numero 58 ottobre 2011

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COPIA OMAGGIO FREE PRESS MENSILE modi per guardarsi intorno QUINDICI Anno 4 - N° 58 OTTOBRE 2011 Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter viaggiare. Andrej Arsen’evič Tarkovskij Tempo di viaggio, 1983

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15quindici - Modi di guardarsi intorno

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Page 1: Numero 58 Ottobre 2011

COPIA OMAGGIO

FREE PRESS MENSILE

modi per guardarsi

intorno

Q U I N D I C I

Anno 4 - N° 58OTTOBRE 2011

Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima,come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondoè per l’uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter viaggiare.

Andrej Arsen’evič Tarkovskij Tempo di viaggio, 1983

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15quindiciDirezione, Redazione Amministrazionevia Donatello 14 25080 Calvagese della Riviera (BS)tel. 393 9438145

[email protected] del Presidentedel tribunale di Brescian. 17/2007 del 18/05/2007Prezzo di copia1,00 euro

Direttore ResponsabileAzzurra Smolari [email protected]

VicedirettoreAlberto [email protected]

RedazioneAlessandro AndrioloValentina CaneAlberto CastriniAlessandro F. CaprettiniMatteo CominardiDiego CorsiniGiuseppe DainiAgnese FacchiniLucia FurianiSimone FurianiStefano GardelliGianluca GorlaniFilippo GrumiMargherita GrumiSimona LeoniFerdinando MagninoIvan PerilliRiccardo PrettoAurora RagoneGessica RumiDavide RuoccoLoredana SavoldiCristian SgottiMadame SìSìMassimo SmolariManuela TurillazziBruno VeronesiValentina Vezzani

Stampa e GraficaTipolitografia S.Eustacchio

SommarioANNO 4° - N° 58

OTTOBRE 2011

Brescia centroBedizzoleCalcinatoCalvagese d/R CastenedoloCastiglione d/S

ChiariDesenzano d/GGargnanoGavardoLonatoMolinetto

MontichiariPrevalleRezzatoSalòS. EufemiaSirmione

Soiano s/LToscolanoVillanuova s/C.Milano centro VeronaPeschiera

Hanno collaborato Spedali Civili Brescia; CTS Brescia;Alessandro Rosi; Dott. Carlo Cappelli

Copertina Vignetta a cura di Valentina Vezzani

Distribuzione

01 Editoriale di Azzurra Smolari pag. 5

02 Opinioni pag. 6

Punti di vista di Stefano GardelliIl rasoio di Occam di Alessandro CaprettiniControcorrente di Massimo SmolariCronache dalla Ditta di Matteo Cominardi

03 Economia e Ambiente pag. 9

Di tasca nostra di Gianluca Gorlani

04 Normative pag. 6

Commercialista di Ferdinando MagninoIngegnere di Filippo GrumiAssicuratore di Alessandro Rosi

05 Approfondimento di Alberto Castrini pag. 12

06 Tempo libero pag. 14

EventiCuriosità di Diego CorsiniMusica di Alessandro AndrioloViaggi di CTS Brescia

07 Cultura pag. 18

Libro di Alberto CastriniFilm di Ivan Perilli

08 Arte e Design pag. 19

Design di Simona LeoniArte di Valentina Cane

09 Volontariato pag. 20

Polvere di stelle di Margherita GrumiSos animali di Lucia Furiani

10 Animali pag. 21

Allevatrice di Manuela Turillazzi

11 Cucina pag. 22

Consigli dello Chef12 Salute pag. 23

Erbario di Agnese Facchini e Loredana SavoldiBenesssere di Gessica RumiMedicina a cura di Spedali Civili Brescia

13 Moda di Giuseppe Daini pag. 27

14 Sport e Motori di Diego Corsini pag. 28

15 Comicità pag. 29

BarzellettePosta di Madame Sisì

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393 [email protected]

Page 4: Numero 58 Ottobre 2011

[email protected]

F O T O V O L TA I C OPer aziendeImpianto 100 KW: costo chiavi in mano 280.000 euro- per investimento impianto (contributo GSE):

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Per privatiImpianto 6 KW: costo chiavi in mano 23.000 euro- per investimento impianto (contributo GSE):

0,38 euro a KW prodotto;- per energia venduta in rete:

0,10 euro a KW prodotto;Produzione annua: 7.200 KWRendita annua (7.200 x 0,38) = 2730 euro

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Page 5: Numero 58 Ottobre 2011

Non tutti quelli che vagano sono persi. (J.R.R. Tolkien)

ettiamo il caso che, perquasi mezza estate, causa forze maggiori,non abbiate potuto aprire un giornale oascoltare un telegiornale. E che quindisiate stati del tutto ignari di quanto avve-nuto nel nostro Paese nelle ultime setti-mane. Una vera vacanza mentale, una sorta dilimbo meraviglioso, in cui le bravate ses-suali del Premier, le dichiarazioni arrogantidella maggioranza, i farfugli avvilentidell’opposizione, le pseudo notizie deimass media, le leggi emanate per mante-nere i privilegi anziché per eliminarli, i so-liti pasticciacci all’italiana insomma, eranotutti ricordi lontani. Quasi fosse stato soloun brutto sogno dal quale ci si può risve-gliare, ritrovandosi in un Paese dove nonsi ha la fanciullesca pretesa che le cosefunzionino, ma in cui almeno la classe po-litica abbia la parvenza di essere consape-vole del proprio ruolo. Invece, usciti dall’idillio dell’ignoranza, cisi accorge che nulla è cambiato. Che ilPaese è rimasto fermo alle intercettazionitelefoniche del Primo Ministro, le quali nelfrattempo sono diventate il copione di unfilm di Alvaro Vitali. Un Premier di cuiormai si vergogna anche l’intero centro de-stra; talmente inguaiato che sembra averpersino rinunciato ad occuparsi di politica.Ma che nonostante tutto rimane radicatoalla propria poltrona, deciso a resistere finoa fine mandato. L’immagine che ne esce èquella di un vecchio comandante solo emalato, talmente offuscato dal potere dapreferire far affondare la propria nave, chenon riesce più a governare, piuttosto dimollare il timone e affidarlo a qualcuno piùcapace. Fa quasi tenerezza, se non fosse

che sulla barca ci siamo anche noi.E così, tra il disinteresse generale, questodisgraziato Paese va sempre più alla de-riva: basta vedere che riforma finanziariaè stata partorita, dove anziché ridurre unaspesa pubblica imbarazzante è stata ina-sprita la tassazione. Evidentemente l’espe-rienza non ci ha insegnato nulla: nel 1993il Governo Amato varò una finanziariaanaloga a quella di questi giorni, la qualeebbe come naturale conseguenza la dimi-nuzione dei consumi delle famiglie e il ral-lentamento degli investimenti. L’unicacosa che aumentò fu la spesa pubblica. Una lezione andata dispersa nel vento.Del resto a noi appare ovvio che aumentarela tassazione, in uno Stato che già confiscaoltre il cinquanta per cento della ricchezzaprodotta -fino al sessantacinque alleaziende-, significa castrare del tutto qual-siasi velleità di crescita. Ed è proprio que-sta nostra incapacità di attuare politicheche favoriscano la crescita ciò che preoc-cupa le agenzie di rating e gli investitori.Ma soprattutto, aumentare la tassazione enon diminuire la spesa pubblica non è altroche rimandare i problemi al futuro, dele-gando ad altri decisioni impopolari (cometoccare i privilegi di categoria). E nel frat-tempo far pagare questa codardia ai citta-dini. Con tutte quelle conseguenze che nederiveranno. Purtroppo i problemi del nostro Paese (e leriforme strutturali da fare per risolverli)non riguardano solo l’ambito economico:nel disinteresse nazionale (anche il Cor-riere ha bucato la notizia) nei giorni scorsisono stati prosciolti, a causa di patetici for-malismi burocratici, i 95 imputati per di-sastro ambientale a Napoli, in quanto il

reato è caduto in prescrizione. Lasciamo poi perdere il nostro codiceetico: siamo messi talmente male che perdiventare eroi nazionali basta essersi rifiu-tati di prostituirsi.

L’impressione è che il nostro Paese nonsolo stia attraversando un periodo moltodifficile, ma sia sull’orlo del precipizio, tral’indifferenza generale. Sembra che ormainon parlare dei problemi sia diventato ilmodo per risolverli. Un Paese in cui chi silamenta è ancora accusato di catastrofi-smo, dove le agenzie internazionali che ciscreditano sono politicizzate e chi muovequalche critica è spinto da frustrazioni per-sonali. Un Paese dove l’attenzione del-l’opinione pubblica è incentrata suproblemi marginali, sul gossip, sulla piùinutile cronaca nera, mentre quelli più ur-genti sono proposti in modo forviante o ac-curatamente taciuti. Ma purtroppo per noi, girarsi dall’altraparte non è la soluzione. Non è la solu-zione nemmeno procrastinare la ricerca dirisposte convincenti. L’impressione è che l’Italia stia diventandoun Paese sempre più vecchio. Non solo perl’età anagrafica dei suoi abitanti, ma per lamentalità che sta dilagando. Una mentalitàperennemente rivolta agli antichi splendoridel passato; che si limita ad arrabattarsicome può nel presente, cercando di banchet-tare con le ultime briciole rimaste, sprovvistadella minima concezione del futuro. Ma anche se noi non lo vogliamo vedere enon ci vogliamo pensare, un futuro c’è, edè lì ad aspettarci. Un futuro che, se continueremo di questopasso, sarà davvero molto, molto grigio.

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MAzzurra Smolari - [email protected]

Vignetta di Valentina Vezzani

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Chi si sente a suo agio in casa, non va peregrinando lontano.I molti viaggi di scoperta nel mondo dimostrano l’insoddisfazione universale.

(Friedrich Rückert, Unbefriedigung)

PUNTI DI VISTA

Quando la tragedia diventa farsa

on parleremo di Berlusconi, e

quindi negandolo abbiamo già citato que-

st’entità ormai metastorica e costituente dello

stesso concetto di Italianità. Non parleremo

di Tarantini, Milanese, Bisignani, zoccole,

sottobosco di “faccendieri”, casta, Scilipoti,

credibilità e nemmeno di Terry De Nicolò,

l’ultima grande pensatrice occidentale dopo

Heidegger. Ma nemmeno di Bersani, troppo

preso a smacchiare leopardi mentre ripete os-

sessivamente come un internato in manico-

mio che dondola su stesso “Berlusconi deve

dimettersi”, “Berlusconi deve andare a

casa”... E non ne parleremo solo per atto di

volontà, ma anche poiché confesso di non

guardare più il telegiornale perché mi coglie

subitamente una sensazione di fastidio, vuoto

e inutilità tale da rendermene insopportabile

la visione.

Rivendico la mia “disinformazione” tanto è

siderale la distanza tra il paese reale e la no-

stra classe politica (e quella giornalistica). Le

uniche voci rimaste che parlano mosse da

buon senso sono la Confindustria di Emma

Marcegaglia, sempre peggio vestita e più

spettinata, forse a voler incarnare lei stessa

“la crisi” anche nell’aspetto e nella gestualità,

e i sindacati, le cui voci e i cui richiami sono

ormai univoci. Ecco forse l’unico grande mi-

racolo involontario della nostra classe poli-

tica: quello di far convergere industriali e

sindacati (tassazione sui grandi patrimoni, ta-

glio delle tasse sul lavoro, riforma del lavoro,

ecc.). Una convergenza in realtà drammatica,

poiché sintomo del fatto che siamo davvero,

e non per modo di dire, all’ultima spiaggia.

Chi dice che sono questi i momenti migliori

per fare le grandi riforme che servirebbero

davvero al Paese, non lo afferma a torto: il

fatto che chi dovrebbe difendere istanze con-

fliggenti in realtà converge sulle medesime

posizioni indica che ognuno ha messo da

parte i propri interessi per salvare la barca

che affonda.

Rimpiangiamo quindi il tempo in cui la lotta

era viva e il conflitto virulento, poiché erano

la cartina tornasole di un benessere di fondo e

di una crescita da spartire secondo logiche po-

litiche, ideologiche e sociali. In parlamento,

nel consesso dove regna il mercimonio del

pensiero, come potrebbe dire il sempre più im-

maginifico Vendola (ma come potrebbe mai

candidarsi alla guida del Paese uno che si

esprime così chiedendo il voto a un pragma-

tico artigiano bresciano o veneto?), si resta ag-

grappati il più possibile alla propria poltrona

poiché la maggior parte di quelli che vi sie-

dono sanno benissimo che è finita l’era infau-

sta del Berlusconismo e molto probabilmente

non verranno rieletti. Evidentemente nessuno

vuole rinunciare agli straordinari e vergognosi

privilegi di cui gode. Gli Italiani sono spaven-

tati, disgustati, rassegnati e storditi come un

pugile dopo un diretto sul grugno. Ma non ab-

bastanza incazzati. In particolare i giovani.

Forse perché consci che qualsiasi manifesta-

zione, anche oceanica, sarebbe del tutto inu-

tile. E dopo esser stati tutti trasformati per un

paio d’anni in investigatori della scientifica,

sulla scia dei vari CSI - NCIS - Quarto Grado

Porta a Porta - Matrix - Studio Aperto - ecc..,

dopo aver discusso nelle pause caffè per

anche troppo tempo di Dna, luminol, tracce

ematiche, moventi, ecc.., ci hanno trasfor-

mati tutti in economisti. Miracolo della ci-

viltà dei media.

Ormai la parola “spread” ha preso il posto di

brioche quando la mattina si fa colazione al

BAR. A pranzo tassi d’interesse, rischio paese,

debito pubblico; per cena rifinanziamento,

Bund, tasse e BTP quinquennali. In realtà non

ne capiamo una zompa, ma l’importante è che

quando qualcuno tira fuori l’argomento da-

vanti a una bella pizza tra amici si possa dire

la propria. Pazienza se nel frattempo la trage-

dia di questo Paese che non cresce, che ha una

disoccupazione giovanile drammatica, che ha

un debito pari a un quarto di quello dell’intera

area Euro, che ha perso del tutto la propria cre-

dibilità internazionale, che brucia ogni giorno

milioni di euro di capitalizzazione delle pro-

prie maggiori aziende, si trasformerà in farsa

macchiettistica.

Ci sono intere regioni in ginocchio (come la

Sardegna), viviamo di una ricchezza di ri-

porto che rosicchiamo lentamente ogni

giorno, le energie migliori fanno fatica ad

esprimersi e rimangono lontane dai riflettori.

Siamo un popolo tragicomico in una spirale

decadente di autocompiacimento in cui la

meridionalizzazione del nostro Paese, acce-

lerata dalla crisi, è ormai completa.

NStefano Gardelli - [email protected]

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Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.(Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto)

IL RASOIO DI OCCAM

L’Italia e la crisi internazionale

a mesi ormai l’Italia è sotto at-

tacco dei cosiddetti “speculatori”: questo ci ri-

petono i nostri politici quando assistiamo

impotenti alle perdite dell’indice dei prezzi

della borsa di Milano. Come spesso accade in

Italia però, la realtà è un’altra: è vero che esi-

stono alcuni fondi hedge americani che cer-

cano di influenzare il mercato al di là dei

demeriti economici dell’Italia, ma la maggiorparte degli investitori sono fondi pensioneo banche che gestiscono i soldi dei privaticittadini, i quali vedono un Paese in declino.

Per quale motivo un investitore straniero do-

vrebbe investire in Italia? Che prospettive ha

l’Italia? Sfido i lettori, se avessero 100.000

euro (la taglia media dei risparmi di una fami-

glia) da investire, a dire che mercato azionario

sceglierebbero. La Cina, il Brasile, gli USA,

la Germania o l’Italia? In Italia le imprese su-

biscono una delle tassazioni più alte d’Europa,

pagano un conto energetico tra i più alti al

mondo, sono asfissiate da una burocrazia mo-

dello terzo mondo e non hanno un sistema

giudiziario affidabile cui rivolgersi in caso di

controversia (cosa comune nel cosiddetto traf-

fico economico). Sono quindi decisamente pe-

nalizzate. A ciò si aggiunga che il debito

pubblico italiano è altissimo e non è utilizzato

per finanziare gli investimenti in infrastrutture,

educazione e sviluppo, ma per le pensioni, la

sanità e il mezzogiorno, ovvero la spesa cor-

rente. Chiediamo al mondo soldi per mante-

nere noi stessi.

In estrema sintesi chi investiva in Paesi come

l’Italia ha deciso che ci sono alternative mi-gliori, soprattutto in un periodo di crisi in cui

i soldi scarseggiano e non si fanno sconti a

nessuno. Nessun Paese occidentale è immune

da questi rischi, ma tra i grandi Paesi solo

l’Italia è messa così male. E, cosa molto più

grave, invece di porre rimedio ai propri pro-

blemi, accusa chi rischia i propri soldi di spe-

culare, o le agenzie di rating di degradare il

debito italiano per motivi politici. Il fatto che

le vituperate agenzie abbiano sbagliato

(spesso) in passato (quasi sempre per troppo

lassismo e non per troppa severità), non vuol

dire che anche oggi sbaglino nei nostri con-

fronti. Siamo mai stati seriamente informati su

cosa dicono i comunicati di tali agenzie? Mai!

Assistiamo solo ai piagnistei dei nostri poli-

tici, incapaci di capire che l’Italia non è più un

microcosmo in cui lor signori possono fare i

reucci senza rendere conto a nessuno; viviamo

in un mondo globalizzato dove agli investitori

poco importa dei problemi insulsi della poli-

tica italiana, delle liti sui Ministeri o dei depu-

tati indagati.

Il popolo italiano, viziato da anni di sperperi

che qualcuno in futuro dovrà pagare, si la-

menta della propria classe politica, come se

questa non fosse lo specchio fedele di un

Paese conservatore, vecchio, che crede sem-

pre di potersela cavare con l’inganno, come

avvenuto in passato all’epoca delle svaluta-

zioni della lira: tutti vogliono le riforme, nes-

suno le vuole sulle proprie piccole rendite di

professione. Conosco persone in un partito

che una volta si definiva liberale che si sono

fermamente opposte alla liberalizzazione degli

ordini con scuse risibili. Indovinate la profes-

sione di queste persone o dei loro genitori…

In compenso le stesse sostengono la liberaliz-

zazione del commercio (un settore tra i più li-

beralizzati in Italia – le licenze sono state

soppresse ani fa). Io, figlio di commercianti,

sono d’accordo: liberalizzino gli orari dei ne-

gozi. Però si faccia una riforma per tutti, così

se un avvocato vuole andare a comprare un

paio di pantaloni la domenica, io vorrei poter

andare dall’avvocato nello stesso giorno.

Agli italiani, e sfido chiunque a mostrare il

contrario, manca sia il buon senso che l’obiet-

tività. E questo gli stranieri (peraltro non im-

muni dai loro difetti) lo sanno, e non credono

più nell’Italia.

Signori, o si cambia o si muore.

A me pare che questa nazione abbia deciso di

continuare a ballare sul Titanic che affonda, al

grido di “a’dda passà a nuttata”.

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Nel 1971, per ogni 100 abitanti tra0 e 14 anni c’erano 46 persone conpiù di 65 anni. Nel 2009 sono diven-tate 144. Durante questo quarantenniola spesa pensionistica è raddoppiata,passando dal 7.8 del prodotto internolordo al 15.3%. Nel 1980 dietro ogni100 pensioni in pagamento c’erano312 artigiani in attività, oggi 120. Nel 1980 la pressione fiscale era del31.4%, oggi del 44%. (ndr)

LE LENTI A CONTATTO di Leonardo CapozziD. Quali tipi di lenti a contatto esistono?R. Si possono dividere in: rifrattive, albinismo, daltonismo, ambliopia,

estetiche, sportive, terapeutiche e cosmetiche. D. Quale lente scegliere?R. La scelta dovrà essere accurata, partendo da un’attenta anamnesi

in considerazione dell’età, motivazione, condizioni generali, uso far-maci, presenza di patologie infiammatorie ed esame del paziente.

D: A quale età si possono utilizzare?R: Non esiste un’età precisa ma dipende da diversi fattori. Si possono

applicare ad ogni età.D: Le lenti a contatto possono utilizzarle tutti?R: No. Necessitano di condizioni oculari adeguate. Per questo bisogna

affidarsi ad uno specialista.

D: Quali difetti si correggono con le lenti a contatto?R: Quando possibile, correggono i difetti come miopia, astigmatismo,

ipermetropia e presbiopia.D. Posso usare farmaci con l’uso di lenti a contatto?R. I farmaci possono interagire con i materiali alterando il metabolismo

oculare.D: Sono presbite, posso mettere le lenti a contatto?R: Si, è possibile utilizzare lenti a contatto multifocali.D: Dopo intervento con laser è presente un difetto residuo,

posso correggerlo con le lenti a contatto?R: E’ possibile sotto stretto controllo dello specialista.D: Le lenti provocano irritazione all’occhio?R: Un’applicazione di lenti ad hoc associata a una cura e igiene quotidiana

e ai consigli forniti dall’applicatore, riducono i rischi di irritazione.

D. Ho il cheratocono, posso utilizzare lenti ?R. La correzione con lenti a contatto risulta la miglior soluzione per la

qualità visiva offerta, raggiungendo ottimi risultati di comfort con lenuove metodologie.

D: Quante ore posso portare le lenti a contatto?R: Non esiste un tempo prestabilito variando da soggetto a soggetto.

Sarà cura dello specialista indicarvi i tempi.D: E’ utile utilizzare integratori oculari?R: Si, è opportuno utilizzare soluzioni oculari di supporto al film lacri-

male, utili per mantenere un buon comfort.D. Posso dormire con le lenti indossate?R. Assolutamente no, se non specificatamente indicato.

([email protected])

DAlessandro Caprettini - [email protected]

Page 8: Numero 58 Ottobre 2011

e democrazie occidentali hanno

bisogno di consenso. Per conquistarlo oc-

corre prima fare promesse in campagna elet-

torale, poi, se ottenuta la maggioranza,

occorre spendere, per comprare le coscienze

e il cuore degli elettori.

Dopo la fine della spinta ideologica dei vari

movimenti degli anni Settanta e Ottanta, la

risposta per ottenere consenso, quindi per

governare, è infatti proprio spendere, impie-

gando risorse (che spesso non ci sono) per

soddisfare le esigenze e le pretese dei vari

gruppi sociali. Ogni nuova concessione

serve a fidelizzare vecchio e nuovo eletto-

rato. Le vere discriminanti sono le spinte

materiali, che hanno sostituito quelle ideo-

logiche.

Le nostre società sono sempre più predadi nuovi irrinunciabili beni d’uso quoti-diano, di nuovi irrinunciabili consumi enuovi irrinunciabili bisogni.Nelle nostre democrazie (soprattutto in Ita-

lia), concetti come qualità della vita, bene

comune, civile convivenza, prospettive per

il futuro, insomma i valori in genere, sono

stati da tempo sostituiti dai sempre nuovi

egoismi, dalle difese di ogni privilegio, da

nuove e vecchie tutele, sia dei singoli che

dei gruppi. Dove ogni conquista, ogni privi-

legio ottenuto, giusto o ingiusto che sia, di-

venta intoccabile. Questo a scapito di chi è

fuori dai giochi e soprattutto delle nuove ge-

nerazioni.

La spesa pubblica è fondamentale per acqui-

sire consensi e voti e una volta concessi be-

nefici, elargizioni e diritti vari, questi

diventano permanenti.

In Italia il meccanismo di ricorrere sem-pre più all’indebitamento è ormai saltatoe il fabbisogno statale si sta spaventosa-mente avvicinando a metà del PIL.

La voragine da scaricare sui nostri figli è in-

sostenibile, profondamente ingiusta e ci

copre di vergogna.

Quelli che ci attendono sono tempi duri.

I debiti (come dovrebbe sapere ogni singolo

cittadino) vanno pagati, e per pagarli occor-

rono sacrifici, occorre ridimensionare il pro-

prio tenore di vita, lavorare di più e spendere

meno. Una gran bella sfida per un Paese in-

dolente come il nostro e per una costosissima

casta politica che si è distinta soprattutto per

inefficienza, inaffidabilità e incapacità.

L’amara domanda è: possibile che un Paese

che ha dato i natali a persone come Falcone,

Borsellino, Chinnici, Cassarà, Dalla Chiesa,

Muccioli, Fallaci, Montanelli, Veronesi, De

Gasperi, Einaudi e tantissimi altri, non riesca

oggi a produrre niente di meglio?

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A chi mi domanda ragione dei miei viaggi, solitamente rispondo che so bene quel che fuggo, ma non quello che cerco.

(Michel de Montaigne, Saggi)

CONTROCORRENTE

Il debito dell’Occidente

CRONACHE DALLA DITTA

Mettiamo che... l’IVA

Matteo Cominardi - [email protected]

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Mettiamo il caso che, nonostante la crisi (che fino a ieri non esisteva) voi vogliate

acquistare uno yacht di lusso. Bene che in alcun modo potrete detrarre dalle tasse

(evvivaddio): una barchetta da 300mila euro cui lo stato italiano impone un’imposta

sul valore aggiunto del 21% (dicasi 63 mila euro). Denari doverosissimi, ma che

non avete proprio voglia di cacciare.

Mettiamo pure che per registrarla si debba passare da un notaio, così come ogni

volta che cambia proprietà. Non vi chiedereste se dovete proprio?

Esiste un Paese straniero (ne esistono molti, ma facciamo un Paese Comunitario,

vicino all’Inghilterra, in pieno default valutario) in cui l’iva viene esatta al 10%.

La metà! Quindi, Dato che voi non siete stranieri, ma in Comunità Europea, nulla

vi vieta di comprare una società all’estero e farle acquistare la barca che poi noleg-

gerete per pochi soldi.

Mettiamo che un noto cantante rock o un famoso comico milanese la vogliano com-

prare. Venderò loro la società di noleggio che, toh!, possiede solo la “mia” barca.

Così lo yacht non cambia proprietario! 

Ah, se decidete di farlo, vi prego, non chiamate vostro figlio Falcon..

LMassimo Smolari - [email protected]

Page 9: Numero 58 Ottobre 2011

Fate che il vostro spirito avventuroso vi porti sempre ad andare avanti per scoprire il mondo che vi circonda con le sue stranezze e le sue meraviglie.

Scoprirlo significherà, per voi, amarlo. (Kahlil Gibran)

DI TASCA NOSTRA

Economia e democrazia

Gianluca Gorlani - [email protected]

Economia e democraziaBen trovati! Pensavate che la nostra vena cri-tica si fosse esaurita? Tutt’altro.I recenti avvenimenti politici ed economicirichiedono che ciascuno di noi provi a com-prendere le “distorsioni” che traspaiono traeconomia e democrazia. Ecco alcuni esempi.

Finanziaria 2011Che ci sia qualcosa che non va con il debito pub-blico, lo sapevamo. Che si votino due Finanzia-rie in un anno, a distanza di neanche due mesil’una dall’altra e in anticipo rispetto ai consuetitempi (in passato la si votava a Dicembre) appareforse un po’ troppo. L’importo, in miliardi dieuro, delle prossime manovre da “lacrime e san-gue” è quasi dieci volte superiore alle Finanziariedi dieci anni fa (vi ricordate quando Amato im-pose sacrifici a tutti?). State dubitando anche voidella correttezza dei politici, compatti soloquando approvano tagli a carico delle classi piùdeboli? Suggeriamo di verificare quali leggi havotato il nostro Parlamento dall’inizio del 2011,e se siano “adeguate” alla grave situazione chesta vivendo questo paese.

DefaultI nostri politici ci stanno raccontando che de-vono essere giudicati solo dai Mercati. E imercati finanziari mostrano che il Debitopubblico italiano (leggete “la bontà della no-stra classe politica” al governo, includendogran parte dell’opposizione, sic!) è talmentefuori dai parametri di Maastricht che la Re-pubblica Italiana sta per essere dichiarata in“default” (cioè fallita). Dove i mercati giudi-cano potenzialmente fallita anche la Francia(messa meglio di noi dal punto di vista eco-nomico) solo perché possiede la metà del no-stro debito pubblico acquistato all’estero.

Che ne è dell’inceneritore di Bedizzole?La questione è tutt’altro che chiusa.L’Azienda che propone il gassificatore haconsegnato in Provincia il 1° giugno 2011proposte di modificazioni. La Provincia diBrescia ha indetto una nuova prossima Con-ferenza di Servizi. Il “Comitato Civico Salutee Ambiente” ha programmato un evento chevede l’intervento di esperti in problematicheambientali. Si attende anche il Prof. Federico

Valerio, docente di chimica ambientale e Di-rettore dell’Istituto Tumori di Genova, alquale il Comitato ha commissionato uno stu-dio che sarà presentato alla Provincia.Da una parte il presidente dell’AIB si è re-centemente lamentato dei “ troppi veti cheimpediscono la crescita”, citando le resi-stenze alla realizzazione del gassificatore diBedizzole; dall’altra tante Amministrazionicomunali (tra queste Calvagese, Padenghe,Lonato, Prevalle, Muscoline, Calcinato)hanno espresso mozioni di contrarietà all’im-pianto, appoggiando il Comitato e chiedendodi essere consultate nel procedimento auto-rizzativo di questo impianto prototipale chenon consente di avvalersi di parametri di ri-ferimento in termini di emissioni di fumi e diadeguatezza di funzionamento.I cittadini di tutta la Provincia possono rima-nere aggiornati visitando il sito www.comitatocivicobedizzole.it

Se non sono stato chiaro, fatemelo sapere:scrivete a 15quindici! Resto a disposizioneper approfondire le vostre opinioni.

AMBIENTE

Cassiopea e il silenzio dell’opinione pubblica

La notizia è del 18 settembre, ma è passata insordina, tra il silenzio dei media: sono statitutti prosciolti i 95 imputati di Cassiopea,l’inchiesta della Procura di Santa Maria CapuaVetere che nel 2003 svelò il più grande trafficodi rifiuti tra nord e sud Italia. Un’indagine durata 13 anni, dove fra i reati c’è anche quello didisastro ambientale. Tutto si è arenato nella pre-scrizione e l’inchiesta è finita senza colpevoli:nei sette anni dal giorno in cui il PM, DonatoCeglie, ha chiesto il rinvio a giudizio gli impu-tati, ci sono stati molteplici rinvii. Spesso for-malismi burocratici usati con il solo obiettivodi rallentare. Più di un milione di tonnellate dirifiuti tossici del nord Italia partivano a bordodi camion per essere riversati nelle campagnecampane. Camion con fusti di polveri residuate

dall’abbattimento dei fumi delle industrie side-rurgiche e metallurgiche, oli minerali, lubrifi-canti, scarti di vernici, ceneri residue dacombustione, solventi, acque provenienti da in-dustrie chimiche e acidi. Le imprese rispar-miano denaro, mentre le campagne meridionalisono per sempre compromesse, con il consensodei proprietari terrieri e delle amministrazionilocali. Ovviamente la camorra è il grande e in-nominato soggetto. Roberto Saviano, che per Gomorra si è ispi-rato proprio a Cassipea, descrive bene il mec-canismo. “I coltivatori per riuscire a venderela frutta ai centri commerciali che comprano aminor prezzo in Oriente o in Spagna, avevanobisogno di altre entrate, e così si affidano aglismaltitori. Una parte delle loro terre decidono

di avvelenarle nell’illusione di poter salvare lecoltivazioni. I mediatori si presentano proprioin questi contesti, quando ci sono debiti e leamministrazioni sono facilmente corruttibili. Siguadagna più da una tonnellata di rifiuti tossiciche da chili di cocaina e, in caso raro di con-danne, gli anni di carcere o i risarcimenti sonominimi rispetto al narcotraffico. Questo hafatto sì che la criminalità organizzata investissenello smaltimento. Lo sversamento dei rifiutiha distrutto le coltivazioni, ha avvelenato illatte delle bufale e fatto aumentare i casi mor-tali di cancro, le malattie polmonari, le allergieinfantili, i feti deformi, le dermatiti. La prescri-zione che ha chiuso senza colpevoli Cassiopeamostra la fragilità estrema del nostro sistemagiudiziario e la vittoria dell’ingiustizia”. (ndr)

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L’uso dei viaggi è di regolare l’immaginazione con la realtà e, invece di far pensare come possono essere le cose, di farle vedere come sono.

(Samuel Johnson, Johnsoniana)

COMMERCIALISTA

Otto proposte per aumentare il gettito

Ferdinando Magnino - [email protected]

Filippo Grumi - [email protected]

Lasciando perdere la lotta all’evasione, cheognuno di noi ritiene possa essere vinta con unpo’ di buona volontà del Governo (non è esat-tamente così) e lasciando stare la poca vogliadi tagliare i costi (per non infastidire i centri dipotere), c’è molta confusione su tempi e modidi intervento per aumentare le entrate. Sonostate sollecitate proposte alternative. Ne sugge-riamo alcune anche noi:- limitare le agevolazioni in agricoltura: oggiun’azienda agricola è tassata in base al reddito delterreno (l’equivalente della rendita catastale di unimmobile, quindi un valore “simbolico”); si po-trebbe porre un limite massimo di fatturato per latassazione delle aziende agricole in base al red-dito. L’utilizzo che si fa di questa agevolazioneappare infatti improprio: molte tra le più impor-tanti cantine vitivinicole vendono a prezzi elevatisenza pagare le imposte. Se poi le vendite le faun’impresa commerciale collegata alla stessaproprietà, basterà un attento dosaggio dei prezzie di imposte non se ne parla. L’agevolazione pergli agricoltori è un retaggio del passato; se si de-cide di mantenerla, è opportuno porre un tettomassimo, ad esempio, 100.000 euro di fatturato.Oltre, si pagano le imposte normali, come tutti.- redditometro: perché non prevedere, nel mo-dello UNICO, un rigo ove dichiarare un reddito“da redditometro”, senza particolari specifica-zioni? Oggi, chi volesse ravvedersi, non sa dovedichiarare un reddito senza una sua natura spe-cifica. Che male farebbe, a dichiarare? Paga leimposte, e, almeno fino a un certo limite, è co-perto. Si farebbe un po’ come le percentuali pergli studi di settore, ove è previsto l’adegua-

mento. Si pensi a un contribuente che, in baseal cosiddetto redditometro risultasse avere unreddito inadeguato: l’accertamento sarebbe si-curo. Se volesse evitarlo, perché non consentir-gli di pagare su un reddito generico? E’ giàconsentito alle imprese, perché non si può farecon i privati?- detrazioni al 50%: si potrebbe allargare la de-ducibilità o la detrazione degli oneri per le per-sone fisiche, peraltro limitandola al 40% o al50%. Ci sarebbe più interesse a richiedere le fat-ture per prestazioni/acquisti deducibili; il proce-dimento parrebbe virtuoso. Si tratterà di valutarele tipologie di interventi (manutenzioni, speseper matrimonio, acquisto mobili, ecc.).-  tassa sulla giustizia: la giustizia è oggil’unico servizio pubblico gratuito per tutti; c’èil contributo unificato, ma è poca cosa raffron-tata al mero costo del processo, enorme. Si pagaper la salute, perché allora non pagare per lagiustizia? Per i non abbienti, esoneri come peril ticket sanitario.- beni ecclesiastici: da più parti si invita a ricon-siderare il trattamento riservato ai beni dellaChiesa. La questione riguarda l’esenzione ICI, lapartecipazione della Chiesa ai contributi dei Co-muni (dal 7% al 9%) previsti dalla c.d. “LeggeBucalossi”, la parziale esenzione IRES per le at-tività commerciali e i contributi alle scuole cat-toliche. Chissà cosa ci riserverà il futuro, in temadi manovre fiscali. Imprese e lavoratori hannobisogno, oltre alla riduzione delle imposte, disemplificazione e rispetto. Quanto alla lotta al-l’evasione, si è iniziato a far qualcosa, ma forsecon i contribuenti più piccoli. Al momento non

contiamo troppo sulla necessaria riduzione dellaspesa pubblica e degli sprechi e, ancora meno,su un gesto di apertura da parte dei parlamentari,con l’autoriduzione dei compensi.- limitare le agevolazioni alle cooperative: èun settore importante per l’economia, ma ormaiabusato; le agevolazioni dovrebbero servire dastimolo, non essere la norma. Quando una coo-perativa assume la dimensione di una grandeazienda, perché continuare ad agevolarla, ma-gari a scapito della concorrenza nel settore?- eliminare le agevolazioni ai sindacati: i sin-dacati sono aziende che muovono miliardi dieuro ogni anno; perché non sono tassate? Con-sideriamo che i sindacati ricevono dallo Statocifre a nove zeri per lo svolgimento delle loroattività, mi pare che agevolare un’agevolazionesia quantomeno generoso.- eliminare le agevolazioni all’editoria: chedifferenza c’è tra un’impresa editoriale e unametalmeccanica? Tutte le imprese devono staresul mercato, tutte si battono nel mare magnumdella concorrenza, della globalizzazione; nonmi risulta che ci siano prescrizioni mediche per-ché un imprenditore si metta a fare l’editore,quindi perché agevolare un settore piuttosto cheun altro? In un momento di crisi va bene aiutareun settore importante per il paese (penso a quellodelle auto, tralasciando l’arricchimento di pochefamiglie ai danni dello stato, cioè di tutti noi), mail settore editoriale non è nemmeno di particolarequalità in Italia. Quindi che resti sul campo solochi esprime contenuti, non chi è agevolato.

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La Regione Lombardia da diversi anni è dotatadi una legge nota come la “legge sui sottotetti”che permette di recuperare a fini abitativi i sot-totetti, con lo scopo di non impiegare nuovi ter-reni per la realizzazione di unità residenziali.Solo a Brescia, gli interventi di questo tipo sonostati circa 400 e questi cittadini hanno dormitosonni tranquilli nei loro sottotetti. Hanno affi-dato la realizzazione dei progetti a tecnici abi-litati, hanno pagato quanto richiesto e, dopol’approvazione della pratica da parte degli entipreposti, hanno eseguito i lavori, anche con unnotevole esborso economico, dato che spessi i

cantieri si trovavano nei centri storici. In unqualsiasi paese civile, questo basterebbe. Ma noi abbiamo una classe politica che nonriesce nemmeno più a scrivere le leggi che de-vono governarci, anzi, spesso le scrive come sefossero parte di un comizio elettorale, senza im-maginare le ricadute che avranno sulla vita deicittadini o magari nemmeno sapendo che quelloche hanno scritto è in contrasto con una leggegià esistente. Così a maggio del 2011, con unasentenza del TAR Lombardia – sez. di Brescia,si è stabilito che la legge di recupero dei sotto-tetti non può derogare a quanto previsto dalla

legge del 1968 sulle distanze degli edifici.Quindi chi ha costruito non rispettando quelle di-stanze si trova costretto a demolire quanto realiz-zato oppure a risarcire il vicino. Credo non sfuggaa nessuno cosa questo significhi. A noi non restache chiederci come sia possibile che uno Stato ci-vile non possa far controllare a organi competentile leggi prima che diventino parte integrante dellasocietà. In effetti, dovremmo ricordare che sonostate fatte ben 4 versioni di una legge finanzia-ria da 50 miliardi di euro nel giro di un mese…Riflettendo, che cosa sarà mai un sottotetto alconfronto?

INGEGNERE

Sbagliare… per legge!

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ASSICURATORE

Gli scongiuri non bastano

Alessandro Rosi

Ringrazio i lettori che mi hanno scritto allaricerca di chiarimenti o consigli.Come Claudio di Desenzano, che chiede“come riconoscere un bravo assicuratore?”.La domanda sorge al termine di una mail incui esperienze negative, tutte legate al mondodelle polizze RC Auto, invogliano Claudio aun “fai da te” assicurativo on-line, malgradola sua indole propenda ad avere un referenteper ogni problematica. Ha medico e commer-cialista di fiducia, l’amico bancario che con-siglia e gestisce ma non ha ancora trovato unassicuratore di cui fidarsi. Come Claudio altrihanno lo stesso problema e negli anni hannosmesso di cercare, avvicinandosi a compa-gnie “dirette”, telefoniche e on-line.Da assicuratore che da oltre 20 anni svolgequesta attività con dedizione, credendo cheil nostro sia prima di tutto un lavoro social-mente utile e per questo l’etica debba ispirareogni contatto, non posso che dispiacermene.Fortunatamente la maggioranza degli utenticredono ancora nella figura dell’Agente emolti hanno trovato un referente affidabile.Per chi, come Claudio, fosse alla ricerca,ecco un consiglio: cercate un’Agente che vifaccia domande e ascolti le vostre risposte. Il bravo assicuratore cerca infatti prima di ca-pire quali siano le vostre paure, le vostre prio-rità assicurative e il vostro budget. Quindi cercadi farvi comprendere quali siano i rischi primari“reali” che vale la pena assicurare e quali se-condari che il Cliente può tenere a proprio ca-rico. Ad esempio la stragrande maggioranza deiClienti, in occasione dell’acquisto di una nuovaautovettura, non bada a spese per assicurare ilfurto, incendio, eventi naturali, atti vandalici,rottura dei cristalli…. aggiornando tutti gli anniil valore assicurato e mantenendo inalterate legaranzie. Queste coperture possono costare, se-condo il tipo di vettura, qualche centinaio dieuro. Molti meno Clienti si preoccupano di as-sicurare la propria casa o, cosa ancor più im-portante, la propria vita. Non ritengo che lacolpa sia da attribuire ai Clienti ma al fatto chegli Agenti si siano spesso dimenticati di fare“cultura assicurativa”. I mass-media non hannosicuramente aiutato a far comprendere ai con-sumatori quanto le assicurazioni possano essereimportanti nella vita di ognuno, ricordandosi di

evidenziarne l’aspetto esattoriale legato alle po-lizze RC Auto. Non di rado capita che noi as-sicuratori siamo coinvolti nelle vite dei nostriClienti, attraversate da fulmini a ciel serenoche ne modificano inevitabilmente il corso.Non basta fare gli scongiuri o pensare checerte cose capitino solo agli altri. Per questonon mi stancherò mai di insistere affinché imiei Clienti comprendano che una parte delproprio budget assicurativo debba essere de-stinato ad assicurare la propria vita e, solo inseconda battuta, i propri beni. Assicurare lapropria vita è un atto di responsabilità neiconfronti delle persone che amiamo. E’ unascelta responsabile che ognuno dovrebbe af-frontare quando decide di avere una famiglia.Poche decine di euro possono bastare per nonlasciare in difficoltà, in caso di morte, i propricari. Nella mia vita professionale ho cono-sciuto famiglie che hanno dovuto affrontare,oltre al dolore della perdita di un caro, ancheproblemi economici legati all’improvvisamancanza di un reddito, all’impossibilità disostenere spese programmate (mutui, finan-ziamenti) o sperate (studi dei figli).Nessuno può restituirci gli affetti prematura-mente scomparsi, un bravo Agente può aiu-tarvi a programmare coscienziosamentealcuni aspetti della vostra vita. Per questo viinvito a evitare il “fai da te” ed entrare nelleAgenzie nelle quali avete l’assicurazionedella vostra auto, chiedendo di parlare conl’Agente. E quando vi chiederà di cosa avetebisogno ditegli “…mi dica lei; sono un vo-stro assicurato, sono impiegato, mia moglielavora part-time, ho due figli, un mutuo di500 € al mese per i prossimi 15 anni...”.Capirete subito se quell’Agente potrà diven-tare il vostro referente, se sarà capace diascoltarvi e farvi comprendere quali sono levostre “reali” necessità.Serve che i Clienti smettano di pensare cheassicurazione significhi “polizza RC Auto” ecomincino a comprendere l’importanza digarantire a sé e ai propri cari serenità.Serve che gli Agenti tornino a fare i consu-lenti, ascoltando i propri Clienti, compren-dendone le esigenze e consigliando loro lesoluzioni più adeguate, slegate dalla frenesiadella vendita a tutti i costi.

Non me ne vogliano i colleghi che non hannomai smesso di lavorare nell’ottica della consu-lenza, ma credo che una maggior “cultura” deiClienti possa portare vantaggio a tutto il si-stema di cui noi Agenti siamo un ingranaggiofondamentale. Solo se sapremo uscire, Agentie Clienti, dal tunnel del “prezzo migliore a tuttii costi” potremo provare a creare un rapportodi fiducia reciproca slegato dalla tariffa.L’Agente di assicurazioni non è un venditoredi tagliandi, serve che i Clienti lo tengano pre-sente alla ricerca del proprio referente.Il vostro referente dovrà saper confezionarela soluzione più adatta a voi, che non semprerisulterà la più economica. Cercate di com-prendere quanto vale per voi la serenità dellavostra famiglia, solo in questo modo qualchedecina di euro non vi sembreranno una spesacolossale (quanto spendete per uscire a man-giare una pizza o per andare allo stadio?).Capire che garantire serenità ai propri cari èpiù importante che assicurare il danno cheuna grandinata può fare alla nostra preziosis-sima auto è già un grande passo.Chi vorrà continuare a confrontarsi non esitia scrivermi: [email protected] aspetto!

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Brescia - Via Filippo Turati 74tel. 030 2319200 fax 030 2315428

Brescia - Via Enzo Ferrari 4/6c/o sede ACI Brescia

tel. 030 2311651 fax 030 2309029

[email protected]

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i risiamo, direte, ancora questastoria dell’abolizione delle province!Fatto è che la telenovela nazionale si era ar-ricchita, con la finanziaria del 12 agosto (ilIII girone in sei settimane), di un nuovo ca-pitolo: aboliamole… però solo quelle conmeno di 300.000 abitanti.E al termine, quante ne saranno eliminate? Siera iniziato con 37 poi 29 e…? Poi, contror-dine: una commissione analizzerà global-mente sia le istanze delle province che quelledei micro-comuni.Infine (IV girone) sotto la spinta degli attac-chi speculativi borsistici di settembre si ri-torna alla casella di partenza e la finanziariaviene ri-ri-ri-riscritta.Ed ecco che sparisce il problema dei micro-comuni ma voilà: abolizione di tutte le pro-vince.Bene, allora è fatta, penserete.Un momento, perché il Consi-glio dei Ministri stabilisce che siseguirà la normale via parlamen-tare, il che significa che se verràdata la priorità serviranno nonmeno di 140 giorni lavorativi. Ilche comporta, con i ritmi delparlamento, circa 9 mesi.I pignoli asseriscono che il per-corso legislativo non può termi-nare prima del 2014, ma essendoa quella data in corso i rinnovaticonsigli provinciali bisognerà at-tendere il 2018! Dovremo attendere sette anniper scoprire se i partiti inten-deranno veramente cancellarequesto parcheggio di aspirantionorevoli o di trombati? Con quale diritto possiamo igno-rare il grido di dolore, pronta-mente raccolto dai politici locali,per la Provincia di Valcamonicacon capoluogo Breno (5014 abi-tanti) e Gela?Facciamo un passo indietro per

focalizzare la questione.Il maggior partito di governo nel 1998 votòa favore della loro abolizione e lo inserì nelsuo programma. L’Ass. Naz. Comuni Italiani(ANCI) nell’ottobre del 2009 ne proposel’abolizione e l’accorpamento delle funzionitra regioni e comuni. Nel giugno del 2010 lacommissione parlamentare deliberò l’aboli-zione, però di quelle con meno di 200.000abitanti. Ovviamente non è cambiato nulla: il 5 lugliola Camera respinge la proposta dell’IDV perl’abolizione delle province (225 voti contro 83e l’astensione complice del PD con 240 voti).Qualcuno ha scritto che a quest’ultimo è man-cato un sussulto riformista, ma forse sarebbebastato un sussulto d’intelligenza politica.Le province italiane sono oggi 110, com-

prese le ultime nate: Monza/Brianza, Fermo,BAT (Barletta, Andria e Trani). Nel 1960erano 92, l’impennata si ebbe dal 1992 inpoi. Nel 2001 la Sardegna ne stabilì il rad-doppio (da 4 a 8).La matricola Monza/Brianza, fortementevoluta dalla Lega, che minacciò (more solito)la crisi di governo, comprende 55 comuni perun totale di 850.000 abitanti e nel primoanno è già costata 500.000 euro, a cui si ag-giungono 800.000 euro per comunicazioniistituzionali e 1 milione per consulenze. Ilcostruendo Polo delle Istituzioni costerà (pre-visione del 2007) 2,8 miliardi. Secondoquanto stabilisce la legge, il consiglio è com-posto da un presidente, un vicepresidente, unpresidente del consiglio, 10 assessori e 35consiglieri. Ma non vi preoccupate, c’è posto

per tutti, dato che il presidentedella commissione lavori pub-blici è figlio d’arte (il padre èministro dello Sviluppo econo-mico).Ovviamente non cambia la mu-sica per la consorella BAT(392.000 abitanti), costretta perovvi motivi ad avere tre sedi(Barletta, Andria e Trani) e adaumentare, per ottemperare airegolamenti, anche il numerodei consiglieri comunali delletre località. Ignoriamo, dato chela legge prevede che siano pre-senti in ogni provincia, comesarà dipanata la matassa relativaa prefettura, questura, direzionedella guardia di finanza, cameradi commercio, polizia provin-ciale e guardie venatorie. Facciamo però un ulterioresalto all’indietro per capirne lefinalità.La Costituzione all’art. 114, sta-bilisce che “La Repubblica siriparte in Regioni, Province eComuni”.

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ento Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare.

Ma non importava, la strada è la vita. (Jack Kerouac, On the road)

Abolizione delle province?

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CAlberto Castrini - [email protected]

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La modifica del 2001 definì i compiti delleprovince, che prevedono: difesa del territorio,valorizzazione delle risorse idriche, beni cul-turali ecc., mentre gli articoli seguenti (dal 115al 133) citano le competenze e gli ambiti delleRegioni, menzionando province e comunisolo come succedanei. Ricordo che le Regioni(ad eccezione di quelle a statuto speciale) do-vettero attendere sino al 1970 per vedere laloro attuazione e la conseguente autonomia edecentramento. All’atto della loro partenza ri-prese vigore la tesi, condivisa dai più, del su-peramento delle province, ma poi... E’ risaputo degli uffici di rappresentanzadelle regioni all’estero. Sarà per non essereda meno che la Provincia di Bergamo haun ufficio analogo a Roma (del costo di65.000 euro annui)? Con buona pace del mi-nistro Bossi che ha dichiarato: “Se aboliamo laprovincia di Bergamo scoppia la guerra civile”. Il totale del personale delle nostre provinceammonta a 4.340 (110 presidenti, 110 vice-presidenti, 110 presidenti del consiglio, 1080assessori e 2930 consiglieri), mentre il totaledei dipendenti è di circa 61.000. Rimane da

quantificare la partecipazione (ovviamentenon a titolo gratuito) ai vari enti, dalla casadi riposo all’asilo, dalle autostrade agli aero-porti, alla società del traforo del Montirolo. È ovvio che distorsioni di questo tipo rimar-rebbero nei comuni e nelle regioni, ma al-meno iniziamo a chiudere una boccadell’idrovora! Elimineremo forse:- Studio delle abitudini dei cormorani(70.000 euro spesi a Carbonia);- Consulenza per capire le abitudini degliorsi (20.000 euro) e 2 milioni per divise allebande musicali e gruppi folcloristici (spesi aTrento);- Stanziamento di 200.000 euro annui perl’istituzione di Brescia Orchestra e la promo-

zione d’importanti peculiarità musicali (baz-zecole per una provincia “virtuosa” che di-chiara solo 504 milioni di debito). Non bastava la Brixia Symphony già spon-sorizzata dalla provincia? O forse si dovevasoccorrere il disoccupato direttore dell’Or-chestra Padana?

Però stiamo tranquilli, tutti hanno pro-messo riduzioni dei costi. A chi avrà avuto la pazienza di arrivare allafine di questo sconfortante elenco, chiedo,prima dell’ulteriore borseggio di stato ai so-liti noti: se non ora quando?

Ora che dalle solite cassandre s’alzano ap-pelli ai sacrifici (escludendo ovviamente laquerelle ICI, IRES, IRAP ecc. sulle attivitàeconomiche della Chiesa Cattolica, per nonessere marchiati come vetero-giacobini!),non è il caso di alzarsi, noi cittadini tutti,senza attendere tutele politiche di sorta e pre-tendere finalmente un taglio a zero di almenoun ente elefantiaco che non trova alcuna giu-stificazione economica e pratica?

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Annalisa i mandala di Annalisa, oggettistica dipinta a manoBou Salah antiquariato e abbigliamento usatoBruna Lorandi creazioni in pasta di vetro e foulard in seta dipinti a manoCinzia C giochi, soprammobili, abiti, bigiotteria; usato e nuovoEctor prodotti nanotecnologici per pulizia superficiFranca collane e accessori in pietre preziose, fossili e argentoLuciana collane, bracciali, orecchini artigianali con pietreLuigina tegole, ceramiche, oggetti vari e decoupageMilly cucito creativo, patchworkMonia accessori di ambra e altre pietre dal Messico e dalla PoloniaPalmiro lavori artigianali in marmo e alluminioPatrizia oggettistica usata e antichitàStefania truccabimbi, magliette personalizzate e sculture di palloncini

Con la partecipazione di:AISLA Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica AIFVS Associazione Familiari Vittime della Strada Scuola d’arte “Andrea Celesti”GROB Gruppo Operatori Bedizzolesi

16 OTTOBRE 2011 - Vecchio Mulino (Bedizzole)FESTA DI PRESENTAZIONE ASSOCIAZIONE “ESSERE INSIEME”

Mercatino e mostra di quadri con asta di beneficenza. Dalle 16.30 aperitivo e intrattenimento musicale

Per informazioni:339-8052045 - 328-3319822

OGNI TERZA DOMENICA DEL MESE

I domanda: quali sono le competenzedelle province (il cui costo annuo è di17 miliardi e che in quattro anni ècresciuto del 66% ) che non possonoessere ripartite fra regioni e comuni? II domanda: visto che le regionihanno loro distaccamenti nelle pro-vince, a cosa serve il decentramentodel decentramento? III domanda: le province, a chi ser-vono? Ai cittadini oppure ad alimen-tare le consorterie e gli appetiti deipolitici?

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Anni Sessanta e SettantaArte cinetica e poesia visiva

Quando: fino al 19 ottobreda martedìì a domenica dalle 16 alle 19.30Dove: Ass. artisti brescianivicolo delle Stelle 4 (Brescia)

Collect the WWWorldMostra a cura di Domenico Quaranta

Quando: Fino al 15 ottobreda lunedì a sabato dalle 15.30 alle 19Dove: Link Art Center Spazio Contempo-ranea, corsetto Sant’Agata 22 (Bs)Info: 030.3758370

Georges Mathieu 1948-1969Mostra a cura di Dominique Stella

Quando: Dal 18 ottobre al 14 aprileDa martedì a sabato dalle 10 alle 12.30 edalle 15.30 alle 19.30Dove: Galleria Agellini, via Soldini 6a (Bs)

Le donne di Gattuso e le altreMostra a cura di Andrea Barretta

Quando: fino al 12 novembreGiovedì 15.30 - 19.30; venerdì e sabato9.30-12.30 e 15.30-19.30 Dove: Galleria Ab/arte, vicolo S.Nicola 6 (Bs)Info: 030.3759779

Mostre

Da Milano a Los AngelesZappa’s Revenge, relatore: J.Franzoni

Quando: 8 ottobre ore 18.30Dove: Chiesa di S.Cristo, via Piamarta 9(Bs) - segue concertoInfo: 030.2979333

Ascolto musicale terapeuticoConferenza di Livio Claudio Bressan

Quando: 26 ottobre ore 18.30Dove: Ass. culturale Piano Nobile via Marsala 15 (Bs)Info: 030.2979333

La trattatistica militareConferenza di Giacomo Petrella

Quando: 22 ottobre ore 17Dove: Fondazione Ugo da Como, saladella Vittoria, via Rocca 2 - Lonato (Bs)Info: 030 9130060

Incontri & Conferenze

Da Bach a BeethovenTrio furibondo: Liana Mosca (violino), Giannide Rosa (viola) e Marcello Scandelli (violoncello)

Quando: 21 ottobre ore 21Dove: p.za San Giorgio, via Gasparò daSalò (Bs) Info: 030.2979333

Officina MusicaConferenza, segue concerto by R. Tiranti,P.Siani, A. Graziano & Blues Assault

Quando: 8 ottobre ore 20.30Dove:Auditorium S.Carlino, c.so Matteotti (Bs)Eventuali donazioni saranno devolute aABE (Ass. Bambino Emopatico)

Hildegard von BingenIl repertorio estone. Ensamble Heinavanker

Quando: 22 ottobre ore 21Dove: Basilica delle Grazie, via delle Grazie 13 (Bs)Info: 030.2979333

Francesca TiraleConcerto d’arpa su musiche di Britten,Togni, Tournier, Giacometti

Quando: 23 ottobre ore 18Dove: SpazioAref, p.za Loggia 11/f (Bs)Info: 030 3752369

Concerti

Ingressoa pagamento

gratuito

Tempo di Madrigale: L.MarenzioConferenza di Marco Bizzarini

Quando: 18 ottobre ore 18.30Dove: Ass. culturale Piano Nobilevia Marsala 15 (Bs)Info: 030.2979333

CURIOSITÀ

Diego Corsini - [email protected]

Scarica masso da 20 tonnellatenel giardino della exIn Canada, il sindaco di un paese di provinciasi è vendicato della moglie che gli rinfac-ciava le dimensioni dell’anello di fidanza-mento: «Ora ha la pietra più grande chepotesse desiderare»Un diamante è per sempre, si sa, ma la cana-

dese Isabelle Prevost non di-menticherà comunque la pietraricevuta per il suo compleannodall’ex marito Dany Larivière.L’uomo, sindaco di Saint-Théodore-d’Acton, paesino vi-cino a Montréal, è indagato peraver scaricato un macigno di20 tonnellate sul vialetto d’ac-cesso della villetta di Isabelle.Larivière, che possiede ancheuna ditta di escavazioni, ha la-sciato il “regalino” alle tre dinotte, avvolto da un fiocco rosae con la scritta in spray aran-cione «Buon compleanno Isa».

Due gemelle, le chiamano Mara e DonaCosa non si fa per i propri idoli... Un tifosodi Diego Maradona non ha esitato a chiamareMara e Dona le due gemelle che sua moglieha dato alla luce. ‘’Le ho sempre detto chequesto era il mio desiderio’’, ha specificato

ai media argentini il 29enne Walter Rotundo.‘’A Diego devo la gioia delle due reti agli in-glesi’’, ha aggiunto il neopadre, tifoso delBoca e del Napoli, facendo riferimento adArgentina-Inghilterra nei quarti di finale deiMondiali in Messico nel 1986.

Avana: aspettano la fine del mondochiusi in una chiesaUno tsunami porterebbe a breve alla fine delmondo. Con questa motivazione il pastoreBraulio Herrera e una cinquantina di fedelisono «asserragliati volontariamente» da 22giorni nella chiesa pentecostale Assembleade Dios nel centro dell’Avana, a Cuba. Lapolizia intanto sta cingendo d’assedio il tem-pio ormai da tre giorni, isolandolo e impe-dendo l’avvicinarsi di persone o veicoli.Secondo quanto è emerso, la polizia sarebbeintervenuta su richiesta dei familiari di alcunigiovani che sono all’interno della chiesa conHerrera e che avrebbero accusato il prete diplagiare i loro figli.

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È quando il corpo è tra quattro mura che lo spirito fa i suoi viaggi più lontani.(Augusta Amiel-Lapeyre, Pensieri selvaggi)

MUSICA

Pearl Jam: State of love and trust

ostalgia canaglia. Vent’anni fa ilmondo discografico statunitense partoriva sva-riati gioielli, maturati nel calderone culturale cheribolliva nella West Coast e che trovava radicinell’hardcore di Los Angeles dei primi anni Ot-tanta. I più celebri sono Nevermind dei Nir-vana, Blood Sugar Sex Magik dei Red HotChili Peppers e Ten dei Pearl Jam.Il primo rese immortale in tutto il mondo quelfenomeno musicale ormai prossimo alla fine,definito grunge, plastificatosi negli urli di KurtCobain. Successo interplanetario, malgrado sitrattasse proprio del disco più pop della band.Incrocio fra la rabbia nichilista del punk e ilsapore dorato della classifica. Il secondoalbum, dei losangelini Red Hot, è un musco-loso appello al funky edonista degli anni Ot-tanta, infarcito di riferimenti sessuali escanzonati, distante dalla cupezza del Seattlesound lanciato anni prima da gruppi seminalicome Green River, Melvins e Mudhoney.Ilterzo LP, di cui vogliamo parlare in modo piùapprofondito, è proprio il disco di esordio deiPearl Jam. I critici “veri” spesso li definisconocome inutili ma fondamentali. Un bell’ossi-moro direte, ma forse mai come in questo casoaccettabile. Se è vero che la storia della mu-sica non avrebbe risentito molto della loro as-senza, non godremmo nel 2011 di una dellepoche band in grado di tener botta, anche sullasoglia dei 50 anni, e di far brillare ancora ilsano vecchio rock. Come il miglior vino in-vecchiato, i PJ sono tutt’oggi un’instanca-bile macchina da guerra, che riesce miscelarl’indie con il mainstream, per ricette di sicuroeffetto. Ten è l’inizio di tutto questo. StoneGossard (chitarra) e Jeff Ament (basso), po-liedrici strumentisti, incrociano le loro esi-stenze con quelle di Eddie Vedder,sconosciuto benzinaio di San Diego, che di-venterà da lì a poco una delle ugole miglioridegli ultimi vent’anni. Con un altro chitarrista,innamorato di Jimi Hendrix, Mike McCready,e il batterista Dave Krusen (sostituito poi abreve da Dave Abbruzzese) riportano l’hard-rock (quello vero, degli anni Settanta) in vettaalle classifiche, ripulendolo dei vizi delle su-perstar. Se ne fregano del look (forse l’unicacosa in comune che hanno davvero colgrunge, famoso ormai più per le sue camiciedi flanella che per altro) e parlano diretti aicuori dei loro fan.Vedder mette in parole il rock-blues dei sodali

e sono brividi. Il suo cantato, che parte dalgrowl e arriva al falsetto, accompagna i sognidi milioni di adolescenti (la famosa Genera-tion X) che si rifugiano nelle canzoni dei loroidoli per fuggire da una realtà che non è piùrose e fiori, e forse non lo è mai stata. C’è spa-zio per tutto: un amore sfumato (I know some-day you’ll have a beautiful life/I know you’llbe a sun in somebody else’s sky, but why/Why,why can’t it be, can’t it be mine, Black), storiedi sangue, carne e abbandono (Once, Why go,Even Flow, Jeremy, Deep), appelli a un padremai conosciuto (Alive, forse il loro pezzo piùcelebre e Release). Predomina ancora un’im-matura rabbia esistenziale, che costringe a ve-dere tutto nero, e non permette di aprire gliocchi sui colori della vita. Il furore dei PJ ri-marrà (ascoltare il successivo Vs. per capire),ma si incanalerà man mano verso altri obiet-tivi, per culminare 10 anni dopo nella mili-tanza anti-Bush. Le problematiche personaliche abbracciano un’intera nazione, sconvoltadall’11 settembre e da troppi rigurgiti impe-rialisti. Ma è proprio il riff iniziale di Alive arenderli famosi, con un selvaggio video inbianco e nero ricco di spericolate acrobazie onstage. Prima canzone composta dal gruppo, èun momento aspettato e celebrato in ogni live,il ricongiungimento psico-fisico tra il quintettoe il pubblico. Ritornello martellante, epico as-solo finale sfornato da McCready, Alive è di-ventato un vero e proprio inno generazionale.

L’unica cosa che potrebbe essere etichettatacome grunge è il testo. Le parole, scritte daVedder e pescate a piene mani dalla propriabiografia, dipingono una disperata situazionefamiliare, con un ragazzino che scopre di averchiamato per anni papà la persona sbagliata.La notizia è svelata quando il padre biologicoè già morto da qualche anno. La madre coltempo continua ad identificare il primo maritonel figlio, lo riconosce in ogni gesto, in ognisguardo. È l’inizio della fine. I rapporti ince-stuosi trasformano l’adolescente in un serialkiller. La traccia si collega a Once, altro pezzodel disco, che narra i suoi omicidi. E a Foot-steps, b-side di Ten, in cui si narra la messa amorte dell’assassino (cercate su InternetGreen River e troverete la chiusura di questocerchio semantico). Ma il significato origina-rio di Alive, quell’essere ancora vivo (I’m stillalive) che è una sorta di maledizione, una cosacon cui dover convivere a forza per tutta lavita, viene col tempo ribaltato dalla gente.Così la sventura si trasforma in speranza: “Ilpubblico ha cambiato il significato di questeparole – dichiara Vedder – e quando cantano‘io sono ancora vivo’ è come se celebrasseroe questo è il punto: quando hanno cambiatoil significato di quelle parole, hanno annullatola maledizione”. Da tortura a inno alla vita:potere del rock. Amato dal pubblico, “malsopportato” dalla band a causa di una produ-zione troppo pulita e di un’incompiutezza difondo, Ten rimane il primo atto di un gruppoonesto e appassionato, che ha provato neltempo a trovare una propria continuità. Veri e propri cavalieri romantici del rock,hanno tentato di duellare in modo epico controla “prassi”, sia che si trattasse di Ticketmaster,ras degli auditorium americani, che della con-sueta produzione di video musicali o singoli.Sono andati a segno il più delle volte, mahanno collezionato anche insuccessi pesanti,sfruttati come occasione per guardarsi dentroe migliorarsi. Vent’anni ininterrotti di musica non hannoperò scalfito la voglia di suonare soprattuttoper il proprio pubblico, composto da una basedi fan duri a morire, raccolto attorno alle ini-ziative del Ten Club. Tutto questo ha fatto guadagnare loro la stimasincera della gente e di icone come NeilYoung, Bruce Springsteen e Johnny Ramone.Se non sono soddisfazioni queste…

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Per apprezzare tutte le iniziativeideate dai Pearl Jam per cele-brare i primi 20 anni di vita, vi-sitate il sito ufficiale della band:www.pearljam.com

NAlessandro Andriolo - [email protected]

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bero Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare

in una realtà inesplorata che sembra un sogno. (Guy de Maupassant)

VIAGGI

Da New York a San Francisco

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San Francisco stessa è arte. Ogni blocco è una storia breve,

ogni collina un romanzo, ogni casa una poesia. (William Saroyan)

La California è piena di pause significative. New York è piena di rumori privi di significato e questa potrebbe essere la sua salvezza. (Lou Reed)

A New York si ha l’impressione che le cose avvengano più velocemente che altrove (Lawrence Block)

New York è una città in piedi

(Luis-Ferdinand Céline)

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INTERNSHIP RETRIBUITO A SAN FRANCISCOIl mondo cambia velocemente e sempre più in fretta si ridefiniscono iconfini culturali della nostra vita quotidiana. Un tempo si faceva unviaggio per scoprire culture lontane, mentre oggi, specialmente nellegrandi città, basta girare l’angolo e sembra di trovarsi dall’altra partedel mondo. Ma un conto è vedere e un conto è capire. Comunicarecorrettamente è la formula che può rendere la convivenza globale un’oc-casione per arricchire e allargare i confini della propria conoscenza. Im-parare o perfezionare una lingua straniera è anche un modo percambiare prospettive e abitudini e magari cominciare a costruire progettidi vita alternativi. Un’esperienza all’estero è divertente e fa crescere infretta. Oltre ad aprire le porte a un futuro senza confini, una formazioneglobale fa meglio capire e accresce il valore delle proprie radici. CTSoffre numerose opportunità per seguire corsi di lingua all’estero, di unao più settimane, ma anche numerosi altri programmi (Au Pair, Work &Travel, Internship e Volunteer) studiati per trarre da un soggiorno fuoridall’Italia il massimo in termini di approfondimento culturale, inte-razione umana e formazione professionale. Oggi, poi, le contingenzeeconomiche internazionali hanno reso sempre più difficile per i neo laureati trovare un lavoro soddisfacente e adeguatamente retribuito, perquesto motivo CTS ha pensato di unire l’utile al dilettevole, offrendo l’opportunità, a tutti i giovani disoccupati che abbiano voglia di sperimentarsie mettersi in gioco, di seguire uno stage formativo all’estero venendo pagati per il proprio lavoro!

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L’unico viaggio irrinunciabile è l’esplorazione dell’Io. (Alessandro Morandotti, Minime)

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tura

C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. Così come non credo che si viaggi per tornare. L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato.

(Andrej Arsen’evič Tarkovskij, Tempo di viaggio, 1983)

LIBRO

Furore di John Steinbeck

roponiamo stavolta, ai pochi chenon l’abbiano letto, e a coloro che desiderinorileggerlo, il più famoso romanzo dello scrit-tore californiano, definito alla sua uscita nel1939 “La capanna dello zio Tom degli anni30”.John Steinbeck (1902 – 1968) inizia giovanela sua prolifica attività e avrà perfino il rico-noscimento del Nobel nel 1962.Oltre a questo, i suoi lavori più famosi sono:I pascoli del cielo, Pian della Tortilla, Uominie topi, La luna è tramontata e La valle del-l’Eden.Anche da Furore (titolo originale The Grapesof Wrath), come da quasi tutti i suoi lavori, èstato tratto un film.Questo, di John Ford, ottenne l’Oscar per laregia e l’interpretazione femminile.Il libro fa parte del ciclo di tematiche sociali,che Steinbeck affronta anche in altre opere,con una particolare attenzione al mondo deilavoratori agricoli conosciuti molto da vi-cino.La storia è quella dell’intera famiglia Joads(nonni compresi) che, depredata dalle ipote-

che e dalle calamità naturali, è costretta a la-sciare i propri campi in Oklahoma per rag-

giungere in California l’agognata Terra Pro-messa. Su tutto, sovrasta la figura della madre, chelega con instancabile amore i suoi congiuntisottoposti a ogni lacerazione.Il loro esodo, assieme ad altre masse di di-sperati, sarà drammatico; braccati dagli sce-riffi, respinti con odio dai locali chescatenano una xenofoba guerra tra poveri esfruttati come autentica carne da macello dalatifondisti senza scrupoli, viaggeranno conquest’umanità ridotta per sopravvivere a ogniresa.La scrittura di Steinbeck è poetica, coinvol-gente come poche, ti prende la mano e non timolla sino all’ultima pagina.La bella storia rivela le conseguenze dellaGrande Depressione sulle vite di migliaia difamiglie, delle rivoluzioni industriali ed i loroprezzi, sempre ignorati, pagati dai deboli,dagli ultimi.Il riscatto, ipotetico, avverrà solo con un’im-mensa pietà e tramite la solidarietà tra dise-redati, unico baluardo a salvaguardiadell’irrinunciabile dignità umana.

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tasera alle dieci siamogià fuori dal cinema, il film dura esattamentesessantaquattro minuti.» «Come scusa? Eche film sarebbe? Un cartone animato?»«S’intitola Freaks, è del 1932 e no, non è uncartone animato.» «E che genere sarebbe al-lora per durare così poco?» «E’ un film di-verso, speciale, a prescindere dalla durata.Mostra la vita nel circo da parte dei freaks, ifenomeni da baraccone. Freak significa“scherzo della natura”, quindi parliamo didonne barbute, nani, gemelli siamesi e quan-taltro. Ma non pensare sia un film comico,anzi. E’ drammatico e duro nel messaggio,

destò scalpore e ancora oggi è un po’ un pro-blema la sua trasmissione. Pensa che quasinon ha una trama, in fin dei conti, è solo loshow dei freaks, degli strani, e della loro di-gnità. Io l’ho trovato a tratti emotivamenteincontrollabile.» «Ma mi piacerà una cosadel genere?» «Non deve piacerti, deve col-pirti, lasciare il segno, non è un film fatto perfarti trascorrere una bella serata. Il regista,Tod Browning, all’epoca ne passò di tutti icolori con la censura.» «Perché?» «Perchénon vedrai trucchi cinematografici, gli attorisono veri e quindi impressionanti nelle loroanomalie fisiche ma al tempo stesso lirici

nella loro interpretazione della vita, del loroincredibile senso di appartenenza. Il film èspesso citato nel mondo del cinema e ancheBertolucci gli rese omaggio in The Drea-mers.» «Il film dove cita altri film famosi delpassato?.» «Sì, quello. Sono piuttosto certoche all’inizio avrai un po’ di paura ma poinon potrai non essere dalla loro parte. Non so quali film toccanti tu abbia visto, maquesto lì batte tutti. Che poi all’epoca siastato classificato come horror, ti dovrebbe farriflettere molto. Ripensiamoci insieme dopo che l’avremovisto, non te ne capaciterai.»

«SIvan Perilli - [email protected]

FILM

Freaks

Alberto Castrini - [email protected]

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Nella foresta di simboli alla quale attinge ilmondo dell’arte, merita un approfondimentola scala. Le fonti dalle quali sono tratte le sim-bologie legate a questo oggetto risalgonoall’Antico Egitto e in particolare dal Libro deiMorti, nel quale si parla di una scala che por-tava all’ascesa del defunto. Anche nell’icono-grafia cristiana è facile ritrovare lo stessosignificato, proprio perché lo stesso simboloè stato riadattato in epoca tardoantica secondol’escatologia cristiana dei padri della Chiesa,come noto nell’episodio biblico della scala diGiacobbe come porta del cielo. La scala, supporto immaginario dell’eleva-zione spirituale, conoscitiva e morale, in-dica il desiderio di ristabilire il contattoperduto tra l’uomo e la divinità, tra il cieloe la terra.Nell’iconografia cristiana è caratterizzatadalla presenza di sette o dodici gradini. Ilprimo numero corrisponde ai diversi livellidell’elevazione spirituale, ossia le sfere pla-

netarie (gli strati dell’atmosfera diremmo noi)che l’uomo deve attraversare prima di rag-giungere il cielo delle stelle fisse; oppure lesette virtù morali o conoscitive alle qualil’uomo si deve dedicare per raggiungere l’ele-vazione tramite la conoscenza e il buon com-portamento. Il numero dodici invece siriferisce alle figure degli apostoli. Un esempio del primo caso è visibile in un’il-lustrazione del Monte Santo di Dio di SandroBotticelli, datato 1477. Qui un monaco sta sa-lendo una scala sui cui pioli campeggiano lescritte delle virtù che passo dopo passo il fe-dele cerca di conquistare. Un diavolo tentatorecerca di trascinare in basso il monaco tenen-dolo per la veste, mentre in cima alla scala at-tende Dio circondato dagli angeli delParadiso.Nel medioevo i monaci cistercensi definivanoproprio “Scala Dei” il momento dell’esten-sione spirituale del monaco attraverso la pra-tica della preghiera. La stessa croce di Cristo

altro non è che unasimbologia più su-blimata della scalastessa, che infatti, ri-spetto a quest’ul-tima, compareraramente nelleopere d’arte, soprat-tutto dal Medioevoin poi. Gli esempipiù noti sonol’Icona della scala allegorica di Giovanni Cli-maco, (nella foto) risalente al XII secolo,dove una scala d’oro, la scala Paradisi, ospitauna serie di personaggi intenti a salire, guidatidagli angeli e disturbati dai diavoli che cer-cano di far cadere dalla scala coloro che nonsono riusciti a superare le tappe dell’ascen-sione. In questo caso ad ogni piolo della scala corri-sponde un libro delle Sacre Scritture (Pro-verbi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici, ecc).

Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma.(Bruce Chatwin, Anatomia dell’irrequietezza)

DESIGN

Arriva un bebé: come preparare uno spazio funzionale ma con gusto

Leoni Simona - [email protected]

Quando arriva un bimbo bisogna preparareuno spazio adatto a lui. Se non si ha una ca-mera si può creare un angolo neonato nellapropria o in un’altra stanza della casa, ricor-dando che nei primi mesi di vita non sono ne-cessari troppi mobili e conviene optare perpoche cose ma funzionali. Indispensabili unaculla (o lettino), un fasciatoio per cambiare ilbebè, un contenitore per i giochi, una casset-tiera per gli abitini e una poltrona utile per al-lattarlo o sedersi con lui a leggere un libro.Anche la cassettiera o la scrivania possonosvolgere la funzione del fasciatoio e in se-guito, quando il bambino crescerà, essereriutilizzati per altri scopi. Ricordiamoci cheall’inizio il piccolo nella sua camera dormiràsolamente, ma in seguito, crescendo, vi gio-cherà, leggerà, farà i compiti e starà con gliamici. La stanza quindi deve avere le poten-zialità per una trasformazione che segua ilbambino nel suo percorso di crescita. General-

mente a tal proposito sono due gli errori piùcomuni. Il primo è proprio che alla nascita siprepara una fantastica cameretta per neonatoche però presto non è più consona alle esigenzedel bambino e quindi deve essere cambiata. Ilsecondo errore è commesso pensando di essereprevidenti e non dover cambiare troppo prestola cameretta, trascurando però i primi mesi divita, con il rischio che il piccolo, proprio nelperiodo in cui ha più bisogno di protezione, siain balìa di spostamenti e pellegrinaggi tra levarie stanze di casa. Se il bambino ha un buonrapporto con la sua camera, il suo letto e quindicon il sonno, anche i genitori ne traggono gio-vamento.L’ambiente ideale deve essere areato, lumi-noso, silenzioso, sicuro, funzionale e preferi-bilmente spazioso, sia per potersi muovere egiocare….Ai bambini piacciono i colori;un’idea è scegliere due colori pastello in tona-lità vivaci e dipingere una parete. Con il primo

colore si farà il fondo della parete; con il se-condo delle righe (in orizzontale o verticale),anche solo in un angolo, per dare un effetto piùoriginale. Un’altra idea è scegliere una carta daparati dai colori sgargianti da applicare a pic-cole dosi e non su tutte le pareti della stanza;da preferire quella in carta, perché in tessutotrattiene la polvere; meglio poi non sceglierlacon le immagini dei cartoni animati preferiti,perché i bambini cambiano gusti molto spessoe il rischio è un rinnovo molto precoce del-l’ambiente. Per esporre i beniamini vanno be-nissimo stampe, posters, disegni e adesivimurali. Ricordate che ci sono mille modi perarredare la cameretta del bebè; l’importante èstudiare con fantasia la soluzione più adatta perrenderla accogliente. Io evito di arredare conle camerette complete “preconfezionate” ecerco di creare uno spazio in linea con lo stiledel resto della casa, inserendo vari pezzi chediano carattere e lo rendano più originale.

ARTE

I simboli dell’arte: la Scala

Valentina Cane - [email protected]

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I viaggi danno una grande apertura mentale: si esce dal cerchio dei pregiudizi del proprio Paese e non si è disposti a farsi carico di quelli stranieri.

(Charles-Louis de Montesquieu)

POLVERE DI STELLE

C9orf72: quando la ricerca …lo trova!

Margherita Grumi - [email protected]

a calura estiva non ha impeditoalla sezione bresciana di Aisla (AssociazioneItaliana Sclerosi Laterale Amiotrofica) diaderire alla IV Giornata Nazionale Sla, invi-tandovi, anche quest’anno, a brindare alla so-lidarietà negli stand che sono stati allestitinelle vie e nelle piazze di Brescia, Bedizzole,Berzo Demo, Bornato e Chiari.Paolo Marchiori, presidente dell’associa-zione per la sezione di Brescia, ringrazia tuttii suoi concittadini e i media locali per aversostenuto questa buona iniziativa e sottolineache tutto il ricavato andrà alla Ricerca, chegià aveva riconosciuto, nel 1993, il primogene della SLA, SOD1, e che, notizia dipoche settimane fa, ha identificato un se-condo nuovo gene che causa più di un terzodei casi familiari della SLA, la cui incidenzadi pazienti SLA portatori di questa mutazione

è circa doppia di quella del gene precedente-mente scoperto. Lo studio in questione haanalizzato 268 casi familiari di SLA ameri-cani, tedeschi e italiani e 402 casi familiari esporadici di SLA finlandesi e ha scoperto cheil 38% dei casi familiari e circa il 20% deicasi sporadici sono portatori di un’altera-zione del gene c9orf72.  Tali risultati possonosolo motivare a fare di più e meglio. Questoè possibile solo se tra Associazione e cittadinisi instaura un patto di solidarietà e traspa-renza reciproci, che l’AISLA di Bresciavuole consolidare, rendendo nota la destina-zione dei contributi di coloro che, ancorprima della costituzione ufficiale della se-zione bresciana, avvenuta nello scorso 28 no-vembre, hanno sostenuto i progetti promossi. 17.660 euro sono destinati alle famiglie indifficoltà; 30.000 euro alla realizzazione del

progetto “gestione domiciliare dell’ingombrobronchiale”, affidato al servizio telemedicinadell’Istituto Maugeri di Lumezzane; 7.000euro all’adeguamento di un C.A.T. Mytobii(comunicatore ad alta tecnologia), donatoall’associazione dal signor Franco in memo-ria della cara Angela Senici; infine 30.000euro a sostegno della Ricerca Scientifica.Paolo Marchiori vi invita il 16 ottobre e ognisuccessiva terza domenica del mese all’ap-puntamento mensile che vede i nostri volon-tari ospiti del mercatino dell’hobbistica alMulino di Bedizzole (loc. Bettoletto), per co-noscere meglio questa neonata realtà asso-ciativa e per rendersi conto che il gene dellasolidarietà non va cercato molto lontano… sitrova in un sorriso e in una stretta di mano. 

La vostra Fatina Buona

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Paolo Marchiori, presidente della sezione di Brescia

con i volontari dell’Aisla

AISLA BRESCIA ONLUSVia larga, 39

Bedizzole (Brescia)030.6870433 334.2327531

[email protected]@groups.live.com

L

SOS ANIMALI di Lucia Furiani - [email protected]

AGIP: UN APPELLO A TUTTO GAS!Dopo il successo della II edizione delloZAMPATOUR tenutosi a Bedizzole loscorso 25 settembre, che ha visto l’asso-ciazione Le muse di Rezzato premiarecon una giornata ad hoc, anzi “ad dog”tutti gli adottanti di un amico a quattrozampe, siamo qui per continuare a pro-muovere l’adozione degli ospiti del ca-

nile con un appello che per la sua ur-genza vorremmo fosse accolto subito!AGIP, dopo una vita passata in famigliaè stato “scaricato” al Rifugio e non vor-remmo mai che il prossimo invernofosse per lui troppo rigido....Siamo sicure che sarà proprio il nu-mero dei suoi anni, 13, a portargli for-

tuna. La scelta di accompagnare un no-stro amico nel periodo più fragile dellasua esistenza non è di minor responsa-bilità di chi sceglie un cucciolo ancorada crescere. AGIP saprà dare tanto per-ché tante ne ha passate… Non perdetealtro tempo, AGIP vi aspetta al Rifugioper convincervi che ne vale la pena!

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Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone.(John Steinbeck)

CONSIGLI D’ALLEVATRICE

La tratta dei cani dall’est

i parla spesso di mercato dell’est.Ma di cosa si tratta realmente? In molti casi, i cuccioli sono trasportati incondizioni malsane, senza cibo e acqua pergiorni, rinchiusi in piccole gabbie e costrettia dormire sulle loro feci. Questi cuccioli sonofigli di madri portate oltre lo sfruttamento:cagne montate e fatte partorire di continuoper anni fino alla morte, costrette a vivere inmodo disumano, mangiando cibo scadente(avanzi marci di ristoranti o macellerie),senza essere lavate, ripulite dalle loro feci edai residui lasciati dai parti. I box, se esi-stono, perché spesso il tutto avviene al-l’aperto o in strutture fatiscenti, pullulano dimosche e insetti, spesso topi, ratti, scara-faggi, sanguisughe, serpenti.Vi lascio immaginare in che modo un canepossa restare sano in tali condizioni: senzavaccini, infestato di pulci, e zecche, pidocchie mosche che popolano le mammelle pienedi latte; con cuccioli su cuccioli da allattare,che spesso muoiono perché la madre è troppoesausta per seguirli tutti. Spesso le madrimuoiono con infezioni vaginali o alle vie uri-narie, tumori alle mammelle, tumori al-l’utero… In queste condizioni si sviluppanodisplasie, passate ai cuccioli congenitamente;oppure forme di artrosi e infiammazioni dellearticolazioni, dovute alla postura che sono co-strette ad assumere, senza mai potersi muo-vere, ricurve ad allattare. Anche il peggioredei nostri canili diventerebbe una reggia.

Poi, finalmente, intorno ai 40 giorni i piccolisono staccati dalla mamma (età in cui si do-vrebbe iniziare gradualmente a svezzare i cuc-cioli) per affrontare un viaggio che li portaall’estremo delle forze, dove tanti di loro muo-iono di sete, o perché non sanno ancora man-giare da soli, o perché sono deboli o malati.Muoiono ammassati e sono gettati comecarcasse inutili ai lati delle strade. Corpi dicuccioli innocenti lanciati da furgoni incorsa. Finalmente, quelli più forti, arrivanoin Italia. Nelle strutture di smistamento. Ve-terinari o contrabbandieri di anfetamine som-ministrano loro anabolizzanti, in modo darimetterli in sesto e farli sembrare forti e sani,ovviamente vivaci perché drogati, e sicura-mente sembreranno tutt’altro che malati!Quindi sono venduti per poche decine di euroad “allevamenti” di dubbia origine, magaz-zini che si occupano delle vendite online, ne-gozietti o cliniche veterinarie. Arrivano dachi ce li vende. Questa non è gente non sa, ègente che fa finta di niente e spera di farlafranca. Sopravvissuti a tutto questo nulla cidice che siano cuccioli sani, anzi… stannoper morire in casa di uno di noi. A un certopunto volete un cane e visitate allevamentiche vi propongono cani da 300 euro fino a1800. 1800 euro? Per un cane?! Ma siamoimpazziti! Meglio quel bel cucciolotto da 300euro che abbiamo visto al negozio (fa nientese non ha pedigree, non dobbiamo mica farele gare!) era così dolce…

Sicuramente vi hanno detto che ha il librettosanitario e il microchip e magari la certifica-zione veterinaria. Ci si può fidare di certifi-cazioni veterinarie di gente così?Ciò che questa gente chiama libretto sanitarionon è altro che il documento scritto della fre-gatura che state prendendo, perché quel canesta male e in pochi giorni, senza anaboliz-zanti, starà sempre peggio e morrà. Ma tran-quilli tutti! Famiglia in lacrime, bambinidistrutti, la mamma con un semi-esaurimentonervoso, il papà con il portafoglio vuoto per-ché prima di far morire il pelosetto si è ten-tato di curarlo (e le cure costano dai braviveterinari), a questo punto arriva la frase dirito: “Venite, ve lo sostituisco”.Come scusa?! Sostituisci il mio cane?! None’ mica un maglione! A volte la fanno franca, vi rifilano il cuccioloche pare in partenza meno malato e se Dio loassiste per due o tre anni sopravvive. A volte,qualcuno apprende dalle brutte esperienze ecerca un cane in un allevamento professio-nale, dove lavorano esperti, allevatori, ama-tori ed estimatori di cani. Luoghi in cui ognicane è unico, amato e coccolato. Diffidate dichi vi propone cani a prezzi troppo bassi esoprattutto richiedete il pedigree. Diffidatedi chi vi dice che il prezzo del cane au-menta se c’è il pedigree: il pedigree è lostato di famiglia del cane, la sua cartad’identità, il suo stato di provenienza!Ogni falla e ogni errore appare dal pedigree,ad esempio, gli accoppiamenti tra consangui-nei: quanta gente si lamenta di avere un cane“matto” o disturbato, aggressivo, difficile…Gli accoppiamenti tra madre e figlio o tra fra-telli, o comunque tra parenti, sviluppano tarementali non indifferenti. Le displasie si pos-sono capire dal pedigree.In ogni caso un serio allevatore vi metterà difronte ogni problematica, informazione ri-guardante la razza. Affidatevi a chi con i canici vive e sarete sicuri di essere capitati in unposto in cui, anche dopo l’adozione, la dispo-nibilità sarà 24 su 24.Ovviamente questa polemica non è indi-rizzata a tutti i cani provenienti dall’estEuropeo: ci sono anche allevatori di degnaconsiderazione, la cui devozione e amorevolecura dei cani è infinita e ci sono ottimi alle-vamenti, anche dalla fama internazionale.Purtroppo però, il dilagarsi dello smercio il-legale e del contrabbando dei cani dell’est èun fenomeno che divampa a vista d’occhio.Fate attenzione!

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Ani

mal

i

S Manuela Turillazzi - [email protected]

Page 22: Numero 58 Ottobre 2011

Il risotto con l’uva bianca è un primo delicato, in cui il risoè insaporito con formaggio alle noci e uva. E’ un tipico piatto dell’autunno.

Ingredienti per 4 persone1 grappolo da 400 g di uva regina o pizzutella (matura masoda), 80 g di formaggio con le noci, 800/900 ml di brodovegetale, 75 ml di vino bianco secco, erba cipollina, 3cucchiai di olio extravergine d’oliva, 240 g di riso, sale epepe qb.

Apporto nutritivo per porzioneEnergia: 546 (kCal), Proteine: 11,4 (g), Lipidi: 20,3 (g) Zuccheri totali: 84,9

PreparazionePreparate il brodo; nel frattempo in una casseruola larga abordi bassi, mettete l’olio e il riso.Fate prendere colore al riso per un paio di minuti. Versateil vino e fatelo evaporare a fiamma vivace. A questo puntoaggiungete il brodo bollente, un mestolo alla volta, mesco-

lando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Nel frat-tempo lavate e asciugate l’uva. Tagliate a metà gli acini edeliminate i semi. A 10 minuti dalla fine della cottura ag-giungete l’uva preparata.Negli ultimi istanti alzate la fiamma per far asciugare, evi-tando che il riso si attacchi; unite il formaggio tagliato adadini e l’erba cipollina.

Suggerimenti- Per un risotto dal sapore più genuino, anziché usare il

dado, potete preparare il brodo facendo bollire una ca-rota, sedano, una zucchina, un pomodoro e una cipol-lina. A cottura ultimata schiacciateli con una forchetta.

- Se amate la cucina sana usate riso integrale o le misceleai tre cereali

- Chi segue la dieta vegana può sostituite il formaggiocon le noci con un po’ di tofu frullato e qualche gheri-glio di noci.

Risotto all’uva bianca

11

Cuc

ina

Ingredienti per 4 persone1 cavolo 1 uovoFormaggio pecorino qbPan grattato qb1 patata1 MozzarellaNoce moscataPepe Sale

PreparazioneImpastare il formaggio pecorino grattugiato, lapatata e cavolo (lessati e schiacciati con una for-chetta). Insaporire l’impasto con il pepe, sale enoce moscata. Lasciar riposare per dieci minuti.Fate delle polpette, mettete nel centro un pocodi mozzarella e passarle nel pan grattato. Fate polpette tonde se preferite che restino morbide; perché siano croccanti, appiattirle.Cuocere in una teglia senza olio per 20 minuti.

Risotto all’uva bianca

Note nutrizionaliQuesto risotto può essere un piacevole piatto unico per ilpranzo, da arricchire con verdura cruda di stagione (radicchi,peperoni, finocchi). Potete anche scegliere verdure cotte con-dite con poco olio. Considerate che ogni cucchiaio di olio ap-porta 10 g di grassi e 90 calorie. Quindi si rischia di superareil limite di calorie per il pranzo, che è di 500-700 kCal (30-35% del fabbisogno energetico) considerando di suddividere ipasti in 5 pasti giornalieri e di poter introdurre circa 2000 kCalal giorno. E’ una ricetta consigliata per il pranzo in quanto è opinione dif-fusa che i carboidrati complessi forniti dal riso debbano essereassunti a pranzo e non a cena.

Polpette di cavolo

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Page 23: Numero 58 Ottobre 2011

Chek up al viso

in omaggio

Il viaggio perfetto è circolare. La gioia della partenza, la gioia del ritorno.(Dino Basili, Tagliar corto)

ERBARIO

FrassinoIl Fraxinus excelsior appartiene alla famiglia delle Oleaceae. Diffusoallo stato spontaneo in località collinari e montane (fino a 1.300 m)il frassino è usato sia come pianta medicinale che ornamentale. Si di-stingue per il portamento maestoso e nonostante sia di lenta crescita,se il terreno è fertile e fresco può diventare molto rigoglioso. Il legnodel frassino, duro e resistente, è impiegato in lavori di ebanisteria. Lacorteccia si preleva a primavera, quando le piante sono in succhio,cioè nel momento in cui la linfa riprende a circolare in abbondanza;le foglie si staccano a primavera. Tutte le parti della pianta sono ricchedi principi attivi (tannino, glucosidi, pigmenti, resine, acidi, vitamineed enzimi), da cui derivano molteplici proprietà curative. La cortecciaè astringente, mentre le foglie antireumatiche. Utile nella cura deireumatismi, della cellulite, per abbassare la febbre e in caso di gotta.

Agnese Facchini - [email protected] Agnese su Radio Live Music

www.radiolivemusic.com ogni sabato dalle 10 alle 11

23

12

Salu

teBELLEZZA

Le creme

Come promesso, questo mese qualche con-siglio sul mondo delle creme. Ogni volta chevado al supermercato o in una profumerianon posso fare a meno di dare un’occhiata alreparto cosmetici, che per me sono un ri-chiamo fortissimo, come una rara spezia perun cuoco o un libro antico per un collezioni-sta… sperando sempre di trovarci chi saquale Santo Graal formato barattolo. Am-metto che quando vedo quelle belle confe-zioni vado in estasi, come un bambinodavanti all’ultimo modello di playstation. Einfatti è proprio questo il principale scopo deipubblicitari: catturare la nostra attenzione perfarci comprare qualcosa.

Il problema è che noi non ci mettemmo ad-dosso la confezione!Quando una ditta crea un nuovo prodotto, haa disposizione un budget che viene frazio-nato tra pubblicità, packaging e i principi at-tivi della crema. Ma facciamoci qualchedomanda… Se una ditta va fuori budget,dove taglia? Nella pubblicità? Ovviamenteno, altrimenti come facciamo a sapere che ilprodotto esiste? Nella confezione? Nem-meno: senza un bel pacchetto come fa unprodotto a distinguersi? Rimangono solo iprincipi attivi… ma se si assottiglia la per-centuale delle sostanze che servono alla no-stra pelle, cosa ci mettiamo a fare le creme?

Grazie al cielo non tutte le ditte sacrifi-cano la qualità delle creme per pagare leattrici delle pubblicità. Ci sono, ma difficil-mente si trovano al supermercato. Nemmenoin farmacia è proprio oro colato quello che ven-dono, anche se non si direbbe dai prezzi. Il mioconsiglio è rivolgersi a qualcuno che sappialeggere gli ingredienti delle creme, ricono-scere il vostro tipo di pelle e che sia in grado diconsigliarvi. Ma attenzione che non voglia solorifilarvi ogni tipo di crema presente nel nego-zio. Quindi come fare? Chiedete più pareri e ri-volgetevi alla vostra estetista di fiducia, checonosce la vostra pelle.

Gessica Rumi - [email protected]

Proprietà terapeuticheSe avete problemi di cellulite il Frassino è la pianta che fa per voi: lesue foglie hanno proprietà diuretiche e lassative e quindi sono adattein caso di ritenzione idrica. Le nostre nonne usavano il frassino percombattere la gotta e persino i reumatismi. Le sue foglie hanno ancheproprietà antinfiammatorie. La corteccia è ricca di tannini, polifenoli ecumarine, tutte sostanze ad azione antinfiammatoria e analgesica.Come utilizzare le foglie Sono reperibili in erboristeria ma si possono anche raccogliere nellegite in campagna e procedere all’essiccazione disponendole all’om-bra, in strati sottili se su un foglio di giornale. Vanno conservate insacchetti di carta o di tela. Utilizzo contro la cellulite: lasciare in

infusione per 10 minuti un cucchiaino di foglie nell’acqua bollente.Ricetta disintossicante: per la cura della cellulite o in caso di gon-fiori alle gambe. Lasciate in infusione un cucchiaino di foglie inuna tazza di acqua bollente. Fate riposare dieci minuti e bevetenetre tazze al giorno venti minuti prima dei pasti. Utilizzo per la cura dell’artrite: fare bollire per 20 minuti 50 fogliefresche in mezzo litro di vino bianco. Raffreddare e aggiungere altrovino fino a ottenere un litro; filtrare dopo due ore e bere 2 bicchie-rini al giorno, dopo i pasti principali. Utilizzo come lassativo: met-tere 20 grammi di foglie a macerare in mezzo litro di vino biancoper circa 10 giorni; berne 2 bicchierini dopo cena.

Loredana Savoldi, Naturopata - [email protected]

Page 24: Numero 58 Ottobre 2011

12

Salu

te

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a tiroide è una ghiandola situatanella regione anteriore del collo alla basedella gola. E’ formata da due lobi, uno destroe uno sinistro, congiunti da una porzione tra-sversale detta istmo; questa particolarità ana-tomica conferisce alla tiroide un aspettosimile ad una H o, più artisticamente, ad unapiccola farfalla. Nonostante le ridotte dimensioni, la tiroideinfluenza l’attività di buona parte dell’orga-nismo attraverso la produzione e la secre-zione nel circolo sanguigno dei suoi ormoni:triiodotironina (T3) e tiroxina (T4). Per sin-tetizzare T3 e T4 la tiroide ha bisogno, innan-zitutto, di un minerale, lo iodio. Un normale apporto di iodio è necessario perlo sviluppo e il funzionamento della tiroide,

non solo in età adulta ma soprattutto durantela gravidanza e l’allattamento, in quanto ilfeto e il neonato attingono dalla madre loiodio necessario per la crescita. Una carenzatemporanea può infatti provocare ridotta fun-zione della tiroide nel neonato, che se divienepersistente può portare a ritardi nello svi-luppo del bambino fino a danni neurologici,che si manifestano con una ridotta capacitàintellettiva, scarso rendimento scolastico euna minor capacità lavorativa, il così detto“cretinismo”.In età adulta tale carenza è causa dello svi-luppo del gozzo nodulare. A differenza diquanto si crede la quantità di iodio presentenei nostri mari e disponibile per via “aeroso-lica” è scarsa e insufficiente. Per correggere

questo deficit di iodio, dal 2005 è stato intro-dotto in tutto il territorio italiano l’uso delsale da cucina iodato. Nonostante questo pro-gramma nazionale, i dati pervenuti all’Osser-vatorio Nazionale di Monitoraggio dellaIodoprofilassi (OSNAMI) evidenziano unapersistente condizione di carenza nutrizio-nale di iodio che, seppur non severa, continuaa determinare un’alta frequenza di gozzo e dialtri disordini tiroidei correlati alla iodoca-renza. Per sensibilizzare e verificare il consumodi sale iodato nel nostro territorio, nel2010 i ricercatori dell’Università degliStudi di Brescia, Unità Endocrino-Metabo-lica Spedali Civili sotto l’egida del-l’OSNAMI, si sono recati in alcune scuole

A cura degli Spedali Civili

di Brescia

Quel piacere dello spostamento che, in definitiva, consiste solo nel ricordo e mai nel presente.

(Joris K. Huysmans) 

MEDICINA

La tiroide

LSpedali Civili Brescia

Page 25: Numero 58 Ottobre 2011

medie inferiori della provincia tenendo le-zioni sull’importanza dell’assunzione diiodio e prelevando campioni del sale da cu-cina comunemente usato dai ragazzi.Anche a causa di questo cronico deficit diiodio, le patologie della tiroide sono moltofrequenti nella popolazione italiana: è sti-mato che il 30-50% degli individui adulti nesia affetto senza esserne a conoscenza, a di-mostrazione che nella stragrande maggio-ranza dei casi si tratta di patologie adandamento benigno.Si distinguono due tipi di patologie tiroidee:quelle nodulari e quelle in cui è presente uncattivo funzionamento della ghiandola siaper ipoproduzione di T3 e T4 (ipotiroidismo)sia per iperproduzione (ipertirodisimo). Pa-tologia nodulare e disfunzione tiroidea pos-sono spesso coesistere.La disfunzione tiroidea (iper o ipotiroidi-smo) si manifesta con segni e sintomi cli-nici caratteristici e la diagnosi può esserefacilmente confermata da un prelievo disangue su cui è eseguito il dosaggio degli or-moni tiroidei. Esistono farmaci efficaci perla cura delle disfunzioni tiroidee e solo in al-cuni casi di ipertiroidismo si rendono neces-sarie terapie come l’intervento chirurgico ola “distruzione” della tiroide con iodio radio-attivo. I noduli tendono invece ad avere unacrescita lenta nel tempo e per anni possonorimanere asintomatici; in alcuni casi nellaparte anteriore del collo, appena sopra la fos-

setta giugulare (è possibile vedere o apprez-zare con le mani una piccola tumefazionecorrispondente al gozzo tiroideo).Raramente è necessaria una valutazione ur-gente di un gozzo che determini difficoltà re-spiratorie, dolore al collo o alterazione deltono della voce, complicanze cliniche moltorare e non sempre sinonimo di malignità.La diagnosi di patologie della tiroide negliultimi anni è aumentata non solo in relazionea un reale incremento dell’incidenza dellemalattie tiroidee in sé, ma anche ai progressiin campo diagnostico ottenuti grazie all’uti-lizzazione dell’ecografia del collo, strumentomolto accurato nella valutazione morfologicadella ghiandola tiroidea e dei noduli. Nel95% dei casi i noduli tiroidei sono di naturabenigna e, se la tiroide funziona normal-

mente, possono essere gestiti con assolutatranquillità, con controlli periodici program-mati e senza bisogno di terapia specifica. Nell’esigua percentuale dei casi (<5%) in cuivenga invece diagnosticato un nodulo mali-gno, si tratta per oltre il 90 -95% di forme abassissima o nulla mortalità e con buon de-corso clinico il cui trattamento consiste nel-l’intervento chirurgico di asportazione dellaghiandola tiroidea senza necessità di succes-sivi trattamenti chemio o radioterapici, masolo eventualmente di una terapia con radio-iodio con pochi o nulli effetti collaterali.Nella gestione delle malattie tiroidee l’ur-genza rappresenta perciò un’evenienza rarae che può generare nel paziente un’ansia ec-cessiva e spesso ingiustificata.

Dott. Carlo Cappelli

Page 26: Numero 58 Ottobre 2011

DIETRO IL PROGETTO

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Page 27: Numero 58 Ottobre 2011

I viaggi sono la parte frivola nella vita delle persone serie, e la parte seria nella vita delle persone frivole.

(Anne Sophie Swetchine, Morceaux choisis)

Moda Autunno Inverno 2011

Giuseppe Daini - [email protected]

Cari e care “quindicini”… ben tornati!

Spero abbiate passato delle belle vacanze

(mai come quelle della nostra “boss” Az-

zurra), oppure, chi come me non si è mosso,

speriamo che lo faccia più in là... (come ro-

sico!).

Rieccoci con una nuova stagione… siccome

dobbiamo cominciare ad andare per negozi a

fare un po’ di acquisti (speriamo), ecco i

primi consigli.

Manco a dirlo, va alla grande il nero. Però

quest’inverno dovrà essere abbinato ad altri

colori e non in versione total black: nero e

cammello, nero e rosso, nero e giallo, nero e

blu indaco... Finalmente vedremo un po’ di

colore! Se siete coraggiose, provate nero,

cammello e fucsia oppure nero, cammello e

rosso: vi darà un look nuovo e certamente

molto chic!

Resta poi uno dei grandi classici l’accosta-

mento nero e bianco, soprattutto se il nero è

di pizzo o pelle, entrambi molto in voga que-

sta stagione.

Tornano in auge i maglioncini: molto femmi-

nili, da scegliere solo in ottimi filati e di pre-

gio. Sì anche ai maxi pull.Altro ritorno, le giacche maschili e i cappot-tini anni sessanta. Una novità di questa sta-

gione sono i cappotti con alamari e corni per

bottoni (il vecchio Montgomery in versione

riveduta e corretta).

Riappare anche un grande classico, il “piedde poule”, in vari abbinamenti di colore e il

tailleur “bon ton”, con gonne molto più lun-

ghe del solito da portare con decolté con la

zeppa.

Infine, sono tornati di gran moda borse e cap-

potti bordati di pelo (argomento questo, le

pellicce, su cui mi rifiuto di scrivere, ma solo

per mie idee personali).

Ecco a grandi linee cosa ci aspetta questa sta-

gione. Nei prossimi numeri approfondiremo

gli argomenti nei dettagli. E se il portafoglio

lo permette, buon shopping!

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13

Mod

a

t

Page 28: Numero 58 Ottobre 2011

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Spor

t

Camerata, ecco qui la mia mano! T’offro il mio amore prezioso più del denaro, T’offro me stesso in luogo di prediche e leggi; Tu ti darai a me? Viaggerai tu con me?

Ci resteremo fedeli, quanto dura la vita? (Walter Whitman)

Diego Dominguez

Diego Corsini - [email protected]

Stavo leggendo una rivista comprata da miamadre e d’un tratto mi sono ritrovato una pa-gina dedicata al rugby, più precisamenteun’intervista a Diego Dominguez, ex numerodieci della nazionale italiana. Tutto meritodei mondiali in Nuova Zelanda, penso io. Leggendo l’intervista però noto il solito tim-bro giornalistico da giornale nazional popo-lare, che vuol fare del rugby l’anti calcio, concontinui paragoni tra l’ovale e la palla tondae un imbarazzato Dominguez costretto a ri-spondere a domande banali. Nel mio piccolovorrei rendergli giustizia.Diego è stato uno dei migliori realizzatori delpianeta: ha vinto 4 campionati italiani conl’Amatori Milano, 4 campionati francesi conlo Stade Francais, una coppa Italia e unacoppa di Francia, ha vestito la maglia azzurraper ben 73 volte e ha realizzato con la mede-sima 959 punti. Si è ritirato dagli impegni in-ternazionali dopo la Sei nazioni del 2003 ediede l’addio definitivo l’anno successivo,alla fine del campionato francese, dopo unafinale giocata con lo Stade Francais e vintagrazie ai 20 punti da lui realizzati. Oggi fa ilprocuratore e gestisce i diritti economicidegli eventi sportivi.Grazie a lui è nato il “Diego Dominguezrugby camp”, un immenso campus doveogni estate bambini e ragazzi di tutte le etàpossono apprendere le regole, il gioco ma so-

prattutto i valori che la palla ovale è in gradodi trasmettere. Tutto realizzato e coordinatodallo stesso Diego. A tal proposito vi riportouna sua frase che mi ha colpito molto. “Il rugby ormai spopola anche in Italia. Èesploso tra i bambini, ed è lì che dobbiamostare attenti. Prima erano solo i rugbisti aportare i figli a giocare e il codice compor-tamentale era trasmesso tra le mura dome-stiche: l’importanza del gruppo, la lealtà, ilrispetto dell’allenatore. Ora si avvicinano aicampi da rugby anche bambini con genitoriche pensano di poter insultare l’arbitro dallatribuna… come nel calcio”.Dal mio umilissimo punto di vista, sono con-vinto che se in Italia lo sport nazionale fosseil rugby, questo sarebbe un paese diverso…Buon rugby a tutti!

La Nuova Zelanda sta ospitando laRugby World Cup 2011: cominciatail 9 settembre, si concluderà il 23 ot-tobre. Le migliori venti squadre delmondo si stanno affrontando per laconquista dell’ambita coppa… lospettacolo è assicurato.Il torneo è organizzato in quattro gi-roni (pool), ognuno formato da cin-que squadre. Le prime due squadrepotranno accedere direttamente aiquarti di finale.Sul sito ufficiale dei mondiali(www.rugbyworldcup.com) trovate ilcalendario completo, comprensivo didata e luogo dei match. Le squadreche partecipano al torneo? Argen-tina, Australia, Canada, Fiji, Francia,Galles, Georgia, Giappone, Inghil-terra, Irlanda, Italia, Namibia, NuovaZelanda, Romania, Russia, Samoa,Scozia, Sudafrica, Tonga e USA.L’Italia nel rank mondiale è undice-sima.

Page 29: Numero 58 Ottobre 2011

Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti.

Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)

BARZELLETTE

LE 10 PAROLE PIU’ USATE DALLE DONNE1) BENE: questa è la parola che usano

le donne per terminare una discus-

sione quando hanno ragione e tu devi

stare zitto.

2) 5 MINUTI: se la donna si sta ve-

stendo significa mezz’ora. 5 minuti

valgono 5 minuti solo se stai guar-

dando la partita o giocare alla Play-

station prima di uscire o di fare

qualsiasi altra cosa insieme.

3) NIENTE: La calma prima della tem-

pesta. Vuol dire qualcosa.... e dovresti

stare all’erta. Discussioni che comin-

ciano con niente normalmente fini-

scono in “BENE” (vedi punto 1).

4) FAI PURE: è una sfida, non un per-

messo. Non lo fare.

5) SOSPIRONE: è come una parola,

un’affermazione non verbale, spesso

fraintesa dagli uomini. Un sospirone

significa che lei pensa che sei un

idiota e si chiede perché sta perdendo

il suo tempo con te a discutere di

“NIENTE” (vedi punto 3 per il signi-

ficato di questa parola).

6) OK: questa è una delle parole più pe-

ricolose che una donna può dire a un

uomo. Significa che ha bisogno di

pensare a lungo prima di decidere

come e quando fartela pagare.

7) GRAZIE: una donna ti ringrazia: non

fare domande o non svenire, vuole

solo ringraziarti (a meno che non dica

‘grazie mille’ che il più delle volte

può essere PURO sarcasmo e non ti

sta ringraziando.)

8) COME VUOI: è il modo della donna

per dirti “vai a cagare”!

9) NON TI PREOCCUPARE FACCIO

IO: un’altra affermazione pericolosa.

Significa che una donna ha chiesto a

un uomo di fare qualcosa svariate

volte, ma adesso lo sta facendo lei.

Questo porterà l’uomo a chiedere:

‘Cosa c’è che non va?’ Per la riposta

della donna fai riferimento al punto 3.

10) CHI É?: questa è solo una semplice

domanda.. ricorda però che ogni volta

che una donna ti chiede ‘chi è’ in re-

altà ti vorrebbe chiedere: ‘CHI E’

QUELLA ZOCCOLA E COSA

VUOLE DA TE?’ Quindi occhio a

come rispondi...

Un brigadiere va dal maresciallo con due

fiammiferi e gli dice:

- Marescià, le faccio un gioco... cosa sono

questi?

- Brigadiè... son due fiammiferi!

- Sbagliato… son do pesci... perché sono i

dentici!!!!

Il maresciallo tutto galvanizzato prende i

fiammiferi e va dal capitano...

- Capitano, le faccio un gioco... cosa sono

questi?

- Marescià son due fiammiferi!

- Sbagliato... son do pesci... perché sono u

guali...

Un cieco cammina al fianco del suo cane;

improvvisamente il cane si ferma e fa la

pipì sulla gamba del padrone. L’uomo, con

molta calma, prende una caramella e fa per

darla al cane. Un passante, che ha visto

tutta la scena, dice al cieco:

- Ma scusi, il cane le ha pisciato sulla

gamba e lei gli da pure una caramella?

E il cieco:

- Sì, sì, aspetta che gli trovi la bocca e vedi

che pedata nei denti gli tiro!!!

- Dottore, deve essersi sbagliato. Le ho

chiesto qualcosa per il prurito, non un ri-

costituente!

- Ma caro signore, gliene serve di energia

per grattarsi!!!

Tre messicani stanno facendo la siesta. Il

primo, per rompere la monotonia: “Ami-

gos, conosco un nuevo giocos. Occorrono

una mazzas, le palles e un bucos. Io metto

la mazzas!”. Il secondo: “Io metto le pal-

les!”. Il terzo: “Io non giocos!!”.

Un avvocato molto famoso, uscendo dallo

studio, vede un mendicante seduto sotto i

portici che chiede l’elemosina. Provan-

done compassione, tira fuori una banco-

nota da 5 euro e la da’ al pover’uomo.

“Avvocato”, dice il mendicante, “mi tolga

una curiosita’… Sono vent’anni che lei mi

fa l’elemosina ogni sera e la ringrazio. Ma

perchè vent’anni fa mi regalava 100.000

lire, poi dieci anni fa mi regalava 50.000

lire, cinque anni fa 20.000 e ora solo 5

euro? Invece di aumentare, diminuisce?”

“Caro mio… Lei deve sapere che ven-

t’anni fa ero single e avevo così tanti soldi

che non riuscivo neanche a spenderli. Poi

dieci anni fa mi sono sposato e ho dovuto

limitare le spese; cinque anni fa mi sono nati

due gemelli e ho dovuto tirare la cinghia. E

ora che i miei genitori sono malati devo pro-

prio stare attento a ogni euro che spendo!”

“E… mi dica una cosa, Avvocato”, ribatte

il mendicante, “Ma tutte queste persone

proprio con i miei soldi le deve mantenere?”

- Perché sei scappato dalla sala operatoria

prima dell’intervento?

- Perchè l’infermiera diceva: “Coraggio,

non si preoccupi, l’operazione è facile.”

- E questo non ti ha tranquillizzato?

- No, perché lei parlava con il chirurgo…

Nella foresta. Passa una zebra e vede una

rana stesa al sole: “Ciao rana cosa fai?”

E la rana “Prendo il sole, mi rilasso, e se

passa il leone gli faccio un culo così!”

Poi passa una scimmia: “Ciao rana cosa fai?”

“Prendo il sole, mi rilasso, e se passa il

leone gli faccio un culo così!”

Dopo un po’ il leone, che era stato avver-

tito dagli altri animali di quello che aveva

detto la rana, va da lei e le dice: “Ciao rana

cosa fai?”

E lei: “Mah, prendo il sole, mi rilasso… e

ogni tanto dico qualche cazzata!”

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La posta di

Madame [email protected]

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“Ritornato dal grande raduno di Madrid… sono felice… mi sento nuovo!” (Alessio 1990)Belle le tue emozioni! Tanti giovani insieme

con un PAPA che ha dato tanto come un bel papà …

sono felice per la tua nuova felicità!

Racconta la tua nuova esperienza a tutti i tuoi amici e

soprattutto ai tuoi meno amici. Bravo!

“Sono rimasta incantata dalla tua festa di ferragosto. Sono tornata ragazzina per una notte. Sei fantastica!”(Alessandra80)…tutti in costume da bagno e tutti a giocare

come dei matti!

Sono sincera…

mi sono divertita anch’io come una matta.

Grazie, grazie, grazie a tuttiiiiiiii

“Amo truccarmi… le mie amiche sosten-gono che esagero” (Gloria LL)E tu come ti senti? Ti consiglio di usare la notte per la

tua bottartistica! Il giorno sei a rischio perché tutti sono

di corsa e non hanno la volontà di capirti.

Anch’io viaggio di notte!

“Sono depresso, dopo quattro anni di mi halasciato” (Giorgio88)Non essere triste… Meglio tanta sincerità subito!

Non perdere tempo… la vita è meravigliosa!

“Ho paura dei miei sentimenti …ho paura della sua reazione” (RG92)Amare è un gran bel dono… ma Amare non vuol dire

AVERE! Non aver paura, sono certa che troverai il mo-

mento giusto per dare trasparenza ai tuoi sentimenti,

ma non aspettare 20 anni!

MadameSiSi ARTCLUBMUSICALTHEATRE

Via Mella 4 – Desenzano del Garda (Brescia) 030.9127285 www.artclubdisco.com

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