microcitemia: perché no? a piedi nudi sulla oliceobelvedere.gov.it/documenti/babel aprile...

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N on sempre le anomalie genetiche segnalano un difetto del nostro organi- smo. A volte si innesca un mec- canismo di autoconservazione intrinseco nel nostro DNA. La microcitemia è una riduzione o assenza totale delle catene del- l'emoglobina (proteina contenu- ta nei globuli rossi). Le catene determinano la forma dei globu- li rossi assimilabili generalmen- te ad una struttura circolare con- cava; nel caso dei microcitemici, invece, tale struttura si presenta ridotta. Questo potrebbe causa- re un affaticamento della milza e di conseguenza il suo malfun- zionamento, carenza o accumu- lo di ferro, ed una serie di pro- blematiche di diversa entità. Ta- le modificazione si è diffusa nelle zone malariche (Africa, America del sud, Italia cen- tro-meridionale, Asia) in ri- sposta all'epidemia che da se- coli decimava intere popola- zioni. Il parassita della mala- ria nei soggetti microcitemici non arriva ad attecchire data la particolare forma globula- re. Quindi una mutazione che a primo impatto può sembra- re dannosa in realtà è puro istinto di sopravvivenza. ANNO 4 - NUMERO 2 - APRILE 2013 pagina 1 Elisa Bianco La classe IV A A piedi nudi sulla neve. C on grande orgoglio da parte dello staff e delle docenti referenti, Ba- bel viene premiato, per il secon- do anno di seguito, dall'ordine nazionale dei giornalisti. Quest'anno, però, la soddisfazione è doppia: infatti la redazione di Babel, ol- tre a distinguersi nella sezione "giornale cartaceo", viene premiata nella sezione speciale "giornale online" per la WEB TV. Unica scuola in Italia a fregiarsi di un tale primato. Ma gli allievi dei licei non deludono nemmeno sul fronte scientifico. Conquistano, infatti, la medaglia di bronzo alla XXIX olimpiade di mate- matica ben 5 studenti del nostro istitu- to. Anna Maria Laino, Francesco Branda, Angela Oliva, Annarita Argirò e Annari- ta Ierardi verranno premiati il 20 Aprile 2013 presso il teatro Sybars di Castro- villari. Elisa Bianco O gni anno, in media, si sprecano 1.860 ore, 111.600 minu- ti, 6.696.000 secondi a causa dei rimpianti, dei ri- morsi, dei “se” e dei “ma” che non danno tregua co- me una goccia cinese, che soffocano come un cap- pio. E senza accorgersene il tempo passa e ci si ritro- va con ulteriori rimpianti, rimorsi, “se” e “ma”. Ar- riva un momento, però, in cui il rumore continuo di quella goccia diventa in- sopportabile, il cappio troppo stretto al collo. Tut- to comincia a girare, qua- si si fosse ubriachi. Ubria- chi di occasioni perdute, di occhi lucidi dietro gli occhiali da sole, ubriachi di tempo sprecato, ubria- chi di quel caldo afoso che si sente nell’aria quando è franta l’armonia con il mondo intero. Freddo. C’è bisogno di freddo. C’è bi- sogno di chiudere quel ru- binetto, di togliersi quella corda dal collo. C’è biso- gno di tornare. Di tornare a se stessi. Di tornare a re- spirare. C’è bisogno di correre. Di correre, urlare e cantare a squarciagola, di piangere di gioia, di ri- dere di gusto. C’è bisogno di stare scalzi per sentire, per sentirci. Ed è bene che si inizi a correre. Anche sulla neve.Perché di vita se ne ha a disposizione una sola e ancora la Apple non ha inventato il tasto “rewind” per gli esseri umani. I licei di Belvedere fanno SCACCO MATTO. Microcitemia: perché no? L a mente è un computer. Può assorbire dati di con- tinuo, li elabora, li orga- nizza. E’ in grado di acquisirli da fattori esterni così come di crearli da sé. Se l’insegnamento consistesse nel trasferire dati dalla mente di chi sa alla mente di chi deve imparare, i computer sostituirebbero i maestri all’i- stante. Non basta effettuare quello che, in linguaggio infor- matico, chiamasi “copia & in- colla”, non basta ripetere le fra- si ascoltate durante la spiegazio- ne ad una interrogazione, non basta imparare formule a me- moria se poi la mente è colma di concetti che non permeano la quotidianità. Oggi funziona co- sì: l’insegnante ha le informa- zioni che lo studente necessita, le riceve ed al momento giusto le inoltra nuovamente all’inse- gnante, che a sua volta giudica le “competenze” dell’allievo. Se lo scopo fosse così prettamente meccanicistico sarebbe troppo semplice, l’insegnamento va ol- tre. Il compito non è solo quello di riempire la memoria di un computer con arzigogolii e afo- rismi, al contrario è in grado di sostituire, in un computer, il mo- tore di ricerca: quello che fa rie- mergere le conoscenze.Quei file dimenticati o dispersi che l’a- lunno archivia disordinatamen- te, l’insegnante può ripescarli, digitando quelle poche lettere per riesumare i dati che servo- no. Tra questi, può riparare quel- li danneggiati, restituendo all’o- riginale funzionalità e con ciò il massimo del potenziale; può di ogni ‘file’ metterne in mostra i dettagli, riesce nell’approfondi- mento per poter mettere tutto nero su bianco, è in grado di uni- re quelli superflui in solitudine e di dividere ciò che è buono da ciò che è male, ciò che accelera o rallenta le prestazioni del com- puter, il processo mentale, come se fosse un antivirus. Le funzio- ni sono molteplici, non si limita alla didattica ma influisce anche nel modo di agire, nella velociz- zazione di specifici meccanismi. Tutto ciò esige una situazione indispensabile: la volontà del- l’alunno. La predisposizione del discepolo nell’apprendere e nel crescere grazie alle conoscenze. L’alunno deve permettere al pro- prio maestro di mettere le mani sul proprio computer, di scan- sionarlo, perché nel tempo in cui l’alunno studia una materia l’in- segnante studia i suoi alunni. Non esiste mentore senza fidu- cia dell’allievo, per produrla il maestro deve presentarsi nel mi- glior modo possibile, non deve piegarsi agli alunni e neppure far piegare gli alunni ad esso. Serve un equilibrio nell’ambiente tale che più computer possano ali- mentarsi contemporaneamente senza far andare via la luce, evi- tando il sovraccarico. Un buon equilibrio inibisce i blackout mentali, poiché può essere peri- coloso un sovraccarico per l’ec- cesso di tensione, ma lo è ancor di più un dispositivo che resta sempre spento, nonostante la ca- rica che l’insegnante possa dare ad un alunno all’apparenza fer- mo. Ma l’alunno non è sempre pa- rassita del maestro, deve so- pravvivere anche senza essere alimentato sempre e solo da lui, anzi, fin quando lo è, deve ac- cumulare con preziosità quel tempo di autonomia, per restare attivo senza una fonte di ener- gia a caricarlo, imparare ad es- sere lui stesso fonte di energia. Ed una volta indipendente, ri- cordare chi è stata la sua “sche- da madre”. Quando il Doceo scrive sul Disco Quale valore ha l’insegnamento oggi? Raffaele Cianni BABEL: due volte BENE il VENTO.

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Non sempre le anomaliegenetiche segnalano undifetto del nostro organi-

smo. A volte si innesca un mec-canismo di autoconservazioneintrinseco nel nostro DNA. Lamicrocitemia è una riduzione oassenza totale delle catene del-l'emoglobina (proteina contenu-ta nei globuli rossi). Le catene determinano la forma dei globu-li rossi assimilabili generalmen-te ad una struttura circolare con-cava; nel caso dei microcitemici,invece, tale struttura si presentaridotta. Questo potrebbe causa-re un affaticamento della milza edi conseguenza il suo malfun-zionamento, carenza o accumu-lo di ferro, ed una serie di pro-blematiche di diversa entità. Ta-

le modificazione si è diffusanelle zone malariche (Africa,America del sud, Italia cen-tro-meridionale, Asia) in ri-sposta all'epidemia che da se-coli decimava intere popola-zioni. Il parassita della mala-ria nei soggetti microcitemicinon arriva ad attecchire datala particolare forma globula-re. Quindi una mutazione chea primo impatto può sembra-re dannosa in realtà è puroistinto di sopravvivenza.

ANNO 4 - NUMERO 2 - APRILE 2013 pagina 1

Elisa Bianco

La classe IV A

A piedi nudi sullaneve.

Con grande orgoglio da parte dellostaff e delle docenti referenti, Ba-bel viene premiato, per il secon-

do anno di seguito, dall'ordine nazionaledei giornalisti. Quest'anno, però, la soddisfazione èdoppia: infatti la redazione di Babel, ol-tre a distinguersi nella sezione "giornalecartaceo", viene premiata nella sezionespeciale "giornale online" per la WEBTV. Unica scuola in Italia a fregiarsi diun tale primato.

Ma gli allievi dei licei non deludononemmeno sul fronte scientifico. Conquistano, infatti, la medaglia dibronzo alla XXIX olimpiade di mate-matica ben 5 studenti del nostro istitu-to.Anna Maria Laino, Francesco Branda,Angela Oliva, Annarita Argirò e Annari-ta Ierardi verranno premiati il 20 Aprile2013 presso il teatro Sybars di Castro-villari.

Elisa Bianco

Ogni anno, in media,si sprecano 1.860ore, 111.600 minu-

ti, 6.696.000 secondi acausa dei rimpianti, dei ri-morsi, dei “se” e dei “ma”che non danno tregua co-me una goccia cinese, chesoffocano come un cap-pio. E senza accorgerseneil tempo passa e ci si ritro-va con ulteriori rimpianti,rimorsi, “se” e “ma”. Ar-riva un momento, però, incui il rumore continuo diquella goccia diventa in-sopportabile, il cappiotroppo stretto al collo. Tut-to comincia a girare, qua-si si fosse ubriachi. Ubria-chi di occasioni perdute,di occhi lucidi dietro gliocchiali da sole, ubriachidi tempo sprecato, ubria-chi di quel caldo afoso chesi sente nell’aria quando èfranta l’armonia con ilmondo intero. Freddo. C’èbisogno di freddo. C’è bi-sogno di chiudere quel ru-binetto, di togliersi quellacorda dal collo. C’è biso-gno di tornare. Di tornarea se stessi. Di tornare a re-spirare. C’è bisogno dicorrere. Di correre, urlaree cantare a squarciagola,di piangere di gioia, di ri-dere di gusto. C’è bisognodi stare scalzi per sentire,per sentirci. Ed è bene chesi inizi a correre. Anchesulla neve.Perché di vitase ne ha a disposizioneuna sola e ancora la Applenon ha inventato il tasto“rewind” per gli esseriumani.

I licei di Belvedere fanno SCACCO MATTO.

Microcitemia: perché no?

La mente è un computer.Può assorbire dati di con-tinuo, li elabora, li orga-

nizza. E’ in grado di acquisirlida fattori esterni così come dicrearli da sé. Se l’insegnamentoconsistesse nel trasferire datidalla mente di chi sa alla mentedi chi deve imparare, i computersostituirebbero i maestri all’i-stante. Non basta effettuarequello che, in linguaggio infor-matico, chiamasi “copia & in-colla”, non basta ripetere le fra-si ascoltate durante la spiegazio-ne ad una interrogazione, nonbasta imparare formule a me-moria se poi la mente è colma diconcetti che non permeano laquotidianità. Oggi funziona co-sì: l’insegnante ha le informa-zioni che lo studente necessita,le riceve ed al momento giustole inoltra nuovamente all’inse-gnante, che a sua volta giudicale “competenze” dell’allievo. Se

lo scopo fosse così prettamentemeccanicistico sarebbe tropposemplice, l’insegnamento va ol-tre. Il compito non è solo quellodi riempire la memoria di uncomputer con arzigogolii e afo-rismi, al contrario è in grado disostituire, in un computer, il mo-tore di ricerca: quello che fa rie-mergere le conoscenze.Quei filedimenticati o dispersi che l’a-lunno archivia disordinatamen-te, l’insegnante può ripescarli,digitando quelle poche lettereper riesumare i dati che servo-no. Tra questi, può riparare quel-li danneggiati, restituendo all’o-riginale funzionalità e con ciò ilmassimo del potenziale; può diogni ‘file’ metterne in mostra idettagli, riesce nell’approfondi-mento per poter mettere tuttonero su bianco, è in grado di uni-re quelli superflui in solitudine edi dividere ciò che è buono daciò che è male, ciò che accelera

o rallenta le prestazioni del com-puter, il processo mentale, comese fosse un antivirus. Le funzio-ni sono molteplici, non si limitaalla didattica ma influisce anchenel modo di agire, nella velociz-zazione di specifici meccanismi.Tutto ciò esige una situazioneindispensabile: la volontà del-l’alunno. La predisposizione deldiscepolo nell’apprendere e nelcrescere grazie alle conoscenze.L’alunno deve permettere al pro-prio maestro di mettere le manisul proprio computer, di scan-sionarlo, perché nel tempo in cuil’alunno studia una materia l’in-segnante studia i suoi alunni.Non esiste mentore senza fidu-cia dell’allievo, per produrla ilmaestro deve presentarsi nel mi-glior modo possibile, non devepiegarsi agli alunni e neppure farpiegare gli alunni ad esso. Serveun equilibrio nell’ambiente taleche più computer possano ali-

mentarsi contemporaneamentesenza far andare via la luce, evi-tando il sovraccarico. Un buonequilibrio inibisce i blackoutmentali, poiché può essere peri-coloso un sovraccarico per l’ec-cesso di tensione, ma lo è ancordi più un dispositivo che restasempre spento, nonostante la ca-rica che l’insegnante possa daread un alunno all’apparenza fer-mo.Ma l’alunno non è sempre pa-

rassita del maestro, deve so-pravvivere anche senza esserealimentato sempre e solo da lui,anzi, fin quando lo è, deve ac-cumulare con preziosità queltempo di autonomia, per restareattivo senza una fonte di ener-gia a caricarlo, imparare ad es-sere lui stesso fonte di energia.Ed una volta indipendente, ri-cordare chi è stata la sua “sche-da madre”.

Q u a n d o i l D o c e o s c r i v e s u l D i s c oQ u a l e v a l o r e h a l ’ i n s e g n a m e n t o o g g i ?

Raffaele Cianni

BABEL: due volte BENE i l VENTO.

Giorno 20/10/13 pressol’aula polifunzionaledella chiesa “Maria

Santissima del rosario di Pom-pei” si è svolta la terza edizio-ne della Festa delle Matricole.All’evento, coordinato dalledocenti Corcione e Cairo, han-no partecipato gli alunni dei“Licei Tommaso Campanel-la”, che, attraverso esibizionicanore, musicali e coreutichehanno animato la mattinata.Tra gli ospiti, Massimo Raffo

presidente del consiglio co-munale di Belevedere Maritti-mo, Fabrizia Arcuri referentedel progetto “ Nuvola Verde”e la dirigente MariagraziaCianciulli che ha aperto la ma-nifestazione con un calorososaluto ai ragazzi. La professo-ressa Daniela Calomino hamostrato il video di presenta-zione della scuola realizzatoda Antonello Marino con lacollaborazione della redazionedi Babel, utilizzato negli in-

contri di orientamento dellescuole secondarie di primogrado. La rappresentante d’i-stituto Elisa Bianco ha letto ilgiuramento che i tutor hannopronunciato nei confronti del-le matricole. Ai cinque ragazziche hanno conseguito la lodeagli esami di Stato 2012 è sta-to consegnato l’attestato dimerito.

L a n o s t r a f e s t a

Sergio D’Agostino

Il racconto de “ Le città invi-sibili” si svolge in un luogoe in un tempo non ben defi-niti, con protagonisti KublaiKan e Marco Polo che sonopiù metafore che soggettinarranti, usati come tramiti eluoghi di transito per un nar-rare di città. Queste, molte-plici, sono legate fra loro daun unico filo conduttore: trale varie città, con il loro la-sciarsi scoprire per caso e illoro svanire sepolte dall'abi-tudine, il loro espandersi,con il loro essere sempreuguali e sempre diverse, illoro riscoprirsi solo attraver-so la perdita e la malinconia,se ne scorge sempre una so-la,che le contiene tutte e checi è familiare, ovvero quella

di nascita,di partenza. E sono piccole verità, quel-le sulle città, che al centromettono l'uomo e il suo for-giarle a propria immagine esomiglianza, riscoprendosolo in vecchiaia come inmodo unico e irripetibileuna città si leghi all'espe-rienza, alla storia dell'uomoe di vita.Lo stesso Marco Polo èsimbolo dell'uomo errante edel suo viaggiare e ritrovarese stesso e ciò che avrebbepotuto essere. Accorgendo-si, ormai vecchio, che ognicittà è una strada percorsa eogni luogo è una città pro-babile persa nel labirintodelle possibilità.

Sara Maulicino

Giorno 2 febbraio 2013si è tenuto presso “ILicei Tommaso Cam-

panella” di Belvedere Maritti-mo un incontro con i docentidell’Università degli studi diModena – Reggio Emila, laprofessoressa Angela Albane-se e il professore Franco Nasi.La prima parte della conferen-za, che ha interessato unica-mente le classi quarte, è statapresieduta dalla professoressa

Albanese che, brevemente, haintrodotto il capolavoro di Ba-sile, “Lo Cunto de li Cunti”,soffermandosi sull’analisi esull’evoluzione negli anni del-la fiaba di Cenerentola, de-scritta dallo stesso Basile co-me “assassina”. Si tratta diuna visione differente rispettoalla classica storia per bambi-ni, che fonda le sue radici nel-le tradizioni popolari del tem-po. La conferenza si è conclu-

sa con l’intervento delprofessor Franco Nasi,il quale ha fornito aglistudenti delle classiquinte utili informa-zioni riguardo la sceltae l’iscrizione all’uni-versità. Ha, inoltre,mostrato il suo lavorodi traduzione intratte-nendo gli alunni congiochi di logica e rom-picapi, offrendo, gra-

zie alla sua grandeesperienza pressol’Università di Chi-cago, una lezione in-teressante e d’impat-to.

Con il suo sorriso lieve elo sguardo intenso se neè andata una delle donneche - per rigore d'impe-gno civile e di dedizionealla ricerca e allo studio- rendono grande il no-stro paese: Rita LeviMontalcini, premio No-bel per la medicina. «Lamia vita è tanto lunga epiena di splendide cose,ma quello che importasono i valori», avevadetto per i suoi 100 annie l’unico regalo che dav-

vero desiderava era «un mon-do che creda nei valori etici» enella scienza, perché «senzascienza non c'è futuro». Ele-gante e sobria, aveva unaspetto esile dietro al qualenascondeva una personalitàfortissima con la quale af-frontò le sfide più difficili, co-me la fuga in Belgio a causadelle leggi razziali emanate daBenito Mussolini. La scienzale deve la scoperta del NGF(Nerve Growth Factor o fatto-re di crescita nervosa), unaproteina segnale coinvolta

nello sviluppo del sistemanervoso nei vertebrati e stu-diata ancora oggi per trovarela cura ad alcune delle piùgravi malattie che colpisconoil sistema nervoso, come lasclerosi laterale amiotrofica(SLA) e il morbo di Alzhei-mer. Grazie a tale scopertaconseguì il Premio Nobel, di-mostrandosi anche in questacircostanza una persona ge-nerosa e attenta agli altri; in-fatti devolse una parte del pre-mio alla comunità ebraica perla costruzione di una nuova si-

nagoga a Roma. Una donnadolce, atteggiamento pococonsono forse a una scienzia-ta, ma che su Rita non stona-va. Forse perché, diceva,«credo di avere una curiosaimmaginazione che mi per-mette di vedere quello che al-tri ignorano». Se all’occhiodella scienza serve il micro-scopio, lei ha guardato dallalente senza distogliere losguardo delle emozioni.

R i c o r d a n d o R i t a

Francesco Branda

Si chiama alienazione, ed è piùfrequente di quel che non si di-rebbe. Credere a qualcosa oqualcuno che non appartiene almondo reale, ma illudersi dellaverità di un concetto a tal pun-to da mescolarlo con la quoti-dianità. Una sorta di storylineda Sci-Fi, o da thriller psicolo-gico; il telefilm ‘Awake’ evocaun episodio traumatico che ca-tapulta la vittima in una dualitàdi realtà incompatibili tra loro,in ‘Fringe’ invece si presuppo-ne che le realtà parallele esista-no, e con esse gli effetti collate-rali sulla psiche umana. Eppu-re, sebbene queste siano solofiction, è un problema reale. Lapaura del giudizio altrui, ilcomplesso d'identità, l'insoddi-sfazione, l'insuccesso. Dettagliche sfociano in una complessavoragine, in cui l'uomo è co-

stantemente sul punto di cade-re. Vi compaiono elaboratissi-mi mondi immaginari, dove, aseconda della radice del pro-blema, l'essere umano è idolo oeroe. Dove “tragico” diventa“magico”. Ma questi non sonoche fragili castelli di carte,pronti a cadere non appena sialza un alito di vento. Il crollosubentra quando si viene sco-perti, quando qualcosa nellamente si incrina e si arriva allaconclusione che i problemi nonsono superabili attraverso un'u-topia. La ricerca della felicitàinvece è un sentiero percorribi-le solo nella realtà, dove, a la-sciarsi troppo andare, si rischiadi rimanere indietro.

Raffaele Cianni Giovanni Raffa

Giada Arcuri

Immagina, puoi.

ANNO 4 - NUMERO 2 - APRILE 2013 pagina 2

Sognare ali di cera via dalla terra di vetro “ Le città invis ibi l i “

La sorpresa di Cene … Imbrogliona

Giovanni!Raffa

Mariateresa RienteFrancesca Ugolino

Le storie del calciomercato,le statistiche di un campiona-to, le scelte dei campioni so

no tra le tante emozioni che losport regala. Eppure lo sport,come ogni gioco che si rispet-

ti, si basa su solide regole. Al-cune sono solo tecniche ed al-tre presuppongono un'etica.Lo scorso 3 gennaio a BustoArstizio, durante quella chepoteva essere archiviata comeuna semplice amichevole trala Pro Patria e il Milan, il gio-catore rossonero Kevin Prin-ce Boateng abbandona ilcampo a causa di cori razzisti,seguito dagli altri giocatori. Ilregolare svolgimento dellapartita viene interrotto per

un gesto di solidarietà verso ilcompagno, vittima di sprege-voli insulti di natura razziale.Il giudice sportivo ha sanzio-nato la Pro Patria con un tur-no a porte chiuse e ha archi-viato la situazione della squa-dra rossonera senza provvedi-menti. Resta il gesto, non ilprimo in Italia, non l’ultimonel mondo. Il calcio uniscetifosi, opinionisti, dirigenti egiocatori, mescolando inevi-tabilmente razze, lingue, tra-

dizioni e culture diverse. De-nominatore comune la diver-sità, unica alternativa ad unarealtà altrimenti statica e mo-notona.Il razzismo è figlio del man-cato rispetto. Ed il rispetto hacosì tante sfumature, tutte ne-cessarie all'interno della scalacromatica.

Gabriele AitaRaffaele Cianni

U n g i r o t u r i s t i c o . . . n e l l a s c u o l a

La stagione NBA 2012-2013 èarrivata al giro di boa. Tutte lesquadre hanno ormai giocatopiù di 45 partite. Al momento, laclassifica ad Ovest vede al co-mando i San Antonio Spurs, cheanche con un’età media nonproprio giovanissima, manten-gono per ora il miglior recorddella lega (42 vittorie e 12 scon-fitte), trascinati dal franceseTony Parker. Seguono gli Ok-lahoma City Thunder, sconfittinella finale dello scorso anno,ma che continuano la loro cre-scita, guidati da Kevin Durant.Al terzo posto i Los AngelesClippers; subito dopo i Denver

Nuggets, attualmente al quartoposto. Deludenti i Los AngelesLakers: per loro solo il 10° po-sto. La situazione ad Est, inve-ce, è quella pronosticata ad ini-zio anno: Miami Heat al coman-do grazie a Lebron James. Nonmollano però la presa i NewYork Knicks, che non gettano laspugna. La stagione NBA, però, è anco-ra molto lunga, e da qui alle fi-nali di giugno non mancherannole sorprese.

ANNO 4 - NUMERO 2 - APRILE 2013 pagina 3

L a s c a l a c r o m a t i c a d e l r i s p e t t o

Giuseppe Benvenuto

U n a l e g a d o m i n a t a d a J a m e s e D u r a n t ?

Domenica 27 gennaiopresso i locali dei liceiTommaso Campanella si èsvolta la seconda edizionedell’Open Day per illu-strare l’offerta didatticache la scuola propone. Lagiornata, a scopo istrutti-vo, ha coinvolto numerosiragazzi accompagnati daipropri genitori. I liceiTommaso Campanella sisono presentati tramite unparticolare processo di ac-coglienza per gli studentiche il prossimo anno si do-vranno iscrivere alla scuo-

la secondaria di secondogrado. Presso l’aula letturala professoressa Calominoha tenuto un excursus sugliindirizzi di studio che offrela scuola. I ragazzi di Ba-bel, coinvolti attivamentenell’organizzazione diquesta giornata, hannosupportato i docenti fa-cendo da Cicerone ai ra-gazzi. Grazie anche a dellepiccole performance deilaboratori teatrale e lingui-stico la scuola ha presenta-to tutte le attività che ven-gono svolte al suo interno.

Le future matricole, inol-tre, hanno visitato i dueplessi , alcune aule fornitedi L.I.M. nelle quali sonostati riprodotti dei video e ilaboratori presenti nell’i-stituto:quello artistico,informatico e linguistico.E’ bene che le famiglie e igiovani, particolarmente inquesto momento di crisi,riflettano sulle opportunitàculturali offerte dalla scuo-la.

Ilenia Toto

D a M e n d e l a l p r o g e t t o G E N O M A

Era soltanto il 1865, quan-do il biologo G. Mendelpresentava i suoi studi

sulle piante di piselli. Gettavacosì le basi per la genetica, lascienza che si occupa della tra-smissione dei geni da una gene-razione all’altra. Mendel, frateagostiniano, compiva i suoi stu-di incrociando piante di piselli.Si accorse che in natura esisto-no diversi tipi di caratteri chedeterminano il fenotipo (mani-festazione dei caratteri nell’in-dividuo, recessivi e dominanti)e che i caratteri si trovano suigeni. Ipotizzò allora che essi

venissero trasferiti dalle cellulemadri alla generazione succes-siva e che la trasmissione diogni carattere si verificasse se-condo leggi probabilistiche.Ma, all’epoca, tale meccanismodi trasmissione rimase presso-ché sconosciuto. Solo alla metàdel secolo scorso i biologi J.Watson e F. Crick lo individua-rono. Essi, continuando gli stu-di dello svizzero F. Miescher,descrissero la struttura ad AL-FA-ELICA del DNA . Il DNAfunge da “stampo” per formarele proteine di cui sono costituititutti gli esseri viventi. Nel corso

degli ultimi anni è stato portatoa termine il progetto GENOMAper la mappatura del DNA uma-no. Gli esiti della ricerca hannopermesso di decifrare il 98%del DNA, di cui solo il 15% ri-sulta utilizzato per la codificadelle proteine. Studi recentistanno valutando la funzioneancora ignota del rimanenteDNA “spazzatura”.

Alessandro Di Marco

ANNO 4 - NUMERO 2 - APRILE 2013 pagina 4

BACHECA A CURA DI Alexandra Pinzaru

RADARINGEGNI

OTTOArcuri GiadaLiporace PaolaBianco ElisaBenvenuto CarolinaValente Mayca RienteMariateresa Branda FrancescoUndicino EugenioMaulicino SaraArcuri Paola

Ugolino Francesca Dini Giulia Lanuara FedericaPerrone LucaTripicchio FrancescoBenvenuto AndreaImpieri LorenzoRaffa GiovanniDi Marco AlessandroBenvenuto Angelo

Orrico RobertoMarini LuisaAita GabrieleD’Agostino SergioToto IleniaMartino OttaviaImpieri PaolaCairo FedericoPerrone DavideCianni Raffaele

Impieri PaolaCairo FedericoPinzaru AlexandraBenvenuto Giuseppe Terranova Marzia

RE

DA

ZI

ON

E

R E S P O N S A B I L IProf.ssa Daniela CalominoProf.ssa Annalisa Basile

Il palindromo (dal greco antico "di nuovo" e óµ"percorso", col significato "che può essere percorso in en-trambi i versi") è una sequenza di caratteri che, letta a rove-scio, rimane identica. Il concetto si riferisce principalmentea parole, frasi enumeri. Secondo una leggenda l'inventore eil primo virtuoso del genere sarebbe stato il poeta greco So-tade, vissuto ad Alessandria d'Egitto nel III secolo.Vi è anche il "palindromo sillabico" che è quella parola ofrase le cui sillabe possono essere lette anche al contrario,come ad esempio: le-ta-le, Ma-rem-ma, Ne-ro-ne.

ANILINA AMA

ANNA

ORO

Qualche settima-na fa entrava inrotazione radiofo-nica “Killer”, bra-no scritto e pro-dotto da MicheleCanova e TizianoFerro, cantata induetto con la neo-rapper Baby K. Ilsingolo anticipal’uscita del suo di-sco d’esordio daltitolo “Una Se-ria”. La canzonetratta il rapporto

uomo-donna of-frendone due vi-sioni diametral-mente opposte. Ilvideo è approdatosu Youtube imme-diatamente dopola messa in ondaradiofonica e sinda subito ha fattodiscutere. Forni-sce infatti, ele-menti allusivi al-l ’ au toe ro t i smomaschile,inoltre,durante il video-

clip, il cantautoredi Latina si erge avero sex symbol,ammaliando (sispera) la cosiddet-ta Femmina Alfa -dominatrice al-l’interno di unacoppia o gruppo -,di cui la stessaBaby K si fa por-tavoce. Ne emer-ge una visionecomplessa e con-traddittoria delrapporto di cop-

pia, improntatopiù alla lotta este-nuante piuttostoche la ricerca del-la complicità. Idue protagonisti siaffrontano in unoscontro senzaesclusione di col-pi nel tentativo disopraffare l’altro. Un rapporto in cuii ruoli si confon-dono perché vitti-ma e carnefice infondo perseguono

un unicoobiettivo: tentarecoraggiosamentedi amarsi.

Federico Cairo

G u e r r a t r a d u e s e x y “ K i l l e r ”

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