mountainbike oggi, numero 5
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Il numero di Novembre del web magazine dei bikers con approfondimenti, reportage, rubriche, foto, video e tanto altro!TRANSCRIPT
Rivista
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eciclismoregistrata
pressoilTribunale
diCatania
(Autorizzazionen.16del28/05/2012)
LL’’IINNVVEERRNNOO ÈÈ NNEEMMIICCOO DDEEII BBIIKKEERRSS?? FFAALLSSOO,, ÈÈ IILL TTEEMMPPOO DDEELLLLOO
AAnnnnoo 11 -- NNuummeerroo 55//DDiicceemmbbrree 22001122
BIANCHI METHANOL 29 SL
SSNNOOWW RRIIDDIINNGG!!!!!!
EEDDIITTOORRIIAALLEELa mountain Bike non ha stagione. Certo il“Generale Inverno” quest’anno si è manife-stato con largo anticipo e così dall’Etna alleDolomiti già da qualche settimana il biancodella neve è protagonista assoluto; nono-stante ciò lo sportivo, quello vero, non si ar-rende mai. Se ne ha possibilità sgonfia unpo’ le ruote e pedala sulla neve; se la neve ètroppa monta ruote chiodate; se proprio nonpuò pedalare mette ai piedi un paio di sci ese, infine, non ha il tempo di fare tuttociò…non gli resta che issare la bici sui rulli oinforcare la propria spinbike. Insomma vie-tato impigrirsi troppo davanti al camino!Certo quando le temperature sono estremequalche accorgimento va adottato: e cosìcome il nostro fisico va difeso dal caldoestremo in estate, allo stesso modo andràdifeso dal freddo. Ecco allora i consigli delDr. Nicolò Musso su quali cibi preferire inquesta fase della stagione nella rubrica dedi-cata all’alimentazione.Parecchio interessante anche la rubrica de-dicata all’allenamento curata come sempreda Paolo Alberati, che presenta una novitàdavvero stuzzicante…il reality training: a par-tire da questo mese infatti il protagonistasarà un biker reale, Mister X, che segui-remo nei suoi allenamenti basati sul metodoforza&ossigeno monitorando l’evoluzionedelle sue prestazioni attraverso test eschede. Chi invece non vuol farsi mancareuna nuova mtb sotto l’albero di natale e siadilaniato dal dilemma della scelta tra full ofront potrà leggere cosa ha dire a tal propo-sito Andrea Trivellato che ci illustra i pro e icontro di ciascun modello. Non resta che au-gurare buona lettura e buone feste!
wwwwww..mmoouunnttaaiinnbbiikkeeooggggii..iittRivista telematica di sport e ciclismo registrata
presso il Tribunale di Catania (Autorizzazione n. 16 del 28/05/2012)
MMOOUUNNTTAAIINNBBIIKKEE OOGGGGIIANNO I - N. 5
DDIIRREETTTTOORREE RREESSPPOONNSSAABBIILLEE
Alessandro Petralia
FFOOTTOOGGRRAAFFIIEEClelia Barbagallo
CCOOLLLLAABBOORRAATTOORRIIPaolo AlberatiAndrea TrivellatoNicolò MussoEnrico CavalliDiego Drago
Alberto Limatore
RREEGGIISSTTRRAAZZIIOONNEETribunale di Catania
n. 16 del 28/05/2012SSEERRVVIICCEE PPRROOVVIIDDEERRAruba Spa
CCOONNTTAATTTTIIRREEDDAAZZIIOONNEE
La presente pubblicazione è un men-sile sfogliabile on line che si affiancaallo spazio news in costante aggiorna-mento sul sito www.mountainbike-oggi.it
SSOOMMMMAARRIIOO0077 TTUUTTTTOO LL’’AABBCC DDEELLLLAA MMTTBBIINN SSOOLLII CCIINNQQUUEE GGIIOORRNNII
0099 AALLIIMMEENNTTAAZZIIOONNEEFFRREEDDDDOO?? OOCCCCHHIIOO AALLLL’’EEFFFFEETTTTOOTTEERRMMOOGGEENNIICCOO DDEEII CCIIBBII
1122 TTEESSTT BBIIKKEEBBIIAANNCCHHII MMEETTHHAANNOOLL 2299 SSLLAANNIIMMAA RRAACCEE,, DDEESSIIGGNN TTUUTTTTOO IITTAALLIIAANNOO
1188 RREEAALLIITTYY TTRRAAIINNIINNGGRRAAPPPPOORRTTOO PPEESSOO//PPOOTTEENNZZAACCOOSSAA ÈÈ EE CCOOMMEE SSII MMIIGGLLIIOORRAA
2233 BBIIKKEE TTRRIIAALLUUNNAA GGAARRAA VVIISSTTAA DDAA BBAAMMBBIINNOOCCOOSSÌÌ IINNIIZZIIÒÒ LLAA MMIIAA CCAARRRRIIEERRAA
2266 TTEECCNNIICCAAFFRROONNTT OO FFUULLLL?? SSCCEEGGLLIIAAMMOO BBEENNEE,, MMAARRIICCOORRDDIIAAMMOO CCHHEE LLAA BBIIKKEE NNOONN FFAA IILL BBIIKKEERR
3311 GGPPSSIIMMPPAARRIIAAMMOO AA SSEETTTTAARREE IILL GGPPSSPPEERR SSFFRRUUTTTTAARRLLOO AALL MMEEGGLLIIOO
3344 EETTNNAASSUU EE GGIIÙÙ IINN UUNN SSOOLLOO GGIIOORRNNOO
4422 PPEEDDAALLAANNDDOO VVEERRSSOO SSAANNTTIIAAGGOODDAAII MMOONNTTEESS DDEE OOCCAA AALLLLEE PPRRIIMMEE MMEESSEETTAASS
1122
4422
00994
3344
1188
2266
3311
22335
LO SPAZIO DEI TEAM
Dalle parole ai fatti nel piùbreve tempo possibile. Cosi sipuò riassumere la nascita delKento Racing Team. Fino ad unmese fa erano solo voci che cir-colavano nell’ambiente ma sa-bato 1 Dicembre 2012 con unprimo raduno collegiale il Teamsi è presentato al gran com-pleto ed in veste ufficiale. La lo-cation del ritrovo è stata unpaesino vicino Carsoli immersonel verde e ricco di sentieri ster-rati per far divertire i KentoBiker. La macchina organizza-tiva con a Capo Massimo Brizzi,patron del Team, si è mossa su-bito alla grande, permettendo inmattinata, durante le foto dirito, la presentazione di tutti gliatleti, per poi spostarsi nella lo-cation prescelta per un allena-mento di gruppo e qualchescatto in tenuta da Gara. Pre-sente il Sorano Giuseppe Ro-mano (www.iZiro.it) vicepresidente del gruppo, nonchéatleta, che si occupa delle foto edel nuovo sito Web che sarà online i primi di Gennaio. La cosache impressiona maggiormenteè la carica naturale che un
nuovo Team ha dato a tutti gliatleti di tutte le categorie edetà, disposti il prossimo anno adare il 200%. I ragazzi sono ap-parsi subito affiatati e dai sorrisisui volti sicuri di aver fatto lascelta giusta. Roberto Crisi saràla guida del gruppo nonchél’atleta dal quale ci si aspettanoi risultati più importanti tra glielite: al suo fianco il giovane Ga-briele Casonato che avrà iltempo di crescere e imparareda un maestro come Roberto isegreti della MTB. Con loro unfolto gruppo di Master con acapo Michele De Santis pronti adare del filo da torcere agli av-versari e in tutte le gare. Pre-senti Massimiliano Sellini eVinicio Visentini, DS e prepara-tore il primo e fisioterapista ilsecondo, che hanno dato indi-cazioni ai ragazzi per quanto ri-guarda allenamenti ealimentazione. Non potevanomancare Alessia Faggioli che siè subito messa in moto per or-ganizzare le prime trasferte e ilfido Meccanico Fabrizio Grappiniche ha assistito i ragazzi nel-l’uscita. Non manca proprio
nulla ora tocca solamente faretanta fatica per prepararsi almeglio per i primi appuntamenti2013. Un ringraziamento va atutti gli sponsor che hanno per-messo la nascita del Team e so-prattutto a Giulio della Gi-Esseche in tempi record ha fornito aiBiker l’abbigliamento da Cicli-smo.
KKeennttoo RRaacciinngg TTeeaamm
GGLLII AATTLLEETTII
RROOBBEERRTTOO CCRRIISSII
GGAABBRRIIEELLEE CCAASSOONNAATTOO
FFAABBRRIIZZIIOO LLAAUUTTIIZZII
PPAAOOLLAA PPEETTRRIINNII
OOTTTTAAVVIIOO FFRRAANNCCHHII
PPIIEERRPPAAOOLLOO CCHHIIAALLAASSTTRRII
FFRRAANNCCEESSCCOO ZZAAGGAARREESSEE
GGIIAANNCCAARRLLOO PPAAGGAANNOO
MMAASSSSIIMMIILLIIAANNOO FFOONNTTAANNAA
GGIIUUSSEEPPPPEE RROOMMAANNOO
KKeennttoo RRaacciinngg TTeeaamm,,6677007711 CCaarrssoollii ((AAQQ)),,WWeebb:: ssiittoo iinn ccoossttrruuzziioonnee
6
TUTTO L’ABC DELLA MTB
IN SOLI CINQUE GIORNI
USCITE DIDATTICHE DEDICATE AI PRINCIPIANTI: UN SUCCESSO
L’associazione Pesaro Trek &
Bike Experience in collabora-
zione con il portale di comunica-
zione Moretta Team dedicato ai
Biker della provincia di Pesaro e
Urbino (www.morettateam.it) si
dedica all’organizzazione di tour
di gruppo per turisti e uscite per
biker locali nella provincia di Pe-
saro e Urbino.
Nei mesi di ottobre e novem-
bre, insieme ai maestri di Moun-
tain Bike Ami e ai gruppi di Biker
della provincia di Pesaro
(For.Bici di Fano, Capre Sciolte,
Mufloni Racing Team...etc...) il
sodalizio ha dato vita a 5 uscite
didattiche per principianti della
Mountain Bike.
L’iniziativa è stata denominata
“ABC della MTB” e si è svolta su
tutto il territorio della provincia
del pittore Raffaello e del com-
positore Gioacchino Rossini.
L’organizzatore è stato Andrea
del Moretta Team, portale di co-
municazione dedicato ai biker lo-
cali, che con il suo Staff ha
organizzato le uscite di cui due
per sole donne.
Le 5 uscite si sono svolte nel
Parco Miralfiori a Pesaro, lungo
il tragitto della Valle del Metauro
che da Fano giunge a Cartoceto
(nota patria dell’olio d’oliva) dove
il gruppo di biker ha ricevuto ac-
coglienza della proloco a suon di
bruschetta e vino novello - il ri-
torno per fortuna era in di-
scesa! - e infine all’interno del
Parco San Bartolo, un colle
dove single track e sentieri si
snodano con vista mare.
La grande chiusura è stata
alle Cesane, il bosco nei pressi
di Urbino dove i Fratelli Mufloni
hanno organizzato un benvenuto
“coi fiocchi” agli oltre 40 parte-
cipanti.
Come si sono svolte le uscite?
Non avendo sempre a disposi-
zione dei maestri autorizzati al-
l’insegnamento, il primo raduno
conoscitivo per formare il
gruppo è stato fatto all’interno
del parco cittadino nel centro
della città di Pesaro, dove in
meno di 2 ettari recintati si pos-
sono ritrovare tutte le condizioni
e gli ambienti tipici della Moun-
tain Bike quali il sottobosco, i di-
slivelli, i sentieri single track e le
pendenze su terreni “instabili”.
La guida Ami Bike, intervenuta
per l’occasione insieme agli
amici Niccolò, Arianna e Massi-
miliano (guida ambientalista
AIGAE), ha fatto da accompa-
gnatore attraverso un circuito di
3 km ripetuto più volte, con
pause durante le quali il Geologo
Marini spiegava la storia della
IIll cciicclloo ddii uusscciittee èè ssttaattoo
oorrggaanniizzzzaattoo ddaallll’’aassssoocciiaazziioonnee
PPeessaarroo TTrreekk&&BBiikkee EExxppeerriieennccee
iinnssiieemmee aall MMoorreettttaa TTeeaamm
7
Villa Albani interna al Parco e al-
cune curiosità sul
parco...unendo al gusto della
pedalata in compagnia il piacere
della cultura locale. A fine giro il
serpentone si è snodato lungo il
fiume Foglia per un tracciato di
bassa difficoltà, tale da essere
percorribile anche dai 3 mino-
renni accompagnati dalle pro-
prie mamme.
La seconda uscita è stata più
goliardica: risalendo la valle del
fiume Metauro si è percorso un
tracciato di strade bianche per
arrivare dalla città Romana di
Fano al paese di Cartoceto. Il
gruppo dei biker ha trovato l’ac-
coglienza dell’assessore al Turi-
smo e del presidente della
Proloco che in occasione della
Festa dell’Olio ha offerto un rin-
fresco ai partecipanti.
Il momento più tecnico delle
uscite ABC della MTB è coinciso
sicuramente con la terza uscita
grazie alla presenza del Mae-
stro diplomato Amibike Michele
Piersantini che ha tenuto una le-
zione itinerante sul colle del
parco San Bartolo: peccato per
un acquazzone che a metà per-
corso ha costretto tutti alla riti-
rata. Nonostante l’imprevisto
l’indomani si leggevano sui so-
cial network solo commenti en-
tusiasti per l’esperienza, la
bravura dell’insegnante e per-
sino per il piacere di aver fatto
mountain bike sotto la pioggia
(strani questi bikerSmile!?).
L’uscita che ha suscitato mag-
giore entusiasmo è stata quella
nel Bosco delle Cesane dove per
l’alto numero di partecipanti
(42!) abbiamo frazionato in tre
gruppi secondo le capacità e il
mezzo a disposizione, con un
accompagnatore da Free
ride/DH (alle Cesane c’è un bel-
lissimo tracciato da DH con pa-
raboliche, salti e varianti
spettacolari), due guide per i pe-
dalatori base e due guide più un
maestro della Federazione Cicli-
stica Italiana per i principianti.
L’esperienza sarà ripetuta sen-
z’altro a marzo-aprile 2013: il
grazie da parte della Pesaro
Trek & Bike va a tutto lo Staff e
ai maestri e accompagnatori
che hanno reso possibile la
serie di eventi, ma soprattutto a
chi li ha animati con la propria
presenza entusiasta…i bikers!
AAnnddrreeaa PPaaoolloonnii
LLaa pprreesseennzzaa ddeeii mmaaeessttrrii ddii
mmttbb hhaa rreessoo ll’’eessppeerriieennzzaa,, oollttrree
cchhee ddiivveerrtteennttee,, uuttiillee aadd
aaffffiinnaarree llaa tteeccnniiccaa ddii gguuiiddaa
8
FREDDO? OCCHIO ALL’EFFETTO
TERMOGENICO DEGLI ALIMENTI
EVITIAMO I CIBI LA CUI DIGESTIONE RICHIEDE TROPPE CALORIE
Rubrica a cura di: NNiiccoollòò MMuussssoo neurobiologo e nutrizionista
AALLIIMMEENNTTAAZZIIOONNEE
Il ciclismo e più in generale l’at-
tività fisica sono condizionati da
una moltitudine di fattori: in al-
cuni sport i parametri esterni
alla disciplina sono pochi, men-
tre in altri sono molti e alcuni
possono essere anche determi-
nanti.
DDiiffeennddeerrssii ddaall ffrreeddddoo
Nel ciclismo ad esempio i fat-
tori ambientali giocano un ruolo
fondamentale: già in un numero
precedente abbiamo parlato del
caldo e della necessità di idra-
tarsi per non incorrere in un
calo brusco repentino e irrecu-
perabile (almeno nell’immediato
tempo della competizione) delle
prestazioni. Adesso ci troviamo
ad affrontare il problema oppo-
sto in un periodo di “magra”
agonistica ma di fortissimo im-
pegno dal punto di vista della
preparazione fisica. Se infatti in
piena stagione agonistica il ri-
schio è il caldo e quindi la disi-
dratazione, in piena
preparazione invernale il peri-
colo è rappresentato dal freddo
intenso. Freddo che non è ri-
schioso per la salute (almeno
che non ci si alleni a 3000
metri rischiando di esser travolti
da una valanga), ma che può es-
sere devastante dal punto di
vista del rendimento.
OOmmeeoossttaassii tteerrmmiiccaa
Il motivo di tutto ciò è lo stesso
per cui bisogna star “freschi” in
estate: parliamo del concetto di
Omeostasi termica. L'omeostasi
in biologia per definizione è la
IInn iinnvveerrnnoo cchhiieeddiiaammoo aall ffiissiiccoo
uunn ddiissppeennddiioo eenneerrggeettiiccoo ddooppppiioo::
uunnoo ppeerr ll’’eesseerrcciizziioo mmoottoorriioo ee
uunnoo ppeerr llaa tteerrmmoorreeggoollaazziioonnee
9
“capacità degli organismi viventidi mantenere un equilibrio in-terno pur nel variare delle con-dizioni esterne”. Negl’esseriviventi quindi è la tendenza na-turale al raggiungimento di unarelativa stabilità delle proprietàchimico-fisiche interne: talestato di equilibrio deve mante-nersi nel tempo, anche al va-riare delle condizioni esterne.Un parametro fondamentaleche deriva dai processi di omeo-stasi è la temperatura Corpo-rea: In condizioni normali latemperatura corporea devemantenersi tra i 36,6 °C i 37,4°C (±0,4 °C). Il range come sipuò notare è molto limitato e ilcorpo mal tollera variazionianche di pochi gradi: questo si-gnifica che in generale il nostrocorpo spende energia e mettein atto una serie di accorgimentia prescindere dal tipo, dalla du-rata e dalla temperatura a cui lostesso sforzo stesso viene ef-
fettuato. Per dare un nome atutto ciò possiamo parlare diTermogenesi indotta dal freddo,TIF (o CIT dall'inglese Cold-indu-ced thermogenesis) che èl’acronimo che definisce la seriedi processi metabolici atti acreare “calore”. Dal punto divista metabolico, la TIF rappre-senta il dispendio energetico in-dotto dalla temperaturaambientale per mantenere latemperatura corporea acetta-bile. Ovviamente la TIF saràtanto maggiore quanto minoreè la temperatura ambiente. Aquesto punto quindi risultachiaro come un alimentazionecorretta in uno sportivo agoni-sta e non che fa attività all’ariaaperta dovrà adeguarsi alle con-dizioni atmosferiche diverse.Normalmente il buon sensopaga e una corretta alimenta-zione ci fa prediligere le insalatefresche in estate e le verdurecotte o le zuppe in inverno.Cosa assolutamente sacro-santa ma non sufficiente, al-meno non per chi chiede alproprio corpo contemporanea-mente un dispendio energetico
per l’esercizio e uno per la ter-moregolazione.
EEffffeettttoo tteerrmmooggeenniiccoo ddeell cciibboo
A tal proposito è importantesapere che il nostro corpo“spende energia per digerire icibi e lo fa in maniera inversa-mente proporzionale al poterecalorico dei cibi stessi.” Questoconcetto nel Fitness viene chia-mato “effetto termogenico delcibo” ma più semplicemente di-pende dai processi biochimiciche stanno alla base della dige-stione degli alimenti: tali nonsono tutti dispendiosi allo stessomodo per l’organismo.Esempio: proteine, 5Kcal per1gr, spendiamo circa il 30% delpotere calorico per digerirle. Li-pidi, 9,5Kcal X 1 gr, spendiamocirca il 3% del potere caloricoper digerirle.
CCoossaa mmeetttteerree nneell ppiiaattttoo??
Ovviamente non possiamo but-tare alle ortiche tutto ciò fin quidetto e non possiamo neanchepensare di mangiare grassi in
ÈÈ IIMMPPOORRTTAANNTTEE SSAAPPEERREE
CCHHEE IILL NNOOSSTTRROO CCOORRPPOO
SSPPEENNDDEE EENNEERRGGIIAA PPEERR
DDIIGGEERRIIRREE II CCIIBBII EE LLOO FFAA IINN
MMAANNIIEERRAA IINNVVEERRSSAAMMEENNTTEE
PPRROOPPOORRZZIIOONNAALLEE AALL
PPOOTTEERREE CCAALLOORRIICCOO DDEEII
CCIIBBII SSTTEESSSSII:: PPEERR QQUUEESSTTOO
II LLEEGGUUMMII CCOOSSTTIITTUUIISSCCOONNOO
UUNNAA FFOONNTTEE EENNEERRGGEETTIICCAA
IIDDEEAALLEE PPEERR LLEE LLUUNNGGHHEE
PPEEDDAALLAATTEE IINNVVEERRNNAALLII
LLaa TTeerrmmooggeenneessii iinnddoottttaa ddaall ffrreeddddoo ((TTiiff)) èè ll’’iinnssiimmee ddiipprroocceessssii mmeettaabboolliiccii aattttii
aa ccrreeaarree ccaalloorree
10
quantità: otterremmo sicura-
mente un effetto “anti-freddo”
ma, questo sarebbe dato dallo
strato adiposo che accumule-
remo e non da un alimentazione
corretta. Anche qui il segreto
sta nel riuscire a combinare
bene gli alimenti e in tal senso
non possiamo non fare riferi-
mento ai legumi. I legumi infatti
sono tra i vegetali più ricchi di
proteine e di amido: sono una
buone fonte energetica, sono
ricchi di fibre sono e conten-
gono le vitamine del gruppo B
(B1, B2 e niacina), ferro, calcio
e potassio.
Anche nelle stagioni fredde,
oltre ai legumi, non deve man-
care mai la frutta di stagione a
cui possiamo aggiungere con
moderazione la frutta secca (le
noci, mandorle e simili): consi-
gliato anche spalmare un po’ di
burro insieme alla marmellata e
al miele e soprattutto il pesce
che è ricco di grassi, in partico-
lare di acidi grassi polinsaturi e
omega 3.
Insomma inseriamo una fonte
di “calore” nella dieta che aiuti il
corpo a tollerare le rigide tem-
perature, niente più niente
meno di quello che fanno i popoli
nordici abituati a convivere con
temperature rigide e da sempre
a “mangiare alimenti contro il
freddo”. Inoltre aiutiamoci da
soli evitando prima di un allena-
mento tutte quelle bevande che
possono contrastare la termo-
regolazione durante allenamenti
freddi: come ad esempio il caffè
o il thè che hanno un lieve po-
tere termogenico (aumentano il
metabolismo) e quindi non favo-
riscono di certo il nostro corpo
già impegnato a produrre ener-
gia e a mantenersi caldo. Infine
pure in condizioni di freddo è
sempre bene tanto: spesso in-
fatti il sintomo della sete dimi-
nuisce, tuttavia ogni volta che
immettiamo aria fredda nei pol-
moni, questa si riscalda e si
umidifica e quando poi espi-
riamo l'aria porta via con se
questo calore e questa umidità (
la classica nuvoletta di fumo che
emettiamo in inverno). Tale
scambio di calore e di umidità
con l'esterno causa una perdita
di calore e quindi di liquidi che
dovranno essere reintegrati!
TThhèè ee ccaaffffèè aauummeennttaannoo iill
mmeettaabboolliissmmoo ee qquuiinnddii nnoonn
aaiiuuttaannoo iill nnoossttrroo ccoorrppoo aa
mmaanntteenneerrssii bbeenn ccaallddoo
Sei un appassionato di mountain bike,
partecipi alle gare, segui gli eventi,
scatti tante fotografie
e soprattutto ami pedalare
nella tua regione, in Italia e nel mondo.
Se vuoi raccontare le tue avventure
scrivi a [email protected]
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11
BIANCHI MANIMA SFACCIATAM
La competizione nel campo
delle 29 pollici è ormai spietata:
in un paio di anni l’ambiente ra-
cing è stato letteralmente con-
quistato dalle “ruotone” sia che
si tratti di Olimpiadi, che di un
qualsiasi campionato regionale.
Bianchi non si è certo tirata in-
dietro e anche nel 2013 si pre-
senta sul mercato con l’appeal
di un marchio storico e tutto ita-
liano. L’azienda di Treviglio ha
12
messo a disposizione di Moun-
tainBike Oggi una Methanol 29
Sl 29.2 e noi l’abbiamo testata
in lungo e in largo.
CCaarraatttteerree ddeecciissoo
Poco spazio agli equivoci: la
Methanol 29 Sl 29.2 ha
un’anima decisamente race.
L’altezza del movimento cen-
trale posta a soli 305 mm da
ETHANOL 29 SLENTE RACE, DESIGN TUTTO ITALIANO
13
terra e il carro posteriore di
437 mm (per la bike misura 48
in prova) conferiscono alla bici
un baricentro sufficientemente
basso e quelle doti di compat-
tezza che saranno tanto ap-
prezzate dai bikers agonisti.
Un’anima race racchiusa però
in un corpo sobrio: la livrea del
telaio non esibisce infatti colori
sgargianti, ma un grigio molto
scuro che lascia intravedere le
venature tipiche del carbonio ed
è interrotto qua e la solo dal
bianco, dal verde e dal rosso
delle scritte. L’estetica non è
certo la cifra principale di una
mountain bike, ma come sem-
pre anche l’occhio vuole la sua
parte: da questo punto di vista
la Methanol 29 Sl esibisce in-
dubbiamente eleganza ed armo-
nia di forme. L’effetto di spro-
porzione che le “ruotone” da
29” conferiscono spesso alle
mtb è stato insomma evitato: a
tale risultato contribuisce indub-
biamente la piega abbastanza
pronunciata del tubo piantone.
IIll tteellaaiioo
Proprio tale caratteristica, ti-
PPiieeggaa ddeell ttuubboo ppiiaannttoonneeIl ritrovato, tipico delle 29”
di casa Bianchi, contribuisce ad aumentare il comfort
soprattutto durante le prove di endurance.
FFooddeerrii oobblliiqquuii aa ““SS””Il carro posteriore da 437 mm
è molto compatto: il disegno deifoderi obliqui serve ad attutire
le sollecitazioni, altrimentitroppo forti, sul posteriore.
PPiiggnnoonnii ee ccoorroonneeLe due corone da 38 e 24denti, uniti al pacco pignoni
11-36, consentono al biker didistricarsi su ogni terreno,
anche nelle rampe più dure.
14
pica delle mtb da 29” di casa
Bianchi, unita al carbonio di alta
gamma con cui è realizzato il te-
laio, conferisce al mezzo quel-
l’elasticità determinante (oltre
che nell’estetica) nel comfort di
guida.
Durante il riding gli urti e i
sobbalzi provenienti dal poste-
riore non si andranno a scari-
care direttamente sulla colonna
vertebrale del biker, che oltre
ad evitare eventuali infiamma-
zioni o traumi alla schiena potrà
giovarsi di una maggiore ade-
renza al terreno soprattutto
nelle salite sconnesse.
Il telaio della 29.2 Sl è realiz-
zato in fibra di carbonio con reg-
gisella integrato, tubo sterzo
conico 1.5″-1.1/8″ e movi-
mento centrale Press Fit 30:
presente anche il T-NET protec-
tion (rete in titanio posizionata in
fase di stampaggio nella parte
inferiore del tubo obliquo, per
proteggerlo dall’impatto con
sassi e detriti scagliati dalla
ruota anteriore), mentre si no-
tano parecchio i foderi poste-
riori obliqui molto sagomati a
“S” per meglio assorbire le sol-
lecitazioni verticali.
TTrraassmmiissssiioonneeI comandi X9 accoppiati
a deragliatore e cambio X0 garantiscono precisione e
affidabilità a costi relativamente contenuti.
SSoossppeennssiioonniiIl modello testato monta il top di
gamma Magura: la forcella lavora bene in ogni situazione eha il pregio di bloccarsi del tutto
con pop-lock chiuso.
SSiisstteemmaa PPrreessss FFiitt 3300La maggiore dimensione dellacalotta permette di realizzare lascatola del movimento centralein fibra di carbonio invece chein alluminio con peso inferiore.
15
LL’’aalllleessttiimmeennttoo
Il modello di casa Bianchi cheabbiamo provato è la versione29.2, che è la sorella “inferiore”della top di gamma, la Team Re-plica. L’allestimento tecnico è ditutto rispetto: spicca il sistemadi trasmissione tutto rigorosa-mente Sram con comandi X9,cambio e deragliatore X0 eguarnitura 38/24. La forcella èuna Magura (TS8 R) così comei freni (MT4 con rotori da 160mm): le ruote in dotazione sonole Sungrillè Black Flag con co-perture Hutchinson Pyton, men-tre la sella è una San MarcoConcor su reggisella RitcheyWcs Stubby (per tutti i dettaglisi rimanda alla colonna conte-nente le specifiche tecniche).
IIll tteesstt
Abbiamo provato la MethanolSl 29.2 in tutte le situazioni inquattro uscite: oltre cento chi-lometri in tutte le condizioni cli-matiche (per lo più freddointenso) e davvero su ogni tipodi terreno (pietraie, sottoboschi,sterrati compatti, sabbia ecc.)in percorsi variegati, con profilialtimetrici “nervosi” e tantissimisingle tracks.Il primo impatto con manubrio
a piega da 630 mm e baricen-tro basso può provocare qual-
che attimo di smarrimento, tut-tavia basta mettere la bike sulsuo terreno naturale per tro-vare un feeling immediato: nonappena la strada sotto le ruotesi impenna, la nostra Methanolmostra infatti tutto il suo carat-tere. In pratica più la salita si fapendente e accidentata più labici lavora al meglio: le “ruo-tone” scorrono agevolmente suostacoli come pietre e grosse
radici mentre la fibra di carbo-nio, leggera e flettente, fa la suaparte nell’assorbire urti e con-traccolpi garantendo la mas-sima aderenza. Con la catenasulla corona anteriore da 24denti la bici sale praticamenteovunque…garantito da chi hamesso a durissima prova la bicisul roccioso terreno lavico del-l’Etna!Nella percorrenza dei tratti più
scorrevoli, quando il biker si alzasui pedali per rilanciare la velo-cità, la Methanol garantisceun’ottima reattività anche se èfuor di dubbio che ruote più leg-
gere e più scorre-voli di quelle indotazione (dimedia gamma)
NNoommee pprrooddoottttoo:: MMeetthhaannooll 2299 SSll 2299..22TTeellaaiioo:: CCaarrbboonn,, hheeaaddsseett 11 11//88 ttoo 11//55MMiissuurree:: 4433,, 4488,, 5533PPeessoo:: 1100,,44 cchhiillooggrraammmmii
GGEENNEERRAALLII
FFoorrcceellllaa:: MMaagguurraa TTSS88 RR
SSOOSSPPEENNSSIIOONNII
CCeerrcchhii:: SSuunnggrriillllèè BBllaacckk FFllaaggCCooppeerrttuurree:: HHuuttcchhiinnssoonn PPyyttoonn
RRUUOOTTEE
CCoommaannddii:: SSrraamm XX99CCaammbbiioo:: SSrraamm XX00DDeerraagglliiaattoorree:: SSrraamm XX00CCaatteennaa:: SSrraammGGuuaarrnniittuurraa:: FFSSAA AAfftt.. CCoomm.. PPFF 3388//2244 TTPPiiggnnoonnii:: SSrraamm
TTRRAASSMMIISSSSIIOONNEE
FFrreennii:: MMaagguurraa MMTT44,, 116600mmmm SSttoorrmm SSllrroottoorrss
FFRREENNII
AAttttaaccccoo:: FFSSAA OOSS 9999 CCSSII -- AAll 77005500ccoorree wwiitthh iinntteeggrraatteedd ccaarrbboonn ssttrruuccttuurreePPiieeggaa:: FFSSAA AAfftteerrbboouurrnneerr FFllaatt,, 663300mmmm
SSTTEERRZZOO
SSeellllaa:: SSeellllee SSaann MMaarrccoo CCoonnccoorrRReeggggiisseellllaa:: RRiittcchheeyy WWccss SSttuubbbbyy,, 3388..3355xx5500 mmmm,, 88 mmmm sseeaattbbaacckk
**VVaalloorrii rriiffeerriittii aallllaa bbiikkee iinn pprroovvaa ttaagglliiaa 4488
SSEELLLLAA
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VVIIAA DDEELLLLEE BBAATTTTAAGGLLIIEE,, 552244004477 TTRREEVVIIGGLLIIOO ((BBGG))
IIttaallyyTTeell.. ++3399 00336633 33116611bbiiaanncchhii@@bbiiaanncchhii..ccoomm
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IINNFFOO CCOOMMMMEERRCCIIAALLII
AANNGGOOLLII EE MMIISSUURREE
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NNeellllee ddiisscceessee vveellooccii llaa bbiiccii ssiiddiimmoossttrraa mmaanneeggggeevvoollee
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GGLLII OOSSTTAACCOOLLII EE
LL’’AADDEERREENNZZAARRIISSUULLTTAA OOTTTTIIMMAALLEE
16
avrebbero assicurato un feed-back maggiore in tal senso.Nelle discese veloci, anchemolto sconnesse, la Methanolassicura performance di altis-simo livello e – perché no? –anche tanto divertimento: leruote da 29” pollici e il manubrioa piega da 630 mm permet-tono infatti al biker di affrontarele curve con angoli di inclina-zione impensabili per una 26”,mentre la forcella Magura TS8R (il top di gamma!) fa benis-simo il suo mestiere.
Qualche imperfezione il si-stema frenante lo ha invece mo-strato nelle decelerazioniviolente: nelle sollecitazioniestreme infatti i freni MaguraMt4 (di media gamma) si rive-lano piuttosto “scorbutici” epoco progressivi.
Il tecnico lento in discesa è perdefinizione il terreno in cui le29” pagano pegno rispetto allesorelle di taglia più piccola: laMethanol 29.2 Sl non fa ecce-zione, tuttavia non si può nonsegnalare a suo favore
l’estrema precisione della for-
cella Magura TS8 R che con
escursione bloccata (a diffe-
renza di tanti altri modelli in
commercio) diviene totalmente
rigida consentendo al biker di
mettere la ruota esattamente
dove vuole. Le ruote maggiorate
inoltre aiutano in tutte quelle si-
tuazioni in cui le masse rotanti
da 26” rischierebbero di impun-
tarsi.
IInn ssiinntteessii
La Methanol 29 Sl 29.2 è in-
dubbiamente una bici in grado si
soddisfare le richieste dei bikers
più esigenti. Ha un animo deci-
samente race spendibile sia in
ambito Cross Country, grazie
alle doti di leggerezza, compat-
tezza e reattività, che in ambito
Gran Fondo o Marathon grazie
alla flessibilità di un telaio in car-
bonio di ottima fattura, che ga-
rantisce il comfort necessario
nelle prove di endurance.
L’estetica è elegante e l’allesti-
mento è nel complesso davvero
notevole con qualche riserva
per il sistema frenante: maneg-
gevole e versatile in tutti i ter-
reni, la Methanol con le
“ruotone” da il meglio di séquando il gioco si fa duro e nellesalite ripide e accidentate. Ca-ratteristica che la rende la com-pagna ideale del biker che nonsi tirerebbe mai indietro difronte a percorsi impegnativi eche cerca un mezzo che lo assi-sta al meglio nelle proprie sfide.
AAlleessssaannddrroo PPeettrraalliiaa
UUsscciittee:: 44CChhiilloommeettrrii:: 112200TTeemmppoo ddii ppeerrccoorrrreennzzaa:: 88hh;;3300’’ PPeerrccoorrssii:: tteerrrreennii nnaattuurraallii ((PPiieettrraaiiee,,ssaabbbbiiaa,, sstteerrrraattii ccoommppaattttii,, ssoottttoobboo--ssccoo)),, ssaalliittee rriippiiddee ee ssccoonnnneessssee,, ddii--sscceessee vveellooccii ee tteeccnniiccoo lleennttoo,,pprreevvaalleennzzaa ddii ssiinnggllee ttrraacckkss ccoonn ttrraattttiissuu ccaarrrroozzzzaabbiillee ffoorreessttaallee
LLEE PPRROOVVEE
TTeellaaiioo:: ccaarrbboonniioo lleeggggeerroo ee rreeaattttiivvoo,,ccoommffoorrtt aassssiiccuurraattoo ggrraazziiee aall rriittrroovvaattootteeccnniiccoo ddeellllaa ppiieeggaa nneell ttuubboo ppiiaannttoonnee..SSoossppeennssiioonnii:: ttoopp ddii ggaammmmaa MMaagguurraa,,llaavvoorraannoo bbeenniissssiimmoo iinn vveelloocciittàà;; aapppprreezz--zzaabbiillee nneellllee ssiittuuaazziioonnii ddii tteeccnniiccoo lleennttoollaa rriiggiiddiittàà ttoottaallee ccoonn ppoopp--lloocckk cchhiiuussoo..TTrraassmmiissssiioonnee:: vveellooccii ee pprreecciissee llee ccoomm--ppoonneennttii SSrraamm XX00--XX99..
SSEEMMAAFFOORROO VVEERRDDEE
:)
SSEEMMAAFFOORROO GGIIAALLLLOO
:/
FFrreennii:: MMaagguurraa MMTT44 ((mmeeddiiaa ggaammmmaa))ppooccoo pprrooggrreessssiivvii..
IILL TTEESSTT
17
Rubrica a cura di: PPaaoolloo AAllbbeerraattii, www.aegsporting.com
RREEAALLIITTYY TTRRAAIINNIINNGG
RAPPORTO POTENZA/PESO?COSA È E COME SI MIGLIORASCOPRIAMOLO SEGUENDO UN ATLETA REALE...MISTER X
290
watt soglia
11,5%
massa grassa
Mister X lavora nel campo della pubblicità e non ha grantempo di allenarsi: poco meno di due ore per due giornila settimana (martedì e giovedì) più un giorno sicura-mente più lungo nel fine settimana, sino a quattro ore dipedalata (a volte anche entrambi i giorni del weekend).Ha 42 anni, è alto 1 metro e 72 centimetri e pesa 69 chi-logrammi, con un 11,5 % di grasso corporeo.
RISULTATI TEST SRMS/02=93; Soglia/Watt=183bpm/290Watt;FCmax=192bpm; Data test= 03/03/12; Progr. invernale.
OBIETTIVO PLAUSIBILE: perdere peso e aumentare lapotenza per raggiungere entro marzo 5,15 watt/kg!!!
69 Kg
peso
corp.
4,2watt/kg
183
bpm
soglia
L’IDENTIKIT DEL NOSTRO MISTER XQuello stato magico di benes-sere che ti fa sentire leggero,quando pedali ma anche quandovivi.
Quella sorta di motore aggiun-tivo, quel “turbo” che ti accom-pagna mentre vai e non ti fasentire la fatica, anzi te la fa sen-tire “giusta”, insomma addirit-tura te la fa piacere: e questorende tutto più bello.
Quel tepore alle gambe chespingono, gli avversari di fiancoinvece stanno a bocca aperta,ansimano, si staccano, maledi-cono la salita che a te invecescorre sotto le ruote con natu-ralezza.
Ed il bello di tutto questo, è chetu per primo ne sei meravigliato,una magica scoperta che fai incorsa, prima non lo sapevi, nonte n’eri mai accorto, ma ora in-vece il sogno si materializza, ètutto vero e tu ne sei il protago-nista: è arrivata la condizione diforma.
LLaa ccoonnddiizziioonnee ddii ffoorrmmaa:: ccooss’’èè??
Agognata da ogni atleta, dalprofessionista di più alto livello al-l’amatore che vuol solo pedalare
18
stando bene, anche senza ga-reggiare, la condizione di formaè costituita da un insieme dicomponenti tra le quali l’allena-mento è solo una parte.
Noi oggi parleremo soprat-tutto di questo, ma ci piace pro-porre comunque la panoramicadi ciò che costituisce la condi-zione e di quali componenti èfatto un campione (nello sport enella salute).
Nel grafico dedicato vedete ungrande ellissi che contiene trecomponenti, il cui ordine digrandezza rappresenta anche ilsuo livello di importanza. Perfare un atleta forte e sano biso-gna: a) sapersi allenarebene e mangiar bene, b) sce-gliere la bici giusta e special-mente nella Mtb avere giustecapacità di guida e perizia tec-nica, c) avere una menteben salda, che pensa po-sitivo, preparata a farefatica, a farsi piacerela fatica.
Come ben capiteun atleta solo forte,magari anche benmotivato psicologica-mente, ma che nonsa guidare la bici in di-scesa o che guida unabici da 14 chilogrammi, fafatica ad emergere.
Un atleta che pedala sulla bicipiù leggera e prestativa (e co-stosa…) del mercato, con unagran convinzione mentale maventi chilogrammi di sovrap-peso, va poco lontano: alla
prima salita paga pegno e sideve accontentare di posizioni dirincalzo.
Ma un atleta con una grantesta, che ama fare fatica, cheragiona su come ridurre il gapdai suoi avversari, che non ha lamiglior bicicletta a disposizionema comunque la sua bici dadieci chilogrammi che lo assistea sufficienza, che anche se pocoallenato cerca di tirare fuori dasé il massimo che può, quello èdi sicuro un atleta che si divertee raggiunge il suo primo scopoche è quello di sentirsi realiz-zato.
Tutto ciò per sottolineare chela componente psicologica dasola può più delle altre duemesse insieme.
Ma, detto questo, il campioneè
quello che sa sintetizzare nelmomento giusto della stagionetutte tre le componenti, perchéha compiuto un percorso ragio-nato e logico, allenandosi in tutti
e tre i campi, ed al momentodella verità (la gara dell’anno)tira fuori il meglio di sé.
IIll ppeerrccoorrssoo ddii MMiisstteerr XX
Con questa edizione del nostrogiornale online inauguriamo unasezione di allenamento su unatleta reale ma che nasconde-remo dietro al nome di Mister x.Noi Quindi ci occuperemo di al-lenamento; l’aspetto psicologico
infatti lo si affronta di solito conil mental trainer, figura semprepiù spesso accanto agli atleti dialto livello (la moglie di marcoAurelio Fontana è anche psico-loga dello sport e sua mentaltrainer personale, ndr), mentrel’aspetto tecnico lo si cura conil Maestro di mountain bike.
Noi appunto trattiamo l’allena-mento del nostro Mister X chedi mestiere lavora nel campodella pubblicità, non ha grantempo di allenarsi, poco menodi due ore per due giorni la set-timana (martedì e giovedì) più
un giorno sicuramente piùlungo nel fine settimana,
sino a quattro ore di pe-dalata (a volte anche en-
trambi i giorni delweekend).
Il nostro Mister Xvorrebbe gareggiaregià da metà marzo, ha
oggi a disposizione duemesi e mezzo di tempo
per far maturare la sua con-dizione di forma, ci chiede di es-sere allenato per il debutto maha diversi problemini da risol-vere, tra cui per primo quello diuna posizione errata sopra labici e soprattutto alcuni chilo-grammi da perdere. Ha 42 anni
LLaa ccoonnddiizziioonnee ddii ffoorrmmaa èè
ccoossttiittuuiittaa ddaa vvaarriiee ccoommppoonneennttii,,
ttrraa llee qquuaallii ll’’aalllleennaammeennttoo
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I risultati del test SRM di Mister X: il test dura 10 minuti e prevede uno sforzo crescente fino ai valori massimali
19
di età, è alto 1 metro e 72 cen-timetri e pesa 69 chilogrammi,con un 11,5 % di grasso cor-poreo.
II mmeeccccaanniiccii ddeellllaa FFeerrrraarrii ee ii ppaa--rraammeettrrii ddaa vvaalluuttaarree
Gli spieghiamo che il lavoroche dovremo fare insieme è lostesso che fanno i meccanici,carrozzieri e addetti all’aerodi-namica della Ferrari per far ren-dere al meglio quella macchina.Si mettono tutti seduti intorno
al tavolo e cominciano ad analiz-zare i vari settori su cui lavoraree si accorgono che hanno treambiti particolari su cui insi-stere, per poi aumentare il ren-dimento del bolide. Poi iniziano itest di verifica, che per noi cicli-
sti significa fare il Test di sogliaanaerobica.L’obiettivo per i meccanici e
per noi ciclisti è di aumentare icavalli del motore e ridurre ilpeso da trasportare, insommaaumentare il nostro rapportopotenza/peso e quindi la Cilin-drata della macchina fer-rari/uomo.
Il primo ambito su cui lavorarequindi è il motore: proprio qui in-terviene il meccanico, ossia nelnostro caso l’allenatore che ese-guendo il test di soglia con mi-suratore di potenza (SRM oPOWERTAP che sia) cerca divalutare le caratteristiche delmotore già presente e capiresoprattutto come migliorarlo,renderlo più potente.Come se la cava il nostro Mi-
ster x nel test in questione? Be-nino: nel momento in cuicomincia a superare la fre-quenza cardiaca di soglia (perlui 183 battiti) e quindi lì in poi a
produrre un po’ troppo acido lat-
tico (non riuscendo così a pro-
trarre lo sforzo per più di
qualche minuto) Mister x eroga
circa 290 watt, ossia “cavalli” di
forza sui pedali.
Il secondo aspetto da curare è
il telaio: i carrozzieri della Fer-
rari sanno infatti benissimo che
più riescono ad alleggerire il te-
laio, meglio il motore riesce a
spingere l’auto in velocità.
Qui noi andiamo a rilevare nel
nostro atleta un peso che come
detto è pari a 69 chilogrammi:
dal relativo esame plicometrico
rileviamo un 11,5% di grasso,
7 watt/Kg
6 watt/Kg
5,9 watt/Kg
5 watt/Kg
4 watt/Kg
3,5 watt/Kg
PROFESSIONISMO
AGONISTA
FORTE
AGONISTA MEDIO
AMATORE DIVERTITO
Pro in grado di vincere un Tour de France
Pro in grado di vincere una corsa
Vincitore gara con 500 partecipanti
Primi 40 classificati
Primi 200 classificati
Primi 400 classificati
Al di sotto di questa soglia
si rischia di non finire la gara
SCALA DEI VALORI AGONISTICI SULLA BASE DEL RAPPORTOTRAWATT EROGATI PER OGNI CHILOGRAMMO DI PESO CORPOREO
LLaa ccoommppoonneennttee tteessttaa èè qquueellllaa
bbaassiillaarree:: ppeerr aalllleeggggeerriirree iill ppeessoo
nnoossttrroo ee ddeellllaa bbiiccii bbaasstteerraannnnoo
iinnffaattttii aallccuunnii aaccccoorrggiimmeennttii
Nicolas Samparisi, maglia rosa U23 al Giro d'Italia Ciclocross 2012, effettua un test biomeccanico
presso uno dei centri A&G Sporting.
20
dal che deduciamo che il nostroMister X si porta addosso circa7,9 chilogrammi di grasso.Troppi i chilogrammi di grasso:dovremmo con calma, maanche determinazione, portareil nostro Mister x a perderecirca due chilogrammi di grassoper il mese di marzo, il che si-gnifica che in realtà in due mesie mezzo dovrà perdere quattrochilogrammi di peso totale poi-chè ogni chilo di grasso che siperde, porta via con sé (se si di-magrisce bene e non si intaccaanche il muscolo…) anche unchilogrammo di acqua: quelpeso infatti è costituito dalle mo-lecole di acqua intorno alle cel-lule adipose.A questo punto stabiliamo che
quando lo rivedremo a febbraio,mister X dovrà possibilmentepesare intorno ai 67 chilo-
grammi, per poi sperare che ametà marzo il peso sia intornoai 65 chilogrammi: una perditadi peso graduale è l’obiettivo pri-mario. Perdere infatti troppopeso e troppo velocemente poidanneggerebbe per forza dicose il rendimento e la salutedell’atleta.
Infine i meccanici della Ferrarianalizzano il coefficiente aerodi-namico della loro auto e questogli consente di avere una mac-china potente (motore ben ro-dato), leggera (carrozzeriaridotta al minimo) e con pene-trazione nell’aria efficace.Questo ultimo aspetto il cicli-
sta lo analizza eseguendoun’analisi computerizzata delcorretto assetto biomeccanico,che da una parte permette disfruttare il miglior assetto aero-dinamico, ma allo stesso tempo
PPRREEPPAARRAAZZIIOONNEE FFOONNDDAAMMEENNTTAALLEE((PPRRIIMMEE 44 SSEETTTTIIMMAANNEE AAEERROOBBIICCHHEE))
LLuunneeddìì:: RRIIPPOOSSOO,, eevveennttuuaallee ssttrreettcchhiinngg oo ssaauunnaa
MMaarrtteeddìì:: SSEEDDUUTTAA ddii 11--22hh ccoonn eesseerrcciizzii ssppeecciiffiiccii ((vveeddiiPPRROOGGRRAAMMMMAA SSPPEECCIIFFIICCOO))
MMeerrccoolleeddìì:: RRIIPPOOSSOO oo ppeeddaallaattaa bbllaannddaa
GGiioovveeddìì: SSEEDDUUTTAA ddii 11--22hh ccoonn eesseerrcciizzii ssppeecciiffiiccii ((vveeddiiPPRROOGGRRAAMMMMAA SSPPEECCIIFFIICCOO))
VVeenneerrddìì: RRIIPPOOSSOO
SSaabbaattoo:: RRIIPPOOSSOO oo bbllaannddaa ppeeddaallaattaa
DDoommeenniiccaa:: 33--44hh ppeeddaallaattaa lluunnggaa ddiivveerrtteennttee iinn MMttbb:: aallmmeennoo 440000 mmeettrrii ddii ddiisslliivveelllloo ooggnnii oorraa ppeeddaallaattaa
PPRROOGGRRAAMMMMAA SSPPEECCIIFFIICCOO
PPRRIIMMAA EE SSEECCOONNDDAA SSEETTTTIIMMAANNAA-- 22 RRIIPPEETTUUTTEE ((FFOORRZZAA DDIINNAAMMIICCAA)) iinn ppiiaannoo//ffaallssooppiiaannoo:: 55’’ ccooll mmaassssiimmoo rraappppoorrttoo ee ccuuoorree bbaassssoo;; ppooii 4400”” aa 8800RRppmm ccoonn iimmppeeggnnoo ccrreesscceennttee eedd iinnffiinnee 2200”” aadd oollttrree 110000RRppmm aa ttuuttttaa!!
-- 11 RRIIPPEETTUUTTAA iinn iinn ppiiaannoo//ffaallssoo ppiiaannoo ee//oo lliieevvee ssaalliittaa::22 mmiinnuuttii ccoonn rraappppoorrttoo lluunnggoo aa 7700 RRppmm;; 33 mmiinnuuttii ccoonn rraappppoorrttoo mmeeddiioo aa 9900 RRppmm;; 22 mmiinnuuttii ccoonn rraappppoorrttoo ccoorrttoo aa 111100 RRppmm.. IImmppeeggnnoo aaeerroobbiiccoo ccoossttaanntteemmeennttee aattttoorrnnoo aall MMEEDDIIOO
-- 22 FFOORRZZAA && OOSSSSIIGGEENNOO iinn ssaalliittaa:: 22 mmiinnuuttii ddii ffoorrzzaa ccoonn rraappppoorrttoo lluunnggoo ssoottttoo llee 5500 RRppmm;; 33 mmiinnuuttii ddii ppootteennzzaa ccoonn rraappppoorrttoo mmeeddiioo aa 6600--7700 RRppmm;; 22 mmiinnuuttii ddii oossssiiggeennoo ccoonn rraappppoorrttoo ccoorrttoo aa ++8800 RRppmm.. IImmppeeggnnoo aaeerroobbiiccoo ccoossttaanntteemmeennttee aattttoorrnnoo aallll’’IIMMPPOORR--TTAANNTTEE:: ttrraa llee rriippeettuuttee rreeccuuppeerroo ddaa 33 aa 55’’..
TTEERRZZAA EE QQUUAARRTTAA SSEETTTTIIMMAANNAA-- 11 RRIIPPEETTUUTTAA ((FFOORRZZAA DDIINNAAMMIICCAA)) iinn ppiiaannoo//ffaallssooppiiaannoo:: 66’’ ccooll mmaassssiimmoo rraappppoorrttoo ee ccuuoorree bbaassssoo;; ppooii 3300”” aa 8800RRppmm ccoonn iimmppeeggnnoo ccrreesscceennttee eedd iinnffiinnee 3300”” aadd oollttrree 110000RRppmm aa ttuuttttaa!!
-- 11 RRIIPPEETTUUTTAA iinn iinn ppiiaannoo//ffaallssoo ppiiaannoo ee//oo lliieevvee ssaalliittaa::33 mmiinnuuttii ccoonn rraappppoorrttoo lluunnggoo aa 7700 RRppmm;; 33 mmiinnuuttii ccoonn rraappppoorrttoo mmeeddiioo aa 9900 RRppmm;; 22 mmiinnuuttii ccoonn rraappppoorrttoo ccoorrttoo aa 111100 RRppmm.. IImmppeeggnnoo aaeerroobbiiccoo ccoossttaanntteemmeennttee aattttoorrnnoo aall MMEEDDIIOO
-- 22 RRIIPPEETTUUTTEE iinn lliieevvee ssaalliittaa:: 33 mmiinnuuttii ddii ffoorrzzaa ccoonn rraappppoorrttoo lluunnggoo ssoottttoo llee 5500 RRppmm;; 33 mmiinnuuttii ddii ppootteennzzaa ccoonn rraappppoorrttoo mmeeddiioo aa 6600--7700 RRppmm;; 22 mmiinnuuttii ddii oossssiiggeennoo ccoonn rraappppoorrttoo ccoorrttoo aa 8800//9900 RRppmm.. IImmppeeggnnoo aaeerroobbiiccoo ccoossttaanntteemmeennttee aattttoorrnnoo aallll’’IIMMPPOORR--TTAANNTTEE ((sspprriinntt ssuubbmmaassssiimmaallee))..
-- 66 RRIIPPEETTUUTTEE ddii rreeaattttiivviittàà mmuussccoollaarree)) iinn ffaallssooppiiaannoo:: 1100’’’’ ddii sspprriinntt ee 5500’’’’ ddii rreeccuuppeerroo ddii sseegguuiittoo ccoonn rraappppoorrttooaaddeegguuaattoo aall ttiippoo ddii ppeerrccoorrssoo
CCoonn iill tteesstt ddii ssoogglliiaa aannaaeerroobbiiccaa
ssii vvaalluuttaannoo llee ccaarraatttteerriissttiicchhee
ddeell mmoottoorree ddii uunn aattlleettaa ppeerr
ccaappiirree ccoommee mmiigglliioorraarrlloo
21
si cerca di trovare l’equilibrio trala posizione più efficace e quellapiù comoda.Questi sono gli ambiti in cui imeccanici Ferrari e noi insiemeal nostro Mister X andremo alavorare nei prossimi mesi, perottenere un obiettivo fondamen-tale: quello dell’aumento del rap-porto potenza/peso.
RRaappppoorrttoo ppeessoo//ppootteennzzaa
Mister X nel test del 3 di di-cembre ha fatto rilevare un rap-porto di 4,2 watt per ognichilogrammo di peso corporeo(290 watt/69 chilogrammi).Se oggi partecipasse ad unagara con circa cinquecento par-tenti si classificherebbe intornoalla 180esima posizione, se-
condo una stima del valore deipartecipanti alle gare negli ultimianni (vedi tabella dedicata). Il no-stro obiettivo ovviamente èquello di fargli migliorare il piaz-zamento, gradualmente, inbase alle proprie attitudini.Lavorando come? Quali sono imargini di miglioramento di Mi-ster X?Iniziamo intanto a lavorare sulpeso: se riusciamo a calare di 4chilogrammi da qui a marzo(circa 1kg e 250 grammi almese) riusciremo a realizzaregià un bell’incremento nel rap-porto potenza/peso. Però ov-viamente nel frattempolavoreremo anche per miglio-rare i watt nel suo motore e perquesto gli faremo seguire la ta-bella di allenamento che Mister
X trova nel box allegato. Di quanto si può migliorare? Da qui a marzo un migliora-mento di circa 40-50 watt èpossibile: cominciamo a lavo-rare da subito e lanciamo lasfida…vedremo se riusciremonella nostra impresa. Cosa si-gnificherebbe a quel punto ve-dere 335 watt (290+45 watt )“montati” su un peso di 65 chi-logrammi? Significherebbe335/65=5.15 watt/kg equindi un rapporto peso potenzache permetterebbe al nostroatleta di piazzarsi per esempioda 180 di oggi al 35 posto as-soluto: mica male!In bocca al lupo Mister X, intanti seguiranno il tuo incre-mento di forma: non ci far farebrutta figura!
PPRROOPPRRIIOO CCOOMMEE FFAA UUNNBBRRAAVVOO MMEECCCCAANNIICCOOCCOONN UUNNAA VVEETTTTUURRAADDII FFOORRMMUULLAA11,, CCOOSSÌÌIILL CCIICCLLIISSTTAA DDOOVVRRÀÀCCUURRAARREE MMOOTTOORREE,, TTEELLAAIIOO EE AASSSSEETTTTOO DDEELLPPRROOPPRRIIOO FFIISSIICCOO:: VVAALLEEAA DDIIRREE PPOOTTEENNZZAA,, PPEESSOOEE AASSSSEETTTTOO OOTTTTIIMMAALLEESSUULLLLAA SSEELLLLAA!!
La mia passione per la bici ècominciata all'età di 3 anni: giàda allora amavo andare in bici enon mi muovevo mai senza diessa. Fin dall'età di 10 anni,cercavo di emulare i grandiatleti che con le moto da trialsuperavano ostacoli impensabili,poi in occasione di una gara ditrial ebbi la fortuna di ammirareil campione europeo di bicitrial,lo spagnolo Andreu Codina: sa-liva da vasche colme d’acqua, gi-rando e riscendendo senza maicadere per poi salire su unascala…incredibile!Da allora ho iniziato ad alle-
narmi con la convinzione di
poter fare grandi cose con la bi-cicletta.A quattordici anni il mio primo
campionato italiano, vinto all’ul-tima gara battendo il campionein carica. Nello stesso annoprese piede in Italia il bicitrial,che vide l’inizio di un periodo fio-rente per questo sport con lanascita di club e associazionisportive: cominciarono i primispettacoli, in occasione di garedi trial e nelle piazze di variecittà.Partecipai al primo campio-
nato europeo, che si svolgeva insette Paesi europei, con la par-tecipazione di sette piloti italiani.
Un’esperienza indimenticabile,ricca di soddisfazioni (quarto fuil risultato finale) e di fatiche;preziosa esperienza in prepara-
FFoottoo MMaarriikkaa DDaallllooccoo
wwwwww..mmaarriikkaaddaallllooccoo..iittRubrica a cura di: AAllbbeerrttoo LLiimmaattoorree, www.albertolimatore.it
BBIIKKEE TTRRIIAALL
UNA GARA VISTA DA BAMBINOCOSÌ INIZIÒ LA MIA CARRIERALA SCINTILLA L’ACCESE IL CAMPIONE EUROPEO DI BICITRIAL
Il vecchio asso del bici trial, Andreu Codina, in azione.
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zione della coppa del mondo1985 a Jesolo che vinsi nellacategoria 15-16 anni, classifi-candomi secondo assoluto.Nello stesso anno vinsi un
altro campionato italiano asso-luto e arrivai terzo in quello eu-ropeo.Ebbi il mio primo contratto
come primo pilota con la Tor-pado, gareggiando con la bici-cletta firmata Alberto Limatore.Nel 1986 decisi di correre perl’ultimo anno in bicicletta, perpoi passare alla moto da trial.Vinsi ancora il campionato ita-liano assoluto, ma per un soffioarrivai secondo nel campionatodel mondo, perdendo all’ultimagara per un solo punto.Nei cinque anni successivi
corsi con la moto trial, classifi-candomi secondo nel campio-nato italiano junior, per poipassare alla categoria Senior,nella quale correvano i miglioripiloti a livello mondiale.
Partecipai anche a qualchegara del campionato mondiale,ma la passione per la biciclettaera talmente forte, da farmi ab-bandonare il trial moto per tor-nare al mio antico amore.Dopo sei anni di assenza dalle
competizioni fu parecchio diffi-cile riprendere a gareggiare,ma la voglia e la passione eranola cosa che mi ha spinto a rico-minciare.Purtroppo, nell’estate del
1993 caddi e mi fratturai i pro-cessi trasversi (fascia lombare).Due mesi con il busto senza po-termi allenare. Ripresi lenta-mente e con non poca fatica,ma nel 1994 rientrai nelle com-petizioni ricominciando a vincerele gare che si svolgevano in Ita-lia.Partecipai al campionato del
mondo in Belgio e nella Rep.Ceca. Le gare erano molto piùdifficili di quando avevo smesso,ma la mia esperienza mi portò
a classificarmi undicesimo.Nel 1995 vinsi tutte le gare
che si svolsero in Italia e andaial campionato del mondo in Spa-gna classificandomi al dodice-simo posto. Non contento delrisultato, feci un anno di duri al-lenamenti e nel 1996 in Sviz-zera, giunsi settimo nelcampionato del mondo.È il 1997 quando mi aggiudico
il campionato italiano B.I.U. (Bi-ketrial International Union),ossia il campionato che rag-gruppa i piloti che partecipanoalle gare internazionali. Ad Avo-riaz, in Francia, fui ottavo nelcampionato del mondo.Nel 1999, vinsi tutte e cinque
le gare del campionato italianoe partecipai al campionato di
NNeell 22000011 ddeecciissii ddii ppaassssaarreeaallllaa ccaatteeggoorriiaa 2266:: ppooii nneell
22000055 ttoorrnnaaii aall pprriimmoo aammoorree,,llee rruuoottee ddaa 2200 ppoolllliiccii
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Avoriaz: una gara disastrosache mi vide arrivare solo quindi-cesimo. Anno 2000: compiotrent’anni, quindici dei quali pas-sati a fare trial sulla bicicletta. El’esperienza infatti non mi tradi-sce. Vinco il campionato italianoB.I.U. e vinco la gara organiz-zata dalla Federazione ciclisticaitaliana, come coppa Italia. Nel-l’anno 2001, un grosso cam-biamento nella bicicletta:smetto di usare la bici da 20pollici e passo alla categoria 26,ossia con le ruote da mountainbike. Mi ci vogliono più di quat-tro mesi per adattarmi e pren-dere la giusta confidenza. Labici è goffa, pesante e difficile daalzare. Ma già dalla prima garai risultati si vedono. Primo asso-luto a Chiuduno (Bg) durante la
prima prova del campionato ita-liano B.I.U. Nei mesi successiviriesco ad affinare la tecnica ecomincio a sentirmi sicuro sulmezzo. Otto mesi per abituarmicompletamente e poi primoanche nelle altre tre gare che sisono svolte a Chiuduno (Bg) esempre valide per il campionatoitaliano B.I.U. e alla fine primoassoluto nel campionato italianoB.I.U.Dal 2002 al 2005 continuo a
gareggiare con la bike da 26.Vinco il Campionato italiano epartecipo ad alcune manifesta-zioni a livello internazionale, clas-sificandomi undicesimo alCampionato del mondo.Nel 2005 decido di tornare
alla bicicletta con ruote da 20pollici, con la quale mi trovo ve-
ramente bene. Purtroppo però,a causa di una brutta caduta,dove mi rompo zigomo e ma-scella, sono costretto a rima-nere fermo qualche mese,saltando le competizioni. Ma lariscossa arriva dal 2006 adoggi, dove ho vinto tutti i cam-pionati italiani, le gare di coppaItalia ed ho ottenuto degli ottimirisultati a livello europeo e mon-diale.Quindi, riassumendo, 14 volte
campione italiano, vincitore diuna Coppa del mondo, di dueCoppe italia, di vari trofei minorie detentore di 3 Guinness WordRecords…e pensare che tuttocominciò quel giorno in cui vidiun campione spagnolo salirecon una bike su vasche coled’acqua!
Rubrica a cura di: AAnnddrreeaa TTrriivveellllaattoo, direttore tecnico Scuola Nazionale Maestri di Mountain Bike -- www.amibike.it
TTEECCNNIICCAA
Quello della mountain bike è un
settore in crescita: il numero
degli amanti delle ruote grasse
è in rapido aumento e le aziende
propongono innovazioni di pro-
dotto a ritmo sempre più ser-
rato. Quanti però utilizzano
realmente la mtb sul terreno
naturale per il quale è stata pro-
gettata, ossia in fuoristrada? In
realtà sono parecchi coloro che
finiscono per pedalare quasi
sempre lungo le ciclabili o co-
munque su fondo stradale asfal-
tato, sprecando energia a
causa dell’attrito generato da
pneumatici larghi e poco scor-
revoli, che tra l’altro si consu-
mano più rapidamente, poiché i
tasselli in gomma pensati per
aggredire il terreno naturale,
sull’asfalto si disintegrano in
breve tempo. Se poi utilizze-
remo su asfalto una mtb am-
mortizzata, oltre ad essere più
pesante di una rigida parte
dell’energia verrà dispersa poi-
ché assorbita dalle sospensioni.
Se utilizzate una mtb per questi
fini, aiutate la vostra pedalata
scegliendo pneumatici di se-
zione più stretta e con disegno
che favorisca lo scorrimento
per ridurre l’attrito.
LLee vveecccchhiiee mmttbb rriiggiiddee
Proviamo dunque ad analiz-
zare le tipologie dei mezzi, per
capire qualcosa in più sull’argo-
mento e cercare di orientarsi
più facilmente: la mtb rigida è
FRONT O FULL? SCEGLIAMO BE
RICORDIAMO CHE LA BIKE NON F
OGNI BICI HA LE PROPRIE CARATTERISTICHE, MA AD INTERP
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darla efficacemente in fuori-strada e su percorsi particolar-mente tecnici, ora è senz’altroin grado di guidare con mag-giore efficacia anche i mezzi piùmoderni e apprezzare le innova-zioni che si sono susseguitenegli anni, poiché ha acquisitouna guida attiva e ha imparatol’importanza di pilotare colcorpo; ossia muovendosi sulmezzo, evitando di rimanere sta-tici.
LLee ffrroonntt
La front non si discosta moltodalle prestazioni di una “rigida”se non per un comfort di mar-cia migliore grazie alla sospen-
sione anteriore, con escursioniche negli anni sono diventatesempre più generose e con mo-delli sempre più reattivi, molti diessi dotati dell’utilissimo disposi-tivo di blocco. I vantaggi di unafront, rispetto agli altri mezzipresenti attualmente sul mer-cato, sono da ricercare nellaleggerezza del mezzo, che con-sente di ottenere ottimi risultatiin termini di risparmio di tempoed energia. Per guidarla e do-marla su percorsi particolar-
ormai un lontano ricordo di chi
ha scoperto questo emozio-
nante modo di vivere la monta-
gna nella metà degli anni ‘80.
Proprio grazie a quei “pezzi di
ferro” i biker di vecchia data
hanno ancora ben nitidi i ricordi
delle difficoltà che si pativano
nell’affrontare i percorsi più ac-
cidentati, soprattutto lungo le di-
scese veloci. La mtb rigida,
infatti, da sola non fa proprio
nulla e risponde solo ai comandi
del pilota: chi ha imparato a gui-
CChhii hhaa iimmppaarraattoo aa gguuiiddaarree llee
mmttbb rriiggiiddee nneeggllii aannnnii ‘‘8800 hhaa
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ssiiggnniiffiiccaa uunnaa gguuiiddaa aattttiivvaa
ENE, MA...
FA IL BIKER
RETARLE SIAMO NOI
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mente tecnici e accidentati è ne-cessario essere dei biker conbuone doti di guida: non è pos-sibile rimanere seduti e statici,ma al contrario è indispensabilemuoversi dinamicamente antici-pando ogni azione. Quandosiamo in fuoristrada e nonstiamo pedalando è sempreconsigliabile sollevarsi sui pedaliper non subire le asperità delterreno, a maggior ragione sestiamo guidando una front: inquesto modo oltre ad avere unamigliore visuale del percorso nelsuo insieme, saremo svincolatidalla sella e liberi di muovercicol corpo per assecondare me-glio il terreno e anticipare gliostacoli e i cambi di direzione,senza subire il terreno. Il se-greto per guidarla con controlloè essere sempre attivi e leggeri;sciolti.Lungo salite molto sconnesse
può essere utile togliere un po’di pressione ai pneumatici, peraumentare la superficie d’ap-
poggio e l’aderenza al terreno:accorgimento che ci consentiràanche di pedalare in modo piùfluido grazie a una migliore am-mortizzazione. Ai bikers chehanno il vizio di pedalare a stan-tuffo, consigliamo innanzitutto direndere più fluida la pedalataper distribuire meglio l’energia escongiurare le perdite di ade-renza dei pneumatici: inoltre ri-cordiamo loro che bloccando lasospensione si potrà ridurrel’assorbimento di energia dovutoai movimenti del busto. Affron-tando un ostacolo con unafront, dopo averlo oltrepassatocon la ruota anteriore è indi-spensabile sollevarsi sui pedaliper scaricare il peso dalla ruotaposteriore, altrimenti andrestead urtarlo violentemente con ilpneumatico, rischiando di fo-rare e/o rovinare il cerchio.Spesso sollevarsi sui pedali nonbasta, ma è indispensabile al-leggerire ulteriormente il pesosulla ruota posteriore, rilas-
sando la muscolatura e flet-tendo le gambe per ammortiz-zare meglio il colpo. Le disceseveloci e sconnesse con unafront devono essere affrontatea velocità più bassa rispetto aduna full, per non subire troppo isobbalzi e riuscire a control-larla.Se dunque amate soprattutto i
percorsi scorrevoli, non troppoaccidentati e le lunghe salite, lafront è senz’altro il giusto com-promesso per divertirsi su unmezzo leggero. Anche la sceltadel telaio in fase di acquisto puòfare la differenza per cercare diottenere il miglior compro-messo: un mezzo reattivo ingrado di rispondere pronta-mente ad ogni spinta del bikerriducendo il dissipamento
LLAA BBIIKKEE,, QQUUAALLUUNNQQUUEEEESSSSAA SSIIAA,, PPUUÒÒ FFAARREE
LLAA DDIIFFFFEERREENNZZAA SSOOLLOO
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NNeellllee ddiisscceessee vveellooccii ee mmoollttoossccoonnnneessssee llaa ffrroonntt ppaaggaa
ppeeggnnoo rriissppeettttoo aadd uunnaa ffuullll iinntteerrmmiinnii ddii vveelloocciittàà ee ccoommffoorrtt
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d’energia e allo stesso temposufficientemente elastico perassorbire colpi e vibrazioni.Attenzione: la ricerca della leg-
gerezza estrema dei compo-nenti non sempre da garanzia di
altrettanta durata, sceglietecomponenti magari più pesantima robusti, per avere maggioreaffidabilità.
LLee ffuullll
Senza dubbio negli ultimi anniè stata la full suspended a con-quistare maggiori fette di mer-cato, aumentando i suoiestimatori. Anche in questocaso la tecnologia ha permessodi mettere sul mercato mtbsempre più leggere e perfor-manti, in grado di soddi-sfare anche le esigenzedei biker sempre incorsa contro il temponelle gare di crosscountry. I migliori mar-chi di mtb hannos t u d i a t o
sospensioni in grado di interve-nire solo in caso di buche easperità, evitando in questomodo di dissipare energia pre-ziosa quando si pedala su fondocompatto. Ci sono modelli perogni esigenza. Rispetto allefront il peso è maggiore; è ovvioche le sospensioni hanno il loropeso specifico, ma danno note-voli vantaggi garantendo uncomfort di guida senza eguali.Anche sbagliando i tempi in fasedi superamento di un ostacolo,la sospensione posteriore vi aiu-terà in parte ad assorbire l’urtosubito, perdonando e/o correg-gendo parecchi errori in fase diguida. Se amate affrontare per-corsi in fuoristrada, che preve-dano anche la salita, le tipologiedi full suspended più indicatesono senz’altro la “trail” e“all mountain”. Le prime
hanno telai piuttosto leggeri esospensioni fino a 130 mmspesso bloccabili, le secondehanno sospensioni con escur-sioni più generose. Tutte le fullsuspended sono generalmentedotate di freni a disco con im-pianti idraulici potenti ed effi-cienti: guidarle in fuoristradasoprattutto in discesa è un’au-tentica goduria poichè le so-spensioni permettono diassorbire colpi e buche assicu-rando un buon controllo anchea velocità sostenute. General-mente vengono vendute con ilmanubrio da free ride in dota-zione, anche se ultimamente sualcuni modelli da DH si stannomontando pieghe da crosscountry, per ottenere maggioreprecisione nella guida e per au-mentare carico e controllo del-l’avantreno. Se state percorrendo una di-
scesa molto ripida e in presenzadi ostacoli di una certa altezza,che la fanno assomigliare a unpercorso trialistico, se possibilepossiamo bloccare la sospen-sione anteriore per evitare l’ef-fetto affondamento della forcellache potrebbe proiettarci inavanti facendoci capovolgere;cercate di essere molto leggerie rilassati nella guida scari-
cando peso dall’avan-treno nel momento
LLee ffuullll ppeerrddoonnaannoo ddii ppiiùù ggllii
eerrrroorrii iinn ffaassee ddii gguuiiddaa:: oocccchhiioo
ppeerròò aa ssoossppeennssiioonnii ttrrooppppoo
ggeenneerroossee nneell tteeccnniiccoo lleennttoo!!
Le full, sempre più leggere, stanno riscuotendo un buon successo anche nell’ambito delle competizioni XC.
La mtb è un attrezzo sportivo che richiede l’apprendimento di una tecnica specifica: uscite di gruppo con maestri qualificati sono occasioni imperdibili per migliorare
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in cui la ruota per agevolare la
fuoriuscita dall’avvallamento.
IIll bbiikkeerr ffaa llaa ddiiffffeerreennzzaa
In conclusione il mezzo, qual-
siasi esso sia, può fare la diffe-
renza solo a parità di capacità!
Che utilizziate un mtb rigida, una
front o una full sarà sempre il
biker che la sta pilotando a fare
la differenza. La mtb deve es-
sere considerata come un at-
trezzo sportivo che richiede
l’apprendimento della tecnica
specifica, in altri casi sarete
sempre in balia del mezzo e
sarà lei a portarvi e non vice-
versa. Proprio per questo è ne-
cessario imparare a muoversi in
un certo modo, per agire sem-
pre d’anticipo e prevenire le si-
tuazioni di pericolo per divertirsi
in sicurezza.
I maestri di mtb hanno acqui-
sto delle capacità e una prepa-
razione tale da potervi aiutare a
migliorare rapidamente le vo-
stre doti di guida, correggendo
errori di posizione e movimento,
che autonomamente è sempre
difficile cogliere.
acuradi:GGiiaannccaarrlloo BBoollooggnneessee, Responsabilecartografia e gps Scuola Nazionale Maestri di Mountain Bike - www.amibike.it
GGPPSS
IMPARIAMO A SETTARE IL GPS
PER SFRUTTARLO AL MEGLIO
ECCO I CONCETTI CARTOGRAFICI BASE PER UN USO DINAMICO
Avete acquistato un GPS osiete in procinto di farlo? Bene,un terminale GPS può esseredavvero un grande alleatoper il biker, ma sappiateche prima di instal-larlo sulla vostra bikeè necessario set-tarlo corretta-mente permassimizzarnel’utilità. Per fare questobisogna primaapprofondire laconoscenza delnostro terminaleGPS e soffermarsi aparlare di alcuniaspetti cartografici echiarire alcuni concettibase utili in futuro non soload impostare al meglio il nostrostrumento e di conseguenzasfruttarne tutto il potenziale, maanche per poterlo utilizzare inaccoppiata ad una carta topo-grafica ed interrogarlo al fine diavere ulteriori informazioni utiliin fase di navigazione: sapremocosì preventivare al meglioun’escursione futura, e soprat-tutto sapremo farne un uso piùdinamico del nostro strumentoGps. Coordinate, formati di posi-zione e Datum sono quindi gli in-gredienti del menù di questomese: cercheremo di trattarliin maniera essenziale, sia perl’utilizzo dello strumento con lacarta topografica che per la car-tografia installabile sullo stru-mento.
CCoooorrddiinnaattee iinn mmeettrrii
Come ben sappiamo il nostrostrumento è in grado di stabilirela propria posizione sotto formadi coordinate che possono es-sere espresse sia in formato la-titudine e longitudine, in gradi,che in formato piano, in metri. Noi appassionati di attività out-door e soprattutto di biciclettache ci muoviamo su terra, con-sidereremo solo le coordinatepiane o metriche, tralasciando
le coordinate espresse in gradi,utilizzate soprattutto da chi simuove in mare.
Quando utilizziamo o for-niamo le coordinate di unpunto è assolutamentenecessario conoscereo specificare il for-mato e il sistema diriferimento: fac-ciamo quindi chia-rezza su questiconcetti, e ca-piamo bene cosaintende il gpsquando ci forniscele coordinate di unpunto, ad esempio:32 T 680530E
5150569N.Un punto sulla superficie
terrestre si definisce in coor-dinate: come ben sappiamo lasuperficie terrestre è stata "af-fettata" con due serie di piani, laprima, perpendicolare all'asse dirotazione, definisce i paralleli (la-titudine che è la distanza dal-l'equatore, va da 0° a 90° Nordo Sud a seconda dell'emisfero),mentre la seconda, passanteper l'asse, definisce i meridiani(longitudine che è la distanza dalmeridiano di Greenwich, va da0° a 180° Ovest o Est). Prendendo come riferimento ilmeridiano fondamentale (quelloche passa per Greenwich) el'equatore (cioè quel particolareparallelo equidistante dai duepoli) si può individuare in modounivoco ogni punto sulla superfi-cie terrestre.
IIll bbiikkeerr ddeevvee ccoonnoosscceerree llee
ccoooorrddiinnaattee iinn mmeettrrii ee ppuuòò
ttrraallaasscciiaarree qquueellllee iinn ggrraaddii,,
uuttiillii ssoopprraattttuuttttoo iinn mmaarree
31
UUnniivveerrssaall TTrraannssvveerrssee MMeerrccaa--ttoorr
Purtroppo la Terra è una“sfera” schiacciata ai poli, men-tre le carte sono piatte. Questoper dire che nella pratica la su-perficie terrestre per essererappresentata su una carta,deve essere "proiettata" e conessa le coordinate. Il problemaè stato affrontato in molti modida molti cartografi diversi nelcorso dei secoli, purtroppo è im-possibile trovare una proiezioneesente da distorsioni. Il sistemadi proiezione usato comune-mente nelle carte topograficheè detto UTM (Universal Tran-sverse Mercator), tutti gli appa-recchi GPS forniscono lecoordinate UTM, che si misu-rano in mt, oltre ad altre centi-naia di proiezioni. Per cercare dilimitare al minimo l’errore, tuttala superficie terrestre è stata di-visa in 60 fusi (60 meridiani) di6° di longitudine, numerati dall'1al 60 a partire dall'antimeri-diano di Greenwich.La superficie terrestre vienepoi suddivise in ulteriori 20fasce (20 paralleli), 10 a Nord e
10 a Sud del parallelo fonda-mentale ossia l’equatore, conuna ampiezza di 8° di latitudine.Si noti che si raggiunge un va-lore di latitudine di 80° inquanto le calotte polari vengonorappresentate mediante il si-stema UPS (Universale PolareStereografico). Questa rete che si crea frameridiani e paralleli viene chia-mata Reticolo Geografico ed èmolto importante perché ci per-mette di definire la posizione as-soluta in cui ci troviamo. Ognipunto sulla Terra è un incrociodi un meridiano e di un paralleloe si può localizzare determi-nando la distanza che lo separadall’equatore e dal meridiano diGreenwich. L'incrocio tra fusi efasci crea così 1200 zone, per-ciò ogni zona avrà una sua desi-gnazione ben precisa checorrisponde ad un numero e aduna lettera che esprimono ilFuso e il Fascio. Il sistema UTMsuddivide dunque il mondo inzone, ogni zona è identificata daun numero ed una lettera.
IIll rreettiiccoollaattoo cchhiilloommeettrriiccoo
Il reticolato prende il nome diReticolato Chilometrico, inquanto le misure delle coordi-nate da questo punto sarannoespresse in chilometri e non piùin gradi. Avremo perciò dueassi cartesiani: l'equatore saràl'asse delle ascisse o X5150,569N (nord/sud) e il me-ridiano centrale l'asse delle or-dinate o Y 680,530E(est/ovest). Attenzione però:non tutte le carte sono adatteper essere usate con il GPS, masolo quelle che presentano il re-ticolato, sia esso UTM oppureespresso in gradi.Il formato della posizione è ilparametro che viene usato perrappresentare la longitudine e lalatitudine, ed il Sistema UTM(proiezione Universale Traversadi Mercatore) è lo standardmondiale per la rappresenta-zione delle carte topografiche in-sieme al classicogradi/minuti/secondi.
DDaattuumm
Un altro parametro impor-tante da considerare è quellodel formato dei dati o Datum,utilizzato per rappresentare so-prattutto aree o zone della terradi piccole porzioni: la formadella Terra infatti è più simile aquella di una patata che allasfera schiacciata ai poli, per cuiservono dati più particolari perrappresentare e modellizzare lepiccole porzioni di territoriocome ad esempio le carte topo-grafiche tanto utili a noi che cimuoviamo all’aperto. In Europalo standard è appunto quello ri-ferito al formato Europa1950.Ricordatevi che questi formatisono sempre riportati sul mar-gine della carta che intendeteutilizzare, e che se cambiatecarta dovrete controllarli per es-sere sicuri di settare il vostrostrumento sempre con i datidella carta che intendete utiliz-zare.
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ETNA: SU E GIÙ INLA TRAVERSATA DEL VULCANO DA SUD A1188 sseetttteemmbbrree 22001122, un
sogno che sta per materializ-zarsi: solo oggi, dopo 4 giorniche siamo in vacanza in Sicilia,“à Muntagna”, si fa vedere...alnostro arrivo a Catania, il 14settembre, dall’aereo non si eraconcessa! Il 15 invece, complice una
temperatura non propriamentesicula, diretti a Taormina e Ca-stelmola, per una visita turisticain compagnia della nostra guidapersonalizzata (mio cugino) ilMongibello si faceva vedere con
la “bianca”..un mix di pensieri, aquella vista erano subito partitia raffica! Il 17 infine l’avevamo solo as-
saggiata in compagnia di unaGuida Alpina, Ugo Esposito, ex-Sector No Limits Team, visi-tando la “Grotta dei Tre Livelli”.
OOrree 0066..1155;; CCaallttaaggiirroonnee -- LLiinn--
gguuaagglloossssaa
Partiamo da Caltagirone,ospiti dei miei zii, alle 6.15: lagiornata è tersa, l’adrenalina è
altissima, ma si deve conte-
nerla..paura ed eccitazione, le
emozioni sotto la pelle. L’alba è
bellissima e Caltagirone sembra
un Presepe illuminato, ma
Etna nascosta dalle nuvole durante l’atterraggio a Catania
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senza cavalletto è impossibile fo-tografarla.
L’appuntamento con Egidio è aLinguaglossa , proprio alle pen-dici del Vulcano, alle ore 7 perfare colazione insieme e per ri-cevere le ultime dritte: pur-troppo per lavoro non ci potràaccompagnare.
Lungo la SS417 “à Muntagna”si fa vedere in tutta la sua bel-lezza e rispetto ai giorni prece-denti siamo più sereni: la nevenon si vede più, sicuramente ci
UN SOLO GIORNONORD REGALA EMOZIONI E SCENARI UNICI
L’Etna vista da Linguaglossa (Egidio Ferraro)
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saranno ancora delle chiazze,ma certo non ci preoccupano.La temperatura è comunquefresca e lo sarà ancora di piùlassù: il meteo comunque èbello e questo è un buon presa-gio.
Dopo aver fatto preparare duemafaldine imbottite in un ali-mentari ed una bella colazioneal bar, partiamo con il minibusin compagnia del nostro amicoEgidio, che ci accompagnerà,per poi farcelo ritrovare al rien-tro, sempre a Linguaglossa.Passiamo da Zafferana Etnea,
Città del Miele: ancora 18,5 kme saremo al Rifugio Sapienza. Viarriviamo alle 8.50 e troviamouna temperatura decisamentefrizzante: il Gps marca infattiquota 1.905 m e penso proprioche abbiamo fatto un bel cam-biamento di quota in pochissimotempo.Il tempo di prepararci, ma
contrariamente alle nostre pre-visioni e tabella di marcia, Egidioci consiglia di prendere la funi-via per velocizzare l’ascesa, ac-cennando al cambiamentorepentino delle condizioni che sipossono verificare sul Vulcano,non tanto per il meteo, ma peri gas che fuoriescono in ma-niera continua e che avvolgonola parte alta, insieme ai ventistessi, che possono portare ve-
loci mutamenti.Avendo prevista un’ascesa da
puristi, l’idea della funivia non cigarba molto, ma allo stessotempo non sapendo bene tantecose e non conoscendo il per-corso, benché avessimo fattouna previsione temporale, nonci pensiamo due volte ed ascol-tiamo Egidio: d’altronde è unnostro amico, anche lui Guida diMTB, che conosce bene la zonae l’Etna. Saggiamente secondole sue indicazioni, che apprezze-remo molto di più dopo, fac-ciamo i biglietti e ciorganizziamo per prendere la fu-nivia con le nostre Specialized29” full in cabina.Bisogna smontare la ruota an-
teriore ed entrarci al volo. Lacabina è piccola, bisogna farsipiccoli anche per entrare in-sieme alla bici, e via..sù!
All’arrivo, l’opera-zione fatta in par-tenza deve avere lastessa tempisticaper di più districan-dosi nel piccolo spa-zio della cabina. Inqualche modo ci riu-sciamo e ci troviamoa quota 2.492 m.quando si sono fattegià le 9.43. Dallostart point a Caltagi-
rone a 515 m., abbiamo giàmaturato, senza fare fatica undislivello positivo di 2.000 m! Iltragitto in funivia di circa 500m. di dislivello è di 2,7 km inlinea d’aria diretta.All’esterno, i vari gruppi di per-
sone si organizzano per pren-dere gli speciali minibus 4x4che li porteranno alla Casa delleGuide in zona di Torre del Filo-sofo.
Trovarsi a guardare il fondo la-vico, nero è impressionante,così come il paesaggio lunareche ci circonda e le colate lavi-che che si sono fermate e soli-dificate, viste anche inprecedenza, in tutte le loroforme, piccole o grandi. L’aria èfresca, ma il sole ci accompa-gna. Sicuramente, per noi cheabitiamo a 1.500 m. e che ge-neralmente frequentiamo que-ste quote, siamo discretamentea nostro agio. Fatte un paio difoto con gli “speciali”, è oragiunto il momento di iniziare lanostra ascesa.
IInniizziiaa ffiinnaallmmeennttee ll’’aasscceessaa
La prima rampa non è nientemale e le foto dimostrano lapendenza: partire a freddo, aquesta quota, significa gestirebene il proprio motore, perchéil cuore sale subito a 1000! Qualcuno non prende lo “spe-
ciale” e fa due passi anche lì neidintorni. Il fondo è battuto daimezzi 4x4, quindi in buona so-
Il Rifugio Sapienza, posto a quota 1905 m., è il vero punto di riferimento del versante Sud del Vulcano.
36
stanza sembra di pedalare suuna strada sterrata con l’unicaparticolarità del colore che ènero: tuttavia ai bordi la lavanon è schiacciata e pedalandocisopra, ce ne si rende conto!Durante la salita s’incrociano
spesso i minibus, è un continuovia vai, chi sale e chi scende. Ov-viamente diamo nell’occhio, espesso, piacevolmente siamooggetto di tifosi che ci incitano,il paesaggio è splendido quantoparticolare.
Durante la salita incrociamoanche qualche lembo di neve deigiorni precedenti non completa-mente sciolto e saggiamo anchela temperatura del suolo. Sullacarta dobbiamo affrontare solo400 m. di dislivello positivo, maalcuni tratti e relative pendenzesi fanno davvero sentire: se siaggiunge anche la quota, sicu-ramente l’impegno non è poco,ma la bellezza dei contorni ri-paga sicuramente ogni sforzo.Uno dei momenti più brutti, lo
passiamo prima degli ultimi tor-nanti a quota 2.700 m. quandouna ventata di zolfo ci ha inve-stiti per qualche secondo..mad’altronde Etna è anche questo,non è una novità: si susseguonouna serie di tornanti ravvicinati,la fatica si fa sentire, ma conopportune soste, si riprendefiato e si continua: l’ultimarampa è davvero in pendenza,anche se non si direbbe. Inprossimità di quest’ultima, com-
pare il primo cartello di divieto
di accesso.
Si arriva dunque nel piazzale,
davanti alla case delle Guide,
dove gli speciali, caricano e sca-
ricano i turisti.
Un posto dove è possibile, fare
un ristoro ed acquistare souve-
nir, come anche se si vuole,
partecipare ad una escursione
con le guide, ma è un posto
dove ci si diverte anche: galleg-
giare in discesa sui lapilli che
scoppiettano come il latte sui
cornflakes tra le persone che ti
guardano come se fossi un
marziano è elettrizzante.
Dalla stazione di arrivo della fu-
nivia abbiamo percorso solo 5,3
km., ma di tutto rispetto. Il Cra-
tere creatosi in occasione del-
l’eruzione del 2002, dedicato a
Vincenzo Barbagallo, capo delle
guide e custode dell’Osservato-rio etneo, si può “circumnavi-gare” tranquillamente.Fatto il giro, si ritorna alla
Case delle Guide, in una discesadivertentissima: è il momento difare sicuramente uno snack,ma veloce. Le condizioni climati-che sono state perfette fino aquesto momento - sono le h.13- ma purtroppo nell’aria, si“legge” che sta per cambiarequalcosa.Fino a quel momento le cor-
renti d’aria hanno tenuto le nu-vole basse, ma una nuovacorrente dal basso verso l’altole sta spingendo sù ed il ventoche comincia ad arrivare è de-cisamente fresco, meglio affret-tarsi a pedalare per garantirsi ilseguito.
LLaa ttrraavveerrssaattaa ddeeii ccrraatteerrii
Un nuovo cartello e una deli-mitazione ricordano che è me-glio avvalersi di Guide per ilproseguimento delle escursioni,con i relativi rischi dell’area nellaquale ci si trova. Il campo tele-fonico va a tratti, ma non si puòproprio parlare di una coperturatelefonica certa.Cambia il fondo, se prima era
compattato dai 4x4, ora c’è untappeto di lapilli puri che ven-gono sparati dai tasselli dei co-
L’ascesa è dura fina dalle prime rampe: lo sforzo va gestito soprattutto perchè si pedala a quota 3.000 m.
Uno dei potenti mezzi della Funivia dell’Etna, che portano i turisti alla base dei crateri sommitalia
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pertoni, specie se ne ben arti-gliati e l’impressione, che non èfinta, é quella di affondare sem-pre un pochino, di avere sotto leproprie ruote un fondo non sta-bile e comunque pesante, comese fosse del fango che lega leruote, anche se di fango non sitratta per niente.Un fondo impegnativo più del
precedente, ma grazie al suofalsopiano, non è impossibile.Solo in alcuni tratti la pen-
denza dice anche la sua, manella peggiore delle ipotesi, sipuò sempre spingere per chinon è tanto allenato o chi nonvuole rischiare di bruciare qual-che cartuccia di troppo in anti-cipo.Da questo punto in poi, si deve
raggiungere quota 3.100 m.,soli 200 m. di dislivello, punto diaccesso per i crateri sommitali,che comunque si sentono perl’insieme dei fattori già descrittiprima e poi perché da questomomento, non si abbandona piùla quota 3.000.
Uno splendido traverso si apredavanti ai nostri occhi e le pic-coli stazioni meteo e i sismo-grafi cominciano ad appariresaltuariamente.
La traversata si può dire cheinizia ora: si è lasciato un pae-saggio per un altro e si stannopercorrendo gli ultimi chilometrisul versante sud per approdarea quello nord.Il freddo vento ogni tanto soffia
e si fa sentire.
SSuullllaa vveettttaa ((33229911 mm..))
Giunti esattamente a quota3.115 m, dopo 4,3 km dallaCasa delle Guide, sempre sullastrada carrozzabile sul quale sista pedalando, benché non cisia un cartello che ne indica cer-tamente la destinazione, amonte si distingue bene il sen-tiero che conduce ai Craterisommitali. Il fondo è decisamente sab-
bioso e si sprofonda spesso,specie con le scarpe da bici:con un po’ di esperienza si indi-vidua la traccia del sentierostesso calpestatodi colore grigiochiaro. Le nostreruote grasse leabbiamo parcheg-giate sopra stradae proseguiamo apiedi.Sul sentiero ag-
giungiamo qual-che ometto di“pietra”, lavica ov-viamente, vistoche in genere ci siriferisce a pietra nel vero sensodella parola. Sono le ore 14, le nuvole non
sono lontane ma non mancamolto che arrivino a coprirci e latemperatura è decisamente fre-sca. Decidiamo comunque di ten-
tare: siamo venuti in Sicilia,anche per questo momento econ le dovute cautele e sforzinon possiamo non continuare.Arriviamo al colle anticima, se
così si può chiamare, a quota3.245 m, tra il Cratere Nord-
Est e il Cratere centrale.Seguendo i preziosi consigli ri-
cevuti da Egidio, evito la salita alNord-Est e mentre la mia com-pagna un po’ provata mi aspettaal colletto, dove c’è anche unastazione meteo, io mi dirigo sulCentrale.
Poco prima di arrivare, si ve-dono qua e là piccole fumarole.Cammino con circospezione evi-tando anche di camminarcisopra, anche se sono semprepiù frequenti.Mi rendo conto di essere sul
bordo del Centrale e da solo de-cido di non proseguire oltre. Tral’altro non c’è visibilità in bassoquindi non si vedono che nuvolee probabilmente anche so-stanze gassose che fuorie-scono.La Cima a questo punto è rag-
giunta!Il tempo di un paio di scatti e
poi ritorno al colletto dalla mia
compagna. Vediamo le nuvolesalire veloci dal basso e il ventofreddo ormai soffia quasi senzasosta.Abbiamo indossato tutto
quello che avevamo di pesante,opportunamente portato connoi prevedendo comunque unasituazione simile, d’altronde laquota non si può eluderla.Il gps ci garantisce il ritorno si-
curo sulla strada, il sentiero omeglio la traccia, si distinguesempre abbastanza bene,anche se qualche nuvola ogni
La segnaletica ci ricorda che L’Etna è viva e può ri-
svegliarsi in qualsiasi momento!
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tanto lo nasconde e con uncambio di luce, non è semprecosì distinguibile
VVeerrssoo ll’’oosssseerrvvaattoorriioo eettnneeoo
Ritornati alle bici, riprendiamola strada. Da questo momentoin poi la carrozzabile perde sem-pre un po’ di quota, il ventoormai è nostro compagno e nonci molla.Un po’ per la quota e un po’
per il vento, siamo messi a duraprova, ma non si può tornare in-dietro…non certo ora! Prima diraggiungere un primo incrocio,sulla nostra destra notiamo unacroce di ferro dedicata ad unaragazza.All’incrocio menzionato prima,
sulla sinistra in discesa, rispettoal nostro senso di marcia, unastrada di recente costruzioneporta a dei nuovi sismografi, lapendenza è abbastanza note-vole, ma a noi non interessa. Sulla carta che stiamo
usando, non è ancora marcata,comunque per quello che ab-biamo potuto vedere è attendi-bile ed affidabile. Giunti all’incrocio, a quota
2.972 m la strada fa ora untraverso in leggerissima salita:ignorato sulla nostra destra ilsentiero che conduce al Monte
Agata, che stiamo da un pezzo
accostando, si capisce in ma-
niera evidente che siamo ormai
nei pressi dell’incrocio succes-
sivo, quello per l’Osservatorio
Etneo.
Un paio di tornanti lo antici-
pano, ma ormai si vede bene ad
occhio nudo davanti a noi.
Avremmo voluto andare a fare
un salto, ma il freddo al quale
siamo esposti da un po’ e sin-
ceramente anche un po’ la stan-
chezza, ci inducono ad
imboccare la discesa finale.
Avremmo voluto andare anche
perché sappiamo che si affaccia
sulla Valle del Bove, ma tra l’al-
tro a causa della scarsa visibi-
lità non ne sarebbe valsa la
pena: scusa buona per tornarci
un’altra volta. Solo ora ci rendiamo effettiva-
mente conto della circumnavi-gazione che abbiamo appenaterminato ed allo stesso tempo,di quanto grande sia il Vulcano.Di traversate personalmente
ne ho effettuate, ma una talesinceramente, non mi era an-cora capitata. L’impressione èstata quella di averla fatta a ral-lentatore, complice sicura-mente il mal tempo che unavolta affacciati sul versantenord, ci ha accompagnati, manon ci si può neanche lamen-tare perché le probabilità cheavevamo di effettuare questogiro non erano altissime. Con Egidio che ci telefonava
spesso per sincerarsi della no-stra posizione e per sapere setutto procedeva per il verso giu-sto, siamo riusciti a tratti a ri-manere in contatto: era ilnostro base camp che ci se-guiva dal basso!
Siamo ora a quota 2.818 m.abbiamo perso ancora qualchemetro di dislivello, ma niente dieclatante: il pezzo dove si perdemaggiormente quota è propriosui tornanti precedenti, che evi-dentemente ci fanno capire cheormai stiamo imboccando final-mente la discesa! Sempre dall’incrocio, guar-
Sul bordo del cratere centrale: gli ultimi metri di ascesa sono imperccorribili con la bici, si va a piedi.
Al bordo dei Crateri Umberto e Margherita del 1879
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dando verso il Monte Agata di-verse sono ancora le chiazze dineve recente caduta nei giorniscorsi: bisogna assolutamentedire che siamo stati parecchiofortunati, vento freddo a parte,la giornata è stata perfetta.Sul versante della salita e poi
ancora dopo fino al Centrale ab-biamo goduto di una visibilità ot-tima e le foto lo testimoniamo.Egidio ci ha detto che le condi-
zioni sul Vulcano mutano spessoe che non sempre ci sono con-dizioni ottimali che permettonodi godere di una giornata nellasua completezza.Da una parte è anche com-
prensibile e l’abbiamo notatoanche noi che non siamo delposto, aleggia sempre un velo,più o meno consistente di so-stanze gassose che fuoriesconoda diversi punti. Evidentemente,il Mongibello si è concesso anoi, in questa nostra unica op-portunità che avevamo a dispo-sizione e ringraziamo perquesto !
VVeerrssaannttee NNoorrdd -- DDiisscceessaa
Bene, è il momento di affron-tare la discesa: il panorama che
ci compare davanti è ora deci-samente diverso e notiamo su-bito la differenza tra i dueversanti. Qualche chiazza di verde nella
colata lavica la si distingue benee vuoi per contrasto con il nerodella lava, si nota, come il ver-sante nord è decisamente piùvivo. Andando poi a studiare meglio
la situazione a casa, possiamodire che quella macchie di verdechiaro, se non vado errato,sono cespugli di astragalus si-culus, che riescono a sopravvi-vere in quell’ambiente.
La strada torna ora ad essereben battuta e decisamentescorrevole. Le pendenze sonoparecchio accentuate e a noiche piace anche la discesa (achi non piace?..) i freni li usiamomeno che si può!E’ fantastica, picchia giù de-
cisa, e ce ne rendiamo contosia guardando verso il basso,sia in bici, ma anche ferman-doci ogni tanto e guardandoverso monte. In alcuni punti siha modo di notare la differenzadella lava, quella più vecchia, de-cisamente più chiara e quella
più scura, più recente, comeanche il passaggio a fianco di unaltro cratere.Ad un certo punto, ormai in
vista di Piano Provenzana, que-sta differenza è proprio visibilebene, come anche che la vege-tazione diventa ora più rigo-gliosa con la presenza deglialberi.I nostri occhi ormai si sono
abituati a guardarsi intorno e ve-dere il nero lavico, e come al-l’inizio ci ha fatto parecchioeffetto, anche il verde ora, omeglio gli alberi, ci hanno fattolo stesso. Siamo a quota 2.080, siamo
già scesi di quasi 800 m. di di-slivello negativo in circa 30 mi-nuti, sempre contando di alcunesoste per fare foto, guardarcimeglio attorno, ammirare il pae-saggio con diverse angolature econtinua a godere di questa bel-lissima giornata. Tolti i primi tor-nanti, la sterrata grosso modoè un lungo traverso, e sincera-mente dopo la salita e la cir-cumnavigazione, questa discesaveloce completa la giornata e cipaga ancora in maniera diversa.Ci rendiamo conto che Piano
Provenzana è ormai sotto di noi,
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ma abbiamo ancora modo di no-tare come alcune piante, nono-stante la colata lavica del 2002che ha completamente cancel-lato questa località, sono an-cora dritte, in piedi con il solofusto e qualche ramo, con lacorteccia completamente as-sente e bruciata a differenza deltronco che invece per un effettoinverso della colata stessa nonha fatto la stessa fine…è im-pressionante quanto bello!
Immaginare la colata da unaparte con la sua potenza deva-stante che cancella tutto ciòche trova davanti a sé…pur-troppo a causa di un guasto al-l’impianto frenante della mtbdella mia compagna, gli ultimimetri non sono stati goduticome avrebbero dovuto essere,ma è andata comunque bene.
PPiiaannoo pprroovveennzzaannaa ((11880099mm..))
Ci trovavamo ormai a 200 m.da Piano Provenzana: qualchesegno lo avevano già datoprima, ma sinceramente unamancanza del genere non ce la
si aspettava, ma tutto è benequel che si racconta!Sulla sinistra, grazie anche adun cartello, in precedenza ab-biamo notato il sentiero checonduce al Rifugio Timpa Rossae Monte Nero. Siamo rimasti proprio in que-
sto punto ad ammirare, anchese sembra di fare della satira,lo spettacolo che la lava hafatto! Spettacolo che ovviamentenon è stato per Piano Proven-zana che dopo 10 anni sta rico-minciando a vivere da qualcheanno a questa parte con le suevarie strutture, bar, ristoranti,scuole di sci, rivendite di souve-nir. La quota è 1.809 m: quindipossiamo osservare che in di-scesa fino a questo punto ab-biamo accumulato ben 1.000 didislivello negativo e 8.4 km dal-l’incrocio per l’Osservatorio conuna percentuale di pendenzamedia dell’11,90% con puntamax del 25%. A causa del problema mecca-nico siamo costretti a chiamare
Egidio per venirci a recuperare.
In attesa del suo arrivo, an-
diamo a gustarci una buonis-
sima cioccolata calda bianca al
Bar Mareneve. Arriviamo a Lin-
guaglossa alle 19, la strada
asfaltata, che scende, è tor-
tuosa e ricca di curve e tor-
nanti. Una giornata lunga,
bellissima...un altro sogno, for-
temente voluto e studiato, con
le ottime condizioni meteo che
ci hanno accompagnato!
Impossibile descrivere le sen-
sazioni che ci hanno pervaso e
che ancora oggi talvolta ritor-
nano…
DDiieeggoo DDrraaggoo,, IIggnnaazziiaa CCoorrrriiaass
ALTRE FOTO, SCHERMATE GPS,SCHERMATE GOOGLE EARTH E INFO SU:
wwwwww..eexxpplloorriiddiinnggmmttbb..ccoomm
La discesa dall’Osservatorio dell’Etna a Piano Provenzana è una goduria: ben 8,4 chilometri tra ampi tornanti e pendenze con picchi fino al 25%.
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DDIIAARRIIOO DDII VVIIAAGGGGIIOO DDII EENNRRIICCOO CCAAVVAALLLLII -- CCAAPPIITTOOLLOO VVII
PEDALANDO
VERSO SANTIAG
DAI MONTES DE OCA ALLE PRIME
......3311//0088......
Alle 7 siamo in piedi, Ale sco-pre quant'è buono il muesli a co-lazione: tutta la nostraattenzione tuttavia è catturatada un pellegrino finlandese che,proprio accanto a noi, appenasveglio consuma acciughe inscatola come fossero cereali!.
Alle 8 il sole è sorto da poco,ma ci tocca subito mettere ilrampichino per la parte più duradella salita verso l'alto della Pe-draja: stiamo attraversando iMontes de Oca, un passaggiodel Cammino anticamentemolto temuto dai pellegrini perla presenza di lupi e briganti.Oggi, per fortuna, sono rimastisolo i lupi e l’attraversamento di
questa piccola catenamontuosa ca-stellana regalascorci e pae-saggi dav-
v e r o
unici. Dopo lo scollinamentoscendiamo in picchiata fino aSan Juan de Ortega dove fac-ciamo una breve sosta nell’unicobar del minuscolo villaggio perprendere qualcosa di caldodopo la discesa: un lunghissimocaffè castigliano va benissimovisto che la temperatura è piut-tosto bassa e all'orizzonte c'èanche qualche nuvola a ricor-darci che prima o poi dovremoutilizzare l'attrezzatura da piog-gia.
VVeerrssoo BBuurrggooss
La strada verso Burgosscorre veloce, passiamo per
Ages e Atapuerca e nelmezzo tanti campi di gi-
rasole e davverotanta gente
s u l
42
““QQuueessttoo ddiiaarriioo èè ppeerr cchhii ppeennssaa cchhee dduuee rruuoottee ssiiaannoo ffaattttee
ppeerr ffaarree ssttrraaddaa,, ppeerr qquueellllii aa ccuuii ppiiaaccee sseennttiirrssii lliibbeerrii
ccoonn ssoolloo ll''eesssseennzziiaallee ddiieettrroo ee ssoopprraattttuuttttoo ppeerr cchhii ppeennssaa
cchhee aannddaarree ssiiaa mmoollttoo ppiiùù iimmppoorrttaannttee cchhee aarrrriivvaarree””
UUnn ddiiaarriioo ddii vviiaaggggiioo iinn ddooddiiccii ppuunnttaattee ppeerr rrii--vviieerree ddaa cciimmaa aa ffoonnddoo iill cciicclloo--ppeelllleeggrriinnaaggggiiooaa SSaannttiiaaggoo ddii CCoommppoosstteellaa,, lluunnggoo iill CCaammmmiinnooffrraanncceessee.. DDaallllaa pprreeppaarraazziioonnee ddeell bbaaggaagglliiooaallllee pprriimmee dduurriissssiimmee rraammppee ppiirreennaaiicchhee,, ddaalllleeggiiaallllee ““mmeesseettaass”” ccaassttiigglliiaannee aaii vveerrddiissssiimmii ppeenn--ddiiii ddeellllaa GGaalliizziiaa,, ffiinnoo aallll’’aammbbiittaa mmeettaa ffiinnaallee:: llaaccaatttteeddrraallee ddii SSaannttiiaaggoo ddee CCoommppoosstteellaa ee,, aann--ccoorraa ppiiùù iinn llàà,, CCaappoo FFiinniisstteerrrree ccoonn lloo ssgguuaarrddoorriivvoollttoo aallll’’OOcceeaannoo aattllaannttiiccoo ee ggiiàà aallllaa rriicceerrccaaddii uunnaa nnuuoovvaa mmeettaa.. RRiippeerrccoorrrreerreemmoo iinnssiieemmee ggllii oollttrree nnoovveecceennttoocchhiilloommeettrrii ppeeddaallaattii iinn sseellllaa aallllaa nnoossttrraa mmoouunn--ttaaiinn bbiikkee;; iinn ddooddiiccii ppuunnttaattee ((uunnaa ppeerr ooggnniimmeessee)) vvii ffoorrnniirreemmoo ttaannttee iinnffoo uuttiillii ee qquuaallcchheeccoonnssiigglliioo pprraattiiccoo;; vvii rraaccccoonntteerreemmoo ddii lluuoogghhii,,ppeerrssoonnee ee ddii qquueellll’’iinnssppiieeggaabbiillee rriicchhiiaammoo aaddaannddaarree aavvaannttii......sseemmpprree!!
GO
E MESETAS
cammino. Scattiamo sui pedaliper gioco su qualche cavalca-via…così giusto per fare girareun po' le gambe ed emulare, amodo tutto nostro, uno dei no-stri compagni immaginari di viag-gio, Philippe Gilbert che pochimesi prima (siamo nel 2011NdA) ha monopolizzato le classi-che del Nord scattando ad ognioccasione, fosse anche undosso.Entrare con bici in una grande
città è sempre un'esperienza unpo' strana per l'impatto con iltraffico e la periferia: seguire lefrecce gialle del cammino è sem-pre più complicato del previstosoprattutto se non c'è una pistaciclabile ed a Burgos ci perdiamoun paio di volte prima di arrivarein centro città.Ci concediamo una sosta, non
propriamente da atleti, ma nonassaggiare la morcilla a Burgossarebbe stato come entrare inenoteca ed ordinare un bicchiered’acqua: facciamo quindi unostrappo alla regola e assag-giamo questo gustosissimo in-saccato fresco fatto con sanguedi maiale, vacca o pecora in-sieme con riso, mollica di pane,porro, cipolla, pan grattato,uvetta e pinoli, innaffiandolo conbirra abbondante alla faccia dellebarrette e dei sali in bustina!
CCoommiinncciiaa llaa mmeesseettaa
Passiamo dalla Cattedrale peril classico sello e lasciamo Bur-gos, stavolta attraverso una co-moda ciclabile che passa per
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l'Università. Dopo poco il pae-saggio è quello della meseta,una distesa gialla e ondulatacon le nuvole all'orizzonte.Il pranzo lo facciamo a Rabè
de Las Calzadas, nella terrazzadi un bar sulla piazza del Muni-cipio. Il proprietario ci consigliauna tortilla fatta in casa che sirivelerà ottima e ci regala duemedagliette con la Virgen daportare con noi lungo il Cam-mino: non sono un credente maun passaggio non si nega a nes-suno. Ci stiamo anche abi-tuando al caffè extra lungo diqueste parti, qualcosa di caldoinsomma prima di partire nondispiace proprio. A Rabè ritrovouna delle immagini che mi sonomaggiormente rimaste im-presse della Castiglia che avevoconosciuto qualche anno prima:i nidi di cicogne sui campanilidelle chiese di campagna, che inprimavera saranno di nuovo“abitati”.
UUnn iinnccoonnttrroo……ssiinnggoollaarree!!
Dopo Rabè, nel bel mezzodegli infiniti altipiani castigliani,
facciamo uno di que-gli incontri che pro-prio non ti aspetti conun personaggio, an-ch’esso in bicicletta,che dire singolare èun eufemismo. Devopremettere che gli in-contri in bici sono rarilungo il Cammino e si
limitano ad uno scambio di in-formazioni ed auguri, vuoi per-ché i ciclisti sono assai meno dichi va a piedi, ma soprattuttoperché ognuno ha il suo passoe se si raggiunge qualcuno dopopoco ce lo si lascerà alle spallee vice versa. Da un po' vediamo il segno di
una ruotata abbastanza recentesul Cammino fino a quando nonavvistiamo tra i sali e scendi delpercorso un ragazzo su una citybike (!!!!!!) e con un cappello dipaglia stile Sampeyial posto delcasco. Lo saluto in spagnolo maanche lui parla italiano, è nato aTorino ma vive a Lisbona: ha de-ciso all'ultimo minuto di fare ilcammino così ha preso in pre-stito la bici di un amico ed è par-tito da Burgos. Non mi reputocerto un luminare della biomec-canica ciclista, ma era del tuttoevidente che il nostro “amico”pedalasse davvero in manieraorrenda: gli facciamo notareche ha la sella troppo alta e chese continua a pedalare di que-sto passo si distruggerà laschiena in pochi chilometri. Luifa orecchie da mercante e an-
diamo assieme per un po', poilui rimane indietro mentre io edAle ci guardiamo perplessi: inconfronto al pellegrino italo-por-toghese noi abbiamo pianificatoil viaggio all'inverosimile!
……EE ppooii vveennnnee llaa ppiiooggggiiaa
In sella alle nostre bici attra-versiamo la meseta spagnola in-terrotta qua e la da minuscolipueblos: tra questi Hornillos del
Camino, Hontañas e poi Castro-jeriz dove ci fermiamo per unaKas (l'equivalente spagnolo diuna Fanta) prima della salita perl'Alto de Mosterales. All'uscita del villaggio ci fer-
miamo ai piedi dell’unica salitadel nostro cammino pomeri-diano: notiamo un sinistro car-tello che indica il 12% dipendenza media, mentre al di làdel crinale scorgiamo un cielonero carico di pioggia e con-temporaneamente udiamo unrumore di tuoni sempre più vi-cino. Abbiamo giusto il tempo dicoprire i bagagli con l’appositotelo impermeabile ed iniziare lasalita: si dalle primissime rampeun violento temporale si abbattesu di noi e ben presto ci ren-diamo conto che col senno dipoi forse avremmo fatto meglio
LLuunnggoo iill CCaammmmiinnoo ppuuòò ccaappiittaarree
ddii ttuuttttoo......aanncchhee ddii iinnccoonnttrraarree
uunn iittaallooppoorrttoogghheessee cchhee vvuuoollee
ggiiuunnggeerree aa SSaannttiiaaggoo iinn cciittyybbiikkee
Pellegrini, accompagnati da un cane, attraversano gli immensi campi di girasole oltre ii Montes de Oca
La morcilla di Burgos è un insaccato fresco davvero imperdibile
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a restare a Castrojeriz! La salitanon è affatto una passeggiata,la pioggia ed il vento contrarionon ci aiutano e spesso ci èsembrato di pedalare letteral-mente da fermi! Per fortuna iltemporale passa presto e fini-sce di piovere quando siamo giàin cima al riparo di una tettoia.La strada da qui scorre in di-scesa verso il Pisuerga, un im-portante affluente del Duero, indirezione di Itero de La Vega,Boadilla del Camino ed infineFromista dove abbiamo inten-zione di fermarci visto che lì do-vrebbe esserci un'officina per lebici: abbiamo infatti finito losgrassante per catene e con
tutto il fango dell'ul-tima parte della
giornata ci toccherà metterci apulire innanzitutto catene e pi-gnoni.
FFrroommiissttaa
La strada per arrivare a Fro-mista costeggia un canale ed èquasi interamente in pianura ecosì andiamo tranquillamente aiventi all'ora (media stratosfericadopo le salite dei primi giorni).L'hostal è sulla piazza accanto laiglesia de san Martin, siste-miamo le bici, ci facciamo unadoccia, laviamo a mano il bu-cato che difficilmente col tempoumido si asciugherà (a questoserve il ricambio) e andiamoal negozio di alimentari lìvicino per fare la
nostra solita merenda a base diyogurt e uva scrivendo gli ap-punti della giornata. L'officina dibiciclette di cui parlava la guidaha chiuso da un po', il proprie-tario è andato in pensione e cosìci tocca arrangiarci alla meglioper una pulizia sommaria dei no-stri mezzi!
Andiamo a mangiare a pochipassi dall'hostal; non lo definireicerto un ristorante, è piuttostola casa di Marisa che è apertaai camminanti ed offre un buonmenù del pellegrino (zuppa e unpiatto di carne o pesce, dolce e
Il chilometro di salita dopo Castrojeritz è stato il più lungo di tutto il Cammino: un temporale violentissimo si abbatte su di noi con forti raffiche di vento contrario
LLAA VVIIAA PPEERR FFRROOMMIISSTTAA
CCOOSSTTEEGGGGIIAA UUNN LLUUNNGGOO
CCAANNAALLEE EEDD ÈÈ QQUUAASSII
TTUUTTTTAA IINN PPIIAANNUURRAA::UUNNAA VVEERRAA GGOODDUURRIIAA
PPEERR LLEE GGAAMMBBEE DDOOPPOO
LLEE SSAALLIITTEE DDEEII PPRRIIMMII
GGIIOORRNNII DDII CCAAMMMMIINNOO
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acqua) a dieci euro.Prima di andare a dormire
passiamo un po' di tempo incor-tile a chiacchierare con dei ra-gazzi romani che hannocominciato da poco il Camminoa Burgos, ci raccontiamo le dif-ferenze tra camminare e peda-lare e credo che ciascuno infondo invidi un po' l'altro: noi laloro forza di volontà, loro la no-stra facilità nello scorrere rapi-damente attraverso paesaggiche per chi va piedi duranoanche ore e giornate intere.Di notte facciamo ricorso ad
uno dei suggerimenti più utiliche ci hanno dato…i tappi per leorecchie! Si rivelano indispensa-bili perchè nella nostra came-rata c'è uno che russa a livellipatologici…non risolvono alcento per cento il problema macerto aiutano a prendere sonno!
NNEELL PPRROOSSSSIIMMOONNUUMMEERROO LLAA TTAAPPPPAAPPIIÙÙ LLUUNNGGAA DDEELLCCAAMMMMIINNOO;; QQUUAASSII
CCEENNTTOOVVEENNTTIICCHHIILLOOMMEETTRRII FFIINNOO AALLEEOONN,, LL’’AANNTTIICCAA
CCAAPPIITTAALLEE DDEELL RREEGGNNOODDII CCAASSTTIILLLLAA
SSTTAATT IISSTT IICCHHEE
-- CC IITTTTÀÀ:: SS..JJ.. DDEE OORRTTEEGGAA,, AAGGEESS,, AATTAAPPUUEERRCCAA,, BBUURRGGOOSS,,RRAABBÈÈ DDEE LLAASS CCAALLZZAADDAASS,, CCAASSTTRROOJJEERR IITTZZ,, HHOONNTTAANNAASS,, FFRROOMM IISSTTAA
-- CCHH IILLOOMMEETTRR II PPEERRCCOORRSS II:: 110055-- OORREE IINN SSEELLLLAA:: 88 ((PPEEDDAALLAATTAA EEFFFFEETTTT IIVVAA 66 OORREE EE 4400 ’’))
-- VVEELLOOCC IITTÀÀ MMEEDD IIAA:: 1155,,77 KKMM//HH
-- DD IIFFFF IICCOOLLTTÀÀ:: 22//55-- SS IISSTTEEMMAAZZ IIOONNEE:: AALLBBEERRGGUUEE DDEE PPEERREEGGRR IINNOOSS PPRR IIVVAATTOO,,
FFRROOMM IISSTTAA;; VVAALLUUTTAAZZ IIOONNEE 55//1100 SSTTAAYY TTUUNNEEDD!!!!!!
Quante migliaia di chilometri avranno percorso le calzature di pellegrini depositate presso l’albergue di Fromista?