orchestra di padova e del veneto

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Orchestra di Padova e del Veneto 46 a Stagione 2011/2012

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Orchestradi Padovae del Veneto46a Stagione2011/2012

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Orchestra di Padova e del Venetovia Marsilio da Padova 1935139 PadovaT 049 656848 · 049 656626F 049 [email protected]@opvorchestra.it

www.opvorchestra.it

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Venerdí 11 novembre 2011 / turno A+BAuditorium Pollini – ore 20.15

Serie verde

Direttore

Carlo De MartiniTrombe

Gabriele CassoneLuciano Marconcini

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Joseph Haydn (1732-1809)Marcia per la Reale Società dei Musicisti Hob. VIII:3a

Concerto per tromba e orchestrain mi bemolle maggiore Hob. VII:1

AllegroAndante cantabileFinale (Allegro)

Antonio Vivaldi (1678-1741)Concerto in do maggiore RV 537 per due trombe e archi

AllegroLargoAllegro

{ intervallo}

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)Sinfonia n. 20 in re maggiore K 133

AllegroAndanteMenuetto. TrioAllegro

Programma

PROGRAMMA

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CARLO DE MARTINIViolinista di formazione milanese

(allievo della Civica scuola) e sali-sburghese (scuola di Sándor Végh), ha fatto parte degli Stormy six, gruppo di rock progressivo e popolare negli anni Settanta, ed è approdato alla direzione attraverso la lunga atti-vità di concertazione dell’Orchestra da camera Il Quartettone, fondata a Milano nel 1987, e gli inviti ricevuti da numerose orchestre italiane negli anni successivi. Come direttore del Quartettone e violinista nel quartetto Le Ricordanze ha registrato numero-si cd dedicati a Bartók, Boccherini, Cambini, Mozart, collaborando tra gli altri con Mario Brunello e Giuliano Carmignola. Ha collaborato a lungo con L’As.Li.Co. dirigendo tra il 1997 e il 1999 tre allestimenti per Opera Do-mani, progetto per le scuole, e in se-guito le opere di Mozart Il flauto ma-gico, La clemenza di Tito e Idomeneo per il Circuito Regionale Lombardo tra il 1999 e il 2004. Studioso della prassi strumentale antica, ha suonato con Laura Alvini e Roberto Gini, con l’Ensemble Aglaia e altri gruppi spe-cializzati. Ha suonato a lungo nella Camerata Academica Salzburg con Sándor Végh. Suona attualmente nella formazione allargata del Giardino Armonico, con cui ha inciso i Concerti Grossi di Haendel e l’album Sacrifi-cium con Cecilia Bartoli, e dal 2005 nel Classico Terzetto Italiano, fondato

insieme al flautista Ubaldo Rosso e al chitarrista Francesco Biraghi, con cui ha inciso musiche di J. Kreutzer e di Carulli. Con Il Quartettone ha orga-nizzato a Milano svariate Stagioni di concerti dedicate al repertorio classico e barocco su strumenti d’epo-ca nell’ambito del Circuito lombardo di musica antica. Carlo De Martini è stato invitato a molte edizioni degli Open Chamber Music, incontri di musica da camera, fondati da Sándor Végh in Cornovaglia, ed è attualmen-te membro del Comitato Artistico del Festival der Zukunft di Ernen, Svizze-ra, ideato nel 1987 da György Sebők, cui ha partecipato fin dalla prima edizione. Fortemente impegnato nel territorio della formazione giova-nile e della didattica musicale, dal 1981 è insegnante di violino presso la Civica Scuola di Musica di Milano, dove nel 1991 ha formato l’Orchestra giovanile degli allievi dei primi corsi. Da diversi anni tiene campus e corsi estivi di formazione individuale e orchestrale.

GABRIELE CASSONESi è diplomato in tromba con il

M° Mario Catena e in composizione con il M° Luciano Chailly. Concertista riconosciuto in tutto il mondo, è ap-prezzato sia nell’interpretazione della musica su strumenti d’epoca (tromba naturale barocca, tromba classica a

Interpreti

INTERPRETI

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chiavi, tromba romantica a cilindri e cornet à pistons) sia nell’esecuzione del repertorio contemporaneo. Lu-ciano Berio lo ha scelto per eseguire suoi brani con tromba solista: Sequen-za X per tromba sola e, in prima assoluta, Kol-Od, sotto la direzione di Pierre Boulez con l’Ensemble Inter-contemporain. Successivamente ha suonato in scena con il trombonista C. Lindberg, nell’opera di Berio Cronaca del Luogo, commissionata dal Festival di Salisburgo. Famosi direttori lo han-no chiamato per eseguire i brani piú virtuosistici del repertorio solistico: Sir John Eliot Gardiner lo ha nomi-nato tromba principale degli English Baroque Soloists per l’esecuzione dell’integrale delle Cantate di J.S. Bach e per il Secondo Concerto Bran-deburghese. Ton Koopman, direttore dell’Amsterdam Baroque Orchestra, lo ha voluto per registrare la Cantata BWV 51 di J.S. Bach. Sempre nell’am-bito della musica barocca, ha fondato insieme ad Antonio Frigé (con il quale suona anche in duo) l’Ensemble Pian & Forte. Si è esibito come solista nei maggiori teatri del mondo: Con-certgebouw di Amsterdam, Cité de la Musique di Parigi, Scala di Milano, Mozarteum di Salisburgo, Carnegie Hall di New York, Queen Elizabeth Hall di Londra e Wiener Konzer-thaus. Ha pubblicato piú di 20 cd con brani dal repertorio barocco fino al contemporaneo. Gabriele Cassone è docente presso il Conservatorio di Novara e tiene corsi annuali di alta specializzazione presso l’Accade-mia di Santa Cecilia a Roma nonché seminari negli Stati Uniti d’America e in tutta Europa. È sovente nominato membro di giurie nei piú prestigiosi concorsi internazionali. È autore del

libro La tromba edito da Zecchini. Gabriele Cassone suona trombe Courtois.

ORCHESTRA I POMERIGGIMUSICALI DI MILANO

L’Orchestra I Pomeriggi Musica-li nacque nell’immediato secondo dopoguerra in una Milano tutta presa dal fervore della ricostruzione: fu il frutto dell’incontro tra due uomini d’eccezione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo. Il primo pensava ad una formazione da camera con cui eseguire il repertorio classico, il secon-do a una orchestra in grande stile che sviluppasse un repertorio di musica contemporanea e d’avanguardia. I due punti di vista trovarono una sintesi nell’Orchestra I Pomeriggi Musicali che fin dal primo concerto, il 27 novembre 1945, accostando Mozart e Stravinskij, Beethoven e Prokofiev, inaugurò una formula coraggiosa che la portò al suc-cesso. La lunga storia dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali non ha mai tradito le linee programmatiche e gli obiettivi ideali lanciati piú di sessant’anni fa dai padri fondatori dell’istituzione, e oggi conta uno straordinario repertorio che include i piú grandi capolavori del barocco, del classicismo, del primo ro-manticismo e, allo stesso tempo, molta musica moderna e contemporanea. La diffusione popolare di quest’ultima fu avviata puntando sui grandi del Novecento, assenti dai cartelloni con-certistici durante la dittatura fascista per motivi politici o di stolta autarchia culturale: andavano da Stravinskij a Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. Oltre naturalmente agli italiani, alcuni

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dei quali non solo poterono presen-tare le loro composizioni per la prima volta, ma ne scrissero su commissione dei Pomeriggi: parliamo di Casella, Dallapiccola, Ghedini, Malipiero, Piz-zetti, Respighi. La tradizione continuò con quelli delle leve successive: Berio, Bussotti, Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, arrivando agli emergenti dei nostri giorni, Fedele, Francesconi, Vacchi, apparsi nelle ultime Stagioni. Grandi compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e recentemente Penderecki, hanno diretto la loro mu-sica sul podio dei Pomeriggi Musicali, un podio che è anche stato, per tanti giovani artisti, un trampolino di lancio verso la celebrità: ricordiamo Leonard Bernstein, Sergiu Celibidache, Claudio Abbado, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lon-quich, Alexander Igor Markevitch, Zu-bin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Hermann Scherchen, Thomas Schip-pers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Cor-rado Rovaris e Uto Ughi. L’Orchestra vanta inoltre importanti presenze tra i Direttori stabili: Nino Sanzogno, il pri-mo, Gianluigi Gelmetti, Gianpiero Ta-verna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti e Aldo Ceccato. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione arti-

stica: in questa veste si ricordano Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino e Gianni Tangucci, Ivan Fedele. L’Orchestra I Pomeriggi Mu-sicali svolge la sua attività principal-mente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pa-via, e alla stagione di balletto del Tea-tro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra ha conquistato platee internazionali. Recentemente ha riscosso lusinghieri successi in Spagna, Portogallo, Tunisia, Francia, Germania, Svizzera, Turchia e Austria. Oggi I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regio-ne Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale.

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Esecutori

ESECUTORI

Violini primiAlessandro Braga **Igor Riva *Fatlinda Thaci **Engjellushe BaceMichele BucaLaura CuscitoEmilio TosiChiara Spagnolo

Violini secondiMauro Rovetta *Michelangelo CagnettaAlberto BereraElsa RighettiMario RoncuzziAntoaneta Arpasanu

VioleEnrico Carraro *Stefano MartinottiGiorgio MoraschiniLuca MaggioniRuxandra Stefan

VioloncelliSimone Scotto *Giovanni Moraschini *Marco PaoliniGiovanni Gallo

ContrabbassiPaolo Speziale *Roberto PanettaGiacomo Masseroli

FlautiSonia Formenti *Elisabetta La Licata

OboiPaolo Mandelli *Francesco Quaranta *

ClarinettiMarco Giani *Giuseppe Cultraro

FagottiLuca Ceretta *Anna Maria Barbaglia

CorniAlfredo Arcobelli *Ambrogio Mortarino

TrombeSergio Casesi *Luciano Marconcini

TimpaniGiovanni Franco

ClavicembaloVittorio Rabagliati

IspettorePierangelo Minella

* Prima parte** Primo violino di spalla

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Note di sala

ANTONIO VIVALDICONCERTO IN DO MAGGIORE RV 537 PER DUE TROMBE E ARCHI

La tromba è uno strumento musicale la cui origine affonda nella notte dei tempi. Conosciuta dai greci e dai romani nella sua forma allungata, compare in numerose testimonianze iconografiche e per secoli il suo impiego si limita sia al mondo militare che alle occasioni di caccia e di rappresentanza, con un repertorio ben preciso di richiami e segnali. Le caratteristiche di queste trombe, dette natu-rali, infatti, non consentivano una gamma con molti suoni e pertanto il loro uti-lizzo in altri ambiti musicali risultava estremamente difficoltoso. È solo a partire dalla fine del XVI secolo che cresce l’interesse intorno alla tromba, sia attraverso la pubblicazione di trattati – tra i piú antichi, Tutta l’arte della trombetta del 1614 ad opera del veronese Cesare Bendinelli – sia attraverso l’inserimento dello stru-mento all’interno di piccoli ensembles. Incomincia cosí una nuova stagione nella vita della tromba, sia in Italia che all’estero, in cui conquisterà sempre maggiore spazio e una propria letteratura in pari dignità con gli altri strumenti musicali. Vale la pena, a tal proposito, ricordare la celebre Toccata introduttiva all’Orfeo di Claudio Monteverdi per la fanfara di cinque trombe «che si suona avanti il levar de la tela tre volte…». Ciò nondimeno, proprio per le sue caratteristiche morfo-logiche, e nonostante diversi tentativi di introdurre nuovi dispositivi in funzione di un miglioramento delle prestazioni dello strumento, fino a tutto il Settecento l’acquisizione di una buona tecnica da parte dei musicisti richiede un impegno e una capacità non comuni; la tromba moderna, infatti, vede la luce solo dopo il 1813, grazie all’invenzione dei pistoni ad opera dei tedeschi Stolzel e Blühmel, consentendo agli esecutori di eseguire l’intera scala cromatica agevolmente. In anni recenti, però, è maturato in molti musicisti l’interesse per la tromba naturale e il recupero della sua tecnica, permettendo agli appassionati di assaporare nuo-vamente antiche sonorità.

Bologna è sicuramente la capitale seicentesca della tromba in Italia, tuttavia anche a Venezia si viene a creare un cospicuo repertorio, soprattutto con l’inserimento della tromba nella musica sacra da parte di Giovanni Legrenzi, maestro di cappella della prestigiosa cappella di San Marco fino al 1692; una carica, questa, che verrà sempre negata ad Antonio Vivaldi. Il ‘prete rosso’, nella sua lunga carriera presso l’Ospedale della Pietà, uno degli orfanotrofi per fanciulle della Serenissima, com-pone quasi cinquecento concerti, dedicandoli ai piú svariati strumenti musicali, ma in questa sterminata raccolta di musiche, solo una è dedicata alla tromba,

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o meglio, a due trombe. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un tipico concerto vivaldiano a struttura tripartita (allegro-adagio-allegro), che si caratte-rizza, nel primo e nel terzo movimento, per una simmetrica alternanza tra solisti e ‘tutti’ orchestrale. La scrittura musicale, seguendo uno schema collaudato, affida alla prima tromba l’esposizione delle idee tematiche, che puntualmente vengono riprese e imitate dalla seconda, per poi essere accolte e riproposte dall’orchestra. Di estrema brevità, quasi lapidario, l’adagio, costruito su pochi accordi degli archi, che si dissolvono nella cadenza del primo violino.

JOSEPH HAYDNMARCIA PER LA REALE SOCIETÀ DEI MUSICISTI HOB VIII:3A

Nel 1790 Joseph Haydn si trova a Londra, su invito dell’impresario Johann Peter Salomon, dove si tratterrà fino al 1792, per poi tornarvi ancora nel 1794. I soggiorni londinesi regalano al compositore fama e ricchezza forse inaspettati: scrivono i giornali dell’epoca, dopo il primo concerto diretto dallo stesso Haydn al cembalo, «egli dovrebbe essere omaggiato ed idolatrato al pari del nostro Sha-kespeare…».

Da quel momento non mancano inviti e ricevimenti in suo onore, tra i quali, nella primavera del 1791, quello della benemerita Società Reale dei Musicisti, alla qua-le dedica, in segno di ringraziamento, una marcia per grande orchestra (vi com-paiono, oltre ai flauti e ai corni, i clarinetti e i fagotti con l’aggiunta delle trombe e le percussioni), rielaborazione di una precedente composizione per ensemble di fiati.

CONCERTO IN MI BEMOLLE MAGGIORE HOB VII:1PER TROMBA E ORCHESTRA

Pietra miliare della letteratura per tromba, il Concerto in mi bemolle maggiore di Haydn rappresenta l’addio del maestro alla musica sinfonica; egli, infatti, de-dicherà gli ultimi anni della sua lunga e feconda vita alla stesura delle sei messe in onore della principessa Maria Josepha Hermenegild, moglie di Nicolaus II Esterházy, e agli splendidi oratori La Creazione (1798) e Le Stagioni (1801). Haydn compone il concerto per clarino, questo il nome della tromba usato in quel perio-do, nel 1796, su richiesta dell’amico trombettista Anton Weidinger. Weidinger, infatti, sta curando la messa a punto di un nuovo tipo di tromba, la ‘organisierte Trompete’, con un dispositivo di chiavi che consente la rapida esecuzione della scala cromatica, e ha bisogno di un’opera che valorizzi le nuove possibilità tecni-che della sua invenzione. La critica ha spesso messo in discussione il valore dei concerti solistici di Haydn, che sicuramente si sentiva piú a suo agio con altri tipi

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di composizioni, ma in taluni casi – pensiamo ad esempio ai concerti per violon-cello – la sua inesauribile vena creativa ci regala dei veri capolavori. Proprio que-sto è anche il caso del Concerto in mi bemolle, nella classica forma tripartita, in cui Haydn affronta la stesura offrendo alla parte solista la possibilità di esprimere le sue capacità tecnico espressive a tutto tondo in un dialogo intenso e proficuo con l’orchestra.

WOLFGANG AMADEUS MOZARTSINFONIA N. 20 IN RE MAGGIORE K 133

Composta a Salisburgo nel luglio del 1772, la Sinfonia K 133 segna un momen-to di svolta nella produzione del giovane Mozart. Gli anni tra il 1770 e il 1773 trascorrono intensissimi tra i continui viaggi in Italia, permettendo, tra l’altro, a Wolfgang di maturare una maggiore consapevolezza delle proprie eccezionali capacità, nonché di fargli desiderare fortemente piú stimolanti prospettive per la sua carriera. La nomina di Hieronymus Colloredo ad arcivescovo di Salisbur-go non farà che accentuare sempre piú l’insofferenza del compositore verso gli obblighi della sua condizione di subalterno, anche se trascorreranno diversi anni prima che si compia la sospirata separazione definitiva.

Mozart, dunque, nell’estate del ’72, si appresta alla stesura della Sinfonia in re maggiore in previsione di un imminente ritorno in Italia (per la rappresentazione milanese del Lucio Silla), e vien da pensare che prosegua nel solco delle ultime precedenti, maggiormente intrise di stilemi italiani; in realtà egli è animato da tempo da un rinnovato interesse per il repertorio strumentale tedesco, e per la musica di Haydn, in particolare, che lo conduce a cercare una maggiore armonia formale. Prende vita, cosí, una sinfonia risplendente di spirito tedesco, che gui-derà Mozart verso una sempre maggiore cura per la strumentazione, la condotta delle parti e l’equilibrio tra i movimenti. La maturazione di questi principi, tra il 1773 e il 1774, produrrà i primi capolavori per orchestra, tra i quali sicuramente spicca la Sinfonia K 183 in sol minore organizzata in una struttura formale di grande respiro e permeata dal piglio drammatico di matrice preromantica.

Note di sala a cura di Margherita Senes per I Pomeriggi Musicali di Milano

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Discografia

VIVALDIJ. WilbrahamP. JonesThe Academy of St. Martinin the fieldsDir. N. Marriner2 CD DeCCa

M. AndréEnglish Chamber OrchestraDir. Sir C. Mackerras1 CD DGG

HAYDNConcertoM. AndréPhilharmonia Orchestra LondonDir. R. Muti1 CD emi

M. BennettThe English ConcertDir. T. Pinnock1 CD DGG

H. HardenbergThe Academy of St. Martinin the fieldsDir. N. Marriner1 CD PhiliPs

W. MarsalisEnglish Chamber OrchestraDir. R. Leppard1 CD sony

MarciaHaydn Sinfonietta WienDir. M. Huss5 CD Bis

MOZARTThe Academy of St. Martinin the fieldsDir. N. Marriner12 CD DeCCa Berliner PhilharmonikerDir. K. Böhm10 CD DGG Academy of Ancient MusicDir. C. Hogwood19 CD DeCCa

DISCOGRAFIA

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Prossimi appuntamenti

PROSSIMI APPUNTAMENTI

55a Stagione Concertistica

Mercoledí 15 novembre 2011 / ciclo BAuditorium C. Pollini – ore 20.15

ENRICO BRONZIVioloncelloFILIPPO GAMBAPianoforte

Musiche di F. Liszt, G. Bonato,F. Poulenc, B.A. Zimmermann,J. Brahms

Martedí 22 novembre 2011fuori abbonamento

Un pianoforte per PadovaIn collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

ANDRÁS SCHIFFPianoforte

W.A. MozartDodici Variazioni K 500 F. Mendelssohn-BartholdyVariations sérieuses op. 54 J. HaydnVariazioni Hob. XVII:6 R. SchumannTema e variazioni WoO 24 L. van Beethoven33 variazioni op. 120 Diabelli

46a Stagione Concertistica

Giovedí 17 novembre 2011 / Turno AVenerdí 18 novembre 2011 / Turno BAuditorium C. Pollini – ore 20.15

NABIL SHEHATADirettore e contrabbasso solista

N. RotaBalli per piccola orchestra Divertimento concertante per contrabbasso e orchestraR. SchumannSinfonia n. 2

Sabato 19 novembre 2011Auditorium C. Pollini – ore 17

OPV Families&Kids

NABIL SHEHATADirettore e contrabbasso solistaGIOVANNI ANGELERIViolinoELISABETTA GARILLIMusicistaBIMBA LANDMANNIllustratrice

Musiche di N. Rota e G. Bottesini

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Provincia di Padova

Comune di Padova

Con il contributo di