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Resoconti Parlamentari 2955 Assemblea Regionale Siciliana VII Legislatuha CCCXCVII SEDUTA 10 D icembre 1975 CCCXCVII SEDUTA mercoledì io dicembre 1975 Presidenza del Presidente FASINO indi del Vice Presidente MANGIONE INDICE Pag. (Comunicazione d’invio del piano d’investi- menti 1975-78) ................................................................ Dimissioni dell’onorevole Santi Nicita da depu- tato regionale: (Annunzio) ....................................................... (Sulle dimissioni) : PRESIDENTE ................................................ corallo LO CURZIO . . . giuliano ........................................! ! ! BON figlio , Presidente della Regione . (Ritiro delle dimissioni) : presidente nicita Disegni di legge: (•^nunzio di presentazione e comunicazione invio alle competenti Commissioni legìsla^ tive) 2958 2959 2959 2960 2961 2963 2964 ^63 2955, 2956 laterpellanza (Rinvio dello svolgimento) : I’H E S ID E N T E ..................................... 2964, 2965, 2966, 2968, 2973 Interrogazioni: (Annunzio) ........................................................... 2956 Interrogazioni ed interpellanze (Svolgimento) : P residente Assessore ai lavori pubblici ^coLi Assessore alla sanità . . . . MICHELANGELO ................................ 2964 2964, 2965 2968, 2972 2965 2966, ^ 7 1 2967 La seduta è aperta alle ore 17,30. GENNA, segretario, dà lettura del pro- cesso verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende appro- vato. Annunzio di presentazione di disegni di legge. PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge: — « Modifica ed integrazione degli arti- coli 6 e 11 della legge regionale 27 dicem- bre 1969, numero 52, recante norme sul collocamento dei lavoratori » (785), dagli onorevoli Ordile, Alessi, Sardo, Mantione, Spagnolo, Trincanato, Grillo Salvatore, Lo Giudice, Cangialosi, Parisi, Russo Giuseppe, in data 5 dicembre 1975; -—■« Norme per la istituzione dei consul- tori familiari nella Regione siciliana » (786), dagli onorevoli Cagnes, Pellegrino, Arnone, Mazzaglia, Orlando, Messina, Basso, Marilli, Chessari, Carosia, Lauricella, Giubilato, in data 9 dicembre 1975; —■ « Provvidenze straordinarie in favore della disoccupazione » (787), dall’onorevole Mazzaglia, in data 10 dicembre 1975; — « Provvedimenti per il sostegno, Tam- modernamento e lo sviluppo della noccioli- coltura » (788), dagli onorevoli Ordile, Ales- si, Lo Giudice, Parisi, locolano, Spagnolo, in data 10 dicembre 1975. Resoi f. 399 (500)

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Page 1: mercoledì dicembre 1975w3.ars.sicilia.it/DocumentiEsterni/ResSteno/07/07_1975...Resoconti Parlamentari 2958 Assemblea Regionale Siciliana VII Legislatura CCCXCVII SEDUTA IO Dicembre

Resoconti Parlamentari 2955 Assemblea Regionale Siciliana

VII Legislatuha CCCXCVII SEDUTA 10 D ic e m b r e 1975

C C C X C V I I S E D U T A

mercoledì io dicembre 1975

Presidenza del Presidente FASINO indi

del Vice Presidente MANGIONE

I N D I C EPag.

(Comunicazione d’invio del piano d’investi­menti 1975-78) ................................................................

Dimissioni dell’onorevole Santi Nicita da depu­tato regionale:( A n n u n z i o ) .......................................................(Sulle dimissioni) :

P R E S ID E N T E ................................................coralloLO CURZIO . . .g i u l i a n o ........................................! ! !BONf ig l io , Presidente della Regione .

(Ritiro delle dimissioni) :presidentenicita

Disegni di legge:(•^nunzio di presentazione e comunicazione

invio alle competenti Commissioni legìsla^tive)

2958

2959295929602961 2963

296463

2955, 2956

laterpellanza (Rinvio dello svolgimento) :I’H E S I D E N T E ..................................... 2964, 2965, 2966, 2968, 2973

Interrogazioni:( A n n u n z i o ) ........................................................... 2956

Interrogazioni ed interpellanze (Svolgimento) :Presidente

Assessore ai lavori pubblici

^coLiAssessore alla sanità . . . .

M IC H E L A N G E L O ................................

2964 2964, 2965 2968, 2972

2965 2966, ^ 7 1

2967

La seduta è aperta alle ore 17,30.

GENNA, segretario, dà lettura del pro­cesso verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende appro­vato.

Annunzio di presentazione di disegni di legge.

PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge:

— « Modifica ed integrazione degli arti­coli 6 e 11 della legge regionale 27 dicem­bre 1969, numero 52, recante norme sul collocamento dei lavoratori » (785), dagli onorevoli Ordile, Alessi, Sardo, Mantione, Spagnolo, Trincanato, Grillo Salvatore, Lo Giudice, Cangialosi, Parisi, Russo Giuseppe, in data 5 dicembre 1975;

-—■ « Norme per la istituzione dei consul­tori familiari nella Regione siciliana » (786), dagli onorevoli Cagnes, Pellegrino, Arnone, Mazzaglia, Orlando, Messina, Basso, Marilli, Chessari, Carosia, Lauricella, Giubilato, in data 9 dicembre 1975;

—■ « Provvidenze straordinarie in favore della disoccupazione » (787), dall’onorevole Mazzaglia, in data 10 dicembre 1975;

— « Provvedimenti per il sostegno, Tam- modernamento e lo sviluppo della noccioli- coltura » (788), dagli onorevoli Ordile, Ales­si, Lo Giudice, Parisi, locolano, Spagnolo, in data 10 dicembre 1975.

Resoi f. 399 (500)

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Resoconti Parlamentari 2956 — Assemblea Regionale Siciliana

V II L egislatura CCCXCVII SEDUTA 10 D icembre 1975

Comunicazione d’invio di disegni di legge allecompetenti Commissioni legislative.

PRESIDENTE. Comunico che, nelle date a fianco di ciascuno indicate, sono stati in­viati alle competenti Commissioni legislative i seguenti disegni di legge:

— « Provvidenze in favore dei lavoratoridell’Industria siciliana arredamenti metallici di Palermo » (773), d’iniziativa parlamen­tare, alla Commissione legislativa: « Pub­blica istruzione, lavoro, cooperazione, assi­stenza sociale, igiene e sanità », in data 10 dicembre 1975;

— « Provvedimenti per la promozione in Sicilia del diritto allo studio » (779), d’ini­ziativa parlamentare, alla Commissione legi­slativa: « Pubblica istruzione, lavoro, coope­razione, assistenza sociale, igiene e sanità », in data 9 dicembre 1975;

—' « Nuove norme per rAmministrazione della Regione e per gli enti locali ed ospe­dalieri siciliani » (781), d’iniziativa governa­tiva, alla Commissione legislativa: « Que­stioni istituzionali, organizzazione ammini­strativa, enti locali », in data 9 dicembre 1975.

Comunicazione d’invio del Piano quadriennaledi investimenti dell’Azasi.

PRESIDENTE. Comunico che, con nota numero 1486 del 5 dicembre 1975, il Pre­sidente della Regione ha fatto pervenire copia del piano quadriennale di investimenti 1975-1978 dell’Azasi, approvato dalla Giunta di governo il 14 ottobre 1975. Tale piano sarà trasmesso alla Giunta per le parteci­pazioni regionali.

Annunzio di interrogazioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segreta­rio a dare lettura delle interrogazioni pre­sentate.

GENNA, segretario:

« All’Assessore alla sanità, per sapere se è a conoscenza:

—- della gravissima situazione esistente presso rUfbcio del medico provinciale di Agrigento per l’assoluta carenza di perso­nale;

— che l’unico ragioniere e l’unico segre­tario tecnico sono costretti ad effettuare ser­vizio di scavalco a Caltanissetta, rispettiva­mente per due e per tre volte la settimana;

— della gran mole di lavoro esistente presso quell’ufficio, che, nonostante lo sforzo veramente encomiabile del medico provin­ciale e dei suoi collaboratori, non riesce a smaltire;

— che tale pesante situazione crea ritardi e malcontento tra i cittadini della provincia.

L’interrogante chiede, infine, se non ritie­ne di intervenire urgentemente, dotando il predetto ufficio di personale numericamente sufficiente alle esigenze di un servizio così indispensabile per la popolazione agrigen­tina » (1275) {L’interrogante chiede lo svol­gimento con urgenza).

Trincanato.

« Al Presidente della Regione, all’Asses­sore ai lavori pubblici e all’Assessore alla agricoltura e foreste, per sapere:

—■ se sono a conoscenza della situazione di estremo disagio dei cittadini di Monte­vago, in dipendenza della stasi di tutti i lavori di ricostruzione di quel centro, avviati fino al giugno del corrente anno ed inespli­cabilmente bloccati;

— se sono a conoscenza del conseguente stato di disoccupazione degli operai, specie di quelli edili;

— se sono a conoscenza che anche gli stessi lavori di rimboschimento sono fernu,

— quali indifferibili iniziative intendono adottare:

a) pet sollecitare la ripresa dei lavori di ricostruzione;

h) per predisporre e finanziare piani di rimboschimento;

c) per porre fine ad un così grave stato d’inerzia, che rischia di fare ritardare 1 ritorno alla normalità e condanna popolazioni a vivere ancora nelle baracene >

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Resoconti ParlamentaTi 2957 —

VII Legislatura CCCXCVII SEDUTA

Assemblea Regionale Siciliana

10 D icem bre 1975

(1276) {L’interrogante chiede lo svolgimento con urgenza).

Trincanato.

« All’Assessore all’agricoltura e foreste, per conoscere i motivi che ritardano, a tutt’oggi, l’emanazione e diffusione della circolare as- sessoriale di attuazione della recente legge regionale in materia agrumaria.

L’interi’Ogante fa presente l’urgenza di tale adempimento in considerazione del fatto che la campagna agrumaria è già iniziata ed occorrono, pertanto, disposizioni assessoriali precise agli Ispettorati agrari provinciali per la corretta e tempestiva applicazione della legge.

Ogni ulteriore ritardo, pertanto, non può che produrre seri danni al settore economico interessato » (1277) {L’interrogante chiede lo svolgimento con urgenza).

Lombardo.

« All’Assessore agli enti locali, per cono- scere i motivi che sino a questo momento ritardano la presentazione da parte del fun­zionario regionale dottor Mangiapane, della relazione dei fatti accertati sulla situazione amministrativa ed edilizia del Comune di Biancavilla.

L’interrogante ricorda che il dottor Man­giapane, appositamente nominato dall’Asses­sore, si è recato a Biancavilla per accertare i fatti, ha valutato la situazione e si è aste­nuto dal presentare qualsiasi relazione.

Ora la disamministrazione al Comune, da parte degli attuali responsabili, continua im­perterrita soprattutto in materia edilizia ed urbanistica.

Al Consiglio comunale sono stati denun­ciati fatti gravissimi.

In questa situazione la posizione di inerzia funzionario nominato diventa insosteni­

bile., 0 il funzionai'io presenta la relazione o

chiede che in sua sostituzione venga no­minato altro soggetto.

La cittadinanza di Biancavilla esige dalla Regione un atteggiamento di chiarezza e di crmezza," essendo intollerabile che gli am­

ministratori di Biancavilla continuino a vio- are leggi e regolamenti senza alcun inter­

vento da parte della Regione » (1278) {L’in­

terrogante chiede lo svolgimento con ur­genza).

Lombardo.

« All’Assessore alla sanità, per conoscere i motivi che, ad otto mesi dalla regolare designazione dei componenti il nuovo Con­siglio di amministrazione dell’Ospedale di Biancavilla, ritardi la emissione del decreto assessoriale di costituzione.

L’Assessore interrogato sa che, nonostante sia completo e designato il nuovo Consiglio di amministrazione, continua a funzionare il vecchio, ai limiti stretti del numero legale per l’awenuta dimissione dì alcuni compo­nenti, mentre i nuovi consiglieri attendono di essere insediati nelle loro funzioni.

L’interrogante ritiene intollerabile tale si­tuazione di fatto; essa va rimossa e modi­ficata con l’insediamento del nuovo Consiglio.

L’interrogante nutre fiducia che gli ultimi indugi siano eliminati tagliando corto alle voci secondo le quali il ritardo nell’emis­sione del decreto sia sollecitato dall’equili­brio di potere locale, che guarda con so­spetto e con preoccupazione a quello nuovo nato dalle nuove designazioni » (1279) {L’in­terrogante chiede lo svolgimento con ur­genza).

Lombardo.

« Al Presidente della Regione — in rela­zione alla notizia della recente istituzione della condotta agraria di Regalbuto (Enna) e che alla stessa sOno stati assegnati un gruppo di ex dipendenti della disciolta scuo­la professionale del predetto comune tra i quali il sindaco democristiano in carica, Plu- mari Salvatore, il consigliere comunale ed ex assessore L’Episcopo Vito, il consigliere comunale ed ex assessore Saccone France­sco ed altri, tutti parenti di amministratori in carica per conoscere con quali criteri i predetti sono stati prescelti e se gii stessi erano in possesso di titoli preferenziali com­presa .una maggiore anzianità di servizio » (1280) {L’interrogante chiede lo svolgimento con estrema urgenza).

Carosia.

« All’Assessore alle finanze e airAssessore agli enti locali, per sapere se sono a cono­scenza che il vigile urbano di Calascibetta, Provenzano Alberto, assieme ad un certo

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Resoconti Parlamentari 2958 Assemblea Regionale Siciliana

V II Legislatura CCCXCVII SEDUTA IO D icembre 1975

Daniele Giuseppe, nella mattinata del 17 novembre 1975 si introduceva nei locali del­l’ex albergo della Regione del predetto co­mune, consegnato di recente alle scuole per essere adibito a scuola materna, asportan­dovi due coperchi di porcellana delle cas­sette di scarico dei gabinetti.

Poiché il gruppo consiliare comunista al Comune di Calascibetta ha chiesto di discu­tere la questione in una seduta del consesso cittadino e ha segnalato i fatti al Procu­ratore della Repubblica di Enna, l’interro­gante chiede di conoscere se rAmministra- zione regionale intende promuovere una in­chiesta anche al fine di accertare eventuali corresponsabilità dell’amministrazione comu­nale e del comando dei vigili urbani del Comune di Calascibetta » (1281) {L’interro- gante chiede la risposta scritta).

Carosia.

« All’Assessore alla sanità e all’Assessore ai lavori pubblici, per conoscere quali prov­vedimenti urgenti abbiano adottato e inten­dono adottare per stroncare la grave epide­mia di tifo e di salmonellosi che ha colpito alcuni rioni della città di Caltanissetta, pro­vocando nella popolazione un giustificato sen­so di paura e di allarme, anche per i peri­coli dello sviluppo di altre malattie quale l’epatite virale.

L’epidemia che in un primo tempo sem­brava fosse limitata al rione ” Provvidenza ” adesso si è estesa in varie altre zone della città, a causa, pare, dello stato delle con­dutture idriche generalmente disastrate e che in alcuni punti hanno subito infiltra­zione di liquami provenienti dall’adiacente rete fognante.

L’interrogante chiede, altresì, che sia ac­certato quali provvedimenti abbia adottato l’Eas per evitare che si determinasse l’attua­le situazione e soprattutto quali urgenti ope­re sono in corso per porre rimedio ai gravi inconvenienti verificatisi e quali opere si intendono tempestivamente eseguire per im­pedire da un lato il propagarsi dell’epide­mia e dall’altro per assicurare che in avve­nire l’incombente pericolo venga ad essere eliminato » (1282) {L’interrogante chiede lo svolgimento con urgenza).

Mantione.

PRESIDENTE. Delle interrogazioni testé

annunziate, quelle con risposta orale saranno iscritte all’ordine del giorno per essere svol­te al loro turno, quella con richiesta di risposta scritta è stata inviata al Governo.

Annunzio di dimissioni da deputato regionale.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, do let­tura della lettera pervenutami da parte del­l’onorevole Santi Nicita:

« Onorevole Presidente, la drammaticità della situazione occupazionale nell’area in­dustriale di Siracusa é da molti mesi al centro delle valutazioni degli incontri dei partiti politici, delle forze sindacali, degli enti locali.

Non passa giorno in cui non si registrano licenziamenti o proposte di messa in cassa integrazione.

Il ritardo dell’inizio dei lavori della Mon- tedison e Tulthnazione di quelli dell’Isab, creano uno stato di tensione, di preoccupa­zione, tanto da richiedere iniziative straordi­narie. In tale quadro di tensione e di preoc­cupazione é stata messa in liquidazione nei giorni scorsi l’impresa ” Grandis ” i cui 600 dipendenti corrono il rischio di perdere defi­nitivamente il posto di lavoro.

Si può comprendere benissimo quale sia lo stato d’animo di detti dipendenti.

Ebbene, artatamente, tra questi dipendenti è stata fatta circolare la voce che io abbia tramato per determinare la liquidazione del­l’impresa per favorire un successivo rileva­mento a prezzo vile.

Una tale ignobile insinuazione innescata in un ambiente gravido di tensioni, rap­presenta un vero e proprio linciaggio morale essendo tutti gli operai della zona indu­striale di Siracusa interessati alla difesa de posto di lavoro.

Non sapendo come reagire ad un chiaro disegno che tende a farmi individuare come l’obiettivo dei risentimenti e dell’oclio dei lavoratori del siracusano, comunico alla gnoria Vostra di dimettermi da deputo non sentendomi più di affrontare Topiniom pubblica, la quale può avere sempre il du ; bio che quanto insinuato risponda a veri

Cordiali saluti. Onorevole Santi Nicito »■

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Resoconti Parlamentari 2959 — Assemblea Regionale Siciliana

VII Legislatuha CCCXCVII SEDUTA 10 D icem bre 1975

Sulle dimissioni dell’onorevole Nicita da depu­tato regionale.

CORALLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CORALLO. Signor Presidente, onorevole Presidente della Regione, l’altro giorno ave­vamo lasciato in sospeso la questione della data in cui discutere la mozione presentata da me, dal collega Nicita, dal collega Giu­liano e dal collega Marilli, sulla situazione di Siracusa, in relazione ai mancati investi­menti Montedison e alla catena di licenzia­menti che si stanno verificando nelle aziende che operavano neU’ambito delle industrie Montedison. Purtroppo in questi giorni la situazione si è ulteriormente aggravata e la tensione ha assunto vertici raramente rag­giunti nella nostra provincia. Nel giro di pochi giorni, ai licenziamenti che già ave­vamo avuto modo di valutare, se ne sono aggiunti altri 200 da parte della Cim, e le officine Grands (ex Grands, oggi Omp) hanno chiesto al Tribunale Tammissione al concor­dato preventivo, per la liquidazione, quindi, dell’azienda. Nel giro di poche settimane un migliaio di operai è stato licenziato; si delineano prospettive per altre aziende tut- t’altro che rosee, per cui rischiamo di avere in provincia di Siracusa circa 2.000 licen­ziamenti.

Ora, onorevole Presidente della Regione, noi siamo qui (non soltanto io, ma tutti i colleghi di Siracusa che ci siamo incontrati nella sede dell’Amministrazione provinciale) ad esternare la nostra vivissima preoccupa­zione e a chiedere iniziative adeguate per fronteggiare cjuesta realtà drammatica, alla origine della quale vi è la politica della Montedison. La Montedison, che aveva ga­rantito grossi investimenti in provincia di Siracusa in sede di dibattito di accordi con­trattuali, li aveva ribaditi in sede Cipe: 465 miliardi di investimento, 3.050 posti di lavoro. La mancanza di questi investimenti sta determinando non soltanto la scomparsa ® questa prospettiva dei 3.050 nuovi posti di lavoro, ma il licenziamento di migliaia di operai. ■

L’Assessore all’industria, nel confermarmi 0 sua disponibilità per discutere la mozione biella giornata di martedi prossimo, mi ha

anche anticipato la sua intenzione di incon­trare lunedi a Siracusa una rappresentanza della Montedison. Questo era l’obiettivo del­la mozione che avevamo presentato: provo­care questo confronto, fare venire in Sicilia la Montedison e chiedere ad essa, nei modi adeguati e utilizzando tutte le armi di pres­sione politica a nostra disposizione, il rispetto degli accordi contrattuali e degli impegni presi con il Cipe. Per la verità, la dichia­razione dell’Assessore aU’industria, se da una parte sembra venire incontro a questa nostra richiesta, ci lascia, però, molto dubbiosi cir­ca il carattere di questo incontro. A che livello avverrà? Certo, altro è incontrarci con i rappresentanti della Montedison aventi licenza di decidere, altro è incontrarsi con rappresentanti della Montedison come è già avvenuto, per esempio in sede di Assesso­rato dell’industria, con funzionari che pos­sono soltanto ascoltare, riferire e riservarsi una risposta. Noi chiediamo che aH’incontro, se questo è un incontro che ha capacità decisionali, o ad un ulteriore incontro che dovremo provocare con i massimi dirigenti della Montedison, sia impegnato anche il Presidente della Regione, il quale credo che non sia meno sensibile ai problemi di Sira­cusa, per la distanza che ci separa dalla ca­pitale (Cenni del Presidente della Regione). Questa critica in generale circa la distanza che attenua la prontezza dei riflessi degli organi governativi, non è diretta a lei, ono­revole Bonfiglio.

Noi chiediamo che su queste cose ci si dica qualche parola di rassicurazione e co­munque che il Governo sappia qual è il tema del dibattito che martedi noi porteremo in quest’Aula, anche al lume di questo in­contro siracusano sul quale non abbiamo oggi le idee molto chiare.

Mi sia consentito, onorevoli colleghi, in questo contesto, denunciare anche la singo­lare situazione che si è venuta a determi­nare nelle ex officine Grandis, oggi Omp. Una situazione gravissima, per i licenzia­menti, per la chiusura dell’azienda, per la richiesta di liquidazione che investe 610 ope­rai, dopo che già nei mesi scorsi avevamo avuto nella stessa azienda altri licenziamenti. In uno stato di estrema tensione questo fatto interviene, circondato da una serie di mi­steri che noi chiediamo al Governo di sve-

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Resoconti Parlamentari — 2960 Assemblea Regionale Siciliana

V II L e g isl a tu r a CCCXCVII SEDUTA 10 D ic e m b r e 1975

lare al più presto e di riferire aH’Assemblea. Ci troviamo di fronte alla nascita di una cooperativa misteriosissima; perché, se, mes­sa in liquidazione la società per iniziativa dei lavoratori, dei sindacati, delle ammini­strazioni locali, si fosse pensato aU’organiz- zazione di una cooperativa con una auto- gestione da parte degli operai dell’azienda, questo sarebbe stato un aspetto; ben altra cosa è, invece, trovarci di fronte ad una cooperativa che sorge in contemporanea alla richiesta di concordato preventivo; cioè una cooperativa che nasce per ispirazione padro­nale e che s’inquadra perfettamente nel di­segno padronale, tendente a scaricarsi di gran parte delle passività, dei debiti e a rivedere, sia sul piano numerico che sul piano del trattamento, il rapporto con gli operai. Questa vicenda misteriosa ha dato anche origine alle dimissioni dell’onorevole Nicita, il quale è stato ingiustamente tirato in ballo e si è visto coinvolto in questa vi­cenda, pur essendone indubbiamente e asso­lutamente estraneo.

Questa posizione è stata già oggetto di pieno chiarhnento a Siracusa, sicché non credo che l’onorevole Nicita abbia ragione di insistere ulteriormente; comunque, voglio dire che se a qualcmio può apparire, e a me stesso appare, esagerato il gesto dello onorevole Nicita che ha ritenuto di arrivare alle dimissioni da deputato, tuttavia debbo riconoscere che un fondo di giustificazione questo gesto aveva, perchè certamente non è giusto vedersi coinvolti in una situazione di questo genere. Io chiedo al Presidente della Regione che accerti i fatti, perchè se è vero che l’onorevole Nicita è assolutamente estra­neo, è anche vero che l’iniziativa esiste, che tra i promotori deU’miziativa figura, ad esempio, tale Arcidiacono Filadelfo, per lo meno omonimo di un alto funzionario del- rirfis, istituto che dovrebbe risultare dalla parte dei creditori, preoccupato di garantire i crediti, e che invece troviamo — se non si tratta, appunto, di uno spettacolare caso di omonimia — invischiato in questa ma­novra condotta dalla Grandis stessa.

Tra i promotori dell’iniziativa vi è un nostro collega, l’onorevole Galatioto, e non sappiamo bene a che titolo, per quali fini e per quali scopi abbia accettato di offrire la sua copertura politica ad una iniziativa che, ripeto, non può che avere un obiettivo: sal­

vare una parte degli operai, condannandone altri al licenziamento, consentire all’azienda di riprendere il rapporto con gli operai su basi diverse e soprattutto agevolare la ma­novra del concordato preventivo per permet­tere all’azienda stessa di pagare i creditori con una notevole riduzione dell’onere.

Ora, su questa questione, onorevole Presi­dente della Regione, noi chiediamo che il Governo ci dica, se un istituto regionale è coinvolto in questa vicenda, per quali ra­gioni ciò sia avvenuto e quali sono gli obiet­tivi di questa iniziativa.

Chiediamo questi chiarimenti: natural­mente non pensiamo di poterli avere questa sera ma di ottenerli neH’imminenza del di­battito di martedi. Con questo io ho termi­nato, onorevole Presidente; penso che anche questa sia l’occasione per chiudere corretta- mente il capitolo aperto dalle dimissioni del­l’onorevole Nicita, testé annunciate dal Pre­sidente; ritengo, tuttavia, che al di là del­l’episodio si debba vedere anche nelle di­missioni dell’onorevole Nicita il sintomo di una tensione, di un nervosismo esistenti nel­la provincia di Siracusa, che richiede inter­venti efficaci e rapidi prima che lo stato di cose degeneri, prima che tutti si possa essere travolti da una situazione incontrollabile che minaccia resistenza e il lavoro di migliaia di lavoratori.

LO CURZIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LO CURZIO. Signor Presidente, onore­voli colleghi, ho chiesto di parlare per ma­nifestare la mia chiara, aperta e leale soli­darietà al collega Nicita per la posizione assunta, culminata nelle dimissioni, che cer­tamente l’Assemblea rigetterà. L’onorevole Nicita si renderà conto che una manifesta­zione di questo genere non risolverà il pro­blema ma lo aggraverà, per cui mi aguro che ritirerà le 4iniissioni.

Desidero, altresì, sottolineare, non tanto per associarmi alle dichiarazioni testé espresse dall’onorevole Corallo, la gravità della situa­zione esistente nella provincia di Siracusa. La Montedison aveva assicurato, nell’incon­tro avuto anche con parlamentari e rappre­sentanze sindacali nel febbraio del 1972 e nell’aprile del 1973, il suo intervento per

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?! Resoconti PaTlamentari 2961 Assemblea Regionale Siciliana

VII Legislatura CCCXCVII SEDUTA 10 D icèmbre 1975

10 stabilimento di Priolo Gargallo, sia ai fini deirammodernamento dello stesso, sia per ulteriori investimenti di capitali già predi­sposti ed approvati dal Cipe.

Ebbene, io chiedo al Presidente della Re­gione, a nome del mio partito della provincia di Siracusa, di volere partecipare, con la sua autorevole presenza, airincontro che avremo assieme al vice Presidente della Regione lu­nedi prossimo, e di esercitare la propria pressione nei confronti della Montedison af­finchè trasferisca in Sicilia quei capitali che sono stati già stanziati ed approvati dal Cipe. La sua presenza fisica darà coraggio agli organismi sindacali, alle maestranze e agli operatori economici, e prestigio alla rappre­sentanza parlamentare, perché essa possa seriamente chiedere la soluzione di questi annosi problemi che attanagliano la pro­vincia di Siracusa.

In Sicilia manca un certo tipo di inve­stimenti che si realizzano immediatamente nel Nord e nel Centro - Italia; nel Sud tutto passa attraverso lente e stantìe posizioni politiche e sociali così come vogliono certe grosse holdings di carattere economico quale può essere la Montedison. Anche se condi­vido pienamente le difficoltà in cui oggi versa questa azienda, non posso accettare ulteriori rinvii e ritardi che cadono non solo sulla pelle dei lavoratori ma ledono il prestigio e la dignità di un’intera regione. Del resto la provincia di Siracusa è stata una delle prime, sotto il profilo industriale, ad avere prospettive, sia per l’intervento dei precedenti Governi nazionali e regionali, sia per la sua posizione naturale. Ecco perchè non possiamo accettare supinamente la ri­chiesta di chiusura di reparti della Mon­tedison, negando ogni possibilità d’intervento e di lavoro ad aziende come la Grandis che è andata in fallimento. Eppure per questa società si sta trovando una soluzione per cercare di evitare il licenziamento di circa seicento operai. Gradirei a tal proposito che lei, onorevole Bonfiglìo, investisse d’autorità11 vice Presidente della Regione e si impe­gnasse per risolvere questo problema.

Circa le dimissioni deU’onorevole Nicita, nii sono- già espresso manifestando la mia leale, sincera, e non certamente politica so­lidarietà. Egli sa che dobbiamo continuare 3 condurre insieme le grandi battaglie che abbiamo intrapreso. Non è un atto di co­

raggio esimersi da determinate responsabi­lità, quando per un motivo contingente si­tuazioni negative ci colpiscono, anche se sappiamo che tutti i politici, nessuno esclu­so, siamo più colpiti che onorati, più vitu­perati che applauditi, in questo momento di sfiducia che attraversa la società siciliana ed italiana, in questo momento di carenza di credibilità verso la classe politica. Ed è in quésto momento che non possiamo fuggire o sfuggire alle nostre responsabilità. Dob­biamo resistere al vento delle negazioni e difendere i valori non soltanto della demo­crazia, del progresso sociale, dei nostri par­titi democratici e del pluralismo sociale, ma anche del nostro prestigio, della nostra per­sonalità. Chiedo, pertanto, all’onorevole Nicita di ritirare le sue dimissioni, affinchè ci si possa battere ancora insieme sia pure spesso da diverse posizioni, come può consentire di farlo un regime libero e democratico.

Siamo qui per manifestare il nostro im­pegno alla provincia di Siracusa, alla nostra Sicilia, nel nome di questi valori che cer­tamente non si comprano ma si meritano.

Ribadisco ancora una volta il mio invito al Presidente della Regione perchè voglia aiutarci a riprendere il nostro cammino, an­che se siamo alla fine della legislatura, per dimostrare alla cittadinanza di Siracusa che il Governo è attento a certi tipi di appun­tamenti della storia di tutti gli angoli della Regione siciliana, e che vuole anche appro­fondire i motivi di una posizione stantìa di intervento da parte della Montedison, nei confronti dell’attività industriale del sira­cusano.

GIULIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io avrei ben poco da aggiungere a quanto è stato detto dall’onorevole Corallo, il quale ha fatto un quadro chiaro della situazione di Siracusa. Ritengo, tuttavia, do­veroso intervenire, non già per un fatto di solidarietà umana nei confronti di un col­lega, quanto per motivi di chiarezza che sono di grande necessità in un momento in cui una città come quella di Siracusa, che ha segnato al proprio attivo il sorgere di una attività industriale fra le più fiorenti

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un tempo in Sicilia, comincia a registrare il peso delle contraddizioni di una industria troppo velocemente sviluppatasi, soprattutto nel settore cosiddetto dell’impiantistica. Sono settori, come qualche volta in precedenti occasioni abbiamo detto, pericolosi, perchè richiamano in un primo tempo una massa di gente che abbandona altre attività, per dedicarsi a questa, che deve necessariamente concludersi, segnare il passo. Ed in effètti, con l’esaurirsi di questo momento della co­struzione di nuovi stabilimenti, si verifica una certa stanchezza che fa seguito all’at­teggiamento adottato dalla Montedison, sul quale vorremmo che intervenisse il Governo regionale per fare piena luce.

A causa di questa nuova posizione della Montedison è venuto a determinarsi un rap­porto più difficoltoso fra lo stesso sindacato unitario, i lavoratori e la Montedison. Esau­ritasi questa prima fase delle costruzioni vere e proprie, dell’incremento di nuove aziende, questa attività cantieristica andreb­be, come del resto è giusto, valorizzata, uti­lizzata per il momento successivo, che è quello di manutenzione degli impianti. Ora la Montedison da un pezzo pare che trascuri la manutenzione, e non sappiamo quali pos­sano essere le finalità che si propone. E’ certo commique che tutto questo ha pro­vocato una caduta della domanda di questa grande industria del siracusano.

In questo clima di disagio si snoda la vicenda più pesante (perchè a fianco ad essa ve ne sono di minori e parallele), quella della Grands. Chi vi parla, proprio stamat­tina ha assistito, in rappresentanza del pro­prio partito politico, ad una riunione di assemblea dei 604 dipendenti della suddetta società. Sono state ore terribili, in un am­biente di lavoro in cui il salario e lo sti­pendio mancano dai primi di ottobre. Sono stati attimi nei quali l’operaio certamente ha perduto parte del controllo dei propri freni inibitori; e sarebbe stata sufficiente una voce sfasata in quella sede per deter­minare contraccolpi gravissimi. E’ occorso un certo coraggio ad inserire da parte 'mia una nota di serenità che ho ritenuto doverosa. Si trattava, peraltro, di un collega di altro partito che rimaneva coinvolto in una sorta di linciaggio per una vicenda in cui egli stesso non aveva alcuna responsabilità. Ed era doveroso, ripeto, che la voce di un par

tito diverso si levasse per chiedere chiarezza e laddove vi fossero stati elementi obiettivi di responsabilità si colpisse in questa dire­zione proprio nel momento in cui dal popolo siciliano sale una domanda di lealtà, di one­stà, di pulizia politica.

Mi è sembrato, tuttavia, che non vi fos­sero i presupposti minimi che dessero luogo ad un’azione del genere, per cui non anda­va travolta ed investita la personalità di un collega. Il quale ha certo vissuto mo­menti drammatici, quando da parte di scon­siderati — e credo in questo senso si giu­stifichi il suo atto, con il quale minacciava0 prospettava il suo allontanamento da una attività nobilissima che richiede il consenso dei cittadini e l’onestà a tutti i livelli — sono state profferite minacce nei confronti dei suoi familiari. Ritengo, quindi, che que­sta Assemblea, con un atto di solidarietà, dovrebbe invitare l’onorevole Nicita a ricon­siderare la sua posizione appunto perchè ri­badisco che chi è estraneo a questa vicenda deve essere scagionato da un fatto così spia­cevole. Del resto in queU’assemblea non si è levata una sola voce: hanno ascoltato le mie parole muti ed attenti. Questa sola te­stimonianza credo che basti all’onorevole Ni­cita per spingerlo a chiudere questa paren­tesi.

Devo sottolineare, altresì, che da questo mondo del lavoro viene una domanda seria, che non tende ad ottenere la solita elemo­sina del sussidio ma reclama il riprìstino di un’attività che è in una fase di flessione. Da parte delle maestranze si chiede un in­tervento per fare proseguire questa attività. Ed i sindacati, in verità con molto senso di responsabilità, senza fare una qualunqui­stica lotta populistica, hanno cercato di stu­diare il modo per ottenere il risultato di salvare un’azienda che ha ancora una sua notevole funzione, non già per il semplici fatto che deve accudire agli ampliamenti Montedison, ove essi verranno (ed è sempr® tardi quando si chiarisce questo famigerato problema degli investimenti Montedison nS" sati dal Cipe, mai realizzati, sempre rinviati) ma anche ai fini di un lavoro di manuten­zione degli impianti. Quest’azienda, la mano d’opera capace e dotata sarebbe ^ vero errore disperdere, non è un’azien che non ha più avvenire ma essa solleci a

1 un’azione che saldi quella sfasatura che

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Resoconti Parlamentari — 2963 — Assemblea Regionale Siciliana

VII Legislatura CCCXCVII SEDUTA 10 D icem bre 1975

è determinata non certo per un fatto operaio ina per un fatto di dirigenza aziendale. E concludo invitando ancora l’onorevole Nicita a riflettere sulle sue decisioni.

BONFIGLIO, Presidente della Regione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BONFIGLIO, Presidente della Regione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi as­socio all’invito rivolto da tutti i settori per­chè l’onorevole Nicita receda dalle sue di­missioni, non senza rivolgere una parola di apprezzamento per le motivazioni che hanno suggerito questo gesto e che confermano lo stile del collega che da anni apprezziamo. Ma come è stato giustamente rilevato poco fa dal collega Lo Curzio, viviamo in tem_pi in cui è senza dubbio più difficile rimanere che andarsene ed è quindi indispensabile che questo autorevole ed impegnato collega rimanga al suo posto di responsabilità asso­lutamente indenne da queste voci sterili che non sfiorano minimamente la linearità e la limpidezza con cui ha esercitato e dovrà continuare ad esercitare il mandato parla­mentare.

Per quanto attiene lo sfondo, debbo dire ai colleghi che hanno evidenziato con tanta passione la gravità della situazione del sira­cusano, che essa non è certamente ignota al Governo della Regione; che il Governo rivolge anche in questa direzione la propria attenzione, il proprio impegno e che proprio homanì sera la Giunta di governo dovrà assumere delle determinazioni certamente non facili, anche per sbloccare una delle situazioni che costituiscono un motivo di pesantezza nella condizione generale della area siracusana. E’ questo un elemento che

aggiunge a tanti altri, non soltanto sul plano dell’interesse sociale ma anche sul piano di un interesse più generale che evi- Qenzia come la recessione colpisca in ma- niera più vistosa le aree che in passato avevano ricevuto un certo ritmo di sviluppo

fenomeni d’industrializzazione. Conside­razioni che, onorevoli colleghi, abbiamo avu-0 largamente presenti nella elaborazione

piano degli investimenti produttivi della lustra Regione, proprio per un equilibrato rapporto tra i vari settori produttivi, per

evitare che si riproducano in avvenire fe­nomeni del tipo di quelli che dobbiamo fronteggiare in questa difficile svolta della vita della nostra comunità regionale. Lunedi l’onorevole Saladino gestirà a Siracusa questo incontro con le rappresentanze politiche, con le organizzazioni sindacali e, mi auguro, con una rappresentanza qualificata almeno ade­guata della Montedison. Ma desidero qui confermare che sui risultati di questo in­contro si soffermerà l’esame collegiale della Giunta di governo indipendentemente dal dibattito che avrà un’eco ravvicinata nello ambito di questa Assemblea, addirittura il giorno dopo, attraverso la trattazione di una mozione che reca le firme dell’onorevole Corallo e di altri colleghi, per un esame approfondito di tutti i risvolti della questio­ne. Confermo, quindi, l’attenzione e l’impe­gno del Governo della Regione che, eviden­temente, non si collega ad una visione stral­ciata della situazione di un’area; quindi non è di scena l’essere più o meno vicini alla sensibilità del Governo nè credo che gio­chino molto le distanze; non sono una unità di misura dal punto di vista della sensi­bilità.

Sappiamo perfettamente, onorevoli colle­ghi, come un’area umana e civile che ha conosciuto dei momenti di benessere avverta in termini più drastici i momenti di ma­lessere tipici della recessione e, in un equi­librato rapporto di un impegno che rivol­giamo in pari misura verso tutti gli ambiti della società siciliana, saremo senza dubbio adeguatamente sensibili ai problemi eviden­ziati dai vari interventi.

Eitiro delle dimissioni dell’onorevole Nicita dadeputato regionale.

NICITA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICITA. Onorevole Presidente, onorevoli colleglli, devo ringraziare i colleghi ed il Presidente della Regione che hanno voluto riaffermare qui in Assemblea la mia com­pleta estraneità a qualsiasi azione che po­tesse mettere in gioco il posto di lavoro di operai del siracusano o di essere coinvolto

•Resoconti, f. 400 (500)

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Resoconti Parlainentari — 2964 Assemblea Regionale Sicilìami

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in operazioni poco limpide e senz’altro equi­voche.

Quindi, ringrazio i colleglli per la loro lealtà, per il modo come hanno voluto inse­rire il mio gesto nell’ambito dei problemi del siracusano e nell’avere c]ui dato atto, così come ieri abbiamo fatto a Siracusa, che su questa vicenda deve soffermarsi l’atten­zione dei pubblici poteri, perchè non solo la mia completa estraneità agli avvenimenti venga salvaguardata, ma venga salvaguar­data, altresì, la dialettica normale fra im­prese e dipendenti e venga conservato e tutelato il posto di lavoro. Accedo, quindi, con commozione all’invito dei colleghi, sen­tendomi libero da qualsiasi preoccupazione e quindi pronto a poter continuare a discu­tere dei problemi del siracusano, senza com­plessi e senza difficoltà psicologiche.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, prendo atto con soddisfazione delle espressioni di solidarietà che sono state manifestate da parte dei colleglli e del Governo nei con­fronti dell’onorevole Nicita, e prendo altresì atto della dichiarazione di quest’ultimo. Ri­tengo, pertanto, che non si debba ulterior­mente procedere ad adempimenti regolamen­tari per quanto riguarda la lettera che egli ha inviato alla Presidenza. Confermo che il 16 dicembre sarà discussa la mozione nu­mero 130, a firma degli onorevoli Corallo ed altri.

Rinvio dello svolgimento di interpellanza.

PRESIDENTE. Si passa al secondo punto deH’ordine del giorno: Svolgimento delTin- terpellanza numero 487, degli onorevoli Rin- done, Russo Michelangelo, Orlando, Messina, Cagnes, Giubilato, Carfi, Carosia e Marilli, all’oggetto: « Pubblicizzazione dei servizi di autolinee in concessione ».

Poiché l’onorevole Rindone, primo firma­tario delTinterpellanza, e l’Assessore Maca­iuso, che era presente in Aula, mi han­no chiesto il rinvio dello svolgimento della interpellanza, la stessa sarà svolta il 22 di­cembre. Non sorgendo osservazioni, resta così stabilito.

Svolgimento di interrogazioni ed interpellanze.

PRESIDENTE. Si passa al terzo punto delTordine del giorno: Svolgimento di inter­rogazioni e di interpellanze relativamente ai « Lavori pubblici » e alla « Sanità ».

Si inizia dalla rubrica « Lavori pubblici ».Interrogazione numero 1247. Invito il de­

putato segretario a darne lettura.

GENNA, segretario:

« All’Assessore ai lavori pubblici e allo Assessore alla sanità, per conoscere quali provvedimenti e iniziative si intendono assu­mere a fronte della constatazione che nè il Ministro dei lavori pubblici nè la Cassa per il Mezzogiorno hanno in programma finan­ziamenti di opere igienico-sanitarie (reti idriche, reti fognanti, depuratori di liquami, eccetera) in Sicilia.

La qual cosa per una Regione come la nostra, caratterizzata da gravi ritardi storici, mai organicamente affrontati ai fini del loro superamento, e da una situazione igienico- sanitaria di base fra le più arretrate del mondo, comporta nuovi e più allarmanti problemi di sicurezza della salute, quali sono ricorrentemente evidenziati dalle epidemie delle malattie per sporcizia e dalle allar­manti statistiche sulla mortalità infantile e sulle malattie infettive » (1247).

Cagnes - Arnone - Lamicela - Chessari.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’As­sessore ai lavori pubblici, per rispondere alla interrogazione.

PINO, Assessore ai lavori pubblici. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il problema posto dagli onorevoli interroganti riveste un carattere di rilevanza particolare e merita un’attenta valutazione di conseguenza. Non vi sono molte parole da spendere per evn denziare l’importanza di una organica pòli' tica atta ad affrontare e risolvere i problemi descritti nelTinterrogazione stessa, però mi corre l’obbligo di precisare che la materia in esame, che investe, fra l’altro, la politica igienico-sanitaria in Sicilia, rientri prevalentemente nella competenza dell As­sessorato della sanità al quale Tinterroga-

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Resoconti Parlamentari — 2965 Assemblea Regionale Siciliana

VII Legislatura CCCXCVII SEDUTA 10 D icembre 1975

zione è anche diretta, per cui reputo oppor- ^no che l’esame del documento ispettivo di cui trattasi venga esperito dall’Assessorato competente.

ARNONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARNONE. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, credo che non mi resti altro che prendere atto delle dichiarazioni deH’Asses- sore ai lavori pubblici, anche se sono con­vinto che un argomento di questa natura non debba essere considerato come un argo­mento di settore, bensì deve vedere impe­gnate le responsabilità del Governo nella sua collegialità, nell’affrontare un problema quale quello dei rapporti tra Regione e Stato, dell’esame dei nuovi atteggiamenti politici che sono emersi presso il Governo centrale, presso la Cassa per il Mezzogiorno che esclude la Sicilia da nuovi finanziamenti. 11 giudizio mi riservo di esprimerlo dopo aver sentito le dichiarazioni dell’Assessore alla sanità.

PRESIDENTE. Si passa alla interroga­zione numero 1206. Invito il deputato segre­tario a darne lettura.

GENNA, segretario:

« All’Assessore ai lavori pubblici, per sa­pere:

— se è a conoscenza dello stato di mal­contento e di agitazione degli agricoltori di Cinisi che sono stati espropriati dei loro ter­reni per la costruzione dell’autostrada Punta Raisi - Mazara del Vallo;

— se risulta vero che gli espropri rela­tivi ai due lotti autostradali nel territorio tii Cinisi sono stati eseguiti con tariffe asso­lutamente irrisorie rispetto al reale valore dei terreni e, comunciue, di gran lunga infe­riori a quelle applicate per espropri operati por la costruzione di tutti gli altri lotti di tiotta autostrada;

— cjuali iniziative intende assumere per la tutela dei diritti degli agricoltori espro­priati di Cinisi e per la eliminazione di una differenza di trattamento economico che ri­

sulta ingiusto e discriminatorio » (1206).T r ICOLI - S e MINAHA - V iR G A .

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’As­sessore ai lavori pubblici, per rispondere alla interrogazione.

PINO, Assessore ai lavori pubblici. Ono­revole Presidente, devo comunicare all’ono­revole Tricoli che l’Anas ha reso noto che per le pratiche espropriative ha applicato, fin dal 1° febbraio 1975, le norme di cui alla legge numero 865 del 22 ottobre 1971, giu­sto parere numero 25 del 1974 emesso in data 20 gennaio 1975 dalla Commissione speciale del Consiglio di Stato. Per quanto riguarda i prezzi dei terreni agrari, devesi rilevare che la legge numero 865 non com­porta sensibili variazioni rispetto a quelle applicate per i lotti contigui per i quali le liquidazioni per gli espropri sono state fatte in base alla legge 25 giugno 1865, nume­ro 2359, allora vigente.

Per le zone ritenute dai proprietari stessi di sviluppo edilizio e quindi fuori dal peri­metro urbano, la differenza dei prezzi esi­ste, ma la liquidazione dei predetti terreni non può che avvenire con il prezzo stabi­lito per i terreni agrari in quanto la pre­detta legge numero 865, attualmente in vi­gore, non considera edifìcabili i terreni di cui trattasi. Per maggiore chiarimento, pos­so sottoporre all’onorevole Tricoli, se lo ri­tiene opportuno, anche la risposta delTAnas che ho qui allegata.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’ono­revole Tricoli, per dichiarare se sia soddi­sfatto della risposta dell’Assessore.

TRICOLI. Onorevole Presidente, ringrazio TAssessore per la risposta e mi considero soddisfatto, perchè evidentemente il proble­ma non è di competenza dell’Assessorato re­gionale, dato che TAnas, comportandosi co­me si è comportata, ha utilizzato una legge regionale, esattamente la legge 27 giugno 1974. Tuttavia la questione rimane aperta, perchè è stata applicata la suddetta legge con la quale veniva estesa la legge nume­ro 865 per quanto riguarda gli espropri per la costruzione di autostrade, nonostante i decreti di espropri siano antecedenti al varo

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Resoconti Parlamentari — 2966 — Assemblea Regionale Siciliana

V II L egislatura CCCXCVII SEDUTA 10 D icembre 1975

della legge stessa; tanto è vero che mi ri­sulta che presso il Parlamento nazionale esiste, 0 forse sarà presentata tra breve, una proposta di legge di interpretazione auten­tica deH’articolo 4 del decreto legge 3 mag­gio 1974, numero 115, convertito nella legge del 27 giugno 1974, numero 247, con cui si chiede che questa legge venga applicata per i nuovi espropri non per espropri ri­guardanti autostrade già programmate pre­cedentemente. Pertanto, per quanto riguar­da l’esproprio di alcuni lotti, viene appli­cata una determinata misura in base alla vecchia legge, per quanto riguarda espropri sempre per la stessa autostrada, viene ap­plicata la nuova legge. Una disparità di trattamento, questa, che non può essere as­solutamente apprezzata.

Comunque, ripeto, questo è un problema di interpretazione autentica della legge che sarà sollevato in sede nazionale. In questa sede ringrazio l’Assessore per la risposta che ha voluto darmi.

PRESIDENTE. Si passa alla interroga­zione numero 1248, degli onorevoli Cagnes e Chessari, all’oggetto: « Sistemazione idrau­lica a protezione di alcuni comuni della provincia di Ragusa ».

Non essendo presente in Aula nessuno degli interroganti, alla interrogazione sarà data risposta scritta.

Si passa alla rubrica « Sanità ».Interrogazione numero 1208, a firma del­

l’onorevole Tortorici: « Mancata nomma del consiglio di amministrazione dell’ente ospe­daliero ” Fratelli Pariapiano ” di Ribera ».

Poiché l’onorevole interrogante non è pre­sente in Aula, alla stessa sarà data risposta scritta.

Si passa alla interrogazione numero 1235, dell’onorevole Cilia: « Precaria situazionedella farmacia dell’ente ospedahero ” Pater- nò Arezzo ” di Ragusa ».

Poiché l’onorevole interrogante non è pre­sente in Aula, alla interrogazione sarà data risposta scritta.

Si passa alla interrogazione numero 1237, a firma dell’onorevole Lombardo: « Ritardo nella individuazione degli interessi originari presso l’ospedale Vittorio Emanuele di Ca­tania ».

Poiché l’onorevole interrogante non è pre­

sente in Aula, alla stessa sarà data risposta scritta.

Si passa alla interrogazione numero 1242, dell’onorevole Nicoletti: « Carenza di attrez­zature sanitarie nel reparto chirurgia d’ur­genza dell’ospedale Villa Sofia di Palermo ».

Poiché l’onorevole interrogante non è pre­sente in Aula, alla stessa sarà data risposta scritta.

Si passa alla interrogazione numero 1251, a firma degli onorevoli Marino Gioacchino e Messina: « Esclusione di una industria si­ciliana dalla gara di appalto per forniture elettriche al Policlinico di Messina ».

Poiché nessuno degli interroganti è pre­sente in Aula, alla stessa sarà data risposta scritta.

Si passa alla interrogazione numero 1247, degli onorevoli Cagnes, Arnone, Lamicela e Chessari: « Mancato finanziamento da par­te dello Stato di opere igienico-sanitarie in Sicilia ».

Per accordo intervenuto tra gli onorevoli interroganti ed il Governo, lo svolgimento della interrogazione é rinviato ad altra se­duta.

Svolgimento delle interrogazioni numero 1258, « Rientro nelle mansioni originarie dei dipendenti dell’ospedale Vittorio Emanuele di Gela »; numero 1259, « Versamento alla Cisnal delle quote trattenute per delega ai lavoratori dell’ospedale Vittorio Emanuele di Gela »; numero 1272, « Provvedimenti per fronteggiare l’epidemia di tifo che ha colpito la città di Caltanissetta », tutte a firma del­l’onorevole Mancuso.

Poiché lo stesso è impegnato nei lavori di Commissione, lo svolgimento é rinviato ad altra seduta.

Si passa alle interpellanze relative alla stessa rubrica.

Interpellanza numero 456. Invito il depu­tato segretario a darne lettura.

GENNA,» segretario:

« Al Presidente della Regione e alVAs­sessore alla sanità, per conoscere la situa­zione che si é determinata all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento secondo ®informazioni di stampa, fondamentalmente-

1) al fatto che la Commissione ciale di controllo ha annullato la delibera

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Resoconti Parlamentari — 2967 Assemblea Regionale Siciliana

VII L egisla tu r a CCCXCVII SEDUTA 10 Dicembre 1975

del Consiglio di amministrazione per l’ac­quisto mensile dei medicinali occorrenti;

2) alla mancata approvazione del bilancio 1975 inspiegabilmente giacente presso l’As­sessorato alla sanità;

3) alla paralisi dei reparti di ortopedia e radiologia;

4) ad un contrasto pressocchè permanente tra il Consiglio di amministrazione e gli organi di controllo.

La situazione è arrivata ad un punto tale di gravità per cui gli amministratori mi­nacciano la chiusura dell’ospedale qualora non dovessero essere rimossi gli ostacoli che ne impediscono il regolare funzionamento » (456) {Gli interpellanti chiedono lo svolgi­mento con urgenza).

Russo Michelangelo - Lau-RICELLA - TORTORICL

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’ono­revole Russo Michelangelo, per illustrare la interpellanza.

RUSSO MICHELANGELO. Mi rimetto al testo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’ono­revole Assessore alla sanità, per rispondere alla interpellanza.

GULOTTA, Assessore alla sanità. Onore­voli colleghì, in merito alTinterpellanza pre­sentata dagli onorevoli Michelangelo Russo, Lauricella e Tortorici, concernente l’irrego­lare funzionamento dell’ospedale San Gio­vanni di Dio di Agrigento, comunico quanto segue: L’amministrazione dell’ospedale anzi­detto aveva presentato alla Commissione pro­vinciale di controllo di Agrigento la delibera di acquisto di medicinali necessari al fabbi­sogno dell’ospedale per i mesi di agosto e settembre. Il predetto organo di controllo, ella considerazione che la spesa impegnata

<on la citata delibera aveva superato lo stanziamento di bilancio rispetto aU’eserci- zio 1974, aveva provveduto alTannullamento ‘®1 detto. atto deliberativo. Per superare °gni remora ha autorizzato l’ente ospeda-

San Giovanni di Dio ad utilizzare i dodicesimi del bilancio del 1975 per far uonte alle impellenti necessità del nosoco­

mio. Per quanto attiene alla lamentata man­cata approvazione del bilancio 1975, come per tutti gli ospedali della Sicilia, comunico agli onorevoli interpellanti che il bilancio dell’ospedale dianzi menzionato è stato evaso in data 2 dicembre 1975 dalla Giunta di governo e della relativa somma assegnata è stata data comunicazione ai singoli enti con lettera raccomandata espresso del 4 dicem­bre 1975.

Per quanto riguarda i reparti di ortopedia e radiologia, da indagini effettuate non ri­sulta che gli stessi siano nella situazione di paralisi asserita dagli onorevoli interpellanti; è emerso soltanto che nello scorso mese di settembre sono momentaneamente mancate le lastre per effettuare gli esami radiografici. A maggior chiarimento di quanto prepara­tomi dagli uffici, preciso che la legge nu­mero 27 del giugno 1975, in recepimento della legge numero 386, autorizza l’Asses­sore regionale alla sanità ad accreditare agli ospedali il 70 per cento di un dodicesimo rapportato al bilancio preventivo 1974. Per qualche ospedale — come l’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento — si è ve­nuta a determinare la situazione che il do­dicesimo su alarne voci non era più con­gruo, per cui gli amministratori dell’ospe­dale sono venuti all’Assessorato ed io ho autorizzato, assumendomi piena responsabi­lità, ad acquistare medicine al di fuori del 70 per cento del dodicesimo, con lettera. Ecco perché si è creata questa disfunzione, sia per i medicinali che per le lastre radiografiche.

D’altro canto, la Commissione provinciale di controllo era legittimata a bocciare la de­libera in quanto era al di fuori del 70 per cento del dodicesimo. Solo che gli ammini­stratori, prima di fare la delibera, avrebbero dovuto avere l’accortezza di fare quello che han fatto dopo, cioè di ottenere dall’Asses­sorato la deroga come fatto eccezionale. Mi pare, pertanto, che, sia da parte della Com­missione provinciale di controllo che da par­te deli:Assessorato, sia stata regolarmente applicata la legge numero 27.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’ono­revole Russo Michelangelo, per dichiarare se sia soddisfatto della risposta dell’Asses­sore.

RUSSO MICHELANGELO. Signor Presi­

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Resoconti Parlamentari — 2968 Assemblea Regionale Siciliana

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dente, onorevoli colleghi, io credo che l’in- formazione fornita dall’Assessore alla sanità possa essere soddisfacente dal punto di vista dello scopo che l’interpellanza voleva otte­nere, che era quello, appunto, di sollecitare l’approvazione del bilancio che, come ha co­municato l’Assessore, è avvenuta in data 2 dicembre, ed inoltre di segnalare una di­sfunzione. Infatti, quali che siano le respon­sabilità degli amministratori, noi ci siamo preoccupati del fatto che l’ospedale San Gio­vanni di Dio improvvisamente veniva a tro­varsi senza medicinali e senza quel mate­riale tecnico necessario per fare funzionare, intanto, il reparto di radiologia. Ripeto, lo scopo deH’interpellanza era quello di rilevare queste inadempienze sia del consiglio di am­ministrazione, sia dell’Assessorato, sia della Commissione provinciale di controllo. Nel momento in cui questi adempimenti sono stati esplicati da parte dell’Assessore alla sanità, vengono a cessare i motivi che ci hamro indotto a presentare l’interpellanza stessa.

PRESIDENTE. Si passa alla interpellanza numero 460;

« Al Presidente della Regione e all’Asses­sore alla sanità, per conoscere quali inizia­tive siano state adottate o quali si intendono adottare per far fronte alla gravissima situa­zione di pericolo rappresentata dal moltipli­carsi in tutte le province siciliane delle affe­zioni da enterobatteri ed enterovirus e, in particolare, della salmonellosi.

Le diecine di casi di salmonellosi accertati con indagini batteriologiche, nei comuni di Palermo, Casteltermini, Siculiana, Sciacca, Agrigento, Gela, Enna, Villarosa, Vittoria, Ragusa, Trapani, eccetera, nonché le centi­naia di altri sospettati e non documentabili per le note deficienze di attrezzature tecnico­diagnostiche ed organizzative delle strutture sanitarie, testimoniano, infatti, della perico­losità delle condizioni igieniche, sociali, eco­nomiche e ambientali, che tanta parte e re­sponsabilità hanno negli alti tassi di inci­denza delle malattie a trasmissione oro-fecale, in permanente ascesa in Sicilia, nonché sui tassi di mortalità infantile, i cui livelli nel­l’Isola autorizzano la configurazione della ipotesi di ” genocidio colposo ”.

Per conoscere, altresì se non ritengono urgente e indifferibile, proprio in conside­

razione dei ricorrenti rischi di mortalità epi­demiche cui sono esposte le popolazioni sici­liane e in particolare la popolazione infantile, la predisposizione dei progetti-obiettivo, in esecuzione del ” Programma di utilizzazione delle risorse finanziarie della Regione ”, ap­provato dall’Assemblea regionale siciliana il 13 marzo 1975, strumenti essenziali per un intervento programmatico nel settore delle infrastrutture igienico-sanitarie e, specifica­tamente, per reti fognanti, impianti di de­purazione e di smaltimento dei rifiuti solidi, per la gestione coordinata del patrimonio idrico, per l’organizzazione di adeguate ed efficienti reti acquedottistiche e di reti idri­che interne, atteso che tali interventi, insie­me alle misure di ristrutturazione e riqua­lificazione deU’intervento sanitario preventivo e curativo, rappresentano le uniche inizia­tive capaci, in sostituzione degli interventi- tampone cui si fa abituale ricorso, di fugare definitivamente i pericoli di epidemia e di morte, che incombono permanentemente sul­le popolazioni siciliane ».

Arnone - De P asquale - Ca- GNES - Careri - Basso - Mes­sina - Carosia - Giubilato - Tortorici - Marioli.

Pia facoltà di parlare l ’onorevole Arnone, per illustrare l ’interpellanza.

ARNONE. Onorevole Presidente, ritengo doveroso, anche se brevemente, illustrare la interpellanza, proprio per la natura e l’at­tualità della stessa. E’ stata presentata, in­fatti, il 3 ottobre, cioè in uno dei momenti più drammatici della nostra vita nazionale e isolana, contrassegnata dalla paura di una grave malattia infettiva: la salmonellosi, che trovava ancora una volta, come era avve­nuto per il colera, la nostra Regione in una condizione di debolezza dal punto di vista strutturale ed organizzativo per affron­tare un problema di questa natura.

Presidenza del Vice Presidente MANGIONE

La salmonellosi esplosa ad Avellino,_ si era diffusa, anche se in maniera endemica, in tutte le regioni italiane, giungendo anche in Sicilia. Ad Agrigento erano stati accerta 1

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tre casi, a Gela era stata rinviata l’apertura delle scuole e si era verificato il caso mor­tale di una bambina di nove mesi, Nicastro Fortunata. Altri casi si registravano a Tra­pani; le dichiarazioni dei medici provinciali erano drammatiche. Il medico provinciale di Agrigento affermava testualmente: « se non succede niente saremo fortunati ». Da c[ue- sta motivazione era nata l’interpellanza. Non avrei fatto perdere tempo aH’Assemblea chie­dendo di illustrare, anche se brevemente, la interpellanza, se nel frattempo non ci fossi­mo trovati di fronte ad un altro episodio, al­trettanto drammatico: l’epidemia di tifo che ha colpito alcune province siciliane e par­ticolarmente la città di Caltanissetta. Da notizie documentate apprendiamo che i casi ammontano ad una sessantina. Ed è proprio questo il motivo che mi ha spinto ad illu­strare l’interpellanza.

La situazione igienico-sanitaria della città di Caltanissetta, così come di tutti i comuni siciliani, è ormai pervenuta al limite della tollerabilità, assumendo un carattere di estre­ma pericolosità; il panico si sta diffondendo tra tutte le categorie sociali. Interi quar­tieri sono quelli colpiti dall’epidemia che si estende verso la periferia. La popolazione versa in uno stato di terribile ansia; alcune scuole sono state chiuse, gli studenti di altre scuole sono in sciopero perché pretendono che si affrontino i problemi deH’igiene della città e quelli della protezione della salute.

Analoga situazione si verifica in altre pro­vince. Nella città di Agrigento i casi di epatite virale si vanno moltiplicando: negli ultimi due mesi ne sono stati registrati ven­tiquattro. Il medico provinciale di Agrigento, dottor Tuttolomondo, proprio stamane ha di­chiarato che nell’agrigentino sussistono tutte le premesse perchè possa scoppiare una epi­demia. Ha denunciato alcune condizioni dranrmatiche, quali quelle della melma che e presente nei serbatoi comunali, dei rifiuti disseminati ovunque per il disservizio della nettezza urbana, delle fognature e acquedotti disposti irrazionalmente, della erogazione dell’acqua che viene distribuita con il ritmo di una volta ogni quattro giorni. Ed è già qualcosa rispetto a quindici giorni fa, in cui derogazione dell’acqua avveniva solo una ^olta ogni otto giorni. Più volte in questa Assemblea sono state segnalate situazioni del ditto anormali.

E’ noto che i comuni del massiccio etneo si servono di pozzi a perdere ricavati dallo stesso e che i comuni a valle, compresa la città di Catania, dipendono, per quel che riguarda l’approvvigionamento idrico, dalla utilizzazione di falde del massiccio. E dal momento che si registra una riduzione delle capacità ossidanti naturali delle acque, il pericolo della diffusione di epidemie nei comuni della provincia di Catania e nella stessa città è assolutamente elevato. Del resto non è un fenomeno di cui si è parlato soltanto nel passato, ma recentemente l’As­sociazione idrotecnica italiana in un conve­gno tenuto a Catania denunciava questa con­dizione.

Poco tempo addietro questa Assemblea re­gionale, nell’ambito delle sue attività ispet­tive, ha avuto occasione di discutere la mo­zione presentata da un gruppo di deputati della provincia di Trapani, in cui si chiede­vano interventi urgenti igienico-sanitari per quella città che andava incontro a pericoli gravissimi: erano stati registrati 51 casi di tifo e 77 di epatite.

Questa è la situazione, onorevole Presi­dente ed onorevoli colleghi, che è stata de­scritta negli stessi termini drammatici anche nelle relazioni che il Governo ha presentato innanzi al Parlamento. Voglio ricordare qui che il 28 settembre 1973, l’allora Ministro della sanità Gui leggeva al Senato la rela­zione sulle strutture igienico-sanitarie, dopo un esame altamente drammatico, concluden­do che il sistema fognante era in grado di servire nel territorio nazionale solo il 66 per cento degli abitanti e il grado di efficienza in alcune regioni meridionali si riduceva del 57-58 per cento. Queste sono le medie na­zionali; è noto che queste medie nazionali devono essere ulteriormente abbassate per quanto riguarda la Regione siciliana. Il Mi­nistero della sanità precisava che neH’intero Paese, per quanto attiene ai depuratori, ne erano stati impiantati soltanto per un terzo delle fogne, ed erano utilizzati soltanto per il trattamento primario, che, come è noto, dà una bonifica del liquame assai ridotta. Per quanto riguarda i rifiuti, il Ministro della sanità denunciava che in tutto il territorio nazionale soltanto il 45 per cento era cor­rettamente smaltito e che nel sud questa percentuale si riduceva al 28 per cento. Dall’esame di questi dati statistici che si

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riferiscono all’intero territorio nazionale, è ovvio che se dobbiamo considerare qual è la situazione nella nostra regione, dobbiamo calcolare indici che sono assai più dramma­tici di quelli già drammatici denunciati dal Ministro della sanità.

Onorevole Presidente, nella mia interpel­lanza ho voluto porre in rilievo una delle conseguenze più tristi di questo stato di cose: la mortalità infantile che raggiunge livelli vergognosi e che può configurarsi, se dovessimo dare una definizione, come un vero e proprio genocidio colposo. Il meri­dione paga la propria condizione di arre­tratezza e la paga nei termini più penosi che si possano considerare. Esistono due Italie (più volte è stato detto nei vari con­vegni, nei dibattiti, ed è stato detto qui, in questa Assemblea regionale): un’Italia,che è quella del centro e quella del nord, con tassi di mortalità infantile del 28,3 per mille e un’Italia, che è quella nostra, del Mezzogiorno e delle Isole, i cui tassi di mortalità sono del 42,2 per mille. E se ci recassimo, come qualche studioso è riu­scito a fare, in alcuni quartieri popolari di Palermo o di Gela, troveremmo tassi di mor­talità infantile ancora più alti di quelli già drammatici che risultano dalle statistiche ufficiali. Si va al di là del 50 per mille.

Nei quartieri di Gela, invasi dai topi, dai parassiti, le condizioni dell’infanzia sono ter­ribili, drammatiche.

Nel 1971 in Italia c’è stato un numero di casi di tifo e di paratifo superiore a cjuelli di tutti i Paesi d’Europa messi insie­me. Nel rapporto sulla situazione sociale del Paese del 1968, effettuato dal Consiglio na­zionale dell’economia e del lavoro, leggiamo che in Italia muoiono per malattie infettive e per gastroenteriti tanti bambini al di sotto di un anno di età qucinti non ne muoiono in tutto il resto d’Europa.

Sono dati, questi, scandalosi, sono dati di fronte ai quali le forze politiche, il Governo, e noi tutti, abbiamo il dovere di assumere le proprie responsabilità per scegliere le strade da seguire per affrontare questo pro­blema.

Certo, per quello che riguarda le epi­demie, vi sono degli interventi di emer­genza, quasi sempre carenti. Per citare un esempio, faccio osservare che nella città di Caltanissetta la popolazione è riuscita a sa­

pere di essere in balìa di una epidemia di tifo che andava diffondendosi soltanto dalla stampa, perchè gli uffici comunali non sono intervenuti in tempo, hanno registrato la situazione e l’hanno mantenuta quasi se­greta.

Sono avvenuti ritardi nel controllo delle acque, per cui il medico provinciale di Cal­tanissetta è stato costretto nei primi di no­vembre ad inviare una circolare a tutti gli ufficiali sanitari, ricordando che era neces­sario procedere a controlli sulla potabilità batteriologica dell’acqua più volte al giorno, e di far pervenire questi risultati e regi­strarli su apposito registro. Si tratta di omis­sioni su cui riteniamo che l’Assessarato della sanità debba intervenire, per impedire che si verifichino ancora. Queste sono alcune ca­renze, ma la sostanza è che tutta la strut­tura di medicina pubblica è debole. Ci tro­viamo in difficoltà, spesso, a mettere sotto accusa ufficiali sanitari o medici provinciali, nel momento in cui registriamo che i ser­vizi di vigilanza igienica comunale sono ca­renti, così come risulta dal censimento che l’Assessorato regionale della sanità ha vo­luto recentemente fornire alla Commissione legislativa, dal quale risulta che su 378 co­muni, ben 161, e cioè il 42,9 per cento, risultano sprovvisti persino di locali desti­nati all’ufficio di igiene comunale. Quando dobbiamo riscontrare che il personale in servizio presso gli uffici di igiene è costi­tuito di 877 unità, di cui 343 medici, men­tre mancano del tutto le categorie inter­medie, cioè gli assistenti sanitari, le infer­miere professionali, gli assistenti sociali; quando per alcune categorie è da registrare, così come avviene per i disinfettori, che la carenza degli uffici comunali e provinciali ascende addirittura al 92,6 per cento, è ovvio che in una situazione del genere è difficile organizzare una difesa contro le malattie, è difficile organizzare una prote­zione. Siamo dinanzi a carenze strutturali che vedono» fogne di costruzione del periodo borbonico, reti idriche che devono essere ancora rifatte, programmi di rifacimento che durano da anni e che non vengono ancora attuati. Per questo motivo, assieme' all’ono­revole Cagnes ed altri, avevamo presentato una interrogazione per chiedere quale atteg­giamento avesse il Governo nei confronti dello Stato che attraverso il Ministero dei

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lavori pubblici nega finanziamenti per reti idriche, per reti fognanti alle regioni, della Cassa per il Mezzogiorno che ha negato ■ulteriori finanziamenti per questi interventi; ed era importante conoscere quali iniziative la Regione siciliana si proponeva di attuare per costringere lo Stato ad assolvere a tutti i suoi doveri nei confronti delle Regioni meridionali ma soprattutto della Sicilia, con­dannata ad una condizione di minorità in uno dei settori più delicati della vita col­lettiva, quale il settore igienico-sanitario.

A questo punto. Tunica proposta che ab­bia un significato è quella di affrontare in maniera organica un problema di siffatte dimensioni, così come del resto propone il documento approvato dalTAssemblea regio­nale il 13 marzo del 1975, cioè il progranmia di utilizzazione delle risorse finanziarie della Regione. Il quale prevede un progetto obiet­tivo che affronti le infrastrutture igienico- sanitarie e specificatamente il settore delle reti fognanti, degli impianti di depurazione e di smaltimento dei rifiuti solidi, la ge­stione coordinata del patrimonio idrico, l’or­ganizzazione di adeguate ed efficienti reti acquedottistiche e reti idriche interne. Un piano che comporterà certamente la mobi­litazione di ingenti risorse regionali, ma at­traverso il quale si deve chiedere allo Stato di intervenire con propri fondi per far fronte a situazioni di carenza secolari, per­chè il prezzo che le nostre popolazioni pa­gano, hanno pagato nel passato e continuano a pagare oggi, è assai elevato e assai dram­matico e le popolazioni siciliane non inten­dono assolutamente più pagarlo.

E’ evidente che una contrattazione di que­sto tipo deve collegarsi con le lotte che in questo momento si organizzano a livello di quartiere, a livello di comuni, perché le popolazioni tutte sono in ansia per i pericoli gravissimi a cui sono esposte. Ed è cjuesta l’occasione — e qui ripeto c[uello che il nostro gruppo ha ripetuto più volte — per proporre la soluzione di un problema di questa natura per affrontare e risolvere la crisi a livello nazionale.

La Sicilia oggi mette la sua ricchezza, il ®uo patrimonio, la sua volontà di rigenera­zione a disposizione di tutta la comunità, c lo fa perché è convinta che agendo in questo modo offre un’alternativa capace difar uscire tutto il paese dalla crisi in cui

versa. Riteniamo che questo sia uno dei punti su cui bisogna dirigere l’azione poli­tica della Regione, dell’Assemblea regionale, del Governo in collegamento con le lotte di una società che non accetta più di pagare il suo prezzo con la morte precoce dei suoi bambini o mediante uomini resi precoce­mente inabili dalla fatica o dagli infortuni. La Regione siciliana deve porsi alla guida di questa battaglia per chiedere allo Stato che partecipi, cosi come è suo dovere, alla azione di risanamento che essa intende at­tuare sul suo territorio, e che garantisca ad ogni cittadino le possibilità di un vivere civile.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’As­sessore alla sanità, onorevole Gulotta, per rispondere alla interpellanza.

GULOTTA, Assessore alla sanità. Onore­vole Presidente, non starò a rielencare gli indici denunziati dalTonorevole interpellante che condivido pienamente; del resto sono dati statistici, che confermano come le condizioni igienico-sanitarie della nostra Isola siano ter­ribilmente carenti.

Le nostre popolazioni sono ancora soggette a tassi molto elevati di mortalità per cause infettive, e sono esposte alle continue espe­rienze, al pericolo delle epidemie storiche. E’ una situazione sotto certi aspetti dram­matica che l’onorevole interpellante ha vo­luto mettere in evidenza e che, ripeto, è pienamente condivisa nella sostanza dal Go­verno.

E’ assolutamente necessario, quindi, rea­lizzare e potenziare tutti i provvedimenti di profilassi necessari per circoscrivere ed isolare ogni genere di malattia infettiva. L’Assessorato regionale della sanità ha sol­lecitato i comuni ed è intervenuto tramite i medici provinciali perchè, almeno a livello di pulizia dei serbatoi dell’acqua, si possa intervenire per evitare che alla carenza igienico-sanitaria delle strutture si aggiunga la negligenza degli organi preposti alla tu­tela dell’igiene.

La grave recrudescenza di forme infettive nel meridione d’Italia, gli indici sempre più elevati di morbilità infettiva, nella nostra Isola, impongono pertanto Tobbligo morale e giuridico di predisporre tutte le misure in modo da prevenire ed arginare la diffusione

^ sso c o n ti, f . 401 (500)

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delle malattie infettive. Quindi, occorre porre in essere l’adozione di provvedimenti straor­dinari destinati ad attuare urgenti interventi di profilassi igienico-sanitaria neH’Isola.

Come fatto immediato l’Assessore regionale alla sanità ha rappresentato in Giunta di governo la necessità di rifinanziare la legge regionale del 5 ottobre 1973, numero 105, la cosiddetta legge anticolerica, perchè ai comuni possa essere data la possibilità di intervenire, come fatto di emergenza, per far fronte alla situazione che è venuta fuori in seguito a quanto denunziato dall’interpel­lanza e che non sto a ripetere per brevità di tempo.

Rimane il problema di fondo legato alla necessità di sottoporre in maniera primaria all’attenzione della Regione e della Nazione intera la necessità di risolvere alla base il problema della medicina preventiva, in ge­nerale, e delle opere igienico-sanitarie in particolare. Oggi, nel momento in cui si parla in tutto il Paese della necessità di elaborare dei piani sanitari regionali che poi vanno a comporre il piano sanitario nazio­nale, ove lo Stato non intervenisse congrua- mente per risolvere alla radice questa situa­zione, noi avremmo fatto dei piani magari perfetti dal punto di vista tecnico, ma che rimarrebbero lettera morta, perché le sin­gole regioni da sole non possono assoluta- mente far fronte alle esigenze. E questo problema è ancora più grave e più vero nel meridione d’Italia, come denunziato dall’in- terpellante, nella nostra Isola.

La mia risposta, pertanto, è questa: anzi­tutto intervenire presso le amministrazioni comunali della nostra Isola, attraverso gli organi periferici, e anche centrali, dell’As­sessorato della sanità, perchè almeno si vigili assiduamente su quelle poche strutture che abbiamo, mobilitando il personale esistente. In secondo luogo che si proceda al rifinan­ziamento della legge anticolerica come fatto di intervento immediato nella nostra Re­gione. Infine, che si affronti definitivamente e si risolva il problema della rete idrica e fognante per porre fine a questo sconcio.

PRESIDENTE. Pia facoltà di parlare l’ono­revole Arnone, per dichiarare se è soddi­sfatto della risposta dell’Assessore.

ARNONE. Onorevole Presidente, onorevoli

colleglli, attendevo una risposta diversa dal­l’Assessore alla sanità, data la natura del- rinterpellanza. Infatti speravo che ci infor­masse circa le intenzioni del Governo nei rapporti tra i vari settori di competenza; a quale stadio fosse pervenuto il dibattito interno fra le varie componenti assessoriali per tentare di mettere a punto un progetto obiettivo che necessita di informazioni di varia estrazione; qual è il fabbisogno di reti idriche nuove, di finanziamenti per ri­parare o per ricostruire quelle vecchie; qual è la situazione effettiva nei vari comuni siciliani che di fatto noi non conosciamo, nè riteniamo che il Governo conosca. Noi ritenevamo che ci dovesse essere comuni­cato non dico lo stato delle cose, ma quanto meno che il Governo si accingeva ad esa­minare la situazione dei finanziamenti. Che il Governo ci dicesse che nel settore dei depuratori, degli investimenti per fogne e per reti idriche, onde assicurare la distri­buzione idrica sufficiente a tutti i comuni, erano già disponibili alcuni finanziamenti dello Stato e che si proponeva di chiedere altri finanziamenti al Ministero dei lavori pubblici e alla Cassa per il Mezzogiorno. Ci attendevamo, altresì, che il Governo ri­conoscesse quali erano stati i limiti gravi degli interventi sporadici della Cassa per il Mezzogiorno, tanto da invitare non soltanto noi comunisti, ma diverse forze politiche, a richiedere una revisione del meccanismo, proprio per ricondurre ad un’unica program­mazione, che deve essere quella regionale, un intervento di questa natura e di questa dimensione.

Non ci aspettavamo che di fronte a pro­blemi di questa natura ci venisse prean­nunciato un intervento tampone (ed indub­biamente l’Assessore alla sanità sa che si tratta di un intervento di questa natura).

Noi abbiamo più volte richiesto un prov­vedimento di rifinanziamento annuale in oc­casione della discussione del bilancio della Regione, attribuendo ad esso proprio il si­gnificato di un intervento parziale, che non affronta e non può affrontare il problema alla base, cioè ai fini della riorganizzazionedelle stru tture igienico-sanitarie della Sicilia> le cui carenze espongono le popolazioni a pericoli mortali.

Ecco perchè, onorevole Presidente, non sono soddisfatto. La risposta d e l l ’A s s e s s o r e

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Resoconti Parlamentari 2973 Assemblea Regionale Siciliana

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regionale alla sanità testimonia un fatto as­sai grave, nel senso che il problema non è presente al Governo nei termini in cui dovrebbe esserlo. Si continuano a conside­rare aspetti così tragici, come quello dei pericoli di morte quotidiana che incombono su ogni cittadino, come situazioni che è pos­sibile affrontare volta per volta, e non in­vece con una metodologia che, dopo avere esaminato le carenze che sono il risultato di una storia ben precisa, che è la storia deH’ultimo secolo del nostro Paese, affronti nei termini tecnici e nei termini politici adeguati la questione.

Noi riteniamo che il piano di interventi dia una indicazione molto valida. E l’accordo di fine legislatura, che le forze politiche hanno sottoscritto e che il Governo regio­nale ha dichiarato in quest’Aula di voler seguire, è l’unica strada. Ma non basta fare dichiarazioni, è necessario procedere con fatti. Occorre un censimento della situazione, un coordinamento tra le competenze, ho già detto, ma soprattutto è necessario porsi di fronte allo Stato in una situazione di piena responsabilità, richiedendo allo stesso di as­solvere i propri doveri, proponendo riforme nella spesa per il Mezzogiorno, affrontando i temi che si riferiscono alla spesa pubblica in questo settore che, ancora oggi, erro- neameiate viene definito di spesa pubblica, mentre sarebbe preferibile che fosse defi­nito investimento pubblico.

Questi ì motivi per cui ci dichiariamo insoddisfatti della risposta del Governo.

PRESIDENTE. Interpellanza numero 476, « Mantenimento in esercizio della Casa di cura ” Santa Barbara ” di Gela », a firma dell’onorevole Galatioto.

Poiché l’onorevole Galatioto non è in Aula, Tinterpellanza s’intende ritirata.

La seduta è rinviata a domani, giovedì dicembre 1975, alle ore 17,30, con il

seguente ordine del giorno:

1 ^ Comunicazioni.

■— Discussione dei disegni di legge:

1) « Proroga del finanziamento re­gionale della Facoltà di magistero di Palermo » (630 - 681/A);

2) « Provvidenze in favore del Con­solato regionale della Sicilia della Fe­derazione maestri del lavoro d’Italia » (376/A);

3) « Provvedimenti in favore del­l’Ente opera pia istituto per ciechi ” T. Ardizzone Gioeni ” di Catania per il funzionamento dell’Istituto pro­fessionale per ciechi ” T. Ardizzone Gioeni ” di Catania » (690/A) (se- guitó).

IH — Votazione finale dei disegni di legge:

1) « Nuove norme per l’incentiva­zione dell’attività edilizia delle coo­perative nella Regione » (746/A);

2) « Norme per il collocamento a riposo degli ufficiali sanitari e dei sa­nitari condotti in servizio nella Re­gione siciliana » (602/A);

3) « Proroga dei termini per la pre­sentazione della richiesta di sussidi di cui alla legge 31 dicembre 1974, nu­mero 60 » (753/A);

4) « Aumento dei contributi per la assistenza sanitaria generica e farma­ceutica ai commercianti e per l’assi­stenza farmaceutica agli artigiani e modifiche alla legge regionale 31 lu­glio 1970, numero 26 » (650/A);

5) « Provvidenze in favore della pesca e dei lavoratori del mare di Mazara del Vallo » (756/A);

6) « Modifica alla legge regionale 16 agosto 1975, numero 67, recante provvedimenti per la scuola materna in Sicilia » (754/A).

La seduta è tolta alle ore 19,30.

D A L S E R V IZ IO R E S O C O N T I

Il DirQttorz

Doti. Giovanni Bilione

A rti G ra f ic h e A. R E N N A - P a le rm o