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a DAY IN FERRARA Marfisa d’Este eSERCIZI DI STILE il divano mICROSCOPIO elephant di Kristalia fREQUENT FLYER: Parigi maison & Objet qUALITÀ MENEGATTI Prima puntata [RIVISTA DI DESIGN, TENDENZE, ARREDAMENTO e STILI DI VITA A CURA DEL MOBILIFICIO MENEGATTI] N.1 - aprile 2011

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a DAY IN FERRARAMarfisa d’Este

eSERCIZI DI STILEil divano

mICROSCOPIOelephant di Kristalia

fREQUENT FLYER:Parigi maison & Objet

qUALITÀ MENEGATTIPrima puntata

[RIVISTA DI DESIGN, TENDENZE, ARREDAMENTO e STILI DI VITA A CURA DEL MOBILIFICIO MENEGATTI]N

.1 -

apr

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2011

Letto Plana, Sistema libreria pari&dispari, armadio Tecnopolis.

mANIFESTO

[Progetto a cura di Pierangelo Ranieri idea e impaginazione grafica: Dieci sas (Pieve di Soligo-TV) - fotografia: Amarcordstudio (Susegana-TV)]

Il viaggio continua. Questo numero del mome, il primo “ufficiale” dopo l’anticipazione del “numero zero”, nasce con l’entusiasmo del viaggiatore all’inizio del suo cammino, accendendo una luce importante, dove il paralume di memoria ha lasciato spazio ad un’artigianalità che spesso sconfina nell’arte. Luci come fossero sculture contemporanee a declinare la poesia dell’illuminazione.

Siamo partiti dunque, per visitare i luoghi dove un tempo visse una donna molto più semplice della fama che le nacque attorno ed attraverso i suoi cortili abbiamo respirato per un po’ l’aria di qualche secolo fa. Ci siamo poi fermati ad osservare quanti divani ci siano dietro la parola divano e che “elephant” non sempre vuol dire grande animale.

Il viaggio, quello fisico, lo abbiamo fatto a Parigi, dove una volta l’anno si può trovare, proveniente da tutto il mondo, il meglio della creatività applicata all’arredamento ed alla decorazione d’interni.La casa non è solo muri, è anche fatta delle persone che ci vivono, spesso famiglie dove i genitori s’impegnano a capire un mondo che cambia molto più velocemente d’un tempo, ecco perché siamo andati anche a capire come si possa insegnare ad essere padri e madri ed abbiamo visitato la “scuola dei genitori”.

Infine, a noi non piace viaggiare da soli, per questo troverete in questo numero la storia di un nostro partner, che condivide con noi la stessa passione per la ricerca e per l’attenzione ai desideri del clienti.

Buona lettura, dunque e buon viaggio.N.1 - aprile 2011

dESIGN INDUSTRIALEa DAY IN FERRARA

Marfisa d’Este storia di una giovane Ferrarese

Chissà se la giovane Marfisa d’Este (figlia del marchese Francesco d’Este), nei lunghi pomeriggi estivi, passeggiando tra la Loggia dei Ritratti e quella degli Aranci, nella palazzina che da lei ha preso il nome, si ritrovasse spesso a pensare ai suoi avi; in particolare alla nonna Lucrezia Borgia, alla di lei bellezza e soavità, a quei tratti che, in un istante, avevano fatto dimenticare, al futuro marito e duca di Ferrara Alfonso I, le nefandezze, gli amori turpi e gli omicidi che le cronache dell’epoca le avevano ascritto.Quella palazzina, oggi conosciuta come Palazzina Marfisa d’Este e che si affaccia sul trafficato Corso della Giovecca, all’epoca già esistente e conosciuta come la strada più ampia e moderna della città (congiungeva il Castello alle mura erette da Alfonso I), sorgeva al tempo stesso in un luogo a vocazione più residenziale e agricola che cittadina in senso stretto (non dimentichiamo che a breve distanza sorge Palazzo Schifanoia, luogo deputato dagli Estensi ed in particolare da Borso, ai passatempi ed al divertimento). Marfisa l’aveva avuta, insieme ad una cospicua eredità, alla morte del padre nel 1578, nel medesimo anno in cui contrasse matrimonio con il cugino Alfonsino, del ramo estense di Montecchio.Quella palazzina che raccoglieva tanti

ricordi dell’infanzia di Marfisa e della sorella Bradamante (da notare i nomi di origine cavalleresca - boiardeschi prima, ariosteschi poi - dati alle figlie dal marchese Francesco, quasi a voler racchiudere nel nome un destino glorioso ed immortale) divenne così luogo deputato alla vita quotidiana della giovane sposa.Nemmeno dopo il secondo matrimonio (Marfisa rimase vedova di Alfonsino a soli tre mesi dalle nozze, a causa della natura debole e cagionevole del marito) questa volta avvenuto con Alderano Cybo, destinato alla successione nello stato di Massa e Carrara e nemmeno dopo la triste pagina della devoluzione allo Stato Pontificio (1598) Marfisa abbandonò mai quella palazzina così ricca di ricordi e di raffinate decorazioni artistiche.La storia (che spesso e volentieri si ammanta di leggenda) ci restituisce una figura di Marfisa che la vede dapprima come giovane irrequieta, bizzarra, irresistibilmente attratta dai divertimenti e dai giochi, “tutta fuoco e ardore, così sprezzante delle convenzioni da sfidarle apertamente” (L. Chiappini, Gli Estensi. Mille anni di storia, Ferrara, Corbo Editore, 2001) ma che, in seguito ed avvicinandosi troppo velocemente il tramonto della sua esistenza, la vede

pag. zerodue

di M.Govoni

pag. zeroquattro

pag.

zer

ocin

que

anche come dedita ad una fervida operosità caritatevole che non passò certo indifferente ai ferraresi.Amica del Tasso (che le dedicò sonetti, brevi composizioni e lodi in ottave), Marfisa doveva aver trovato in quella palazzina edificata dal padre nel 1559, il luogo ideale per poter vivere una vita tanto ricca, quanto al tempo stesso, e quando necessario, ritirata.Di questa “delizia” non si conosce il nome dell’architetto, ma si sa che, al tempo degli Estensi era collegata all’ancora esistente Palazzo Bonacossi (acquistato da Francesco nel 1572) e che essa venne edificata abbattendo alcune delle case preesistenti.Il complesso, interamente restaurato negli anni ’30 del ‘900, consta di diversi ambienti; tra i più famosi figurano senza dubbio la Sala Rossa (detta anche delle imprese), la Loggetta dei Ritratti (nella quale abbiamo immaginato la giovane Marfisa aggirarsi come alla ricerca del suo passato), la Sala di Fetonte, la Sala dei Banchetti, lo Studiolo, la Sala del Camino, la Sala Grande e la Saletta degli Armadi.Se, all’interno, colpiscono l’occhio dello spettatore soprattutto le grandi

decorazioni a grottesche eseguite dalla famosissima bottega dei Filippi (tra i suoi esponenti Sebastiano Filippi detto il Bastianino eseguì il grande affresco del Giudizio Universale nel catino absidale della Cattedrale), l’esterno doveva configurarsi come un autentico “hortus deliciarum” com’era nella migliore tradizione umanistica.Sotto la grande Loggia degli Aranci (scampata all’abbattimento ottocentesco di diversi corpi di fabbrica pericolanti grazie alla bellezza della sua architettura e decorazione) si svolgevano spettacoli d’estate e fungeva da riparo per le piante di limoni d’inverno; la grande “Grotta” che conclude la Loggia è un fiorire di autentici capolavori d’arte con scene di caccia e pesca ambientate in aperti paesaggi lagunari, montani e silvestri.Alla morte dell’ancor giovane Marfisa, nel 1606, la palazzina cadde nell’abbandono completo e quelle stanze che, fino a pochi anni prima avevano risuonato dei canti, della musica, dei versi tassiani e della gioia delle feste e degli spettacoli teatrali (la corte Estense sostenne e finanziò a più riprese il teatro e

gli spettacoli presso la sua corte), caddero nel silenzio.In epoca romantica, proprio forse grazie al mistero che, in due secoli, aveva avvolto quella costruzione senza proprietari né abitanti, si diffuse la leggenda truce del fantasma di Marfisa. La riportiamo così come la riporta il Chiappini:“Tutte le notti, alla mezzanotte, la Palazzina si illumina d’una luce verdastra. Ed ecco improvvisamente si spalanca la porta, e in un cocchio dalle ruote di fiamma, tirato da tre cavalli neri, disperatamente sferzati da tre scheletri palafrenieri, esce Marfisa. La seguono nella ininterrotta folle corsa altri scheletri fantasmi imprecanti. Sono i suoi amanti ch’ella, dopo averne goduto, fe’ man mano precipitare ne’ trabocchetti, o pozzirasoi, della sua casa. Il macabro corteo si perde, svanisce nella luce dell’alba”.Di certo il ricordo della vera Marfisa (devota al marito e madre in vita di ben sette figli) non combacia con questa suggestione gotico-romantica. Ciò che ne resta oggi è il segno di una cultura illuminata e ricca che si può respirare, passo dopo passo, nella splendida dimora cittadina.

pag. zerosei

Quello che colpisce di questa collezione è l’estrema durezza ed essenzialità della forma, elementi che nascondono il vero significato di questi oggetti. Il tema del lavoro è infatti dimostrare il concetto di rifrazione della luce che proiettata su di un corpo volutamente irregolare, proprio per la sua

irregolarità, ne moltiplica la quantità rendendo l’oggetto stesso “tutta luce”. Luce infatti non è la fonte di partenza ma luce diventa tutto ciò che la riceve.Stchu-moon è disponibile nella versione da terra, da tavolo, da soffitto e da parete. Stchu-moon utilizza mezze sfere, quarti di sfera, dischi

in alluminio e colonne in ferro grezzo come elementi base, disponibili in diverse misure.La superfice di rifrazione è proposta con un rivestimento in foglia color argento che rimanda una luce chiara e lunare, oppure è disponibile con un rivestimento in foglia oro.

iNTO THE LIGHT

STCHU-MOON by Catellani & Smith LIGHTING SURFACES

| 1

| 1 | STCHU-MOON 06, lampada da parete.Disco diffusore in alluminio, superficie rivestita in foglia color oro. Flex e schermo porta lampada nickel.

| 2 | STCHU-MOON 03, mezza sfera in alluminio. Superficie rivestita in foglia color argento. Esterno nero opaco. Schermo porta lampada in acciaio.

| 2

| 1 | Shanghai Tip di Patricia

Urquiola per Moroso. Raffinato e

rassicurante, con un sapore di lusso

understated e vagamente orientale.

I piedi in tubo d’acciaio rimandano ai

bastoncini di legno colorato del gioco

dello shanghai. | 2 | Print di Marcel

Wanders per Moroso. Divano dalla

forma basica, rivestito da tessuti

con forme e cromie possenti. | 3 |

Les Femmes di Giuseppe Viganò per

Saba Italia. Sfizioso ed accattivante

con bracciolo e schienale reclinabile.

| 4 | Up di Giuseppe Viganò per

Saba Italia. Con un gesto intuitivo

consente di scegliere l’altezza dello

schienale che meglio corrisponde

alle proprie esigenze.pag. zerootto

eSERCIZI DI STILE

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C’era una volta il divano. Ora ci sono diversi sistemi di sedute. Le abitudini delle persone cambiano ed uno dei classici luoghi di conversazione diventa un micromondo dove vivere, dormire, ascoltare musica, navigare in internet, amare.. Le forme del sedersi di conseguenza cambiano per adattarsi ai differenti stili di vita ed alle diverse personalità.Con questa puntata di “esercizi di stile” vi mostriamo come queste diversità trovino espressione nei nostri prodotti.

| 1 | 915 di Bartoli design per Kristalia. Una libreria che può evolversi nel tempo, cambiando dimensione, configurazione e spazio. | 2 | Cleopatra di Renato DeMarco per Minottiitalia. Contenitore autoportante, in ferro verniciato a polveri termoindurenti nel colore bianco 5001. La base è in marmo Carrara. I ripiani e i cassetti girano a 360°. | 3 | Feelings di Robur. Libreria laccata, caratterizzata dall’assimetria degli spazi tra i vari elementi e dai volumi dei contenitori di profondità differente. | 4 | Frida di Roberto Mora per Minottiitalia. Libreria autoportante in metallo verniciato a polveri termoindurenti nel colore bianco 5001. È possibile accostare più contenitori fissandoli con gli appositi magneti.

| 3

eSERCIZI DI STILE

| 5

| 6

pag. dieci

| 5 | Nebula Nine sofà di Diesel

Collection per Moroso. Grandi e

morbidi cuscini rivestiti in lino,

rendono il divano il luogo ideale

per rilassarsi. | 6 | Livingston di

Giuseppe Viganò per Saba Italia.

Gioca sull’effetto sorpresa tramite un

uso inaspettato del poggiatesta che

all’occorrenza diventa poggiareni.

| 7 | Lowland di Patricia Urquiola

per Moroso. Dimentica i concetti

tradizionali, divano contemporaneo,

essenziale e dinamico. | 8 | Fly di

Primafila divani. I movimenti dello

schienale e del bracciolo sono

sintonizzati sulle posture abituali

del corpo grazie ad un meccanismo

che consente differenti gradi di

inclinazione.

| 7

| 8

ELEPHANT ISPIRAZIONI LONTANE NELLO SPAZIO E NEL TEMPO

L’elefante è un simbolo portafortuna ed è un buon segno che la collaborazione fra Kristalia e lo studio Neuland si inauguri con una seduta ispirata all’anatomia ed alla solidità di questo animale.

pag. dodici

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mICROSCOPIO

La poltroncina Elephant inaugura la collaborazione fra lo studio Kristalia e Neuland Industriedesign, due dei nomi più interessanti del design contemporaneo, entrambi uniti da una visione del progetto come di un “nuovo territorio” da esplorare passo dopo passo, attraverso percorsi che partono da ispirazioni lontane nello spazio e nel tempo, fino a raggiungere il panorama domestico quotidiano.Prima dell’incontro con Kristalia, allo studio Neuland mancava, quasi incredibilmente, un’emozione fondamentale per qualsiasi designer: vedere realizzata la propria idea di una seduta. Eppure di sedie Eva e Michael

ne avevano progettate parecchie nel corso del tempo: l’ispirazione da cui nasce Elephant, risale addirittura al 1998. Ma è stato l’incontro con Kristalia 12 anni dopo a dare loro l’occasione di creare una sedia dallo schizzo iniziale al prodotto finale. Un compito eccitante ma anche impegnativo: il primo passo è stato infatti esaminare oltre 2.500 modelli di sedie presenti sul mercato, per poi disegnare una forma inedita, avvolgente e leggera.Quest’intuizione è stata trasformata in una serie di modellini in scala ridotta, poi un modello in argilla in scala 1:1, come nella più gloriosa tradizione del design automobilistico, prima di essere trasposto in dati CAD e dare forma ad una scocca in poliuretano a iniezione: un materiale resistente, leggero, ideale per unire cultura del progetto e accessibilità, in armonia con la filosofia Kristalia.Elephant si propone come un nuovo archetipo di sedia, negli spazi più diversi, in casa e in esterno. Dal punto di vista strutturale, Elephant è una sedia assolutamente normale, poiché è costituita da una scocca abbinata a un fusto in tubolare metallico, come molti altri modelli che hanno fatto la storia del design del XX secolo. I due designer tedeschi hanno però sfruttato questa semplicità di fondo per creare una versione arricchita nella struttura, nel comfort e nei materiali.Il rivestimento in cuoio lascia

intravedere una speciale nervatura di rinforzo che parte dai braccioli e circonda il retro dello schienale, con un effetto che ricorda la colonna vertebrale di un elefante.Il rivestimento viene letteralmente cucito sul corpo di Elephant, con un’accuratezza sartoriale che fa pensare alle realizzazioni di alta moda. Le cuciture corrono lungo la forma della scocca, che ricorda il simbolo dell’infinito, disegnando una linea continua: un dettaglio che affascina e stupisce per la maestria con il quale è stato realizzato.La versione per esterni ha una scocca in poliuretano rigido ad iniezione: un materiale resistente, leggero, ideale per unire cultura del progetto e accessibilità, in armonia con la filosofia Kristalia.La base è disponibile a 4 gambe o a slitta in finitura cromata, satinata o verniciata in tinta. Nel 2011 Kristalia ha presentato in due nuove varianti, con gambe in legno massello di faggio, dall’aspetto tipicamente nordico, oppure con base girevole in pressofusione di alluminio lucidato o verniciato. La scocca è sempre disponibile con rivestimento in cuoio, ispirato al dorso di un pachiderma, oppure in poliuretano, eventualmente con un nuovo cuscino rimovibile rivestito in tessuto tecnico Scuba by Kvadrat: un tocco di comfort in più.

fREQUENT FLYER

Parigi, Maison et Objet 2011

pag. quattordici

Parigi, Maison et Objet 2011

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qui

ndic

i

“Dal 22 al 24 gennaio il team del mome ha visitato Maison et Objet, la mostra internazionale del design per la casa, effettuando una full-immersion nella Parigi del design.Questo è un resoconto fotografico di queste 72 ore, una storia raccontata per immagini, perché il bello si riconosce guardandolo.”

pag. sedici

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dic

iass

ette

Novità 2010/2011“SCUOLA PER GENITORI COPPARO”“SCUOLA PER GENITORI CODIGORO”In collaborazione rispettivamente con l’Unione dei Comuni Terre e Fiumi e con l’amministrazione comunale.Per info:0532 786111 - 366 6595375www.confartigianato.fe.it

Un ciclo di conferenze annuali sul rapporto genitori-figli, con la direzione scientifica del prof. Paolo Crepet. A seguito del successo riscontrato negli anni scorsi dalla Scuola per Genitori e dalla sempre maggiore richiesta di aiuto e consiglio da parte delle famiglie, Confartigianato si fa promotore, per il terzo anno consecutivo, di questo ciclo di conferenze.L'obiettivo è quello di offrire ai genitori spunti di riflessione sempre nuovi e diversi attraverso l'ascolto di esperti del settore, sostenendo in tal modo il ruolo genitoriale, oggi ancora più complesso poiché influenzato dalle trasformazioni sociali in continuo divenire.

Le conferenze “Scuola per Genitori” hanno ottenuto l’accreditamento dell’Ufficio Scolastico Provinciale.

I relatori sono tutti esperti, autori di numerose pubblicazioni di successo, docenti e/o professionisti affermati, tutti scelti e voluti dal professor Crepet, come ad esempio Maria Rita Parsi, Osvaldo Poli, Rosanna Schiralli,

Marco Rossi, Alberto Pellai.Scuola per Genitori vuole offrirsi alle famiglie dei territori del ferrarese, del copparese e del codigorese come valida risorsa per promuovere l’armonia, l’unione e i valori familiari.

pag. diciotto

la FINESTRA SUL MONDO

Il MOME presenta un’importante iniziativadi “Confartigianato Ferrara”Scuola per Genitori

Confartigianato FerraraPromuove ed organizza:Scuola per Genitori“Crescere Insieme per Crescere Meglio”Ciclo annuale di conferenze sul rapportogenitori-figli”

Paolo Crepet

QMIl termine Qualità è forse uno tra i più abusati e per questo tra i più fraintesi. Spesso lo troviamo associato ad altre parole come “convenienza”, “sconto”, “prezzo di fabbrica” e questo peggiora ulteriormente la sua comprensione, ma cosa vuol dire veramente qualità? La parola in sè non ha accezioni positive o negative in quanto indica la “Proprietà che caratterizza una persona, un animale o qualsiasi altro essere, una cosa, un oggetto o una situazione, o un loro insieme organico, come specifico modo di essere, soprattutto in relazione a particolari aspetti e condizioni, attività, funzioni e utilizzazioni” (def. Treccani), parlare quindi di qualità in termini generici non fa assumere nessuna responsabilità, in quanto questa può essere buona o cattiva, alta o bassa.Da questa considerazione è nata l’idea di voler spiegare in modo dettagliato la Qualità Menegatti, raccontando la nostra quotidiana applicazione per poter offrire ai nostri clienti un servizio ed una qualità in costante crescita.Non era ovviamente possibile esaurire tale argomento in un’unica uscita, pertanto abbiamo diviso il testo in quattro parti che verrano inserite, a partire da questo, nei quattro numeri del “mome” previsti per il 2011.

Chi siamo

Riteniamo la trasparenza un valore fondamentale nelle relazioni, siano esse personali e professionali, per questo vogliamo definire in modo chiaro la nostra identità e la mission ad essa collegata:“Siamo un negozio d’arredamento, con un’esperienza pluridecennale, a conduzione familiare e lo scopo della nostra attività è vendere arredamenti di qualità ad alto contenuto progettuale”.

Nel perseguire questi obiettivi, mettiamo il cliente ed il suo progetto al centro del nostro lavoro ed effettuiamo con regolarità visite ai nostri fornitori ed a fiere di settore in Italia ed all’estero, per poter offrire soluzioni e prodotti sempre aggiornati.

Accoglienza

Cerchiamo sempre di accogliere chiunque entri nel nostro negozio, può sembrare scontato ma spesso non lo è. Consideriamo lo showroom come un’estensione della casa e nel farlo sembrare accogliente, desideriamo ricevere i nostri clienti come faremmo con chi conosciamo. Intervista

In qualsiasi tipo di rapporto, le prime parole che vengono scambiate tra due interlocutori, sono fondamentali per capire in modo adeguato la persona

che ci sta di fronte.Tramite una serie di domande mirate e basate sulle prime richieste del cliente, intendiamo stabilire, con la maggior precisione possibile, quali sono le reali necessità del cliente. “Reali” perché abbiamo verificato che spesso si interpreta l’arredamento attraverso criteri formati su modelli ereditati dai propri genitori, parenti etc. etc. e basati su abitudini oramai superate ma ancora radicate.Lo scopo dell’intervista iniziale, quindi, diventa quello di portare il nostro interlocutore ad essere consapevole delle possibilità che il mondo del design è in grado di offrire oggi.

Sopralluogo preliminare

Per quanto precise, accurate e dettagliate possano essere le richieste che ci vengano presentate, riteniamo fondamentale un sopralluogo finalizzato alla loro verifica. Anche in questo caso, infatti, la nostra continua preparazione ed esperienza ci consente di osservare la stessa situazione in un modo molto diverso dal consueto. Ci accorgiamo magari che la parete ha una lieve inclinazione, oppure che un pilastro non era stato considerato nel giusto modo o che il battiscopa non era stato valutato nel modo corretto.

(1-continua)

qualità MenegattiPrima parte

pag.

dic

iann

ove

QM

Nel 1946 Giancarlo Felloni, aiutato dalla moglie Paolina, decise di aprire in proprio un’attività commerciale a Ferrara per la vendita di tessuti al dettaglio.Ben presto qualità, cortesia e buon gusto contribuirono allo sviluppo del negozio che divenne, nella città e nella provincia, un punto di riferimento per la clientela più esigente.Dagli anni ‘60 nella prestigiosa sede di via Canonica n.6, nel cuore del Centro Storico, a pochi passi dalla Cattedrale, iniziarono con la collaborazione dei giovanissimi figli Giulio ed Alberto i primi approcci con l’abbigliamento per l’uomo.

Nel 1999, dopo la sede storica di via Canonica, nasce Felloni Donna in via Bersaglieri del Po n.56 con proposte di marchi e modelli molto apprezzati da una clientela attenta e raffinata.Con grande attenzione alle nuove tendenze nel mondo della moda, nasce nell’Ottobre 2005 il primo Concept Store di Ferrara, Felloni Studio, dedicato alla ricerca e all’innovazione dell’abbigliamento maschile.Felloni Abbigliamento è stato riconosciuto come uno dei negozi italiani “di fascino” nel volume “The Specialty Shop” di Dorothy Finnel-California.

Felloniwww.felloni.it

Uomo T0532-209509Donna [email protected]

Felloni StudioT0532 [email protected]

il PARTNER

Una storia di Stile ed Eleganza a Ferrarail MOME è felice di ospitare nelle sue pagine un partner con il quale condivide la ricerca costante di novità al fine di poter soddisfare un cliente sempre più attento ed evoluto. Un’impostazione comune che ha portato ad una naturale collaborazione tesa a far conoscere meglio questa importante caratteristica che ci contraddistingue.

pag. venti

[Mobilificio Menegatti sncVia Po, 21 - 44030 Ro - Ferrarat. 0532.868150 - f. [email protected]]

mobilificiomenegatti.it

divano “Les Femmes”, libreria “primo quarto”, tavolini “foulard” - design G. Viganò