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Settimanale di preghiera PANE Non di solo Sussidio di preghiera per la famiglia Anno XIX - n° 812 Domenica 16 luglio 2017 XV domenica del Tempo Ordinario “Non rinunciamo a seminare...”

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Settimanale di preghiera

PANE Non di solo

Sussidio di preghiera per la famiglia

Anno XIX - n° 812

Domenica 16 luglio 2017

XV domenica del Tempo Ordinario

“Non rinunciamo a seminare...”

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 2

Luglio 2017

“Pregare, forse il

discorso più urgente”

Sussidio di preghiera

per la famiglia

Offerta della giornata

Cuore divino di Gesù,

io ti offro per mezzo

del Cuore Immacolato di Maria,

Madre della Chiesa,

in unione al Sacrificio eucaristico,

le preghiere, le azioni,

le gioie e le sofferenze

di questo giorno,

in riparazione dei peccati,

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo,

a gloria del divin Padre.

Offerta quotidiana

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le

azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi

nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito

Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo

amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chie-sa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo

Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Intenzione del Santo Padre

Per i nostri fratelli che si sono allontanati dalla fede, perché, anche attraverso la nostra preghiera e la testimonianza evangelica, possano riscoprire la vici-nanza del Signore misericordioso e la bellezza della vita cristiana.

Intenzione dei vescovi

Perché la Chiesa con sollecitudine materna accolga i giovani e ne valorizzi le potenzialità.

Intenzioni mese di Luglio

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 3

Domenica 16

Luglio Lodi

III Settimana del Salterio

XV Tempo Ordinario

Ciò che conta non è il problema in sé, ma il modo in cui lo affronti.

Brano Evangelico: Mt 13,1-23 (forma breve Mt 13,1-9)

Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. Si co-minciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose in parabole. E dis-se: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo ra-dici si seccò. Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbe-ro e la soffocarono. Un'altra parte cadde sulla terra buona e die-de frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda».

Contemplo:

Il seminatore uscì a semi-nare Le parabole di Gesù, con le pa-role che rappresentano imma-gini della vita di ogni giorno, superano e santificano la capa-cità del linguaggio abituale, perché entrano nella nostra vita e la cambiano. C’è grande divario tra la parola, il pensie-

ro e la realtà, e «quando si tratta di Dio il pensiero è più vero della parola e la realtà più vera del pensiero». Il regno di Dio e all’opera anche oggi, e questo «oggi» di Dio è seme di una vita nuova nella Chiesa e nel mondo.

Agisci

Eleverò una pre-ghiera al Signore per tutti coloro che non hanno avuto, o che non si sono da-ti, l’opportunità di ritrovarsi e di spe-rimentare l’amore

di Dio nella propria vita.

Il santo del giorno:

Beata Vergine Maria del Monte Carmelo Festività istituita nel XIII secolo all'appro-vazione della nuova Regola dell'Ordine dei carmelitani: si volle in questo modo ricorda-

re la Madonna del Monte Carmelo e fe-steggiare il riconosci-mento della Regola, ricordando l'antichissi-ma origine della spiri-tualità carmelitana. Sul Monte Carmelo, infatti. Elia aveva avu-to la visione di una nube che, portando la

pioggia, placò la sicci-tà, immagine che per gli esegeti doveva prefigurare Maria. E proprio su questo monte nel XII secolo molti eremiti si radu-narono per lodare Dio sotto il patrocinio del-la Vergine Maria.

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 4

Meditiamo la Parola

Dio spreca, anzi, sperpera di don Luciano Vitton Mea

Parroco di Bovegno

Leggendo il Vangelo di oggi si ha come l'impres-sione viva di Gesù che percorre tutte le contrade della Terrasanta, portando ovunque la buona No-vella del Regno di Dio. Una vera pioggia di luce su un mondo che si è sempre distinto per il buio di cui sa circondarsi. È come se la verità, che è Dio stesso che si rivela all'uomo, volesse anche ai no-stri tempi rompere quella fitta coltre di nebbia che impedisce di camminare sicuri.

Dio spreca, anzi si spreca. La parabola del seminatore

ci insegna che a tutti deve essere data un’opportunità.

La strada, il terreno sassoso, le spine che crescono e

soffocano i germogli appena spuntati sono terreni dove

difficilmente le spighe cresceranno e porteranno frutto.

Eppure Dio semina, i chicchi cadono. Forse un chicco

finito nel becco degli uccelli scivolerà e cadrà vicino al

nido, sotto l’albero, dove un lembo di buona terra lo

farà crescere. Un piccolo seme caduto tra le spine tro-

verà un lembo di terra rimossa dall’animale selvatico,

là, dove i rovi sono meno fitti e il sole scalda e la piog-

gia scende e irrora. Forse crescerà. Ad ogni seme viene

data una possibilità, una pur minima opportunità.

Quando ascolto questa parabola il mio cuore si apre

alla speranza. Penso: “Sono strada, sassi, rovi. Eppure

Gesù non mi ha escluso, il suo seme è caduto anche

dentro di me, non è andato oltre. E’ passato, e ancora

passerà. Se la prima semina non ha portato frutto, pa-

zienza. Mi darò da fare. Voglio diventare terreno colti-

vabile; zapperò, strapperò i rovi, raccoglierò i sassi e

comprerò, con i miei risparmi, un po’ di terriccio, dove

il seme possa crescere e diventare messe. Domani, allo

spuntar del sole, il Seminatore ripercorrerà il mio sen-

tiero per andare nel campo vicino a quello già semina-

to. Voglio essere pronto!”.

don Luciano

Parole di vita

GESÙ È COLUI CHE NON DI-

MENTICA

Pagina curata da don Luciano V.M.

"Ricordati di me." (Genesi 40:14)

Ricordati di me. Questa accorata richiesta fu

indirizzata al coppiere del re d'Egitto da

Giuseppe, rinchiuso con lui nella stessa pri-

gione. Il coppiere del re aveva fatto un so-

gno del quale Giuseppe aveva rivelata l'in-

terpretazione: sarebbe tornato libero al ser-

vizio del re. Con quelle toccanti parole Giu-

seppe gli stava chiedendo di intercedere per

lui. Il coppiere, però, dimenticò la promessa

fatta. Alcuni secoli dopo la stessa invocazio-

ne risuonò sulle labbra di un altro uomo in

uno scenario ben diverso. Tre uomini erano

appesi ad una croce, uno di loro era Gesù, il

Figlio di Dio, il Santo e il Giusto, gli altri

due erano dei peccatori. Uno dei due rivolse

a Gesù questa intensa e accorata invocazio-

ne: "Ricordati di me quando sarai venuto nel

Tuo regno". Come risposta quest'uomo rice-

vette una promessa: "Oggi stesso sarai con

me in paradiso". La sua richiesta ricevette

pronto esaudimento perché non era stata

rivolta a un uomo fallace ma era stata rivolta

a Gesù, Colui che non dimentica nessuna

invocazione del nostro cuore. Andiamo

quindi a Lui con piena fiducia, certi che Egli

ci ascolta e che non si dimentica di noi.

Preghiera

Signore Gesù, sei tu che apri il nostro cuore alla speranza. Perché è solo la speranza che viene da te a essere per noi motivo di non ri-piegamento sulle nostre speranze. Essa divie-ne, in te, dilatazione della speranza di tutti: una speranza che si fa attesa e incremento di vita per ognuno. Donaci la semplicità di apri-re il cuore e di condividere la nostra piccola scorta di vita perché ci siano speranza e vita per tutti.

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 5

Lunedì 17

Luglio Lodi

III Settimana del Salterio

XV Tempo Ordinario

Il santo del giorno:

Santa Marcellina Nacque a Roma ver-so il 327 e si convertì in gioventù al cristia-nesimo. Fu maestra di fede per i fratelli minori, Satiro e Am-brogio, soprattutto dopo la morte della madre. Il secondo sarebbe divenuto il celebre santo vesco-

vo di Milano; nel 353 la donna ricevette il velo verginale da Pa-pa Liberio in San Pie-tro in vaticano. All'e-lezione del fratello, si trasferì con lui e Sa-tiro a Milano e conti-nuò la vita comunita-ria con le compagne venute da Roma. Morì nel 397, pochi mesi dopo Ambrogio,

e fu sepolta nella basilica ambrosiana. Nel 1838 il milanese monsignor Luigi Bira-ghi fondò l'Istituto religioso femminile delle suore di santa Marcellina, impegna-te per vocazione nell'educazione cul-turale e morale della gioventù femminile.

Brano Evangelico: Mt 10,34-11.1 Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua ca-sa. Rinnegarsi per seguire Gesù .Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la per-derà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

Contemplo:

Chi accoglie voi accoglie me Accogliersi gli uni gli altri è im-portante per la testimonianza del Vangelo, ci riconosceranno, infat-ti, come veri discepoli di Gesù se ci ameremo in lui, come fratelli e sorelle di un unico Padre. Chi ac-

coglie noi, le nostre opere e le nostre parole, in verità, non lo fa perché siamo particolarmente bravi, ma perché obbedisce alla voce del Padre e vede lui in noi. Siamo degli umili strumenti di cui il Signore si serve per portare a compimento la sua opera.

I grandi uomini ti dicono come arrivare a destinazione; gli uomini ancora più grandi

ti ci portano.

Agisci

Farò attenzione a ciò che lo Spirito Santo vorrà sugge-rirmi oggi, per vive-re con più fedeltà la mia condizione di cristiano nel mondo.

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 6

Meditiamo la Parola

Al di sopra di tutto l’amore per Dio A cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Il Vangelo di oggi ci propone una serie di dichia-razioni che i discepoli del Maestro devono appren-dere. "Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Sono venuto a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre... Chi non prende la sua cro-ce e non mi segue non è degno di me. Chi avrà tro-vato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà". Per finire con una serie di promesse di ricompensa: "Chi acco-glie voi accoglie me... in verità vi dico, non perde-rà la sua ricompensa".

Gesù ci svela il cammino dei suoi discepoli: croce,

dolore, donazione totale, rinuncia assoluta. A pri-ma vista, sembra che ci chieda troppo. Frasi come: "mettere il figlio contro il padre, il padre contro il

figlio", "non sono venuto a portare la pace, ma la spada"... possono provocare perplessità e, perfino, scandalo. Forse non dobbiamo amare i nostri figli?

Ma non è questo quel che il Signore vuol dirci. Se meditiamo questo brano alla luce di tutto il Vange-

lo, troviamo un'altra chiave di lettura. Ci vuol mo-strare la radicalità della gerarchia di valori. Per il cristiano, Dio occupa in assoluto il primo posto:

amare Dio sopra tutte le cose e il prossimo come se stesso. Gesù avrebbe potuto mostrare questo principio in un'altra maniera, più delicata, avrebbe

potuto scegliere altri esempi meno radicali... Ma no. Ha scelto proprio gli amori più nobili del cuore umano per mostrarci quanto grande è il principio

dell'amore per Dio. Non si può servire due padro-ni. I genitori devono amare i figli rispecchiando l'amore che Dio, Padre amoroso, ha per i suoi figli,

gli uomini. A loro volta, i figli dovranno amare i genitori come dimostrazione d'amore per Dio e

sull'esempio di Gesù Cristo, figlio prediletto del Padre. Chi vive la carità, nel discepolo accoglie Cristo in persona. Perciò non perderà la sua ricom-

pensa.

Parole di vita

I TESORI DEL RE Pagina curata da don Luciano V.M.

"Azmavet, figlio di Adiel era pre-posto ai tesori del re; Gionatan,

figlio di Uzzia, ai tesori che erano nella campa-gna, nelle città, nei villaggi e nelle torri". (I Cro-nache 27:25)

La Parola di Dio presenta una lista di prodi al

servizio del re Davide ai quali il re aveva affi-

dato l'amministrazione dei suoi beni e dei suoi

tesori. Quale grande privilegio ricevettero que-

gli uomini! Tuttavia noi, persone comuni e di

basso lignaggio, non siamo da meno: siamo

amministratori della svariata grazia di Dio, un

tesoro raro e prezioso. Un giorno Gesù narrò

di un uomo il quale, prima di partire per un

lungo viaggio, chiamò i suoi servitori e affidò

loro i suoi beni, dei talenti e ordinò loro di

farli fruttare. Quegli uomini furono fedeli

all'incarico ricevuto. Soltanto uno fu negligen-

te. Al suo ritorno l'uomo chiese conto dell'am-

ministrazione dei suoi beni. Il servo pigro fu

punito, ma i servi fedeli furono lodati e pre-

miati. Questa parabola ci incoraggia a servire

fedelmente il Signore come buoni amministra-

tori della svariata grazia di Dio. Quale gioia, al

Suo ritorno sarà l'udire le Sue dolci parole:

"Va bene, buono e fedele servitore: entra nella

gioia del tuo Signore".

Preghiera

Signore Gesù, donaci la tua pace, che non

ha nulla a che vedere con le nostre dina-

miche di sterile irenismo. Ti preghiamo

ancora: toglici la nostra pace e donaci la

tua, e il primo passo sia la memoria del

fatto che la vita non è solo per noi, ma per

tutti.

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 7

Martedì 18

Luglio Lodi

III Settimana del Salterio

XV Tempo Ordinario

Hai dei problemi? Ti si è presentato un ostacolo inaspettato?

Chiedi a Dio di venirti in aiuto. Mettilo alla prova! Lui può fare l’impossibile.

Brano Evangelico: Mt 11,20-24

Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva com-piuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano con-vertite: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero av-venuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esistereb-be! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!».

Agisci

Oggi affronterò con pazienza e serenità le tensioni e gli af-fronti che si possono produrre nei miei rapporti con le altre persone.

Contemplo:

Salvami, o Dio «Salvami, o Dio: l’acqua mi giunge alla gola». Il salmista descrive una situazione di e-stremo disagio. Nella sua pre-ghiera dice di affondare «in un abisso di fango» e non trova attorno a lui alcun sostegno. È

la situazione di chi si trova in grande difficoltà e non può fa-re altro che invocare il Signo-re. La sua è una preghiera bre-ve, essenziale, e forse, proprio per questo, più vera e sincera, poiché emerge dal cuore della vita stessa.

Il Santo del giorno:

S.Arnolfo di Metz Di nobile famiglia, ebbe cariche ammi-nistrative sotto il re dell'Austrasia. Si sposò ed ebbe due figli, uno dei quali fu vescovo di Metz, mentre l'altro fu il primo dei grandi "maestri di palazzo" e quindi antenato

dei Carolingi. Dopo aver riunito l'Austra-sia alla Neustrasia, benché laico, venne eletto vescovo, mantenendo la sua carica di consigliere a corte e di educa-tore del futuro re Dagoberto. Si dedi-cò comunque ad un'intensa attività pastorale. Dopo a-

ver partecipato a due Concili, deside-roso di una vita a-scetica, finalmente ottenne da Dago-berto il permesso di entrare ad Habend, nella fondazione monastica di Roma-rico, un suo amico conte palatino che vi si era a sua volta ritirato.

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 8

Meditiamo la Parola

Miracoli... A cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Gesù si rivolge alle città in cui ha compiuto più miracoli e rimprovera la loro poca fede. Se in So-doma e Gomorra fossero stati compiuti tali segni, esse ancora esisterebbero. Il giudizio sarà più sop-portabile per loro che per Cafarnao e Betsaida.

Dio non interviene mai per fare spettacolo, ma sem-

pre e solo per salvare. I prodigi che opera sono fina-

lizzati a sostenere la fede. Questo vale per i miracoli

riportati dal vangelo e per quelli a cui purtroppo ab-

biamo fatto l'abitudine, perché sono sotto i nostri

occhi tutti i giorni. Dal miracolo di un fiore che ger-

moglia da un piccolo seme magari spaccando la du-

rezza dell'asfalto, alla goccia di rugiada che riflette i

raggi del sole, al bimbo che si apre alla vita... Prodi-

gi inscritti nel codice della natura ma che parlano

inequivocabilmente di un Altro che è bellezza, ordi-

ne, potenza, ma che soprattutto è AMORE. Ci sono

poi i miracoli della grazia: i sacramenti che operano

in noi fino ad elevarci alla sfera del divino e a cui

tante volte ci si accosta con eccessiva disinvoltura,

per abitudine. Basta pensare al prodigio dell'Eucari-

stia, a quel Pane che ora posso stringere tra le mani e

che è il Figlio di Dio, Dio stesso così annientato per

me, per amore. Ci sarebbe da tremare di trepidazio-

ne, di gioia, di santo timore. E invece ci si accosta

così distrattamente con una buona dose di superfi-

cialità. Il rimprovero rivolto da Gesù ai suoi ascolta-

tori di allora non ha perso la sua ragion d'essere per

noi cristiani del XXI secolo. Ai Giudei di allora Ge-

sù rimproverava il fatto di sentirsi al sicuro perché

erano "figli di Abramo". A noi, oggi, dovrebbe forse

rimproverare di sentirci a posto perché, in una socie-

tà scristianizzata, in fondo noi siamo "credenti", cioè

sacramentalizzati. E dimentichiamo che il sacramen-

to non ci esime dal dovere di una conversione conti-

nua, perché mai saremo pienamente ciò che dobbia-

mo essere "perfetti come è perfetto il Padre nostro

che è nei cieli".

Parole di vita

DIO SA Pagina curata da don Luciano V.M.

"Io conosco dove tu abiti".

(Apocalisse 2:13)

Le parole del nostro testo, sono state rivolte

dal Signore Gesù glorificato a dei credenti

che in quel momento si trovavano in una

grossa sofferenza e vivevano in un contesto

molto difficile. Sapere che Dio sa chi siamo,

quali sono i nostri sentimenti e in quale con-

dizione ci troviamo, infonde nel nostro cuo-

re una grande pace. Il Signore sa dove abi-

tiamo, dove ci troviamo. Egli poggia il Suo

sguardo benevolo sulla nostra vita, sa come

e quando intervenire in nostro favore. Non

dobbiamo avere paura o essere scoraggiati

se stiamo attraversando una prova perché

Dio sa. Tu che stai leggendo queste parole ti

trovi in una grossa difficoltà e non sai cosa

fare? Stai pagando le conseguenze dei tuoi

errori e sei preso dal rimorso e dai sensi di

colpa? Dio ti conosce perfettamente e sa

dove ti trovi e desidera sostenerti, prendersi

cura di te e operare in tuo favore. Affidati a

Lui con tutto il cuore, invoca la Suo opera

ed Egli che conosce ogni cosa della tua vita

opererà in modo potente per te.

Preghiera

Signore Gesù, la compassione può non

solo salvare la vita Ilei più deboli e degli

inermi, ma può cambiare la vita persino

dei grandi e dei potenti. Come la sorella di

Mosè, insegnaci ad accompagnare il flusso

della vita senza mai rassegnarci al vortice

della morte.

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 9

XV Tempo Ordinario

L’amore e l’amicizia sono doni più spesso elargiti a coloro che dimenticano se stessi

e fanno qualcosa per gli altri.

Brano Evangelico: Mt 11,25-27

In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Pa-dre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Pa-dre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

Contemplo:

Hai rivelato queste cose ai piccoli Solo i «piccoli», coloro che riconoscono di essere limitati, peccatori e ignoranti nelle co-se di Dio, sanno stendere la mano per conoscere e riceve-re i doni di Dio. La prima par-

te dell’Inno di ringraziamento innalzato al Padre dall’umile Gesù è un riconoscimento del-la bontà del Padre che ha cura anche dei più piccolini e igno-ranti, cioè «i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Re-gno».

Mercoledì 19

Luglio Lodi

III Settimana del Salterio

Agisci

Troverò un momento per rivolgere a Dio una preghiera sem-plice, ma che nasce dal profondo del mio cuore, chiedendogli la grazia di vivere

sempre nella sua presenza amorevole e trasformante.

Il Santo del giorno:

Santa Macrina

Prima di 10 fratelli, tra i quali ben 4 sono santi (lei, Ba-silio di Cesarea, Gregorio di Nissa e Pietro sacerdote e monaco), nacque in Ponto nel 327. Giovane e bella, era un partito ago-gnato, ma scelse presto di dedicarsi esclusivamente a Dio. Per diversi an-

ni rimase al fianco della madre per aiutarla nel gover-no della casa e nel-la educazione dei fratelli. Esercitò un’influenza decisi-va sulle scelte dei due fratelli più fa-mosi, Basilio di Ce-sarea e Gregorio di Nissa. Quando gli uomini ebbero tro-vata la loro strada, madre e figlia deci-sero di ritirarsi ad Annesi sulle rive

del fiume Iris. Qui Macrina divenne la superiora del mo-nastero doppio do-ve uomini e donne si sforzavano di vi-vere in pienezza il Vangelo. Al ritorno dal concilio di An-tiochia, Gregorio di Nissa si fermò ad Annesi per salutare la sorella. Fu l’ultimo incontro tra i due dato che Ma-crina morì nel 380 a soli 53 anni.

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 10

Meditiamo la Parola

Lo hai rivelato ai semplici A cura di don Luciano Vitton Mea

Parroco di Bovegno

Gesù, in un impeto di esultanza, si rivolge al Padre ed espri-

me la sua profonda gioia perché ha voluto rivelare i misteri del

Regno dei cieli ai semplici nascondendoli ai sapienti e agli

intelligenti. Il brano si conclude affermando che nessuno cono­

sce il Padre se non il Figlio e coloro ai quali il Figlio lo voglia

rivelare.

Chi sono i piccoli di cui parla Gesù? Non crede-

re che siano gli ingenui o gli ignoranti, visto che

la storia della santità cristiana annovera anche

figure di grandi sapienti ed esperti studiosi. Dun-

que, la piccolezza non è sinonimo di ignoranza.

Ma allora cosa vuole Dio da noi? Cosa dobbia-

mo fare per diventare piccolo? La via più sempli-

ce è quella di avere poche e semplici certezze

attorno alle quali far ruotare tutta la propria vita:

ciò vuol dire fare di tutto perché Dio sia sempre

al centro dei nostri interessi, delle nostre scelte,

dei nostri pensieri; così la vita diventa, man ma-

no, più serena e noi comprendiamo che l'essen-

ziale si trova lontano dai riflettori o dalla confu-

sione del mondo. Stare in disparte, lasciare che

gli altri abbiano i primi posti: ciò ci rende piccoli.

Parole di vita

MERAVIGLIOSO DIO Pagina curata da don Luciano V.M.

"Il mio Dio mi verrà incontro

con la sua bontà" (Salmo 59:10)

Le parole del versetto sopracitato costitui-

scono una preziosa certezza per i credenti

che sperano nel Signore. Prima di tutto per

l'appartenenza a Dio: "Il mio Dio". Chi ha

fatto di Dio il proprio Dio non sarà mai de-

luso e riposa nella certezza che la Sua vita

appartiene al Signore. Chi riconosce Gesù

come il proprio personale Salvatore può af-

fermare che il Signore è il Suo Dio. Inoltre

Dio ci viene incontro. Egli conosce ogni

nostra necessità e ci anticipa, si avvicina a

noi, interviene in nostro favore. Il Signore

non si dimentica dei Suoi figli e non abban-

dona mai chi si trova in pericolo, nella diffi-

coltà, nella solitudine. Egli raggiunge tutti

coloro che nell'avversità Lo invocano e chie-

dono il Suo intervento. Infine, il Signore ci

ama e si prende cura di noi per la Sua bontà.

Tutto quello che Dio compie in favore di

chi Lo prega è per la Sua grazia, per la Sua

bontà e misericordia che manifesta verso chi

pone in Lui fede. Il Signore è meraviglioso,

è vicino ai credenti e manifesta il Suo amore

operando potentemente in loro favore.

Preghiera

Signore Gesù, non lasciare che il nostro

cuore dimentichi le vie della piccolezza

ove tu non solo ci attendi, ma sulle quali

anche ti riveli come Salvatore da tutto ciò

che imprigiona il nostro cuore. Cuoci al

fuoco della tua rivelazione la nostra vita,

perché divenga come un pane profumato:

un pane offerto per la vita di tutti.

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 11

Giovedì 20

Luglio Lodi

III Settimana del Salterio

XV Tempo Ordinario

Nel buio più pesto anche una sola candela fa un enorme differenza.

Il Santo del giorno:

S. Apollinare di Ravenna

Originario di Antio-chia, per primo rive-stì la carica episco-pale nella città im-periale di Ravenna, forse incaricato dal-lo stesso apostolo San Pietro, di cui si dice fosse stato di-scepolo. Si dedicò all'opera di evange-lizzazione dell'Emilia-Romagna, per mo-

rire infine martire, come vuole la tradi-zione. Le basiliche di Sant'Apollinare in Classe e Sant'Apolli-nare Nuovo sono luoghi privilegiati nel tramandarne la memoria. Il suo cul-to tuttavia si diffuse rapidamente anche oltre i confini citta-dini. I pontefici Sim-maco ed Onorio I ne favorirono la dif-fusione anche a Ro-

ma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania probabil-mente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camal-dolesi e avellani. È considerato patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell'intera regione Emi lia-Romagna.

Brano Evangelico: Mt 11,28-30

Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ri-storerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

Contemplo:

Sono venuto a visitarvi Il Signore non è indifferente alle prove del suo popolo. Dio infatti dice a Mosè:«Sono venu-to a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto». Il Signore «guarda dal cielo» e conosce le nostre prove. Viene a visitarci, resta accanto a noi,

ci sprona ad avere coraggio, e interviene con la sua grazia af-finché riprendiamo il cammino della vita.

Agisci

Farò un gesto con-creto di servizio, prendendomi cura con generosità e pa-zienza di qualche esigenza di chi mi sta accanto.

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 12

Meditiamo la Parola

Il mio giogo è dolce A cura di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Gesù richiama a sé tutti coloro che sono affaticati

ed oppressi, per confortarli. Egli stesso si propone

come esempio di mansuetudine e umiltà del cuore.

Ci invita, infine, a prendere con noi il suo giogo,

perché è dolce e il suo carico leggero.

Sembra davvero una contraddizione. Il giogo non

evoca la fatica del lavoro nei campi con l'aratro

aggiogato ai buoi? E non è fatica il dover impara-

re? Come dunque trovare "riposo" in queste cose?

Eppure Gesù ha appena detto: "Venite a me, voi

tutti affaticati e stanchi e io vi ristorerò". La pro-

messa è accattivante. Oggi soprattutto. Perché il

tipo frenetico di vita esaspera spesso le vicende

personali, sì che stanchi lo siamo tutti davvero!

Ecco: quel che va evidenziato è che il giogo da

prendere è il suo, non il nostro. Imparare poi non

solo da Lui ma, come dice il testo nell'originale

greco, "imparate me": imparare Gesù! Che è come

dire di unirci a Lui, configurandoci, con semplice

movimento d'amore, al suo essere Amore. E l'amo-

re non è mai pesante. L'Amore, che è Lui stesso,

non ti schiaccia; anzi ti solleva, ti porta. Così la

fatica non è più la nostra, ma sua in noi. Tutto

cambia senso; cambia peso, diventa sopportabile e

leggero. Ad un patto però che impariamo l'umiltà e

la mitezza del suo cuore.

Parole di vita

CUSTUDISCI IL CUORE Pagina curata da don Luciano V.M.

"Custodisci il tuo cuore più di

ogni altra cosa". (Proverbi 4:23)

La preghiera elevata a Dio affinché il Signo-

re possa custodire il cuore più di ogni altra

cosa è una richiesta che ogni credente do-

vrebbe fare con sé stesso, sinceramente e

con fervore al Padre celeste. Il cuore è la

sede dei sentimenti, delle emozioni, dei pen-

sieri. In esso e da esso ci sono le più grandi

battaglie; è quindi fondamentale custodirlo,

affidarlo al Signore perché Lui lo preservi, lo

protegga. La necessità che il cuore sia custo-

dito dal peccato, dal male, dal compromes-

so, da cattivi sentimenti è possibile se il cre-

dente fa proprie le parole del salmista il qua-

le afferma: "Io ho riposto la Tua Parola nel

mio cuore per non peccare contro di Te".

La Parola di Dio letta, meditata, ritenuta e

messa in pratica costituisce per il credente

l'antidoto al peccato e lo protegge da ogni

forma di male. Riponiamo la Parola di Dio

nel cuore e custodiamolo perché il Signore

sia onorato e la nostra vita vissuta per la Sua

gloria e secondo la Sua volontà.

Preghiera

Signore Gesù, mite e umile di cuore, la tua

mansuetudine ci salva dal nostro bisogno

(li sicurezza che ci spinge fino alla preva-

ricazione. È in te che ritroviamo il fonda-

mento di ogni umana fraternità, che si e-

sprime nel rispetto della fragilità e nella

cura di ogni vulnerabilità.

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Non di solo pane - Numero 812 - Tempo Ordinario - pagina 13

Venerdì 21

Luglio Lodi

III Settimana del Salterio

XV Tempo Ordinario

Un atteggiamento positivo o un atteggiamento negativo

possono plasmarti o spezzarti; dipende tutto da quale scegli.

Brano Evangelico: Mt 12,1-8

In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato». Ed egli rispose: «Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? Come en-trò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sa-cerdoti? O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tem-pio. Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io vo-glio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato».

Contemplo:

Il Figlio è signore del sabato

La Chiesa, animata dallo Spirito di Gesù, ha cambiato il sabato in domenica. Essa considera però tutti i giorni santi, anche se dà grande importanza al giorno del Signore, e di dome-

nica si riunisce per celebrare il mistero pasquale e alimentarsi della Parola di Dio. Allo stesso modo la Chiesa ha pensato a un digiuno che è impegno costante di sobrietà nell’uso dei beni di questo mondo, a favore dell’amore di Dio e del prossi-mo.

Agisci

Eleverò una preghie-ra per la conversio-

ne di coloro che si-s t e m at i ca m e n t e perseguitano e at-taccano la Chiesa Cattolica.

Il Santo del giorno: San Lorenzo da Brindisi Giulio Cesare Russo nacque a Brindisi il 22 luglio 1559; perse il padre da bambino e la madre ch'era appe-na adolescente. A 14 anni fu costretto a trasferirsi a Venezia da uno zio sacerdote, dove proseguì gli stu-di e maturò la voca-zione all'Ordine dei

Minori Cappuccini. Assunse il nome di Lorenzo e nel 1582 divenne sacerdote. Nel 1602 fu eletto Vi-cario generale. Nel 1618, sentendosi prossimo alla fine, voleva tornare a Brin-disi, ma i nobili napo-letani lo convinsero a recarsi dal re di Spa-gna Filippo III, per esporre le malversa-zioni di cui erano vitti-

me per colpa del vice-ré spagnolo Pietro Giron, duca di Osuna. Il 22 luglio 1619 pa-dre Lorenzo morì a Lisbona, forse avvele-nato. Fu beatificato nel 1783 da Pio VI; canonizzato nel 1881 da Leone XIII; procla-mato dottore della Chiesa, nel 1959 da Giovanni XXIII.

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Meditiamo la Parola

Misericordia io voglio e non sacrifici A cura di don Luciano Vitton Mea

Parroco di Bovegno

Gesù passa coi suoi discepoli attraverso un campo di gra-

no. I discepoli hanno fame e, passando, strappano le spi-

ghe e le mangiano. I farisei protestano perché così si in-

frange il sabato. A questo punto, Gesù tenta di insegnar

loro qual è il vero senso del sabato: "Misericordia io vo-

glio e non sacrifici". Il brano evangelico termina con l'af-

fermazione della superiorità di Gesù rispetto a tutte le

norme e leggi degli uomini.

Il sacrificio, per sua natura, è qualcosa che ci

coinvolge profondamente, perché in ciò che of-

friamo a Dio vi è parte di noi stessi: dunque non

è possibile pensare di offrire a Dio animali e co-

se, se essi non sono espressione del dono di sé a

Lui. I farisei, purtroppo, avevano perso di vista

questa verità, per cui il loro culto era divenuto

semplicemente legalismo: per essi ciò che conta-

va era la correttezza del rito, non più il suo signi-

ficato più profondo. Gesù rinnova ancora una

volta il senso dell'offerta: sopra tutti i sacrifici, ha

un valore estremamente più grande la misericor-

dia e il perdono. Da quando non offriamo più

un sacrificio del genere a Dio? Anche noi cer-

chiamo di stordire Dio con le nostre preghiere,

senza offrire veri sacrifici a Lui graditi?

Parole di vita

UNA FORTE TORRE Pagina curata da don Luciano V.M.

"Il nome del Signore è una for-

te torre il giusto vi corre e vi trova un alto

rifugio". (Proverbi 10:18)

Questo versetto costituisce una preziosa e

fondamentale promessa per tutti coloro che

ricorrono al Signore per trovare sicurezza in

Lui. È incoraggiante per il credente sapere

che il nome del Signore è una forte torre, un

riparo, un luogo sicuro. Dio è il nostro rifu-

gio e in ogni difficoltà della vita, anche quel-

la più difficile, ci consente di accorrere a

Lui. Se corriamo al Signore e ci rifugiamo in

Lui saremo veramente al sicuro e niente e

nessuno potranno farci del male. Ti trovi

nella tempesta, nella prova, nella malattia

nella difficoltà e non sai a chi andare e che

cosa fare? Non aspettare che le cose cambi-

no, che i problemi si risolvano da soli, corri

oggi stesso al Signore e troverai un rifugio

sicuro. "Il Signore è una forte torre". Il vo-

cabolo "forte" designa qualcosa di veramen-

te resistente, potente, valido e la parola

"torre" indica qualcosa di alto, inarrivabile

perché i nemici non possono arrivarci. Cor-

riamo al Signore e Lui sarà il nostro rifugio

nel quale possiamo trovare un riparo sicuro.

Preghiera

Signore Gesù, illumina il nostro cuore e

spalma il collirio della tua misericordia

sui nostri occhi perché possiamo leggere

in verità, ogni giorno, la tua parola. Tu ti

doni cr noi come spazio di vita e non come

costrizione di morte. Fa' che, reciproca-

mente, ci doniamo spazi sempre più ampi

in cui servirti e sentirci così sempre più

vivi.

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Sabato 22

Luglio

Lodi Proprie

XV Tempo Ordinario

Se ti senti scarico, ricarica le tue batterie

collegandoti a Dio mediante la preghiera.

Contemplo:

Ho visto il Signore! Maria di Màgdala, nel mattino della risurrezione ha riconosciu-to Gesù. Egli la invia ad annun-ciare parole di gioia e di conso-lazione: «Va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e

Padre vostro, dio mio e Dio vo-stro”». Gesù chiama tutti per nome, ci vuole con lui perché impariamo a camminare tra i nostri fratelli con amore, e nel cammino ci aiuta a proclamare con la nostra vita:«Ho visto il Signore!».

Brano Evangelico: Gv 20,1-2.11-18 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e pian-geva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due ange-li in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò in-dietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prender-lo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro!

Agisci Nella giornata di oggi

cercherò di seminare

parole di gioia e di

speranza.

MEDITA: Il brano evangelico presenta una situazione paradossale: dalla tri-

stezza e dalla disperazione di aver perso il Signore, Maria di Màgdala passa alla

certezza della risurrezione. In questo passaggio, la Maddalena comprende che

ha un dovere: annunciare agli apostoli che il Signore è vivo. La fonte della

testimonianza è aver incontrato il Cristo personalmente. Quante volte abbia-

mo parlato di Gesù, ma... lo abbiamo fatto con la convinzione di chi ha fatto

un incontro diretto con lui? Spesso, anche le nostre parole più forbite non

derivano dall'incontro che ci ha rivoluzionato la vita. Non c'è bisogno di rac-

contare esperienze di conversione sconvolgenti: ogni giorno abbiamo la possi-

bilità di scorgerlo sulla nostra strada per farci cambiare vita.

Il santo del giorno:

Santa Maria Maddalena

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333/3390059 don Luciano

Anno XIX - n. 812

Domenica 16 luglio 2017

Chiuso il 05/07/2017

Numero copie 1350

Stampato in proprio

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Redazione

don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Grafica e stampa

don Luciano Vitton Mea

Ideato da don Luciano Vitton Mea

Sussidio di preghiera per la famiglia

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Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

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