modello omogeneo prgr regione lombardia

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432 11.4 Miglioramento delle raccolte differenziate 11.4.1 Premessa Le indagini e ricognizioni sullo stato di fatto della differenziazione dei rifiuti in regione Lombardia (vedi capitolo 3.2) hanno evidenziato che l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata (RD) è raggiungibile sostanzialmente per tutte le tipologie di Comuni (sia in zona di collina, pianura, montagna) anche con densità abitative molto variegate, rappresentative di un diverso approccio logistico delle raccolte. La stessa analisi evidenzia anche i diversi risultati conseguibili a seconda del modello di raccolta distinguendo tra raccolta domiciliare porta a porta (indicato con la sigla PAP) e mediante contenitori stradali (indicato con la sigla CON). La raccolta domiciliare PAP nello specifico permette il raggiungimento di risultati sensibilmente più alti in termini di raccolta differenziata, contenimento della produzione pro capite di rifiuti, qualità delle raccolte; pertanto tale modello è considerato ottimale. Gli obiettivi di RD stabiliti dalla Normativa Nazionale e dal presente Piano Regionale implicano la necessità di un’estensione sistematica della RD porta a porta delle principali tipologie di rifiuto urbano (umido, carta, vetro, plastica o multimateriale) su tutto il territorio regionale. Modelli alternativi invece possono essere ammessi in situazioni territoriali molto sfavorevoli (es. nei comuni montani tramite raccolte di prossimità con bidoni carrellati da 120 a 360 l a servizio di più edifici) o qualora garantiscano il raggiungimento di valori di RD superiori al 65% senza peggioramento della qualità delle raccolte. Tabella 11.4.1 - Comuni che superano il 65% di RD in Lombardia al 2010. (Fonte dati ARPA elaborazioni Finlombarda spa) Fascia densità Valori filtro 3 Dati 1-200 ab/kmq 200-600 ab/kmq 600-1200 ab/kmq >1200 ab/kmq Totale complessivo Montagna Media di PercRD(%) 73% 64% 68% 69% Numero di Casi 7 5 1 13 Collina Media di PercRD(%) 70% 68% 68% 69% 68% Numero di Casi 2 29 39 16 86 Pianura Media di PercRD(%) 70% 68% 68% 68% 69% Numero di Casi 59 54 44 18 175 Media di PercRD(%) totale 71% 68% 68% 68% 68% Numero di Casi totale 68 88 84 34 274

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Page 1: Modello Omogeneo Prgr Regione Lombardia

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11.4 Miglioramento delle raccolte differenziate

11.4.1 Premessa Le indagini e ricognizioni sullo stato di fatto della differenziazione dei rifiuti in regione Lombardia (vedi capitolo 3.2) hanno evidenziato che l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata (RD) è raggiungibile sostanzialmente per tutte le tipologie di Comuni (sia in zona di collina, pianura, montagna) anche con densità abitative molto variegate, rappresentative di un diverso approccio logistico delle raccolte. La stessa analisi evidenzia anche i diversi risultati conseguibili a seconda del modello di raccolta distinguendo tra raccolta domiciliare porta a porta (indicato con la sigla PAP) e mediante contenitori stradali (indicato con la sigla CON). La raccolta domiciliare PAP nello specifico permette il raggiungimento di risultati sensibilmente più alti in termini di raccolta differenziata, contenimento della produzione pro capite di rifiuti, qualità delle raccolte; pertanto tale modello è considerato ottimale. Gli obiettivi di RD stabiliti dalla Normativa Nazionale e dal presente Piano Regionale implicano la necessità di un’estensione sistematica della RD porta a porta delle principali tipologie di rifiuto urbano (umido, carta, vetro, plastica o multimateriale) su tutto il territorio regionale. Modelli alternativi invece possono essere ammessi in situazioni territoriali molto sfavorevoli (es. nei comuni montani tramite raccolte di prossimità con bidoni carrellati da 120 a 360 l a servizio di più edifici) o qualora garantiscano il raggiungimento di valori di RD superiori al 65% senza peggioramento della qualità delle raccolte.

Tabella 11.4.1 - Comuni che superano il 65% di RD in Lombardia al 2010. (Fonte dati ARPA elaborazioni

Finlombarda spa)

Fascia densitàValori filtro 3 Dati 1-200 ab/kmq 200-600 ab/kmq 600-1200 ab/kmq >1200 ab/kmq Totale complessivoMontagna Media di PercRD(%) 73% 64% 68% 69%

Numero di Casi 7 5 1 13Collina Media di PercRD(%) 70% 68% 68% 69% 68%

Numero di Casi 2 29 39 16 86Pianura Media di PercRD(%) 70% 68% 68% 68% 69%

Numero di Casi 59 54 44 18 175Media di PercRD(%) totale 71% 68% 68% 68% 68%Numero di Casi totale 68 88 84 34 274

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Figura 11.4.1 – distribuzione dei Comuni che hanno superato al 2010 l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata. (Fonte dati ARPA elaborazioni Finlombarda spa)

Tabella 11.4.2: La RD in relazione alla densità e tipologia territoriale dei comuni lombardi al 2010. (Fonte dati ARPA

elaborazioni Finlombarda spa)

Come ricordato in precedenza, la raccolta domiciliare è già applicata con successo e da tempo nel territorio Lombardo ed allo stato attuale coinvolge 1081 Comuni (pari al 70% del totale); è pertanto ipotizzabile la sua estensione in maniera sostanzialmente omogenea in tutto il territorio regionale. Si dedicheranno in seguito alcuni approfondimenti alle zone con particolarità territoriali, caratterizzate da basse densità abitative e/o con percorsi di raccolta impegnativi per raggiungere gli impianti di trattamento dei rifiuti. Ai fini dell’implementazione di quei sistemi di raccolta dei rifiuti coerenti con le scelte di Pianificazione Regionale vale la pena ricordare come i Rifiuti Urbani siano in realtà una miscela eterogenea di materiali che provengono principalmente dalle seguenti categorie di rifiuti: • "rifiuti domestici" costituiti dagli scarti delle abitazioni;

Conteggio di ISTAT Fascia densitàValori filtro 3 PAP? 1-200 ab/kmq 200-600 ab/kmq 600-1200 ab/kmq >1200 ab/kmq Totale complessivoMontagna CON 3 3

PAP 4 5 1 10Montagna Totale 7 5 1 13Collina CON 1 1

PAP 2 28 39 16 85Collina Totale 2 29 39 16 86Pianura CON 1 2 1 4

PAP 58 52 43 18 171Pianura Totale 59 54 44 18 175Totale complessivo 68 88 84 34 274

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• "rifiuti assimilati" prodotti da attività del commercio (negozi, bar, alberghi, ecc.), servizi (uffici ecc.) e terziario (piccole attività artigianali) che sono gestite nell’ambito del circuito di raccolta dei RU e quindi ricompresi nei costi di tariffazione del servizio (Tarsu o Tia);

• rifiuti da attività produttive, commerciali o terziarie non assimilabili, ma conferiti in modo non corretto al sistema di gestione dei rifiuti urbani.

La maggiore o minore presenza degli ultimi tre flussi influenza in modo consistente la maggiore o minore produzione pro-capite apparente di rifiuti registrata in un dato territorio o Provincia. Un aspetto basilare che è necessario sottolineare è che i circuiti di raccolta stradali e domiciliari si distinguono anche per la differente quantità di RU gestito, soprattutto per effetto della minore assimilazione (passiva) di rifiuti speciali di origine artigianale ed industriale; con i circuiti di raccolta stradali infatti i Rifiuti Speciali (RS) possono venire recapitati impropriamente nei cassonetti di grande dimensione, mentre in un circuito domiciliare possono essere intercettati con circuiti dedicati e risorse proprie. Questo aspetto viene ben evidenziato nella studio “Valutazione Statistico Economica RU in Lombardia”, realizzato da Regione Lombardia nel 2010, da cui si riporta il dato tendenziale:

Parametro Raccolta mediante contenitori stradali

Raccolta mediante sistema porta a porta

RU totale (kg/ab/a) 582±190 450±106 RD totale (%) 32%±12% 55%±12% N Comuni 465 1081 Qualità della RD (in termini di purezza merceologica)

Critica perché utenze difficilmente responsabilizzabili

Buona perché utenze facilmente responsabilizzabili

Assimilazione di Rifiuti Speciali da utenze non-domestiche

Pianificazione e controllo difficili per mancanza di volumetrie di raccolta

dedicate alle singole utenze

Controllabile attraverso la modulazione delle volumetrie di

raccolta predisposte presso le singole utenze

Tabella 11.4.3 - Aspetti macroscopici di diversi circuiti di raccolta dei Rifiuti Urbani in Lombardia – 2010. (Fonte dati

ARPA elaborazioni Finlombarda spa)

La diversa quantità di rifiuti gestita e in particolare del Rifiuto Urbano Residuo (RUR), è ben evidenziata nella figura 11.4.2, per le diverse fasce di RD in cui sono stati classificati i Comuni Lombardi; ovviamente il RUR decresce all’aumentare della percentuale di RD, ma è interessante notare che mentre per i sistemi di raccolta stradali la quantità di RUR aumenta sistematicamente e in maniera marcata in relazione alla densità urbana della popolazione, per i sistemi domiciliari si assiste ad un fenomeno asintotico con una produzione pro-capite tendenziale tra 150-180 kg/ab.anno quando si supera il 50% di RD. Per la stessa fascia di RD, superiore al 50%, i sistemi stradali intercettano tra 250 e 330 kg/ab.anno, con una produzione assoluta di rifiuti da smaltire quasi doppia rispetto alle raccolte domiciliari; questa differenza ha evidenti ripercussioni sulla struttura dei circuiti di raccolta e sul fabbisogno degli impianti di smaltimento. I casi con raccolta a cassonetti e RD superiore al 65% non sono riportati, perché in numero statisticamente non significativo (8 casi in totale).

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Figura 11.4.2 – variazione del RUR (kg/abitante.anno) con la densità urbanistica, per gruppi di Comuni con diverse modalità di raccolta (cassonetti stradali = CON, porta a porta = PP) e diverse fasce di raccolta differenziata (2010).

(Fonte dati ARPA elaborazioni Finlombarda spa) Questa analisi porta ad una considerazione rilevante. Due sono i parametri a cui fare riferimento per assicurare che i risultati gestionali siano in linea con gli obiettivi della pianificazione regionale: la quantità di RU complessivamente gestito per abitante (o per abitante equivalente) e la percentuale di RD ottenuta; soltanto la lettura congiunta dei due dati permette di effettuare una valutazione in merito all’efficienza ed efficacia dei sistemi di raccolta dei rifiuti. Ciò è particolarmente importante per valutare l’efficacia delle politiche, in realtà dove la produzione pro-capite è sensibilmente inferiore ai valori standard (o medi) in seguito a efficaci progetti di riduzione e prevenzione dei rifiuti. Anche per quanto riguarda i comuni in situazioni territoriali sfavorevoli, che rendono economicamente più sfavorevole l’effettuazione della raccolta porta a porta con frequenze elevate, la presenza di progetti di incentivazione spinta del compostaggio domestico può portare ad un valore molto basso del pro capite totale di RU, ed in particolare di RUR. In tali situazioni l’indicatore percentuale della raccolta differenziata è meno significativo. I sistemi di raccolta stradali dei RU possono presentarsi in due varianti sostanziali, determinate dalla tipologia di cassonetti/contenitori individuati per la raccolta: l’approccio “classico” prevede la collocazione di cassonetti fuori-terra muniti di ruote con volumetrie variabili dai 660litri ai 3000litri, a seconda della viabilità e della tipologia di automezzi disponibili per lo svuotamento. Si tratta di contenitori collocati su

100

150

200

250

300

350

400

450

1-200 ab/kmq 200-600 ab/kmq 600-1200 ab/kmq >1200 ab/kmq

CON - casi con RD65+ PP - casi con RD65+

CON - casi con RD 15-35% PP - casi con RD 15-35%

CON - casi con RD 35-50% PP - casi con RD 35-50%

CON - casi con RD 50-65% PP - casi con RD 50-65%

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bordo strada o in piazzole appositamente individuate. Un’importante variante a tale approccio è data dal ricorso a contenitori sotterranei; anche in questo caso si ricorre a contenitori di volumetria variabile da 700 litri a oltre 5000litri, con soluzioni che hanno il pregio di ridurre sensibilmente l’impatto visivo anche se gli ingombri e gli interventi infrastrutturali per la collocazione degli stessi è decisamente più oneroso rispetto alla soluzione fuori-terra e – a seconda del fornitore di tecnologia - è necessario predisporre anche un collegamento alla rete elettrica. Il pregio delle soluzioni sotterranea è di migliorare l’impatto visivo ed il decoro urbano, potendo trasferire le volumetrie di raccolta nel sottosuolo. Va sottolineato che in termini di efficienza ed efficacia delle RD entrambe le soluzioni presentano evidenti limiti, legati all’impossibilità di controllare il comportamento delle utenze al momento dell’asportazione dei rifiuti. Anche l’installazione di dispositivi di identificazione delle utenze quali calotte o apertura mediante scheda/badge, se da un lato consentono di individuare le utenze, e di disincentivarle al conferimento di rifiuti indifferenziati, dall’altro non permettono intrinsecamente un controllo efficace della qualità (in termini di purezza merceologica) dei rifiuti conferiti al circuiti della RD, soprattutto per quanto riguarda la FORSU che è la frazione chiave per il raggiungimento di elevati obiettivi di qualità e quantità. Da alcune esperienze analizzate, infatti, Il cittadino non attento infatti potrebbe essere spinto a conferire nel contenitore della FORSU (senza calotta, e senza sportello limitante) i suoi rifiuti indifferenziati in caso di scarsa attenzione (passanti, cittadini non sensibili alla differenziazione) o di malfunzionamento della calotta. L’investimento aggiuntivo (in termini di attrezzatura) non sembra quindi a priori in grado di garantire al contempo quote di raccolta differenziata che, seppur elevate, presentino buoni standard di qualità. Si tratta comunque di una soluzione che è possibile valutare per particolari e limitate situazioni urbanistiche. I circuiti di raccolta a domicilio presentano notevoli vantaggi per la gestione dei rifiuti raccolti in maniera differenziata, dal punto di vista sia quantitativo (intercettazione pro-capite) che qualitativo (basse percentuali di materiali estranei); questo risultato è possibile attraverso una elevata personalizzazione del servizio, in termini di volumi di raccolta e di frequenze di asportazione dei rifiuti, a seconda della tipologia di utenza servita e delle caratteristiche del territorio di riferimento. La qualità dei conferimenti è controllabile ex-post presso ciascuna utenza, durante la fase di raccolta dei rifiuti permettendo in questo modo di attivare azioni di informazione, correzione ed eventuale sanzione derivanti da conferimenti non corretti. E’ quindi evidente e riscontrato nella pratica operativa ormai consolidata da 20 anni che tali modelli di raccolta consentano di raggiungere gli obbiettivi di gestione dei RU stabiliti nelle Norme di Pianificazione Regionale.

11.4.2 Dimensionamento ottimale e informazioni necessarie Il limite principale dei sistemi di raccolta mediante contenitori stradali è che concepisce i circuiti per la RD come aggiuntive alla struttura generale della raccolta del RU indifferenziato; questa impostazione determina inevitabilmente un onere di servizio non-integrato dato che i benefici derivanti dall’intercettazione di rifiuti da RD difficilmente può essere assunta come parametro progettuale per ridurre l’onere operativo di svuotamento dei contenitori per il RU indifferenziato. D’altro canto la predisposizione ottimale di sistemi di raccolta domiciliari consente di gestire in maniera efficiente ed economica l’intero sistema dei RU – parliamo a tale proposito di sistema integrato – qualora siano disponibili informazioni e dati dettagliati sulla produzione di rifiuti, il territorio di raccolta, la tipologia di utenze e le politiche di assimilazione dei rifiuti. Pertanto le Pubbliche amministrazioni dovrebbero predisporre ad intervalli regolari le seguenti informazioni, onde consentire il dimensionamento corretto delle zone operative e delle squadre di raccolta:

• dettagliata ricognizione sulla composizione utenze domestiche e non-domestiche, separandole per tipologia e numero di abitanti e/o di addetti. Come classificazione delle utenze si prendano a riferimento le categorie previste dal DPR 158/1999;

• analisi della distribuzione territoriale delle utenze e della viabilità, onde determinare la distribuzione della presenza antropica residenziale e produttiva nei diversi quartieri o nelle frazioni abitate;

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• analisi economica dei costi sostenuti per la gestione del servizio di gestione in essere dei Rifiuti Urbani, scorporando i costi per la raccolta, il trasporto ed il trattamento di tutte le tipologie di rifiuti che vengono gestite. Raffronto di tali costi con i gettiti storici e previsti dalla Tarsu/Tia onde valutare il grado di copertura dei costi complessivi del sistema di gestione del servizio.

Da un punto di vista legato alla economicità del sistema complessivo, le elaborazioni presentate al par. 3.9 mostrano chiaramente come i sistemi di raccolta integrati, che ricorrono ad una elevata domiciliarizzazione delle raccolte, siano economicamente sostenibili rispetto a modelli di gestione basati su circuiti con contenitori stradali.

11.4.3 L’intercettazione mirata dello scarto di cucina Per alcune tipologie di rifiuti, quali lo scarto umido di cucina e grandi utenze, la RD diventa un fattore determinante ai fini della buona integrazione del sistema di gestione dei RU. Lo scarto umido rappresenta tuttora una frazione importante dei RU (variabile dal 20 al 40% dei rifiuti urbani totali) e la differenziazione ottimale di tale frazione costituisce il presupposto per una buona riuscita delle altre raccolte e per il raggiungimento dei target di RD; infatti la minore presenza di umido nelle RD degli imballaggi e nel RU residuo permette di gestire tali flussi con ridotti problemi legati ad umidità, insorgenza di odori e formazione di percolati o liquidi. Ricordiamo che per i rifiuti biodegradabili (codice CER 20 01 08) il Testo Unico Ambientale (Dlgs 152/06,art 182 ter) introduce il principio le autorità competenti devono adottare misure volte ad incoraggiare la raccolta separata dei rifiuti organiti e stabilisce che tale raccolta deve essere effettuata con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati a norma UNI EN 13432-2002. Tale raccolta va quindi introdotta garantendo il massimo confort alle utenze, agevolando soprattutto la differenziazione e contenimento dello scarto umido sin dalla sua separazione all’interno delle cucine delle famiglie. L’approccio ormai collaudato da quasi 20 anni di esperienze a livello lombardo prevede di impiegare:

• contenitori sottolavello di volumetria ridotta (7/10 litri) per la raccolta differenziata direttamente in cucina di tali scarti;

• sacchetti in grado di mantenere puliti i mastelli, prevenire l’insorgenza di imbrattamenti, odori e muffe ed agevolare così le utenze nella separazione di uno scarto ad elevato contenuto di acqua e putrescibile; i sacchetti possono essere in carta o in plastiche compostabili certificate, in modo da avere la certezza che siano effettivamente compatibili con il processo di recupero (compostaggio, digestione anerobica) senza determinare scarti o sovvalli;

• contenitori per l’esposizione in strada e il conferimento dello scarto umido al servizio di raccolta, dimensionati in base all’effettiva produzione di rifiuti per ciascun’utenza; evitando sovradimensionamenti si previene il conferimento di altre tipologie di rifiuti all’interno del circuito di raccolta dello scarto umido.

L’introduzione di secchielli aerati al posto di secchielli chiusi comporta un sensibile miglioramento delle condizioni operative in termini di: perdita di peso del materiale, minore insorgenza di muffe e ridotta formazione di percolato in seguito all’evapo-traspirazione della umidità contenuta nello scarto umido. Ovviamente soltanto l’utilizzo congiunto di sacchetti traspiranti e supporti ventilati determina un apprezzabile vantaggio operativo, con perdite in termini di peso del 10% circa nell’arco di 2-3 giorni. Pertanto con questi sistemi si migliora non soltanto la permanenza all’interno delle cucine dello scarto umido ma anche la gestione delle raccolte con intervalli possibili di 2 o 3 giorni, in seguito alla diminuzione di umidità del materiale1. La qualità del materiale raccolto: complessivamente tale approccio nel dimensionamento della RD dello scarto umido, con utenze domestiche che impiegano sacchetti compostabili ai sensi della norma UNI EN 13432-2002 e con circuito di raccolta domiciliare che effettua controlli visuali delle qualità di scarto conferite consente di traguardare purezze merceologiche del 97-99% in peso del rifiuto raccolto. Vi sono anche approcci alternativi alla RD della FORSU, che sono stati sperimentati per avviare a smaltimento o recupero la frazione umida. La soluzione che viene maggiormente proposta è costituita da dissipatori sottolavello che sminuzzano, triturano la FORSU e la immettano in fognatura. Tali dispositivi possono apparire come una semplice soluzione per ovviare alla differenziazione dello scarto di cucina. 1 Fonte: Indagine della Scuola Agraria del Parco di Monza, 2005, e Regione Catalunya, 2007.

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Tuttavia laddove sperimentati, anche in Italia, 2 hanno di mostrato di intercettare il 25% in peso dello scarto alimentare complessivamente prodotto, con elevate quote quindi tuttora presenti nel RU indifferenziato o con la necessità di mantenere comunque un circuito di RD dello scarto umido per quelle frazioni che non vengono smaltite attraverso il dissipatore. In secondo luogo va ricordato che tale sistema implica un consumo energetico ed idrico, per sminuzzare e diluire il rifiuto. In terzo luogo mentre la RD in purezza consente di recuperare compost, un prodotto con elevate e certificate proprietà agronomiche, nel caso dei dissipatori sottolavello lo scarto umido viene trattato insieme alle acque reflue e viene avviato a smaltimento controllato con i fanghi di depurazione, e quindi viene compromesso un uso agronomico nobile della frazione organica da recuperare. Sono inoltre da verificare ed eventualmente adeguare le reti fognarie per gestire il maggiore afflusso di scarto organico all’interno delle tubature, fonte di possibili maggiori oneri di manutenzione e spurgo. La soluzione del dissipatore sottolavello è quindi ipotizzabile come soluzione di ripiego, soltanto laddove i circuiti di raccolta differenziata non-possono essere realizzati, come p.es. nel caso di strutture ricettive e di ristorazione isolate in realtà Montane, Collinari o Autostradali, ma comunque collegate ad un impianto fognario e –sempre – previa autorizzazione da parte del gestore della fognatura. Nel caso dell’istallazione presso utenze domestiche, in Comuni e Ambiti già interessati dalla raccolta differenziata della FORSU tale soluzione appare inefficace, con intercettazioni incomplete e decisamente inferiori rispetto alle raccolte domiciliari; operativamente la soluzione appare antieconomica, nella prospettiva di avere maggiori oneri energetici (per il funzionamento elettrico delle apparecchiature) e di manutenzione degli impianti fognari. Il compostaggio domestico è un sistema alternativo alla RD dello scarto organico presso le utenze domestiche dotate di orto o giardino, ampiamente diffuso nella Regione Lombardia sin dalla metà degli Anni ’90. L’autocompostaggio è previsto esplicitamente dal Testo Unico sull’Ambiente, il Dlgs 152/2006 e s.m.i all’articolo 183 comma 1 lettera e) ed è implementabile in zone a media e bassa densità abitativa e quindi soprattutto in aree a prevalente edilizia orizzontale; se tale pratica viene promossa in maniera efficace da parte del gestore del servizio può consentire elevate intercettazioni di tale scarto, senza la necessità di ricorrere ad un circuiti di raccolta specifico. Essa è peraltro una pratica di riduzione rifiuti già citata nel P.A.R.R. e monitorata grazie all’applicativo O.R.SO. Compostaggio di prossimità: si tratta di una soluzione operativa che previene la necessità di conferire lo scarto umido ad un circuito di raccolta (pubblico o privato). Il rifiuto, raccolto in maniera differenziata, viene trattato direttamente presso il sito del produttore di rifiuti (grande utenza, utenze domestiche isolate o agglomerati) attraverso l’impiego di un compostatore statico o meccanico. Si tratta di una soluzione operativa ancora poco sperimentata in Italia, adatto a casi specifici ed isolati dove non è economicamente o logisticamente possibile avviare la RD. Nel caso dei compostatori meccanici i costi di compostaggio (in termini di euro/tonnellata) sono sensibilmente superiori a quelli di un impianto industriale (con un fattore di aumento da 2 a 4 volte), anche a causa della necessità di aggiungere materiale lignocellulosico (es. pellet), e in caso di fermo-impianto o interventi di manutenzione l’utenza si troverebbe impossibilitata a smaltire tale frazione di rifiuto. Va inoltre individuato preventivamente la possibilità di riutilizzo o di reimpiego in loco del compost prodotto.

11.4.4 Omogeneizzazione a livello regionale L’omogeneizzazione del modello di raccolta a livello regionale consente nel medio periodo di ottenere interessanti effetti positivi in termini operativi, ambientali ed economici. Dal punto di vista operativo i gestori delle raccolte e le imprese del settore pubblico e privato si troverebbero ad investire su automezzi ed attrezzature adatte ad un ambito operativo ampio, a livello anche regionale. La standardizzazione dei colori dei contenitori, per esempio, consentirebbe ottimizzazioni economiche in fase di acquisto e di gestione manutentiva dei manufatti. Gli stessi gestori potrebbero competere per gare e capitolati di raccolta in tutta la Regione Lombardia, con un accresciuta competizione economica che dovrebbe ottimizzare il costo per il servizio pubblico.

2 Consorzio Tergola, PD1, O. Gatto , forme alternative di recupero della FORSU

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La tabella 11.4.4, fotografa lo stato di fatto al 2010, grazie alle informazioni del database interregionale ORSO. I Comuni sono stati classificati in base al modello prevalente di raccolta (quindi domiciliare o mediante contenitori stradali); ricordiamo che a livello Regionale in 2 comuni su 3 si raccolgono i rifiuti mediante circuiti domiciliari. Appare quindi evidente che un operazione di omogeneizzazione è possibile, considerando che almeno il 75% dei Comuni oltre i 200ab/kmq ha già avviato tale tipologia di raccolta, seppur con risultati in termini di differenziazione ampiamente diversi. Dalla lettura dei dati riportati nella tabella seguente appare necessaria una particolare attenzione per le seguenti categorie di Comuni:

1. Comuni a bassa densità di abitanti situati in Pianura e Collina, che rappresentano il 22% dei Comuni Lombardi, e che non raggiungono elevate percentuali di RD;

2. Comuni di Montagna a basse e media densità abitativa, che costituiscono il 29% dei Comuni Lombardia e che tuttavia faticano a raggiungere percentuali di RD vicine agli obiettivi di Piano.

Nei Comuni di Pianura e di Collina i risultati di RD media indicano che le percentuali previste dalla Normativa Nazionale sono raggiungibili, anche se servono ulteriori sforzi di ottimizzazione e completamento dei servizi proposti per traguardare l’obiettivo definitivo.

Percentuale di Comuni con RD

porta a porta 1-200 ab/kmq 200-600 ab/kmq 600-1200 ab/kmq >1200 ab/kmq Totali

Pianura 61% 78% 91% 98% 77% Collina 7% 74% 93% 98% 77% Montagna 45% 77% 81% 100% 54%

RD media per categoria 1-200 ab/kmq 200-600 ab/kmq 600-1200 ab/kmq >1200 ab/kmq >1200 ab/kmq

Pianura 48% 52% 58% 57% 52% Collina 27% 54% 58% 60% 53% Montagna 35% 45% 45% 50% 37%

Numero relativo Comuni 1-200 ab/kmq 200-600 ab/kmq 600-1200 ab/kmq >1200 ab/kmq >1200 ab/kmq

Pianura 48% 52% 58% 57% 52% Collina 27% 54% 58% 60% 53% Montagna 35% 45% 45% 50% 37% Tabella 11.4.4 – Percentuale di raccolta differenziata per fascia altimetrica e per densità urbanistica. (Fonte dati

ARPA elaborazioni Finlombarda spa)

Il modello omogeneo esposto di seguito è tendenzialmente applicabile su tutto il territorio regionale, fatte salve alcune minime varianti che verranno esposte nei paragrafi successivi, per specifiche situazioni territoriali. Tale modello si basa su 4 cardini operativi:

1. raccolta differenziata mirata e in purezza della FORSU, mediante circuiti di raccolta domiciliari, sia per le utenze domestiche e non-domestiche;

2. raccolta differenziata mirata e in purezza delle principali frazioni da imballaggio, mediante circuiti di raccolta domiciliari, sia per le utenze domestiche e non-domestiche;

3. raccolta del rifiuto indifferenziato (o dello scarto residuo), mediante circuiti di raccolta domiciliari, con frequenze ridotte e volumetrie di raccolta limitate. Eventuale applicazione di sistemi di quantificazione puntuale dei conferimenti per disincentivare la produzione di tale rifiuto;

4. standardizzazione dei colori dei manufatti (sacchi e contenitori) impiegati per la raccolta delle diverse tipologie di RU.

Il modello di raccolta viene esposto in forma tabellare di seguito. E’ ovvio che il modello di riferimento può essere adattato in base alla struttura urbanistica e agli spazi disponibili presso le singole utenze domestiche. Il concetto fondamentale da rispettare in fase di calendarizzazione delle raccolte è che le frequenze di raccolta del RU indifferenziato devono risultare – su base settimanale – inferiori a quelle della raccolta dello scarto organico, mentre il dimensionamento delle raccolte di carta, plastica e vetro devono risultare tali da agevolare i conferimenti delle frazioni recuperabili e prevenirne il conferimento congiuntamente allo scarto indifferenziato.

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Frazione Contenitore Colore Modalità e

Frequenza di raccolta

Possibili ottimizzazioni

FORSU

Per la cucina: secchiello “areato” da 7/10 litri, idoneo per l’utilizzo di shopper, con sacchetto biodegradabile e compostabile conforme alla norma EN13432. Per esterno: mastello chiuso da 20-30- l o bidone carrellato da 120 l

Contenitori marroni per l’esterno

Domiciliare, 2 / settimana. Eventualmente settimanale nel periodo invernale.

Nei comuni a bassa densità urbanistica (< 150 ab/kmq) possibile la raccolta settimanale, in punti di raccolta centralizzati e controllabili con bidoni da 120-240 litri con fodera compostabile, fornendo obbligatoriamente un contenitore da 30 l a tutte le utenze. Incentivazione del compostaggio domestico.

Carta, cartone, tetrapak

Contenitore dedicato da 30-40 l o carrellato da 120 l

Blu Domiciliare, settimanale

Quindicinale in comuni a densità urbanistica medio-bassa

Imballaggi in plastica Sacco in plastica Giallo semi-

trasparente Domiciliare, settimanale

Quindicinale in comuni a densità urbanistica medio-bassa. Possibile anche multimateriale leggero con imballaggi in metallo

Multimateriale leggero (imballaggi in plastica e in metallo)

Sacco in plastica o contenitore carrellato da 240 l

Giallo semi-trasparente

Domiciliare, settimanale

Quindicinale in comuni a densità urbanistica medio-bassa

Vetro e metalli o Vetro (se è attiva RD multimateriale leggera per i metalli)

Mastello da 30-40 lt o bidone carrellato da 120/240 l

Verde scuro Domiciliare, settimanale

Quindicinale in comuni a densità urbanistica medio-bassa

Indifferenziato Sacco in plastica Viola semi trasparente

Domiciliare, settimanale

Quindicinale, nei comuni a tipologia urbanistica orizzontale, o qualora si attivi la tariffa puntuale o qualora si attivi un servizio di raccolta settimanale dedicato per utilizzatori di pannolini/ pannoloni

Scarti verdi (erba, potature, ramaglie, …)

Carrellato da 120 l in su Verde chiaro

Domiciliare, stagionale, a richiesta e pagamento per i soli aderenti al servizio

Solo conferimento presso centro di raccolta, e incentivazione del compostaggio domestico

Imballaggi compostabili (piatti, bicchieri, forchette) certificati e marchiati con apposito logo

Nella raccolta della FORSU, previa verifica con l’impianto di compostaggio.

Vedi FORSU Vedi FORSU

Tabella 11.4.5– Modello omogeneo di raccolta proposto

Per quanto concerne la raccolta del RU indifferenziato possono essere impiegati contenitori rigidi al posto dei soli sacchi (quali bidoni carrellati e cassonetti), preferibilmente in combinazione con sistemi di misurazione puntuale degli svuotamenti, onde ridurre il numero di contenitori che vengono - su base volontaria – esposti dalle utenze. Per quanto riguarda i contenitori da esposizione a svuotamento manuale è opportuno che siano muniti di dispositivi di chiusura anti-randagismo in modo tale che non fuoriescano rifiuti anche nel caso di

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ribaltamento accidentale dei contenitori; tale soluzione garantisce il decoro e l’igiene urbana e non limita le operazioni di svuotamento dei contenitori stessi. I colori proposti per i diversi manufatti sono ripresi dalla proposta di direttiva UE “WASTE MANAGEMENT - WASTE VISUAL ELEMENTS” del 2011.

11.4.4.1 Automezzi In relazione al modello omogeneo di gestione illustrato riportiamo di seguito alcune indicazioni sintetiche per quanto riguarda la tipologia di automezzi da impiegare nelle fasi di raccolta e trasporto dei rifiuti agli impianti di destinazione. Resta basilare la distinzione di due tipologie di mezzi di raccolta, in funzione del grado di compattazione e della densità delle diverse tipologie di rifiuti urbani da raccogliere. Va inoltre ricordato che l’elevato impiego di operatori necessario alla gestione delle raccolte porta a porta comporta la necessità di una flotta di automezzi diversificata in: - automezzi satellite a vasca, di limitata portata utile solitamente non superiore a 2000 kg, che agevoli

le operazioni di salita/discesa degli operatori e lo svuotamento dei contenitori a raccolta manuale oltre alla percorrenza nelle vie secondarie e nei centri storici;

- automezzi di trasferenza che fungono da polmone operativo per i mezzi satellite e che gestiscono in maniera quasi esclusiva le fasi di trasporto agli impianti di destinazione. Si tratta generalmente di compattatori a caricamento posteriore e di motrici per cassoni e container fino a 30 mc.

La tabella che segue distingue le principali tipologie di automezzi da impiegare per le raccolte domiciliari, fermo restando ottimizzazioni e sinergie che deriveranno dallo specifico contesto operativo e dalla dotazio-ne in essere dei gestori delle raccolte.

Frazione Contenitori di raccolta Automezzi di raccolta Trasferenza e Automezzo per trasporto agli impianti di recupero

FORSU

Contenitori da 20-30 litri a svuotamento manuale Bidoni carrellati da 120-360 litri a svuotamento meccanizzato

Mezzi a vasca, senza dispositivi di compattazione, muniti di : attrezzatura alza/volta bidoni e finestra laterale di agevolazione all’immissione

In container stagni da 10-30 mc con motrice In compattatori da 12-25mc Presso stazioni di trasferenza dedicate

Carta, cartone, tetrapak Contenitore dedicato da 30-40 l o carrellato da 120 l

Mezzi a vasca, con costipatori, mini-compattatori, e compattatori di media portata muniti di : attrezzatura alza/volta bidoni e finestra laterale di agevolazione all’immissione

In compattatori da 15-30mc In press-container presso le Piattaforme Comunali

Imballaggi in plastica Sacco in plastica o contenitore carrellato da 240 l

mini-compattatori, e compattatori di media portata

In compattatori da 20-30 mc In press-container presso le Piattaforme Comunali

Multimateriale leggero (imballaggi in plastica e in metallo)

Vetro e metalli o Vetro (se è attiva RD multimateriale leggera per i metalli)

Mastello da 30-40 lt o bidone carrellato da 120/240 l

Mezzi a vasca, senza dispositivi di compattazione, muniti di : attrezzatura alza/volta bidoni e finestra laterale di agevolazione all’immissione

In container da 10-30 mc con motrice

Indifferenziato Sacco in plastica (o mastelli)

Mezzi a vasca, con costipatori, mini-compattatori, e compattatori di media portata muniti di : attrezzatura alza/volta bidoni

In compattatori da 20-30mc

Scarti verdi (erba, potature, ramaglie, …) Carrellato da 120 l in su Compattatori di bassa-media

portata In container da 10-30 mc con motrice In compattatori di grande portata

Tabella 11.4.6 – Principali sistemi per la raccolta domiciliare (contenitori ed automezzi maggiormente utilizzati)

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Per i comuni a bassa densità abitative e limitatamente al servizio di piccoli agglomerati urbani diffusi sul territorio e per le case sparse può essere presa in considerazione l’adozione di mezzi a doppio scomparto, onde prelevare due tipologie di rifiuti per l’utenza, con un unico turno di raccolta. Può essere questo il caso delle raccolte secco/umido effettuate con mezzi a vasca dotati di una volumetria di carico di almeno 4-5 mc. Il servizio andrà dimensionato con particolare attenzione, onde disporre delle volumetrie sui mezzi sufficienti a completare i giri di raccolta. Il travaso/scarico dei rifiuti andrà fatto in un punto di trasferenza apposito in cui siano presenti i container per entrambe le frazioni raccolte.

11.4.5 Le raccolte nelle zone con particolarità territoriali Il modello di raccolta omogeneo illustrato in precedenza consente di traguardare agevolmente una percentuale di RD del 65%, quindi in linea con le previsioni della normativa nazionale; sulla base dell’analisi eseguita nei Comuni della Regione Lombardia nel 2010 sui costi e sulle intercettazioni delle varie tipologie di RU possiamo affermare che tale strategia è applicata con successo in comuni nei quali l’urbanizzazione è caratterizzata sia da tipologie edilizie mono (bassa densità abitativa) che plurifamiliari (comuni ad elevata urbanizzazione) la quale risulta economicamente comparabile con circuiti di raccolta tradizionali con performance di RD inferiori.

Tipologia Altimetrica

Parametro

Comuni a bassa densità

abitativa Comuni a media densità abitativa

Comuni urbanizzati Totale

1-200ab/knq 200-600 ab/kmq 600-1200 ab/kmq >1200 ab/kmq

Pianura Numero 281 214 129 127 751

Abitanti 579.103 1.129.886 1.306.018 3.777.261 6.792.268

Collina Numero 43 93 136 49 321

Abitanti 65.729 394.198 730.391 861.045 2.051.363

Montagna Numero 351 92 26 5 474

Abitanti 463.192 340.824 228.808 20.764 1.053.588

Tabella 11.4.7 – Numero di Comuni e di abitanti nelle diverse fasce altimetriche. (Fonte dati ARPA elaborazioni

Finlombarda spa)

Tuttavia nel caso di zone con particolarità territoriali specifiche – che corrispondono alle situazioni stremali della tabella precedente, sia in termini di distanza dagli impianti come nel caso di molti Comuni montani, sia per aree ad elevata o a bassa densità abitativa - possono essere necessari degli adattamenti rispetto al modello omogeneo, che andremo brevemente ad illustrare. Va anche ricordato che nel caso di Comuni a densità abitativa bassa, spesso l’estensione del servizio di raccolta di tipo domiciliare può essere territorialmente limitato e gestibile, laddove la porzione di superficie urbanizzata risulta essere ridotta rispetto all’estensione territoriale complessiva; la tabella successiva correla la densità abitativa con l’indice di intensità urbanizzativa, calcolato suddividendo gli abitanti per la sola superficie urbanizzata, riportando i valori medi per ciascuna tipologia altimetrica e per le fasce di densità abitativa introdotte in precedenza. Soffermandoci sulla categoria dei Comuni di montagna, risulta evidente come la minore densità abitativa (fascia da 1 a 200 abitanti/kmq) venga compensata da una concentrazione della popolazione in frazioni abitate con densità abitativa decisamente più elevata rispetto a quella riscontrata nei Comuni di Pianura e di Collina e tale densità abitativa è quindi compatibile con sistemi di raccolta di tipo domiciliare. Nel caso di molti Comuni montani questo si traduce in capoluoghi collocati a fondo-valle o lungo le arterie principali di trasporto stradale.

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Indice di intensità urbanizzativa – dato medio ab/kmq di suolo urbanizzato

Fascia densità abitativa

1-200 ab/kmq 200-600 ab/kmq 600-1200 ab/kmq >1200 ab/kmq Totale complessivo

Pianura 1.289 2.246 2.804 4.131 2.302 Collina 1.091 2.024 2.608 3.339 2.347 Montagna 2.146 2.780 3.671 4.419 2.377 Totale complessivo 1.722 2.317 2.790 3.924 2.334 Tabella 11.4.8 – Correlazione tra indice di densità urbanizzativa (ab/kmq urbanizzato) e densità abitativa (ab/kmq

totali). (Fonte dati ARPA elaborazioni Finlombarda spa)

11.4.5.1 Zone a bassa densità urbanistica Nelle zone a bassa densità urbanistica la logistica delle raccolte diventa meno efficiente in termini di numero di utenze servite a parità di estensione dei percorsi di raccolta. In tali zone è auspicabile una aggregazione territoriali di Comuni al fine di avere un unico gestore che ottimizzi i giri di raccolta e le frequenze di asportazione dei rifiuti. Tale gestore è anche in grado di ottimizzare gli oneri di gestione (e eventualmente di realizzazione) di piattaforme di conferimento dei rifiuti al servizio del territorio e di più comuni. Nei Comuni situati in pianura, la presenza di case disperse da un lato allunga i percorsi di raccolta, dall’altro rende possibile diminuire le frequenze di raccolta, anche in relazione alla maggiore disponibilità di spazio delle utenze per accumulare rifiuti oltre ad attivare forme di sostituzione (per lo meno parziale) di alcune raccolte attraverso il compostaggio domestico. L’implementazione delle raccolta porta a porta è possibile, come mostrano i dati dello stato di fatto In tali zone è quindi da valutare attentamente se sia estendibile a tutto il territorio una raccolta basata prevalentemente su circuiti di raccolta domiciliari. In questi casi la strategia di raccolta può rimodularsi come segue:

1. limitare la raccolta domiciliare alla frazione indifferenziata dei rifiuti, con basse frequenze di raccolta (da settimanale a 2/mese) incentivando al contempo il recupero della frazione organica e delle altre frazioni riciclabili. I rifiuti indifferenziati risulteranno a basso contenuto di materiale putrescibile, solitamente inferiore al 15-20% in peso, per effetto delle raccolte differenziate;

2. Incentivazione del compostaggio domestico, per i Comuni di pianura e di collina, data l’elevata presenza di case con orti e giardini ma senza eliminare completamente la raccolta della FORSU domiciliare o almeno con un circuito di raccolta di prossimità attraverso bidoni carrellati di 120 litri; nei Comuni situati in Montagna il compostaggio domestico è di limitato aiuto, dato che la popolazione tende a concentrarsi nelle frazioni abitate, come evidenziato dalla intensità urbanizzata superiore rispetto a quella riscontrata per i Comuni di Pianura e di Collina, a pari densità abitativa. In questi casi la raccolta della FORSU nei capoluoghi si rivela comunque necessaria, anche se la logistica di supporto alle raccolte deve ottimizzare le trasferenze e i viaggi verso gli impianti di destinazione;

3. Raccogliere le principali frazioni riciclabili dei rifiuti di imballaggi (carta, plastica, lattine, vetro) attraverso circuiti di raccolta di prossimità utilizzando contenitori stradali di volumetria coerente con le frequenze di asportazione e attraverso una rete di centri di raccolta (sovra-Comunali o Comunali) di raccolta. La realizzazione di una rete di Piattaforme, disponibili in maniera complessiva per le utenze di un determinato ambito consentirebbe di agevolare i conferimenti da parte di utenze che, per l’estensione territoriale, sono comunque obbligate ad una mobilità basata in prevalenza su automezzi privati;

4. Eliminare la RD domiciliare o stradale dello scarto verde, limitando il servizio al conferimento volontario da parte delle utenze presso i centri di raccolta comunali. Lo scarto verde andrà gestito puntando prevalentemente sull’adesione delle utenze al compostaggio domestico, onde massimizzare il recupero ed il riutilizzo diretto presso le utenze che lo hanno generato. Tale pratica consente anche di recuperare buona parte dello scarto umido, andando così ad agevolare la raccolta del RU indifferenziato. Laddove si volesse comunque attivare la raccolta a domicilio di tale

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frazione sarà opportuno effettuare il servizio solamente per gli utenti che hanno aderito volontariamente e dietro pagamento di un costo annuo specifico di servizio a tale raccolta;

5. Raccolta differenziata dei RUP, dei RAEE, di oli esausti e di altri rifiuti di origine domestica ma pericolosi attraverso servizi mobili sul territorio (Ecomobile) con basse frequenze ma calendarizzata (p.es. 1 volta ogni 2 o 3 mesi). Tale sistema di raccolta viene dettagliato al punto 11.4.9.

Per quanto riguarda la gestione della FORSU e dello scarto verde l’effetto combinato di capillare diffusione del compostaggio domestico (al diminuire della densità abitativa) e il mantenimento di un servizio/circuito di raccolta minimale della FORSU, laddove necessario ed economicamente sostenibile ci porta ad ipotizzare un livello di intercettazione pro-capite di circa 40 kg/ab anno come meglio specificato nel cap. 3.6. Riducendo le frequenze di raccolta del RUR si determina operativamente una spinta alla diversione della FORSU da tale rifiuto. Per quanto concerne il mantenimento di circuiti di raccolta stradali è preferibile prevedere l’impiego di cassonetti da 240-360 litri per le frazione vetro, e di cassonetti di volumetria anche superiore per la plastica e la carta/cartone. Il contenimento della volumetria di raccolta infatti agisce da elemento di prevenzione per il conferimento di tipologie di rifiuti impropri, soprattutto all’interno dei circuiti di raccolta differenziata.

11.4.5.2 Zone turistiche Nel caso delle zone ad elevata presenza turistica sorge la necessità di adattare le volumetrie di raccolta in base alla presenza di non residenti con seconde case o turisti che effettuano spostamenti nell’arco della stessa giornata. Il flusso turistico che invece insiste in prevalenza su strutture ricettive quali alberghi, ristoranti e strutture ricettive in generale è di più agevole dimensionamento, salvo il fatto che le frequenze ed il numero di contenitori da svuotare varia in base alla stagione turistica. Nel caso si voglia estendere il modello omogeneo di raccolta (domiciliare) anche alle seconde case è necessaria un’intensa attività di comunicazione ed informazione alle utenze; in questo caso diventa necessario effettuare una ricognizione dettagliata della disponibilità di spazi comuni negli edifici onde potere collocare contenitori condominiali, aumentandone la frequenza di svuotamento nei periodi in cui sono presenti i turistici. Inoltre il calendario di raccolta dei rifiuti andrà predisposto in considerazione dei principali giorni di arrivo/partenza degli abitanti delle seconde case. Diventa in particolare necessario prevedere punti di raccolta dedicati ai non residenti (seconde case) in cui sia possibile conferire tutti i rifiuti separati il Sabato/Domenica sera, prima che i turisti intraprendano il viaggio di rientro verso i Comuni di residenza. Tale possibilità di conferimento può essere realizzata:

• presso centri di raccolta comunali che prevedano l’apertura anche la domenica; • presso contenitori di raccolta dedicati di prossimità (stradali) accessibili con apertura a

tessera/chiave; • con un circuito porta a porta che consenta agli addetti alla raccolta di riposizionare all’interno della

proprietà i contenitori una volta svuotati. Si tratta di una soluzione operativamente efficace ma problematica dal punto di vista degli accessi alle zone comune di condomini ed edifici privati.

Se invece analizziamo le raccolte con contenitori stradali, solitamente il mero aumento delle frequenze di raccolta può non risultare sufficiente per garantire l’aumento delle volumetrie in grado di garantire il raddoppio/triplicazione della produzione di rifiuti nel territorio durante le stagioni di maggior affluenza turistica. Solitamente la collocazione di contenitori ulteriori risulta essere necessaria. E’ possibile aumentare significativamente le volumetrie di raccolta attraverso l’istallazione di contenitori di tipo sotterraneo, o l’adozione di press-container fuori-terra che mantengono un elevato decoro urbano, pur con tutte le limitazioni di tipo qualitativo sulle RD già evidenziate in precedenza. Anche in questo caso gli accessi a tali contenitori andrebbero modulati attraverso la distribuzione di badge/chiavi elettroniche in modo da prevenire il conferimento di RU da parte di turisti di “passaggio” e che non siano residenti o abitanti di seconde-case. Ovviamente tale soluzione non si adatta allo scarto umido o alla RD del vetro, che non necessitano di sistemi di compattazione, durante la fase di raccolta.

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La campagne di informazione e la cartellonistica affissa alle strutture per il conferimento de i rifiuti dovrà necessariamente essere multi-lingua ed includere almeno le seguenti: Inglese, Francese, Tedesco, Spagnolo oltre ovviamente all’Italiano.

11.4.5.3 Zone ad alta densità urbanistica Nelle zone ad alta e media densità urbanistica, laddove è di immediata applicazione il modello di raccolta omogeneo domiciliare illustrato in precedenza sono possibili alcune integrazioni e strumenti aggiuntivi che i Comuni ed i gestori delle raccolte possono introdurre per agevolare le utenze nella corretta differenziazione dei rifiuti; solitamente in tali realtà diminuiscono gli spazi nelle abitazioni per differenziare e raccogliere in maniera separata le diverse tipologie di rifiuti e – in particolare - per i rifiuti con maggiore volume quali la plastica ed il RU indifferenziato. La assegnazione di contenitori di minori volumetrie alle utenze, con mastelli fino a 30/40 litri e l’aumento delle frequenze di asportazione dei rifiuti a maggiore ingombro specifico agevolano quelle utenze che non dispongono di terrazze, balconi o ripostigli in cui separare 4 o 5 frazioni. Qui di seguito alcune immagini esemplificative delle soluzione volte ad ottimizzare l’ingombro negli appartamenti:

Figura 11.4.3 – Esempi di soluzioni utilizzate per raccolta di diverse frazioni. (Fonte web)

Si elencano di seguito alcuni di questi strumenti operativi, senza volere essere necessariamente esaustivi nei dettagli di ciascuno:

• agevolare la RD di carta/vetro/plastica nei condomini: i contenitori per il conferimento dei RU al servizio di raccolta sono generalmente costituiti da bidoni carrellati e sacchi da 240/360 litri, collocati in uno spazio condominiale comune. Per le utenze del condominio può essere utile facilitare la differenziazione delle frazioni secche riciclabili incentivando o fornendo a ciascuna famiglia un set di contenitori impilabili, in modo da minimizzare la superficie occupata in balconi o terrazzi, oppure fornendo eco-borse o borse multi-scomparto che agevolino il tragitto dall’appartamento ai contenitori di raccolta. Andrebbero inoltre progressivamente aggiornati i regolamenti edilizi la previsione di spazi condominiali dedicati al posizionamento di contenitori di raccolta per i rifiuti ed evitando barriere architettoniche che rendano difficoltose le operazioni di esposizione su strada dei contenitori pieni;

• RD degli ingombranti: in zone ad elevata densità urbanistica e nei Comuni di maggiori dimensioni i tragitti per il raggiungimento dei centri di raccolta comunali sono comunque impegnativi per il traffico urbano. E’ a questo punto opportuno predisporre anche un servizio telefonico di prenotazione a domicilio per il ritiro dei rifiuti ingombranti; il servizio solitamente prevede la collocazione dei rifiuti a bordo strada secondo il calendario concordato al momento della prenotazione del servizio e solamente nei casi limitati di utenze impossibilitate (p.es. anziani non autosufficienti, portatori di handicap) può essere previsto un servizio apposito di prelievo del rifiuto al piano, presso l’abitazione dell’utenza. In presenza di servizi gratuiti, vi è il rischio di abusi o utilizzi eccessivi da parte di alcune utenze; introducendo il pagamento di una quota per chiamata, con un costo figurativo ma incentivante un comportamento corretto da parte delle utenze, si possono efficacemente controllare fenomeni di abuso. Tale servizio non dovrebbe includere l’asportazione

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di elettrodomestici ingombranti, per i quali il servizio deve essere garantito gratuitamente da parte dei negozianti al momento dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente, secondo la normativa RAEE vigente;

• Pannolini e pannoloni: per le utenze con anziani incontinenti o con bambini al di sotto dei 3 anni è opportuno prevedere la possibilità di una raccolta settimanale di tali rifiuti attraverso la distribuzione di un set di sacchetti dedicati. Tali sacchetti potranno essere esposti 1/settimana, in modo da avere – limitatamente a tali utenze – un giro di raccolta settimanale del RU indifferenziato aggiuntivo per complessive due asportazioni settimanali di tali rifiuti. In maniera complementare è possibile prevedere l’istallazione di contenitori dedicati alla raccolta dei soli pannolini presso gli asili nido sia pubblici che privati, come punto di conferimento per le famiglie. E’ infine possibile agevolare la gestione in casa di pannolini/pannoloni attraverso l’incentivo ed il contributo comunale all’acquisto di pellicole/sacchetti che sigillano i pannolini usati o per l’uso di “mangiapannolini”. Tale incentivo può essere modulato prevedendo la cessione in comodato d’uso gratuito dei pannolini oppure con anticipazione del costo d’acquisto da parte del Comune e pagamento a rate di tale costo con la bolletta rifiuti nell’arco di 2 o 3 anni. In tal modo la spesa risulta essere diluita nel tempo per le famiglie.

Nelle zone ad elevata densità urbanistica diventa fondamentale la conoscenza esatta dei carichi di lavoro per le squadre di raccolta; è quindi opportuno che gli Enti Pubblici eseguano o facciano eseguire dai gestori delle raccolte una verifica puntuale delle zone di raccolta (analisi del numero di utenze per numero civico, per tipologia e per struttura abitativi) al fine di disporre di tutte le informazioni necessarie per dimensionare correttamente le volumetrie di raccolta e le squadre operative. In presenza di mercati settimanali a livello di quartieri e rioni è opportuno affiancare alle squadre addette alla pulizia della zona mercati anche un servizio Ecomobile, che consenta alle utenze di conferire RAEE, rifiuti pericolosi, oli vegetali e minerali esausti presso una struttura presidiata e custodita. Questo servizio viene quindi previsto in aggiunta alla possibilità di conferire tale tipologia di rifiuti presso centri di raccolta e presso i contenitori di raccolta collocati sul territorio presso farmacie (nel caso dei farmaci), rivenditori (nel caso delle pile e dei RUP).

11.4.6 Indicazioni per il raggiungimento di elevati livelli di raccolta differenziata senza svantaggi economici o ambientali

Nei paragrafi precedenti è stato evidenziato come il modello di raccolta omogeneo proposto dal Piano Regionale consenta di traguardare elevate percentuali di RD; la quota di rifiuto da smaltire, includendo RU residuo e ingombranti non-recuperabili, si dovrebbe collocare tra il 20-35% dei RU complessivamente gestiti. Pertanto è evidente come elevate percentuali di RD si traducono in una drastica riduzione dei quantitativi di rifiuti da smaltire per i Comuni; dato che i costi di smaltimento dei rifiuti tendono ad aumentare nel medio periodo, per effetto della diminuzione dei siti di smaltimento finale e per la maggiore complessità tecnica degli impianti, necessaria per garantire elevati standard di protezione dell’ambiente, ne deriva che tali sistemi di raccolta permettono ai Comuni di affrontare con minori difficoltà la crescita dei costi unitari di smaltimento dei RU. La marcata diminuzione di RU indifferenziato da smaltire determina un risparmio netto (in considerazione dei costi medi di trattamento); se si considerano i quantitativi della tabella 2 e assumendo un costo medio di smaltimento pari a 100 €/t allora il mancato costo di smaltimento è quantificabile in quasi 20,00 € per abitante/anno; tale risparmio deve ovviamente essere re-investito per la strutturazione ottimale dei circuiti di RD.

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Parametro Raccolta mediante contenitori stradali

Raccolta mediante sistema porta a porta

RU totale (kg/ab/a), valore medio per i comuni lombardi per ciascun sistema di raccolta

582 450

RD totale (%) 32 55 Costo unitario di smaltimento (€/t) Valore medio di riferimento

100,00

Costo procapite di smaltimento (€/ab) RU medio x Costo smaltimento medio

39,60 20,25

Tabella 11.4.9: Confronto dei costi medi di smaltimento per abitante a seconda del sistema di raccolta rifiuti. (Fonte dati ARPA elaborazioni Finlombarda spa)

Il costo per il recupero delle frazioni organiche da RD (FORSU e verde) è sostanzialmente stabile nel tempo e l’estensione della rete di impianti nel territorio della Lombardia negli ultimi anni ha contribuito ad aumentare la capacità di recupero di tali frazioni, riducendo la dipendenza da impianti fuori-regione e contenendo così l’onere per il trasporto di rifiuti su lunghe distanze. Il costo di trattamento risente invece della quota di frazioni non-compostabili conferite all’interno della RD, frazioni che determinano sovvalli da smaltire e perdita di una parte della sostanza organica, recuperabili. Per quanto concerne infine le frazioni riciclabili da imballaggio, bisogna sottolineare che sono contraddistinte da scarti di selezione che dipendono prevalentemente dal tipo di circuito di raccolta (stradale, o domiciliare) , mentre i quantitativi sono decisamente poco correlati al grado di RD raggiunto. Pertanto anche la massimizzazione della rese di RD non comporta effetti negativi sui materiali in uscita dagli impianti di recupero. Inoltre il costo per le RD delle frazioni secche riciclabili da imballaggi è parzialmente sovvenzionato attraverso il sistema dei corrispettivi inquadrato dall’Accordo Quadro dell’ANCI con il CONAI e i relativi consorzi di filiera. Se quindi dal punto di vista della raccolta il sistema CONAI garantisce una copertura (parziale) dei costi di raccolta, sul versante del recupero l’Ente Pubblico non è soggetto a costi per tale operazione. Il fattore di costo più esposto ad incrementi e variazioni è dato dalla spesa per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti. Spesso, la progettazione di circuiti di RD concepiti come aggiuntivi al circuito di raccolta del RU residuo, si traducono in un aumento dei costi logistici per la raccolta delle varie tipologie di rifiuti. Va ribadito che diverse indagini nazionali e di recente anche in Lombardia, mostrano chiaramente che l’integrazione dei costi di raccolta, in presenza di raccolte secco/umido domiciliari, è possibile a patto che si riducano le frequenze di asportazione del RU indifferenziato (tipicamente si prevede una frequenza massima di 1 raccolta/settimana) e si limiti la raccolta della FORSU a 2 volte/settimana, per le utenze domestiche. Questa strategia operativa accompagnata dall’adozione di un parco mezzi decisamente meno oneroso in termini economici per la RD della FORSU rispetto ai mezzi utilizzati per il RU residuo consente di raggiungere elevate integrazioni ambientali. Non a caso l’Indagine “Valutazione Statistico-Economica della Gestione dei Rifiuti in Lombardia”, aggiornata con i dati del 2010 ( capitolo 3.9. del PRGR), evidenzia chiaramente come il costo complessivo di gestione dei RU non aumenti al crescere delle RD, ma anzi si traduce nel complesso in un contenimento dei costi totali di gestione, ossia dei costi di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento dei RU gestiti per ciascun comune.

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Figura 11.4.4: Confronto dei costi complessivi al netto dello spazzamento per abitante equivalente, tra i modelli a

cassonetti e porta a porta – fonte: Valutazione Statico-Economica Lombardia, 2010

11.4.7 Raggiungimento degli obiettivi di qualità delle raccolte incidendo sul servizio ai fini di massimizzare il recupero di materia.

Il modello omogeneo di raccolta dei RU prevede la raccolta domiciliare delle principali tipologie di rifiuti urbani; la raccolta domiciliare interesserà le utenze domestiche e le utenze non-domestiche con rifiuti assimilati ai RU. L’associazione dei contenitori dedicati a ciascun’utenza rappresenta il tassello operativo che consente di effettuare controlli ed ispezioni a campione del contenuto dei contenitori di raccolta, durante le operazioni di svuotamento degli stessi. In questo modo il controllo e l’associazione diretta tra contenitore-produttore permette di individuare chiaramente le utenze che non separano in maniera corretta i propri rifiuti. Questo approccio gestionale si traduce pertanto in una filiera di raccolta in grado di garantire elevati standard di qualità delle frazioni differenziata, elemento che costituisce un prerequisito per il recupero di materia dai rifiuti. Le zone a maggiore criticità saranno dotate di aree di raccolta con cassonetti stradali, mentre le utenze disperse saranno servite con contenitori dislocati in isole di raccolta, onde minimizzare il percorso degli automezzi e - limitatamente alle raccolte domiciliari – i condomini di dimensioni notevoli (superiori alle 40-50 famiglie) con un unico vano scale, nel quale si diluisce l’associazione tra contenitore e produttore di rifiuti. Ovviamente la qualità andrà monitorata attraverso una serie di strumenti sinergici tra loro, che elenchiamo brevemente di seguito:

• la revisione e aggiornamento rispetto al Piano dei Regolamenti di servizio e della Carta di Servizio, in modo da disporre a livello comunale degli strumenti regolatori in grado di eseguire controlli e effettuare sanzioni calibrate a seconda del tipo di conferimento non-corretto;

• campagne di informazione e sensibilizzazione delle utenze, da svolgere con cadenza annua, in modo da aggiornare l’opinione pubblica sui risultati raggiunti (in termine di produzione di rifiuti e di RD), sulle criticità da migliorare e sui cambiamenti intercorsi ai sistemi di raccolta, quali p.es. il cambiamento del calendario di esposizione oppure la modifica di alcuni rifiuti da inserire in raccolta differenziata. Un consumatore consapevole del nesso tra la produzione dei propri rifiuti e le implicazioni sul sistema di gestione sarà maggiormente incline a comportamenti volti ad ottimizzare il risultato sia collettivo che personale;

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• l’effettuazione di controlli a campione sui conferimenti da parte di singole utenze con successiva applicazione di uno sticker/nota ufficiale che evidenzi la presenza di impurità, materiali non conformi o esposizioni del rifiuto in orari o modalità non corrette. Tali attività – erogate dal servizio di raccolta durante il normale svolgimento del servizio - debbono necessariamente prevedere anche una struttura di back-office con numero telefonico locale (o numero Verde) in grado di garantire il follow-up alle segnalazioni emesse.

Analisi merceologiche periodiche almeno per la principali categorie di RU quali: indifferenziato, umido, verde e le frazioni da imballaggio. Le analisi merceologiche andrebbero effettuate con frequenza almeno annuale. Per le frazioni che prevedono contributi CONAI - come corrispettivo per la fase di raccolta e trasporto di rifiuti da imballaggio - è così possibile effettuare un’analisi costi-benefici relativamente al grado di purezza merceologica della RD e le fasce di corrispettivo previste in base all’Accordo ANCI-CONAI vigente, valutando eventuali interventi di pre-selezione degli imballaggi che consentano di rientrare in una fascia di contributo più remunerativa per il Comune. Per quanto riguarda nello specifico la RD dello scarto umido (avanzi alimentari) prodotto dalle utenze domestiche è opportuno monitorare almeno semestralmente la quota di materiale non compostabile. In presenza di quote superiori al 5% in peso andrebbero intraprese iniziativi di comunicazione ed informazione rivolte a:

• informare le utenze sulla tipologia di sacchetti corretta per la separazione del rifiuto; ricordiamo che i sacchetti debbono essere compostabili, ai sensi della norma EN 13432:2002;

• eseguire distribuzioni limitate di sacchetti compostabili per le utenze, con addebito del costo in TARES;

• verificare che nella Grande Distribuzione Organizzata di prossimità vengano impiegati come shopper materiali che siano certificati come compostabili e non materiale biodegradabili o oxo-degradabili, che non sono compatibili con i processi di compostaggio e digestione anerobica della frazione organica.

Generalmente il monitoraggio della qualità e la distribuzione annuale di un set minimo di sacchetti compostabili alle utenze, consente con la raccolta domiciliare di mantenere la quota di materiale non-compostabile entro il 2-3% di materiale raccolto. Per quanto riguarda il RU residuo, le analisi merceologiche costituiscono, insieme alle informazioni sulle rese delle RD, un importante indicatore delle frazioni di rifiuto che ancora possono essere intercettate e costituiscono quindi un elemento che guida l’Amministrazione Locale nell’implementare e migliorare i sistemi di raccolta in essere. Si fornisce di seguito un range di spesa indicativo per guidare i Comuni negli impegni finanziari che tali attività comportano:

Costo indicativo (IVA esclusa)

Frequenza suggerita di intervento

Campagna informativa con distribuzione materiale cartaceo (costo annuo) 0,10 – 0,50 € /ab annuale

Revisione Regolamento Comunale servizio Rifiuti in house al rinnovo dell’Appalto del Servizio di Igiene Ambientale

Analisi merceologiche 150-500 €/cad annuale Fornitura annuale di 104 sacchetti da 7lt certificati compostabili (costo 0,030-0,040€/cad IVA esclusa) 3,60 € /famiglia annuale

Tabella 11.4.10 – Indicazioni sul costo indicativo di alcune azioni per il miglioramento delle raccolte. (Fonte analisi di

mercato, consorzi vari)

Page 19: Modello Omogeneo Prgr Regione Lombardia

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11.4.8 Implementazione di raccolte particolari Il centro di raccolta comunale è la struttura dedicata alla raccolta differenziata di tutte quelle frazioni di rifiuti che non vengono raccolti mediante circuiti stradali o domiciliari, sia per l’esiguità della produzione di tali rifiuti (in termini di quota peso relativi sul totale dei RU) sia per la pericolosità di alcuni rifiuti, che debbono essere pertanto raccolti con manufatti e presidi ambientali appositi quali contenitori a doppia camera, tettoie, vasche di raccolta di eventuali percolati, ecc. La struttura del centro di raccolta, opportunamente gestito, consente di ottenere basse percentuali di impurità nelle frazioni conferite ottimizzando in questo modo le successive fasi di avvio a recupero o smaltimento. Ovviamente l’estensione delle raccolte sul territorio abitato, in aggiunta al conferimento da parte delle utenze al centro di raccolta, costituisce un servizio aggiuntivo in grado di incrementare le RD di queste tipologie di rifiuti.

11.4.8.1 Oli alimentari esausti La RD di tali rifiuti è obbligatoria per legge ed i consorzi di filiera (CONOE) prevedono il ritiro solitamente a costi nulli o ridotti. Oltre alla possibilità di conferimento in piattaforma si possono attivare raccolte domiciliari presso grandi utenze (ristoranti, bar, mense, ecc.) e presso le utenze domestiche. La tipologia di contenitori va dalle taniche da 3-5 litri, in dotazione alle utenze domestiche, fino a taniche di volumetria industriale (dai 20 ai 40 litri). Il servizio di raccolta dovrebbe essere domiciliare per le utenze non-domestiche, in relazione all’elevata quantità di oli prodotti e può avvenire con cadenza mensile. Mentre per le utenze domestiche la tanica deve agevolare innanzitutto la separazione ed il conferimento in un contenitore stagno presso la piattaforma comunale o altri punti di travaso. Alcune esperienze prevedono la distribuzione di contenitori vuoti per pieni, ma in questo caso il numero di punti di conferimento risulta essere particolarmente ridotto, anche se a priori dovrebbe prevenire il conferimento di liquidi non-idonei. La raccolta può avvenire anche in contenitori stradali appositamente collocati, anche se vi è il rischio dell’immissione di oli minerali o altri liquidi che non siano oli esausti usati per la cottura o la conservazione dei cibi. La raccolta domiciliare degli oli presso le utenze domestiche può avvenire con cadenza da 2 a 4 volte/anno.

11.4.8.2 Toner usati Si tratta di rifiuti pericolosi che vengono generati negli uffici pubblici e privati dotati di stampanti laser e fotocopiatrici; operatori autorizzati e specializzati per la gestione di tali rifiuti in molti casi riescono a rigenerare le cartucce allo scopo di rimetterle in commercio e che comunque riescono a garantire buone possibilità di avvio a recupero delle componenti meccaniche e dei materiali. La raccolta differenziata avviene impiegando appositi “eco box”, ossia contenitori dotati di coperchio e sigillo. I toner usati vanno immessi nell’ecobox previo avvolgimenti in una busta/imballo di plastica, per evitare che chiostro o polvere possano disperdersi.

11.4.8.3 RUP quali pile e farmaci usati Si tratta di rifiuti pericolosi che vengono generati dalle utenze domestiche. Generalmente la raccolta differenziata avviene per le pile mediante la collocazione di contenitori di raccolta presso rivenditori e negozi in cui l’utente può quindi conferire l’usato e acquistare un analogo prodotto nuovo. I farmaci possono essere raccolti mediante contenitori da 60 a 100 litri, collocati presso le far, in modo da realizzare un circuito di raccolta in cui l’utente può quindi conferire il prodotto scaduto o non più necessario.

11.4.8.4 Raccolta differenziata mediante Ecomobile L’intercettazione di “rifiuti minori” quali RUP, oli esausti, piccoli RAEE e altri rifiuti pericolosi di origine domestica mediante circuiti di raccolta stradali o di prossimità si espone al rischio di conferimenti erronei, atti di vandalismo e non è sempre di agevole dimensionamento per le imprese dedite alla raccolta. Una soluzione integrativa al conferimento in piattaforma è possibile attraverso servizi mobili sul territorio, realizzati con mezzi furgonati o container appositamente posizionati con basse frequenze (p.es. 1 volta ogni mese) e un calendario di raccolta prefissati. In questo modo l’utenza si trova a poter conferire un’ampia