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Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANE Anno XVIII, n. 3 - Marzo 2017 Nitro Athletics: l'atletica cambia format Olimpiadi: Rio, un'eredità troppo pesante Automobilismo: clima elettrico nella Capitale Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma Aut C/RM/08/2016 Non siamo certo cenerentole... 

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Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANEAnno XVIII, n. 3 - Marzo 2017

Nitro Athletics: l'atletica cambia format Olimpiadi: Rio, un'eredità troppo pesante

Automobilismo: clima elettrico nella Capitale

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Non siamo certo cenerentole... 

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SOMM

ARIO

Periodico diASSOCIAZIONI SPORTIVEE SOCIALI ITALIANE

Anno XVIII, n. 3Marzo 2017

Reg.ne Trib. Roma n. 634/97Iscr. al Registro Nazionaledella Stampanumero p.7650

editoreClaudio Barbaro

direttoreItalo Cucci

direttore responsabileGianluca Montebelli

coordinamentoAchille Sette, Sandro Giorgi

in redazionePaolo Signorelli

hanno collaboratoAlessandro Cini, Enzo Cerrone, Marco Cochi,Marco Cortesi, Eleonora De Giorgio, EmanuelaMannoni, Donatella Italia, Carlo Santi, Gianro-lando Scaringi, Emanuela Silvestri, Umberto Sil-vestri.

direzione e amministrazioneVia Capo Peloro, 30 - 00141 RomaTel. 06 69920228 - fax 06 69920924

ufficio comunicazione e [email protected]

progetto grafico e impaginazionePromedia Audiovisivi s.r.l.

stampaStamperia Lampo - Roma

Chiuso in redazione: 24/03/2017

3 L’editorialeClaudio Barbaro

4 Un’eredità troppo pesante?Marco Cochi

8 Nitro Athletics, firmato Usain BoltCarlo Santi

12 L’esempio del GiapponeMarco Cortesi

14 Clima... elettrico nella CapitaleEnzo Cerrone

18 La “battaglia” (vinta) della tuta e delle scarpe da ginnastica Alessandro Cini

22 Quando la realtà è più bella della fantasiaDonatella Italia

26 Cavalli a RomaEleonora De Giorgio

28 Francioni la stella del taekwon-doEmanuela Silvestri

30 Tuttonotizie

32 Asi Organizza

40 Asi Attività

42 ControcopertinaUmberto Silvestri

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Non siamo certo cenerentole... 

EDITORIALE

Inizio così la riflessione di questo mese, inmodo un po’ provocatorio e allo stessotempo leggero, per un preciso motivo.Attraverso la metafora di uno dei perso-naggi più amati tra quelli prodotti da WaltDisney vorrei invitare gli Enti di Promozio-ne Sportiva a prendere coraggio ed a con-quistare il posto che meritano.Troppo tempo abbiamo passato chiusi inun bellissimo castello sognando un palco-scenico in cui poter svelarci e dimostrareil nostro valore. Troppo spesso ci siamolasciati assorbire dal fare e rifare, senzaambire ad un riconoscimento proporzio-nato. Gli effetti del nostro agire, però,sono sotto gli occhi di tutti.Non mi riferisco solamente al portatoimmateriale della nostra azione, su cui -fortunatamente - si è sviluppata una certaconsapevolezza. Che lo sport faccia beneal fisico e sia uno strumento di educazio-ne (civica), è appurato. Che noi come sog-getti nati per avvicinare sempre più per-sone all’attività motoria ed incentivarle apraticarla con continuità siamo una risor-sa, è altrettanto consolidato. Mi riferisco anche al peso materiale. Ilnumero degli eventi amatoriali organizza-ti su tutto il territorio, i numerosi progettinell’ambito della promozione sociale incui lo sport è spesso architrave e la realeconsistenza del movimento parlano pernoi. Basti pensare che a gennaio diquest’anno il numero delle associazionisportive iscritte al Registro CONI tramitegli Enti di Promozione Sportiva rappre-

> Claudio Barbaro - ha permesso una deformazione del siste-ma a favore della componente competiti-va, uno dei fattori che impediscono alnostro sistema di tornare ad esseremodello cui ispirarsi. Peraltro, anche alivello europeo la tendenza consolidata èla medesima; nei “Piani di lavoro UE perlo Sport” (2014/2017) l’attenzione prima-ria è infatti posta allo sport di vertice e nonalla dimensione sociale, educativa e salu-tare dell’attività sportiva.Sulla base della nostra consistenza nume-rica (e di fattori collegati), abbiamo ragio-ne di pensare che molto di quell’apportosia riferibile a noi. Ci piacerebbe quindipoterlo determinare in modo oggettivoper più di un motivo: daremmo ai più insi-curi tra noi l’evidenza per abbandonarequel complesso di Cenerentola che talvol-ta ci affligge ed aiuteremmo il CONI adinquadrare il movimento sportivo italianoper come esso è realmente e, sulla base,di ciò ad indirizzare le risorse in modomigliore. Con un crescente supporto allosport di base, peraltro, anche lo sport divertice trarrebbe vantaggi. Un’oggettivazione del peso della promo-zione sportiva nel contesto italiano indur-rebbe poi anche lo Stato a ripensare ilnostro modello di welfare sulla base direaltà già operative e già riconosciute daicittadini come interlocutori affidabili.Per questi motivi ci piacerebbe moltoriscontrare la comune volontà di tutti gliEnti di Promozione Sportiva di unire leproprie forze e i propri sforzi per uscire daquel castello e conquistarsi il palcosceni-co che meritiamo!

sentava il 65 % del totale, contro il 34 %portato dalle Federazioni Sportive Nazio-nali.Nonostante queste evidenze, ad oggi nonè mai stato determinato quale sia effetti-vamente il peso della promozione sporti-va nel generare ricchezza. Mi spiegomeglio: dal Libro Bianco dello Sport pub-blicato nel 2012 sappiamo che lo sportcontribuisce per l’1,6% al Pil italiano (3,2% se si considera la portata diretta e indi-retta del comparto), ma non sappiamoquanto di questa percentuale sia determi-nata dal nostro mondo. E’ questa ignoranza che - a nostro giudizio

Un’oggettivazione del pesodella promozione sportiva

nel contesto italianoindurrebbe poi anche lo Stato a ripensare il

nostro modello di welfaresulla base di realtà già operative e già

riconosciute dai cittadinicome interlocutori

affidabili

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L’INCHIESTA

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Tra sprechi e corruzione le recentiOlimpiadi graveranno pesantemente

sul futuro dei cittadini di Rio DeJaneiro. A meno di un anno dalla

conclusione dei Giochi gli impiantisono già in totale abbandono.

L’esempio più eclatante quello delMaracana i cui insostenibili costi digestione ne hanno reso impossibile

l’utilizzo. Oggi lo stadio simbolodella città è in completo

disfacimento e a nessuno interessapreservarne la funzionalità

“Le Olimpiadi di Rio lascianol’eredità opaca di una città in cuil’emarginazione e la discrimina-zione sono radicate e dove le vio-lazioni dei diritti umani sononumerose, visto che la violenza èsempre parte del panorama”.Questa la conclusione di un recen-te rapporto di Amnesty Interna-tional che conferma i timori dellavigilia e sancisce che la megalopolibrasiliana continuerà a pagareper anni il prezzo delle Olimpiadi,che tra sprechi e corruzione si

sono rivelate un enorme vantag-gio solo per i super ricchi, mentrehanno ulteriormente aggravato idisagi per il ceto meno abbientedella città.Un’inchiesta, pubblicata lo scorsofebbraio dall’autorevole quotidia-no britannico The Guardian,descrive la triste eredità lasciatadai giochi di Rio 2016, raccontan-do lo stato di abbandono in cuisono precipitati una serie diimportanti siti olimpici, che comeaccaduto in passate edizioni,rischiano di tramutarsi nel piùclassico cimitero per gli elefanti.

> Marco Cochi

Un’eredità troppo pesante

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Il disfacimento più compiuto si respira alMaracanã, dove i vermi hanno danneggiatoquel che resta della superficie erbosa sullaquale dominano gatti e anche qualche canerandagio, le finestre all’interno dello stadiosono state rotte, le sale vip depredate, i fili dirame rubati dalle pareti scrostate, mentrealcuni soffitti sono stati divelti e gli accumulidei settemila sedili rotti sono sparsi in varipunti dello stadio.Dopo la cerimonia di chiusura delle Paralim-piadi, il Maracanã è stato utilizzato pochevolte, l’ultima delle quali lo scorso 28 dicem-bre, per l’amichevole “delle stelle” organiz-zata da Zico, in occasione della quale i postia sedere erano stati rimessi a casaccio suglispalti, facendo saltare il mosaico di biancoblu e azzurro.Da quella sera, l’impianto olimpico è statoabbandonato perché a fine 2016 è scaduto ilcontratto della Maracanã S.A, la società chelo aveva in gestione e che ha smesso di paga-re le bollette, costringendo l’azienda elettricalocale a tagliare la corrente. Neanche il terreno di gioco è stato più irri-gato, perché la Maracanã S.A assicura di nonavere nessun dovere di mantenimento dellestrutture e imputa la colpa dello stato didegrado ed abbandono in cui versa lo stadioal Comitato organizzatore di Rio, che dalcanto suo assicura di non avere più nulla daadempiere nella gestione dell’impianto. Nella sostanza, lo stadio è di proprietà delloStato di Rio de Janeiro, ma la politica localenon ha mezzi e tantomeno interessi pergestirlo. Un approccio singolare, visto chel’impianto sarebbe anche un richiamo peruna città che attrae milioni di turisti ognianno.C’è poi il campo da golf costruito a Barra daTijuca e costato diciassette milioni di euro,che doveva rappresentare la prima pietra perla diffusione di questo sport in Brasile.Terminati i Giochi Olimpici, invece, l’im-pianto sorto di fianco ad una riserva naturale,è quasi in stato di abbandono. La società cheavrebbe dovuto gestirlo ha rescisso il con-tratto di manutenzione dopo mesi di mancatipagamenti, mentre l’ingresso alla strutturanon è segnalato e i praticanti sono pochissi-mi. Stessa sorte riguarda altre quattro sedi delParco olimpico: due arene, gli stadi del tennise il velodromo. Le strutture olimpiche, chenel corso dei Giochi avevano portato un flus-so di turisti e atleti pari a 150mila persone al

L’INCHIESTA

6Il Deodoro Stadium

Il complesso dello Stadio Maracanà

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giorno, non sono riuscite ad attrarre nuovioperatori e sono state di fatto chiuse.Anche il futuro del Deodoro Stadium, dovesi sono svolte le partite dei tornei di rugby edegli sport equestri, è molto incerto. Era pre-visto che una volta terminate le Olimpiadi,l’impianto situato nella zona occidentale diRio diventasse un’area ricreativa a disposi-zione dei cittadini. Lo scorso dicembre, però,è stato chiuso perché era terminato il contrat-to con la società che l’aveva preso in gestio-ne.Il villaggio degli atleti, che copre un’area di800mila metri quadrati, è invece ancora aper-to, ma si è dimostrata una scelta abitativapoco desiderabile e proibitiva per i residentilocali.Senza dimenticare, che circa 80mila poverisono stati trasferiti dalle loro case per farposto alle infrastrutture dei Giochi di Rio.Alla fine l’unica eredità olimpica positiva èrappresentata da alcuni miglioramenti deltrasporto pubblico, operati soprattutto nellezone più ricche.I Giochi sono spesso presentati come oppor-tunità di rigenerazione per la città che li ospi-ta, ma come nell’ultimo caso di Rio, spessofiniscono col diventare uno spreco di risorsepubbliche e un ottimo affare solo per le spe-culazioni private. Ma non sempre l’eredità olimpica è stata cosìnegativa, come nel caso di Los Angeles,dove l’organizzazione dei Giochi nel 1984 èspesso citata come esempio per la certifica-zione della possibilità di registrare successisostanziali dall’organizzazione delle Olim-piadi.Forte di un potere contrattuale mai visto pri-

ma, Los Angeles impose al Comitato olim-pico internazionale le sue regole, rifiutan-dosi di finanziare i giochi con danaro pub-blico e affidando l’organizzazione dei Gio-chi all’imprenditore Peter Ueberroth, cheposto a capo del Comitato Organizzativo, siimpegnò a reperire i fondi necessari per losvolgimento della manifestazione dallefonti private più disparate. Oltre a questo,Los Angeles ottenne di realizzare i Giochiper lo più all’interno di complessi polispor-tivi già esistenti, costruendo ex-novo sola-mente il velodromo e lo stadio del nuoto.Alla fine, l’Olimpiade si chiuse con un atti-vo di 215 milioni di dollari.Anche i Giochi di Barcellona 1992 sonounanimemente considerati un successo siada un punto di vista economico che d’im-magine per la città catalana. Le Olimpiadispagnole rappresentano la perfetta testimo-nianza di come si possa approfittare dieventi di rilevanza internazionale per modi-ficare e migliorare lo spazio pubblico.Inoltre, gli investimenti per prepararel’evento, hanno aiutato a risolvere vecchiproblemi urbanistici, come ad esempio lamancanza di un piano di sviluppo dellazona costiera ed il completo stato di abban-dono della montagna di Montjuic. Quellodi Barcellona è stato un esempio di gestio-ne altamente efficace per improntare inmaniera corretta la preparazione dei Gio-chi.Un’altra Olimpiade che ha contribuito acambiare in maniera determinante il voltodi una città è stata quella di Torino. I Giochiinvernali del 2006 sono stati un’occasionesfruttata in pieno per rimettere a nuovo la

città, con la metropolitana, i parcheggi sot-terranei, le pedonalizzazione e altri lavoristraordinari che hanno prodotto un cambia-mento tangibile, di cui si sentono ancora glieffetti benefici. E anche i più accaniti detrat-tori ammettono che Torino 2006 ha fattocambiare attitudine, volto e percezione dellacittà un tempo operaia.Tuttavia, sono rimaste alcune criticità, comegli impianti inutilizzati, tra i quali spiccanola pista del bob di Cesana, quella di salto congli sci di Pragelato e l’impianto del biathlondi Sansicario. Mentre il Villaggio olimpico,che ospitava gli atleti presso gli ex mercatigenerali, è diventato una sorta di ghetto,occupato clandestinamente da rifugiati e pro-fughi extracomunitari, nel più totale abban-dono.Diversa, invece, la sorte dell’altro Villaggioolimpico italiano, quello costruito nel 1960per le Olimpiadi Roma, che per decenni harappresentato un dignitoso esempio di zonaresidenziale cittadina a livello europeo e unodei migliori quartieri di iniziativa pubblicarealizzati nella capitale.Tuttavia, nonostantela recente costruzione dell’Auditorium,l’area non è mai stata oggetto di una com-pleta riqualificazione e con gli anni si è tra-sformata in un quartiere transennato e in statodi degrado.Nel complesso, però, le poche esperienzepositive registrate nell’organizzazione diun’Olimpiade inducono alla conclusione cheper le città selezionate, l’onere finanziario,soprattutto quello non preventivato che icontribuenti si troveranno a dover ripagareper decenni, superi di netto l’onore di orga-nizzare i Giochi.

La cerimonia d'apertura di Los Angeles 1984

Le nuove costruzioni perBarcellona 92 rsi sonodiventate una nuova iconaper la citta

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ATLETICA LEGGERA

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Nitro Athletics, firmato Usain Bolt

È nato un nuovo format, fortemente voluto da Sebastian Coe, percatturare nuove attenzioni sull’atletica leggera. La formula, totalmenteinnovativa, con competizioni a squadre e gare che si allontanano dalle

specialità classiche, persegue il divertimento e allontana gli atletidalla grande performance. C’è da chiedersi se è proprio questa la

strada giusta da seguire per rilanciare la “Regina degli Sport”

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La firma del campione che rappresenta l’atletica per lanciare una nuovasfida e catturare altre attenzioni. Usain Bolt è stato il padrino di NitroAthletics, circuito di tre appuntamenti in una settimana che a Melbour-ne, nel mese di febbraio, ha proposto sfide a squadre in gare che defi-niamo fortemente, forse troppo, innovative. Il nuovo format, che Sebastian Coe, il gran capo dell’atletica mondiale,ha definito necessario con lo scopo di “tornare a far divertire i bambini”,perché, ha aggiunto, “abbiamo bisogno di idee grandi e coraggiose percoinvolgere i tifosi”.Cos’è Nitro Athletics? A nostro avviso più che sport vero è illusionismo.È un circo dove ci sono atleti (gli acrobati) e c’è lo spettacolo (i clowns),ci sono i giochi. La manifestazione è una competizione a squadre in cuiogni team ha la possibilità di giocare un jolly in una specifica gara nellaquale spera di fare centro raddoppiando così il punteggio. Ma non è fini-ta qui, con i giochi e le scommesse, perché nel salto in lungo un o unaconcorrente può dichiarare di ottenere 8 o 6 metri. Se indovina, ha dirittoa un bonus. Nel miglio, poi, a ogni passaggio chi transita in ultima posi-zione è eliminato. Il resto del programma è completato da 60, 150, 300e 400 metri, gare ad ostacoli, asta, lungo, giavellotto, 4x100 e altre staf-fette miste oltre a una strana gara di resistenza nella quale un atletadovrà percorrere quanto più possibile in 3 minuti prima di cambiare conun compagno di squadra.

> Carlo Santi

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ATLETICA LEGGERA

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Alla “prima” di questa spericolata inno-vazione, il 4 febbraio al LakesideSta-dium di Melbourne, c’erano 6 squadreciascuna formata da 24 atleti (compresii paralimpici). C’era Bolt che correndola seconda frazione della 4x100 mistacon l’All Star Team da lui capitanata hafatto il suo ritorno in pista dopo le Olim-piadi di Rio.Questi giochi senza frontiere, che il pro-gramma delle Olimpiadi vuole quasicopiare visto che in futuro, già da Tokyo2020, ci sarà l’ingresso di cinque nuovisport tra i quali il surf, l’arrampicatasportiva e lo skateboard oltre a base-ball/softball e karate, appaiono come ungrande azzardo per il futuro dello sportagonistico. «Mi sembrano sperimenta-zioni eccessive, che funzionano finchéc’è un fenomeno come Bolt in pista, mapoi? – spiega Elio Locatelli, il cittìdell’atletica italiana – Semmai, da rive-dere è il programma dell’atletica ai Gio-chi, che dovrebbe essere aggiornato».A Melbourne, che a febbraio (il 4, il 9 el’11) ha ospitato questo esperimento chealla fine ha visto la formazione di Bolt

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prevalere su Gran Bretagna e Cina, l’en-tusiasmo non è mancato. Ma quella erauna festa nella quale cronometro emetro hanno avuto scarsa importanza.Selfie, autografi, sorrisi, abbracci hannocaratterizzato Nitro Athletics che puòfunzionare a patto che rimanga unacompetizione lontana dai grandi appun-tamenti, Olimpiadi o Mondiali, chedevono conservare intatto il loro fasci-no. Lo stesso riteniamo debba essere perFly Europe, l’altro esperimento di que-sta atletica un po’ così, atletica perdivertimento, al quale abbiamo assistitolo scorso settembre tra la Porta di Bran-deburgo a Berlino e la Tour Eiffel a Pari-gi e che quest’anno, identico periodo,sbarcherà a Roma, probabilmente apiazza del Popolo, e si gareggerà anchea Londra e Madrid.Regole spesso bizzarre per questa com-petizione. Nello sprint gli atleti hannocorso tre volte ciascuno e individual-mente su una pista di 60 metri montatasulla strada: è stata misurata solo la

velocità di punta nei 20 metri centrali.Nell’asta, la gara scelta nel 2016, suquattro salti vinceva chi otteneva lamedia più alta. Gli atleti hanno chiestole misure (crescenti) prima della garasenza svelarle consegnando le loro indi-cazioni in busta chiusa ai giudici primadella competizione. Nel lungo si vince-va in base alla media su quattro tentati-vi.Alla base di tutto c’è il divertimento eun po’ meno la voglia di raggiungeregrandi prestazioni che arrivano soloattraverso serietà e allenamento. Qui,invece, al posto del sudore sembraesserci il videogioco e si trasforma unosport in una sfida a volte virtuale doveconta di più l’attenzione al posto dellaforza. Sebastian Coe insegue l’attenzio-ne, quell’attenzione che, senza grandiatleti - Bolt a parte, ma è l’unico - ades-so è svanita. «L’atletica è un sport glo-bale con un seguito globale - spiega ilpresidente dalla Iaaf - ma abbiamo biso-gno di eventi che ci ridiano il diverti-

mento, i ragazzini, il pubblico, in unadimensione diversa dai Mondiali. ENitro Athletics va in questa direzione».Il progetto non va disprezzato ma, comedetto, deve essere circoscritto e limita-to: non si deve puntare tutto su questoportando l’atletica a spettacolo da circo.L’atletica è tempo, sfida, regole. Diver-samente, abbandoniamo Olimpiadi,Mondiali, gare. Tutto ciò Seb Coe, cheè stato un grande atleta – oro olimpicoe record del mondo degli 800 metri, tan-to per ricordare – non lo può nasconde-re, non può trascinare l’atletica sul sen-tiero del gioco che, pur bello, rimane ungioco.Ci si diverte in piazza, si pensa alloshow ma, aggiungiamo, cosa accadreb-be se un atleta venisse trovato dopato?E poi, siccome questo è un gioco, sifaranno i controlli oppure no?L’atletica, come tutto lo sport, deveessere custode delle regole. Le innova-zioni troppo spregiudicate non fannoparte di questa famiglia.

Sebastian Coe

Azzurri in gara a Berlino

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Spesso è impossibile parlare agli Italianidelle buone idee che si trovano viaggiandoall’estero. Solitamente, la risposta riguardai lati negativi di questo o quel paese, comese ogni nazione fosse un sistema monoliti-co ed il prendere spunto da un’idea com-portasse cestinare in toto il nostro stile divita. Certo è che per quanto riguarda lostandard dell’educazione sportiva e albenessere fisico nel belpaese, il quadronon è dei più rosei e si dovrebbe essere por-tati quantomeno a dare una sbirciatina quae là in cerca di idee. E da lontano, in unodei paesi dallo stile di vita più diametral-mente opposto rispetto a quello tricolore,di spunti da trarre se ne trovano a bizzeffe.Il Giappone è un paese in cui si percepiscel’interesse per il bene comune, sia a livellodi politiche generali che di disponibilità, daparte delle persone, di rinunciare a qualco-sa oggi per il futuro. Tutto ciò si ripercuote

sull’attività sportiva e sull’educazione.Anche senza una tradizione di alto profilonegli sport professionistici lo sport è unpilastro della società tale da essere celebra-to con una festa nazionale. Per conversol’attività fisica è considerata un punto fon-damentale della crescita personale fin dallatenera età. La differenza la fa un attentoimpegno istituzionale. Come un paese devedotarsi di un piano industriale per potercompetere a livello economico e commer-ciale, lo stesso vale per il futuro dei propricittadini, dei futuri lavoratori, padri emadri. Non c’è da sorprendersi che il Giap-pone sia una delle nazioni evolute colminore tasso di obesità, ma la sfida è tuttorareale, e risponde anche alle nuove cattiveabitudini importate da culture più vacua-mente “commerciali”. L’aumento recentenei tassi di obesità infantile ha dato impulsoa grandi opere sensibilizzazione. Dopol’introduzione di norme votate a limitare ilgirovita dei lavoratori (le aziende ed ammi-

nistrazioni coi dipendenti più “rotondi”sono a rischio di multe) si è dato impulsoad una campagna culturale e pratica benpianificata. Con la tipica pressione socialeche - a volte non del tutto positivamente -viene applicata nel sol levante sulla popo-lazione, si è pensato ad un approccio diampie vedute. In primis potenziando ulte-riormente delle infrastrutture sportive sco-lastiche di prim’ordine: in buona partedegli istituti sono presenti diversi impiantisportivi, al 99% pubblici. I giovani studentipossono quasi sempre avere possibilità discelta tra diverse discipline. Le attività didoposcuola si sono estese e l’attività fisicacompetitiva è incentivata sin dai primissimianni di età. La prima partecipazione alla“festa dello sport” dei vari istituti è vissutacome un rito di passaggio. In altre parolenulla sarà importante se non verrà conside-rato importante dalle istituzioni, ed inseconda battuta dalle famiglie. Il messag-gio che passa è che se vuoi avere successo,

ESPERIENZE

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L’esempio del Giappone

> Marco Cortesi

Viaggio in un paese in cui si percepisce l’interesse per il bene comune. Anche lo sport, nonostante l’assenza di una grande tradizione a livello professionistico, è inteso come puntofondamentale nella vita sociale. L’attività fisica è considerata fondamentale della crescita personale fin dalla tenera età. Campagne promozionali e attenzione all’impiantistica fanno dello Stato nipponico una delle nazioni al mondo con minor tasso di obesità

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devi essere sano, e sportivo. Non solo dili-gente e bravo sui libri. E senza le pericolosetendenze all’”auto-indottrinamento” chesono nate nel vecchio continente: la fiducianelle autorità è presente e percepibile, stri-dendo al confronto delle sempre più fanta-siose teorie dietrologiche che circolano danoi. A dare una mano, una tradizione ali-mentare che di suo presenta tanti elementipeculiari. Mentre in Europa ed America leporzioni, in particolare quelle del cibospazzatura, sono andate aumentando, lapressione delle politiche statali ha mante-nuto in Giappone quantità molto più basse.Dalle bibite gassate, alla circonferenzadegli hamburger alle tavolette di cioccola-to. Tutto è in taglia ridotta anche per ridurregli sprechi, particolarmente problematiciquando milioni di persone vivono in spaziristretti. Si genera l’attitudine a “cedere” unpo’ del proprio spazio ed un po’ dei propridesideri non solo per il bene comune, maper quello proprio a lungo termine.

Il cortile di una scuola pronto per il Taiiku no Hi,la festa nazionale della salute e dello sport

Anche per i pasti veloci, il cibo tradizionale non è (ancora) stato soppiantato dai fast food

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AUTOMOBILISMO

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È di nuovo attuale la possibilità di vedere a Roma la Formula E, competizione fra monoposto elettriche che tanto successo stanno ottenendo in tutto il mondo. Manca però la tappa italiana…

Clima... elettriconella Capitale

Il mondo delle competizioni automobilisti-che è da sempre ricco di categorie e classi-fiche diverse tra loro, proprio perché sonodiverse le vetture utilizzate. Dalle più poten-ti alle meno potenti, da quelle con quattroruote motrici alle altre con due ruote in tra-zione e ancora auto coperte, le turismo egran turismo, ma anche quelle scoperte, conle tantissime formule, dalle propedeuticheper i giovanissimi, fino ad arrivare allefamose formula uno. Insomma un mondoincredibilmente variegato che qualche voltamette in difficoltà anche gli addetti ai lavori,

> Enzo Cerrone

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un mondo che ha come comun denomina-tore il rombo dei motori, potenti o menopotenti che siano. Appunto, tutto questo finoa poco tempo fa, perché ora ad aumentarel'interesse, ma anche la ricerca tecnologica,ci ha pensato la FIA, ovvero la FederazioneInternazionale dell'Automobile, che nel2012 presentò il progetto relativo ad una

nuova categoria, contra-riamente a tutte le altre

esistenti, molto silenziosa:la Formula E che sta per

elettrica. Sì, la peculiarità dellecorse automobilistiche, un segno di identi-ficazione comune, il rombo nella fattispecie,non c'era più. Infatti era partito il progettoelettrico, a dire il vero con molti che ebberofastidiose reazioni, ma ormai il dado era trat-to e del resto bisognava guardare al futuro,con un occhio benevolo alle rinnovate fontidi energia, energia pulita, così in molti ini-ziarono questo lungo ed importante cammi-no, una scommessa per molti altri che erasempre più accompagnata da tanta curiosità.

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AUTOMOBILISMO

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Così il 2012 servì per mettere a punto itanti aspetti tecnici, ma anche sportivi,mentre nel 2013 iniziò un tour dimostra-tivo in tante capitali del mondo, compresaRoma, dove, fra l'incredulità e curiositàgenerale, una potente monoposto spintada un motore elettrico, fu utilizzata suiviali di Circo Massimo, per poi esserepresentata in Campidoglio con l'alloraSindaco Gianni Alemanno. Era il dicem-bre 2012 e il Sindaco nella circostanzapresentò un progetto di un Gran Premiodi Formula E nelle mani di Jean Todt, Pre-sidente della FIA ed in quelle dello spa-gnolo Alejandro Agag, Ceo di "FormulaE holdings"; gran premio che si sarebbedovuto svolgere fra Circo Massimo e leTerme di Caracalla.Indubbiamente unagrande intuizione, però tutto naufragòcon l'arrivo del nuovo Sindaco IgnazioMarino. Non naufragò invece l'ambiziosoprogetto che invece in altre parti del mon-do fu accolto a braccia aperte, con il risul-tato di far partire il primo campionato delmondo di auto elettriche, più precisamen-te Formula E, monoposto molto similialle conosciutissime Formula Uno, macon un caratteristico sibilo ad accompa-gnarle e non certo il classico rombo deimotori alimentati a benzina. Esattamentenel settembre 2013 partì il primo gran pre-mio e ad ospitarlo fu la Cina con un trac-ciato cittadino ricavato nella capitalePechino. Per la cronaca vinse il brasilianoLucas Di Grassi che al termine della sta-gione composta da dieci gare, arrivò ter-zo, non lontano dalla coppia di testa chelottò fino all'ultima gara, ovvero NelsonPiquet Jr., 144 punti e Sebastien Buemi,143 punti. Piloti appunto, molti prove-nienti dalla formula uno ed altri invecefigli d'arte, come appunto Piquet, maanche Nicolas Prost o ancora cognomialtisonanti come quello di Bruno Senna.Ad impreziosire la compagnia nomi notinel giro della formula uno, come NickHeidfeld, ma anche il nostro Jarno Trullied a proposito di italiani, Vitantonio Liuz-zi. Insomma tutto era partito al meglio,con grandi mezzi, molto interesse e pilotidi chiara fama, all'interno di scuderiealtrettanto famose. Molti i gruppi a livellomondiale che offrirono il proprio contri-buto, con la Mc Laren Electronic che for-nì i propulsori, la Renault, la Williams perle batterie al litio,

ma anche l'italianissima Dallara, famosaper i suoi telai. Naturalmente, sull'espe-rienza del primo anno furono modificatealcune cose, come per esempio il cambioche nel primo anno fu per tutti un sequen-ziale a 5 marce della Hewland, ma dallaseconda stagione si lasciò libero, conampia libertà di costruzione, così ci fu chioptò per un 5 marce, chi per un 4, chiancora per un 3 o per un 2. Monopostocomunque "possenti" con cinque metri dilunghezza, centimetro più, centimetromeno; un peso minimo (con pilota inclu-so) di 880 kg, da considerare solo di bat-terie intorno ai 230 kg; un importante tela-io in carbonio/kevlar della Dallara; italia-ni anche i cerchi da 18 pollici O.Z. Racingin magnesio, con pneumatici Michelin esoprattutto una potenza massima di oltre200 kW che permetteva già dall'inizio diraggiungere velocità di oltre 230 km/h,con un'accelerazione da 0 a 100 km/h intorno ai 3 secondi. Oggi sono in grado diraggiungere le stesse velocità delle attualiformula uno, ma potrebbero manteneretali incredibili velocità solo per pochiminuti. Insomma niente male davvero.Così, sulle ali del successo iniziale, partìanche la seconda stagione che si è conclu-sa lo scorso luglio, dopo dieci appassio-

nanti gare e che ha incoronato vincitorelo svizzero Sebastien Buemi, anche lui exdi formula uno, per soli due punti davantiall'altro ex di formula uno, il brasilianoLucas di Grassi, terzo Nicolas Prost. Dal-la Cina alla Malesia, dall'Uruguay all'Ar-gentina, per poi passare in Messico, StatiUniti, Francia, Germania e Regno Unito.Queste le tappe che hanno ospitato il "cir-cus verde", con anche quest'anno ilMarocco, Montecarlo e Canada. Il cam-pionato è iniziato nell'ottobre 2016 con lagara organizzata nel tracciato cittadino diHong Kong e terminerà a Montreal inCanada a luglio di quest'anno. Nelle tregare fin qui disputate si è registrato ildominio di Sebastien Buemi, al volantedella Renault e.Dams. Dunque grandinomi, grandi case presenti e tanta vogliadi esserci, viste le richieste che arrivanoda più Paesi che vorrebbero ospitare unevento del genere. Una incredibile scom-messa vinta dall'ideatore spagnolo Ale-jandro Agag che in così poco tempo harivoluzionato un modo di correre chesempre più si sta affermando. Del resto ilfuturo è segnato, sotto il profilo dell'ener-gia alternativa. Il petrolio non durerà persempre, anzi, mentre una mobilità inno-vativa, "verde" appunto, non può che rap-

Il progetto del Gp di Formula E voluto dall’allora sindaco Gianni Alemannofu presentato alla presenza del presidentedella FIA Jean Todt e del presidente ACIAngelo Sticchi Damiani

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presentare il futuro, neanche tanto lonta-no. Certo ancora per molti anni il rombodei motori tradizionali accompagnerà lecompetizioni dell'auto, ma è indubbio chele corse "elettriche" saranno sempre piùpresenti, magari suscitando ancora piùinteresse nell'opinione pubblica mondia-le, senza contare che la massima espres-sione al momento, rappresentata dallaFormula E, farà da ulteriore traino per tut-te quelle gare di fascia più bassa che damolti anni esistono, anche utilizzandomoto! Infatti serviva un traino così impor-tante, quale la Formula E, per lanciare unmodo diverso ed alternativo di correre. InItalia non c'è un grande seguito per quantoriguarda le competizioni con auto e motoelettriche, ma questa spinta, questo ventonuovo, potrebbe dare l'impulso giustoverso una disciplina sportiva, ad oggi,davvero per pochi intimi. Del resto unulteriore passo in avanti si sta facendo, infunzione di offrire gare emozionanti edincerte per tutto l'arco della gara. Ancoraper poco i piloti dovranno rientrare ai boxper cambiare la propria monoposto per-ché in "riserva" di energia elettrica; infat-ti ancora oggi non si è raggiunta la pienaautonomia per l'intero gran premio, maormai la svolta è vicina ed allora gli ultimigrandi gruppi automobilistici non avran-no più remore e si tufferanno nel futuro,compresa la Ferrari; si oggi sembra unascelta assurda ed impensabile, ma forselo è meno di quanto si possa pensare. C'èpoi l'aspetto circuiti: è di questi giorni ilcontatto che di nuovo c'è stato, questa vol-ta con la Sindaca Raggi, che evidente-mente in crisi da Grandi Eventi, ha pen-sato bene di accettare volentieri un incon-tro con gli organizzatori della Formula E,entusiasti di poter tornare a sperare in untracciato nella città eterna. Il progetto, difatto è stata tolta la polvere al progettodell'ex Sindaco Alemanno, è stato ripro-posto identico a quello del fine 2012 eprobabilmente ci sono tutte le carte inregola per vedere sfrecciare le monopostosilenziose, che poi tanto silenziose nonsono,fra le Terme di Caracalla ed i vialidi Circo Massimo. Certo non sarà facilee chissà quanti incontri saranno necessari(lo stadio della Roma qualcosa fa pensa-re...), però sarebbe un peccato saltareanche questo giro, allora aspettiamosilenziosamente la prossima puntata...

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SPORT E SCUOLA

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In seguito a un ricorso al Tar della Lombardia, il Consiglio di Stato ribadisce la regola dell’uso dell’idoneo abbigliamento durante le ore di Scienze Motorie

La “battaglia” (vinta) della tuta e delle scarpe da ginnastica

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Dura lex, sed lex. Il ricorso da parte del-le famiglie alla Giustizia Amministrati-va, al fine di vedere sanati i “torti” chele istituzioni scolastiche “infliggerebbe-ro” agli studenti, è divenuto quasi unostrumento abusato. Camminando sulsottile filo della lite temeraria, infatti,

alunni non ammessi all’esame di matu-rità o bocciati per i motivi più vari-conil supporto economico e ideologico dimamma, papà e avvocato -, ricorrono aiTribunali Amministrativi Regionali incerca di quella presunta “giustizia”,negata a scuola dall’atteggiamento diinflessibili docenti e solerti dirigentiscolastici. Capita allora di imbattersi in

una sentenza del Consiglio di Stato (lan. 540 del 7 febbraio 2017) in cui si ègiunti fino all’ultimo grado di giudizio,per sentir ribadire da una Corte la regolache sancisce, tra doveri degli studenti,quello di vestire “tuta e scarpe da gin-nastica” durante l’ora di Scienze Moto-rie, pena la possibile insufficienza inquesta materia.

> Alessandro Cini

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SPORT E SCUOLA

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Chi ha a che fare con la Scuola e i ragazzi,ogni santo giorno, è perfettamente con-scio di quanto sia difficile avere i propristudenti con il materiale didattico semprein ordine e disponibile. Questa realtà deifatti, tuttavia, non può e non deve passarecome principio: libri, dizionari, quaderni,fogli per il disegno, compassi, squadre,righe, penne, matite e abbigliamento con-sono per l’attività fisica devono esseresempre disponibili alla richiesta deldocente della materia di turno. Intendia-mo soffermarci solo un istante ancora sul-la sentenza, che ha già fatto discutere, perdelinearne meglio i dettagli e per com-prendere le motivazioni della presa diposizione netta da parte del Consiglio diStato. L’antefatto è molto semplice: unostudente lombardo viene bocciato a causadelle eccessive assenze. In seguito al suo

ricorso, il Tar sospende la decisione deidocenti, invitando pertanto la scuola asvolgere nuove le operazioni di scrutinio,“al fine di valutare la situazione di meri-to” dell’allievo. L’istituto ribadisce il pro-prio giudizio al Tar, motivandolo con ilmancato raggiungimento da parte delragazzo degli obiettivi minimi in moltematerie, il tutto testimoniato e certificato,oltre che dalle assenze, anche dalle insuf-ficienze. A fare da ago della bilancia inquesta situazione sono state proprio le oredi Scienze Motorie: lo studente non si èmai presentato alle lezioni con il correttoabbigliamento, preferendo un “look”decisamente sportivo, ma non tale dapoter essere considerato idoneo alle lezio-ni. Palazzo Spada, quindi, decide di spo-sare le tesi dell’istituto e del Miur. La sen-tenza ribadisce come le ore di Scienze

Motorie non siano collocate all’internodella Scuola italiana per creare campionio agonisti, bensì per “apprezzare e stima-re, in termini di voto, il grado di capacitàdell’individuo studente a comprendere efare proprio il senso di disciplina cheoggettivamente l’attività sportiva (perquanto minima, come può essere quellapratica all’interno di un plesso scolastico)implica sempre, nonché i principi e leregole basilari che sottostanno al nomenscienza motoria”. Fin qui ci ha guidati lacronaca. Senza voler indugiare in com-menti o giudizi “ad hoc” rispetto allavicenda lombarda, quel che resta davantiai nostri occhi è rappresentato dalla stori-ca conflittualità che persiste ancora oggitra la Scuola e l’attività fisica coniugatanelle sue forme più varie. Malgrado unaCorte di Giustizia ribadisca alcuni sacro-

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santi concetti, continuiamo a essere testi-moni impotenti di una deriva che vede iragazzi in età scolare sempre più lontanidallo sport, e sempre più vicini a stili divita errati. Gli sforzi compiuti in questiultimi anni per rendere più agevole il per-corso sportivo degli studenti/atleti altronon rappresentano che un timido, balbet-tante inizio di una lenta rivoluzione chedovrebbe essere, prima di tutto, culturale:il percorso verso il definitivo riconosci-mento - e non solo formale - dei valorieducativi dello sport appare ancora deci-samente lungo e tortuoso. La mancanzacronica di strutture sportive nelle scuole(con tutto quello che ciò comporta a livel-lo pratico), l’impossibilità di applicareorari più flessibili (che consentano, lacompleta fruizione dell’esperienza sporti-va), l’attuale difficoltà da parte degli stu-

denti/atleti di gestire in maniera equilibra-ta i propri impegni sui fronti sportivo escolastico, parlano di una distanza tra ciòche la nostra Scuola dovrebbe offrire, eciò che in realtà offre (con tutti i limiti delcaso). Un riflesso di questo carenteapproccio alla materia si osserva, neanchetroppo casualmente, nello sport di vertice,soprattutto nella difficoltà di“crescere”atleti in molte discipline.E’ passato oltreun secolo e mezzo dalla “Riforma Casati”e dall’introduzione nella Scuola dell’atti-vità fisica (a partire dal 1859 l’obbligodella “Ginnastica” fu riservato ai solimaschi), tuttavia la situazione sembra cri-stallizzata in una sorta di paresi intermit-tente che, solo in alcuni momenti storici,sembra lasciare spazio a iniziative interes-santi. A tale proposito vale la pena ricor-dare come la strategia “Europa 2020”

indichi chiaramente tra i suoi obiettivianche la riduzione degli abbandoni scola-stici al di sotto del 10%, nonché aumentoal 40% dei 30-34enni con un'istruzioneuniversitaria. Il meccanismo causa-effet-to nel “drop-out” scolastico degli studentiitaliani non si discosta poi molto da quelloche conduce molti studenti/atleti a lascia-re lo sport o, in casi estremi, le aule sco-lastiche per dedicarsi a tempo pieno allapropria disciplina. A questo punto l’occa-sione per l’Italia, e non solo in prospettivaeuropea, potrebbe essere davvero epoca-le: assumere un indirizzo definitivo eintraprendere un viaggio di rinnovamentocomplessivo dell’istituzione scolastica.Forse ripartire con forza e slancio propriodalla Scuola potrebbe rappresentare unnuovo inizio, e perché no, anche l’avviodi un “new deal” per lo sport italiano.

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CINEMATOGRAFIA SPORTIVA / Oltre lo sport

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Quando la realtà è più bella della fantasiaTra gli sport che compongono i Giochiolimpici invernali, forse il più pericolosoè il salto con gli sci: atleti coraggiosi e conun briciolo di sregolatezza che si lancianoda trampolini di 70 o 90 metri lasciandocisenza fiato.La maggior parte delle persone ci pense-rebbe molto prima di iniziare una carrierain questo sport, ma Eddie “The Eagle”Edwards (titolo del nostro film e nome del-l’atleta britannico realmente esistito) nonera un uomo comune. Iniziato tredicenneagli scii, Eddie cresce in una piccola citta-dina inglese; ragazzo avventuroso e un po’spavaldo, viene sempre aiutato nel suocammino sportivo dalla madre mentre ilpadre – intonacatore – vorrebbe per lui unfuturo diverso.Rifiutato dal Comitato olimpico ingleseper partecipare alle Olimpiadi di Calgary1988 con la squadra di sci alpino, Eddiecapisce che la sua unica possibilità peremergersi è distinguersi: si informa e sco-pre che l’ultimo saltatore inglese si è riti-rato nel 1929, il nostro eroe, ventenne, sidà così al trampolino. Con l’aiuto della madre prende il camperdi famiglia e si reca a Garmisch, dove sitrova il più grande campo di allenamentoper il trampolino. Armato di tanta buonavolontà, Eddie si illude di poter impararea saltare da solo, senza l’aiuto di un alle-natore. Dopo un primo tentativo riuscitodal trampolino da 15 metri, tenta la fortunalanciandosi da quello da 40 metri ma caderovinosamente. Viene soccorso dalla bari-

> Donatella Italia sta Petra che lo ospita in cambio di unamano al locale e gli consiglia di rivolgersia un vero allenatore. Eddie conosce Bronson Peary, ex stellastatunitense del salto con gli sci, ma l’uo-mo – dedito all’alcool dopo aver abban-donato la carriera sportiva – non vuolesaperne. Alla fine, esasperato dalle conti-nue pressioni del giovane e sinceramentepreoccupato per la sua incolumità, accettadi allenarlo e di introdurlo al mondo delsalto.Una sera, per dimostrare al giovanedi essere ancora in gamba nonostante ungrosso attaccamento alla bottiglia, Bron-son si lancia dal trampolino dei 90 davantiagli occhi increduli di tutta Garmisch: unascena sinceramente poco credibile, mamolto spettacolare.Con i consigli di Bronson e la sua capar-bietà, Eddie fa subito progressi e arriva asaltare senza problemi dal trampolino da40. Edwards è fiducioso di potersi quali-

ficare data l’obsolescenza delle regole bri-tanniche sullo sport che si è scelto causamancanza di saltatori, ma il destino è inagguato: il comitato olimpico del suo Pae-

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se decreta che per partecipare ai Giochibisogna essere in grado di completare consuccesso un solo salto in una qualsiasicompetizione in un trampolino da 70 metricoprendo una lunghezza di 61. Il ragazzotorna così da Bronson e decidono di parte-cipare a tutte le gare amatoriali, cercandodi migliorare la lunghezza dei salti in ognioccasione. Arrivano così all’ultima garadisponibile per la qualificazione per i Gio-chi: Eddie ha a disposizione due salti, maraggiunge i 61 metri solo nel salto di prova. Scoraggiato, Eddie torna a lavorare consuo padre e Bronson torna alla vecchia vitafatta di alcool e auto da riparare; finché ungiorno al nostro eroe viene recapitata unalettera: il comitato olimpico non ha regi-strato il suo salto ufficiale, bensì quello diprova, dove erano stati raggiunti i 61 metririchiesti.

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CINEMATOGRAFIA SPORTIVA / Oltre lo sport

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Eddie parte così alla volta dei Giochi, sup-portato dall’affetto dei genitori che final-mente vedono realizzarsi i sogni del figlio.A Calgary, però, il nostro amico diventasubito lo zimbello della squadra di scii bri-tannica, i cui membri lo prendono in giroper i suoi modi un po’ rozzi e bizzarri.Finalmente arriva il momento per Eddie didimostrare quanto vale: il giorno del saltodal trampolino da 70 metri. L’atleta britan-nico salta e copre una lunghezza di 60,5

metri, arriverà ultimo ma festeggia ugual-mente: è il suo record e anche quello ingle-se. La sua storia da Cenerentolo gli guadagnaperò le attenzioni della stampa, che lo fadiventare in breve un personaggio dacopertina. Ma Eddie vuole di più: fa infatticontattare la stampa e annuncia di volersfidare il trampolino da 90 metri. Bronson lo raggiunge e cerca di dissuadereil suo ragazzo temendo seriamente per la

sua vita, ma senza risultato: Eddie sa dipotercela fare e quindi“ce la farà”. Nel-l’ascensore che lo condurrà in cima, Eddieconversa con il suo idolo, Matti "Il finlan-dese volante" Nykänen; è una chiacchie-rata incoraggiante e ne esce fortificato maal tempo stesso ancora più intimorito, per-ché prende coscienza di cosa andrà a fare. E quando si siede sul trespolo, pronto alanciarsi, Eddie si butta alle spalle tutte lesue paure e – tra gli sguardi attoniti di tutti– si lancia.Arriverà a coprire “solo” 71,5 metri, masufficienti per conquistare il nuovo recordbritannico. Il ritorno a casa, tra l’affettodella gente e l’abbraccio dei suoi genitori– orgogliosi della sua impresa – è più dol-ce di una medaglia d’oro.Se il personaggio di Bronson Peary è fit-tizio, dipinto sulla figura del “duro dalcuore tenero” Hugh Jackman, reali sonoinvece gli sforzi e la bravura di TaronEgerton nel cercare di somigliare al moltomeno avvenente Eddie Edwards. Le musi-che del’ex Take That Gary Barlow e laregia dell’attore e sceneggiatore DexterFletcher (qui alla sua terza prova dietro lamacchina da presa) completano l’opera,regalandoci una pellicola che sa di fiaba.E quando le fiabe nascono dalla realtà,sono ancora più belle.

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> Eleonora De Giorgio

EQUITAZIONE

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Dal 17 al 19 febbraio si è svolto l’ormaiabituale appuntamento di Cavalli a Roma,salone del cavallo e dell’equitazione,presso le strutture della Nuova Fiera diRoma.Ottimi i risultati per l’edizione 2017 cheha visto quasi ottantacinquemila visitatorie più di trecento espositori, oltre natural-mente a competizioni di altissimo livelloe manifestazioni dedicate al mondo delcavallo e ad i suoi tanti appassionati, giun-ti in Fiera per una full immersion eque-stre.

La presenza ASI si è fatta sentire condiversi eventi a tutto tondo su tre giornatedi appuntamenti.Lo stand di ASI Sport Equestri, presso ilpadiglione 6, è stato così punto di ritrovoper incontrare i nostriospiti e scambiarecon loro informazioni ed impressioni: lanostra missione, in quanto Ente di Promo-zione Sportiva, è proprio quella di avvici-nare gli interessati,con un approcciodivulgativo e sempre attento allaqualità,alle tante proposte che trovano illoro fulcro nell’attività insieme al caval-lo.L’arena di fronte allo stand ha visto alter-

narsi le nostre iniziative: dimostrazionicon i pony, che hanno permesso a tantibambini di avvicinarsi ai piccoli amici;esibizioni di grande qualità ed impatto inVolteggio e Syncro, nelle discipline forsepiù coreografiche tra quelle equestri, iprogetti di Formazione Socio Sanitaria ela Falconeria, che ha regalato momentimagici ai presenti.

Centrali sono stati gli appuntamenti dedi-cati al sociale: Progetto Capannelle haportato in Fiera gli atleti disabili del per-corso di equitazione sportiva e ricreativarealizzato nel tempio romano del galoppo,

Cavalli a RomaSi è svolta presso la Nuova Fiera di Roma, la tre giorni dedicata al mondo del cavallo e ad i suoi tanti

appassionati, una full immersion dedicata alle attività equestri. Importante e qualificata la partecipazione di ASI

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mentre il progetto “Io ci sto Dentro” hafatto sì che detenuti in semilibertà di variistituti penitenziari laziali contribuisseroalla riuscita della manifestazione capitoli-na, lavorando con diverse mansioni graziealla sinergia tra ASI e Ente Nuova Fieradi Roma.Importante la tavola rotonda sugli Inter-venti Assistiti con Animali, andata in sce-na nella Sala Convegni Balconata e pre-ceduta da un momento istituzionale pro-mosso dal Ministero della Salute: si èricordato come il cavallo possa essereoggi protagonista del benessere umano,

oltre che compagno di sport e di vita. Coni rappresentanti del Ministero – che haemanato le Linee Guida e vigila con leRegioni sulla loro attuazione - ASI ha con-diviso la necessità di chiarezza, trasparen-za, qualità per tutti gli attori impegnati inquesto importante settore sociosanitario. Bilancio assolutamente positivo: in sinto-nia con un contesto di Fiera molto attentoal cavallo in tutti i suoi aspetti, il nostroEnte ha certamente trovato un ottimo spa-zio per mostrare i tanti modi possibili difare sport in armonia con questo splendidoanimale e compagno di avventure.

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La disciplina del Taekwon-do l'ha conqui-stato quand'era davvero piccolissimo dal-lo schermo televisivo su cui non perdevaoccasione di guardare film di Bruce Lee,Van Damme e gli altri idoli delle arti mar-ziali. Goffredo Francioni, allenato dalMaestro Fabio Caiazzo, ha trasformato lasua passione nel suo sport tanto da con-quistare un titolo mondiale di cui va fieroe che spera sia solo l’inizio di una carrierache lo potrà portare verso traguardi sem-pre più importanti.Nonostante la giovane età, solo ventunoanni, è già una delle punte di diamante deltaekwon-do italiano.Cerchiamo di conoscerlo meglio e di capi-re quali sono le sue aspirazioni per il futu-ro.Goffredo da quanto tempo pratichi il taek-wondo?“Sono quasi 15 anni ! A 5 anni sono statoportato dai miei genitori nella palestradell'Asd Taekwondo Lazio, nel mio paesea Terracina, dove ho incontrato il MasterFabio Caiazzo, è stata una folgorazione,mi sono sempre di più innamorato di que-sto sport e non ho più smesso”.Hai parlato del Maestro Caiazzo, qual èstato il suo rapporto con lui e quanto è sta-to importante per la tua crescita.“Con lui ho un rapporto splendido. Miha subito inserito in un contesto moltoimportante. A soli tredici anni ho avutol’opportunità di andare in Corea per par-tecipare ai Campionati del Mondo. Illusinghiero quarto posto ottenuto mi ha

ARTI MARZIALI

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Francionila stella del taekwon-doL’allievo del Maestro Fabio Caiazzo, dopo due titoli mondiali già conquistati a soli ventuno anni, ha grandissime ambizioni per il futuro. Dagli inizi a cinque anni ai giorni nostri Goffredo ci racconta l’amore per il suo sport e la voglia di continuare a stupire in futuro

> Emanuela Silvestri

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lasciato l’amaro in bocca perché avreimeritato di salire sul podio. Tornato inItalia, invece di abbattermi, mi sonodedicato anima e corpo agli allenamentiper riuscire a riprendermi quello cheavevo fallito per un soffio in Corea”. Il riscatto è arrivato, sei passato di succes-so in successo fino a conquistare il Mon-diale juniores.“Era il 2012, avevo sedici anni. L’appunta-mento dei Mondiali juniores in programmain Canada lo avevo preparato minuziosa-mente, era il mio secondo Campionato delMondo della mia carriera sportiva, avevonel frattempo acquisito un bagaglio diesperienza importante. Ho messo tuttadeterminazione possibile ed ho centratoquello che sognavo sin da bambino e checredo sia il desiderio di ogni atleta: saliresul gradino più alto del podio”. Ma la tua scalata non si ferma, è arrivatoil Mondiale Senior di Brighton.“A 18 anni sono entrato nel giro dei vericampioni. Vincere tra i grandi conta vera-mente qualcosa, ed è quello che ti spingea tanti sacrifici, ad ore ed ore di palestraIn Inghilterra, ai Mondiali mi sono trovatoad affrontare i migliori del Mondo un tor-

neo di altissimo livello. Ho affrontato l’im-pegno con molta ansia. Avevo paura di nonriuscire a dare tutto me stesso di perdere lagrande occasione. Sapevo però in cuor mioche mi ero allenato a dovere e che nonpotevo fallire. Il cammino in gara è andatosecondo le previsioni. Ho eliminato tutti imiei avversari, fra i quali l'ex campione del

mondo Mattiuw Merror, conquistando,credo con pieno merito, la finale. Sapevoche quella era l’occasione più grande dellamia vita e che se avessi vinto anche la miavita di atleta sarebbe cambiata, avrebbeavuto un senso compiuto. Quei quattrominuti di combattimento mi sono sembratiinfiniti, sentivo dietro il mio angolo ilMaestro Caiazzo che mi gridava di usarela testa e di gestire l'incontro. Scaduto iltempo ho volto immediatamente il miosguardo allo schermo dove era indicato ilpunteggio che era tutto a mio favore. Inde-scrivibile l’emozione quando l’arbitro haalzato il mio braccio decretando la mia vit-toria! Ero campione del mondo senior,l'unico atleta a riuscire a vincere in entram-be le categorie. Che dire? ho toccato il cie-lo con un dito”.Passata la sbornia per quel successo oracome vedi il tuo futuro con il taekwondo?“Oggi mi sento al top, insegno e pratico iltaekwondo tutti i giorni! Il mio futuro?Voglio riuscire a realizzare qualcosa digrande raggiungendo traguardi semprepiù importanti. Con il Maestro Caiazzo alfianco credo che tutto sia possibile.Sognare è lecito o no ?”.

L’ASI PIANGE RENATO SALVATO

L’Asi piange la scomparsa di Renato Salvato, uomo che ha lavoratoper l’Ente per molti anni. Apprezzato dirigente non solo nello svol-gimento del suo ruolo di Revisore dei Conti, un amico che affettuo-samente seguiva le vicende di Asi con interesse e partecipazione.La sua prematura scomparsa, dopo una breve e dolorosa malattia,ha lasciato esterrefatti tutti i dirigenti dell’Ente che avevano avutola possibilità di conoscerlo e di collaborare con lui. Sempre disponibile con tutti, competente e pronto nel trovare lesoluzioni a tutti i problemi che si emergevano nella gestione di unbilancio complesso come quello dell’Asi. Il suo primo pensiero era quello di dare una risposta positiva nel-l’interesse primario dell’Ente, di cui avevo fatto parte fin dalla suacostituzione, proprio a Latina, a cui aveva dato un personale impe-gno non solo professionale, ma anche come sportivo e come poli-tico. Lo vogliamo ricordare così, come è nella foto, sempre sorridenteanche nei momenti difficili, ma ancor di più nel periodo della suamalattia, durante la quale il suo pensiero era sempre rivolto a pro-seguire il suo impegno nell’Asi, senza mai manifestare la sua sof-ferenza e la sua preoccupazione, per lui c’era sempre un domani.(Sandro Giorgi)

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tuttonotizie

SI È SVOLTA LA SECONDA GIUNTA ESECUTIVA ASI

Si sono tenuti nella splendida cornice di Villa Tuscolana di Frascati,sabato 18 marzo, i lavori della 2^ Giunta Esecutiva Asi. Una riunionemolto importante, perché di fatto d’insediamento dopo quella svoltasia Fiuggi nell’immediato post Assemblea Nazionale del 28 e 29 gennaio.Lavori partecipatissimi che si sono aperti, come di consueto, con il salu-to dei dirigenti locali invitati (erano presenti il Presidente regionaleLazio, Roberto Cipolletti e il Presidente provinciale di Roma, MarcoCarotti). A seguire le comunicazioni del Presidente nazionale ClaudioBarbaro, che ha esposto gli obiettivi e le aspettative per il nuovo qua-driennio appena cominciato, ed ha parlato dell’importanza di consoli-dare l’Ente soprattutto nella sua capacità di essere riferimento dellenumerose Associazioni che lo hanno scelto e promotore di nuove sfideprogettuali in ambito non soltanto sportivo. Il Presidente Barbaro hapoi salutato il Vice Presidente Alessandro Levanti, assente,  e tutti inuovi componenti e invitato la Giunta a prestare la massima attenzionealle attività che l’Ente deve svolgere rispetto alle normative Coni. Ilavori della Giunta sono poi proseguiti con la ratifica delle affiliazioni,la nomina di numerosi dirigenti periferici e di oltre sessanta Respon-sabili nazionali di Settore e Coordinamenti.

FIRMATA LA CONVENZIONE CON LA FONDAZIONE UNIVERSITARIAFORO ITALICO

L’ASI prosegue nella sua azione di potenziamento dei servizi a favoredei propri associati e tesserati. Lo fa siglando un'importante conven-zione con la Fondazione Universitaria Foro Italico, grazie alla quale,ad esempio, un tesserato ASI potrà sottoporsi ad una visita di ido-neità non agonistica condotta dal centro universitario di medicinadello sport ad un costo ridotto. La convenzione ASI - Fondazione Uni-versitaria Foro Italico garantisce una serie di prestazioni vantaggiosee professionali nell'ambito della salute e della sicurezza della per-sona di cui la base associativa ASI potrà godere.In particolare vengono previste tariffe agevolate per la visita di ido-neità agonistica, quella di idoneità per attività non agonistica, per ilcertificato per attività ad elevato impegno cardiovascolare e per esa-mi specialistici integrativi. Sono previsti anche pacchetti, ovverosoluzioni combinate di esami, che consentono all'utente di avere nonsolo considerevoli risparmi, ma anche la possibilità di effettuare visi-te nella medesima struttura, con un interlocutore unico. La Fonda-zione Universitaria Foro Italico nasce per coadiuvare l’Università delForo Italico nello sviluppo della cultura, della ricerca, della formazio-ne nell’ambito delle attività motorie, dello sport e del benessere psi-co-fisico nella sua più ampia accezione. A tal fine, la Fondazione sipropone di favorire la collaborazione tra l’Università e le comunitàterritoriali, mediante la prestazione di servizi e attività volte a repe-rire risorse per sostenere iniziative di eccellenza e di cooperazione alivello internazionale da attuare e gestire nell’interesse dell’Univer-sità e per il perseguimento della mission propria della stessa.

Un momento dei lavori della Giunta Esecutiva ASI

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PRESENTATO A SALERNO IL LIBRO “IL PERSONAL TRAINER”In una gremita sala conferenze dell'Hotel Mediterranea di Salerno è stato pre-sentato il libro “Il Personal Trainer", Le nuove competenze”, scritto da Carlo Alta-mura, pedagogo, giornalista e presidente dell'Asd Cultura Formazione del Corpo.La presentazione, moderata dal biologo ed esperto di body building, Filippo Mas-soroni, si è avvalsa delle relazioni oltre dello stesso Altamura, che ha presentatoin linea di massima il suo primo lavora, dalla Dott.ssa Simona Bardi, Avvocateed esperto in diritto dello sport: Giovanni Postiglione Posturolo e Docente diScienze Motorie e dal Prof. Giuliano Califano, Presidente dell'Ass. Amici del cuoreche ha accennato l'importanza del utilizzo del defibrillatore anche da parte delPersonal Trainer. La giornata, che ha visto la presenza di numerose Associazioniaffiliate Asi delle provincia di Salerno con i vari istruttori, si è avvalsa anche dellaillustre presenza di esponenti dello sport regionale campano, come il Dott. EnzoMarra, dello Sportello tributario del CONI Campania e pubblicista FiscoSport, delDirigente Nazionale Asi, Giancarlo Carosella, che ha patrocinato l'evento. Il Prof.Giuseppe Maiorano Esperto in Management e docente di Scienze Motorie e dalM° Marco Rossomandi del Movimento Sportivo Cultura Fisica. Il libro è statodato in omaggio a tutti i presenti e sarà il testo per i prossimi corsi di formazioneche si terranno in collaborazione del Comitato Provinciale ASI di Salerno. 

ASI CAMPANIA ED ISTITUTO «TERRA DI LAVORO» FORMANO MANAGER SPORTIVI DI DOMANI

C’è il management dello sport al centro del percorso dialternanza scuola lavoro che il Comitato Regionale Asidella Campania sta svolgendo insieme ai giovani stu-denti del corso di studi in Amministrazione, Finanza eMarketing ad Indirizzo Sportivo dell’Istituto Statale «Ter-ra di Lavoro» di Caserta. Il progetto, nato da una intesatra i due Enti ed avente lo scopo di formare futuri pro-fessionisti nell’ambito dello sport attraverso la praticadell’alternanza scuola lavoro presso il Comitato Regio-nale Asi e le strutture delle società e delle associazionisportive affiliate Asi, ha già visto gli studenti attivi col-laboratori dell’evento AsiDanza – Ballet for Life, del Car-nevale a Caserta 2017 e del prestigioso torneo di calciogiovanile Caserta Cup, tutti firmati Asi Campania. L’8marzo mattina intenso incontro al Coni Point di Casertadove gli studenti – accompagnati dalla prof.sa LetiziaDesiderio – hanno svolto un primo workshop sull’orga-nizzazione degli eventi sportivi. Nell’occasione, si sonoconfrontati con il delegato provinciale del Coni Point diCaserta, dott. Michele De Simone, con il presidentenazionale dell’Asi, dott. Claudio Barbaro, e con il presi-dente del Comitato Regionale Asi della Campania, dott.Nicola Scaringi, avendo modo di affrontare il tema dellenuove professioni dello sport e ricevendone consigli edincoraggiamenti. «L’alternanza scuola lavoro è unaesperienza nuova per l’Asi – ha commentato Nicola Sca-ringi – ma che stiamo affrontando mettendo in campole migliori competenze del nostro Ente. Lo scopo è dieffettivamente formare e dare pratica esperienza di lavo-ro a questi giovani studenti entusiasti dello sport».

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ORGANIZZA

La redazione di Primato rende noto ai lettori,ai dirigenti della periferia, a tutti gli opera-tori di ASI ,che le manifestazioni di cui si parlanelle pagine del mensile sono soltanto unaparte della miriade di eventi organizzati intutta Italia sotto l’egida dell’ente. La scelta,per evidenti ragioni di spazio, cade su quelleiniziative ritenute di maggior rilevanza siaper numero di partecipanti che per l’interes-se che suscitano sul territorio. Il quadro completo di quanto organizzato daASI trova regolarmente spazio sul sito inter-net www.asinazionale.it.

ROMA, SUCCESSO ORGANIZZATIVOPER IL CIRCUITO DEL NUOTO

Circa 700 atleti/gara, è questo il nuovo record di presenze raggiun-to nella 3^ prova di qualificazione a rana del circuito regionale delnuoto ASI del Lazio domenica 19 marzo scorso in una manifesta-zione ancora una volta portata a termine con una organizzazioneal top capace di svolgere il tutto senza problemi e/o ritardi ed inun solo pomeriggio! Ad affiancare questa importantissima notiziai risultati dei tanti atleti in vasca, concentrati in questa occasionesulla qualificazione della rana in vista della finale regionale di finemaggio, compresi quelli dei piccoli baby, giovanissimi ed allievi, checonsiderata la loro giovanissima età Asi ha deciso di portarli tuttisul podio delle proprie manifestazioni! Ad ottenere i migliori piaz-zamenti sono stati ovviamente i vincitori Gioia Bucciarelli, FedericaCasalbore, Niccolò Sguera, Lorenzo Finizia e Mattia Andaloro, del-la New Line Pomezia SSD, Claudia Di Lernia, Federica Costantini,Alessio Costantini e Federico Dario Fanti della Sis Roma gruppoAmendola, Sara Fioranelli, della Romanina Sporting Center,  Clau-dia Kociuba, Angelica Quatrini, Andrea D’Angeli e Leonardo Mar-cello,  della ASD Funsport,  Giorgia Felicetti,  della Olgiata20.12,  Ludovica Zanin,    della Fiumicino Nuoto,    Francesco Persie Davide Mastroiaco, della Aria Sport SSD Rieti, Virginia Roncacci,Vittorio Iovine, Ginevra Parisi, Pietro Massimo Ciucci, Laura Di Filip-po, Giulia Ginanni, Elvira Frascani, Monica Manni, Gianluca Bra-mati, Massimiliano Napolitano e Stefano Conti, della Tiro a VoloNuoto,  Mirella De Sisti, Alessandro Di Capua e AndreaMarchetti,  della Maco SS DIL. Arl, Patrizia Puthod, Giada Castellanie Antonio Conti, del Formello Sporting Club, Alessio Lucà, PaolaAbbonizio, Marco Malara e    Francesco Quaquarelli, delle  StelleMarine arl e Francesco Guiducci, dell’Appio 2009.

CASERTA, SUCCESSO PER LA BALLET FOR LIFEÈ stato un sabato di grande spettacolo quello che andato in scena sulpalco del Teatro Don Bosco di Caserta con la manifestazione AsiDanza,Ballet for life organizzata dal Settore Danza del Comitato Provinciale Asidi Caserta diretto dal m° Mariarosaria Giordano.Non una semplice ras-segna di danza, ma una serata per celebrare il movimento in tutte le sueforme – danza classica e moderna, ginnastica ritmica ed arti marziali –con un particolare sguardo alla complessità dell’arte performativa in tuttele sue forme.Sul palco si sono alternati le giovani atlete di ginnastica rit-mica della Polisportiva Bellona – diretta dalla prof.sa Anna Aurilio e dalprof. Pino Romano –, gli allievi di danza e di arti marziali della MovingArt Academy di San Nicola la Strada – diretta dal m° Mariarosaria Gior-dano e dal m° Giuseppe D’Apice –, gli allievi di danza della scuola didanza Gioia di Limatola (Benevento) – diretta dal m° Giusy Vaiuso e dalm° Alan D’Angelo –, gli allievi del Centro Studi Danza Attitude di Caserta– diretto dal m° Magda Diodato – e gli allievi della scuola di danza TheDaisy di Curti – diretta dal m° Gianfranco Tecchia –.La serata è stata allie-tata dalla voce del tenore m° Dario Nazzaro e del soprano m° Emilia Roc-co, cantanti lirici di caratura internazionale. Ha presentato la giovanissimaattrice e modella Denise Schlipfinger. All’organizzazione della serata han-no collaborato i giovani allievi del corso di studi in Amministrazione,Finanza e Marketing ad Indirizzo Sportivo del l’Istituto Statale «Terra diLavoro» di Caserta – diretto dalla prof.sa Emilia Nocerino – impegnati inun percorso di alternanza scuola lavoro con il Comitato Regionale Asidella Campania.

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ROMA, CENTOQUARANTA IN GARA PER LA 1^ DEL CIRCUITO DISCIPLINE EQUESTRI INTEGRATE

Inizio alla grande per il Circuito Discipline Equestri Integrate: la prima tappa si è svolta a Roma il 5 marzo, nella prestigiosa cornicedi Tor di Quinto, dove ha sede il IV Reggimento Carabinieri a CavalloCentoquaranta i partenti che si sono confrontati in gimkana, dressage e volteggio, dando vita e spazio a momenti di reale inte-grazione attraverso lo sport. Grazie alla classifica unica prevista dalle Discipline Integrate, infatti, in gara si sfidano negli stessi per-corsi ed esercizi atleti normodotati e diversamente abili; un valore aggiunto che l’Arma ha riconosciuto ospitando la tappa inaugurale

del Circuito e così rendendo merito allo spi-rito di aggregazione da sempre centrale innel nostro Ente.Tra gli atleti anche i dieciragazzi del Progetto Roma Capannelle, chehanno concluso la prima parte del loro per-corso gareggiando nella gimkana al passoe al trotto, in vista della ripresa del Proget-to.Ottime strutture, più che mai importantidato il meteo inclemente e armonioso losvolgimento delle gare, in campo come ingiuria. Tirocinanti e candidati giudici diDiscipline Integrate hanno affiancato i tito-lari, contribuendo alla riuscita dell’eventoe al contempo partecipando a un impor-tante momento formativo,Apprezzata lavisita del Presidente Nazionale dell’AsiClaudio Barbaro e del Vicepresidente Emi-lio Minunzio, che hanno ricevuto le congra-tulazioni dei “padroni di casa” MaggioreAlessandro Atti e del Tenente GiacomoTamiazzo per lo svolgimento e la riuscitadell’evento, oltre che per i suoi obiettivi infavore della cooperazione nello sport.(Eleonora De Giorgio)

COLLEGNO, SEMINARIO DI SCHERMA DI COLTELLO

Sabato 18 e domenica 19 Marzo si è tenuto a Col-legno, in provincia di Torino, il Seminario di Scher-ma di Coltello presso la Asd Arma Vis. L'ottimadidattica del Maestro Gianfranco Di Sabato hapermesso ai praticanti, neofiti e non, di apprende-re nozioni basilari ed avanzate di quest'arte tradi-zionale italiana, che da secoli viene tramandatanella città di Manfredonia. Il Maestro è il succes-sore designato di una delle scuole più conosciutenell'ambiente della Scherma di Coltello e BastoneItaliano. L'evidente entusiasmo dei partecipanti el'atmosfera piacevolmente coinvolgente hannoreso questo evento un vero successo, sicuramenteda replicare.

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BISACQUINO, SI PARLA DI VIOLENZA SULLE DONNE

Con il patrocinio del comune di Bisacquino, in provincia di Palermo, e la collaborazione del-l’associazione sportiva ‘Sport For Fun’ di Mariella Marino, della Scuola Calcio 'Bisacqua Sport'di Frank Venezia e con la partecipazione straordinaria del  circolo 'Noi Donne' di Bisacquino,l’ Asi di Agrigento ha organizzato un convegno su un tema di grande attualità come la violenzasulle donne: ’Non Solo 8 Marzo. 365 giorni Donna'. Il Teatro Comunale del centro montanoha accolto i relatori in un contesto in cui il problema della violenza sulle donne è stato affron-tato sotto l'aspetto psicologico e giuridico-legale. La serata, condotta dal giornalista GiuseppeRecca, ha visto gli interventi dell’avvocato Mauro Tirnetta, della psicologa Enza Galluzzo, delprofessore Giuseppe Campo e del maestro di arti marziali Piero Lentini, dell’associazione spor-tiva Ippon Karate di Sciacca. Sono anche intervenuti il presidente regionale dell’ AsiSicilia Maria Tocco, il sindaco di Bisacquino Tommaso Di Giorgio e il poeta dialettale RoccoChinnici. Gli interventi di tutti i relatori hanno contribuito a generare una riflessione sulla con-dizione delle donne, spesso vittime di minacce, violenze e soprusi che molte volte terminanocon la morte o il suicidio di molte di esse.  Si è parlato di stereotipi ancora troppo forti da abbattere, dei diversi tipi di violenza, dei minoriche assistono ai maltrattamenti in famiglia, della legge sul femminicidio e dei suoi possibilieffetti, degli aspetti psicologici e sociali sulla donna vittima di violenza.L'associazione  “Noidonne” con Margherita Bacile e Concetta Bivona ha curato due momenti teatrali, con la letturadi brani tratti da testi dedicati al tema e chiuso il convegno con una canzone cantata da EnzaGiardina, accompagnata al pianoforte da Luciana Rumore.  Particolarmente forte la testimo-nianza di una giovane donna che ha raccontato la sua esperienza di violenza in famiglia; lastoria di uno zio che ha abusato di lei, la difficoltà a riprendere una vita normale continuandoa nascondere l'episodio, la 'liberazione' quando - dopo tanti anni - ha scelto di aprirsi e ricor-dare, con l'aiuto di una psicologa, cosa era accaduto. Durante il convegno è stato presentatoanche il corso di autodifesa “Donna: impara, previeni, difenditi che si terrà presso la palestracomunale di Bisacquino. Mario Cucchiara oltre a manifestare grande soddisfazione per l’ottimariuscita del convegno ha ringraziato quanti hanno permesso l’organizzazione e dato appun-tamento ad un prossimo evento.

SAN MAURO TORINESE, IN CAMPO PER IL CAMPIONATO INVERNALEDI BASEBALL

Si è disputata la 13^ giornata del campionatoinvernale Western Ligue, organizzata dal BcSettimo Baseball  Asd presso il palazzetto delloSport di San Mauro Torinese, le squadre coin-volte sono state: L'Avigliana Bees, AviglianaGirls, Boves, Settimo e Seveso. Sono state gio-cate 10 partite e il Settimo ha affrontato primaL'Avigliana girls con una difesa attenta, che hapermesso all'avversario di segnare un solo pun-to nel secondo inning.In attacco buone le bat-tute che hanno portato sei punti: Bo Gabriele,Wong Williams, Cirillo Stefano e Adamo Danie-le.Partita conclusa con la vittoria per il Settimo6 a 3.La seconda partita ha visto il Settimo incontrarel'Avigliana Bees, si riconferma una difesa atten-ta e pronta a mostrare le tattichetecniche  affrontate durante gli allenamenti.inattacco non mancano le valide, ben 9 che por-tano a casa 7 punti, tra cui Lo Verde Giuseppee Biglia Matteo.Partita conclusa con la vittoriaper il Settimo 7 a 2.Nella terza partita Il Bc Set-timo non da spazio all'avversario, il Seveso,molti gli atleti eliminati, belle le giocate perdifendere il diamante.In attacco i nostri atletisempre pronti, portano molte valide e 6 punti,tra cui Ayroldi Riccardo e Musolino Pietro.L'ul-tima partita della giornata vede in campo il Set-timo e il Boves, una partita subito complessa,zero punti per entrambi nei primi inning, e poinel terzo il pareggio 3 a 3 , la partita è ancoratutta da giocare, ma nel quarto inning il Settimosegna il punto della vittoria grazie alla battutadi Ostellino Gabriele che porta a casa  AyroldiRiccardo, e si evidenzia come i nuovi giocatoriprendo sicurezza e si integrano perfettamentenelle giocate frutto di intensi allenamenti.Par-tita conclusa con la vittoria per il Settimo 4 a

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PADOVA, SI È SVOLTO IL CORSO DI FORMAZIONE ASI PER TECNICI SPORTIVI

Una delle prerogative ASI è da sempredare risposte concrete agli operatori deidiversi settori sportivi attualmente pre-senti in Italia. È proprio per questo motivoche ASI ha organizzato nei giorni 4 e 5marzo scorsi un corso di abilitazione tec-nica presso l’Hotel Galileo di Padova. L’of-ferta formativa è stata accolta con grandeinteresse dai rappresentanti di diverserealtà operanti nel territorio, ed in modoparticolare del settore Kick Boxing che hainserito all’interno del corso un modulospecifico con possibilità di una formazio-ne anche pratica rivolta all’apprendimen-to e approfondimento delle tecniche diinsegnamento. Il settore Kick Boxing inseno ad Asi ha dato una forte spinta allapropria formazione, promozione e presen-za organizzativa grazie ad un profondo eserio rilancio organizzativo avviato dalResponsabile Nazionale di Settore AndreaAlbertin. Che, riconosciute le esigenzelegate ai nuovi processi gestionali tecnicie formativi, ha avviato un processo direstyling, dalle basi associative fino allagestione ultima di eventi di grande por-tata. La nomina di un Coordinatore Nazio-nale, che fosse anche esperto della realtàsportiva della Kick Boxing, è stata il primopasso di questa rivoluzione. La scelta èricaduta nel 2015 sul m° Paolo Gherardi,ex campione di contatto pieno e leggero,ed organizzatore di eventi da quasi unventennio. Insieme, hanno dato il via ad

una serie di importanti “step” con il fineultimo di migliorare l’offerta sportiva eformativa ASI KickBoxing e l’accesso allenotizie ed agli eventi riguardanti il setto-re. Il sito www.asikickboxing.it offreinfatti un aggiornamento continuo suglieventi in programma, sia per quantoriguarda la formazione che le competizio-ni, fornendo all’utente la possibilità diselezionare le gli eventi più vicini con rife-rimento alla propria area geografica eriportando l’utilizzatore anche al sitonazionale per la facile consultazione del“albo tecnico”. Il servizio periodico dinewsletter è la finestra sul mondo ASI pertutti gli utenti che ricevono in tempo realeaggiornamenti e informazioni utili sulleattività proposte. Un lavoro ampio quindi,che ha portato al successo di eventi comequello tenutosi a Padova, dove docentialtamente titolati hanno affrontato temiquali la formazione in ambito tecnico-sportivo e la salute nello sport, la forma-zione in ambito amministrativo gestiona-le ed appunto la formazione specifica peri tecnici Kick Boxing. Ricordiamo che, innumerose Regioni Italiane è ormai neces-sario per poter insegnare essere qualifi-cati come “tecnico sportivo operatore dispecifica disciplina”. Abilitazione rilascia-ta, a livello nazionale, dalle FederazioniSportive o dalle Discipline Sportive Asso-ciate o dagli Enti di Promozione Sportivariconosciuti dal CONI e dal CIP.

TOLFA, SI È SVOLTO IL 1^ RADUNO ALFA ROMEO

Domenica 12 Marzo l’AsdAlfaclub “Fieri DiEssere Alfisti” con il Comitato Regionale ASIdell’Abruzzo ha svolto il suo 1° raduno di AlfaRomeo nel comune di Tolfa, in provincia diRoma. Il ritrovo avvenuto nella mattinatapresso la zona industriale ha avuto come pro-tagoniste venticinque Alfa Romeo e circa cin-quanta partecipanti.Nello spiazzale si sonopotute ammirare Alfa Romeo di ogni epoca:dai mitici Junior 1300 e Spider degli anni ’60,alle più moderne Giulietta e MiTo. Alle ore 11:30, dopo aver eseguito le iscrizionisotto il gazebo dell’ ASI, è partita la carovanadi Alfa Romeo per un giro turistico che haattraversato le strade e le colline dei comunidi Tolfa, Allumiere e Civitavecchia. Alle 12:30i partecipanti si sono ritrovati in un ristoranteper consumare il pranzo. La manifestazionesi è conclusa nel pomeriggio con le premia-zioni e le rituali foto di gruppo.

3.Una giornata di grandi successi, non solo pergli atleti e allenatori, ma anche per tutto lo staffdel Bc Settimo che ha lavorato per la riuscitadella manifestazione, ed è con immenso piace-re che la Società ha potuto far conoscere al Pre-sidente Regionale Asi Piemonte, il Sig. SanteZaza, una pagina dell'attività svolta dalle socie-tà del Baseball italiano.

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CAMPOCATINO, PRIMA CORSA AD OSTACOLI SULLA NEVE D’ITALIA

MONTENERO DI BISACCIA, UNA VERA “FESTA” DEL JUDO

La manifestazione “Judo in Festa” si è svolta a Montenero di Bisaccia, in provincia di Campobasso domenica 5 marzo. Grande e sentita l’ac-coglienza dimostrata a questa magnifica manifestazione dalle maestranze locali, dai genitori e dai sostenitori e resa possibile, ancora unavolta, dalla collaborazione fattiva fra FiJLKAM, nella fattispecie con il Settore Judo del Comitato Regionale Molise ed ilM° Bernardo Centracchio,ed il Settore Nazionale Judo dell’Asi; le citate organizzazioni sono scese fianco a fianco nella programmazione e nella realizzazione di questoevento ottimamente interpretato dai nostri mini-judoka.Circa duecento bambini, con venti Associazioni provenienti da ogni parte d’Italia edun pubblico di circa cinquecento unità hanno riempito l’accogliente Palazzetto di Montenero di Bisaccia..Dopo le parole di benvenuto da partedel M° Bernardo Centracchio, la manifestazione, succeduta alle Fasi Qualificazione dei Campionati Italiani Juniores della FiJLKAM, ha avutoil suo inizio ufficiale, con lo stage tenuto da M° Angelo Parisi, un grandissimo Campione di Judo, che vanta quattro medaglie olimpiche, chela miopia dell’Italia si è fatta sfuggire e che l’accoglienza, prima dell’Inghilterra e successivamente appunto della Francia, ha incornato frauno dei migliori Judoka del Mondo:Oltre al M° Centracchio, accanto a questo Grande Campione, si sono stretti il Sindaco dei Montenero di

BisacciaNicola Travaglini, l’Assessore Massimo Di Stefano ed il Respon-sabile del Settore Nazionale Judo di Asi M° Massimo Mattioli. Comenome e contenuti, il Settore Judo dell’Asi è entrato nel vocabolario delloSport Italiano e questo è un sicuro riconoscimento del buon lavoro cheil nostro Ente porta avanti; le credenziali che si sta costruendo, i rinno-vati rapporti di collaborazione con i Comitati Regionali Fijlkami, il respi-ro internazionale che intraprende – con partner importanti come quellacon Panathlon International e con la Fiku (Federazione Italiana Kurash),con idee ed azioni, premia la lungimiranza e loda l’intraprendenza conla quale Asi ha voluto dare nuova vitalità ad un Settore e ad un Sportche da anni vedeva stabilità e che ora, contrariamente, denota una con-trotendenza: Stage, Competizioni, Corsi di Formazione, hanno dato nuo-va fiducia verso il Settore Judo del nostro Ente.

La corsa di domenica 5 marzo a Campoca-tino, in provincia di Frosinone, è la primacorsa ad ostacoli sulla neve in Italia.L ’Asièmolto orgogliosadi questo evento,che apre la sta-g i o n edelle  Mud  Run eO C R / O b s t a c l eCourse Race inItalia,  non soloper il suo altovalore sportivo,ma perché ideatoe organizzato dauna sua  associa-zione sportivadilettantist ica:la  Outdooxform,impegnata dal2013 a  far conoscere e a promuovere ladisciplina delle MudRun e OCR in tutti i suoiaspetti, dall’ allenamento alle competizioni

amatoriali.Quella di domenica è stata unavera corsa avventura resa ancora più diffi-cile dalle pessime condizioni meteo che

non hanno però impedito la partenza deitemerari guerrieri della neve. Come è con-suetudine in questo genere di attività a tut-

ti i concorrenti arrivati sul traguardo è statadata la medaglia finish, mentre ai primiassoluti uomo e donna e ai primi per classe

di età sono andati ipremi offerti dai par-tner tecnici namedsport,Decathlon Fro-sinone e I-Exe.La garaè una delle tre corsedel nuovo circuitoindipendente Italia-nOCR Experienceorganizzato dallaOutdooxform. Graziealla sua attività, infat-ti, numerose sono lepersone che hannoscoperto questa nuo-va disciplina e iniziatoa cimentarsi in queste

spettacolari corse ad ostacoli nel fango,alcuni anche con ottimi risultati a livellonazionale.

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VICENZA, RECORD E SORPRESE ALLA 7^ ULTRABERICUSTRAIL

CASTELVETRANO, TANTI ATLETI ALLA GRANFONDO DI CICLISMO

Oltre quattrocentoi partecipanti della quinta edizione della 'GranfondoCastelvetrano Selinunte', tenutasi domenica 25 marzo a Castelvetrano,in provincia di Trapani, valevole come terza tappa del Grand Tour Sicilia2017 e come prova del campionato regionale ASI Sicilia. La manifesta-zione ha riscontrato un grande successo con atleti appartenenti a diversesquadre provenienti da tutta la Sicilia che si sono fronteggiati su duediverse distanze: mediofondo di 85 km e granfondo di 115 km.In garaanche ciclisti stranieri provenienti da Malta ed altre Nazioni estere.

Si è corsa a Vicenza sabato 18 marzo la Ultra-bericusTrail, gara che ha aperto i giochi dellastagione della corsa fuori strada. I partecipan-ti si sono confrontati sul tracciato integrale di65 km e 2.500 mD+, percorso in senso antio-rario, e sulla staffetta Twin che presentava glistessi dislivelli della gara maestra - con unaprima sezione di 34 km e la seconda di 31km. Al debutto il tracciato Urban con i suoi22 km di puro divertimento che si sono arti-colati su 750 mD+ dalle vie del centro storicodi Vicenza, quindi su fino ad Arcugnano erientro in città. Mille e duecento i concorrentisul tracciato integrale, poco meno di cento-venti le coppie impegnate nella gara a staf-fetta e trecentosettanta infine i competitorsdel nuovo percorso Urban. Tra tutti questi sicontavano fin da questa mattina trenta sena-tori e senatrici, ovvero concorrenti che hannopartecipato e completato tutte le precedentisei edizioni della manifestazione.Tre i percorsi sulla carta con la tradizionaleintegrale che ha visto il trionfo di MarcoMenegardi davanti a Christian Modena eNicola Bassi. Al femminile successo di unainarrivabile Francesca Pretto che si è impostasulle inseguitrici Isabella Lucchini e FrancescaCanepa. La staffetta a coppie miste è statainvece un affare tutto per il duo composto daFrancesco Rigodanza e Francesca Costa, men-tre nel nuovo tracciato Urban il sigillo postosulla classifica è di colore verde, quello delteam Vicenza Marathon che ha monopolizza-to la gara uomini con la triade composta daAndrea Mignolli, Francesco Lorenzi e SimoneCortiana. La loro compagna di squadra, AnnaZilio, ha intascato infine la gara rosa, metten-do in fila Lisa Carraro e Martina Testarmata.Nella corsa principale il bergamasco Mene-

gardi ha inoltre siglato un nuovo record asso-luto, fermando il cronometro sul tempo di5:31:55, che manda in soffitta il tempo del-l'edizione 2012 messo a segno da LorenzoTrincheri con 5:32:59.Nella gara maschile eradato per favorito alla vigilia, Simone Wegherche fin dalle prime battute non ha volutosmentire i pronostici e si è subito messo a farel'andatura. Il trenti-no è rimasto impas-sibile davanti a tuttiper tutta la primaparte di gara, finoalle scogliere del-l’Eremo dei MontiBerici dove eracostretto al ritiro.Quando ormai il ruo-lino di gara indicavache mancavanoappena 3,5 km, siconsumava la sor-presa finale. Mene-gardi accellerava e siaccodava a Modena,sorpassandolo poco-dopo per involarsi aquel punto verso lasua vittoria e il nuo-vo record del percor-so. Christian Mode-na arrivava distan-ziato di poco più didue minuti e mezzo(5:34:37). Terzo chiudeva a quel punto NicolaBassi (Team Tornado) con il tempo di5:35:16.Nella gara femminile non c'era storiaper l'atleta di casa, Francesca Pretto (Summa-noCobras) che giungeva prima sul traguardo

di Piazza dei Signori il suo tempo di 6:37:32era di netto il migliore rispetto alle inseguitriciIsabella Lucchini (6:56:06) e Francesca Cane-pa (7:12:23). Anche per la staffetta a coppiemiste l'Ultrabericus 2017 ha visto una gara insolitaria. A costruire il vantaggio iniziale eral'ispiratissimo Francesco Rigodanza che con-segnava così un testimone da quasi 10 minuti

di vantaggio allacompagna France-sca Costa. Per lei èquindi bastatoamministrare ildistacco e correrespedita verso lafinish line, dove fer-mava il cronometrosul tempo di6:06:50, davanti aMoira Guerini eMarco Franzini. Infi-ne è piaciuta moltola nuova proposta di“gara corta” debut-tata quest'anno nelsegno del tracciatoUrban trail di 22 kme 750 mD+ dove ilteam Vicenza Mara-thon ha sbancato,piazzando un podiomaschile con i suoiAndrea Mignolli(1:32:48), Francesco

Lorenzi e Simone Cortiana. Successo poi nellaprova in rosa dove Anna Zilio si è diplomataregina con il tempo di 1:53:24 che le permet-teva di superare nell'ordine Lisa Carraro eMartina Testarmata.

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CASOLLA, CINQUECENTO AL VIA PER LA GARA PODISTICA CASOLLESE

È stata una domenica di grande sport con la prima edizione della Gara Podi-stica Casollese – dieci chilometri organizzata dall’associazione CasertAzione.Circa cinquecento gli atleti ai nastri di partenza – appartenenti a sessantadiverse società sportive – provenienti da tutta la regione Campania, che han-no letteralmente invaso la frazione casertana per partecipare ad una gara –molto tecnica e capace di unire podismo ed attenzione al territorio – chepunta già a trasformarsi in un appuntamento fisso dell’atletica campana.Ilpercorso si è sviluppato lungo gli angoli più caratteristici delle fazioni pede-montane di Casolla, Mezzano, Piedimonte di Casolla, Staturano, SantaBar-bara, Tuoro, Garzano, la città capoluogo di Caserta e, infine, ritorno a nuo-vamente a Casolla per l’arrivo e la premiazione dei partecipanti.Sono saliti sul podio, per gli uomini, Francesco Di Puoti dell’A.S.D. FinanzaSport Campania, Andrea Di Nuzzo dell’A.S.D. Road Runners Maddaloni e Pie-tro Adamo dell’A.S.D. International Security Service. Per le donne, si piazzaal primo posto Cathy Barbati della Tifata Runners Caserta, seconda Anna-maria Di Blasio dell’A.S.D. Road Runners Maddaloni, terza Annalisa Guidadell’A.S.D. Road Runners Maddaloni. Per la classifica a squadre, vince l’A.S.D.Road Runners Maddaloni seguita dalla Tifata Runners Caserta e dall’A.S.D.Atletica Cales.«La prima Gara Podistica Casollese è stata una grande festapiù che un evento agonistico – ha commentato Francesco Guida, giovanis-simo presidente di CasertAzione – in cui le frazioni casertane hanno apertole loro porte a quanti amano lo sport e sanno apprezzare la semplicità e labellezza del nostro territorio. Organizzare è stato impegnativo ma il desideriodi fare qualcosa di bello e grande per il nostro territorio ha raccolto intornoa questo evento tantissimi volontari che hanno saputo condividere la grandepassione per lo sport e per la terra che abitano. CasertAzione, ovviamente,non si ferma a questo evento ma intende promuovere ed organizzare, presto,nuovi eventi e manifestazioni con e per il territorio casertano».

CASERTA, TUTTI IN STRADA PER IL CARNEVALE A PIAZZA VANVITELLI

Si è conclusa, con una grande partecipazione di grandi e piccini,la sesta edizione del Carnevale a Caserta organizzato dall’asso-ciazione Casertaville con il Comitato Provinciale Asi di Caserta ela Pro Loco «Casali del Carolino» e le partnership di Street FoodBusiness, Istituto Sant’Antida e Campania Sport.Quella del 2017è stata una edizione da record, con ben cinque giorni di eventiche hanno animato piazza Vanvitelli trasformandola in un veroe proprio centro attrattore non solo per la città di Caserta maanche per tutti i comuni limitrofi.Alle spalle del Carnevale aCaserta c’è uno staff di tutto rispetto capitanato, alla direzionegenerale, dall’instancabile consigliere comunale Stefano Maria-no, alla direzione tecnica da Nicola Scaringi ed alla direzione arti-stica da Luciana Silvestri. Un impegno lungo e faticoso, quelloprofuso per l’evento ma che sta realizzando, di anno in anno,una iniziativa capace di imporsi sempre più come nuova tradi-zione per la città.L’edizione appena trascorsa ha visto la presenzadi tanti artisti, dalla musica popolare de i Suonatori per Caso ede i Ragazzi del Tiglio alle MajorettesShine Stars, l’Orchestra«Musica È», il comico Ottavio Buonomo, mago HerryPotters –dell’associazione il Grifone Dorato – e mago Alex – della MrJo-yAnimation –. Senza dimenticare la prima edizione del ConcorsoCanoro «Carlo Russo» che ha visto trionfare la giovanissimaAntonietta Taccagna.È stato anche un carnevale di sport, con laprima edizione della Caserta Cup, un torneo che ha visto, sulcampo, il meglio delle selezioni giovanili delle società di calcio ecalcio a 5 della provincia di Caserta. Per la categoria allievi, lacoppa è andata al Real Sito che si è imposto sulla Mimmo Natale,sull’Istituto Statale «Terra di Lavoro» e sull’Oratorio «Santo Ste-fano» di Tuoro. Per la categoria esordienti hanno partecipato RealSito, Polisportiva Casertana Longobardi e Mettiamoci in Gioco.La categoria pulcini ha visto la partecipazione della Robur Caser-ta, del San Felice e del Real Sito.Casertaville chiude questa sesta edizione con grande soddisfa-zione. Il grande impegno per il carnevale ha ripagato quanti han-no deciso di mettersi in gioco. (Gianrolando Scaringi)

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SANT’ANTONIO DI SUSA, DAGLI OTTO AI SETTANTASETTE… SI PRATICA KARATELeonardo e Valter hanno due cose in comune:l'amore per il karate e la voglia di imparare.D'altra parte non si finisce mai, specialmentese il contesto di apprendimento è fatto anchedi gioco e socializzazione. Hanno però unacosa che li rende diversi: l'età:otto anni il pri-mo e settantasette il secondo.  Sono loro arappresentare l'alfa e l'omega degli atleti par-tecipanti ad un evento sportivo-formativo,organizzato in collaborazione con i comitatiregionali e provinciali ASI Piemonte e ASI Tori-no. Leonardo, il più giovane tra i karateka eValter, il più anziano.Domenica 26 marzo aSant'Antonino di Susain provincia di Torino,siè infatti svolto uno stage di karate shotokan

organizzato dall’associazione sportiva dilet-tantistica,Tiger Valsusa. All'attività sportivo-formativa hanno partecipato sia i giovanissi-mi che atleti adulti. Per i primi era stata orga-nizzata una gara-gioco, articolata in un per-corso e in una prova di kata,   mentre, per isecondi, lo stage si è articolato in sessioni tec-niche di apprendimento sotto la supervisionedei Maestri:    Vincenzo Tripodi, FrancescoSolazzo, Luca Cavallo, Mauro Rizzo, AndreaMorisi e Pino Lannino. Alcuni degli adulti, aseguito della partecipazione allo stage e delsuperamento di prove tecniche, hanno rice-vuto l'attestato di passaggio di dandiretta-mente dalle mani del presidente del comitato

provinciale Asi Torino Antonietta Tarricone edel presidente del comitato regionale Asi Pie-monte Sante Zaza, intervenuti in quest'occa-sione premiando tutti i pervenuti con unamedaglia Asi. L'evento Asi ha coinvolto più dicentoventi partecipanti provenienti da diver-se palestre del Piemonte e della Liguria. Traquesti, cinquanta bambini molto entusiasti.Il  Maestro Salvatore Sacco, responsabileorganizzativo, ha quindi voluto premiarel'atleta più giovane  Leonardo Russo, di soliquattro anni, e l'atleta più anziano ValterArianos di settantasette, simboli di come losport sia capace di unire generazioni distan-ti.

PARMA, AMURAY BITETTI INSEGNAIL BRAZILIANJIU JITSU

Dal 13 febbraio all' 8 marzo il coordinamentodi disciplina ASI BrazilianJiu Jitsu ha organiz-zato una serie di momenti formativi in tuttaItalia  con il campione del mondoAmaury Bitetti. Sessioni in cui gli appassionatidi questa disciplina sportiva hanno potutoincontrare il pluripremiato atleta e migliorarela propria tecnica e le proprie performancegrazie ai suoi insegnamenti .  Bitetti, brasilia-no, è una leggenda del BrazilianJiuJitsu: è sta-

to il primo campione mondiale di questa disciplina sportiva; la prima cintura nera in assoluto a conquistare il titolo in categoria open per bendue volte, oltre ad aggiudicarsi cinque volte l’oro ai campionati nazionali brasiliani ed a salire sul podio mondiale una terza volta. Bitetti èanche stato un pioniere dell’MMA, icona del valetudo con svariate vittorie in UFC ed oggi viene spesso chiamato all'angolo di vari campioni. Parma, Bolzano, Ferrara, Pordenone, Modena, Firenze e Montecchio Emilio le tappe del tour italiano di Amuray, voluto e organizzato dal coor-dinamento ASI BrazilianJiu Jitsu che, attraverso il responsabile nazionale Marco Baratti, ha espresso la soddisfazione per la buona riuscita deltour, frutto di un lavoro continuo sul territorio per far crescere il movimento sportivo a livello nazionale.

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ATTIVITÀ

ATLETICA LEGGERA, FELICETTI SUL PODIO AI CAMPIONATI MONDIALIMASTER

Vincenzo Felicetti della Fiamma Catanzaro ha parte-cipato ai Campionati Mondiali Master Indoor svoltisia Daegu in Corea ottenendo due medaglie nella cate-goria SM65. Dopo aver ottenuto un onorevole quintoposto nella finale dei metri 200, vinti dall’americanoBill Collins, ha partecipato alla gara dei metri 400 giun-gendo terzo con ottimo tempo 1.00.49. Successiva-mente, dopo alcune ore , ha poi dato il massimo, inultima frazione, nella staffetta italiana della 4x200 chesi è aggiudicata la medaglia d’argento dopo gli StatiUniti e davanti alla Nuova Zelanda. Rientrato in Italiamartedì 28 marzo era nel Comune di Catanzaro peressere premiato, insieme ad altri atleti della FiammaCatanzaro, per i successi ai Tricolori Indoor svoltisi inprecedenza ad Ancona. Dobbiamo evidenziare anchei risultati ottenuti da altri atleti master della societàcalabrese ai campionati regionali individuali master dicorsa campestre. Il sodalizio del capoluogo è tornatodalle competizioni di Lamezia Terme con due primiposti e alcuni piazzamenti di prestigio nelle varie cate-gorie. Sono state soprattutto le donne a farsi valere.Maria Pia Cardamone è stata insuperabile tra le over35 Francesca Paone prima al traguardo nella categoriaassoluta. Tra gli master 65 Ulderico Muzzi è salito sulgradino più basso del podio.

GRAPPLING, GLI ATLETI SNAP IN EVIDENZA A LIVORNO AL TATAMI CHAMPIONSHIP

La scorsa Domenica 12 Marzo gli atleti SNAP di Parma hanno partecipato al TatamiChampionship presso il Pala la Bastia di Livorno, una competizione che rappresentaun punto fermo per i lottatori italiani. La competizione ha seguito  le regole delGrappling, lo sport di lotta più completo ed ha visto la partecipazioni di atleti datutto lo stivale suddivisi in tre fasce differenti di esperienza oltre alle consuete sud-divisioni di peso. Michela Zerbini, -58kg, la diciottenne parmigiana vince la cate-goria superando in finale Storani Elena grazie ad uno strangolamento (ghigliottina):per lei un meritato Oro. Non paga partecipa anche all'Open, ovvero al torneo fem-minile senza limiti di peso, dove  lotta contro De Carlo Giulia, nettamente più pesan-te dell'atleta Parmense che però riesce ad atterrare l'avversaria e a dominare lalotta; in finale fatica contro Antonelli Silvia che riesce ad immobilizzarla e non le

da via d'uscita fino al termine deltempo regolamentare. Per la Zer-bini una gara di valore che le valeun Oro e un Argento. BarigazziSimone, -72,5kg, lotta in unanumerosa categoria dove alpinoturno è contrapposto a VargiuIvan che imposta il combattimen-to in modo molto aggressivo,Simone non si lascia intimidire econ tecnica blocca ogni attaccofino a trovare la finalizzazione vin-cente. Nel turno successivo affron-ta Menichetti, è una lotta a sensounico per l'atleta SNAP che nellefasi finali della lotta si trova invantaggio di 7 punti, purtroppoperò una distrazione gli cosa cara, l'avversario applica un strango-lamento al quale il porta coloriSNAP non riesce adifendersi.  Barigazzi sale sulpodio del Tatami Championshipcon un Bronzo al collo.

T’IENSHU, GLI ATLETI ASI DELLA SCUOLA CENTRALE PROTAGONISTI A DI SAN SEVERO

Il 5 marzo presso il Palasport ‘Palasabetta’ di Termoli si è svolto il quindicesimo Tro-feo Italia sanda-semi e gara di forme patrocinato dall’ ASI, organizzato dal MaestroCarmine De Palma. Nove gli atleti tesserati ASI partecipanti provenienti dalla ScuolaCentrale T'ienshu di San Severo guidata dal Maestro Montedoro. Il migliore risultatoè stato ottenuto da Giueseppe Amoroso vincitore nella categoria semisanda di età8/9 anni. Ottimi anche in secondi posti raggiunti da Michele Prattichizzo e GiuliaBerardi sempre nelle prove di semisanda. Altro momento molto emozionante èstato quello della premiazione che ha visto coinvolte le atlete più piccole dellaScuola Centrale T’ienshu, presenti alla gara,  rispettivamente Elisa Montedoro eMaria Montedoro entrambe di soli 3 anni.

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DANZA – LANUVIO, IL ‘CENTRO CULTURALE DANZA’ SPICCA IL VOLO AL CONCORSO NAZIONALE ‘DANZA…CHE PASSIONE’Prima Arezzo, poi Roma. Il pluridecorato“Centro Culturale Danza” diretto da Flo-riana Galieti, a Lanuvio ha ancora una vol-ta dato prova di grandi numeri e prepara-zione. Il confronto tra danzatori cui le allie-ve del Centro si sono sottoposte, di chia-mata nazionale, è stato stavolta quellosvoltosi sul palco del Teatro Orione capito-lino, sabato 4 marzo, dove le piccole e gio-vani danzatrici del Centro si sono esibitenei lavori delle insegnanti Greta Furzi,Chiara Grella, Roberta Romei, FlorianaGalieti e Claudia Palmisano. La risultante èstata una vera e propria pioggia di premie riconoscimenti per il Centro: dalle allievepiù piccine a quelle dei corsi più avanzati,in gruppo, duetti, o da soliste, la scuola haportato a casa due terzi posti, tre secondiposti e ben sette primi posti in classifica,in diverse categorie e stili. Terzo premio perAmbra Gjapi nei Solisti Modern Allievi, ter-zo premio anche a Valentina Della Vecchiae Alice Monteleone nella sezione coppiecontemporaneo Allievi; secondo posto poiper il gruppo classico Allievi “L’apparenzaInganna”, per Elisa Verrengia ed AndreaTognazzi nel duetto classico Allievi e perGiorgia Corradetti nei solisti contempora-neo Juniores. I primi premi sono arrivatirispettivamente nel classico aspiranti digruppo con “Scherzo”, nel contemporaneoallievi di gruppo con “Demi lune”; nel con-temporaneo juniores di gruppo con “Vole-remo via”, nel contemporaneo seniores digruppo con “Followit”, nella sezionecoreografica con “Live free”, per chiuderecon i soli contemporaneo Juniores di Marta

Monaci e modern Allievi di Mia Baccarini.Tante borse di studio per le giovani danza-trici. Inoltre premio della critica ed iscrizio-ne gratuita alla prossima edizione del rino-mato concorso nazionale “Città di Spole-to” per il gruppo “Voleremo via”. “Cam-mino a tre metri da terra per la gioia”,

commenta a caldo la Direttrice del Centrodopo l’en plein, Floriana Galieti. “Lavorareprofessionalmente nella danza richiedeestrema preparazione, tanta costanza,pazienza, meticolosità e conseguente, loconfesso, stanchezza. Ma quando i risultatisono questi si viene totalmente ripagati ditutto. Mando un enorme abbraccio a tuttele allieve del Centro e ringrazio di cuore igenitori che ci seguono nella nostra pas-sione. Con un team di insegnanti come ilnostro è sempre una vittoria”. Successiva-mente, ancora un risultato di prestigio peril “Centro Culturale Danza” di Lanuvio chesi è sottoposta al confronto di alto livellodel “Roma Dance Contest”, domenica 12marzo, un concorso prodotto dalla rinoma-ta Forballet. Sotto l’occhio di una giuriainternazionale, diversificata per gli stiliclassico, modern e contemporaneo, il Cen-tro ancora una volta si è dunque fattonotare e non è tornato a casa a mani vuote.Nel Classico Senior Solisti, MadalinaPuricesi è aggiudicata una borsa di studio, men-tre nel Classico Junior Gruppi, terzo premioper la coreografia “L’Apparenza inganna”.Prime classificate Giorgia Corradetti edAmbra Gjapi nel Contemporaneo JuniorCoppie, con il lavoro “Eigen”. Fuori dalpodio invece davvero per un soffio–pochicentesimi di voto-, Marta Monaci e ancoraGiorgia Corradetti, da soliste rispettiva-mente nel Modern e nel ContemporaneoJunior. Grandi conferme dunque per il“Centro Culturale Danza”, che continua adimostrarsi un fiore all’occhiello per la for-mazione di settore.(Emanuela Mannoni)

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Anoressia, una malattia scomoda

Rai: quanta ipocrisia

> Umberto Silvestri

Il 15 Marzo, nella più totale disattenzionedelle istituzioni, a parte alcune eccezioni, si èsvolta la Giornata Nazionale contro i Disturbidel Comportamento Alimentare, indetta daun gruppo di associazioni private che inten-devano sensibilizzare l’opinione pubblica suquesta malattia. Una malattia subdola, stri-sciante… scomoda. Che sta diventando epi-demia e attacca principalmente i giovani, inostri figli: ragazzi e soprattutto ragazze daidieci anni (in alcuni casi anche meno) in su,che usano il proprio corpo per esprimere ildisagio a stare in questo mondo senza capir-

ne a fondo le dinamiche relazionali. Siamo intanti ormai, padri e madri, a cercare di com-prendere da anni, da soli, cos’è e come nasco-no l’anoressia, la bulimia, il binge eating e achiedere aiuti, sostegni, conoscenze che nes-suno o pochissimi ci danno. Sono anni adesempio che ci domandiamo perché, nono-stante i numeri siano da capogiro e riguardinoil futuro umano del nostro paese, non ci siauna sensibilizzazione costante nelle scuole;oppure perché nella maggioranza degli ospe-dali italiani non esistano reparti dedicati aquesti disturbi, o se i psicofarmaci e i ricoveri

coatti possano essere la soluzione. Forse ilmotivo di tanto silenzio e disattenzione stain quell’aggettivo: “scomoda”. Perché è unamalattia sociale e parlarne, renderla visibilemettendola sotto osservazione, vorrebbe diremettere sotto osservazione la società stessa,le sue dinamiche, i suoi modelli estetici di rife-rimento, la moda, la bellezza, la comunicazio-ne pubblicitaria e in concreto il mercato. Chesu una certa idea di corpo femminile (e oraanche maschile) ci lucra e ci si arricchisce sen-za curarsi dei danni, del dolore e delle soffe-renze che provoca.

Vabbè dai… che me la sono cercata. Insultatemi, prendetemi a paro-lacce, datemi del troglodita che me lo merito perché, pur non essendoaffatto un fan della signora Paola Perego, questa volta la voglio difen-dere, così come voglio difendere gli autori (improvvidi, scellerati omagari solo coraggiosi) del programma “Parliamone sabato”, appenacancellato con il sollievo e il beneplacito di tutti, da destra e da sinistra,cattolici e progressisti, femministe e buonisti. Mai vista una tale una-nimità, senza una voce fuori dal coro, un dissenziente ochennessò, unprovocatore, uno Sgarbi qualsiasi che lo avesse difeso. La perfetta rap-presentazione del pensiero unico, della massificazione culturale emorale del paese: siamo tutte persone per bene, politicamente corret-te, timorate di Dio e chi parla male del genere italico femminile è uncretino.“Mogli e buoi dei paesi tuoi”, recitava un detto di tanti annifa, prima della globalizzazione, degli amori oltrefrontiera e delle fidan-zate dell’est, che se esistono qualche merito debbono pure avercelo.Vecchi stereotipi maschilisti, ha tuonato dalla Rai la Presidente Mag-gioni, dimenticando di dire di stare seduta sulla poltrona di una azien-da che negli ultimi quarant’anni, insieme alla tv commerciali, quegli

ste-reotipi li ha pensati, con-

fezionati e mandati in onda, costruendocisopra un impero e un monopolio ed “educandoci” milioni e milio-

ni di italiani. Azzittire la Perego è stato facile, diverso è dire che fossenecessario. Se riscatterà l’onore offeso delle signore nostrane ce lodiranno il tempo, gli indici di ascolto, ma soprattutto gli investitoripubblicitari, unici e soli arbitri dell’offerta “culturale” di quest’ipocritae fintamente indignato paese.

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