midfinger mag | issue #00

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MIDFINGER MAG unconventional indie pages www.midfingermag.com THETINGTINGS*THEBLACK KEYS*SUPERGRASS*LOS CAMPESINOS*NEONDIS- CO(S.P.A.)*NOKIATRENDS LAB2008*FASHION@ GASOLINE*CITYOFEMBER* THEDUCHESS dicembre 2008 - issue #0 - © midfinger ltd hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Marco Bressanelli, Martina Mambelli, Fabio Panariello, Simona Meli, Samuele Franzini, Chiara Catellani, Matteo Borgini, Luca Marchetto e Giovanni de Ruvo.

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MIDFINGER

MAGunconventional indie pageswww.midfingermag.com

THE TING TINGS*THE BLACK KEYS*SUPERGRASS*LOS CAMPESINOS*NEON DIS-CO (S.P.A.)*NOKIA TRENDS LAB 2008*FASHION@GASOLINE*CITY OF EMBER* THE DUCHESSdicembre 2008 - issue #0 - © midfinger ltdhanno collaborato alla realizzazione di questo numero:Marco Bressanelli, Martina Mambelli, Fabio Panariello, Simona Meli, Samuele Franzini, Chiara Catellani, Matteo Borgini, Luca Marchetto e Giovanni de Ruvo.

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MIDFINGER

MAGunconventional indie pageswww.midfingermag.com

THE TING TINGS*THE BLACK KEYS*SUPERGRASS*LOS CAMPESINOS*NEON DIS-CO (S.P.A.)*NOKIA TRENDS LAB 2008*GASOLINE_FASHION*CITY OF EMBER* THE DUCHESSdicembre 2008 - issue #0 - © midfinger ltdhanno collaborato alla realizzazione di questo numero:Marco Bressanelli, Martina Mambelli, Fabio Panariello, Simona Meli, Samuele Franzini, Chiara Catellani, Matteo Borgini, Luca Marchetto e Giovanni de Ruvo.

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ISSUE #0 MIDFINGER MAG 12/2008Ci siamo, ecco il numero zero di Midfinger Mag.100 pagine di concerti, feste, avvenimenti, cinema, moda che anticipano l’anima della prima uscita, prevista per il 3 gennaio 2009.Da gennaio, Midfinger Mag, si oocuperà anche di arte, architettura e conterrà un fumetto in stile manga.12 numeri di ricerca e reportage sui migliori happening di Milano. Poche parole, molte immagini.All’interno del magazine troverete anche i flyer dei migliori party e le locandine dei concerti e degli eventi più attesi, anche in questo caso una selezione per dare ai nostri lettori i consigli della redazione sulle uscite serali e gli acquisti.

“Stiamo cercando collaboratori che si riconoscano nello spirito di questo free magazine distribuito via web. Fotografi, artisti, illustratori e scrittori.”

A questo numero hanno partecipato:Samuele Franzini - Concept, Art Direction, PhotoMartina Mambelli - Copy, Ufficio StampaMarco Bressanelli - Coordinamento, RicercaChiara Catellani - Photo, ProduzioneLuca Marchetto e Giovanni de Ruvo - Styling & MakeupSimona Meli - Cinema

Midfinger, Via Fratelli Ruffini, 7 20123 MilanoTel. 02 49456557 Fax 02 700526039www.midfingerltd.com - [email protected]

I nostri ringraziamenti di dicembre vanno a:Indipendente Concerti, DNA Concerti, Grinding Halt, Rocket, Massi Ruffolo, Nokia Trends Lab, Eagle Pictures, BIM Film, Twisted Fingers, All @ Gasoline, Downtown Underground, Gianni de Nisi, Gianpietro Giachery, Annachiara Pipino, Davide Iurlano, Eva Falomi, Emiliano Tortora, Matteo Borgini, Corrado Gioia, Francesco Brezzi, Elisa Fumagalli, Giulio Calvino, Lucio e Roberto @ Lucio Costa, Carlo Jarno Garrè, Laura Beschi, Pietro Fuccio, Antonella Cascio, Laura Boy, BUSTA®

Midfinger Mag è un marchio di Midfinger ltd.

www.midfingermag.com

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photo: Samuele Franzinicopy: Martina Mambelli

promoter: DNA Concertilocation: Musicdrome

data: 21 novembre 2008

THE TING TINGS

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Li aspettavamo da un pezzo, dopo averli visti ad Italia Wave questa estate finalmente sono arrivati da noi, in una Milano che stasera sembra un club di Londra stiloso ed eccentrico perchè con Katie White e Jules De Martino tutto è permesso, balletti sincronizzati compresi. Lo stage plan è dei più semplici: Jules si nasconde dietro la sua drum machine mentre Katie presenzia sul palco destreggiandosi con maestria tra tastiere, chitarra e microfono. Alle sue spalle, su di un tamburo rialzato, campeggia la scritta “The Ting Tings, We Started Nothing”.

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Ma a qualcosa avranno pur dato inizio i due raga-zzi più trasmessi dalle radio di mezzo mondo se tutti questi devoti dell’indie si sono dati covegno qui stasera.Forse che il loro è un pop capace di mettere d’accordo tutti, forse che c’è tanta voglia di leggerezza nell’aria...bhe fatto sta che il Mu-sicdrome pare un poco meno angusto e la fauna colora l’atmosfera.

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Loro sono prontissimi e in forma, camiciola a quadri, pants aderenti e stivali di vernice per lei, maglia a righe e occhialoni colorize lui..good vibes e via che si parte con l’ allegro sound indie pop della coppia impreziosito da inserti elettronici, ritornelli che ormai tutti sappiamo a memoria e la voce sbarazzina della minuta cantante.

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The Great dj e That’s not my name vengono accolte con entu-

siasmo e anche chi è capitato lì scettico sulla resa on stage del

brit duo deve ammettere che una buona dose di positivià e mood

spensierato The Ting Tings te la mettono addosso senza che tu

te ne accorga...e infatti guarda, stai già ballando...

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Il lato più ironico e leggero del brit pop ha un nome: Supergrass.E i Magazzini Generali per l’occasione rispolverano gli scintillanti anni Novanta d’oltremanica con un concerto attuale e allo stesso tempo revival.Sul palco, 3+2: il trio di ferro composto dal cantante Gaz Coomb-es, Mick Quinn e il suo basso, Dany Goffey nascosto dietro la batteria più Rob Coombes on the keyboards e un percussionista a dar manforte. Milano, data d’apertura italiana, ci siamo.

photo: Samuele Franzinicopy: Martina Mambelli

promoter: Indipendente Concertilocation: Magazzini Generali

data: 4 novembre 2008

SUPERGRASS

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Carichissimi, gli evergreen di Oxford suonano davanti ad un pubblico che nei Novanta ci ha creduto

e ci crede ancora. E fa bene. Si parte a ritmo sostenuto: Diamond Hoo Ha Man, Bad Blood, Moving

giusto per romprere il ghiaccio e battere il tempo a terra. Dietro, perlinata e luminosa l’insegna del

gruppo accende il locale a festa e le luci del palco fanno il resto. The party has just started..

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Spazi strumentali e ritornelli cacthy, tutto dà alla serata un clima molto allegro e confidenziale, la colonna sonora della vostra cameretta condivisa con tutto il locale suona meglio che su disco e i Supergrass sono decisamente in forma.

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A spazzare via ogni dubbio ci pensano le hit storiche, in-filate così, una dietro l’altra per vedere se ancora ce n’è. Eccome. Richard III, Sun hits the sky, Pumping on your stereo...ovazione generale che se ci fosse un applauso-metro sarebbe sicuramente al punto più alto. Volevamo brit pop? Oh yeah, That’s it. E ora balliamo please.Caught by the fuzz, Strange Ones rincarano la dose senza strafare e non sentiamo la mancanza di Alright, il mood c’è e il concerto scivola tranquillo verso la sua conclusione.Una cover di Next To You dei Police ci sta proprio bene e Lenny in chiusura mette tutti d’accordo. In controluce si vedono solo facce contente, bicchieri vuoti e mani che si agistano verso l’alto.Dov’è che suonano domani?

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THE BLACK KEYSMagazzini Generali del blues, del rock, di tutto quello che vuol dire distorcere note e dare un’anima alla propria chitarra. Innamorarsi della batteria sopraelevata di Patrick Carney e della voce di Dan Auerbach. E la tecnica per questa volta lascia il posto alle atmosfere. Familiari, nonostante la calca di gente, alcol e nuvole di fumo colorato sparato dal palco.Cavalcate di rock sporco, robusto, accompaganto da un cantato vissuto, fin troppo vero.

photo: Samuele Franzinicopy: Martina Mambellipromoter: Indipendente Concertilocation: Magazzini Generalidata: 19 novembre 2008

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THE BLACK KEYS

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Grattugiare sulla chiatarra ma farlo piano, con la dolcezza di una ballata notturna, dettata dalla severità

di tamburi ovattati e una voce pastosa,avvolge. Lies, o come dare respiro ad una serata fuori da tempo

e spazio. La birra finisce, non importa, siamo tutti immobili dentro il sogno d’oltreoceano dei Black

Keys. Creare praterie sonore e percorrerle con una chitarra in spalla. Cantare malinconici e suonare

potenti con riverberi che profumano di Stooges, di Stones, di Soundgarden e anche di Springsteen.

Quelli per i quali l’America è un fatto di pelle.

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Senti la polvere dell’Ohio che ti arriva al naso, no non sei ad Akron. E’ Akron che per una serata è

entrata a casa tua, a Milano e due cowboy urbani ti insegnano come consumare suole, corde, rullanti

e una pedaliera che probabilmente risale ai tempi di Jimi Hendrix.

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Gli stomp martellanti di Strange Time fan-no andare indietro le lancette dell’orologio a quando il rock era una roba più da jens strucidi, una macchina scassata e tanti chilometri di strada sterrata da percorrere. C’è voglia di concretezza tra il pubblico, di riff come si deve e chissenefrega se l’impianto fischia. E’ tutta roba vera, psi-chedelica a tratti....Tarantiniani, ruvidi e teneri come una car-ezza. Tra abrasioni e sussurri.Dopo, al freddo tutti siamo fuori a par-larne al chiarore dalle sigarette che dentro non si possono fumare, ma che avreb-bero iluminato la rotta giusta per navig-are tra gli Oceans and Streams infiniti di Carney&Auerbach.

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Los Campesinosphoto: Samuele Franzini

copy: Martina Mambellipromoter: HUB Music Factory

location: Rolling Stonedata: 15 novembre 2008

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Spagnoli? Sudamericani? No, gallesi, di Cardiff per la precisione. e tutti coloratissimi. Bene, via la giacca pesante, il bar lo sai è alla tua sinistra, accomodiamoci sotto al palco e stiamo a sentire che fanno dal vivo i nuovi interpreti dell’indie rock, from England with love. L’idea di club c’è, e anche l’attitudine on stage non manca...il cantante ci dà il benve-nuto allo show in un italiano immaginario ma tanto basta per rendercelo simpatico.I Campesinos sono sette...ragazzi battono ragazze quattro a tre ma le frange indie sono un must unisex per tutti.

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Un’occhiata al pubblico, sguardi d’intesa, chi-tarre imbracciate per bene e via con il primo pezzo. No, non scherzano.Allegri, semplici ed energetici: basta pochis-simo perchè da concerto standard la serata al Musicdrome si addobbi a festa; con brani come You!Me!Dancing! e DMEB1 come si fa stare fer-mi al prorpio posto? Ancora un passo in avanti e sei sul palco anche tu. Occhio che anche quello di fianco ha il drink in mano e ondeggia perico-losamente verso di te.

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Inserti di elettronica pop, ritmi veloci, refrain orec-chiabili e rock minimale sono le carti vincenti di questa piccola orchestra elettrica che tra salti e bal-letti riscalda e colora le pareti scure del locale.Coriandoli a Milano, a Novembre, tra leggins, t-shirt fluo e sorrisi.

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Esci ancora in maglietta, ti fermi a chiacchierare e già lo sai che i Los Campesinos ti rimarranno in testa almeno per tre giorni...soddisfatto della tua scelta per il sabato sera pensi che vorresti risentirli alla prossima indie electro sessions alla quale parteci-perai, oppure trovarli downloadabili per la suoneria della sveg-lia. Contagiosi.

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E’ Fatta...siamo dentro, dopo che gli astro-nauti all’ingresso ci hanno controllato i biglietti elettronici sui nostri cellulari e ci siamo fatti stra-da a gomitate tra ondate di frange e frangette, all stars e kawasaki, eccoci all’NTL Night, un party atteso da tantissimi, vuoi per il nutrito cast musicale, vuoi perchè tanto lì becchi di sicuro tutti, vuoi perchè per pochi (eletti!!) partecipanti c’è un privè di tutto riapetto.

Ma torniamo indetro, eravamo rimasti all’entrata, no? allora si salgono le scale a sinistra e già in-cominci a vedere le facce note di Milano..ciao? bella, anche tu qua..che storia? Beviamo qual-cosa? e qui, con disinvoltura ci si avvicina al bar, è open bar ragazzi e c’è chi la serata l’ha iniziata e finita direttamente lì.

Insomma mangi qualcosa e te ne vai sul sop-palco perchè Bugo sta già suonando e anche tu vorresti entrare nel “suo giro giusto”.E’ tutto molto elettrico, anche il cantautorato ironico del novello Rino Gaetano prende una piega decisamente spigolosa e sotto al palco si balla..

photo: Samuele Franzini & Chiara Catellani

copy: Martina Mambelliagenzia: MIsmaonda

location: Rolling Stonedata: 15 novembre 2008

Nokia Trends Lab 2008

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Nokia Trends Lab 2008

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Per andare a fumare fai tutto il giro dell’Alcatraz che in un’ora si è riempito di gente..ma chi suona adesso? New Young Pony Club! Altra tappa al bar (i cambio palco sono tatticissimi per questi pit stop fisiologici) e tutti siamo appollaiati tra transenne e balconcini per vedere meglio la tutina della bionda che canta. Ritmi sotenuti, micro elettronica e dance floor indie rock..tutto molto London style.

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E quello di là cosa sta facendo?? Sul palco a lato c’è’ Eboman con un’apparecchiatura analogica incorporata agli arti grazie alla quale ballando e ondeggiando suona...figo!Roba malatissima, tappeti di rumorismo high tech ma la gente è stupita e presa più che bene, la serata funziona. Nel frattempo su al bar nascono coppie improbabili che suggellano il proprio amore con un ginlemon e una sangria, due chiacchiere con il barista che è l’uomo più gettonato di tutta la serata.

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Il tempo di salutare il mio ex-compagno di corso e ho già perso tutti i miei amici. Panico? macchè, saranno di sicuro da-vanti alle casse, tanto adesso è il momen-to degli Shitdisco ed è tutto un tripudio di leggings fuxia, magliette dai disegni sap-ziali e skinny jeans. Nu rave al fulmico-tone e sbandamenti da un capo all’altro del palco, poi il cantante è già a terra, suona e agonizza...non si capisce bene ma l’effetto sia sonoro che visivo è ottimo. Spaziali e lisergici, etilici e anche un po’ febbricitanti.

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Pausa doverosamente lunga, chicchiere e ma quan-ta gente ti hanno presentato di cui già non ti ricordi nè il nome nè la faccia? (Ma stai certo che domani te li ritrovi tutti tra le richieste di amicizia di facebook). Insomma ti stai riposando un attimo dopo la sudata degli Shitdisco e già vedi che qualcuno più furbo di te si è fatto strada tra le tue chiacchiere e strette di mano e si è accaparrato i posti migliori per dopo...immobili, avvinghiate gelosamente a quel centimetro quadrato di transenna che hanno conquistato con la forza, una schiera di ragazze difendono il loro primato per accogliere nel più caloroso dei modi le damigelle dell’electroclash: Ladytron!

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Che stile, vestite di nero e grigio con cinture anni cinquanta e caschetti scuri le due frontwoman san-no proprio tenere il palco, in una nuvola di tessuti elettronici e voci di velluto. Peccato che dietro ci sia sempre rumore ma anche i più casinari alla fine sono rapiti dalla potente presenza on stage del gruppo.La serata continua con dj set e installazioni di video art, i bicchieri vuoti stanno in bilico sui gradini, sui tavolini del privè. Ho perso il foglietto del guardaroba, momenti di degenero collettivo, chi porta a casa chi?, ma quel taxi l’hai chiamato tu? Bella lì ma quand’è che organizzano un altro di questi NTL party??

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NEON DISCO PARTY W SPAla formula è semplice: prendi due dj d’oltralpe, mettigli due maschere da felini e buttali dietro una consolle ad addomes-ticare beat distorti ed ecco, ladies and gentleman, gli S.P.A. L’attrazione fenomenale del Neon Disco Party di metà no-vembre. Location segreta fino all’ultimo giorno ed ingresso solo su invito per massimo 300 ospiti.Hanno aperto le gabbie, ora ci non resta che fare festa !

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NEON DISCO PARTY W SPAphoto & copy: Samuele Franzini

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Se i nostri parametri fossero drinks direi che qui ce ne saremmo bevuti almeno sei su 8, che potremmo reggere in una serata.

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Alle 2.00 il livello medio del gradimento colletivo aveva superato abbondantemente il limite tecnico “alticcio” e lasciava ben sperare per un più azzeccato “euforico”.

Dalla consolle partivano scariche di beat, mentre ormai ogni ospite aveva completato il suo look, grazie al per-sonal kit di componibili fluo che insieme alle maschere belluine hanno fatto sentire tutti un pò più animaleschi.

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GASOLINE FASHION REPORT

photo: Samuele Franzinistyling & makeup: Luca Marchetto & Giovanni de Ruvolocation: Gasoline (MI)data: 27 novembre 2008

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Nicole : indossa due pezzi in lino con applicazioni di squame specchiate, LUCIO COSTA ARCHIVIO.

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Nancy Posh indossa una t-shirt stampata, LUCIO COSTA ARCHIVIO

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Janet indossa abito in seta rosso con catarifrangenti, LUCIO COSTA ARCHIVIO

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Federica indossa camicia in organza di seta giallo zolfo e gonna in rafia.

Nicole indossa abito di seta con applicazioni di ologrammi argento.

Ornella indossa abito di seta arancio con catarifrangenti.

Tutto LUCIO COSTA ARCHIVIO

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Fare il cattivo ragazzo non è mai stato un problema per Bill Murray, sin dagli esordi del Saturday Night Live Show (1977), quando comincia a lavorare insieme a John Belushi e Dan Aykroyd. Quando la sua faccia butterata si impone come uno dei dei Ghostbusters (1984) più comici, quello che preannuncia una fine del mondo, talmente catastrofica, in cui “cani e gatti [che] vivono insieme”. Del film Acchiappafantasmi ne uscì un sequel qualche anno dopo, già si mormora di un terzo episodio per il futuro. Ricomincio da Capo (Groundhog Day, 1993) è un piccolo capolavoro. Bill nei panni di un metereologo si sveglia tutti i giorni alle 6 sulle note di “I got you babe” di Sonny & Cher, in una sorta di incubo temporale, per cui è costretto come per incantesimo, a ripetere sempre lo stesso maledettissimo giorno, quello della marmotta.

Photo: www.eaglepictures.comCopy: Simona MeliDistribution: Eagle Pictures

EMBERil mistero della città di luce

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Negli anni ’90 qualche raro film ce lo porta all’attenzione, ma è solo con il nuovo millennio che Murray ritrova il successo e la popolarità degli esordi. Interpreta il mitico John Bosley in Charlie’s Angels (2000), poi il padre dei folli Tenenbaum (I Tenenbaum - The Royal Tenenbaums, 2001) e solo con il film di Sofia Coppola, Lost in Translation (2003), ritrova la complicità del pubblico di sempre e conquista l’attenzione di nuovi fan, creando il mistero di cosa sussurra nell’orecchio di Scarlett Johansson nella scena finale del film. Da li in avanti, altri piccoli successi indipendenti, come Broken Flowers (2005) di Jim Jarmusch, (da ricordare l’utilizzo nella colonna sonora di alcuni brani dei Brian Jonestown Massacre). A dicembre vedremo finalmente Bill Murray nei panni di un sindaco corrotto, nel film Ember il Mistero della Città di Luce (City of Ember, 2008)

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Del film sappiamo quello che ci racconta il web, ma quello che aspettiamo di più, è vedere di nuovo su grande schermo la sua bella faccia. La faccia di un eroe depresso e minimalista, apparentemente senza entusiasmo, che ne ha viste talmente tante da risultare impassibile a qualsiasi emozione, ma che nonostante questo sa divertirci per l’eleganza con cui mette in ridicolo quelle stesse emozioni così comuni a tutti noi mortali. Diffidente e sardonico, il suo sguardo appare vigile e tradisce riguardo ad ogni minimo dettaglio delle complessità umane. Non a caso ha sei figli, non a caso è un grande giocatore di golf, non a caso pare che sul set sia un perfezionista maniacale e umorale. Bill Murray ci piace perché ci fa ridere senza esagerare, perché a 58 anni è uno la cui faccia esprime meglio il clima caustico dei nostri anni.

Info film Ember, il Mistero della Città di Luce su www.eaglepictures.com

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LA DUCHESSAIl sesso ci piace se imbrigliato stretto tra corsetti e reggicalze, se appare barocco, ornato di piume, sete e profumi. L’amore ci piace se non ha regole, definizioni e mutevole come le possibilità stesse della vita. I film li guardiamo perché i personaggi ci assomigliano o perché vorremmo inseguirli.

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Photo: www.bimfilm.comCopy: Simona MeliDistribution: BIM Film

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Georgiana ha soli 17 anni e sposa un uomo ricco e più vecchio di lei che la desidera solo perché possa darle presto un figlio. Lei è un’adolescente in cerca d’amore. Lui la tradisce spudoratamente con altre donne. Georgiana costretta dalle convenzioni della sua austera famiglia rimane fedele al marito e reagisce dedicandosi alle cose che ama di più. I suoi amici, i più diversi ed eccentrici, che raduna in feste, eventi e viaggi. Usa i suoi capelli e cappelli per stupire, reinterpreta vestiti in modo insolito per essere sempre la più incantevole, diventando così una vera icona del fashion che crea tendenze in tutta Europa. Usa il suo prestigioso ascendente e tutti i suoi contatti di rilievo, per far emergere il suo amante, suo unico vero amore e trasformarlo in un uomo politico di successo. Accoglie idee rivoluzionarie e le diffonde con uno stile di vita anticonformista, ribelle e soprattutto sconvolgente per la fine del 1700.

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Georgiana è The Duchess, un film di Saul Dibb, La Duchessa del Devonshire, illustre ava della più nota Lady Diana Spencer, film tratto dalla biografia (forse più interessante) scritta da Amanda Foreman. Il film non lo abbiamo amato molto per eccessi di manierismo e per la stucchevole ricostruzione d’epoca, per l’eccessiva magrezza della protagonista Keira Knightley che invece di sedurre, preoccupa per mancanza di attributi erotici. Divertente mettere a confronto i trailer che hanno usato gli americani e gli inglesi, per capire come si comunica diversamente nonostante la lingua sia la stessa. Il film è di quelli che vedi e poi dimentichi, ma il personaggio di Georgiana lo vogliamo salvare come un pezzo vintage da sfoggiare in qualche insolita conversazione.

Il film uscirà a dicembre, la scheda tecnica su www.bimfilm.com

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