n°xxii 19/07/2018 ilc osmo · cosa possono desi-derare di più gli italiani sotto l’ombrellone...

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L’Editoriale E’ la Basilicata la Regione più attenta e sensibile. Tra le patologie, preoccupa soprattutto il morbillo Dai decreti alle bufale e ai no Vax. Il medico: “Giusto informarsi, ma solo tramite i professionisti” Quella dei vaccini è una questione delicata che ultima- mente sta creando scompiglio nell’opinione pubblica. L’Organizzazione mondiale della Sanità fissa al 95% la soglia di sicurezza minima per la copertura dei vaccini: un limite che l’Italia nel suo complesso non raggiunge per nessuno dei vaccini monitorati dall’Istituto superio- re di Sanità (Iss). un universo di notizie SMO C il O www.il-cosmo.com Eventi Film, mostre ed eventi da non perdere! continua 2 di Michela Trada n°XXII 19/07/2018 In fase di registrazione presso il tribunale di Vercelli Editore: il Cosmo SRL via degli Oldoni 14, Vercelli. Direttore responsabile: Michela Trada www.cooperativacolibri.com visita il sito: Assistenza domiciliare e casa famiglia per anziani autosufficienti Vaccinazioni in italia: tutte le verità Palla al centro Intervista Si e’ donna nello spirito, nella forza, nel sorriso di Sabrina Falanga pag. 14 Politica e Pallone: il connubio perfetto. Cosa possono desi- derare di più gli italiani sotto l’ombrellone se non un Mon- diale e tanto comizio Destra/ Sinistra tra un ricoperto ed un caffè freddo? Se poi si dà una shakeratina al cocktail, ecco che si crea la magia assoluta. Nelle ultime settimane su Facebook e nei bar ha infatti tenuto banco la questione anti o Pro Francia. Schieramento a favore o a sfa- vore di Mbappè, Pogba e com- pagni? Nient’affatto. A farla da padrone sono stati i “devono vincere perché hanno fatto più accoglienza e adesso guardate che bella nazionale multietnica che hanno” e “Macron è anti- patico speriamo che perdano”. Insomma, la classica sagra del qualunquismo e del volerla buttare in caciara a tutti i costi come se poi i due argomen- ti centrassero qualcosa con la Coppa del Mondo. I giornali italiani, invece, per non sapere né leggere né scrivere, hanno scelto di bypassare il trionfo della nazionale di Deshamps a favore dell’arrivo di Ronal- do alla Juve. Quel che è certo è che sulle bacheche social sono volate parole grosse, qualcuno è stato bloccato altri sono stati segnalati da faccine rosse; c’è anche chi si è astenuto inneg- giando timidamente alla Cro- azia. E intanto i Politici, quelli con la P maiuscola, continua- no a farsi i dispetti… Sport Davide Favro, il futuro del “lungo” italiano di Deborah Villarboito pag. 20 Sport Ecco la Ronaldo Mania, ma in serie B è il caos di Franco Leonetti pag. 18/19 Rubrica Alimentazione in gravidanza di Sabrina Falanga pag.15 Nuova Rubrica La polvere sui libri: oggi Re Madder di Stephen King di Fabiana Bianchi pag.17 Vaccino o non vaccino, questo è il dilemma di Deborah Villarboito I fatti della settimana: Roma invasa dai rifiuti, mafia ko dai Carabinieri

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Page 1: n°XXII 19/07/2018 ilC OSMO · Cosa possono desi-derare di più gli italiani sotto l’ombrellone se non un Mon- ... parotite, rosolia, varicel-la, infezioni da Haemophilus Influenza

L’Editoriale

E’ la Basilicata la Regione più attenta e sensibile. Tra le patologie, preoccupa soprattutto il morbillo

Dai decreti alle bufale e ai no Vax. Il medico: “Giusto informarsi, ma solo tramite i professionisti”

Quella dei vaccini è una questione delicata che ultima-mente sta creando scompiglio nell’opinione pubblica. L’Organizzazione mondiale della Sanità fissa al 95% la soglia di sicurezza minima per la copertura dei vaccini: un limite che l’Italia nel suo complesso non raggiunge per nessuno dei vaccini monitorati dall’Istituto superio-re di Sanità (Iss).

un universo di notizieSMOCil O

www.il-cosmo.com

EventiFilm, mostre ed eventi danon perdere!

continua 2

di Michela Trada

n°XXII 19/07/2018

In fase di registrazione presso il tribunale di VercelliEditore: il Cosmo SRL via degli Oldoni 14, Vercelli. Direttore responsabile: Michela Trada

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Vaccinazioni in italia: tutte le verità

Palla al centro

Intervista

Si e’ donna nello spirito, nella forza, nel sorriso

di Sabrina Falanga pag. 14

Politica e Pallone: il connubio perfetto. Cosa possono desi-derare di più gli italiani sotto l’ombrellone se non un Mon-diale e tanto comizio Destra/Sinistra tra un ricoperto ed un caffè freddo? Se poi si dà una shakeratina al cocktail, ecco che si crea la magia assoluta. Nelle ultime settimane su Facebook e nei bar ha infatti tenuto banco la questione anti o Pro Francia. Schieramento a favore o a sfa-vore di Mbappè, Pogba e com-pagni? Nient’affatto. A farla da padrone sono stati i “devono vincere perché hanno fatto più accoglienza e adesso guardate che bella nazionale multietnica che hanno” e “Macron è anti-patico speriamo che perdano”. Insomma, la classica sagra del qualunquismo e del volerla buttare in caciara a tutti i costi

come se poi i due argomen-ti centrassero qualcosa con la Coppa del Mondo. I giornali italiani, invece, per non sapere né leggere né scrivere, hanno scelto di bypassare il trionfo della nazionale di Deshamps a favore dell’arrivo di Ronal-do alla Juve. Quel che è certo è che sulle bacheche social sono volate parole grosse, qualcuno è stato bloccato altri sono stati segnalati da faccine rosse; c’è anche chi si è astenuto inneg-giando timidamente alla Cro-azia. E intanto i Politici, quelli con la P maiuscola, continua-no a farsi i dispetti…

Sport

Davide Favro, il futuro

del “lungo” italianodi Deborah Villarboito

pag. 20

SportEcco la Ronaldo Mania,

ma in serie B è il caos

di Franco Leonetti pag. 18/19

RubricaAlimentazione in

gravidanza

di Sabrina Falanga pag.15

Nuova RubricaLa polvere sui libri:

oggi Rose Madder di Stephen King

di Fabiana Bianchi pag.17

Vaccino o non vaccino, questo è il dilemmadi Deborah Villarboito

I fatti della settimana: Roma invasa dai rifiuti, mafia ko dai Carabinieri

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Al di sotto di quel 95% gli agenti pato-geni continuano a circolare. In Italia, al momento, l’obbligo vaccinale riguarda solo 4 patologie: poliomielite, difterite, tetano ed epatite B. Esistono poi una serie di vaccini raccomandati: pertos-se, morbillo, parotite, rosolia, varicel-la, infezioni da Haemophilus Influenza b (Hib), meningococco C, B e ACYW, pneumococco, influenza e papillomavi-rus. I vaccini obbligatori sono gratis e il Piano Nazionale vaccini del 2017 ha sta-bilito la gratuità anche delle vaccinazio-ni raccomandate. Facciamo un confron-to tra il 2016 e il 2017 nei dati raccolti dalla Direzione generale della preven-zione sanitaria del Ministero della Sa-lute. Prendendo in esame ad esempio le coperture vaccinali a 24 e 36 mesi, tra bambini di due e tre anni di età, ecco i dati suddivisi per malattia, sulla totalità delle regioni italiane.

È notevole come ci sia stato un incremento tra il 2016 e il 2017 ci sia stato un incremento lieve (quasi tutte) oppure massiccio per de-terminate patologie (meningococco vari, ad esempio). Da non sottovalutare, però, il fatto che i primi mesi del 2017 è stato registrato comunque un vero e proprio boom del mor-billo nel nostro Paese: solo nel mese di mar-zo in Italia sono stati registrati ben 818 casi. Una statistica che ha proiettato l’Italia tra i primi in Europa, con Romania e Olanda, per incidenza della malattia. Un dato che colpi-sce soprattutto i giovani e si incrocia con il calo delle vaccinazioni dal 2010. Questo se-condo un comunicato del Ministero della Sa-lute pubblicato il 16 marzo 2017 dall’inizio dell’anno che ha evidenziato che nello stesso periodo dello scorso anno i casi erano sta-ti 220: l’aumento è stato quindi di «oltre il 230 per cento», concentrato per la maggior parte in sole quattro regioni (Piemonte, La-zio, Lombardia e Toscana). Il ministero ha aggiunto che più della metà dei casi rientra nella fascia d’età 15-39 anni.

Ma a pensarci bene, che cos’è un vaccino? Il vaccino è un preparato che viene sommini-strato tramite iniezione o per via orale, per garantire l’immunità da una determinata malattia. Questa sostanza infatti, una volta introdotta nel sangue, determina una rispo-sta immunitaria nel soggetto con la produ-zione di anticorpi specifici che hanno l’obiet-tivo di combattere la patologia per la quale ci si è vaccinati. Il preparato che viene sommi-nistrato può essere composto dal microrga-nismo (batterio o virus) dal quale ci si vuole proteggere, da sue frazioni proteiche che van-no a provocare una reazione difensiva nella persona o da sue tossine opportunamente trattate. Affinché un vaccino sia efficace, è importante che mantenga la composizione antigenica del patogeno corrispondente e che nello stesso tempo sia privo di tutte le carat-teristiche che gli consentivano di essere pa-togeno e quindi di rappresentare un rischio per la salute della persona. I vaccini oggi di-sponibili sono diversi e le caratteristiche che li distinguono dipendono principalmente dalla modalità con cui sono preparati: Vac-cini vivi-attenuati, Vaccini inattivati, Vaccini con antigeni sintetici, sono le tre tipologie.

La storia della vaccinazione nasce dall’os-servazione, sin dall’antichità, che la soprav-

vivenza ad una malattia determina quasi sempre l’immunizzazione del soggetto al pa-togeno che l’ha causata. Già al tempo dell’an-tica Grecia infatti lo storico Tucidide aveva avuto modo di osservare che coloro che, al tempo dell’epidemia di vaiolo del 429 a.C. riuscivano a sopravvivere, divenivano poi immuni alla malattia o comunque alle sue manifestazioni più gravi. Una pratica mol-to usata nell’antichità nei confronti di que-sta malattia era la cosiddetta variolizzazione, dapprima praticata essenzialmente in India, Cina e Turchia e poi diffusasi in Europa a metà del ‘700 circa. Tale pratica consisteva nell’infettare volutamente le persone sane servendosi del pus proveniente dalle pustole delle persone malate affinché si contagiasse-ro diventando così (nel caso in cui soprav-vivessero) immuni alle formi più gravi di vaiolo. Solo nel 1796 Edward Jenner scoprì la vaccinazione come tecnica: osservando le mungitrici che contraevano il vaiolo bovino e riuscivano a guarire diventando immuni nei confronti del vaiolo umano. A portare in Ita-lia questo tipo di vaccinazione fu Luigi Sac-co, primario dell’Ospedale Maggiore di Mi-lano. In poco tempo grazie al suo impegno il vaccino in tutto il Regno d’Italia e poi anche in quello delle Due Sicilie. In seguito all’U-nità d’Italia poi, la vaccinazione anti-vaiolo fu resa obbligatoria per tutti i nuovi nati a partire dal 1888. In Italia l’obbligo è stato abolito nel 1981 dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha decretato eradicato il vaiolo dalla Terra. In seguito al successo ottenuto con la scoperta di Jenner i ricercatori e gli scienziati cercarono di esten-dere la vaccinazione ad altre malattie infet-tive. Grazie alle ricerche microbiologiche il medico tedesco Robert Koch riuscì ad indi-viduare l’agente patogeno della tubercolosi. Importanti furono anche le sue scoperte sul bacillo del carbonchio e del colera. Nel 1879 il biologo e chimico francese Louis Pasteur, considerato il padre della moderna micro-biologia, riuscì a vincere diverse infezioni batteriche grazie all’impiego di vaccini co-stituiti da batteri indeboliti in laboratorio. I batteri attenuati determinano sì l’insorgenza di un’immunità acquisita ma con una ridotta possibilità di una reazione violenta da parte dell’organismo. Con Pasteur ha inizio l’era della vaccinazioni di massa come strumento per debellare le principali malattie infettive con un aumento considerevole dell’aspetta-

tiva di vita nell’occidente. Si deve ivece agli studi del tedesco Emil Adolf von Behring il concetto di antitossine, che Behring elaborò nella ricerca di una terapia contro la tossi-na difterica. La terapia del medico tedesco si basava sull’impiego di anticorpi presenti nel siero: nel 1880 Behring rese un animale temporaneamente immune alla difterite e al tetano iniettandogli siero sanguigno infetto di un altro animale. Questa pratica non si di-mostrò soltanto preventiva ma anche cura-tiva se il siero era iniettato ai primi sintomi della malattia. I vaccini anti-difterite ed anti-tetano diventarono disponibili in commercio solo alla fine del 1920 in seguito alla scoperta del veterinario francese Gaston Ramon. Per stimolare l’immunità egli disattivava le tossi-ne batteriche attraverso un trattamento chi-mico. Nella prima metà del ‘900 in Europa e Stati Uniti si verificano delle drammatiche epidemie di poliomielite, una grave malattia causata da un poliovirus che tra gli anni ’40 e ’50 uccise e paralizzò circa mezzo milione di persone ogni anno. Nacque così l’esigen-za di sviluppare un vaccino che potesse es-sere messo a disposizione della popolazione. Il primo vaccino anti-polio fu sviluppato da Jonas Salk nel 1955. Soltanto due anni più tardi Albert Sabin ne presentò un altro, dalla composizione diversa. Nel 1963 ebbe inizio la vaccinazione anti-polio su scala mondiale con il metodo Sabin che, oltre ad essere meno costoso di quello proposto da Salk, richiede-va una via di somministrazione più semplice e meno invasiva. Ai vaccini per morbillo, pa-rotite e rosolia, il così detto trivalente MPR, lavorò il microbiologo americano Maurice Hilleman (il primo vaccino anti-morbillo ri-sale al 1963 mentre i vaccini per parotite e rosolia furono disponibili rispettivamente nel 1967 e nel 1969). Tra i vaccini sviluppa-ti dal microbiologo americano ed il suo staff negli anni quelli contro l’epatite A e B, la va-ricella, la meningite, l’emofilo dell’influenza e la polmonite. Dopo le grandi scoperte sul DNA degli anni Sessanta ha avuto inizio l’e-ra dei vaccini molecolari, dei quali si conosce con esattezza la parte del microrganismo che immunizza.

di Deborah Villarboito

AttualitàPoliomelite - 2016: 93,33% (a 24 mesi), 94,10% (a 36 mesi) Vs 2017: 94,54% (a 24 mesi), 95,05% (a 36 mesi)

Difterite - 2016: 93,56% (a 24 mesi), 94,04% (a 36 mesi) Vs 2017: 94,57% (a 24 mesi), 95,02% (a 36 mesi)

Tetano - 2016: 93,72% (a 24 mesi), 94,31% (a 36 mesi) Vs 2017: 94,64% (a 24 mesi), 95,18% (a 36 mesi)

Pertosse - 2016: 93,55% (a 24 mesi), 94,00% (a 36 mesi) Vs 2017: 94,56% (a 24 mesi), 95,00% (a 36 mesi)

Epatite B - 2016: 92,98% (a 24 mesi), 93,77% (a 36 mesi) Vs 2017: 94,34% (a 24 mesi), 94,72% (a 36 mesi)

HIB - 2016: 93,05% (a 24 mesi), 93,51% (a 36 mesi) Vs 2017: 94,24% (a 24 mesi), 94,39% (a 36 mesi)

Morbillo - 2016: 87,26% (a 24 mesi), 88,02% (a 36 mesi) Vs 2017: 91,68% (a 24 mesi), 92,38% (a 36 mesi)

Parotite - 2016: 87,20% (a 24 mesi), 87,94% (a 36 mesi) Vs 2017: 91,62% (a 24 mesi), 92,23% (a 36 mesi)

Rosolia - 2016: 87,19% (a 24 mesi), 87,97% (a 36 mesi) Vs 2017: 91,64% (a 24 mesi), 92,27% (a 36 mesi)

Varicella - 2016: 46,06% (a 24 mesi), 39,16% (a 36 mesi) Vs 2017: 45,60% (a 24 mesi), 43,50% (a 36 mesi)

Meningicocco C coniugato - 2016: 80,67% (a 24 mesi), 81,27% (a 36 mesi) Vs 2017: 83,06% (a 24 mesi), 85,62% (a 36 mesi)

Pneumococco coniugato - 2016: 88,35% (a 24 mesi), 88,70% (a 36 mesi) Vs 2017: 90,90% (a 24 mesi), 90,35% (a 36 mesi)

Epatite A - 2016: 6,58% (a 24 mesi), 8,56% (a 36 mesi) Vs 2017: 6,92% (a 24 mesi), 8,85% (a 36 mesi)

Rotavirus - 2016: 10,55% (a 24 mesi), 8,54%% (a 36 mesi) Vs 2017: 14,34% (a 24 mesi), 10,14% (a 36 mesi)

Meningococco B - 2016: 14,72% (a 24 mesi), 7,69% (a 36 mesi) Vs 2017: 38,59% (a 24 mesi), 21,87% (a 36 mesi)

Meningococco ACYW - 2016: 18,28% (a 24 mesi), 5,83% (a 36 mesi) Vs 2017: 29,09% (a 24 mesi), 20,55% (a 36 mesi)

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Chi non vaccina il proprio figlio, in Au-stralia, dal prossimo esercizio fiscale non riceverà più alcuni benefit previsti dal regime di tassazione per le famiglie. Un’iniziativa che vuole stimolare i geni-tori a vaccinare, aumentando le coper-ture vaccinali.’No Jab, No Party’, questo il nome dell’iniziativa. Chi non porta il figlio a fare le vaccinazioni, si ritrova senza il Family Tax Benefic Part, ossia la parte di provvedimenti fiscali dedicata alla famiglia e agli sgravi previsti per chi ha figli a carico. In soldoni, 28 dollari in meno ogni due settimane per ogni figlio non vaccinato.In Australia, come in Italia, la percen-tuale di bambini non vaccinati è supe-riore al 5%. In alcuni Stati australiani, si è reso necessario un provvedimen-to di obbligatorietà per poter accedere a scuola, senza autocertificazione però. Nel Queensland, alcuni no vax hanno fatto sapere di voler creare asili esclusivi per i loro figli non vaccinati.In Europa, tutti i 29 Paesi hanno vac-cini contro difterite, epatite B, hib, in-fluenza, mmr, pertosse, polio e tetano nei loro programmi vaccinali. Per 28 Stati, c’è anche la vaccinazione contro lo pneumococco tra quelle raccomanda-te, alcune nazioni ce l’hanno solo per i

I No Vax dicono: “Noi non vacciniamo nostro figlio, ma chi è vaccinato non cor-re rischi”. Vero. Ci sono però categorie di soggetti che non possono sottoporsi ad alcuna vaccinazione. Questi hanno il diritto alla salute anche loro e, se intor-no hanno chi può ammalarsi, rischiano allo stesso modo di venire contagiati. Quali sono queste categorie? Andiamo a scoprirlo.Sono i soggetti immunodepressi, per esempio i bambini malati di leucemia, e coloro che soffrono di allergie. Loro, secondo il principio dell’articolo 32 del-la Costituzione, dovrebbero essere i più battaglieri contro i No Vax: “La Repub-blica tutela la salute come fondamenta-le diritto dell’individuo e interesse del-la collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Un cittadino, dunque, non ha solo diritto alla buona salute, ma anche il dovere di non pregiudicare quella di chi sta intorno. Gli immunode-pressi, tra l’altro, rischiano che l’infezio-ne si propaghi su un terreno più vasto.

bambini. Almeno 20 Paesi prendono in considerazione pure vaccinazioni con-tro epatite A, Hpv, malattie invasive da meningococco C, tubercolosi e varicella. La vaccinazione contro il rotavirus è in-clusa in nove dei 29 Paesi presi in consi-derazione.In totale, 15 Paesi hanno i vaccini obbli-gatori, 14 ne hanno almeno una obbliga-toria. In 12 nazioni europee, la vaccina-zione contro la polio è obbligatoria per tutti i bambini; quella contro difterite e tetano in 11 Paesi, contro l’epatite B in 10. Per 8 dei 15 vaccini, alcune nazioni hanno un programma misto tra obbli-gatorie e facoltative. Negli Stati Uniti e in Canada non ci sono sanzioni per la mancata vaccinazione, ma è necessa-rio un certificato per essere ammessi a scuola. Così come in Giappone. In Ger-mania, figli non immunizzati agli asili nido costano 2.500 euro alle famiglie. In Francia, ci sono state conseguenze penali per chi non ha vaccinato il figlio contro polio, difterite e tetano. In Slove-nia nove vaccinazioni sono obbligatorie. In Austria non c’è obbligo, in Romania sì. Copertura alta in Finlandia, senza obbligo, così come in Repubblica Ceca, dove c’è. In Svezia non c’è la vaccinazio-ne obbligatoria, ma si arriva quasi al 100

Altri soggetti che non possono vaccinar-si sono coloro che soffrono di disturbi generali clinicamente importanti. Oltre a chi è malato di leucemia, non si può vaccinare chi ha linfomi, tumori e infe-zioni da Hiv. Ma anche chi si è sottopo-sto a trattamento farmacologico prolun-gato a base di radiazioni, di cortisone di lunga durata e a dosaggi elevati. In que-sti casi, sono assolutamente da evitare le vaccinazioni preparate con virus vivi (anti morbillo, parotite e rosolia). Per le allergie, ci si riferisce alle sostanze costi-tuenti del vaccino e all’eventuale traccia di antibiotici sempre nelle vaccinazioni, oppure ai conservanti, adiuvanti e sta-bilizzanti presenti nelle preparazioni (idrossido o fosfato di alluminio, deri-vate mercuriali come il thimerosal).In tutti gli altri, si può vaccinare. Anzi, si deve. Per non tornare a parecchi decen-ni fa quando si ammalava con facilità di patologie che proprio le vaccinazioni hanno debellato.

per cento per la copertura da morbillo. In Cina e in India, dopo difficoltà enor-mi per l’ampiezza delle zone, finalmen-te la vaccinazione sta prendendo piede concretamente.

di Alessandro Pignatelli

di Alessandro Pignatelli

AttualitàVaccini, come funziona nel resto del mondo

Quelli che non possono vaccinarsi

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Attualità

di Alessandro Pignatelli

di Alessandro Pignatelli

Il decreto Lorenzin? Aggirato dalla cir-colare firmata Miur (ministero dell’I-struzione) e dicastero della Salute. Così, entro il 10 luglio, non è stato necessario presentare la documentazione sui vaccini fatti per i bambini che devono iscriversi al prossimo anno scolastico. La circola-re ha confermato, è vero, l’obbligatorietà delle vaccinazioni per chi ha tra 0 e 16 anni, compresi i minori stranieri non ac-compagnati. Ma, c’è un ma. Per iscriver-si e poter frequentare asilo nido e scuola dell’infanzia, per il solo anno scolastico 2018-2019, è sufficiente una dichiarazio-ne sostitutiva che attesti l’avvenuta vac-cinazione o l’intenzione di effettuarla. La documentazione vera e propria sarà da presentare soltanto in caso di omissione.Dunque, tutti a scuola anche senza vacci-ni. L’autocertificazione dei genitori sarà sufficiente. “L’effetto, prodotto dall’in-tervento normativo del 2017, di arresto del trend in diminuzione delle copertu-re vaccinali consente, infatti, di tenere in maggiore considerazione le esigenze di semplificazione dell’attività ammi-nistrativa, senza pregiudizio per l’inte-resse pubblico alla tutela della salute”. Insomma, siccome l’Italia aveva avvici-nato la percentuale di copertura richie-sta dall’Oms (95%), si torna indietro. La questione ‘obbligatorietà dei vaccini’ era stata al centro della campagna elettorale

Leggende metropolitane, bufale. Girano li-bere e indisturbate su qualsiasi argomenti, specialmente grazie al megafono dei social. Non fa eccezione la salute, non fanno ecce-zione le vaccinazioni. Bufale pubblicate a volte ad arte, a volte per ignoranza.C’è chi sostiene che le malattie infantili che si possono prevedere grazie vaccini non si-ano così pericolose. Ma è un’affermazione falsa. Morbillo, parotite e rosolia vengono sottovalutate, ma possono portare a gra-vi complicazioni e, nei casi peggiori, anche alla morte. Se a un bambino si somministra più di un vaccino contemporaneamente, il rischio degli effetti collaterali aumenta. Non è vera neanche questa affermazione. Ci sono studi scientifici a dimostrare che dare diver-si vaccini nello stesso momento non produ-ce effetti negativi al sistema immunitario del bambino.Non è vero neanche che i vaccini contengo-no mercurio, sostanza dunque pericolosa. All’interno c’è un conservante, il tiomersa-le, composto organo-mercuriale utilizzato in alcuni vaccini, ma che non produce alcun rischio per la salute. La madre di tutte le bu-fale è che il vaccino porti come conseguenza diretta l’autismo. Una ricerca molto lacuno-sa, del 1998, riportava questa correlazione. La stessa rivista, però, successivamente fu costretta a ritirare l’articolo pubblicato, non avendo basi scientifiche. L’autore è stato ra-diato dall’Ordine dei medici.I vaccini hanno molti effetti collaterali dan-nosi, molti non ancora conosciuti. In certi

del Governo 5 Stelle – Lega.Il numero di vaccini di cui va presenta-ta l’autocertificazione rimane pari a 10. Giulia Grillo, ministro della Salute e suc-cessore di Beatrice Lorenzin, già prima della circolare aveva detto: “Stiamo lavo-rando per trovare la soluzione migliore, capace da una parte di garantire la fre-quenza dei bambini negli asili nido e che dall’altra metta al centro del dibattito parlamentare la revisione dell’impianto del decreto legge Lorenzin”. Il ministro degli Interni, Matteo Salvini, da parte sua aveva aggiunto: “Io ho vaccinato i miei figli. Alcuni vaccini salvano la vita, altri sono inutili e pericolosi. Io ritengo che la salute dei figli spetti a mamma e papà, troppi vaccini rischiano di far male”. Ag-giungendo: “Nessun bambino può essere escluso dalla scuola e dall’asilo. Su que-sto c’è un programma nella Lega, questo c’è nel contratto di governo. Dal morbillo ci si deve salvare, altri vaccini mi sem-brano assolutamente superflui”.Il decreto Lorenzin, oltre a rendere obbli-gatorie 10 vaccinazioni, ne aveva indivi-duate altre quattro consigliate. Vaccina-zioni che erano obbligatorie e vincolanti per l’iscrizione agli asili nido e alle scuole materne. Erano state decise anche san-zioni, da 100 a 500 euro, per le famiglie che non avessero rispettato questo obbli-go.

casi, la vaccinazione può portare addirittura alla morte. Ma non è così. I vaccini più re-centi sono molto sicuri, le reazioni sono rare e lievi. Dieci vaccini sono troppi e vengono fatti soli in Italia: non è vero. Tempistiche e modalità sono grosso modo simili in tut-ti i Paesi. Solo che altrove le coperture sono molto alte, i genitori vaccinano spontane-amente i figli; da noi, con coperture molto basse, si è dovuto correre ai ripari in qual-che modo.C’è chi dice che le vaccinazioni vengano somministrate troppo presto. Alcuni germi sono pericolosissimi nei primi mesi e anni di vita, quindi non bisogna ritardare la vacci-nazione. Non è neanche così vero che la case farmaceutiche si arricchiscono grazie alle vaccinazioni. Nel 2015 tutti i vaccini, in Ita-lia, hanno fatturato 318 milioni, l’1,4% della spesa farmaceutica. Anzi, ogni euro speso in vaccini ne fa risparmiare almeno 30 in cure. Il che porta a una conclusione: i colossi far-maceutici sperano che non ci si vaccini.Non è vero che chi si vaccina diventa in-fettivo. Temerlo è come avere paura di un dado da cucina, nel nostro frigorifero, pos-sa generare un vitello. Alcuni, tipo morbillo, rosolia e parotite, contengono virus in gra-do di replicarsi, ma molto indeboliti e non in grado di infettare dunque altre persone. Quelli contro la varicella possono talvolta, molto raramente, trasmettere il virus stes-so. In 22 anni, ci sono stati sette casi, senza conseguenze.

Vaccini: i politici litigano, noi ci rimettiamo

Vaccini: tutte le bufale che girano in rete

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di Alessandro Pignatelli

di Alessandro Pignatelli

È recente il caso che ha coinvolto Ivan Zaytsev, pallavolista di fama mondiale della Naziona-le italiana, e i No Vax. Uno scontro avvenuto via social network, ma cruento. Il giocatore aveva postato una foto in cui spiegava di aver appena vaccinato la figlia neonata Sienna. Pochi istanti e quella foto è stata attorniata da commenti, anatemi e minacce.“E anche il meningococco è fatto, bravissima la mia ragazza sempre sorridente” aveva scrit-to lo Zar che, vinto uno storico scudetto con Perugia, si è trasferito a Modena. Risposte agghiaccianti. “Caro Zaytsev, pensa a giocare a pallavolo: migliaia di bambini sono morti a causa dei vaccini o sopravvivono gravemente danneggiati”. “Zingaro, spero che Salvini ti ri-mandi al tuo Paese”, che poi sarebbe Spoleto, in Umbria. “Ti auguro che la bimba sia così sorridente anche domani e sempre. A volte il sorriso si spegne lentamente”.Ivan, 29 anni, ha cancellato alcuni dei com-menti, quelli peggiori. Un’esperienza davvero brutta per lui. Qualcuno ha espresso anche

L’Alto Adige viene considerato la rocca-forte di chi non vuole vaccinarsi. Infatti, Bolzano è ultima in praticamente tutte le classifiche sulla copertura vaccinale. L’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva definito questa zona d’Italia “un grosso problema per la grandissima dif-fidenza nei confronti delle vaccinazioni”.Nella provincia autonoma di Bolzano, la percentuale di bambini vaccinati è bas-sissima. Per morbillo, poliomelite, epati-te B e tetano è all’ultimo posto. Da queste parti, comandano i ‘impfgegner’, ossia ‘no vax’ in tedesco. Il movimento arrivò in Alto Adige addirittura negli anni ‘80, nel periodo storico in cui anche in Italia diventò di moda essere ecologisti.A giugno del 2017, quando il decreto Lo-renzin sui vaccini obbligatori diventò legge, molti genitori altoatesini dissero di voler chiedere asilo all’Austria. Nel febbraio di quest’anno sono state depo-sitate, in Consiglio provinciale, a Bolza-no, 15.114 firme di iniziativa popolare per la libera scelta sui vaccini. Il disegno legge prevede un colloquio obbligatorio dei genitori con l’Asl invece dell’obbligo delle vaccinazioni. Nella provincia auto-noma di Bolzano sono 26 mila i giovani

solidarietà al ragazzo, come il governato-re dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “Non ci sentiamo rappresentati da coloro che hanno scritto frasi assurde e inaccettabili, pe-raltro coinvolgendo una bambina piccola: an-che vigliacchi! E questo solo perché un padre ha vaccinato la figlia. Allo Zar mi permetto di dire anche grazie, per un gesto che è di re-sponsabilità sociale e collettiva come quello della vaccinazione”.Per la cronaca, il post di Zaytsev ha avuto ol-tre 5 mila interazioni su Facebook, 85 condi-visioni e più di 160 commenti. Il giocatore, a chi gli chiedeva di pensare solo a giocare, ha risposto per le rime: “Io, oltre a giocare, sono un padre che decide per i suoi figli e un essere umano libero di esprimermi”. Zaytsev, come detto, è italianissimo, figlio di genitori russi. Ma chi augura la morte di una bambina, fa dell’ignoranza la sua vera natura. E dunque non può certo pensare che con quel cogno-me, seppure nel 2018, qualcuno possa essere comunque nato e cresciuto nel nostro Paese.

non vaccinati, tra loro anche 422 bam-bini. Il ministro Lorenzin così sintetizzò la situazione dopo l’approvazione del suo decreto: “A Bolzano abbiamo un grosso problema perché la realtà – più rurale che altrove – mantiene una grandissima diffidenza nei confronti delle vaccinazio-ni e, in generale, rispetto alla medicina. Abbiamo lavorato con l’Asl per aiutare realtà più chiuse ad accettare il metodo scientifico. Purtroppo, in contesti come questi, si confonde una scelta identitaria di tipo politico con una scelta sulle vac-cinazioni che di politico non ha nulla. Si tratta solo di salute pubblica”.Il presidente dell’Ordine dei medici di Bolzano, Monica Oberrauch, va oltre: “C’è un atteggiamento di ansia verso i vaccini e una diffidenza estrema contro questo tipo di tecnologie. Bolzano è fanalino di coda in Italia pure per gli antinfluenza-li destinati ad over 65 (37,8%)”. Un’altra Italia, quindi, e questa volta non si parla di Mezzogiorno, ma del ricco Nordest.

Zaytsev: in azione i No Vax e gli hater

Vaccini: lo strano caso dell’Alto Adige

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No Vax: chi sono, cosa vogliono quando sono nati

Copertura vaccini: Basilicata attenta, la situazione regione per regione

Ci sono diversi movimenti, nati in momenti diversi, che in Italia si battono contro i vac-cini. C’è chi è contrario, chi vuole la libertà di scelta. Non mancano i medici e le associa-zioni tra coloro che non vogliono le vaccina-zioni. Vengono inglobati tutti nei ‘No Vax’. Si va dai comitati storici contro le vaccinazioni obbligatorie, per esempio Comilva; ci sono quelli recenti, come il Cliva. Alcuni medici, facenti parte di questi movimenti, sono stati anche radiati dall’albo. Alcuni si appoggiano saldamente ai social network.Comilva è dunque il principale movimento in Italia. La sigla sta per Coordinamento del Mo-vimento italiano per la libertà delle vaccina-zioni ed è nato nel 1993 a Brescia. Ora la sede è a Rimini. Tra i casi più noti di medici vicini al movimento c’è Dario Miedico, che l’Ordi-ne dei medici di Milano ha radiato nel mag-

Ma quali sono le regioni che più stanno attente alle vaccinazioni in Italia? Partiamo dalla po-lio, con la percentuale nazionale di copertu-ra al 93,43%. Al primo posto c’è la Basilicata, che precede l’Abruzzo, quindi Calabria, Lazio, Piemonte e Sardegna. Sono le uniche regioni in cui si va oltre la percentuale consigliata, del 95% Appena sotto c’è la Toscana. Vanno sotto Liguria, Molise, Emilia, Umbria e Puglia. La Lombardia precede la Val d’Aosta. Poi troviamo Trento, Marche e Sicilia. La Campania fa me-glio del Veneto, quindi c’è il Friuli. All’ultimo posto, molto staccato, c’è Bolzano.Per la difterite (93,35%), è ancora la Basilicata la battistrada tra le regioni. Quindi ecco Abruz-zo, Calabria, Lazio e Sardegna. Leggermente sotto il 95% c’è la Toscana, quindi il Piemonte. Poi troviamo Liguria e Molise, Puglia, Umbria, Emilia, Lombardia, Val d’Aosta, Trento, Sicilia, Marche, Veneto e Campania. Friuli penultimo, Bolzano ultimo.Eccoci al tetano (93,56%). Basilicata prima, poi Abruzzo, Piemonte, Calabria, Toscana, Lazio e Sardegna. Sotto il 95% Liguria, Emilia, Molise, Umbria, Lombardia, Puglia, Val d’Aosta, Tren-to, Marche, Sicilia, Veneto, Campania, Friuli e Bolzano.Passiamo alla pertosse (93,33%). Basilicata sem-

gio del 2017. Era tra i firmatari di una lettera, insieme ad altri esperti, dell’ottobre del 2015. Missiva inviata a Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità, per risponde-re alle sue “prese di posizione pubbliche sul tema delle vaccinazioni pediatriche”. Primo firmatario era Roberto Gava, cardiologo suc-cessivamente radiato dall’Ordine dei medici di Treviso.A ottobre 2016, Comilva ha organizzato la prima Giornata nazionale per la libertà di scelta. Lo slogan: “No all’obbligo vaccinale, sì alla libertà di scelta”. Tra gli interventi quello dell’ex medico Andrew Wakefield, autore di quella che viene considerata come la “madre” di tutte le bufale su una relazione tra vaccino e autismo, smentita dalla scienza.Ci sono poi persone che dicono di aver subito danni dalle vaccinazioni, come il Condav, Co-

pre la migliore, quindi Abruzzo, Calabria, Lazio e Sardegna. Toscana e Piemonte subito sotto la percentuale richiesta dall’Oms, poi Liguria, Molise, Puglia, Umbria, Emilia, Lombardia, Val d’Aosta, Trento, Sicilia, Marche, Campania, Ve-neto, Friuli e Bolzano.Epatite B (93,2%). Sopra al 95% Basilicata, Abruzzo, Calabria, Lazio e Sardegna. Sotto: To-scana, Piemonte, Liguria, Molise, Puglia, Emi-lia, Umbria, Lombardia, Val d’Aosta, Trento, Sicilia, Marche, Campania, Veneto, Friuli e Bol-zano.Hib (93,3%). Basilicata, Abruzzo, Calabria, La-zio e Sardegna. Sotto il 95%: Toscana, Molise, Liguria, Piemonte, Puglia, Umbria, Lombardia, Emilia, Val d’Aosta, Trento, Sicilia, Campania, Marche, Veneto, Friuli, Bolzano.Morbillo (85,29%). Nessuna regione supera il 95%. Al primo posto c’è la Basilicata, di poco sulla Lombardia, poi Toscana, Piemonte, Sar-degna, Umbria, Emilia, Veneto, Trento, Lazio, Calabria, Abruzzo, Puglia, Val d’Aosta, Friu-li, Liguria, Campania, Marche, Sicilia, Molise, Bolzano.Parotite (85,23%). Nessuno va oltre il 95%. Al comando c’è la Basilicata, poi Lombardia, To-scana, Piemonte, Sardegna, Umbria, Veneto, Emilia, Calabria, Lazio, Trento, Abruzzo, Pu-

ordinamento nazionale danneggiati da vacci-no, nato nel 2001. Ma le leggi e i decreti, come quello Lorenzin del 2017, hanno fatto nascere nel tempo diversi altri gruppi, in particolare sostenuti da genitori. Loro non sono per il no al vaccino, ma ‘free vax’, ossia contrari solo all’obbligo: “Sarebbe un regalo ai big pharma”, cioè alle grosse società farmaceutiche. Vo-gliono poter scegliere se vaccinare o meno i figli. Oltre a Cliva (Comitato per la libertà di scelta vaccinale), del gennaio 2017, troviamo Lov (Liberi da obbligo vaccinale, del 2016), e Vaccipiano (2017).Va poi presa in esame la presa di posizione del Codacons, l’associazione nazionale dei consu-matori. Nel settembre del 2017, il Tar del La-zio respinse un’istanza sull’adempimento agli obblighi vaccinali come requisito di accesso ad asili nido e scuole materne, presenti nel decreto Lorenzin. Sul proprio sito, il Coda-cons pubblicò una lista di senatori che aveva-no votato la legge. L’associazione ha promosso pure la proiezione del film ‘Vaxxed’ di Wake-field. Recentemente, ha dato pieno appoggio a Matteo Salvini, ministro degli Interni, che ha definito i dieci vaccini obbligatori inutili e talvolta pure dannosi. Garantendo l’impegno a far sì che tutti i bambini potessero andare a scuola.

glia, Val d’Aosta, Friuli, Liguria, Campania, Marche, Sicilia, Molise, Bolzano.Rosolia (85,22%). Tutti sotto il 95%. Classifica: Basilicata, Lombardia, Toscana, Piemonte, Sar-degna, Umbria, Veneto, Emilia, Lazio, Trento, Abruzzo, Puglia, Calabria, Val d’Aosta, Friu-li, Liguria, Campania, Marche, Sicilia, Molise, Bolzano.

Varicella (30,73%). Nessuno sopra al 95%. Al primo posto c’è il Veneto, poi Puglia, Tosca-na, Basilicata, Sicilia, Friuli, Sardegna, Cala-bria, Molise, Liguria, Campania, Lazio, Bolza-no, Abruzzo, Trento, Marche, Emilia, Umbria, Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta.

Meningococco C coniugato (85,29%). Nessuno oltre il 95%. La Toscana precede il Veneto, poi Emilia, Piemonte, Lombardia, Basilicata, Um-bria, Friuli, Trento, Val d’Aosta, Sardegna, Li-guria, Puglia, Marche, Lazio, Molise, Calabria, Abruzzo, Bolzano, Sicilia e Campania.

di Alessandro Pignatelli

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Vaccinazioni ed effetti collaterali: il report di AifaL’Agenzia italiana del farmaco, la cui sigla è Aifa, ha pubblicato il report sulla sorveglian-za post marketing dei vaccini nel biennio 2014-2015 in seguito al timore crescente di parte della popolazione sugli effetti delle vac-cinazioni.Al 31 dicembre del 2016, le segnalazioni di eventi avversi per vaccini fatti nel 2014 sono state 8.873 (il 18 per cento di tutte le segna-lazioni per farmaci e vaccini), contro le 3.772 (il 9 per cento del totale) del 2015. Le segna-lazioni di eventi non gravi sono più dell’85 per cento. Le segnalazioni di sospetta reazio-ne avversa mortale sono state 69 nel 2014 (0,8 per cento del totale) e 9 nel 2015. Di questi 69 decessi del 2014, 67 erano persone anziane tra i 67 e i 95 anni (età media 83), due bambini di 2 e 3 anni, tutti e due vaccinati con esavalente e anti pneumococco 13-valente. Nella popo-lazione adulta deceduta, in un caso il vaccino sospetto era l’anti pneumococco, negli altri 66 il vaccino contro l’influenza.Nel 2015, i casi di morte sono stati 9, tra cui 6 adulti di più di 70 anni, vaccinati con an-tinfluenzale; 3 bambini di 2 e 3 mesi e di 13 anni. L’Aifa aggiunge che, applicando l’algo-ritmo dell’Oms per la valutazione del nesso di casualità, nessun caso di decesso del 2014 e del 2015 è da imputarsi alla vaccinazione.

Il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti ha dichiarato l’Italia Paese a rischio per il morbillo. Del re-sto, nel primo quadrimestre del 2017, si sono contati 1.500 casi. La maggior parte persone adulte non vaccinate, con età media 27 anni. Per ogni dieci casi, quattro sono stati rico-verati, il 33 per cento ha avuto complicanze, Aggiunge l’Aifa: “Le infezioni da morbillo, come da parotite e da pertosse, sono difficili da controllare poiché hanno un tasso di ri-produzione di base elevato, pari a 15. Questo vuol dire che una persona infetta è in grado di infettarne mediamente altre 15, rispetto alle 2-3 dell’influenza stagionale”.Trattandosi comunque di un intervento me-dico a tutti gli effetti, il vaccino ha degli effetti collaterali. Per il vaccino di morbillo il caso di evento avverso più grave è l’encefalite, che compare in meno di un caso su un milione ed è risolvibile. Quella provocata dall’infezio-ne da morbillo può invece comportare danni permanenti e, in un caso su 3 mila, risultare mortale.

di Alessandro Pignatelli

Coperture vaccinali: in Italia preoccupa soprattutto il morbilloLa soglia di copertura per le vaccinazioni è stata fissata al 95 per cento, in Italia, dall’Or-ganizzazione mondiale della sanità. Signifi-ca che con quella percentuale di popolazione vaccinata non si corrono rischi di contagio. Nel nostro Paese, però, non si raggiunge questa soglia per nessuno dei vaccini moni-torati dall’Istituto superiore di sanità. Il che porta a una conseguenza: gli agenti patogeni continuano a circolare, mettendo a rischio la salute di tutti.Vediamole, queste percentuali. Per il teta-no siano al 93,56 per cento, per la polio al 93,43 per cento, per la difterite al 93,35 per cento, per la pertosse al 93,33 per cento, per l’epatite B al 93,2 per cento. L’obbligo vac-cinale, in Italia, al momento riguarda solo quattro malattie: poliomelite, difterite, teta-no ed epatite B. Quelle raccomandate sono per pertosse, morbillo, parotite, rosolia, va-ricella, infezioni da Haemophilus influenza B (Hib), meningococco C, pneumococco, influenza e papillomavirus. Non sono gratis solo i vaccini obbligatori, ma dal 2017 anche quelli raccomandati.Andiamo dunque a vedere la percentuale di copertura anche per le altre patologie: hib 93,03 per cento, morbillo 85,29 per cento, parotite 85,23 per cento, rosolia 85,22 per cento, varicella 30,73 per cento, meningo-cocco 85,29 per cento, pneumococco coniu-gato 76,62 per cento.A preoccupare, nel nostro Paese, è stato il picco di morbillo nei primi mesi del 2017. Nel mese di marzo ci sono stati 818 casi. L’I-talia è schizzata ai primi posti, in Europa,

insieme a Romania e Olanda, per incidenza della malattia. Il dato riguarda in particolare i giovani e va di pari passo con la diminu-zione di vaccinazioni dal 2010 in poi (erava-mo al 90,6 per cento di copertura). Il 55 per cento degli ammalati riguarda la fascia d’età 15 – 39 anni, il 17% i 39enni, il 13% da 1 a 4 anni, il 9% da 5 a 14 anni, il 6% chi ha un anno o meno.Restiamo sul morbillo, la malattia che forse più mette in allarme i medici. La soglia del 95 per cento fissata dall’Oms costruisce la cosiddetta immunità di popolazione. Si pro-teggono cioè, per via indiretta, anche coloro che – per motivi di salute – non si posso-no vaccinare. Le percentuali di bambini di due anni vaccinati contro il morbillo sono sensibilmente aumentate fino alla metà del

primo decennio del XXI secolo, per poi sta-bilizzarsi. Dal 2013 c’è stato un progressivo calo, con differenze tra regione e regione e secondo il tipo di vaccino. L’incremento del vaccino esavalente (poliomelite, tetano, dif-terite, epatite B, pertosse e Haemophilus in-fluenzae) è stato di circa due punti percen-tuali, quello trivalente (morbillo, rosolia e parotite) ha perso copertura, scendendo di ben 5 punti percentuali (era il 90,4 per cento nel 2013).

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Alla difficoltà quotidiana di essere genitore è stato ultimamente sottolineato il problema sulla que-stione dei vaccini. Sì oppure no? Molti genitori sono favorevoli, soprattutto tra i giovani con neo-nati o bimbi piccoli in età scolare, che però hanno pareri contrastanti sulle autocertificazioni da pre-sentare alle scuole materne ed elementari per ef-fettuare l’iscrizione ed essere ammessi alle lezioni. Il pensiero comune, estratto da un campione di genitori presi a caso di diversa età e con figli più o meno grandi, ha evidenziato come il pensiero co-mune vada alla collettività e poi al singolo, rite-nendo lecite anche le autocertificazioni, meglio se accompagnate dal libretto vaccinale. Anna e Fa-bio, sono i genitori di Andrea, 9 mesi, e dicono di essere «assolutamente favorevoli e noi li abbiamo fatti tutti, anche quelli non obbligatori. Pensiamo che siano venute fuori questioni, come il collega-mento con l’autismo, che non hanno ne capo ne coda. Nella comunità scientifica ci sono persone che ci lavorano sopra e li fanno fare ai loro figli, quindi non pensiamo che diano cose non sicure. Noi li abbiamo fatti, anche per proteggere un po’ quelle persone che non possono farli. Se per un motivo o per l’altro, con il senno di poi, nostro fi-glio non potesse farli, speriamo che ci siano geni-tori che la pensano così: li facciano anche per sal-vaguardare tutti gli altri. Siamo una comunità e non possiamo pretendere di pensare sempre e solo a noi stessi, perchè comunque stando a contatto a scuola o all’asilo o comunque anche solo per stra-da, se qualcuno ha una cosa la può attaccare anche a te. Se non puoi essere vaccinato, non solo per le credenze, ma per qualche problema reale, puoi prendere determinate cose che magari non esiste-vano neanche più. Non abbiamo mai avuto effetti collaterali, nemmeno la febbre, o comunque cose facilmente risolvibili. Avevamo paura perchè uno di noi è allergico agli antibiotici, quindi un po’ di timore c’era, ma comunque sei controllato di volta in volta. Alla questione autocertificazione a scuola non avevamo ancora pensato. A settembre andrà all’asilo nido e lì ci hanno chiesto sia l’autocertifi-cazione sia la fotocopia del libretto vaccinale, non essendo ancora chiare le disposizioni di legge. Pre-sentando il libretto vaccinale, sicuramente sarebbe più sicuro...così vengono tutelati sicuramente tutti i bambini». Dello stesso avviso anche Luca e Ro-berta, genitori di Dimitri, 6 anni, e Anita, 3: «I no-stri bimbi sono entrambi vaccinati. Pensiamo sia un bene, oltre che individuale,soprattutto per la collettività e per lo stesso motivo, pensiamo che sia giusta l’autocertificazione. Il bene collettivo non può essere messo in pericolo dall’ignoranza di pochi. I nostri figli non hanno mai avuto effetti collaterali e abbiamo fatto tutte le vaccinazioni ob-bligatorie e non. Evitiamo solo quello per l’in-fluenza perchè ha un virus molto mutevole che cambia di anno in anno e quindi non lo riteniamo necessario». Sara e Alex, genitori di Aurora, quat-tro mesi, sono pro-vaccini: «A nostra figlia stiamo facendo fare anche quelli non obbligatori. Non posso giudicare chi è contro, però vorrei che mia figlia fosse protetta al 100%, soprattutto quando inizierà la scuola. I bambini che non fanno i vacci-ni sono più a rischio, soprattutto adesso che se ne sente di ogni...io preferisco farli tutti, obbligatori e non. Lei è sempre stata bene, ovviamente un po’ di febbre a volte, ma normalissimo, niente di che». Ci sono poi le mamme favorevoli ai vaccini, ma che ritengono non sufficienti ed efficaci le autocertifi-cazioni, come Adrianna, mamma di Emanuela, 11 anni, e di Erjan, 9: «Ai miei figli ho fatto fare vac-cinazioni obbligatorie e non. Non sono d’accordo sulle autocertificazioni fai da te, sarebbe meglio portare il libretto delle vaccinazioni dell’Asl. Fino ad oggi i miei figli non hanno avuto nessun effetto collaterale» e come lei anche Veronica, mamma di Emma, 2 mesi e mezzo: «Sono favorevole ai vacci-ni obbligatori e facoltativi. Lunedì scorso, 16 lu-

glio, le ho fatto fare le prime vaccinazioni, tra cui due facoltative. Non sono per niente d’accordo sulle autocertificazioni perché nessuno può com-provare l’autenticità di quanto dichiarato». Fa eco a loro anche Nazarena, mamma di Veronica, 30 anni e Federica, 21: «Sono favorevole ai vaccini, tanto che 30 anni fa ho acquistato dalla città del Vaticano il vaccino trivalente, che ai tempi in Italia non era reperibile, per vaccinare la mia primoge-nita. Alle mie figlie ho fatto fare tutte le vaccina-zioni, anche quelle che all’ora erano facoltative, come ad esempio la meningite. Non hanno mai presentato effetti collaterali dopo le varie sommi-nistrazioni. Per quanto riguarda l’autocertificazio-ne sono assolutamente contraria, perché si potreb-be dichiarare il falso». Anche Rita, mamma di Alessia, 21 anni, sottolinea l’essere «favorevole alle vaccinazioni, perchè i vaccini secondo me servo-no a proteggersi dalle malattie e salvaguardare i più deboli e ci proteggono da batteri e virus. Io a mia figlia le ho fatte fare tutte e non ha mai riscon-trato effetti collaterali. Per quanto riguarda le au-tocertificazioni, sarebbe bene che i genitori pre-sentino il libretto delle vaccinazioni timbrato dall’Asl o da qualche dottore. I genitori potrebbero benissimo dichiarare il falso». C’è chi poi non è a favore, a causa di brutte esperienze legate agli ef-

fetti collaterali come Massimiliano, papà di Giulio, 7 anni: «A mio figlio abbiamo fatto fare tutte le vaccinazioni, quelle obbligatorie quando hanno un anno o due. Che cosa è successo. Mio figlio aveva iniziato a camminare tranquillamente. Dopo l’ultima vaccinazione (aveva un anno e mezzo), gli è venuta la solita febbrona e dopo un paio di gior-ni non si alzava più. Nulla di che, ha avuto un ral-lentamento, un blocco a livello di crescita motoria. Poi dopo due-tre mesi è ripartito. Ha avuto questa reazione. Posso elencare famigliari e amici che hanno avuto effetti collaterali particolari: uno per quattro notti di fila si è svegliato cieco, aveva già 6 anni, con gli occhi spalancati non vedeva. La cosa è andata in regressione, quindi tutto scomparso, però sono effetti collaterali pesanti. Il problema, però, non sono gli effetti collaterali nell’immedia-to, sono quelli a lungo termine che non si cono-scono. La vaccinazione deve essere, per come la penso io, totalmente a discrezione dei genitori, perchè se succede qualcosa a tuo figlio, nessuno risponde o risarcisce. Non si va a cercare il risarci-mento in denaro: una volta che tuo figlio subisce danni gravi, non sono i soldi a rimediare, si è per sempre rovinata la vita di un bambino. Quindi il risarcimento non c’è e comunque non ti ridà in-dietro un bambino sano. Il divieto di fare andare alle scuole materne i bambini, obbligandoli a vac-cinarli è una follia pura. Però è un controsenso all’italiana: non è vaccinato, quindi non mandi tuo figlio a scuola; ma se paghi la ‘multa’ sì. Allora di-venta una questione puramente economica. Non

interessa avere bambini vaccinati, ma di aver pre-so soldi o dalla parte dei vaccini o dalle multe. Noi personalmente dovevamo fare ancora tre dei vac-cini ritenuti obbligatori, secondo l’ex ministro del-la salute, e assolutamente non li faremo. Non vo-gliamo andare incontro ad un ipotetico problema. Preferisco che si prenda il morbillo piuttosto che si faccia qualche danno. Finchè non ci passi, non ci pensi». Testimonianze anche dal mondo della scuola come quelle di Gaja, mamma di Paolo, 18 anni e Giulia, 16, che prima di sposare la sua pas-sione per l’insegnamento ha lavorato nell’ambito sanitario: «La problematica dei vaccini è molto personale e si lascia influenzare dalle correnti pseudofilosofiche e pseudoinformative, secondo anche i professionisti che vengono interpellati. Si-curamente è di fondamentale importanza, per quanto riguarda il genitore, la propria coscienza personale. Ma la stessa responsabilità genitoriale è prevista dallo Stato e dalla legge ed entra anche nel piano Nazionale di Prevenzione vaccinale, dove si parla di questa forte responsabilità che hanno i ge-nitori, di ricever correttamente le informazioni, di essere quindi documentati, per poter fare la scelta giusta. L’obiettivo è quello di garantire lo stato di salute a tutti i cittadini, ponendo attenzione e cura ai soggetti più a rischio: bambini, persone con uno stato di salute già fragile, gli anziani, persone che appartengono a ceti sociali meno abbienti, ecc... Altra questione fondamentale è l’impegno econo-mico che si sostiene a favore delle campagne di vaccinazione, a favore della manovra stessa della vaccinazione e le spese sanitarie che si sostengono in caso sia di non vaccinazione, con eventuale in-sorgere delle malattie, sia in caso di vaccinazione. Se una persona sceglie di non vaccinare il proprio figlio e negli anni e poi si manifesta la malattia, è certo che a livello di spesa economica dello Stato, va incidere di più una cura di un paziente con una problematica che può durare mesi, piuttosto che la spesa di per sè del vaccino. I vaccini sono forte-mente controllati da tutti i punti di vista, si incen-tiva la vaccinazione, perchè è un bene collettivo, la salute di ogni singolo cittadino. Quindi vuol dire che aumenta il valore sociale dello Stato stesso. Se tutti i cittadini sono sani, lavorano, producono e lo Stato può procedere con la sua marcia economica. Secondo me ci deve essere la rivalutazione del rap-porto di fiducia tra paziente e medico, non basta leggere un testo su internet, piuttosto che su una rivista specializzata. Noi docenti, che abbiamo do-vuto produrre anche noi l’autocertificazione, sia-mo favorevoli alle vaccinazioni. La maggior parte dei genitori vaccina i propri figli, ma ho avuto modo di incontrare genitori che hanno deciso di non farlo, notando l’influenza negativa di infor-mazioni, che sebbene siano supportate da dati scientifici, a mio avviso, non tengono pienamente conto del famoso rischio-beneficio. È veramente una scelta etica personale. Come madre, io i miei figli li ho vaccinati per tutte le malattie obbligato-rie e quelle consigliate». A chiudere il quadro di genitori preoccupati, ma decisi, una persona che ha sempre lavorato con i bambini. Mariella, per 35 anni insegnante: «Non posso parlare come madre perché non ho figli. Sono comunque favorevole in materia di vaccini anche perché da bambina me li hanno somministrati e non ho avuto complicazio-ni. Dovrebbero far fare anche quelli non obbliga-tori. Personalmente mio fratello mi ha fatto fare il vaccino del meningococco proprio perché ero a contatto di alunni non vaccinati. Alcune madri non sono favorevoli ed io non concordo con loro. Nella mia classe la maggior parte dei bambini era vaccinata».

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Attualità Vaccino o non vaccino: questo è il dilemma. Parlano i genitori

di Deborah Villarboito

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IntervistaIl medico: “Prendete le informazioni dai professionisti”

Quando dilaga la varicella party mania

Fake news atto II: cervelli di scimmia frullati

Una delle “battaglie sociali” più discusse degli ul-timi anni, divenuta ormai protagonista nella fa-vola morale all’italiana, è quella sui vaccini. Due le fazioni concorrenti: quella formata da chi se-gue regolarmente il percorso medico previsto (e che, quindi, sarebbe sbagliato definire “favorevo-li” poiché semplicemente si affidano alla scienza) e chi, invece, si professa contrario e non sottopone né se stesso né i suoi figli alle iniezioni.«Difficile trovare una motivazione che giustifi-chi questa divisione: il perché di questa lotta ce lo domandiamo anche noi professionisti del settore – dice Gabriele Bagnasco, Direttore del Diparti-mento di Prevenzione e della Struttura Complessa Igiene e Sanità Pubblica. In base ai colloqui che regolarmente facciamo con i genitori di bimbi non vaccinati, si può constatare un’ulteriore divi-sione, quella interna ai “contrari”: c’è, infatti, chi non è favorevole ai vaccini a causa di esperienze negative dirette o indirette oppure ha bambini che soffrono di particolari patologie; c’è poi chi, inve-ce, li pregiudica a priori senza alcuna ragione con-creta».Una campagna che, comunque, ha fatto discutere e che ha istillato dei dubbi anche nella testa del-le persone totalmente fiduciose nei confronti del mondo medico, «ma questo non è un problema: è giusto che le persone si informino e si confronti-no con gli esperti se dovessero avere remore, l’im-portante è che le informazioni giungano da chi ha davvero gli strumenti e le conoscenze per rispon-dere, perché molte notizie arrivano da fonti sco-nosciute e sono servite solo a creare panico anche

No varicella, no party. Sembra malsana e ha fatto molto scalpore la proposta di una mam-ma ‘NoVax’ dei mesi scorsi, che ha invitato nella sua casa a Milano chiunque volesse par-tecipare al suo Varicella Party. Strettamente provocatorio, il gesto che si è compiuto tanto meno che su Facebook ha creato una bufera che ha ovviamente diviso gli utenti. La va-ricella, così come il morbillo, è una malattia esantematica che può avere delle gravissime conseguenze. Iniziative come questa sono as-solutamente da irresponsabili e mi auguro che le autorità puniscano chi li organizza”. Così ha commentato l’Assessore regionale lombardo al Welfare, Giulio Gallera. Su Facebook diver-

È sufficiente visitare pochi siti o pagine Facebook per rendersi conto che i vaccini sono forse uno degli argomenti più legati alla proliferazione di “bufale” o “fake news”. Eppure questo è uno dei terreni più pericolosi, che rischia letteralmente di mietere vittime se si lasciasse aperta la strada alle menzogne.Una delle teorie che ancora oggi fanno paura, mal-grado migliaia di smentite, è quella che collega le vaccinazioni all’insorgere di autismo. Tale corre-lazione fu riportata da uno studio del 1998, in se-guito rivelatosi falso. Le successive ricerche non hanno mai evidenziato alcun legame tra vaccini e autismo. Al contrario, attualmente la medicina sembrerebbe evidenziare cause congenite alla base dell’autismo. I vaccini, dunque, nulla possono c’en-trare. Qualcuno sostiene poi che i bambini vacci-nati siano infettivi per un periodo dopo la som-ministrazione, proprio come se avessero contratto la malattia. Questo non è vero perché la maggior

laddove non era necessario». Oltre alla ragione di questa guerra, Bagnasco si chiede anche come mai «siano stati presi di mira proprio i vaccini ed esclusivamente questi. Mi spie-go meglio - continua il medico -: nonostante ci sia sempre chi è restio nei confronti dei farmaci, non è mai nata una vera e propria campagna contraria agli antibiotici o ad altri aspetti o prodotti dell’u-niverso medico scientifico che potrebbero essere anche più pericolosi dei vaccini stessi. Mi doman-do chi o cosa ci sia dietro questa scelta e l’unica risposta che, per ora, ho saputo darmi è inerente all’aspetto legale: può darsi, mi sono detto, che i vaccini siano diventati bersaglio a causa della loro obbligatorietà, mentre qualsiasi altro farmaco si è liberi di scegliere se assumerlo o meno».Un questo che, invece, viene da porre a un pro-fessionista è quello riguardo alla reale criticità: è pericoloso non vaccinarsi?«Dipende dal contesto e dal soggetto: prendiamo come esempio un bambino nato da genitori sani e senza particolari patologie, che conduce una vita ordinaria tra la sua abitazione e la scuola materna. Non corre in particolari pericoli; la pericolosità potrebbe essere più grande per qualche altro bim-bo, specie se portatore di una o più specifiche ma-lattie. È uno scenario, questo, di cui discutere in previsione del futuro – specifica Bagnasco -: è im-portante, infatti, chiedersi se questo rischio sarà grave tra dieci anni, quando nessuno oggi può sa-pere cosa succederà. Quello che si può effettiva-mente temere è che certe malattie non potranno, così, scomparire del tutto: la medicina è riuscita

a sconfiggere il vaiolo, ad esempio, così come si stanno facendo grandi passi per il morbillo; per la poliomielite ci si trova a lottare contro carestia e situazioni sociali difficili, non è il vaccino a non es-sere stato efficace».

si utenti hanno ricordato l’art. 438 del Codi-ce Penale che prevede che “chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo”. Il problema vero è che a volte la paura nei confronti della vaccinazione e di presunti effetti avversi su-perano la percezione di pericolosità della ma-lattia. Tra l’altro la varicella è tra le più conta-giose, perché ogni singolo caso può dar luogo ad altri 15 o 20, trasmettendosi facilmente per via aerea. Al di là del fastidio che possono dare le pustole al bambino, sono gli eventuali effetti secondari ad essere più gravi e sotto-valutati: nel 10/15% c’è rischio di polmonite, nel 36% si possono verificare sovrainfezioni

parte dei vaccini contiene solo determinate parti del virus o del batterio. Quindi non possono re-plicarsi. Altri vaccini contengono effettivamente virus “interi”, ma troppo deboli per infettare altre persone. Che dire del sempreverde «dieci vaccini tutti insieme sono troppi»? In realtà, i vaccini non sovraccaricano il sistema immunitario, che di per sé è capace di rispondere a “minacce” molto più serie. Sarebbero tranquillamente tollerabili anche numeri maggiori di vaccini. Per lo stesso motivo, non bisogna credere che il sistema immunitario di un bambino piccolo sia troppo debole per re-agire ai vaccini. Basti pensare all’”aggressione” che subisce il corpo di un neonato quando passa dall’ambiente pressoché sterile dell’utero mater-no a quello esterno, in cui vivono miliardi di bat-teri. “Aggressione” a cui il sistema immunitario, in condizioni normali, reagisce senza particolari problemi. Diverse malattie, poi, sono pericolose soprattutto per i bambini più piccoli: ritardare il

momento della vaccinazione, quindi, rischia sola-mente di esporlo a gravissimi rischi.Non mancano mai, poi, le teorie del complotto secondo cui le case farmaceutiche baserebbero i loro guadagni sulle campagne di vaccinazione. In realtà, i vaccini sono una delle fonti minori di fat-turato. I numeri più alti si registrano invece nel settore degli antidolorifici. In generale, poi, la cura per una malattia è sempre più costosa del relativo vaccino. Prevenire, dunque, non è solo meglio che curare, ma anche più conveniente in termini eco-nomici.Una delle ultime bufale parla addirittura di “cer-velli di scimmia frullati” contenuti nei vaccini. Che dire? Forse nemmeno Indiana Jones avrebbe immaginato tanto.

batteriche e, più raramente, effetti neurologi-ci, oltre a ospedalizzazioni diffuse, dicono gli esperti. Intervistando alcuni anziani, però, è emersa una realtà curiosa. Quella dell’usan-za, ormai andata persa, di fare stare a contat-to bambini contagiati e non in modo tale da scongiurare il ‘beccarsi’ la malattia da adulti, visto che alcune, come i comuni ‘orecchioni’ e la rosolia, sono più dannose se contratte da adulti, piuttosto che da bambini.

di Sabrina Falanga

di Deborah Villarboito

di Fabiana Bianchi

Attualità

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Giovedì 12 luglio gli interventi del mon-do politico si sono concentrati sul caso della nave Diciotti. In serata, infatti, il premier Giuseppe Conte ha annunciato l’inizio delle procedure di sbarco dei 67 migranti bordo. Sulla situazione era in-tervenuto anche il presidente della Re-pubblica Sergio Mattarella. Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha ribadito la priorità della lotta ai trafficanti di esseri umani. Luigi Di Maio ha appoggiato l’in-tervento del Capo dello Stato. A rendere particolarmente acceso il dibattito anche le presunte minacce all’equipaggio della nave Vos Thalassa, che aveva recupera-to i migranti in acque internazionali, da parte di due di loro.Venerdì 13 luglio prosegue il dibattito sull’immigrazione: a Malta si è ferma-ta una nave con 450 migranti a bordo. Fortunatamente, gli Stati europei hanno trovato piuttosto facilmente un accordo: diversi i Governi che si sono detti dispo-nibili ad accogliere parte dei richiedenti asilo. Soddisfatto il premier Conte: «Fi-nalmente l’Italia è ascoltata».Sabato 14 si è invece scatenata la bufe-ra sull’ormai nota “relazione tecnica” in merito al decreto dignità. Nel testo, in-fatti, si parla del rischio di una perdita di 8mila posti di lavoro in un anno per via del “giro di vite” sui contratti a tempo

determinato. Per il vicepremier Luigi Di Maio, «quel numero, che per me non ha alcuna validità, è apparso la notte prima che il dl venisse inviato al Quirinale». La discussione si è presto allargata, coinvol-gendo addirittura l’ex ministro dell’Eco-nomia Pier Carlo Padoan in un serrato botta e risposta.

Domenica 15 in Italia si continua a di-scutere sul decreto dignità. Questa vol-ta il dibattito si scatena tra il Governo e l’Inps. Secondo il presidente dell’Istitu-to, Tito Boeri, non sarà facile stabilire con precisione l’impatto delle nuove nor-me contenute nel decreto sul mondo del lavoro, ma «il suo segno negativo è fuori discussione».Arrivano intanto buone nuove dall’este-ro, dove la Spagna e il Portogallo si ag-giungono ai paesi disposti ad accogliere i profughi.Lunedì 16 occhi puntati sulla politica estera: Matteo Salvini ha annunciato che il Governo italiano non esclude il veto sulle sanzioni dell’Unione Europea con-tro la Russia. Si tratterebbe però, ha ag-giunto, di un’extrema ratio a cui proba-bilmente non sarà necessario ricorrere. Le sanzioni alla Russia sono state impo-ste alla luce della sua condotta geopoliti-ca all’indomani della crisi della Crimea.

Martedì 17 si torna a parlare di migranti. La ong “Open arms” ha accusato la Libia di avere lasciato morire una donna e un bambino che si trovavano su una barca con 158 persone in tutto. Dura la repli-ca di Salvini: «Bugie e insulti di qualche ONG straniera confermano che siamo nel giusto».

Le cronache di giovedì 12 luglio si apro-no con una panoramica sulla capitale. A Roma sono bloccate ormai da un mese 700 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Si trovano a bordo di un treno, diviso in 21 vagoni, fermo in una stazione nella periferia nord della città e ribattezzato “il treno della vergogna”. Avrebbe dovu-to essere indirizzato in Germania, ma al momento le discariche tedesche sono sa-ture e non si trova un’altra sistemazione.Venerdì 13 luglio le principali pagine di cronaca seguono le indagini sulla trage-dia di Sara Francesca Basso, la ragazzina di 13 anni morta annegata due giorni pri-ma nella piscina di un hotel dove era in vacanza con i genitori. L’ipotesi più ac-creditata è che sia stata risucchiata da un bocchettone di aspirazione della piscina. Quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati.Sabato 14 si mostra ancora drammatico sul fronte della cronaca. A Manerba, sul lago di Garda, una ragazza danese di 17 anni ha riferito di essere stata aggredita e abusata da un branco di quattro persone, all’uscita di un locale. Lo stesso giorno è giunta la notizia di uno stupro avvenu-to in ospedale, a Macerata: una paziente

ha denunciato di essere stata violentata da un infermiere in servizio nel reparto dove era ricoverata.Domenica 15 le pagine di cronaca nera riportano la confessione di Zakaria Sa-fri, imbianchino di 38 anni che secon-do il suo primo racconto avrebbe ucciso Sabrina Malipiero. La donna era stata trovata senza vita il giorno prima, colpi-ta da due coltellate alla gola. Nei giorni successivi, però, l’uomo ritratterà la sua confessione.Lunedì 16 giunge la triste notizia dell’en-nesimo femminicidio: in provincia di Lec-ce, un uomo ha ucciso la moglie. Teresa Russo, di 57 anni, è stata colpita alla gola dal marito 77enne, Michele Spagnuolo, con delle coltellate. La coppia si stava se-parando. Dopo l’omicidio l’uomo, sordo-muto come la moglie, ha lasciato davanti alla caserma dei Carabinieri un biglietto in cui confessava il gesto.Martedì 17 prime pagine per un’impo-nente operazione dei Carabinieri di Roma contro la mafia: 33 persone sono state ar-restate con l’accusa di aver messo a punto un’organizzazione per il traffico di droga, estorsione e usura, con l’aggravante del metodo mafioso. Nel corso dell’opera-

zione sono stati sequestrati diversi loca-li, quattro case popolari che erano state occupate abusivamente, 50mila euro in contanti, auto, orologi di lusso e diversi conti correnti.

di Fabiana Bianchi

di Fabiana Bianchi

Roma invasa dai rifiuti, mafia ko dai Carabinieri

I fatti della settimana

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Attualità

Politica italiana: attenzione ancora sulla questione migranti

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Il Decreto Dignità proposto da Luigi Di Maio e approvato lo scorso 2 luglio in Parlamento è entrato in Gazzetta Ufficia-le. Il super Ministro del Lavoro però non si era accorto prima della pubblicazione dell’inserimento di una piccola postilla, probabilmente scritta molto piccola in un angolino per sfuggire all’attenta ana-lisi del super Ministro, la quale prevede una stima riguardo la possibile riduzio-ne di 8.000 posti di lavoro all’anno fino al 2028. Ottantamila posti di lavoro in meno in dieci anni. All’accorgersi della macchiolina, su sug-gerimento degli elettori di ogni parte po-litica, alza la testa, chiama il compare del Ministero dell’Interno Salvini, chiama il Ministro dell’Economia Tria, chiama la Ragioneria dello Stato, e si inalbera, con ministeriale ritegno. Alla stampa rispon-de che non si sa quale “manina” abbia inserito il dato in Gazzetta. Dal Governo tutti cercano di affermare la non scienti-ficità del dato, e ci mancherebbe. Poi vie-ne affermata l’aleatorietà della valutazio-ne espressa. E poi ecco arrivare il clou, il complotto: qualcuno avrebbe prodotto il dato per contrastare il governo attuale. Chi è questo qualcuno? Tito Boeri, Pre-sidente dell’INPS, economista stimato a livello internazionale. Appresa la notizia dal compare Vice Presidente del Consi-

Mentre in Italia ogni nave che salva delle persone in cerca di asilo diventa un caso politico, la Corte Costituzionale francese ha assunto una decisione importante: il principio di fraternità inscritto tra i va-lori cardine della Repubblica, insieme alla libertà e all’uguaglianza, impedisce di criminalizzare la solidarietà con i mi-granti. Le norme che perseguono chi for-nisce aiuto agli stranieri, ancorché privi di regolari permessi, sono state dichiara-te incostituzionali.

In Italia invece, dopo inchieste naufra-gate e imbarazzati silenzi, la Procura di Trapani a un anno dal blocco della nave Juventa ha emesso venti avvisi di garan-zia a carico di responsabili e operatori delle ONG impegnate nei salvataggi in mare, da Medici Senza Frontiere a Save the Children . Gli esponenti del governo, non solo Salvini, pressoché ogni giorno polemizzano contro le organizzazioni umanitarie e le loro navi, ricorrendo ad argomenti pretestuosi come il luogo di registrazione o la bandiera che inalbe-rano. Le ONG, in un certo discorso po-litico, sono diventate sinonimo di oscuri

glio, Matteo Salvini esplode e tuona: Che si dimetta! Che poi, perché dovrebbe di-mettersi? Se ha sbagliato, che lo licenzi-no. O forse non ha sbagliato? O forse non possono licenziarlo? Panico.La sentenza ai posteri, è il meccanismo attivato in questa vicenda che ci incurio-sisce. Dati alla mano pare andata così: il dl viene approvato, e lo stesso giorno la Ragioneria dello Stato chiede una serie di pareri ad una serie di organi statali, tra cui l’INPS, a cui viene chiesto con urgenza di valutare il numero di lavoratori coin-volti al fine di quantificare il minor getti-to contributivo, e quindi le coperture del dl stesso. Pronti via, quattro giorni dopo, sei giorni prima della pubblicazione in gazzetta, l’INPS recapita alla Ragioneria la relazione nella quale si stimano circa ottomila posti di lavoro in meno all’anno per dieci anni. Tutto documentato da La Stampa da qualche giorno. Nessun segreto dunque, solo l’elaborata macchina statale che procede come da protocollo. Il fatto è che se il politico non conosce i protocolli, non ha esperienza e non ha alcuna intenzione di procurarsela questa esperienza, tra le conseguenze c’è quella di fare figure barbine. A livello nazionale, per cui pare che pochi se ne interessino, ma soprattutto a livello internaziona-

interessi stranieri che tramano contro la sicurezza del nostro paese.

Non è questione di scontro tra le gente comune e le élites globalizzate. Ci sono pezzi di classe dirigente del paese che stanno inquinando i pozzi dei valori fon-danti della nostra convivenza. Anche la nostra Costituzione parla di “inderogabi-li doveri di solidarietà” e di accoglienza dovuta allo straniero che non gode nel suo paese dei diritti fondamentali. Usa-re il consenso politico o il potere giudi-ziario contro i valori-guida della nostra comunità nazionale significa disgregare i legami che ci uniscono, oltre a isolarci sempre più dalla comunità europea e in-ternazionale. Costituzione repubblicana, costruzione europea, organismi interna-zionali: queste istituzioni faticosamente edificate nel dopoguerra hanno i diritti umani come pietra angolare. Il fatto che non siano sempre adeguatamente onora-ti non autorizza a rigettarli o a contrap-porli a un presunto interesse nazionale. Papa Francesco dal canto suo ha preso una posizione che dice chiaramente da che parte dovrebbero stare i credenti e le

persone che hanno a cuore i diritti umani universali: “le mani che salvano sono le mani di Dio”.

le: una platea che osserva attentamente, giudica e sentenzia. E poi decide chi si può sedere al tavolo delle decisioni im-portanti. Regaliamo un paio di manuali a Di Maio. O un Ministero a Boeri.

di Maurizio Ambrosini

di Federico Bodo

Il decreto dignità, Boeri e il classico caso all’italiana

Andiamo a rivedere la nostra Costituzione

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Politica

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Frittatona da forno

Ingredienti per 8 persone10 uova

4 zucchine medie

Due cipolle rosse

150gr di prosciutto cotto

200gr di pancetta dolce a cubetti

Un bicchiere di latte

100 gr di formaggio grattugiato

Due cucchiaini di basilico essic-cato tritato

Olio Evo, sale e pepe qb

Rubrica

Rubrica

di Chiara Bellardone

Questo è l’ombelico del mondo. Già, proprio questo: Foligno. È lu centru de lu monnu. Lo dice un gioiello, non è insomma una leggenda. Sì, ma una volta a Foligno, qual è esattamente il centro del centro? Cercate il birillo rosso del biliardo centrale di quello che fu il Gran Caffè Sassovivo. È stato creato un monile con questo birillo rosso, a grandezza naturale. Attenzione, però, perché sempre in Umbria c’è chi contesta questa definizione – centro del mondo – non accontentandosi di essere già il perfetto centro d’Italia, ossia Narni. Anche se ufficialmente i due paesi umbri dicono di voler collaborare, la rivalità è sentita per il titolo di centro che più centro non si può.L’Umbria, dunque, lancia da sempre la sua sfi-da al resto d’Italia. Al Nord potranno avere la capitale economica e della moda, il triangolo industriale, le innovazioni tecnologiche, la fi-bra e quant’altro. Ma noi, seppur piccoli, siamo importanti. Eccome. Meglio pure della capitale politica, che è a poca distanza. Non vi diamo il centro della terra – quello difficilmente si potrà trovare – ma il resto sì qui. Forse manca un po’ di valorizzazione di questi due titoli a Foligno e a Narni. Perché se i turisti stranieri ne fossero a conoscenza, impazzerebbero i selfie a fianco al birillo rosso. Soprattutto da parte dei giap-ponesi.Foligno si presta benissimo a essere il centro del mondo. Per anni è stata la porta tra nord

e sud Italia, tra Mar Tirreno e Mar Adriati-co. Percorsa da viaggiatori e da tanti pellegri-ni. Una specie di isola in un mare, il calice di una rosa i cui petali sono costituiti dalle città vicine, più verso le colline (così la descrivono i poeti). Il paragone con l’ombelico è dato poi dalla sua forma ovale, con le mura intorno. Pa-ragonata al Tempio di Apollo e Delfi, a Roma e Gerusalemme, centri del mondo antico e della cristianità.Poi c’è Narni, che si è presa il diritto di essere il centro d’Italia, strappandolo a Rieti. A stabilir-lo un geografo perugino. In questo caso, siamo vicino al ponte di Cardona. E dire che, fino al 2015, per tradizione il centro d’Italia era a due passi dalla sede del Comune di Rieti, in piaz-za San Rufo. C’è addirittura una targa scritta in tutte le lingue del mondo a ricordare che lì, dai tempi dei romani, è individuato l’umbilicus italiae. Ancora ombelico, insomma.C’è poi chi sostiene che essendo l’Italia uno Sti-vale storto, sia impossibile determinarne il cen-tro esatto. Narni, però, si tiene stretto questo nuovo titolo, considerando che quello di centro del mondo è al momento difficile da prendere. Magari al Nord ridono anche di queste dispu-te, che paiono essere quelle dei Comuni di una volta. Ma provateci voi ad abitare in una regio-ne piccola, spesso dimenticata persino nelle previsioni del tempo, e capirete che importan-za può avere piazzare qualche chilometro più

a nord o più a sud la bandiera della centralità. E poi, dai, l’Italia è il paese dei campanili. Solo che una volta tanto non si scontrano Nord e Centro, ma Centro e Centro. Anzi, Centro del mondo e Centro d’Italia.

Benvenuti al CentroUmbria ombelico del mondo (e d’Italia), ma che liti!

di Alessandro Pignatelli

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In una padella antiaderente faccia-mo prima saltare le zucchine e le cipolle tagliate a pezzi, poi cuocia-mole per una decina di minuti con un bicchiere di acqua per ammor-bidirle (fig.1). Quando le verdure saranno quasi cotte, aggiungiamo il prosciutto tritato e la pancetta e saltiamo a fiamma viva per qual-che minuto, poi togliamo dal fuoco (fig.2-3). Rompiamo ora dieci uova in una terrina (fig.4), aggiungiamo un bicchiere di latte, il formaggio grattugiato, il basilico, sale e pepe e sbattiamo il tutto (fig.5-6). Uniamo le verdure con prosciutto e pancetta, mescoliamo e vuotiamo in un con-tenitore adatto rivestito di carta da forno (fig.7-8). Inforniamo per cir-ca 15-20 minuti a 200gradi (fig.9). Quando la frittata sarà dorata in su-perficie, togliamola dal forno e ser-viamola subito calda o raffreddata a cubetti come aperitivo (fig.10-11).

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Music Pills a cura di Olivia Balzar

Erano in tanti, tantissimi per il concerto degli Hollywood Vampires all’auditorium a Roma. Forse troppi per un gruppo rock che ha all’attivo un disco di cover e un solo pezzo originale. Ma andiamo con ordine: nel 2015 a Los Angeles due mostri sacri della musica e un volto del cinema con il pallino del rock si ritrovano e danno vita a questo supergruppo, dall’energia eccezio-nale e dal successo garantito. I loschi figuri in questione sono Alice Cooper, Joe Per-ry e Johnny Depp. Già, Johnny Depp è un rocker a tutti gli effetti con un passato nei Rock City Angels, gruppo di nicchia di cui io possedevo una cassetta, ma che la maggior parte della gente non ha idea di chi diavolo siano. Erano altri tempi, per Johnny Depp c’ era in agguato Hollywood e non c’era tutta questa attenzione mediatica intorno al suo.personaggio. Ora è tutto diverso. La maggior parte delle persone nel pubblico dell’ auditorium erano li per Johnny Depp, per vedere Jack Sparrow o Edward Mani di forbice, o il gitano sexy di chocolat che suonava una chitarra. Non mi sento di biasimare queste persone, ma concedete-mi un momento di riflessione. Il day after è stato una doccia fredda. Sui social abbon-davano foto sue, del divo maledetto che si avvicinava a noi comuni mortali attraverso il linguaggio del rock, mentre Alice Cooper

e Joe Perry sono passati in secondo piano. Mi auguro che prima di andare al concer-to, sLe persone si siano informate sulle loro carriere, sulla loro importanza nell’Olimpo de rock, perché non basta un bravo attore che si diverte a suonare per far scoprire il rock al resto del mondo. Ci vuole la magia che solo certe icone possono trasmettere. A ognuno il suo, per favore.

di Olivia Balzar

Il mondo ha scoperto il rock

scrivete a [email protected]

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Rubrica

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«Non ci prendiamo mai abbastanza cura di noi stesse, nonostante chi è parte del-la nostra vita ci dica sempre di iniziare a farlo. Qualunque insegnamento filosofi-co, religioso, morale lo insegna. Siamo sempre attenti a chiunque, tranne che a noi stesse. Sappiamo di star sbagliando a vivere così ma non ascoltiamo i consigli di nessuno e continuiamo a trascurarci. Finché non è la vita stessa a ricordarci che esistiamo anche noi. Che, come don-ne, esistiamo anche noi. Forse un can-cro al seno arriva anche per questo. Non al fegato, allo stomaco, al pancreas. Al seno. Quasi la vita ti stesse dicendo: è ora che, in quanto donna, inizi a pren-derti cura di te. Ora fermati, curati: ora ci sei tu e non puoi più dimenticartene».Faiza Qsyier ha 47 anni, di origini Bel-gia, marocchina da parte del papà. Ha due figli ed è infermiera. La sua batta-glia, volta alla diffusione di determina-ti messaggi, nasce dalla sua personale esperienza di vita: un doppio tumore al seno per il quale ha subito la chemiote-rapia e una mastectomia bilaterale.A parlare, da contorno alla sua voce, sono le cicatrici sui suoi seni e che, senza alcun dubbio, raccontano di lei una bel-lezza che va oltre l’estetica.«Il tumore al seno, per una donna, ol-tre a minare la sua salute e la sua quo-tidianità, mina la sua persona. Perché, da fuori, è facile che ti dicano che non è importante la caduta dei capelli – tanto ricrescono! -, che non sono importanti le cicatrici sui seni, o non averli, perché tanto, ti dicono, l’importante è essere vive». Faiza era nel corridoio di una corsia di ospedale con il suo medico e parlavano di chemioterapia. «C’era una domanda che volevo fargli – ricorda –. Volevo do-mandargli proprio se avrei perso i capel-li. L’ho fatto, sottovoce. E la risposta del medico non la dimenticherò mai. Mi ha detto: chi se ne importa dei capelli, pen-si a salvarsi la pelle«. Perdere i capelli è uno dei segnali più forti, quello che a primo impatto si nota immediatamente e per il quale, spesso, le donne colpite da tumore si vergognano: «Essere don-na non è avere i capelli lunghi. Essere donna non è avere un seno perfetto. Si è donne nello spirito, nella forza, nel sor-riso».Faza lo ripete spesso: sono viva, più viva che mai. Ma che significa, in realtà, essere vive? Significa davvero non avere l’elettrocar-diogramma piatto? È tutto limitato a un apparecchio medico-scientifico?«Essere vive significa tornare a sentirsi belle. Significa riuscire a tornare a guar-darsi allo specchio senza la paura di ve-

dersi non solamente brutte ma malate. La maggior parte delle donne – dice Fai-za – hanno paura di chiedere all’oncolo-go se la chemioterapia farà loro cadere i capelli. Hanno paura perché temono di essere giudicate come superficiali e attente solo all’aspetto estetico. Tutto questo non ha niente a che vedere con l’estetica».Ci sono donne, al mondo, che volonta-riamente si rasano i capelli e si sorridono allo specchio, nel vedersi così. Il cancro al seno ti toglie questo: la decisione di essere te stessa. I capelli ti cadono senza che tu lo voglia. «Così come il seno: ci sono persone che ti dicono addirittura – dai, ti rifai il seno gratuitamente, pensa che c’è chi paga per farselo rifare – ma chi ha detto che io volevo un altro seno? Prima dell’intervento di mastectomia e la successiva ricostruzione del seno, cri-ticavo i miei seni ‘naturali’. Non mi pia-cevano. Solo quando me li hanno por-tati via ho capito quanto sia importante amarsi per quello che si è».Sono passati cinque anni da quel male-detto giorno. Da quando Faiza ha ini-ziato una nuova vita: «Si muore, in quel momento. Ma si ha la fortuna di rina-scere e di diventare persone migliori di ciò che eravamo prima. Oggi mi guardo allo specchio e mi dico: sì, sono bella. Sì, questi seni adesso sono i miei».C’è un desiderio che ha Faiza: «Vorrei se ne parlasse di più, vorrei che in ogni cit-tà, non solo in quelle più grandi, si cre-assero eventi, maratone e campagne di sensibilizzazione. Per prevenire, per cu-rare e per far sentire meno sole le donne che stanno combattendo». di Sabrina Falanga

Mai contro cuoreSi e’ donna nello spirito, nella forza, nel sorriso

a cura di Sabrina Falanga

scrivete a [email protected]

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Rubrica

“Mangiare per due”, un’espressione usata molte volte al riguardo dell’alimentazione di una donna incinta: ma è corretta? Ci si chiede, infatti, se il fabbisogno nutriziona-le quotidiano di una donna in gestazione aumenti: «Di poco. Sicuramente non così tanto da far dire che dovrebbe mangiare per due persone. Anzi: è anche pericoloso incentivare o giustificare il raddoppio di un’alimentazione».Chiaramente, come sottolinea sempre Ciarmatori, non esistono diete universali o consigli che siano adatti indistintamente a tutti, specialmente in situazioni di salute particolari e la gravidanza è uno di questi; ci sono, comunque, suggerimenti generali che potrebbero essere presi in considera-zione. «Iniziamo dalla colazione, pasto principa-le della giornata. Molte donne gravide – dice il nutrizionista – soffrono di nausea la mattina ed è giusto, quindi, che mangino ciò che più preferiscono. Un’ottima cola-zione potrebbe essere dello yogurt bianco intero o parzialmente scremato con l’ag-giunta di frutta fresca di stagione e cereali come muesli integrale, fiocchi o bastoncini di frumento integrale. Salutare può essere anche una manciata di frutta secca tostata e non salata. Per quanto riguarda il pranzo e la cena, invece, direi di attenersi alla propria re-golare alimentazione facendo attenzione che sia completa: nei pasti non devono mai mancare carboidrati, proteine e grassi buoni, meglio evitare cotture e condimenti pesanti e preferire il dolce al termine di un

pasto più leggero in modo da non andare a influire troppo, scegliendolo possibilmen-te artigianale».Una domanda che le donne si pongono è quella riguardo al caffè e al suo possibile consumo durante la gravidanza: «Il con-sumo eccessivo di caffeina è sbagliato a prescindere, indipendentemente dalla ge-stazione: tanto più, quindi, se la situazio-ne di cui parliamo non è ordinaria. Molte donne, comunque, evitano già di per sé il caffè poiché spesso in gravidanza por-ta nausea; in ogni caso è bene attenersi a massimo due tazzine al giorno, preferen-done il consumo entro il pomeriggio per evitare che, se bevuto la sera, agisca sul sonno e sul regolare riposo di cui una don-na in gravidanza necessita. Utile può esse-re la scelta del decaffeinato».Molta più attenzione, invece, relativamen-te a quello che una donna incinta dovrebbe evitare: il crudo (quindi sushi o carne cru-da), compresi i salumi (meglio, dunque, il prosciutto cotto o la mortadella), formag-gi molli e semimolli (Gorgonzola, Brie, Camembert e simili sono da evitare per la possibile presenza del battere che cau-sa la listeriosi), il latte crudo non pasto-rizzato, le uova crude, gli alcolici, verdure crude o mal lavate, tonno in scatola (per la concentrazione di mercurio) e pesce in scatola (poiché contiene troppo sale), il pesce affumicato, i molluschi crudi. Da li-mitare, inoltre, zuccheri e dolci che cau-sano picchi glicemici «e a tal proposito è bene ricordare che vanno evitate anche le bevande zuccherate, sempre per lo stesso

principio. Per quanto riguarda le bevande, meglio evitare di filtrare l’acqua del rubi-netto perché la filtrazione elimina la mag-gior parte dei minerali presenti nell’acqua di cui si ha bisogno quando si è in dolce attesa».

di Sabrina Falanga

Salute & BenessereGravidanza: scelte per una corretta alimentazione

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Rubrica

di Sabrina Falanga

Una casa su misura… di gatto: un’abita-zione che ospita un felino, diventa infat-ti l’habitat per eccellenza di Fufi. Porre attenzione, quindi, all’arredamento ca-salingo è importante non solo per l’ani-male, che troverà così totale conforto nel suo mondo quotidiano, ma anche per il padrone che non dovrà continuare a por-re rimedio a eventuali danni. Tra le più comuni lamentele c’è infatti la rovina di armadi e divani a causa delle unghie del gatto: il primo passo, nell’a-deguamento di una casa, è proprio quel-lo di porre in giro per le stanze dei tira-graffi che attirino l’attenzione del peloso, evitando così che vada “a farsi le unghie” sui nostri cuscini nuovi… Un consiglio in più può essere quello di posizionare i tiragraffi in una zona alta della casa, in modo che il felino abbia la sensazione di controllo a lui tanto cara. I primi tempi si può aggiungere qualche profumata croc-chetta o dell’erba gatta vicino al tiragraf-fi, in modo che ne sia attirato e impari a conoscerne la presenza.È fondamentale dedicare a Fufi un angolo di relax costruito appositamente per lui (benché, si sa, i gatti amino stare sul di-vano o sul letto accanto al loro padrone): che sia un gruppo di cuscini, una scatola o una casetta, è importante scegliere una stanza poco frequentata durante il gior-no (la camera da letto rispetto alla cuci-na, ad esempio), il più possibile riparata

dai rumori e che faccia sentire l’animale protetto. Per quanto riguarda la lettiera, è bene se-guire la regola che seguiamo noi umani per il bagno: il rispetto della privacy. La lettiera, dunque, deve essere collocata in una zona della casa adeguata: il bagno, il ripostiglio o il balcone se riparato dal-la pioggia e se disponiamo degli appositi passaggi per far sì che il gatto possa acce-dere quando necessita. In caso di presen-za di più gatti, ogni quattro zampe dovrà avere la sua lettiera: un consiglio, questo, valido anche per le ciotole e per i giochi, poiché non tutti i gatti sono disposti alla

condivisione. Così come è bene adeguare la casa alle sue comodità, è giusto fare attenzione an-che a tutto ciò che potrebbe essere dan-neggiato o per lui dannoso: ricordarsi, quindi, di chiudere cassetti e armadi ma soprattutto lavastoviglie e lavatrici. Non solo: anche alcune piante e determinati fiori potrebbero rivelarsi pericolosi, così come i prodotti per la casa e la cosmesi

Qua la zampaCasa dolce casa: anche per fufi

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Sport

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RubricaLa polvere sui libri a cura di Fabiana Bianchi

Tormentoni estivi: disfida tutta italianaUn testo che parli di mare, una musica che riporti a quella latina, al reggae o al pop anni Ottanta. Un ritmo allegro. Spesso però i tormentoni estivi avevano un retrogusto amaro dietro l’allegria di fondo. E anche quest’anno un po’ di malinconia, con buo-na dose di nostalgia c’è. Ecco la ricetta per confezionare il tormentone perfetto. Quel-lo che hai in testa, dal mattino alla sera, lo senti in radio, nei negozi, arrivi ad odiar-lo, a non poterne più, fino a quando a furia di ascoltarlo non ne puoi più fare a meno, come una droga legalizzata che crea dipen-denza. Le sinapsi sono ostaggio di voci ac-cattivanti, personaggi colorati e coloriti e musiche che sembrano studiate per smuo-verci le anche. La cosa “preoccupante” è che non c’è solo un tormentone: c’è quel-lo per i ventenni, quello per chi ama il rap, l’immancabile tormentone latino, e poi il tormentone italiano, poi ancora il tormen-tone italiano rivisitato, quello rock, quello per bambini. Manca solo lo Zecchino d’Oro e poi siamo circondati. Presi d’assedio dal-la musica che sa, nonostante i gusti, ricon-durci all’atmosfera estiva, fatta di amori, libertà e sogni di mezza estate. Ma questa è un’altra storia. A questo punto abbiamo già dei nomi per i sequestratori di sinapsi. In testa abbiamo i nuovi re del tormentone J-Ax e Fedex con ‘Italiana’, che con la com-plicità dello spot pubblicitario collegato, anche questo a tema estivo e il vantaggio dell’uscita prima degli altri, ci inebriano tra sonorità elettroniche e il solito ritornello da cantare a squarciagola, con una canzone che parla dei nostri mali, della nostra vo-

glia di estero e della bellezza di restare nel nostro Paese. La regina per il secondo anno è invece Baby K. Nell’estate del 2015 ‘Ro-ma-Bangkok’ con Giusy Ferreri, ora torna con ‘Da zero a cento’. La sua canzone è ve-nata di reggae (o reaggaeton) e il ritmo in levare evoca subito l’estate. Tra i parados-si della vita moderna e dell’estate ai tempi dei social, Baby K cita anche un paio di tor-mentoni estivi storici. ‘Amore & Capoeira’ di Takagi & Ketra ft. Giusy Ferreri è den-tro alle nostre teste e non vuole lasciarci. Questa canzone mescola house music e pop elettronico, evocando soprattutto nel testo, il Brasile. Carl Brave, invece, nuova leva del rap italiano, incontra un grande nome del settore, Fabri Fibra, e una delle voci fem-minili più interessanti degli ultimi anni, Francesca Michielin, Ne esce un brano mol-to particolare, dolce e un po’ sommesso, da fine serata. Il testo gioca con Baglioni e con la voglia di non uniformarsi e non seguire le mode e di uscire insieme dai periodi ne-gativi. Il creatore di ‘Despacito’ (che anco-ra ci tormenta), Luis Fonsi ci riprova con questa ‘Echame La Culpa’. È il tormentone latino, un classico che ogni estate ci spetta. La sfida però è aperta con Alvaro Soler, che ha fatto già centro come ‘El mismo sol’ e ‘Sofia’. Il nuovo tormentone si chiama ‘La cintura’. Rovazzi fa quello che vuole. Sem-plicità e simpatia, marketing perfetto. ‘Fac-cio quello che voglio’ è molto musicale, e vanta la partecipazione di Al Bano, Emma e Nek, mentre nel video appaiono anche Carlo Cracco, Eros Ramazzotti, Fabio Volo, Rita Pavone, Massimo Boldi, Roberto Pe-

dicini e Diletta Leotta, con interessanti ef-fetti speciali di morphing. Thegiornalisti tornano con qualcosa di più melanconico, dopo l’allegra ‘Riccione’. ‘Felicità puttana’ ha gli anni Ottanta nel pentagramma. Ma gli anni Ottanta non sono un periodo, sono uno stato dell’anima. Gli anni Ottanta non finiscono mai. E così i Boombadash per la loro ‘Non ti dico no’ hanno pensato di chia-mare Loredana Bertè. Loredana è quella di oggi. Ma come apre bocca sono brividi: la voce è sempre quella che cantava ‘E la luna bussò’ e ‘Non sono una signora’. Chi vince-rà? Ci aggiorniamo a settembre.

di Deborah Villarboito

Delle ultime uscite in libreria si parla sempre. Le copertine campeggiano nelle vetrine, recensioni più o meno entusiastiche si leggono su blog e social net-work e il passaparola corre veloce. Qualche titolo avrà poi accesso all’Olimpo dei classici, altri si dovranno accontentare di uno scaffale un po’ polveroso. Ma chi lo dice che sotto la polvere non si celino piccoli tesori? È il momento di parlare, da lettrice a lettori, di quei libri già datati ma ancora tutti da scopri-re o riscoprire a distanza di anni.

“Rose Madder”, di Stephen King“Rose Madder”, di Stephen King

Chi non conosce il “re dell’horror”? “Rose mad-der” non rappresenta però una delle sue opere più note né, si mormora, una di quelle più amate dal suo autore. Per chi scrive, “Rose madder” non è sicuramente il migliore romanzo di King, ma fra le sue pagine scorre una bellissima storia di co-raggio e riscatto.

Rose è una donna di 32 anni. Già al liceo fa cop-pia fissa con Norman, iniziando così a erigere le mura di quel mondo solitario in cui lui la confi-nerà nel corso degli anni. Si sposano subito dopo il diploma e Norman non tarda a rivelare la sua natura sadica. Dietro la divisa da poliziotto, l’uo-mo nasconde un temperamento crudele e violen-to. Ed è proprio la moglie a farne le spese in mag-gior misura: botte, morsi e forme di tortura sono all’ordine del giorno ma Rose, come scrive King, «dorme nella follia di suo marito». Ci vorranno quattordici anni perché Rose si scopra “una forza della natura”, si scuota di dosso il torpore e prenda possesso della sua vita. Una scelta che però avrà delle conseguenze: Norman è un poliziotto e sa

bene come cercare le persone. Non rivuole la mo-glie: vuole solo punirla per avere avuto l’ardire di lasciarlo. Inizia così un inquietante inseguimento.

“Rose madder” non è propriamente un romanzo horror, ma non manca l’elemento sovrannaturale: nella trama si apre infatti una finestra su un mon-do parallelo. Un mondo con interessanti richiami alla mitologia greca con cui marito e moglie, loro malgrado, saranno costretti a interagire. Le loro vite cambieranno in modo apparentemente im-possibile.

Tocco magistrale del re è, come sempre, la resa della psicologia dei personaggi: il “topolino im-paurito” che è (o meglio, era) Rose, il “toro” lan-ciato in una cieca carica che è Norman. Da un lato, lo spaesamento di chi fino a quel momento era rimasto chiuso in una scatola. Dall’altro, la violenta impetuosità di chi vuole ottenere ciò che desidera senza alcun riguardo per chiunque altro, al punto di uccidere.

Il tema della violenza domestica è trattato da vicino, senza fronzoli, ma al tempo stesso con la

necessaria attenzione: non è solo uno sfondo o uno spunto per costruirci una storia, ma è parte integrante della storia stessa. Da leggere.

di Fabiana Bianchi

Attualità

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Sport

Dilaga la Ronaldo-maniaÈ deflagrata la Ronaldo-mania. Un effetto de-vastante, tangibile sin da subito, una sorta di isteria collettiva più propria delle rockstar, ma gli effetti concreti si sono visti all’istante: voglia dilagante da parte dei tifosi che stanno prendendo d’assalto i negozi griffati Juventus, sia online che fisicamente, per acquistare la maglia di CR7. Numeri stratosferici: nel primo giorno, ogni 60 secondi, veniva venduta una maglietta, dal secondo giorno, ogni 48 secon-di, e il dato andrà certamente ad incrementar-si. Un affare geniale quello di portare Cristia-no Ronaldo alla Juve, in primis per l’aspetto tecnico-calcistico, ma anche per la ricaduta, a pioggia, delle questioni economiche, fatte di introiti e ricavi, con cifre imparagonabili per qualsiasi altro giocatore. Ronaldo vende ogni anno un milione di pezzi della sua maglietta. Facendo un calcolo medio di 100 euro a capo, l’incasso dovrebbe aggirarsi sui 100 milioni. La Juventus non si ripagherà il cartellino solo con le magliette vendute, sia chiaro, il grosso introito va allo sponsor tecnico Adidas, con la Juve che fruisce di una percentuale fluttuan-te tra il 20-25% , ad eccezione degli store di Torino e Milano i cui incassi sono tutti per la Vecchia Signora, ma queste cifre danno l’idea dell’affare monetario enorme che si sta svilup-pando, senza contare i social che sono esplosi di follower, parliamo di milioni di like in più, il titolo di borsa schizzato alle stelle e, in se-guito, la penetrazione del marchio Juventus, in tutto il globo, diverrà una realtà. Cristia-no Ronaldo impazza ovunque ci siano tifosi juventini, ormai è Ronaldo Mania. A Torino una gelateria ha cominciato a vendere i “gela-

ti di Ronaldo”, nel comune di Vinovo è stata lanciata la “Coppa CR7” benedicendo l’arrivo della stella lusitana, operazioni che si stanno moltiplicando a macchia d’olio. Ma questo è solo l’antipasto di una frenesia dilagante, con-tagiosa, irrefrenabile. Cristiano Ronaldo non è più solo il desiderio complicato da raggiun-gere, da parte del popolo bianconero, ma è già divenuto, dopo poche ore, una vera icona della storia ultracentenaria della Vecchia Signora. La maglia numero 7, appena arrivato l’annun-cio, è andata subito esaurita in tutti gli store, e c’è da giurarci, diventerà la più venduta di sempre: insomma lo sponsor tecnico bianco-nero avrà un’immane lavoro da effettuare per stare dietro alle infinite richieste da parte dei fans. Sono 4 le versioni disponibili: da bam-bino (84,95 euro), da donna (94,95 euro), da uomo “replica” (104,95 euro) e da uomo “au-thentic” (144,95 euro). Gli ordini online han-no fatto saltare server e connessioni, e siamo solo all’inizio del tutto. La maglietta biancone-ra è stata messa in commercio, pochi secondi dopo l’ufficializzazione, e l’impennata di click ha mandato kappaò, per alcuni minuti il sito dello store.juventus.com. La bomba CR7 ha portato altri benefici immediati, facilmente prevedibili, figuriamoci cosa accadrà alle pri-me partite con il portoghese extraterrestre sul campo. CR7 alla Juve è un acquisto pazzesco a livello tecnico ma diventerà impareggiabile dal punto di vista dei ricavi commerciali e di immagine su scala mondiale. E chi ha voluto fortemente l’affare, portando a casa l’opera-zione, aveva già previsto tutto, seguendo un business plan complesso, minuzioso e detta-

gliato alla virgola. Che la Ronaldo mania dila-ghi, il tifoso può sognare anche nell’indossare la maglia Juve, con sulle spalle la scritta Ro-naldo 7. Un affare semplicemente geniale.

Francia Campione del MondoIl Mondiale di Russia ha visto il suo epilogo do-menica 15 luglio: La Francia è campione del mon-do per la seconda volta. Venti anni dopo il primo trionfo iridato, in casa, la squadra di Deschamps si è aggiudicata la finale del Mondiale 2018 a Mosca. Il 4-2 rifilato a Modric e compagni, ha infranto il sogno supremo della Croazia, la grande sorpresa di questo torneo, fatto di innumerevoli sorprese. Fuori tutte le pretendi al titolo, Germania, Argenti-na, Brasile, Spagna, i Bleu transalpini hanno avuto la meglio sugli avversari conquistando la Coppa. Una vittoria arrivata grazie alla qualità dei talen-ti, ma anche grazie alla furbizia di un allenatore come Deschamps, criticato in patria ma vincente. Lui si aggiudicò il primo titolo da giocatore e oggi il secondo arriva da allenatore. Didier ha saputo rialzare la sua nazionale dopo la sconfitta contro il Portogallo nella finale degli ultimi Europei, ca-ricando di fiducia i suoi ragazzi che, età media 26 anni, garantiscono un presente splendente e un futuro glorioso alla Francia. Griezmann, Mbappè, Pogba rappresentano le eccellenze mondiali di una nazionale solida ed efficace, non propriamente di-vertente e con un gioco non scintillante. Un mon-diale vinto non può ricevere critiche esacerbate, ma la vecchia tattica all’italiana, difesa strenua, e nemmeno troppo imperforabile, e ripartenze ful-minee concretizzate dai due grandi attaccanti, là davanti, non hanno certo attecchito tra i puristi del calcio champagne. Deschamps però, è stato bravissimo nel dare equilibrio alla sua squadra e, dopo l’esclusione dalla prima gara con l’Australia,

ha sempre tenuto in avanti Giroud, capace di sgob-bare come pochi nella corsa e nel difendere, un’ar-ma vincente indubbia. Grande festa a Parigi dopo il triplice fischio della finale, il popolo francese si è riversato per le strade per festeggiare la seconda Coppa del Mondo dei “Galletti”. Tra cori, bandie-re e fumogeni, una marea umana ha riempito gli Champs-Elysées, tra Place de la Concorde e l’Arco di Trionfo, e molte altre zone simbolo della capita-le. In ogni angolo delle strade di Parigi è risuonata la Marsigliese, l’inno nazionale della Francia. Cori da stadio, suono incessante dei clacson dei carosel-li di auto e motorini. Una città in festa, una nazione in festa. La Croazia, dal canto suo, ci aveva creduto e ha disputato un Mondiale incredibile, ma in fina-le a Mosca ha pagato dazio, perdendo un appunta-mento con la leggenda, ma ai croati vanno intessue lodi al cielo per lo spirito, il gioco e il carattere, dav-vero una nazionale di grande livello con eccellenze che portano i nomi di Modric, Rakitic, Mandzu-kic e Perisic. Insomma i francesi sono sul tetto del mondo, con il tripudio di tutte le testate europee e in particolar modo di quelle francesi. Una vittoria rilevante, che ha permesso loro di festeggiare dopo la delusione del 2006, quando persero la finale di Berlino contro l’Italia. “Felicità eterna”, scrive in prima pagina il quotidiano L’Equipe, che richiama anche l’impresa del 1998: “Gli eroi del ’98 non sono più gli unici campioni del mondo francesi: i Bleus di Pogba, Mbappé e Griezmann entrano nella leg-genda”. Anche Le Parisien premia il valore di una squadra che ha fatto la storia: “La testa tra le stelle

- titola - I Bleus hanno portato a casa il secondo ti-tolo mondiale, vincendo per 4-2 contro la Croazia”. E Figaro: “Il giorno della gloria è arrivato. Al ter-mine di una sfida intensa, la Francia ha vinto il suo secondo mondiale”. Francia Campione del Mondo, un esempio da ricalcare per la nostra Nazionale che, guidata da Mancini, ha l’assoluta necessità di ripartire dai talenti più giovani per tentare di ritor-nare, al più presto, sulla ribalta.

di Franco Leonetti

Il ruggito di Leonetti a cura di Franco Leonetti

di Franco Leonetti

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SportLa presentazione di Cristiano Ronaldo

Bari e Cesena falliscono, terremoto in Serie B

Finalmente è sbarcato l’Alieno CR7 a Tori-no. Lunedì 16 luglio 2018 è stata una data storica, da cornicettare e tramandare ai po-steri come il Ronaldo Day il primo in bian-conero. In mattinata la l’abituale capatina al J Medical, per le consuete visite medi-che, ma prima di sottoporsi ai controlli, il primo vero bagno di folla di Cristiano Ro-naldo. Atteso per le 10, arriva con estre-ma puntualità, il momento in cui esce dal centro medico juventino, scatta il delirio, i tifosi finalmente ci credono, lo vedono a pochi metri, in alcuni casi a pochi centime-tri, si alza il primo coro mentre lui saluta e firma autografi, i tifosi vengono sorretti e contenuti da transenne distribuite un po’ ovunque, ritagliando una sorta di piazzetta che funge da ribalta di palcoscenico. Il pri-mo coro è chiaro, cristallino, nella mente di ogni supporter juventino: Ronaldo, portaci la Champions!! Il giro d’entusiasmo dura poco più di due minuti, poi Romaldo viene inghiottito dalla pancia dello stadio e co-mincia il rito dei controlli fisici. Concluse le visite, Ronaldo entra nella sede, riapparen-do improvvisamente all’ingresso del cen-tro d’allenamento della Continassa, ecco il primo contatto con i nuovi compagni, tutto immortalato da video e foto ufficiali, Pjanic, Chiellini, il connazionale Cancelo, Sturaro e poi Mister Allegri: un saluto e un incontro d’impatto, anche perché il Training Cen-ter è nuovo di zecca, inaugurato solo set-te giorni prima. Un momento emozionan-te, che unisce per la prima volta davvero CR7 e la Juventus, i tifosi ora credono alle loro pupille, Cristiano non è un ologram-ma, non è un sogno da ipertensione, ma una realtà stratosferica. Poi il pezzo forte della giornata, la conferenza stampa di pre-

Il calcio italiano ha bisogno di riforme istantanee, immediate, non c’è più tem-po per gli indugi. Questo è il refrain che ogni estate, intorno alla metà di luglio, va più di moda. E ogni anno la situazio-ne peggiora sensibilmente. Sembra un bollettino di guerra, invece è soltanto la triste lettura delle decisioni della Covi-soc, il comitato di vigilanza delle socie-tà di calcio. Il Bari fallisce per la seconda volta nel giro di quattro anni, ma potreb-be ripartire dalla Serie C dopo la fusio-ne con il Bisceglie, ma anche il Cesena deve rinunciare al ricorso per la mancata iscrizione al prossimo campionato di Se-rie B. Due club gloriosi, che hanno scrit-to pagine importanti del calcio italiano, e che sono stati simboli della cadetteria sono cadute clamorosamente per i debiti accumulati e chissà quando riusciranno a tornare tra le grandi. Il ritornello dei fallimenti continua, come ormai triste costume, con la Serie C, con la sparizio-ne di squadre come Reggiana e la Fidelis Andria e Mestre. Se la Triestina è riusci-ta a cavarsela, l’Avellino in serie B rischia

sentazione allo Stadium nella sala Agnelli. 200 giornalisti da tutto il globo, traduzio-ne in 4 lingue, sala gremitissima allo spa-simo, accanto al Fenomeno il grande Fabio Paratici, diesse di spessore internazionale, Marotta e il Presidente Agnelli si accomo-dano in prima fila tra i colleghi. Cristiano appare in forma smagliante, caparbio, de-ciso ma sorridente e rilassato, appare ad-dirittura felice, come non si era mai visto in Italia, le sue parole non sono mai banali e sono luminose sin da subito: “La Juve è una delle migliori squadre al mondo, sono felice di essere qui. Voglio lasciare il segno anche nella storia bianconera, la Juve è l’u-nica che mi ha fatto un’offerta. Champions? Spero di poter aiutare a vincerla, io adoro le sfide”. E ancora domande e risposte fic-canti: “La Juve è il miglior club italiano, ha un grande allenatore, un grande presiden-te abituato a vincere. E’ stata una decisio-ne facile venire qui….mi unirò alla squadra il 30 luglio negli States, per farmi trovare pronto alla prima di campionato. Ringrazio la Juve per l’opportunità che mi sta conce-dendo, ci toglieremo grandi soddisfazioni”. Termina la conferenza, partono le foto di rito mostrando la sua nuova maglia targa-ta numero sette, sorrisi, tensione positiva, grande soddisfazione. La leggenda bian-conera continua nel solco della tradizione, Cristiano Ronaldo sarà il nuovo profeta per i prossimi 4 anni. 16 luglio 2018, una data appena scolpita, già divenuta immortale.

tantissimo e la sua situazione sarà da monitorare, mentre anche il Cuneo, che ha presentato ricorso, resta in ambasce, attendendo il giudizio definitivo della Covisoc. Il quadro appare ben delineato. Dopo mesi di speculazioni, per molti non è stato più possibile evitare il tracollo, così il nostro calcio ha perso storiche so-cietà che ripartiranno del dilettantismo. La situazione di Bari e Cesena, purtroppo è paradossale. Il Bari, che come il Cesena era stato estromesso dalla serie B dalla Covisoc, sperava in Andrea Radrizzani per versare i 4,5 milioni di euro neces-sari, ma la sperata ricapitalizzazione non è arrivata, condannando i galletti bian-corossi al secondo fallimento in 4 anni, una situazione inaccettabile per i tifosi, che dovrebbe ottenere le attenzioni del-le istituzioni calcistiche, invece nessun controllo, nessun monitoraggio sull’affi-dabilità dei proprietari, così si sprofonda nel far west. Il Cesena invece non ha pre-sentato ricorso e ha comunicato di aver aderito all’istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica di For-

lì. Servivano 6 milioni per salvarsi, ma i contatti con una banca inglese che si era detta interessata non sono stati proficui: come nel caso del Bari, tutti i giocatori ora diventano svincolati. La piazza di Ce-sena, è una delle storiche porte del cal-cio, finisce così un’avventura di calcio di provincia durata 78 anni. I bianconeri cesenati nella loro storia hanno dispu-tato 13 campionati di A, vantando anche una partecipazione in Coppa Uefa nel-la stagione ’75-’76. Nel campionato di B concluso a maggio la squadra guidata da Castori si era salvata sul campo con un finale portentoso, ora lo sprofondo ros-so. Ora partiranno i ripescaggi, con altri club retrocessi in C a sperare la risalita istantanea, per il resto rimane l’amaro in bocca, per vicende gestite malissimo e fi-nite peggio. E che, purtroppo, ogni anno in questo periodo, sistematicamente, si ripresentano.

di Franco Leonetti

di Franco Leonetti

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Quale è la cosa che ti piace di più del tuo sport?

Di solito penso a tutti i gesti tecnici del salto e se riesco cerco di individuare tutti i miei avversari.

A cosa pensi quando stai per inizia-re una gara?

Di solito penso a tutti i gesti tecnici del salto e se riesco cerco di individuare tutti i miei avversari.

Hai qualche gesto scaramantico o rituale prima della gara?

Non ho gesti scaramantici veri e propri, l’unica cosa che faccio è battere la mano due volte sull’elastico che ho al polso e poi quando entro in pedana batto due volte la mano sulla pista.

C’è qualcuno a cui ti ispiri?

Mi ispiro a diversi atleti internazionali come i lunghisti Manyonga ed Echevar-ria oppure il triplista Taylor.

Cosa diresti per convincere un tuo coetaneo a praticare atletica?

Per convincere qualcuno a fare atletica gli direi che è lo sport più bello del mon-do e che può regalare delle soddisfazioni incredibili.

Che cosa è per te portare la divisa della Nazionale?

Per me portare la divisa azzurra è un ono-re e una gioia perché ogni ragazzino che inizia a fare sport sogna di poterla indos-sare un giorno. Poi indossare la maglia azzurra mi fa capire che quello che sto facendo e le scelte che ho preso in questi anni sono corrette.

di Deborah Villarboito

Intervista

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Davide Favro, il futuro del “lungo” italiano

Guarda la video intervista

Davide Favro vola. Lo ha fatto anco-ra nelle scorse settimane ai Campionati Europei Under 18 di atletica leggera, di Gyor, in Ungheria. Il vercellese ha con-quistato la medaglia d’argento nella gara di salto in lungo, raggiungendo la misu-ra di 7,29, polverizzando il suo primato personale che alla vigilia degli Europei era di 7,09. Nel palmarès di questa giova-ne promessa troviamo: due titoli italiani outdoor cadetti nel salto triplo nel 2016 e nel 2017, un bronzo agli EYOF Under 17 nel salto triplo nel 2017, un titolo ita-liano indoor allievi nel salto in lungo e un argento nel salto triplo nel 2018, un titolo italiano nel salto in lungo e nel sal-to triplo ai campionati italiani outdoor allievi nel 2018 e un argento agli Europei u18 nel salto in lungo nel 2018. in occa-sione delle meritate vacanze ci parla un po’ di sé.

Quando e perché hai iniziato a praticare atletica?

Ho iniziato a fare atletica nel 2007 all’età di 5 anni, ai tempi mio fratello maggiore aveva 9 anni e faceva calcio e dopo i gio-chi della gioventù i miei genitori decise-ro di fargli provare atletica e decisero di farla provare anche a me e all’altro mio fratello.

Quali progetti hai per il futuro? A livello sportivo e non solo.

A livello sportivo voglio continuare a mi-gliorare perché in futuro vorrei diven-tasse il mio lavoro mentre a livello sco-lastico voglio portare a termine in 5 anni di liceo per poi decidere se affrontare un percorso universitario o meno.

Sei giovane. Quanto devi sacrifica-re per l’atletica visto il livello che hai raggiunto?

Per l’atletica devo rinunciare soprattutto alle feste nei periodi di gara anche per-ché comunque l’atletica porta via molto tempo, però io non li definirei sacrifici ma scelte perché comunque è quello che voglio fare e alla fine non mi pesano ne-anche.

Descrivi una tua settimana da atle-ta in piena stagione di gare.

Durante il periodo di gara gli allenamen-ti sono prettamente di tecnica quindi non sono allenamenti troppo faticosi dal punto di vista fisico ma sono molto fati-cosi dal punto di vista mentale, l’alimen-tazione è abbastanza libera e il nostro allenatore ci chiede solo di evitare cibi spazzatura o merendine, nel tempo libe-ro mi rilasso per smaltire l’allenamento ed essere pronto all’allenamento succes-sivo o alla gara.

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Film, mostre ed eventi da non perdere!Eventi

Film

Eventi

12 Soldiers è un film di genere azione, drammatico, guerra del 2018, diretto da Nicolai Fuglsig, con Chris Hemsworth e Michael Shannon. Uscita al cinema il 11 luglio 2018. Durata 129 minuti.

Stronger - Io sono più forte

è un film di genere drammatico, biografico del 2017, diretto da David Gordon Green, con Jake Gyllenhaal e Tatiana Maslany. Uscita al cinema il 04 luglio 2018. Durata 119 minuti.

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