neuroscienze la nostra tendenza a fidarci degli...

3
L'AUTORE PAUL J. ZAK è professore di economia e fondatore e direttore del Center for Neuroeconomic Studies della Claremont Graduate University. È anche neurologo al Loma Linda University Medical Center. Ha ottenuto un Ph.D in economia all'Università della Pennsylvania e ha svolto un tirocinio post dottorato in imaging cerebrale alla Harvard University. Il suo ultimo libro, Mora! Markets: The Criticai Role of Values in the Economy, è stato pubblicato quest'anno dalla Princeton University Press. NEUROSCIENZE La nostra tendenza a fidarci degli estranei deriva in larga parte da una molecola conosciuta perché è in grado di indurre il travaglio nelle gestanti Neurobiologia della fiducia di Paul J. Zak FIDARSI DI UN ESTRANEO può essere arduo, come nell'esercizio di terapia di gruppo in cui una persona si lascia cadere all'indietro fra le braccia di uno sconosciuto. È una molecola prodotta nel cervello, l'ossitocina, che ci spinge a fidarci del prossimo. IN SINTESI Lo sviluppo della fiducia è essenziale per stabilire interazioni sociali corrette. Ma come decidiamo di dare fiducia a una persona appena conosciuta o a un potenziale socio in affari? Ricorrendo a un compito sperimentale conosciuto come «il gioco della fiducia» abbiamo scoperto che l'ossitocina, ormone e neuropeptide, aumenta la propensione a fidarsi di un estraneo quando manifesta segnali non minacciosi. Una migliore conoscenza delle funzioni e delle interazioni dell'ossitocina con le altre molecole presenti nel cervello potrebbe fare luce su molte malattie caratterizzate da disturbi delle interazioni sociali, come l'autismo. S e vi chiedessero di cadere all'indietro fra le braccia di un estraneo, vi fidereste? Que- sto è un caso limite praticato nella tera- pia di gruppo, ma in effetti ogni giorno la maggior parte delle persone si fida di individui che non co- nosce. A differenza degli altri mammiferi, noi es- seri umani trascorriamo buona parte del tempo con estranei. Per esempio chi vive in città è im- merso in un mare di sconosciuti, e decide di evi- tarne alcuni sicuro che altri gli indicheranno la strada giusta per una meta o, nel migliore dei casi, non lo aggrediranno. Da qualche anno gli scienziati stanno facendo luce sui meccanismi usati dal cervello per stabilire quando fidarsi di qualcuno. Con i miei colleghi ab- biamo dimostrato che l'ossitocina - una moleco- la prodotta proprio dal cervello - ha un ruolo fon- damentale in questo processo. Le scoperte, inoltre, suggeriscono nuove strade per scoprire cause e trattamenti di rapporti sociali patologici. Alla ricerca della fiducia Sono arrivato allo studio del rapporto tra ossi- tocina e fiducia seguendo una strada tortuosa. Nel 1998, con Stephen Knack, economista della Ban- ca Mondiale, abbiamo iniziato a studiare perché la fiducia varia in modo significativo in persone di paesi diversi. Abbiamo concepito un modello ma- tematico che descrive l'ambiente sociale, giuridi- co ed economico che presumibilmente genera alti o bassi livelli di fiducia. Nel corso della ricerca ab- biamo scoperto anche che la fiducia è tra i più for- ti indicatori della ricchezza di una nazione: i pae- si con livelli bassi di fiducia sono poveri. Il nostro modello ha mostrato che questo accade perché in- dividui di società in cui la fiducia scarseggia intra- prendono un numero esiguo di investimenti a lun- go termine. Investimenti necessari per creare posti di lavoro e aumentare le entrate, che dipendono proprio dalla reciproca fiducia sul rispetto degli obblighi contrattuali. Riflettendo sull'importanza della fiducia co- me antidoto alla povertà mi ero chiesto perché due persone decidono di fidarsi l'una dell'altra. Questa informazione sarebbe stata utile a politici volente- rosi di progettare sistemi economici per facilitare questo processo. Le ricerche di laboratorio avevano dimostrato che in uno stesso contesto la propen- sione a fidarci del prossimo varia, e di molto. Nes- suno però aveva descritto un meccanismo coerente degli eventi cerebrali, perciò ho cominciato a stu- diare i fondamenti neurali della fiducia. Diverse ricerche sugli animali indicavano che probabilmente l'ossitocina aveva un ruolo in que- sti meccanismi. Era noto che questa piccola protei- na, o peptide, formata da appena nove amminoa- cidi, è prodotta nel cervello, dove svolge il ruolo di molecola segnale, cioè di neurotrasmettitore. Inoltre si sapeva che è rilasciata nel flusso sangui- gno per agire a distanza, un tipico comportamen- to da ormone. All'epoca l'ossitocina si conosceva perché stimola la produzione di latte nelle donne in maternità e induce il travaglio: ancora oggi ne- gli Stati Uniti il 50 per cento delle partorienti rice- ve ossitocina sintetica (pitocina) per accelerare le contrazioni uterine. Ma documentare gli effetti più sottili di questa proteina era difficile perché la sua concentrazione nel sangue è estremamente bassa e si degrada rapidamente. Alcuni studi sugli animali indicavano anche che l'ossitocina favorisce la co- operazione, che richiede fiducia, in alcune specie di mammiferi, e che una molecola affine, la vaso- tocina, sembra promuovere interazioni amichevoli in altre specie animali. Secondo i biologi evoluzionisti la vasotocina è comparsa nei pesci circa 100 milioni di anni fa In questi animali facilita la riproduzione sessuale, ri- ducendo nella femmina la paura di essere avvici- nata da un maschio durante l'ovulazione. I biologi ipotizzano che un meccanismo per ridurre la pau- ra durante l'ovulazione è conveniente dal punto di vista evolutivo perché i vantaggi del sesso - prole e maggiore diversità genetica - superano abbon- dantemente il pericolo di finire in pasto a un al- tro pesce. Nei mammiferi la vasotocina si è evoluta in due proteine molto affini, l'ossitocina e l'arginin-vaso- pressina. Alla fine degli anni settanta, alcune ri- cerche sui roditori dimostrarono che anche queste molecole promuovono l'affiliazione con gli altri individui. In particolare le ricerche di Cort A. Pe- dersen, dell'Università del North Carolina a Chapel Hill, verificarono che l'ossitocina stimola il com- portamento di accudimento nelle madri. Poco tempo dopo gli zoologi C. Sue Carter e Lo- well L. Getz, allora all'Università dell'Illinois a Ur- bana-Champaign, esaminarono l'ossitocina in due specie di arvicole geneticamente e geograficamen- te affini, le arvicole campestri e le arvicole di mon- tagna. I maschi della prima specie sono «cittadi- ni» retti: abitano con le loro compagne, vivono in gruppi sociali e sono padri premurosi. Al contra- rio, i maschi delle arvicole montane sono inaffi- dabili: promiscui, solitari e incuranti della prole. Carter e Getz, e poi molti altri ricercatori, dimo- strarono che la differenza fra i comportamenti so- ciali di queste due specie di piccoli topi è da attri- buirsi alla diversa sede cerebrale dei recettori per 60 LE SCIENZE 480 agosto 2008 www.lescienze.it LE SCIENZE 61

Upload: phamminh

Post on 11-Oct-2018

212 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

L'AUTORE

PAUL J. ZAK è professore di

economia e fondatore e direttore del

Center for Neuroeconomic Studies

della Claremont Graduate University.

È anche neurologo al Loma Linda

University Medical Center. Ha

ottenuto un Ph.D in economia

all'Università della Pennsylvania e

ha svolto un tirocinio post dottorato

in imaging cerebrale alla Harvard

University. Il suo ultimo libro, Mora!

Markets: The Criticai Role of Valuesin the Economy, è stato pubblicato

quest'anno dalla Princeton

University Press.

NEUROSCIENZE

La nostra tendenza a fidarci degli estranei derivain larga parte da una molecola conosciuta perchéè in grado di indurre il travaglio nelle gestanti

Neurobiologiadella fiduciadi Paul J. Zak

FIDARSI DI UN ESTRANEO può essere arduo,

come nell'esercizio di terapia di gruppo in cui una

persona si lascia cadere all'indietro fra le braccia di

uno sconosciuto. È una molecola prodotta nel cervello,

l'ossitocina, che ci spinge a fidarci del prossimo.

IN SINTESI

• Lo sviluppo della fiducia è

essenziale per stabilire

interazioni sociali corrette.

Ma come decidiamo di dare

fiducia a una persona

appena conosciuta o a un

potenziale socio in affari?

• Ricorrendo a un compito

sperimentale conosciuto

come «il gioco della fiducia»

abbiamo scoperto che

l'ossitocina, ormone e

neuropeptide, aumenta la

propensione a fidarsi di un

estraneo quando manifesta

segnali non minacciosi.

• Una migliore conoscenza

delle funzioni e delle

interazioni dell'ossitocina

con le altre molecole

presenti nel cervello

potrebbe fare luce su molte

malattie caratterizzate

da disturbi delle interazioni

sociali, come l'autismo.

S

e vi chiedessero di cadere all'indietro fra lebraccia di un estraneo, vi fidereste? Que-sto è un caso limite praticato nella tera-

pia di gruppo, ma in effetti ogni giorno la maggiorparte delle persone si fida di individui che non co-nosce. A differenza degli altri mammiferi, noi es-seri umani trascorriamo buona parte del tempocon estranei. Per esempio chi vive in città è im-merso in un mare di sconosciuti, e decide di evi-tarne alcuni sicuro che altri gli indicheranno lastrada giusta per una meta o, nel migliore dei casi,non lo aggrediranno.

Da qualche anno gli scienziati stanno facendoluce sui meccanismi usati dal cervello per stabilirequando fidarsi di qualcuno. Con i miei colleghi ab-biamo dimostrato che l'ossitocina - una moleco-la prodotta proprio dal cervello - ha un ruolo fon-damentale in questo processo. Le scoperte, inoltre,suggeriscono nuove strade per scoprire cause etrattamenti di rapporti sociali patologici.

Alla ricerca della fiducia

Sono arrivato allo studio del rapporto tra ossi-tocina e fiducia seguendo una strada tortuosa. Nel1998, con Stephen Knack, economista della Ban-ca Mondiale, abbiamo iniziato a studiare perché lafiducia varia in modo significativo in persone di

paesi diversi. Abbiamo concepito un modello ma-tematico che descrive l'ambiente sociale, giuridi-co ed economico che presumibilmente genera altio bassi livelli di fiducia. Nel corso della ricerca ab-biamo scoperto anche che la fiducia è tra i più for-ti indicatori della ricchezza di una nazione: i pae-si con livelli bassi di fiducia sono poveri. Il nostromodello ha mostrato che questo accade perché in-dividui di società in cui la fiducia scarseggia intra-prendono un numero esiguo di investimenti a lun-go termine. Investimenti necessari per creare postidi lavoro e aumentare le entrate, che dipendonoproprio dalla reciproca fiducia sul rispetto degliobblighi contrattuali.

Riflettendo sull'importanza della fiducia co-me antidoto alla povertà mi ero chiesto perché duepersone decidono di fidarsi l'una dell'altra. Questainformazione sarebbe stata utile a politici volente-rosi di progettare sistemi economici per facilitarequesto processo. Le ricerche di laboratorio avevanodimostrato che in uno stesso contesto la propen-sione a fidarci del prossimo varia, e di molto. Nes-suno però aveva descritto un meccanismo coerentedegli eventi cerebrali, perciò ho cominciato a stu-diare i fondamenti neurali della fiducia.

Diverse ricerche sugli animali indicavano cheprobabilmente l'ossitocina aveva un ruolo in que-

sti meccanismi. Era noto che questa piccola protei-na, o peptide, formata da appena nove amminoa-cidi, è prodotta nel cervello, dove svolge il ruolodi molecola segnale, cioè di neurotrasmettitore.Inoltre si sapeva che è rilasciata nel flusso sangui-gno per agire a distanza, un tipico comportamen-to da ormone. All'epoca l'ossitocina si conoscevaperché stimola la produzione di latte nelle donnein maternità e induce il travaglio: ancora oggi ne-gli Stati Uniti il 50 per cento delle partorienti rice-ve ossitocina sintetica (pitocina) per accelerare lecontrazioni uterine. Ma documentare gli effetti piùsottili di questa proteina era difficile perché la suaconcentrazione nel sangue è estremamente bassa esi degrada rapidamente. Alcuni studi sugli animaliindicavano anche che l'ossitocina favorisce la co-operazione, che richiede fiducia, in alcune speciedi mammiferi, e che una molecola affine, la vaso-tocina, sembra promuovere interazioni amichevoliin altre specie animali.

Secondo i biologi evoluzionisti la vasotocina ècomparsa nei pesci circa 100 milioni di anni fa Inquesti animali facilita la riproduzione sessuale, ri-ducendo nella femmina la paura di essere avvici-nata da un maschio durante l'ovulazione. I biologiipotizzano che un meccanismo per ridurre la pau-ra durante l'ovulazione è conveniente dal punto di

vista evolutivo perché i vantaggi del sesso - prolee maggiore diversità genetica - superano abbon-dantemente il pericolo di finire in pasto a un al-tro pesce.

Nei mammiferi la vasotocina si è evoluta in dueproteine molto affini, l'ossitocina e l'arginin-vaso-pressina. Alla fine degli anni settanta, alcune ri-cerche sui roditori dimostrarono che anche questemolecole promuovono l'affiliazione con gli altriindividui. In particolare le ricerche di Cort A. Pe-dersen, dell'Università del North Carolina a ChapelHill, verificarono che l'ossitocina stimola il com-portamento di accudimento nelle madri.

Poco tempo dopo gli zoologi C. Sue Carter e Lo-well L. Getz, allora all'Università dell'Illinois a Ur-bana-Champaign, esaminarono l'ossitocina in duespecie di arvicole geneticamente e geograficamen-te affini, le arvicole campestri e le arvicole di mon-tagna. I maschi della prima specie sono «cittadi-ni» retti: abitano con le loro compagne, vivono ingruppi sociali e sono padri premurosi. Al contra-rio, i maschi delle arvicole montane sono inaffi-dabili: promiscui, solitari e incuranti della prole.Carter e Getz, e poi molti altri ricercatori, dimo-strarono che la differenza fra i comportamenti so-ciali di queste due specie di piccoli topi è da attri-buirsi alla diversa sede cerebrale dei recettori per

60 LE SCIENZE

480 agosto 2008

www.lescienze.it

LE SCIENZE 61

Per studiare il ruolo dell'ossitocina, l'autore ha proposto il trust game ad alcuni volontari, scoprendo che

ricevere un segnale di fiducia aumenta il livello di questo peptide nel sangue (grazie a una maggiore

ANALISI: Se il soggetto 1 invia denaro e il soggetto 2 restituisce una quota sufficiente dei ricavi, entrambi netraggono vantaggio. Se il soggetto 2 tradisce il soggetto 1 e fa l'avaro, il soggetto 1 perde denaro. La fiduciadel soggetto 1 è misurata dall'ammontare di denaro trasferita al soggetto 2. Il comportamento affidabile delsoggetto 2 è misurato dalla quantità di denaro che restituisce.

produzione nel cervello). L'ossitocina, inoltre, ha aumentato la

fiducia e il comportamento affidabile dei volontari.

RISULTATI

Un aumento di ossitocina stimola la fiducia:• Dopo avere inalato ossitocina grazie a uno spray

nasale, il soggetto 1 ha inviato il 17 per cento di

denaro in più rispetto ai soggetti di controllo che

hanno inalato un placebo.

• Un numero doppio di soggetti 1 (quasi la metà del

totale) che ha ricevuto ossitocina ha dato tutto il

denaro al partner.

L'ossitocina aumenta l'affidabilità:• I soggetti 2 che mostravano i massimi livelli di

ossitocina nel sangue restituivano la quantità

massima di denaro al partner.

I difetti nella capacità del cervello di rispondereall'ossitocina potrebbero avere un ruolo neidisturbi di tipo sociale, come la sociofobia:• Alcuni soggetti 2 con livelli insolitamente elevati

di ossitocina non hanno restituito alcuna somma di

denaro. Questa osservazione si spiegherebbe

con uno squilibrio nel sistema cerebrale

dell'ossitocina, un possibile indizio di patologia.

O Se vengono trasferiti6 dollari, il soggetto 2si ritrova 28 dollari,cioè 10 dollari più18 dollari (6 dollarimoltiplicato per 3).

O INIZIO: Il soggetto 1 può trasferireparte, tutto o niente del suo denaroal soggetto 2.

O Se inviato, il denaroè triplicato e accreditatosul conto del soggetto 2.

GLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL GIOCO.Due giocatori, che non sono mai faccia a faccia, vengono informati sulle regole. Inoltre, vienepromessa loro una somma, pari a 10 dollari nell'esempio qui sotto, che è registrata su un contocorrente on line.

SOGGETTO 2O FINE: il soggetto 2 può scegliere di

restituire al soggetto 1 una frazionequalsiasi — oppure nulla — del totale.

SOGGETTO 1

I FATTI IN BREVI,

• È stato dimostrato che, durante

l'orgasmo, il livello di ossitocina

aumenta sia negli uomini sia nelle

donne. Il suo presunto ruolo nelle

effusioni successive al coito

gli ha fatto guadagnare il

soprannome di «ormone

delle coccole».

l'ossitocina e per l'arginin-vasopressina. Per avereeffetto, queste molecole devono legarsi a specifi-ci recettori sulla superficie dei neuroni. Nelle arvi-cole campestri i recettori sono concentrati in re-gioni che rendono gratificante la monogamia. Sitratta di aree del mesencefalo che modulano il ri-lascio del neurotrasmettitore dopamina, una mole-cola che nel maschio rinforza il valore della coabi-tazione e della cura della prole.

Giocare a fidarsi

Anche se le ricerche sugli animali non avevanoaffrontato la questione della fiducia, l'importanzadell'ossitocina nella coesione fra individui sugge-riva che questa molecola è alla base dell'intimità:forse, addirittura, ne è una condizione necessaria.Nello stesso periodo si era scoperto un sistema permisurare rapidamente e in modo affidabile piccolevariazioni dell'ossitocina in campioni di sangue.

Dal mio punto di vista, le ricerche sui rodito-ri indicavano che i segnali sociali non minacciosiinducono la produzione di ossitocina nel cervellodell'animale che recepisce il messaggio, e mi do-mandavo se anche nella nostra specie un indivi-duo che si avvicina a un altro manifestando se-gnali positivi stimola il rilascio del peptide. Quindi,io, Robert Kurzban, oggi psicologo all'Universitàdella Pennsylvania, e William Matzner, all'epocastudente alla Claremont Graduate University, ab-biamo pensato di verificare se la produzione di os-sitocina è influenzata e influenza il comportamen-to sociale delle persone.

Però dovevamo ancora trovare un sistema permisurare il grado di fiducia tra persone estranee.Agli studiosi dei roditori era sufficiente introdur-re un individuo estraneo nella gabbia per verifica-re se il comportamento non minaccioso favorivail rilascio di ossitocina Ma la capacità degli esse-ri umani di valutare potenziali situazioni sociali ètroppo complessa per questo disegno sperimenta-le: le nostre reazioni sono influenzate da molti altrifattori, come l'aspetto fisico o l'abbigliamento. Perfortuna a metà degli anni novanta gli economi-sti sperimentali Joyce Berg (dell'Università dell'Io-wa), John Dickhaut e Kevin McCabe, dell'Univer-sità del Minnesota, avevano concepito un test chefaceva al caso nostro. In questo test i soggetti in-viano segnali di fiducia verso un estraneo sacrifi-cando parte del proprio denaro per trasferirlo sulconto della persona che non conoscono. Cedonodenaro perché pensano che l'altro contraccambie-rà restituendo una somma maggiore. Gli psicologilo chiamano trust game, gioco della fiducia.

Nel nostro laboratorio, il gioco funziona così: ilgruppo di ricerca recluta soggetti che guadagnano

dieci dollari per dedicarci un'ora e mezzo del lo-ro tempo (si veda il box in alto). Dividiamo casual-mente i partecipanti in coppie e facciamo in modoche i due - indicati come «soggetto 1» e «sogget-to 2» - non possano vedersi e comunicare, poi de-scriviamo il funzionamento del gioco. In un primotempo, un computer chiede al soggetto 1 di deci-dere se inviare una parte dei suoi 10 dollari al part-ner, una cifra che nel conto di quest'ultimo risul-terà triplicata: per esempio se il soggetto 1 decide

di iniziare con 6 dollari, nel conto del soggetto2 risulteranno 28 dollari (3 volte i 6 dollari,sommati ai 10 dollari iniziali), mentre il sog-getto 1 rimarrà con 4 dollari.

Nel passo successivo, il computer infor-ma il soggetto 2 dell'avvenuto trasferimen-to di denaro, e consente di restituire unacerta somma al soggetto 1, con la clauso-la che la restituzione non è obbligatoria,qualunque sia l'ammontare ricevuto, e conla garanzia che l'identità e le decisioni dei

partecipanti rimarranno riservate. Inoltre, lacifra che il soggetto 2 restituisce non è triplica-ta. È vietato ingannare: i pagamenti sono effet-tuati sulla base di queste scelte. Una volta presa ladecisione, chiediamo ai due partecipanti di fornir-ci un campione di sangue, per misurare i suoi li-velli di ossitocina.

L'interpretazione dei risultatiPer gli economisti sperimentali il trasferimento

iniziale di denaro misura la fiducia, e la restituzio-ne è un criterio per misurare l'affidabilità. I ricer-catori hanno svolto questo gioco numerose voltein molti paesi e con poste elevate.

Nei nostri esperimenti, circa 1'85 per cento deisoggetti 1 inviava denaro al partner, e il 98 percento dei soggetti 2 a cui era stato accreditato ildenaro ne restituiva una parte al soggetto 1. L'ele-mento interessante era che in genere i soggetti nonsapevano spiegare perché erano fiduciosi oppureaffidabili. Ma gli studi sui roditori suggerivano chegodere della fiducia dei soggetti 1 avrebbe aumen-tato il livello di ossitocina, e che i soggetti 2 cheavevano ricevuto le somme maggiori avrebberoregistrato gli aumenti più elevati di ossitocina.

Ed è proprio quello che abbiamo trovato: il cer-vello dei soggetti 2 produceva ossitocina quandoriceveva denaro dai partner. Inoltre abbiamo vistoche la produzione della proteina aumentava conil crescere della fiducia, indicata da donazioni piùcospicue. Per essere sicuri della relazione tra sensa-zione di fiducia e aumento di ossitocina abbiamoosservato un gruppo di controllo i cui partecipantiavevano ricevuto trasferimenti di denaro in mo-do chiaramente casuale, e non perché qualcunoaveva deciso di fidarsi della loro reciprocità. Que-

sto controllo era importante se volevamo esclude-re che fosse proprio il denaro a causare il rilasciodi ossitocina. E in effetti non era il denaro a scate-nare la produzione della proteina.

Inoltre, avevamo scoperto che i soggetti 2 conlivelli elevati di ossitocina erano più affidabili, va-le a dire inviavano più denaro ai soggetti 1 cheavevano mostrato fiducia.

Una possibile spiegazione evolutiva per il for-te rilascio di ossitocina durante l'esperimento è chenoi umani viviamo un'adolescenza protratta neltempo, e che la selezione naturale ha favorito gliindividui che formano legami forti con altre per-sone e per lungo tempo, fino a quando i giovanidiventano maturi e autosufficienti. I nostri parentigeneticamente più vicini, gli scimpanzè, diventanosessualmente maturi a sette o a otto anni, mentrenoi impiegano quasi il doppio del tempo, durante ilquale, per prosperare, dobbiamo rimanere sotto latutela dei genitori. Un effetto collaterale della pro-lungata responsabilità verso la prole sarebbe unaforte propensione all'attaccamento anche verso in-dividui della nostra specie con i quali non abbiamolegami di sangue: gli amici, i vicini di casa, il co-niuge Ammesso che la congettura sia corretta, nonstupisce il legame dell'uomo con gli animali dome-stici, i luoghi e persino con la propria automobile...

Aumentare la fiducia

I nostri studi avevano dimostrato che il rilasciodi ossitocina si manifestava solo nei soggetti 2, va-le a dire nelle persone che avevano ricevuto un se-gnale di fiducia. Inoltre i soggetti 1 che avevanoiniziato l'esperimento con alti livelli di ossitocinanon erano inclini a fidarsi maggiormente del pros-simo, cioè ad accreditare più denaro ai soggetti 2,rispetto ai soggetti 1 con bassi livelli di proteina.Potrebbe sembrare una contraddizione, ma in re-altà è coerente con gli studi su animali in cui sidimostra che il rilascio di ossitocina avviene soloquando gli individui hanno avuto un contatto so-ciale con i loro simili. È l'aumento del suo rilascio,e non il livello assoluto che sembra fare la differen-za. Dunque si potrebbero considerare i segnali e leinterazioni sociali positive elementi che accendonoun interruttore. Quando l'interruttore si accende ilcervello dice: «Questa persona ha dimostrato di es-sere affidabile negli scambi», e il rilascio della pro-teina informa di questo riconoscimento.

Che cosa dovevamo aspettarci da un aumentoartificiale di ossitocina? Se la nostra teoria dell'in-terruttore acceso era corretta, un aumento artifi-ciale dell'ossitocina doveva accrescere la fiduciadei soggetti 1 verso i partner, inducendoli a trasfe-rire una somma di denaro più consistente.

L'ossitocina è stata isolata

e sintetizzata la prima volta

nel 1953 da Vincent du

Vigneaud, del Weill Cornell

Medical College a New York,

premiato due anni dopo con

il Nobel per la chimica come

riconoscimento per queste

scoperte.

• Fino a poco tempo fa, il livelli di

ossitocina nel sangue erano difficili

da studiare perché la molecola è

presente in concentrazioni

straordinariamente basse, che si

dimezzano in soli tre minuti.

OSSITOCINAE GENEROSITÀImmaginate che vi venga chiesto

di dividere dieci dollari con uno

sconosciuto. Se quest'ultimo accetta

la vostra offerta, siete pagati

entrambi. Ma se lo sconosciuto rifiuta

la somma che gli proponete, allora

tutti e due rimanete con le taschevuote. Quindi, quale sarà la vostraofferta? Qual è il minimo che sietedisposti ad accettare?Questo gioco è usato per misurare lagenerosità, definita come un'offertamaggiore rispetto alle necessità diuna persona. In uno studio condottorecentemente dall'autore, i soggettiche hanno inalato ossitocina hannofatto offerte più alte dell'80 per centorispetto ai soggetti che hanno ricevutoun placebo. Inoltre chi ha ricevutoossitocina non ha chiesto sommedi denaro maggiori rispetto a quelleofferte. Questi risultati suggerisconoche l'ossitocina amplifica la nostraempatia per gli altri e stimola ildesiderio di aiutarli.

62 LE SCIENZE

480 agosto 2008

www.lescienze.it

LE SCIENZE 63

"t

Amigdala

Cellule chesecernonoossitocina

Diverse strutture cerebrali (in verde) sono implicate nel rilascio e nella risposta

all'ossitocina. Queste strutture condividono tre caratteristiche: hanno aree a elevata

densità di recettori per l'ossitocina, che trasmettono i «messaggi» di questo peptide alle

cellule nervose; controllano le emozioni e i comportamenti sociali; modulano il rilascio di

dopamina nel mesencefalo, che produce un senso di benessere e quindi premia e rinforza

comportamenti specifici. Anche se gli effetti dell'ossitocina collegati alla fiducia nascono

dall'attività di questa molecola nel cervello, l'ossitocina agisce anche in altre aree. Alcune

cellule cerebrali secernono la proteina nel flusso sanguigno (dettaglio in

basso a sinistra) esercitando un'azione a

distanza su diversi organi, fra cui l'utero

e le ghiandole mammarie.

Area sub-genualedel cingolato anteriore

Ipotalamo

Nucleo accumbens

st ttru urecerebrali

41~. CellulaNeurone nervos

che invia —segnali ad

altre

Ossitocina

4I -

Verso i muscoli uterini,le ghiandole mammarie,il nervo vago e il cuore

mammiferi a prendersi cura della prole,l'ossitocina causa il rilascio di dopamina

associata a comportamenti gratificanti comeil sesso e l'acquisizione di cibo. Ma in ricerche suc-

Vasosanguigno cessive al gioco abbiamo scoperto un lato negati-

vo nel meccanismo di formazione della fiducia, al-meno nei maschi.

Quando i soggetti 2 di sesso maschile sono vit-time di diffidenza (ricevono poco denaro), speri-mentano un aumento di diidrosterone (DHT), underivato del testosterone. Nel corso del gioco, al di-minuire della fiducia aumentava il livello di DHT,che possiamo considerare un testosterone ad altonumero di ottano: è questa molecola che causa icambiamenti della pubertà, come la crescita dei pe-li, l'aumento della massa muscolare e l'ispessimen-to delle corde vocali. Inoltre livelli elevati di DHTaumentano il desiderio del confronto fisico in cir-costanze sociali difficili. I nostri dati indicano chei maschi hanno un comportamento aggressivoquando percepiscono sfiducia nei loro confronti.

Femmine e maschi riferivano allo stesso mododi non gradire la sfiducia nei propri confronti, male donne non manifestavano la risposta fisiologicadegli uomini. La maggior parte dei soggetti 2 ma-schi «sfiduciati» non ha restituito nulla ai partner,mentre la maggior parte delle donne restituiva inmodo proporzionale, cioè con una quota sostan-

La fiducia nei diversi paesi

Paul Zak ha studiato il ruolo dell'ossitocina nella formazione della fiducia dopo aver

analizzato proprio i livelli di fiducia in diverse nazioni. Quest'ultima ricerca aveva come

scopo l'identificazione di condizioni sociali, politiche ed economiche in grado di spiegare

le differenze tra le risposte di cittadini di vari paesi alla domanda: «Pensate che ci possa

fidare della maggior parte delle persone?».

70

LIVELLO DI FIDUCIA NAZIONE PER NAZIONE

Percentuale di intervistati per i quali si può avere

fiducia nella maggior parte delle persone

50 -

40 -

30 -

20 -

10 -

60 -

g 2 g, g -g '2 -5 -g E 32 '2 -2 32 2 2 32 r --gE cgo›. o 6' o,t E in' E 2' — E 2 .7n » en" o

w 's 'cr, E — L.- 2

CU ed CdCd 0Cd

ccgE . --E o

y, u)

Per studiare la questione, un gruppo dell'Univer-sità di Zurigo guidato dall'economista Ernst Fehre dal sottoscritto ha fatto inalare a circa 200 in-vestitori di sesso maschile una dose di ossitocina,usando uno spray nasale in modo da far arrivare lamolecola al cervello, e ha confrontato il loro com-portamento con quello di soggetti di controllo cheavevano inalato un placebo. I volontari che ave-vano ricevuto ossitocina davano al loro partner il17 per cento di denaro in più. Inoltre, dato ancorapiù significativo, il numero di soggetti 1 che han-no manifestato massima fiducia (quasi la metà delcampione) trasferendo tutto il denaro è stato dop-pio rispetto a quello dei soggetti 1 di controllo chehanno svuotato le tasche. Questo esperimento di-mostra che un aumento di ossitocina nel cervelloriduce la nostra ansia naturale (e giustificata) ge-nerata dall'interazione con un estraneo. È bene tut-tavia sottolineare che alcuni partecipanti a cui erastata somministrata ossitocina non hanno manife-stato un grado elevato di fiducia. Evidentementeper qualcuno l'aumento di ossitocina non è suffi-ciente per superare l'ansia verso gli estranei.

Vorrei fosse chiaro che il nostro esperimentonon aveva nulla a che fare con la manipolazionedella mente per alleggerire il portafoglio altrui: nonha trasformato i soggetti in automi privi di volontàe non ha offerto a venditori o politici la possibili-tà di spruzzare ossitocina nell'aria o di manipolarecibo o bevande per costringere la gente a fidarsi diloro. L'ossitocina è demolita nell'intestino, e quindila somministrazione orale non ha effetto sul cervel-lo. Senza contare che la somministrazione endove-nosa o nasale è facile da scoprire, e respirarla nonne aumenterebbe apprezzabilmente la concentra-zione nel cervello. Diffidate delle aziende che ven-dono «la fiducia in bottiglia».

La chimica della diffidenza

Nel corso di un esperimento, un soggetto di ses-so femminile ha provato dispiacere per aver rice-vuto dal partner una modesta quantità di dena-ro. La sua reazione ci ha indotto a riflettere su ciòche accade quando percepiamo una mancanza difiducia. Molti sistemi importanti del cervello sonocontrollati da forze fra loro contrapposte. Mangia-re, per esempio, dipende in buona parte da ormo-ni che segnalano quando iniziare e quando finire.E forse anche i comportamenti sociali sono sogget-ti a controlli simili

L'ossitocina è un lato positivo delle interazionisociali: proviamo letteralmente una sensazione dibenessere quando qualcuno sembra fidarsi di noi,e questo riconoscimento è una motivazione a ri-cambiare. Come detto, per indurre le femmine dei

zialmente equivalente a quella inviata, a prescin-dere dal denaro in gioco. A nostro avviso le donnerispondono «più tiepidamente», anche se ancora cisfuggono le ragioni fisiologiche della differenza. Lapossibilità di una risposta aggressiva a un segna-le di sfiducia potrebbe renderci più fiduciosi versoil prossimo: se sappiamo che mostrare sfiducia pro-voca aggressività, possiamo manifestare più fidu-cia, se non altro per evitare questo tipo di risposta.

La misurazione dell'attività cerebrale nel cor-so del gioco ha indicato che la fiducia verso unestraneo genera un'intensa attività nelle regioniprofonde del mesencefalo, le aree dove si lega ladopamina, che contribuisce al nostro senso di gra-tificazione. Questo risultato spiegherebbe perché isoggetti 2 che hanno ricevuto denaro in genere nehanno restituito una parte anche se l'azione è eco-nomicamente svantaggiosa. La sensazione positivaprovata dai soggetti 2 restituendo la fiducia sembraaverli gratificati fisicamente e ha rinforzato il lorodesiderio di essere degni di fiducia in futuro.

Anche se la maggior parte delle persone è meri-tevole di fiducia, nel nostro esperimento il due percento dei soggetti 2 è stato particolarmente inaffi-dabile - ha tenuto tutto, o quasi, il denaro inviato- e ha mostrato livelli significativamente elevati diossitocina. Questo risultato suggerisce che i recet-tori per l'ossitocina di questi individui si trovano

nelle regioni cerebrali sbagliate (per esempio quel-le che non modulano il rilascio di dopamina), op-pure che i recettori stessi sono difettosi. In questocaso i neuroni sarebbero insensibili al rilascio diossitocina, indipendentemente da quanta ne vie-ne prodotta. È significativo che un soggetto mol-to inaffidabile abbia tratti della personalità affini aquelli dei sociopatici: individui indifferenti, o per-sino eccitati, dalla sofferenza altrui.

Idee per il futuro

Ora stiamo cercando di capire se i deficit di at-tività dell'ossitocina nel cervello contribuiscono adisturbi caratterizzati da interazioni sociali pato-logiche. Le persone autistiche, per esempio, hannobassi livelli di ossitocina. Ma le ricerche svolte inaltri laboratori hanno scoperto che somministrarela proteina a queste persone non genera un mag-gior coinvolgimento sociale. Come per i soggettiinaffidabili nel gioco della fiducia, questo risulta-to suggerisce che forse le persone autistiche hannouna disfunzione nei recettori dell'ossitocina.

Analogamente, i pazienti con lesioni in aree ric-che di recettori faticano a stabilire chi sembra af-fidabile e chi no. Molti disturbi neurologici e psi-chiatrici - schizofrenia, depressione, malattia diAlzheimer, sociofobia e malattia di Huntington -includono interazioni sociali patologiche. Un siste-ma dell'ossitocina difettoso, come abbiamo con-statato nelle persone inaffidabili, potrebbe essereimplicato in queste malattie, e dunque una miglio-re comprensione dei suoi meccanismi aprirebbe lastrada a nuove terapie.

Gli scambi tra ossitocina e organismo sembra-no piuttosto dinamici: la proteina interagisce conaltri ormoni e neurotrasmettitori i cui livelli varia-no di minuto in minuto e nell'arco dell'intera vita.L'estrogeno, per esempio, aumenta l'assorbimentodi ossitocina nei tessuti corporei, mentre il proge-sterone ha un effetto opposto. Questi effetti sugge-riscono che segnali fisiologici e ambientali guidanoil nostro desiderio di interagire socialmente, ma in-dicano che le nostre esperienze esistenziali «rimo-dulerebbero» il meccanismo dell'ossitocina su undifferente «valore costante» e dunque su differentilivelli di fiducia nel corso della nostra vita.

Vivere in un ambiente sicuro e protettivo po-trebbe stimolare un rilascio maggiore di ossitocinaquando qualcuno ci dimostra fiducia, contraccam-biandola. Lo stress, l'incertezza e l'isolamento sonotutti fattori contrari allo sviluppo di un'inclinazio-ne alla fiducia. Proseguendo con i nostri studi, ca-piremo meglio come questa semplice proteina ci faprovare empatia e alimenta la fiducia verso il pros-simo. Anche se è un perfetto sconosciuto. •

la> LettureNeuroendocrine Perspectives on

Social Attachment and Love. Carter

C.S., in «Psychoneuroendocrinology»,

Vol. 23, n. 8, pp 779-818, novembre

1998.

How Love Evolved from Sex and

Gave Birth to Intelligence and Human

Nature. Pedersen C.A., in «Journal of

Bioeconomics», Vol. 6, n. 1, pp. 39-63,

gennaio 2004.

Oxytocin Increases Trust in Humans.Kosfeld M. e altri, in «Nature», Vol. 435,

pp. 673-676, 2 giugno 2005.

Oxytocin isAssociated with HumanTrustworthiness. Zak P.J. e altri, in

«Hormones & Behavior», Vol. 48, pp.

522-527, dicembre 2005.

Oxytocin Increases Generosity inHumans. Zak P.J., Stanton A.A. e

Ahmadi S., in «PLoS ONE», Vol. 2, n. 11,

p. el 128, novembre 2007.

Centro per gli studi di neuroeconomia:

www.neuroeconomicstudies.org .

64 LE SCIENZE

480 agosto 2008

www.lescienze.it

LE SCIENZE 65