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I o N. 19 > 1 ® OTTOBRE 1957

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IN COPERTINA

per ordinazinnirivuryerst ulta

Ogni anno, dal 1875 ad oggi, partono da Valdocco nuovi drappelli di figli e di figlie di Don Bosco, -che vanno a ingrossare le schiere dei Missionari salesiani . Anche quest'anno sono ben 152 .Sa-lesiani e 4o Figlie di Maria Ausiliatrice che vedono con gioia avvicinarsi il giorno -in .n cui

si compirà il .loro.- ideale di donarsi totalmente alla nobilissima causa delle Missioni,

AUFFRAY SAC . AGOSTINO

UN GIGANTE DELLA CARITÀ. San Giovanni Bosco nellasua vita e nelle sue opere .Traduzione dal francese del Can . Decio Donati. Vol . in-8, pagg . 535

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S . GIOVANNI BOSCOEdiz. a nuovo di Don A . Amadei . 2 volumi, pagg . complessive vIII-i3o

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SAN DOMENICO SAVIO allievo dell'Oratorio di S. Francescodi Sales con qualche commento e una nuova appendice a cura delSac. Salesiano E . Certa. Vol. in-8, pagg . 247 con illustrazioni L. 750

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SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO confondatricedell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice .2a ediz. Vol. in-8, pagg . 336 con illustrazioni

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e. e. p. 2/171

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ANNO LXXXI - N. 19i

ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI

1° OTTOBRE 1957

~~o2a .Q~cu.~ SCUOCR CATiOUC'A

Si discorreva dell'irreligiosità e delle altrepiaghe morali che affliggevano la Francia delsecolo scorso . L'interlocutore era l'avvocatoMichel, una persona fine e colta . Don Boscolo mise in imbarazzo con una domanda im-provvisa :

« Signor avvocato, quale sarebbe secondolei la causa di tanta aberrazione morale,l'origine di tanti mali? » .

L'avvocato accampava varie spiegazioni,una meno soddisfacente dell'altra . Don Boscoscuoteva la testa . Alla fine il Santo, con untimbro di fermezza nella voce, concluse :« No, no, mio buon avvocato. La causa ditutto il male è una sola : l'educazione paganache si impartisce nelle scuole . Impostata suclassici pagani, imbevuta di massime e disentenze pagane, impartita con metodo pa-gano, l'educazione scolastica di oggigiornonon riuscirà mai a formare veri cristiani » .

L'accusa di paganesimo lanciata da DonBosco contro la scuola del suo tempo è an-cora oggi tragicamente vera .

A prescindere dal triste caso di un'istru-zione scolastica studiata apposta per sgreto-lare la fede dei giovani, un certo tipo discuola tende ad avviarsi su un piano di in-differenza : si limita a impartire nozioni, fadella scienza e della cultura un fine a sèstante, non si cura di radicare nell'animagiovanile gli elementi primi della virtù, nonsi preoccupa di formare dei caratteri solidie cristiani. In questa maniera trascura lasua nobile missione educativa e spegne gliideali nell'anima dei giovani .E doloroso constatare le conseguenze di

questa trascuratezza educativa. La cronacamette sottomano un'abbondante documen-tazione : scrittori e intellettuali che sotto-scrivono e applaudono lo sterminio e la re-

pressione feroce di un popolo generoso, me-dici e psichiatri che si valgono della propriascienza per esperimenti abbominevoli, cri-minali che si avviano lucidamente alla cameraa gas scrivendo libri di notevole valore psi-cologico e letterario . . .

Frattura moraleUn noto pedagogista protestante, il Fór-

ster, sincero ammiratore della pedagogia cat-tolica e in particolare del metodo educativodi Don Bosco, affermava: « I moderni psi-

DOMEFNItA 0 fttiibreLa Giornata Missionaria Mondiale que-st'anno assume un'importanza eccezionaleper la recente pubblicazione dell'EnciclicaFidei Donum di Sua Santità PIO XII .È alla luce di questo storico documento- scrive S . E. Mons . Sigismondi, Presidentedelle Pontificie Opere Missionarie - che iovoglio ricordarvi ciò che le Missioni vi dànnoe ciò che esse attendono da voi .Le Missioni vi offrono la possibilità di com-pletare la vostra vocazione cristiana . . .Le Missioni rappresentino uno stimolo edun arricchimento ci grande importanza perla vostra vita spirituale .Le Missioni infine recano un apporto quantomai prezioso al progresso della comprensionetra gli uomini . .Per continuare però, la sua benefica attivitàla Chiesa missionaria attende da ogni cri-stiano una simpatia illuminata ed attiva, unavita di preghiera e di sacrificio, un aiutomateriale ed efficace .

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chiatri sanno bene che sono tutt'altro cherari i casi in cui un'intelligenza assolutamenteintatta, o magari sviluppata oltre il comune,va abbinata con la più grande debolezzamorale: ciò dimostra quanto poca relazioneesista fra l'intelligenza e il carattere . Anzila cultura intellettuale diventa addiritturapericolosa per il carattere quando non siafin dal principio subordinata all'educazionedella coscienza e della volontà . L'intelligenzaviene allora usata, per così dire, solo come lalanterna del ladro, per cercare e per rischia-rarsi la via al soddisfacimento delle propriepassioni » .

Tra l'intelligenza e la volontà il peccatooriginale ha scavato una frattura ; ha incu-neato il disordine. Lo comprendeva benequel pagano che notava con amarezza : « Co-

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AI Congresso mondiale dell'Apostolato dei laiciche si svolge a Roma dal 5 al 13 c . m . la Pia Unione

dei Cooperatori Salesiani partecipa ufficialmente nella

persona del suo rappresentante Gr. Uff. Avv. Orazio

Quaglia. Ne riferiremo nel prossimo numero .

nosco il bene, lo vedo, lo ammiro, ma pur-troppo faccio il male » .

Un certo tipo di educazione abbastanza invoga vorrebbe perfino evitare di inculcarele stesse idee del bene, per timore di lederela libertà dell'educando. Il Santo PadrePio XI aveva alzato la voce contro « quei si-stemi odierni di vario nome che si appellanoa una pretesa autonomia e libertà sconfinatadel fanciullo e sminuiscono o anche soppri-mono l'autorità e l'opera dell'educatore . Inquesto modo - avvertiva il Pontefice -si rende il fanciullo schiavo del suo ciecoorgoglio e delle sue disordinate passioni ».

La scuolaè un mezzo per far del bene

« I maestri si ricordino che la scuola nonè che un mezzo per fare del bene » . Don Boscoha riassunto così la funzione della scuola :costruire l'uomo nella perfezione della suavita naturale e soprannaturale, edificare ilvero cristiano .

Il Papa Pio XII, nel discorso commemo-rativo del III Centenario della beatificazionedi S. Giuseppe Calasanzio, precisava chiara-mente :

« Noi stimiamo che la scuola cattolica hada tener presenti due scopi speciali :

10) Alla irrequietezza, alla smisuratamolteplicità, alla pressione della vita mo-derna, che serra come in una spira total-mente l'uomo e non lo lascia più rientrare inse stesso, alla frenesia del fortunato successo,secondo il quale tutto si giudica, senza ba-dare se è vero o falso, buono o cattivo, le-cito o illecito, la educazione cattolica è chia-mata ad opporre l'uomo di chiare, sicure eprofonde convinzioni . . .

20) Alla instabilità morale, verso cui lagioventù è ' in mille modi tratta dalla super-coltura, dal libro, dalle immagini, dal film,è ufficio della, educazione cattolica di opporrel'uomo che sa dominare se stesso, conservaree difendere la sua dignità umana e cristiana » .

Ora, una scuola senza religione sarà ingrado di condurre i giovani a tale ideale diperfezione educativa?

« I risultati anche degli ultimi decenni- asseriva S. S. Pio XII nel suo discorso aiMaestri Cattolici Italiani, 1'8 settembre 1946- si sono dimostrati sfavorevoli alla scuolasenza religione, la quale, di fatto, è o vienead essere antireligiosa. Questa, negli espe-rimenti del secolo passato e del presente, haportato frutti amari, e quindi ha fallito alsuo vero scopo, mentre l'educazione cristianain quasi due millenni ha superato felicementeogni prova » .

Lo stelo e il fioreC'è un ragazzo che incarna eloquente-

mente l'ideale della scuola cattolica : Dome-nico Savio. In lui l'impegno diligentissimoper acquisire la scienza umana trovò corri-spondenza in una passione altrettanto tenaceper elevare l'animo con le più belle virtùmorali. Ne uscì fuori quella figura di stu-dente esemplare che strappò l'ammirazionedei condiscepoli e degli uomini .

Notate però che gli insegnanti del piccoloSanto furono tutti degnissimi educatori . Èla prova migliore di quanto diceva Pio XIche «le buone scuole sono frutto, non tantodei buoni ordinamenti, quanto soprattuttodei buoni maestri » .

« No, no, mio buon avvocato -- pare disentire ripetere Don Bosco . - La causa ditutto il male è una sola: l'educazione paganache si impartisce nelle scuole » .

Soltanto l'educazione cristiana può esserecapace di sviluppare le migliori energie delfanciullo, di elevarlo e nobilitarlo .

Sullo stelo di una scuola cattolica sbocciail fiore di una giovinezza santa .

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della ProvvidenzaCome si giunse alla Causa di Beatificazione della Serva di DioDonna DOROTEA D E C II O P I T E A, Cooperatrice salesiana

La morte aveva fermato il grande cuore diDonna Dorotea de Chopitea. Il Padre Nonelldella Compagnia di Gesù, perchè restasse un ri-cordo della sua bontà e generosità, si fece pre-mura di scrivere subito una ben documentatabiografia, tanto più che la defunta era stata ancheuna insigne benefattrice dei Gesuiti. Ma il temponon fece che cancellare a poco a poco ogni me-moria e di lei non rimaneva altro che il ricordodella sua: carità verso le opere benefiche del suotempo . Fu a questo punto che intervenne il Si-gnore cori una delle solite sue eleganze divine .

Correva l'anno 1923, trentadue anni dopo lamorte dell'illustre dama . Un padre gesuita, di-rettore della Congregazione Mariana Giovanile estimatissimo quale apostolo della carità nella cittàdi Barcellona, P . Giacinto Alegre, stava facendoun corso di' Esercizi Spirituali . Tra i libri offertiin lettura agli esercitandi, gli capitò sott'occhioil volumetto di P . Nonell, dal titolo Vita, diDonna Dorotea . Man mano che avanzava nellalettura, la sua meraviglia cresceva nel vedere lavasta opera di bene e di bontà che quella piis-sima signora aveva alimentato, nonostante la suavedovanza e le cinque figlie a cui badare, donandogenerosamente se stessa e prodigandosi in ognimodo .

Sentì nel cuore l'ispirazione di far uscire dal-l'ombra quella figura così caratteristica e subitogli balenò nell'anima un proposito : «Bisogna ri-chiamare l'attenzione del popolo cristiano suquesto eccezionale modello e proporne, se possi-bile, la Causa di Beatificazione» .

È vero che Donna Dorotea era stata l'animadi tanti istituti di carità e la stessa Compagniadi Gesù la poteva considerare come una gemmadella Pia Opera dell'Apostolato della Preghiera,

di cui si era dimostrata fervente zelatrice ; ma ilP. Alegre si convinse che, date le relazioni tuttespeciali intercorse tra lei e Don Bosco, datal'importanza delle Opere Salesiane da lei avviatee l'affetto con cui le aveva seguite, toccava allaCongregazione Salesiana il compito di postularnel'eroicità delle virtù e lanciarla come gloria dellaPia Unione dei Cooperatori Salesiani .

Prese perciò contatto con le Opere Salesiane diBarcellona e raccolse tutte le memorie che si con-servavano del soggiorno di Don Bosco nel 1886nella primitiva Casa salesiana, donata da DonnaDorotea. L'allora Ispettore salesiano Don Mar-cellino Olaechea, oggi arcivescovo di Valencia,gli fece da guida per due ore nella grande Casadi Sarrià, la casa prediletta da Donna Dorotea .Visitò poi le altre opere salesiane di Barcellonae del Tibidabo, dovute alla carità dell'insignecooperatrice salesiana e, si confermò nella convin-zione che toccava ai Salesiani fare i passi neces-sari per introdurne la Causa di Beatificazione .Da parte sua egli, con tutta generosità, assicu-rava il suo appoggio e metteva a disposizione lasua estesa influenza e il suo prestigio per la buonariuscita dell'impegno .

Il Processo Diocesano fu aperto il 4 aprile 1927 .Il 6 marzo 1928 si ordinò la raccolta degli scrittie si istituì il processo del non culto, e il 22 aprile 1930fu solennemente chiuso il processo diocesano ese ne poterono consegnare gli atti alla Sacra Con-gregazione dei Riti .

Finalmente il 5 marzo di quest'anno 1957 laSacra Congregazione dei Riti trattava in sedutaplenaria dell'introduzione della Causa di DonnaDorotea de Chopitea, al cui nome fece seguire laqualifica di « Madre di famiglia, Cooperatrice Sa-lesiana» .

«Xa forza irresistibile di ogni genere di apostolato cristiano è la pietà . . . Insistiamo

su questo, cari Cooperatori e Cooperatrici, affinchè non vi sfugga, anzi sia continuamente

presente al vostro spirito, la chiave del felice successo nella vostra attività di validi

fiancheggiatori nello schieramento della Gerarchia cattolica »S. S PIO XII

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LS. pdMFN/Cd

SAI/Ide dC4440 innoÈ noto che la Federazione internazionale dei

Pueri Cantores, che così larga fama riscuote nelmondo intiero per le meravigliose esecuzioni dicanti, specialmente sacri, effettuate con una per-fezione che ha del celestiale, ha ottenuto dallaSanta Sede che S. Domenico Savio fosse procla-mato suo speciale Patrono .

Il Breve Pontificio si apre col dire che i fan-ciulli, i quali con le loro limpide voci cantanole lodi sacre e fanno risonare le chiese delle lorofestose armonie, commuovono altresì gli animidei fedeli e le innalzano alle cose spirituali e ce-lesti: del che il Papa stesso era stato testimonioquando, pochi anni or sono, aveva accolto ipiccoli Cantori nella sua basilica vaticana e lacupola michelangiolesca era risonata delle lorovoci armoniose .Ora - continua il Breve - i Dirigenti la Fe-

derazione, nel loro Congresso internazionale,hanno fatto richiesta alla S . Sede perchè S . Do-menico Savio, il quale, tutto preso da fervorereligioso, sotto la guida di San Giovanni Bosco,cantava le lodi divine, venisse prescelto a Patronodella Federazione stessa . Il Papa, ben volentieriannuendo a tale domanda, costituiva S. Do-

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A PROPOSITO Dl UN BREVE PONTIFICIO

menico Savio celeste Patrono dei Pueri Cantores,con tutti gli onori e privilegi liturgici che spettanoai patroni di qualche società o associazione .

La fama e la devozione per il nostro Santino siestende rapida ed ingigantisce nel mondo . Atale diffusione contribuiscono non solo le graziee i miracoli che Egli moltiplica a favore dei suoidevoti, ma anche i documenti pontifici che lopresentano come modello dei giovinetti del nostrotempo .

Questo del patrocinio dei Pueri Cantores, notie diffusi in tutto il mondo, servirà a rendere piùnumerose le schiere di adolescenti che guardanoal Savio come a patrono e guida . Siamo certiche il piccolo Santo proteggerà i Fueri Cantorese quanti altri fanciulli, riuniti nelle Scholaecantorum delle nostre chiese, elèvano al cieloil loro canto innocente, e li ammaestrerà a fareuso della voce non per umana ambizione, masolo per dare gloria a Dio, come un giorno,parlando con Don Bosco, affermò di voler fare .

E dell'onore, fatto al suo alunno prediletto,godrà pure S . Giovanni Bosco, che, come il«Breve» ricorda, del Savio fu primo maestronel canto sacro. Nel suo fine intuito pedagogico,Don Bosco aveva capito quanto la musica servaa dare agli istituti di educazione un'intonazionedi sana allegria, e alle funzioni di Chiesa, oltrechèun dignitoso splendore, anche una forza tuttaspeciale per inalzare le anime alla visione delcielo .

Don Bosco era solito ripetere che « un Oratoriosenza musica è un corpo senz'anima» ; e la mu-sica dei fanciulli, anche se talora non perfetta,egli diceva che «bisognava ascoltarla non conle orecchie ma col cuore » . Due massime che dasole bastano a scolpire un grande educatore .

MARIA AUSILIATRICE

IN llllHHE LE FAMIGLIEBagnolo Piemonte

A conclusione del mese

di maggio, il Rev.mo

Don Albino Fedrigottiinaugurava solenne-

mente la nicchia di

Maria Ausiliatrice sullavia principale di Ba-

gnolo . Il giorno 24 era-no stati distribuiti e

introdotti nelle famiglie

40o quadretti di Maria .Ausiliatrice, che erano

tornati graditissimi atutti

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SPAGNA - La « Crociata diFatima »

Il Centro Cooperatori che hasede in un grande complesso sco-lastico governativo di Barcellona,dove tutte le maestre e moltimaestri sono iscritti alla PiaUnione, ha organizzato la Crociatadi Fatima in tutte le Scuole ele-mentari della provincia di Barcel-lona, promovendo il sacrificio e laComunione riparatrice in ogniprimo sabato del mese, con risul-tati lusinghieri. Lo zelo di queiCooperatori si è prefisso di con-quistare alla causa della Crociatai 16 Ispettorati provinciali e poianche tutto l'Ispettorato ScolasticoNazionale, allo scopo di estenderela campagna a tutta la Nazione .Quest'anno ha già potuto organiz-zare u n pellegrinaggio a Fatimacon cinque autopulman e 200 pel-legrini : roo ragazzi dai 13 ai 55anni e roo maestri e loro familiari .

TERNI - Laboratorio per Coo-peratrici

Al principio del corrente annoè sorto tra le Cooperatrici un La-boratorio per la confezione di in-dumenti nuovi e il riassetto diquelli usati, avente soprattutto loscopo di rifornire 1' i, Armadio delFratello Povero ~> esistente nellaParrocchia salesiana . Lo zelo dellegenerose Cooperatrici ha fruttatomolti lavori in maglia, vestiti perPrima Comunione e arredi sacririnnovati .

NAPOLI - « Peregrinatio Ma-riae » nelle case delle Coo-peratrici

Un quadro luminoso dell'Ausi-liatrice, per l'interessamento dellaZelatrice s ig .na Marinelli, passò

wa d¢{'PTIMTUIÌI

successivamente nelle varie famigliedelle Cooperatrici. Ci fu come unagara d'amore per prepararle inogni casa il posto d'onore me-diante altarini ricchi di luci edi fiori.

A sera, davanti al quadro dellaVergine, recita del S . Rosario,della preghiera di consacrazione ecanto di laudi sacre da partedi tutti i familiari e vicini dicasa .

Il breve passaggio dell'Ausilia-trice fu ricco di grazie è conforticelesti per ogni famiglia . Tutti vi-dero partire con tristezza il belquadro dalla propria dimora emolti vollero acquistarlo per go-dere della visibile presenza dellaMadonna di Don Bosco nella loroabitazione .

I COOPERATORI DI

MILANO - Il Cooperatoreeducatore della propria fa-migliaI Cooperatori del Centro di via

Bonvesin, presso le Figlie di MariaAusiliatrice, hanno avuto ogni meseuna conferenza sul Sistema Pre-ventivo di Don Bosco, allo scopodi fare del Cooperatore anzi-tutto un educatore della sua fa-miglia .

Gli stessi Cooperatori e Coope-ratrici, in numero di 70 fecero unagita ad Arese per constatare devisu i frutti dell'educazione sale-siana in quel centro di rieduca-zione . u È impossibile - scrivono- dire l'impressione di una similevisita. Si è di fronte a continuimiracoli compiuti nel nome diDon Bosco » .

SETTEFRATI(Frosinone)

hanno ricostruito il

bel monumento mar-

moreo a Don Bosco

e a Domenico Savio,

innalzato dagli Aspi-

ranti missionari sale-

siani di Gaeta nel 1937

al "Valico Don Bo-

sco " (m . 1200), non

lungi dal Santuario

della Madonna di

Canneto, e distrutto

durante la guerra . Fu

benedetto il 12 ago-

sto, presenti autorità

e popolo, da Sua Ec-

cellenza Mons . Biagio

Musto,vescovo di Sora

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L'ISTITUTO SUPERIORE DI PEDAGOGIAdel Pontificio Ateneo Salesiano

Gli Aeta Apostolicae Sedis del 23 febbraio u . s .pubblicavano il Decreto con cui la S . Congrega-zione dei Seminari e delle Università degli Studi

il dicastero ecclesiastico preposto all'organiz-zazione scolastico -educativa cattolica - erigevaufficialmente, presso la Facoltà di Filosofia delPontificio Ateneo Salesiano di Torino, un IstitutoSuperiore di Pedagogia, con la facoltà giuridicadi conferire i gradi accademici di licenza e laureaain Filosofia-Pedagogia .Sua :in. il Card . Pizzardo, Prefetto di detta

S . Congregazione, nella lettera con cui accompa-gnava il Decreto scriveva al Rettor Magnificodel nostro Pontificio Ateneo: «Grande è la sod-disfazione di questo Sacro Dicastero nel darepiena realizzazione alle nobili aspirazioni che daanni ci venivano manifestando sia i SuperioriMaggiori della sullodata Società Salesiana sia leAutorità accademiche dell'Ateneo suddetto . Larecente collezione di volumi della importante serie'° Pubblicazioni dell'Istituto Superiore di Peda-gogia " dovuta alla erudita competenza dei Revv .Proff . P. Braido, G . Dalla Nora, R . Titone, e laRivista Orientamenti Pedagogici, costituiscono lapiù eloquente promessa di attivissimo e autore-vole lavoro scientifico da parte dell'Istituto me-desimo».

Ricordiamo brevemente le fasi che hanno por-tato ad una realizzazione così cospicua.

L'Istituto Superiore di Pedagogia ebbe iniziocon il Pontificio Ateneo Salesiano nel 1937 .

L'11 ottobre 1941, all'ina,ugurazione dell'AnnoAccademico, il Gran Cancelliere Don Pietro Ri-caldone proclamava eretta nel PAS « una speciedi Facoltà di Pedagogia», esprimendo la speranzain una successiva approvazione da parte dellaS. Sede. Intanto ne dava l'annunzio a tutti iSalesiani negli Atti del Capitolo Superiore, indi-candone lo scopo in questi termini : « Per prepa-rare sempre meglio Soci Salesiani all'alta mis-sione di educatori secondo il Sistema Preventivolasciatoci in eredità preziosa dal nostro Fonda-

36(;

tore, abbiamo potuto alfine attuare un'aspira-zione da tempo accarezzata ; aprire cioè, nel Pon-tificio Ateneo Salesiano, a fianco delle tre facoltàdi Teologia, Diritto Canonico e Filosofia, unIstituto Superiore di Pedagogia . Esso si proponenon solo di valorizzare e diffondere sempre più iprincìpi della Pedagogia Cattolica, rna di met-tere pure nel dovuto rilievo il fine senso psicolo-gico e formativo del nostro Patrono e Dottore diSanta Chiesa San Francesco di Sales, il cui nomedecora il nostro Pontificio Ateneo, ed infine illu-strare in particolar modo il sistema e le idee pe-dagogiche del nostro santo Fondatore, procla-mato con ragione il più insigne educatore deinostri tempi » .

Con l'anno accademico 1941-42 il nuovo Istitutocomincia la sua attività con alunni propri e conun suo programma di studi. Sotto la decennaledirezione (1941-51) del nostro Don Carlo Leoneioda Silva l'Istituto migliora progressivamente leproprie attrezzature . Parallelamente l'Istituto diPsicologia, che ne è parte integrante, accentuasempre più fortemente il proprio orientamentopedagogico .Tra le realizzazioni compiute in quindici anni

di lavoro ricordiamo il « Corso di Pedagogia peril Clero », che ebbe inizio nel febbraio del 1955con l'appoggio di Sua Em . il Card. Fossati el'incoraggiamento degli Em .mi Cardinali Piz-zardo e Valori . Fin dal primo semestre ebbe unanovantina di iscritti, provenienti da tutte le dio-cesi del Piemonte, e alcuni anche dalla Liguria,Lombardia ed Emilia. Sorto per favorire l'aggior-namento e l'approfondimento della cultura pe-dagogica dei Sacerdoti e dei Religiosi in curad'anime o impegnati in opere di educazione, ot-tenne subito un successo insperato .

L'approvazione giuridica dell'Istituto Superioredi Pedagogia diventa accresciuto impegno di la-voro costruttivo da parte dei Docenti e motivo diriconoscenza da parte di tutta la Famiglia Sale-siana all'Alta Autorità che l'ha emanata .

La Madonna in casaCol Rosario Maria entra davvero in casa e dentro di noi. E se Maria entra nellenostre famiglie, immaginate l'armonia, la pace, la gioia che vi regneranno!

Don PIETRO BERRUTIRosario, lavoro celeste

Tutte le donne di Lourdes portano, dovunque vadano, il Rosario con loro . E il fedeleattrezzo della loro devozione . Le loro mani di donne povere, che lavorano duramente,non sanno fermarsi. Una preghiera a mani vuote non sarebbe preghiera, per loro .Il recitare il Rosario è una specie di lavoro manuale celeste, un invisibile cucire olavorare a maglia o ricamare, compiuto alacremente mediante le cinquanta avemariedella corona di perline

FRANZ WERFEL - BERNACETTE

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Un monumento a S. Domenico Saviodavanti alla casa natale

Dal 25 agosto scorso nella frazione San Gio-vanni di Riva di Chieri, terra natale di San Do-menico Savio, domina, un bel monumento alSanto. L'hanno voluto i buoni borghigiani dellafrazione, i quali, guidati dal loro cappellanoDon Viretto, hanno promosso l'iniziativa e rac-colto i fondi necessari . La statua in bianco marmodi Carrara, s'innalza davanti alla casa natia, alcentro di un'aiuola artisticamente sistemata .

Per l'inaugurazione ebbero il privilegio di averel'Urna del santo Concittadino, che è tornato così,dopo oltre cento anni, nella sua casa natale, nellaterra che lo vide fanciullo .

La cerimonia si svolse davanti ad una folla difedeli, .giunti da tutti i centri del Chierese . Eranopresenti le autorità cittadine, il sottosegretarioalla Difesa on . Bovetti in rappresentanza del Go-verno e gli on .l i

Savio e Stella

. S . E . Mons. Gar-neri, Vescovo di Susa, impartì la, benedizione almonumento . Parlarono l'avv . Chauvelot, l'on .Bovetti e il nostro Prefetto Generale Rev .moDon Fedrigotti . I conterranei di Domenico vol-lero vegliarne devotamente l'Urna per tutta lanotte. Animatore dell'entusiasmo popolare intutte le manifestazioni fu il can . Rivetti, ViceRettore del Seminario di Susa .Ma i concittadini di S . Domenico Savio, fieri

di tanta gloria, non si fermano qui : sono infattiin attesa delle grandi celebrazioni che si svolge-ranno la prossima primavera nella chiesa par-rocchiale di Riva, dove lo zelante Parroco DonGaia sta apprestando un magnifico altare .

FESTA DI GIOVENTÙí* A Scrigno di Valsugana le celebrazionicentenarie furono la festa della Gioventù di tuttoil Decanato . Vi concorsero nove parrocchie. Atutti gli scolari della vallata fu illustrata confilmine la figura del loro piccolo Modello . Gran-dioso il Pontificale del Vescovo Ausiliare diTrento e imponente la processione per la parte-cipazione delle popolazioni di tutti i paesi dellavalle . Sulla piazza principale, dove era stato erettoa spese del Comune un grande altare, S . E . ilVescovo tratteggiò magistralmente la figura delsanto Adolescente .í~ A (,origliano d'Otranto le feste furono or-ganizzate dai Cooperatori in collaborazione congli Ex allievi, capeggiati dal Parroco, dal Sin-daco e dal Vicesindaco, e risultarono uno spet-tacolo mai visto a Corigliano per numero e fer-vore. Un'apposita Commissione organizzò un du-

Elegante e solenne si erge a RIVA DI CHIERI (frazioneSan Giovanni) il monumento a San Domenico Savio, difronte all'umile casetta dove cento anni fa il santo Ragazzo

aveva i natali .

plica programma religioso e civile, interessandoogni categoria di persone . S. E. Mons . RaffaeleCalabria, Arciv . di Otranto, onorò i festeggia-menti con la presenza e con la parola . E il piccoloS. Domenico largì in quei giorni grazie e favori,tra i quali l'attesissima pioggia .AI! Anche nelle due ridenti cittadine etnee Via-grande e Treeastagni S . Domenico Savio hasuscitato simpatie, fervore ed entusiasmo . Au-torità religiose e civili, popolo e gioventù accor-sero a onorare il caro alunno di Don Bosco, pre-sentato loro dal nostro Don Fasulo .

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2 0 anni di lavoro salesiano in VaticanoRiportiamo da L'OSSERVATORE ROMANO :

Il 13 agosto, Sua Eminenza Rev .ma il Signor Cardinale Nicola Canali, Presidente dellaPontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Pro-Presidente della Com-missione Cardinalizia per la Amministrazione dei Beni della Santa Sede, si è ben ignoto diconferire, nella sua qualità di Gran Maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Geru-salemme, al Superiore della Comunità Salesiana del Vaticano, Rev .mo Don Savino Zagaria,la Commenda dell'Oidine stesso . Erano presenti alla consegna ed all'imposizione delle insegnei Confratelli della Casa Salesiana della Città del Vaticano .

Durante la breve cerimonia, diretta a porre in particolare risalto il compimento di vent'anni dilavoro salesiano in Vaticano, l'Eminentissimo Porporato ha voluto ricordare, con elevate espres-sioni, le benemerenze acquistate dai Religiosi di S . Giovanni Bosco nella direzione tecnica ed am-ministrativa delle Tipografie Vaticane loro affidate sin dall'agosto 1937 . Ha poi manifestato altoriconoscimento per l'attività esplicata, con ammirevole zelo e sagacia, dal Rev .mo Don Zagaria,tanto fervidamente assecondato dai suoi Confratelli . Sua Eminenza ha concluso informando che ilSommo Pontefice Si era degnato di far giungere il Suo paterno pensiero augurale, con la spe-ciale Benedizione Apostolica all'insignito dell'alta onorificenza, ed a tutta la Comunità Salesiana .

" La Decennale " nella Parrocchia salesiana di BolognaPer una bella tradizione plurisecolare le Parrocchie di Bologna celebrano ogni dieci anni una solenne festaEucaristica detta La Decennale o anche (.li Addobbi, perchè si addobbano le case e s'illuminano le vie .

Tutte le famiglie vorrebbero la visita di Gesù Eucaristico, ma non essendo possibile questo, lo si portaprocessionalmente per tutte le vie della parrocchia . La festa non è solo religiosa, ma civile e popolaree termina con luminarie, concerti di banda e banchetti familiari, dove si consuma la tradizionale tortadi riso .Tra le parrocchie che hanno celebrato " La Decennale " quest'anno c'è stata anche la Parrocchia salesiana,che ha sede nel celebre Santuario del Sacro Cuore . Per poter passare per tutte le vie si dovettero fareben quattro processioni e tutte di sera coli le vie e le case illuminate . Sopra il carro preparato in formadi altare . l'ultima sera, resse il Santissimo Sua Em. il Card . Lercaro. Si può dire che tutta Bologna si ri-versò sulle vie della parrocchia per assistere alla solenne processione, godersi lo spettacolo della fac-ciata, della cupola e delle vie illuminate e ascoltare i concerti di quattro bande musicali .

QUITO - 11 Governo Equatoriano, in occasione delle nozze d'argento sacerdotali di Sua

EQUATORE

_Eccellenza Monsignor Candido Rada gli ha conferito la commenda dell'Ordine al Merito .Questa onorificenza vuoi essere un giusto riconoscimento dei meriti religioso-sociali del Vescovo

Salesiano, che ha costruito per lo Studentato filosofico salesiano questo moderno grandioso edificio e ha cominciato lacostruzione di un tempio nazionale a Maria Ausiliatrice e di un grande Collegio Cattolico con annesso Oratorio festivo .

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AUSTRALIAPrudvvido sviluppo delle scuole cattoliche a Oakleigh

S . E . Mons. Simonds ha benedetto a Oakleigh unaprima grande ala del nuovo collegio salesiano per scuolesecondarie. Il collegio sorge sulla sommità di una collinadonde si gode un panorama stupendo . Ha un vasto terrenoe l'entrata, sulla via intitolata a S . Domenico Savio, la cuibella statua sembra dare il benvenuto a chi entra nel nuovocollegio . Ad opera ultimata potrà ospitare alcune centinaiadi alunni . L'Arcivescovo disse questa nuova fondazioneuna vera benedizione per la gioventù dell'archidiocesi edell'Australia intera, che può così ricevere una formazioneaccurata e completa proprio nell'età in cui ne ha più bi-sogno. Il collegio sorge con l'aiuto finanziario dei cattoliciaustraliani che stanno scrivendo, a detta dello stesso Ar-civescovo, « gloriose pagine nella storia della Chiesa inAustralia, con il creare e mantenere con generosi sacrificile scuole cattoliche» .

FRANCIAConvegno internazionale missionario a Lione

Nei giorni 13-14 giugno scorso si svolse a Lione il PrimoConvegno Internazionale di studio per una educazione mis-sionaria della gioventù. All'assemblea si trovarono presentirappresentanti di sette Nazioni, fra i quali quasi tutti iDirettori Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie . Ilconvegno già indetto prima della pubblicazione dell'Enci-clica Fidei donumt ma tenutosi dopo, acquistò un'importanzatutta straordinaria, quasi di studio internazionale dell'En-ciclica stessa. La relazione ufficiale venne tenuta dal sa-lesiano Don Angelmon Garnier, Delegato Nazionale delServizio Missionario dei giovani in Francia e Direttore dellaRivista per la gioventù ConnoVre les Missions . Alla, dottae inter, ssinte relazione che mise soprattutto a fuoco duepunti : creare un senso cattolico e missionario nella gio-ventù e fare a tale scopo opera di convincimento presso glieducatori, era presente anche Sua Em . il Card. Gerlier .

l'Eucarestia e PIO XII

l salesiano Don Domenico Ber-9 tetto, titolare della cattedra di

Teologia Dogmatica presso il Pon-tificio Ateneo Salesiano e Socioordinario della Pontificia Acca-

idemia Romana di Teologia, hapubblicato recentemente, per itipi della S . E . I . di Torino, unpoderoso studio dal titolo

IL MAGISTERO EUCARISTICO DI PIO XIIedizione italiana di tutti i docu-menti eucaristici di Sua Santità .L'opera, che fa seguito al prece-dente analogo studio sul " Ma-gistero Mariano di Pio XII ",che tanto favore ha incontratopresso gli studiosi é il pubblicocolto, si divide in quattro parti :divozione eucaristica di Pio XII ;serie cronologica dei documentieucaristici ; sintesi dottrinale ; indicivari,Dell'opera è stato fatto omaggioall'Augusto Pontefice, il quale siè compiaciuto di manifestare lasua soddisfazione, inviando all'Au-tore e all'Editore una specialebenedizione come segno di par-ticolare compiacimento per l'operache " vuoi essere altresì nuovatestimonianza di venerazione dellaPia Società per la Persona delVicario di Cristo " .

vedere in 4' pagina di copertinale condizioni di acquisto

Sua Eccellenza Monsignor Giovanni Resende Costa, salesiano, Vescovo di ilhéus, in mezzo ai Semi-

naristi, pupilla dei suoi occhi, per i quali ha costruito un moderno Seminario .

Nei suoi tre anni di episcopato, lo zelantissimo Pastore ha pure innalzato una maestosa Cattedraleegià quasi ultimata, che sarà una delle più belle del Brasile Nord .

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EICONO SCI HENTIIl Ministero della P .I. ha decorato con medagliad'oro per i benemeriti della scuola e della culturail salesiano Grand'Uff. Giuseppe Caccia, comemeritato riconoscimento del contributo portato in5o anni dalla Società Editrice Internazionale al-l'educazione e alla cultura italiana .

Il Primo Magistrato della Repubblica del Mes-sico ha decretato a Suor Bonifacia Galindo,Figlia di M . A., la medaglia « Ignazio ManuelAltamirano », la più alta onorificenza- a cui possaaspirare un Insegnante nel Messico.

k

A Cuiabd (Brasile - Mato Grosso) la missio-naria Suor Marta Ceruti, Figlia di M. A .,venne insignita della decorazione dell'Ordine Na-zionale « Cruzeiro do Sul», la più alta onorifi-cenza concessa agli stranieri benemeriti della Re-pubblica.

IITALIA

ROMA - Il dott . Emilio De Marchi,Commissario straordinario dell'Isti-tuto Poligrafico dello Stato, e ildott. Guglielmo Torre, Direttoregenerale del medesime Istituto, vi-sitando la Scuola grafica dell' sti-tuto salesiano Pio XI, hanno espressoil loro autorevole giudizio e altoapprezzamento. A breve distanzaseguì la visita del segretario del-l'Ente Nazionale Istruzione Profes-sionale Grafica, dott. FrancescoSaverio Rinaldi, accompagnato daiSegretari dell'Associazione IndustrialiGrafici e Cartotecnici della Federa-zione Nazionale Libro . Anche illoro fu un riconoscimento dellapiena rispondenza alle esigenze odier-ne del metodo didattico salesiano .

PALERMO - L'on . Alessi, Presi-(lente dell'Assemblea Regionale Si-ciliana, ha posto la prima pietra

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Scuola Industriale dichia-rata "Scuola Modello"

Il Direttore delle Scuole Salesiane Industrialidi Deusto ha ricevuto una lettera del DelegatoProvincialedel Fronte della Gioventù di Vizcaya,nella quale si legge :

« In -nome del Delegato Nazionale mi è gratocomunicarle la concessione del titolo di " ScuolaModello " a cotesta Scuola, decretato dal Capodello Stato su proposta della Delegazione Nazionaledel Fronte della Gioventù, in vista delle sue brillantirealizzazioni e meriti conseguiti, collaborando ef-ficacemente con il Fronte della Gioventù e, princi-palmente, nei concorsi di formazione professionaleoperaia .

» Il corrispondente diploma di onore le sarà con-segnato personalmente dal Caudillo di Spagna nelPalazzo El Perdo in occasione dell'udienza spe-ciale che concederà al Fronte della Gioventù » .

Ci scrivono che è l'unico Diploma di Onoreconcesso finora ad una scuola di formazioneprofessionale industriale non statale . Se si tieneconto che Vizcaya è la regione di Spagna dovefiorisce l'industria siderurgica e che tutte le im-prese di qualche importanza hanno le loro ScuoleProfessionali, si comprende l'importanza di questadistinzione .

SPAGNA

della chiesa di Maria Ausiliatrice,annessa al collegio S . Maria Mazza-rello. Alla cerimonia era presentela Superiora generale delle Figliedi . Maria Ausiliatrice, Madre LindaLucotti. Rilevata la sempre mag-giore esigenza di scuole professio-nali nella società contemporanea,l'on . Alessi ha esaltato l'apostolatodelle sedicimila Figlie di M . A.,che estendono al mondo fernyninile,entrato oggi più attivamente nellastoria, i frutti dello spirito apostolicodel loro Fondatore.

I1 10 agosto scorso nel nostro San-tuario del S. Cuore in BOLOGNA èstato commemorato, con una so-lenne messa funebre celebrata daS. E. Mons. Gilberto Baroni, VicarioGenerale dell'Archidiocesi, il cin-quantesimo anniversario della mortedel Card . Domenico Svampa, eliodel santuario fu l'ideatore e nellacui cripta volle essere sepolto. Sonoin programma per ottobre solenni

celebrazioni cinquantenarie con l'i-naugurazione di una degna tomba-monuniento al grande Cardinale, alquale si deve l'Opera Salesiana bo-lognese e che per i Salesiani nutrìardentissimo affetto e benevolenzapaterna.

Il Consiglio Direttivo della SocietàGeografica Italiana ha approvatoall'unanimità l'elezione del salesianoD . ALBERTO DE AGOSTINI a Sociod'onore della medesima Società, perle numerose esplorazioni scientificheda lui organizzate e dirette nellaTerra del Fuoco e nelle Ande dellaPatagonia, esplorazioni che hannorecato un contributo di prim'ordinealla conoscenza di quelle regioni,particolarmente nel campo dellageomorfologia e della glaciologia .La stessa Società lo ha decorato conmedaglia d'oro.

Nella parrocchia di Cesino, ai mar-gini della città di GENOVA, il 30 .giu-gno u . s. fu benedetta e collocatada Sua Em. il Card. Siri la primapietra di una nuova chiesa, presentile autorità e molto popolo devoto .Tale chiesa sarà dedicata a S . Gio-vanni Bosco, come ha dichiarato ilCardinale Arcivescovo .

NIZZA MONFERRATO 1 50 annidi proficuo lavoro compiuto tra lagioventù nell'Oratorio di Nizza sonostati solennemente commemorati con

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GIAPPONE

una serie di celebrazioni onorateda S. E . il Vescovo di Acqui Mons .Dell'Orno, dal Sindaco, dai tre Rev .Parroci e da altre illustri personalità .

Lo scorso agosto presso AURONZO(Trento) fu inaugurata una " CasaAlpina Domenico Savio ", che sipropone di prolungare nel periodoestivo l'educazione data ai giovanidel Centro Professionale GiorgioCini in Venezia. Per la grandiositàe funzionalità degli ambienti, l'ori-ginalità della concezione e la mo-dernità dell'attrezzatura "L'Osser-vatore Ronfano " l'ha definita uno(lei miracoli dell'aoiore di Don Boscoe dei suoi figli per la gioventù, spe-cialmente In più bisognosa .

I BRASILE ILa città di TUTA visse giornate digrande entusiasmo in occasionedell'inaugurazione della nuova aladel collegio Don Bosco . Questo col-legio nel 1949 incominciò ad essereanche l'aspirantato salesiano, cheper il suo rapido fiorire rese neces-saria la nuova costruzione . P unmagnifico fabbricato di quattro piani,con ampi saloni per studio e dormi-tori, aule scolastiche, sedi per leassociazioni, ecc . Tagliò il nastroS. E. Mons. Enrico Gelain, circon-dato dalle più alte autorità cittadine .L'inaugurazione fu preceduta da

il Cardinale di Colonia Sua Lui . Frings nel suo viaggio a TOKYO visita il grande nostroIstituto professionale che nel 1954 subì la prova del fuoco . Oggi, ricostruito e ampliato,accoglie 85o giovani, che, a diploma conseguito, sono ricercatissimi dalle industrie giap-ponesi . Accanto sorge il bel Santuario di Maria Ausiliatrice e un Aspirantato per Coadiu-tori salesiani . (Nella foto a chi sfugge la bella barba di Monsignor Vincenzo Cimatti?l . . .)

una « Settimana Vocazionale » e siconchiuse con la festa di S. Gio-vanni Mosco .

1VIADRAS - Una grande Casa perEsercizi Spirituali è in costruzionea Madras . La prima pietra è statabenedetta e posta solennemente (laS. E. Mons . Mathias, Arcivescovosalesiano di Madras-Mylapore. LaCasa potrà ospitare 150 esercitandi.Si prevede che sarà terminata alla finodel corrente anno e il primo corsodi Esercizi sarà per il clero diocesananel gennaio 1958. In seguito funzio-nerà regolarmente anche per i laici .

I PORTOGALLO IAlle celebrazioni del 40° delle appa-rizioni della Madonna a VATIMAhanno preso parte gruppi di giovani

'(/Cozze di DiamanteHanno celebrato recentemente la loro Messa di Diamante tre vene-randi salesiani, che conobbero Don Bosco e crebbero nel clima difervore del santo Fondatore : Don Enea Tozzi in Inghilterra,Don Ambrogio Tirelli nel Perù, Don Aurelio Guadagnini aTorino . Tutti e tre nei loro 6o anni di Sacerdozio hanno occupato postidi responsabilità e di fiducia meritando con la loro laboriosità e assolutafedeltà a Don Bosco la riconoscenza di tutta la Famiglia Salesiana .

di tutti i collegi salesiani porto-ghesi, che hanno ascoltato la santaMessa celebrata dall'Ispettore DonMooteiro e offerto suppliche allabianca Vergine per tutta la gioventùsalesiana .

ISPAGNA IVALENZA - S . E. Mous. MarcellinoOlaechea, Arcivescovo di Valenza,salesiano, già noto per le sue be-nemerenze sociali, sollecito della for-mazione spirituale, scientifica e pe-dagogica delle Religiose della stiaArchidiocesi, ha chiesto e ottenutodalla S. C. dei Religiosi la facoltàdi fondare in Valenza uri « Istitutoper una - più perfetta formazionedelle Religiose dedicate all'insegna-mento », aggregato al PontificioIstituto « Regina Mondi » di Roma,con la facoltà di concedere titoli ediplomi alle Suore.

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dialo~~o

cui "ConUna mia amica, anch'essa Cooperatrice, mi ha fatto cono-scere un libro di meditazioni che è tutto composto conpensieri di S. . Francesco di Sales . Sto meditando e vi trovoun nutrimento dell'anima che mi diventa ogni giorno piùgradito . Nelle ore di solitudine mi è un fedele amico, in-finitamente prezioso, e forma, con l'Imitazione di Cristo,la gioia vera delle mie giornate . Non potrebbe il Bollet-tino farlo conoscere ai Cooperatori?

Insegnante TERESA ROSSI - Bologna

Nessuna difficoltà, tanto più che rientra perfet-tamente nello spirito della Pia Unione la cono-scenza delle Opere del nostro Titolare e Patrono .Il libro a cui accenna la scrivente pensiamo siaquello uscito recentemente, e che porta per titolo :San Francesco di Sales - Meditazioni tratte dallesue opere - Libreria Dottrina Cristiana - Torino .Il compilatore, che è il nostro Don Bertetto, siè proposto di presentare in forma di meditazionela ricchissima dottrina spirituale del Santo Ve-scovo di Ginevra .Don Bosco, che avrebbe voluto fare dei suoiCooperatori dei " Salesiani esterni ", senza dubbiolo consiglierebbe ai più colti tra i Coopera-tori e le Cooperatrici per facilitare loro un po'di preghiera mentale quotidiana, come consiglie-rebbe a tutti qualche facile libro di meditazione .IR tanto bella la meditazione! Essa immerge nelmondo soprannaturale e fa vedere le meravigliosebellezze dell'anima, della grazia„ di Dio, del Pa-radiso; e la bruttezza delle malattie dello spirito,gli orrori del peccato e dell'inferno . Vi sono animebelle che si lamentano sinceramente che le loropreghiere sono come avvolte in una densa nuvo-laglia di distrazioni che toglie loro il meglio ; lameditazione è un'ottima medicina contro la pre-

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una interessantissima 12OV 1 tà

IDA -3111-1I AN IMASMANUALE DI PIETÀ PER I COOPERATORI ELE, COOPERATRICI DI SAN GIOVANNI BOSCO

Bel volumetto tascabile in tela marrone L . 800

2 il Vademecum dei Cooperatori salesiani, illoro testo ufeciale di preghiera e di meditazione

per ordinazioni rivolgersiai Delegati e alle Delegate Ispettorialio alla Libreria della Dottrina CristianaVia Maria Ausiliatrice, 32 - TORINO

ghiera meccanica, perchè se l'orazione vocale puòessere distratta, la meditazione è essenzialmenteriflessione .

E p:)ichè la scrivente si firma insegnante, ci per-mettiamo di aggiungere che l'educatore deveavere una certa facilità di raccogliersi e di ele-varsi alle cose del cielo, per farle gustare ai suoiallievi . Se non medita, non ha l'abitudine di par-lare con Dio, e quando parla di Dio agli alunni,gli manca del tutto l'ispirazione divina : non saparlare di Dio, non ha unzione perchè l'unzionenon è una modalità dell'arte oratoria, ma qual-cosa che scaturisce dallo stesso Dio che si trovanell'anima di chi parla .

Il miglior elogio della meditazione però lo faS. Alfonso che dice : « Vi sono cristiani che reci-tano il Rosario e commettono peccati, ma colui chemedita non può peccare. Peccato e meditazione nonpossono stare insieme » .

Ho ricevuto il diploma d'iscrizione alla« Pia Unione dei Cooperatori Salesiani» .Mentre ringrazio, oso ancora disturbarechiedendo una spiegazione . li Regolamentodice che, a differenza degli antichi TerziOrdini, i quali si proponevano la perfe-zione cristiana nell'esercizio della pietà,

la Pia Unione si propone l'esercizio della carità, special-mente verso la gioventù pericolante. Vorrei sapere conchiarezza che rapporti ci sono, secondo Don Bosco, frapietà e carità.

C. DE MONTIS - Cagliari

Il rapporto stesso che intercorre tra anima ecorpo. Coane l'anima è uno spirito che vivifica uncorpo, così per Don Bosco la pietà è soprattuttouno spirito, di cui la parte, per così dire, mate-riale e visibile è la carità . Per i Terz'Ordini antichi,la pietà oltre che costituire l'anima della devo-zione, ne costituisce anche il corpo, perchè sitraduce anche esternamente in lunghe preghieree pratiche religiose, occupando molto tempo eassorbendo energie . Don Bosco invece ha resopreghiera la carità attiva e operante in serviziodel prossimo e ha trasformato la preghiera inazione. Carità contemplativa e preghiera attiva :ecco la perfezione cristiana secondo il pensierodi Don Bosco .Conte tutti i grandi fondatori, Don Bosco sipreoccupava di infondere nelle sue Opere unospirito così vitale da assicurarne l'esistenza per isecoli. Per questo volle che i suoi Figli acquistas-sero lo spirito - di pietà per rendere oltremodoefficace la loro carità e il loro apostolato; spiritodi pietà, più che molte pratiche di pietà, in quantoquello significa stretta unione con Dio, mentrequeste, prese da sole, costituiscono spesso, perchi è occupato in lavori pesanti e impegnativi,una non lieve fatica . E la carità per lui è appuntoquesto spirito di preghiera, questa unione conDio che spinge il Cooperatore salesiano a impedirea qualunque costo il peccato, a salvare con tuttii mezzi le anime, sacrificandosi e operando con-tinuamente, indefessamente . Lavorare e sacrifi-carsi per la gioventù, mossi dal solo amor di Dio :ecco la carità salesiana. Vivere e far vivere allapresenza di Dio: ecco la pietà salesiana .

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IL NUOVO VIAGGIO DEL RETTOR-MAGGIORE IN AMERICA

II

Che cosa può fare un sacerdote zelante

Di ritorno a Recife, il Rettor Maggiore salutaper l'ultima volta i confratelli e giovani . Il mat-tino del 14 giugno prende posto su un bimotoremilitare concessogli dal Governo di Pernambuco• spicca il volo per Cajazeiras . È una cittadinatranquilla dello Stato di Paraíba, distante 400 chi-lometri dalla costa atlantica, in zona piuttostoarida per mancanza di corsi d'acqua e insuffi-cienza di piogge. Vi sorge un nostro istitutocon interni ed esterni ; ha un oratorio quotidiano• un'ampia chiesa pubblica. L'accoglienza alRettor Maggiore, senza avere la pretese dellegrandi città, è molto cordiale ed affettuosa . Coo-peratori e popolazione lo circondano nel cortiledell'istituto e per tutti prende la parola il Sindaco .Il giorno seguente nel teatrino del collegio vienrappresentata un'operetta musicale con poesie ecanti. È pure presente il Vescovo della città .Da Caiazeiras con mezz'ora di volo si rag-

giunge Juazeiro do Norte . Questa città deveil suo prodigioso sviluppo (da poche centinaiadi abitanti ora ne conta 60.000) al prestigio edalla fama del Padre Cicero, sacerdote del clerosecolare .Con la sua vita austera

• devota, con lo zelo e lagrande sua generosità e condoti personali non comuni,egli seppe cattivarsi non solola simpatia ma addiritturaun'ammirazione sconfinatada parte di quanti lo conob-bero ; ammirazione da assu-mere talora l'aspetto di fa-natismo . Molti lasciaronobeni e case per venirsi astabilire a Juazeiro, divenutaora mèta di imponenti pel-legrinaggi .

Questo sacerdote seppeinculcare una grande devo-zione alla Vergine ed alS. Cuore- straordinaria èancora l'affluenza ai Ss . Sa-cramenti e alle varie fun-zioni sacre. Il Rosario vienrecitato in tutte le famiglie•

molti uomini - senza

~P~vca G~¢l

alcun rispetto umano - portano la coronaal collo .

Padre Cicero voleva affidare la continuazionedelle sue opere ai Figli di Don Bosco, per i qualinutriva grande stima e simpatia. In vita perònon potè vedere realizzato il suo sogno . I Sale-siani vennero a stabilirsi dopo la sua morte epoterono usufruire solo in parte modesta dei benilasciati dal Sacerdote, coi quali si potè erigereun istituto. Ai margini della città vi è un piccoloospizio che accoglie giovani abbandonati e ungruppetto di aspiranti .

In Juazeiro l'accoglienza al Rettor Maggiorenon può essere che entusiastica, tanto più che ladevozione a Maria SS . Ausiliatrice e a S . GiovanniBosco è diffusa in tutte le famiglie . Ma il momentopiù significativo della sua visita è costituito dallasolenne cerimonia della posa della prima pietradell'erigendo Santuario al S . Cuore, dinanzi ainostro Istituto. Questa pietra ricavata dalle Ca-tacombe di San Callisto, benedetta dal S . Padre,fu inviata dai nostri Confratelli dell'Aspirantato« S. Tarcisio » di Roma .

Il 17 giugno riprende il viaggio per Forta-leza a bordo di un aereo militare . In questacittà della costa brasiliana - capitale dello Statodi Ceara e centro commerciale - i Figli di DonBosco hanno una parrocchia, un oratorio festivo

BARCELOS - Dopo la solitudine dell'interminabile selva, ecco apparire laMissione, una serie di graziose costruzioni, che si specchiano nel Rio Negro . .

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e un istituto con scuole elementari. R in progettouna moderna scuola professionale. Arcivescovodi Fortaleza è il nostro Mons . Antonio Lustosa,veneranda figura di prelato, umile e zelante, in-faticabile nel ministero pastorale e nella forma-zione del clero . Egli sta ora elevando una gran-diosa cattedrale dedicata a S . Giuseppe, cheformerà il monumento più bello della città .

Gioventù e popolo attorno al RettorMaggioreL'arrivo del Rettor Maggiore a Fortaleza è

festeggiato dinanzi alla nostra chiesa parrocchialecon l'intervento delle massime autorità, del nostroArcivescovo e del suo Ausiliare . Viene poi of-ferto un pranzo dallo stesso Governatore nel suopalazzo. Alla sera sono gli ex allievi ed i coope-ratori che circondano la mensa del Rettor Mag-giore . Più tardi in suo onore si svolge un'acca-demia sotto i portici e nel cortile dell'istituto .

Il giorno seguente parte in auto per Ba-turité, piccolo centro ai piedi di una coronadi colline . Vi fiorisce un collegio salesiano perinterni ed esterni . Le Figlie di Maria Ausiliatricehanno scuole medie e normali con un gruppodi postulanti. La visita del Rettor Maggiore segnaun avvenimento non comune, che mette in mototutta la popolazione . Parla il Prefetto, dando uncordiale benvenuto . La banda di Fortaleza, inviatadal Governatore, si trova presente alle varie mani-festazioni : al ricevimen-to del mattino e duranteil pranzo con la comu-nità e i cooperatori . Traquesti va ricordato ilcomm. Arruda, cristia-no esemplare e grandebenefattore. Fu lui cheregalò il terreno per lanostra opera .

Prima di ritornare aFortaleza, il RettorMaggiore fa breve vi-sita alla Casa dei PadriGesuiti, situata in po-sizione stupenda suldeclivio di una collina .A Fortaleza riceve

l'omaggio di mille al-lieve delle Figlie diMaria Ausiliatrice, nelloro grande collegio .

Il 20 giugno dibuon mattino e salutatoancora una volta daS . E. Mons. Lustosa -il sig. Don Ziggiottiriprende il viaggio perNatal . All'aeroporto èaccolto dal Governatoredella città e dai nostristudenti di filosofia, chelo accompagnano finoalla casa salesiana .

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II Rettor Maggiore ha avuto la consolazione di distribuire lala Comunione a otto indietti Macú, la tribù del Rio Negroavvicinata due anni or sono dall'intrepido Don Gois ; e dopola Comunione anche le caramelle! A sinistra di chi guarda,l'Ispettore Don D'Aversa; a destra, Don Gois .

Natal è la capitale dello Stato di Rio Grandedo Norte, in posizione strategica, di fronte allacosta africana. Gli Americani vi hanno costruitouna base aerea di prim'ordine . La città si vasviluppando sempre più e ora tocca i 140 .000 abi-tanti .

Con lo Studentato filosofico i Salesiani hannopure una scuola primaria per esterni e un oratoriofestivo, frequentato da 20o ragazzi .

A rappresentare l'Arcivescovo - colpito dacecità - viene a porgere ossequio al RettorMaggiore il Vescovo ausiliare . Nella serata del21 giugno il Rettor Maggiore riceve l'omaggiodei cooperatori nel teatro cittadino « CarlosGomes », ove un dottore nostro amico pronunciail discorso ufficiale, esaltando le benemerenzedei Figli di Don Bosco . Il coro dei chierici conun gruppetto di allievi della scuola elementarerallegra il pubblico eseguendo scelti canti e gra-ziose scenette musicali .

Un volo di oltre 2000 chilometriAl mattino del 22 giugno eccolo nuovamente

in viaggio, e questa volta per, un volo di oltre2000 chilometri. Si deve infatti raggiungere lacittà di Belém, sulle sponde del vastissimoestuario formato dal Rio delle Amazzoni con glialtri fiumi che vi confluiscono .

Belém è la capitale dello Stato di Parà, uno deipiù vasti del Brasile : il suo clima è caldo umido,

per la straordinaria ab-bondanza di piogge perla vicinanza all'Equa-tore e per l'enormevolume di acqua delRio delle Amazzoni . UnCanonico della catte-drale parla a nome deipresenti, illustrando lastoria dell'istituto edella chiesa, una dellepiù antiche del Brasile,costruita dai Portoghe-si, i quali hanno por-tato dall'Europa tuttoil materiale di costru-zione, comprese le pie-tre. I nostri giovaniraggiungono il migliaio :vi sono interni ed e-sterni delle scuole ele-mentari, medie e serali .

Anticamente l'isti-tuto era un Conventodei Carmelitani. Passatoin seguito alla Curia,questa lo affidò ai Ma-risti e quindi ai Sa-lesiani .

L'alba del 24 giugnotrova il Rettor Mag-giore presso le Figliedi Maria Ausiliatricedi Bclém, che vi hanno

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un istituto fiorente per l'afflusso di giovanette,ma povero come il nostro quanto a edificio .Nello stesso giorno visita il nostro ospizio diAnanindeua, che raccoglie un centinaio di ra-gazzi poveri e abbandonati.

Il giorno 25 riprende il viaggio per Manaus,a bordo di un « Costellation », che lo porta allacapitale dell'Amazzonia in meno di tre ore .

Manaus deve il suo sviluppo alla sua posizionegeografica . Si trova sulle rive del Rio Negro apochi chilometri dalla confluenza coi Rio delleAmazzoni. Vi fioriva l'industria dell'estrazionedella gomma, ora in crisi a causa della concor-renza straniera . Un grandioso teatro - il piùbello del Brasile - ricorda i tempi prosperidella città, che tuttavia conserva ancora una certafloridezza .

Il ricevimento al Rettor Maggiore è spetta-colare. All'aeroporto vi è l'Arcivescovo Mons .Ramos (ora designato alla sede di Belém), il

Nella selva AmazzonicaDove scrosciano i grandi fiumi . . .Ai nostri appunti di cronaca vogliamo far

precedere qualche cenno geografico, etnograficoe storico dell'ambiente in cui si svolse la pere-grinazione del sig . Don Ziggiotti attraverso laMissione del Rio Negro .

La Prelatura del Rio Negro ha una superficiedi 250.000 kmq. e va dalla confluenza del RioBranco (a 400 km . da Manaus) fino agli estremiconfini con la Colombia e il Venezuela . Le nostreresidenze si trovano disseminate su una linea di16oo chilometri lungo il Rio Negro e i suoi af-fluenti Uapés, Tiquié e Icana. Il Rio Negro èa sua volta affluente di sinistra del Rio delleAmazzoni. Le sue acque - per mezzo del canaleCassicuari - uniscono il bacino Amazzonico conquello dell'Orinoco in Venezuela . Etnografica-mente è uno dei fiumi più interessanti dell'Ame-rica Latina, poichè racchiude un vero mosaicodi tribù, dall'indio semicivilizzato a quello sel-vaggio del Rio Cauburí .

Il Rio Negro - chiamato così per il coloredelle acque - ha un bacino più vasto dell'Italiae un volume d'acqua di gran lunga superiore aquello di tutti i nostri fiumi messi insieme .Coll'Uapés raggiunge la lunghezza di 3000 chi-lometri. Quanto a larghezza, va dalla media diun chilometro ad un massimo di 30-50 chilo-metri nella zona sopra Manaus e in quella diBarcelos . È cosparso di isolotti e l'alveo, invari tratti, è ricoperto di massi rocciosi, chenei tempi di secca rendono difficile la navigazione .Quando è in piena, le sue acque non solo lambi-scono i margini delle foreste, ma penetrano ad-dentro per chilometri e chilometri, allagando vastesuperfici . A destra e a sinistra del fiume è uninterminabile susseguirsi di alberi giganteschi,

rappresentante del Governo ed il Prefetto dellacittà. Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice• giovani dei nostri Istituti formano un lungocorteo che attraversa le vie e si schiera nel cortiledel collegio Don Bosco .

Qui ha luogo una manifestazione di omaggio .Poi il Rettor Maggiore va a porgere i suoi ossequialle autorità . Tanto il Governatore come il Pre-fetto sono nostri ex allievi .

Il 26 giugno si reca a visitare le scuole DomenicoSavio con annessa parrocchia, e il giorno seguentesi intrattiene con le due comunità delle Figlie diMaria Ausiliatrice, che contano oltre 2000 allieve .Tutta la popolazione scolastica e gli oratorianiaffidati alle nostre cure oltrepassano il numerodi 4000 .

Nella sede dell'Assemblea legislativa il RettorMaggiore riceve l'omaggio del Governo dell'A-mazzonia, che lo dichiara ospite ufficiale delloStato e della città di Manaus .

di palme, di arbusti e liane capricciose, cheformano come una massa verde unica, intricata,impenetrabile . . . Vegetazione esuberante, visionisempre uguali e sempre nuove, quasi di giardiniincantati, dove trovano la loro dimora uccellivariopinti d'ogni specie, serpenti, animali selva-tici e un mondo d'insetti e farfalle .La popolazione di questa vasta zona amaz-

zonica è assai limitata . I tre municipi di Moura,Barcelos e Uaupés non raggiungono un totaledi 75 .000 abitanti . Sono però esclusi i nucleiindigeni che si annidano nelle zone inesplorate• poco conosciute, soprattutto dei subaffluentidi sinistra. I selvaggi fanno talora delle scorrerie,seminando spavento e distruzioni . La parte piùconosciuta del Rio Negro è quella dei suoi af-fluenti Uapés, Tiquié e Icana, con le granditribù dei Tucani, Macú, Tariani, e le numerosesottotrihù . Vi si parla il tucano e altri dialetti .

Gli indi seguono leggi tradizionali totemiche ;il parentado viene costituito dal padre, che èpadrone assoluto della famiglia. Vige la mono-gamia e la moglie ritorna alla sua tribù quandoviene a morire il marito . Il matrimonio non sifa mai nella stessa tribù, ma si contrae conmembri di tribù diverse . È ben marcato il sensodella collettività: nell'abitazione (maloca), nellefeste, nei lavori, ecc. I bambini minorati e ilsecondo di una coppia di gemelli vengono eli-minati con freddezza e indifferenza dalla madre .La vita familiare si svolge nella più completalibertà e i figliuoli sono liberi di scegliere il propriolavoro e avvenire . Ecco perchè nei nostri internatii piccoli indi vengono di loro spontanea volontà,•

non costrettivi dai genitori .Conservatore e zelatore delle leggi tradizionali

è un essere misterioso, chiamato pagé, sacerdote•

mago della tribù, medico, fattucchiere e ar-

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bitro . Egli attribuisce le varie malattie a soffi malefici, a velenicollocati nella casa, lungo la strada, sotto le pietre . I pagé dichia-rarono che a Taracuà la malaria era dovuta al veleno racchiuso nellepietre con le quali si era costruita la casa della TVIissione . La tuber-colosi a Jauareté ebbe a mietere tante vittime, perché si era fab-bricata la chiesa sopra un sigaro pestifero, la cui esalazione infettavabimbi e fedeli che entravano nel tempio . . .

Questi pagé costituiscono un ostacolo all'opera di evangelizzazionee il missionario deve essere munito di una buona dose di pazienza eprudenza per cambiare la mentalità degli indi nei riguardi di talistregoni .

I Tucani sono gente di carattere allegro, gioviale, quasi eternibamboccioni . Sono conoscitori impareggiabili delle foreste e deifiumi, navigatori provetti anche nei tratti più pericolosi, abilissiminella caccia e nella pesca.

Penetrazione apostolica

Pionieri della Missione salesiana del Rio Negro furono Mons . Gior-dano e Don Balzola con alcuni coadiutori, che nel Igi6 iniziarono i

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BRASILE - Rio Negro - Il Rettor Maggiore

con l'Ispettore Don D'Aversa, in vista

della Missione di Taracuà .

(a destra) Anche le indiette di Taracuà,

preparate dalle Figlie di Maria Ausiliatrice,hanno offerto al Rettor Maggiore un ri

cevimento coi fiocchi .

(sotto) Lo sbarco a Taracuà avvenne aiora inaspettata, destando, con la sorpresa,

una gioia ancor più viva .

primi lavori a San Gabriel .Dopo tre anni Mons. Gior-dano moriva vittima del suoinfaticabile zelo a Javary .

Vennero presi contatti di-retti con gli elementi civi-lizzati, meticci ed indi ; sistudiarono le varie difficoltàambientali, le possibilità dilavoro. Si seguì il programmasalesiano, fondando centrimissionari in luoghi strategici,onde attirare i piccoli con tuttii mezzi suggel iti dalla caritàcristiana e dalle nostre tra-dizioni educative . I primimissionari nelle loro visite aigrandi affluenti dell'alto RioNegro - Uaupés, Tiquié ePapurí - si diedero conto deitristi effetti prodotti sugli indidalle incursioni dei cosiddetticivilizzati . Soprusi, abusi ver-gognosi, vizi, crudeltà fino alsangue decimarono i poveriselvaggi riducendoli ad unostato compassionevole . . .

Si cominciò a stabilire unaresidenza a Taracuà, posizioneche permette di l isalire ifiumi Tiquié e Uaupés . Il 21giugno del 1923 sorse unapiccola baracca di 5 per iometri, con un sacerdote e uncoadiutore, ignari della linguatucana, privi di tutto, circon-dati di diffidenza e freddezza .Ur certo Michele, vero in-viato della Provvidenza, fa-ceva da interprete nei primicontatti con gli indi, ne man-dava dei gruppi per i lavori

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e fu il primo professore di tucano ai due missionari . Di grandeconsolazione tornavano le visite di Don Balzola, che colà si recavamensilmente . Di notte scrosciavano le orgie diaboliche dei Tucani,che duravano fino allo spuntar del sole . . . risate infernali, scoppi digrida, danze al suono del misterioso jurupary . Alle prime ore delmattino passavano davanti alla missione orribilmente tatuati, con lefacce sconvolte dall'ubriachezza, con aria di minaccia, come voles-sero dire: qui siamo in casa nostra, nella nostra terra!Ma a poco a poco cominciarono le prime conquiste ; si passò

dalla diffidenza alla semplice curiosità e quindi alla confidenza; gliindi nella casa del missionario trovavano la buona parola, il pic-colo ;regalo, il lavoro onesto, l'istruzione religiosa, la protezionecontro i soprusi dei bianchi . La cura dei bambini fu il grande se-greto che spalancò le porte all'opera nostra, incontrando lapiena simpatia di chi fino a poco tempo prima guardava il mis-

Ed ora eccoci al seguito del sig . Don Ziggiottinella sua rapida visita dal 27 giugno al 14 luglio .Il Governatore di Manaus, nostro ex allievo diHumavta, mette generosamente a servizio delRettor Maggiore la sua veloce lancia, colla qualepuò raggiungere i due centri di Barcelos e Ta-purucuara, percorrendo ben 8oo chilometri difume e impiegando complessivamente 46 oreai viaggio .

Giunge a Barcelos nel pomeriggio del 28 giu-gno, salutato da S . E. Mons. Domitrovitch edalle due comunità dei Salesiani e delle Figliedi Maria Ausiliatrice, con allievi ed allieve degliinternati, che assommano a circa 300 . Ottima laprima impressione : dopo la lunga solitudine dellaselva, eccolo dinanzi a una serie di graziose co-struzioni, che si specchiano nelle acque del RioNegro. Sembra una cittadina sorta per incanto,attorno ad un'elegante chiesa, nella quale giac-ciono i resti mortali di Don Balzola . Il ricevimento

sionario come un nemico pe-ricoloso .

Nel 1926 si fondò la re-sidenza di Barcelos, nel 29quella - di Jauareté, poi ven-nero quelle di Parí Cachoeira,Tapuruquara e Asuncion deIcana. Al posto delle capannesorsero belle costruzioni inlegno, in mattoni e pietra, conampi dormitori, scuole, saleda studio, bibliotechine, la-boratori. Accanto ad ogni mis-sione si fondò un ospedale,che nei paesi di lingua por-toghese si suole chiamare laSanta Casa». Coi Figli di

Don Bosco lavorano le Figliedi Maria Ausiliatrice, che sipresero la cura delle bambineinterne, dell'ospedale, dellaguardaroba e della cucina : unpiccolo mondo missionarioben organizzato, dovuto allozelo ed ai sacrifici dei con-fratelli e delle suore, alleprovvidenze procurate daS. E. Mons. Massa, Superioreecclesiastico della Prelazia,con il suo coadiutore Mons .Domitrovitch, e alla genero-sità del Governo Federale,che con i suoi aiuti assicurail presente e l'avvenire dellaMissione. La chiesa formail cuore di ogni residenza, equalcuna è veramente gra-ziosa .

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al Rettor Maggiore, pur senza la solennità dellefastose accoglienze delle città sudamericane, èmolto cordiale . Si prosegue quindi lungo ilRio Negro fino a Tapurucuara . Anche questoè un centro missionario assai ridente, in vivocontrasto con le casupole degli indi che di tantoin tanto s'incontrano sui margini del fiume .Comodo e moderno l'internato delle Figlie diMaria Ausiliatrice ; in via di rifacimento quellodei Salesiani. La chiesa in legno dovrà essereriedificata in muratura, con i debiti ampliamenti .A Tapurucuara il Rettor Maggiore ha la grade-vole sorpresa di incontrarsi con un gruppettodi indi del Rio Cauburf, portativi dall'intrepidoDon Gois, che sta iniziando in quella zona unnuovo centro missionario. A otto di questi in-dietti tocca la bella sorte di ricevere la primaComunione dal Successore di Don Bosco.Per riportarsi alla sua Missione Don Gois

deve impiegare sette giorni di navigazione .

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Piccolo cabotaggio

Da Tapurucuara il mattinodella domenica 30 giugno pro-segue il viaggio con aereo anfibiodella Panair do Brasil e, dopobreve tappa a Mercés, giungein due ore a Taracuà, lungole rive del Rio Uaupés . I variedifici poggiano su base grani-tica di enormi lastroni . Lagraziosa chiesa è in posizionedominante e guarda l'ampia in-senatura di fiume, sulla qualel'aereo trova un campo natu-rale di ammaraggio veramenteideale. L'ospedale isolato soprauno sperone di roccia sembraun castello medioevale . Da unavicina altura sgorga limpidaacqua potabile, che gli igienistiasseriscono essere la miglioredella zona. Taracuà si trovasulla linea equatoriale, eppureil suo clima è sopportabile,anzi talora fresco, a causa delle frequenti preci-pitazioni e per merito delle foreste vicine . Ancheper le altre residenze si deve dire altrettanto .

La visita del Rettor Maggiore, piovuto dal cieloin ora inaspettata, desta un po' di sorpresa. Ma,passato il primo momento di esitazione, eccotutti raccogliersi lungo la riva per dire il lorobenvenuto e portare quasi in trionfo il Superiorefino alla chiesa .

Ora bisogna puntare su Parí Cachoeira e civuole la bellezza di 48 ore per giungervi! Serveil motoscafo di Taracuà (ogni residenza ne hauno) piuttosto modesto e assai meno veloce diquello presidenziale di Manaus . Lungo il viaggiogli va incontro quello un po' più rapido di Parí,che reca a bordo il direttore della Missione .Monta col suo segretario su di esso, abituandosialla vita fluviale e compiendo regolarmente ognipratica di pietà, dalla Messa sull'altare portatile,alla meditazione, alla lettura, alle preghiere incomune e alle . . . allegre conversazioni, che rom-pono la monotonia della lunga traversata . Dinotte si dorme nell'amaca, o in branda, al frescodell'aria notturna con il ronzio del motore ac-compagnato dal concerto delle raganelle e cicaledella foresta . . .Lasciata Taracuà, dopo mezz'ora entra nel

Rio Tiquié, più stretto del Rio Negro e delloUaupés, ma con acque così abbondanti da farsfigurare il nostro Po, per quanto non si trattiche di un subaffluente . È un fiume tutto meandrie svolte: si contano 430 gomiti di fiume e ser-pentine prima di giungere alla Missione . Quandoi missionari dovevano percorrerlo in canoa, im-piegavano 14 giorni di viaggio .

Particolare curioso di questo e degli altri girisui fiumi : con una certa frequenza s'incontranoimbarcazioni di indi, attratti dal rumore dellalancia, che si affrettano ad accostarsi per offrirei loro prodotti di pesca, di caccia o di coltivazione,

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Parla il Successore di Don Bosco : lo s'indovina dall'at-tenzione e tensione di questi indi di Pari Cachoeira .

domandando in cambio fiammiferi, tabacco, sa-pone, ami, cartucce ed altri oggetti di necessitào utilità. Naturalmente il missionario accoglievolentieri l'offerta, perchè così ha l'occasione ditenersi in relazione con gli indi, di dir loro unabuona parola e chiedere informazioni sulla vitareligiosa della famiglia .

L'arrivo a Parí Cachoeira è annunziato da sparidi mortaretti . Il piccolo centro è tutto in festa :coi giovanetti e giovanette interne sono presentimolti indi delle zone vicine e fra questi gruppidi ex allievi ed ex allieve . Alla Messa segue unamanifestazione nel cortile in cui si alternano levoci dei confratelli a quelle dei giovani per espri-mere sentimenti di gioia e di riconoscenza alSuccessore di Don Bosco. Gli si offre in donouna collezione di farfalle e coleotteri ; le allievepresentano l'omaggio di tappeti eseguiti confibre di palma tessile . La parola del sig . Don Zig-giotti incoraggia i presenti a continuare nell'e-semplarità della vita cristiana .

Da Parí Cachoeira si avvia a Jauareté, chein linea d'aria dista appena una settantina dichilometri . Anni fa si tentò di collegare le dueresidenze con una strada attraverso la foresta .Fatica sprecata. Le piogge sconvolsero il ter-reno, e la vegetazione lo invase . È necessarioperciò risalire il Tiquié fino a Taracuà e di lìseguire il corso dell'Uaupés fino ai confini conla Colombia : altri due buoni giorni di naviga-zione. Giunto alla località di Ipanaré, pressoun'ansa del fiume dove un dislivello di terrenoforma rapide e cascate, deve sbarcare e percor-rere quattro chilometri a piedi nella foresta,per risalire poi a bordo di un'altra lancia, nellaquale prende pure posto Don Marchesi, diret-tore di Jauareté. Si viaggia tutta la notte e sigiunge alla residenza il mattino del 5 luglio,accolti dai Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice,con centinaia di alunni e alunne, ex allievi ed

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ex allieve, e famiglie intere di indi venuti dalleloro abitazioni vicine e lontane . Jauareté è ilcentro missionario più popolato . Alle opere con-suete delle scuole e ospedale si devono pureaggiungere due laboratori per falegnami e sartie un osservatorio meteorologico, affidato a DonGiacone. Anche qui si vuole onorare il RettorMaggiore con tanto di accademia in cortile .

Dopo l'accademia, un altro spettacolo : gli in-terni, grandi e piccoli, cominciano i loro giochinei due cortili, senza il chiasso dei nostri collegi,ma quasi in silenzio e nel massimo ordine . Sidirebbe che stiano facendo gli esercizi spirituali .I piccoli Tucani sono per natura tranquilli edisciplinati, non abbisognano di rimproveri nèdi modi severi per obbedire alle regole della casa .Gli interni delle nostre residenze ricevono un'i-struzione elementare in lingua portoghese evengono esercitati nei vari lavori della Missione .Aiutano a coltivare la terra, che debitamentedisboscata, fornisce frutta e ortaggi .

Da Jauareté si scende ancora a Taracuà . Quili aspetta una sorpresa: all'arrivo della lanciavedono navigare verso di loro dei fuochi galleg-gianti . Dapprima li credono canoe di indi illu-minate a festa, ma in seguito si accorgono chesono semplicemente delle scatole di latta riem-pite di materia infiammabile e poste in balìadella corrente per far scorta d'onore all'imbar-cazione del Rettor Maggiore . Il giorno seguente,7 luglio, prendono il volo per Ieana . Scesi aSan Felipe, trovano la lancia della Missionepronta ad accoglierli e a trasportarli ad Asuncionde Icana, la più recente residenza fondata nel1951 e tuttora in fase di sviluppo . Dopo due oredi navigazione sul Rio Negro, si infila il Rio Icanae si giunge a destinazione il mattino dell'8 luglio .I confratelli e le Figlie di Maria Ausili< triceavevano ormai perduto ogni speranza di salutareil Rettor Maggiore ; si può quindi immaginare

It Rettor Maggiore a Mercés, mentre attende l'aereo, va pensando mestamentequanto sia vera la parola di Gesù : " La messe è molta, ma gli operai sono pochi " .

la gioia della nascente Missione nell'udire glispari dei mortaretti e nel vedere la lancia pave-sata a festa. Anche gli indi della zona dirigonoveloci le canoe verso Asuncion: alcuni di essi,avuto sentore della visita del Successore diDon Bosco, avevano già fatto dieci giorni diviaggio per poterlo ossequiare .

Verso l'avveramento di una profeziaAnche la fermata ad Asuncion è breve, poiché

in serata stessa riparte alla volta di San Gabriel .Vi giunge dopo quasi una giornata di navigazione,verso le io del mattino . Ultimo in ordine di iti-nerario, questo centro missionario è il primoper ordine di tempo e d'importanza . Il nomeufficiale è quello di Uaupés, quantunque non sitrovi sul fiume omonimo ma sul Rio Negro . Èsede di municipio, ha ufficio postale e telegrafico,parecchie case di coloni e oltre un chilometrodi strada carrozzabile. Si trova presso una strettadel fiume, vicino a caratteristiche alture grani-tiche, che si elevano quali giganti solitari in mezzoalla foresta . I Portoghesi vi avevano costruitouna fortezza di cui rimangono ancora le mura equalche cannone. La nostra residenza apparecome un'elegante cittadina, su cui svetta il biancocampanile della chiesa prelatizia . Oltre ai dueinternati, l'ospedale e la casa del Prelato, vi sonoalcuni laboratori, che aspettano l'arrivo di capisalesiani_ per poter funzionare.Appena sbarcato, il Rettor Maggiore viene

accompagnato fino alla Missione, dove trovaschierati ragazzi e ragazze con quasi tutta lapiccola popolazione del luogo .

A San Gabriel il sig . Don Ziggiotti si fermaquasi una settimana, godendo giorni sereni eapprofittando di questo tempo per un breveritiro spirituale . L'1l luglio si fa la festa esterna

di San Giovanni Bosco conMessa cantata e alla sera unaprocessione lungo le vie delpaese con la reliquia e la statuadel Santo. Nell'accademia con-fratelli e giovani si avvicendanoper dire al Rettor Maggioretutta la loro riconoscenza, men-tre i piccoli artisti dànno saggiodi canti e recitazioni. La mani-festazione vien chiusa dal Su-periore, che rievoca la primaentrata dei Salesiani in Brasilee le magnifiche opere compiutein quest'immensa Nazione . Ciavviciniamo già al numero dicase previste da Don Bosconel suo sogno e il lavoro sa-lesiano va assumendo propor-zioni sempre maggiori. Segnoevidente delle benedizioni diDio e della continua assistenzadella dolcissima Madre e Au-siliatrice, Maria .

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Sono appena tornato da un lungo viaggio di600 chilometri tra le foreste del centro Viet Nain,in Indocina . I lo fatto sosta in una deliziosa città,dal clima primaverile, Dalat . Lì, recente :nente,abbiamo acquistato un ex convento benedettino,dove si pensa di istituire una futura casa di for-inazione . A Dalat il cielo e la temperatura sonodi una mitezza sorprendente, in confronto delletorride pianure del Viet Nam . La nostra casa aDalat è una villeggiatura, a 1500 metri di altezza,sepolta nella quiete e nel profumo di resina dellepinete . Se tutto va bene, lì sarà il nostro piccoloseminario .

Quaggiù in pianura, invece, siamo in difficoltà :abbiamo due case aperte a Thu Due e a Saigon .Ala non c'è personale sufficiente per tenerle inpiedi .

In compenso abbiamo il primo sboccio di vo-cazioni: un salesiano vietnarnese chierico di votitriennali a Manila, due novizi, dieci aspiranti aHong Kong e una trentina a Thu Due .

In occasione della settimana santa. con tuttii nostri ragazzi di Thu Duesiamo sfollati a Dalat . Cheincanto! Pareva di rifarcil'anima . I nostri giovanettifecero un corso di EserciziSpirituali . Predicava un pa-dre redentorista canadese,che da trent'anni vive inquesti posti . Conosce a per-fezione la lingua del paese e,quindi, fece presa sull'animodei giovani . Poi le duecentovoci bianche dei ragazzisvolsero il completo servizioliturgico-musicale della Set-timana Santa . I fedeli accor-sero numerosi . Qualcuno o-servava che <i quei cari fi-gliuoli avevano un qualchecosa di diverso da tutti glialtri giovani», un fascinostrano . Attirarono anche ungruppo di Caodaisti . Ciascunodi quei piccoli pagani mi di-

"Confidate ogni cosain Cesù Sacramentaloe in Maria Ausiliatrice,e vedrete che cosa sonoi miracoli. .."

DON BOSCOai primi missionari salesiani

(*oi del Liet Nam

ceva: e Veda, padre, anch'io sono capace di farmiil seno della croce», e allungava le mani perchiedermi una medaglia della 1ladonna .

A proposito di Caodaisti, forse non conosceteche cosa sia il Cao Dai . Ne avete mai sentito par-lare?

Il Cao Dai è una setta politico-religiosa, chevenera Dio sotto il simbolo di un occhio e gli dàil nome di Cao Dai,- che vuol dire « palazzo su-premo ». Ila fatto una frittata di tutte le reli-gioni: buddismo, taoismo, confucianesimo, cultodegli antenati, e ha cucinato il miscuglio conburro e olio di cristianesimo . Predica un nuovoordine di cose, un nuovo look: disprezzo dellericchezze, gettito della vita, lotta contro il vizio,proibizione dell'alcool . Ila unaa specie di SantaSede a Tîty Ninh, cento chilometri a sud diSaigon. Prima della guerra i capi si eran messia far politica . Intervennero i Francesi e li disper-sero. Il eaodaismo visse clandestino . Sotto l'oc-cupazione giapponese rialzarono la testa e col-

ViET NAM - A Dalat, città di eterna primavera .

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laborarono con i vietminh, cioè con i comunisti,nella lotta partigiana. Riorganizzati militarmente,intervenne l'attuale presidente cattolico del VietNam, il signor Diem, a scioglierli e integrarli nelleforze nazionali . Contavano più di un milione diadepti . La gerarchia si componeva di tre corpi :l'esecutivo, il legislativo e il corpo di carità .L'esecutivo comprendeva 3000 sacerdoti pagani,72 vescovi o professori, 36 arcivescovi e 6 cardi-nali pagani. In più diaconi, diaconesse e sacerdo-tesse a non finire. Formavano un piccolo statodentro allo stato. Ma, come dicevo, furono di-spersi e oggi contano solo numerosi fedeli chefrequentano la pagoda di T€1y Ninh e preganoper il ritorno in sede del loro papa, profugo inCambogia .

Il governo ci pregò di assumere noi l'educa-zione di 140 orfani caodaisti . Ne abbiamo rice-

SAIGON (Viet Nam) - Gli effetti del ciclone sulla sala di studio :tetto scoperchiato, ambiente allagato, libri e banchi rovina'.i

vuti una quarantina: anime belle, assetate diverità. C'è nel popolo caodaista una diffusa stan-chezza di pratiche pagane . Come vedete, anchequi la messe è molta ma gli operai son pochi .

opo la Settimana Santa, abbiamo fatto unaspecie di giro turistico nei dintorni della città diDalat. Ci sono cinque laghi, uno più meravigliosodell'altro, come cinque gioielli, tra pinete este-sissime, ricche di selvaggina e di uccelli dallepiume screziate. Una luce indefinibilmente lim-pida vibra nell'aria e dà un colpo d'ala ai polmonie al cuore .

Poi chiudemmo il breve soggiorno e si riprese,con nostalgia, la strada verso la pianura, in unacolonna di camion . Fu nel ritorno che incro-ciammo i Moi .

I Moi sono i montanari del Viet Nam . Vivonoin regioni impervie, dove scorrazzano gli animali,come il cervo, la tigre, il giaguaro, l'elefante e il

bufalo selvaggio . I Moi sono il risultato di unincrocio di almeno dieci razze differenti. Ciò spiegala gamma di colorazioni della loro pelle, che variadal nero lucido di un disco di grammofono dicerti tipi negriti al bianco latteo con capelli liscidi alcuni villaggi. Vent'anni fa erano in lottaspietata fra di loro ; poi le epidemie e i banditi lihanno decimati. Oggi sono in via di estinzione .Hanno un gusto artistico molto fine e una ab-bondante fioritura di canti e di leggende musicali .

Superstiziosi, sottostanno all'influenza dellostregone. Il guaio è che si ubriacano troppospesso. In ogni manifestazione festiva non si fannoscrupolo di fare una sbornia di alcool di riso .

Hanno un'anima semplice, senza nessuna com-plicazione, come semplicissimi, ridotti al minimo,sono i loro vestiti e il taglio delle loro stoffe .Quando f, freddo, usano avvolgersi in una specie

di coperta, un poncho assaielegante. Sono un po' civet-tuoli e vanitosi nel portarebraccialetti e collanine .

Questo sarebbe il campodi lavoro, che il Vicarioi_postolico di Saigon, Mons .Hien, ci vuole affidare .

S tavo dicendo che si ri-discendeva in pianura. A unacurva della strada il camiondi testa del nostro piccoloconvoglio slittò paurosamen-te e si capovolse. I ragazzi-lzarono un grido di aiutolla Madonna. Furono tra-

scinati di striscio per unadecina di metri. Quando liestraemmo erano salvi. Qual-cuno portava una leggeracontusione o una ammacca-tura da poco. Avevo le la-grime agli occhi dalla gioia .La Vergine Santa ci avevasalvato, letteralmente sal-vato, 30 ragazzi e un sale-

siano. Non potemmo fare a meno di esprimereil nostro grazie con un canto di lode .

Ma non è tutto . All'inizio della stagione dellepiogge ne successe un'altra. I ragazzi erario incasa quando si abbattè su di noi una terribiletromba d'aria che scoperchiò tutto . I tetti vola-rono in aria, qualche grosso albero venne sradi-cato come un fuscello. In chiesa c'era un grup-petto di ragazzi che si preparavano al servizioliturgico del giorno dopo, festa del Corpus Do-mini. Il ciclone passò sulla loro testa, con unoscroscio terrificante . Ma non fece del male . Lagente accorsa pensava di trovarci cadaveri e in-vece ci trovò sanissimi e vispi .

Vi chiediamo una preghiera di ringraziamentoper noi .

Faccio mio l'augurio di San Patrizio : « Cristoregni nel cuore di tutti quelli che pensano a noi» .

D . GENEROSO BOGO, missionario salesiano

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Fu nel lontano 1906 che i nostri missionari,dopo un viaggio avventuroso di più di un mese,piantarono le tende nella Colonia del Sacro Cuore(Mato Grosso-Brasile) .

Tagliati fuori da tutto e da tutti, in piena fo-resta, senza casa in cui ripararsi dalle intemperie,non si scoraggiarono . Rimboccarono le manichee attaccarono sodo a lavorare . Tagliarono pali efoglie di palma e costruirono le due prime ca-panne, una per i Salesiani, l'altra per le Figliedi Maria Ausiliatrice . Si trovavano a circa 400 chi-lometri da Cuiabà .

Nel mese di marzo cominciarono a scrosciarele piogge, senza intermittenza . Quelle due ca-panne di foglie di palma, con le pareti di pali,riparavano ben poco dal vento e meno ancoradalla pioggia torrenziale .

Don Balzola era, il più alacre nel lavoro . Al mat-tino, per tempissimo, prima dell'alba, si alzavada letto e al lumicino di una candela recitava ilBreviario col fervore di un monaco . Alle primeluci, entrava in cappella per le pratiche di pietàcon i confratelli .

Pareva di essere isolati, sepolti nella selva . T.invece da giorni i selvaggi frugavano tutt'occhie seguivano ogni minimo spostamento .

Una notte Figlio di Uccelli strisciò lungo lepareti di legno d lla capanna e attese . Don Bal-zola, come al solito, si levò prima dell'alba, ac-cese il lumino e incominciò a recitare il Breviario .Il selvaggio incoccò la freccia, passò la puntaattraverso le fessure dei pali, prese la mira . Nonpoteva sbagliare . La freccia scoccata avrebbespaccato il cuore di Don Balzola e fermato persempre quella vita meravigliosa. In quel mo-mento Don Balzola fece un ampio segno di croce,si rizzò in piedi e poi si inginocchiò curvando pro-fondamente la bella testa sul tavolo. L'indio sentìun brivido scorrergli per le ossa ; una forza stranalo sconvolse. Ritirò la freccia, pallido di terrore ;guardò ancora quella testa china in preghiera .Silenziosamente, mangiandosi le mani dalla rab-bia, fuggì .

Ma non si rassegnò e, se contro Don Balzolacapiva che era inutile agire, perchè quell'uomobianco era tabù, gli rimanevano altre vittime su

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MEMORIE DI UN VECCHIOMISSIONARIO

..er~defia drsangueRIASSUNTO DELLA PUNTATA PRECEDENTE : Don Cclbacchini ritrova, a distanza di einguant'anni,un vecchio bororo, dal nome di « Figlio di Uccelli», che era stato uno dei più avversi e dichiaratinemici dei primi missionari salesiani . Con lui ricostruisce i lontani ricordi di un tempo che fu .

cui sfogare l'odio sordo contro i visi bianchi . De-cise di uccidere il confratello salesiano MinguzziDomenico. Sapeva che ogni mattina si dirigevaalla foresta per tagliare alcune piante . Scelse ilposto più opportuno per l'agguato . Poi attese conimpazienza e con gioia satanica . Ma le ore pas-savano e nessuno si faceva vivo . Perchè Minguzzinon compariva, con la scure in spalla?

C'era stato un disguido . Don Balzola quellamattina gli aveva ordinato di salire sul tetto dellacapanna a riparare, con alcune foglie di palma,certi buchi da cui entrava il diluvio .

Stanco di attendere, Figlio di Uccelli si recòalla capanna . Oh, rabbia! Minguzzi era intento allavoro. Capì che era inopportuno attraversare laradura scoperta per infliggergli la freccia nelcuore. Rimandò l'assassinio al giorno dopo .

Si stava allontanando, quando udì nella fo-resta un lieve fischio, subito intercalato dal cantodel Jaò, un uccello simile alla pernice . Era ilsegno convenzionale con cui il cacico Ukeiwaguuodava ordine a tutti i Bororo in perlustrazione dirientrare alla base .

Rientrò scornato . Non gli era mai successa unasimile disdetta .

Un chavante di SANTA TERESINA : uno dei più abili eappassionati per la caccia .

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Eppure solo qualche anno prima Figlio diUccelli si era fatto una fama quasi leggendariacon un atroce fatto di sangue .Si era nel 1894 e una carovana attraver-

sava l'altipiano che dal Rio Cuiaba per oltre600 chilometri si spinge digradando fino allesponde del Rio Araguaia . La pista partiva dallacittà di Cuiaba e arrivava alla città di Registrodi Araguaia . Il convoglio di carri, trainati da buoi,portava mercanzie e sacchi di sale .

Tra i selvaggi e i bianchi c'era tensione diguerra. Il bororo che ritornava alla sua taba(villaggio) con i trofei delle vittime (una mano,una capigliatura, un oggetto qualsiasi) venivaaccolto col cerimoniale festivo di chi porta a casala pelle chiazzata del giaguaro .La carovana si accingeva a guadare uno dei

tanti fiumiciattoli del Sangradouro . Passaronouomini a piedi e a cavallo, passarono i carri e ibuoi. Chiudeva la retroguardia una coppia di

CUIABA (Mato Grosso) - Piccoli Chavantes, mentre eseguiscono una danza inonore del Rettor Maggiore .

uomini a cavallo, uno giovane e l'altro anziano,padre e figlio . Nell'anziano, Figlio di Uccelli ri-conobbe l'assassino di suo fratello . Allora lo preseun desiderio irrefrenabile di vendetta .

e

Qui il mio vecchio amico bororo mi raccontadiffusamente la storia di quella vendetta .

Successe che nel guadare il fiumicello le caval-cature dei due ultimi sostarono alcuni minuti perdissetarsi . Il figlio dell'uomo bianco carezzava lacriniera del cavallo che beveva avidamente. D'untratto balzò giù dalla groppa, riempì d'acqua ilsuo guampo (corno che serve di bicchiere durantei viaggi) e lo porse al babbo. Il selvaggio, che erain agguato, scoccò la freccia che si confisse nelcollo del giovinetto, facendo spicciare un fiottodi sangue. Il padre saltò giù di sella a sorreggereil figlio . Poi esplose in aria alcuni colpi di fucileper invocare aiuto. Accorsero quelli del convoglio,

ma non poterono far altro che assistere impotentialla morte del giovinetto. Intanto il selvaggio erascomparso rapidamente; messosi in salvo, detteun richiamo con tre fischi ai compagni . Cosìuniti, si allontanarono di parecchi chilometri e,perchè nessuno potesse scoprire le loro tracce,calzarono una specie di sandali rettangolari piùlarghi del piede, fatti di erbe intrecciate, di modoche era diílicilissilno riconoscere le impronte eimpossibile rilevarne la direzione . Accesero a seraun piccolo fuoco, evitando con cura che si levassela colonnina di fumo (senza fuoco i selvaggi nonsi arrischiano a passare la notte) . Figlio di Uccelli,accoccolato vicino al fuoco, passò la notte sveglio,ancora sotto l'emozione della vendetta e, mentrerimoveva le ceneri e le braci, macchinò il colpopiù terribile.

Al mattino, senza dir nulla, partì alla voltadella città di Registro di Araguaia : 200 chilo-metri di cammino . Vi giunse al tramonto del terzo

giorno . Aspettò pazientementeche tutti gli abitanti rincasasse-ro. Sapeva con esattezza dov'erala casa dell'uomo a cui avevaucciso il figlio . Era cinta daa unasiepe di bosso e di rovi, sullariva del fiume, con un pezzo diterreno coltivato a mandioca ea frutta. Un reticolato di filo-pinato la difendeva . Laceran-dosi la pelle, riuscì a valicarla,si nascose sotto il fogliame dellamandioca e attese tutta lanotte .

Ai primi albori sentì cigolarela porta di casa. A passo lento,un giovanotto insonnolito uscìper recarsi al fiume ad attingere;qua. Fulmineamente il bororo

lo inchiodò a terra con unafreccia diretta al cuore . La vit-tima non dette un grido ; rotolòsulla ghiaia . Il selvaggio si rizzòin piedi ; scese la sponda e attra-versò a nuoto il fiume .

La macabra scoperta dell'assassinio mise inallarme tutta la cittadinanza . L'orrore toccò ilculmine quando tornò a casa il padre dell'uccisoe scoprì l'eccidio del figlio superstite .

Partì subito una spedizione punitiva di 20 uo-mini armati fino ai denti . Risalirono il fiume Ara-guaia fitto alla confluenza col Garga, rastrellandoil terreno . Dopo un mese di ricerche ùon avevanoancora incontrato anima viva, finchè un giorno,a un gomito del fiume, videro due bororo chestavano pescando. Li seguirono attentamentesenza farsi scorgere fino al villaggio . A nottefonda accerchiarono le capanne e attesero l'alba .Quando i Bororo cominciarono ad alzarsi, ibianchi aprirono il fuoco e li massacrarono senzapietà. Fu una carneficina .

Si può comprendere quale urgente bisogno cifosse di missionari che portassero la pace e l'amore .

Don ANTONIO COLBACCIIINI(segue terza puntata)

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Quando vennero scoperti a Nagasaki i discen-denti degli antichi cristiani del Giappone, stupìtutto il mondo cattolico e Pio IX pianse di con-solazione . Per oltre due secoli, questi eroiciconfessori, rimasti privi dei sacerdoti e perse-guitati senza tregua, si erano tramandati dipadre in figlio la fede fino alla settima genera-zione, fino a quando tornarono fra loro i mis-sionari, perchè - essi ne erano sicuri - i Padrisarebbero tornati; l'aveva profetizzato il lorocatechista-martire Sebastiano .

Il 17 marzo 1865 il P . Petijean, da poco rien-trato in Giappone e stabilitosi a Nagasaki, ebbela ventura di fare questa meravigliosa, scoperta .«Santa Maria no gozo ma doko? Dov'è la statuadella Madonna?» gli aveva timidamente sussurratoun gruppo di persone venute a visitare la nuovachiesa di Oura, appena terminata. Davanti al-l'altare della Madonna quei buoni popolani sierano convinti che il nuovo missionario era ilPadre cattolico che essi attendevano, e soloallora gli confidarono che essi avevano « lo stessocuore, come lui » e molti altri a Urakami, a Na-gasaki e in tutto il Giappone, nascosti nelle isolee tra i monti, avevano il loro medesimo cuore .La Madonna, che aveva maternamente vigilatosopra di loro, riconsegnava ora i suoi predilettifigli nelle mani dei sacerdoti che avevano potutofinalmente tornare .

Questa materna, specialissima protezione, gliantichi cristiani del Giappone l'avevano me-ritata . La divozione alla Vergine Madre « SantaMaria», era sempre rimasta viva in mezzo adessi; mai dalle loro mani era caduto il santorosario ; quel grosso rosario, fatto di legno duro,compagna fedele nelle loro fatiche e tribolazioni,aggrappati al quale, come ad àncora di salvezza,essi morivano con serena fiducia, perchè la Ma-donna li attendeva in Paradiso .L'amore a Maria Santissima era entrato in

Giappone con S. Francesco Saverio, in quel lon-tano 15 agosto 1549 . Sbarcando a Kagoshimail Santo portava con sè « una devotissima im-magine di Nostra Signora» . La Madonna gliapriva la strada. Davanti a questa dolce effigeil Daimio di Satsuma e la sua corte, ammiratie soggiogati, si prostrarono in segno di rispetto .

Ai neofiti di Icciku, prima di lasciarli, il Sa-verio aveva dato una piccola immagine dellaMadonna dicendo : « Quando vorrete ottenereil perdono dei vostri peccati, inginocchiatevidavanti a questa immagine e pregate la Ver-gine SS. di impetrarvi il perdono dal suo Divin

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1l.1SA1Ull

O 1N Ì10NilP nQuesta interessante relazione serva a infervorare- se pure ce ne sarà bisogno - i nostri Cooperatorie lettori alla recita del santo Rosario in famiglia

Figlio» . Dodici anni più tardi, quando il fratelloAlmeida potè recarsi a visitare quei cristiani,li trovò ancora fervorosi e fedeli alle istruzioniricevute dal Padre Francesco .

E nel 1607 un Padre giapponese del Collegio diArima, attraversando la regione di Satsuma ebbela sorpresa di trova in un paese una « nuovasetta» chiamata dalla gente del luogo « Téin-gikushu », ossia setta dell'India .

Il Padre interrogò i più anziani e seppe (laessi che P. Francesco Saverio aveva predicatoil Vangelo ai loro padri, ma che egli era statoallontanato dal Principe per istigazione deibonzi, e così altri due Missionari che erano pas-sati di là senza potercisi fermare . Il Padre ca-techizzò i più volenterosi e cinque ricevetteroil battesimo. Tra questi una buona vecchia assaifamosa tra quella gente come maga benefica,«che aveva guarito un gran numero di malaticon certi talismani che essa custodiva gelosamente,e che aveva ricevuto in eredità dai suoi parenti» .Il Padre, dopo il Battesimo, volle farsi consegnarequelle « reliquie idolatriche » e la buona vecchiasorridendo, cavò fuori dal suo seno « due rosaricristiani, di legno nero, consunti dall'uso . . . » .

I successori del Saverio, naturalmente avevanocontinuato ad inculcare la divozione a Maria SS .introducendo tra i cristiani Giapponesi anche laCongregazione Mariana, che nel 1592 ricevetteun grande impulso dal P. Valignano . Non soloi semplici cristiani del popolo, ma anche Samuraie Daimio di alto rango, come Otomo Sorin eTakayama Ukon, amavano e praticavano la,divozione del Rosario e usavano portare al collola corona, anche in battaglia . Nel 1602 i Fran-cescani costruirono la prima Chiesa a Yedo(Tokyo) dedicata a «Nostra Signora del Sacra-tissirno Rosario e fondarono la prima vera Con-fraternita del Rosario» . Poco dopo, con l'arrivoin Giappone dei missionari Domenicani, le Con-fraternite del Rosario si moltiplicarono «comei polloni di bambù ». Nel 1604 essi si erano sta-biliti nella regione di Satsuma e la loro missioneera intitolata a N . S. del Rosario . E quandofurono cacciati da Satsuma qualche anno dopo(1609), un loro Padre fu inviato a Meaco (Kyoto),ove costruì una chiesa dedicata a N . S. del Ro-sario, e altrettanto fece il Superiore, P . De Mo-ralez, a Nagasaki, dove si era rifugiato con moltisuoi cristiani . A Nagasaki egli ricevette nel piosodalizio «più di diecimila fedeli» . Ogni rionedella città aveva la sua Confraternita del Ro-sario .

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Per favorire questa divozione erano statistampati e divulgati due opuscoli : un Manualedel Rosario che ne spiegava i misteri, e il Som-mario della Confraternita . Ben presto l'Ordinedi S . Domenico vide la confraternita del Rosario«prendere uno sviluppo immenso e operare me-ravigliosi prodigi nell'ordine spirituale ». Al sud sitrovavano cristianità, come quella di Miye nelducato di Arima, che erano iscritte in massa nellaConfraternita. Nel 1630, in piena persecuzione,un missionario Domenicano (P . Lucas dello Spi-rito Santo) scrivendo da Yedo, residenza delloShogun, informava che la Confraternita del Ro-sario era assai diffusa anche nel nord .

Questo fervore mariano spingeva gioconda-mente i cristiani all'apostolato e al martirio . Nu-merosissimi martiri morirono col rosario in mano.

Nel 1608, il primo martire della, missione do-menicana, Leone Shiciyemon, condannato amorte per la fede dal Daimio di Satsuma, sipresentò al luogo del martirio vestito di biancocon le due spade al fianco e « il Rosario in mano» .Chiese il tempo di poterlo recitare, poi presentòtranquillamente il collo ai carnefici .

Nel 1622 Gabirie Icldnose Shinshiro di Hirado(23 anni), zelante catechista del P . Costanzo epresidente della Confraternita del S . Rosario,fu imprigionato e infine condannato a morte .Andò serenamente al martirio « meditando i mi-steri del Rosario» .Tomaso Koteda, Antonio Kimura, Michele

Talceshita e Leone Nakanishi, rnartiri.zzati aNagasaki il 27 novembre 1619, «vestivano l'abitodel Rosario e morirono in mezzo alle fiammecon i nomi di Gesù e di Maria sulle labbra » .I loro nomi figurano nella lista dei 205 beatifi-cati da Pio IX nel 1867 .

Il 13 aprile del 1618, Venerdì Santo, nella pri-gione di Yamagawa fu decapitato Paolo Taro-bio,ye, presidente della Confraternita del Rosario .

La Beata Lucia de Fleites che faceva parte del«Grande Martirio di Nagasaki» - i 52 confe- :oritra missionari, catechisti e semplici fedeli d'ambo

i sessi, metà decapitati e l'altra metà bruciativivi a fuoco lento il 10 settembre 1622 - « erapriora del Rosario di Nostra Signora», mentrela, maggior parte di questi martiri appartenevanoalla Confraternita, del Rosario, e dopo il martirioi loro corpi, le immagini, i rosari e tutti gli og-getti religiosi trovati indosso ai Martiri, furonobruciati e le ceneri disperse in mare .

La tremenda persecuzione generale scoppiatanel 1614, che infierì per due secoli e mezzo, finiper annientare l'eroica cristianità del Giapponeallora fiorente di 300.000 fedeli, ma non riuscìa strappare l'amore alla Vergine SS . dal cuoredei superstiti e dei loro discendenti, nè il ro-sario dalle loro mani, tanto profondamente eraradicata negli antichi cristiani Giapponesi questadivozione.

Dopo la sensazionale scoperta, con la ripresadel lavoro missionario, risorse anche la Con-fraternita del Rosario . Oggi, come in antico,la corona del Rosario, insieme alla croce e al librodelle preghiere, è un tesoro personale amato eúsato da ogni cattolico in Giappone .

Quanti vennero folgorati dall'atomica cori ilrosario in mano, come la sposa del celebreprof. Paolo Nagai, l'autore del Le campa-ne diNagasaki! Egli stesso, martoriato per sei anni dalletremende radiazioni, morì- stringendo fra le maniil rosario, che gli aveva benedetto e inviato, conla sua paterna benedizione, Sua Santità l'io XII .La Legio Mariae, introdotta recentemente in

Giappone (1948), si è sviluppata così rapidamenteda raggiungere i 280 presidi con oltre 10 .000membri. E si sa, l'adunanza settimanale di questofervente sodalizio s'inizia sempre con la recitadella terza parte del Rosario .Possiamo lavorare con fiducia . L'avvenire

della Chiesa, anche in Giappone, è nelle manidi Maria .

Sac . CLODOVEO R. TASSINARITokyo, 24 agosto 1957

niiissioiaario salesiano

SANGRADOURO (Mato Grosso) - 11 gruppo di Chavantes che vi giunsero il 24-2-1957, foto-grafati dopo che i nostri missionari ebbero compiuto l'opera di misericordia più urgente .

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~ b ít ma*deICAWYL/ATR/CGuarigione clinicamente non spiegabile

Avevo una mia figliuola gravemente ammalata .Per le continue preghiere di mia moglie e mie,improvvisamente la malattia si è risolta con unrepentino miglioramento tale da consentirle diessere dimessa dalla clinica. Il medico curantedichiarava clinicamente non spiegabile la gua-rigione repentinamente conseguita, non essen-dole stata fatta una cura specifica perchè in con-dizioni di estrema debolezza. Riconoscenti aMaria Ausiliatrice, noi genitori vorremmo cheil miracolo su descritto fosse pubblicato nellarubrica « Sotto il manto dell'Ausiliatrice» .Trapani

Cooperatore PIETRO SANTINOcapo VII Reparto Movin.= . Ferrovie

Un caso definito «disperato »

Una mia amica, cara più che sorella, era statacolpita da paresi alla lingua e al lato destro . Ilcaso fu definito disperato . Perciò lo affidai allaVergine Ausiliatrice, per intercessione di S . Gio-vanni Bosco e di Don Rinaldi, e mi raccomandaial Rettore del nostro Seminario per un triduodi preghiere. La malata cominciò subito a miglio-rare e dopo due mesi lasciava il letto e cammi-nava. Abbiamo ora viva speranza che il malenon si ripeta e che la Vergine continui a proteg-gerla .Villacidro (Cagliari)

FRANCESCA SANNA

Don Bosco moltiplica i pani per tre fan-ciulli poveri .

La festa di San Giovanni Bosco richiamòanche quest'anno una immensa moltitudine, ve-nuta anche dai paesi vicini . Speravano di otte-nere, tra le altre grazie, il beneficio della pioggia,poichè da due mesi non cadeva una goccia . Ela pioggia venne proprio il secondo giorno deltriduo. Però non fu questa la grazia più impres-sionante .

In questo Santuario ogni martedì e festa diDon Bosco, si distribuiscono piccoli pani be-nedetti. Il terzo giorno del triduo una poveradonna si presentò a ricevere il pane benedetto,che divise in due parti : una la diede subito aisuoi tre bambini, l'altra la custodì, per darlaloro a mezzogiorno . Non aveva altro, la pove-retta!

Tornò a casa sua, mise i cinque panini nellacredenza, dicendo ai bambini: « Questi sarannoper mezzo giorno » e li chiuse a chiave . Poi

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uscì per andare alla Croce Rossa a prendere al-cune medicine e tornò verso mezzogiorno, colcuore afflitto pensando che non aveva se non iminuscoli pani di Don Bosco per i suoi bam-bini. Ma quale non fu la sua meraviglia nel-l'aprire la credenza e vedere circa tre chili dipane, ancora caldi come fossero usciti in quelmomento dal forno! Al suo grido di gioia, ac-corsero alcune vicine, e tutte esclamarono :« Questo .è un miracolo di San Giovanni Bosco! » .

Però il miracolo non finì lì : fra le personeche videro il miracolo ci fu la signora EsterMaria Davila, che disse alla poveretta : « Io vimanderò due chili di pane ogni giorno!» .

La voce corse per la città, e tutti dicevano :Don Bosco ha nuovamente moltiplicato i pani

come li aveva moltiplicati in vita» .La pioggia e questa moltiplicazione dei pani

furono- di un effetto tale, che si dovette lasciareaperta la Chiesa nel giorno della festa fino atarda notte perchè tutti vollero pregare il Santo,chiedendo grazie e favori .

Nella casa dei pani fu una processione, pervederli e averne un pezzetto . Furono testimoni:le signore Teresa Ayal, Maria Cepeda, EsterPerez Villareal e molte altre persone, tuttepiene di riconoscenza a San Giovanni Bosco .

Saltillo Coah . (Messico), 18 agosto 1957In fede:

Don SERGIO CARRAGLIA, Rettore

Migliora il 24 maggio

Il mio Guido, ammalato di otite con febbrealtissima che durava da parecchi giorni e senzaalcun accenno a diminuire, ebbe un improvvisosorprendente miglioramento proprio il 24 maggio,giorno della festa di Maria SS . Ausiliatrice . De-sidero venga reso pubblico il mio grazie per ilfavore ricevuto .Torino

ERNESTINA PALOZZI ROSSETTI

Don Bosco, S. Maria Mazzarello, grazie!

Il sig. Rizzante Angelo, di Gardigiano diScorzè, che diede all'Istituto delle Figlie di MariaAusiliatrice tre figliuole e un figlio alla Congre-gazione Salesiana, rincasava col suo piccolo mo-tore . Nell'evitare una bicicletta, venne lanciatocontro il monumento di Don Bosco .

Ricoverato d'urgenza nell'ospedale di Noale(Venezia), dalla radiografia risultarono gravissimefratture alla scatola cranica . Un consulto di va-lenti medici non lasciò quasi nulla a sperare .

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Nel nostro immenso dolore ci rivolgemmo aDio, facendo una fervorosa novena a S . GiovanniBosco e a S. Maria Mazzarello .

L'infortunato, per 24 lunghi giorni, fu obbli-gato all'immobilità assoluta . Ma poi, nonostantele sinistre previsioni mediche, la sospirata graziavenne .Dopo 40 giorni, poteva lasciare l'ospedale e

riabbracciare i suoi cari con infinita riconoscenzaa Dio e ai suoi Santi intercessori .Istituto salesiano - Cavaglià (Vercelli)

Per la famiglia interessataSac . GIOVANNI RIZZANTE

Potenza dell'intercessione di Don Bosco

Il babbo si era ammalato gravemente e nonvi era speranza di guarigione. Nonostante lemolte cure, ad un male se ne aggiunse un altro,poi un altro ancora : arteriosclerosi, dilatazionedella vena aorta e angina pectoris .Pregammo perciò con fede S . Giovanni Bosco

ed ecco sottentrare ad ogni speranza umanaormai perduta un vero miracolo della potenzad'intercessione di Don Bosco . Il babbo riacquistòla salute, che gode tuttora benedicendo con noila bontà del Signore e dei suoi Santi .

Suor REGINA C GIUSEPPINA CALLEGARI, F . M . A .

Fiòrina Cotto (Torino) ringrazia M . A . per la guarigionedel suo bimbo, che era già in fin di vita .Olga Cavallo (Moncalieri) affetta da grave malattia polmo-nare, si rivolse a M . A . e a S . G . B . e ottenne guarigionecompleta.Anna Appendini (Villastellone) sofferente di malattia ner-vosa, chiese la guarigione a M . A. e a S . G . B. e fu esaudita .C . Magnino (Cuorgnè Canavese) ringrazia M . A . e S . G . B .,che le ottennero una segnalatissima grazia .Suor Carità Rodriguez Sastre, F . M. A. missionaria, èriconoscente a M . A. che ascoltò la sua preghiera .Elba Ferri (Romagnano Sesia-Novara) si rivolse a M . A .e a S. G . B . per ottenere la guarigione della bambina cheera così grave che si disperava di salvarla e fu esaudita .Maria Sardegna (Bivona-Agrigento) implorò da M . A . unaguarigione che sembrava impossibile.Cecilia Virano (Collegno-Torino) ringrazia M . A . e tutti iSanti Salesiani per averla visibilmente protetta in un graveatto operatorio.Bartolomeo Canalis (San Bernardo-Carmagnola) è ricono-scente a M . A . e a S . G . B . per grazia ricevuta .Rosina Maini (Pellegrino Parmense) aveva il figlio da tempomalato di esaurimento nervoso ; la guarigione si presentavalunga e difficile ; invocò Don Bosco e venne esaudita .Cesarina Piana (Boscomarengo-Alessandria) riconoscenteringrazia M . A . per l'assistenza data alla figliuola duranteimportanti esami.Gaetano Caracansi (Caltanissetta) pregando con vivissimafede M. A ., ottenne di riuscire vincitore in un concorso,cosa ritenuta umanamente impossibile per speciali circo-stanze .Vigliocco Domenico (Barone-Torino) ringrazia M . A. eS. G . B . per guarigione da lunga malattia e per ottenutasistemazione nel lavoro .Teresa Bertone (Torino) con gioia si dichiara riconoscentea M. A. e a S . G . B. per la guarigione del nipote .

Don Giovanni B. Defilippi, salesiano (Cuorgnè-'l'orino)con la novena a M . A . raccomandata da Don Bosco ottenneil miglioramento in salute che aveva chiesto per poter ce-lebrare la S . Messa il giorno di Pasqua .Una Figlia di Maria Ausiliatrice desidera render nota la suaimmensa gratitudine a M . A. che le conservò incolumeil fratello da una grave disgrazia, che avrebbe potuto esseremortale .Una Direttrice F . M . A . d'oltre cortina, col cuore traboccantedi riconoscenza, vuole rendere grazie pubblicamente aMaria SS . Ausiliatrice ed a S . Maria Mazzarello per la sen-sibile protezione accordata alla sua persona e alle Conso-relle in tanti gravi pericoli e insidie incorse nei passati annidolorosi, e invoca per la sua Patria travagliata il ritornodella pace di Cristo .Irene Passi (Roma) rende grazie a M . A. e a S . G . B . peril conseguimento del diploma del figlio alla sezione estiva.Luciano Minardi Cappello (Niscemi-Caltanissetta) colpitoda atroci e insopportabili dolori per calcoli renali, si rivolsea M. A . e a S . G . B . e ne fu istantaneamente liberato .Coniugi Bernardo (Bra-Cuneo) riconoscentissimi a M . A .e a S . G . B . per aver visto appianate difficoltà che sembra-vano insormontabili, sciolgono il voto di ringraziare perso-nalmente e fare offerta .Caterina Perlini (Caccivio-Como) attribuisce all'interces-sione di S . G . B . la grazia prodigiosa della guarigione dellasorella colpita da broncopolmonite complicata da esauri-mento dichiarato fatale dal medico .Gaspare Venza (Favignana-Trapani) aveva la consorte af-fetta da una colicistite calcolosa che richiedeva operazione ;ostava all'intervento il mal di cuore e l'arteriosclerosi ; sup-plicarono M . A . e S . G . B . e l'operazione riuscì bene.La famiglia F . Tavano (Sclaunicco di Lestizza-Udine)ringrazia di cuore M . A. e S . G . B . per una segnalata graziaottenuta per loro intercessione .Angiolina Frassine Trabattoni (Rapallo) aveva un fratellomalato di ulcera avanzata, lo raccomandò a M . A . e a S . G . B.e, dopo un felice intervento, lo vide guarire .Rina Enrico (Jeannette-U. S . A .) con cuore riconoscentesoddisfa la promessa di render pubblica la grazia di M . A .a favore della sorella.Delia Lucia e Luigi Bodo (Cavaglià-Vercelli) ringrazianoS. G . B . per averli da anni ripetutamente aiutati e sempreesauditi in numerose e gravi malattie da loro felicementesuperate .Irma Salmi (Torino) ringrazia M . A . per l'assistenza maternaavuta in una circostanza tragica .Angela e Mario Gallo (Varengo-Alessandria) sono ricono-scenti a M . A . e a S . G. B . per la guarigione della figliaRita, che tanto li preoccupava .Maria Bertola in Pomir (Rossana-Cuneo) invia offerta pergrazia ricevuta .Erminia Baratino (Genova) aveva la figlia colpita da malattiapolmonare. Perduta 'ogni speranza, si rivolse a M . A . e aS. G . B . e, dopo' ardenti preghiere, ottenne la grazia tantodesiderata.Margherita Voglino (Settimo Rottaro) è riconoscente a M . A .e a S. G. B . per una segnalata grazia a favore del figlio .Iolanda Cossetti (Torino) ottenne da M . A . e da S . M . Maz-zarello che il sole tornasse a risplendere nella sua animaafflitta .

ottenute per l'int cessione '~ Maria Ausiliatrice e , S . Gio-vanni Bosco, di S. 11 zria `azzarello, di S . Domenico Savioe di altri Servi di Dio - alcuni hanno anche inviato offerteed elemosine per sante Messe di ringraziamento - i seguenti:Baglioni Teresa - Balzarini Luigia - Bellino Vincenzo -Berlen Fam. - Bertecco Alessandro - Brundu P. Paola -Carera Orsola - Colombara Rita - Contini Luigina - Co-quillard Matteo - Facchetti Maria - Furiga Luigi - Ga-ravoglia - Goitre Giuseppina - Gori Lazzerini Rachele -Lovera Giuseppe - Martino Romana - Modica Nunziatina -Natali Ezia - Quarati Maria - Rizzardi Edvige - SmeriglioMaria - Tagliaferri Enrichetta - Tripodi Vincenzo - Ver-gani Maria - Vitale Raffaella .

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na di tutto l'anima

Dopo una notte molto agitata per febbre alta,verso l'alba, mia madre si era assopita e in sognoaveva visto vicino al suo letto un giovanetto chela guardava mestamente senza parlare .

Svegliatasi, mi raccontò il sogno, chiedendomichi mai potesse essere quel giovanetto tantomesto e spiaciuto . Risposi essere il suo AngeloCustode .

Celebrata la S . Messa nell'Oratorio delle Figliedi Maria Ausiliatrice del paese, pregai la signoraDirettrice di voler incominciare una novena dipreghiere per la salvezza dell'anima della miacara mamma, ed anche per la sua salute .

La Direttrice rispose : « Facciamo un triduo aS. Domenico Savio: egli da fanciullo indicavaa Don Bosco di recarsi a questa o a quella casaperchè c'erano ammalati o moribondi da con-fessare » .Mi diede quindi una immagine da portare

all'inferma con la reliquia del Santo, e qualenon fu lo stupore della mamma nel vederla!

« L proprio questo - esclamò - che stamanestava vicino al mio letto » .Allora si decise a confessarsi e il giorno

dopo ricevette la S . Comunione senza febbre,si alzò e cominciò a star meglio .

Ringrazio il piccolo Santo, prego di pubblicarela duplice grazia sul Bollettino Salesiano e chiedodi essere iscritto fra i Cooperatori Salesiani .Benevento-S . Maria delle Grazie

P . GABRIELE TERONE, O . F . M .

Gra pie ottenute invocando San'.)omerico Savio nel periodo deiesteggianlenti ín Cattedrale

i Il signor Gastaldi Gino, fratello di una nostraragazza, fu vittima di un grave incidente stradale,per cui, ricoverato di urgenza all'ospedale dellanostra città, gli fu riscontrata la sospetta fratturacranica. In seguito rimase una bolla d'aria nelcervello e si prevedeva prossima la fine . I fami-liari invocavano con fiducia S . Domenico Savio .Per consiglio dello specialista dell'ospedale psi-

LA MORTE, MA NON PECCATI

chiatrico, ove il poveretto prestava il suo ser-vizio, fu trasportato a Torino . Là doveva esseresottoposto ad un intervento chirurgico, ma conmeraviglia dei medici, la bolla d'aria era scom-parsa, sicchè potè tornare a casa e riprendereil suo lavoro .

4 La signora Maestri Luigina, mamma di unanostra oratoriana, riacquistò la parola dopo averbaciato con grande fede la reliquia di S . Do-menico Savio. Ecco come ottenne la grazia .

Essendo stata colpita, tempo addietro, da pa-resi alle corde vocali, i familiari temevano nonpotesse più parlare .

Invitata dai vicini di casa a ricorrere al medico,fece capire che non ne aveva bisogno, ma cheattendeva la figlia che le doveva portare la re-liquia di S . Domenico Savio . Nel frattempo ellalo invocava con grande fiducia . Arrivò la reliquia,la baciò con fede e si sentì guarita .

-I: La signora Ferri Teresa, mamma di un' nostrobambino dell'asilo, che già aveva avuto tre bam-bini nati con un difetto all'anca per cui, a solisei mesi di età, dovevano essere ingessati e piúvolte operati, alla nascita della quarta creatu-rina temeva la stessa sorte . Consigliata ad in-vocare S. Domenico Savio, lo fece con vivafede. Con sua grande gioia il piccolo nacquesano, sta bene e cammina bene .

Accludo le relazioni originali debitamente fir-mate e ringrazio il caro Santo anche per la po-tente intercessione sulla nostra cara gioventù .Alessandria

Suor MARIA VALBUSADirettrice dell'Asilo Monserrato

Iolanda De Muro (Palermo) ha deciso di mettere il suo neo-nato sotto la specialissima protezione di S. D . S . perchèvenne alla luce mentre si pregava il Santo per la mammae per il figlio, tutti e due in pericolo di vita .Giulia Rossi (Casalbuttano-Cremona) aveva il fratello col-pito da emorragia cerebrale, tanto più grave in quanto erauna ricaduta ; invocò S . D . S . e ne ottenne la guarigione .Suor Olga Cecchin F . M . A . (Casanova-Torino) rende graziea S . D . S . per la guarigione della sorella Maria e per le ri-petute prove della sua protezione a favore della medesima .Lucia Delia e Luigi Bodo (Cavaglià-Vercelli) innalzano aS. D. S . un vivo e sentito ringraziamento per l'aiuto datoloro in varie necessità .

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Per íntercccsíonc dd Servo di Dio

1)011 FILIPPO IflPllL1)I

Protezione « miracolosa 11 sulle case salesianedella Polonia

I sottoscritti Ispettori salesiani dalla Poloniaringraziano di cuore il Servo di Dio Don FilippoRinaldi per la speciale ed evidente protezioneaccordata all'opera di Don Bosco nella loropatria, durante questi difficilissimi anni di guerrae di dopoguerra .

Nel tempo delle maggiori difficoltà e dei piùgrandi pericoli, abbiamo ordinato di invocare intutte le nostre case l'intercessione di Don FilippoRinaldi, affinchè il Signore ci conservasse nelcampo del lavoro salesiano . Ora possiamo farnoto a tutti che in parecchie circostanze il suointervento fu davvero miracoloso. Quindi rin-graziamo e raccomandiamo nuovamente le nostrecase di Polonia alle sollecitudini del suo paternocuore .

Sac. STANISLAO RoRITA, Ispettore del NordSac. GIUSEPPE NEgEK, Ispettore del Sud

Ottiene la salute sufficiente per lavorareLo scorso giugno ero sottoposto ari una grave

operazione per calcoli renali al rene sinistro .Avendo subìto la stessa operazione alcuni anniprima al rene destro, il professore era preoccu-pato, anche perchè dalle radiografie risultava unpo' dilatato. L'intervento riuscì bene, ma neseguirono conseguenze dolorose. In un momentodi sconforto, mi uscì questa invocazione : « CaroDon Rinaldi, sii un buon papà anche per me,ottienimi la salute sufficiente per lavorare ed io,se passerò l'anno senza gravi disturbi, farò pubbli-care la grazia» .

Ora godo di poter dire che non ho perso un'oradi laboratorio con i miei giovani .Torino

PIERO DOMESTICI, salesiano

guarito perfettamente da spondiliteMio fratello, superata una violenta meningite

cerebro-spinale, veniva colpito da un'altra gravemalattia: la spondilite .

Il professore più volte disse apertamente chenon c'era da farsi illusioni ; tuttavia consigliò,come ultimo tentativo, di trasportare l'ammalatoall'Elioterapico di Cortina .

Il processo corrosivo di alcuni corpi vertebralidella regione dorsale e lombare era alquanto

avanzato. Si temeva che, pur guarendo, rima-nesse deforme. Fu allora ch'io pensai di rivol-germi al Servo di Dio Don Filippo Rinaldi e lopregai con fede. Dopo cinque mesi di cura, lacalcificazione risultò completa e il fratello lasciòil letto, ma dovette indossare il busto .

Malgrado l'opposizione dei medici, volle rì.-prendere gli studi conseguendo la laurea. Quandoritornò a Cortina per il controllo, il professore,con sua meraviglia, lo trovò guarito bene . Anzigli disse che poteva togliere anche il busto .

Grazie, Don Filippo Rinaldi, d'averci esauditi .Padova, Riviera S . Benedetto, 54

Sr. RENZA BOIAN, F. M . A.

Solo dopo l'invocazione a Doli Rinaldi . . .Da tempo ci trovavamo in situazioni di

miglia complicate e dolorosissime . Nessun mezzoumano aveva potuto sollevarci . Si era pregatoe fatto pregare ; ma solo dopo l'invocazione aDon Rinaldi, quasi come per incanto, si è ri-solta in bene ogni difficoltà .

Siamo certi che dobbiamo a Lui questa graziae confidiamo ancora nella sua celeste protezione .S. Lorenzo Roero (Cuneo)

ROSA e ANTONIETTA SANDRI

Carlo Anfusio (Santhià - Vercelli) ringrazia D . F. R . perla visibile assistenza di cui gli fu largo in una circostanzadolorosissima.Lorenzo Odello, salesiano (Montalenghe - Torino) dichiaradi essere debitore a D . F . R . se potè guarire da una gravemalattia, che avrebbe richiesto una lunga degenza .Suor Anna M. Zanini, F . M . A . (Lima - Perù) rende graziea D. R . per la guarigione da un principio di cateratta, cheavrebbe potuto pregiudicarle la vista .E . Bellingeri (Ge-Nervi) avendo il figlio che doveva sostenereun esame per la sistemazione definitiva, lo raccomandòcon fiducia a D . R . e ottenne la desiderata grazia .Famiglia Capello Antonio (Cavallermaggiore) è grata a D . R .per la guarigione del figlio maggiore da gravissima malattia .Virginia Odiard (Ivrea) per la seconda volta in pochi mesiringrazia pubblicamente D . R . per una grandissima grazia,per la quale da anni si pregava invano .Suor Carmela Minetto F . M . A. (Tortona) attribuisce congioia riconoscente a D . R . due grazie : la guarigione di unasorella e il buon esito degli esami di un'altra .Guido M. Loschi, salesiano, rende pubbliche grazie a D . R .per il felice esito di una duplice operazione chirurgica,durata ben tre ore e mezzo, e per un'altra bella grazia ri-cevuta in famiglia .

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N

E morto1l 30 giugno scorso, si è spento in una

clinica di Bogotà uno dei sacerdoti piùamati della capitale della Colombia : il sa-lesiano Don Giovanni Del Rizzo, da tutticonosciuto col nome di «Padre Juan » .Era partito per l'America nel 1904,

quando aveva appena ventidue anni . Ilprimo campo del suo apostolato fu - il Ve-nezuela. Dopo dieci anni, fu inviato in Co-lombia, ove lavorò fino alla morte .

Nel 1933 giunse a Bogotà come direttoredell'oratorio festivo Don Bosco e rettoredel Santuario del Bambino Gesù, oggi bel-lissima chiesa da lui costruita .

Straordinarie le benemerenze di questouomo di Dio . Fu di uno spirito di sacrificioeroico, di una attività che non conoscevariposo e soprattutto, a imitazione di DonBosco, fu l'uomo della carità, dell'amoreverso i più poveri, i più abbandonati, i piùinfelici .

Che spettacolo edificante si osservavatutti i giorni alle otto del mattino e allequattro della sera, quando il caro « PadreJ uan », sorridente, gioviale, dava la cola-zione e la merenda a seicento, a settecentofanciulli del popolo! Alla domenica il nu-mero aumentava a duemila e anche a tremilanelle solennità. Per tutti non mancava maiil pane e il cioccolato .

Come lo otteneva, se non usciva mai dalla,parrocchia per chiedere l'elemosina?Il Bambino Gesù, per il quale aveva una

divozione che è propria soltanto dei santi,pensava Lui perchè nulla mancasse ai suoiprediletti, i poveri .

Effettivamente il sant'uomo tutte le do-meniche riceveva dai suoi fedeli, che nonsolo riempivano la chiesa, ma anche il piaz-zale, vari quintali di cioccolato. Chi scrivepotè vedere varie volte coi suoi occhi iprodigi della divina Provvidenza e i fruttidella Fede, quando non ha limiti e si ap-poggia con assoluta fiducia alla bontà infi-nita del Signore.

Ma ai suoi poveri non distribuiva solo lacolazione e la merenda ; per loro fondò unascuola professionale gratuita, per ragazzi eper ragazze, e una scuola di agricoltura .Un mattino poi, incontrato un povero bam-bino di pochi giorni sulla soglia della casaparrocchiale, lo raccolse coll'affetto di unamamma e, affidatolo a una buona signoraperchè lo allattasse e avesse cura di lui,fondò la casa del bambino abbandonato .Soleva chiamare il Bambino Gesù « il

mio Re» .Voleva che la sua festa, il giorno di Na-

tale, si celebrasse con la maggior solennità ;

« Padre Juan »che i suoi cantori, orfani e orfanelle, cantas-sero i loro migliori canti, - e cantavanobene mottetti a tre e a quattro voci ; -che detto giorno fosse pure quello dellaprima Comunione dei più piccini .Così pure a Natale era commovente

vedere duemilacinquecento ed anche tre-mila orfanelli tutti vestiti a nuovo, concolletto, cravatta e scarpe nuove, felici diinneggiare a Gesù Bambino, che per mezzodel suo apostolo provvedeva con tanta ab-bondanza .

Ala chi meglio cantava le lodi del Si-gnore era « Padre Juan » : tutte le domenichespezzava ai suoi fedeli il pane della paroladi Dio, predicando sei, sette volte e cioè atutte le Messe, occupandosi perchè i suoicari orfani imparassero bene il Catechismo,perchè nella chiesa parrocchiale, prima diricevere la Benedizione Eucaristica, recitas-sero con lui il santo Rosario, perchè, inbreve, col pane materiale non mancasse loroil cibo spirituale .

Predicava e praticava. Era poverissimoe mortificatissimo. Nella sua camera c'erasolo una sedia, un vecchio tavolino e unpovero letto; a mensa si alimentava con unpoco di minestra e una tazza di latte . Coni suoi fedeli invece era di una generositàsenza limiti .

I suoi poveri erano la sna, gioia, il suoassillo, ma anche la sua difesa .

Quando, il 9 aprile del 1948, in Bogotàsi sollevarono turbe di irresponsabili e dan-neggiarono collegi, chiese, case di commercioe incendiarono molti edifici, tra cui il pa-lazzo del Nunzio e quello dell'Arcivescovo,passando davanti al collegio salesiano e alla -chiesa del Bambino Gesù, non mancò chipropose di assaltare e distruggere; ma tragli stessi rivoltosi più influenti si udì unavoce che disse: « Dobbiamo rispettare il col-legio e la chiesa: il collegio è la casa deinostri figli e la chiesa è quella di " PadreJuan ", che è l'amico dei poveri e il protet-tore delle nostre famiglie» .

E contro il collegio e la chiesa, del tuttoindifesi, non si lanciò una sola pietra .

Nessuna meraviglia quindi se, quando lasua salma fu trasportata dall'ospedale allaparrocchia, tutti i suoi fedeli la ricevetterocon il più vivo affetto e piangendo come sipiange la morte della mamma o del papà;se durante tutto il giorno e tutta la nottefu visitata da migliaia e migliaia di fedeli;se uomini e donne vollero che oggetti reli-giosi toccassero il suo corpo ripetendo lafrase : « P morto un santo, che continueràa ricordarsi di noi» .

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Salesiani defuntiSac. Giuseppe Placente, t a Martina Franca a 68 anni .Fu Direttore per io anni, Economo per 8 e Segretario Ispet-toriale per 7 . Tutti lo ricordano come Sacerdote attivo e la-voratore intelligente . L'Opera di Molfetta è frutto del suolavoro . Fu pure instancabile nella ricerca delle vocazioni,specie nell'ambito della sua famiglia, da cui uscirono 2 sa-cerdoti salesiani e z Figlie di Maria Ausiliatrice .Sac. Luigi Toneguttí, t a Varazze a 7o anni .Coad. Díaz Duran Marcellino, t a Porto Velho (Brasile) .Ch. Larotonda Donato, t a 'l'orino a 24 anni .

Cooperatori defuntiCamillerí Giuseppe, t a Lija-Malta a 93 anni .Cooperatore Salesiano dalla sua prima età, donò alla Congre-gazione il penultimo dei dodici figli, il nostro Don Nazareno,professore al Pontificio Ateneo Salesiano, e alle Religiosedel Sacro Cuore l'ultima delle figlie, Maria, missionaria aTokyo. San Giovanni Bosco mostrò in modo sensibile la suaprotezione, scampandolo incolume dalle macerie della casa,colpita nel 1943 da una bomba, che esplose con ritardo .Uomo semplice, di grande fede e pietà, seppe educare lanumerosa famiglia a sentimenti di una religiosità profonda .Visse decorosamente e aperto alla carità, avendo per solerisorse il lavoro, lo spirito di sacrificio e una grande fiducia .non mai delusa, nella Provvidenza .Passò i suoi ultimi anni di forzata clausura in casa, per unacaduta, costruendo ingegnosamente giocattoli da regalare aigiovani del nostro Oratorio . Così aveva fatto nei tempi liberidei suoi anni migliori .

Ing. dott. Claudio Piiumattí Rua, Tenente Generale deGenio Navale e Aeronautico, t a Torino a 76 anni .Pronipote del Venerabile Don Rua, ricordava con commo-zione le visite fatte al santo pro Zio, che ebbe sempre per luiuna grande benevolenza, e attendeva ansioso il giorno in cuilo avrebbe venerato sugli altari. Ora lo avrà già incontratoin Paradiso, dove godrà il premio della sua vita di cristianopraticante e della sua carità verso le opere di Don Bosco .

Stefano Campia, t a Chieri (S . Luigi) il 29-vu-1957 .Lasciò a tutti esempio di laboriosità e serenità salesiana .Riteneva la Casa Salesiana di S . Luigi (che egli stesso avevacostruita) la sua seconda casa, e vi si recava spesso e volen-tieri . In essa doveva perdere la vita in un incidente tragico,mentre compiva un sopraluogo per lavori da eseguire . Ca-pomastro apprezzato e stimato, serviva gli Istituti Religiosidella Città e in modo particolare i Salesiani del suo S . Luigi,cui era legato da particolare affetto come ex allievo dell'Ora-torio . I funerali dimostrarono in quale stima era tenuto pressoautorità e popolo .

Filippo Pastoríno, t a Masone il z8-vii-r957 .Anima profondamente cristiana, si considerò sempre al ser-vizio di Dio, dell'amata ed eletta Famiglia e del suo caroprossimo . Ed ebbe la gioia di donare al Signore ben quattrodei suoi otto figli : tre figlie nell'Istituto delle Figlie di MariaAusiliatrice e uno Sacerdote, zelante Arciprete a SpianoMonferrato . Colpito da dolorosa e grave infermità, si preparòalla morte in cristiana e serena attesa dell'invito divino .

Giovanni Battista (Cino) Vassallo, t a Genova a 72 anni .Cristiano integerrimo, rifuggiva anche negli affari, magaricon suo danno, da ciò che gli sembrasse aver pur solo l'ombrad'ingiustizia. Messa e Comunione quotidiane gli fecero so-stenere esemplarmente amarissime prove . Frequentava vo-lentieri il ritiro mensile dei Cooperatori e diceva alla moglie :°, Voglio migliorarmi sempre . Se scorgete in me dei difetti,ditemelo : procurerò d'emendarmi n . Amantissimo della Ma-donna, ne stringeva spesso la Corona nei momenti più diffi-cili, perchè diceva : e Mi sento subito più sereno,> . E la Ma-donna lo volle con sè nel 40° di Fatima .Serafino Giunta, a Pozzallo (Ragusa) .Nobile figura di cristiano, rifulse di fede vivissima in ognisua attività in famiglia e nel campo dell'apostolato cattolico .Fu anche fervente Cooperatore Salesiano .

Prof. dott. Italo Mario Angeloní, t l' 1 r luglio 1957 .Sull'esempio di San Giovanni Bosco, che ammirò e amònell'Opera sua, dedicò la sua vita all'educazione della gio-ventù, formandola al sapere, alla virtù, al buono e al bello .

Costanza Ricca Barberis, t il lo luglio 1957 a 71 anni .Portò la sua croce con fede e rassegnazione ammirevole finoal calvario, in una lunga e dolorosa malattia

Contessa Maria Cecilia Balbo di Vinadio Solaro DelBorgo di S . Dalmazzo, t il 28-vii-t957 .Seguendo una cara tradizione della nobile Famiglia, nutrisempre per Don Bosco e per la Famiglia Salesiana affetto evenerazione, che concretò generosamente in opere di carità,quale solerte e affezionata dama del Comitato Centrale DamePatronesse Salesiane .

Liza Galea, t a Malta a 88 anni.Era sposa del comm . Alfonso Galea, fondatore della nostraCasa di Malta, col quale visse un'intensa vita cristiana, intes-suta di opere di pietà e di carità . Quando il compianto suoMarito cominciò a cooperare all'opera di Don Bosco, essasii prodigò generosamente per lo sviluppo delle attività sale-siane nell'isola . Ebbe larga parte soprattutto nella costruzionedella Iuventutis Domus, fondata dal marito .Rimasta cieca vent'anni prima della morte, conservò lo suaserenità e continuò la collaborazione, attendendo a lavori chepoteva compiere anche senza la vista. Conobbe nel 19o6 ilVen . Don Rua, che la definì la « Mamma Margherita dei Sa-lesiani di Malta » . Modello di mamma cristiana, continuòad assistere spiritualmente i suoi cinque figli fino alla morteed ebbe il conforto di spirare assistita dall'Ispettore dei Sa-lesiani, come aveva desiderato .

Carmelita Boldrito In Anedda, t a Sampierdarena a 84 anni .Anima ardente di fede e di carità, fu anche un'esemplareCooperatrice salesiana, devota di Maria Ausiliatrice e diS . Giovanni Bosco, ai quali fu felice di donare una sua figlia .Maria Lorenzon, t a S . Donà di Piave a 6z anni .Profondamente religiosa e aperta ai grandi ideali dello spi-rito, amò fattivamente l'Opera Salesiana, a cui donò condedizione e sacrificio gran parte delle sue energie, meritandoil titolo di « Mamma dell'Oratorio» . Matura per il Cielo,vi fu condotta dalla Vergine Ausiliatrice per la quale nutrivaun filiale amore .Maddalena Stefaní, t a Tezze di Valsugana (Trento) .Donna di singolare bontà e di eccezionale laboriosità, passòla vita nella intimità delle pareti domestiche e nell'apostolatotra gli ammalati . Non solo coltivò essa la divozione a MariaAusiliatrice e a Don Bosco, ma la diffuse con zelo tra quantipotè avvicinare . Ancora sul letto di morte volle stringere trale mani l'immagine di Maria Ausiliatrice e baciare con tra-sporto la reliquia di S . Giovanni Bosco .

Altri Cooperatori defuntiArmando Caterina - Bionaz Dionise - Bogotto Caterina -Bonaccorsi prof . doti . Antonino - Bonifacio Luigi - CadrobbiCristoforo - Calovi Michele - Chiarotto D . Serafino - CiufaloGiuseppe - Colombo Teresa - Curino comm . Felice - FabrisNoghera Caterina - Falaschi Angelo - Gherardi Maria -Giordani Valentino - Giunta Serafino - laconi Palma - MarianiLuigi - Marri Pia - Mazzucco Costantino - Neville Maria -Oliani Ferdinando - Paglietta Chiaffredo - Peretta MariaBistagnino - Pessale Domenica - Picciau Antonietta - Ram-pone Teresa - Repoldi Matilde - Rossi Luigi - Salemi D .Dario - Sansone Sisto - Talarico D . Francesco - Telini Gio-vanni .

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI consede in TORINO, eretto in Ente Morale conDecreto iz gennaio 1924, n . 22, può legalmentericevere Legati ed Eredità . Ad evitare possibili con-testazioni si consigliano le seguenti formule:

Se trattasi d'un Legato : a . . . lascio all'Istituto Sale-siano per le Missioni con sede in Torino a titolo dilegato la somma di Lire . . . (oppure) l'immobilesito in

Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni so-stanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa :a . . . Annullo ogni mia precedente disposizione testa-mentaria . Nomino mio erede universale l'IstitutoSalesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciandoad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ,, .

(luogo e data)

(firma per esteso)

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TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000

Borse da completareBorsa Mons . F . A . Guerra, a favore del ch. giapponese Gio-vanni Bosco Teranobu Kurahaski, a cura di Trimboli Giu-seppe (Roma) - io vers . 31 .700 .Borsa Gesù Eucaristia, a cura di Mariani Francesco e fa-miglia (Milano) - Tot . 14 .500 .Borsa Gesù Maria, Don Bosco, completate la grazia e datecila salute dell'anima e del corpo, a cura di M . Testone DeMaria (Varese) - Degli Innocenti Anna 1500 - Tot. 26 .500 .Borsa Goretti S . Maria (2 a) - Romano D . Giuseppe 5000 ;Federsoli Giuseppe 12 .000 - Tot . 47.600 .Persa Gesù, Maria stella del mare e Santi Salesiani, pro-teggete mio figlio!, a cura di Bindi Maria Alberighi (Siena) -Tot . 21 .000 .Borsa Immacolato Cuore di Maria (4a) per un chierico indigeno,a cura di Cubeta Giuseppe (Messina) - t° vers . 13 .000 .Borsa Invernizzi Enea, in s . e ricordo, a cura di I . Aurora(Milano) - Tot . 25 .000 .Borsa In suffragio di mia mamma e congiunti, a cura diBisulco Caterina (Napoli) - Tot. 30 .000 .Borsa In suffr . di Olinda - Paolo e Bruno Antolini (Parma)- i° vers . 20 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Domenico Savio,secondo le intenzioni di Maria Avesani (Verona) - Tot. 35 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in suffr. dei coniugiPasquale Ambrosino-Maddalena Rizzo, a cura dei sig. Am-brosino (Genova) - Tot . 47 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco (z°) - a cura di BianchinMaddalena (Vicenza) - 4ót . 45 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, in ringraziamento e perottenere altre grazie, a cura di B . C . (Bergamo) - Tot. 23 .335 .Borsa Maria Ausiliatrice, ricordati di concederci le grazie da noirichieste, a cura di Concettina Busceni (Siracusa) - Tot. 37 .45 0 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, proteggete i vostrifigli, a cura dei coniugi Giovanni Bertozzi-Ausilia Pucciins. (Lucca) - Gallia Maria iooo ; Mariotta Cecchina 5850 ;Angela Villavecchia 250 - Tot . ig .ioo .Borsa Madonna delle Grazie di Mellea, S. Rita, S . MariaGoretti, proteggeteci, a cura di C . T . (Cuneo) - i° vers. 5000 .Borsa Maria Ausiliatrice e Santi Salesiani, guarite i mieifigli, a cura di Cecchella Rina Alfonsina (Treviso) - Man-fredi S . 500 - Tot . 43 .000 .Borsa Mamma Margherita, a cura di Cubeta Giuseppe(Messina) - i° vers . 2o .ooo .Borsa Mamma mia, fiducia mia, a cura di B . C . (Trento) -Tot . 40 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, a cura di Camastri Ennio (Roma) -Tot . 35 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, a cura di Dafrà P . A.e consorte Filomena (Pavia) i° vers . 45 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, Don Bosco e' Domenico Savio,guidateci e pregate per la salvezza spirituale di tutti, a curadi Anna M . di Cielo (Pisa) - Tot . 20 .000 .Borsa Maria, Auxilium Christianorum, in suffr. dei coniugiDegrandi Carlo e Givario Vittoria e figli, a cura del figlioCarlo (Alessandria) - io vers . io .ooo .Borsa Maria Ausiliatrice e S . D . Savio, a cura dei coniugiGallo (Savona) - Tot . 35 .000.Borsa Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e S . M . Mazzarello, secondole intenzioni di Fracchia Assunta (Alessandria) - i° vers . 16 .ooo .Borsa Maria Ausiliatrice, concedici la sua guarigione! acura di Rovetta Giovanni (Brescia) - i° vers . I0 .ooo .

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Borsa Mamma, grazie! a cura di Elena Frisanco (Trento) -Tot . 30 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, potente avvocata dei moribondi,prega per noi, a cura di G . C . C . (Cuneo) - r° vers . 30 .000 .

Borse completeBorsa Perardi avv. Emilio, ex allievo e coop.,

suffr . perlegato testamentario (Torino) - L. 50 .000 .Borsa Gesù mio, misericordia, e Anime del purgatorio, acura di N . N . (Rovereto) - L . 50 .000 .Borsa Perardi Luigi capit . degli alpini, in suffr ., a cura deifamiliari per il loro caro - Tot . 50.845 .Borsa Famiglia Colloredo e Angeli, in suffr ., a cura di MariaColloredo (Udine) - L. 50 .000 .Borsa Morra Don Livio (2a) (Novara) - L. 50.500 .Borsa Maria Ausiliatrice, aiutatemi! a cura di Zenato Luigia(Verona) - L. 50 .000.Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, a cura della fam .Meschiari (Modena) - L. 50 .000 .Borsa Mamma Margherita, a cura di Maria Genovesi (Man-tova) - L. 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, vi ringraziamo e vi preghiamoancora, a cura di Maria Martini (Belluno) - L. 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, proteggete me e lafamiglia (Firenze) - L . So .ooo .Borsa Gesù agonizzante, Maria Ausiliatrice e Don Bosco,in suffr. dei miei familiari, a cura di N . N. (Ragusa) - L . 50 .000 .Borsa Tubino Giovanna, a cura di Pellerano Rita (Torino) -L. 50 .000 .Borsa SS . Trinità, in suffr. dei defunti di M. M . (Svizzera) -L. 5o .00o .Borsa Maria Ausiliatrice, concedici la salute e la risoluzionedei problemi familiari, a cura di Pia, G . Battista LonghiScaccaglia (Frosinone) - L. 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, aiutatemi, a cura di M . G . -L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, D. G . Caretta, per disposizione te-stamentaria - L . 50 .000 .Borsa S . Cuore di Gesù e Maria Ausiliatrice, concedetecigrazie spirituali e temporali e la salute eterna, a cura di S . L .(Catania) - Tot . 65 .404 .Borsa SS. Cuori di Gesù e Maria, a cura di LucchesiniFernanda (Massa Carrara) - L. 51 .070 .Borsa S . Giovanni Bosco, concedimi quella grazia (2a), a curadi Bice Barone (Napoli) - Tot . 58 .ooo .Borsa Coniugi Scagnetti, in suffr ., a cura di Scagnetti Mar-silia (Roma) - L. 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, p. g. r ., a cura deldott . Ceresa Dante (Milano) - L. 50 .000 .Borsa Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice e Santi Sale-siani, secondo le intenzioni di Antonietta Gini (Venezia) -L. 5o .ooo .Borsa Alla cara Madonna Ausiliatrice, p. g . r., a cura diM. T. B . (Genova) - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice, Don Bosco e S . D . Savio, proteg-geteci, a cura di Gianfranco Rove e Mario De Barberis(Novara) - L. 50 .000 .Borsa In suffragio dei genitori, a cura di Beltrame, MariaRosa e fratelli (Udine) - L. 50 .000 .Borsa Maria Auxilium Christianorum, Don Bosco, S . M.Mazzarello, S . D. Savio e Don Rinaldi, vegliate su di noi, acura della fam . Gallo Rina (Cuneo) - Tot . 50 .000 .

(continua)

BOLLETTINO SALESIANO

Autorizzaz. del Tribunale di Torino in data 16-2-1949-n . 403 . Con approvazione ecclesiastica .I° OTTOBRE 1957 A . LXXXI, N . I9

Dirett . resp . : Sac . Dott . PIETRO ZERBINO, via M . Ausiliatrice 32 Torino (7az) - Off. Grafiche SEI3 92

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AUFFRAY SAC. AGOSTINO

CERTA SAC. DOTT. EUGENIO

AMADEI SAC. ANGELO

BIANCI-TINI SAC . GIULIO

BONONCINI G .

CASSANO SAC . GIOVANNI

CASTANO L .

CERTA SAC . DOTT. EUGENIO

CERTA SAC . DOTT. EUGENIO

FAVINI SAC . GUIDO

FAVINI SAC . GUIDO

ZIGGIOTTI SAC. RENATO

, ; . '11Ryi[at D ì`, \,

RASTELLO DON FRANCESCO

BARBRRIS SAC. GIULIO

ROSA DI SAN MARCO

BROCARDO - GAMBARO -GIRAUDI - CERTA - TINI-VELLA - CASO'I'TI - PERA

CALVI SAC. DOTT. GIOV .BATTISTA

BARBERIS A .

`/~L(A~~Q~Ie sQLQsLQl2eDon Michele RuaTraduzione di D . Andronico. Vol. in 8, pagg . 33IVita del Venerabile Don Michele RuaPrimo Successore di S. Giovanni Bosco . Vol. in-8, pagg . 6ooIl Venerabile Don Michele RuaPrimo Successore di S. Giovanni Bosco . 3 volum in-8, paginecomplessive XXX-2592

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Dio, Patria e Famiglia . Il Servo di Dio Principe Czar-toryskiIl Cardinal Giovanni Cagliero2 volumi in-8 con numerose illustrazioni, pagg . complessive 858San Domenico Savio

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Vita del Servo di Dio Sac . Filippo RinaldiIII Successore di S . Giov. Bosco . Vol. in-8, pagg . 526Vita del Servo di Dio Don Andrea Beltrami . l'agg. 254San Giovanni Bosco . Cenni biograficiDomenico Savio . Cenni biograficiDon Francesco CerrutiMemorie della vita e florilegio pedagogico degli scritti . Val .in-i6, pagg . 384

iL.' 80o

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II Successore di S. Giov. Bosco. Volume in-i6, pagg. 500Don Carlo Maria BarattaPagg. 326 con illustrazioni fuori testoVita di S. Francesco di SalesVol. di pagg . 70011 Principe Don Augusto CzartoryskiDomenico SavioStudi" e conferenze . Biblioteca dei ii Salesianum s>. Volumein-8 grande, pagg . 102

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Santa Maria MazzarelloProfilo. Pagg . 71 illustrate da Natoli

100

Don Giulio BarberisCenni biografici e memorie

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L. 300

L. iooL.

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BOLLETTINO 'SALESIANO°Periodico quindicinale'delle Opere e Missioni di San Giovanni Bosco

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• x Nell'Eucarestia - afferma Pio XII - l'anima deve affondare le radici pertrarne la soprannaturale linfa della vita interiore, la quale non è soltanto unbene fondamentale dei cuori consacrati al Signore, ma necessità di ogni cri-stiano, cui Dio ha assegnato una vocazione di salute» .• ?er valorizzare debitamente tale inestimabile e insostituibile tesoro, nonc'è via più sicura che mettersi alla scuola del Supremo Maestro della fede edella vita cristiana, il Sommo Pontefice Pio XII, il cui magistero, anche suquesto punto centrale del domma cattolico, è ricchissimo e costituisce unaSomma £uenr,sfiea di eccezionale rilievo e interesse, sia dal punto di vistadottrinale e teologico, sia dai punto di vista pratico e devozionale, per l'incre-mento del culto eucaristico, cuore della liturgia e della pietà cristiana• . ira quindi conveniente raccogliere i singoli documenti eucaristici di Pio XII,dalle fonti ufficiali del Magistero pontificio, presentarli in ordine progressivo,secondo la versione italiana, per una visione facile e completa, quindi offrirneun'oggettiva sintesi dottrinale e unirvi Indici particolareggiati, che ne favo .rissero la consultazione• . E quanto è stato fatto in questo volume, che ci auguriamo riesca utile ailettori, per « conoscere e riconoscere il Dono di Dio » e attingervi i frutti digrazia, di carità e dì vera pace, di cui la SS . Eucaristia è inesauribile sorgente .

Facciamo noto ai' benemeriti Cooperatori e alle benemerite Coope-ratrici che le Opere Salesiane hanno il Conto Corrente, Postalecon il N V M E R O 2-1356 (T O RR IN O) sotto la denominazione :

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