processo di valutazione del rischio di una sostanza

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SOSTANZA Studiditossicità Studiepidemiologici Relazione Studidiecotossicologia Caratteristiche fisiche sperimentale Farmacovigilanza struttura-attività e chim iche ID EN TIFIC A ZIO NE E VALUTAZIO NE DELLA PERICO L O SITA ’ Tossica Sim ile a carcinogeni Persistente nell’am biente Esplosiva noti Tossico pervita acquatica Infiammabile STIMA DELL’ESPOSIZIONE VALUTAZIO NE DEL RISCH IO 1 A N A LISIR ISC H IO /BEN EFIC IO 1 Ilconcetto di Rischio è diverso da quello dipericolosità. Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

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Page 1: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

SOSTANZA

Studi di tossicità Studi epidemiologici Relazione Studi di ecotossicologia Caratteristiche fisiche sperimentale Farmacovigilanza struttura-attività e chimiche

IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA’ Tossica Simile a carcinogeni Persistente nell’ambiente Esplosiva noti Tossico per vita acquatica Infiammabile

STIMA DELL’ESPOSIZIONE

VALUTAZIONE DEL RISCHIO1 ANALISI RISCHIO/BENEFICIO

1 Il concetto di Rischio è diverso da quello di pericolosità.

Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Page 2: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

DECISIONI NORMATIVE

PROIBIZIONE FISSARE LIMITI DATI INSUFFICIENTI RIFIUTO AUTORIZZAZIONE E PRECAUZIONI NECESSITA’ DI

ULTERIORI STUDI

Limiti massimi per i residui (cibi, farmaci ecc.)

Limiti di sicurezza occupazionali (solventi volatili, polveri)

Limiti dei livelli nell’aria, nell’acqua

Precauzioni per l’uso e la conservazione

CONTROLLI. VERIFICA DELLE DECISIONI NORMATIVE. STUDI POST-MARKETING

Controlli e verifiche: analisi di campioni (cibi, aria, acqua ecc.), ispezioni ecc.

Studi post-marketing: farmacovigilanza.

Page 3: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

FONTI DEI DATI 1) INDUSTRIE PRODUTTRICI – CENTRI DI STUDI TOSSICOLOGICI

(NUOVE MOLECOLE)

Per molte categorie di composti (farmaci, pesticidi, sostanze di uso industriale,

additivi alimentari), le Autorità Regolatorie richiedono che prima dell’immissione in

commercio di una nuova sostanza, l’azienda produttrice produca i risultati degli studi

di tossicità. In genere, tali studi vengono effettuati da Centri di ricerca specializzati

(in genere privati) che operano in conto terzi.

2) COMUNITA’ SCIENTIFICA (MOLECOLE GIA’ PRESENTI

NELL’AMBIENTE, NATURALI O DI SINTESI).

Gli studi condotti da specialisti in tossicologia vengono pubblicati su riviste del

settore, presentati a Congressi ecc.

3) ISTITUZIONI PUBBLICHE (in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità).

Quando gli studi scientifici suggeriscono che una sostanza può essere tossica, o che le

decisioni normative (limiti, precauzioni) sono inadeguate, l’Autorità Regolatoria (in

Italia, il Ministero della Salute) può effettuare, tramite i propri organi tecnici, gli studi

di tossicità.

Page 4: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

REGOLAMENTAZIONE PER CLASSI DI SOSTANZE (NUOVE MOLECOLE)

Farmaci (specialità medicinali). Sono richiesti studi tossicologici pre-definiti. Pesticidi. Richiesti studi tossicologici pre-definiti. Sostanze chimiche industriali. Studi tossicologici pre-definiti. Additivi alimentari e sostanze che vengono a contatto con gli alimenti.

Studi tossicologici non pre-definiti (UE).

Per sostanze già immesse in commercio, viene svolta un’attività di sorveglianza

degli studi o segnalazioni riguardanti la tossicità della sostanza.

Le Autorità Regolatorie possono prendere delle decisioni quando i dati disponibili

sono sufficienti per effettuare una stima del rischio ed un’analisi rischio/beneficio.

Se i dati sono insufficienti, l’Autorità Regolatoria può richiedere dati ulteriori per

assumere delle decisioni.

In questi casi, tuttavia, l’Operatore dovrebbe comunque tenere in considerazione tali

dati, ancorché incompleti, e prendere le necessarie precauzioni.

DATI

(sperimentali, epidemiologici case reports ecc.)

OPERATORE

PRECAUZIONI

Page 5: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

FARMACI (SPECIALITA’ MEDICINALI)

1) Studi pre-registrativi

•Per l’autorizzazione all’immissione in commercio (registrazione) sono richiesti studi tossicologici sperimentali.

•Il tipo di studi da effettuare e le modalità con cui vanno eseguiti sono definiti da apposite Linee Guida, in base alle modalità di utilizzo previste (durata, via di somministrazione, popolazione trattata) ed alla natura del farmaco (attività farmacologica, struttura chimica).

•Negli studi clinici pre-registrativi (fase I-III) si possono identificare gli effetti tossici più frequenti.

Page 6: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

2) Studi post-marketing

Dopo l’immissione in commercio la tossicità nell’uomo nell’intera popolazione trattata e nelle condizioni di utilizzo reale viene monitorata tramite la farmacovigilanza.

Page 7: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

La valutazione del rischio associato ad una sostanza, e le relative decisioni normative, dipendono da:

•quantità e qualità degli studi effettuati

•approccio all’interpretazione e valutazione dei dati degli studi; dipende da fattori socio-culturali ed economici.

Page 8: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Studi tossicologici

• Sperimentali. Si somministra la sostanza con precise modalità (dose, tempo, via ecc.) e se ne studiano gli effetti tossici. Si effettuano su animali, colture cellulari, microrganismi.

• Epidemiologici. Si studiano gli effetti di una sostanza su popolazioni umane che sono comunque esposte alla sostanza, presente nell’ambiente o somministrata a scopo terapeutico (farmaci, vaccini).

Page 9: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Intossicazione umana accidentale. Deve essere possibile attribuire con certezza gli effetti osservati all’esposizione (imputabilità)

Page 10: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Studi sperimentali vs. studi epidemiologici

• Studi sperimentali. L’esposizione alla sostanza è strettamente controllata. L’esposizione ad altre sostanze è eliminata o comunque controllata (gruppi di controllo).

• Studi epidemiologici. L’esposizione non può essere controllata (tranne che per i farmaci). Gli individui sono contemporaneamente esposti a molte altre sostanze o condizioni che possono influenzare l’effetto tossico.

Page 11: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

STUDI TOSSICOLOGICI SPERIMENTALI

Studi descrittivi. Osservazione e descrizione degli effetti tossici di una sostanza in animali, tessuti, cellule isolate, batteri. Servono per caratterizzare la tossicità di una sostanza (dose tossica, organi bersaglio ecc.), soprattutto al fine della stima del rischio. Sono necessari per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio.

Page 12: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Studi meccanicistici. Sono gli studi che cercano di chiarire il meccanismo con cui una sostanza produce un effetto tossico (es. inibizione enzimatica, agonismo recettoriale, formazioni di composti elettrofili ecc.). Non sono richiesti ai fini regolatori ma possono essere utili per stabilire se un effetto tossico osservato nell’animale si manifesterà o meno anche nell’uomo (es. pesticidi organofosforici, saccarina). Utili anche per il drug design di antidoti (es. pralidossima) o sostanze alternative più sicure.

• Studi teorici: relazione struttura-attività. Sono studi volti ad identificare, all’interno di una serie di molecole, i gruppi responsabili dell’effetto tossico. Per alcune classi di composti, sono molto utili per prevedere la tossicità di una molecola.

Page 13: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

STUDI DESCRITTIVI: STUDI ANIMALI

• Lo scopo è definire il profilo tossicologico valutazione del rischio nell’uomo.

• La possibilità di utilizzare modelli animali per predire la tossicità nell’uomo si basa su due principi teorici.

Page 14: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Principio 1. Gli effetti di una sostanza, osservati negli animali in opportune condizioni, possono verificarsi anche nell’uomo:

Cellule o tessuti di specie diverse, con funzioni e/o vie biochimiche simili hanno simile suscettibilità tossicologica, poiché posseggono lo stesso ‘recettore’ (recettori di membrana e intracellulari, canali ionici, pompe e trasportatori, enzimi, DNA ecc.)

Differenze di tossicità tra specie simili (mammiferi) sono molto spesso dovuti a differenze nel metabolismo (attivazione/inattivazione) della sostanza.

Principi degli studi tossicologiciPrincipi degli studi tossicologici

Page 15: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Predittività degli studi animali di 221 effetti tossici di 150 farmaci nell’uomo. La concordanza totale è risultata pari al 71%.

Page 16: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• In uno studio, è stata valutata la presenza di 89 effetti, indotti da 6 farmaci, in due specie, ratto e cane.

• Ipotesi: se l’effetto era presente sia nel ratto sia nel cane

effetto presente anche nell’uomo. se l’effetto era presente solo nel ratto o nel cane

effetto assente nell’uomo (effetto specie –specifico).• L’ipotesi è stata verificata per comparazione con i dati

di tossicità nell’uomo.

Principi degli studi tossicologiciPrincipi degli studi tossicologici

Gli studi di tossicità devono essere effettuati in due specie animali

Page 17: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Verifica. Su 86 previsioni:38 positive (presenti anche nell’uomo): 26 corrette

(concordanza 68%).48 negative (assente nell’uomo): 38 corrette

(concordanza 79%).Concordanza totale (% di previsione corrette):

74%• Conclusioni. Tramite i dati di tossicità di 2 specie

si ottiene un alto livello di predittività, anche senza considerare i meccanismi di tossicità, metabolismo dei farmaci ecc.

Page 18: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Numerose sostanze danno una tossicità specie-specifica, sono cioè tossiche solo in una specie. Esempio: la fumonisina, una micotossina, è tossica solo nel maiale

Principi degli studi tossicologiciPrincipi degli studi tossicologici

Page 19: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Gli animali più spesso utilizzati per gli studi di tossicità generale sono ratto e cane, nei quali il metabolismo è più simile a quello umano.

• Per alcuni test di tossicità specifica (riproduttiva, tossicità locale) si usano altre specie di mammiferi, particolarmente sensibili a quel tipo di tossicità.

Principi degli studi tossicologiciPrincipi degli studi tossicologici

Page 20: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Specie animali non mammifere (batteri, dafnia, echinodermi, drosofila, pesci) sono eticamente più accettabili ed economicamente più vantaggiose.

• Tuttavia, a causa delle enormi differenze farmacocinetiche, i dati ottenuti con queste specie non possono essere estrapolati all’uomo.

• Gli studi con queste specie possono però ‘allertare’ sul potenziale tossico di una sostanza necessità di ulteriori studi.

Principi degli studi tossicologiciPrincipi degli studi tossicologici

Page 21: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Principio 2. Per identificare con sicurezza gli effetti tossici di una sostanza negli animali da laboratorio è necessario somministrare alte dosi.

• L’uso di alte dosi è dovuto all’inevitabile limitatezza del numero di animali su cui si effettuano i test.

• La risposta ad una data sostanza dipende infatti da: 1) dose somministrata; 2) sensibilità individuale (v. curve dose-risposta quantali).

Principi degli studi tossicologiciPrincipi degli studi tossicologici

Page 22: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Supponiamo che ad una data dose risponda lo 0,1% di individui (più sensibili). Se l’esperimento viene condotto con 100 animali, la risposta non viene rilevata.

• Per essere ragionevolmente sicuri di osservare la risposta con quella dose, l’esperimento dovrebbe essere condotto con almeno 5.000 animali.

• Aumentando la dose, risponderà una percentuale maggiore di individui (anche quelli meno sensibili).

• L’uso di dosi ‘elevate’ (rispetto a quelle previste nell’uomo) consente quindi di osservare una risposta con un numero ‘ragionevole’ di animali.

Page 23: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Obiettivi degli studi tossicologici animali

• Natura degli effetti tossici• Relazione dose-effetto (intervallo di dosi tossiche,

NOEL, ipersensibilità)• Fattori influenzanti la tossicità (specie, ceppo,

sesso, età, modalità di somministrazione ecc.)

Valutazione del rischio

Page 24: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Natura degli effetti tossici: meccanismi di tossicità

Meccanismi Meccanismi

specifici non specifici

Tossine animali Composti organici Composti

e vegetali di sintesi inorganici

Farmaci

Page 25: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Meccanismi specifici

• Interazione selettiva con specifiche proteine (enzimi, canali ionici, trasportatori ecc.) danneggiamento di funzioni cellulari specifiche tossicità cellulare e/o d’organo.

• In genere legame non covalente. • Razionale biologico: selezionate sostanze non

tossiche per l’organismo che le produce; a scopo difensivo, l’effetto tossico deve essere intenso e manifestarsi a breve termine.

Page 26: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Meccanismi non specifici

1. La sostanza, o un suo metabolita reattivo (es.: radicale libero, elettrofilo), reagiscono in modo aspecifico con diversi componenti cellulari (proteine, lipidi, acidi nucleici).

• Si formano o si rompono legami covalenti (formazione di addotti; ossidazioni; sottrazione di atomi).

• Ciò causa alterato funzionamento o distruzione dei componenti cellulari colpiti tossicità cellulare tossicità di organo/sistema.

• In genere, non è chiaro quali dei numerosi siti di attacco cellulare siano responsabili dell’effetto tossico.

Page 27: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

2. Alcune sostanze modificano la composizione dei fluidi biologici:

• pH (acidi e basi);

• composizione ionica (sali, chelanti);

• cofattori enzimatici (deplezione, malassorbimento)

• concentrazione di metaboliti intermedi (stimolazione o inibizione di vie metaboliche; es.: porfiria, steatosi)

Queste alterazioni causano tossicità cellulare e/o d’organo.

Page 28: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• N.B.: oltre a tossine che agiscono in modo selettivo, i vegetali contengono anche molti composti che danno tossicità con meccanismo non specifico. Molti farmaci e alcuni altri composti organici di sintesi danno tossicità con meccanismo specifico.

Page 29: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Tipi di tossicità

• Tossicità funzionale: alterazioni delle funzioni di un sistema (nervoso, cardiovascolare, endocrino) danno d’organo.

• Citotossicità: alterazione irreversibile di proteine (enzimi, canali ionici ecc.) o membrane (lipidi); disregolazione del metabolismo necrosi, apoptosi tossicità tissutale e d’organo o sistema (fegato, rene, SNC ecc.).

• Genotossicità: alterazione del DNA mutazioni, alterazioni cromosomiche cancerogenesi, malattie congenite.

• Reazioni allergiche: allergeni, apteni, modificatori degli antigeni cellulari risposta immunitaria.

Page 30: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

1. Alterazione delle normali funzioni cellulari senza danno cellulare diretto tossicità d’organo o sistema (tossicità ‘funzionale’)

Esempi:

• Una sostanza che provochi vasodilatazione (es. agonista istaminergico) non causa danni diretti ai vasi ma provoca ipotensione e riduzione del flusso ematico danni cerebrali, renali ecc. Una sostanza che causa contrazione della muscolatura vasale (es. agonista adrenergico) non danneggia i vasi ma causa tossicità renale, cerebrale, cardiaca.

• Una sostanza che stimoli il rilascio di insulina dalle cellule pancreatiche (senza danneggiarle) causa ipoglicemia e tossicità a carico del sistema nervoso centrale (danno neuronale indiretto)

• Una sostanza antagonista degli ormoni sessuali può causare tossicità riproduttiva senza causare danno diretto alle cellule dell’apparato riproduttivo

Page 31: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

2. Danno cellulare (citotossicità).• L’alterato funzionamento o la distruzione della

macromolecola bersaglio provoca una danno cellulare

• L’entità di tale danno dipende da: importanza della funzione del componente

cellulare colpito capacità di riparazione da parte della cellula

(rimozione dei componenti danneggiati e loro sostituzione )

Page 32: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Se il danno è irreversibile e/o esteso e/o coinvolge componenti cellulari essenziali, si ha la morte cellulare (necrosi).

• Nella maggior parte dei tessuti, le cellule morte possono essere sostituite da cellule dello stesso tipo (divisione cellulare) riparazione totale del danno. N.B.: i neuroni non possono suddividersi.

• Se l’area necrotica è estesa, si ha infiammazione e formazione di tessuti connettivi di riparazione (tessuti cicatriziali) riparazione parziale del danno (la funzionalità dell’organo è diminuita o alterata).

citotossicitàcitotossicità

Page 33: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Se l’insulto cellulare non è ‘grave’, si può avere alterazione del metabolismo della cellula senza morte cellulare.

• In questi casi si possono avere alterazioni di:

dimensioni cellulari (atrofia o ipertrofia)

proliferazione e differenziazione cellulare (iperplasia, metaplasia)

accumulo di componenti cellulari (es. steatosi epatica)

citotossicitàcitotossicità

Page 34: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Natura dell’effetto tossico

Organi bersaglio. • La tossicità a carico di un organo dipende dalla

capacità rigenerativa dell’organo, dalla sua dipendenza dal mantenimento dell’omeostasi, da fattori tossicocinetici (sito di assorbimento, metabolismo, accumulo, eliminazione). Gli organi più frequentemente colpiti sono: SNC, sistema ematopoietico, fegato, rene, polmone, cute.

Obiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 35: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Comparsa dell’effetto.

• Tossicità immediata (citotossicità, tossicità funzionale).

• Tossicità ritardata (genotossicità, tossicità funzionale).

Reversibilità dell’effetto. • Dipende dal tipo di tossicità e dall’organo

bersaglio.

Natura dell’effetto

Obiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 36: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Relazione dose-effetto. Curve dose-risposta

• Forma della curva. Pendenza della curva.

• Dose efficace 50 (DE50). E’ la dose con la quale si ha:

     una risposta pari al 50% dell’effetto massimo (curve dose-risposta graduali)

     una risposta nel 50% dei soggetti (curve dose-risposta quantali)

•  Dose soglia. E’ la dose al di sotto della quale non si manifesta tossicità.

Dipende dal tipo di tossicità in esame.

E’ la base per estrapolare i limiti di sicurezza.

DE50 e dose soglia sono una misura della potenza di un tossico.

Obiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 37: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Fattori influenzanti la tossicità• Specie animale• Ceppo

Differenze di tossicità in diversi ceppi di ratto

Obiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 38: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Modalità di somministrazione

La tossicità di una sostanza è funzione di:

 

  DOSE x ESPOSIZIONE

 

Via di Durata Frequenza

esposizione

Fattori influenzanti la tossicità

Obiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 39: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Via di esposizione.

• In genere, la tossicità di una sostanza dipende dalla via di somministrazione.

• L’ordine di tossicità è: endovenosa, inalatoria, intraperitoneale, sottocutanea, intramuscolare, orale, cutanea.

• Negli studi di tossicità acuta si utilizzano due vie (farmaci), di cui una è quella prevista nell'uomo.

• Negli studi di tossicità prolungata e cronica si usa quasi sempre la via orale.

Fattori influenzanti la tossicità

Obiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 40: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Durata e frequenza dell’esposizione• In generale, la tossicità di una determinata dose

aumenta all’aumentare della durata e della frequenza dell’esposizione, a causa di due fenomeni:

 accumulo del tossico nell’organismo; si ha quando la velocità di somministrazione (frequenza) è maggiore della velocità di eliminazione e la durata è tale che il tossico raggiunge livelli dannosi.

accumulo del danno; la velocità di somministrazione (frequenza) è maggiore della velocità di riparazione del danno da parte dell’organismo.

Fattori influenzanti la tossicitàObiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 41: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Se la frequenza di somministrazione è tale che la velocità di somministrazione è maggiore della velocità di eliminazione accumulo del tossico e raggiungimento dello stato stazionario.

• Il raggiungimento dello stato stazionario dipende dall’emivita del tossico e dalla frequenza di somministrazione. Per aversi stato stazionario, il tossico deve essere somministrato ad intervalli di tempo inferiori a 5 emivite.

• E’ quindi importante conoscere l’emivita del tossico per prevedere l’entità dell’esposizione.

Obiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Fattori influenzanti la tossicità

Page 42: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza
Page 43: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Si può avere accumulo del danno anche senza accumulo del tossico. Infatti il tempo di recupero del danno è spesso maggiore del tempo necessario all’eliminazione del tossico dall’organismo.

• Ad es., la somministrazione di etanolo causa deposito di lipidi nel fegato (steatosi); il tempo necessario per la scomparsa dei depositi di grasso epatici è molto più lungo di quello necessario all’eliminazione dell’etanolo.

Fattori influenzanti la tossicitàObiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 44: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• In alcuni casi, la tossicità cronica è dovuta a deplezione di cofattori detossificanti. Es.: tossicità cronica da cianuro per deplezione di tiosolfato.

• La tossicità cronica è anche funzione di: tolleranza farmacodinamica (es. anticolinesterasici) tolleranza farmacocinetica (induzione enzimatica)

Fattori influenzanti la tossicitàObiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 45: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Tolleranza agli inibitori dell’Acetilcolinesterasi (AChE): down-regulation recettoriale

Soggetti esposti ripetutamente a dosi subletali di inibitori dell’AChE sviluppano tolleranza a successive somministrazioni.

Page 46: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Per definire una dose tossica, un intervallo di dosi tossiche, è necessario indicare la durata dell’esposizione.

• Frequenza: negli studi prolungati, la sostanza viene in genere aggiunta al cibo (o all’acqua) frequenza di somministrazione elevata. In caso di somministrazione parenterale, in genere 1 somministrazione/giorno.

Fattori influenzanti la tossicitàObiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 47: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Controlli. • Sia per gli studi subcronici che cronici è

necessario avere un gruppo di controllo, per: incidenza di effetti (patologie) non indotti dalla

sostanza (fattori congeniti e/o ambientali) comparazione statistica.

Fattori influenzanti la tossicitàObiettivi degli studi tossicologiciObiettivi degli studi tossicologici

Page 48: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Tipi di studi di tossicità

• Tossicità generale

• Tossicità specifica: teratogenesi, riproduttiva, mutagenesi, cancerogenesi, immunitaria, locale, comportamentale

Page 49: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Studi di tossicità generale: acuta: singola somministrazione; a breve termine (dosi ripetute): 14-28 giorni;prolungata (10-25 % della vita dell’animale,

subcronica): 3-6 mesi (nel ratto) cronica (> 50% della vita): 1-2 anni nel ratto (in

genere studi di cancerogenesi)

Page 50: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• In termini di esposizione umana: gli studi acuti ‘rappresentano’ l’esposizione

dovuta ad incidenti o a sovradosaggi accidentali o volontari.

gli studi subcronici ‘rappresentano’ l’esposizione (a livelli più bassi di quelli dovuti ad incidenti) frequente a sostanze di uso professionale (es. solventi) o domestico (es. detergenti), a additivi alimentari, farmaci e inquinanti ambientali;

gli studi cronici ‘rappresentano’ giornaliera, per tutta la vita, di additivi alimentari, residui di pesticidi nel cibo e nell’acqua ecc.

Page 51: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Studi di tossicità acutaSingola somministrazione (o più somministrazioni

in 24 ore). Osservazioni fino a 14 giorni dalla somministrazione: mortalità, segni clinici di tossicità.

Sono richiesti dalle Autorità Regolatorie per nuovi farmaci, sostanze chimiche, pesticidi.

tossicità acutatossicità acuta

Page 52: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Obiettivi: Curve di letalità e relativi parametri: Dose Letale

50 (DL50: è la dose che determina la morte del 50% degli animali trattati), pendenza della curva di letalità.

La DL50 fornisce una stima quantitativa della potenza tossica della sostanza (DL50 o intervallo in cui cade la DL50; es. 5-50 mg/kg) indicazioni sulla tossicità acuta nell’uomo (intossicazione accidentale o volontaria, sovradosaggio) limiti e precauzioni.

tossicità acutatossicità acuta

Page 53: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Classificazione UE (Etichettatura delle Sostanze pericolose)

DL50 orale, ratto (mg/kg)

DL50 cutanea, ratto o

coniglio (mg/kg)

CL50 inalatoria

ratto (mg/lt/4 ore)

Classe di tossicità

25 50 0,5 Molto tossico

25 - 200 50 – 400 0,5 – 2 Tossico

200 – 2.000 400 – 2.000 2 - 20 Nocivo

Sostanze con DL50 maggiori non hanno bisogno di etichettatura.

La classificazione impone precauzioni nella lavorazione, trasporto ecc. delle sostanze.

Page 54: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Identificazione degli organi/sistemi bersaglio (N.B. gli organi bersaglio della tossicità acuta possono essere diversi da quelli della tossicità cronica; es: anestetici alogenati). Curve dose-risposta per effetti tossici a carico di specifici organi/sistemi.

Dosi soglia: NOEL (No Observed Effect Level: massima dose a cui non si osserva effetto); LOEL (Lowest Observed Effect Level: minima dose a cui si osserva un effetto).

tossicità acutatossicità acuta

Page 55: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• N.B.: le curve dose-risposta variano con l’effetto tossico osservato anche le dosi soglia variano.

Page 56: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Tempo di comparsa dell’effetto: tossicità immediata o ritardata.

Eventuale reversibilità dell’effetto e tempo di recupero.

tossicità acutatossicità acuta

Page 57: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Curve di letalità; determinazione della DL50 e della pendenza della curva.

Studi “classici”. Somministrazione di dosi pre-fissate, con rapporto costante tra dosi successive (es: D2/D1=2). Almeno 3 dosi devono dare letalità nella parte ‘rettilinea’ della curva.

Si calcola la pendenza della curva e si estrapola la DL50.

In genere utilizzate 4 o più dosi, somministrate a gruppi di 10 animali (di entrambi i sessi) per dose (in media 50 animali per determinare la DL50).

Page 58: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Successivamente, si sono sviluppati disegni sperimentali che consentono di ridurre notevolmente il numero di animali.

• Ad es., un animale riceve una prima dose: se l’animale muore, si somministra ad un secondo animale

una dose minore (ridotta di un fattore costante); se il primo animale non muore, si somministra al secondo

animale una dose maggiore (aumentata di un fattore costante). Si procede fino a testare 5 animali.

Si effettua una stima della DL50 con metodi statistici Con questo disegno sequenziale occorrono in media 6-9

animali per determinare la DL50.

Page 59: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Altri tipi di disegni sperimentali non hanno come endpoint la morte. Es.: Tossicità acuta a dose fissa: si somministrano dosi pari a 5, 50, 200, 2000 mg/kg. Si osserva la comparsa di segni evidenti di tossicità.

• Test limite: si pre-determina una dose limite (in genere sulla base della prevedibile esposizione umana o ambientale); se non si osserva mortalità a quella dose DL50> dose limite.

• Con qualsiasi disegno sperimentale, non ha senso testare dosi orali>5 g/kg, dosi cutanee> 2 g/kg, dosi inalatorie > 50 mg/m3.

tossicità acutatossicità acuta

Page 60: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Effetti tossici a carico di organi/sistemi. Si rilevano mediante analisi ed osservazioni dei segni clinici.

• Analisi.Ematologia: ematocrito, conta eritrocitaria, conta

leucocitaria, emoglobina Analisi chimico-cliniche sul sangue (elettroliti,

glucosio, azotemia, transaminasi, proteine, bilirubina) e sulle urine (pH, proteine, sedimento, glucosio, corpi chetonici ecc.)

tossicità acutatossicità acuta

Page 61: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Esame Esame anatomoistopatologicoanatomoistopatologico

di organi di organi

Esame Esame anatomoistopatologicoanatomoistopatologico

di organi di organiLesioni macroscopicheLesioni macroscopiche Fegato Fegato

Gangli linfaticiGangli linfatici Cistifellea Cistifellea

Ghiandole mammarieGhiandole mammarie Pancreas Pancreas

Ghiandole salivariGhiandole salivari Milza Milza

Costole, FemoreCostole, Femore Reni Reni

Vertebre (compreso midollo osseo)Vertebre (compreso midollo osseo) Surreni Surreni

IpofisiIpofisi Vescica Vescica

TimoTimo Prostata Prostata

TracheaTrachea Testicoli Testicoli

PolmoniPolmoni Ovaie Ovaie

CuoreCuore Utero Utero

TiroideTiroide Cervello Cervello

EsofagoEsofago Occhi Occhi

Stomaco, Intestino tenue, Colon Stomaco, Intestino tenue, Colon Midollo spinaleMidollo spinale

Page 62: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Segni clinici

• Sistema NervosoSistema Nervoso: tremore, eccitazione, sedazione, : tremore, eccitazione, sedazione, riflessiriflessi

• CardiovascolareCardiovascolare: frequenza cardiaca, aritmie; : frequenza cardiaca, aritmie; Vasodilatazione/costrizione; Vasodilatazione/costrizione; ipertermia/ipotermiaipertermia/ipotermia

• RespiratorioRespiratorio: apnea, dispnea, cianosi ecc.: apnea, dispnea, cianosi ecc.• DigestivoDigestivo: vomito, costipazione, diarrea: vomito, costipazione, diarrea• UrogenitaleUrogenitale: diuresi, anuria, poliuria: diuresi, anuria, poliuria• Cute e annessiCute e annessi: piloerezione, edema, eritema, : piloerezione, edema, eritema,

alopecia, necrosi eccalopecia, necrosi ecc..

tossicità acutatossicità acuta

Page 63: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Periodo di osservazione: deve essere adeguato a mettere in luce i danni ai tessuti e agli organi (tossicità immediata o ritardata) e l’eventuale ritorno delle condizioni dell’animale alla norma (reversibilità dell’effetto); la durata è abitualmente di 14 giorni, e comunque mai inferiore a 7 giorni e può proseguire per tutto il tempo in cui persistono i segni di tossicità. •Durante questo periodo si compiono le osservazioni (animali morti, segni di tossicità, analisi sangue e urine). Alla fine, si esegue l’autopsia su tutti gli animali.

tossicità acutatossicità acuta

Page 64: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Specie animali• Ai fini regolatori, sono in genere richieste prove

su almeno due specie di mammiferi, di ceppo noto. In genere sono utilizzati ratto e topo.

Via di somministrazione• In genere richieste due vie di somministrazione, di

cui una è quella prevista nell’uomo (orale, inalatoria, cutanea) ed una assicuri assorbimento completo (parenterale).

tossicità acutatossicità acuta

Page 65: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Esempio di esame istopatologico

Page 66: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Studi di tossicità generale dopo esposizioni ripetute

• Permettono di evidenziare:effetti tossici che occorrono, a dosi più basse di

quelle degli studi acuti, per accumulo del tossico e/o accumulo del danno;

effetti tossici ritardati (cancerogenesi, neuropatia ritardata da organofosforici ecc.).

• L’effetto osservato non è la mortalità ma la morbilità.

• Le dosi usate sono notevolmente più basse di quelle usate negli studi di tossicità acuta.

Page 67: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• L’organo bersaglio della tossicità prolungata può essere diverso di quello della tossicità acuta (es. etanolo).

• Anche se l’organo bersaglio è lo stesso, gli effetti cronici sono diversi da quelli acuti.

tossicità da esposizioni ripetutetossicità da esposizioni ripetute

Page 68: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Effetti acuti e cronici a carico di alcuni sistemi

• Gli effetti dell’esposizione cronica possono manifestarsi come patologie spontanee (es. tumori, diabete ecc.), anche nell’uomo.

Page 69: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Studi di tossicità generale dopo esposizioni ripetute: a breve termine (dosi ripetute, subacuta): 7-28 giorni;prolungata o subcronica (10-25 % della vita

dell’animale): 3-6 mesi (nel ratto) cronica (> 50% della vita): 1-2 anni nel ratto (in

genere studi di cancerogenesi)

tossicità da esposizioni ripetutetossicità da esposizioni ripetute

Page 70: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• La durata degli studi dipende dall’esposizione prevista nell’uomo.

• Per i farmaci:

Durata del trattamento Durata degli studi di tossicità

1 giorno (una o più dosi) 2 settimane (subacuta)

7 giorni 4 settimane (subacuta)

30 giorni tre mesi (subcronica)

> 30 giorni 6 mesi (cronica)

6 mesi e più (anche non continuativi;es. farmaci per allergie stagionali, ansiolitici)

anche studi di cancerogenesi (18-24 mesi)

tossicità da esposizioni ripetutetossicità da esposizioni ripetute

Page 71: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Studi di tossicità subcronica (10-25 % della vita dell’animale, 3-6 mesi nel ratto): consentono di evidenziare quasi tutti gli effetti tossici dovuti ad esposizione prolungata; la loro predittività si è dimostrata uguale a quella di studi di più lunga durata (cronici, 1-2 anni nel ratto), tranne che per gli effetti cancerogeni.

tossicità da esposizioni ripetutetossicità da esposizioni ripetute

Page 72: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Tempo di comparsa di effetti tossici (non cancerogeni) da farmaci in studi animali

totale: 100%

tossicità da esposizioni ripetutetossicità da esposizioni ripetute

Page 73: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Obiettivi:determinare natura degli effetti tossici ed

organi bersagliodeterminare NOEL e LOEL

Limiti di esposizione e precauzioni

tossicità da esposizioni ripetutetossicità da esposizioni ripetute

Page 74: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Dosi. Per determinare NOEL e LOEL, si utilizzano si (almeno) tre dosi:

una dose che determini la comparsa di tossicità;una che non produca effetti tossici;una dose intermedia.

Studi di tossicità subcronica

Page 75: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Somministrazione: si evita, per quanto possibile, di usare vie di somministrazione traumatiche (sondino gastrico, iniezioni); la via più usata è quella orale, con la sostanza mescolata nel cibo o nell’acqua.

Page 76: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Osservazioni.

1) In vivo• Segni clinici (v. prima)• Peso corporeo, consumo di cibo e acqua: una

diminuzione del peso è un sintomo generale di tossicità; può essere dovuta a riduzione dell’assunzione di cibo; l’assunzione di acqua permette di identificare effetti diuretici.

Page 77: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Analisi ematologiche: consentono di individuare effetti tossici sul sistema ematopoietico.

• Analisi chimico cliniche: mirate, possono consentire di individuare specifiche tossicità d’organo (es. fegato)

• Analisi delle urine. Volume: effetti sulla diuresi, disidratazione; osmolarità: abilità del rene di concentrare le urine; glucosio: diabete; colorazione-torbidità: ematuria, emoglobinuria, formazione di calcoli.

Page 78: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Osservazioni post-mortem.Necropsia per alterazioni morfologiche evidenti

degli organiPeso degli organiAnalisi istologica• Servono per identificare organo bersaglio,

regione colpita, tipo di tossicità

Page 79: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Specie animali• Per i farmaci ,in genere sono richiesti studi su

almeno 2 specie, di cui una non roditore.• La specie non roditore viene scelta sulla base della

risposta:più possibile simile a quella nell’uomo (cane,

scimmia); oppure specie più sensibile ad effetto tossico. es.: conigli

per studi di irritazione cutanea e teratogenesi; cavia per studi di tossicità immunologica.

Page 80: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Gli studi di tossicità cronica (>50% della vita, 1-2 anni nel ratto) servono per:

per composti (es. additivi alimentari, contaminanti di alimenti ed acqua) per i quali si può supporre un’esposizione ‘controllabile’ nell’uomo per tutta la vita, gli studi di tossicità cronica a 2 anni (nel ratto) forniscono una stima più affidabile dei limiti di esposizione accettabili (es. ADI) nell’uomo. Le dosi sono scelte in base all’esposizione prevista nell’uomo.

studi di cancerogenesi (2 anni nel ratto)

Page 81: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Controlli. • Sia per gli studi subcronici che cronici è

necessario avere un gruppo di controllo, perché:diversi effetti tossici (patologie) si sviluppano

spontaneamente (soprattutto tumori);per assicurare che gli effetti osservati siano dovuti

alla sostanza e non a fattori ambientali e/o sperimentali.

Page 82: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Metodologie

I risultati degli studi possono dipendere dalle modalità sperimentali.

Studi sulla stessa sostanza, condotti da gruppi diversi, possono fornire risultati diversi, a volte contrastanti.

Ciò rende difficile la valutazione del rischio.

Page 83: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Sostanza somministrata. Contenuto in principio attivo e impurezze; variabilità interlotto; stabilità e condizioni di conservazione.

metodologie sperimentalimetodologie sperimentali

Page 84: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Via di somministrazione

• Gli effetti ottenuti con una via di somministrazione non sono a priori applicabili ad altre vie.

• E’ importante utilizzare la via di esposizione prevista nell’uomo.

metodologie sperimentalimetodologie sperimentali

Page 85: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

Es.: l’amianto è molto tossico (cancerogeno) per via inalatoria ma relativamente non tossico se somministrato per via orale.

Page 86: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Via orale (per os); è la più semplice e quindi la più utilizzata. La sostanza viene mescolata al cibo o aggiunta all’acqua. Occorre verificare compatibilità, stabilità e accettabilità.

• Vie parenterali (iniettive). Sono in genere limitate a studi acuti o a breve termine, per i possibili danni e lo stress causato dalle somministrazioni.

metodologie sperimentalimetodologie sperimentali

Page 87: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Specie: una o più specie, con metabolismo dello xenobiotico simile all’uomo (necessari studi preventivi o conoscenze su metabolismo di composti strutturalmente correlati).

• Ceppo: vi possono essere ceppi particolarmente sensibili o particolarmente resistenti, per fattori metabolici (sovra-espressione o carenza di particolari enzimi).

• Condizioni di stabulazione. E’ importante che gli animali siano stabulati in condizioni ottimali e controllate di temperatura, umidità relativa, ciclo luce/buio. Cibo ed acqua devono rispondere a standard di qualità.

metodologie sperimentalimetodologie sperimentali

Page 88: Processo di Valutazione del Rischio di una sostanza

• Controlli negativi: importanti soprattutto per effetti con bassa incidenza o gravità e per effetti che si manifestano spontaneamente.

• Controlli positivi: per verificare la sensibilità della specie e del ceppo e la correttezza dei metodi, in alcuni tipi di studi (es. cancerogenesi) si possono utilizzare i controlli positivi, animali trattati con una sostanza che causa sicuramente l’effetto tossico studiato.

metodologie sperimentalimetodologie sperimentali

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• Statistica. I test statistici consentono di verificare, con un determinato grado di probabilità, se la differenza osservata (tra trattati e controlli) è dovuta al caso o al trattamento. Il numero di animali dovrebbe essere pre-determinato in base all’entità della differenza e delle variabilità previste. N.B.: uno studio può dare un risultato statisticamente significativo ma biologicamente poco importante (v. DBP). Viceversa, risultati statisticamente non significativi (per esiguità del numero di animali o altre cause sperimentali) ma con grande importanza biologica potenziale necessità di ulteriori studi.

metodologie sperimentalimetodologie sperimentali