maggio 2010

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Mensile di informazione, politica e cultura dell’Associazione Luciana Fittaioli - Anno II, n. 5 - Foligno, maggio 2010 Fino a qualche tempo fa, l'Al- bania non veniva nemmeno studiata a geografia nelle scuole perché in confronto a tutti gli altri paesi europei era considerata insignifican- te sia dal punto di vista delle dimensioni e della morfolo- gia, sia dal punto di vista sto- rico-culturale. Oggi le viene dedicata una pagina scarsa e molto spesso viene assom- mata ad altri piccolissimi Stati sotto il titolo "gli altri Stati del Mediterraneo euro- peo", quindi si può dire che l’Albania è rimasta sempre un po’ in disparte nella storia europea, colpa di un susse- guirsi continuo di invasioni e di cambi di potere che ne impedirono uno sviluppo continuativo. In realtà questo piccolo paese è ricco di tradizioni, cultura e di un’affascinan- te storia di cui gli abitanti vanno fieri e raccontano volentieri le eroiche vicen- de di guerra di Skanderbeg contro i turchi e meno vo- lentieri la storia recente della caduta delle piramidi finanziarie, create nel '92 nelle quali la gente aveva investito i propri risparmi e fallite nel '97. Questo provocò la dispera- zione e la rabbia della gente che, non vedendo altra scel- ta, aprì i depositi di armi e ne prese una grande quan- tità; perciò la maggior parte degli albanesi era munito di un arma che si trovava facil- mente ovunque. In quegli anni tante ragaz- ze sono finite in mano ai trafficanti, abbindolate da false proposte di matrimo- nio, o rapite con la forza. Ogni famiglia ha una sto- ria da raccontare. Tantissi- me ragazze sono state co- strette a rinunciare ad an- dare a scuola per paura di essere rapite e portate al- l'estero per prostituzione. Oggi queste donne rim- piangono moltissimo l’in- terruzione degli studi e fanno di tutto per poter of- frire ai propri figli ciò che a loro è mancato. Questo è uno dei motivi che stanno alla base dell'immigrazio- ne albanese perché la gen- te è spinta dal bisogno di un lavoro retribuito decen- temente per poter offrire un futuro ai propri figli. Purtroppo fin dall’inizio gli albanesi sono diventati si- nonimo di delinquenza e di violenza a causa dei media che hanno fatto passare per invasione criminale l’arrivo di cittadini che in realtà scappavano dal caos politi- co ed economico in cerca di un futuro migliore. I pregiudizi si sono creati a causa dei fatti di cronaca che vedono coinvolti la parte marcia della mela; gli onesti non fanno noti- zia, quelli che cercano di onorare il loro paese ogni giorno, quelli che fanno dei lavori umili con le lau- ree in tasca. I criminali vanno puniti, ma non si deve generalizzare perché questo significherebbe ra- gionare in modo incivile. Non si emigra per piacere. A chi piacerebbe abbando- nare la propria famiglia e ritrovarsi soli in mezzo a sconosciuti? Si emigra per necessità, si è spinti dal bi- sogno di trovare un lavoro che permetta di vivere de- centemente. Eppure l'Albania vanta una cultura incredibilmente ospitale e ha le sue tradizio- ni particolari di cortesia. L'ospite viene accolto con il sorriso sulle labbra e quin- di intrattenuto con tutto il meglio che la famiglia ha da offrire: vino e "raki" (grap- pa) fatti in casa, liquori tra- dizionali, l'immancabile vassoio di "lokum" (cubetto di zucchero candito e con- densato con la fecola) e del buon caffè turco. Ti fanno sentire subito parte della famiglia e non ti fanno mancare niente nonostante la loro povertà. segue a pagina 4 Albania - "Terra Delle Aquile" La Grecia e le meraviglie acrobatiche del capitalismo Comuniste 4 pagine di inserto SIMONA BUZDUGAN Il paese europeo dimenticato dagli europei www.piazzadelgrano.org il giornale è “on line”! sulla pagina internet è possibile “sfogliare” tutti i numeri del giornale, consultare ed estrarre gli articoli e le immagini [email protected] all’indirizzo e-mail della Associazione è possibile inviare contributi, commenti e richieste alla redazione del giornale all’interno Acquisto dal costruttore, subentro nel mutuo a pagina 2 Il partito di maggioranza relativa a pagina 3 Studiare il latino serve a sviluppare la mente a pagina 5 Lo Statuto dei Lavoratori compie 40 anni a pagina 7 Ipoteca Equitalia interviene la Cassazione a pagina 8 La Cena Grande apre la Quintana di giugno a pagina 11 L a Grecia, ovvero il dis- sesto del bilancio pubblico della Grecia, è da alcuni giorni sulle pri- me pagine di tutti i giorna- li; quando questo articolo verrà pubblicato probabil- mente ci saranno stati svi- luppi che potrebbero avere cambiato il quadro politico ed economico attuale. Il tema di questo articolo tuttavia, anche se mosso dalla drammaticità dell’at- tualità, va oltre quest’ulti- ma e vuole parlare di un aspetto per così dire “uni- versale” del capitalismo contemporaneo: della sua capacità di trarre profitto anche dalle più grandi dis- grazie. E’ opinione comune, o al- meno questo è il risultato del condizionamento me- diatico, che la crisi econo- mica della Grecia sia dovu- ta agli eccessi di benesse- re dei propri cittadini, alla loro ignavia, alla loro cor- ruzione morale ed econo- mica. In parte è vero; ma quali le origini e le ragioni? Come mai un popolo mode- sto, lavoratore e onesto ha potuto divenire in così po- co tempo un popolo di pa- rassiti appesi ai sussidi del- lo Stato, affascinato da im- provvisi e immeritati (in ve- rità piccoli e miserabili) pri- vilegi? La ragione è tutta nella na- tura corrotta e corruttrice dell’economia e della cultu- ra capitalista. Da sempre (troverete nelle pagine interne un brano di Platone che oltre duemila anni fa denunziava proprio i danni nefasti di queste po- litiche) la concessione al popolo “bue” di regalie im- meritate, di privilegi illegit- timi e di quant’altro di ille- cito e illegale è stato un po- tente strumento di control- lo da parte delle classi go- vernanti. Per dilagare nella sua nuova versione del libero e sfrena- to “mercato globale”, il capi- talismo ha dovuto “oscura- re” l’intelligenza dei popoli e lo ha fatto scientificamen- te, sollecitandone i lati “oscuri”, corrompendolo e rendendolo complice delle sue ingiustizie e illegalità. Al popolo greco il capitali- smo ha elargito “a piene mani” le briciole delle sue sempre più grandi e sem- pre più concentrate ric- chezze, per comprarne il consenso o almeno un col- pevole silenzio. Dove sono allora le vere ra- gioni della crisi economica della Grecia? Sono nella insaziabile sete di ricchezza delle nazioni già più ricche. Il disavanzo del bilancio greco è interamente dovuto a un eccesso di importazio- ni che ha portato ad un in- debitamento estero inso- stenibile e, guarda caso, proprio nei confronti di quegli Stati che oggi, arro- gantemente e spocchiosa- mente, ne censurano gli ec- cessi delle modeste politi- che sociali. Il debito dell’economia gre- ca ha sostenuto il grande arricchimento di quella te- desca. Ora proprio la Germania è chiamata a salvare la Gre- cia, finanziando quel debi- to che è stato contratto, co- me detto, in grande parte proprio con lei stessa. In sostanza dunque una “partita di giro”. Ed ecco la doppia acrobazia del capitalismo. Col prelievo dalle tasche dei propri cittadini la Ger- mania (probabilmente) so- sterrà il debito greco; la Grecia sicuramente non lo rimborserà, almeno non tutto o comunque non in tempi “ragionevoli”, ma nel- lo stesso tempo, invece, lo rimborserà subito e con al- tissimi interessi. La Grecia, contabilmente ri- sanata, continuerà a impor- tare beni socialmente inuti- li (enorme è la spesa milita- re) a prezzi altissimi, “fuori mercato”, proprio dalla sua finanziatrice Germania, la quale dunque si ripagherà con gli interessi della sua odierna “pelosa” generosità. Ma a chi andranno i benefi- ci di questi (indiretti) rim- borsi? In parte certamente a soste- gno dell’economia e quindi di tutti i cittadini tedeschi, ma in parte, in buona parte, nelle tasche dei padroni dell’economia tedesca. Meraviglie del capitalismo! Il popolo greco pagherà con enormi sacrifici il risanamen- to della propria economia, il popolo tedesco sosterrà in parte tali oneri, i padroni gua- dagneranno due volte: sul de- bito greco e sulla sua restitu- zione col sovrapprezzo delle importazioni. Toccherà anche a noi? Ultima meraviglia: l’euro scende, ma anche il petro- lio (in dollari!) “stranamen- te” scende, le industrie eu- ropee rinforzano la loro competitività… anche que- sto sulla pelle dei greci.

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Mensile d'informazione politica e cultura dell'Associazione comunista "Luciana Fittaioli", via del Grano 11-13 Foligno (PG) Italia

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Page 1: Maggio 2010

Mensile di informazione, politica e cultura dell’Associazione Luciana Fittaioli - Anno II, n. 5 - Foligno, maggio 2010

Fino a qualche tempo fa, l'Al-bania non veniva nemmenostudiata a geografia nellescuole perché in confronto atutti gli altri paesi europeiera considerata insignifican-te sia dal punto di vista delledimensioni e della morfolo-gia, sia dal punto di vista sto-rico-culturale. Oggi le vienededicata una pagina scarsa emolto spesso viene assom-mata ad altri piccolissimiStati sotto il titolo "gli altriStati del Mediterraneo euro-peo", quindi si può dire chel’Albania è rimasta sempreun po’ in disparte nella storiaeuropea, colpa di un susse-guirsi continuo di invasionie di cambi di potere che neimpedirono uno sviluppocontinuativo.In realtà questo piccolopaese è ricco di tradizioni,cultura e di un’affascinan-te storia di cui gli abitantivanno fieri e raccontanovolentieri le eroiche vicen-

de di guerra di Skanderbegcontro i turchi e meno vo-lentieri la storia recentedella caduta delle piramidifinanziarie, create nel '92nelle quali la gente avevainvestito i propri risparmie fallite nel '97. Questo provocò la dispera-zione e la rabbia della genteche, non vedendo altra scel-ta, aprì i depositi di armi ene prese una grande quan-tità; perciò la maggior partedegli albanesi era munito diun arma che si trovava facil-mente ovunque.In quegli anni tante ragaz-ze sono finite in mano aitrafficanti, abbindolate dafalse proposte di matrimo-nio, o rapite con la forza.Ogni famiglia ha una sto-ria da raccontare. Tantissi-me ragazze sono state co-strette a rinunciare ad an-dare a scuola per paura diessere rapite e portate al-l'estero per prostituzione.Oggi queste donne rim-piangono moltissimo l’in-terruzione degli studi e

fanno di tutto per poter of-frire ai propri figli ciò chea loro è mancato. Questo èuno dei motivi che stannoalla base dell'immigrazio-ne albanese perché la gen-te è spinta dal bisogno diun lavoro retribuito decen-temente per poter offrireun futuro ai propri figli.Purtroppo fin dall’inizio glialbanesi sono diventati si-nonimo di delinquenza e diviolenza a causa dei mediache hanno fatto passare perinvasione criminale l’arrivodi cittadini che in realtàscappavano dal caos politi-co ed economico in cerca diun futuro migliore.I pregiudizi si sono creatia causa dei fatti di cronacache vedono coinvolti laparte marcia della mela;gli onesti non fanno noti-zia, quelli che cercano dionorare il loro paese ognigiorno, quelli che fannodei lavori umili con le lau-ree in tasca. I criminalivanno puniti, ma non sideve generalizzare perché

questo significherebbe ra-gionare in modo incivile. Non si emigra per piacere.A chi piacerebbe abbando-nare la propria famiglia eritrovarsi soli in mezzo asconosciuti? Si emigra pernecessità, si è spinti dal bi-sogno di trovare un lavoroche permetta di vivere de-centemente.Eppure l'Albania vanta unacultura incredibilmenteospitale e ha le sue tradizio-ni particolari di cortesia.L'ospite viene accolto con ilsorriso sulle labbra e quin-di intrattenuto con tutto ilmeglio che la famiglia ha daoffrire: vino e "raki" (grap-pa) fatti in casa, liquori tra-dizionali, l'immancabilevassoio di "lokum" (cubettodi zucchero candito e con-densato con la fecola) e delbuon caffè turco. Ti fannosentire subito parte dellafamiglia e non ti fannomancare niente nonostantela loro povertà.

segue a pagina 4

Albania - "Terra Delle Aquile"

La Grecia e le meraviglieacrobatiche del capitalismo

Comuniste4 pagine di inserto

SIMONA BUZDUGAN

Il paese europeo dimenticato dagli europei

www.piazzadelgrano.orgil giornale è “on line”!

sulla pagina internet è possibile “sfogliare” tutti i numeri

del giornale, consultare ed estrarre gli articoli e le immagini

[email protected]’indirizzo e-mail della Associazione è possibile inviare contributi,

commenti e richieste alla redazione del giornale

all’internoAcquisto dal costruttore, subentro nel mutuo a pagina 2

Il partito di maggioranza relativa a pagina 3

Studiare il latino serve a sviluppare la mente a pagina 5

Lo Statuto dei Lavoratori compie 40 anni a pagina 7

Ipoteca Equitalia interviene la Cassazione a pagina 8

La Cena Grande apre la Quintana di giugno a pagina 11

La Grecia, ovvero il dis-sesto del bilanciopubblico della Grecia,

è da alcuni giorni sulle pri-me pagine di tutti i giorna-li; quando questo articoloverrà pubblicato probabil-mente ci saranno stati svi-luppi che potrebbero averecambiato il quadro politicoed economico attuale.Il tema di questo articolotuttavia, anche se mossodalla drammaticità dell’at-tualità, va oltre quest’ulti-ma e vuole parlare di unaspetto per così dire “uni-versale” del capitalismocontemporaneo: della suacapacità di trarre profittoanche dalle più grandi dis-grazie.E’ opinione comune, o al-meno questo è il risultatodel condizionamento me-diatico, che la crisi econo-mica della Grecia sia dovu-ta agli eccessi di benesse-re dei propri cittadini, allaloro ignavia, alla loro cor-ruzione morale ed econo-mica.In parte è vero; ma quali leorigini e le ragioni?Come mai un popolo mode-sto, lavoratore e onesto hapotuto divenire in così po-co tempo un popolo di pa-rassiti appesi ai sussidi del-lo Stato, affascinato da im-provvisi e immeritati (in ve-rità piccoli e miserabili) pri-vilegi?La ragione è tutta nella na-tura corrotta e corruttricedell’economia e della cultu-ra capitalista.Da sempre (troverete nellepagine interne un brano diPlatone che oltre duemilaanni fa denunziava proprioi danni nefasti di queste po-litiche) la concessione alpopolo “bue” di regalie im-meritate, di privilegi illegit-timi e di quant’altro di ille-cito e illegale è stato un po-tente strumento di control-lo da parte delle classi go-vernanti.Per dilagare nella sua nuovaversione del libero e sfrena-to “mercato globale”, il capi-talismo ha dovuto “oscura-re” l’intelligenza dei popolie lo ha fatto scientificamen-te, sollecitandone i lati“oscuri”, corrompendolo erendendolo complice dellesue ingiustizie e illegalità.Al popolo greco il capitali-smo ha elargito “a pienemani” le briciole delle suesempre più grandi e sem-pre più concentrate ric-chezze, per comprarne ilconsenso o almeno un col-pevole silenzio.Dove sono allora le vere ra-

gioni della crisi economicadella Grecia?Sono nella insaziabile setedi ricchezza delle nazionigià più ricche.Il disavanzo del bilanciogreco è interamente dovutoa un eccesso di importazio-ni che ha portato ad un in-debitamento estero inso-stenibile e, guarda caso,proprio nei confronti diquegli Stati che oggi, arro-gantemente e spocchiosa-mente, ne censurano gli ec-cessi delle modeste politi-che sociali.Il debito dell’economia gre-ca ha sostenuto il grandearricchimento di quella te-desca.Ora proprio la Germania èchiamata a salvare la Gre-cia, finanziando quel debi-to che è stato contratto, co-me detto, in grande parteproprio con lei stessa.In sostanza dunque una“partita di giro”.Ed ecco la doppia acrobaziadel capitalismo.Col prelievo dalle taschedei propri cittadini la Ger-mania (probabilmente) so-sterrà il debito greco; laGrecia sicuramente non lorimborserà, almeno nontutto o comunque non intempi “ragionevoli”, ma nel-lo stesso tempo, invece, lorimborserà subito e con al-tissimi interessi.La Grecia, contabilmente ri-sanata, continuerà a impor-tare beni socialmente inuti-li (enorme è la spesa milita-re) a prezzi altissimi, “fuorimercato”, proprio dalla suafinanziatrice Germania, laquale dunque si ripagheràcon gli interessi della suaodierna “pelosa” generosità.Ma a chi andranno i benefi-ci di questi (indiretti) rim-borsi?In parte certamente a soste-gno dell’economia e quindidi tutti i cittadini tedeschi,ma in parte, in buona parte,nelle tasche dei padronidell’economia tedesca.Meraviglie del capitalismo!Il popolo greco pagherà conenormi sacrifici il risanamen-to della propria economia, ilpopolo tedesco sosterrà inparte tali oneri, i padroni gua-dagneranno due volte: sul de-bito greco e sulla sua restitu-zione col sovrapprezzo delleimportazioni.Toccherà anche a noi?Ultima meraviglia: l’euroscende, ma anche il petro-lio (in dollari!) “stranamen-te” scende, le industrie eu-ropee rinforzano la lorocompetitività… anche que-sto sulla pelle dei greci.

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Leggi e diritti21

Abbiamo già parlato di comesi può estinguere una prece-dente ipoteca e come potercontrarre un mutuo per l’ac-quisto dell’abitazione.Concludo con un’altra pos-sibilità l’argomento del mu-tuo: l’accollo.Molti costruttori nella rea-lizzazione delle proprie co-struzioni, intendo fin dall'i-nizio, contraggono un mu-tuo sull’edificio costruendo,facendosi finanziare a statidi avanzamento dei lavori,dalla propria banca.Al termine della costruzioneoffrono all’acquirente la pos-sibilità, dopo aver fraziona-to le singole unità abitative,di accollarsi la quota di mu-tuo che insiste sulla particel-la che si intende acquistare.L’accollo quindi non è altroche il subentro in un mutuogià in corso sostituendosi aldebitore iniziale.Per l’acquirente il risultatosarà il medesimo a quello dicontrarre un mutuo nuovo,ma il costo sarà inferiore,perché non dovrà sostenerele spese per l’iscrizione diuna nuova ipoteca, non avràcosti di perizia o di speseper l'istruttoria della praticao ritenute iniziali.Oggi inoltre la convenienzapotrebbe essere maggiore,in quanto le banche si ren-dono disponibili a ricalibra-re il mutuo accollato con so-luzioni già descritte: tassofisso, variabile o soluzionimiste, adeguando inoltre la

Introdotte importanti no-vità processuali e sostanzia-li nel codice degli appaltipubblici con il decreto legi-slativo 20 marzo 2010, n.53 che recepisce nell’ordi-namento interno italiano ladirettiva comunitaria in ma-teria (cd direttiva ricorsi) n.66/2007.La materia interessa princi-palmente le imprese checontraggono con la pubbli-ca amministrazione e i ri-corsi avverso i provvedi-menti di assegnazione degliappalti pubblici di lavori,servizi e forniture.Le novità strutturali più im-portanti interessano dueaspetti fondamentali: lacreazione di un nuovo ritospeciale accelerato per lecontroversie in materia diaggiudicazione dei contrat-ti pubblici e una disciplinasostanziale e processualedella sorte del contratto inseguito all’annullamentodell’aggiudicazione; que-stione quest’ultima che ave-va prodotto significativicontrasti giurisprudenzialitra la Corte di Cassazione eil Consiglio di Stato in mate-

ria di giurisdizione.Il nuovo impianto normativotende nella sostanza a far siche si arrivi alla stipulazionedel contratto con la P.A. sia es-so di lavori, fornitura o servi-zi e all’esecuzione dello stes-so, senza che vi siano piùpendenze in ordine ad ipote-tici ricorsi, conseguendo cosìil risultato di poter eseguire ilcontratto senza che vi sianopiù intralci che afferiscono al-la fase prodromica della sti-pulazione dello stesso.La prima novità di rilevo inquesto senso è la (drastica)riduzione del termine perproporre ricorso avverso ibandi e gli atti di gara (aggiu-dicazione) da 60 a 30 giornie la preclusione a proporrealternativi rimedi in sedeamministrativa come il ricor-so straordinario al Capo del-lo Stato che ha un terminepiù lungo di 120 giorni.Il rito diventa esclusivo da-vanti al Giudice amministra-tivo e si svolge con la massi-ma celerità e immediatezzaa partire dall’abbreviazionedi tutti i termini di depositodel ricorso, costituzione del-le altre parti, motivi aggiun-ti, ricorsi incidentali.Strettamente correlato allariduzione del termine al ri-

corso è l’introduzione deltermine dilatorio per la sti-pula del contratto, c.d.stand-still period. L’art. 11 comma 10 del codi-ce, come modificato dal de-creto, prevede infatti che laP.A. non può stipulare ilcontratto prima di 35 giornidall’invio della comunica-zione di aggiudicazione de-finitiva. La disposizione siprefigge l’obiettivo di perve-nire alla formazione del c.d.“contratto pulito” cioè nonsuscettibile di alcuna impu-gnazione.In correlazione con detta di-sposizione viene previstal’estensione del divieto del-la stipula nell’ipotesi in cuisia proposto un ricorso av-verso l’aggiudicazione conrichiesta di sospensiva del-l’efficacia degli atti.Non meno interessante laportata del nuovo articolo243 bis del codice che pre-vede la possibilità per i sog-getti concorrenti alla gara diinformare la stazione ap-paltante delle presunte vio-lazioni da questa commessenello svolgimento della ga-ra e dell’intenzione di pro-porre ricorso. L’informativaè facoltativa, sebbene siaprevisto che il Giudice pos-

sa tenere conto della man-cata proposizione dellastessa ai fini della condannaalle spese di giudizio o al ri-sarcimento del dannoLa norma lascia dei dubbiladdove non prevede chel’informativa sospenda i ter-mini (molto brevi) per pro-porre ricorso, almeno fino al-la pronuncia della stazioneappaltante. La natura del-l’informativa può ascriversiall’istituto del ricorso in op-posizione, atteso che la nor-ma prevede che essa sia indi-rizzata alla stazione appal-tante (cioè lo steso organoche ha emanato l’atto) cheentro 15 giorni comunica leproprie determinazioni inmerito, stabilendo se prov-vedere o meno in autotutela.Il d.lgs in oggetto introduceancora rilevanti novità nel-le ipotesi in cui la P.A. per-venga alla stipula del con-tratto in violazione dei pre-supposti di legge e senza ilrispetto delle disposizionisopra evidenziate. Risolven-do l’annoso contrasto giuri-sprudenziale tra giudice or-dinario e amministrativol’art. 7 del decreto, modifi-cando l’art. 244 del codicedei contratti, prevede la giu-risdizione esclusiva del giu-

SILVIA PROSAICIROBERTO FRANCESCHI

MARCO MARIANI

FOLIGNOMAGGIO 2010

Il nuovo “processo appalti”

Nuovi poteri alle CorecomAcquisto dal costruttore

L’affidamento dell’appalto solo dopo la scadenza dei termini per l’eventualericorso al TAR. Il Giudice Amministrativo interviene sul contratto

Più rapida la definizione delle controversietra utenti e compagnie telefoniche

Frazionamento dell’ipoteca del costruttoree subentro dell’acquirente nel mutuo frazionato

Dopo una prima fase speri-mentale attivata solo in alcu-ne regioni, dal primo gennaio2010 l’Agcom (Autorità per legaranzie nelle comunicazio-ni) ha esteso a tutti i Corecom(Comitati regionali per le co-municazioni), la delega di po-teri che potenzia il servizio diassistenza gratuita nelle ver-tenze telefoniche tra compa-gnie e utenti. Non più soloconciliazioni: da gennaio iComitati regionali possonodefinire in “seconda istanza”tutte quelle controversie perle quali non è stato possibileaddivenire ad una concilia-zione, anche parziale.Un cambiamento importantee che segna in capo ai Core-com, la possibilità di definirele controversie che prima era-no riservate solo al giudiziodell’Agcom. La delega, di fat-to, serve ad eliminare una se-rie di problematiche che finoad oggi hanno reso difficolto-sa e poco celere questa sorta“secondo grado di giudizio”nelle controversie legate aicontenziosi telefonici che fi-no a pochi mesi fa poteva es-sere esperito solo nelle sedidell’Agcom di Roma o Napoli.Il nuovo procedimento fun-ziona in maniera semplice.L’istanza per la definizionedella controversia può esserepresentata, congiuntamentedalle parti in causa o solo dal-l’utente, ricorrendo due con-dizioni: non devono esseretrascorsi più di sei mesi dalladefinizione negativa o parzia-

discussione. In ogni caso leparti avranno sempre facoltàdi presentare memorie e do-cumenti a sostegno delle pro-prie ragioni. All’esito del pro-cedimento il provvedimentodecisorio potrà prevedere, ol-tre all’eventuale sanzione dacomminare alla compagniatelefonica riconosciuta re-sponsabile di un comporta-mento illegittimo, la “condan-na” di quest’ultima al rimbor-so di somme versate e nondovute dagli utenti o al paga-mento di indennizzi.Resta ora da verificare qualisaranno i parametri ai qualii Corecom regionali ancore-ranno la quantificazione de-gli indennizzi e le modalitàdi liquidazione degli stessi.In ogni caso, la definizionedella controversia in sedeCorecom lascia impregiudi-cata la possibilità alle partidi ricorrere alla giustizia or-dinaria dove potrà essereprovato il maggior danno ri-spetto all’eventuale inden-nizzo disposto dal Comitatoregionale.

le della conciliazione e nondeve già essere pendente uncontenzioso innanzi al Giudi-ce di pace o al Tribunale com-petente per la medesima con-troversia. Il procedimentonon comporta spese e può es-sere richiesto direttamentedalla parte (anche tramitel’assistenza di associazioni dicategoria o di un legale) pre-sentando un modello pre-stampato (GU14) reperibilesul sito internet del Corecomregionale di riferimento o inquello della Autorità. Presen-tata l’istanza per la definizio-ne della controversia, i tempitecnici per la decisione sullastessa sono relativamentebrevi, specie se comparati aitempi necessari per la defini-zione di un giudizio ordina-rio. Il Regolamento dell’Ag-com, infatti, ha previsto untermine di 150 giorni dallapresentazione dell’istanzaper il pronunciamento deiCorecom. Non solo. In caso dicontroversie di particolarecomplessità, è prevista anchela fissazione di un’udienza di

durata alle esigenze e allacapacità di rimborso delcliente. A volte inoltre il costruttoreper facilitare le proprie ven-dite, concorda con l’istitutocondizioni di maggior favo-re per i futuri acquirenti. E’ una soluzione da non sot-tovalutare in termini di ri-sparmio. Ovviamente labanca dovrà esprimere ilproprio gradimento nell'ac-cettazione del nuovo debi-tore accollante valutando lasua capacità di rimborso edeterminando l'importomassimo del finanziamentosulla particella individuata.In teoria ci sarebbe poi unaulteriore facilitazione; il co-struttore sa bene che in se-guito all’accollo, rimane ob-bligato in via solidale al pa-gamento delle rate nei con-fronti della banca (a menoche la banca non lo liberiespressamente).La cosa ovviamente aiuta ul-teriormente l’accettazionedella banca ad accordare ilmutuo all’acquirente.

dice amministrativo in ma-teria di dichiarazione diinefficacia del contratto,conseguente all’annulla-mento dell’aggiudicazione econ riferimento alle sanzio-ni alternative.La soluzione del legislatoreera stata anticipata, di poco,dal mutato indirizzo delleSezioni Unite della Cassa-zione le quali, nell’afferma-re ora la giurisdizione delgiudice amministrativo,avevano richiamato proprioi contenuti e gli obiettividella direttiva comunitaria.Pertanto le sentenze delGiudice amministrativo po-tranno privare di efficacia ilcontatto concluso con la

P.A. In via generale il Giudi-ce potrà, previo bilancia-mento degli interessi coin-volti, privare di efficacia ilcontratto ovvero condanna-re la P.A. al risarcimento perequivalente del danno subi-to o comprovato.Vedremo nei prossimi mesiche impatto avranno le nuo-ve norme sulla P.A. e sull’at-tività del Giudice ammini-strativo che sempre più vie-ne impegnato a corrispon-dere, su un terreno di rapi-dità ed efficienza, alla do-manda di giustizia in unambito in cui gli interessimolto spesso assumonouna rilevanza economicaimportante.

Apparentemente cambiodel tutto l’argomento; se neparlava sottovoce, come setutti lo pensassero senzaavere il coraggio di parlarneapertamente: il costo del de-naro crescerà, probabilmen-te anche nel breve termine,e l’indebitamento del siste-ma e delle famiglie é au-mentato.Non parliamo poi delle tur-bolenze monetarie e finan-ziarie oramai conclamate edi quelle che potrebbero in-nescarsi (il coperchio dellapentola non é stato ancoradel tutto sollevato).Però, pur con tutte le criti-cità presenti, mi sembraquesto il momento adattoper osare un po' di più. I prezzi del mattone (con po-che eccezioni) sono stabili enon é escluso di poter farequalche buon acquisto im-mobiliare con un buon mu-tuo in termine di condizioni.Concludo come sempre, po-tete rivolgere le vostre do-mande inviandole all' indiriz-zo di posta della redazione.

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Politica ed Etica 31FOLIGNO

Sono rimasto profonda-mente colpito dalla simpa-tica vignetta pubblicata apagina dieci nello scorsonumero di questo giornalenella parte che diceva “famolto pensare che circatrenta elettori su cento inUmbria abbiano scelto dinon votare”.Ritengo, infatti, che la Re-gione Umbria sia stata finqui egregiamente governa-ta e, seppur lo spettacoloofferto dal partito di mag-gioranza della coalizioneche da sempre detiene ilpotere, in occasione delleelezioni regionali di que-st’anno, non è stato dei piùesaltanti, pensavo che laregola da cui discende l’in-dissolubile legame tra l’e-sercizio di un diritto, defi-nito dalla Costituzione ine-quivocabilmente all’art.48“dovere civico” e lo statusdi cittadino, fosse di mag-gior presa sull’elettorato diquesta splendida regione.Ho così cercato di ap-profondire le cause di unfenomeno che su scala na-zionale, alle ultime elezio-ni, è andato anche oltre lapercentuale umbra portan-do il numero degli astenu-ti a sfiorare la quota deltrentasette per cento ren-dendolo, di fatto, il mag-gior partito del Paese. In questo lavoro mi sonosubito imbattuto in una da-tata intervista a GiorgioGaber che, scoprendosi de-luso da uno Stato che nonfunzionava affermava “ilsenso della parola demo-crazia si è annacquato ed èormai perso in un mare difinzioni tanto che il cittadi-no vota sempre meno no-nostante si tenti di condi-zionarlo” e nei versi di Fa-

brizio de Andrè che dice“votare assomiglia a quel-l’ora d’aria che ti concedo-no in galera prima di torna-re dietro le sbarre, di respi-rare la stessa aria di un se-condino non mi va perciòho deciso di rinunciare al-la mia ora di libertà”.Entrambi denunciano, intempi non sospetti, alcu-ni guasti dell’apparatodemocratico, mostrandoun’insofferenza verso unsistema che stabilisce ciòche è bene per il singoloin quanto componentedella comunità e non tie-ne conto di ciò che il sin-

golo vuole per sé.Altro punto fermo degliiscritti al partito del nonvoto è che il gratificato dalvoto deve rappresentaregli interessi di chi lo ha vo-tato bilanciandoli con gliinteressi altrui e non met-terli da parte dopo aver in-tascato il voto.Ancora vengono denuncia-te: la corruzione; le campa-gne elettorali imperniatesulla violenza verbale di-spensata dai candidati apiene mani, vissute tra liti-gi ed animosità al limitedello scontro fisico, sem-pre incentrati su differen-

ze artificiali e prive di fon-damento, utilizzati per na-scondere l’assoluta man-canza di differenze realitra i due poli che si conten-dono il governo del paese;gli slogan demagogici mi-ranti unicamente a far levasulla stantia e sempre piùimproponibile scelta dicampo tra destra e sinistracome configurate e propo-ste dai politici d’oggi; il di-sastroso esito di iniziativeche sembrava dovesserodeterminare svolte epocalinella vita politica italiana.Il referendum del 1993 in-detto con l’obiettivo di ab-

Noialtri comunisti, siamocome il seme e il popolo ècome la terra. Dovunqueandiamo, dobbiamo unircial popolo, radicarci e fiori-re in mezzo al popolo.Un comunista non devemai considerarsi infallibile,darsi arie, pensare che danoi tutto è bene e che tragli altri tutto è male. Nondeve chiudersi nel proprioguscio, fare il presuntuoso,comportarsi da tiranno.I comunisti hanno il dove-re di ascoltare l'opinionedei non comunisti, hannoil dovere di permettereagli altri di pronunciarsi.Se quel che loro dicono ègiusto, noi applaudiremo eaccetteremo tutto ciò che

Il partito di maggioranza relativa

Difendere la verità e correggere gli erroriconcorda con gli interessi del popolo

Essere Comunisti

MAO ZEDONG

LUIGI NAPOLITANOPLATONE

MAGGIO 2010

Il comunista deve esseresempre pronto a difenderefermamente la verità, per-ché la verità sempre con-corda con gli interessi delpopolo. E sarà semprepronto a correggere i pro-pri errori, perché l'erroreva sempre contro gli inte-ressi del popolo.In ogni cosa, un comunistadeve sempre domandarsi ilperché; deve riflettere conponderazione e maturità in-tellettuale, vedere se tutto èconforme alla realtà e fon-dato sulla verità. In nessuncaso, deve seguire cieca-mente gli altri e incitare alla

sottomissione servile all'o-pinione altrui.I comunisti debbono esse-re modelli di senso praticoe di previdenza. Giacchésolo il senso pratico per-metterà loro di assolvere icompiti ad essi assegnati esolo la previdenza gli im-pedirà di deviare dal cam-mino del progresso.I comunisti debbono di-mostrare grande lungimi-ranza, abnegazione, fer-mezza e la capacità dicomprendere la situazionesenza preconcetti, appog-giarsi sulla maggioranzadelle masse e guadagnar-sene l'appoggio.I comunisti devono esseredi esempio anche nello

studio; giorno per giornosi istruiranno a contattocon le masse, educandole.In un movimento di mas-sa, un comunista si com-porterà da amico dellemasse e non da superiore,da maestro che istruisceinstancabilmente e non daburocrate della politica.I comunisti non debbonomai tagliarsi fuori dallamaggioranza del popolo e,dimenticandosi di essa, an-dare alla ventura capeg-giando qualche minoranzaavanzata; ma staranno at-tenti a stabilire stretti lega-mi tra gli elementi avanza-ti e la grande massa del po-polo. Ecco cosa vuol direpensare alla maggioranza.

“Quando un popolo, di-vorato dalla sete della li-bertà, si trova ad avere acapo dei coppieri chegliene versano quantene vuole, fino ad ubria-carlo, accade allora che,se i governanti resisto-no alle richieste deisempre più esigentisudditi, son dichiaratitiranni.E avviene pure che chi sidimostra disciplinato neiconfronti dei superiori èdefinito un uo-mo senzacarattere, servo; che ilpadre impaurito finisceper trattare il figlio comesuo pari e non è più ri-spettato, che il maestronon osa rimproverare gliscolari e costoro si fannobeffe di lui; che i giovanipretendono gli stessi di-ritti, le stesse considera-zioni dei vecchi e questi,per non parere tropposeveri, danno ragione aigiovani.In questo clima di li-bertà, nel nome dellamedesima, non vi è piùriguardo né rispetto pernessuno. In mezzo a ta-le licenza nasce e si svi-luppa una mala pianta:la tirannia.”

La “malapianta”della tirannia

Le ragioni del non voto. Gaber e De Andrè tra i sostenitori Cambiare tutto perché nulla cambi. Smarrimento o scelta politica?

vi è di positivo. Se diconocose non giuste, noi dob-biamo ugualmente per-mettergli di esprimersi, epoi gli spiegheremo pa-zientemente in che cosahanno tortoI comunisti non devono

mettere in disparte coloroche hanno commesso erro-ri nel loro lavoro, a menoproprio che si tratti di in-correggibili; useranno inve-ce la persuasione, per aiu-tare chi ha sbagliato a cor-reggersi e a trasformarsi.

battere la partitocrazia nonha certo bonificato il siste-ma dalla partitocrazia masolo causato qualche ope-razione di maquillage.Il tanto magnificato mag-gioritario si è risolto primanel “Mattarellum”, poi ad-dirittura nel “Porcellum”,l’abolizione del Ministerodell’Agricoltura ha portatoalla nascita del Ministeroper le risorse agricole, lostop al sistema del finan-ziamento pubblico dei par-titi è stato ignorato.Tutto ciò che con i voti re-ferendari si era creduto dibuttare fuori dalla porta èrientrato dalla finestra.D’altronde i meccanisminon cambiano facilmentese già nel “Gattopardo”Giuseppe Tomasi di Lam-pedusa aveva sottolineatocome per le classi domi-nanti del meridione l’obiet-tivo era quello di cambiaretutto, affinché non cam-biasse nulla.Infine, ma non da ultimo,viene indicata la totale pa-dronanza della scena poli-tica da parte di una mag-gioranza che non sviluppaalcun utile dibattito per lasocietà e l’assenza di unacredibile proposta alterna-tiva che determina un vuo-to rispetto al quale non siintravvede alcun tentativoche lo possa colmare.Da tutte queste indicazionisi è formato in me il con-vincimento che il non votopiù che esprimere unosmarrimento dell’elettoresia un chiaro invito, moltopolitico, indirizzato allanostra classe governante aricercare gli elementi checonsentano una riqualifi-cazione del dibattito e unamaggiore attenzione aiproblemi dei cittadini piùche a quelli delle personeche la politica gestiscono.

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M. Campigli 1933

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da non riuscire neanche amuoversi, talmente umilia-te nella loro vita da non es-sere più padrone neanchedel proprio corpo. Molte

non erano fisicamente piùin grado di tenere la testaalta e le spalle aperte. In casa Maria Amor trova-vano innanzi tutto un rifu-

gio sicuro, in cui vivere alriparo dal proprio aggres-sore, poi, pian piano, ini-ziavano a ricostruire lapropria vita grazie ad unritrovato spirito di rivalsa,grazie alla voglia di dare ailoro figli una vita liberadalla violenza, spesso gra-zie al solo istinto di so-pravvivenza.Maria Amor esiste e fun-ziona grazie ai fondi di Ca-ritas Germania, i fondi delcomune di Cuenca e il la-voro di un team specializ-zato costituito da due psi-cologhe, un’assistente so-ciale, un avvocatessa e dueeducatrici. Al loro fiancoalcuni tirocinanti universi-tari e delle volontarie, ra-gazze europee, che deci-dono di vivere un anno di-verso, andando alla sco-perta di un mondo lonta-no, che col tempo scopri-ranno essere molto più vi-cino di quanto potesseroimmaginare.Il mio lavoro era di sup-porto all’assistente socia-le, aiutavo le donne nel lo-

Cuenca è la terza città del-l’Ecuador, un grazioso alto-piano delle Ande meridio-nali, con un’architetturacoloniale perfettamentemantenuta e una povertàmagicamente invisibile.Quando sono arrivata lì,più di due anni fa, il miostupore era misto a entu-siasmo e a un velo di delu-sione: era il mio primoviaggio in un Paese in viadi sviluppo, ma solo la ra-gione della mia presenza lìmi rendeva consapevoledella sofferenza che queiposti e quelle persone na-scondevano dietro i colori. Ero arrivata insieme ad al-tre due ragazze italiane esarei rimasta per un annocome volontaria in serviziocivile nella Casa MaríaAmor, una casa d’acco-glienza per donne vittimedi violenza domestica e iloro figli. Durante tuttol’anno ho visto arrivaredonne talmente distrutte,

ro processo di indipenden-za e organizzavo attivitàdi vario genere, mentre,nei pochi momenti di tran-quillità, davo una mano inufficio o laddove ci fossebisogno. È così che homesso un po’ d’ordine nel-la biblioteca della Casa,fornita di saggi e ricerchesulla violenza di generescritti da esperti d’ogni ti-po, psicologi, sociologi,antropologi e giuristi, lacui produzione era in granparte europea. Sin dal pri-mo giorno avevo iniziatouna discussione con unadelle altre volontarie, so-stenendo che il problemadella violenza domestica

fosse ancora molto pre-sente in Europa e soprat-tutto in Italia, mentre leiinsisteva che le due realtàfossero incomparabili. Nelnuovo archivio quelle ideeiniziavano a trovare unasostegno. Più approfondi-vo il tema, più mi rendevoconto dell’attualità del ter-mine maschilismo in Ame-rica Latina come in Euro-pa. Più parlavo con le miedonne, più capivo quantole loro storie fossero vici-ne a quelle della mia vici-na di casa in Italia. Eppure l’Ecuador è un Pae-se in via di sviluppo, l’Italiaè una delle sette democra-zie più potenti del mondo.

segue dalla prima pagina

Il loro territorio è stato luogodi combattimento di molteguerre, nonostante non ab-biano mai aggredito ma sisiano sempre dovuti difen-dere, e questo spiega il lorocarattere forte.Non avendo mai avuto unaidentità vera e propria, oggisono molto nazionalisti equesto si può capire dal fat-to che quasi tutte le caseespongono fiere la bandieracon l'aquila bicipite; sonomolto orgogliosi e hanno ungrande senso di unione, sisentono tutti parte di unagrande famiglia fino al 4° o 5°grado di parentela.Si frequentano costantemen-te, si aiutano reciprocamen-te, ad esempio in caso di unamalattia o di morte di unmembro della famiglia an-che un parente lontano o ad-dirittura un vicino di casacontribuisce economica-mente alle cure necessarie oal funerale e si fa di tutto peressere presenti ogni voltache accadono questi bruttieventi.Ma si rimane uniti anchequando ci sono eventi felicicome un matrimonio per ilquale ci sono delle anticheusanze. Di solito la celebra-zione dura due giorni: il sa-bato in cui si svolge la ceri-monia con i parenti dellasposa e una rappresentanzadi quelli del marito e la do-menica organizzata dai pa-renti del marito con balli digruppo in cerchio, offerta disoldi durante il ballo (vengo-no buttati i soldi a terra peraugurare buona fortuna e fe-licità agli sposi) e l'allegrianon li abbandona mai.Nonostante il suo grandissi-mo potenziale turistico, l'Al-bania è un paese poco cono-sciuto.

Sono particolarmente impor-tanti le risorse storico-cultu-rali: splendide moschee,chiese ortodosse finementedecorate, interessanti rovinegreche e romane, antichecittà medievali come Krujache è legata alla storia diSkanderbeg, l'eroe nazionaleche nel XV secolo ha combat-tuto contro i turchi difen-dendo per 25 anni la civiltàeuropea dalla loro minaccia,musei archeologici comequello di Butrinti che è statoconsiderato patrimonio del-l'umanità UNESCO, etc.Oltre a questi tesori artisticil'Albania ha un bellissimo li-torale, sopratutto a sud dovesi trova Saranda - città metàdegli albanesi in luna di mie-le - caratterizzata da un ma-re cristallino. Il litoralle diDurazzo è molto simile aquello di Riccione, pieno dibar, ristoranti e alberghi.In Italia spesso c'è un’ariad’intolleranza verso di loro eaccadono anche fatti di di-scriminazione razziale rivol-ti verso gli albanesi comepersone in generale, senzasaper niente di ciò che la-sciano alle spalle, mentre inAlbania accade il contrario:gli italiani vengono accolticon tutto il cuore, vengonoguardati con ammirazione esono i modelli di vita per le

nuove generazioni che guar-dano solamente i canali ita-liani, hanno fatto degli italia-ni dei veri idoli e dicono so-lamente cose positive nono-stante moltissimi imprendi-tori italiani, che si sono inse-diati in Albania, si arricchi-scano sfruttando la manodo-pera albanese offrendo mi-seri stipendi di 60 euro almese.Non si può etichettare un po-polo valutando il comporta-mento di alcuni individui, bi-sogna capire a fondo unacultura prima di giudicarlanegativamente e il modo mi-gliore per far questo sarebbedi visitare il loro paese, manon da turista superficialeche cerca il lusso, ma da per-sona disposta ad entrare nel-la quotidianità della sua gen-te oppure, se non si ha lapossibilità di farlo, bastereb-be avere la curiosità e la pa-zienza di farsi raccontare daun albanese la sua vita, ilmotivo che sta alla base del-la sua emigrazione e si ri-marrebbe affascinati dallacomplessità e dalla partico-larità delle abitudini e sopra-tutto si rimarrebbe perplessiper quante cose ci rifiutiamodi vedere a causa dei nostriparaocchi.

Simona Buzdugan

Il Nepal è uno Stato “relativa-mente” piccolo poiché contaoltre 30 milioni di abitanti,di etnia nepalese con signifi-cative minoranze etniche ti-betane, del Bhutan e india-ne, oltre che di più remotaorigine locale. E’ uno deipaesi più poveri del mondoa causa della sua morfologiaestremamente montuosa,schiacciato tra le ultime pia-nure del nord dell’India e lacatena dell’Himalaya. E’ peròanche un paese di antichis-sime tradizioni culturali ereligiose; in Nepal, a Lumbi-ni, è nato il Buddha, in Nepalsi trovano alcuni dei mag-giori santuari induisti, reli-gione che ha sino a ieri ca-ratterizzato il suo regimegovernato dall’ultimo re in-carnazione diretta del DioShiva (anche se, proprio l’ul-timo re, è stato fortementesospettato di avere fattomassacrare una decina dianni or sono l’intera famigliareale alla quale è succeduto).Dodici anni fa la correntemaoista del Partito Comuni-sta Unificato (marxista-leni-nista, sostanzialmente so-vietico) si è scissa creando ilPartito Comunista del NepalMaoista e dando inizio a unaguerra rivoluzionaria che,partendo dalle più remote epovere regioni dell’ovestdue anni fa è giunta alle por-te della capitale Katmandu.In processo di pace iniziatodue anni fa ha portato allacaduta del regno e alla pro-clamazione della Repubbli-ca, con l’indizione delle ele-zioni libere per la Costituen-te che avrebbe dovuto scri-vere la nuova Costituzionerepubblicana. In quelle pri-me elezioni libere il PartitoComunista Maoista ottenne,

significative riforme econo-miche, la forte ingerenzadella confinante India e lacrisi mondiale hanno, sepossibile, ulteriormente peg-giorato le condizioni econo-miche del Nepal negli ultimidue anni.Il 1 maggio il Partito Comu-nista maoista ha proclama-to uno sciopero a oltranzadurato circa 10 giorni cheha totalmente paralizzato ilPaese, chiedendo la forma-zione di un governo diunità nazionale per portarea termine di lavori dell’As-semblea Costituente e av-viare le indifferibili riformeeconomiche. La situazione,almeno sino a oggi, è in stal-lo, ma l’Esercito del Popoloè ancora in armi e il consen-so dei maoisti sembra es-sersi esteso anche alle piùricche regioni dell’est delPaese. La Cina, fedele allasua politica di non ingeren-za, sta a gaurdare; ma trenipressurizzati a circa 5.000metri di altitudine collega-no ora Pechino con Lhasacapitale del Tibet, aeroportiinternazionali sono in co-struzione sull’altipiano ti-betano cinese a oltre 4.000metri di altitudine, da Lhasaa Katmandu è “discesa”.

www.piazzadelgrano.org Corrispondenze dal Mondo41 FOLIGNOMAGGIO 2010

Albania: un paese piccolo nelle dimensionigrande nelle tradizioni e nell’accoglienza

Nepal: crisi economica, paralisi governativaingerenza indiana, torna la sfida maoista

Violenza domestica dalle mura di una casa d’accoglienza in Ecuador

L’amore che ferisceVIOLA ANTONINI

SANDRO RIDOLFI

con grande sorpresa per ladiffusione del consenso nel-l’intero Paese, il 40% dei voti;il residuo andò il 20% al Par-tito Comunista marxista-le-ninista, il 30% al Congress si-mile a quello indiano e il re-stante suddiviso tra circa 20partiti minori etnici o locali.Cacciato il re dal palazzoreale (ma non dal Paese) ven-ne eletto Presidente un rap-presentante del Congress eprimo ministro il leader delPartito Comunista maoistaPrachanda, nome di battagliache vuol dire il “fiero” (fino aprima delle elezioni la CIA lochiamava il “feroce” e avevaannotato il Partito maoistanella “lista nera” delle forma-zioni terroristiche).Dopo un solo anno di gover-no, fortemente ostacolato ilprogetto della integrazionedell’Esercito del Popolo inquello ufficiale nepalese esoprattutto tutti i progetti diradicale riforma di un siste-ma economico ancora piena-mente feudale, i maoisti so-no usciti dal governo e pri-mo ministro è diventato ilsegretario del Partito Comu-nista marxista-leninista so-stenuto da una coalizione di21 partiti (tutti contro i maoi-sti). L’incapacità di avvio di

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Cultura/e 5 1FOLIGNO

MAGGIO 2010

Aiuto Ho bisogno di qualcuno,Aiuto Non di uno qualsiasi,

Aiuto Sai ho bisogno di qualcuno, aiuto!

Quando ero più giovane, molto più giovane di adesso,Non avevo mai bisogno dell'aiuto di nessuno

in nessun modo,Ma ora quei giorni sono andatie non sono così sicuro di me,

Ora scopro che le mie idee sono cambiate,ho aperto le porte.

Aiutami se puoi, mi sento giù,E apprezzo molto che tu sia qui,

Aiutami a tornare coi piedi per terra,Non vuoi per favore per favore aiutarmi?

E adesso che la mia vita è cambiata in molti modiLa mia indipendenza sembra scomparire nella foschia

Ma a volte mi sento così insicuroIo so che ho bisogno di te come non mai

Aiutami se puoi, mi sento giù,E apprezzo molto che tu sia qui,

Aiutami a tornare coi piedi per terra,Non vuoi per favore per favore aiutarmi?�

Aiutami! Aiutami!

The BeatlesHelp! - (1965)

Per avere un orientamen-to politico giusto e lavo-rare bene è necessario ilpossesso sempre miglio-re della nostra ideologia,è necessaria la dimesti-chezza con i nostri classi-ci, con le opere dei grandiche hanno fondato il no-stro movimento e l’hannodiretto attraverso le lotteche noi sappiamo, con leopere dei Marx, di Engels,di Lenin, di Stalin.Solo questa dimestichez-za con le opere dei nostriclassici consente di rag-giungere quella moltepli-cità di visione realistica,quella profondità di inda-gine e quella semplicità diconclusioni e della espo-sizione che sono caratte-ristiche del marxismo.Anche in questo campo,anzi, forse in questo cam-po più che in altri credoche si possa essere soddi-sfatti della situazione.Pubblicazioni ne abbiamofatte molte.I compagni a cui era affi-dato questo compito lohanno adempiuto.I nostri classici li abbia-mo tutti o quasi tutti.Ma come vengono utiliz-zati questi libri?Pubblichiamo delle riviste.Ma come sono anch’esseutilizzate?Quanti le leggono, quantile studiano dei nostri di-rigenti, dei nostri quadri,dei nostri militanti?

Abbiamo le scuole chefunzionano continuamen-te, attraverso le quali pas-sano centinaia e centinaiadi lavoratori; ma il capita-le di nozioni che essi ac-cumulano in questa scuo-le come viene messo aprofitto?Sono questioni cui è diffi-cile dare una rispostasoddisfacente; è un cam-po nel quale i progressida fare sono molti.Un richiamo particolarevorrei rivolger anche aidirigenti più qualificatidel partito.Nella società italiana vi è

stata a lungo una lacunadi cui la classe operaia, ilavoratori hanno sofferto,la lacuna di un partitomarxista di operai e lavo-ratori.Oggi questa lacuna l’ab-biamo per gran parte col-mata.Ma nella cultura italiana enello stesso movimentopolitico della classe ope-raia è ancora da colmarela lacuna della culturamarxista, cioè di un pos-sesso adeguato degli ele-menti fondamentali dellanostra dottrina.Vi sono problemi di tatti-

ca, di strategia, di analisidelle situazioni politichee delle strutture economi-che, vi sono problemi distoria e di politica che ri-chiedono di essere tratta-te da uomini che sono al-la testa del nostro partito,che abbiano una espe-rienza e una preparazio-ne culturale e politicamarxista sufficienti.Vi è un ampio terreno dipopolarizzazione dellanostra dottrina tra lemasse lavoratrici e fuorida esse, nel mondo dellacultura in generale, sulquale non avanziamo co-me potremmo.Vi è forse una timidezzaeccessiva che trattiene inostri compagni: forsequesta timidezza derivadal fatto che spesso pre-valgono, nei dibattiti cul-turali, i temi letterari, ar-tistici, filosofici, dove èpiù difficile muoversi; mai temi della natura che so-pra ho indicato sono al-trettanto e volte anchepiù importanti.Vi sono nelle nostre fileuomini che in questocampo possono dare con-tributi seri, di fronte aiquali anche la culturaborghese non potrà mani-festare che rispetto.Abbiamo avanzato moltonel campo del lavoro cul-turale; nessuno più oggiosa ripetere, se non vuoleessere ritenuto propriouno zotico, la tesi inge-nua che il marxismo sa-rebbe morto.

Studiare di più per lavorare meglioPopolarizzare la dottrina marxista tra le masse lavoratrici

Studiare il latino serve a sviluppare la menteLa scuola deve formare l'uomo capace di guardare dentro di sée attorno a sé. L’uomo moderno è quello dell’epoca in cui vive

PALMIRO TOGLIATTI

CONCETTO MARCHESI

I più concordano nel ritene-re che nella scuola mediaunica [N.B.: inferiore] il pro-fitto non debba consisterein una somma di cognizio-ni, ma in un complessoesercizio mentale e in unesperimento di capacità; al-cuni ritengono che insiemealla matematica, il latino,cioè lo studio grammaticaledella morfologia e della sin-tassi della proposizione, siala disciplina adatta per que-sto esercizio e per questoesperimento, altri ritengonoinvece che lo studio del lati-no sia tempo perduto. Ionon sono d'accordo conquesti ultimi, e vorrei esse-re ignorantissimo di latinoper poter sostenere senzasospetto quella che ritengola buona causa. La difesamaggiore del latino consistenella domanda stessa chefanno i suoi avversari: a checosa serve il latino? Appun-to, non serve a niente diconcreto, di visibilmenteutile, non serve a dare vestiné cibo, non serve a far ve-dere come è congegnatauna macchina, come funzio-na, come si guasta, come siripara; non serve né all'eco-nomia privata né all'econo-mia pubblica; serve soltan-

to all'esercizio, all'applica-zione mentale sulla gram-matica di una lingua che sistudia con l'occhio soltantoe non con l'occhio e con l'o-recchio.E non si può fare questostudio sulla lingua italiana?domandano; no, risponde-va Antonio Gramsci. Il lati-no si studia - egli diceva - sianalizza nei suoi membret-ti come una cosa morta; maogni analisi fatta da un fan-ciullo non può essere chesu cosa morta. La lingua ita-liana il fanciullo la senteparlare variamente, daisuoi genitori, dalle personedella casa, della strada, del-la scuola, frammischiata,corrotta, alterata se non è inpaese di Toscana; e se an-che è in paese di Toscanaessa giunge al suo orecchiocon varietà di suoni, di ac-centi, di termini, di locuzio-ni, di nessi secondo la per-sona che la parla.La lingua latina non la parlanessuno, non la si ascoltada nessuno, vive nelle pagi-ne mute della sua gramma-tica, dei suoi libri di aned-doti, di sentenze, di favolecon la immobile certezzadelle sue forme.Ma, si dice, non si potrebbefare questo studio sulla lin-gua francese? Ma, risponde-va Antonio Gramsci, una lin-

gua viva può essere cono-sciuta e basterebbe che unfanciullo solo la conoscesseperché l'incanto fosse rottoe tutti accorrerebbero allascuola media per impararlapiù presto e forse anche me-glio; e voi sapete che quan-do si vuole giustificare lascarsa o la cattiva conoscen-za di una lingua viva si dicedi averla studiata nellascuola. “Ma il latino è diffici-le e faticoso”; senza dubbio,appunto perché esso impo-ne un continuo controllo al-lo scolaro il quale non puòandare avanti se ha dimen-ticato quello che ha primaimparato. Ma la difficoltà, lanoia, la fatica sono alla basedi ogni sentiero che portaverso l'alto.Non parlo, compagni, peramore del latino; come hogià detto in precedenza seio fossi sicuro che il giuocodegli scacchi potesse porta-re a uguali risultati, optereiper il giuoco degli scacchi.Stiamo attenti, compagni; legrandi catastrofi come quel-la che ha colpito l'Italia el'Europa, le grandi catastro-fi tendono a portare in bas-so l'umanità; facciamo inmodo di non aiutarla questadiscesa che oggi sarebbe unprecipizio. Oggi c'è chi cre-de che siamo ad una nuovaepoca di cultura; io direi in

un nuovo ciclo di civiltà (ci-viltà è il termine preciso,giusto, che nel suo rapportoha adoperato il compagnoTogliatti). Il progresso mira-coloso della tecnica neglistrumenti di lavoro e di pro-duzione ha enormementeabbreviato il limite di tra-passo dalla civiltà capitali-stica verso la nuova civiltàsocialistica; un trapasso cheporterà un nuovo ordinegiuridico e morale del mon-do. Ma civiltà diversa nonvuol dire umanità diversa enon vuol dire cultura diver-sa; la storia non è nuova aquesti grandi cicli che han-no tramutato la strutturaeconomica, politica e socia-le delle genti senza natural-mente tramutarne la strut-tura intellettuale e spiritua-le: da Pitagora siamo passa-ti a Copernico, a Newton, aGalilei, dagli atomisti dellaGrecia siamo passati allabomba atomica; dai drammidi Eschilo siamo passati aShakespeare, la più grandeopera della poesia umana;dal romanzo medievale sia-mo passati ai romanzi mo-derni di Francia, di Russia,di Germania, di America re-stando nello stesso corsoinfinitamente progressivodi indagine scientifica e dicreazione artistica. Noi stia-mo subendo l'abbaglio della

tecnica e l'incanto del moto-re; c'è chi crede che il mon-do sia tutto trasformato e ri-mutato dalla tecnica soloperché il motore domina nelmeccanismo esterore dellanostra esistenza, perché ledistanze sono enormemen-te abbreviate e quasi scom-parse, perché la terra è rim-picciolita ai sensi dei morta-li, perché poderose bracciametalliche sono mosse inun crescente vortice di pro-duzione da esili dita, dallepiccole braccia dell'uomoesperto; ma quest'uomoesperto, quest'uomo morta-le, questa cosa da nulla, co-

me diceva di Ulisse il ciclo-pe Polifemo, resta il massi-mo miracolo della terra nonsolo attraverso le scopertedella meccanica e della fisi-ca, ma anche e più attraver-so l'attività e le creazionidell'intelletto e dello spirito.Ho sentito dire che la scuo-la deve formare l'uomo mo-derno; io non so che cosasia quest'uomo moderno. Lascuola deve formare l'uomocapace di guardare dentrodi sé e attorno a sé; a forma-re l'uomo moderno provve-deranno i tempi in cui egli ènato. Ogni uomo è modernonell'epoca in cui vive.

Concetto Marchesi è statouno dei più grandi latinistidella nostra storia.Socialista all’età di 15 anni,partecipò alla fondazionedel Partito Comunista d’Ita-lia nel 1921 e ne face parteprima in clandestinità e poi,dopo la caduta del fasci-smo, come membro dellaAssemblea Costituente e

del Parlamento.Fece parte del ComitatoCentrale del PCI fino allamorte.Infiltrato dal Partito duranteil fascismo nel sistema sco-lastico universitario, fu Ma-gnifico Rettore dell’Univer-sità di Padova già durantela Repubblica di Salò e, nelfrattempo, tra i fondatori delComitato di LiberazioneNazionale Alta Italia.Venne accusato di essereil mandante morale dell’e-secuzione del filodofo Gio-vanni Gentile, accusa cheil PCI respinse sempre,senza tuttavia condannaregli autori della esecuzionedi una delle figure più ne-faste della pseudo culturafascista.E’ sua l’ultima stesura nellamigliore lingua italiana deltesto della Costituzione re-pubblicana prima della ap-provazione.

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Lavoro6 1 FOLIGNOMAGGIO 2010

Il COMITATO DEI LAVORA-TORI esprime grossepreoccupazioni riguardola situazione critica in cuiversa lo stabilimento diColle di Nocera Umbra del-la Antonio Merloni. Pur-troppo le vicissitudine av-venute nelle ultime setti-mane non delineano alcunfuturo positivo per lo sta-bilimento umbro e per iquasi millecinquanta ope-rai che ne fanno parte.In particolare le vicendeche destano più preoccu-pazioni sono le seguenti: Conguaglio IRPEF; è or-mai di dominio pubblico lagrave e paradossale situa-zione creatasi negli ultimigiorni ai danni di noi lavo-ratori con la compilazionedella denuncia dei redditiper l’anno 2009. Nonostan-te la zavorra dei 700 euromensili di cassa integrazio-ne gli operai della AntonioMerloni si troveranno a pa-gare un conguaglio IRPEFche va dai 600 ai 2000 euro

ciascuno. Chiediamo alleRappresentanze Istituzio-nali della Regione Umbriadi farsi portavoce nei con-fronti dello stato di questaennesima beffa ai danni deilavoratori già duramentecolpiti, chiedendo a chi didovere aiuti concreti eduna soluzione alternativache possa permettere aglioperai di regolare la pro-pria posizione economicanei confronti del fisco sen-za pesare ulteriormente su-gli stipendi già duramentedecurtati. Smantellamento reparti;è di pochi giorni fa la noti-zia che l’Azienda vorrebbeaccorpare i reparti “ricam-bi” dei diversi stabilimentinell’unico sito di Maragone(Marche) per razionalizza-re i costi. Riteniamo siaquesto un forte segnale diindebolimento, soprattut-to per il sito di Colle di No-cera Umbra. Questa sceltaci riporta ad evidenziaredi nuovo le perplessità po-

La Grecia ha bisogno di unaiuto finanziario veloce,ma non di colpi di scuresociali!L’aiuto finanziario per laGrecia è un primo passoche andava fatto da tempoper riaprire al paese unaprospettiva economica.Solo con crediti ponte ilpaese può essere liberatodalla morsa della specula-zione.L’elevato debito di Statodella Grecia non è la ragio-ne principale dell’attualecrisi. È la speculazione cheha reso impossibile che laGrecia continuasse a fi-nanziarsi sui mercati di ca-pitale privati…La IG Metall ritiene che lemisure di risparmio che ilFMI e i ministri dell’econo-mia del Gruppo-Euro vo-gliono imporre, costitui-scano un percorso econo-micamente sbagliato e so-cialmente insostenibile. Il

programma di risparmi ri-chiesto metterà in motouna spirale al ribasso, dal-la quale saranno colpitinegativamente i lavoratorie i loro redditi… La IG Me-tall si pronuncia in via diprincipio contro un “mec-canismo di crisi”, che at-traverso la costrizione allariduzione della spesa pub-blica e a tagli nei diritti al-lo stato sociale e riduzionedei redditi sociali e da la-voro, scarica il peso dellacrisi finanziaria ed econo-mica sulle cittadine e suicittadini. La IG Metall perquesto sostiene in modosolidale le azioni dei sin-dacati contro il program-ma di risparmi!La crisi della Grecia è unasfida per l’intera Europa.La crisi della Grecia devediventare il punto di par-tenza per un cambio dipasso verso un’integrazio-ne europea duratura e so-

lidale. La IG Metall sostie-ne espressamente un’Euro-pa solidale e sociale! L’Eu-ropa ha bisogno di un mi-gliore coordinamento del-le politiche economiche efinanziarie, che mettano alcentro una strategia di cre-scita dinamica. La IG Me-tall agirà con più forza af-finché con la partecipazio-ne ed attivazione delleconfederazioni sindacali,vengano intensificati gliscambi di informazioni trasindacati e il coordina-mento delle contromisuresindacali.

11 maggio 2010

Come abbiamo sostenutonelle assemblee di prepara-zione dello sciopero, e comericonosciuto da tutti gli inter-locutori con cui il sindacato siè confrontato, la chiusura diTerni produrrebbe pericolo-sissimi danni a monte e a val-le del processo produttivo.Occorre continuare a mante-nere l’attenzione su questoobiettivo, anche perchè final-mente . registriamo rispostepositive, favorite anche gra-zie alla mobilitazione di que-sta come di altre vertenzechimiche, su almeno un ele-mento comune di “doglianza”delle multinazionali: il costodell’energia.In questi giorni, recependo lerichiesta di OrganizzazioniSindacali e Territori, l’autoritàdell’energia e del gas ha ri-considerato l’applicazionedella recente legge 99/09 chein prima lettura impediva l’e-stensione a tutta una serie dipoli chimici dei possibili van-taggi relativi alla riduzionedei costi di vettoriamento sul-le forniture energetiche.E’ certo una prima rispostama importante perchè guar-da nella direzione giusta incui un Paese dovrebbe pro-

durre risposte strutturali pergarantirsi una forte presenzaindustriale.In questo senso, nei siti inte-ressati, nei prossimi giorni sisvilupperanno ulteriori ini-ziative di mobilitazione persensibilizzare tutte le realtàaziendali rispetto alla strate-gicità della esistenza di Terninon solo per il perimetro in-dustriale della Basell.Alla luce di quanto sopraesposto, in attesa del nuovoincontro con il livello euro-peo della multinazionale,così come auspicato nell’in-contro con il Capo di Gabi-netto (dott. Gorelli), leOO.SS. si attiveranno per or-ganizzare prima possibile,la riunione del Coordina-mento Nazionale dei tre po-li Petrolchimici, congiunta-mente alla RSU Basell di Mi-lano, per programmare ini-ziative di lotta generali.Tutto ciò sarà realizzato intempi strettissimi, vista l’in-combenza della data della da-ta del 30 giugno, (ipotizzatadalla LB per l’inizio dellaC.I.G. straordinaria), ma so-prattutto visto il “grave pres-sing psicologico” che il mana-gement italiano sta attuando

nei confronti delle maestran-ze di Terni.In questi giorni, infatti, nono-stante OO.SS., istituzioni lo-cali e adesso anche il gover-no, stanno tentando la via deldialogo per riaprire una di-scussione, l’azienda continuain modo ostinato e arrogantead accelerare sul percorso au-tonomamente deciso, pres-sando i lavoratori e le lororappresentanze.Tale atteggiamento già di-chiarato inaccettabile dalleOO.SS. e dalle istituzioni, au-spichiamo diventi tale ancheper il Governo italiano, tale daarginare l’arroganza dellemultinazionali, e rilanciare fi-nalmente un nuovo ruolo del-l’industria chimica italiana,partendo proprio dalla ver-tenza in atto.Concludiamo, ringraziandotutti i lavoratori che fin’orahanno permesso la realizza-zione di tutte le iniziativepromosse, e che hanno per-messo la creazione di unanuova linea di pensiero, ov-vero che “UN’ ALTRO FUTUROE’ POSSIBILE, SPETTA A NOICOSTRUIRLO”.Il Coordinamento Nazionale

Lyondell Basell

Dichiarazione dell’esecutivodella IG Metall

INPS, dati di aprile: esplodela cassa integrazione in deroga

Merloni, rischio smantellamentoreparti del sito di Colle di Nocera

La speculazione in Europa deve essere impedita! Investimenti e sostegno all’occupazione per fronteggiare la crisi

Sintesi del comunicato della RSU del 7 maggio 2010:“Terni può contribuire a creare utili!”

Lyondell Basell: stabilimentodi Terni a rischio chiusura

Continua a crescere il ricor-so alla Cassa integrazionestraordinaria, registrando adaprile il volume di ore più al-to degli ultimi 19 mesi, daquando cioè è iniziata que-sta fase di crisi, mentre si de-linea nettamente il peso del-la Cassa integrazione in de-roga (Cigd) che, da inizio an-no, registra una variazionetendenziale del 652,40.Da gennaio 2009 ad apriledel 2010 le ore di Cigd auto-rizzate sono state 208.563.566 con un utilizzo di risor-se economiche pari a oltreun miliardo di euro. Questi idati che emergono dalle rile-vazioni Inps e dalle quali ri-sultano essere un milione eduecentocinquantamila i la-voratori coinvolti nei proces-si di Cig mentre i riflessi sul-la busta paga da inizio annosegnano una perdita di circa1,6 miliardi di euro.Ciò dimostra che se da unaparte ci sono timidi segnali di

miglioramento della produ-zione industriale, dall’altro siconferma che la strada per laripresa è lenta e lunga e chel’occupazione in molte azien-de è in pericolo e non bastapiù la difesa attuata con laCig in questi mesi. La ricollo-cazione e la riorganizzazionedel sistema produttivo italia-no non può avvenire sponta-neamente senza indirizzi dipolitica industriale.In molti settori il livello delleore di Cigs e delle ore di Cigdè simile, segno della diffu-sione della crisi, così come èanche il segno di un logora-mento di un sistema di inter-vento sociale che non reggepiù. Solo la metà dei lavora-tori, infatti, è coperta diretta-mente dalla Cigs mentre l’al-tra metà deve aspettare in-terventi finanziari straordi-nari che consentano l’accen-sione della Cigd.Aumentano le crisi aziendali(+119,82%), ma anche i falli-

menti (+56,45%), i concorda-ti preventivi (+58,54%), i con-tratti di solidarietà (+32%)che incidono sul totale deidecreti per il 13,87%. Si ridu-cono le domande di ristruttu-razione aziendale (-34,29%) ele domande di riorganizza-zione aziendale (-19,18%).Anche questo è lo specchiodi una crisi dove sono larga-mente maggioritari gli inter-venti passivi mentre sonopochi, e in progressiva dimi-nuzione, gli interventi cheprevedono percorsi di rinno-vamento per il futuro.L’immobilismo del governorenderà gran parte dell’appa-rato produttivo del paese ob-soleto e sempre più margi-nale all’interno del quadromondiale.Lavoro e occupazione, soste-gno agli investimenti e ridu-zione del carico fiscale su la-voratori dipendenti e pen-sionati: questa la strategiaper fronteggiare la crisi.

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ste in questione su alcunicontenuti dell’Accordo diProgramma, che sembravadovesse scongiurare lachiusura dello stabilimen-to di Colle; purtroppo losmantellamento di un re-parto, che non risolve si-curamente i problemi del-l’Azienda, indica tutt’altroe potrebbe essere solo l’i-nizio della chiusura del si-to umbro. Chiediamo per-tanto di vigilare con moltaattenzione su questa graveipotesi e di sollecitare iCommissari affinché per-manga l’attività di produ-zione del bianco nello sta-bilimento umbro. Tavolo Regionale; credia-mo sia opportuno che al ta-volo Regionale possanoprendere parte alcuni espo-nenti del COMITATO DEILAVORATORI per dar vocealla parte più colpita dallacrisi Merloni, gli operai. Nocera Umbra 14 Maggio 2010

Il PortavoceGianluca Tofi

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Lavoro 7 1FOLIGNO

Quaranta anni fa, il 20 mag-gio del 1970, il Parlamentoapprovava lo Statuto dei La-voratori. Per la prima volta idiritti fondamentali deglioperai diventavano oggettodi una legge dello Stato.Lo Statuto dei Lavoratori nonè stato regalato al movimen-to operaio ma è il frutto del-le mobilitazioni della finedegli anni ‘60.La lotta di classe che esplosein Italia nel ‘68 e raggiunse ilsuo livello massimo di esten-sione nell’autunno del ‘69coinvolgendo oltre 7 milionidi lavoratori, aveva messo indiscussione tutti gli assettipolitici dominanti.Il livello delle rivendicazionioperaie non si limitava al ter-reno puramente economicoe sindacale, ma intervenivasugli aspetti politici introdu-cendo nelle fabbriche e nellasocietà forme di contropote-re. Era il sistema capitalisticol’oggetto in discussione e ilavoratori si misero chiara-mente nell’ottica di trasfor-mare la società.Di fronte alla profondità diquelle lotte e al livello di ra-dicalizzazione che esprime-vano si diffuse il panico nelgoverno e nella classe domi-nante. In un primo momentola borghesia tentò di utiliz-zare l’arma della repressionein fabbrica, ma questa nonfece che rafforzare la deter-minazione alla lotta.A quel punto decisero di al-ternare alla "strategia dellatensione" (non è un caso chela bomba in piazza Fontanaesplose proprio mentre erain corso la vertenza dei me-talmeccanici) una "strategiariformatrice" che prese pie-de con la collaborazione at-tiva del governo di centrosinistra.In pratica la borghesia con-cedeva qualcosa per nonperdere tutto, usando lebombe per convincere i lavo-ratori a ridimensionare le lo-ro richieste. Si fecero cosìdelle concessioni per con-durre il movimento su unterreno più moderato.In questa strategia, è inutiledirlo, era fondamentale ilruolo che potevano giocare le

direzioni sindacali in fabbri-ca per ristabilire "l’ordine".Il governo, con l’assenso del-la parte più lungimirantedella Confindustria, si impe-gnò attivamente perché Cgil-Cisl-Uil potessero riconqui-stare il controllo delle mobi-litazioni che obiettivamenteavevano perso nelle esplo-sioni spontanee della classeoperaia tra la primavera del‘68 e l’estate del ‘69.Come riconobbe lo stessoVittorio Foa, esponente dispicco della sinistra Cgil, inquasi tutte le vertenze azien-dali che avevano precedutol’autunno caldo i lavoratorisopravanzavano il sindacato.Per conquistare la fiducianelle fabbriche i vertici sin-dacali furono costretti a ra-dicalizzare non poco le lororichieste, lasciandosi per-meare dalle istanze di base,riconobbero così la figuradel delegato, rappresentan-te diretto dei lavoratori chescalzò la vecchia strutturaburocratica della Commis-sione Interna.Sul piano legislativo, comesu quello sindacale vennerofatte delle concessioni signi-ficative. Nel marzo del ‘68sull’onda di uno sciopero ge-nerale fu approvata la rifor-ma delle pensioni, nel no-vembre del ‘68 quella istitu-tiva sul divorzio (che diven-ne in seguito oggetto di unreferendum nel 1974). Nel‘70 migliaia di attivisti ven-nero amnistiati dai "reati"commessi nelle agitazionipolitico-sindacali.La riforma Gui che aveva sca-tenato il movimento studen-tesco venne ritirata, mentrevenne riconosciuto nellescuole superiori il diritto diassemblea (circolare Sullodel gennaio ‘69) e nel dicem-bre dello stesso anno venne-ro liberalizzati gli accessi al-l’università.Sul piano contrattuale nel-l’autunno del ‘69 i padroniandarono incontro alle ri-chieste sindacali: nel con-tratto dei metalmeccanici,firmato il 21 dicembre del‘69, Finmeccanica accettò lariduzione dell’orario di lavo-ro a 40 ore settimanali (in

precedenza era tra le 42 e le48 a seconda dei settori), au-menti salariali attorno al10%, un giorno di ferie inpiù, copertura al 100% dellaretribuzione degli operai neltrattamento infortunistico,diritto di assemblea nellefabbriche con più di 15 di-pendenti e riconoscimentodei delegati con otto ore dipermesso retribuite al mese.In questo contesto socialenel luglio del ‘69 venne pre-sentata al Consiglio dei mini-stri la prima bozza dello Sta-tuto dei lavoratori che saràapprovata dal Parlamentosolo un anno dopo.Spesso si dice che il padredello Statuto dei lavoratoriè il socialista Gino Giugni,che ne stese il testo, ma laverità è che lo Statuto hatanti padri, quanti sono ilavoratori che si mobilita-rono in quegli anni di forteconflitto sociale.In realtà lo Statuto è il figlioillegittimo di quelle lotte,che avevano ben altri fini,più avanzati, ma che nonseppero trovare uno sboccoorganizzato, permettendoalle direzioni sindacali di farrientrare il movimento, checomunque si mantenne su li-velli molto alti per circa ottoanni.Non è un caso che in diversiarticoli c’è la tendenza a le-gittimare più le organizza-zioni sindacali in quanto ta-li, che il singolo lavoratoreattivo sindacalmente o il suorappresentante diretto (il de-legato di reparto).Ciò ha impedito in questi an-ni ai sindacati di base, a lavo-ratori non organizzati o cri-tici con le liste presentate dalloro sindacato di poter pre-sentare delle liste indipen-denti nelle elezioni delleRsu, limitando non poco lademocrazia sindacale. Ov-viamente questo ha una rela-zione diretta con i rapportidi forza, ma non va mai di-menticato l’aspetto dupliceche ha lo Statuto.Da una parte riconosce unaserie di diritti fondamentali:libertà di espressione politi-ca e sindacale, la protezionedegli attivisti dai soprusi pa-dronali; dall’altra tenta di li-mitare la democrazia neiluoghi di lavoro perché isti-tuzionalizza il ruolo delle or-ganizzazioni sindacali ga-rantendogli dei privilegi chepossono essere condivisibilie accettabili se il sindacato inquestione rappresenta vera-mente i lavoratori, ma chediventano intollerabili quan-do questo sindacato è slega-to completamente dal con-trollo democratico della ba-se, che è quanto avviene og-gi nella gran parte dei casi.Le Rsu devono essere gli uni-ci agenti contrattuali, eleggi-bili e revocabili dai lavorato-ri in qualsiasi momento. Unatesta, un voto, senza quotegarantite, né privilegi per leorganizzazioni confederali ofirmatarie di contratto.La lotta in difesa dello Sta-tuto deve andare di paripasso con quella per la de-mocrazia sindacale, senzala quale rischia di essereun’arma spuntata scarsa-mente unificante.

(tratto da un articolodi Bruno Ugolini,

l’Unità 1 maggio 2010)

Mentre si ricordano i 40 an-ni dalla nascita di quelloStatuto dei lavoratori cheoggi il centrodestra vorreb-be riscrivere, capovolgen-done il significato, è bene ri-cordare come erano allora iluoghi di lavoro.Erano officine dove eraproibito parlare di politicao raccogliere adesioni alsindacato e dove si creava-no reparti confino per chisgarrava. I lavoratori nonpotevano intervenire suiproblemi della sicurezza epotevano essere licenziati“ad nutum” ovverosia conun cenno della mano.Come si arriva allo Statuto?Tra i primi a parlarne é Giu-seppe Di Vittorio al Con-gresso di Napoli della Cgil(1952). Con lo slogan “la Co-stituzione nelle fabbriche”si vogliono tradurre alcuniprincipi costituzionali innorme capaci di garantirnel’applicazione. “Il lavorato-re” – dichiara Di Vittorio - “Èun uomo, ha una sua perso-nalità, un suo amor proprio,una sua idea, una sua opi-nione politica, una sua federeligiosa, e vuole che questidiritti siano rispettati da tut-

ti e, in primo luogo dal pa-drone … perciò sottoponia-mo al Congresso un proget-to di Statuto che intendiamoproporre, non come testodefinitivo, alle altre organiz-zazioni sindacali (…) perpoter discutere con esse elottare per ottenerne l’acco-glimento e il riconoscimen-to solenne”.Nel frattempo alcune antici-pazioni attraverso leggi co-me quella che pone fine alfatto che se una donna sisposa o rimane incinta è li-cenziata. Un’altra legge can-cella il licenziamento “adnutum” e introduce la “giu-sta causa”. Sono premessedel futuro Statuto.Siamo all’epoca del centro-sinistra e c’è un uomo, Gia-como Brodolini, già diri-gente della Cgil, ministrosocialista che fa propriaquesta missione. Un dise-gno di legge è presentato il24 giugno 1969.L’obiettivo è “creare un cli-ma di rispetto della dignitàe della libertà umana”. C’èun’ampia discussione e c’èchi vorrebbe inserire ancheil riconoscimento di orga-nizzazioni partitiche neiluoghi di lavoro. Non passae così Pci, sinistra indipen-dente e Psiup, pur ricono-scendo le importati modifi-

Come venne conquistatoallora e in che mododifenderlo oggi

Giacomo Brodolini“Ministro dei Lavoratori”

Ha quarant’anni, sta benee ci serve ancora

MAGGIO 2010

Giacomo Brodolini fu unodei più prestigiosi dirigentidel Partito d'Azione. Dopolo scioglimento del partito,avvenuto nel 1947, preferìrimanere fedele all'ala socia-lista ed entrò nel Partito So-cialista Italiano insieme allacomponente di RiccardoLombardi ed Emilio Lussu. Ilsuo intenso impegno politi-co alla fine del 1950 lo con-

dusse a Roma, dove fu elet-to segretario nazionale del-la Federazione lavoratoriEdili della CGIL.Alla guida della Fillea ri-mase fino al 1955, quandofu nominato vice segreta-rio della CGIL (con Di Vit-torio segretario generale).Nel 1960 Brodolini decisedi passare all'attività dipartito, fu quindi eletto vi-cesegretario del PSI nel1963, carica che mantennefino al 1966. Nel 1968, al-l'unificazione di PSI e PSDI,Brodolini divenne vicese-gretario di questa aggrega-zione, sino all’incarico diMinistro del Lavoro e dellaPrevidenza Sociale nel se-condo governo di Mariano

Rumor (1968-1969). Da Mi-nistro, introdusse fonda-mentali riforme nel mon-do del lavoro: dal supera-mento delle gabbie salaria-li, alla ristrutturazione delsistema previdenziale.L’opera più grande di Bro-dolini fu senza dubbio l'e-laborazione dello Statutodei lavoratori del qualenon vide tuttavia la nasci-ta, stroncato da malattiapochi mesi prima della suaapprovazione da parte delParlamento, alla quale ven-ne presentato dal suo suc-cessore al dicastero CarloDonat-Cattin.Brodolini è stato insignitodella Medaglia d'Oro al Va-lore Civile.

che introdotte si astengono.E’ il 20 maggio del 1970 e loStatuto dei lavoratori diven-ta legge. E’ il coronamentodi tante battaglie e lotteoperaie.Così nelle assemblee cheprocedono, fabbrica perfabbrica, alla nomina dei“delegati di gruppo omo-geneo”, nelle miriade di ac-cordi aziendali, nell’entra-ta del sindacato con i diri-genti sindacali, letteral-mente trascinati dagli ope-rai all’interno dei capanno-ni. E’ quella realtà che fapartorire lo Statuto.Oggi si vuole tornare in-dietro. La retromarcia èstata innestata dal centro-destra. Dichiara il succes-sore di Brodolini, MaurizioSacconi, parlando ai plau-denti industriali a Parma:"Entro maggio presenteròun testo nuovo". La nuovalegge servirà a "completa-re la liberazione dall'op-pressione burocratica, datutto quello che generaconflitto e dall'incompe-tenza che minaccia l'occu-pabilità". Lo scopo è "bat-tere il nichilismo delle ge-nerazioni degli anni '70entrate nei mestieri dell'e-ducazione, della magistra-tura e dell'editoria nontanto per occupare, comediceva Gramsci, le case-matte del potere, quanto,come si dice a Roma, perinfrattarsi, perché è sem-pre meglio che lavorare". Parole di disprezzo versoesperienze che hanno fattogrande e forte il sindacato epiù civile il Paese.Certo lo Statuto dimostra lasua età, avrebbe bisogno diaggiustamenti, ma del tuttodiversi da quelli prospetta-tidal centrodestra.Oggi i Co.Co.Co. i lavorato-ri a progetto, gli stagisti,quelli che pullulano nellefabbriche con le casacchedegli appalti non sannoche cosa sia lo Statuto. Ènecessaria un’estensionedei diritti non una loro ri-duzione, mettendo i pre-sunti “garantiti” contro i ri-schi di un lavoro precario.

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20 maggio 1970, il Parlamento approva lo Statuto dei Lavoratori

La Costituzione entra nelle fabbriche

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Enti locali e servizi8 1 FOLIGNOMAGGIO 2010

Ho ancora nel naso l’odoreintenso di formaggio stagio-nato che sentivo quando, dascolaro, tutte le mattine miamadre mi comprava la me-renda nella minuscola botte-ga alimentari a due passi dacasa mia. Alimentari? Inrealtà la signora Nina vende-va un po’ di tutto, dal pro-sciutto alla matite, dai gelatiagli album da disegno. Eh si,vendeva! Perplesso assisto al-l’incredibile esplosione dellagrande distribuzione che dacirca 10 anni ha favorito lanascita di una spropositataquantità di centri commer-ciali. Il selvaggio spuntare diquesti giganteschi immobilicolorati, ha provocato in po-co tempo la crisi, lo svilimen-to e l’inevitabile chiusura ditanti piccoli esercizi, magaria conduzione familiare. Tut-to questo a causa di una sfre-nata concorrenza sleale ope-rata dalla catene della grandedistribuzione.La concorrenza è una regoladel mercato economico, ma èvalida laddove gli operatorisono messi nelle medesimecondizioni di operare. Pro-dotti venduti sottocosto(spesso di scarsa qualità),aperture nei giorni festivi, of-ferte promozionali “pitagori-che” (3x2, 4x2, …), strategicheposizioni in periferia facil-mente raggiungibili in mac-china, per non parlare delledistese infinite di catrame al-lestite a comodissimi par-cheggi: non si può certamen-te parlare di “medesime con-dizioni” del negozietto diquartiere. I piccoli commer-cianti chiedono aiuto ai Co-muni per politiche a favoredelle botteghe, ma la rispostaè quasi sempre poco incisiva:i Comuni, e in genere le istitu-

zioni locali, sono tentate e at-tratte dai "vantaggi" economi-ci dei grandi insediamenticommerciali.Le ripercussioni che questonuovo modo di commerciareha in ambito sociale e cultura-le sono catastrofiche. Trannei rari casi in cui, sotto la spin-ta delle associazioni di cate-goria e sindacati, con la fievo-le collaborazione degli entilocali, viene promosso loshopping nei centri cittadini(notti bianche, etc.), noto congrande delusione che non siva più a fare la spesa a piedi,con calma, assaporando ma-gari le bellezze artistiche estoriche di questo o di quelcentro cittadino. Si preferiscepiuttosto salire in macchina,entrare frettolosamente nelcentro commerciale più co-modo o fornito, respirare l’a-ria artificiale che gli si confà,acquistare quanto è necessa-rio, e magari consumare unveloce pasto nel fast-food in-terno prima di uscire. Alcuneindagini statistiche sul rap-porto tra giovani e centricommerciali hanno rilevatocome, in Italia, la frequenta-zione dei centri commercialida parte dei giovani è eleva-tissima. Il dato che mi ha col-pito di più è la forte correla-zione emersa tra il tempo tra-scorso nei centri commercia-li e quello davanti alla TV: nona caso le scenografie dei pro-grammi TV preferiti sono

AMBROGIO FICHERA

CRISTIANO DELLA VEDOVA

Con L.R. n. 15 del 16 febbraio2010 la Regione ha attuato laDirettiva Comunitaria2006/123/CE del 31/12/06,relativa ai servizi nel mercatointerno, che si applica a tuttele attività produttive, com-merciali, ricettive e di servi-zio. La direttiva comunitariapersegue i seguenti obiettivi:- eliminare le barriere legisla-tive e amministrative cheostacolano la libertà di stabi-limento e la libera prestazio-ne di servizi negli Stati dell’U-nione, - abolire le restrizioni e le di-scriminazioni all’ingresso nelmercato degli operatori, - garantire maggiore prote-zione degli interessi deiconsumatori attraversouna maggiore trasparenzae un maggiore accesso al-l’informazione,- far cooperare le ammini-strazioni degli Stati mem-

bri, con scambio di assi-stenza e informazione re-ciproca, anche mediantel’uso di sistemi elettronici.Il risultato atteso è quellodi favorire lo sviluppo eco-nomico e l’aumento del-l’occupazione. La legge ha recepito i suddet-ti obiettivi e ha provvedutoad adeguare ai nuovi criteri lalegislazione regionale in ma-teria, con particolare riferi-mento ai seguenti comparti:attività turistico-ricettive,agriturismo, estetica, com-mercio, distributori carburan-ti, pubblici esercizi. L’inter-vento anticipa la riformacomplessiva della legislazio-ne regionale sul commercioattesa entro l’anno con l’ado-zione di un apposito TestoUnico.Si elencano di seguito gliaspetti fondamentali delprovvedimento.1) Ridefinizione, che costitui-sce la novità più rilevante del-la legge, dei criteri di pro-

grammazione finalizzati adassicurare trasparenza delmercato, concorrenza, libertàdi impresa e libera circolazio-ne delle merci e a perseguirei seguenti obiettivi:a) realizzazione di una retedistributiva che assicuri laqualità dei servizi per i con-sumatori, la qualità della vitadella popolazione e la miglio-re produttività del sistemaeconomico,b) assicurare il rispetto delprincipio della libera concor-renza, favorendo al contempol’equilibrato sviluppo delle di-verse tipologie distributive,c) rendere compatibile l’im-patto degli insediamenticommerciali di maggiori di-mensioni con il contesto eco-nomico-territoriale,d) salvaguardare e riqualifica-re i centri storici attraversopolitiche di valorizzazione in-tegrate tra le funzioni com-merciali e gli aspetti ambien-tali, urbanistici, edilizi e dimobilità,

Nell’ultimo quarto di secolo,l’attività di riscossione dei tri-buti è stata interessata da si-gnificativi e penetranti inter-venti legislativi volti a poten-ziare e a rendere più efficacee efficiente il sistema. È inquesta prospettiva che si col-locano la costituzione di Ri-scossione s.p.a. (ora Equitalias.p.a.) e la creazione, introdu-zione, e successiva elabora-zione di una serie di misure eistituti volti ad evitare la di-spersione del credito erarialedefinitivamente accertato e aconsentirne la più rapida ri-scossione.L’intervento alluvionale diuna serie di disposizioni chesi affiancano, si sovrappon-gono, si richiamano in diver-si ed articolati corpi normati-vi, coinvolgendo Enti credito-ri, Agenti della riscossione,debitori e soggetti terzi, ren-de di non facile intelligenza ilsistema.In tale contesto, laposizione del contribuente sicomplica, obbligato a distri-carsi, da un lato, con le bi-zantine burocrazie degli Entiimpositori e, dall’altro, con ilsoggetto che si occupa di ri-scuotere le imposte. Tale frammentazione, unita-mente alle diverse forme diintervento che il contribuen-te si trova a dover affrontare,comporta che il privatodebba contemporaneamenteoperare su più fronti.Peraltro, la ricerca di maggio-re efficienza e miglioramen-to dell’attività di riscossioneha condotto l’Agente alla sco-perta (rectius riscoperta) del-l’esistenza dell’istituto dell’i-poteca. L’accresciuto ricorsoa tali strumenti ha evidenzia-to l’esistenza di talune, parti-colarmente delicate, proble-matiche di ordine sistemati-

co e applicativo.Il caso è di un privato cittadi-no che per alcuni canoni Rainon pagati (per meno di1000,00 euro) si visto iscrive-re ipoteca sull’immobile disua proprietà.Ebbene, ai sensi del D.P.R. n.602 del 1973, art. 76, esucc. mod. “Il concessiona-rio può procedere all'espro-priazione immobiliare sel’importo complessivo delcredito per cui si procedesupera complessivamenteottomila euro”.É evidente, dunque, che se ilcredito garantito non arrivaagli 8.000,00 Euro previsticome limite minimo, l’iscri-zione ipotecaria deve essereannullata.Negli anni l’Agente incaricatoper la riscossione ha sempresostenuto con che, in tali ca-si, non vi può essere violazio-ne della norma predetta, inquanto il Legislatore avevafissato il limite minimo di8.000, 00 Euro solo per l’av-vio della espropriazione im-mobiliare, consentendo per-ciò d’iscrivere ipoteca anche

LORENZO BATTISTI

La Regione Umbria attua la DirettivaServizi del Parlamento Europeo

Grande distribuzione? No, basta!

Cosa cambia nel commercio e nelle attività produttive

Centri commerciali: città virtuali e luccicanti in cuivegetano passivismo culturale e omologazione dei gusti

La Corte di Cassazione ne dichiara illegittimal’iscrizione al di sotto degli 8000 euro di accertamento

Ipoteca Equitalia

e) salvaguardare e riqualifi-care la rete distributiva nellezone di montagna e ruralianche attraverso la promo-zione di servizi commercialipolifunzionali ed esercizimultisettoriali,f) favorire gli insediamenticommerciali destinati al recu-pero, all’ammodernamento eallo sviluppo delle piccole emedie imprese già operantinel territorio, per mantenereuna offerta diversificata nelsettore della distribuzione (leultime tendenze vanno versoun rafforzamento dei piccolie medi supermercati),g) favorire il recupero dellearee periferiche anche me-diante il riordino, la riqualifi-cazione e l’integrazione degliinsediamenti commerciali inzone industriali, artigianali ecommerciali, con appositipiani,h) favorire l’innovazione an-che attraverso l’associazioni-smo e le reti stabili di impre-se, per la realizzazione diprogetti innovativi per la di-stribuzione e per il coordina-mento tra produzione e di-stribuzione, al fine di valoriz-zare i prodotti tipici umbri,i) realizzare un sistema coor-dinato di monitoraggio attra-verso l’osservatorio regionale

del commercio.2) Semplificazione dei proce-dimenti mediante la sostitu-zione dell’autorizzazione,che diviene l’eccezione e puòessere prevista solo in pre-senza di “motivi imperativi diinteresse generale”, con la Di-chiarazione di Inizio Attività(DIA), ad efficacia immediatao differita a 30 giorni.3) Revisione della classifica-zione delle strutture com-merciali, mediante un piùpreciso dimensionamentodelle medie strutture di ven-dita (con superficie, comples-sivamente considerate, damq. 251 a mq. 2500).4) Nuovi criteri qualitativiper l’insediamento degliesercizi pubblici (bar e risto-ranti) non più basati su con-tingenti numerici di autoriz-zazioni ed unificazione, inuna tipologia unica, delleprecedenti autorizzazioniinutilmente limitative.5) Rilancio di una program-mazione di tipo “partecipato”con il coinvolgimento di tuttele componenti del settore del-la distribuzione e dei servizi.6) Introduzione della nuovatipologia di aggregazione diesercizi definita “polo com-merciale”, che privilegia il col-legamento economico-fun-

zionale rispetto a quello di ti-po strutturale.7) Adozione di un calendariocomunale annuale delle aper-ture domenicali e festive, con-cordato con le Associazioni emodulato a seconda delle esi-genze dei diversi territori.8) Istituzione nei comuni del-lo Sportello Unico delle Atti-vità Produttive di tipo “tele-matico”, ai sensi della legge133/2008, concepito comecanale unico tra imprendito-re e Amministrazione, per eli-minare ripetizioni istruttoriee documentali.9) Istituzione del portale re-gionale del SUAP e della ban-ca dati per lo svolgimentoinformatizzato delle proce-dure (l’imprenditore e la Pub-blica Amministrazione si par-lano attraverso la posta elet-tronica certificata).Un settore quindi, quello del-le attività produttive, delcommercio e dei servizi, inte-ressato da grandi cambia-menti, che dovrà necessaria-mente saper coniugare svi-luppo e concorrenza con qua-lità e trasparenza, grandistrutture di vendita con eser-cizi di piccola e media dimen-sione, tradizioni e specificitàdel territorio con nuove tec-nologie e semplificazione.

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analoghe a quelle dei centricommerciali. Volevamo laconferma del pur compren-sibilissimo “bombardamen-to psicologico” a cui ci stan-no sottoponendo? Eccolaqua: il centro commerciale èuna vetrina scintillante ed in-vitante che dà tranquillità ebenessere. Una città virtuale e luccican-te, sicura, altra e diversa dal-la città reale esterna. Un luo-go in cui sognare, socializza-re, divertirsi, spendendo me-no che altrove. Ciò che ci vie-ne proposto da una politicacapitalista come un sempliceposto di passaggio e di vendi-ta, è in realtà un concentratodi luci e colori in cui vegeta-no, come tanti virus invisibi-li, passivismo, perdita diidentità culturale e omologa-zione dei gusti. Attenzione al-lora! Le mode dominanti pla-smano, condizionano, inari-discono le menti a discapitodel dubbio e della critica. L’ul-tima provocazione. “Sabato 2 gennaio 2010.Gio-vedì il premier Silvio Berlu-sconi ha visitato un centrocommerciale in Brianza traapplausi e fotografie. Ha an-cora un cerotto sul labbro fe-rito. E' la prima uscita pubbli-ca dopo l'aggressione del 13dicembre”. Leggo, sorrido, emi manca ancora di più quel-l’odore genuino e sempliceche sentivo, da scolaro, nelbazar della signora Nina.

per importi inferiori alla pre-detta soglia.La Corte di Cassazione, conla sentenza n.4077 del20.2.2010, ha finalmente sta-bilito che l’iscrizione ipoteca-ria, rappresentando un attopreordinato e strumentale al-l’espropriazione immobilia-re, soggiace al limite per essastabilito, nel senso che nonpuò essere iscritta se il debi-to del cotribuente non supe-ra gli 8.000,00 Euro.In altri termini, l’ipotecaesattoriale in nulla differi-rebbe, sul piano dell’efficaciagiuridica, da quella ordina-ria, che attribuisce al credito-re concessionario il diritto diespropriare, sulla base dellacartella - che costituisce il ti-tolo esecutivo documentale- il bene sul quale l’ipoteca ècostituita; e in una esecuzio-ne aperta all'intervento di al-tri creditori, qual è anchequella esattoriale, l'ipotecaattribuisce altresì al conces-sionario il diritto di esseresoddisfatto con preferenzasul prezzo ricavato dallavendita del bene.

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Salute 9 1FOLIGNO

L’epatite C è oggi la formapiù frequente di epatite vi-rale cronica.L’infezione è diffusa ubiqui-tariamente e colpisce nelmondo circa 180 milioni dipersone di tutte le età.La fonte di infezione è so-prattutto rappresentata daiportatori cronici asintoma-tici, la cui contagiosità per-mane anche in assenza disegni evidenti di malattia.Questo virus possiede latendenza a causare un’in-fezione cronica molto fa-cilmente. Infatti il 20% deipazienti andrà incontroad una eliminazione spon-tanea del virus entro i pri-mi sei mesi dall’esordio(epatite acuta). Circa 80%svilupperà una infezionecronica.Dei pazienti effetti da epa-tite cronica circa il 20% svi-lupperà, nell’arco di 20 an-ni, una cirrosi epatica e diquesti il 3% ogni anno, an-drà incontro a un cancrodel fegato. Questi numerirendono conto del fatto chel’epatite C è oggi la causapiù frequente di cirrosi epa-tica ed epatocarcinoma.La malattia decorre senzasintomi nella stragrandemaggioranza dei pazienti eperciò frequentemente ladiagnosi è tardiva, quandoil fegato è ormai irrimedia-bilmente danneggiato.In Italia la prevalenza me-dia di positività per anticor-pi anti-HCV è del 2-3%.Vie di trasmissione.L’infezione da virus C puòessere contratta attraversodue principali vie di tra-smissione : via parenteraleevidente e via parenteraleinapparente.La prima è dovuta a trasfu-sioni di sangue o emoderi-vati, quella che si osservanei tossicodipendenti che siiniettano la droga endove-na, nei trapiantati, nei dia-lizzati e infine negli opera-tori sanitari in seguito acontaminazione con san-

gue infetto.Alla via inapparente sonoda attribuire la trasmissio-ne che si può avere per viasessuale, attraverso le cureodontoiatriche, la trasmis-sione dalla madre al feto equella che si può verificarenei familiari conviventi.Dopo l’esposizione al san-gue infetto, il virus entranelle cellule epatiche doverilascia il suo materiale ge-netico. Questo RNA virale,costringe la cellula dell’o-spite a produrre proteinedel virus che vengonoespresse sulla superficiedella cellula epatica.A questo punto il sistemaimmunologico dell’indivi-duo riconosce queste pro-teine virali come estranee ereagisce producendo anti-corpi che si legano alla cel-lula infetta . E’ importantesottolineare che il virus Cnon danneggia direttamen-te il fegato perché non ucci-de le cellule infette.E’ invece il sistema immu-ne che attacca il fegato eciò può portare all’infiam-mazione e alla conseguen-te fibrosi. Per questo moti-vo possiamo trovare pa-zienti con danno epaticorilevante pur in presenzadi poco virus nel sangue eviceversa riscontrare undanno epatico non signifi-

cativo pur in presenza dielevati livelli viremici.Inoltre bisogna precisareche gli anticorpi prodottinon comportano immunitàverso la reinfezione, comedi solito accade in altre in-fezioni virali. Così se un in-dividuo è positivo per glianticorpi ma negativo per ilvirus e continua ad averecomportamenti a rischiocontinuerà ad essere espo-sto all’infezione da virus C. La fase acuta dell’infezionedi solito ha un andamentobenigno. L’inizio del dannoal fegato comincia tra laquarta e la dodicesima set-timana dal contagio e si ma-nifesta con un aumento del-le transaminasi .Poiché la maggioranza deipazienti non ha sintomi alprimo contatto con il virus,la diagnosi di epatite acutada virus C può essere al-quanto difficile. I sintomipiù frequenti sono stan-chezza, inappetenza, a vol-te febbricola. Dopo poche settimane letransaminasi tendono anormalizzarsi e dopo sei-otto settimane si formanogli anticorpi ( anti-HCV).Quindi l’esame per ricono-scere una epatite acuta davirus C è l’HCV-RNA che di-viene positivo dopo 10-14giorni dal contatto.

Nell’organismo umano l’ac-qua rappresenta un costi-tuente essenziale per il man-tenimento della vita, ed è an-che quello presente in mag-gior quantità. La sua presen-za è indispensabile per losvolgimento di tutti i proces-si fisiologici e le reazioni bio-chimiche che avvengono nelnostro corpo. Inoltre, l’acquaentra nella struttura di variesostanze e agisce da solven-te per la maggior parte deinutrienti (minerali, vitamineidrosolubili, aminoacidi, glu-cosio, ecc.), svolgendo unruolo essenziale nella dige-stione, nell’assorbimento,nel trasporto e nella utilizza-zione degli stessi nutrienti.L’acqua è anche il mezzo at-

traverso il quale l’organismoelimina le scorie metaboli-che, ed è indispensabile perla regolazione della tempera-tura corporea. Inoltre, l’ac-qua agisce come “lubrifican-te” e ha funzioni di ammor-tizzatore nelle articolazionie nei tessuti, mantiene elasti-che e compatte la pelle e lemucose, (la cui funzionalitàdipende da un giusto gradodi idratazione) e garantiscela giusta consistenza delcontenuto intestinale. Datoche in pratica non vi è alcunsistema all’interno dell’orga-nismo che non dipenda di-rettamente dall’acqua, è faci-le intuire che mantenere ungiusto equilibrio del nostro“bilancio idrico” (rapportotra le “entrate” e le “uscite” diacqua) è fondamentale perconservare un buono stato

di salute nel breve, nel me-dio e nel lungo termine. Co-me tutte le sostanze chimi-che che compongono il no-stro corpo, l’acqua viene per-sa e consumata continua-mente, e quindi deve esseredi continuo reintegrata dal-l’esterno. I principali mezziattraverso i quali il nostro or-ganismo mantiene l’equili-brio idrico sono il meccani-smo della sete (che regola laquantità di acqua da ingeri-re) e il riassorbimento del-l’acqua nei reni (che regola laquantità di acqua eliminatacon le urine). Il meccanismodella sete ha però un tempodi risposta ritardato, e spes-so interviene solo quando laperdita di acqua è già statatale da provocare i primi ef-fetti negativi. Inoltre a volte(particolarmente negli indi-

L'esposizione eccessiva airaggi solari è un sicuro fatto-re di rischio per la pelle: ec-co allora semplici regole perrispettare la salute senza ri-nunciare all'abbronzatura. La parola d’ordine è prende-re il sole con moderazione,proteggendosi con opportu-ne creme solari, evitando leore più calde.L'abbronzatura è a tutti glieffetti il modo attraverso ilquale il nostro corpo si di-fende dal sole. Tutto meritodella melanina, un pigmen-to che viene prodotto quan-do siamo colpiti dai raggi so-lari e che ha il compito diproteggerci proprio dai rag-gi ultravioletti (UV).Non tutte le pelli sono ugua-li e reagiscono in modo di-verso alle radiazioni solari.Esistono però alcune classi-ficazioni di base. Le varie ti-pologie sono dette "fototipi"e tengono conto del coloredella pelle, dei capelli e degliocchi e della potenziale rea-zione al sole. A ciascun foto-tipo corrisponde un fattoredi protezione solare, infattiper evitare danni irreparabi-li e ottenere un'abbronzatu-ra sana dobbiamo usare pro-dotti solari protettivi adattial proprio tipo di pelle.Nonostante l’effetto protet-tivo dell’abbronzatura, i rag-gi UV riescono a penetrare eraggiungere il derma. E quicominciano gli effetti nega-tivi dell'abbronzatura: nel-l'immediato la pelle si arros-sa e si scotta e può manife-starsi l'eritema solare. Nellungo periodo possono peròinsorgere danni più gravi. Lapelle può perdere la sua ela-sticità, il sole causa la dege-nerazione della elastina edel collagene, le due protei-ne che danno sostegno edelasticità alla pelle, determi-nando l'invecchiamento pre-coce della nostra pelle. Di-versi studi sembrano inoltresuggerire che l’esposizioneprolungata ai raggi UV possaaumentare il rischio di infe-

zioni virali, batteriche e fun-gine. L’eccessiva esposizio-ne ai raggi UV rimane co-munque uno dei principalifattori di rischio per la com-parsa di mutazioni a livellodel DNA, che a loro voltapossono causare tumori.Tutti i prodotti solari sonofotosensibili, cioè si altera-no sotto l'effetto della luce edel calore, quindi devonoessere conservati al fresco enon utilizzati l'anno succes-sivo. Esistono prodotti sola-ri con filtri specifici per pro-teggere labbra e contornoocchi e zone con capillaridilatati, i prodotti solari nonimpediscono alla pelle diprendere colore, ma per-mettono di rimanere più oreal sole senza scottarsi.Nei primi giorni di vacanza lapelle va abituata gradatamen-te, quindi l'esposizione devedurare poco ed essere inter-rotta nelle ore più calde, spal-mare di nuovo la crema sem-pre dopo il bagno; un'atten-zione particolare riguarda ibambini perché le loro scotta-ture possono rappresentareterreno molto fertile per l'in-sorgenza di melanomi cuta-nei nel proseguo della cresci-ta, quindi è consigliato l'usodi magliette, cappelli e cremespecifiche.Altri consigli molto utili ri-

L’acqua è vita, perdere pesoriducendo il bere è dannoso

Consigli pratici per esporsial sole in sicurezza

Epatite C: vie di trasmissionerischio di recidiva, sintomi

PARIDE TRAMPETTI

LEONARDO MERCURI

FRANCESCA VENTURA

MAGGIO 2010

vidui anziani) il meccanismodella sete funziona male, equindi molte persone ri-schiano di non rimpiazzareadeguatamente e tempesti-vamente le perdite di acqua.Il fabbisogno di acqua peradulti e anziani è approssi-mativamente di 1 ml di ac-qua per ogni chilocaloria ali-mentare introdotta nel corsodella giornata. Per i bambini,i quali sono maggiormente arischio di disidratazione, ilfabbisogno è maggiore, e

corrisponde approssimativa-mente ad 1.5 ml/kcal/gior-no. È comunque importanterilevare che queste perditesono tanto più elevate quan-to più l’individuo è di giova-ne età, con un picco nei pri-mi mesi di vita, durante iquali le perdite giornaliere diacqua raggiungono il 15%del peso corporeo. Di conse-guenza i bambini sono un al-tro gruppo di popolazioneparticolarmente esposto alrischio della disidratazione,

qualora non si provveda areintegrare adeguatamente etempestivamente l’acquaperduta. In condizioni nor-mali le perdite giornaliere diacqua nell’individuo adultosi aggirano intorno al 3-4%del peso corporeo (2-2.5 li-tri). L’acqua non contienecalorie, ed ogni variazionea breve termine del pesocorporeo dovuta a maggio-re perdita o a maggiore ri-tenzione di acqua è ingan-nevole e momentanea.Quindi, il tentativo di con-tenere il peso mediante ilrazionamento dell’acqua, èassolutamente inutile, oltread essere rischioso per ilnostro stato di salute, equesto vale anche per chivolesse aumentarne l’escre-zione magari facendo atti-vità fisica con pancere inneoprene, giacche a ventoermeticamente chiuse persudare, il tutto rigorosa-mente sotto il sole estivo,pratica molto frequente maestremamente pericolosa edel tutto inutile.

guardano non mettere maiprofumi o altri prodotti co-smetici prima dell'esposi-zione al sole, ricordarsi cheanche in una giornata console velato, le radiazioniemesse dal sole raggiungo-no la nostra pelle ugualmen-te, e la penetrano creandodanni , si ricorda infatti chei raggi solari passano ancheattraverso le nuvole, la sab-bia, l'acqua, l'erba, che a lo-ro volta ne aumentano la po-tenza ed infine che dopo l'e-sposizione è sempre consi-gliato l'uso di creme dopo-sole. Fare abitualmente usodei filtri solari, fino all'ulti-mo giorno di esposizione al-le radiazioni del sole. Ciò va-le per adulti e bambini, ini-ziando con le protezioni piùelevate, per passare a quellemeno forti in base al nostrofototipo.Preso atto di tali accorgi-menti, non dobbiamo cade-re nell'errore di temere il so-le. Esso infatti, preso nellagiusta misura, contribuisceal mantenimento del benes-sere di una persona, attivan-do la Vitamina D necessariaper fissare il calcio alle ossa,stimolando la produzione dimelanina che pigmenta ilnostro corpo dando l' ab-bronzatura, aiutando anchea migliorare l' umore.

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Pensieri e Parole101 FOLIGNOMAGGIO 2010

ricoperto di pellicola. La-vorare la quarta parte del-la farina con il burro ta-gliato in scaglie sino ad ot-tenere un panetto di burroe farina. Stendere il primoimpasto e ottenuto unquadrato, al centro di essoappoggiare il panetto diburro e farina e chiuderlonella pasta, stendere con ilmattarello fino ad ottene-re un rettangolo che poidovrà essere ripiegato inquattro parti, questa ope-razione va ripetuta tre vol-te, l'ultimo giro si da ripie-gando la pasta in tre parti.

PASTA BRISÉEIngredienti:kg 1 farina, gr. 500 burro omargarina, un pizzico disale, acqua q.b.Procedimento:disporre la farina a fontanae su di essa il burro tagliatoin scaglie, al centro incorpo-rare il pizzico di sale e lavo-rare aggiungendo acqua si-no ad ottenere un impastoliscio ed omogeneo. Per ren-dere la pasta più elastica edi un colore più intenso fa-coltativamente possono es-sere aggiunte al centro del-la fontana 2/4 uova.

PASTA SFOGLIAIngredienti:kg 1 farina, kg 1 burro omargarina, un pizzico disale acqua q.b.Procedimento:dividere la farina in quat-tro parti; disporre tre par-ti a fontana aggiungere unpizzico di sale e lavorarecon acqua sino ad ottene-re un impasto liscio, omo-geneo e di media consi-stenza, lasciarlo riposare

LA RICETTA DEL MESE - IMPASTI DI BASE: SFOGLIA, BRISÉE, FROLLA, PIZZA

SOCIAL NETWORK

Facebook nasce in una stan-za ad Harward, creato dauno studente nel 2004,Mark Zuckberg (consideratooggi tra i giovani più ricchidel mondo) e ha raggiuntouna valutazione pari a 20miliardi di euro, niente ma-le se si considera che il Pildel Camerun è di circa 35milioni di euro.Questo progresso dovutoalla rapida e inarrestabileglobalizzazione può avereportato diversi benefici, dalpunto di vista economicoper poche persone, dal pun-to di vista “affettivo” permolte persone. Ma siamo si-curi che questa rivoluzionenon abbia anche dei piccolieffetti negativi? Negli anni70 non credo che neanchestando alle più rosee pro-spettive si potesse sperareche oggi un ragazzo umbropotesse parlare, scambiarsiidee ed informazioni con-temporaneamente con per-sone di Torino, Londra emagari Lagos ma oggi gra-zie ad internet e facebookquesto è possibile e per lopiù è gratis. Fino a qui nonsorge nessun problema, an-zi si sottolinea solamenteche la globalizzazione è unprocesso utile, ma siamo si-curi che sia cosi?Perché oggi nessuno consi-dera il fatto che un ragazzopossa passare 2 /3 ore ognigiorno avanti uno schermo,per quale motivo un venten-ne (e non solo) preferisca ri-manere a casa, tagliando i

rapporti con la realtà, inve-ce di uscire e magari farequalcosa di più utile?Oltre a questi che sono fattipiù superficiali e magarisoggettivi ne esistono altriche sono sottovalutati mache in un futuro, non trop-po futuro, potrebbero veni-re in superficie. Ho letto che alcune personesono arrivate ad avere 500o 600 amici, ma come puòuna persona arrivare a 500amici e come possiamo for-nire informazioni e foto agente che magari abbiamovisto una sola volta? Altro problema è che gior-nalmente vengono formatigruppi che inneggiano allaviolenza, vandalismo e piùin generale alla stupidità,in questi casi però forse lacolpa è da ricercarsi nell'ignoranza di determinatepersone, ma un ragazzoche si trova di fronte ad ungruppo che inneggia allaviolenza e vede che tutti isuoi amici ne fanno parte,da quale parte potrà mai

PASTA FROLLAIngredienti:kg 1 farina, gr 600 burroo margarina, gr 400 zuc-chero, un pizzico di sale,una bustina di vanillina,scorza di limone grattu-giata, 6 uova (4 tuorli e 2intere).Procedimento:disporre la farina a fonta-na e su di essa il burro inscaglie, al centro gli altriingredienti, lavorare sinoad ottenere un impasto li-scio ed omogeneo che do-vrà riposare almeno dueore in frigorifero.

“QUESTA SPORCA VITA”

“THEPOLITCALY” - BREVERIFLESSIONESUGLI ITALICITEMPIMODERNI

ALIMENTAZIONE ED ETICA

ANTONIETTA STADERINI

ROBERTO MATERAZZI MASSIMO MENGHINI

IRENE BISCARINI

SAMANTHA PASSERI

Redazione: Via della Piazza del Grano 11

06034 Foligno (PG) tel. 0742510520

Mail: [email protected]

Autorizzazione tribunale di Perugia n°

29/2009

Editore: Sandro Ridolfi

Direttore Editoriale: Sandro Ridolfi

Direttore Responsabile: Giorgio Aurizi

Impaginazione e grafica: Andrea Tofi

Stampa:Grupo Poligrafico Tiberino srl, Città di

Castello

Chiuso in redazione il 18/05/2010

Tiratura: 3.000 copie

Periodico dell’Associazione

”Luciana Fittaioli”

schierarsi.Le mie sono tutte sempliciprovocazioni, confidiamotutti che non sia cosi per-ché crediamo in un eticamorale ma purtroppo sem-pre meno sporadicamentela cronaca ci racconta fattiabbastanza strani.Ma nonostante queste cose,i social network continuanoad essere pubblicizzati daigiornali, tv ed enti pubbliciquindi dal potere, forse per-ché facendoci vivere in que-sto mondo, un mondo “al-ternativo” noi abbiamo sipiù facilità di comunicare edivertirci, ma non ragionia-mo più con la nostra testa,non seguiamo le nostreidee, seguiamo la massa e ciaccontentiamo del poco checi lasciano.Per crescere dobbiamo cer-care di smettere di “vivere”nel mondo virtuale e tornarenel mondo reale basandosisul nostro pensiero e sullenostre idee e in questo modosaremo uomini che ragiona-no con la propria testa.

E’ da poco uscito nelle li-brerie il nuovo libro diJohnathan Safran Foer “Seniente importa (perchémangiamo gli animali?)”,una indagine seria, accura-ta e veritiera su come glianimali diventano il no-stro cibo. Non la solita ac-cusa fatta ai carnivori o sesia più giusto e salutare di-venire vegetariano, ma ladomanda perché mangia-mo gli animali ce la dob-biamo porre.Quanta sofferenza procu-rata a quel pollo siamo di-sposti a tollerare primache arrivi sulla nostra ta-vola?Gli allevamenti intensivisono quanto di più disu-mano un essere viventepossa costringere un altroessere vivente, senza con-tare poi la produzione di“gas serra”, enormementesuperiore a quella di tutti imezzi di trasporto messiinsieme. Per farli arrivarebelli tosti alla morte glivengono inoculate dosi diantibiotici sei volte supe-riori a quelli che normal-mente assume un essereumano nello stesso perio-do. Pensiamo un attimo al-le galline che depongono

uova tutta la vita, chiusein uno spazio ristrettissi-mo, potranno uscire soloper morire, non potendosimuovere impazziscono.All'arrivo della Pasqua sirinnoverà certamente lamattanza di migliaia diagnelli, tra l'altro simbolodi pace. Chi non ha vistonella nostra città il manife-sto che rappresenta l'a-gnello che ci chiede per-ché l'uccidiamo? Pochi co-noscono la tortura allaquale vengono sottopostele oche da cui viene prele-vato il fegato per il famosopaté. Sono costrette all'im-mobilità permanente e auna alimentazione forzatafintanto che il loro fegatonon scoppia di grasso. For-se, come si chiede l'autoredel libro, potremmo farenostra l'etica del “mangiaavendone cura”, oppureabbandonare proprio l'usodella carne. Sicuramente,se siamo disposti a passa-re sopra a tutte le soffe-renze che vengono procu-rate agli animali pur dimangiare la nostra bellabistecca o il nostro grossopollo, l'uomo è molto me-no umano di quanto lopossa essere una pietra.Basta chiudere gli occhiper non vedere.Jonathan Safran Foer é uno

scrittore scomodo, tropposerio, lucido, indigesto masicuramente una personache colpisce l'animo, il suoè un libro da leggere.Uno scritto che servirà si-curamente a risvegliarequalche coscienza; a met-tere in dubbio qualche no-stra certezza. Cominciamoa porre la questione eticase sia giusto o meno man-giare quel pollo almeno incasa nostra poi chissà... Se pensiamo che la metàdegli italiani ha votato, tap-pandosi il naso, per undubbio personaggio, porrela questione etica almenonella nostra famiglia sareb-be una grande conquista.

La questione morale di chi ha ancorail coraggio di mangiare un “pollo”

Facebook, Twitter, Myspacesono davvero così importanti e utili?

PASTA LIEVITA PER PIZZEIngredienti:kg 1 farina, un bicchiere oliodi oliva, gr 30 lievito di birra,pizzico di sale, acqua o latteProcedimento:in un contenitore dai bordimedi disporre la farina e for-mare una fontana, incorpora-re l’olio, il sale, il lievito, pre-cedentemente sciolto in !bicchiere di acqua o latte tie-pidi ed impastare con acquao latte sino ad ottenere uncomposto omogeneo e mor-bido. Lasciare lievitare in unluogo caldo-umido, deve rad-doppiare il proprio volume.

L’altro giorno ho risentitoquesta canzone di PaoloConte, fa parte del suo pri-mo album “Paolo Conte”,inciso nel 1974, avevo vo-glia di riascoltarla perchésapevo che c’era stato, co-me tanti, qualcuno cheaveva cantato l’ironia diquesta nostra vita. Sonostati in molti a farlo ma ilConte con una sempliceballata rende l’idea e lo faanche con quel pizzico dinon sense e di aleatorioche caratterizza tutta que-sta melodic-song.La sporca vita di cui sicanta a mio avviso è uncanto di gioia verso anchela sua incomprensibilità eper chi come a me capitadi perdersi in elucubra-zioni varie e amare, sulsuo corso bizzarro e im-pietoso.

Io vivo come tutti unasporca vita, che amo. Hotrentadue anni e lavorocome operatrice socialepresso “La Locomotiva”una cooperativa che ope-ra da più di trent’anni nel-la città di Foligno, svolgoattività di animazione perbambini dai 6 ai 10 anni.Lavorare con i bambini mipiace molto, sto bene conloro e penso che il modomigliore sia ascoltarli eparlare con loro in manie-ra diretta e semplice coin-volgendoli e facendolisentire parte pensante edecidente. Una cosa cu-riosa che ho notato, pocodopo compiuti i trent’annied è il viaggio a ritrosodell’esistenza che si inne-sca inconsciamente, ovve-ro, ricordi sepolti dell’in-fanzia che ti sorprendononei momenti più impensa-ti e lì, in quei momenti distordito stupore e calore ècome se qualcosa comin-

ciasse a prendere una suaforma.Non sempre è facile spie-gare la vita a chi di sporcoconosce solo quello deipantaloni e delle magliette(o talvolta quello decisa-mente più sporco della tv!)spesso anche perché ilbambino stesso sta svol-gendo dentro di sé alcunematasse di cui ancora,spesso, non osa parlare;penso che il ruolo di chicome me, fa questo lavorosia riuscire a rendere chia-ro proprio quello sporcoaccettando in fondo con lenostre parole e sorrisi egrida e rimproveri comedice Conte quel che ..a vo-lertelo spiegare non sapreiSe non avessi questa vitamorirei E più ci penso e piùmi accorgo che è così Ognivolta mi ritrovo sempre quiA far trottare sotto il sole ela notte questa sporca vitaChe non ha mai pietà e nonè mai finita…

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2010. Le strade restano inta-sate d'auto, e il cielo legger-mente velato di grigio. E'un'altra lunga giornata in Ita-lia. E a ventidue anni sonomolte le cose da fare, troppii sogni da inseguire, in que-sto Paese di vecchi. Già. Divecchi.Sembra non esserci postoper qualcosa che profumi digiovinezza, di ribellione, divoglia di cambiare.La classe politica di questa,ormai rinominata, SecondaRepubblica è la pallida esgualcita immagine di que-sto ostile sentimento contra-rio al nuovo.

Le poltrone sembrano incol-larsi ai fondoschiena di de-putati per niente onorevoli,che non hanno alcun sensodella res publica e l'unica leg-ge che conoscono è quelladei nove zeri ad ogni costo.Favori, scambismo, furbate.Prendere in giro la gente chesputa sangue per quattrosoldi al mese e da essa esse-re osannati.Nessuna paura dei sentimen-ti di rabbia. C'è la televisionee il suo mondo dorato a cal-mare gli animi. La tv con isuoi amarcord musicali delvenerdì sera e i suoi “irrea-lity” show che fanno sognarenon il diritto a chiedere unoStato migliore, ma la botta diculo che può cambiarti la vi-

ta. La tua. Per quella degli al-tri si vedrà. Che si arrangino.Questo hanno creato i nostripoliticanti. Nessun valore daconsegnare ai posteri prossi-mi. Solo cinismo e spietatosenso di autosopravvivenzain una società marcia comel'immondizia lasciata impu-tridire nei cassonetti ebbri dimosche.E se gli chiedete che fine hafatto il nostro futuro, sonosicura che subito risponde-ranno: “Ma come? Non lo sai?E' lì in fondo a destra”. Esat-to. Come i wc.Se ne vola via la cenere del-l'ultima sigaretta poggiatanel posacenere al primo ven-to di maggio. Domani è unaltro giorno

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Spettacoli ed eventi a cura di Piter Foglietta

La Cena Grande, che si svolgeràvenerdì 28 maggio per nonsovrapporsi con la Notte Rosa,sarà l'evento di apertura dellaGiostra della Quintana di giugno.Dalle ore 20.00, Palazzo Trincisarà illuminato da mille fiaccoleche rischiareranno la notte pri-maverile, ottocento commensalidegusteranno le pietanzepreparate da un grande chef,centocinquanta camerieri assis-teranno i partecipanti, mentresulla scena si alterneranno in-tramezzi spettacolari e musicalisecondo la migliore consuetu-dine barocca.Un appuntamento di grandeprestigio, sia perché rappresen-ta l’avvio della festa e dellamanifestazione più importantedella città, sia perché a firmarel’appuntamento eno-gastro-nomico che intende valorizzarele eccellenze del territorio ven-gono chiamati noti chef,

Se si chiede alla maggior par-te dei ragazzi come hannotrascorso il Primo maggio,una parte notevole di essi, ri-sponderà che avrebbe volu-to essere a Roma, in piazzadi Porta San Giovanni, al ce-leberrimo concerto organiz-zato per la festa del lavoro omagari già c’è stato negli an-ni precedenti, o ha intenzio-ne di recarvisi in futuro. Il concerto ha compiutovent’anni, infatti è dal 1990che viene organizzato daimaggiori sindacati, CGIL, CI-SL e UIL, allestendo un pal-co che ha vantato anche lapresenza di Fabrizio De An-drè, Vasco Rossi, Franco Bat-tiato, Ligabue, Gianna Nan-nini, Vinicio Capossela, soloalcuni degli italiani più fa-mosi, inoltre tra gli ospitiinternazionali di questa ras-segna musicale, giganteggianella memoria del concerto,la partecipazione di LouReed, Robert Plant (ex LedZeppelin), Eurythmics, IronMaiden, Alanis Morisette,James Blunt, solo per citar-ne alcuni ma l’elenco sareb-be ancora molto lungo, enon sono da tralasciare i nu-merosissimi artisti, ancheminori, che vi hanno parte-cipato.Ogni anno, il Primo Maggioconosce un esodo di mi-gliaia di giovani verso la ca-pitale, che addirittura nel2005, 2006 e 2008 hanno

raggiunto il milione, giovaniche armati di bandiere, so-prattutto rosse e striscioniarrivano da tutta Italia. Il palco del Primo Maggionon è solo un concerto, maun’occasione per portare sul-la scena voci dissenzienti, te-mi come il Kosovo (edizionedel 1999), la ricostruzionedella pace in uno scenario in-ternazionale turbolento, svi-luppo e legalità, morti bian-che e lavoro, palco che ha va-lenza culturale, come possi-bilità di condivisione dellepiaghe sociali che, volenti onolenti, interessano tutti an-che i più giovani. Di fronte aisempre più frequenti dibat-titi riguardo a gioventù sen-za memoria storica, priva divalori, in cerca di glorie vuo-te, iconoclasta, ragazzi attac-cati all’i pod o al computer,indifferenti, che rappresen-

garanzia di sicuro successo delmenù messo a punto. La Giostra della Sfida dellaQUINTANA si disputerà in not-turna sabato 12 giugno 2010. Letre tornate si disputeranno,come negli anni più recenti, congli anelli in versione rivista sec-ondo la decisione del ComitatoCentrale: diametro interno di ot-to centimetri per la prima torna-ta, sei per la seconda e cinqueper la terza tornata. Le manifestazioni nel periodoquintanaro, dopo l'inizio con laCena Grande, proseguirannocon l'apertura delle taverne rion-ali, dal 31 maggio all'11 giugno.Il Corteo Storico avrà luogovenerdì 11 per le vie del CentroStorico, dalle ore 21. Il 29 mag-gio iniziano le prove ufficiali al"Campo de li Giochi" (ore 21),mentre dal 31 inizia la sfida gas-tronomica tra i Rioni, il "Gareg-giare dei Convivi", secondo una

nuova formula. Infatti, ilbanchetto barocco con il temaassegnato dall’Ente Giostra,cambia la strutturazione: cinqueRioni concorreranno a giugno egli altri cinque a settembre e il“gallo d’India”, ovvero iltacchino, sarà il tema fisso del-l'edizione 2010. Inoltre ci saran-no spettacoli in tema tutte lesere, giochi popolani, esibizionidi sbandierato.. Info e prevendita: presso la segreteria dell’EnteGiostra della Quintana, PalazzoCandiotti (telefono 0742-354000), con orari 10.30 – 12.30e 17-19.30 o [email protected] Notte RosaLa IV edizione della NotteRosa, avrà luogo a Sabato29 maggio edizione .L'evento dedicato alle don-ne coinvolgerà tutto il cen-tro storico dal pomeriggio,per proseguire tutta la not-te. Previsti concerti, mo-stre mercato di artigianatodi qualità e di antiquaria-to. Come al solito il “Cuo-re” della manifestazionesarà attorno al palco alle-stito a Largo Carducci do-ve si susseguiranno con-certi musicali dalle ore17.00. Via Umberto I e ViaRutili ospiteranno un mer-catino dell’antiquariato findal primo pomeriggio.Eventi anche presso l’Au-ditorium di Piazza San Do-menico. Musica itineranteper le vie del Centro e mol-to altro e sorprese a non fi-nire! Tenetevi pronti per lanotte più “Rosa” dell’anno!

Finestre, Balconi e VicoliFioriti (Città Aperta); le de-gustazioni del prodotto, imenu tipici nei ristoranti e laMangiaSpello (Oleo-Gas-tronomia); la festa per lestrade (Canti, Bussi, Soni eSarti…) che ha visto prota-

gonista la musica popolaredi Saltarello Anima Mundi, incollaborazione con il FestivalCantieDiscanti, un progettomusicale a vocazione identi-taria, che trae ispirazione dalRescritto di Costantino rin-venuto a Spello.Ad ispirare il tema dell’anno‘identità e territorio’ è statala ricorrenza dei 650 annidello statuto comunale diSpello: la più antica carta“identitaria” e costitutivadella comunità spellana(1360) di cui si è mostrato,nella giornata inauguraledel 30 aprile (Archivio Stori-co Comunale, ex Chiesa del-la S.S. Trinità in via Banche,ore 18) il documento recen-temente restaurato. Sei sono stati gli eminentipersonaggi della culturaitaliana che sono arrivati aSpello per approfondire iltema di “identità e territo-rio” attraverso le suemolteplici declinazioni: lastoria con lo storico e sag-gista Franco Cardini; laconservazione e la trasfor-mazione del paesaggio conil giornalista, architetto eambientalista Fulco Pratesi;il concetto stesso di iden-tità con il matematico efilosofo Giulio Giorello; laletteratura con lo scrittoreMaurizio Maggiani; il la-voro (quello mezzadrilenelle comunità agricole delcentro Italia) con AndreaGianfagna. Tratto il bilan-cio positivo di questa edi-zione, la macchina organiz-zativa è già pronta per lasesta edizione.

Eventi di Inizio Quintana Impegno a tempo di musica

111FOLIGNO

MAGGIO 2010

EXOLEA 2010 “IO SONO. Identità e territorio”

La “Cena Grande” dà il via alla Quintana di giugnoseguita dalla IV edizione della “Notte Rosa”

L’annuale concerto del Primo maggio compie vent’annie migliaia di ragazzi accorrono verso la capitale

Un successo che si rinnova di anno in anno, nel segno dell’unione e del coinvolgimentodei territori e dei suoi soggetti, dal Festival CantieDiscanti di Foligno a Oicos riflessioni di Bastia

Un successo annunciatodalla qualità del program-ma, che ogni anno si rinno-va apportando nuovi sti-moli per l’analisi e la pro-mozione del nostro territo-rio. Hanno partecipato allamanifestazione sei eminen-ti protagonisti della culturaitaliana che si sono con-frontati sul tema dell’anno,mentre Spello festeggiava i650 anni dello statuto co-munale. Per il Centro Storico, fin daltardo pomeriggio si mette-va in moto un percorsoartistico-culturale che affi-ancato a quello dellatradizione enogastronomi-ca e musicale, ha animatoper due giorni le vie e…ibalconi fioriti di Spello.Con l’arrivo di maggio aSpello da cinque anni exoleapropone, un viaggio multi-sensoriale nell’identità delterritorio, quest’anno avval-orato dalla presenza di seiimportanti protagonisti del-la cultura italiana: Vissani,Cardini, Giorello, Pratesi,Maggiani, Gianfagna.La quinta edizione di exoleacome rassegna culturale ed

enogastronomica che, par-tendo come sempre dall’o-lio (ex olea) – prodotto tra ipiù caratteristici ed impor-tanti della civiltà umbra – haaffrontato con efficacia lapossibilità di aprire nuoveprospettive ed orizzonti diriflessione sul rapporto traidentità e territorio. Sulla calendarizzazione diun evento, che ha nell’olio ilsuo principale ingrediente,nel periodo pre-primaverile,il sindaco di Spello SandroVitali, sottolinea che sisvolge nel pieno della fiorit-ura degli ulivi e che rientrain una programmazionecomplessiva di tutta la stra-da della Dop Umbria AssisiSpoleto che cerca di metterea sistema anche durantequesto periodo dell’anno,manifestazioni che val-orizzino il prodotto, il terri-torio, che per noi ha ancheun’importante valenza am-bientale, e la sua cultura.Il vicesindaco e assessore alturismo Antonio Luna,ideatore della manifes-tazione esprime una spon-tanea soddisfazione per lacapacità della manifes-

tazione di riuscire a pre-sentare Spello, parlando diolio e delle nostre altre ec-cellenze (dalla chianina ailegumi e ai tartufi), come separlassimo di Pintorircchioo dei mosaici romani. Si sono così intrecciati quat-

tro filoni: la riflessione sul-l’identità che si ispira allacarta d’identità di Spello (In-contri del Loggiato); le ini-ziative turistiche tra cui lamostra itinerante “Nascostiad Arte” e il concorso dellaPro Loco - IAT Spello

tano pur sempre una grigiaparentesi, il concerto del Pri-mo Maggio è polo attrattivodi migliaia di giovani che conla loro presenza testimonia-no l’ impegno e la volontà disconfiggere i mali secolari.Partecipazione come condi-visione di valori nei quali ri-conoscersi con l’obiettivo dimigliorare perché la gio-ventù ha questa immensarisorsa, ovvero la possibilitàdi cambiare in positivo lostato delle cose.Sopra qualche transenna,sopra le spalle dell’amico,sotto il sole di maggio, sot-to la pioggia, in piedi finoalla mezzanotte, ballano ecantano a squarciagola.L’importante è sentirsi uniti,popolo del concerto del Pri-mo Maggio. E quel che restasono le migliaia di mani ver-so il cielo, a tempo di rock.

ARIANNA BOASSO

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Movimenti e lotte12 FOLIGNOMAGGIO 2010

La casa Savoiasarà spazzata via

dal “vento del Nord” SANDRO PERTINI

Umberto di Savoia, luogote-nente generale del regno,giunto a Milano, intende rac-cogliere anche tra noi gli ap-plausi che - pare - altre folled'Italia gli avrebbero elargito.Cosa farà a Milano? Dove an-drà? Chi avrà tempo dì occu-parsi di lui?Giunge come un fannullonetra gente indaffarata, moltoindaffarata, e l'unica cosa cheverrebbe fatto di dirgli, è di ri-tirarsi, per favore, in dispartee di non disturbarci.Purtroppo proprio la sua pe-tulanza lo tradisce: ci ricor-diamo improvvisamente chetutti i guai dai quali slamo ap-pena usciti, tutte le pene cheancora ci tocca sopportare,

hanno origini molto stretta-mente connesse alla storiadella casa reale ch'egli viene arappresentare, e allora la que-stione muta aspetto, non èpiù soltanto un seccatore, unimportuno, è ancora un nemi-co, forse l'ultimo nemico dicui dobbiamo fare giustizia.Sì, questo principe ha davve-ro troppe colpe sulla coscien-za perché gli si possano per-donare questi nuovi esibizio-nismi. Colpe? Forse non lo so-no nemmeno. Forse è incapa-ce di rendersi conto dell'a-spetto che assume oggi la suaimmoralità, l'immoralità del-la sua condotta, che gli do-vrebbe consentire, dopo es-sere stato complice, benefi-ciato, laudatore del fascismo,di venire a impartire onorifi-cenze ai patrioti, alle madri

dei patrioti caduti per la col-pa del fascismo.Forse egli non si accorge diquanto stoni il suo sorriso dabellimbusto, tra la gente cheha realmente sofferto, patito,lottato per vivere. Forse eglicrede che un blasone basti acoprire qualsiasi cinismo.Che a un rampollo di casa Sa-voia ogni sfacciataggine siapermessa.No. Gli ricorderemo noi, seegli se n'è scordato, che an-che la semplice immodestiain certi casi supera i limiti del-la leggerezza, diventa insul-to, offesa a una dignità chenon è soltanto un nome vuo-to, ma rappresenta un con-creto contenuto di passioni,di dolore, di volontà umane.La casa Savoia è indegna direggere le sorti dell'Italia, dal-

l’unificazione ad oggi la mo-narchia dei Savoia è stata con-tro il popolo italiano, per unaoligarchia di profittatori e diegoisti. Basta questo per con-dannarla ai nostri occhi.Ma un erede qualsiasi pote-va ancora salvarsi nella pro-pria persona, pur perdendoil trono, se non altro rinun-ciando di bel garbo al benegià perduto.Invece no. Ci tiene a scredi-tarsi personalmente. Vuol fa-re il buffone fino in ultimo.Non ha dunque visto le ban-diere dì Milano, liberate dal-lo stemma sabaudo? Vuolproprio raccogliere perso-nalmente i fischi che si sonolevati al suo indirizzo dai co-mizi tenuti in questi giorni aMilano? Crede che i milanesiabbiano già dimenticato nel-

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l’entusiasmo della vittoriatutti i patimenti sofferti, l’ab-bandono in cui la monarchiali lasciò, la dabbenaggine diun principe che era divenutolo zimbello di tutti per la suaservilità fascista? Crede dun-que che i milanesi abbianoancora voglia di scherzarecon argomenti che dal comi-co sono volti al tragico?Non sappiamo cosa farà. Po-co di importa di lui.La casa Savoia sarà spazzatavia dal "vento del Nord" cheora è incominciato a soffiaree che non s'arresterà finquando pulizia non sarà fattain Italia, e il terreno non sarà

sgombro per ricostruire final-mente su basi nuove.Ma a questo messere che osapresentarsi tra noi in questomomento noi sapremo mo-strare il disprezzo che si me-rita. Sapremo gridargli in fac-cia, se ancora non l’ha capito,il nostro sdegno di saperciformalmente sudditi di unacasa regnante che dopo aver-ci disonorati, rovinati, gettatinella miseria e nel dolore,pretenderebbe servirsi delnostro eroismo, che ci ha sal-vati dal baratro, per salvarsicon noi, e riprendere la suapiacevole avventura ai nostridanni. 5 maggio 1945

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I

supplemento al numero 5 - Anno II - maggio 2010 di Piazza del Grano - www.piazzadelgrano.org

Cara Luciana, non potevicerto mancare in un inser-to sulle donne, per la tuastoria di dirigente comuni-sta, per la tua professionedi insegnante e perché so-no ormai tre anni che nonci vediamo più a casa tua.Quando mi hanno chiestodi scrivere un sempliceprofilo per l’occasione del-l’inserto sono stato vera-mente contento.Contento di narrare di tema anche di me.Già perché io ti ho cono-sciuta al Liceo. Tu profes-soressa e io studente cheper la matematica nonaveva una gran passione. Eallora ricordo i pomeriggipassati a casa tua e le ripe-

tizioni (gratuite) che im-partivi a me e ad altri ra-gazzi.Erano anche i tempi del-l’alba della mia politica,di un giovane che cono-sceva di te, di una donnaforte che aveva ricopertol’incarico di deputato delpartito comunista italia-no nella prima legislatu-ra, di un dirigente di quelpartito, di un ammini-stratore della nostra cittàche amava i giovani e gliideali della mia genera-zione; di una donna cheha sempre lottato perl’emancipazione delledonne nella famiglia enella società.Mi ricordo della tua mac-china “Diane” con cui veni-vi a scuola e del giornalel’Unità che portavi semprecon te.

E da giovane segretariodella Federazione Giovani-le Comunista mi ricordo lediscussioni politiche conte e anche dei nostri con-trasti sulla lettura del-l’esperienza storica del co-munismo nel mondo e inItalia.Mi ricordo di una donnaforte e perfino testardanelle sue idee, pronta sem-pre a marcare le differen-ze ad ogni costo, prontaanche a collocarsi in mino-ranza, come spesso è av-venuto.Mi ricordo anche delle di-visioni e della tua scelta diaderire a Rifondazione co-munista e della mia, sulsolco della elaborazione diEnrico Berlinguer, di ab-bracciare l’orizzonte di-verso della costruzione ungrande partito riformista.Negli ultimi tempi ci sia-mo spesso confrontati suquella divisione; ricordo acasa tua, quando venivo

per cercare Sandro con cuiavevo per lo più occasionedi parlare del nostro lavo-ro di avvocati.Le occasioni con te eranodate dal giornale “Rifonda-zione” che ti portavano a

casa e dagli articoli che siinteressavano dei rapporticon la politica del PDS e gliimmancabili commenti. Lo so sei nata comunista esei vissuta comunista. Al-tro non hai mai voluto.

Ti ricordo con affetto eammirazione e sono con-tento che tuo figlio Sandroabbia voluto tramandarela tua storia fondandoun’associazione che portail tuo nome.

L’altra metà del cielo

Dolores Ibárruri Gómezdetta la Pasionaria (1895–1989) fu una donna politicaantifascista spagnola, se-gretaria generale e poi pre-sidente del PCE (1944-1960), membro del parla-mento spagnolo prima del-la dittatura franchista e do-po il ritorno della Spagnaalla democrazia.Nacque in una famiglia diminatori e, benché ne aves-se le qualità, non potè acce-dere agli studi superiori.All'età di vent'anni, sposòJulian Ruiz, un minatore eattivista politico. Ebbe seifigli, l’ultimo morì combat-tendo nella battaglia di Sta-lingrado.Nonostante le umili originistudiò Marx ed entrò nelPartito Comunista (PCE),scrivendo articoli per El Mi-nero Vizcaíno, quotidianodei minatori, con lo pseu-donimo di Pasionaria, il fio-re della passione.Nel 1920 venne eletta nelComitato Provinciale delPartito Comunista Basco enel 1930 nel Comitato Cen-trale del Partito ComunistaSpagnolo.Con l'avvento della Secondarepubblica si trasferì a Ma-drid dove divenne editoredel quotidiano di sinistraMundo Obrero.Venne arrestata e imprigio-nata diverse volte.La sua abilità oratoria la re-se una dei principali rap-presentanti del PCE nel

mondo, delegata dell'Inter-nazionale Comunista (Co-mintern) a Mosca nel 1933ed eletta alle Cortes (Parla-mento) nel 1936.Con lo scoppio della GuerraCivile Spagnola, innalzò lasua voce in difesa della Re-pubblica con il famoso slo-gan ¡No pasarán! ("Non pas-seranno").I suoi discorsi conquistaro-no molti, specialmentedonne, alla causa antifasci-sta contro il nascente fasci-smo di Franco, patecipandoa diversi comitati interna-zionali, con personalitàquali Palmiro Togliatti, perottenere aiuti per la causaRepubblicana.

Caduta la Repubblica laIbárruri andò in esilio inUnione Sovietica, dove con-tinuò la sua attività politica. Nel maggio 1944 divenneSegretario Generale del PCE,carica che ricoprì fino al1960, quando prese il titolodi Presidente del PCE, chemantenne fino alla morte.Negli anni sessanta le venneconcessa la cittadinanza so-vietica, il Premio Lenin perla pace e l'Ordine di Lenin.Dopo la morte di Franco,nel 1975, ritornò in Spagnae venne eletta deputato del-la Cortes nel giugno 1977,nelle prime elezioni liberedopo la restaurazione dellademocrazia.

Nel 1931 il re Alfonso XIIIabbandonò la Spagna dopouna pesante sconfitta eletto-rale e nacque la Seconda Re-pubblica spagnola.Le successive elezioni poli-tiche del 1936 videro la vit-toria della coalizione di sini-stra del Fronte Popolare cheavviò una politica di riformeeconomiche e sociali.La destra dei grandi proprie-tari agrari, con il dichiaratoappoggio della chiesa catto-lica (ad eccezione di quelladei Paesi Baschi e della Cata-logna che si unì ai repubbli-cani) provocò il “Pronuncia-miento” (colpo di Stato) diquattro generali a capodell’esercito, guidati da

Francisco Franco coman-dante dell’esercito africano.Il colpo di Stato non riuscì adestabilizzare il governo re-pubblicano formato da so-cialisti, comunisti e rappre-sentanti delle regioni auto-nome dei Paesi Baschi e del-la Catalogna, e i militari die-dero inizio a una sanguino-sissima guerra civile duratatre anni, con l’invasione delsud della Spagna da partedell’esercito di Franco.In difesa della repubblica sischierarono la grande mag-gioranza dei cittadini for-mando milizie volontariearmate dal governo, allequali si affiancarono volon-tari venuti da molti paesieuropei che formarono le“brigate internazionali”, trale quali si distinse la BrigataGaribaldi guidata da LuigiLongo (famosa la battagliadi Guadalajara dove i volon-tari italiani sconfissero lecamice nere di Mussolini).Il governo repubblicanovenne sostenuto realmentesolo dai governi dell’URSS,Messico e Polonia, con l’in-differenza della Francia edell’Inghilterra che ancoranon si erano volute rendereconto della “prova generale”della seconda guerra mon-diale nazi-fascista.Ad appoggiare i golpisti fu-rono ovviamente la Germa-nia nazista e l’Italia fascistacon invio di truppe terrestri,navali e soprattutto aerei (ilbombardamento di Guerni-

“E’ stato detto che al socialismo (le donne) possono portare tre cose diverse: il bisogno, il cuore e l’intelletto. Il bisogno spinge alla lotta perle proprie rivendicazioni, il cuore ispira sentimenti di solidarietà e fratellanza tra tutti i lavoratori; l’intelletto fa vedere dove sono i difettidella società capitalistica e come sorge dal suo seno una società nuova…Questa è, questa deve essere la personalità delle donnecomuniste, capaci diffondere intorno a sé una luce più viva, perché capaci di spiegare le cose come sono e come possono esserecambiate, di costruire e animare una organizzazione, di suscitare sentimenti di solidarietà e di fratellanza, di dare slancio edentusiasmo a un grande movimento che avanza sulla via del rinnovamento della società” (Palmiro Togliatti, 1955)

Cara Luciana

Dolores Ibarruri, la “Pasionaria” - “!No Pasaran!”

MARCO MARIANI

ca immortalato nel celebrequadro di Picasso).E’ nella lunga difesa della ca-pitale che viene lanciata daDolores Ibarruri la parolad’ordine “!No Pasaran!”. Ma-drid resisterà dal novembre1936 al marzo del 1939 ecadrà per il tradimento delcolonnello Casado che faràarrestare gli ufficiali comu-nisti nel tentativo di nego-ziare con Franco la resa del-la capitale. Non ci sarà nego-ziato e circa 200.000 excombattenti repubblicaniverranno assassinati. Segui-ranno oltre 40 anni di ditta-tura, miseria e oscuranti-smo religioso.Il 19 aprile 1939, venuto aconoscenza della sconfittadella Repubblica, Pio XII Pa-celli, il Papa fascista, lanceràper radio la sua benedizionealla nuova dittatura:“Con immensa gioia Ci rivol-giamo a voi, figli dilettissimidella Cattolica Spagna, peresprimervi la Nostra paternafelicitazione per il dono dellapace e della vittoria con ilquale Dio si è degnato di co-ronare l’eroismo cristianodella vostra fede e carità… Idisegni della Provvidenza sisono manifestati ancora unavolta sopra l’eroica Spagna.La Nazione eletta da Dio co-me principale strumento dievangelizzazione del NuovoMondo e come baluardo ine-spugnabile della fede cattoli-ca, ha testé dato ai proselitidell’ateismo materialista delnostro secolo la più elevataprova che al di sopra di ognicosa stanno i valori eternidella religione.”

Luciana FittaioliAssisi 1948 - Marcia della Pace

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II

Comunist Comunist

Simone-Lucie-Ernestine-Marie Bertrand de Beau-voir o più semplicementeSimone de Beauvoir (1908–1986) è stata un’insegnante,scrittrice, filosofa, roman-ziera e femminista francese.Studiò alla Sorbona, dovenel 1929 ottenne "l'agréga-tion" (idoneità) in filosofia edove incontrò colui che,senza matrimonio né convi-venza, sarebbe diventato ilcompagno della sua vita, ilfilosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre.Iniziò a insegnare nel 1930,prima a Marsiglia, poi a Ro-uen, infine a Parigi, dove chiu-derà la propria carriera di do-cente nel 1943 per diventarescrittrice a tempo pieno.Con Sartre compie i suoi pri-mi viaggi, in Spagna, in Ita-lia, in Grecia, in Marocco;nulla sfugge a questi due in-tellettuali degli eventi cultu-ralmente significativi diquesto periodo, si appassio-nano al cinema e al jazz e vi-vono con partecipazione igrandi rivolgimenti politicidi quegli anni: il nazismo inGermania, la guerra civilespagnola del 1936, la secon-da guerra mondiale.Durante la guerra, Simonede Beauvoir rimane a Parigi,occupata dai nazisti, e con-divide con Sartre l’esperien-za del gruppo di Resistenza"Socialismo e Libertà".Dopo la Liberazione lascia

l'insegnamento ed entra a farparte del comitato di reda-zione della rivista Les TempsModernes, insieme a Sartre,Leiris, Merleau-Ponty e altri.Allo scoppio della guerra diliberazione algerina, prendeposizione a favore di questalotta, cosa che renderà il

suo isolamento ancora piùpesante.Simone de Beauvoir è consi-derata la madre del movi-mento femminista, nato inoccasione della contestazio-ne studentesca del maggio1968, che seguirà con parte-cipazione e simpatia.

Simone de Beauvoir, comunista, atea,

Rosa Luxemburg: socialismo o barbarie

Camilla Ravera

"Dio è diventato un’idea astratta, che una sera io ho cancellat

La “Lega di Spartaco” e la teroria dell’imperialismo finanziario

Prima segretario donna del Partito Comunistaprima senatrice a vita nominata da Pertini

Rosa Luxemburg, pseudo-nimo di Rozalia Luksenburg(1870-1919), è stata una poli-tica, teorica comunista e rivo-luzionaria tedesca di originipolacche ed ebraiche.Nel 1897 ottenne la cittadinan-za tedesca e l’anno successivosi iscrisse al Partito Socialde-mocratico Tedesco (SPD) cheera allora il più forte partitosocialista d'Europa ed il suosegretario Karl Kautsky eraconsiderato l’erede ed il conti-nuatore di Marx ed Engels, ildetentore ed il custode dellaautentica dottrina marxista.A fianco di Kautsky, Rosa Lu-xemburg condusse la polemi-ca contro i riformisti, quandonel suo scritto intitolato Ri-forma sociale o rivoluzione?(1899) prese risolutamenteposizione per il secondo ter-mine dell'alternativa.Nella sua difesa del marxi-smo "classico" contro il revi-sionismo riformista, Rosa Lu-xemburg introdusse alcuneimportanti note personali: in-teramente suo è l’accento sul-la creatività delle masse, sul-la loro spontaneità rivoluzio-naria che i dirigenti del parti-to operaio non devono néforzare, né reprimere o bloc-care in una "camicia di forzaburocratica". Per Rosa Lu-xemburg, il compito del par-tito è quello di indicare la via,ma l'iniziativa storica nonspetta ad esso, bensì allemasse: anche i passi falsi di

un reale movimento operaiosono storicamente più utilidell’infallibilità del migliorcomitato centrale.Fece parte del fronte pacifistaall’inizio della prima guerramondiale e assieme a KarlLiebknecht, nel 1915, creò ilGruppo Internazionale, chesarebbe diventato in seguitola Lega Spartachista. Questafece parte in un primo tempodel Partito Socialdemocraticoe poi del Partito Socialdemo-cratico Indipendente, primadi divenire il nucleo del Parti-to Comunista di Germania.Partecipò alla Rivoluzione Te-desca del novembre 1918 econtribuì a fondare il PartitoComunista di Germania, tra ildicembre 1918 e il gennaio1919. Nel corso della "Rivoltadi Gennaio", iniziata il 6 digennaio 1919, il 15 gennaio1919, venne rapita ed in segui-to assassinata, insieme conLiebknecht, dai soldati dei co-siddetti Freikorps, agli ordinidel governo del socialdemo-cratico Friedrich Eberte del mi-nistro degli Interni, Noske.Da molti considerata l’operapiù importante di Rosa Lu-xemburg, L'accumulazionedel capitale (1913) è dedicataall'analisi economica dell'im-perialismo. Partendo dallacritica degli "schemi della ri-produzione allargata" che sitrovano nel II libro de Il Capi-tale di Karl Marx, Rosa Lu-xemburg intende dimostrare

che, in un ambiente pura-mente capitalistico (cioè inuna società composta esclu-sivamente da capitalisti e daproletari), l’accumulazionedel capitale sarebbe impossi-bile, in quanto in tale ipotesinon potrebbe mai verificarsila realizzazione del plusvalo-re, cioè mancherebbe la do-manda per la porzione dellemerci prodotte il cui valorecorrisponde al plusvalore ac-cumulato. Da qui, secondoRosa Luxemburg, deriva lanecessità per l'economia ca-pitalista di cercare al di fuoridi se stessa sempre nuovi ac-quirenti per le proprie merci.L'ultimo capitolo de L'accu-mulazione del capitale è dedi-cato, significativamente, almilitarismo, il quale secondoRosa Luxemburg non ha solouna rilevanza politica ma haanche un significato economi-co ben preciso, in quanto co-stituisce "un mezzo di prim’or-dine per la realizzazione delplusvalore, cioè come campodi accumulazione”.L'imperialismo nel suo insie-me è dunque, secondo RosaLuxemburg, "un metodo spe-cifico di accumulazione" e inquanto tale è inseparabiledallo stesso capitalismo, co-stituendo l'ultima sua fase disviluppo.Si ritiene che Rosa Luxemburgabbia aperto la strada aglieconomisti che dopo di leistudiarono i rapporti econo-mici fra le nazioni capitalisti-che avanzate e i paesi ex colo-niali; si ritiene infine che laLuxemburg abbia avviato unnuovo campo d'indagine nellavalutazione dell'importanzaeconomica del militarismo.Le posizioni di Rosa Luxem-burg sono inizialmente criti-che verso la rivoluzione bol-scevica russa; condivide ilprincipio della dittatura delproletariato, ma per lei “que-sta dittatura deve essere ope-ra della classe, e non di unapiccola minoranza di dirigen-ti in nome della classe”.Nel novembre 1918, con l'ag-gravarsi della crisi in Germa-nia ormai sull'orlo della Rivo-luzione, Rosa Luxemburgsposò appieno le tesi lenini-ste sul Partito Rivoluzionario,esposte da Lenin nel Che fa-re?, dando pieno appoggio aibolscevichi nella conduzionedella Guerra Civile in Russia.

Camilla Ravera (AcquiTerme, 18 giugno 1889 –Roma, 14 aprile 1988) èstata una politica italiana,senatrice a vita.Figlia di un funzionario delministero delle finanze,sette fratelli, maestra a To-rino, si iscrive al PSI nel1918. Tra il 1919 e il 1920entra a far parte della reda-zione della rivista L'OrdineNuovo di Antonio Gramsci.Nel 1921 è tra i fondatoridel Partito Comunistad'Italia. Incaricata dell'or-ganizzazione femminile,diede vita al periodico LaCompagna.Dopo le leggi speciali fasci-ste del 1926 e l’arresto diGramsci è alla testa dell'or-

ganizzazione clandestina;delegata a vari congressidel Comintern, conosce Le-nin e Stalin.È arrestata nel 1930 e con-dannata a 15 anni di carce-re. Ne sconta 5 in cella, glialtri al confino di Ponza edi Ventotene.Nel 1939 prende posizionecontro il patto nazi-sovie-tico e viene espulsa dalPCdI assieme a UmbertoTerracini.Viene riammessa nel parti-to nel 1945 e fu eletta alconsiglio comunale di Tori-no nel 1946.Dirigente dell'Unione Don-ne Italiane, rappresentò ilPartito Comunista Italianoin due legislature (1948-1958).Ritiratasi a vita privata, nel1982 è nominata da SandroPertini senatrice a vita: è laprima donna a riceverequesta nomina, seguitaunicamente da Rita Levi-Montalcini.

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III

te, donnete, donne

Gli anni Settanta la vedonofervidamente in prima lineain varie cause del progressocivile: il conflitto arabo-israe-liano, l'aborto, il Cile, la don-na (è presidentessa dell'asso-ciazione Choisir e della Legadei diritti della donna).Il pensiero di Simone de Be-auvoir si forma in comunio-ne con quello di Sartre e conil suo esistenzialismo: i duescrittori sono soliti discute-re le loro idee così come i lo-ro scritti, e tengono in mas-sima considerazione la reci-proca critica.La tematica della responsa-bilità ha un ruolo centralenel suo pensiero, ne Il san-gue degli altri (1945): duran-te la seconda guerra mon-diale, nella Francia occupa-ta, coloro che si erano acco-stati alla Resistenza si eranotrovati di fronte a una dupli-ce assunzione di responsa-bilità: quella di lottare con-tro l’oppressione nazista equella di spingere gli altri(spesso le persone più care)a rischiare la vita. Di fronteallo strazio di queste morti,Simone de Beauvoir riaffer-ma che non c’era altra viapossibile, e che ognuno èsempre responsabile in pri-ma persona delle propriescelte, della propria libertà.Lei stessa si descrisse così:“Di me sono state create dueimmagini. Sono una pazza,una mezza pazza, un’eccen-

trica. Ho abitudini dissolute;una comunista raccontava,nel '45, che a Rouen da gio-vane mi aveva vista ballarenuda su delle botti; ho prati-cato con assiduità tutti i vizi,la mia vita è un continuocarnevale. Con i tacchi bas-si, i capelli tirati, somiglio auna patronessa, a un’istitu-trice (nel senso peggiorativoche la destra dà a questa pa-rola), a un caposquadra deiboy-scout. Passo la mia esi-stenza fra i libri o a tavolino,tutto cervello. Nulla impedi-sce di conciliare i due ritrat-ti. L’essenziale è presentarmicome un’anormale.”Nell’ultimo periodo dellasua vita Simone de Beauvoiraffronta con coraggio un al-tro problema sociale, quellodella vecchiaia, cui dedicaun importante saggio, LaTerza Età (1970).Radicalmente atea propriocome Sartre, il suo ateismoè ben reso da espressionicome: "Dio è diventatoun'idea astratta, che una se-ra io ho cancellato". Per leiateismo non è disimpegnodalla morale, ma la fonda-zione di una nuova eticaatea non meno impegnativae innovativa della coscienzae del costume. Nel 1981, inseguito alla morte di Sartre,scrisse La Cérémonie desadieux (La cerimonia degliaddii), cronaca degli ultimianni del celebre pensatore.“La sua morte ci separa. Lamia morte non ci riunirà. Ècosì; è già bello che le no-stre vite abbiano potuto ac-cordarsi per un così lungotempo”.

femminista Teresa Noce, atea, anticlericale

Isadora Duncan, danza e rivoluzione

to" Fondatrice del Partito Comunista, volontaria nella guerra di Spagna,membro della Costituente si oppose all’accoglimento dei Patti Lateranensi

La liberazione del corpo nella danza annuncia e si accompagnaalla liberazione dell’uomo dallo sfruttamento.Danza come linguaggio e strumento di battaglia politica

Teresa Noce (Torino, 29 lu-glio 1900 – Bologna, 22 gen-naio 1980) è stata una parti-giana, politica e antifascistaitaliana.Nata nel 1900 a Torino, dafamiglia operaia e costrettaad abbandonare molto pre-sto la scuola, continuò aistruirsi da autodidatta,

svolgendo vari mestieri.Nel 1921 fu fra le fondatricidel Partito comunista italiano.Nell'ambiente politico tori-nese conobbe Luigi Longo,che sposerà nel 1926, conlui sarà costretta dal fasci-smo ad espatriare dapprimaa Mosca poi in Franca da do-ve compirà numerosi viaggiclandestini in Italia per svol-gervi propaganda e attivitàantifascistaNel 1936, insieme con il ma-rito. si recò in Spagna tra ivolontari accorsi in difesadella Repubblica dopo loscoppio della guerra civilespagnola nel corso della

quale curò la redazione delgiornale degli italiani com-battenti nelle Brigate inter-nazionali, Il volontario dellalibertà. Lì assunse il nomedi battaglia di Estella.Rientrata in Francia alloscoppio della Seconda guer-ra mondiale venne internatanel campo di Rieucros; libe-rata per intervento delle au-torità sovietiche e autoriz-zata a lasciare la Francia e aritornare a Mosca, dove vi-vevano i figli, ne fu impedi-ta dall'invasione tedescadell'Unione Sovietica avve-nuta nel giugno 1941. Rima-se in Francia, a Marsiglia,

dove prese a lavorare per ilPartito comunista francesecome responsabile dellaMOI (Mano d’opera immigra-ta) e partecipò alla Resisten-za nel gruppo dei Francs-ti-reurs-et-partisans. Nel 1943venne arrestata e, dopo al-cuni mesi di carcerazione,fu deportata in Germania,prima nel campo di concen-tramento di Ravensbruck,poi a Holleischen in Ceco-slovacchia, dove fu adibita alavoro forzato in una fabbri-ca di munizioni fino alla li-berazione del campo da par-te dell'esercito sovietico.Alla fine della guerra, ritor-nata in Italia, il 2 giugno1946 fu eletta all'Assembleacostituente italiana dove fe-ce parte della Commissionespeciale incaricata di elabo-rare e proporre il progettodi Costituzione.Fu una tra i deputati comu-nisti che non condivise l’in-serimento dei Patti Latera-nensi nell’at. 7 della Costitu-zione e, per disciplina pernon votare contro la deci-sione del Partito, al momen-to del voto sull’articolo uscìdall’aula.Nel 1974 pubblicò la sua au-tobiografia “Rivoluzionariaprofessionale”, che racconta,insieme alla sua storia per-sonale, la vicenda del Parti-to Comunista italiano dallasua fondazione.

Isadora Duncan, pseudo-nimo di Dora Angela Dun-can (San Francisco, 28 mag-gio 1878 – Nizza, 14 settem-bre 1927), è considerata unatra le più significative pre-corritrici della cosiddetta"danza moderna".Fu artefice di una radicalerottura nei confronti delladanza accademica: abolìnei propri spettacoli lescarpette a punta, che con-siderava innaturali, e gliartificiosi costumi indossa-ti dalle ballerine del XIX se-colo, preferendo indossareabiti semplici e leggeri, chericordavano il peplo del-l'antica Grecia, e danzandoa piedi nudi. Tali scelte siconiugavano con l'esigenzadi favorire la libertà el'espressività dei movi-menti. Acquistò anche unterreno nei pressi di Atenecon il progetto di edificarviun tempio della danza.Le sue danze libere furonointerpretazioni emotive,impressionistiche, di com-posizioni di celebri musici-sti come Chopin, Beetho-ven, Gluck, nelle quali ilsuo corpo dolce ed espres-sivo suppliva alla povertàdi mezzi tecnici.La sua importanza nella sto-ria della danza è grande, siaper l'interesse che seppe su-scitare nelle platee di tuttoil mondo, sia perché le sueidee furono rivoluzionarieper la sua epoca e costitui-rono per i suoi successoril’impulso per la creazione dinuove tecniche diverse daquella accademica e per una

nuova concezione delladanza teatraleFu educata allo spirito di li-bertà e indipendenza. Atea,bisessuale, comunista, rivo-luzionaria e sostenitricedell'amore libero.Durante la sua esistenza as-sai movimentata, trascorsain gran parte sul suolo euro-peo, i successi artistici si al-ternarono a delusioni perso-nali ed episodi luttuosi, tracui la morte prematura deidue figli, ancora bambini.Fu una donna emancipataed ebbe intense relazioniaffettive sia maschili chefemminili, tra le quali quel-la con Eleonora Duse e con

il poeta Sergej Esenin, co-nosciuto durante la perma-nenza in Russia, che sposònel 1912.Allo scoppiare della Rivo-luzione d’Ottobre accorse aPietroburgo, la futura Le-ningrado, dove si esibì nel-le fabbriche occupate daglioperai.Più tardi Lenin la chiamò aMosca per farle aprire unascuola di danza che in se-guito influenzerà la compa-gnia dei Balletti Russi di Ser-gej Djaghilev.Morì tragicamente nel 1927lasciando una sua biografiache venne pubblicata postu-ma con il titolo “La mia vita”.

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Jiang Qing fu la secondamoglie di Mao, ma nono-stante la stampa estera ab-bia cercato di sminuirne lapersonalità indicandolacome la “Signora Mao”, fuin realtà un personaggiopolitico di primo pianonella storia cinese, assu-mendo posizioni a volteanche più avanzate diquelle del Presidente.Nata da una ricca famigliacortigiana si ribellò giova-nissima alle regole dellafamiglia ancora feudale esi trasferì a vivere nellagrande Shangai dove fre-quentò l’Università e di-venne attrice.A Shangai Jiang Qing co-nobbe il comunismo e siunì al Partito trasferendo-si nelle roccaforti comuni-ste dello Yenan dove co-nobbe Mao che sposeràmolti anni più tardi dopola sua separazione dallaprima moglie.Con la nascita della Re-pubblica Popolare JiangQing assunse compitisempre più importantinell’apparato culturale delPartito anticipando, con lesue posizioni più rivolu-zionarie, quella che quin-dici anni più tardi sarebbestata la “Rivoluzione Cul-turale”.Di quest’ultima Jiang Qing

fu tra i dirigenti massimi ene proseguì le idee e la di-fesa anche dopo la sua fi-ne e l’ascesa al governodel Partito e dello Statodell’innovatore della poli-tica economica cineseDeng Xiaoping.Fu vicina a Mao sino allasua morte avvenuta nelsettembre 1976.Con la vittoria della nuovalinea di Shangai, guidatada Deng, la sua influenzapolitica precipitò, vennearrestata e nel 1982 pro-cessata per gli eccessi del-la Rivoluzione Culturaleinsieme a quella che ven-ne allora chiamata la “ban-da dei quattro”.Nel processo Jiang Qingpretese di difendersi dasola e non solo non ritrat-tò mai le sue idee, ma con-tinuò a sostenerle accu-sando il “socialismo dimercato” di Deng comeuna deviazione dalle ideedel Presidente Mao.Venne condannata a mor-te, ma poi graziata, morìdi tumore dopo aver rifiu-tato le cure nel 1991. An-cora oggi molti movimentimaoisti nel mondo la ri-cordano e la consideranoallo stesso livello del Pre-sidente Mao.La storia ufficiale, e moltopiù spesso la ri-scrittura

della storia vera, ha tutta-via cercato di confinarel’immagine di Jiang Qingin un ruolo subalterno allafigura del grande marito.E’ questa la sorte di moltegrandi e “meno grandi”donne quando la storia èscritta al maschile.Jing Qing, come molte al-tre mogli o semplicementecompagne di grandi uomi-ni, fu molto di più, non so-lo nella sua storia, ma an-che quella del suo “gran-de” marito e compagno.A testimonianza dellafondamentale importanzache Jiang Qing ebbe nellavita, nel pensiero e nel-l’azione del “grande” ma-rito, riportiamo alcunibrani di una lettera perso-nale che Mao le scrisse al-la vigilia dell’inizio dellaRivoluzione Culturalequando, spaventato di es-sere elevato quasi al ruolodi un “Dio”, lasciò Pechinoe si ritirò sulle montagnea riflettere.La sincerità delle preoccu-pazioni del grande Presi-dente danno conto non so-lo della sua profonda uma-nità, ma anche della inten-sità del rapporto di fiduciae di affidamento che lo le-gava emotivamente e in-tellettualmente alla suacompagna:

“Quando ero giovane, ebbia dire una volta: “Sonocerto che vivrò duecentoanni e che percorrerò tre-mila miglia come un fiu-me impetuoso”. Ero davve-ro arrogante allora, nel-l’aspetto e nell’atteggia-mento. Eppure avevo an-che allora dei dubbi e ave-vo sempre la sensazioneche se sulle montagne nonc’è una tigre, la scimmia siarroga il titolo di regina”… Ciò che si erge in alto, èfacile a piegarsi; ciò cherisplende limpido, è facilea sporcarsi. Uguagliare labianca neve in primaveraè sempre più improbabile;vivere mantenendosi al-l’altezza di un’alta reputa-zione è cosa difficile. Que-ste ultime due frasi mi siadattano perfettamente;le ho lette anche duranteuna seduta del Comitatopermanente dell’Ufficiopolitico … Io sono diventa-to il Chung Kuei del parti-to comunista in questi an-ni sessanta. Ma general-mente le cose si capovol-gono nel loro opposto:quanto più uno è portatoalle stelle, tanto più pesan-temente cadrà a terra e iomi sto preparando a rom-permi a pezzi. Ciò non mipreoccupa, perché la ma-teria non si distrugge mai;

Angela Yvonne Davis èuna attivista del movi-mento afroamericanostatunitense, militantedel Partito Comunista de-gli Stati Uniti.E’ nata in un contesto ur-bano dominato da un for-te conflitto razziale.Le condizioni di famigliale consentirono di iscri-versi a una scuola priva-ta del Greenwich Village,il quartiere radicale eprogressista di NewYork, dove conobbe ilcomunismo e cominciò amilitare nel gruppo gio-vanile comunista. Prose-guì gli studi alla Bran-deis University, in Mas-sachussets, poi in Fran-cia e in Germania, stu-dentessa di Adorno. Inpari tempo crebbe la suacoscienza politica e ilsuo attivismo, e ben pre-sto l'evolvere degli even-ti negli Stati Uniti, con ildilagare del movimentoper i diritti civili, la spin-se a tornare.Negli Stati Uniti AngelaDavis, ormai tra i leaderdel movimento e del Par-tito Comunista, nel 1970balzò agli onori della cro-naca per la sua dura de-tenzione in carcere, incui viene rinchiusa dopo

IV

una lunga latitanza, conl’accusa di avere parteci-pato all’omicidio di ungiudice reazionario avve-nuto a opera di estremi-sti di colore. Ma propriodal carcere la Davis scris-

se alcune delle paginepiù famose della conte-stazione statunitense,pubblicando il libro “Nelventre del Mostro”, tantoda meritare due canzoniin suo onore: "Angela" di

John Lennon e Yoko Ono,e "Sweet Black Angel" deiRolling Stones. In Franciala sua liberazione fu so-stenuta fra gli altri da Je-an-Paul Sartre.Scagionata dalle accuseche l'avevano tenuta incella, riprese il suo per-corso di militanza, con-centrando i suoi sforzisul problema delle carce-ri, delle origini sociali erazziali della detenzionedi milioni di afroamerica-ni negli istituti peniten-ziari statunitensi.Angela Davis non fu solouna militante del Partitocomunista. Partecipò alBlack Panther Party e co-struì la sezione delloSNCC di Los Angeles. Imarxisti erano ben lonta-ni dell'essere maggiorita-ri nei movimenti control’oppressione razziale esi trovarono spesso indifficoltà all'interno diquesti movimenti. Ma fusulla base di questa espe-rienza che Angela Davisportò un contributo pra-tico e teorico rilevante.La sua analisi apporta uncontributo fondamentalealla costruzione di unateoria che allo stessotempo spiega e da glistrumenti per cambiare il

Angela Davis, nera e comunista; come Sacco e Vanzetti

mondo. Individuandonello sfruttamento la ra-dice dell’oppressione, di-pinge il ritratto di un’uni-ca classe, la classe lavo-ratrice, che nello stessotempo subisce – e puòcombattere – razzismo esessismo.Nel 1977 è stata insignitadel Premio Lenin per lapace.Ancora colpisce il discor-so che Angela Davis ten-ne in sua difesa nel Pa-lazzo di giustizia�dellacontea di Marin�5 genna-io 1971:“Io mi trovo quivittima di una macchina-zione politica che, lungidal dimostrare la miacolpevolezza, accusa loStato della California co-me agente della repres-sione politica. Lo Statodella California rivela ineffetti il ruolo che rap-presenta utilizzando co-me prove contro di me lamia partecipazione allelotte che conduce il miopopolo, il popolo nero,contro le molteplici in-giustizie sociali, utiliz-zando particolarmentela mia partecipazione al

Comitato per la difesadei fratelli di Soledad.�Ilpopolo americano si erailluso nel credere fino adora che tale impegno fos-se protetto dalla Costitu-zione.�Per avere la cer-tezza che queste questio-ni politiche non sarannodistorte e snaturate, mitrovo costretta a prende-re parte attiva alla miadifesa sia come accusata,sia come donna nera, siacome comunista. È miopreciso dovere aiutarecoloro che sono diretta-mente implicati nel pro-cesso, come pure gli abi-tanti dello Stato della Ca-lifornia, e il popolo ame-ricano in generale a ca-pire quale è la base realedel problema.�Ciò che simette sotto accusa sonole mie convinzioni e imiei interventi politici, lamia lotta quotidiana percombattere tutto ciò checoncorre a paralizzareeconomicamente e politi-camente l'America ne-ra.�Nessuno può parlaremeglio di me delle mieconvinzioni e delle mieattività politiche.”

io posso essere fatto a pez-zi, ma niente più di questo… Penso che anche tu do-vresti prestare attenzionea questo problema e nonmontarti la testa con ideedi vittoria. Dovresti riflet-

tere spesso sulle tue debo-lezze, sui tuoi errori e letue deficienze. Questo di-scorso chissà quante voltete l’ho già fatto e te l’ho ri-petuto anche l’aprile scor-so a Shanghai.”

Jiang Qing, l’anima della Rivoluzione Culturale

Quando a scrivere la storia sono gli uomini anche le più “grandi” donnediventano mogli, figlie o al massimocompagne

“Come non evocare l'immagine di Thomas Jefferson e degli altri "padri fondatori" che formularono i nobili concetti della Costituzionedegli Stati Uniti, mentre i loro schiavi vivevano nella sofferenza? Per non offuscare la bellezza della Costituzione, tesa a proteggerel'istituzione della schiavitù, essi usarono l'espressione "persone addette ad un servizio o ad un lavoro" - eufemismo per il termine"schiavi"; così appariva una categoria atipica di esseri umani, di persone indegne delle garanzie e dei diritti sanciti dalla Costituzione.”

Inserto a cura di Sandro Ridolfi