mirsini e il melograno benedetto

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Il bel villaggio, sotto il sorriso del Sole, dava vita agli uomini più felici, fino a quando un nemico insormontabile si lanciò su di loro, rosso di rabbia e gelosia e distrusse tutta questa bellezza. In sostanza che cosa distrusse ? Cosa ne è stato di Mirsini, del melograno e del canarino? Il villaggio perché è stato ribattezzato? In fin dei conti, esiste la speranza?

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Page 1: Mirsini e il melograno benedetto

I l lustrazione

Page 2: Mirsini e il melograno benedetto

Il mio nome è Sofia Politou-Ververi, i miei figli mi chiamano mummy douce, cioè dolce mamma.

Voi potete chiamarmi come volete, ma solo dopo che vi avrò dato qualche informazione su di me.

Ho dentro di me: Molte note perché io sono un’insegnante di

pianoforte, Molte lettere perché scrivo storie di fantasia da

quando ero bambina. Molte immagini perché leggo un sacco di libri,

Molte voci perché parlo con gli eroi delle fiabe, Molti colori perché anche le voci e i sentimenti

hanno il loro colore, Pochi numeri, perché in matematica non ho mai eccelso anche se ho una memoria numerica.

Abbastanza zucchero perché mi piacciono i dolci, Tutto ciò che è blu perché amo il mare e i delfini,

Le voci del cielo, perché parlo con un uccello, Xeriola che sa tutto.

Venite a volare con me, con le ali di Xeriola,

andremo ovunque e in nessun luogo per trovare la verità dentro le favole!

Page 3: Mirsini e il melograno benedetto

SOFIA POLITOU-VERVERI

Mirsini e il melograno benedetto

Illustrazione: Vivi Markatos

Page 4: Mirsini e il melograno benedetto

Sofia Politou-Ververi, Mirsini e il melograno benedetto ISBN: 978-618-5040-81-9 Giugno 2014 Illustrazione: Vivi Markatos [email protected] Impaginazione: Minos-Athanasios Karyotakis www.facebook.com/minosathanasios.karyotakis Creatore della copertina: Iraklis Lampadariou www.lampadariou.eu Traduzione dal Greco: Luciana Frassetto – Lorena Zanin www.ilfaro.gr Edizioni Saita 42 Αthanasiou Diakou str. 652 01, Kavala, Grecia Τelefono: +30 2510 831856 Cellulare: +30 6977 070729 e-mail: [email protected] website: www.saitapublications.gr Nota: Il carattere delle lettere che viene usato è offerto da Aka-acid (www.aka-acid.com).

Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale

Non opere derivate 3.0 Unported

Si consente la riproduzione dell’ opera (totale, parziale o riassuntiva), con qualsiasi mezzo (meccanico, elettronico, tramite fotocopie, registrazione o altro) al pubblico, alle seguenti condizioni: citazione della fonte, uso non commerciale dell’opera. Inoltre, non e’ concessa alcuna modifica di quest’ opera. Informazioni dettagliate per la suddetta licenza cc, potete trovarle al seguente indirizzo elettronico: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/

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Page 7: Mirsini e il melograno benedetto

A Panagiotis, a mia figlia Mirsini - Katerina

a mio figlio Dimitri, Ai miei nipoti Maria, Caterina, Alessandro, Stergios,

ai nipoti nele isole, a mamma Fani e figlia Evangelia, a Melania Ciullini, a tutti i bambini del mondo, mando a tutti amore!

Page 8: Mirsini e il melograno benedetto

L’alato Xeriola

Ciao a tutti!

Sono Xeriola l’alato,

Sono il Xeriola che sa tutto!

Vengo dai boschi del nord con i fitti alberi

e l’intenso profumo della pioggia

Sulla terra castana.

Là è il mio nido.

Sono un viaggiatore alato.

Volo in tutto il mondo.

Le mie ali sono grandi

E il mio cuore è sempre spalancato…

…per favole, storie e miti…

Sono un viaggiatore collezionista di storie.

Quando il leggero venticello del nord rinfresca l’aria,

arriva il momento

Allora, chiudo gli occhi, dispiego le ali

E volo seguendo i sentieri dell’aria.

Page 9: Mirsini e il melograno benedetto

Il vento, ogni volta mi porta in un altro luogo.

Scopro altri colori, altri profumi

Sapori mai gustati, storie magiche.

E sono tante le storie del mondo.

E molti i bambini che aspettano di ascoltarle.

Page 10: Mirsini e il melograno benedetto

M’inerpico su un tetto o sul ramo di un corniolo,

Passeggio in un cortile, mi aggiro fuori da una scuola

Ascolto tutti i pensieri, tutte le storie

E le raccolgo nella mia bisaccia.

Le storie che più amo si incollano

come scintillanti chiazze

sul nero perfetto delle mie piume.

E così sono diventato a pois, questa è la verità.

Page 11: Mirsini e il melograno benedetto
Page 12: Mirsini e il melograno benedetto

Intorno al melograno corre Mirsini,

e il suo grembiule si è riempito di melegrane…!

Page 13: Mirsini e il melograno benedetto
Page 14: Mirsini e il melograno benedetto

Immersi nelle verdi montagne, là dove l’acqua scorre cantando e disseta gli animali, gli alberi e le ninfe della boscaglia, lì, nella fresca valle, gli uomini della terraferma costruirono un paesello. Questo paesello, era degno di invidia perchè non gli mancava niente. Nè il Sole che dona la vita, che faceva crescere i loro animali e rendeva rigogliosi i loro ortaggi e neanche l’acqua che dava da bere a vecchi, giovani e bambini e lavava cortili e case. La gioia e la vitalità erano dappertutto, nel sorriso dei bambini, nei telai delle nonne, nei mulini dei mugnai, sulla lavagna del maestro, nel pane delle mogli e il sabato e la domenica ancor più gioia e vitalità si adagiavano sui vestiti indossati per la Messa o nei caffè della piazza con un fiorellino accanto ad ogni tazzina.

Page 15: Mirsini e il melograno benedetto

E tutto procedeva come in una favola, in modo puro, tranquillo,

innocente, fino a quando…un mezzogiorno, un caldo

mezzogiorno estivo comparve all’improvviso nel paese assopito

un …incubo, che li terrorizzò tutti e cambiò il loro destino.

All’inizio, i lupi del bosco e i cani degli ovili sentirono l’odore

dell’incubo nell’aria e cominciarono a lamentarsi con un lungo

ululato.

Page 16: Mirsini e il melograno benedetto

Poi i cervi e le volpi lo videro approssimarsi e saltarono fuori dalle loro tane , anche gli agnelli rinchiusi lo videro e avrebbero voluto abbattere i recinti. I serpenti sentirono il suo calore e saltando fuori dalle loro buche si persero frettolosamente nei loro misteriosi sentieri. Gli uccelli volarono spaventati, lasciandosi dietro nei nidi i loro ovetti , ma nel cielo il grigio fumo dell’incubo non gli permetteva di trovare la loro strada. I cani seguitavano ad abbaiare e in quel momento si sentì la campana della chiesa di San Dimitri battere velocemente al ritmo del terrore e tanto forte che non permise a nessun orecchio di continuare il suo sonno. “Correte compaesani” gridava il prete nel solleone. “FUOCO !!!”,”FUOCO NEL BOSCO !!!”, “ bruciamo, correte, salviamoci !!”

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Un tale spavento, un tale panico questi paesani non l’avevano mai vissuto. Il loro paese, per mesi, anni e secoli troneggiava orgoglioso sulla boscaglia e con la sua bellezza rallegrava i cuori degli uomini. I loro avi che erano venuti da molto lontano, lo avevano costruito con tanto amore e grazie a loro i fanciulli del paese crescevano con le guance rosee, gli occhi lucenti, il loro alito profumava di latte fresco e di cannella e il loro sudore profumava come il miele. Ora, l’asfissiante fumo del fuoco, il suo minaccioso calore, il suo crepitio, tutto questo si portò via i loro profumi e giochi, il loro arrampicarsi sugli alberi, la caccia alle farfalle, la caccia alle rane, il canto delle cicale, l’inseguirsi nel bosco, il nascondino dietro ai cespugli. Tutto era finito…

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Subito, gli uomini del paese corsero verso la cisterna dell’acqua, per lottare contro il fuoco con tutte le loro forze. Il fuoco però a causa del forte vento si avvicinava sempre più velocemente, quasi fosse un esercito di migliaia di soldati di fuoco e si muoveva in tutte le direzioni con ritmo e zelo, bruciando, distruggendo opere di dei e di uomini, lasciando la terra orfana, privandola dei suoi frutti. In pochissimo tempo le fiamme accerchiarono il paese mettendo in pericolo le vite degli uomini. Non fecero in tempo ad aiutare il paese, la forza del vento li vinse.

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Tutti gli abitanti del paese cominciarono allora a correre verso il fiume che era l’unico che avrebbe potuto vincere il fuoco. Il Sindaco accorse per primo - non aveva fatto in tempo neppure a vestirsi perchè dormiva, ed era ancora in pigiama, dietro di lui la moglie e i suoi tre figli terrorizzati. Seguivano il barista con il suo gatto Racati, il verduriere con sua moglie e il suo coraggioso figlio che insieme ai suoi compagni non smise un attimo di aiutare le vecchiette del paese ad uscire dalle loro case. Dietro a lui il prete e la sua consorte e i loro sei figli e poi il fabbro, il formaggiaio, il maestro e tutti gli altri con le loro famiglie, le mogli e i figli.

Page 21: Mirsini e il melograno benedetto

Quando tutti I paesani si raccolsero vicino al fiume, tutti

tirarono un gran respiro di sollievo e per assicurarsi che tutto

era andato bene iniziarono a contarsi fra di loro. Allora

all’improvviso si udì una voce che chiedeva con angoscia:

“Signor maestro, dav’è tua figlia,

la tua piccola Mirsini ?”

Page 22: Mirsini e il melograno benedetto

Tutti si guardarono terrorizzati ed un silenzio terribile

li pervase e li immobilizzò e il maestro come se si

risvegliasse da un sogno in quel momento, rispose:

“Qui era mia figlia, la mia bambina. L’avevo tra le mie

braccia e la portavo al fiume e sua madre correva al

nostro fianco”, disse e disperatamente guardò sua

moglie negli occhi. Allora lei si ricordò: “il canarino,

avevamo dimenticato il canarino. Andando via da casa

Mirsini piangeva perchè avevamo dimenticato il

canarino. Le dissi di non preoccuparsi e che non gli

sarebbe successo niente, ma lei continuava a

piangere e a chiedere di lui. Le dissi che più tardi

saremmo ritornati e che lo avremmo trovato, ma lei

non ci credeva. Pensi che sia tornata indietro, a casa,

per salvare il canarino ?”

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Senza pensarci su due volte tutti gli uomini del paese si misero

a cercare la piccola Mirsini, davanti il maestro e dietro a lui tutti

gli altri. Le madri strinsero tra le loro braccia ancora più forte i

loro figli per paura che succedesse loro quello che era successo

alla moglie del maestro e di essere poi costrette a cercarli . E la

madre di Mirsini rimase muta su una roccia a guardare in

lacrime, una volta l’acqua che scorreva impassibile e un’altra il

fuoco che ora era arrivato tanto vicino e bruciava le prime

case del paese.

E i minuti passavano e I minuti divennero ore e ad uno ad uno

gli uomini del paese tornavano indietro a mani vuote e a testa

china. Senza Mirsini. E i bambini incominciarono a piagnucolare

perchè credevano che la loro amica si fosse persa fra le fiamme

e alcune madri si avvicinarono alla moglie del maestro e

cominciarono ad accarezzarle le spalle e a consolarla, pian

piano all’inizio più intensamente dopo finchè non ritornò anche

il maestro tutto nero per il fumo con le vesti sporche e anche

lui a mani vuote.

Page 24: Mirsini e il melograno benedetto

E l’ora funesta passò e l’incubo si dileguò. Il fuoco, dopo

essersi saziato delle bellezze del luogo prese i suoi soldari

di fuoco e si diresse verso un altro versante lasciandosi

dietro un paese mezzo bruciato, un bosco distrutto, una

famiglia dimezzata. In quel momento arrivarono anche i

primi aiuti, i pompieri, che con grande difficoltà riuscirono

a farsi strada fra le fiamme e ad arrivare al paese.

Spaventati e disperati gli abitanti del paese iniziarono la

salita di ritorno dal fiume al paese o meglio a ciò che di esso

era rimasto. I pompieri con il maestro e molti altri

iniziarono subito l’operazione di salvataggio di Mirsini.

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Camminando con difficoltà fra i fumanti detriti giunsero alla

piazza del paese deserta ed annerita dal fumo. Poi in piccoli

gruppi le famiglie iniziarono a risalire verso i loro quartieri. Tutti

cercavano, seguendo i consigli dei pompieri. Allora giunti alla

casa del maestro successe qualcosa di incredibile. I pompieri e

gli altri sentirono, sì sentirono, una vocina di bimba che cantava.

Non credettero però alle loro orecchie e si avvicinarono ancora

di più fino al cortile della casa del maestro che era bruciata

anch’essa ed allora sentirono, sì sentirono di nuovo la vocina

che più chiaramente e più forte cantava:

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Intorno al melograno

corre Mirsini,

e il suo grembiule

si è riempito

di melegrane…!

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I pompieri corsero in fretta nel cortile bruciato e dietro di loro il maestro con la mamma della piccola Mirsini si avvicinarono ancora di più e cosa videro ? La piccola Mirsini viva con il canarino sulla spalla che ballava scalza intorno al melograno. Questo melograno l’aveva piantato dentro il cortile della loro casa la nonna Mirsini, molti anni prima, come dono per la neonata, che era la sua nipotina. Quel giorno la nonna Mirsini aveva dato un bacio al tronco del melograno e alla guancia della sua nipotina e aveva detto loro:

”Voi siete la mia continuazione, abbiate cura l’uno dell’altra.

E siate per sempre benedetti”. Ora, il grembiule della piccola Mirsini era pieno di queste benedette melegrane, completamente fuori stagione, il cui colore rosato tuttavia dava speranza al grigio paesaggio bruciato.

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“Piccola mia, stai bene? Stai bene ?” accorsero i genitori della piccola

Mirsini e la presero fra le braccia. Lei li guardò un po’ meravigliata e

un po’ furbetta e gli rispose:

“E’ arrivata la nonna e ha dato un bacetto al melograno ed esso è

risorto e mi ha preso fra le sue braccia e mi sono addormentata

assieme al mio canarino, fra i suoi rami”. Che cosa era successo in fin

dei conti ?

Nel momento dell’incendio Mirsini era scappata di nascosto dal fiume

per andare a salvare il canarino che era chiuso in gabbia e non

poteva salvarsi dalle fiamme che arrivavano alla loro casa. Però

quando tentò di tornare indietro, il fuoco, buttando a terra i grandi

tronchi bruciati degli alberi le chiuse la strada e così non potè

ritornare dai suoi genitori. Allora il melograno benedetto aprì i suoi

rami come in un abbraccio protettivo e li strinse a sè, lei e il canarino

e li protesse in quel mezzogiorno di fuoco finchè il nero incubo non

scomparve. Così il fuoco passò su di loro senza bruciare neanche una

fogliolina di questo albero benedetto.

Sotto il melograno quindi si salvò la piccola Mirsini e danzando intorno

ad esso riportò la vita e la speranza nel paese. Il melograno generò

melegrane precoci, riempì di esse il grembiule di Mirsini e lei cominciò

a distribuirle in ogni casa del paese elargendo anche la speranza che

andò ad annidarsi nell’animo degli uomini. Ed essi con la forza e

l’amore della nonna, del melograno e di Mirsini ricostruirono le case

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bruciate, piantarono nuovi alberi e soprattutto melograni e nuovi

germogli spuntarono fitti un’altra volta sul versante.

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Da allora, il paese cambiò nome e si chiamò “Nuovo Melograno” e la

loro piazza divenne “Piazza Mirsini”.

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Vivi Markatos è una scrittrice teatrale che ha vinto molti premi nazionali nell’ambito della pittura e dei fumetti e una premiata produttrice radiofonica sotto il patrocinio dell'UNESCO per una dedica culturale fatta nel 2009. Ha partecipato a presentazioni letterarie di libri e ha curato la sceneggiatura di cinque spettacoli per l’Università di Atene. Nel tempo libero le piace dipingere, ascoltare musica e andare a passeggio con i suoi amici. Lavora come giornalista nel settore culturale con una presenza di rilievo anche in questo ambito e con interviste significative in Galaxy FM 92,1 mentre è la prima produttrice radiofonica in Grecia ad aver presentato la trasmissione le "anime", che ora ha un enorme numero di ascoltatori in tutto il paese.

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L’ idea delle Edizioni Saita e’ nata nel Luglio del 2012 e aveva come obiettivo principale la creazione di uno spazio dove le opere di giovani scrittori potessero dialogare in modo diretto, gratuito e libero con i lettori. Lontane dal profitto, dallo sfruttamento e dalla commercializzazione dei diritti d’ autore, le edizioni Saita puntano alla rideterminazione dei rapporti tra l’ Editore, lo scrittore e i lettori, coltivando cosi il dialogo, la reciproca influenza e la sostanziale divulgazione dell’ opera senza condizioni e limiti.

Il forte vento dell’amore per il libro,

Il dolce vento della creazione, Lo zefiro dell’innovazione, Il levante della tenacia, Il grecale della visione

conducono l’aeroplanino di carta delle nostre edizioni.

Vi invitiamo allora a lasciare i vostri libri volare in piena libertà!

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Il bel villaggio, sotto il sorriso del Sole, dava vita agli uomini più felici, fino a quando un nemico insormontabile si lanciò su di loro, rosso di rabbia e gelosia e distrusse tutta questa bellezza. In sostanza che cosa distrusse ? Cosa ne è stato di Mirsini, del melograno e del canarino? Il villaggio perché è stato ribattezzato? In fin dei conti, esiste la speranza?

ISBN: 978-618-5040-81-9