata realizzata sulla base dei dati forniti da organismi

di certificazione accreditati da enti nazionali di accreditamento riconosciuti

dall'Interna- tional Accreditation Forum (IAF).

Le norme ISO per i Sistemi di Gestione oggetto della Survey sono:

ISO 9001 per il sistema di gestione qualità;

ISO 14001 per il sistema di gestione ambientale;

ISO 50001 per il sistema di gestione dell'energia;

ISO 27001 per il sistema di gestione per la sicurezza delle informazioni;

ISO 22000 per il sistema di gestione per la sicurezza alimentare;

ISO/TS 16949 per il settore Automotive;

ISO 13485 per il sistema di gestione qualità per i dispositivi medici;

ISO 22301 per la gestione della continuità operativa (business continuity);

ISO 20000‐1 per il sistema di gestione dei servizi IT.

25

Il 2012 come già affermato è un anno chiave in cui si afferma una politica di

armonizzazione in materia di normazione, e tra l’altro anno in cui in misura

maggiore, le certificazioni in Italia e in Europa, diventano lo strumento di maggiore

interesse per le aziende, uno strumento di competizione, un’arma per difendersi

dalle insidie del mercato. Si mettono ora in luce i trend emergenti e l’evoluzione in

termini percentuali dell’adozione dei Sistemi di Gestione in questione.

I risultati dell'edizione ISO Survey 2012 rivelano una crescita sana per tutte le

certificazioni dei sistemi di gestione ISO rispetto al 2011 e particolare nota è il salto

significativo della sicurezza alimentare (ISO 22000) e la gestione dell'energia (ISO

50001). La certificazione ISO 9001, che stabilisce i requisiti per i Sistemi di

Gestione della qualità, rimane stabile, in lieve crescita rispetto al 2011. L'Europa,

in particolare, mostra un incremento del 3%. Anche le figure per i settori della

tecnologia dell'informazione e della gestione ambientale riflettono un costante

progresso, con le curve di crescita di ISO / IEC 27001 e ISO 14001 in costante

crescita rispetto all'anno precedente15.

L'edizione 2013 ancora una volta dimostra una crescita globale per tutti gli standard

di sistema di gestione ISO coperti dall'indagine, con un aumento del 4% in numero

di certificati emessi in tutto il mondo16.

Sulla tendenza rispetto allo scorso anno, tre settori mostrano una crescita costante,

in particolare la sicurezza delle informazioni (ISO / IEC 27001) e gestione

15 ISO Survey 2012 16 ISO Survey 2013

17 ISO Survey 2014

26

alimentare (ISO 22001), rispettivamente con un sano aumento del 14% e del 15%,

mentre il settore dei dispositivi medici (ISO 13485) mostra in modo simile un

incremento del 15%.

La ISO 9001, il principale standard di gestione per la qualità, ha continuato a

mostrare una crescita molto rispettabile (3%) mentre ISO 14001 per la gestione

ambientale ha registrato il 6%, una diminuzione del 3% rispetto allo scorso anno.

Nonostante un modesto progresso, però, l'ISO 9001 rimane popolare con una

maggiore area di bacino dei 187 paesi. L’edizione 2014, conta 1 609 294 certificati

rilasciati in tutto il mondo17. Questa edizione dimostra una moderata crescita per

quasi tutti gli standard ISO di sistema coperti dall'indagine, confermando le

tendenze osservate negli ultimi due anni. Questa stabilizzazione del mercato è

tuttavia compensata da tre buoni esecutori che mostrano una crescita più sostenuta.

Sebbene meno impressionante degli anni precedenti, la ISO 50001 per la gestione

energetica dimostra un tasso di crescita del 40%, condotto nuovamente dalla

Germania, responsabile del 50% dei 6778 certificati riportati. Allo stesso modo, la

norma ISO 22000 per la gestione alimentare continua a offrire prestazioni affidabili

con un tasso di crescita del 14%, mentre l'ISO 16949 per il settore automobilistico

mostra progressione accelerata con un 8%, segnalando che la ripresa economica

nell'industria automobilistica sta tirando su.

18 ISO Survey 2015

27

Rispettivamente, dell'1% e del 7%, gli standard di punta della ISO; ISO 9001

(gestione della qualità) e ISO 14001 (gestione ambientale) sono le pietre miliari del

sistema di gestione. È anche importante notare che nel 2015 sono state lanciate

nuove edizioni ampiamente riviste di entrambi questi standard.

Infine, la grande novità dell’anno in esame è l'inclusione di un nuovo arrivato: ISO

22301 per la continuità aziendale, motivata da una consapevolezza globale che le

organizzazioni hanno bisogno di proteggersi dalle perturbazioni in tempi di crisi.

L’indagine18 relativa all’anno 2015, mostra che sono stati emessi un totale di

1.519.952 certificati in tutto il mondo, con un aumento del 3% rispetto al

2014. Al calo delle certificazioni ISO 9001 si accompagna un notevole incremento

delle certificazioni dei sistemi di gestione dell’energia (ISO 50001), dei sistemi di

gestione della business continuity (ISO 22301) e dei sistemi di gestione per la

sicurezza delle informazioni (ISO 27001). L’indagine ha altresì aggiunto un nuovo

standard di sistema di gestione: ISO 20000-1, Certificazione del sistema di gestione

dei servizi IT. Ciò porta il totale degli standard esaminati a 9.

Più dettagliatamente, sono stati rilasciati complessivamente 1.036.321 certificati

ISO 9001, di cui 4190 rilasciati alla versione del 2015, con una lieve diminuzione

dello 0,2% rispetto allo scorso anno.

Ben 319.324 i certificati rilasciati a ISO 14001 (di cui 947 rilasciati alla versione

del 2015 pubblicata a settembre 2015), in crescita dell'8% rispetto allo scorso anno.

19 ISO Survey 2015

28

Sono stati rilasciati complessivamente 11.985 certificati ISO 50001 per la gestione

energetica (+ 77% sull'ultimo anno) e 3133 certificati rilasciati alla ISO 22301 per

la gestione della continuità aziendale (+ 78% rispetto l'anno scorso). La forte

crescita registrata per questi due standard è probabilmente correlata al fatto che sono

entrambi relativamente nuovi al mercato.

Lo Standard ISO per la sicurezza delle informazioni, ISO 27001 ha visto un

aumento del 20% a 27.536 certificati in tutto il mondo, mentre ISO 22000 per la

gestione alimentare e ISO / TS 16949 per il settore automobilistico sono stati

rispettivamente del 16 e del 9%.

L’edizione ISO Survey 2016 riporta complessivamente 1.106.356 certificati validi

per ISO 9001 (di cui 80.596 emessi alla versione 2015), con un incremento del 7%

rispetto allo scorso anno19. Sono stati registrati 346.189 certificati validi per ISO

14001 (di cui 23.167 emessi alla versione 2015), in crescita dell'8% rispetto allo

scorso anno. Sono stati registrati 20.216 certificati validi per ISO 50001 per la

gestione energetica (+ 69% rispetto allo scorso anno) e 4537 certificati validi per

ISO 20000-1 per la gestione del servizio nella tecnologia dell'informazione (+ 63%

rispetto allo scorso anno). La ISO 27001 ha la stessa crescita annua del 20% di

aumento annuale rispetto allo scorso anno, mentre l'ISO 13485 per i dispositivi

medici e ISO / TS 16949 per il settore automobilistico sono aumentati

rispettivamente del 13% e del 7%. L’edizione in esame ha aggiunto due nuovi

29

standard di sistema di gestione e segnatamente, il Sistema di Gestione ISO

39001:2012 per la sicurezza stradale (RTS) e ISO 28000: 2007, Specifiche per i

Sistemi di Gestione della sicurezza per la catena di approvvigionamento. Questo

porta il totale degli standard esaminati a 11.

Infine, l’analisi relativa all’anno 2016 rileva complessivamente 1.644.357 certificati

validi (degli 11 standard coperti dall'indagine), rispetto all'1.520.368 dell'anno

precedente, con un incremento dell'8%.

Dai trend positivi relativi ai Sistemi di Gestione oggetto di analisi, emerge che la

qualità, declinata nelle sue molteplici accezioni, resta una chiave di lettura

significativa per definire percorsi e strumenti che consentano ad un Paese un

significativo recupero di competitività. Le certificazioni, si configurano come veri

e propri strumenti della crescita, quasi strumenti di politica industriale.

É bene ricordare che, il clima di incertezza alimentato dai rapidi cambiamenti

economici e politici in atto nello scacchiere internazionale ha messo in crisi le

logiche liberiste che hanno, fino a questo momento, dettato l’agenda economica dei

paesi. L’inizio dei trattati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea

consegna il fu- turo dell’Europa ad un periodo di profondi e necessari cambiamenti

dai quali sarà necessario ripartire per definire una nuova governance con nuove

priorità. In tale contesto il modello economico basato sul libero scambio e, più in

generale, sulla standardizza- zione dei prodotti, fissando “regole comuni

volontarie”, non sembra però messo in discussione. Accreditamento e

30

certificazione, con ogni probabilità, continueranno ad essere un fondamentale

strumento di facilitazione dei flussi commerciali, necessario alla realizzazione delle

naturali dinamiche di mercato.

Il ruolo centrale dell’accreditamento e della normazione tecnica continuerà a trovare

sicura giustificazione nella naturale propensione ai mercati esteri delle imprese,

anche e soprattutto, italiane. La fiducia nel sistema di valutazione della conformità

a norme e standard nazionali e internazionali è testimoniata, a partire dalla

costituzione di ACCREDIA nel 2009, dalla costante crescita degli accreditamenti.

Accreditamento e normazione sono un valore per cittadini e imprese, ma anche uno

strumento a disposizione dei Governi per sviluppare politiche economiche e

industriali efficaci20.

20 Osservatorio Accredia 2017, “L’età dell’incertezza. Il mondo tra conflitti e protezionismo", area di ricerca ISPI,

Istituto per gli studi di ricerca di politica internazionale

31

1.4. Le certificazioni richieste per il mercato attuale

A conclusione dell’analisi relativamente ai sistemi di certificazione a norma ISO e

alla loro diffusione nel mercato globale in termini percentuali, l’indagine ISO

Survey pre- senta i suoi limiti nel momento in cui si vuole verificare per l’anno

2017 quali sono state le certificazioni più richieste dal mercato e che hanno

inevitabilmente riscontri anche per l’anno in corso.

Bisognerà attendere il prossimo Maggio 2018 per poter avere tali riscontri, in

quanto l’edizione ISO Survey 2017 sarà pubblicata in quel mese e per ora l’ultimo

obiettivo dichiarato sarà esclusivamente focalizzato al mercato italiano e sarà

analizzato da vari punti di vista: si metteranno in evidenza attraverso una analisi

Pest i macro trend mag- giormente rilevanti, in secondo luogo si prenderanno in

considerazione i contributi rilasciati nel corso degli incontri con la società di

consulenza che ha costeggiato l’intero lavoro di tesi e che permetterà di avere

maggiore consapevolezza su ciò che attualmente il mercato considera importante

per essere competitivi. Si metteranno in evidenza i principali benefici per le aziende

di adottare specifici Sistemi di Gestione.

Ebbene, il compito del metodo Pest è quello di prendere in considerazione tutto ciò

che fa parte del mondo che circonda l’azienda e in gergo economico viene

considerato dagli studiosi come il Macro ambiente. In modo più esplicito,

analizzare l’ambiente consiste nel valutare quali forze esterne e non controllabili

direttamente dal management agiscono sui sistemi organizzativi. Uno strumento

32

utile è appunto questo metodo, il quale studia l’ambiente politico, economico,

sociale e tecnologico. Queste quattro forze sono considerate dagli economisti alla

base per una corretta analisi delle forze operanti al di fuori della sfera d‘azione

dell’impresa21.

Il metodo Pest si presta ad essere utilizzato come un supporto da cui poter dare

prova dell’importanza reale per i sistemi organizzativi di implementare un Sistema

Di Gestione che tuteli l’impresa nel mercato globale e le conferisca opportunità per

essere efficiente e competitiva.

Alla luce dell’analisi del macro ambiente e dei contributi teorici offerti emerge

chiara- mente che una tra le certificazioni promettenti e richieste dal mercato è il

Sistema di Gestione Ambientale conforme alla ISO 14001, per il quale è previsto

una revisione normativa, contestualmente alla ISO 9001:2015.

La nuova ISO 14001 si inserisce nel quadro di tutte le nuove norme ISO per i

Sistemi di Gestione, caratterizzate da una struttura comune ed univoca, la

cosiddetta High Le- vel Structure (HLS), che prevede una identica sequenza e

denominazione dei punti norma/paragrafi e l’utilizzo della medesima terminologia,

per tutti gli standard di management oggi presenti ed adottabili, in modo che non

vi siano contraddizioni tra questi. I problemi ambientali diventano parte integrante

della gestione aziendale22.

21 Pellicelli AC., Marketing strategico e branding, Giappichelli Editore, Torino, p. 117. 22 Il sole 24 ore “Certificazioni UNI EN ISO 9001 e 14001, imprese chiamate al rinnovo entro settembre 2018” in

http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/newsStudiLegaliEOrdini/2017-11-08/certifica- zioni-uni-en-

iso-9001-e-14001-imprese-chiamate-rinnovo-entro-settembre-2018-165242.php.

33

POLITICA ECONOMIA SOCIETÀ TECNOLOGIA

Nuove elezioni marzo 2018

Strategia Europa 2020

Privacy, Nuovo Regolamento

Ue 679/2016

Legge di bilancio 2018(Stop

aumento Iva e accise, addi-

zionali regionali e provin-

ciali. Si confermano gli in-

centivi sugli acquisti con le

misure di super ammorta-

mento e iperammortamento.

Potenziata la nuova Legge

Sabatini per l’acquisto di

beni strumentali)

Nuova VIA (Valutazione im-

patto ambientale), D. Lgs.

104/2017

ANAC (nuovo codice degli

appalti)

Cyberbullismo, legge 29

maggio 2017 n°71

Prospettive di crescita

per l’economia italiana

Aumento del clima di fi-

ducia per le imprese e

consumatori

Mercato del lavoro in

crescita

Export italiano cresce del

7,3% rispetto al 2016

Crescita di uno stile di

vita sostenibile

Crescita del mercato

digitale in Italia

Aumento dell’e-com-

merce con un valore di

27,5 miliardi

La classe dei millenials

influisce sull’operato

delle imprese, le quali

necessitano di tenerla

in maggiore considera-

zione.

Crescente rilevanza del

ruolo delle donne nella

cultura europea.

Largo spazio al feno-

meno della sharing eco-

nomy.

Industria 4.0 (digital tran-

sformation che coinvolge

imprese ed organizzazioni,

tendenza all’automazione

industriale)

La quarta rivoluzione indu-

striale comprende un

bundle di tecnologie che si

aggregano in nuovi para-

digmi produttivi grazie ad

internet (IoT, Cloud, 3D

Printing, Cyber security,

Big Data)

Intelligenza artificiale

Realtà aumentata

Internet of Things

Chat robot

Ogni azienda definisce quindi degli obiettivi volontari, come in qualsiasi altro

ambito, il cui raggiungimento viene controllato dall'azienda stessa. In questo modo

le aziende vengono chiamate alla responsabilità personale e ad un approccio

preventivo nella tu- tela ambientale. La nuova norma ISO 14001 è focalizzata

34

maggiormente sugli aspetti ambientali lungo la catena del valore puntando molto

sulla valutazione dell'impatto ambientale, non solo delle attività all'interno

dell'organizzazione, ma anche di processi a monte e a valle (ad es. materie prime,

logistica, trasporti, processi affidati a terzi, etc). I due punti principali sono la

Valutazione dell'impatto ambientale nell’ambito del ciclo di vita dei prodotti e dei

servizi e la valutazione e controllo dei rischi e delle opportunità e il loro impatto

ambientale.

Alcune novità della ISO 14001:2015 possono essere lette ed interpretate come il

tentativo di ISO di sancire e richiedere ufficialmente alle organizzazioni

destinatarie un salto di qualità nell’applicazione della norma che è stato in molti

casi disatteso finora nelle prassi applicative, anche presso aziende già certificate

ISO 14001:2004.

In conclusione l’implementazione di questo schema di certificazione permette

all’azienda pubblica e privata, in quanto la ISO 14001 non fa differenza circa la

tipo- logia di impresa, di trarne dei vantaggi che di seguito si elencano23:

Riduzione dei costi connessi agli aspetti ambientali;

Riduzione dei rischi ambientali

Risolvere la gestione degli adempimenti normativi ambientali obbligatori;

Migliorare la competitività

23 Indagine CESQUA- ACCREDIA 2015, “Benefici, costi ed aspettative della certificazione ISO 14001 per le organizzazioni

italianefile:///C:/Users/utente/Downloads/6234_Indagine_ACCREDIA_CESQA_Organizzazioni_certificate_ISO_14001_

ed2015_completa.pdf.

35

Assicurare i clienti/utenti sull'impegno dell'azienda/ente per una efficace

gestione ambientale

Migliorare l'immagine dell'azienda/ente

Aumentare il valore di mercato dell'Azienda

Consente di accedere a finanziamenti agevolati sia comunitari che del

Ministero dell'Ambiente

Contribuisce alla riduzione dei costi assicurativi

Facilita il dialogo con le associazioni di consumatori, gli utenti, i cittadini, le

autorità

Riduce gli "incident" che implicano conseguenze amministrative, civili e

penali

Migliora l'efficienza ed il controllo dei "costi ambientali"

Risparmia in termini di materie prime ed energia

Agevola l'ottenimento di permessi ed autorizzazioni

In generale, l'azienda/ente che adotta un Sistema di Gestione Aziendale certificato ISO

14001 acquista maggiore credibilità nell'impegno ambientale, instaura un clima colla-

borativo con le istituzioni, con i cittadini, viene considerata parte integrante della poli-

tica ambientale del territorio.

La ISO 14001 lascia ora lo spazio ad un nuovo schema di certificazione e precisamente

la ISO 27001: Sistema di Gestione di Sicurezza delle informazioni, lo strumento, in-

ternazionalmente riconosciuto, attraverso il quale un'organizzazione può dimostrare di

essere capace di tutelare in modo globale il proprio patrimonio informativo e tale tutela

36

è una necessità per le aziende se si considerano i grandi passi in avanti fatti (digital

transformation) e le conseguenze purtroppo negative che essa comporta, come possono

essere le frodi e i reati informatici24.

Proseguendo in questa direzione, la certificazione ISO 27001 si inserisce nel quadro

della Prevenzione dei sistemi informatici da reati e frodi. La prevenzione, oggi, deve

essere considerata un investimento doveroso, in grado di abbattere i costi dei danni

causati dagli attacchi informatici.

Il miglioramento del livello di sicurezza è divenuto fondamentale per le aziende in

questa era di digitalizzazione che avanza velocemente in tutti i sistemi economico/so-

ciali. Il D.lgs. 231/2001 ha inserito tra i reati della responsabilità amministrativa delle

società (enti Giuridici), l’area di rischio dei reati informatici.

Nello specifico la legge 48/2008, nonché l’art 24 bis del D.lgs. 231/01 recante i “Delitti

informatici e trattamento illecito di dati”, hanno definito che i reati trasversali alla vita

aziendale, spesso sottovalutati sin dalla fase di analisi, possono essere commessi da

qualsiasi figura aziendale dotata di strumenti informatici e conoscenza, anche minima

in ambito informatico. Lo standard consente l’identificazione e l’aggiornamento co-

stante dei processi riguardanti il controllo della sicurezza fisica, logica ed organizza-

tiva, l’analisi dei rischi per l’identificazione delle misure idonee di sicurezza, la ge-

stione di opportune procedure e istruzioni operative frequentemente aggiornate, il mo-

nitoraggio dei processi aziendali.

24 ISO 27001 in http://services.accredia.it/news_detail.jsp?ID_NEWS=1232&areaNews=&GTem- plate=news.jsp

37

Le informazioni custodite con mezzi informatici rappresentano il capitale intellettuale

di un’azienda; sono uno strumento strategico per lo sviluppo e la tutela dell’organizza-

zione e la vita dell’azienda. La ISO 27001 è l’unico strumento per valutare attenta-

mente tutti i rischi per il business e le diverse tipologie di informazioni gestite, eviden-

ziando le aree in cui è necessario un miglioramento. Essa mira a garantire

- Riservatezza: le informazioni devono essere accessibili solo a chi è autorizzato

ad accedervi.

- Integrità: l’accuratezza e la completezza delle informazioni e dei processi corre-

lati alla loro trasmissione devono essere salvaguardate.

- Disponibilità: l’accesso alle informazioni e alle risorse correlate deve essere ga-

rantito a chi ne ha l’autorizzazione ogniqualvolta questi ne faccia richiesta.

I vantaggi legati all’adozione di un Sistema di Gestione della Sicurezza delle Infor-

mazioni sono molteplici:

- Possedere i requisiti di partecipazione a gare di appalto o qualificarsi nella ven-

dor list di grandi clienti;

- Conservare e proteggere le proprie informazioni;

- Prevenire l’accesso indesiderato da parte di terzi delle proprie informazioni;

- Rafforzare le interfunzionalità della sicurezza delle informazioni e la fiducia dei

propri Partner commerciali;

- Soddisfare le richieste degli Stakeholder (Azionisti, Legislatore, Clienti, Perso-

nale, Amministrazione e Comunità) dimostrando di affrontare e gestire il rischio,

garantendo la sostenibilità del business;

- Assicurare la protezione di segreti commerciali e del know-how aziendale.

38

A concludere l’elenco degli schemi di certificazione promettenti per il mercato globale

è la ISO 37001: il primo standard internazionale sui sistemi di gestione, progettato per

aiutare le organizzazioni a combattere il rischio di corruzione nelle loro operazioni e

lungo l’intera catena di fornitura. Lo standard riflette le best practice internazionali,

supportando le organizzazioni operanti in qualsiasi settore nella riduzione dei rischi

d’impresa e dei costi legati alla corruzione25. Si precisa come in Italia, la corruzione è

uno dei reati che spicca nel Catalogo dei Reati cui trova applicazione il D.lgs.

231/2001. La corruzione intesa come corruzione verso la Pubblica Amministrazione è

stato uno dei primi reati ad entrare a far parte del Decreto. Con la Legge Anticorruzione

del novembre 2012 tale reato è stato introdotto nel novero dei reati: “corruzione tra

privati”. Tale introduzione ha rappresentato una svolta sull’argomento spostando

l’attenzione dalle controparti pubbliche alla totalità delle controparti, siano esse

pubbliche o private. L’introduzione della Corruzione tra privati nel quadro normativo

rappresenta una vera e propria rivoluzione che rende necessaria una revisione dei

Modelli Organizzativi in essere, alimentando la necessità di adozione degli stessi.

Leggi nazionali e accordi internazionali (OCSE, ONU) vogliono contrastare il

fenomeno ma si dimostrano sfortunatamente insufficienti, pertanto le Organizzazioni

devono quindi contribuire proattivamente al contrasto della corruzione. É necessario

un approccio, basato su un vero e proprio “Sistema di Gestione” che sia orientato a

prevenire i fenomeni corruttivi sulla base di una specifica valutazione dei rischi e dei

costi associati. Si invoca una reale cultura dell’integrità, trasparenza e ri- spetto delle

25 ISO 37001 in http://uni.com/index.php?option=com_content&view=article&id=5674:sistemi-di-gestione- per-la-

prevenzione-della-corruzione-uni-iso-37001&catid=170&Itemid=2612

39

regole, che permette di arrivare sin dove la legge, da sola, non è sufficiente a risolvere

il problema della corruzione. A conferma di cui sopra, gli stessi Piani Triennali di

Prevenzione della Corruzione e il D.lgs. 231/01, istituiscono dei modelli organizzativi

per eliminare o limitare, all’interno di un’organizzazione, di qualunque dimensione, il

rischio di corruzione. Il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione, più

precisamente, è il principale strumento adottabile dalla PA e dalle Società, per favorire

il contrasto della corruzione e promuovere la legalità all’interno dell’Organizzazione.

Esso, fornisce una valuta- zione del diverso livello di esposizione degli uffici al rischio

di corruzione e indica gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio.

Il Sistema di Gestione ISO 37001 può offrire un utile supporto alle Organizzazioni che

devono definire e implementare il PTPC, in quanto può supportare le funzioni aziendali

nell'autoanalisi organizzativa, nella conoscenza sistematica dei processi svolti e dei

procedimenti amministrativi di propria competenza, nella programmazione unitaria dei

processi di riorganizzazione. Si precisa infine, che un Sistema di Gestione Anticorru-

zione ISO 37001 non rende un’organizzazione «immune» dalla corruzione, ma ne te-

stimonia l’impegno, a tutti i livelli:

- alla creazione di una diffusa cultura della legalità

- alla valutazione costante dei potenziali rischi di corruzione

- all’adozione di appropriate misure di controllo e presidi di prevenzione

- alla corruzione

Entrando nel merito dei benefici e dei vantaggi della norma ISO 37001, essi sono sia

benefici di sistema/gestionali, di governance/controllo interno, benefici legali ed

economici. Da un punto di vista gestionale, viene utilizzato un unico linguaggio che si

40

basa sulla piattaforma ANNEX SL, la stessa utilizzata per altri Sistemi di Gestione (es.

ISO 9001) e pertanto con l'implementazione della ISO 37001 si possono integrare di-

versi elementi (es. politica, riesame, ecc.) senza appesantire la struttura organizzativa.

I benefici in termini di governance sottendono il rafforzamento dei protocolli di con-

trollo già esistenti per la prevenzione della corruzione attiva verso la PA/privati e/o

corruzione passiva all’interno della PA, unitamente al rafforzamento dei protocolli di

controllo 231 sulle c.d. "Third parties" (es. agenti, distributori, spedizionieri, etc). Dal

punto di vista della competitività delle Organizzazioni, la Certificazione ISO 37001

diventerà sempre più un elemento distintivo non solo di tipo “etico”, ma anche di tipo

“sostanziale”. È infatti molto probabile che la conformità allo standard ISO 37001

diventerà un elemento distintivo per partecipare e aggiudicarsi gare e commesse. Per

quanto riguarda gli appalti pubblici, la Certificazione ISO 37001 faciliterà l’acqui-

sizione del Rating di Legalità, da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del

Mercato. La medesima certificazione faciliterà anche l’acquisizione del Rating di Im-

presa da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Dal punto di vista finanziario,

si potrà accedere ai vantaggi derivanti dal Regolamento dell’Autorità Garante per la

Concorrenza e per il Mercato sull’attribuzione del Rating di Legalità. Con la

Certificazione ISO 37001 si potrà dimostrare oggettivamente di possedere il requisito

utile al conseguimento del Rating di Legalità e cioè “di aver adottato modelli

organizzativi di prevenzione e di contrasto della corruzione”.

41

Capitolo 2 Il mercato dei Sistemi Organizzativi,

Operatori ed Utilizzatori

2.1 Gli Operatori dei Sistemi Organizzativi

Il presente capitolo, avrà il merito di analizzare gli Operatori dei sistemi organizzativi

che si interfacciano nel mercato globale, i quali assumono un ruolo strategico per lo

sviluppo di nuove politiche, per la sostenibilità e l’efficienza energetica, per la compe-

titività e l’internazionalizzazione delle imprese e che si configurano pertanto come va-

lidi strumenti di supporto per istituzioni, consumatori ed aziende, offrendo loro delle

reali garanzie sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti e servizi acquistati.

Tali garanzie si traducono in vere e proprie necessità soprattutto se si considerano set-

tori sensibili, nei quali deve essere assicurato il rispetto di principi di interesse generale

come la tutela della salute dei consumatori, la protezione dell’ambiente e non solo.

I consumatori a loro volta, richiedono sempre più la sicurezza e la qualità dei prodotti

che usano, dell'ambiente in cui vivono, l'affidabilità dei servizi sanitari, ed è importante

anche per imprese e autorità di regolamentazione confidare nella integrità e nella qua-

lità dei servizi forniti.

Ebbene, occorre in prima istanza definire chi sono gli Operatori dei sistemi organizza-

tivi, tracciando il profilo per ognuno di essi e in secondo luogo delineare quali sono le

azioni e funzioni riscontrabili dal loro operato.

42

Si entrerà pertanto nel merito, rispettivamente degli Enti di accreditamento, degli

Organismi di certificazione, ispezione e verifica e delle società di consulenza, mettendo

in luce i trend e gli sviluppi dei suddetti Operatori.

Si analizzerà la funzione di accreditamento, la quale ha raggiunto un considerevole

grado di sviluppo ed è ampiamente maturata la consapevolezza circa la necessità di un

riconoscimento formale del ruolo dell’accreditamento quale servizio di interesse

generale, avente carattere di pubblica autorità, e costituente l’ultimo ed autorevole

livello di controllo delle attività di valutazione della conformità svolte, sia a fini

economici e come tali regolate dal libero mercato, sia a scopi di tutela di interessi

pubblici generali e, pertanto, governate dalle leggi26.

Proseguendo nella trattazione, si analizzeranno i benefici dell’accreditamento per i

soggetti accreditati e il loro impatto per imprese, PA e consumatori.

Per ciò che concerne l’Ente di accreditamento, quest’ultimo può essere definito come

l’unico organismo nazionale autorizzato a svolgere attività di accreditamento, con il

fine di ad attestare la competenza, l’indipendenza e l’imparzialità degli organismi di

certificazione, ispezione e verifica e mediante un mutuo riconoscimento ogni paese del

mondo, membro di EA (European Accreditation), ha un suo ente di accreditamento con

regole proprie. L'European co-operation for Accreditation (EA), di cui sopra, è un ente

europeo avente lo scopo di promuovere l'armonizzazione delle regole e delle procedure

26 Sito istituzionale ACCREDIA, funzione di accreditamento in https://www.accredia.it/accreditamento/

43

dei sistemi di accreditamento volontario e di gestire accordi di mutuo ricono- scimento

tra gli enti di accreditamento.

L’equivalenza e l’affidabilità delle certificazioni coperte da accreditamento, perseguita

al fine di migliorare, facilitandoli, i rapporti economici della Comunità Europea ed In-

ternazionale, viene sancita fra i diversi Paesi da specifici Accordi di Mutuo Riconosci-

mento (MRA o MLA: Multilateral Agreement). Gli Enti di accreditamento membri di

EA (European Accreditation) possono diventare firmatari degli MLA solo dopo es-

sere stati sottoposti, con esito positivo, a uno specifico e accurato processo di “valuta-

zione fra pari27”.

Tale valutazione si realizza attraverso la costituzione di gruppi di verifica

internazionali, composti dagli Enti di accreditamento membri di EA, aderenti al sistema

definito dai procedimenti e dalle regole per il mutuo riconoscimento stesso. La

continuità del principio di Mutuo Riconoscimento passa attraverso la qualificazione

degli Organismi di certificazione, la cui competenza, imparzialità, correttezza ed indi-

pendenza, è stata riconosciuta, mediante l’accreditamento, da un Ente firmatario dei

sopraddetti accordi. In Italia, l’organismo nazionale italiano di accreditamento è

Accredia, un ente pubblico con la maggioranza dei ministeri, che opera senza scopo di

lucro, sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico.

I compiti che gli fanno capo sono quelli di controllare e regolamentare il mercato delle

certificazioni in Italia, controllare quindi l’operato degli enti di certificazione al fine

27 Sito istituzionale European Accreditation in http://www.european-accreditation.org/

44

che venga mantenuto l’indipendenza degli stessi, individuare le attività di valutazione

della conformità per le quali è competente ad effettuare l’accreditamento, rinviando,

alle pertinenti legislazioni e norme tecniche comunitarie o italiane.

Per l’accreditamento di organismi di valutazione della conformità operanti in settori

per i quali la specifica normativa vigente prevede l’accreditamento da parte di uno o

più Ministeri, l’organismo nazionale italiano di accreditamento si dota di strumenti or-

ganizzativi che consentano adeguata partecipazione alle attività di accreditamento da

parte dei predetti Ministeri. I ministeri concertanti sono:

Sviluppo economico

Interno

Politiche agricole alimentari e forestali

Ambiente e tutela del territorio e del mare

Infrastrutture e trasporti

Lavoro e politiche sociali

Salute

Istruzione, università e ricerca

Difesa

L’output che ci si aspetta da tale organismo è quindi il rilascio di certificati di accredi-

tamento per valutazioni di conformità anche in ambito regolato da specifiche

prescrizioni normative, su incarico dell’amministrazione pubblica competente in base

alle norme vigenti e fermo il rilascio da parte di tale pubblica amministrazione del

provvedimento di autorizzazione finale eventualmente previsto.

45

Si può definire la funzione di Accreditamento, come una attestazione che certifica che

un determinato organismo di valutazione della conformità soddisfa i criteri stabiliti da

norme armonizzate e, ove appropriato, ogni altro requisito supplementare, compresi

quelli definiti nei rilevanti programmi settoriali, per svolgere una specifica attività di

valutazione della conformità. L'accreditamento a ben vedere, riguarda tutti i settori di

produzione e servizio con cui gli utenti si confrontano quotidianamente, perché ogni

tipo di attività può essere sottoposto a valutazione, dalle costruzioni all'energia,

dall'ambiente ai trasporti, dalla sanità alla formazione, etc.

Per le aziende operare in regime di produzione certificata, fa sì che si elimini la neces-

sità di essere riconosciute in ogni singolo paese in cui esportano i loro prodotti o, an-

cora, di dover essere valutate direttamente dai propri clienti, ed è facile intuire come

tale approccio, abbatta barriere commerciali e costi, agendo quale una sorta di “passa-

porto per gli scambi” sia in Europa, sia nel Mondo.

Si entra ora nel merito della definizione dei profili di altri soggetti che si qualificano

come Operatori dei sistemi organizzativi, ovvero gli Organismi di certificazione, ispe-

zione e verifica, nonché enti indipendenti che hanno le competenze per verificare la

conformità di prodotti e servizi ai requisiti standardizzati a livello nazionale e interna-

zionale. Se si prendono in considerazione le funzioni prettamente operative dei singoli

Organismi si evidenzia che, gli organismi di certificazione sono incaricati di verificare

in maniera trasparente, neutrale e indipendente la rispondenza di un sistema di gestione

o di un prodotto ad una norma di riferimento unitamente al rilascio della relativa certi-

ficazione.

46

Le certificazioni sono rilasciate dagli organismi accreditati ai sensi delle norme

ISO/IEC 17021-1 per i sistemi di gestione, ISO/IEC 17065 per i prodotti e servizi,

ISO/IEC 17024 per le persone.

Le certificazioni dei sistemi di gestione, assicurano che il sistema implementato da

un’organizzazione, pubblica o privata, di qualsiasi settore, sia conforme agli standard

vigenti. Esso può riguardare la gestione della qualità, delle questioni ambientali e della

sostenibilità degli eventi, della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, della sicurezza

delle informazioni e dei servizi informatici, dell’energia, della sicurezza nella catena

della fornitura, del business continuity e della sicurezza alimentare28.

Per l’azienda ottenere questo tipo di certificazione significa rendere il proprio sistema

di gestione efficace ed efficiente, un volàno per l’innovazione nell’ambito dei processi

e dell’organizzazione aziendale. Il possesso di un certificato di sistema di gestione

conferisce all’azienda autorevolezza, credibilità e affidabilità sul mercato, offrendo uno

strumento per distinguersi dai competitor e accedere in via privilegiata a mercati rego-

lati e bandi di gara.

Le certificazioni di prodotti e servizi, riguardano invece un bene, un servizio o un

processo produttivo. La valutazione della conformità riguarda solo alcune

caratteristiche dell’oggetto, in particolare quelle contenute nella norma o specifica

tecnica di riferi- mento. Poiché viene valutato il processo di fabbricazione del bene o

di fornitura del servizio, il giudizio positivo e la fiducia nella sua conformità si

28 Sito istituzionale ACCREDIA, funzione di accreditamento in https://www.accredia.it/accreditamento/

47

estendono nel tempo. Attraverso il certificato, il produttore o fornitore può dimostrare

al mercato la propria capacità di ottenere e mantenere la conformità dei prodotti

realizzati o dei servizi erogati. A tal fine viene usato il marchio di conformità, che viene

apposto sulla confezione del prodotto o altri supporti.

Le certificazioni di persone, infine, attestano il possesso e il mantenimento nel tempo

delle abilità e delle competenze che rendono i professionisti idonei a svolgere

determinate attività. Il certificato di conformità rappresenta il riconoscimento formale,

da parte di un organismo di parte terza indipendente rispetto al professionista valutato,

dei re- quisiti necessari per poter operare con competenza in un determinato settore di

attività. Le certificazioni delle figure professionali sono uno strumento primario alla

base dei processi di costruzione della qualità e le stesse motivano il professionista ad

acquisire, mantenere e migliorare con continuità, nel tempo, le necessarie competenze.

Gli organismi di ispezione, sono enti accreditati che consentono di valutare la confor-

mità, in un dato momento, di un prodotto, servizio, processo o impianto a requisiti

specifici, o, secondo il giudizio dell'ispettore, a requisiti di carattere generale.

L’ispezione, può essere definita una sorta di istantanea che fotografa lo stato di con-

formità, e comprende indagini mirate come controlli, misure o test funzionali su

prodotti, esami documentali di specifiche, comparazione dei risultati con alcuni

requisiti particolari o con le best practice del settore.

48

L’attività ispettiva riguarda una molteplicità di settori merceologici, dalle costruzioni

all’agroalimentare, e può essere predisposta su iniziativa del produttore stesso, del

cliente, dell’utilizzatore, o di altre parti, incluse le Autorità.

Essa viene condotta secondo i parametri della quantità, qualità, sicurezza, adeguatezza

allo scopo, tenendo conto della conformità, nel tempo, dei macchinari o dei sistemi in

esercizio. Può riguardare tutte le fasi di vita dei prodotti, dei servizi o degli impianti,

compresa quella della progettazione.

Gli organismi di verifica e convalida, attraverso il loro operato, misurano l'esattezza e

la conformità delle dichiarazioni delle imprese sulle emissioni dei gas a effetto serra,

valutando la conformità normativa e regolamentare dei servizi, dei prodotti e dei pro-

cessi di un’organizzazione, in termini di qualità, salute e sicurezza, salvaguardia

dell’ambiente e responsabilità sociale. Sono uno strumento riconosciuto, anche dalla

normativa europea, per il controllo delle emissioni, attraverso la verifica da parte di

organismi accreditati ai sensi delle norme ISO 14064 e ISO 14065 delle attività di

monitoraggio, rendicontazione e conteggio effettuate dalle imprese.

Suddette attività si inseriscono in uno scenario connotato da forti cambiamenti clima-

tici, che a ben vedere rappresentano una delle principali sfide da affrontare nei prossimi

decenni e una priorità della strategia Europa 2020 al fine di tutelare un aspetto a forte

impatto sociale. Le verifiche e le convalide accreditate, si muovono in questa direzione

di tutela, contribuendo a promuovere lo sviluppo sostenibile, la riduzione del rischio e

l’ottimizzazione delle performance.

49

Tra gli Operatori dei sistemi organizzativi, rientrano infine le società di consulenza, le

quali a loro volta, confluiscono nel macro settore del management consulting,

connotato quest’ultimo da trend positivi, sanciti in un + 8%, accelerando in tal modo

la cre- scita registrata nel 2015 (+6,9%)29.

Il fatturato complessivo del Management Consulting nel 2016 è stato di circa 3,8 mi-

liardi di euro, con un’incidenza sul PIL pari allo 0,23% e a tal riguardo, risulta interes-

sante quantificare il peso che le società di consulenza assumono sul totale del settore.

Questo riscontro, può emergere se si confronta il dato relativo al fatturato complessivo

cioè 3, 8 miliardi di euro con il volume di affare degli operatori nel settore delle certi-

ficazioni. Sulla base di alcuni passaggi che di seguito si mettono in evidenza, si evince

che esso è di circa 380 milioni. Quest’ultimo è un valore complessivo calcolato sulla

base delle aziende attualmente certificate, che stando a quanto riportato dalle banche

dati Accredia, supera le 87000 unità30.

Si stima inoltre, grazie al contributo di esperti del settore della consulenza, che il costo

medio di una certificazione annua sia di 4370 euro con le seguenti voci di costo:

incidenza costo annuo Accredia pari a 220 euro annuo (dato ottenuto dal rapporto tra

il conto economico Accredia e le aziende certificate), incidenza costo annuo dell’ente

di certificazione pari a 1900 euro e 2250 euro, incidenza costo annuo della consulenza,

29 Nuovo rapporto 2017- Osservatorio sul Management Consulting in http://www.assocon-

sult.org/uploads/pages/attachments/28_osservatorio-2017-low.pdf 30 Banche dati ACCREDIA, statistiche delle organizzazioni/aziende certificate, in http://services.accre-

dia.it/db_context.jsp?ID_LINK=1740&area=310

50

assumendo che il costo di una consulenza re- lativa alla certificazione sia compresa tra

i 1500,00 e 2500,00 euro31.

Si ricorda che tutti i seguenti dati riportati sono dei valori medi di mercato e non dati

assoluti e che gli stessi permettono di capire il peso che assumono questi operatori

all’interno del mercato. In termini percentuali, dal rapporto dei due macro valori, si

ricava un +1,4%, un dato sicuramente positivo per le società di consulenza nel solo

settore delle certificazioni.

Un esempio che denota l’importanza di questi operatori e che è in linea con questa

chiave di lettura è la crescita dei servizi di consulenza a supporto della digitalizzazione.

Più che mai le imprese, nella cosiddetta era della digital transformation, hanno bisogno

di tutelare il proprio patrimonio informativo per conservare e proteggere le proprie in-

formazioni, per prevenire l’accesso indesiderato da parte di terzi, per rafforzare le in-

terfunzionalità della sicurezza delle informazioni e la fiducia dei propri Partner

commerciali, per soddisfare le richieste degli Stakeholder (Azionisti, Legislatore,

Clienti, Personale, Amministrazione e Comunità) dimostrando in tal modo di affrontare

e ge- stire il rischio, garantendo la sostenibilità del business e la protezione di segreti

com- merciali e del know-how aziendale32.

A valle delle definizioni dei singoli profili delineati, in questo caso, bisogna mettere in

luce che mentre l’organismo nazionale di accreditamento (Accredia per l’Italia) e gli

31 Fonte: Dichiarazioni rilasciate da consulenti esperti 32 Il sole 24 ore http://www.assoconsult.org/uploads/press/43_20170619-il-sole-24-ore_la-consulenza-accel- lera-con- la-

spinta-del-digitale.pdf

51

Organismi di certificazione, ispezione, verifica e convalida si qualificano come Ope-

ratori necessari con il compito di conferire al mercato globale una politica improntata

alla qualità e trasparenza, alla sana competizione, alla crescita sostenibile, all’aumento

di immagine e reputazione; le società di consulenza non si possono definire necessarie,

in quanto esse sono chiamate ad operare solo in caso di necessita da parte delle imprese

che devono avviare il processo di certificazione in qualità di supporto

all’implementazione delle procedure alla formazione del personale e audit interni.

La crescita della consulenza relativamente al settore delle certificazioni può essere si-

curamente un dato positivo, in quanto attesta la volontà da parte delle imprese private,

organizzazioni pubbliche e professionisti di inseguire la strada della certificazione per

svariati ed importanti motivi come il distinguersi dai competitor, accrescere la propria

visibilità e reputazione, valorizzare la propria offerta di beni e servizi e cercare nuove

opportunità di business anche sui mercati esteri. Bisogna chiedersi quante sono le

aziende che effettivamente inseguono questa strada e che hanno bisogno di essere cer-

tificate. Una prima analisi in questa direzione può essere fatta, considerando che la

struttura di questo settore (società di consulenza relativamente alle certificazioni) e il

suo potenziale sviluppo è inevitabilmente connesso alla struttura e alle dimensioni delle

imprese attive sul territorio italiano.

Spiegando meglio quanto appena affermato, si evince che l’Italia, è caratterizzata dalla

presenza di una miriade di micro imprese, che per la loro stessa natura si caratterizzano

da un numero di addetti relativamente basso e a ben vedere, la struttura del settore della

consulenza riflette inevitabilmente questa caratteristica di fondo.

52

Anche i risultati del 9° Censimento generale dell'industria e dei servizi confermano le

caratteristiche del nostro sistema produttivo, visto come una struttura dimensionale

fortemente frammentata e una dimensione media tra le più basse d'Europa33.

Questo approfondimento, in particolare, focalizza l'attenzione sulle imprese con 3-9

addetti (circa 837 mila, pari al 19% di tutte le imprese dell'industria dei servizi, e

occupano oltre il 23% degli addetti (3,8 milioni)34.

Ai fini della domanda di ricerca di cui sopra, 837 mila è il numero di imprese che

potenzialmente non è interessata al settore delle certificazioni, in quanto la consulenza

relativa alle certificazioni è infatti richiesta in misura maggiore da imprese di modeste

dimensioni e con una soglia minima di addetti pari a dieci-diciannove.

A conferma di ciò, si può ben evidenziare che quasi come una risposta fisiologica, le

piccole imprese, intese in termini di classi di addetti e di dimensioni, non hanno bisogno

di essere organizzate e quindi certificate non essendo dei veri e propri Sistemi

Organizzativi. In conclusione, il parametro evidenziato e segnatamente la dimensione

del sistema impresa ha una notevole influenza sulla crescita delle società di consulenza

relativamente al settore delle certificazioni e sull’andamento delle stesse. Questi due

aspetti sono tra di loro connessi, anche perché sono soprattutto le aziende più grandi e

con fatturati maggiori a spendere in consulenza ed a essere supportati nei loro processi

organizzativi, mentre le imprese più piccole o non ne hanno bisogno o la considerano

33 Fonte ISTAT, “Risultati del 9° Censimento generale dell'industria e dei servizi”. Documento disponibile in

https://www.istat.it/it/files/2013/07/Fascicolo_CIS_PrimiRisultati_completo.pdf 34 Ivi, Pag. 12.

53

una spesa discrezionale e rinviabile. Se in un primo momento l’attenzione si è rivolta

sul numero di aziende potenzialmente non interessate alla certificazione, in quanto non

costituenti dei veri e propri sistemi organizzativi per dimensioni strutturali e classi di

addetti, ci si presta ad analizzare infine l’altra faccia della medaglia, ovvero le aziende

potenzialmente interessate ad inseguire la strada della certificazione. Il supporto di cui

ci si avvale per avere una risposta attendibile è dato dalla consultazione dell’archivio

statistico delle imprese attive, il quale rende disponibile i dati sulle unità locali delle

imprese e i relativi addetti.

Dalla seguente consultazione, emerge che, le imprese attive nell’industria e nei servizi

di mercato sono 4,3 milioni e che il contributo delle micro imprese al sistema

produttivo è rilevante, dal momento che rappresentano il 95,4% delle imprese attive e

il 47,1% degli addetti complessivi. Tale contributo è risultato rilevante anche per una

comprensione e consapevolezza circa il numero elevato di aziende che non necessitano

di essere certificate35.

Se si considerano ora le imprese attive con classi di addetti compresi tra un range di

10-19 e 250 e più; le imprese che potenzialmente possono essere interessate ad

intraprendere la strada della certificazione, emerge che il totale delle aziende

certificabili è pari a 212.722. Se si confronta il dato emerso, ottenuto dalla somma del

totale delle imprese per le classi di addetti ritenute rilevanti ai fini dell’analisi, con il

numero di aziende attualmente certificate pari ad 87000, si evince che esse

35 Fonte: Archivio statistico imprese italiane.

54

rappresentano il 41% del totale. Un dato sicuramente positivo, ma che dimostra anche

che il mercato della certificazione viaggia ancora su cifre relativamente piccole, se si

tiene conto del nu- mero complessivo di aziende in Italia.

Allo stesso tempo il potenziale di mercato è consistente, soprattutto se si considera il

forte apprezzamento che le aziende esprimono nei confronti della certificazione, la

quale viene considerata come una delle principali leve strategiche per operare nella fase

di crisi. In Italia la ISO 9001 è la forma di certificazione più diffusa e si conferma

quindi come un importante apripista che consente agli organismi di certificazione pra-

tiche di cross selling (ovvero la vendita di più servizi) e capace soprattutto di diffondere

una maggiore cultura della qualità nel sistema produttivo.

2.2. Gli Operatori dei Sistemi Organizzativi

Accredia è l'Ente designato dal governo italiano ad attestare la competenza, l'indipen-

denza e l'imparzialità degli organismi e dei laboratori che verificano la conformità dei

beni e dei servizi alle norme.

Ogni paese Europeo ha il proprio Ente Unico di accreditamento, che opera in linea con

quanto stabilito dal Regolamento CE n. 765/2008 e dalla norma internazionale ISO/IEC

17011. Il regolamento in questione pone norme in materia di accreditamento e

vigilanza del mercato per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti e che

abroga il regolamento (CEE) n. 339/93" pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell'Unione

55

Europea il 13 agosto 2008 (L 218/30 IT).

Accredia è un’Associazione riconosciuta,

senza scopo di lucro, che opera sotto la

vigilanza del Ministero dello sviluppo

economico e che rappresenta tutti i soggetti portatori di interesse nelle attività di accre-

ditamento, dalle Pubbliche Amministrazioni ai soggetti accreditati, dalle organizza-

zioni d’impresa ai consumatori36. Essa è organizzata in tre dipartimenti cui fanno

riferimento i soggetti che operano nei diversi settori della valutazione della conformità

e segnatamente essi sono suddivisi nel seguente ordine: Dipartimento di certificazione

e ispezione, il quale si occupa dell’accreditamento di: Organismi di certificazione,

Organismi di ispezione, Organi- smi di verifica e convalida. A seguire ci sono i

laboratori di prova, i quali si occupano dell’accreditamento di laboratori di prova,

laboratori medici e prove valutative inter laboratorio. L’ultimo dipartimento di cui si

avvale Accredia è quello relativo ai laboratori di taratura, il quale si occupa

dell’accreditamento di laboratori di taratura, produttori di materiali di riferimento,

laboratori di misura di riferimento in ambito medico37.

La validità e l’affidabilità dei servizi accreditati possono essere verificate attraverso i

documenti accompagnatori, che devono essere rilasciati dagli organismi e dai labora-

tori che svolgono le corrispondenti attività di valutazione. Si elencano i documenti ac-

compagnatori di cui sopra:

36 Sito istituzionale ACCREDIA in http://services.accredia.it/db_context.jsp?ID_LINK=1740&area=310 37 Servizi accreditati da Accredia in https://www.accredia.it/servizi-accreditati/

56

- certificati di conformità, rilasciati dagli organismi di certificazione;

dichiarazioni di verifica, rilasciate dagli organismi di verifica e convalida;

- rapporti di ispezione, rilasciati dagli organismi di ispezione;

- rapporti di prova, rilasciati dai laboratori di prova;

- rapporti di analisi, rilasciati dai laboratori medici;

- rapporti di prove valutative inter laboratorio, rilasciati dagli organizzatori di

prove valutative;

- certificati di taratura, rilasciati dai laboratori di taratura;

- fogli informativi di prodotto e certificati di materiali di riferimento, rilasciati dai

produttori di materiali di riferimento;

- certificati di misura di riferimento in ambito medicale, rilasciati dai laboratori di

misure di riferimento.

Per le imprese, la scelta di avvalersi dei servizi degli organismi e dei laboratori accre-

ditati è generalmente volontaria, ma è in continuo aumento il numero dei settori per i

quali è la normativa nazionale ed europea a richiedere la verifica della conformità dei

propri prodotti o servizi per poter accedere a bandi di gara per l’assegnazione di

forniture, lavori e servizi in ambito pubblico e privato.

L’ambito obbligatorio, comporta ad ogni modo che determinate categorie di prodotti e

servizi possono circolare sul mercato solo dopo aver superato la verifica di conformità

di un organismo o un laboratorio accreditato, come nel caso di prodotti marcati CE,

prodotti agroalimentari, servizi ambientali e per l’efficienza energetica. Un numero

57

crescente di bandi di gara prevede come requisito di partecipazione il possesso di una

valutazione della conformità rilasciata sotto accreditamento.

Accredia, in qualità di Ente di parte terza indipendente, verifica che gli operatori

rispettino specifici parametri e segnatamente: la competenza, l’imparzialità, l’indipen-

denza, affidabilità tecnica.

La competenza è un fattore connesso all’esperienza e alla preparazione tecnica e

professionale del personale dell’organismo o laboratorio, le quali sono verificate in

funzione degli specifici settori operativi.

L’imparzialità mira ad accertare l’effettiva terzietà, in particolare degli organismi di

certificazione e ispezione, a garanzia dell’oggettività ed equità delle valutazioni.

L’indipendenza è legata agli ispettori e ai soggetti deputati a rilasciare la certificazione,

i quali devono dimostrare l’assenza di conflitti di interesse rispetto all’organizzazione

da certificare.

Gli ispettori dell’Ente verificano regolarmente il rispetto delle regole obbligatorie e

delle norme volontarie da parte degli organismi e dei laboratori che richiedono l’accre-

ditamento per rilasciare certificazioni ed effettuare ispezioni e verifiche, prove e tara-

ture. Le verifiche sono istruite e gestite da ispettori ed esperti qualificati da Accredia

nelle specifiche aree di competenza. Il personale altamente specializzato adotta

procedure codificate e costantemente monitorate. La metodologia di verifica si

caratterizza per:

rigore: con riferimento alle procedure applicate, ai metodi, ai criteri di valuta-

58

zione, ai sistemi di controllo;

flessibilità: nell’approccio pragmatico, che tiene conto delle caratteristiche spe-

cifiche del singolo organismo o laboratorio che presenta domanda di accredita-

mento.

L’ultimo parametro controllato da Accredia è l’affidabilità tecnica, in base alla quale,

i laboratori e le attrezzature utilizzate per le tarature degli strumenti di misura e per le

prove tecniche sui prodotti sono controllati per verificare la correttezza e l’attendibilità

dei risultati.

É doveroso portare alla luce l’importante ruolo che il sistema di accreditamento italiano

svolge nel mercato globale. Accredia, infatti è membro delle reti internazionali degli

Enti di accreditamento che assicurano l’equivalenza sul mercato globale delle verifiche

svolte dagli organismi e dai laboratori accreditati.

Essa è inoltre firmataria dei relativi Accordi internazionali di Mutuo Riconoscimento,

gestiti dalle reti internazionali degli Enti di accreditamento EA, IAF e ILAC, grazie al

superamento di un processo di valutazione inter pares.

Per tutte le attività di accreditamento Accredia è firmataria degli Accordi: EA MLA –

Multilateral Agreements; IAF MLA – Multilateral Agreements; ILAC MRA – Mutual

Recognition Arrangements.

Il marchio di accreditamento di un Ente firmatario apposto sul rapporto di prova o di

ispezione, o sul certificato di conformità o di taratura, agisce infine come passaporto

sui mercati internazionali. In virtù della presenza di tale marchio, un prodotto, un ser-

59

vizio, o una determinata professionalità possono circolare senza bisogno di ulteriori

test, ispezioni o verifiche.

L’appartenenza di Accredia alle reti mondiali ed europee di accreditamento garantisce

la conformità del suo modus operandi agli standard internazionali e l’uniformità delle

sue procedure a quelle applicate dagli altri Enti. Essa favorisce altresì la condivisione

delle best practice e rappresenta un’opportunità di confronto e di costante migliora-

mento. In conclusione, l'accreditamento è garanzia di:

Imparzialità: rappresentanza di tutte le Parti interessate all'interno dell' Organi-

smo/Laboratorio.

Indipendenza: gli auditor e i comitati preposti al rilascio della certificazione/rap-

porto garantiscono l'assenza di conflitti di interesse con l'organizzazione da cer-

tificare.

Correttezza: le norme europee vietano la prestazione di consulenze sia diretta-

mente che attraverso società collegate.

Competenza: l'accreditamento attesta in primo luogo che il personale addetto

all'attività di verifica sia culturalmente, tecnicamente e professionalmente quali

L’accreditamento si qualifica pertanto come una attività di rilevanza sociale ed

econo- mica che dà fiducia al mercato e, la credibilità degli organismi e dei

laboratori, unita- mente alla fiducia nelle attestazioni che essi rilasciano,

(certificati di conformità e di taratura, rapporti di prova e di ispezione) sono alla

base del funzionamento del mercato.

60

É grazie all’accreditamento, che organismi e laboratori possono valutare in maniera

competente, indipendente e imparziale il sistema di un’organizzazione, la prestazione

di un servizio, i requisiti di qualità e sicurezza di un prodotto.

Ad ogni modo, il sistema internazionale della valutazione di conformità è stato indicato

dall’Unione europea come lo strumento preferenziale dei Governi per garantire la si-

curezza e la qualità di beni e servizi, anche perché basato sul meccanismo delle valu-

tazioni inter pares tra Enti di accreditamento.

La fiducia nel sistema di valutazione della conformità e, dunque, la sua credibilità, è

testimoniata dall’andamento degli accreditamenti, in costante crescita negli ultimi anni,

anche come conseguenza dell’avvio di nuove attività di accreditamento, come la certi-

ficazione del sistema di gestione secondo la norma ISO 37001 per la prevenzione della

corruzione. La domanda di accreditamento, per tutti gli schemi e i settori gestiti da

Accredia, può essere presentata dagli organismi e dai laboratori che rilasciano servizi

di valutazione della conformità di beni e servizi.

L’accreditamento viene concesso agli operatori di valutazione della conformità che a

conclusione di un percorso di verifica regolare e approfondito risultino in possesso dei

requisiti previsti dalle norme armonizzate, dai documenti e dai regolamenti applicabili

allo specifico schema e settore di attività.

Una volta accreditati, gli organismi e i laboratori possono rilasciare sul mercato, certi-

ficati di conformità e di taratura, dichiarazioni di verifica, rapporti di prova, di analisi

e di ispezione con il marchio di accreditamento Accredia.

61

L’iter di accreditamento è scandito da fasi ben precise: una prima fase di verifica ini-

ziale, in cui Accredia, accerta il rispetto dei requisiti normativi e delibera il rilascio

dell’accreditamento: l’organismo o laboratorio è ufficialmente accreditato e può utiliz-

zare il marchio Accredia quale elemento di garanzia per il mercato38.

L’accreditamento dura quattro anni, periodo in cui, Accredia svolge verifiche periodi-

che per controllare il mantenimento nel tempo degli standard di competenza, indipen-

denza, imparzialità e affidabilità tecnica. Se l’organismo o laboratorio risulta irregolare

durante una verifica, Accredia può ridurre, sospendere o revocare il suo accredita-

mento. Un’altra importante fase è costituita dal rinnovo dell’accreditamento: a conclu-

sione del ciclo di accreditamento, Accredia procede al rinnovo con una nuova verifica

generale. È bene ricordare che la corretta diffusione del marchio di accreditamento è

fondamentale per valorizzare l’attività di valutazione della conformità degli organismi

e dei laboratori accreditati, e per promuovere l’affidabilità delle certificazioni, delle

ispezioni, delle verifiche, delle prove e delle tarature.

Gli organismi di certificazione, ispezione e verifica, in particolare, sono invitati a porre

in atto tutte le iniziative utili a sostenere l’uso del marchio Accredia nella versione

combinata con il proprio marchio presso i loro clienti, soprattutto nel caso di Enti e

imprese di maggiore visibilità e rilevanza sociale.

38 Iter di accreditamento in https://www.accredia.it/accreditamento/percorso-di-accreditamento/

62

L’obiettivo è accrescere e diffondere la consapevolezza del valore dell’accredita-

mento e sostenere Accredia nell’attività di comunicazione del proprio ruolo e della

propria funzione a garanzia della competenza degli organismi e dei laboratori.

Attraverso una costante attività di sorveglianza sull’attività degli organismi e dei labo-

ratori accreditati, Accredia garantisce in maniera continuativa il valore e l’affidabi- lità

dei servizi di certificazione, ispezione e verifica, prova e taratura da questi rilasciati sul

mercato. Gli organismi e i laboratori accreditati sono sottoposti a verifiche periodi- che

pianificate, anche successivamente al rilascio del certificato, per assicurare che i

requisiti di conformità attestati con l’accreditamento continuino ad essere rispettati.

In caso di inadempienza di un organismo o di un laboratorio rispetto ai requisiti richie-

sti per l’accreditamento, Accredia interviene con sanzioni di diversa entità, a seconda

della gravità dell’anomalia riscontrata.

Infine, qualora un organismo o un laboratorio ravveda irregolarità nel comportamento

di Accredia, rispetto a una decisione della Direzione o all’operato dei Comitati Setto-

riali di Accreditamento, si applica la disciplina dei ricorsi.

63

2.3. I benefici dell’accreditamento per i soggetti accreditati ed utilizzatori finali

L’accreditamento offre benefici tangibili a tutti i soggetti che si affidano ai servizi ac-

creditati, apportando vantaggi concreti all’intero sistema socio-economico, dalle

istituzioni alle imprese, ai consumatori39.

I benefici per i soggetti accreditati (organismi e laboratori) sono essenzialmente inscri-

vibili nell’acquisizione del maggior grado di reputazione e performance.

Un buon grado di reputazione fa sì che servizi degli organismi e dei laboratori accre-

ditati vengano richiesti in un crescente numero di settori, dal manifatturiero

all’agroalimentare, dal chimico al meccanico, da parte di imprese, organizzazioni

pubbliche e consumatori, sia a livello nazionale che internazionale, per scelta

volontaria o per obbligo di legge. In secondo luogo, un aspetto importante e

direttamente proporzionale ad aumentare il livello di performance è rintracciato nel

meccanismo della sorveglianza periodica, attraverso il quale, l’accreditamento

permette agli organismi e ai laboratori di monitorare la propria competenza e la propria

conformità alle norme, e offre un benchmark per continuare a migliorare le proprie

prestazioni e dimostrare l’elevata qualità del proprio lavoro. I benefici che invece le

istituzioni, le imprese e i consuma- tori, possono ricavare dell’accreditamento sono

rappresentati dai vantaggi che essi acquisiscono quando scelgono di affidarsi ai servizi

di valutazione della conformità rilasciati dagli organismi e dai laboratori accreditati.

39Benefici dell’accreditamento in https://www.accredia.it/accreditamento/benefici/

64

Più dettagliatamente, i benefici per le Pubbliche Amministrazioni sono sia il sup- porto

alla legislazione che la semplificazione dei controlli.

Ad ogni modo, l’applicazione degli standard internazionali di accreditamento e

valutazione della conformità riduce l’esigenza di legislazione nazionale aggiuntiva, ed

è complementare alla funzione di vigilanza del mercato s volta dalle Pub- bliche

Autorità. L’accreditamento consente di snellire l’iter burocratico, elimi- nando o

riducendo la necessità di controlli diretti nei confronti di organizzazioni pubbliche o

private che possiedono la certificazione, o che ricorrono ai servizi dei laboratori

accreditati. Inoltre, scegliere prodotti e servizi certificati e ispezionati da organismi

accredi- tati, e avvalersi di prove e tarature svolte sotto accreditamento assicura agli

Enti pubblici il pieno rispetto delle normative in tema di forniture per il settore pub-

blico. É interessante analizzare i benefici dell’accreditamento per le imprese che si

certificano, riscontrabili nella competitività e internazionalità.

A conferma di quanto appena detto, le imprese che scelgono di avvalersi della

certificazione accreditata per il sistema di gestione, per i prodotti o per i servizi, vedono

rafforzata la propria immagine in termini di reputazione e di affidabilità della propria

offerta commerciale. Esse risultano essere più incisive sul mercato, in virtù del

riconoscimento formale, da parte di un soggetto indipendente, di competenze e

procedure in linea con gli standard internazionali40.

40 Ibidem

65

Il riconoscimento internazionale dei servizi rilasciati dagli organismi e dai laboratori

accreditati permette alle imprese di espandere il business più agevolmente sui mercati

esteri, senza dover sottoporre i propri prodotti e servizi a verifiche e controlli aggiuntivi

nei Paesi di ingresso.

A valle dei benefici relativi all’accreditamento, si riscontrano quelli che ne derivano

per i consumatori, che sono essenzialmente riscontrabili in una garanzia di qualità, in

virtù del quale il certificato di conformità o di taratura, o il rapporto di prova o di

ispezione rilasciato sotto accreditamento, che accompagna un prodotto o un servizio,

attesta che il fornitore ha assolto tutti gli obblighi previsti per immettere sul mercato

un bene o un servizio affidabile e di qualità, secondo standard riconosciuti a livello

internazionale.

Un altro importante beneficio è insito nella riduzione dei rischi e in un maggior grado

di fiducia. Ciò è avvalorato dal fatto che il consumatore può fidarsi dei prodotti e dei

servizi certificati e testati dagli organismi e dai laboratori accreditati, perché soddisfano

stringenti requisiti di qualità e di sicurezza, e riducono i rischi associati al consumo.

A valle dei benefici riscontrati per i segmenti di mercato considerati, può risultare in-

teressante rilevare empiricamente una equivalenza tra i benefici sopradescritti per i

consumatori e imprese e il reale clima di fiducia degli stessi, positivo, e che sottende a

sua volta, una situazione di ripresa per l’economia italiana e attraverso il supporto delle

pubblicazioni economiche fornite della Banca D’Italia, si conferma quanto appena

66

assunto41. A ben vedere, il bollettino economico n°4/2017 suggerisce per l’economia

ita- liana una dinamica del prodotto robusta con una crescita attorno allo 0,5% e dal

lato dell’offerta l’attività ha continuato a espandersi nei servizi e nell’industria in senso

stretto, nelle costruzioni l’attività si è moderatamente ridotta, pur rimanendo superiore

ai livelli di un anno prima. L’indice del clima di fiducia dei consumatori è nettamente

migliorato grazie soprattutto all’andamento della componente relativa alla situazione

economica e alle attese future. Il clima di positività riscontrato, circoscrive sicuramente

il confine privilegiato per gli operatori dei sistemi organizzativi, i quali attraverso gli

strumenti in possesso e le competenze professionali possono offrire reali possibilità per

le imprese di essere competitive nel mercato globale.

2.4. L’accreditamento: trend e sviluppi normativi

Il settore in esame, connotato da trend positivi anche negli anni più severi della crisi

economica, evidenzia il progressivo consolidamento dell’accreditamento come

strumento per rendere più efficiente e sicuro il sistema economico degli scambi di beni

e servizi. La crescita degli accreditamenti in Italia è scandita da cifre positive che evi-

denziano in primo luogo che, tra il 2010 e il 2016 il numero degli accreditamenti ha

registrato una crescita del +39%, con un aumento da 1.629 a 1.676 organismi e labo-

41 Banca D’Italia, bollettino economico n°4/2017 in https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-

economico/2017-4/boleco-4-2017.pdf

67

ratori accreditati, e che circa il 70% degli accreditamenti rilasciati, riguardano certifi-

cazioni di prodotti e servizi, di sistemi di gestione per la qualità e ispezioni42.

Con specifico riguardo ai sistemi di gestione, emerge che sono cresciute, intorno al 3%,

le certificazioni di sistemi di gestione, rilasciate dagli Organismi accreditati ed analiz-

zando le tre tipologie rilevate (certificati, aziende e siti produttivi, ossia uffici, diparti-

menti o unità produttive delle aziende certificate), a dicembre 2016, la certificazione di

sistemi di gestione sotto accreditamento ha riguardato 87mila organizzazioni pub-

bliche e private, che detengono circa 113.900 certificazioni, e circa 143.600 siti azien-

dali. Tra questi ultimi, da segnalare la crescita dei sistemi di gestione per la sicurezza

delle informazioni UNI ISO 27001 (+24%), dei sistemi di gestione per la salute e sicu-

rezza sul lavoro (+9%) e ambientale (+6%).

Tra i 1.676 accreditamenti, inoltre, 342 sono relativi agli Organismi di certificazione,

ispezione e verifica, in crescita del 6% sul 2015. Aumenta altresì anche l’attività di

verifica sui soggetti accreditati balzata del 57% dal 2010 a oggi (e del 5% dal 2015)

raggiungendo 14mila giornate di valutazione.

I 342 organismi accreditati detengono complessivamente 590 accreditamenti, dal mo-

mento che molti soggetti operano in schemi diversi afferenti a quelli principali di cer-

tificazione, ispezione e verifica. L’aumento del numero di soggetti accreditati (+6%

rispetto al 2015) è coerente con l’incremento degli accreditamenti rilasciati nei vari

schemi, sempre +6% su base annua43.

42 Relazione annuale ACCREDIA 2016 in https://www.accredia.it/2017/05/12/relazione-annuale-accredia- 2016/ 43 Relazione annuale ACCREDIA 2016 in https://www.accredia.it/2017/05/12/relazione-annuale-accredia- 2016/

68

In altri termini, se aumentano gli organismi accreditati, o i settori accreditati, aumen-

tano le attività di valutazione della conformità accreditate. L’aumento delle certifica-

zioni emesse o conseguentemente del fatturato degli Organismi, significa che è aumen-

tato il numero delle certificazioni sotto accreditamento appunto perché sono aumentati

gli accreditamenti, e non è indice dell’aumento del numero delle certificazioni in asso-

luto in Italia. Se si guarda infatti al fatturato complessivo degli organismi accreditati si

evince un trend positivo con un +182%, ovvero oltre 2 miliardi per l’anno 2015, di cui

400 milioni derivante da attività accreditate44.

Questo dato però riflette l’aumento degli Organismi accreditati e del numero di schemi

di accreditamento, e non significa di per sé che il mercato della valutazione della

conformità abbia acquisito un ruolo maggiore. In ambito Europeo, l’Italia, occupa una

posizione di leadership in materia di accreditamenti e nel dettaglio, con 170 Organismi

accreditati da Accredia per rilasciare certificazioni di sistema di gestione per la qualità

e l’ambiente, essa guida la classifica dei 35 Enti di accreditamento aderenti a EA.

L’Italia, inoltre, con 202 accreditamenti è seconda, dopo la Germania, per numero di

Organismi che certificano servizi e prodotti, che riguardano anche il biologico e

l’agroalimentare di qualità a marchio DOP, IGP e STG, e quelli che devono circolare

sul mercato comunitario con la marcatura CE. Per quanto riguarda la certificazione

delle figure professionali, sono 37 gli Organismi che operano sotto accreditamento

44 Analisi dati fatturati OdC in file:///C:/Users/utente/Downloads/Analisi-dati-fatturato_luglio17%20(1).pdf

69

ACCREDIA, collocando l’Italia al terzo posto, dopo Turchia e Germania, nella

classifica degli Enti europei.

Il 2016 è stato un anno importante anche sotto il profilo istituzionale, con l’approva-

zione del nuovo Statuto di Accredia nel corso dell’Assemblea Straordinaria del 15 no-

vembre, e, successivamente, del Regolamento Generale di Applicazione dello Statuto,

a conclusione delle consultazioni e dei lavori che hanno coinvolto tutti gli Organi

dell’Ente. La norma ISO/IEC 17011 disciplina le attività degli Enti di accreditamento

in tutto il mondo, a garanzia della competenza, dell’indipendenza e dell’imparzialità

degli organismi e dei laboratori45.

Lo sviluppo normativo, sottende un significativo ampliamento del perimetro d’azione

degli Enti di accreditamento. È questo infatti l’importante passo in avanti fatto con la

nuova ISO/IEC 17011:2017 approvata da ISO (International Organization for Standar-

dization) il 12 ottobre scorso.

Dopo tredici anni dalla prima edizione della norma (2004), sono state diverse le esi-

genze che hanno spinto alla revisione. Tra queste, la volontà di renderla coerente con

le norme di accreditamento più recenti (ad esempio la ISO/IEC 17021-1 o le ISO/IEC

17065 e ISO/IEC 17024), di rispondere alle esigenze dettate dallo sviluppo tecnologico

(il certificato può non essere più un singolo documento cartaceo) e dal mercato (lo

sviluppo negli ultimi anni degli schemi proprietari).

45 Nuovo statuto Accredia, approvato il 10 aprile 2017 disponibile in https://www.accredia.it/documento/st- 00-rev-

05-statuto-accredia/

70

Rispetto alla precedente edizione, gli Enti potranno effettuare verifiche senza preav-

viso; un modo per rendere ancora più trasparente ed efficace la procedura dell’accre-

ditamento. E, ancora, qualora un organismo o un laboratorio commetta una frode,

l’Ente potrà revocare subito l’accreditamento, senza prima sospenderlo.

Con la nuova norma, inoltre, gli Enti di accreditamento dovranno avere sia una policy

per determinare i giorni di verifica (definendo la durata degli audit in base ai rischi di

un particolare settore o organismo) sia una policy per la valutazione degli schemi di

valutazione della conformità, attività che per gli Enti extra-europei (enti privati, con-

correnza tra enti di accreditamento anche all’interno di un solo stato) prima non era

prevista.

2.5. Le certificazioni in Italia e nel mercato globale

La trattazione prosegue la sua analisi, portando alla luce il valore che l’Italia assume in

termini di certificazioni e confrontando la sua posizione con i maggiori player del

mercato mondiale, che come già riscontrato sono la Cina e il Giappone.

Un ‘analisi relativa al mercato globale fa emergere che sono circa 1,5 mln le certifica-

zioni nel mondo, di cui 600 mila in Europa e oltre 160 mila in Italia.

Secondo dati ISO e Accredia, nel periodo che va dal 1993 al 2010, l'Italia è stata tra i

primi Paesi al mondo per numero e trend di crescita delle certificazioni dei diversi

sistemi di gestione, in particolare proprio i sistemi di gestione per la qualità, per l’am-

biente e per la sicurezza sul posto di lavoro. Una spinta all’adozione di queste norme è

71

senz’altro venuta dalla legislazione italiana che, in alcuni casi ne ha prescritto l'obbli-

gatorietà per la partecipazione a gare pubbliche. Restando in Europa, si assume che i

dati relativi alle certificazioni dei sistemi di gestione per la qualità, confermano l’Italia

in cima alla classifica europea, con oltre 150 mila certificazioni valide. In ottica

mondiale, l'Italia è al secondo posto di questa classifica, subito dopo la Cina 297.037

certificazioni e prima della Federazione Russa 62.265 certificazioni46.

Per rendere meglio l'idea, e comparare sistemi economici più vicini, basta aggiungere

che a livello europeo le nazioni più vicine sono la Spagna 59.854 certificazioni e la

Germania 50.583.

L’Italia, risulta essere inoltre prima in Europa per numero di certificazioni ISO 14001,

con quasi 27 mila quelle valide, con un aumento del 19,3%, rispetto al 2015, quarta

dopo Cina, Usa e Spagna e al terzo posto tra i Paesi con il miglior trend di crescita oltre

il 17%. Le certificazioni ISO 9001 e ISO 14001, restano ad ogni modo le più diffuse al

mondo, alle quali le imprese fanno ricorso per garantire il mercato della propria ca-

pacità di gestire risorse e processi produttivi, col fine di soddisfare i bisogni dei clienti

e per dimostrare che si sono dotate di una vera e propria politica ambientale con l'im-

pegno a rispettarla. Anche i dati Accredia confermano che le certificazioni più emesse

sono state rispettivamente la ISO 9001 e la ISO 14001, per le quali, inoltre le aziende

devono adeguarsi e rinnovarsi entro settembre 2018, così come stabilito dall'Interna-

46 Fonte ACCREDIA, sezione news in http://services.accredia.it/news_detail.jsp?ID_NEWS=724&area-

News=&GTemplate=news.jsp

72

tional Accreditation Forum (IAF), ossia l'Organizzazione internazionale che associa

tutti gli enti di accreditamento del mondo che valutano la competenza e l'indipendenza

degli organismi di certificazione.

Questi due schemi di certificazione, che portano l’Italia in una posizione di leadership,

hanno anche vissuto un periodo di flessione, infatti nel triennio che va dal 2012 al 2014

si è registrata una diminuzione dei certificati emessi con un -7% per i sistemi di ge-

stione della qualità e un -14% per i sistemi di gestione ambientale, con una conseguente

diminuzione del fatturato sotto accreditamento47.

Presumibilmente questi dati lasciano pensare che negli anni considerati hanno lasciato

la certificazione le aziende più piccole. Questi valori negativi, sintomo di una leggera

flessione in quegli anni, sono stati rimpiazzati da valori positivi, appunto il 3% per le

certificazioni dei sistemi di Gestione. Se in un momento di crisi le aziende più piccole

hanno lasciato la certificazione ora, in un periodo post crisi connotato da una ripresa

per l’economia italiana, si può attestare che il 73% delle piccole e medie imprese

certificate ritiene che l’ISO 9001 contribuisca a migliorare le prestazioni dell’azienda

e a risparmiare sui costi, il 14% considera questo tipo di certificazione come una scelta

strategica che ha permesso di compiere un vero salto di qualità. Solo l’8% non attri-

buisce nessuna utilità alla certificazione e appena il 5% la considera un appesantimento

burocratico. Soprattutto quelle di piccole dimensioni, vedono nella certificazione ISO

9001 uno strumento per partecipare in modo adeguato a gare d’appalto. Questo vale

47 Documento consultato dal sito Accredia in file:///C:/Users/utente/Downloads/6385_Dati_economici_de-

gli_Organismi_di_certificazione_e_ispezione_accreditati_al_31_dicembre_2014.pdf

73

per il mercato interno, ma anche per molti mercati esteri a cui le imprese italiane oggi

guardano. In conclusione, l’Europa occupa circa il 40, 6% del settore delle certifica-

zioni e l’Italia nello specifico il 10,6%, seguita dalla Germania con un 4,9%.

Le certificazioni, ovviamente non sono l’unico strumento per mantenere elevata la ca-

pacità competitiva dell’impresa, ma certamente esse aiutano a tenere meglio sotto con-

trollo molte variabili strategiche interne, a razionalizzare i processi e ad operare se-

condo standard che oggi i mercati esteri pretendono. Si considera che un’altra grande

fetta di mercato è detenuta dall’Asia e Pacifico con un bel 43,4% e si constata che nel

Mondo l’Italia è superata solo dalla Cina e Giappone, i due grandi player del mercato

mondiale.

Si può facilmente dire che l'Italia sia tra i primissimi Paesi al mondo per numero di

certificazioni, tanto più se si considera che il numero di imprese in Italia è nettamente

inferiore a quello di Paesi come Cina e USA. Questi dati possono essere considerati

positivi, soltanto a patto di verificare quanto le imprese italiane credano realmente nella

certificazione e nel suo valore. Certificarsi significa ottenere il riconoscimento della

qualità di ciò che si organizza, si produce o si offre in termini di prestazione e mai come

negli ultimi mesi si sta anche dimostrando quanto la certificazione possa impat- tare

sulle PMI e sull'economia. In un mercato sempre più globalizzato come quello attuale,

ottenere una certificazione dei sistemi di gestione "a norma", specie se rila- sciata da

un Organismo accreditato, diventa infatti strategico per le imprese che così possono

meglio competere, soprattutto nei bandi di gara pubblici, dove il possesso di tali

certificazioni accreditate spesso è previsto come requisito vincolante ed inoltre è un

74

requisito irrinunciabile per un’azienda che voglia essere competitiva sui mercati

globali, aumentando in tal modo la crescita delle esportazioni, che per l’Italia signifi-

cherebbe mantenere alto il valore del made in Italy, sinonimo di elevata qualità rico-

nosciuta all’estero per i prodotti italiani.

2.6. Utilizzatori dei sistemi organizzativi: imprese che si certificano

Si entra ora nel merito dei settori macroeconomici serviti dagli operatori di cui sopra e

che si qualificano come utilizzatori dei sistemi organizzativi, ovvero imprese pubbliche

e private che si certificano. Si è già messo in evidenza il numero di imprese effettiva-

mente certificate, grazie alla consultazione delle banche dati di Accredia, che permette

di rilevare non solo il numero delle aziende certificate ma anche lo schema di certifi-

cazione implementato nella propria organizzazione e il settore di attività in cui opera48.

Ebbene, si è riscontrato che sono oltre 87000 le imprese certificate tra organizzazioni

pubbliche e private. Esse assumono in termini percentuali un valore del 41% se

paragonate al totale delle aziende potenzialmente certificabili; dato quest’ultimo che è

stato ricavato attingendo all’archivio statistico delle imprese attive in Italia e

focalizzando l’attenzione sulle imprese con una dimensione media e con una classe di

addetti relativamente alta, quelle che in misura maggiore effettivamente hanno bisogno

di certificarsi, essendo sistemi organizzativi complessi.

48 Fonte ACCREDIA, settori EA di certificazione in http://services.accredia.it/db_context.jsp?ID_LINK=1751&area=310

75

L’analisi prosegue nella direzione dell’individuazione del peso che assume il settore

pubblico e privato in termini di certificazioni. Consultando il sito Accredia, l’Ente

unico per l’accreditamento in Italia, si evincono chiaramente le statistiche relative alle

aziende certificate presenti in ogni settore.

I settori di attività EA (European Accreditation) sono 39 e spaziano dall’agricoltura,

industria, aerospaziale, costruzioni, Pubbliche amministrazioni, servizi sociali ed altri

ancora. Quanto appena detto può risultare utile per comprendere meglio quale di questi

settori e quindi imprese pubbliche o private che operano in quel settore ricorrono in

misura maggiore alla certificazione. Partendo dal settore pubblico, gli enti locali e la

pubblica amministrazione in genere sono delle organizzazioni di tipo particolare, con

caratteristiche gestionali in gran parte assai diverse dalle organizzazioni di tipo

privatistico come le aziende. L’assicurazione della qualità, sia economica, sia sociale,

nelle diverse forme di certificazione di sistemi di gestione è uno strumento essenziale

al ser- vizio delle Pubbliche Amministrazioni in virtù del compito istituzionale che a

esse compete, in termini di tutela dei bisogni e delle attese dei cittadini.

Una delle ragioni di questa particolarità risiede nell’attribuzione ad essi di compiti e

responsabilità cogenti, non derogabili, molti dei quali specificatamente associati alla

salvaguardia e gestione dell’ambiente. Da ciò deriva una ancor più radicale differenza

con le organizzazioni private, infatti un ente locale (come una qualunque pubblica am-

ministrazione) non può rinunciare ai suoi compiti e non è in grado, in linea di massima,

di scegliere il proprio campo di attività; non si può immaginare l’interruzione dei ser-

vizi e dei compiti ad essa attribuiti.

76

Le Pubbliche Amministrazioni, sia centrali (Ministeri e relativi Organi Tecnici), sia

periferiche (Regioni, Province, Comuni, Enti locali), sono chiamate a tutelare i bisogni

di qualità dei cittadini (salute e sicurezza, educazione, mobilità, lavoro, opere pubbli-

che, ecc.), tramite la funzione loro propria di regolazione delle attività di produzione di

beni e servizi e della vita sociale in genere. Esse sono altresì chiamate a svolgere al

meglio il ruolo di “committenti”, accertandosi della qualità delle opere pubbliche com-

missionate ed infine il ruolo di erogatore di qualità.Le statistiche aggiornate al 2017,

però rilevano valori relativamente bassi per il settore della Pubblica amministrazione

(354 PA certificate) rispetto a tutti gli altri previsti. Il settore pubblico in generale,

considerando quindi non solo le Pubbliche amministra- zioni, ma anche la sanità ed

altri servizi sociali, occupa una fetta di mercato molto bassa se paragonato al settore

privato. Si stima che sul totale delle aziende certificate pari a 87000, il settore pubblico

conti all’incirca 10.000 aziende certificate per un peso dell’11, 50%. Da ciò discende

che a trainare il mercato delle certificazioni è per logicità il settore privato49.

Ebbene, dati che confermano quanto appena assunto sostengono che c’è una netta pre-

dominanza del settore delle costruzioni 21% del totale, cresciuto dell’8% rispetto al

2015 e a conferma di cui sopra, il 2017, secondo quanto dichiarato dall’Ance (Asso-

ciazione Nazionale Costruttori Edili) potrebbe, finalmente, rappresentare la svolta per

il settore delle costruzioni, con una previsione di aumento dello 0,8% degli investi-

49 Fonte ACCREDIA, statistiche di aziende certificate per settore di attività EA, aggiornato ad ottobre 2017. 52 Rassegna

stampa ACCREDIA, 12 giugno 2017 in https://www.accredia.it/pubblicazione/italia-primo-paese- in-europa-per

numero-di-certificazioni-nelle-costruzioni-e-secondo-al-mondo-dopo-la-cina/

77

menti in costruzioni. Un buon aumento delle certificazioni è stato altresì realizzato an-

che nel settore del commercio all’ingrosso +9% e nei servizi di ingegneria +13%52.

Proseguendo in questa direzione, le parole del Presidente di Accredia, possono risultare

di buon auspicio per il trend positivo già affermato nel settore delle certificazioni per

il settore privato. Secondo quando affermato dal Presidente Accredia, le strutture pro-

duttive più piccole che hanno sofferto la crisi, possono ora, nello scenario attuale, rior-

ganizzare le leve della competitività attraverso una maggiore affermazione della «cul-

tura della qualità» nel sistema produttivo nazionale: la qualità come un mezzo per il

rafforzamento delle imprese di piccole dimensioni.

Seguendo questa direzione, nel contesto economico che si sta vivendo, segnato da va-

lori positivi, le PMI potrebbero essere considerate un valore aggiunto per le società di

consulenza e potrebbero far innalzare il trend delle imprese certificate, ma per ora sono

solo delle previsioni. Mentre le aziende di dimensioni maggiori e con processi più com-

plessi hanno la percezione che il processo di certificazione sia diventato un passaggio

burocratico, le aziende di piccole e piccolissime dimensioni si gioverebbero di un mo-

dello certificabile assai più snello e semplice nell’applicazione, più adatto a questa ti-

pologia di impresa. Un punto importante è che l’efficacia delle certificazioni dipende

dalla capacità di chi implementa e gestisce il sistema e, successivamente dalla compe-

tenza specifica degli auditor dell’OdC che ne effettua la certificazione. Al contrario, se

le capacità e le competenze sono basse, il sistema e la sua certificazione saranno sola-

mente formali. Tale orientamento appare rilevante anche nel momento della scelta

dell’Ente di Certificazione. Sempre supportati dai dati offerti da Accredia, si riscontra

78

che il 34% delle aziende certificate si è indirizzato verso un organismo in grado di

garantire elevati livelli di know how tecnico-specialistico, mentre il 31% ha invece

preferito affidarsi a strutture prestigiose e riconosciute dal mercato, con l’intento di

associare all’immagine del marchio di qualità anche quella dell’Organismo di Certifi-

cazione che l’ha conferito. Infine, per il 17,3% delle aziende, la scelta è stata semplifi-

cata dal consiglio d’un consulente esterno. Si noti infine, quanto la figura del consu-

lente resti centrale nelle politiche di penetrazione del mercato e di avvicinamento ai

clienti, determinante nel convincere un’impresa ad attivare un processo di certifica-

zione e soprattutto nell’indirizzarla presso uno specifico Organismo di Certificazione.

Dai dati del rapporto emerge un mix tra interventi diretti da parte degli Organismi di

Certificazione e spontaneismo delle aziende che vi si rivolgono.

In particolare, i consulenti che assistono le imprese nel percorso per l’ottenimento della

certificazione restano il veicolo più importante, immediato e più efficace per fare in-

contrare l’offerta con la domanda di certificazione. I convegni, corsi di formazione e

pubblicità rappresentano un canale efficace, grazie al quale quasi la metà del campione

il 47% riesce a farsi conoscere53.

In molti casi le aziende intendono estendere il proprio utilizzo degli strumenti di certi-

ficazione fino a dotarsi d’un pacchetto integrato di schemi differenti. Tra i più richiesti

vi sono senza dubbio gli schemi relativi ai Sistemi di Gestione per la Salute e la Sicu-

rezza sul Lavoro, sistemi di gestione anticorruzione, quelli pertinenti ai Sistemi di Ge-

stione Ambientale e alla tutela della sicurezza delle informazioni.

79

Capitolo 3 Evoluzione del Sistema di Gestione ISO

9001

3.1 Le edizioni della norma ISO 9001

Nel tentativo di dare una corretta definizione di cosa sia concretamente la ISO 9001,

Accredia ci supporta in questo compito, definendola una norma internazionale, recepita

in Italia dall’UNI, l’Ente nazionale di normazione, che fissa i requisiti standard di un

Sistema di Gestione per la Qualità, che un'organizzazione deve dimostrare di soddi-

sfare per garantire il livello di qualità di prodotto e servizio che dichiara di possedere

con sé stessa e con il mercato50. Si entrerà pertanto nel merito della comprensione di

cosa sia un Sistema di Gestione per la Qualità, spiegando perché può essere utile adot-

tarlo e certificarlo secondo la norma ISO 9001.

Si chiarisce che il SGQ nasce essenzialmente da una esigenza di linguaggio comune,

di standardizzazione, con i clienti sia interni che esterni circa il modus operandi della

organizzazione, apportando vantaggi riscontrabili nella chiarezza organizzativa, nella

rintracciabilità dei documenti, nell’attivazione di strumenti di miglioramento ed uti-

lizzo di un Know-how condiviso e gestibile.

La ISO 9001 è sicuramente una norma fondamentale, applicabile a qualsiasi organiz-

zazione, grande o piccola, se si considera dall’analisi precedentemente effettuata che

50 Il significato della certificazione ISO 9001, Cosa significa la certificazione ISO 9001? Comunicato IAF sul significato

della certificazione di sistema di gestione – SGQ in https://services.accredia.it/context.jsp?ID_LINK=1230&area=6

80

oltre un milione di aziende e organizzazioni, in oltre 170 paesi, hanno un Sistema di

Gestione per la Qualità certificato e l’Italia occupa una posizione di leadership in

questo settore.

Le ISO 9001 ormai hanno una storia più che ventennale nelle Organizzazioni e nei

Sistemi di Gestione. La prima emissione si è avuta nel 1987 e la normativa si chiamava

UNI EN 29000. Le prescrizioni della presente norma miravano essenzialmente a evi-

tare che si verificassero non conformità nelle varie fasi del processo produttivo, dalla

progettazione fino all'assistenza51. Questa prima emissione dell’87 in Italia non ha

avuto una grossissima diffusione ma la diffusione maggiore si è avuta successivamente

con la revisione del 1994 che è durata quasi un decennio e che ha portato all’esplosione

e alla diffusione in larga scala dei Sistemi di Gestione in Italia. La prima grossa diffe-

renza si vede già nella sigla, in quanto nella ISO del 94 entra in gioco la classificazione

ISO e la differenziazione in tre normative da applicarsi a seconda del tipo di organiz-

zazione. In particolare, la ISO 9001:94 era la normativa da applicarsi nelle Organizza-

zioni che progettavano prodotti e servizi, la ISO 9002 per le Organizzazioni che esclu-

devano la progettazione e quindi il rifermento era a classi di industrie manifatturiere ed

infine la ISO 9003 per organizzazioni che facevano solo prove e collaudi. Quelle che

hanno avuto più successo sono state le prime due. Queste normative sono state adottate

fino agli inizi del nuovo millennio e il passaggio ad una nuova revisione si è reso

necessario poiché la struttura delle ISO 9000 versione 94 era molto legata ad in- dustrie

di progettazione e di produzione di prodotti, nonché industrie manifatturiere, e questo

51 Andreini P., “Qualità Certificazione Competitività”, Editore Ulrico Hoepli Milano, Milano, 2004.

81

ha rappresentato il grosso limite di questa ISO. Altre criticità della versione del 1994

erano una scarsa attenzione ai prodotti, una scarsa attenzione al miglioramento, una

maggiore attenzione concentrata sul "fornitore" e alle funzioni piuttosto che ai pro-

cessi ed infine una scarsa compatibilità con altri Sistemi di Gestione.

Da qui in poi lo scenario cambia e si ha una profonda revisione con la terza emissione

delle ISO 9001 versione 2000. La struttura è completamente cambiata e la prima dif-

ferenza è che scompare la classificazione iniziale tra ISO 9001, 9002 e 9003 e si parla

soltanto di una unica normativa ISO 9001 che è applicabile a tutte le tipologie di orga-

nizzazione e a tutte le tipologie di prodotti e servizi forniti, e a tutte le dimensioni.

Questo perché è cambiato l’approccio di definizione dei requisiti che è passato da un

approccio manifatturiero ad un approccio di sistema e di processo. L’approccio per

processi che è la grossa novità della ISO 9001 versione 2000 ha reso facilmente appli-

cabile i requisiti della norma a tutte le tipologie di organizzazione.

La ISO 9001 del 2008, ovvero la quarta emissione, ha subito pochissime variazioni a

livello concettuale di alcuni punti. Di seguito si elencano i principali accorgimenti presi

in esame per la versione del 2008. Ebbene, si fa esplicito riferimento al concetto di

“rischio” (elemento comune per i diversi Standard di Sistemi di Gestione), si ha un

maggiore allineamento con la ISO 14001, si ha una maggiore enfasi sull’autodetermi-

nazione delle organizzazioni (libertà/responsabilità nel definire le regole e i contenuti

del proprio QMS). Proseguendo, la versione del 2008 offre una più chiara definizione

di “prodotto”: il termine "prodotto" si applica solamente: a) al prodotto destinato al

cliente o da esso richiesto, b) a qualunque elemento voluto risultante dai processi di

82

realizzazione del prodotto. Altri punti importanti sono la maggiore enfasi sulla gestione

della competenza del personale, anche indirettamente coinvolto nel Sistema Qualità,

chiarimenti ed esempi relativi all’ “ambiente di lavoro” ed un esplicito riferimento

all’efficacia delle azioni correttive e preventive52.

Il breve excursus sulla dinamica evolutiva delle ISO, lascia il posto alla nuova edizione

2015 e alla definizione del suo metodo di implementazione. Si entrerà nel merito dei

requisiti di cui sopra che ben definiscono la creazione di un Sistema di Gestione per la

Qualità e l’adozione di quest’ultimo da parte delle aziende, ma prima ancora bisogna

subito premettere che esiste una differenza tra un’azienda che adotta un Sistema di Ge-

stione per la Qualità ed una che invece è Certificata secondo la norma ISO 9001:2015.

Ebbene, costruire un proprio Sistema di Gestione per la Qualità serve sia all’azienda

che desidera certificarsi, sia per quella che non vuole, in quanto, migliorare i processi

aziendali come proposto dalla norma ISO 9001 è sicuramente utile a prescindere dalla

certificazione, perché la norma fornisce tutti gli strumenti necessari per gestire al me-

glio la propria attività, aumentando le prestazioni del prodotto o del servizio che si

eroga, facendo crescere così il proprio business.

La norma ISO 9001, che attualmente è ad adozione volontaria, è in buona sostanza un

testo che fornisce delle regole di buona gestione aziendale adattabili a qualsiasi tipo di

attività, e può essere considerata come il primo passo per costituire il proprio Sistema

di Gestione per la Qualità, cioè quell’insieme di regole interne che l’azienda si pone

52 Relazione di Nicola Gigante, Ispettore ACCREDIA in

https://www.accredia.it/app/uploads/2009/01/234_GIGANTE_ISO9001_2008.pdf

83

per realizzare il proprio prodotto o servizio orientando i propri sforzi verso la

soddisfazione del Cliente.

Certificare la propria azienda significa invece subire un’ispezione periodica da parte di

Enti di Certificazione accreditati e preposti a tale scopo, che andranno a verificare se

l’azienda ha progettato un buon Sistema di Gestione per la Qualità modellato sulla pro-

pria attività ed organizzazione, se l’ha implementato correttamente e tenuto aggiornato.

Essere certificati ISO 9001 dimostrerà che l'organizzazione ha predisposto un Sistema

di Gestione della Qualità adeguato per i suoi prodotti e processi ed appropriato per lo

scopo di accreditamento, avrà analizzato e compreso le esigenze e le attese dei clienti.

Dimostrerà altresì che l’azienda si adopera per prevenire le non conformità e adotta

processi di miglioramento predisposti per risolvere eventuali non conformità ed azioni

correttive per evitare che si ripetano. Così come la norma ISO 9001 è ad adozione

volontaria, allo stesso modo certificare il proprio SGQ non è obbligatorio, ma sicura-

mente consigliato se si considera che molte grandi aziende, Enti Statali e Pubblici ri-

chiedono ai loro fornitori, giustamente, la certificazione ISO 9001 per poter lavorare

con loro tramite gare o appalti pubblici e allo stato attuale delle cose in molti settori

sembra diventato un obbligo avere la certificazione, visto che non averla comporte-

rebbe la perdita di un settore di mercato o di un Cliente molto importante.

Ciò trova conferma con quanto dichiarato nel corso dell’intervista con un’azienda ope-

rante nel settore dell’edilizia la cui attività economica è la progettazione e costruzione

di edifici civili, il restauro di beni immobili sottoposti a tutela ed installazione e manu-

84

tenzione di impianti tecnologici53. Ebbene è emerso chiaramente che nonostante

l’azienda sia certificata SOA: Certificazione che qualifica l’impresa a partecipare agli

appalti pubblici in categorie di opere e classifiche di importo, in ogni caso dalla terza

classifica in poi (fino a euro 1.033.000) c’è l’obbligo di essere certificati ISO 9001. É

altresì emerso che aldilà dell’acquisizione delle classifiche, la certificazione aiuta a

gestire un po’ la parte burocratica e la parte organizzativa e che è sicuramente un punto

a favore dell’impresa.

La certificazione pertanto non deve essere vista dagli imprenditori, come una tassa da

pagare per poter accedere ad un determinato lavoro o poter lavorare con una data

azienda o Ente. Questo è un approccio sicuramente sbagliato, perché a prescindere che

venga richiesta per lavorare e quindi rappresenti una sorta di obbligo cui si deve sotto-

stare per non perdere le opportunità che il mercato offre, bisogna ricordare che dietro

la certificazione c’è innanzitutto un Sistema di Gestione per la Qualità, che se

strutturato in maniera idonea, aiuterà senza dubbio l’azienda ad ottimizzare i processi,

a ridurre così gli sprechi, ad innalzare la qualità del lavoro che svolge il personale

aziendale, a monitorare e controllare le fasi di lavorazione, le forniture, i costi sostenuti,

le prestazioni del prodotto, ed avere, grazie alla compilazione della modulistica che la

normativa impone di avere, uno storico dei dati sull’andamento globale dell’azienda,

che potrà essere elaborato per ottenerne dati statistici e visionare così lo status in cui

53 Fonte: Intervista rilasciata dal Responsabile per la Qualità di azienda operante nel settore delle costruzioni.

85

l’azienda si trova, permettendo azioni tempestive ed efficaci volte a correggere e mi-

gliorare costantemente ogni settore aziendale.

Ebbene, si definiscono i requisiti di un Sistema di Gestione della Qualità, descritti in

un apposito Manuale della Qualità che per l’appunto ha lo scopo di illustrare come una

azienda si fa carico dei requisiti indicati dalla norma ISO 9001, nell’ottica di un mi-

glioramento continuo dell’organizzazione aziendale.

Esso è uno strumento per consentire a tutte le risorse a tutti i livelli di comprendere,

attuare e sostenere i principi, gli impegni e gli obiettivi, consentire una corretta gestione

degli aspetti legati alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, garantire una corretta

identificazione e gestione degli aspetti ambientali significativi. Si mette in evidenza a

tal proposito che con la nuova edizione del 2015, il Manuale della Qualità tenderà a

scomparire dal contesto organizzativo, anche se l’esigenza della documentazione per-

mane ed è comunque necessario documentare, mantenere e conservare tutte le infor-

mazioni più importanti per l’organizzazione.

3.1 La ISO 9001:2015 Definizione e metodo di implementazione

Si focalizza ora l’attenzione sulla pratica effettiva, cioè sull’implementazione di un

Sistema di Gestione per la Qualità per un’organizzazione che fa riferimento alla nuova

norma edizione del 2015; una norma chiara con una propria struttura che mutua alcuni

concetti dalla versione precedente che come visto è quella relativa al 2008.

86

Implementare un Sistema Gestione per la Qualità vuol dire comprendere i requisiti che

lo strutturano e comprendere le dinamiche che lo sottendono. Per implementarlo per-

tanto, l’azienda o ente deve fare riferimento a sette punti fondamentali, che sono

operativi e pratici della norma54.

In prima istanza è necessario che l’organizzazione definisca il proprio contesto, sia

interno che esterno all’interno del quale svolge le proprie attività. Questo requisito è

scandito da quattro momenti: la comprensione del contesto, la comprensione delle

aspettative delle parti interessate, il campo di applicazione, il Sistema di Gestione della

Qualità e relativi processi. La comprensione del contesto esterno può essere facilitata

considerando le questioni che emergono dagli ambienti legale, tecnologico, competi-

tivo, di mercato, culturale, sociale, sia internazionale, che nazionale, regionale o locale.

La comprensione del contesto interno può essere facilitata considerando le questioni

relative a valori, cultura, conoscenza e prestazioni dell'organizzazione. Le parti inte-

ressate possono essere molteplici: un rappresentante, un ente, un’associazione di cate-

goria che ha delle esigenze e delle aspettative dall’organizzazione, gli stessi dipendenti

e i clienti. Il Campo di applicazione guarda essenzialmente ai servizi e prodotti, a tutte

le attività svolte, le quali sono raggruppate per processi e distinte per fasi. Quando poi

si disciplinerà il processo in quel caso si entrerà nel merito delle procedure che vengono

utilizzate quando si sviluppa il punto della norma relativo alle attività operative.

54 Pieracci. F, “La nuova ISO 9001:2015 Come adeguare il Sistema Di Gestione per la Qualità”.

55 Ibidem

87

Conoscere l’organizzazione significa poter creare un documento che diventa di utilizzo

comune all’interno della stessa, di modo che guardando a questo documento si capi-

scano quali sono le situazioni in cui versa l’organizzazione e di cosa si occupa.

Il secondo passo da affrontare per l’implementazione di un Sistema di Gestione per la

Qualità è quello di dare un impianto di leadership55. Per questa norma la leadership ha

un ruolo fondamentale e il leader ha due compiti fondamentali: deve assumere un im-

pegno verso l’organizzazione e deve definire la politica per la qualità.

La Qualità, si badi bene è un concetto che in linguaggio tecnico significa conformità

alle esigenze e aspettative delle parti interessate, pertanto se ciò che si fa soddisfa le

esigenze di ciò che si dice, vuol dire che è stato fatto in regime di qualità. Stabilire la

politica della qualità, a sua volta vuol dire fare una dichiarazione, fare essenzialmente

una dichiarazione relativa al funzionamento generale di un’organizzazione in ambito

di qualità e attribuire dei ruoli e responsabilità all’interno dell’organizzazione. Leggere

la politica per la qualità significa comprendere il cuore dell’organizzazione, ciò che

essa nutre al proprio interno come atteggiamento nei confronti dei clienti e parti inte-

ressate. Solo quando si è definito il contesto e si è dato un impianto alla leadership, si

affronta il passo successivo relativo alla pianificazione del Sistema di Gestione per la

Qualità. Questo punto trova riscontro all’interno del concetto espresso da Daming, con-

siderato il padre fondatore del movimento della qualità, ovvero del ciclo PDCA. Per

migliorare in modo continuo si può applicare una metodologia sistematica di problem

88

solving che è passata alla storia della qualità con il nome di ciclo PDCA o di ruota di

Deming56. Questa metodologia è al centro della UNI EN ISO 9001:2008 e prende il

nome dalle iniziali delle sue quattro fasi. Abbiamo più volte focalizzato l’attenzione

sull’approccio per processi che è la grande novità delle ISO versione 2000. Ebbene,

esso si applica facendo ricorso alla metodologia del PLAN-DO-CHECK-ACT.

L’azienda applica ai propri processi la seguente metodologia: Plan, ovvero pianifica gli

obiettivi del sistema e i suoi processi, le risorse necessarie per fornire i risultati in

conformità ai requisiti del cliente e alle politiche dell’organizzazione, e identifica e

affronta i rischi e le opportunità. Il DO si riferisce all’attuare ciò che in un primo

momento è stato pianificato, il CHECK, si riferisce al verificare, monitorare e misurare

i processi, i prodotti e i servizi risultanti, a fronte delle politiche, degli obiettivi, dei re-

quisiti e delle attività pianificate e infine l’ACT

è l’agire vero e proprio e fa leva su azioni per

migliorare le prestazioni, per quanto è

necessario. La pianificazione è fatta di obiettivi

per la qualità, ravvisabili non solo nel fatturato,

nei costi e nei ricavi, ma si prendono in

considerazione anche obiettivi di diversa natura

come per esempio la soddisfazione del cliente e delle parti interessate. L’edizione del

2015 a tal riguardo presenta un concetto ulteriormente interessante, relativo al risk

based thinking. Sulla base di questo principio, quando si stabilisce un obiettivo, bisogna

56 Manzoni G., De Angelis F., “Sviluppo della qualità in azienda”, Edizioni FAG Milano, 2007, p.43

89

prendere in considerazioni i rischi e le opportunità, nonché le con- dizioni favorevoli e

sfavorevoli per raggiungere la qualità. Infine, gli obiettivi devono essere smart, ovvero

specifici, misurabili, basati su un’azione concreta, realistici e de- finiti nei tempi e nei

costi. La pianificazione lascia il posto ad un ulteriore requisito, quello del supporto,

indicando con esso tutto ciò che è a supporto nel perseguimento degli obiettivi di

qualità: si va dalle risorse presenti nell’organizzazione, alla competenza, alla

consapevolezza, alla gestione della comunicazione alle informazioni documentate La

norma prevede poi per poter implementare concretamente il SGQ, che vengano

disciplinate le attività operative, passando in tal modo da semplici documenti redatti

alle procedure vere e proprie. Si possono definire svariate attività operative come ad

esempio, le attività di progettazione e sviluppo del prodotto e servizi, le attività per

acquisire risorse esterne, attività di produzione ed erogazione del servizio, attività

relative al controllo di eventuali output non conformi. Le attività quindi hanno un

bersaglio ben preciso, in quanto fanno riferimento al cliente e alla sua soddisfazione.

A conclusione dei requisiti previsti dalla norma ISO 9001:2015 si elencano infine la

va- lutazione delle prestazioni, ed il miglioramento continuo57. In base al primo punto,

l’organizzazione attraverso il monitoraggio deve assicurare risultati validi e garantire

il mantenimento della soddisfazione del cliente. Esempi del monitoraggio della

percezione del cliente possono comprendere indagini sui clienti, feedback da parte del

cliente sui prodotti o servizi forniti, riunioni con il cliente, analisi delle quote di

mercato, espressioni di gradimento, richieste di interventi in garanzia e rapporti dei

57 Ivi, p.47

90

vendi- tori. Sono compresi anche gli audit interni cioè le verifiche sulle attività per

accertare che le attività siano conformi a quanto previsto in fase di pianificazione ed il

riesame della direzione, in base al quale si riesamina l’intero percorso compiuto

dall’organizzazione. L’ultimo requisito è il miglioramento continuo e l'organizzazione

andrà a de- terminare e selezionare le opportunità di miglioramento, metterà in campo

le azioni necessarie per soddisfare i requisiti del cliente ed accrescere in tal modo la

sua soddisfazione. Si prenderà in considerazione tutto ciò che si può manifestare come

non conformità e le relative azioni per fronteggiare queste non conformità:

prevalentemente azioni correttive per riallineare l’organizzazione verso una direzione

già stabilita in fase di pianificazione. Si evidenzia come la finalità di un SGQ sia quella

di lavorare in direzione del miglioramento dell’azienda, perché solo attraverso il

miglioramento un’azienda può competere in settori che diventano sempre più

concorrenziali. Utilizzano il ciclo PDCA, sopradescritto si contribuisce a focalizzare i

processi e gli obiettivi dell’SGQ verso questo miglioramento auspicato, ottenendo

risparmi di tempo e denaro che possono essere usati per migliorare ulteriormente. La

descrizione della norma ISO 9001: 2015 e il relativo metodo di implementazione è

stato altresì analizzato da un punto di vista più riavvicinato grazie ai contributi offerti

dall’azienda che nel percorso di trascrizione del lavoro di tesi si ha avuto modo di

incontrare ed intervistare. Si è avuta la possibilità non solo di attingere a documenti

importanti richiamati dalla norma in questione, ma anche la possibilità di entrare in

contatto con Responsabili di Qualità. L’azienda in questione che opera nel settore

dell’edilizia è certificata ISO 9001:2015 e si è dotata di un manuale integrato di

91

Gestione Qualità, Ambiente, Sicurezza; uno strumento organizzativo per la

realizzazione, il miglioramento e la costruzione delle attività che hanno influenza sulla

qualità del prodotto/servizio. Un manuale integrato che si qualifica come reale

proprietà intellettuale dell’Azienda. In relazione all’approccio per processi, l’azienda

intervistata adotta questo principio per sviluppare, attuare e migliorare l’efficacia del

suo sistema di gestione integrato. Essa ritiene che comprendere e gestire processi

correlati come sistema contribuisca all’efficacia e all’efficienza della propria

organizzazione nel conseguire i risultati attesi. La gestione per processi assicura la

comprensione e la soddisfazione costantemente dei requisiti, considera i processi in

termini di valore aggiunto, assicura il miglioramento del processo basato sulla

valutazione dei dati e delle informazioni. Nel corso dell’intervista, si è evidenziato

quanto il manuale in questione, integrato nel caso specifico, in quanto implementa e si

fa carico dei requisiti indicati dal sistema di gestione della qualità, ambiente e

sicurezza, sia stato redatto in maniera dinamica, fatto su misura sulla società, e non

assimilabile ad un manuale standard. Un manuale fatto in applicazione di ciò che

concretamente si utilizza e senza una ridondanza di carte e documenti, così come

definito dal Responsabile Qualità dell’azienda58. Il manuale integrato redatto nel 2011

è stato sottoposto a varie revisioni nel corso degli anni, e tra le ultime revisioni c’è

quella relativa all’aggiornamento in accordo alla norma UNI EN ISO 9001:2015,

affinché l’azienda abbia la capacità sia di fornire sistematicamente prodotti e servizi

che soddisfino il cliente e gli applicabili requisiti legali e regolamentari, sia di

58 Fonte: Intervista rilasciata dal Responsabile per la Qualità di azienda operante nel settore delle costruzioni

92

affrontare rischi ed opportunità in funzione del suo contesto e obiettivi. In ultima

istanza sarebbe bene sottolineare l’importanza crescente per l’adozione di un sistema

integrato, dal momento che la complessità aumenta, il mercato è sempre più

concorrenziale, si evidenzia una maggiore consapevolezza ambientale e pertanto la

necessità di un approccio sistematico non è mai stata così importante. Ora che le nuove

versioni di ISO 9001 e ISO 14001 sono presenti, l'opzione migliore è quella di integrare

i requisiti delle norme e creare un Sistema di Gestione Integrato (IMS). Il

raggiungimento della certificazione del proprio Sistema di Gestione della Qualità non

dovrebbe rappresentare un traguardo per un’organizzazione ma un punto di partenza

per il raggiungimento della Qualità Totale59. In un’ottica di Qualità Totale, anche

l’ambiente con il suo impatto sul sistema sociale, politico ed economico riveste

un’importanza notevole se consideriamo le risorse naturali come beni collettivi, così

come le tematiche relative alla salute, alla sicurezza e alla responsabilità sociale.

Conviene quindi prepararsi da subito a gestire un sistema integrato progettato

ottimizzando i processi e razionalizzando la relativa documentazione, piuttosto che

impegnarsi solo a certificare il Sistema Qualità. Una visione unitaria del sistema

aziendale, infatti, valorizza l’intera organizzazione attraverso una migliore visibilità

degli obiettivi comuni, l’unicità di gestione e un unico riferimento per la

documentazione e per la gestione dei dati, l’ottimizzazione delle risorse, il

contenimento dei costi ed una migliore integrazione delle competenze. Avere due

59 Il sole 24 ore “Certificazioni UNI EN ISO 9001 e 14001, imprese chiamate al rinnovo entro settembre 2018” in

http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/newsStudiLegaliEOrdini/2017-11-08/cer- tificazioni-uni-en-

iso-9001-e-14001-imprese-chiamate-rinnovo-entro-settembre-2018-165242.php

93

sistemi di gestione anziché uno richiede che si raddoppino tempo e risorse per il loro

mantenimento. Questo implica l’eseguire per due volte la stessa attività, come gli audit

interni o il riesame della direzione, per non parlare dell’accumulo di documentazione.

In alcuni casi, ciascuna delle norme è implementata da una persona diversa, per cui i

sistemi possono seguire logiche o strutture differenti. Inoltre, i documenti e i processi

sono definiti in modo diverso e questo può portare ulteriore complessità a un sistema

già complesso. Avere due sistemi di gestione separati all'interno della stessa azienda

può facilmente trasformarsi in un incubo organizzativo e, invece di dare sostegno alla

società, diventano un fardello che tutti evitano e le norme vengono implementate solo

formalmente. D'altra parte, avere un Sistema di Gestione Integrato (IMS) che soddisfi

i requisiti di entrambe le norme facilita la manutenzione e il coordinamento delle

attività. A ciò si aggiunge che le due norme qualità e ambiente hanno gli stessi requisiti

e l’integrazione dei requisiti delle norme può offrire quanto segue: La possibilità di

risparmiare risorse, la possibilità di diminuire il volume della documentazione, la

possibilità di una migliore connessione tra processi e attività, la possibilità di evitare il

sovrapporsi e duplicarsi delle attività.

94

3.3. Revisione del Sistema di Gestione ISO 9001: le novità introdotte dalla nuova

edizione 2015

L’analisi prosegue con il mettere in evidenza le principali novità introdotte dalla nuova

edizione del 2015 pubblicata il 15 settembre dello stesso anno che stabilisce i requisiti

per il Sistema di Gestione Qualità e che è stata voluta e decisa da IAF, L’International

Accreditation Forum nel corso dell’Assemblea Generale tenutasi a Vancouver lo

scorso ottobre. È una revisione importante perché porta alle organizzazioni un modello

rinnovato, un modello che può permettere sia alle organizzazioni certificate che a

quelle non certificate di applicare un sistema qualità efficace e virtuoso e di allinearlo

ad altri Sistemi di Gestione60.

Ebbene, le aziende certificate in riferimento alla revisione 2008 della ISO 9001 devono

effettuare la transizione alla nuova versione entro settembre del 2018 e si sottolinea che

le aziende che effettuino audit di sorveglianza o rinnovo senza allinearsi al nuovo

standard, incorrono in costi maggiori, perché obbligate a rifare un audit di adeguamento

alla versione 2015 entro il prossimo settembre. Gli organismi di certificazione saranno

impegnati a svolgere tutte le verifiche per la prima certificazione, le sorveglianze o i

rinnovi, secondo la nuova edizione. La nuova edizione prevede sette principi invece

degli otto della revisione del 2008, ma la sostanza è la stessa. I principi sono

l’attenzione al cliente, la leadership, il coinvolgimento delle persone, l’approccio per

60 file:///C:/Users/utente/Downloads/5947_La_nuova_norma_ISO_9001_2015_Presentazione_ACCREDIA- 1%20(1).pdf

61 Manzoni G., De Angelis F., “Sviluppo della qualità in azienda”, Edizioni FAG Milano, 2007

95

pro- cessi, il miglioramento, le decisioni basate su evidenze e la gestione delle relazioni.

Viene essenzialmente eliminato il principio di approccio sistemico alla gestione61.

La nuova versione ha come visto dieci requisiti, invece degli otto di quella precedente

e al posto di sei procedure obbligatorie, ora ci sono sei documenti obbligatori che non

devono necessariamente essere sotto forma di una procedura. Ciò può essere un po’

disorientante all’inizio, ma l’intenzione è quella di dare maggiore libertà nella docu-

mentazione del Sistema di Gestione della Qualità.

La nuova edizione presenta alcuni nuovi requisiti, ma i più significativi sono il Contesto

dell’organizzazione (punto 4) e le Azioni per affrontare rischi e opportunità (punto 6.1)

e l ’idea che sta dietro questi nuovi requisiti è integrare l’SGQ nelle attività quoti- diane

dell’azienda. Sulla base di quanto appena assunto la nuova edizione auspica un

maggiore coinvolgimento dell’imprenditore, il quale è chiamato a fare un’analisi del

rischio, identificando gli aspetti che potrebbero mettere a repentaglio il suo business, e

un’analisi del contesto, individuando i punti di forza e di debolezza del mercato di

riferimento, dei competitor e di tutte le parti interessate.

Per quanto riguarda l’analisi di contesto, in realtà non si tratta di una novità assoluta in

quanto la versione 2008 della norma nell’introduzione recitava: “La progettazione e

l'attuazione del sistema di gestione per la qualità di un'organizzazione sono influenzate

dal contesto nel quale essa opera”.

62 Manzoni G., De Angelis F., “Sviluppo della qualità in azienda”, Edizioni FAG Milano, 2007

96

Con la nuova versione l’organizzazione deve individuare ed analizzare i fattori interni

ed esterni che sono rilevanti per i suoi obiettivi strategici e che influenzano la sua

capacità di ottenere i risultati attesi dal sistema di gestione per la qualità.

L’obiettivo è di elevare il livello di visione strategica dell’organizzazione nel proget-

tare il sistema di gestione per la qualità, tenendo conto del contesto in cui la stessa

opera. Per avere una visione più completa ed ampia del contesto è bene che

l’organizzazione coinvolga più competenze: marketing e vendite, acquisti,

amministrazione e finanza, risorse umane, direzione tecnica, produzione. Di fatto, il

concetto si sposta dall’introduzione alla parte prescrittiva della norma e quindi il

ragionamento che ha portato all’impostazione del sistema di gestione deve essere, in

qualche modo, documentato. Essenziale resta l’analisi approfondita della correttezza

del campo di applicazione del sistema di gestione per la qualità: lo stesso deve essere

coerente con le richieste dei clienti e con i requisiti cogenti. È anche richiesto di

verificarne la coerenza con il contesto interno ed esterno in cui opera

l’organizzazione62.

Si invoca una presa di maggior coscienza, più che mai ora che le imprese sono chiamate

ad affrontare sfide diverse da quelle di qualche decennio fa e i consumatori sono più

consapevoli, hanno largo accesso alle informazioni e aspettative più elevate e per tali

motivi richiedono un livello di qualità sempre crescente.

97

La norma UNI EN ISO 9001:2015, ma come del resto anche la UNI EN ISO

14001:2015 intervengono nella gestione della strategia aziendale in un momento di

rilancio dell’economia, a supporto delle imprese nel posizionamento su un mercato

globale che si fa sempre più diversificato e complesso.

Tra gli elementi innovativi della UNI EN ISO 9001 vi è sicuramente una maggiore

motivazione e coinvolgimento del top management, attraverso l’introduzione del con-

cetto di rischio Risk Based Thinking e dell’analisi del contesto63.

La norma ISO 9001:2015 affronta con decisione la riduzione dei rischi connessi alla

variabilità e complessità del contesto in cui l’azienda opera. La gestione e riduzione dei

rischi diventa un elemento fondante da perseguire per soddisfare l’esigenza del cliente

e delle parti interessate e per valorizzare e migliorare il bene ed il servizio of- ferto.

Ragionare in un’ottica di Risk Based Approach diventa fondamentale per pianificare il

sistema di gestione per la qualità e renderlo trasversale a tutto lo standard e per creare

nelle organizzazioni nuove responsabilità. L’azienda dovrà dunque analizzare rischi ed

opportunità, classificarli in rapporto alla gravità delle conseguenze, pianificare le azioni

volte ad affrontare i rischi, in quanto se ben individuato ed analizzato, esso si trasforma

in opportunità di miglioramento. Altri contributi offerti dalla nuova edizione sono il

rafforzamento del focus sul cliente, migliorare l’approccio per processi e il ciclo

PDCA, decentralizzare le responsabilità del SGQ in tutta l’organizzazione, un

63 file:///C:/Users/utente/Downloads/5947_La_nuova_norma_ISO_9001_2015_Presentazione_ACCREDIA.pdf

98

maggiore coinvolgimento dell’alta direzione, nonché un impianto di leadership ben

strutturato e una maggiore enfasi sul monitoraggio delle performance.

A ben vedere, le organizzazioni con un sistema di gestione della qualità certificato UNI

EN ISO 9001:2015 dimostrano il proprio impegno verso una maggiore efficienza or-

ganizzativa, attraverso una puntuale definizione degli obiettivi e il loro riesame una

volta che questi siano stati raggiunti. La certificazione secondo questo standard rappre-

senta senza ombra di dubbio un messaggio forte e positivo dell’impegno dell’impresa

alla gestione della qualità di fronte ai propri clienti e fornitori.

Con le novità introdotte dalla norma si ribadisce che diventa inoltre più semplice uni-

formare ed includere nel proprio Sistema di Gestione della Qualità gli elementi delle

altre norme considerate pertinenti, come le norme ambientali ISO 14001 e gli elementi

della futura ISO 45001 sulla gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, age-

volando ed incoraggiando sempre di più l’adozione di sistemi integrati.

99

3.4. Parametri per la scelta del sistema di certificazione ISO 9001:2015 idonei

alla singola impresa

Si mettono in evidenza i parametri per la scelta di uno schema di certificazione con-

forme alla ISO 9001:2015 idoneo alla singola impresa, indicando con essi il settore di

attività, le dimensioni aziendali, la tipologia di impresa e l’appartenenza ad un mercato

autoregolamentato o normato64.

In questo compito interviene la normazione in merito che afferma chiaramente che la

norma ISO 9001:2015 è stata concepita per essere applicabile a tutte le organizzazioni,

indipendentemente dal tipo, dalle dimensioni e dal prodotto o servizio realizzato e la

stessa non spiega come impostare il modello di gestione dal punto di vista qualitativo,

ma ha lo scopo di incoraggiare le imprese a capire quali sono gli obiettivi che si vo-

gliono ottenere e come raggiungerli utilizzando al meglio le proprie risorse e generando

in tal modo opportunità commerciali, economiche, gestionali, di immagine. Queste op-

portunità si traducono per una azienda in vantaggi competitivi per operare nel mercato

globale. Da quanto appena assunto, ci si chiede cosa spinge una azienda a certificarsi

ISO 9001 e poter godere dei vantaggi derivanti dalla sua applicazione. Un primo mo-

tivo è sicuramente riconducibile a ragioni di mercato. Ebbene bisogna identificare il

mercato in cui l’azienda opera e a tal riguardo si nota che se essa opera in un mercato i

cui committenti sono principalmente pubblici, la norma ISO 9001 è un requisito quasi

sempre fondamentale per la partecipazione alle gare. L’azienda che decide di certifi-

64 Fonte: Dichiarazioni rilasciate da consulenti esperti del settore

100

carsi secondo questo standard, migliora la sua immagine sul mercato rispetto ad

aziende non qualificate e partecipare a bandi di gara fa sì che la stessa possa ottenere

un punteggio superiore rispetto ad aziende non certificate. Spiegando meglio, per tutte

le imprese che non sono del settore delle costruzioni, la ISO9001 è un requisito di gara;

nel settore delle costruzioni essa è un requisito della SOA (sistema di accreditamento

degli appalti pubblici nelle costruzioni) per lavori superiori ad un milione di euro.

Ciò che spinge una azienda a certificarsi e che va ricondotto ancora una volta a ragioni

di mercato è dovuto al fatto che per alcuni settori come quello metalmeccanico, elet-

trico, meccanico, aeronautico, militare, navale, aerospaziale, le norme ISO 9001 in-

sieme alla ISO 9100 e norme specifiche di prodotto sono obbligatorie per il commercio

stesso dei prodotti. Essendo questi settori certificati secondo degli standard ancora più

rigidi della 9001, sono obbligati a lavorare con aziende certificate. Infine aziende che

lavorano per grossi clienti come delle multinazionali che hanno tra i requisiti necessari

la richiesta di certificazione ISO 9001.

Il secondo motivo per il quale l’azienda può decidere di certificarsi può essere dettato

da ragioni interne, da un forte coinvolgimento dell’alta direzione che crede nei principi

base di questa norma. La certificazione ISO 9001 si ricorda ancor una volta è uno

standard a carattere volontario, ed è un requisito cogente per acquisire nuovi clienti, in

quanto la certificazione permette e fornisce gli strumenti necessari per migliorare e

consolidare i rapporti con i clienti già esistenti ed aprire il mercato a nuovi clienti sia a

livello nazione che internazionale. In secondo luogo è un requisito organizzativo che

101

permette di riorganizzare i processi e verificare l’efficacia e efficienze dei processi in-

terni per ottimizzare i costi e dare un miglior servizio.

In relazione a quanto appena affermato, per conseguenza del tutto naturale, emerge che,

più le aziende sono grandi in termini di personale e di sito produttivo, più l’architettura

del Sistema di Gestione per la qualità ha bisogno di istruzioni operative dettagliate che

specifichino le singole attività in modo da prevenire rischi sulla qualità del servizio o

prodotto. Per le aziende pubbliche, partecipate pubbliche ma anche per le trattative

private il tema qualità è volto essenzialmente alla riorganizzazione dei processi

aziendali e alla crescita della sua efficienza65.

3.5. Vantaggi ed opportunità derivanti dall’applicazione dello schema di

certificazione ISO 9001:2015

La nuova edizione del 2015 nasce per eliminare il ragionamento per funzioni e riorga-

nizzare l’azienda per processi, favorendo per l’appunto una visione sistemica dei

processi. La nuova ISO 9001 non si prefigge di essere soltanto la revisione

dell’edizione del 2008 ma essa ha il compito di dare le indicazioni necessarie affinché

il nuovo SGQ possa diventare la “cornice” di tutti gli altri schemi di certificazione in

un’ottica integrata. Ebbene, si può pensare alla ISO 9001 come a una cornice che una

organizzazione può utilizzare per aiutare la propria azienda a migliorare in ogni cosa

che fa. Usando la struttura di questa ISO, che si basa sul miglioramento continuo,

65 Fonte: Dichiarazioni rilasciate da consulenti esperti del settore

102

l’azienda può partire da ciò che fa già bene e sviluppare un sistema migliorato ed

integrato. Creando un sistema migliore attraverso il quale operare, si possono

soddisfare al meglio i requisiti dei clienti e fornire in tal modo una assistenza migliore.

Gli altri sistemi infatti, si adegueranno allo schema proposto dalla ISO 9001:2015,

“segnando la fine di conflitti, duplicazioni, confusioni e fraintendimenti tra i diversi

sistemi di gestione: qualità, ambiente, sicurezza, sicurezza alimentare, continuità del

business, information security, energy management e si segnala che la prima norma ad

uscire con questo impianto è la ISO 14001:2015, ovvero il Sistema di Gestione

Ambientale. Si entra nel merito ora dei vantaggi che una organizzazione grande o

piccola può trarre dall’adozione di uno schema di certificazione conforme alla ISO

9001:2015. I seguenti vantaggi possono essere di diversa natura e segnatamente

vantaggi organizzativi, di immagine, vantaggi economici e finanziari, nonché vantaggi

competitivi per operare nel mercato globale che a quanto visto è caratterizzato da una

crescente complessità. Si parla di vantaggi organizzativi in quanto la norma in

questione mira ad efficientare i processi, a far lavorare meglio le risorse umane e le

risorse in termini di macchinari, impianti ed attrezzature. Efficientamento vuol dire che

un’azienda riesce a fare nello stesso tempo un lavoro o più produzioni e più servizi con

costi inferiori e l’efficientamento economico comporta inevitabilmente anche vantaggi

finanziari, ovvero trattative migliori con i fornitori e meno ricorso alle banche66. Si

ricorda che però la riduzione dei costi di produzione del servizio o prodotto non basta

all’avvio della qualità ma anzi presuppone che ci sia un controllo delle varie fasi del

66 Manzoni G., De Angelis F., “Sviluppo della qualità in azienda”, Edizioni FAG Milano, 2007.

103

processo più spinto, fatto per fasi critiche in modo da avere un risultato finale con-

forme alle aspettative del cliente.

La certificazione, a ben vedere è spendibile nella parte comunicativa e la stessa può

apportare vantaggi di immagine e credibilità in quanto, quando i clienti vedono che una

azienda è certificata da un organismo autorevole, capiscono che la stessa ha implemen-

tato un sistema focalizzato sulla soddisfazione dei requisiti del cliente e sul migliora-

mento, aumentando la loro fiducia nella capacità di fare ciò che si è promesso.

Uno dei principi chiave degli SGQ ISO 9001 è concentrarsi sul miglioramento della

soddisfazione del cliente, individuando e soddisfacendo i suoi requisiti e bisogni e

migliorando la soddisfazione, aumenta per logicità la fidelizzazione degli stessi.

Si è già ribadito più volte quanto l’approccio per processi rappresenti una grande novità

di questa norma e lo stesso è sicuramente un altro vantaggio da prendere in esame in

quanto usando tale approccio non si prendono in considerazione solo i singoli processi

nella propria organizzazione, ma anche le interazioni di tali processi e così facendo, è

più facile identificare le aree per il miglioramento e i risparmi in termini di risorse

nell’ambito dell’organizzazione. Il successo di un Sistema di Gestione per la Qualità

dipende inoltre dalla capacità di prendere decisioni giuste, fondate su dati di fatto, per-

ché ciò consente ad un’azienda di usare meglio le proprie risorse per affrontare i pro-

blemi, migliorare l’efficienza e aumentare l’efficacia67. Il modo in cui funziona la ISO

9001, fa sì che alle organizzazioni venga lasciato un margine di azione praticamente

67 Fonte: Dichiarazioni rilasciate da consulenti esperti del settore

104

illimitato sul modo in cui soddisfare i requisiti. La norma, infatti illustra le regole di

base di ciò che deve essere fatto, ma non indica come farlo. Un esempio che chiarisce

quanto appena affermato è che la ISO 9001 afferma che lo stato della revisione attuale

di un documento deve essere registrato, ma non specifica le modalità operative: si può

scegliere di farlo in base alla data, al numero della revisione o con altri mezzi. Grazie

a questa flessibilità, la norma ISO 9001 permette di conservare i processi che già si

hanno implementato, i quali possono a loro volta diventare la base per applicare altre

norme e realizzare altri sistemi di gestione. Il richiamo è come più volte ribadito al

concetto di integrazione con altri sistemi di gestione, con la possibilità di condividere

le risorse e ottenere tutti i vantaggi che un processo integrato comporta.

105

Conclusioni

Il lavoro di tesi giunge al termine ed in questa ultima fase si dà conto dei principali

risultati raggiunti. Prima ancora, occorre sottolineare che ciò che ha dato una direzione

di sviluppo e sostanza al lavoro è stato l’interesse suscitato e che mi è stato trasmesso

da esperti di settore e contestualmente la presa di coscienza dei benefici ed opportunità

che le organizzazioni, di qualsiasi settore e dimensione possono trarre dall’essere cer-

tificati. Il richiamo è alla capacità di un sistema organizzativo di essere competitivo,

che non si traduce nell’essere semplicemente un passo in avanti rispetto agli altri, ma

bensì nella capacità di restarci. Il mercato, lo si può immaginare come il sovrano che

ha poteri selettivi e che emette “sentenze di esclusione”, ma al contempo può essere

considerato una grande opportunità per le imprese; il campo di prova e la grande arena

dove si può dimostrare di saper fare impresa.

In questo scenario, si vuole inserire “il modello di impresa” che adotta ed implementa

uno o più schemi di certificazione idonei alla propria organizzazione, grazie ai quali

essa può dimostrare il proprio impegno verso una maggiore efficienza organizzativa e

lanciare un messaggio di positività nella gestione della qualità in senso lato e nell’in-

novazione dei propri processi. Per le aziende operare in regime di produzione certifi-

cata, vuol dire eliminare la necessità di essere riconosciute in ogni singolo paese o,

ancora, di dover essere valutate direttamente dai propri clienti. Significa altresì gestire

la complessità e il cambiamento, in contesti sociali sempre più attenti agli aspetti am-

bientali e alla gestione della qualità. In questa direzione, la normazione è in grado di

106

affrontare questi temi e tutte le domande di nuove e più ampie forme di qualità che

conferiscono un impulso alla crescita della cultura d’impresa.

Ripercorrendo l’intero lavoro di tesi si mettono in luce i risultati che hanno riguardato

gli Operatori e gli Utilizzatori dei sistemi organizzativi: gli attori principali del mercato

analizzato. A tal riguardo, si evincono valori positivi sia per l’attività di accreditamento

che fa capo ad ACCREDIA, sia per l’attività di certificazione, sia per il ruolo svolto

dalle società di consulenza. Procedendo con ordine, emerge che la crescita degli accre-

ditamenti in Italia è scandita da cifre positive con una crescita del +39%, nell’arco

temporale 2010-2016 e che la stessa, occupa una posizione di leadership in materia di

accreditamenti guidando la classifica dei 35 Enti di accreditamento aderenti a EA. Essa

è inoltre tra i primi Paesi al mondo per numero e trend di crescita delle certificazioni

dei diversi sistemi di gestione. I dati relativi alle certificazioni dei Sistemi di Gestione

per la Qualità, confermano l’Italia in cima alla classifica Europea, con oltre 150 mila

certificazioni valide.

Le società di consulenza sono investite da trend altrettanto positivi se si guarda al vo-

lume di affare che si è stimato essere intorno ai 380 milioni di euro. Esso è un valore

da non sottovalutare specie se si considera che questi operatori non si qualificano come

necessari, in quanto sono chiamati ad operare solo in caso di necessità da parte delle

imprese che devono avviare il processo di certificazione in qualità di supporto all’im-

plementazione delle procedure alla formazione del personale e audit interni.

107

Questo aspetto sottende la volontà da parte delle imprese private, organizzazioni pub-

bliche e professionisti di inseguire la strada della certificazione per svariati ed impor-

tanti motivi, tra cui accrescere la propria competitività. Emerge ancora che il volume

di affari di questo settore riflette la caratteristica di fondo delle dimensioni di una or-

ganizzazione, in quanto sono le aziende più grandi e con fatturati maggiori a spendere

in consulenza ed a essere supportati nei loro processi organizzativi, mentre le imprese

più piccole o non ne hanno bisogno o la considerano una spesa discrezionale e rinvia-

bile. Risulta ora interessante evidenziare i risultati emersi per le imprese che ricorrono

alla certificazione e quelle potenzialmente certificabili. Se si confronta il dato rilevato,

ottenuto dalla somma del totale delle imprese per le classi di addetti ritenute rilevanti

ai fini dell’analisi, con il numero di aziende attualmente certificate pari ad 87000, si

evince che al momento attuale esse rappresentano il 41% del totale. Un dato sicura-

mente positivo, ma che dimostra anche che il mercato della certificazione viaggia an-

cora su cifre relativamente piccole, se si tiene conto del numero complessivo di aziende

in Italia. I dati dimostrano ancora che a trainare il mercato delle certificazioni è il set-

tore privato, con una netta predominanza del settore delle costruzioni 21% del totale,

cresciuto dell’8% rispetto al 2015 e con un buon aumento delle certificazioni anche nel

settore del commercio all’ingrosso +9% e nei servizi di ingegneria +13%.

Ad incorniciare questi valori positivi non può che essere la Qualità che deve guidare

costantemente le organizzazioni nella loro vita all’interno del mercato globale. La re-

visione del Sistema di Gestione per la Qualità che sfocia nella nuova edizione del 2015

vuole essere una ulteriore spinta in questa direzione, nell’efficientamento, nella sem-

108

plificazione delle attività e nell’allineamento di tutti gli standard dei Sistemi di Ge-

stione del futuro in un’ottica integrata. In tal modo, più organizzazioni potranno otte-

nere benefici dall’incontro di più sistemi di gestione in un solo sistema di gestione che

funzionerà in parallelo con il piano di business e tutte le funzioni aziendali.

In conclusione, ciò che manca è forse una maggiore vocazione alla cultura della qualità

che non deve essere erroneamente vista come un passaggio burocratico obbligato, ma

qualcosa in cui credere, un pezzo mancante che può risultare vitale per un sistema or-

ganizzativo sia semplice che complesso. Questa presa di coscienza, può portare a far

crescere la percentuale attualmente rilevata e che ha escluso in sede di analisi preva-

lentemente le piccole e micro imprese italiane.

109

Bibliografia e Sitografia

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lia.it/pubblicazioni/bollettino-economico/2017-4/boleco-4-2017.pdf

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DIA_Qualit Crescita_Innovazione_1_2014%20(1).pdf

- Presentazione di Nicola Gigante, Ispettore ACCREDIA “le principali novità

della ISO 9001:2015” in

file:///C:/Users/utente/Downloads/5947_La_nuova_norma_ISO_9001_2015_

Presentazione_ACCRE- DIA.pdf

- Il sole 24 ore “Certificazioni UNI EN ISO 9001 e 14001, imprese chiamate al

rinnovo entro settembre 2018” inhttp://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/av-

vocatoAffari/newsStudiLegaliEOrdini/2017-11-08/certificazioni-uni-en-iso-

9001-e-14001-imprese-chiamate-rinnovo-entro-settembre-2018-165242.php

- Il significato della certificazione ISO 9001, Cosa significa la certificazione ISO

9001? Comunicato IAF sul significato della certificazione di sistema di gestione

– SGQ in https://services.accredia.it/con-text.jsp?ID_LINK=1230&area=6

113

Appendice

Intervista con Azienda 1 che opera nel settore delle costruzioni. Intervista

somministrata al Resp. per la Qualità.

Quando avete pensato di certificarvi la prima volta? (ISO 9001 Qualità)

Considera che io sono venuta qui nel 2012 e già erano certificati qualità e comunque

almeno due anni prima l’hanno fatta. Erano certificati sia per l’ambiente sia per la

sicurezza; erano cose che io ho trovato e poi le ho fatte mie.

Perché vi siete certificati?

Ritengo che il fatto di volersi certificare per la qualità, a parte che poi è obbligatorio ai

fini di una classifica SOA, la qualità dà un po’ di ordine nella gestione di un’attività e

comunque è sempre un punto positivo

Era un obbligo per poter fare i lavori o una volontà di organizzare meglio la

vostra organizzazione?

L’azienda è certificata SOA ed ha anche delle classifiche importanti quindi in ogni caso

dalla terza classifica in poi c’è l’obbligo di essere certificati. L’ISO 9001, però ripeto

aldilà dell’acquisizione delle classifiche secondo me aiuta a gestire un po’ la parte bu-

rocratica e la parte organizzativa. Poi ovviamente, la parte di attività manuale nei can-

tieri, quella è un’altra cosa. A livello amministrativo, burocratese si può fare.

114

Avete ricevuto un miglioramento organizzativo dalla certificazione? Se si,

quale?

Secondo me si, da quando ho preso io in mano la qualità, in quanto sono responsabile

del sistema integrato e sono coadiuvata da consulenti di Macroazienda. Comunque sia

non è che me ne faccio un vanto. Il sistema integrato è un manuale descrittivo che

comprende qualità ambiente e sicurezza, poi ci sono le procedure. Noi siamo poi cer-

tificati F-GAS perché abbiamo l’obbligo da parte dei condizionatori e siamo certificati

anche SA8000 ed alla fine lo possiamo considerare un grande sistema.

Dopo la prima certificazione ISO 9001 quale è stato il percorso per le altre

certificazioni?

Già c’erano tutte e tre e credo sia stata una conseguenza naturale anche perché lavo-

rando con appalti pubblici ci vengono anche chieste nelle gare queste certificazioni. La

9001 è una certificazione di default, è come la copia del dichiarante e la devi mettere

anche perché serve per la riduzione della polizza. Serve d’obbligo per appalti di clas-

sifiche dalla terza in poi. Quindi in ogni caso la devi avere, però adesso chiedono sem-

pre più spesso altre certificazioni: la 18001 14001 SA8000 e quindi sei quasi obbligato

ad incrementare i tuoi sistemi di qualità con altri.

115

Qual è il tempo necessario per arrivare ad essere certificati?

Dipende da quanto ci lavori. Inizialmente un sistema nuovo ti occupa molto impegno

perché ci sono delle attività che tu non svolgevi o comunque che svolgevi lo stesso ma

sotto un’altra forma, e il sistema te le regolarizza, magari con delle procedure più li-

neari, con della documentazione a supporto che tu comunque devi produrre e tu co-

munque devi lavorarci sopra. Sai, la certificazione ha un rinnovo e due mantenimenti

e quindi ogni tre anni devi praticamente mettere le mani su quasi tutto, però diciamo

che non è che ci si lavori così tanto. Ti ripeto se fosse una prima certificazione,

mhmhmhmhmhm non lo so, perché dipende dal tempo che metti a disposizione per

questa attività. Io ovviamente non mi occupo solo delle certificazioni, mi occupo anche

delle gare di appalto, delle iscrizioni agli albi fornitori vari ed eventuali. Quindi in ogni

caso ho varie attività e devo gestirle ed integrarle in base alle varie scadenze. Nel caso

delle certificazioni ci sono delle scadenze annuale sia per il rinnovo che per le visite di

mantenimento e tu hai una sca- denza ma è un po’ elastica. Non è come la consegna di

gara.

Le certificazioni hanno apportato anche un miglioramento del clima aziendale?

Ma secondo me non incide, tu un lavoro lo devi comunque fare. Non è che migliora

l’ambiente di lavoro o peggiora. Non è così rilevante.

116

I vostri clienti hanno apprezzato lo sforzo profuso dalla società, vi hanno affi-

dato più lavori e più fiducia?

Non ti so dire, noi lavoriamo essenzialmente con gare di appalto. Il nostro cliente è se

vinci la gara, è un ente pubblico. Non è che ti sceglie perché hai la qualità e la certifi-

cazione. Si partecipa ad una gara e si spera di vincerla. Ovviamente quasi tutte la sta-

zioni appaltanti, ormai anche come requisito di offerta tecnica chiedono tante certifi-

cazioni. Se tu le tieni, hai dei punteggi, perché l’offerta tecnica prevede dei requisiti di

criteri di valutazione che danno dei punteggi. Io mi occupo di gare di appalto. Noi

siamo abbonati ad un servizio di informazioni dei bandi che escono in tutta Italia in

base a delle categorie che abbiamo detto noi di ricercare. Loro in pratica ci mandano

un tabulato con delle gare solo per le categorie che abbiamo chiesto noi di cercare.

Essendo delle gare pubbliche tu non è che hai la certezza di vincerle.

Come è stato l’approccio con i consulenti?

Noi abbiamo dei consulenti che vengono qui, in prossimità delle scadenze dei vari audit

di sorveglianza. Non abbiamo mai avuto di problemi.

I vostri clienti vi hanno richiesto, oltre alle certificazioni ISO 9001, OHSAS

18001, SA 8000, ISO 14001 ed F-GAS, altre tipologie di certificazioni?

Per ora ancora no, l’unica cosa che posso dire è che c’è sempre una alternativa tra

l’iscrizione EMAS e la ISO 14001, che trattano entrambi l’ambiente. EMAS è la di-

117

chiarazione ambientale, è una cosa più complessa. Sono delle alternative che danno

sempre nei documenti di gara: o l’una o l’altra.

Avete valutato la certificazione ISO37001 sistema anticorruzione?

Questo non te lo so dire perché non sono io che faccio queste scelte. Noi abbiamo

comunque un modello organizzativo secondo il decreto legislativo 231/2001 che già

prevede questo argomento. Questo modello non è una certificazione.

Ritenete di migliorare le procedure aziendali per renderle maggiormente ricon-

ducibili alle best practice?

Guarda, noi abbiamo fatto il sistema nuovo sulla norma ISO 9001 e ISO 14001. Alla

fine del 2016 abbiamo rimodulato tutto il sistema. Io penso che se non ci sono delle

particolari esigenze che possono intervenire, per il momento va bene cosi. Poi ovvia-

mente possono subentrare delle attività nuove, delle circostanze nuove e a quel punto

devi in ogni caso adeguare il sistema e le procedure.

Il vostro percorso di crescita è stato accompagnato dalle certificazioni ottenute?

Sicuramente, certo.

118

I cantieri hanno avuto beneficio dall’applicazione delle certificazioni?

Spero di sì, io non vado in cantiere, però immagino di sì. Chi è andato sul posto a fare

verifica della sicurezza è tornato dal cantiere entusiasta. L’impatto è positivo.

Ritenete che ci siano punti di debolezza nel processo di ottenimento della certi-

ficazione e di mantenimento della stessa?

L’iter di certificazione è quello, non è dettato da noi, ci viene detto cosa dobbiamo fare

e come dobbiamo attivarci. Noi abbiamo un sistema molto dinamico, fatto su misura

sulla società, non è un manuale standard. Quando lo fai su misura, lo fai in applicazione

di quello che tu utilizzi e quindi non c’è una ridondanza di carte, di documenti. É molto

snello. Noi abbiamo quattro procedure: tre integrate e una sulla qualità. Io penso che il

sistema della qualità deve essere fatto a misura dell’azienda. É inutile prendere lo

standard base e mettere in moto una mole di documenti che poi non ven- gono mai

utilizzati, non vengono capiti, non vengono recepiti da nessuno. Una proce- dura veloce

è più efficace, bisogna un attimo personalizzarlo.

Ritenete di migliorare la comunicazione con gli stakeholder delle certificazioni

ottenute?

No, con l’ente di certificazione, ho un riscontro positivo.

119

In conclusione, ripercorrendo il percorso delle certificazioni eseguito, ritenete

di esprimere un parere finale sulle attività svolte e sulle modalità operative?

Sul sistema che abbiamo adottato, si è positivo. Devo dire in verità c’è qualcuno che

rimane sempre un po’ restio ad utilizzare certi metodi lavorativi. Dai paesi anglosassoni

da cui viene questa norma è la prassi, imparano a lavorare già cosi. Alla fine ci si ade-

gua, il nostro modo di essere è sempre sopra le regole. Secondo me se fossero seguiti

certi principi si farebbero le cose più velocemente. A volte la fretta, l’urgenza, c’è chi

rimane indietro, però alla fine il bilancio lo chiudiamo in positivo. L’azienda da quando

sto io ha avuto un percorso di crescita.

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Intervista con Azienda 2.

Intervista somministrata al Resp. Commerciale, Società di consulenza

Quale è l’obiettivo dei sistemi di certificazione a norma ISO e segnatamente la

ISO 9001?

La ISO nasce per standardizzare e organizzare i prodotti e i processi. La ISO 9001 nello

specifico è utilizzata dalle aziende per organizzare i propri processi interni, verificare

l’efficacia e efficienza per ottimizzare i costi e dare un buon servizio.

Quali sono a suo avviso le esigenze che spingono un Sistema Organizzativo a

certificarsi ISO 9001?

Bene, le esigenze della 9001 sono di due tipi: di gara, appalti. Bisogna vedere quale è

il mercato in cui opera il committente. Se opera in mercato i cui committenti sono

pubblici la 9001 è un requisito quasi sempre fondamentale per la partecipazione a gare.

Nello specifico esistono poi esistono: per i servizi è un requisito di gare, mentre per i

settori di costruzioni è un requisito per la SOA che è il sistema di accreditamento degli

appalti pubblici nelle costruzioni). Il committente è colui che ti offre il lavoro.

Quali sono i settori di attività che richiedono maggiormente questo tipo di cer-

tificazione?

Per tutte le società che non sono del settore di costruzioni, la 9001, è un requisito delle

gare di appalto. Mentre per quelle che sono di costruzioni: appalti pubblici, costruzioni,

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nuove opere, ristrutturazioni, la 9001 è un requisito che fa parte della soa sistema di

accreditamento per le costruzioni per lavori superiori a 1 milione di euro, è obbligato-

rio. La ISO 9001 è un requisito cogente, per acquisire nuovi clienti. In secondo luogo

è un requisito organizzativo.

Che tipo di relazioni si possono mettere in evidenza tra la certificazione oggetto

di esame e le dimensioni aziendali di uno specifico Sistema Organizzativo?

Più le aziende sono grandi in termini di sito produttivo, piu ce bisogno di istruzioni

operative, dettagliate che specificandole singole attività in modo da prevenire rischi

ambientali.

Per la tipologia di impresa, pubblica/privata quale è l’impatto della norma ISO

9001?

Il sistema qualità 9001 è volto all’organizzazione dei processi aziendali ed alla crescita

dell’efficienza aziendale, pubblica, privata o partecipata pubblica. Il sistema ambien-

tale che ha una struttura simile alla ISO 9001, invece non fa differenza tra pubblica e

privata.

Mi può indicare quali sono i principali vantaggi competitivi che un’azienda trae

dopo aver ottenuto la certificazione?

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Vantaggi competitivi sicuramente perché posso competere nelle gare e nelle trattative

private. Quando ottengono la certificazione del loro sistema di gestione, prodotti o ser-

vizi di un ente accreditato, le aziende migliorano le loro prestazioni utilizzando uno

strumento riconosciuto per il processo decisionale, per la gestione dei rischi e selezione

dei fornitori. Godono di un vantaggio competitivo in termini di reputazione e

credibilità, sia sul mercato B2B che sui mercati consumer. Un altro vantaggio

competitivo è da ricondurre alla riduzione dei controlli. La certificazione accreditata

tra- smette la presunzione di conformità alle norme e ai regolamenti ufficiali. Ciò

significa che le aziende non hanno bisogno di fornire ulteriori prove e le loro attività

sono semplificate.

La ISO nasce per standardizzare ed organizzare i processi aziendali. Quali sono

i vantaggi organizzativi di cui un’impresa può beneficiare?

La ISO 9001 efficienta i processi, fa lavorare meglio le risorse umane e le attrezzature.

Nello stesso tempo riesco a fare più lavoro o più produzione o più servizi con costi

ridotti ma questa riduzione del costo, non va a discapito della qualità ma anzi presup-

pone un controllo delle fasi del processo più spinto in modo da avere il risultato finale

conforme alle aspettative del cliente.

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Infine quali sono a suo avviso i vantaggi di immagine di un’azienda certificata

che compete sul mercato globale?

La certificazione è sicuramente spendibile nella parte comunicativa, è un momento di

visibilità importante per l’azienda. La certificazione comporta anche vantaggi di ridu-

zione nel rischio di applicazioni di sanzioni penali e amministrative, e ciò contribuisce

a rendere l’immagine di una azienda ancora più forte.